46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa ... · Gli ostacoli tuttavia non mancano,...
Transcript of 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa ... · Gli ostacoli tuttavia non mancano,...
SACROFANO.CONVEGNOPROGETTOMISTEROGRANDE
a pagina 9
L’agricoltura attira sem-
pre più giovani. Nel pri-
mo trimestre del 2016 si è registrato
un aumento degli under 35 impiega-
ti nel comparto agricolo. Un salto
del 12% (+15% i lavoratori dipen-
denti) che stacca il +1% dell’occu-
pazione nel suo complesso. Il settore
agricolo, poi, si conferma come
quello con il maggior numero di ore
lavorate, più 5,8%, il triplo della
media dell’intera economia. E per il
futuro i dati sono destinati a crescere
visto il prossimo avvio dei bandi dei
Piani di sviluppo rurale che potreb-
bero impiegare più di 20mila giova-
ni fino al 2020. Una stima conferma-
ta dalla Coldiretti a margine della
firma dell’accordo con Google e con
il ministero del Lavoro per il proget-
to di digitalizzazione attraverso lo
strumento del Fondo di garanzia gio-
vani, per l’avvio di più di 100 «agri-
web advisor» a supporto delle
imprese che vogliono informatizzare
i servizi.
Questo perché, stando al dossier dif-
fuso dalla Coldiretti, solo poco più
della metà delle aziende agricole uti-
lizza internet, un dato che in questi
anni ha accresciuto il “digital divi-
de” tra città e campagna. Nasceran-
no cosi nuove figure che sfrutteranno
le potenzialità del web. “Ci sono già
alcuni esempi – ha spiegato il presi-
dente della Coldiretti, Roberto Mon-
calvo – dal commercio elettronico
alla farm adoption, dalla coltivazio-
ne on line alla carta d’identità degli
alimenti fino al virtual tour in cam-
pagna e al crowdfunding per il finan-
ziamento di idee innovative. I tempi
sono maturi per un salto di qualità”.
Ma quali sono le aziende con a capo
under 35? Secondo la Coldiretti sono
quelle che hanno una superficie
superiore del 54% alla media con un
fatturato più elevato del 75% e il
50% di occupati in più. Gli ostacoli
tuttavia non mancano, come ad
esempio gli oneri contributivi e assi-
curativi che gravano il doppio sulle
aziende italiane rispetto ai cugini
francesi e spagnoli. Proprio in que-
st’ultimi paesi, ha sottolineato anco-
ra Coldiretti - sono previsti tratta-
menti agevolati per il lavoro stagio-
nale, mentre in Italia, dove sono
occupati più di 300mila stagionali
che spesso lavorano anche per meno
di 50 giornate (limite minimo per
accedere agli ammortizzatori socia-
li), non sono previsti sgravi fiscali.
«E le imprese non riescono così a
concorrere ad armi pari sul mercato
con i competitor europei – ha con-
cluso il presidente della Coldiretti».
Altro ostacolo è contrassegnato dalla
burocrazia che impegna fino a 100
giornate di lavoro l’anno. Sempre in
campo agricolo, da segnalare l’avvio
in Sicilia del corso di capo azienda
agricola agroalimentare e forestale
in modalità Fad per i giovani sicilia-
ni. Una qualifica obbligatoria che
per chi intende accedere ai PSR
(Fondi Europei di Sviluppo Regio-
nale) e alle misure gestite da Ismea e
che in caso di insediamento deve
essere acquisita entro alcuni mesi
dopo, pena la revoca delle sovven-
zioni a fondo perduto e del premio di
primo insediamento. La finalità del
corso è di trasmettere adeguate
conoscenze del mondo imprendito-
A PAGINA 3
“LA SCUOLACATTOLICA” VINCEIL PREMIO STREGA
Catania - anno XXXII - n. 27 - 17 luglio 2016 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it
settimanale regionale di attualità
(conv. in L. 27/02/ 2004 no 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa riscossa - ISSN: 1720-0881“Poste Italiane s.p.a.” - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003
“In caso di mancato recapito rinviare al CMP/CPO di Catania, per la restituzione al mittente previo addebito. Il mittente si impegna a pagare la tariffa vigente”
CATANIA 2ªCONFERENZANAZIONALEMOBILITÀSOSTENIBILE
a pagina 12
“Chi è il mio pros-
simo? Chi devo
amare come me
stesso? I miei
parenti, i miei amici, i miei conna-
zionali, quelli della mia stessa
religione?”. Papa Francesco, nel-
l’Angelus della domenica, non cita
casi specifici, ma si limita ad
enunciare la parabola del buon
Samaritano ed il riferimento non
può che essere alle cronache del
mondo: “quel migrante che vole-
vano cacciare via”, quei profughi
che non trovano la dovuta acco-
glienza ed i sostegni necessari per
l’inserimento; quei barboni che
dormono tra i cartoni sotto i porto-
ni dei palazzi e delle chiese; la
gente di colore sfruttata nell’agri-
coltura.
“Non devo catalogare gli altri - ha
detto Papa Francesco - per decide-
re chi è il mio prossimo e chi non
lo è. Dipende da me essere o non
essere il prossimo delle persone
che hanno bisogno del mio aiuto”.
Le parole del Papa risuonano
come un esame di coscienza per
ogni cristiano e l’espressione
evangelica: “Va’ e fai anche tu lo
stesso”, diventa monito,
messaggio, esortazione e
comando perché il cristia-
no diventi “prossimo del
fratello e della sorella in
difficoltà”.
Nell’anno della Miseri-
cordia, la parabola del
“buon samaritano” diven-
ta lezione di vera carità
cristiana e solidarietà umana.
“La fede produce opere buone e non
si limita a guardare da lontano, a
passare oltre, senza fermarsi”. L’e-
spressione pedagogica “Non basta
stare accanto, occorre stare
insieme”, motiva lo stile educativo
della comunità ecclesiale, scolastica
e cittadina, che tende alla ricerca del
bene comune.
Stanno “accanto” le cose, gli ogget-
ti, ma le persone stanno “insieme”,
hanno comuni ideali, ricercano
strategie convergenti, si tengono per
mano e camminano insieme nel sen-
tiero della vita.
Alla fine saremo giudicati sulle ope-
re di misericordia e il Signore potrà
dirci: “Ti ricordi quella volta, sulla
strada da Gerusalemme a Gerico?
Quell’uomo mezzo morto ero io.
Quel migrante che volevano caccia-
re via ero io. Quel nonno abbando-
nato ero io. Quel malato che nessu-
no va a trovare in ospedale ero io”.
La misericordia si alimenta di carità
e la carità fa crescere nel cuore la
dimensione della misericordia,
(segue a pag. 2)
Non basta stare accanto,occorre stare insieme
Papa Francesco, nell’Angelus della domenica, spinge ad andare alla ricerca del prossimo
ALL’ISTRIONELA COMMEDIA“L’ARIA DELCONTINENTE”
a pagina 11
50° di sacerdozioDI PADREARMANDOCICCHELLO
a pagina 7
Un incentivo anche dal digitale
Giuseppe Adernò
Agricoltura, crescono le aziende con a capo gli under 35
(segue a pag. 2)
Filippo Cannizzo
Foto L’Osservatore Romano (www.photo.va) / SIR
Foto Siciliani-Gennari/SIR
Affrontare insie-me il tema della
trasformazione in atto nelmondo della carta stampata edell’informazione in generaleper capire “come nel nostrotempo le nostre Chiese parti-colari siano chiamate a comu-nicare”. È questo, ha spiegatodon Ivan Maffeis, direttore dell’UfficioNazionale per le comunicazioni socia-li, l’obiettivo dell’incontro promosso il7 luglio mattina a Roma dal suddettoUfficio e rivolto all’esecutivo dellaFederazione italiana settimanali catto-lici (Fisc) e a quanti operano nei setti-manali diocesani. Oggi, di fronte allatrasformazione del mondo dell’infor-mazione occorre “la volontà di lavora-re insieme”, ha esordito don Maffeispresentando Marco Bardazzi, chedopo aver lavorato all’Ansa – per lun-ghi anni da New York – e, quindi, a LaStampa come digital editor, da febbraiodirige la comunicazione del GruppoEni. “Camminiamo sulle spalle di unalunga storia, raccontata con i caratteridei nostri giornali – ha aggiunto -. Conle loro pagine sono stati capaci di farsiriconoscere come interlocutori pro-fessionali, affidabili e autorevoli. Gior-nali non da salotto, ma della gente, acui vogliono arrivare, da cui voglionofarsi capire e con cui vogliono mante-nersi in dialogo”. “Giornali scritti conl’inchiostro del mondo e del suo disor-dine”. “Come stare al passo dello svi-luppo tecnologico della comunicazio-ne – l’interrogativo posto dal direttoredell’Ufficio Cei – e mantenere taleautorevolezza anche nel nuovoambiente mediale? Quale ruolo siamochiamati ad assumere nella sfera pub-blica in una stagione di disintermedia-zioni, all’interno di processi di cam-biamento che coinvolgono le stessemodalità del cittadino di sentirsi partedella comunità di riferimento?”.“Crediamo- ha proseguito don Ivan –che il valore di un’informazione liberae seria rimanga la trama principale damettere continuamente a punto e riaf-fermare”. Decisiva, per Maffeis, rima-ne “la qualità del nostro modo di svol-gere la professione nel presente, lacapacità di offrire informazione onestae originale, arricchita da chiavi di let-tura che con lo sguardo dell’esperien-
za cristiana aiutino ad interpretarequello che accade. Tutto questo è deci-sivo e, nel contempo, probabilmentenon basta”. Queste testate sono impe-gnate in un radicale processo di tra-sformazione, “che a volte le rende bar-che di carta spazzate dalle onde dellarete. Cambiano” e “non solo per pro-blemi legati alle Poste, agli introiti pub-blicitari e ai contributi governativi (chepur sono aspetti spinosi della questio-
ne). Cambiano perché sono cambiatele nostre giornate e la società in cuiviviamo” e cambia “una cultura che,nella logica partecipativa, ai caratteridella verticalità, privilegia i tratti dellaorizzontalità e della flessibilità. Cam-biano perché cambiano abitudini edesigenze di lettura della nostra gente”.Per questo all’edizione cartacea sisono affiancate altre piattaforme, “chenon ne sono semplicemente la traspo-sizione in versione digitale” come Fb eTwitter. Un’informazione fatta di“testi essenziali e approfondimentiaccurati, di foto, video, grafici, possi-
bilità di interazione e di condivisione.È un contesto che ci interroga, rispettoal quale vogliamo condividere un per-corso di riflessione e di confronto, cheprovi a mettere in luce la possibilità –l’opportunità – di alcuni passaggi con-creti”.“La nostra attenzione – ha affermatoancora il Direttore dell’Ufficio – va ailettori, sapendo che esistiamo non sol-tanto per loro, ma anche grazie a loro.
Sono i nostri proprietari, coloro che difatto detengono la maggioranza delleazioni delle nostre testate. Cosa siaspettano da noi? Come riuscire aintercettarne di nuovi? Con quale pro-posta raggiungerli?”. Nel contempo,osserva don Maffeis, “il nostro sguar-do abbraccia e coinvolge gli ‘addetti ailavori’ – le nostre redazioni, gli editori,quindi le diocesi, molte delle quali alleprese con difficoltà economiche nonsecondarie –: con quale progetto pos-siamo rilanciare il significato e la forzadi una presenza? Sono soltanto alcunidegli interrogativi che ci portiamo den-tro un po’ tutti”. Di qui l’importanza di“individuare forme e contenuti concui accompagnare questa stagione”.Da don Maffeis l’annuncio di un suc-
cessivo incontro in autunno per “forni-re qualche traccia di risposta, per quan-to aperta e provvisoria, alla questionedi fondo: come nel nostro tempo lenostre Chiese particolari siano chia-mate a comunicare”.Sei “C”. Sono le iniziali delle “parolechiave” affidate da Marco Bardazzi,oggi responsabile comunicazione delGruppo Eni, ai direttori dei giornalidella Federazione italiana settimanalicattolici (Fisc) partecipanti all’incontropromosso a Roma dall’Ufficio comu-nicazioni sociali della Cei.La prima parola è, ovviamente, conte-
nuti. La seconda è condivisione, per-ché, spiega Bardazzi, “l’informazioneda broadcasting sta diventando sha-ring, condivisa. Per questo occorrelasciarsi sfidare da ciò che emerge daquesto tipo di comunicazione”. Quin-di contaminazione: “Il giornalistanon può rimanere slegato da infografi-che e video”. Di qui l’importanza che“giornalisti, videomaker, infograficilavorino insieme”. Creatività, altraparola utilizzata; e poi comunità per-ché “c’è bisogno di sempre maggiorerapporto con la community del vostropubblico. I vostri lettori – l’indicazio-ne dell’esperto – dovete tenerli semprepiù legati a voi perché ci sarà semprepiù bisogno di riferimenti autorevoliper l’informazione. È un passo avantirispetto all’abbonato, è appartenenza,in un mondo social la community saràdecisiva”. Infine conversazione, ossia“entrare in dialogo”.La condivisione, spiega ancora Bar-dazzi, “deve riguardare sempre piùanche voi, dovete fare squadra”.Importante anche il data analytics per-ché “tutto questo mondo si basa su unasempre maggiore gestione dei dati.Per l’idea di community che uno devesviluppare si ha a disposizione unavalanga di dati, la loro analisi è strate-gica per immaginare che tipo di infor-mazione fare (esigenze, abitudini,modalità di consumo dei lettori)”.La crescita inarrestabile dei socialmedia, l’incremento dei video, la ten-denza a usufruire di notizie “scelte” daaltri per i nostri dispositivi mobili.Sono, in estrema sintesi, i trend 2016della comunicazione. I social media,ha spiegato ancora Bardazzi, sono laprincipale fonte di news per i più gio-vani, ma la carta stampata resiste per lefasce di età più avanzata. Per moltiFacebook è addirittura “sinonimo diInternet ed è quello che più sta cam-biando lo scenario, ma YouTube resi-ste” mentre aumenta la diffusione diWhatsapp e di tutta la messaggeriaistantanea con l’invio di video, foto elink. Il 36% degli utenti dei social, pro-segue Bardazzi, gradisce che gli arti-coli che li raggiungono sui devicemobili “siano scelti per loro in base aquanto letto precedentemente, il 30%si affida al giudizio di giornalisti edirettori, il 22% su contenuti usufruitidagli amici”. Di qui l’interrogativoposto dall’esperto: “Dove va il dibatti-to democratico di un Paese se l’infor-mazione sarà sempre più modellatasulla mia nicchia?”. Il 20% delle per-sone impugna lo smartphone appena sisveglia, nell’arco della prima ora il90%, più della metà entro i primi 20minuti. “Questo segnerà sempre piùvita quotidiana. (Fonte UCS CEI eSIR).
guate conoscenze del mondoimprenditoriale agricolo, con parti-colare riferimento alle sue caratteri-stiche di gestione, anche con riferi-mento ai nuovi settori dell’agricol-tura biologica, onde acquisire unapreparazione versatile che faciliteràil loro inserimento all’interno del-l’azienda agricola, favorendo l’am-modernamento nella conduzione
aziendale e la competitività delleaziende stesse. Destinatari dell’in-tervento sono giovani agricoltori,uomini e donne, residenti nel territo-rio dell’Unione Europea, insediati oche intendono insediarsi; imprendi-tori agricoli ed agro-alimentari;lavoratori agricoli, compresi icoadiuvanti familiari. Il corso saràarticolato in 180 ore in modalitàaula formativa fisica o virtuale(FAD) e 20 ore di stage “compatto”
da svolgere in 3 giornate. Qualora siscelga di seguire il corso attraversola piattaforma FAD, liberamente dacasa, tale piattaforma sarà fruibile24 ore su 24, 7 giorni su sette. Resta,tuttavia, l’obbligo fra le 20 – 50 oreformative in aula fisica, compreso lostage aziendale. Per informazionipiù dettagliate si può visitare lapagina www.agricolturafinanzia-menti.com.
®
(continua da pag. 1)
UN INCENTIVO...
