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5 Aprile 1796 Il Principe Zurlo trascina in Tribunale alcuni cittadini di Mugnano. "Nella Gran Corte della Vicaria comparisce il procuratore del Regio Consi- gliere Illustrissimo Principe Signore D. Domenico Capece Zurlo e dice che il no- minato Illustrissimo suo Principale, possiede nel distretto di Mugnano Casale di questa Città uno specioso Palazzo. Ne' luoghi prossimi del Palazzo stesso hanno ardito talune volte Giuseppe, Brigida, et Antonia Riccardo, Biaggio Cuomo, Biag- gio, e Romualdo Mauriello, Gaetano di Bernardo, Giovanni Filocomo, e Maria Palma Perillo del Casale suddetto, riporre molta quantità di paglia, ed anche di al- tre materie, che con somma facilità ricevono istantaneamente il fuoco, e siccome non si può nei luoghi abitati tenere simili materie facilmente combustibili senza correre l'evidente pericolo di soggiacere a continui incendi; così ricorre il Compa- rente in questa gran Corte e producendo copia degli ordini generali pubblicati dal Commissario di Campagna in esecuzione di Real Dispaccio, con cui fu prescritto di evitarsi tale gravissimo disordine, fà istanza ordinarsi a' detti Giuseppe, . Bri- gida, ed Antonia Riccardo, a Biaggio Cuomo, a Biaggio, e Romualdo Mauriello, a Gaetano di Bernardo, a Giovanni Filocomo, a Maria Palma Perillo, che non ardi- scano situare paglia, ne altre materie facilmente combustibili ai luoghi prossimi al divisato Palazzo di nominato di Lui Ill.mo Principale sotto di quelle pene, che sti- merà essa Gran Corte e salvis M. De expensis etc." (continua la formula di rito in latino). Archivio di Stato di Napoli Sezione Giustizia, processi Civili G.c. Vicaria, Anno 1796, fascio 118, Fa- scicolo n° 26. Il Palazzo dei Cap~ià dei Principi Zurlo, in via Chiesa a Mugna~o. "(...) Questo edificio è citato in Mugnano di Napoli fra Storia e tradizioni (Ed- zioni Ferraro) da un dotto sacerdote, il professore Gargiulo, che ha sostituito re- centemente il reverendo Nicola Cipolletta nella carica di parroco di San Biagio. Il palazzo fu costruito nel Settecento dai principi Zurlo quando l'aristocrazia napoletana preferiva trascorrere l'estate e l'autunno, tempo di liete vendemmie, villeggiando nelle fiorenti campagne intorno alla città, dal vecchio Vomero dove si saliva con i "ciucciari" - di cui parlano cronache dell' Ottocento - a quel vasto contado alle falde della collina dei Camaldoli punteggiato di poche case in un mare di verde (...)". "(...) Il palazzoZurlo ch'era d'un solo piano, fu comprato da Andrea Taglia- latela, facoltoso commerciante di canapa, la pianta tessile che oggi non si coltiva più e che tanta parte ebbe, fino al primo quarto di secolo del Novecento, nell'eco- nomia del Mezzogiorno e dell'Emilia. . Andrea Taglialatela, che costruì il secondo piano, sposò Anna Capasso, so- rella di Alfonso, padre del notaio Gennaro. Questi chiamò il primo dei due fi- 137

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5 Aprile 1796

Il Principe Zurlo trascina in Tribunale alcuni cittadini di Mugnano.

"Nella Gran Corte della Vicaria comparisce il procuratore del Regio Consi-gliere Illustrissimo Principe Signore D. Domenico Capece Zurlo e dice che il no-minato Illustrissimo suo Principale, possiede nel distretto di Mugnano Casale diquesta Città uno specioso Palazzo. Ne' luoghi prossimi del Palazzo stesso hannoardito talune volte Giuseppe, Brigida, et Antonia Riccardo, Biaggio Cuomo, Biag-gio, e Romualdo Mauriello, Gaetano di Bernardo, Giovanni Filocomo, e MariaPalma Perillo del Casale suddetto, riporre molta quantità di paglia, ed anche di al-tre materie, che con somma facilità ricevono istantaneamente il fuoco, e siccomenon si può nei luoghi abitati tenere simili materie facilmente combustibili senzacorrere l'evidente pericolo di soggiacere a continui incendi; così ricorre il Compa-rente in questa gran Corte e producendo copia degli ordini generali pubblicati dalCommissario di Campagna in esecuzione di Real Dispaccio, con cui fu prescrittodi evitarsi tale gravissimo disordine, fà istanza ordinarsi a' detti Giuseppe, . Bri-gida, ed Antonia Riccardo, a Biaggio Cuomo, a Biaggio, e Romualdo Mauriello, aGaetano di Bernardo, a Giovanni Filocomo, a Maria Palma Perillo, che non ardi-scano situare paglia, ne altre materie facilmente combustibili ai luoghi prossimi aldivisato Palazzo di nominato di Lui Ill.mo Principale sotto di quelle pene, che sti-merà essa Gran Corte e salvis M. De expensis etc." (continua la formula di rito inlatino).

