46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa ... · Gli ostacoli tuttavia non mancano,...

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SACROFANO. CONVEGNO PROGETTO MISTERO GRANDE a pagina 9 L ’agricoltura attira sem- pre più giovani. Nel pri- mo trimestre del 2016 si è registrato un aumento degli under 35 impiega- ti nel comparto agricolo. Un salto del 12% (+15% i lavoratori dipen- denti) che stacca il +1% dell’occu- pazione nel suo complesso. Il settore agricolo, poi, si conferma come quello con il maggior numero di ore lavorate, più 5,8%, il triplo della media dell’intera economia. E per il futuro i dati sono destinati a crescere visto il prossimo avvio dei bandi dei Piani di sviluppo rurale che potreb- bero impiegare più di 20mila giova- ni fino al 2020. Una stima conferma- ta dalla Coldiretti a margine della firma dell’accordo con Google e con il ministero del Lavoro per il proget- to di digitalizzazione attraverso lo strumento del Fondo di garanzia gio- vani, per l’avvio di più di 100 «agri- web advisor» a supporto delle imprese che vogliono informatizzare i servizi. Questo perché, stando al dossier dif- fuso dalla Coldiretti, solo poco più della metà delle aziende agricole uti- lizza internet, un dato che in questi anni ha accresciuto il “digital divi- de” tra città e campagna. Nasceran- no cosi nuove figure che sfrutteranno le potenzialità del web. “Ci sono già alcuni esempi – ha spiegato il presi- dente della Coldiretti, Roberto Mon- calvo – dal commercio elettronico alla farm adoption, dalla coltivazio- ne on line alla carta d’identità degli alimenti fino al virtual tour in cam- pagna e al crowdfunding per il finan- ziamento di idee innovative. I tempi sono maturi per un salto di qualità”. Ma quali sono le aziende con a capo under 35? Secondo la Coldiretti sono quelle che hanno una superficie superiore del 54% alla media con un fatturato più elevato del 75% e il 50% di occupati in più. Gli ostacoli tuttavia non mancano, come ad esempio gli oneri contributivi e assi- curativi che gravano il doppio sulle aziende italiane rispetto ai cugini francesi e spagnoli. Proprio in que- st’ultimi paesi, ha sottolineato anco- ra Coldiretti - sono previsti tratta- menti agevolati per il lavoro stagio- nale, mentre in Italia, dove sono occupati più di 300mila stagionali che spesso lavorano anche per meno di 50 giornate (limite minimo per accedere agli ammortizzatori socia- li), non sono previsti sgravi fiscali. «E le imprese non riescono così a concorrere ad armi pari sul mercato con i competitor europei – ha con- cluso il presidente della Coldiretti». Altro ostacolo è contrassegnato dalla burocrazia che impegna fino a 100 giornate di lavoro l’anno. Sempre in campo agricolo, da segnalare l’avvio in Sicilia del corso di capo azienda agricola agroalimentare e forestale in modalità Fad per i giovani sicilia- ni. Una qualifica obbligatoria che per chi intende accedere ai PSR (Fondi Europei di Sviluppo Regio- nale) e alle misure gestite da Ismea e che in caso di insediamento deve essere acquisita entro alcuni mesi dopo, pena la revoca delle sovven- zioni a fondo perduto e del premio di primo insediamento. La finalità del corso è di trasmettere adeguate conoscenze del mondo imprendito- A PAGINA 3 “LA SCUOLA CATTOLICA” VINCE IL PREMIO STREGA Catania - anno XXXII - n. 27 - 17 luglio 2016 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it settimanale regionale di attualità (conv. in L. 27/02/ 2004 n o 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa riscossa - ISSN: 1720-0881 “Poste Italiane s.p.a.” - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 “In caso di mancato recapito rinviare al CMP/CPO di Catania, per la restituzione al mittente previo addebito. Il mittente si impegna a pagare la tariffa vigente” CATANIA 2ª CONFERENZA NAZIONALE MOBILITÀ SOSTENIBILE a pagina 12 “C hi è il mio pros- simo? Chi devo amare come me stesso? I miei parenti, i miei amici, i miei conna- zionali, quelli della mia stessa religione?”. Papa Francesco, nel- l’Angelus della domenica, non cita casi specifici, ma si limita ad enunciare la parabola del buon Samaritano ed il riferimento non può che essere alle cronache del mondo: “quel migrante che vole- vano cacciare via”, quei profughi che non trovano la dovuta acco- glienza ed i sostegni necessari per l’inserimento; quei barboni che dormono tra i cartoni sotto i porto- ni dei palazzi e delle chiese; la gente di colore sfruttata nell’agri- coltura. Non devo catalogare gli altri - ha detto Papa Francesco - per decide- re chi è il mio prossimo e chi non lo è. Dipende da me essere o non essere il prossimo delle persone che hanno bisogno del mio aiuto”. Le parole del Papa risuonano come un esame di coscienza per ogni cristiano e l’espressione evangelica: “Va’ e fai anche tu lo stesso”, diventa monito, messaggio, esortazione e comando perché il cristia- no diventi “prossimo del fratello e della sorella in difficoltà”. Nell’anno della Miseri- cordia, la parabola del “buon samaritano” diven- ta lezione di vera carità cristiana e solidarietà umana. “La fede produce opere buone e non si limita a guardare da lontano, a passare oltre, senza fermarsi”. L’e- spressione pedagogica “Non basta stare accanto, occorre stare insieme”, motiva lo stile educativo della comunità ecclesiale, scolastica e cittadina, che tende alla ricerca del bene comune. Stanno “accanto” le cose, gli ogget- ti, ma le persone stanno “insieme”, hanno comuni ideali, ricercano strategie convergenti, si tengono per mano e camminano insieme nel sen- tiero della vita. Alla fine saremo giudicati sulle ope- re di misericordia e il Signore potrà dirci: “Ti ricordi quella volta, sulla strada da Gerusalemme a Gerico? Quell’uomo mezzo morto ero io. Quel migrante che volevano caccia- re via ero io. Quel nonno abbando- nato ero io. Quel malato che nessu- no va a trovare in ospedale ero io”. La misericordia si alimenta di carità e la carità fa crescere nel cuore la dimensione della misericordia, (segue a pag. 2) Non basta stare accanto, occorre stare insieme Papa Francesco, nell’Angelus della domenica, spinge ad andare alla ricerca del prossimo ALL’ISTRIONE LA COMMEDIA “L’ARIA DEL CONTINENTE” a pagina 11 50° di sacerdozio DI PADRE ARMANDO CICCHELLO a pagina 7 Un incentivo anche dal digitale Giuseppe Adernò Agricoltura, crescono le aziende con a capo gli under 35 (segue a pag. 2) Filippo Cannizzo Foto L’Osservatore Romano (www.photo.va) / SIR Foto Siciliani-Gennari/SIR