Prospettive - 17 luglio 20162
PRIMO PIANOResi noti i risultatidel Rapporto Invalsi 2016 ___3
Indietro nel tempo: rapportoepistolare Luigi Sturzoe Damaso Pio De Bono_____4
Le novità del 25° RapportoImmigrazioneCaritas/Migrantes _________5
Acireale. 20° della “Casa Sollievo San Camillo”______5
INFORMADIOCESINotizie in breve___________6
Scuola per operatoridi pastorale familiare_______6
Notizie Caritas____________6
DIOCESIIl culto di Sant’Agataoggetto di una tesinadi maturità _______________7
Opportunità lavorative______8
4ª Edizione di “Poesiae prosa sotto le stelle” ______9
Il libro di Enzo Randazzo“SICILIA, MY LOVE” _____11
XXV Seminario FISC “Mons.Alfio Inserra” a Noto _____12
sommario al n. 27
Direzione amministrazione
e redazione:
via Etnea, 8 95121 Catania
Redazione e amministrazione:
tel. 095 2500220fax 095 8992039
www.prospettiveonline.it
E-mail: [email protected]
Editrice ARCA s.r.l.via Etnea, 8
95121 CataniaIscritta al Registro degli Operatoridi Comunicazione (ROC) n. 7858
Direttore responsabileGiuseppe Longo
Grafica e impaginazione:Vera Cannavò
Abbonamenti:ordinario Euro 40,00
ridotto (scuole, associazioni,confraternite, etc.) Euro 30,00
versamento su c/c postale n. 12442935intestato a: ARCA s.r.l.
via Etnea, 8 95121 Catania
Pubblicità: a mod. (1 colonna x 41mm). Commerciali Euro 27,11 a mod. Redazionali Euro 1,55 a mm
Annunci immobiliari e R.P.Q. Euro 0,21 a parola (min. 10 parole)
Legali/istituzionali/finanziari Euro 48,80
Manchettes commercialiEuro 81,34 cadauna
Stampa a colori maggiorazione 10%
Iscritto al Registro della Stampa del Tribunaledi Catania al n. 665 del 3.5.1985
La testata percepisce contributi statali direttiex L. 7/8/1990 nr. 250
Stampa: GRAFICHE COSENTINO sasL I T O G R A F I A
Zona Industriale - C.da Balchino S. Maria PoggiarelliCaltagirone (CT) - Telef. 0933 34132 / 0933 27307
Unione Stampa Periodica Italiana
Settimanale associato alla F.I.S.C.(Federazione Italiana Settimanali Cattolici)
Questo numero è stato chiuso
alle ore 13.00 di mercoledì 13 luglio 2016
La notizia un interesse da
“condividere” con i lettori
Don Ivan Maffeis riflette insieme al direttivo della FISC sul futuro dei settimanali diocesani
aprendo a nuovi orizzonti di osserva-zione e di valutazione gli eventi del-la storia.L’attenzione agli ultimi, agli emargi-nati, agli scartati dalla società, alleperiferie esistenziali, e poi ancora,agli ammalati, a quanti vivono nel-l’indigenza, ai carcerati, a coloro chesi sentono soli, a quelli che non han-no lavoro e patiscono ogni tipo dibisogno, a coloro che sono, o sonostati, vittime della tratta, del trafficodi esseri umani e dello sfruttamentodi persone, ai minori vittime di abu-so e ai tanti giovani che soffrono acausa della piaga della droga inter-pella il cristiano di oggi che, uscen-
do dalla Chiesa incontra e vive lacomunità umana.La testimonianza visibile e concretadi Papa Francesco, ha tracciato unsolco che la Chiesa di oggi è chia-mata a seguire, segno di continuitàcon il passato e con il messaggioevangelico, sempre vivo e attualenella vita dell’uomo.Il “racconto semplice e stimolante”,del “buon samaritano” indica uno“stile di vita” ed insegna che “il
baricentro non siamo noi stessi, ma
gli altri, con le loro difficoltà, che
incontriamo sul nostro cammino e
che ci interpellano”. E se gli altrinon ci interpellano, “qualcosa nonfunziona, qualcosa nel cuore nonva”, dice Papa Francesco.
Per avere compassione degli altrioccorre aprire gli occhi, vedere eosservare, fermarsi e agire, risponde-re ad un bisogno, risolvere un pro-blema, un’emergenza; non rimaneredistratti e indifferenti al dolore deglialtri e nell’esercizio della tolleranza,non si mette in pratica una mera sop-portazione, ma un “tollere” prenderein braccio, abbracciare e aiutare con-cretamente.Solo così la Parola del Vangelodiventa incarnata, vissuta, testimo-niata e quindi porterà buoni frutti.“Vedi come si amano” si diceva deiprimi cristiani, e perché ciò non deveavvenire ancora oggi?
®
(continua da pag. 1)
NON BASTA...
Foto Siciliani-Gennari/SIR
Prospettive - 17 luglio 2016 3
La settantesima edizionedel Premio Strega ha
rotto l’incantesimo e per la primavolta non ha avuto luogo il primogiovedì di luglio nel classico Ninfeodi Villa Giulia, bensì di venerdì e nelpiù comodo auditorio di Renzo Pia-no.Il premio Strega, fondato dalla scrit-trice Maria Bellonci nel 1947, vintoda Ennio Flaiano, ha avuto negli annitra i vincitori illustri nomi come:Umberto Eco, Valentino Zeichen,Dacia Maraini, Raffaele La Capria,Claudio Magris e nella settantesimaedizione, con la presidenza del Pre-mio affidata dal 2007 al linguista edex Ministro dell’Istruzione, TullioDe Mauro, il premio è stato assegna-to ad Edoardo Albinati con il pode-roso romanzo dal titolo: “La scuola
cattolica”.
È il libro più lungo (1294 pagine), ilterzo per lunghezza dopo “La storiadella mia vita” di Giacomo Casano-va e “Lo Zibaldone” di GiacomoLeopardi e colloca al centro, comeprotagonista il Collegio “San LeoneMagno” di Roma, diretto dai PadriMaristi, dove ha studiato anche ilPresidente Mattarella.L’autore racconta la vicenda dei suoicompagni di scuola, alcuni dei qualisono stati autori di uno dei più cla-morosi crimini dell’epoca, il delittodel Circeo, ed intreccia nel racconto
la ricostruzione puntuale di pezzi distoria della società italiana. Adole-scenza, sesso, religione, violenza,denaro, amicizie, vendette, e poiancora professori mitici, preti, teppi-sti, ragazze enigmatiche e terroristiescono dalle pagine dell’intricanteromanzo che prende le mosse dalla“scuola cattolica”, “un libro che
mancava alla nostra cultura”.Nell’ultima pagina di copertina l’e-ditore Rizzoli ha scritto “Il problema
della verità è se dirla o non dirla” edil romanzo racconta la verità dei fat-ti accaduti, corredandola di docu-menti e testimonianze, aprendo lafinestra della scuola, raccontandoladall’interno, come viene vissuta dairagazzi. La scelta della scuola cattolica, allo-ra “privata”, ora “paritaria” restasempre a carico dei genitori, i qualiesercitano “a proprie spese” il dirittodella “libertà di scelta dell’educa-
zione dei propri figli”, sancito dallaCostituzione.Scegliere la scuola cattolica era unsegno di distinzione, una garanziache assicurava ai figli un ambientesano, protetto ed un‘educazione cri-stiana.Le prime scuole cattoliche sono sta-te o maschili, come nel romanzo diAlbinati o femminili e l’impegnodichiarato di formare “buoni cristia-
ni e onesti cittadini” costituiva lo
sfondo dell’impianto didattico di“scuola seria, rigorosa, dove si stu-
diava tanto e molto a memoria e
s’imparavano tante cose utili per la
vita”.
L’educazione impartita e appresanella scuola cattolica lascia unsegno, imprime un carattere “indele-bile” e lo stesso Albinati, quasi“autoaccusandosi” dell’educazionericevuta nel collegio diretto dai preti,diventa testimone e portatore, ancor-ché con distaccata critica, ben visibi-le in diversi passaggi nei quali pre-domina la contestazione nei confron-ti di uno stile di vita, di un modo dipensare e di concepire l’educazionee la scuola alla luce della tradizionedegli Ordini religiosi e del carismadei Fondatori.Il volume condensa nei capitoli IX eX della parte prima l’identità dellascuola cattolica, così come apparenei documenti ufficiali della Confe-renza episcopale italiana.Il poderoso volume, edito da Rizzo-li, pesa 1,3Kg, è organizzato in dieciparti, di cui ciascuna assembla daitre ai ventidue capitoli, ora brevi esintetici; ora lunghi e articolati.La scuola cattolica che la borghesiaromana sceglieva per i propri figliaveva il compito di dare certezze econsolidare i valori, secondo “una
visione dell’uomo che è insieme frut-
to di ragione e dono di rivelazione”
proprio per contrastare il pericoloincombente del relativismo, che oraè diventato norma e prassi comune dipensiero e di azione.Oggi vengono meno le regole, i prin-cipi, i valori tradizionali; tutto diven-ta lecito, ed ogni azione indossa l’a-bito del “diritto”.Nella sua identità di scuola, anchequella cattolica merita l’appellativodi “pubblica” in quanto svolge unservizio d’istruzione e di formazionerivolto a tutti i cittadini italiani.La scuola cattolica offre, infatti, ilsuo servizio “sia a giovani e famiglie
che hanno fatto una chiara scelta di
fede, sia a persone che si dichiarano
disponibili nei confronti del messag-
gio evangelico”.
La descrizione della vita scolastica e
l’attesa delle vacanze degli studentidel “San Leone Magno”, collegiodel quartiere Trieste, a Roma, non-ché l’incrocio delle loro biografiecon quella dell’Autore, evidenzianoelementi di positività, infarciti dicommenti critici sullo stile educativoe sui principi e valori che non sem-pre venivano resi comprensibili airagazzi.All’impronta religiosa della scuolacattolica si mescola la zizzania den-sa di spore di marxismo che fomen-tano contrapposizioni ideologiche escelte in contrasto a quanto praticatoper diversi anni.L’enigma dell’amore di Dio rimaneinciso nella formazione dello studen-te di scuola cattolica, anche se a vol-te le scelte risultano “divergenti”.La scuola cattolica di Albinati è ilmondo. Egli nel suo romanzo intrec-cia il vero, il presunto vero, il verosi-mile fittizio o l’inverosimile reale,riporta verbali, interrogatori, intervi-ste e sentenze del delitto del Circeoed il titolo “La scuola cattolica”
riaccende una luce che oggi tende aspegnersi nel panorama storico dellasocietà italiana. La scuola cattolicaoggi soffre ed ogni giorno si spengo-no tante stelle, un tempo luminose egloriose nel panorama educativo.Chiudono anche gli Istituti più famo-si, dove sono stati formati dirigenti eprofessionisti eccellenti, “cadono i
cedri del Libano” e la società diven-ta sempre più povera di luoghi dieducazione. Le conseguenze sivedranno in seguito e la notte saràancora più buia.L’auspicato riconoscimento dellaproposta del “costo standard di
sostenibilità per allievo” comedocumentato da diligenti ricerche ecome si legge nel saggio di AnnaMonia Alfieri, Marco Grumo eMaria Chiara Parola: “Il diritto di
apprendere. Nuove linee d’investi-
mento per un sistema integrato”,potrà ridare vitalità e nuova linfa atutta la scuola statale e non statalenella realizzazione di un efficienteservizio di qualità, in quanto espres-sione di libera scelta dei genitori,veri responsabili dell’educazione deifigli.
GiAd
UNA FORMAZIONE
che diventa stile di vita
“La scuola cattolica” vince il Premio Strega
Un Paese diviso “in trefasce”. Lo ha notato il
ministro dell’Istruzione StefaniaGiannini alla presentazione del rap-porto Invalsi 2016. Nord Centro eSud, infatti, continuano ad avere, perquanto riguarda i risultati scolastici,differenze importanti. “Con un Vene-to con il segno più – sintetizza anco-ra il ministro – una Sardegna maglianera, il Centro che fa il centro, conun Lazio che migliora, e le Marche el’Umbria che silenziosamente otten-gono risultati molto lusinghieri”.Settimana scorsa è stato presentato ilRapporto Invalsi 2016 e come diconsueto è stata l’occasione per rile-vare le disparità esisten-ti nella scuola italiana.Geografiche, anzitutto,con un Nord caratteriz-zato normalmente darisultati eccellenti men-tre Sud e Centro Italiatrovano parecchie diffi-coltà. Non è un datonuovo. Piuttosto, secon-do il Rapporto l’abitualedivario Sud-Nord rispet-to al passato cresce “atutto vantaggio delle
regioni settentrionali”, e cresce lapolarizzazione, nel Meridione, trascuole ottime e scuole pessime: “NelMezzogiorno la variabilità dei risul-tati tra scuole e tra classi – addirittu-ra tra classi diverse dello stesso isti-tuto – è molto elevata anche nel pri-mo ciclo di istruzione con un impat-to preoccupante sull’equità del siste-ma educativo di queste aree del Pae-se”.Anche quest’anno, come noto, leprove Invalsi si sono svolte nelleclassi di tutta Italia, dalle elementarialle superiori, tra l’altro con un boi-cottaggio limitato rispetto al passato(oltre il 95% degli studenti coinvolti
– 2,2 milioni per 12.133 scuola – hafatto i test), segno forse che la cultu-ra della valutazione sta facendo unpasso avanti. Il problema però sta neirisultati, con le forti differenze chepermangono nel Paese, al punto cheil sottosegretario Davide Faraone hacosì commentato: “Chi sostiene chela scuola è tutta uguale dice unasolenne fesseria”.E le differenze geografiche, già sot-tolineate, non sono le sole. Infatti sinotano anche quelle, ad esempio, traitaliani e immigrati o figli di immi-grati: gli studenti di origine stranierasono in numero sempre crescente(mediamente intorno al 10% del
totale, nel Nord-Est siavvicinano ormai al20%), ma sono ancoraindietro nell’apprendi-mento, anche se di secon-da generazione. Ottengo-no risultati “sistematica-mente e significativamen-te più bassi”, specie initaliano, soprattutto alleelementari (oltre 10 pun-ti). Alle medie il divariosi riduce a 8 punti in ita-liano e 5 in matematica,
ma torna a salire alle superiori (finoa 13 punti in italiano) a dimostrazio-ne di una non completa integrazioneformativa. Poi c’è il divario tra stu-denti italiani in base alla loro estra-zione sociale: tra la fascia più bassae quella più alta (calcolate in base agrado di istruzione dei genitori, pre-stigio della loro professione e beniculturali presenti in casa) c’è unadifferenza che va tra i 10 e i 15 pun-ti, sia in italiano che in matematica,sia alle medie che alle superiori.“Il Rapporto Invalsi è una veraminiera di dati, una fotografia delsistema scuola. Questo è infatti l’o-biettivo”, ha ricordato ancora il sot-tosegretario Faraone, con una sortitaa sorpresa sulla possibilità di abolirela prova Invalsi nell’esame di terzamedia, lasciandola nel corso dell’an-no scolastico ma senza valutazioned’esame. Perché – ha detto – “nonvogliamo valutare gli studenti, maavere una fotografia degli istituti”. Epoi? “Dall’analisi bisogna passarealle azioni”, aggiunge Faraone.Quelle per rendere il sistema italianopiù omogeneo e inclusivo.
A.C.