Archivio di Stato di Napoli Sezione Giustizia, processi Civili G.c. Vicaria, Anno 1796, fascio n° 118, Fa-scicolo n° 26.

Il Palazzo dei Cap~ià dei Principi Zurlo, in via Chiesa a Mugna~o.

"(...) Questo edificio è citato in Mugnano di Napoli fra Storia e tradizioni (Ed-zioni Ferraro) da un dotto sacerdote, il professore Gargiulo, che ha sostituito re-centemente il reverendo Nicola Cipolletta nella carica di parroco di San Biagio.

Il palazzo fu costruito nel Settecento dai principi Zurlo quando l'aristocrazianapoletana preferiva trascorrere l'estate e l'autunno, tempo di liete vendemmie,villeggiando nelle fiorenti campagne intorno alla città, dal vecchio Vomero dove sisaliva con i "ciucciari" - di cui parlano cronache dell' Ottocento - a quel vastocontado alle falde della collina dei Camaldoli punteggiato di poche case in unmare di verde (...)".

"(...) Il palazzoZurlo ch'era d'un solo piano, fu comprato da Andrea Taglia-latela, facoltoso commerciante di canapa, la pianta tessile che oggi non si coltivapiù e che tanta parte ebbe, fino al primo quarto di secolo del Novecento, nell'eco-nomia del Mezzogiorno e dell'Emilia. .

Andrea Taglialatela, che costruì il secondo piano, sposò Anna Capasso, so-rella di Alfonso, padre del notaio Gennaro. Questi chiamò il primo dei due fi-

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gliuoli, una bimba, con il nome di Gabriella e il secondo Alfonso. I Tagliala-tela, non avendo figli, lasciarono la loro proprietà ai parenti Capasso. Zio Gen-naro ebbe il grande appartamento del secondo piano a destra, guardando il pa-lazzo, parte del giardino e alcuni vani terranei dei tre corpi di fabbrica bassi,costruiti, come alloggi per i domestici e scuderie, corpi che delimitavano il cor-tile a destra, sinistra e di fronte.

L'ampio giardinq, ridotto recentemente a un pezzetto, perché l'area dispo-nibile è 'stata sommersa dal cemento delle costruzioni, era dietro il palazzo eavevilma grande vasca dove guizzavano pesci rossi e poi viali ombrosi, piantedi fiori e frutti fra cui superbi cedri C..)".

"C..) li giardino di Mugnano fu per molti anni il mio paradiso. Vi scen-devo nei lunghi e torridi pomeriggi estivi e mi trattenevo in un padiglioncino,fatto apposta per ripararsi da piogge e sole. V' era intorno al muro un sedilecircolare di marmo dove si poteva sostare comodamente in lettura. Un altroposto dove il mio istinto cenobitico mi conduceva era il grande soffitto (ill dia-letto" soppegno") dove Gabriella teneva gelosamente i polli che facevano molteuova e le covate dei pulcini. Da quell'osservatorio si vedeva nei giorni serenigran parte della pianura campana. E vi trovai una volta, frugando fra le cian-frusaglie, delle cassette colme di stupendi mattoni a fiori nel loro colore natu-rale con scritto dietro" Barberio". Erano le stesse che pavimentavano le larghestanze dell' appartamento degli zii, dove evidentemente Andrea T aglialatelaaveva utilizzato una abbondante scorta lasciata dai principi Zurlo.