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SACROFANO.CONVEGNOPROGETTOMISTEROGRANDE

a pagina 9

L’agricoltura attira sem-

pre più giovani. Nel pri-

mo trimestre del 2016 si è registrato

un aumento degli under 35 impiega-

ti nel comparto agricolo. Un salto

del 12% (+15% i lavoratori dipen-

denti) che stacca il +1% dell’occu-

pazione nel suo complesso. Il settore

agricolo, poi, si conferma come

quello con il maggior numero di ore

lavorate, più 5,8%, il triplo della

media dell’intera economia. E per il

futuro i dati sono destinati a crescere

visto il prossimo avvio dei bandi dei

Piani di sviluppo rurale che potreb-

bero impiegare più di 20mila giova-

ni fino al 2020. Una stima conferma-

ta dalla Coldiretti a margine della

firma dell’accordo con Google e con

il ministero del Lavoro per il proget-

to di digitalizzazione attraverso lo

strumento del Fondo di garanzia gio-

vani, per l’avvio di più di 100 «agri-

web advisor» a supporto delle

imprese che vogliono informatizzare

i servizi.

Questo perché, stando al dossier dif-

fuso dalla Coldiretti, solo poco più

della metà delle aziende agricole uti-

lizza internet, un dato che in questi

anni ha accresciuto il “digital divi-

de” tra città e campagna. Nasceran-

no cosi nuove figure che sfrutteranno

le potenzialità del web. “Ci sono già

alcuni esempi – ha spiegato il presi-

dente della Coldiretti, Roberto Mon-

calvo – dal commercio elettronico

alla farm adoption, dalla coltivazio-

ne on line alla carta d’identità degli

alimenti fino al virtual tour in cam-

pagna e al crowdfunding per il finan-

ziamento di idee innovative. I tempi

sono maturi per un salto di qualità”.