Il tricolore della scuola italiana
Resi noti i risultati del Rapporto Invalsi 2016
Ricordo con nostalgicoaffetto le feste religio-
se, il suono delle campane, la gente egli odori della mia terra, ora chesono in questa landa lontana, confi-nato in questa città, Londra, dovenon sento il dolce suono della mialingua. Fu questa una lettera cheritrovai in un vecchio baule dimenti-cato nella soffitta. L’affrancaturariportava la data 1926, era indirizza-ta a Mons. Damaso Pio De Bono,vescovo di Caltagirone, la firma eradi Luigi Sturzo.Rovistare tra gli oggetti dimenticati econservati in un angolo remoto dellacasa, significa ritrovare parte di sestessi, forse quella obliata e depostanell’inconscio. Quel tardo pomerig-gio decisi di scartabellare nella sof-fitta della mia casa di campagna perreperire vecchi libri impolverati edanneggiati da gore di umidità. Ilibri, cari amici della solitudine,sono sempre lì presenti, non ti giudi-cano e sempre ben disposti a tenerticompagnia quando li vuoi sfogliareper assorbire il loro contenuto.E fu così che tra quelle cataste carta-cee ho rinvenuto una lettera insolitache non pensavo di custodire. L’af-francatura era londinese e datata1926. La grafia minuta e ordinata,leggermente inclinata verso destrarivelava una personalità metodica,ma anche creativa. Quello che hopotuto decifrare, è stata innanzituttola firma. “Luigi Sturzo” e l’intesta-zione “A mons, Damaso Pio De
Bono, vescovo di Caltagirone”. Inquella insolita circostanza ne ebbi lasensazione di sentirne la voce cheriporto così: “In questa fredda terradi Britannia mi manca il suono dellecampane, le feste religiose i clamoridella gente, i loro problemi, gli odo-
ri della mia amata terra di Caltagiro-ne”.Ancora scorrendo quel documentoingiallito dall’alito del tempo, ebbi lasensazione di sentire ancora: “L’esi-lio rende i miei giorni tristi e l’unicoconforto è pensare alla dolce Sicilia,agli anni di fervore quando ero prosindaco a Caltagirone.Ero un giovane prete quando nel1898 venne consacrato vescovo delcalatino Mons. Damaso Pio DeBono. Costui sentì gli influssi del-l’enciclica di Leone XIII la RerumNovarum che in quegli anni facevarumore tuonando il messaggio dicarità e di filantropia nell’ambito deirapporti sociali tra imprenditori eproletari. Era la prima volta che unPapa si occupava con amore dei suoifigli, di quell’umanità minore costi-tuita dalla classe operaia”.Ero meravigliata per il fenomenouditivo che stavo vivendo mentresfogliavo quelle antiche pagine,quando sento un’altra voce: <<Il ter-ritorio sociale nell’ambito del qualesi è espresso il mio operato apostoli-co era complesso: la Sicilia era pas-sata da un regime borbonico a quellodei Savoia con la finta promessa diun riconoscimento unitario anchenella concessione delle terre e dellafine dei soprusi e invece la classeproletaria inaspriva sempre di più acausa delle angherie perpetrate dagliimprenditori che si arricchivano adanno dei lavoratori. Il mio episco-pato si colloca in quegli anni diffici-
li: malcontento, rivolte, organizza-zioni socialiste che mentre procla-mavano un’uguaglianza con l’aboli-zione della proprietà privata, esacer-bavano gli animi invitandoli alla lot-ta di classe. Odi contro odi e doveentra la guerra esce Cristo. Il mionome, sconosciuto a tanti è DamasoPio De Bono>>.Sola, in quella soffitta, stavo parteci-pando a un momento unico e irripe-tibile: quelle parole scritte in queldocumento diventavano voci vereudibili. Provai così a interrogarle,sicura che avrei avuto una risposta amisura della domanda.Monsignore, come ha affrontatoquella delicata missione di LuigiSturzo, pro sindaco di Caltagirone?<<Si era in quegli anni di fronte a unfenomeno a dir poco scandaloso peril retroterra culturale italiano e neldettaglio siciliano che un ministro di
Dio si desse all’attività socio-politi-ca, soprattutto per il divieto espressodal Papa del “Non expedit” secondoil quale ai cattolici era interdetto par-tecipare alla vita politica. Con imetodo della chiarezza e appellan-domi alla forza del messaggio chepromanava dalla “Rerum Novarum”,facendo leva sulla carità evangelicache è missione civilizzatrice, aposto-lato tra le genti, scrissi una lettera aPapa Pio X, ponendo in evidenzacome la missione del sacerdote nonveniva inficiata o contrastava a quel-la di guida amministrativa di una cit-tà. Dobbiamo essere apostoli in ognicontesto della vita e non solo tra lemura di una parrocchia. Parlare chia-ro senza infingimenti e manovrediplomatiche che aprono il campoalle menzogne>>.È vero che don Luigi Sturzo ebbemolti nemici nel suo percorso di fon-dazione del Partito Popolare Italia-no?<<Persino un giornale veneto tentòdi screditarlo a livello morale, maqueste accuse nascevano dall’invidiae dall’ipocrisia. Quando si milita peruna causa giusta, quando si affermail verbo di Cristo nel vivere quotidia-no, il nemico sta sempre in agguato,ma la verità ci rende liberi, il bene èpiù forte del male>>.Cosa direbbe ai sacerdoti e ai vesco-vi di oggi?<<Figlia mia, cosa dovrei dire?Basta leggere il Vangelo, la Parolal’ha detta Lui, Gesù Cristo “Vi man-do come agnelli in un branco dilupi… un profeta non è apprezzato inpatria sua e ancora… Vi mando aevangelizzare nella Galilea”. Questoera il luogo peggiore abitato da mal-fattori, prostitute e delinquenti vari.Noi cristiani abbiamo questa missio-ne da compiere e soprattutto noiministri di Dio dobbiamo essere laguida di un popolo, confortarlo, assi-sterlo, aiutarlo, come fece questofiglio Luigi Sturzo che ha pagato conventidue anni di esilio il suo amoreper gli oppressi. Mia cara ci sonodue categorie di cristiani: quelli del-la domenica e quelli che vivono ilVangelo nelle pratiche di ogni giornoe lo fanno nel silenzio e nel nascon-dimento, lontano dagli applausicorali. Sta a ciascuno di noi deciderea quale categoria appartenere>>.
Stefania Bonifacio
Prospettive - 17 luglio 20164
l’intervista
Il cristiano vive la propria identitànella quotidianità
Indietro nel tempo partecipando al rapporto epistolare Luigi Sturzo e Damaso Pio De Bono
PRIMOPIANO
Sei venuto per rubarmiil lavoro? O per usu-
fruire dei servizi che io pago?Ecco: queste sono le frasi che han-no fatto la fortuna dei promotoridel Brexit e che si sentono dire esloganeggiare in mezza Europa.Gli “stranieri”? Una disgrazia, unapeste biblica, signora mia come sistava meglio prima!Rimaniamo in Italia. Costituisconomeno del 10% della popolazioneresidente (tutte queste stime sonofrutto di uno studio di Confindu-stria e non tengono conto ovvia-mente di chi sta nel nostro Paeseirregolarmente), una percentualeben inferiore a moltissimi altrenazioni europee. Invasione?Mmh…E che fanno tutto il giorno, ‘sti per-digiorno? Lavorano, molto. L’ap-porto dei lavoratori stranieri al pro-dotto interno lordo italiano è sti-mato in 124 miliardi di euro, quasiil 9%. Siamo in linea con la per-centuale della loro presenza nelterritorio, se assommiamo anchequella fetta di lavoro che “sfugge”alle statistiche per le… modalità dipagamento. E che mestieri fanno?
Qui lo studio è tranchant: soprat-tutto quelli che gli italiani nonvogliono fare, perché pesanti, pocoretribuiti, poco gratificanti, molto“flessibili”. Sono posti di lavoro inagricoltura (raccolta, allevamento),nell’industria pesante (concia,lapideo, metalmeccanica…), nel-
l’edilizia e nei servizi (cura dellacasa e della persona, turismo, risto-razione…). Secondo l’Istat, nel2015 le persone in regola in questo
settore erano 886mila. Di queste,ben 673mila sono straniere. Undato che parla da solo.Ora esaminiamo il punto numerodue: io pago, tu usufruisci di sani-tà, istruzione, assistenza, casa…Ebbene, tutti gli studi sottolineanoche la differenza tra quanto pagano
e quanto ricevono è positiva (onegativa per loro): 12 miliardi dieuro. È chiaro che pesano moltosui welfare municipali, quelli più
vicini ai nostri occhi e che quindiscatenano gli slogan di cui sopra.Gli stranieri vivono soprattutto nel-le città, hanno redditi bassi, hannopiù bisogno di sostegni economici.Non vediamo però il loro apportoalla previdenza pubblica, allafiscalità generale, ecc.Altra cosa da sottolineare: il com-binato di crisi economica, burocra-zia complessa e leggi restrittivehanno fatto diminuire le regolariz-zazioni in questi ultimi anni,insomma il loro numero sta calan-do. Crescerà in futuro, le proiezio-ni dicono che tra mezzo secolocostituiranno un quinto della popo-lazione residente in Italia. Ma nonci sarà sovrappopolazione per unsemplice fatto: gli italiani “veri”(noi, popolo mai “contaminato”nella storia da centinaia di migra-zioni di qualsiasi tipo…) sarannosempre di meno perché non fannopiù figli. Abitudine che prendonopresto pure coloro che vengono adabitare qui. Le proiezioni valgonoquello che valgono: chi vivràvedrà.
N.S.
Il lavoro non ha colore
Mons. Damaso Pio
De Bono sentì
gli influssi
dell’enciclica
di Leone XIII,
la Rerum Novarum,
che in quegli anni
faceva rumore
tuonando
il messaggio
di carità
e di filantropia
nell’ambito
dei rapporti sociali
tra imprenditori
e proletari
Gli immigrati danno al nostro Paese più di quanto ricevano in servizi
“Che cosa ti è succes-
so, Europa umani-
stica, paladina dei diritti dell’uomo,
della democrazia e della libertà?
Che cosa ti è successo, Europa terra
di poeti, filosofi, artisti, musicisti,
letterati? Che cosa ti è successo,
Europa madre di popoli e nazioni,
madre di grandi uomini e donne che
hanno saputo difendere e dare la vita
per la dignità dei loro fratelli?”.
Sono questi gli interrogativi posti nel
suo intervento da Papa Francesco, il
6 maggio 2016, dopo aver ritirato il
Premio Internazionale Carlo Magno.
Interrogativi – hanno spiegano il
direttore generale della Fondazione
Migrantes mons. Gian Carlo Perego
e il direttore di Caritas Italiana,
mons. Francesco Soddu durante la
presentazione della 25ª edizione del
“Rapporto Immigrazione” - “duri e
impegnativi che comunicano tutta la
complessità del momento storico che
stiamo vivendo, alla luce anche della
‘nuovissima era delle migrazioni’
caratterizzata da persone che ‘bussa-
no alle porte dell’Europa’ in cerca
non più e non solo di un lavoro, ma
di protezione, perché in fuga da
guerre, da disastri ambientali, da un
mondo e un territorio in cui la vita è
messa a rischio”.
In un quarto di secolo il Rapporto
Immigrazione di Caritas e Migrantes
ha raccolto studi puntuali sul tema
migratorio, partendo dai dati ufficia-
li e affiancando, negli ultimi anni, la
metodologia prettamente statistica a
quella qualitativa, dando spazio alla
voce dei territori diocesani e regio-
nali e mettendo al centro le persone
con i loro volti e le loro storie. Pro-
prio guardando a questi volti e ascol-
tando queste voci, “tra sofferenza e
condivisione, sfruttamento e tutela”,
è stato costruito il XXV Rapporto,
senza dimenticare gli oltre 5 milioni
di persone di cittadinanza non italia-
na che strutturalmente vivono in Ita-
lia, da più o meno anni, mentre si
affronta il recente fenomeno dei
richiedenti asilo e rifugiati, sicura-
mente cresciuto a livello numerico in
questo momento e con maggiore
urgenza di risoluzione in un quadro
di mobilità europea e nazionale.
Quanto ai numeri la popolazione
straniera residente è aumentata appe-
na del 1,9%. Non c’è stata nessuna
‘invasione’ in seguito all’ondata di
sbarchi dell’anno scorso perché i
migranti giunti via mare hanno
lasciato l’Italia mentre soltanto un’e-
sigua percentuale ha chiesto asilo.
Numeri alla mano, dunque, al 1°
gennaio 2015 risiedevano in Italia
5.014.437 individui di cittadinanza
straniera (l’8,2% della popolazione
italiana), di cui 2.641.641 donne
(52,7%). Confrontandoli con quelli
del 2014, la popolazione straniera è
aumentata soltanto di 92.352 unità
(+1,9%). In maggioranza provengo-
no da Marocco (13,2%), con l’Alba-
nia che si attesta come la seconda
nazionalità più numerosa (12,7%), a
ruota, poi seguita dalla Cina (8,5%) e
dall’Ucraina (6%). Complessiva-
mente, però, la quota maggiore
riguarda i Paesi dell’Europa centro-
orientale, seguiti da quelli asiatici.
Ma chi arriva in Italia lo fa prevalen-
temente per lavoro o per motivi di
famiglia. In ambito lavorativo negli
ultimi sei anni sono aumentati i lavo-
ratori stranieri con una occupazione
stabile. Gli uomini trovano lavoro
nel settore dei servizi collettivi e per-
sonali (alberghi, ristoranti, bar e
imprese di costruzioni) mentre le
donne lo trovano in quello che viene
chiamato il settore delle tre “C”: car-
ing, cleaning e catering (cura, puli-
zia e ristorazione). Cambiano però i
salari rispetto agli italiani: inferiori
ai 2/3 del salario medio calcolato su
base oraria. Lavoratori stranieri che
si possono definire poveri e che rap-
presentano il 41,7% del totale degli
occupati stranieri, percentuale che si
abbassa al 14,9% in riferimento ad
italiani. Anche la scuola italiana ha
beneficiato della presenza di alunni
stranieri, per una scuola sempre più
multietnica. In riferimento all’anno
scolastico 2014/2015 sono 814.187
gli alunni stranieri, il 9,2% del totale
(+1,4% in un anno) e oltre 445 mila
sono nati in Italia. In maggioranza
nel Nord, con presenze molto alte in
Emilia Romagna (15,5%), Lombar-
dia (14,3%) e Umbria (14,2%).
Significativo, infine, lo slogan che
quest’anno ha accompagnato la pre-
sentazione del 25° Rapporto, ovvero
“La cultura dell’incontro” scelto - si
legge nella presentazione del Rap-
porto - “in una prospettiva che guar-
da lontano oltre la interculturalità –
termine di cui oggi si è fatto più abu-
so che uso – e oltre il più recente ter-
mine di transculturalità, nella certez-
za che solo ponendo al centro della
riflessione l’uomo, non come indivi-
duo singolo, ma in dialogo con l’al-
tro, sia possibile creare la società
civile del domani, quella che è in
grado di ‘integrare, dialogare e gene-
rare”.
Maxwell
Si arresta l’onda lungadei flussi migratori
Le novità del 25° Rapporto Immigrazione Caritas/Migrantes
Prospettive - 17 luglio 2016 5
PRIMOPIANO
5555
Stando ai numeri,
la popolazione
straniera residente
è aumentata appena
del 1,9%. Nonostante
l’ondata di sbarchi
dell’anno scorso,
i migranti giunti via
mare hanno lasciato
l’Italia mentre soltanto
un’esigua percentuale
ha chiesto asilo
Nel centro storico di
Acireale, a pochi pas-
si da piazza Duomo, da vent’anni
esiste una struttura che si occupa
di offrire sostegno materiale e spi-
rituale ai più bisognosi: è il centro
di accoglienza “Casa sollievo San
Camillo”, inaugurato il 13 luglio del
1996.
Gestito dai religiosi Camilliani con il
contributo delle suore Ministre degli
Infermi di San Camillo e della Fami-
glia camilliana laica, il centro nac-
que da un’esigenza del territorio ace-
se, ricco di istituti religiosi, ma privo
di un luogo che potesse garantire un
pasto caldo, la possibilità di fare una
doccia e di avere biancheria pulita.
Ecco quindi che, dove prima esisteva
una casa di riposo per anziani, si
costituì uno spazio di accoglienza
che ancora oggi si mantiene grazie
alla carità dei benefattori e al con-
tributo annuale dell’8 per 1000
alla Chiesa cattolica. Pienamente
inserita nella pastorale caritativa del-
la comunità diocesana, la “Casa sol-
lievo San Camillo” si occupa anche
di fornire il “pacco spesa” ad una
cinquantina di famiglie bisognose, e
offre un centro di ascolto dove le
persone possono esprimere i loro
problemi, sia di tipo personale che
economico e lavorativo.
“Il mio ringraziamento principale e
per nulla scontato – spiega il diret-
tore del centro di accoglienza,
padre Alfredo Tortorella – va ai
benefattori piccoli e grandi, credenti
e non credenti, che
negli anni si sono fatti
strumento della Prov-
videnza, oltre che agli
insostituibili volonta-
ri, capaci di lenire con
il loro servizio e i loro
sorrisi la solitudine di
chi bussa alla nostra
porta in cerca di aiuto.
Centinaia di volontari
sono passati da qui dal
1996 ad oggi, assi-
stendo quotidiana-
mente circa 50 perso-
ne”.