Per anni e anni mi sono chiesto chi fossero gli artigiani dalla cui arteerano uscite quelle" riggiole" così leggiadre. E non l'avrei saputo mai se nelcatalogo del Luglio 86 della Libreria Antiquaria di Alfonso Grimaldi & c., aln. 61 di Via G. Bausan non avessi scorto, a pagina 29, il N/159 con l'opera diDiodato Colonnesi, "I Barberio una dinastia di rigg,iolari", edita nel 1986 dalleedizioni Litografiche Artistiche Napoletane. È stato così che ho appreso qualeimportanza abbiano avuto questi maestri citati, fra l'altro, da Guido Donatonein "Pavimenti e rivestimenti maiolocati in Campania", Napoli 82 e da Luigi Mo-sca in "Napoli e l'arte ceramica dal XVIII al XX secolo", Napoli 1963. Dicolpo mi sono tornati alla memoria certi pavimenti scorti nella biblioteca deiGerolomini e nel Monastero di San Gregorio Armeno di cui in quel libro diDiodato Colonnesi si riproducono, fra le altre, alcune immagini in bianco enero e a colori.

Che fine abbiano fatto quelle cassette colme di preziose maioliche è unmistero. Ma non lo è quello delle leggiadre" riggiole" ... alquanto consunte'dopo piu d'un secolo di calpestio e strofinio di panni per lavarle, esse furonotutte tolte e buttate via nei residui di sfabbricatura quando in quel vasto ap-partamento, essendosi mia cugina trasferita con il marito in un villino nuovoda lei fatto costruire al n. 40 di via Sacro Cuore, quei pavimenti furono sosti-tuiti da altri nuovi per rendere più moderno l'ambiente C..).

CRESCENZOGUARINO, Ricordi familiari, Napoli de Prede 1986, ed. fuori commercio, pp. 28, 29,30, 31.

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1798-1799

Il Principe di Canosa, "per difendere la causa di Sua Maestà il re",si condusse a Mugnano e negli altri casali

per" impinguare con novella reclutazione i reali suoi eserciti".

"(...) e comparsa nel cratere di Napoli la flotta Francese, il Principino di Ca-nosa, sebbene. infermo si ritrovasse sopra Capodimonte, fu fra i primi che, calatoa bella posta in Napoli, si presentò al signor Generale Acton per essere impiegatonel Real Esercito per difendere la causa di Sua Maestà e pubblica: ond'è che fuascritto al reggimento del Sannio. E ritrovandosi dopo qualche tempo i giusti so-spetti d'invasione per la illealtà de' Francesi, volendo S.M. (D.G.) impinguare connovella reclutazione i Reali suoi eserciti, fu il Principino di Canosa chiamato dalSign. Generale Pignatelli in unione di altri patrizi per muoverla, ed egli, prontoper il Real Servizio, tosto si condusse né Casali di Polvica, Chiajano, Piscinola,Panicocoli, Mugnano, Calvizzano, Marano, conducendo seco il sacerdote don Pro-spero Betti. Pubblicamente in quei luoghi predicò, infervorò gli animi di tutti.Sparse varj fogli stampati in distruzione delle massime scellerate dé Francesi, e di-mostranti l'esterminio, che da per tutto faceano, e nello spazio di otto giorni rac-colse cinquanta reclute in circa con suo massimo dispendio, arrivandosi in quelmomento a pagare le reclute sino a cinquanta ducati l'una (...)

G. BELTRAMI,Il Magistrato di Città a Napoli e la difesa del Principino di Canosa per i fatti del Novanta-

nove, Napoli, Archivio storico delle Provo Napoletane, Sez. Nap. per 100, 1901, p. 384.

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I.II.

III.

IV.

V.

VI.

VII.

VIII.

IX.X.XI.XII.

XIII.XIV.XV.XVI.

XVII.XVIII.

XIX.XX.XXI.

ELENCO DEI RE DI NAPOLI

NORMANNI

Ruggiero lO dal 1130 al 1154.Guglielmo il Grande detto anco ilMalo dal 1154 al 1166.Guglielmo il Buono dal 1166 al1189.Tancredi dal 1190 al 1194.

SVEVI

Arrigo V imperatore de' Romani,lO qual re dal 1194 al 1197.Federigo II imperatore de' Ro-mani, lO qual re dal 1197 al1251.Corrado IV imperatore de' Ro-mani dal 1251 al 1254.Manfredi dal 1258 al 1265.