Ma quali sono le aziende con a capo

under 35? Secondo la Coldiretti sono

quelle che hanno una superficie

superiore del 54% alla media con un

fatturato più elevato del 75% e il

50% di occupati in più. Gli ostacoli

tuttavia non mancano, come ad

esempio gli oneri contributivi e assi-

curativi che gravano il doppio sulle

aziende italiane rispetto ai cugini

francesi e spagnoli. Proprio in que-

st’ultimi paesi, ha sottolineato anco-

ra Coldiretti - sono previsti tratta-

menti agevolati per il lavoro stagio-

nale, mentre in Italia, dove sono

occupati più di 300mila stagionali

che spesso lavorano anche per meno

di 50 giornate (limite minimo per

accedere agli ammortizzatori socia-

li), non sono previsti sgravi fiscali.

«E le imprese non riescono così a

concorrere ad armi pari sul mercato

con i competitor europei – ha con-

cluso il presidente della Coldiretti».

Altro ostacolo è contrassegnato dalla

burocrazia che impegna fino a 100

giornate di lavoro l’anno. Sempre in

campo agricolo, da segnalare l’avvio

in Sicilia del corso di capo azienda

agricola agroalimentare e forestale

in modalità Fad per i giovani sicilia-

ni. Una qualifica obbligatoria che

per chi intende accedere ai PSR

(Fondi Europei di Sviluppo Regio-

nale) e alle misure gestite da Ismea e

che in caso di insediamento deve

essere acquisita entro alcuni mesi

dopo, pena la revoca delle sovven-

zioni a fondo perduto e del premio di

primo insediamento. La finalità del

corso è di trasmettere adeguate

conoscenze del mondo imprendito-

A PAGINA 3

“LA SCUOLACATTOLICA” VINCEIL PREMIO STREGA

Catania - anno XXXII - n. 27 - 17 luglio 2016 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it

settimanale regionale di attualità

(conv. in L. 27/02/ 2004 no 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa riscossa - ISSN: 1720-0881“Poste Italiane s.p.a.” - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003

“In caso di mancato recapito rinviare al CMP/CPO di Catania, per la restituzione al mittente previo addebito. Il mittente si impegna a pagare la tariffa vigente”

CATANIA 2ªCONFERENZANAZIONALEMOBILITÀSOSTENIBILE

a pagina 12

“Chi è il mio pros-

simo? Chi devo

amare come me

stesso? I miei

parenti, i miei amici, i miei conna-

zionali, quelli della mia stessa

religione?”. Papa Francesco, nel-

l’Angelus della domenica, non cita

casi specifici, ma si limita ad

enunciare la parabola del buon

Samaritano ed il riferimento non

può che essere alle cronache del

mondo: “quel migrante che vole-

vano cacciare via”, quei profughi

che non trovano la dovuta acco-

glienza ed i sostegni necessari per

l’inserimento; quei barboni che

dormono tra i cartoni sotto i porto-

ni dei palazzi e delle chiese; la

gente di colore sfruttata nell’agri-

coltura.

“Non devo catalogare gli altri - ha

detto Papa Francesco - per decide-

re chi è il mio prossimo e chi non

lo è. Dipende da me essere o non

essere il prossimo delle persone

che hanno bisogno del mio aiuto”.

Le parole del Papa risuonano

come un esame di coscienza per

ogni cristiano e l’espressione

evangelica: “Va’ e fai anche tu lo

stesso”, diventa monito,

messaggio, esortazione e

comando perché il cristia-

no diventi “prossimo del

fratello e della sorella in

difficoltà”.

Nell’anno della Miseri-

cordia, la parabola del

“buon samaritano” diven-

ta lezione di vera carità

cristiana e solidarietà umana.

“La fede produce opere buone e non

si limita a guardare da lontano, a

passare oltre, senza fermarsi”. L’e-

spressione pedagogica “Non basta

stare accanto, occorre stare

insieme”, motiva lo stile educativo

della comunità ecclesiale, scolastica

e cittadina, che tende alla ricerca del

bene comune.

Stanno “accanto” le cose, gli ogget-

ti, ma le persone stanno “insieme”,

hanno comuni ideali, ricercano

strategie convergenti, si tengono per

mano e camminano insieme nel sen-

tiero della vita.

Alla fine saremo giudicati sulle ope-

re di misericordia e il Signore potrà

dirci: “Ti ricordi quella volta, sulla

strada da Gerusalemme a Gerico?

Quell’uomo mezzo morto ero io.