“Lo scopo di questo
centro – aggiunge fra-
tel Carlo Mangione, primo diretto-
re della ´Casa sollievo - è acco-
gliere ´gli ultimi´, che per un moti-
vo o per un altro sono allontanati
dalla società; non solo, come qual-
cuno potrebbe pensare, gli extraco-
munitari, ma anche molti acesi e abi-
tanti delle zone limitrofe. Mi piace
paragonare il nostro centro di acco-
glienza ad una scuola, in cui si sente
la fatica dello studio, ripagata, però,
dalla ricchezza del risultato. Del
resto, mentre diventiamo canali di
misericordia per gli altri, lavoriamo
su noi stessi e impariamo a mettere
da parte l’orgoglio”.
Nel suo messaggio per il ventennale,
così scrive il vescovo di Acireale
monsignor Antonino Raspanti: “Il
ventennale della ‘Casa sollievo San
Camillo’ coincide con il Giubileo
straordinario della Misericordia.
Questo permette alla nostra comuni-
tà ecclesiale di ringraziare il Signore
per una presenza storica di carità che
ha visto tanti acesi vivere non solo le
opere di misericordia corporali, ma
anche quelle spirituali. Infatti,
accanto al pane dato all’affamato
e al vestito dato all’ignudo, i volon-
tari abituali e quelli occasionali
hanno intuito la necessità di tra-
smettere un ‘pane spirituale’:
‘povero’ è chi vuole essere ascoltato
nei suoi dubbi o nello sconforto;
‘bisognoso’ è altresì chi vuole rice-
vere istruzione e fede”.
I festeggiamenti per l’anniversario
della “Casa sollievo San Camillo”
di Acireale si inseriscono in quelli
che nel mese di luglio sono tradi-
zionalmente dedicati a San Camil-
lo de Lellis, fondatore dell’ordine
religioso dei Camilliani e patrono
degli ospedali, degli operatori sanita-
ri e dei luoghi di cura.
In particolare, mercoledì 13 luglio
alle ore 11:30 si è tenuta una con-
ferenza stampa per il ventennale
nella sede del centro di accoglienza
(VIA MONSIGNOR GENUARDI,
42), mentre alle ore 19:00, nella
chiesa di San Camillo, è stata cele-
brata una santa Messa di ringrazia-
mento da monsignor
Giuseppe Malandri-
no (che vent’anni fa,
da vescovo di Acirea-
le, inaugurò la struttu-
ra), seguita da una
fiaccolata in piazza
Duomo. In serata,
sempre in piazza Duo-
mo, grande festa con
uno spettacolo musi-
cale dei canterini etnei
offerto dall’ammini-
strazione comunale.
Altri appuntamenti
religiosi e di condivi-
sione spirituale sono
previsti fino al 21
luglio, con singole giornate dedicate
ad alcuni temi cardine del mondo
camilliano: la testimonianza, gli
anziani, le famiglie, il creato, il pane
e la memoria.
Graziella Nicolosi
L’attenzione agli ULTIMI
Acireale. 20° anniversario del centro di accoglienza “Casa sollievo San Camillo”
Foto AFP/SIR
Sono stati i benefattori
piccoli e grandi,
credenti e non
credenti, negli anni
a farsi strumento
della Provvidenza,
oltre che gli
insostituibili volontari,
capaci di lenire
con il loro servizio
e i loro sorrisi
la solitudine
di chi bussa alla porta
del Centro in cerca
di aiuto
Lunedì 18
• Lavoro interno per la Visita
pastorale.
Martedì 19
• Lavoro interno per la Visita
pastorale.
Mercoledì 20
• Ore 17.00 Catania: inaugura una
nuova filiale Unicredit in via S.
Euplio.
Giovedì 21-Domenica 24
• Fuori sede.
Dall’Agenda dell’Arcivescovo
Notizie in breve dal 18 al 24 luglio
Prospettive - 17 luglio 20166
Carissimi tutti,
vi comunichiamo che lo Stu-
dio Teologico S. Paolo in col-
laborazione con le Diocesi
della Sicilia Orientale (Cata-
nia, Siracusa, Acireale, Calta-
girone, Nicosia e Noto), dopo
la prima esperienza abbastan-
za positiva e molto corrisposta
dello scorso anno, anche per
l’anno accademico 2016-17
ripropone una Scuola di for-
mazione per operatori di
pastorale familiare 1° anno.
Alla luce della nuova esorta-
zione apostolica postsinodale
di Papa Francesco, Amorislaetitia, in un momento stori-
co, in cui si sottolineano spes-
so le fragilità della famiglia,
urge far emergere le ricchezze
e le potenzialità che questo
bene fondamentale per eccel-
lenza dell’umanità conserva
connaturate in sé. Per rag-
giungere tale obiettivo diventa
necessaria una formazione
qualificata, approfondita e compe-
tente rivolta a tutti coloro che sono
già impegnati nella pastorale della
famiglia e a quanti desiderano inizia-
re questo prezioso servizio a favore
della famiglia e della comunità
ecclesiale. Per ogni chiarificazione
la segreteria del S. Paolo è a vostra
disposizione.
Don Salvatore Bucolo, Rosetta e
Giorgio Amantia
Direttori dell’Ufficio Diocesano perla Pastorale della Famiglia
Iscrizione:
- Compilare il modulo predisposto
dalla Se-greteria dello Studio Teolo-
gico S. Paolo scaricabile accedendo
al sito www.studiosanpaolo.it;
- pagare la quota di iscrizione effet-
tuando il versamento di 60,00 su
c.c.p. 12874954 oppure IBAN: IT 59
Q 03019 26201 000000300987, inte-
stato a Studio Teologico S. Paolo,
causale “iscrizione I anno scuola di
formazione pastorale familiare”;
- consegnare il modulo di iscrizione
e la ricevuta di versamento presso la
Segreteria del-lo Studio Teologico S.
Paolo, Viale O. da Pordenone 24, il
Martedì e il Giovedì dalle ore 9.00
alle 11.30 oppure inviandolo online
all’indirizzo di posta elettronica
allegare una lettera di presentazione
da parte del proprio referente eccle-
siastico;
- le iscrizioni saranno chiuse il 2 set-
tembre al raggiungimento di cento
iscritti; il corso si terrà se si raggiun-
gerà il numero di 50 par-tecipanti.
CALENDARIO
25 Settembre 2016 L’odierno conte-
sto culturale (Prof. Antonio Cri-
maldi, docente Studio Teologico S.
Paolo)
23 Ottobre 2016 Il matrimonio tra
teo-logia e antropologia (Prof. Pie-
tro Scardilli, docente Studio Teolo-
gico Accademico di Trento)
20 Novembre 2016 La rivelazione
cri-stiana sull’amore umano (Don
Carmelo Raspa, docente Studio
Teologico S. Paolo)
15 Gennaio 2017 L’amore diventa
fe-condo (Don Antonino Sapuppo,
docente Studio Teologico S. Paolo)
12 Febbraio 2017 Chiesa e famiglia
(Prof. Maurizio Aliotta, docente
Studio teologico S. Paolo)
19 Marzo 2017 Vocazione missione
degli sposi (Don Vittorio Rocca,
docente Studio Teologico S. Paolo)
2 Aprile 2017 Educazione all’amo-
re (Don Giuseppe Buccellato,
docente Studio Teologico S. Paolo)
Il percorso formativo è strutturato in
sette domeniche (da Settembre a
Novembre 2016 e da Gennaio a apri-
le 2017). La mattina (dalle 9.30 alle
12.30) si articola in due momenti:
lezioni condotte da docenti dello
Studio Teologico San Paolo e da
esperti in materie specifiche e grup-
pi di lavoro sui contenuti delle lezio-
ni. Dopo seguiranno la celebrazione
eucaristica e la pausa per il pranzo a
sacco. Nel pomeriggio (dalle 15,30
alle 17) ritorno in assemblea per gli
appro-fondimenti con i relatori.
®
Il 23 giugno c.a. una classe del Liceo
Statale “G. Lombardo Radice” ha
incontrato gli assistiti della Caritas
diocesana di Catania. L’iniziativa è
stata promossa dal Dipartimento di
Scienze Politiche e Sociali dell’Uni-
versità di Catania in seno al progetto
Alternanza Scuola-Lavoro previsto
dalla Legge 107/2015. Per questa ini-
ziativa, referente del Dipartimento di
Scienze Politiche e Sociali è stata la
Prof.ssa Teresa Consoli e, per l’Isti-
tuto “Lombardo Radice”, la Prof.ssa
Anna Lombardo.
Sarah, una delle alunne del Liceo
“Lombardo Radice” ha detto: Abbia-mo potuto toccare con mano unarealtà che avevamo conosciuto soloda lontano, attraverso i mass mediao per sentito dire. Abbiamo vissutouna bellissima esperienza formativache ci ha permesso di crescere uma-namente: tutti erano socievoli, e saràdifficile, oramai, per noi, fare icapricci a tavola! Ci è piaciuto cosìtanto stare insieme a loro che alcunidi noi hanno deciso di svolgere infuturo l’attività di volontariato all’-Help center.Ha spiegato la Dott.ssa Valentina
Calì, assistente sociale della Caritas:
Gli utenti dell’Help Center sono abi-
tuati a provare lo stato d’animo chedi solito accompagna la loro quoti-diana richiesta di assistenza e questavolta da noi hanno potuto provare edesprimere finalmente sentimentidiversi: qualcuno di loro, infatti, ini-zialmente si è sentito “fuori luogo”ed è stato bello vedere come sia sta-to prontamente rassicurato dairagazzi; qualcun altro invece ha con-fessato immediatamente di provareun senso di felicità per quello stare“insieme”.Hanno detto le ragazze del Servizio
Civile che hanno partecipato all’in-
contro: È stato un bel momento dicondivisione perché ci ha permessodi conoscere meglio l’utenza, e divivere, attraverso il gioco, il piaceredi stare insieme. Abbiamo vissutotutti una maggiore apertura, perché èimportante non fermarsi a risponde-re meramente alla domanda legata albisogno, ma imparare a interessarsianche al valore delle persone.Don Piero Galvano, Direttore della
Caritas Diocesana di Catania, ha
ribadito che l’Help Center deve esse-
re non solo un centro diurno di “pri-
mo soccorso sociale”, ma anche un
luogo culturale e religioso.
®
La solidarietà una
scommessa di vita
Alunni del Liceo Statale “G. Lombardo Radice”alla Caritas
Scuola di formazioneper operatori di pastorale
6
Ufficio Diocesano per la Pastorale della Famiglia
familiare
Ufficio Liturgico Diocesano
Come è noto, la Congregazione per
il Culto Divino e la Disciplina dei
Sacramenti con decreto del 3 giu-
gno 2016, su indicazione del Santo
Padre, ha elevato la memoria di
Santa Maria Maddalena (22 luglio)
a festa.
Nel sito web della Diocesi di Cata-
nia è possibile trovare la traduzione
approvata per la lingua italiana del
nuovo prefazio della festa e le
modifiche da inserire nella Liturgiadelle Ore.
Per opportuna conoscenza è possi-
bile trovare anche due testi di S. E.
mons.
Arthur Roche, Segretario della
medesima Congregazione a com-
mento della festa e del nuovo pre-
fazio.
Colgo l’occasione per porgere cor-
diali saluti.
Don Giovambattista Zappalà
DirettoreUfficio Liturgico
Diocesano
Ai Reverendi Sacerdotie Superiori Istituti di Vita Consacrata
Prospettive - 17 luglio 2016 77
La sera di domenica 10luglio, centinaia di parroc-
chiani e di fedeli provenienti da altre par-ti della città, nonostante il caldo estivo,hanno gremito la chiesa parrocchiale“Santa Maria della Guardia” in Ognina,parata a festa, per partecipare alla solen-ne s. messa giubilare di ringraziamento edi lode al Signore, presieduta dall’ama-tissimo parroco fra’ Armando Cicchello,nella fausta e gioiosa ricorrenza del 50°anniversario di ordinazione sacerdotale econcelebrata da decine di confratellisacerdoti di diverse fraternità francesca-ne della Provincia di Sicilia “SantissimoNome di Gesù” dell’Ordine dei FratiMinori e da presbiteri delle parrocchie delV vicariato foraneo cittadino. Tra i con-celebranti il confratello e vice parrocopadre Girolamo Billone che proprio quelgiorno compiva 51 anni di sacerdozio. Laconcelebrazione eucaristica della XVdomenica del tempo ordinario/C, è stataanimata dai canti eseguiti dalla Coraleparrocchiale diretta dal sac. fra’ MassimoCorallo.Ha impreziosito la fausta ricorrenza lagradita presenza dell’ArcivescovoMons. Salvatore Gristina che all’iniziodella liturgia eucaristica ha rivolto alcarissimo padre Armando e ai figli di SanFrancesco presenti (anche di altri Ordinireligiosi come i Cappuccini del SacroCuore di Gesù di via Plebiscito) paterne
espressioni di augurio e digratitudine per il preziosolavoro pastorale svolto indiocesi, scusandosi di nonpoter presiedere, comeaveva promesso, la s. mes-sa per essere vicino con lacelebrazione dell’Eucare-stia a un sacerdote secola-re ammalato -mons. LuigiChiovetta- nel giorno delcompimento di 56 anni diordinazione sacerdotale.L’Arcivescovo, nel ricor-dare la visita pastorale ivifelicemente compiuta, ha assicurato lasua presenza spirituale in unione di pre-ghiera, esprimendo parole di benevolen-za verso il popolo di Dio radunato attor-no all’altare del Signore nella lieta ricor-renza giubilare del proprio parroco.Anche il ministro provinciale fra’ Alber-to Marangolo, venuto appositamentedalla Casa provincializia di Palermo, haevidenziato i preziosi carismi pastorali efrancescani espressi con equilibrio, sag-gezza e prudenza dall’affabile paternitàspirituale del caro confratello nel sacer-dozio, fra’ Armando, di cui da chierico èstato allievo.Particolarmente gradita a padre Arman-do e a tutti è stata anche la presenza dinumerosi parenti provenienti da Regal-buto nella cui cittadina natale il 9 luglio
1966 padre Armando, al secolo Giusep-pe e all’età di 27 anni, è stato ordinato pre-sbitero per l’imposizione delle mani delvescovo di Nicosia, mons. CostantinoTrapani, indimenticato e carismaticoparroco di S. M. della Guardia dal 1947 al1960. Tra i presenti alla celebrazione giu-bilare l’avv. Raffaele Stancanelli, giàsindaco di Catania e originario di Regal-buto, e il gr.uff. Luigi Maina, cerimonie-re del Comune.È stato padre Claudio Cicchello, al seco-lo Vito, suo fratello di nascita e di reli-gione che attualmente riveste il compitodi guardiano del convento e di vicarioforaneo, a tenere l’omelia imperniata sul-la liturgia della Parola (dal libro del Deu-teronomio 30,10-14; salmo 18/19,8-11;dalla lettera di san Paolo apostolo ai
Colossesi 1, 15-20; dal Van-gelo secondo Luca 10,25-37, il celebre passo dellaparabola del buon Samarita-no) e sul contenuto dell’arti-stica immaginetta-ricordo,riportante la celebre “bene-dizione” del Serafico PadreFrancesco e un originale eprofondo pensiero scrittocon la mente e col cuore disacerdote frate minore, conchiari riferimenti autobio-grafici, da padre Armandoispirato dal Signore: “Fin
dal seno materno ti ho pensato, sin dabambino ti ho eletto, fin da giovane hoavuto cura di te. Ti ho voluto figlio diFrancesco d’Assisi, ti ho consacrato Pre-sbitero della mia Chiesa, ti ho protetto datanti pericoli. Tu mi appartieni per sem-pre!”.Padre Claudio, visibilmente commosso,ha magistralmente ripercorso le vicendebiografiche -segnate dal dolore, dalle pro-ve, dalle difficoltà familiari soprattuttodall’Amore del Signore mai venutomeno- di padre Armando, come lui orfa-no del papà dal 5 giugno 1941 e dellatenerissima mamma dal 5 giugno 1951 eda bambino bisognevole, come il fratel-lo più piccolo, di essere accudito, soste-nuto, confortato in paese dai carissimifamiliari -la nonna materna, i numerosi
zii e cugini nominati uno per uno con tan-ta riconoscenza ed affetto- e da ragazzinovisto con trepidazione crescere e matu-rare in fretta in Collegio.Pippo e Vito venivano seguiti sempre conpremurosa attenzione dove la Provvi-denza man mano li destinava trovandotanti papà, tante mamme, tante sorelle,tanti fratelli, tanta bontà, tanta carità, tan-to amore che li ha condotti alla profes-sione religiosa nella regola di San Fran-cesco e al sacerdozio. Fra’ Claudio haricordato le varie tappe della vita di con-sacrato e di sacerdote del fratello Arman-do ovunque benvoluto ed apprezzatoper la fede e la carità e per le non comunidoti di superiore prudente, lungimirante,saggio: ad Ispica, Biancavilla, Messina,come padre maestro e rettore dei fratini,guardiano, maestro dei chierici, cappel-lano delle Clarisse, rettore del santuariomessinese Nostra Signora di Lourdes conl’annesso convento Santa Maria degliAngeli, parroco, guardiano, definitore evicario provinciale.Vent’anni, infine, trascorsi come parroco“restauratore” a 360 gradi a Catania chetanto ha fatto per il decoro, la bellezza,l’accoglienza degli edifici del convento edella chiesa e soprattutto per il buonandamento dell’attività pastorale in par-rocchia a servizio di tutti e docile alledirettive diocesane dell’ArcivescovoMons. Gristina. Nei momenti di perico-lo e di grande fragilità, a causa di malat-tie bisognevoli di continue cure medichepadre Armando è stato sostento dalla pro-tezione misericordiosa del Signore e dal-l’affetto dei suoi confratelli e parroc-chiani.Padre Armando, a conclusione dellasolenne concelebrazione, molto emo-zionato ha ringraziato per il grande affet-to dimostrato nei suoi confronti da tutti ipresenti, comprese spiritualmente lesorelle clarisse in preghiera nei loromonasteri. I parrocchiani, i confratelli e gli amicisuccessivamente hanno festeggiato inletizia francescana il proprio dilettopastore nell’arioso cortile parrocchialecon un momento di fraternità scanditodalla proiezione di un inedito ed apprez-zato filmato sulla vita e le opere del reli-gioso giubilato.