ANGIOINI

Carlo I dal 1265 al 1285.Carlo II dal 1285 al 1309.Roberto dal 1309 al 1343.Giovanna P dal 1343 al 1382.

DURAZZESI

Carlo III dal 1382 al 1386.Ladislao dal 1386 al 1414.Giovanna II" dal 1414 al 1435.Renato dal 1438 al 1442.

ARAGONESI

Alfonso dal 1442 al 1458.Ferrante o Ferdinando I dal 1458al 1494.Alfonso II dal 1494 al 1495.Ferrante II dal 1495 al 1496.Federigo II dal 1496 al 1501.

XXII.

XXIII.

XXIV.

XXV.XXVI.XXVII.XXVIII.

XXIX.

XXX.

XXXI.

XXXII.

XXXIII.XXXIV.

XXXV.

FRANCESE

Luigi XII dal 1502 al 1504.

SPAGNUOLO

Ferdinando 111 il Cattolico dal1504 al 1515.

AUSTRIACO

Carlo V, imperatore de' Romani,IV qual re di Napoli dal 1516 al1553.

SPAGNUOLI

Filippo II dal 1554 al 1598.Filippo III dal 1598 al 1621.Filippo IV dal 1621 al 1665.Carlo II, V qual re di Napoli dal1665 al 1700.Filippo V dal 1701 al 1708.

AUSTRIACO

Carlo VI imperatore, VI qual ~edi Napoli dal 1708 al 1735.

BORBONI

Carlo 111, VII di questo nomequal re di Napoli dal 1735 al1759.Ferdinando IV poi I dal 1759 al1825.Francesco I dal 1825 al 1830.Ferdinando II felicemente re-gnante dal 1830 al 1859.Francesco II, dal 1859 al 1860.

XXXVI. Giuseppe Bonaparte, dal 1805 al1808.

XXXVII. Gioacchino Murat, dal 1808 al1815.

G. BUGNI, Compendio di Storia patria, cit., pp. 90-1.

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ELENCO DEI VICERÉ DI NAPOLI

RE FERDINANDO IL CATTOLICO

Consalvo di Cordova 1502.D. Giovanni d'Aragona 1507.D. Antonio di Guevara 1509.D. Raimondo di Cardona 1511.D. Francesco Remolines 1511.D. Bernardo Villamarino 1513.

IMPER. DE' ROMANI CARLO QUINTO

D. Carlo di Lanoy 1522.D. Andrea Carafa 1523.D. Ugo di Moncada 1527.Filiberto di Chalon principe d'Orange 1528.Pompeo Cardinal Colonna 1529.D. Pietro di Toledo 1533.D. Luigi Toledo 1553.D. Pietro Pacecco 1553.

RE FII1PPO SECONDO

D. Bernardino di Mendoza 1555.D. Ferrante Alvarez duca d'Alba 1556.D. Federigo di Toledo 1557.D. Federigo Manriquez 1558.Bartolomeo Cardinal della Cueva 1558.D. Afan de Ribera duca d'Alcalà 1559.D. Antonio Perenollo Cardo di Granvela

1571.D. Diego Simanca 1575.D. Innico Lopez 1575.D. Giovanni di Zunica Pietrapersia 1579.D. Pietro Giron duca d'Ossuna 1582.D. Giovanni Zunica Conte di Miranda

1586.D. Arrigo Gusman conte di Olivares 1595.

RE FILIPPO TERZO

Ferrante Ruiz de Castro duca di Lemos1599.

D. Francesco di Castro ed Andrada 1603.D. Giov. Alfonso Pimentel d'Errera contedi Benavente 1603.D. Pietro Fernandez di Castro conte di Le-mos 1610.D. Pietro Giron duca d'Ossuna 1616.D. Gaspero Cardinal Borgia 1620.D. Antonio Cardinal Zapatta 1620.D. Pietro di Gomboa 1621.