Quel migrante che volevano caccia-

re via ero io. Quel nonno abbando-

nato ero io. Quel malato che nessu-

no va a trovare in ospedale ero io”.

La misericordia si alimenta di carità

e la carità fa crescere nel cuore la

dimensione della misericordia,

(segue a pag. 2)

Non basta stare accanto,occorre stare insieme

Papa Francesco, nell’Angelus della domenica, spinge ad andare alla ricerca del prossimo

ALL’ISTRIONELA COMMEDIA“L’ARIA DELCONTINENTE”

a pagina 11

50° di sacerdozioDI PADREARMANDOCICCHELLO

a pagina 7

Un incentivo anche dal digitale

Giuseppe Adernò

Agricoltura, crescono le aziende con a capo gli under 35

(segue a pag. 2)

Filippo Cannizzo

Foto L’Osservatore Romano (www.photo.va) / SIR

Foto Siciliani-Gennari/SIR

Affrontare insie-me il tema della

trasformazione in atto nelmondo della carta stampata edell’informazione in generaleper capire “come nel nostrotempo le nostre Chiese parti-colari siano chiamate a comu-nicare”. È questo, ha spiegatodon Ivan Maffeis, direttore dell’UfficioNazionale per le comunicazioni socia-li, l’obiettivo dell’incontro promosso il7 luglio mattina a Roma dal suddettoUfficio e rivolto all’esecutivo dellaFederazione italiana settimanali catto-lici (Fisc) e a quanti operano nei setti-manali diocesani. Oggi, di fronte allatrasformazione del mondo dell’infor-mazione occorre “la volontà di lavora-re insieme”, ha esordito don Maffeispresentando Marco Bardazzi, chedopo aver lavorato all’Ansa – per lun-ghi anni da New York – e, quindi, a LaStampa come digital editor, da febbraiodirige la comunicazione del GruppoEni. “Camminiamo sulle spalle di unalunga storia, raccontata con i caratteridei nostri giornali – ha aggiunto -. Conle loro pagine sono stati capaci di farsiriconoscere come interlocutori pro-fessionali, affidabili e autorevoli. Gior-nali non da salotto, ma della gente, acui vogliono arrivare, da cui voglionofarsi capire e con cui vogliono mante-nersi in dialogo”. “Giornali scritti conl’inchiostro del mondo e del suo disor-dine”. “Come stare al passo dello svi-luppo tecnologico della comunicazio-ne – l’interrogativo posto dal direttoredell’Ufficio Cei – e mantenere taleautorevolezza anche nel nuovoambiente mediale? Quale ruolo siamochiamati ad assumere nella sfera pub-blica in una stagione di disintermedia-zioni, all’interno di processi di cam-biamento che coinvolgono le stessemodalità del cittadino di sentirsi partedella comunità di riferimento?”.“Crediamo- ha proseguito don Ivan –che il valore di un’informazione liberae seria rimanga la trama principale damettere continuamente a punto e riaf-fermare”. Decisiva, per Maffeis, rima-ne “la qualità del nostro modo di svol-gere la professione nel presente, lacapacità di offrire informazione onestae originale, arricchita da chiavi di let-tura che con lo sguardo dell’esperien-

za cristiana aiutino ad interpretarequello che accade. Tutto questo è deci-sivo e, nel contempo, probabilmentenon basta”. Queste testate sono impe-gnate in un radicale processo di tra-sformazione, “che a volte le rende bar-che di carta spazzate dalle onde dellarete. Cambiano” e “non solo per pro-blemi legati alle Poste, agli introiti pub-blicitari e ai contributi governativi (chepur sono aspetti spinosi della questio-

ne). Cambiano perché sono cambiatele nostre giornate e la società in cuiviviamo” e cambia “una cultura che,nella logica partecipativa, ai caratteridella verticalità, privilegia i tratti dellaorizzontalità e della flessibilità. Cam-biano perché cambiano abitudini edesigenze di lettura della nostra gente”.Per questo all’edizione cartacea sisono affiancate altre piattaforme, “chenon ne sono semplicemente la traspo-sizione in versione digitale” come Fb eTwitter. Un’informazione fatta di“testi essenziali e approfondimentiaccurati, di foto, video, grafici, possi-

bilità di interazione e di condivisione.È un contesto che ci interroga, rispettoal quale vogliamo condividere un per-corso di riflessione e di confronto, cheprovi a mettere in luce la possibilità –l’opportunità – di alcuni passaggi con-creti”.“La nostra attenzione – ha affermatoancora il Direttore dell’Ufficio – va ailettori, sapendo che esistiamo non sol-tanto per loro, ma anche grazie a loro.