Antonino Blandini
Al servizio della Chiesa con decoro
50° anniversario di ordinazione sacerdotale di Padre Armando Cicchello
Presso l’Associazione“Talità Kum E Stra-
daLudobus” di Librino, opera-segno della Caritas Diocesana diCatania, che opera in viale Monca-da, di fronte l’ex “Palazzo diCemento” come Centro educativodi aggregazione e di servizio per iminori del megaquartiere dell’e-strema periferia sud della città,sono disponibili 7 posti per il pro-getto che il Servizio Civile, riser-vato ai giovani dai 18 ai 29 anni,può svolgere.Il Servizio Civile dura un anno(inizierà verso il mese di ottobre):i giovani scelti vivranno il servizio
con i bambini e i ragazzi dai 6 ai18 anni, svolgeranno attività dianimazione, sostegno scolastico,laboratori creativi, sportivi e musi-cali, grest estivo e animazione distrada con lo straludobus.Il Servizio, inoltre, prevedemomenti formativi settimanali nelCentro e durante l’anno con tutti iragazzi in servizio civile con i pro-getti dei Salesiani. Ai volontarispetta un compenso di euro 433,80netti mensili. Contattare il centroper un colloquio conoscitivo e peravere tutte le informazioni: tel.338.7346580.
®
Servizio civile al CentroTalità Kum di Librino
Luigi Ingrasciotta, unostudente catanese di 21
anni fin da piccolo molto devoto dellaSanta Patrona di Catania, durante laprova orale degli esami di maturità pro-fessionale come operatore turistico,presso la sede centrale di Monte Po del-l’Istituto Professionale di Stato per iServizi enogastronomici e dell’Ospi-talità alberghiera “Karol Wojtyla”, hapresentato ed illustrato alla commis-sione esaminatrice una corposa edocumentata tesina, arricchita da mol-te immagini a colori, riguardanti ilmartirio e il culto di Sant’Agata nonché
la devozione, l’arte, il folklore e la festadella veneratissima protomartire con-cittadina.Il giovane maturando, da anni impe-gnato nella parrocchia “San Berillovescovo in Santa Maria degli Amma-lati” di piazza Bovio, per la prova dilingua straniera ha, inoltre, descritto inlingua inglese alcuni dei preziosi piùnoti e più pregiati -quali la corona diRiccardo Cuor di Leone re d’Inghilter-ra, la croce di cavaliere della Legiond’Onore di Vincenzo Bellini, la crocepettorale del cardinale arcivescovoGiuseppe Francica Nava, l’anello di
zaffiri della regina Margherita diSavoia, ecc.- visibili nei giorni dellafesta di febbraio e di agosto, riuscendoanche in altre materie a fare dei riferi-
menti agatini così come per la scienzae la cultura dell’alimentazione che gliha dato l’occasione di parlare dei tipi-ci dolci delle tradizionali festività aga-tine.La commissione, presieduta dallaprof.ssa Lorena Salerno, ha seguitocon interesse e curiosità l’esposizionedel giovane davanti ad una piccola efedele copia dell’artistico semibustoreliquiario di Sant’Agata, messo gen-tilmente a disposizione dal titolare delnegozio di articoli religiosi e di artesacra “Giuseppe La Rosa” ed eccezio-nalmente ha voluto ricordare con unafoto questo momento così significativo.
Blanc
IL CULTO DI SANT’AGATA oggetto di una tesina
A9 secoli dalla sua edifica-zione, la Cattedrale si
apre anche alle visite virtuali grazie aquesto percorso immersivo. Come silegge e si ascolta in uno dei testi intro-duttivi, “In questa casa più volte rinatadalle sue stesse rovine, i fedeli possonosempre riconoscere nel segno della cat-tedra del vescovo la presenza di Cristobuon pastore e, mentre celebrano i divi-ni misteri, pregustare un tempo oltrequello presente quando egli sarà tutto intutti”. La visita consente di esplorarel’intera basilica a 360° e accedere a 12punti di interesse: dalla Porta, invitoall’incontro, al Sacello di sant’Agata,anch’esso aperto virtualmente a tutti i
navigatori, fino alla sagrestia, che espo-ne un affresco raffigurante l’eruzionedell’Etna del 1669. I punti di interessesaranno presto fruibili anche attraversopercorsi di visita tematici, in grado difacilitare la lettura catechetica e liturgi-ca del Duomo. È frutto della collabora-zione dell’Arcidiocesi metropolitanacon IBAM (Istituto per i Beni Archeo-logici Monumentali) del CNR (Consi-glio Nazionale delle Ricerche). Il pro-getto è uno dei progetti-pilota promos-si dall’Ufficio Nazionale per i beni Cul-turali della Conferenza Episcopale Ita-liana.
LA CATTEDRALE si apreanche alle visite virtuali
Nella foto il Sacello di S. Agata
di maturità professionale
Il catanese Alessio Stranoe il messinese Giuseppe
Argurio tre anni fa hanno ideato,dopo una lunga progettazione, ilmarchio denominato “Isola Bella”per la produzione di articoli preziosie rari, soprattutto unici, che richia-mano gli elementi fondanti dellamillenaria cultura delle isole sicilia-ne in un momento di grande crisi e digravi difficoltà, in un contesto stori-co come quello attuale non certofavorevole a progettare scommetten-dosi e rischiando per il futuro.Il loro certosino e scrupoloso lavorodi fedele riproduzione, anche se inscala ridotta, del celebre e preziosis-simo reliquiario antropomorfo asemibusto processionale di Sant’A-gata vergine e protomartire catanese,opera trecentesca dell’orafo senese aservizio della corte papale avignone-se, Giovanni Di Bartolo, è stato posi-tivamente selezionato dagli esperticuratori della mostra allestita al Bri-tish Museum, uno dei più prestigiosi
musei del mondo.Quattromila anni di storia siciliana,dai Greci ai Romani, dai Bizantiniagli Arabi, dai Normanni agli Svevi,dagli Angioini agli Aragonesi, dagliSpagnoli ai Borbone sino ai nostrigiorni sono esposti al celebre Museonazionale londinese sino al 14 ago-sto: tra tante meraviglie si trovano inbella vista i gioielli della nostra “Iso-la Bella”, grazie ad una lodevole ini-ziativa in sinergia fra il Museo Bri-tannico e l’Assessorato regionale peri Beni culturali e l’identità siciliana,alla quale hanno potuto parteciparedue imprenditori siculo-orientaliStrano e Argurio.Il catanese, che lavora da 30 nel mer-cato esclusivo dei gioielli, è uneccellente ideatore di una linea digioielli che ripropone i dati caratteri-stici, naturalistici, artistici, socialidella profonda ed autentica realtàstorico-antropologica della Sicilia:dai fichi d’India al carretto, dallecarte da gioco all’arte sacra che
trionfa e sbalordisce col bustoreliquiario agatino. Tali “tesoririprodotti” sono giunti nellesale espositive dell’insigneMuseo del Regno Unito graziead una cernita-scelta moltoselettiva effettuata attraversouna mirata ricerca telematicache ha individuato il lavoroartistico dei due imprenditorisiciliani che dànno lavoro aduna ventina di dipendenti mol-to qualificati.L’esposizione siculo-londineseè dedicata alla “collezione San-t’Agata” come espressamente èstato chiesto dalla direzionemuseale in virtù del grandesignificato storico, agiograficoe simbolico della tradizionereligioso-devozionale di matri-ce cristiana della nostra Isola,storicamente sempre al centrodelle attenzioni non solo cultu-rali ma anche politico-econo-miche degli Inglesi.
Ricordiamo, a mo’ di esempio, l’in-sistente e “sospetta” attenzione delleautorità militari inglesi nella Cataniaappena liberata nell’agosto del 1943nei confronti del tesoro di Sant’Aga-ta e in particolare del busto reliquia-rio che, secondo la tradizione, sareb-be stato incoronato personalmente aCatania addirittura da Riccardo Cuordi Leone, re d’Inghilterra, nel 1190-1191, durante la sua permanenza inSicilia in procinto di raggiungere laTerra Santa per partecipare alla IIICrociata.A giudizio unanime e dopo un’atten-ta valutazione, il pezzo più significa-tivo esposto a Londra è la piccola,precisa e ben riuscita riproduzionedel venerato busto agatino, frutto diun molto impegnativo e attento lavo-ro di circa 4 mesi: prima il disegno el’attuazione del prototipo a Catania epoi lo sviluppo creativo dell’operad’arte a Messina.
A.B.
Prospettive - 17 luglio 20168
DIOCESI
8
La globalizzazione dei simbolidella pietà popolare catanese
Copia busto reliquiario di Sant’Agata esposta al British Museum
CATANIA
AZIENDA cerca n. 1 sales executive.Requisiti: diploma/laurea esperienza pre-gressa in ambito commerciale e marketingsettore food/beverage, canale tradizionalee GDO. Inviare curriculum a:[email protected] con riferi-mento: I484.COF centro orientamento e formazione,cerca n. 1 assistente di I livello per piat-taforma software multicanale per stageformativo. Requisiti: laurea in disciplineinformatiche (conseguita entro e non oltre12 mesi dalla data di inizio del tirocinio),buona dialettica, buone capacità di relazio-ne. Inviare curriculum a: [email protected] con riferimento: I512. SALONE DI BELLEZZA cerca n. 1parrucchiere tecnico. Requisiti: espe-rienza nel ruolo, buone doti relazionali.Inviare curriculum a: [email protected] con riferimento: I513. AZIENDA settore tecnico, cerca n. 1 tec-nico per strumentazione di laboratorioanalisi. Requisiti richiesti: diploma supe-riore, buona conoscenza della lingua ingle-se, serietà. Inviare curriculum a: [email protected] con riferimento:I514. AZIENDA settore arredamento, cerca n. 1consulente. Requisiti: diploma superiore,buone conoscenze informatiche e della lin-gua inglese, età compresa tra i 18 ed i 33anni, automunito. Inviare curriculum a:[email protected] con riferi-mento: I516. AZIENDA settore arredamento, cerca n. 1addetto alla contabilità. Requisiti: diplo-ma di maturità superiore, conoscenza del-la lingua inglese, dinamicità. Inviare curri-culum a: [email protected] riferimento: I517. AZIENDA cerca n. 1 receptionist.
Requisiti: laurea; minima esperienza com-merciale; spiccate capacità di relazione conil pubblico, predisposizione alle relazioniinterpersonali. Inviare curriculum a: [email protected] con riferimento:I519. AZIENDA settore cosmetico, cerca n. 1coordinatrice. Requisiti: buone doticomunicative e interpersonali, entusiasmoe voglia di mettersi alla prova, domicilio suCatania o immediato hinterland, diplomadi maturità. Inviare curriculum a: [email protected] con riferimento:I523. BEAUTY SPACE cerca estetista. Requi-siti: esperienza nel settore. Per maggioriinformazioni consultare il sito:http://www.subito.it/offerte-lavoro/esteti-sta-catania-164410758.htm AZIENDA cerca grafica/segretaria.Requisiti: velocità nell’esecuzione e nel-l’apprendimento, esperienza nel settore,buona conoscenza dei programmi di grafi-ca. Per maggiori informazioni chiamare lo0956787414. AZIENDA settore ristorazione, cercabanconista e personale di sala. Requisiti:esperienza nel settore e disponibilità ai tur-ni. Sede di lavoro: Pedara (CT). Per mag-giori informazioni chiamare al3385021292Cerca badante per signora anziana.Requisiti: esperienza nel settore, capacitàgestione faccende di casa. Si offre: vitto ealloggio. Per maggiori informazioni chia-mare al 3203455193. MOVIEMEX3D cerca programmatoreunity. Requisiti: laurea settore informatica,disponibilità immediata. Per maggioriinformazioni chiamare al 3471792214. RISTORANTE cerca direttore di sala.Requisiti: esperienza nel settore, ottime doticomunicative, conoscenza della linguainglese, capacita’ di problem solving, otti-me capacita’ di gestire team di lavoro, dis-
ponibilità a lavorare su turni. Inviare curri-culum vitae a: [email protected] RISTORANTE cerca sommelier.Requisiti:esperienza nel settore, preciso,puntuale, serio, flessibile, dinamico, colla-borativo, disponibile a lavorare su turni, ingrado di gestire autonomamente una can-tina, conoscenza lingua inglese. Inviarecurriculum vitae a: [email protected] RISTORANTE cerca cameriere. Requi-siti: esperienza nel settore della ristorazio-ne, disponibilità a lavorare su turni, cono-scenza della lingua inglese, ottime doti col-laborative, ottime doti comunicative.Inviare curriculum vitae a: [email protected] AZIENDA settore ristorativo, cerca n.1cameriere. Requisiti: esperienza nel set-tore. Inviare curriculum vitae a: [email protected] CARROZZERIA cerca carrozziere perauto. Requisiti: esperienza nel settore.Sede di lavoro: Mascali (CT). Inviare cur-riculum vitae a: [email protected] BAR cerca banconista. Requisiti: etàcompresa tra i 25 ed i 30 anni, esperienzanel settore. Sede di lavoro: Acireale (CT).Inviare curriculum vitae a: [email protected]/TIROCINI AGENZIA DI RECLUTAMENTOscambi europei offre stage in Francia di 6mesi. Il candidato ideale è uno stagista ita-liano in quanto dovrà occuparsi anche del-la selezione di candidati italiani per lavo-rare in Florida al Walt Disney WorldResort. Requisiti: eccellente livello diinglese e un buon francese sono necessari,buona conoscenza informatica. Per mag-giori informazioni consultare il sito:https://www.dropbox.com/s/bhpagzsylpdj95d/Offre%20Stage%20IS%202016%20%28English%29.pdf?dl=0
BANCA EUROPEA PER GLI INVE-STIMENTI (BEI) offre stage. Requisitipossedere la conoscenza approfondita di unadelle lingue utilizzate all’interno della banca(inglese/ francese). Verrà tenuta in particola-re considerazione anche la conoscenza diun’altra lingua comunitaria. essere cittadini diuno dei 28 Stati membri UE. Sede dello sta-ge: Lussemburgo. Per maggiori informazio-ni consultare il sito: http://www.eib.org/ .FONDAZIONE FRANCO E MARILI-SA CALIGARA per l’alta formazioneinterdisciplinare ha pubblicato due bandi diconcorso per quattro borse di studio com-plessive. Il primo è un bando di concorso perdue borse di studio da sostenere attraverso ilcofinanziamento di due assegni di ricercabanditi da atenei italiani. Il secondo bando diconcorso è per due borse di studio per lo svol-gimento di attività di ricerca o di perfeziona-mento post laurea all’estero nell’ambito diprogetti e studi interdisciplinari. Possono par-tecipare giovani studiosi, laureati, nati dal 1°gennaio 1986. Il contributo è pari a 5.000Euro per ciascuna attività premiata. Sca-denza: 30 settembre 2016. Per maggioriinformazioni consultare il sito:http://www.fondazionecaligara.it/ con-tents/docs/2016/05/2016-Bando-percofi-nanziare-assegni-di-ricerca.pdf.CE.S.FOR. organismo formativo accredi-tato, che da molti anni opera in Sicilia, apre leiscrizioni ai corsi di: addetto all’istallazionee manutenzione impianti fotovoltaici;operatore social media network nell’am-bito del progetto “sostenibilità della for-mazione permanente”; tecnico della sar-toria artistica, culturale e di scena; opera-tore del trattamento e smaltimento deirifiuti speciali nell’ambito del progetto “laformazione sostenibile”. È possibile trova-re i dettagli dei corsi, all’interno del bando direclutamento relative domande di iscrizionenelle apposite sezioni dell’area “formazionefinanziata”, nel sito: http://www.