RE FILIPPO QUARTO

D. Antonio Alvarez duca d'Alba 1622.D. Ferrante Afan di Ribera ed Enriquezduca d'Alcalà 1629.D. Emmanuele Gusman duca di Medina1637.D. Ramiro Filippo di Gusman Medina1643.D. Giov. Alfonso Enriquez di Cabrera1644.D. Rodrigo Ponz de Leon duca d'Arcos1646.D. Giovanni d'Austria 1648.D. Innico Velez di Guevara conte d'Onatte1648.D. Beltrano di Guevara 1650.D. Garzia d'Avellaneda conte di Castrillo1653.D. Gaspare di Bragamonte conte di Pena-rande 1659. ~~

RE CARLO SECONDO

D. Pasquale Cardinal d'Aragona 1664.D. Pietrantonio d'Aragona 1666.D. Federigo di Toledo 1671.D. Antonio Pietro Alvarez marchese diAstorga 1672.D. Ferrante Gioacchino Faxardo marchesedi los Veles 1675.D. Gaspare de Xaro Carpio 1683.

141

D. Lorenzo Colonna 1687.Marchese di Bonavides 1688.D. Luigi della Cerda Medina Coeli 1695.

RE FILIPPO V

Duca d'Ascalona 1702.

IMPERATORE CARLO SESTO

Giorgio di Martinez 1707.

Durata della viceregnale amministrazione, anni 232.

G. BUGNI, Compendio di Storia Patria, cit., p.

Conte Daun 1707.Vincenzo Cardinal Grimani 1708.Carlo Borromeo conte di Azola 1709.Conte di Daun 1713.

Conte di Galatz 1719.

Volfango Annibale di Schratenbrach 1719.Marcantonio Borghese 1721.Michele Federigo Althan Cardinale 1722.Gioacchino Portacarrero 1728.

Luigi conte di Arrac 1728.Giulio Visconte conte della Pieve 1733 a

maggio 1734.

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CATALOGO DE' VESCOVI ED ARCIVESCOVI DELLA CHIESA DI NAPOLI

VESCOVI

S. Aspreno, morto l'anno 79 dell'e. v.Prima fra le altre chiese edificò quella diS. Maria del Principio.

S. Patroba uno de' discepoli di S. Paolo. Fuparimenti vescovo di Pozzuoli.

S. Epitimito.S. Marone Severino.S. Probo, Sepolto nella Stefania, o S. Salva-

tore.S. Paolo I. A suoi tempi è ascritto il marti-

rio di S. Giuliano in Sora.S. Agrippino. La sua elezione seguì nel se-

condo secolo. Sepolto in pria nella chiesadello stesso suo nome nella contrada diForcella ove aveva la casa, poi trasloca-ronsi le sue ossa nella cattedrale.

S. Eustasio. Sepolto in S. Maria in Cosmo-din.

S. Eusebio. li suo cranio si conserva nellasua statua d'argento nel Tesoro.

S. Marciano.Zosimo o Cosimo. Edificò la chiesa (ora ca-

nonica della cattedrale) di S. Restituta v.e m. a' tempi di Valeriano: e il cadaveredella quale fu miracolosamente portatoin Ischia. Circa questo tempo la tradi-zione assegna la venuta dell'imperadoreCostantino e del S. P. S. Silvestro inNapoli.

S. Fortunato. Visse intorno all'anno 343.Calepodio (347).S. Massimo Martire (359). Oppostosi agli

Ariani ne riportò l'esilio, nel quale morì.S. Severo. Edificò varie chiese. Sepolto

nella chiesa di S. Giorgio.S. Orso nipote del precedente.S. Giovanni I. Sepolto nella Stefania.S. Nostriano (444). Abbellì la città di alcuni

edifizi, e di un bagno che dal suo nomefu detto Nostriano. Sepolto il suo corponella chiesa di S. Gaudioso, poi traslo-cato in quella di S. Gennaro all'Olmo: fi-nalmente ora si venera nella chiesa delloSpirito Santo.

Timasio.Felice.S. Sotero (465). Edificò la chiesa de' SS.

Apostoli.

S. Vittore (496). Sepolto nella chiesa di S.Eufemia da lui fabbricata.

S. Stefano (497). Edificò la chiesa catte-drale pel culto latino che si chiamavaStefania, e l'unì con l'Episcopio. Eru-zione del Vesuvio a' tempi di questo ve-scovo (500).

S. pomponio (514). Eresse la chiesa di S.M. Maggiore detta ancora la PietraSanta.Venuta di Giovanni n Sommo Ponteficein Napoli.

Giovanni n (543).S. Reducc.Vincenzo. A suo tempo viveva l'abate S.