Sono i nostri proprietari, coloro che difatto detengono la maggioranza delleazioni delle nostre testate. Cosa siaspettano da noi? Come riuscire aintercettarne di nuovi? Con quale pro-posta raggiungerli?”. Nel contempo,osserva don Maffeis, “il nostro sguar-do abbraccia e coinvolge gli ‘addetti ailavori’ – le nostre redazioni, gli editori,quindi le diocesi, molte delle quali alleprese con difficoltà economiche nonsecondarie –: con quale progetto pos-siamo rilanciare il significato e la forzadi una presenza? Sono soltanto alcunidegli interrogativi che ci portiamo den-tro un po’ tutti”. Di qui l’importanza di“individuare forme e contenuti concui accompagnare questa stagione”.Da don Maffeis l’annuncio di un suc-

cessivo incontro in autunno per “forni-re qualche traccia di risposta, per quan-to aperta e provvisoria, alla questionedi fondo: come nel nostro tempo lenostre Chiese particolari siano chia-mate a comunicare”.Sei “C”. Sono le iniziali delle “parolechiave” affidate da Marco Bardazzi,oggi responsabile comunicazione delGruppo Eni, ai direttori dei giornalidella Federazione italiana settimanalicattolici (Fisc) partecipanti all’incontropromosso a Roma dall’Ufficio comu-nicazioni sociali della Cei.La prima parola è, ovviamente, conte-

nuti. La seconda è condivisione, per-ché, spiega Bardazzi, “l’informazioneda broadcasting sta diventando sha-ring, condivisa. Per questo occorrelasciarsi sfidare da ciò che emerge daquesto tipo di comunicazione”. Quin-di contaminazione: “Il giornalistanon può rimanere slegato da infografi-che e video”. Di qui l’importanza che“giornalisti, videomaker, infograficilavorino insieme”. Creatività, altraparola utilizzata; e poi comunità per-ché “c’è bisogno di sempre maggiorerapporto con la community del vostropubblico. I vostri lettori – l’indicazio-ne dell’esperto – dovete tenerli semprepiù legati a voi perché ci sarà semprepiù bisogno di riferimenti autorevoliper l’informazione. È un passo avantirispetto all’abbonato, è appartenenza,in un mondo social la community saràdecisiva”. Infine conversazione, ossia“entrare in dialogo”.La condivisione, spiega ancora Bar-dazzi, “deve riguardare sempre piùanche voi, dovete fare squadra”.Importante anche il data analytics per-ché “tutto questo mondo si basa su unasempre maggiore gestione dei dati.Per l’idea di community che uno devesviluppare si ha a disposizione unavalanga di dati, la loro analisi è strate-gica per immaginare che tipo di infor-mazione fare (esigenze, abitudini,modalità di consumo dei lettori)”.La crescita inarrestabile dei socialmedia, l’incremento dei video, la ten-denza a usufruire di notizie “scelte” daaltri per i nostri dispositivi mobili.Sono, in estrema sintesi, i trend 2016della comunicazione. I social media,ha spiegato ancora Bardazzi, sono laprincipale fonte di news per i più gio-vani, ma la carta stampata resiste per lefasce di età più avanzata. Per moltiFacebook è addirittura “sinonimo diInternet ed è quello che più sta cam-biando lo scenario, ma YouTube resi-ste” mentre aumenta la diffusione diWhatsapp e di tutta la messaggeriaistantanea con l’invio di video, foto elink. Il 36% degli utenti dei social, pro-segue Bardazzi, gradisce che gli arti-coli che li raggiungono sui devicemobili “siano scelti per loro in base aquanto letto precedentemente, il 30%si affida al giudizio di giornalisti edirettori, il 22% su contenuti usufruitidagli amici”. Di qui l’interrogativoposto dall’esperto: “Dove va il dibatti-to democratico di un Paese se l’infor-mazione sarà sempre più modellatasulla mia nicchia?”. Il 20% delle per-sone impugna lo smartphone appena sisveglia, nell’arco della prima ora il90%, più della metà entro i primi 20minuti. “Questo segnerà sempre piùvita quotidiana. (Fonte UCS CEI eSIR).