cesfor.org/bacheca_news.TOUTELEUROPE.EU offre esperienzadi stage in comunicazione digitale e gior-nalismo della durata di 6 mesi. Il percorsoformativo è rivolto a giovani aspiranti gior-nalisti in possesso dei seguenti requisiti:essere uno studente universitario, preferi-bilmente presso facoltà di scienze politiche,comunicazione o giornalismo, capacità diutilizzo di Internet e dei social network,possedere forte cultura aziendale e politicain ambiti quali affari europei, politica, eco-nomia, diritto, storia e relazioni internazio-nali, buon livello di inglese scritto e parla-to. Si richiede la convenzione di stage conl’università. Sede di lavoro: Parigi, Francia.Per maggiori informazioni consultare ilsito: http://www.touteleurope. eu/ente-te/qui-sommes-nous/offres-de-stages.html Attraverso il programma SPA-Sperimen-tazioni di Politiche Attive (Botteghe), sifinalizza la trasmissione ai giovani di com-petenze specialistiche e il ricambio gene-razionale nei mestieri artigianali. I candidatialle nuove 85 Botteghe, devono essere inpossesso dei seguenti requisiti:essere dis-occupati, avere tra 18 e 35 anni non com-piuti, essere cittadini italiani e godere deidiritti civili e politici, ovvero essere cittadi-ni dell’Unione Europea, o cittadini extra-comunitari con regolare permesso di sog-giorno in Italia. Per candidarsi, alla doman-da di iscrizione, bisogna allegare:copia deldocumento d’identità in corso di validità (opermesso di soggiorno se sei un cittadinoextracomunitario), autocertificazione del-lo stato di disoccupazione o copia del cer-tificato di iscrizione al servizio competen-te che attesta lo stato di disoccupazione,curriculum vitae. I tirocini hanno una dura-ta di 6 mesi. Alle 85 Botteghe è possibilecandidarsi entro il 27 luglio 2016. Per mag-giori informazioni consultare il sito: http://www.botteghemestiereinnovazione.it/
®
A cura del Centro Orizzonte Lavoro
095 320054 / [email protected]à e concorsiOPPORTUNITÀ
Ancora una volta il nostro
amatissimo Sposo ci ha
preso per mano e ci ha condotto a
Roma, anzi, a Sacrofano di Roma, dove
abbiamo partecipato insieme a circa
mille persone, tra adulti e bambini, al 6°
Convegno Nazionale Teologico Pasto-
rale promosso dal Progetto Mistero
Grande a cui fa riferimento don Renzo
Bonetti. Certo, ci ha condotto… un
viaggio in auto di circa dieci ore in que-
sto ultimo caldo fine settimana di giu-
gno è tutto dire, ma proprio il viaggio
può dare una prima idea di quello che è
il nostro matrimonio, non uno stare,
piuttosto un muoversi, un camminare
verso una Meta (in maiuscolo!), un fer-
marsi, a volte una sosta prolungata che
non va vista negativamente ma come
momento di riflessione e possibilità di
ripartire rinfrancati, rinforzati e pronti
ad un altro tratto di strada. Mai da soli,
Lui sempre ospite silenzioso a tal pun-
to che rischiamo di non sentirlo, ma
anche compagni di viaggio che sono
stati così folli da voler condividere con
noi questa avventura, e così negli anni
(questo è per noi il quarto convegno)
abbiamo visto crescere e maturare oltre
la nostra relazione di coppia anche la
Salerno-Reggio di cui abbiamo “godu-
to” le varie trasformazioni con relative
code chilometriche in cui talvolta siamo
incappati. Quindi, l’esperienza del con-
vegno non è una novità per noi, diceva-
mo, ma ogni volta è stata per noi occa-
sione di crescita nella consapevolezza
del grande dono che abbiamo ricevuto
con il sacramento delle nozze. Una
parola è comune a tutti i convegni, una
sorta di leitmotiv, il termine Grazia; ed
è proprio a partire dalla grazia del
sacramento che ci unisce che siamo sta-
ti condotti negli anni precedenti a con-
templare e a stupirci del dono ricevuto,
a riflettere sullo Spirito Santo che ci gui-
da alla scoperta di questo dono e ci apre
uno spiraglio verso la conoscenza di chi
siamo chiamati ad essere come sposi e
famiglia cristiana per poi allargare il
nostro orizzonte alla missione di cui sia-
mo investiti tramite il sacramento delle
nozze. Certo, quando ci siamo sposati
non ne avevamo proprio la consapevo-
lezza e spesso anche oggi, dopo 29 anni,
ognuno di noi due è mistero all’altro,
grazie a Dio! Tornando al Convegno,
abbiamo cominciato a comprendere
una cosa riguardo la missione: questo
dono grande – il sacramento delle noz-
ze – non può essere chiuso dentro le
nostre mura domestiche, se non addi-
rittura relegato in fondo a un cassetto;
insomma non possiamo vivere di “ren-
dita”. Lo stesso sacramento ci spinge
fuori a mostrare e a donare alla Chiesa
e a tutti la nostra gioia di essere sposi
cristiani. E tutto questo non da soli ma
in comunione con il nostro Vescovo e
con i nostri parroci, con i quali si
dovrebbero stabilire relazioni di corre-
sponsabilità, tenute ferme le differenze,
nessuna invasione di ruoli, ma un arric-
chimento vicendevole in base ai propri
carismi. Questo, in breve, una specie di
quadro riassuntivo dei cinque convegni
precedenti. Il convegno da cui siamo
appena rientrati aveva come tema “Per
la grazia del sacramento delle nozze:
vivere e annunciare la bellezza del
maschile e del femminile”. Notevoli i
relatori che si sono spesi per sviluppare
e approfondire i vari e molteplici aspet-
ti in cui questa bellezza si declina, a par-
tire dall’Icona che ci ha accompagnato
in questi intensi tre giorni, la creazione
di Adamo ed Eva rappresentata in uno
stupendo mosaico del Duomo di Mon-
reale; e quindi questa bellezza nel
duplice aspetto maschio/femmina,
immagine e somiglianza di Dio, pre-
sente nella Sacra Scrittura dal libro del-
la Genesi sino all’Apocalisse. A volte,
o spesso, siamo lettori distratti della
Parola e non riusciamo a cogliere quan-
to tutta la nostra storia, tutta la nostra
bellezza di uomo e donna vi sia descrit-
ta, tutta, e non sono quando la nostra
immagine sembra essere limpida, ma
anche quando a noi pare appannata e
contorta e non capiamo più a Chi somi-
gliamo. Anche e soprattutto nel nostro
vivere quotidiano riflettiamo questa
immagine, quando ci sembra che le
nostre differenze siano un ostacolo e
quasi danneggino la nostra comunione
e “remino contro” la nostra relazione di
coppia, talvolta temiamo che possano
anche far divergere le nostre stra-
de…quale consolazione scoprire che in
realtà si tratta solo di esprimere nel
modo maschile e nel modo femminile
quello stesso amore che ci lega, e che
quello che talvolta ci fa litigare e discu-
tere è solo il linguaggio sgrammaticato
(per citare don Francesco Pilloni) del-
l’amore, per cui lo stesso concetto è
solo espresso in maniera differente e ci
sembra di parlare due lingue diverse.
Non si tratta solo di parole, ma anche di
tutto quello che esprimiamo con il
nostro corpo.
Ma già San Giovanni Paolo II con la sua
Teologia del corpo ci ha permesso di
fare notevoli passi avanti a questo
riguardo e Christopher West, teologo
americano e uno dei relatori, ci ha illu-
strato e illuminato ancora su questo
Mistero Grande che ci unisce e che è
…in riferimento a Cristo e alla Chiesa;
la nostra sessualità non va vissuta come
se con essa ci dovessimo allontanare dal
disegno del Creatore, anzi è proprio
attraverso di essa che esprimiamo pie-
namente la nostra immagine e somi-
glianza, siamo uno nella diversità, ma
non strettamente legati a ruoli, nel sen-
so che la tenerezza non va espressa solo
dalla parte femminile, anche se, dicia-
mo, è una prerogativa delle donne,
come l’accoglienza e la cura; l’uomo
dona e cura in modo del tutto particola-
re essendo in qualche modo legato a
strutture mentali che rischiano di farlo
sentire meno uomo se si lascia anda-
re…ma dobbiamo imparare ad acco-
glierci come dono dal nostro Sposo,
imparare ad affidarci a Lui e lasciare
che Lui guarisca le nostre ferite. In que-
sto siamo stati aiutati da due momenti
particolarmente intensi di Adorazione
Eucaristica, tantissime coppie in con-
templazione amorosa dello Sposo, ma
in piena intimità ci siamo lasciati guar-
dare e nutrire lo spirito.
Una immagine ci è rimasta dentro, la
nostra relazione è come un fiume che
partendo dalla Sorgente scorre e in
questo suo scorrere va mutando, racco-
glie materiale, si arricchisce di sostan-
ze, si ingrossa, a volte si disperde in fiu-
miciattoli e si ritrova, rischia la secca, si
rinvigorisce…e al termine del suo per-
corso torna alla Sorgente. Un dinami-
smo infinito! Come ogni esperienza
bella, intensa, profondamente vissuta
anche per noi è arrivato il momento di
scendere dal Tabor, e di tornare a casa,
alla nostra quotidianità. Cosa ci portia-
mo? La certezza della presenza viva e
costante del nostro Sposo e il desiderio
di sentirlo con noi e in noi e con il suo
aiuto essere sempre più dono l’uno
all’altra e lasciar trasparire quella
immagine che Lui ha impresso da sem-
pre in noi.
Carmelina e Pippo Di Mauro
Prospettive - 17 luglio 2016 9
DIOCESI
9
Nel Matrimonio si testimonia la bellezzaConvegno del Progetto Mistero Grande a Sacrofano
Anche quest’anno si è
svolta sul sagrato della
Chiesa Madre Madonna della Pace di
Tremestieri Etneo, quale edizione
estiva del Premio di Poesia “Natale”,
l’ormai consueta manifestazione
“Poesia e prosa sotto le stelle” 4ª Edi-
zione, nel centenario della Grande
Guerra “per gridare ancora Pace sem-
pre”. Dopo il benvenuto del Parroco
Sac. Salvatore Scuderi ai numerosi
convenuti, i saluti dell’Assessore alla
cultura Evelyn Garofalo nelle veci
del sindaco Santi Rando e quelli del
presidente associazione nazionale
Artiglieri d’Italia, sezione di Treme-
stieri Etneo, Lorenzo Mondello, han-
no preso la parola i relatori della sera-
ta: il dott. Salvatore Scalia, responsa-
bile della terza pagina della cultura
del quotidiano “La Sicilia”, autore del
volume “L’apocalisse degli automi”
(Domenico Sanfilippo Editore), il
quale, attraverso le opere di grandi
autori siciliani da Pirandello a Rosso
di San Secondo, ha illustrato con ana-
lisi critica, la singolare visione della
Grande Guerra, operando nel con-
tempo una panoramica europea dei
protagonisti, delle cause e concause e
degli effetti di ricaduta sullo scenario
sociale del disastroso primo conflitto
mondiale. Di seguito è intervenuta la
prof. Milly Bracciante, autrice del
volume “Nel dedalo del destino”
(Prova d’Autore Editore), la quale ha
anzitutto precisato come le vicissitu-
dini di una recluta della prima Guerra
mondiale della sua narrazione siano
realmente rispondenti a verità storica,
dal momento che sono state ricavate
da un diario minimo di appunti redat-
ti in fretta, a matita, su un’agendina
del 1917 fornita alle reclute del regio
esercito italiano e che il protagonista,
suo nonno, in prima linea sul Carso,
teneva nel taschino della giubba.
Il romanzo è volto ad illustrare le soffe-
renze di una guerra assurda, non voluta,
le cui ricadute inevitabilmente stravol-
gono anche la vita di coloro che non
sono al fronte ma ne subiscono le con-
seguenze. “La guerra con le sue bruttu-
re, il suo sangue, le sue violenze, aveva
rivoltato gli animi, ancora di più i più
sensibili e li aveva resi refrattari alla sof-
ferenza e al dolore, incapaci di nutrirsi
ancora di quegli ideali che erano anda-
ti in frantumi”.
Quindi la relazione del dott. Domenico
Messina sulla figura di Agatino Malerba,
medaglia d’oro al Valore militare (Ago-
rà Editore) è stata letta dalla prof.ssa
Maria Grazia Spina e da Lina Giuffrida,
unitamente ad alcune lettere e poesie
indirizzate dal militare, al fronte sul
Carso, alla famiglia a Tremestieri Etneo,
dai cui contenuti si evince una spinta di
irredentismo che giustifica un iniziale
atteggiamento interventista del protago-
nista che infine, davanti alla brutture e
alle violenze, si risolve a cambiare pare-
re sulla proclamata “santità” della guer-
ra. Poesie tratte dal “ Premio Natale”
sono state lette dalla stessa Giuffrida.
Intermezzi musicali sul tema della Pace
sono stati eseguiti dalla Band “Onde Ver-
di 72”, mentre un momento di silenzio è
stato dedicato ai cittadini di Tremestieri
Etneo, ricordati per nome e caduti e dis-
persi durante le operazioni di guerra.
Hanno concluso la suggestiva serata i
saluti del segretario del “Premio Natale”,
dott. Vincenzo Caruso e i ringraziamen-
ti agli intervenuti da parte del parroco
Sac. Salvatore Scuderi.
Milly Bracciante
Nel santuario diocesa-
no Sant’Agata al Car-
cere, piazzetta Santo Carcere (sali-
te Cappuccini e del Colosseo), visi-
te dal tema “La Città di Agata. Luci
su Catania antica. Fede, storia, arte
e tradizione attorno al Carcere del-
la Protomartire catanese”; orari
estivi di apertura: venerdì 18.30-
22.30, sabato 10-12 e 18.30-22.30.
Sarà possibile fruire del nuovo per-
corso di visita al complesso storico
dell’unico santuario agatino del-
l’arcidiocesi e del mondo: un itine-
rario di visita sorprendente e inedi-
to attraverso 2mila anni di storia.
Per gruppi su richiesta possibilità
di effettuare la visita anche in altri
orari. Info e prenotazioni:
338.1441760, carceresantagata@
gmail.com, F Santuario Sant’Agata
al Carcere. Visita con contributo.