Agnello.Demetrio, Deposto da Gregorio I papa.Florenzio (592). Ricusò per umiltà.Fortunato (593).Pascasio (616).Giovanni III (617).Cesario(636).Grazioso (641).Eusebio (648). Secondo di questo nome.S. Leonzio(649).Adeodato (654).Agnello (672). Edificò la basilica di S. Gen-

naro all'Olmo, o san Gennarello, o sanGennaro a Diacona, o S. Nostriano. Quiera una Congregazione di 72 Preti, po-scia traslocata altrove.

S. Giuliano (694 circa). Sepolto nella catte-drale.

S. Lorenzo (713).Sergio (730).S. Cosimo (750).Calvo (752).Paolo n (757).Un anno dopo la sua morte,

la città fu afflitta da fiera pestilenza.Stefano n duca e consolo (764). Edificò

nella cattedrale la cappella di S. Pietro,poi de' Minutoli. Incendio detta catte-drale; rifecela questo vescovo, aiutato dalpopolo. Fabbricò i monasteri di S. Festo,di S. Marcellino, di S. Pantaleone e diS. Gaudioso. E fece un pulpito dimarmo che si osserva nella chiesa di S.M.a del Principio.

Paolo In (795). A suo tempo fu edificato ilmonastero di Donnalbina da una ma-trona napolitana chiamata Eufrasia.

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Orso (818).Tiberio (818). Fu molto tribolato per la

malvagità del duca Buono. Sepolto in S.Gennaro extra moenia.

S. Giovanni (838). Ebbe il soprannome discriba perché valente calligrafo. Riposanole sue ossa sotto l'altare della chiesa di S.Restituta.

S. Atanasio I (849). Edificò uno spedale ac-costo alla cattedrale pe' poveri e pe' pel-legrini. Di questo S. Vescovo abbiamparlato a pago76 e sego

Atanasio n nipote del precedente (972). Unirruzione di locuste distrusse i seminati.Fu molto diverso dallo zio.

Stefano In fratello del precedente (920).Attanasio III (937).

ARCIVESCOVI

Niceta (962). Dono fatto a Napoli dall'im-peratore di Costantinopoli della miraco-losissima immagine del SS. Salvatore,quale si venera nella chiesa di S. Marcel-lino.

Sergio I (1005).Giovanni I (1033).Vittore (1040).Sergio II (1059).Giovanni n (1071). Consecrazione della

chiesa di Monte Cassino.Leone o Landolfo o Lando (1080).Pietro (1094).Gregorio (1116).Marino (1118). Intervenne alla consacra-

zione di papa Gelasio n seguita inGaeta.

Sergio III (1175).Anselmo (1192).Tommaso (1216). Non prese possesso.Pietro Sersale di Sorrento (1217).Berardino Caracciolo de Rossi (1262).S. Tommaso d'Aquino che per la sua

grande umiltà da Parigi mandò la rinun-zia a Papa Clemente IV che gli aveva of-ferto l'arcivescovado.

Delfino(1265). .

Aiglerio (1269).Filippo Capece Minutolo (1283). Fece di-

roccare la Stefania, e cominciò a edifi-care l'attuale cattedrale sotto il titolodell' Assunta.

B. Giacomo di Viterbo (1303). Si continuòla fabbrica della cattedrale.

Uberto Montauro (1308). Si compì l'edifi-cio della cattedrale.

Matteo Filomarino (1323). Morì prima diesser consecrato.

Bertoldo Orsini (1323).Annibaldo da Ceccano (1326). Rinunciò.Giovanni Orsino (1326).Bertando di Meyshonesio (1359).Pietro di Grazia (1363).Bernardo di Bosqueto (1363). Rinunciò.Bernardo de Ruthena (1368). Venuta in

Napoli di S. Brigida. Fu deposto da Pp.Urbano VI per aver aderito all'antipapaClemente VII. Tanto quest'arcivescovoche il suo successore ebbero molto a sof-frire per causa delle sedizioni sorte inNapoli in questo tempo. .

Lodovico Bozzuto (1378). L'antipapa Cle-mente vn alla morte del de Ruthenapredecessore del Bozzuto nominò Arcive-scovi di Napoli nel 1380 Tomaso Amma-nato e Guglielmo Guindazzi mai venutoin Napoli.

Nicola Zanasio (1384). Arcivescovo legit-timo, e non già Nicola Pagano creaturadell'antipapa Bendetto Xln dal quale fueletto.