guate conoscenze del mondoimprenditoriale agricolo, con parti-colare riferimento alle sue caratteri-stiche di gestione, anche con riferi-mento ai nuovi settori dell’agricol-tura biologica, onde acquisire unapreparazione versatile che faciliteràil loro inserimento all’interno del-l’azienda agricola, favorendo l’am-modernamento nella conduzione

aziendale e la competitività delleaziende stesse. Destinatari dell’in-tervento sono giovani agricoltori,uomini e donne, residenti nel territo-rio dell’Unione Europea, insediati oche intendono insediarsi; imprendi-tori agricoli ed agro-alimentari;lavoratori agricoli, compresi icoadiuvanti familiari. Il corso saràarticolato in 180 ore in modalitàaula formativa fisica o virtuale(FAD) e 20 ore di stage “compatto”

da svolgere in 3 giornate. Qualora siscelga di seguire il corso attraversola piattaforma FAD, liberamente dacasa, tale piattaforma sarà fruibile24 ore su 24, 7 giorni su sette. Resta,tuttavia, l’obbligo fra le 20 – 50 oreformative in aula fisica, compreso lostage aziendale. Per informazionipiù dettagliate si può visitare lapagina www.agricolturafinanzia-menti.com.

®

(continua da pag. 1)

UN INCENTIVO...

Prospettive - 17 luglio 20162

PRIMO PIANOResi noti i risultatidel Rapporto Invalsi 2016 ___3

Indietro nel tempo: rapportoepistolare Luigi Sturzoe Damaso Pio De Bono_____4

Le novità del 25° RapportoImmigrazioneCaritas/Migrantes _________5

Acireale. 20° della “Casa Sollievo San Camillo”______5

INFORMADIOCESINotizie in breve___________6

Scuola per operatoridi pastorale familiare_______6

Notizie Caritas____________6

DIOCESIIl culto di Sant’Agataoggetto di una tesinadi maturità _______________7

Opportunità lavorative______8

4ª Edizione di “Poesiae prosa sotto le stelle” ______9

Il libro di Enzo Randazzo“SICILIA, MY LOVE” _____11

XXV Seminario FISC “Mons.Alfio Inserra” a Noto _____12

sommario al n. 27

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e redazione:

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Settimanale associato alla F.I.S.C.(Federazione Italiana Settimanali Cattolici)

Questo numero è stato chiuso

alle ore 13.00 di mercoledì 13 luglio 2016

La notizia un interesse da

“condividere” con i lettori

Don Ivan Maffeis riflette insieme al direttivo della FISC sul futuro dei settimanali diocesani

aprendo a nuovi orizzonti di osserva-zione e di valutazione gli eventi del-la storia.L’attenzione agli ultimi, agli emargi-nati, agli scartati dalla società, alleperiferie esistenziali, e poi ancora,agli ammalati, a quanti vivono nel-l’indigenza, ai carcerati, a coloro chesi sentono soli, a quelli che non han-no lavoro e patiscono ogni tipo dibisogno, a coloro che sono, o sonostati, vittime della tratta, del trafficodi esseri umani e dello sfruttamentodi persone, ai minori vittime di abu-so e ai tanti giovani che soffrono acausa della piaga della droga inter-pella il cristiano di oggi che, uscen-

do dalla Chiesa incontra e vive lacomunità umana.La testimonianza visibile e concretadi Papa Francesco, ha tracciato unsolco che la Chiesa di oggi è chia-mata a seguire, segno di continuitàcon il passato e con il messaggioevangelico, sempre vivo e attualenella vita dell’uomo.Il “racconto semplice e stimolante”,del “buon samaritano” indica uno“stile di vita” ed insegna che “il

baricentro non siamo noi stessi, ma

gli altri, con le loro difficoltà, che

incontriamo sul nostro cammino e

che ci interpellano”. E se gli altrinon ci interpellano, “qualcosa nonfunziona, qualcosa nel cuore nonva”, dice Papa Francesco.

Per avere compassione degli altrioccorre aprire gli occhi, vedere eosservare, fermarsi e agire, risponde-re ad un bisogno, risolvere un pro-blema, un’emergenza; non rimaneredistratti e indifferenti al dolore deglialtri e nell’esercizio della tolleranza,non si mette in pratica una mera sop-portazione, ma un “tollere” prenderein braccio, abbracciare e aiutare con-cretamente.Solo così la Parola del Vangelodiventa incarnata, vissuta, testimo-niata e quindi porterà buoni frutti.“Vedi come si amano” si diceva deiprimi cristiani, e perché ciò non deveavvenire ancora oggi?