®
Santuario Sant’Agata al Carcereorari di apertura estivi
I grandi ideali gridano “Pace”“Poesia e prosa sotto le stelle” 4ª Edizione nel centenario della Grande Guerra
del maschile e del femminile
Marta
Mentre erano in cammino... una
donna di nome Marta lo ospitò.Ha la stanchezza del viaggio nei pie-di, la fatica del dolore della gentenegli occhi. Allora riposare nella fre-scura amica di una casa, mangiare incompagnia sorridente è un dono, eGesù lo accoglie con gioia.Quando una mano gli apre una porta,lui sa che lì dentro c’è un cuore chesi è schiuso all’amore. Ha una meta,Gerusalemme, ma lui non «passaoltre» quando incontra qualcuno. Per lui, come per il buon Samaritano,ogni incontro diventa una meta, unobiettivo.Gesù entra nella casa di due donned’Israele, estromesse dalla formazio-ne religiosa, va direttamente nellaloro casa, perché quello è il luogodove la vita è più vera. E il Vangelo deve diventare vero nelcuore della vita.Maria, seduta ai piedi del Signore,
ascoltava la sua parola. Sapienza delcuore, il fiuto per saper scegliere ciòche fa bene alla vita, ciò che regalapace e forza: perché l’uomo segue
quelle strade dove il suo cuore gli
dice che troverà la felicità (sant’A-gostino).Mi piace immaginare questi duetotalmente presi l’uno dall’altra: lui adarsi, lei a riceverlo. E li sento tutti edue felici, lui di aver trovato un nidoe un cuore in ascolto, lei di avere unrabbi tutto per sé, per lei che è don-
na, a cui nessuno insegna. Lui total-mente suo, lei totalmente sua. AMaria doveva bruciare il cuore quelgiorno.Da quel momento la sua vita è cam-biata. Maria è diventata feconda,grembo dove si custodisce il semedella Parola, e per questo non puònon essere diventata apostola. Per ilresto dei suoi giorni a ogni incontroavrà donato ciò che Gesù le avevaseminato nel cuore. Ritorniamo alla
Parola di Dio.
Tradizione
Riaffermando il legame tra lo SpiritoSanto e la Parola di Dio, abbiamoanche posto le basi per comprendereil senso ed il valore decisivo dellaviva Tradizione e delle sacre Scrittu-re nella Chiesa. Poiché Dio «ha tan-to amato il mondo da dare il Figliounigenito» , la Parola divina, pro-nunciata nel tempo, si è donata e«consegnata» alla Chiesa in mododefinitivo, cosicché l’annuncio dellasalvezza possa essere comunicato intutti i tempi e in tutti i luoghi. Comeci ricorda la Costituzione dogmaticaDei Verbum, Gesù Cristo stesso«ordinò agli Apostoli che l’Evange-lo, prima promesso per mezzo deiprofeti e da Lui adempiuto e promul-gato di persona venisse da loro pre-dicato a tutti come la fonte di ogniverità salutare e di ogni regola mora-le, comunicando ad essi i doni divini. Ciò venne fedelmente eseguito, tanto
dagli Apostoli, i quali nella predica-zione orale, con gli esempi e le isti-tuzioni trasmisero sia ciò che aveva-no ricevuto dalla bocca del Cristovivendo con Lui e guardandoLo agi-re, sia ciò che avevano imparato daisuggerimenti dello Spirito Santo,quanto da quegli Apostoli e da uomi-ni della loro cerchia, i quali, per ispi-razione dello Spirito Santo, miseroper scritto il messaggio della salvez-za». Il Concilio ricorda come questa Tra-
dizione di origine apostolica sia real-tà viva e dinamica: essa «progrediscenella Chiesa con l’assistenza delloSpirito Santo»; non nel senso cheessa muti nella sua verità, che èperenne. Piuttosto «cresce … lacomprensione, tanto delle cose quan-to delle parole trasmesse», con lacontemplazione e lo studio, con l’in-telligenza data da una più profondaesperienza spirituale, e per mezzodella «predicazione di coloro i qualicon la successione episcopale hanno
ricevuto un carismasicuro di verità».
Crescere
La viva Tradizione èessenziale affinché laChiesa possa vera-mente crescere neltempo nella compren-sione della veritàrivelata nelle Scrittu-re; infatti, «è questaTradizione che faconoscere alla Chiesal’intero canone deilibri sacri e nellaChiesa fa più profon-damente comprende-re e rende ininterrot-tamente operanti lestesse sacre Scrittu-re». È la viva Tradi-zione della Chiesa afarci comprendere inmodo adeguato la
sacra Scrittura come Parola di Dio». Si comprende come sia importanteche il Popolo di Dio sia educato eformato in modo chiaro ad accostar-si alle sacre Scritture in relazionealla viva Tradizione della Chiesa,riconoscendo in esse la Parola stessadi Dio. Far crescere questo atteggia-mento nei fedeli è molto importantedal punto di vista della vita spiritua-le. Può aiutare a questo propositoricordare un’analogia sviluppata daiPadri della Chiesa tra il Verbo di Dioche si fa «carne» e la Parola che si fa«libro». La Costituzione dogmaticaDei Verbum, raccogliendo quest’an-tica tradizione secondo la quale «ilcorpo del Figlio è la Scrittura a noitrasmessa» – come afferma san-t’Ambrogio –, dichiara: «Le paroledi Dio, espresse con lingue umane, sisono fatte simili al linguaggio degliuomini, come già il Verbo dell’eter-no Padre, avendo assunto le debolez-ze della natura umana, si fece simileagli uomini». Così compresa, lasacra Scrittura si presenta a noi, purnella molteplicità delle sue forme edei suoi contenuti, come realtà unita-ria. Infatti, «Dio, attraverso tutte leparole della sacra Scrittura, non diceche una sola Parola, il suo unico Ver-bo, nel quale dice se stesso intera-mente , come già sant’Agostinoaffermava con chiarezza: «Ricorda-tevi che uno solo è il discorso di Dioche si sviluppa in tutta la sacra Scrit-tura ed uno solo è il Verbo che risuo-na sulla bocca di tutti gli scrittorisanti».
P. Angelico Savarino
Prospettive - 17 luglio 201610
Riflessioni sul Vangelo
San Giacomo sostiene con forza che lafede senza le opere è vana: “A che ser-ve, fratelli miei, se uno dice di averefede, ma non ha le opere? Quella fedepuò salvarlo?... Insensato, vuoi capireche la fede senza le opere non ha valo-re?”. Porta l’esempio di Abramo cheavendo offerto il proprio unico figlio aDio in sacrificio, divenne padre dellafede, perché le opere agivano insiemealla fede. La Scrittura dice: “Abramocredette a Dio e gli fu accreditato
come giustizia, ed egli fu chiamatoamico di Dio”. Considera Giacomoche l’uomo è giustificato per le operenon soltanto per la fede. Raab, la pro-stituta, fu giustificata per le opere:aveva dato ospitalità agli esploratori eli aveva fatti ripartire per un'altrastrada. Conclude dicendo che come ilcorpo senza lo spirito è morto, cosìanche la fede senza le opere è morta.
L.C.
Lettere apostoliche in briciole
…MA DI UNA COSA SOLA C’È BISOGNO
La fede e le opere Gc 2,14-26
Dio non cerca servitori, ma amici
Due sorelle hanno delle incomprensioniper il servizio all’ospite: Gesù. Questientra in un villaggio, incontra una donna:Marta, la quale lo ospita a casa sua. Lasorella Maria non si preoccupa di darsi dafare nel servizio, lascia tutto a Marta.Marta si indispettisce del comportamentodella sorella e protesta con Gesù: “Signo-re, non ti importa nulla che mia sorella mi
abbia lasciata sola a servire?”. Nella visio-ne di Marta, Gesù e Maria sembrano duemenefreghisti. Stanno a chiacchierare sen-za preoccuparsi di dare una mano a Mar-ta, descritta dopo: “distolta per i moltiservizi”. È una scena meravigliosa di vitafamiliare duemila anni fa: le cose oggi nonsono tanto cambiate. Importante è la rea-zione di Gesù. Mentre Maria continua adestasiarsi nell’ascoltarlo, - stava: “sedutaai piedi del Signore ascoltava la sua paro-la”,- Gesù afferma: “Marta Marta, tu tiaffanni e ti agiti per molte cose, ma di unacosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la
parte migliore, che non le sarà tolta”. L’a-scolto della sua parola è la parte miglioree questa non le sarà tolta. L’ascolto dellaParola è un fatto personale tuo, nessunopuò impedirti di ascoltare la parola diDio, ti si può privare di ogni cosa ma noncertamente della tua volontà e del poteremetterti in ascolto di Dio, soprattutto se cisi riferisce all’ascolto interiore: lo Spiritoè dentro di te, che ti parla. Ciò permettela realizzazione della volontà di Paolo peril suo servizio a Cristo in mezzo alle genti:“Egli lo annuncia ammonendo ogni uomoe istruendo ciascuno con ogni sapienza,
per rendere perfetto ogni uomo in Cri-sto”. Il fine dell’attività apostolica è pro-prio questo: “rendere ogni uomo perfettoin Cristo” con la realizzazione della volon-tà divina; che l’uomo sia salvo con l’amo-re e con l’ascolto della parola di Dio, que-sta è la volontà di Dio. L’accoglienza diAbramo e di Sara è eloquente in questarealizzazione. La straordinarietà dei per-sonaggi che essi accolgono riserva la sor-presa dell’annuncio di un figlio, l’amoreproduce amore.
Leone Calambrogio
XVI DOM T.O. / C
DIOCESI
Dio cerca gente che gli lasci fare delle cose dentro di sé
Prospettive - 17 luglio 2016 11
Nuova mise en scène de
L’aria del continente
capolavoro immortale martogliano
scritto nel 1915, che chiude la sta-
gione del teatro L’Istrione di Catania
in una veste classica ma con nuovi
dettagli e spunti, apprezzata dal pub-
blico anche per l’ammirata regia del
bravissimo Valerio Santi
che ne ha curato la traspo-
sizione senza stravolgere
il testo che come sottoli-
nea “è una tra le opere più
rinomate del nostro reper-
torio di tradizione popola-
re; spettacolo che in pas-
sato ebbe grande fortuna e
grandi interpreti come
Musco, Anselmi, Spada-
ro, Ferro, Ninchi, Mangiù
e che ancora oggi – nono-
stante il contenuto non
rasenti ormai nulla di
attuale – rimane tra gli
spettacoli più rappresen-
tati del nostro archivio”. La brillante
commedia articolata in tre cambi di
scene mantenendosi nell’imposta-
zione classica come voleva essere un
tempo, firmate da Santi, scenografo,
regista e protagonista, che evidenzia:
“Martoglio ci racconta una storia
apparentemente banale, ma che
nasconde dietro la vis
comica una grande e
profonda amarezza. Ho
scelto di rappresentare
questo testo in modo un
po’ diverso rispetto alle
classiche messinscena
ricche di una comicità
spesso gratuita ed a vol-
te esagerata, lasciando
largo respiro alla dram-
maticità della situazio-
ne, quella drammaticità
che a sua volta porta lo
spettatore a ridere”. Un
numeroso cast affezio-
nato alla versione classica de L’aria
del continente ha espresso in scena
la bravura supportata dalla fonica di
Aldo Ciulla, luci Ségolène Le Con-
tellec, macchinista Marco Spina,
riprese video Alfio Nicotra, costumi
Costumeria L’Istrione. Mattatore il
ricco e celibe possidente terriero
Cola Duccio, nei panni di un uomo
rispettabile ma si trasforma in perso-
naggio debole, solitario e anche
compassionevole nel suo bisogno di
affetti, impersonato felicemente da
Valerio Santi; così dopo sei mesi
vissuti a Roma, torna al natio paesel-
lo siciliano degli Anni Trenta accom-
pagnato tra spietati pregiudizi e pet-
tegolezzi, dalla fiamma incontrata
nella capitale: la maliarda e affasci-
nante Milla Milord, interpretata da
Marina La Placa che ha tenuto la
scena efficacemente. Un affresco
sociale che colpisce con l’esilarante
narrazione a quadri, cogliendo i
flashback attraverso le tante emozio-
ni agrodolci di un rapporto “sbaglia-
to”, tra intrecci e lazzi in un riscatto
finale in cui il moralismo e il perbe-
nismo trionfa, con reinserimento dal-
l’effimero complesso di inferiorità
nei confronti del continentalismo. Si
intravede quasi una visione tragica
pirandelliana della conduzione regi-
stica riuscendo a creare uno spetta-
colo divertentissimo che il folto pub-
blico esigente ha subito amato. Lo
spettacolo è stato arricchito dalla
brava sorella Marastella Rosaria
Francese con una mimica accatti-
vante e battute esilaranti ma mai vol-
gari, insieme a Salvo Scuderi Don
Lucino Faro che riesce ad esprimere
tutto il suo umorismo con una recita-
zione gaia, non di meno Luigi Nico-
tra in Michelinu, insieme a Roberta
Andronico Clementina, Luciano
Fioretto tenente Galieno Galletti,
Concetto Venti don Liboriu Pappa-
lardo, Aurelio Rapisarda Sasà,
Mario Viglianesi in Cecè, Tino
Mazzaglia il Delegato e infine
Ludovica Calabrese la Servetta.
Una compagnia che è andata in sce-
na non per copiare un testo ma per
rispettarlo nella sua tradizione popo-
lare che il regista ha approfondito e
studiato e chiarisce “oggi proliferano
tanti spettacoli popolari denigrando
la drammaturgia, quello che fa ridere
è la disgrazia altrui, più si è seri e più
il pubblico ride ma c’è l’imitazione;
ho voluto rendere un classico con
delicatezza nulla togliendo alle com-
pagnie filodrammatiche, qui non si
va a braccio e non si codifica nulla,
oggi la novità è fare un testo come è
scritto”. Continua “nel personaggio
ho incontrato difficoltà e soprattutto
il confronto con Turi Ferro, rischian-
do con il pubblico il paragone, è qui
che sta la sfida nell’intraprendere un
personaggio nuovo pur mantenendo
l’esempio dei padri del teatro”. Una
squadra che ha funzionato con armo-
nia ed equilibrio, trasmettendo il pia-
cere di stare insieme con gli spettato-
ri e apprezzando la lingua siciliana
simbolo di un teatro ormai naziona-
le.
Artemisia
Suscitare il sorriso da
situazioni drammatiche
Il romanzo Sicilia, my love,
di Enzo Randazzo, edito da
Medea, giunto già alla terza edizione, è
stato il tema dell’incontro letterario che
si è svolto a Siracusa presso la Chiesa di
San Tommaso ad Ortigia.
Promosso in collaborazione con la
Redazione del Settimanale diocesano
“Il Cammino”, l’incontro è stato intro-
dotto dal preside Giuseppe Adernò, il
quale ha messo in luce le caratteristiche
letterarie dell’opera, il forte messaggio
di sicilianità che trasmette e l’ampiezza
dei temi sociali e culturali che vengono
affrontati: dall’emigrazione all’inter-
culturalità, dalla tradizione alle innova-
zioni nei diversi stili di vita.
Il volume, ha ricevuto il patrocinio del-
la Regione Siciliana-Assessorato dei
Beni culturali e dell’Identità siciliana,
ed ha raccolto numerosi successi, rico-
noscimenti e premi.
L’Autore, Enzo Randazzo, presente
all’incontro, racconta una vicenda che
sviluppa un interesse per la storia e la
cultura regionale e nazionale in una pro-
spettiva multiculturale, celebrando le
bellezze naturali dell’Isola, le sue tradi-
zioni culturali, storiche e linguistiche. Il
romanzo è impreziosito dai richiami e
dalle originali riletture di grandi scritto-
ri ed illustri visitatori stranieri, incanta-
ti dalle bellezze delle città isolane e dal-
la civiltà dei Siciliani anche in una pro-
spettiva storica europea per i valori e gli
ideali di laboriosità, generosità, ospita-
lità e solidarietà che connotano il popo-
lo siciliano.
L’ambientazione in tempi moderni rie-
sce a catturare subito l’interesse del let-
tore, snodandosi tra il realismo dei fatti
descritti e le mitiche irruzioni di poeti e
divinità: “Qui ogni ciottolo racconta
una vicenda, ogni filamento d’erba ha
un gorgheggio, ogni finestra un amore,
Questo è l’unico cantuccio della terra
da cui si può dialogare con tutti gli
astri.”
Nella prefazione Lando Buzzanca
accompagna il lettore nell’immaginare
che Cagliostro, il singolare ingegnoso
medico falsificatore e impostore che
girò tutta quanta l’Europa nella seconda
metà del Settecento e che finì misera-
mente i suoi giorni nella fortezza di San
Leo per ordine di Pio VI, torni a vivere
nella impaludante Sicilia del Novecen-
to e faccia il dentista. Ippocrate Caglio-
stro, dopo una romantica giovinezza
anticonformista e trasgressiva, divenu-
to medico e convinto sicilianista, “con
un cuore grande, ramificato e radicato
come un ulivo centenario, è orgoglioso
di essere siciliano e non può essere raz-
zista”…. ed ecco scopre che le sue
figlie si sono innamorate una di un
leghista e l’altra di un africano.