Enrico Minutolo (1399). poscia cardinale.Fece il palagio arcivescovile, la portagrande della cattedrale e varie altre opereche gli han procurata la gratitudine el'ammirazione dei posteri.

Giordano Orsino (1401). Poscia Cardinale.Giovanni IV (1407).Nicola de Diano (1411). Prima Vicario.

Fece fare la sepoltura per gli Eddomadari(lO ottobre 1414) nel mezzo del corocome ora esiste. Alla sua morte (1435)vacò questa sedia arcivescovile per annitre.

Giacopo de Rossi (1415). Non prese pos-sesso.

Gaspare de Diano (1438).Rinaldo Capece Piscicello (1451). Poscia

Cardinale. Morto in Roma: ma il suo ca-davero fu portato e seppellito nella catte-drale di Napoli, un anno dopo della suamorte.

Oliviero Carafa (1458). Poscia Cardinale.Insigneper le molteopereche fece e checontribuirono al decoro e splendore della

144

napolitana chiesa. Mecenate munifico de'letterati, e caldo propagatore de' buonistudi, aprì in Napoli pubbliche scuole.

Alessandro Carafa (1494).Bernardino Carafa (1494).Vincenzo Carafa (1505). Ebbe per compa-

gno il nipote Francesco Carafa.Ranuccio Farnese (1544). Rinunciò.Giovan Pietro Carafa (1549). Poi Papa

Paolo IV; ciò non ostante tenne pure lachiesa napolitana.

Alfonso Carafa (1557). Aveva 17 anniquando fu fatto arcivescovo, e dopo ottoanni si morì: giovine chiaro per la virtùpropria e per lo splendore dei suoi mag-giori.

Mario Carafa (1565).Paolo d'Arezzo (1576). Fu beatificato da

Clemente XIII nel 1764.Annibale di Capua (1578(.Alfonso Gesualdo (1596). Crebbe il numero

delle Parrocchie; e arricchl la cattedraledi vari preziosi arredi.

Ottavia Acquaviva (1605). Fecesi a suotempo la cappella di S. Gennaro o delTesoro (1608) pel voto fatto nella pesti-lenza fin dal 1526.

Decio Carafa (1613). Spese ingenti sommeper abbellire e decorare la cattedrale.Andò di pari passo col celebre FederigoBorromeo arcivescovo di Milano di cuiera amico, per lo zelo nella riforma de'costumi ecclesiastici e nel toglier gliabusi.

Francesco Buoncompagno (1626).Ascanio Filomarino (1641). Celebre nella

nostra storia.Innico Caracciolo (1667). Fece coprire di

stucco bianco i marmi e le colonne dimarmo di granito egizio della cattedrale.

Antonio Pignatelli (1685). Poi Papa Inno-cenzo XII.

Iacopo Cantelmo (1691). Prese a modellodelle sue azioni le virtù eroiche di S.

Carlo Borromeo e seguito felicemente lesue pedate.

Francesco Pignatelli (1703).Giuseppe Spinelli (1735).Antonino Sersale (1754).Serafino Filangieri (1776).Giuseppe Maria Capece Zurlo (1782). Ebbe

acerbamente travagliata la vita agli ultimianni di sua veneranda vecchiezza. E simorì a Montevergine.

Vincenzo Giovanni Monforte (1802).Luigi Ruffo Scilla (1802). Seppe resistere

agli aspri eventi, e alle persecuzioni, néla prepotenza poté rimovere la sua giusti-zia. Apparve veramente grande nella te-nacità de' suoi sani principi.

Filippo Giudice Caracciolo (1833). Fra tantedegne e belle opere fece scovrire le co-lonne di granito egizio' rivestite di stuccodal cardinale arcivescovo Innico Carac-

ciolo; e fondò un ritiro per le donzelle ri-maste orfane pel cholera del 1836-37.

Sisto Riario Sforza a cui Dio conceda felici

e lunghissimi.

Guglielmo Sanfelice.Vincenzo Sarnelli.

Giuseppe Prisco.Michele Zezza.Alessio Ascalesi.Marcello Mimmi.Alfonso Castaldo.Corrado Ursi.Michele Giordano.

G. Bugni, Compendio di Storia Patria, cit., pp. 532-37.

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