®

(continua da pag. 1)

NON BASTA...

Foto Siciliani-Gennari/SIR

Prospettive - 17 luglio 2016 3

La settantesima edizionedel Premio Strega ha

rotto l’incantesimo e per la primavolta non ha avuto luogo il primogiovedì di luglio nel classico Ninfeodi Villa Giulia, bensì di venerdì e nelpiù comodo auditorio di Renzo Pia-no.Il premio Strega, fondato dalla scrit-trice Maria Bellonci nel 1947, vintoda Ennio Flaiano, ha avuto negli annitra i vincitori illustri nomi come:Umberto Eco, Valentino Zeichen,Dacia Maraini, Raffaele La Capria,Claudio Magris e nella settantesimaedizione, con la presidenza del Pre-mio affidata dal 2007 al linguista edex Ministro dell’Istruzione, TullioDe Mauro, il premio è stato assegna-to ad Edoardo Albinati con il pode-roso romanzo dal titolo: “La scuola

cattolica”.

È il libro più lungo (1294 pagine), ilterzo per lunghezza dopo “La storiadella mia vita” di Giacomo Casano-va e “Lo Zibaldone” di GiacomoLeopardi e colloca al centro, comeprotagonista il Collegio “San LeoneMagno” di Roma, diretto dai PadriMaristi, dove ha studiato anche ilPresidente Mattarella.L’autore racconta la vicenda dei suoicompagni di scuola, alcuni dei qualisono stati autori di uno dei più cla-morosi crimini dell’epoca, il delittodel Circeo, ed intreccia nel racconto

la ricostruzione puntuale di pezzi distoria della società italiana. Adole-scenza, sesso, religione, violenza,denaro, amicizie, vendette, e poiancora professori mitici, preti, teppi-sti, ragazze enigmatiche e terroristiescono dalle pagine dell’intricanteromanzo che prende le mosse dalla“scuola cattolica”, “un libro che

mancava alla nostra cultura”.Nell’ultima pagina di copertina l’e-ditore Rizzoli ha scritto “Il problema

della verità è se dirla o non dirla” edil romanzo racconta la verità dei fat-ti accaduti, corredandola di docu-menti e testimonianze, aprendo lafinestra della scuola, raccontandoladall’interno, come viene vissuta dairagazzi. La scelta della scuola cattolica, allo-ra “privata”, ora “paritaria” restasempre a carico dei genitori, i qualiesercitano “a proprie spese” il dirittodella “libertà di scelta dell’educa-

zione dei propri figli”, sancito dallaCostituzione.Scegliere la scuola cattolica era unsegno di distinzione, una garanziache assicurava ai figli un ambientesano, protetto ed un‘educazione cri-stiana.Le prime scuole cattoliche sono sta-te o maschili, come nel romanzo diAlbinati o femminili e l’impegnodichiarato di formare “buoni cristia-

ni e onesti cittadini” costituiva lo

sfondo dell’impianto didattico di“scuola seria, rigorosa, dove si stu-

diava tanto e molto a memoria e

s’imparavano tante cose utili per la

vita”.

L’educazione impartita e appresanella scuola cattolica lascia unsegno, imprime un carattere “indele-bile” e lo stesso Albinati, quasi“autoaccusandosi” dell’educazionericevuta nel collegio diretto dai preti,diventa testimone e portatore, ancor-ché con distaccata critica, ben visibi-le in diversi passaggi nei quali pre-domina la contestazione nei confron-ti di uno stile di vita, di un modo dipensare e di concepire l’educazionee la scuola alla luce della tradizionedegli Ordini religiosi e del carismadei Fondatori.Il volume condensa nei capitoli IX eX della parte prima l’identità dellascuola cattolica, così come apparenei documenti ufficiali della Confe-renza episcopale italiana.Il poderoso volume, edito da Rizzo-li, pesa 1,3Kg, è organizzato in dieciparti, di cui ciascuna assembla daitre ai ventidue capitoli, ora brevi esintetici; ora lunghi e articolati.La scuola cattolica che la borghesiaromana sceglieva per i propri figliaveva il compito di dare certezze econsolidare i valori, secondo “una

visione dell’uomo che è insieme frut-

to di ragione e dono di rivelazione”

proprio per contrastare il pericoloincombente del relativismo, che oraè diventato norma e prassi comune dipensiero e di azione.Oggi vengono meno le regole, i prin-cipi, i valori tradizionali; tutto diven-ta lecito, ed ogni azione indossa l’a-bito del “diritto”.Nella sua identità di scuola, anchequella cattolica merita l’appellativodi “pubblica” in quanto svolge unservizio d’istruzione e di formazionerivolto a tutti i cittadini italiani.La scuola cattolica offre, infatti, ilsuo servizio “sia a giovani e famiglie

che hanno fatto una chiara scelta di

fede, sia a persone che si dichiarano

disponibili nei confronti del messag-

gio evangelico”.