La vicenda narrata da Enzo Randazzo è
una valida proposta di lettura sia per gli
alunni che si avvicinano timidamente
alla narrativa, sia per quanti amino leg-
gere, in quanto l’intreccio narrativo è
ben costruito e i personaggi hanno una
loro definita identità psicologica e sto-
rico-sociale sullo sfondo di un’incante-
vole Sicilia. L’edizione, indirizzata agli
studenti, è corredata, a cura della prof.
Gisella Mondino, da proposte didattiche
e schede operative che guidano gli stu-
denti all’analisi testuale, invitandoli a
mettersi in gioco come lettori e, come
indicato nella Legge regionale n.
9/2011 che dà “Indicazioni sull’inse-
gnamento della Storia, della Letteratu-
ra e della Lingua Siciliana nelle scuole
di ogni ordine e grado”, ad aprirsi ad una
dimensione interculturale e interdisci-
plinare, valorizzando la storia, la lette-
ratura e la lingua siciliana.
Il testo presenta una “scrittura compo-
sita, ma omogenea, di grande forza evo-
cativa. Suggestiva, colta e nel contempo
vivace e spiritosa” e l’Autore descrive
con forza e lirismo la natura della terra
di Sicilia, riservando particolare atten-
zione e cura al vivace dialogo, ricco di
frasi vive che esaltano la funzione della
lingua, tra i personaggi, descritti e trat-
teggiati con colorite pennellate.
Scritto in maniera vivace e in un italia-
no colto, il messaggio di Enzo Randaz-
zo è chiaro: basta piangersi addosso,
basta lamentarsi, è necessario rimboc-
carsi le maniche e con determinazione
cambiare le cose.
Il contributo di Lando Buzzanca nella
Prefazione e della nota scrittrice Simo-
netta Agnello Hornby, la quale nella
Postfazione, considera il volume come
“un romanzo di formazione, un roman-
zo d’amore ed un inno alla Sicilia e alla
sua bellezza”, confermano il valore let-
terario della narrazione, la sua forza
evocativa e la sua straordinaria efficacia
comunicativa.
Nel corso della presentazione, introdot-
ta dalla proiezione di un artistico video
di Alessandro Becchina le voci di Gisel-
la Mondino e di Daniela Rizzuto hanno
dato vita ai personaggi del romanzo,
facendo rivivere al pubblico sensazioni
ed emozioni di densa sicilitudine.
Enzo Randazzo
Un inno alla Sicilia e alla sua bellezzaPresentato il libro di Enzo Randazzo “SICILIA, MY LOVE”
In seguito alle elezioni
del 18-19 giugno 2016 è
stato eletto il nuovo Consiglio diret-
tivo della venerabile Arciconfrater-
nita Santa Maria Odigitria dei Sici-
liani in Urbe che, secondo quanto
comunicato dal primicerio mons.
Giuseppe Mario Blanda, risulta
costituito in ordine alfabetico da:
Angelo Fabio Bannò, Elisabetta
Buffa, Nicola Busardò, Luciano
Fedricucci, Salvatore Furneri, Mau-
rizio Iudica, Giuseppe Lipari, Paola
Lipari, Paolo Rappa, Caterina Scirè,
Antonietta Stocco in Cantuti
Castelvetri. Il Consiglio direttivo
nella riunione dello scorso 21 giu-
gno ha nominato per le cariche con-
fraternali: priore Nicola Busardò,
priora Paola Lipari, segretario Mau-
rizio Iudica, provveditore economo
Caterina Scirè. Il nuovo Collegio
dei revisori dei conti risulta costi-
tuito da: Mario Cantuti Castelvetri,
Franco Gagliani Caputo, Maria
Rosa Greco e Vera Randazzo. Presi-
dente è stato nominato Mario Can-
tuti Castelvetri. Le cariche sono
soggette all’approvazione del cardi-
nale vicario di Roma Agostino Val-
lini.
A.B.
Arciconfraternita S. M. Odigitriadei siciliani in Urbe, nuovo direttivo
In scena al teatro L’Istrione di Catania l’apprezzata commedia L’aria del continente
Prospettive - 17 luglio 201612
RUBRICHE
Si è conclusa al Mona-
stero dei Benedettini di
Catania la II Conferenza nazionale
sulla mobilità sostenibile promossa
dall’Anci, dal Ministero dell’Am-
biente e dal Comune, articolata in
tre sezioni tematiche: “Infrastruttu-
re e servizi per la mobilità del futu-
ro”, “Mobilità verso emissioni
zero”, “Mobilità: leva di marketing
e valorizzazione territoriale”: l’o-
biettivo è stato quello di definire
linee guida e regolamentazioni
omogenee per le amministrazioni
locali mettendo attorno allo stesso
tavolo istituzioni e aziende impe-
gnate nei settori energia, ambiente,
innovazione, turismo, commercio e
pianificazione territoriale delle
infrastrutture. L’incontro è stato
aperto dal sindaco Enzo Bianco,
presidente del Consiglio Nazionale
dell’Anci, con la partecipazione di
Gianluca Galletti, ministro del-
l’Ambiente, e di Graziano Del Rio,
ministro delle Infrastrutture e dei
Trasporti. “La nostra città sta diven-
tando il luogo in cui ci si confronta,
si ragiona insieme per attuare politi-
che al di fuori dell’emergenza. Que-
sta è una delle grandi questioni che
riguardano il mondo intero: il 26%
dell’anidride carbonica è prodotto
dagli scarichi del traffico delle città
di tutto il mondo. Ridurre la quanti-
tà di queste emissioni è dunque un
obiettivo fondamentale, attraverso
politiche complessive che facilitino
un trasporto pubblico efficiente,
l’incentivazione all’uso di veicoli
elettrici o ibridi, delle biciclette”.
Ha introdotto i lavori Veronica
Nicotra Segretario Generale Anci e
ha moderato Antonella Galdi Vice
Segretario con Gianluca Semprini.
Ha illustrato il focus del seminario
Paolo Testa, capo ufficio studi
Anci, sottolineando gli stili di
mobilità degli italiani, mentre
Roberto Baldassari ha esposto il
sondaggio sulla mobilità delle città
italiane a cui è seguito un dibattito
con i sindaci Massimo Castelli
(Cerignale) e Matteo Ricci (Pesa-
ro). Sono stati forniti scenari visio-
ni e chiavi di lettura per confrontar-
si sullo sviluppo della mobilità del
futuro, soffermandosi sul livello di
infrastrutture e servizi affiancati
dalle politiche attuali.
L’aumento della mobilità sostenibi-
le rappresenta una sfida per gli enti
locali, aree metropolitane e piccoli
comuni. “Vogliamo stimolare pro-
cessi virtuosi per innescare compe-
titività tra pubblico e privato” il
messaggio lanciato dall’Anci in una
visione integrata di città intelligen-
te. Il ministro dell’Ambiente Gal-
letti si sofferma sulla “Carta di
Catania” che ha avviato una nuova
collaborazione tra governo ed enti
locali segnando un passaggio
importante. “Trentacinque milioni
per la mobilità sostenibile casa-
scuola e casa-lavoro dal Collegato
ambientale. E quasi 294 milioni
nella legge di Stabilità per i prossi-
mi tre anni ripartiti tra incentivi al
trasporto merci su ferro e sul mare,
per la mobilità ciclabile e per la pro-
gettazione di itinerari turistici a pie-
di. Sarà importante il metodo, con
la capacità degli enti locali di pre-
sentare progetti completi e fattibi-
li”. Intervento sottolineato dal mini-
stro insieme alla sfida di promuove-
re una mobilità inclusiva, che preve-
da servizi condivisi per avvicinare
sia le periferie e sia le categorie più
deboli.
L’incremento demografico è uno
degli elementi preoccupanti del pia-
neta Terra, e l’intervento di Alberto
Dossi punta all’importanza della
mobilità a idrogeno per rientrare nel
progetto di Tokyo emissione zero.
Traffico e smog sono tra i problemi
più annosi, quindi bisogna puntare
sulla decarbonizzazione del sistema
dei trasporti, occorre dialogo forte
tra decisori e tecnologia. Domenico
Caminiti annuncia la volontà di
raddoppiare l’offerta nel prossimo
quinquennio, attraverso nuove aree
di business, servizi di car sharing
per le pubbliche amministrazioni.
Full immersion sulla politica dei
trasporti con il ministro Delrio.
“Ambiente, economia, cultura, sono
ingredienti fondamentali per la
mobilità del futuro che passa da una
vision rinnovata”, una mentalità che
si nutre di norme, nuove tratte fer-
roviarie, un’efficiente mobilità
ciclabile e un trasporto pubblico
locale organizzato che si muove sul-
la “qualità dei servizi” sempre “in
coerenza con gli indirizzi europei”.
Continua “il tema della sostenibilità
è trasversale a tutte le politiche che
stiamo attuando al ministero e devo
dire che trovo rispondenza tra le
nostre strategie e il Manifesto per
una mobilità sostenibile che l’Anci
propone a Catania. A Madrid ci
sono 290 km di metropolitana, a
Berlino 147, a Roma solo 59 è
importante il servizio
di trasporto urbano su
ferro, l’alta velocità
sarà utilizzata dal 2018
anche per il traffico
merci. Per recuperare
logistica le merci viag-
geranno di notte con
l’alta velocità”. Conti-
nua “saranno aiutate le
Città Metropolitane, il
trasporto pubblico e
regionale, 500 treni nei
prossimi tre anni: ma
la povera Sicilia (vedrà
mai l’alta velocità?),
800 milioni saranno
investiti per il parco
degli autobus poiché si
punterà sulla mobilità
collettiva”. Si impe-
gnerà per la semplificazione nella
mobilità; le tecnologie dei sensori
cambieranno le assicurazioni, poi-
ché l’obiettivo sarà di non aver più
incidenti con le auto, e saranno
introdotti nei viadotti, nelle gallerie
e sui treni, ed è nato un progetto. Si
attueranno le riforme dei porti ma
l’amarezza resta per la povera Cata-
nia emarginata perché sarà attivato
il corridoio Napoli-Palermo. Una
mobilità urbana sostenibile come
leva di marketing e valorizzazione
del territorio sarebbe l’ideale ma al
momento questo proposito in Italia
“si scontra ancora con una certa
rigidità di sistema”, lo ha detto Pao-
lo Crisafi, direttore generale di
Assoimmobiliare, sottolineando:
“abbiamo affrontato questo tema
dal punto di vista immobiliare, pro-
ponendo una nuova legge urbanisti-
ca nazionale, per l’inizio di un
dibattito culturale e politico sul ter-
ritorio e sulle sue regole di governo
che devono essere riprogettate per
una più aderente corrispondenza
alle esigenze della società italiana
di oggi. Il complesso normativo
legato all’urbanistica – come ha
rilevato il dg dell’industria immobi-
liare - che si è creato negli anni in
modo disomogeneo e contradditto-
rio necessita di semplificazione”;
richiama l’attenzione sulla traspa-
renza, sussidiarietà e salvaguardia
del territorio. “Occorre strutturare
una urbanistica moderna, orientata
alla sua valorizzazione, non da ulti-
mo ‘economica’, e affinché ciò
avvenga è necessaria una piena sus-
sidiarietà tra pubblico e privato, nel
rispetto dei ruoli e delle prerogative
di ciascuno. In tale ottica è fonda-
mentale il lavoro svolto da
Anci/Fondazione Patrimonio
Comune”.
Bianco ha spiegato Il ‘Patto per
Catania’ che prevede “un program-
ma operativo di condivisione eco-
nomico-sociale tra città metropoli-
tana e presidenza del Consiglio dei
Ministri, finanziato con Fondi per lo
Sviluppo e Coesione, con risorse
aggiuntive; vi è, inoltre, il Program-
ma Operativo Nazionale Città
Metropolitane 2014-2020, incluso
nell’Agenda urbana nazionale e di
sviluppo urbano sostenibile con
obiettivi allineati all’Agenda urbana
europea”.
Lella Battiato
Obiettivo riduzione delle emissioni
A Catania 2ª Conferenza nazionale Mobilità sostenibile, il bilancio di un progetto
Sarà la capitale del
barocco ad ospitare la
XXV edizione del seminario annua-
le della Federazione Italiana dei Set-
timanali Cattolici (FISC).
Ideato da Mons. Alfio Inserra, diret-
tore de “Il Cammino” di Siracusa, il
seminario di aggiornamento per i
giornalisti ed in particolare per i gio-
vani che si avvicinano a questa non
facile professione, sviluppa ogni
anno un tema specifico.
In continuità con le precedenti edi-
zioni che hanno coniugato il “Rac-
contare i migranti” (2014 Ragusa);
Raccontare il territorio” (2015 Furci
Siculo. Messina) il tema proposto al
venticinquesimo seminario aggrega
il valore della coesione come segno
e garanzia dello sviluppo.
Non si può ritenere vero sviluppo
sociale il progresso economico (che
purtroppo non si manifesta) se pri-
ma non vengono garantiti i valori
della cooperazione, della coesione,
dell’accoglienza.
La dimensione umana dovrebbe pre-
valere sulla ricerca del benessere
economico, che spesso si concentra
su pochi a svantaggio della classe
operaia.
Com’è stato evidenziato nel recente
convegno di Confindustria, svoltosi
presso la St Microelectronics a Cata-
nia nei giorni scorsi, per le imprese
del Mezzogiorno lo sviluppo è lega-
to ai nuovi bandi, i cui decreti sono
in corso di registrazione alla Corte
dei Conti.
I bandi e i progetti avranno maggio-
re efficacia e produttività se, alimen-
tati da coesione, solleciteranno la
cooperazione delle aziende in rete.
Oggi la cultura di rete costituisce un
filone nuovo a garanzia di uno svi-
luppo che produce benefici e pro-
gressi a vantaggio dell’intera società.
Ecco un “elettrochoc per il Sud” che
cerca sviluppo e nuovi sentieri per
valorizzare il già tanto prezioso
patrimonio naturalistico e artistico
della nostra terra di Sicilia.
Dall’estremo Sud, dove è attiva la
Fondazione del Val di Noto, che ha
attivato cantieri educativi e progetti
sociali di attenzione agli ultimi e
alle periferie, giunge ai giornalisti
dei settimanali cattolici d’Italia una
proposta d’innovazione ed un per-
corso di servizio attraverso i mes-
saggi della comunicazione veicolati
dalla carta stampata o dai siti inter-
net animati da giornalisti cattolici,
attenti ai valori dell’uomo e al reale
progresso della società che non può
essere offuscato dalle apparenti
innovazioni sociali sbandierati come
“diritti conquistati” a scapito della
morale, dell’etica, del vero umanesi-
mo che trova la sua centralità nel
Cristo.
Ricerca, sviluppo, industrializzazio-
ne, cultura di rete, cooperazione e
coesione sociale costituiscono gli
elementi intrecciati di un’unica
catena che regge e guida il cammino
storico della società, a passo con i
tempi, e ben adoperando gli stru-
menti tecnologici e informatici che
agevolano l’azione e il lavoro del-
l’uomo, ampliando in dimensione
cosmica l’informazione e la comu-
nicazione sociale.
La coesione che in fisica descrive la
proprietà delle molecole di restare
strettamente unite tra loro, grazie
alla reciproca forza di attrazione, e
figurativamente descrive l’unione,
gli accordi tra le parti, la solidarietà,
la forza di una squadra che si ali-
menta di coesione tra i singoli com-
ponenti.
Al seminario di formazione sono
invitati giornalisti da ogni parte d’I-
talia e l’Ordine dei Giornalisti ha
assegnato un qualificato numero di
crediti formativi e professionali.
Il direttore del settimanale della dio-
cesi di Noto “La Vita diocesana”,
dott. Pino Malandrino coordinerà i
lavori del seminario che avrà inizio
il 22 settembre prossimo.
G.A.
Sviluppo è coesione
Il XXV Seminario della FISC “Mons. Alfio Inserra” a Noto
Da sx Del Rio, Bianco, Galletti