La descrizione della vita scolastica e

l’attesa delle vacanze degli studentidel “San Leone Magno”, collegiodel quartiere Trieste, a Roma, non-ché l’incrocio delle loro biografiecon quella dell’Autore, evidenzianoelementi di positività, infarciti dicommenti critici sullo stile educativoe sui principi e valori che non sem-pre venivano resi comprensibili airagazzi.All’impronta religiosa della scuolacattolica si mescola la zizzania den-sa di spore di marxismo che fomen-tano contrapposizioni ideologiche escelte in contrasto a quanto praticatoper diversi anni.L’enigma dell’amore di Dio rimaneinciso nella formazione dello studen-te di scuola cattolica, anche se a vol-te le scelte risultano “divergenti”.La scuola cattolica di Albinati è ilmondo. Egli nel suo romanzo intrec-cia il vero, il presunto vero, il verosi-mile fittizio o l’inverosimile reale,riporta verbali, interrogatori, intervi-ste e sentenze del delitto del Circeoed il titolo “La scuola cattolica”

riaccende una luce che oggi tende aspegnersi nel panorama storico dellasocietà italiana. La scuola cattolicaoggi soffre ed ogni giorno si spengo-no tante stelle, un tempo luminose egloriose nel panorama educativo.Chiudono anche gli Istituti più famo-si, dove sono stati formati dirigenti eprofessionisti eccellenti, “cadono i

cedri del Libano” e la società diven-ta sempre più povera di luoghi dieducazione. Le conseguenze sivedranno in seguito e la notte saràancora più buia.L’auspicato riconoscimento dellaproposta del “costo standard di

sostenibilità per allievo” comedocumentato da diligenti ricerche ecome si legge nel saggio di AnnaMonia Alfieri, Marco Grumo eMaria Chiara Parola: “Il diritto di

apprendere. Nuove linee d’investi-

mento per un sistema integrato”,potrà ridare vitalità e nuova linfa atutta la scuola statale e non statalenella realizzazione di un efficienteservizio di qualità, in quanto espres-sione di libera scelta dei genitori,veri responsabili dell’educazione deifigli.

GiAd

UNA FORMAZIONE

che diventa stile di vita

“La scuola cattolica” vince il Premio Strega

Un Paese diviso “in trefasce”. Lo ha notato il

ministro dell’Istruzione StefaniaGiannini alla presentazione del rap-porto Invalsi 2016. Nord Centro eSud, infatti, continuano ad avere, perquanto riguarda i risultati scolastici,differenze importanti. “Con un Vene-to con il segno più – sintetizza anco-ra il ministro – una Sardegna maglianera, il Centro che fa il centro, conun Lazio che migliora, e le Marche el’Umbria che silenziosamente otten-gono risultati molto lusinghieri”.Settimana scorsa è stato presentato ilRapporto Invalsi 2016 e come diconsueto è stata l’occasione per rile-vare le disparità esisten-ti nella scuola italiana.Geografiche, anzitutto,con un Nord caratteriz-zato normalmente darisultati eccellenti men-tre Sud e Centro Italiatrovano parecchie diffi-coltà. Non è un datonuovo. Piuttosto, secon-do il Rapporto l’abitualedivario Sud-Nord rispet-to al passato cresce “atutto vantaggio delle

regioni settentrionali”, e cresce lapolarizzazione, nel Meridione, trascuole ottime e scuole pessime: “NelMezzogiorno la variabilità dei risul-tati tra scuole e tra classi – addirittu-ra tra classi diverse dello stesso isti-tuto – è molto elevata anche nel pri-mo ciclo di istruzione con un impat-to preoccupante sull’equità del siste-ma educativo di queste aree del Pae-se”.Anche quest’anno, come noto, leprove Invalsi si sono svolte nelleclassi di tutta Italia, dalle elementarialle superiori, tra l’altro con un boi-cottaggio limitato rispetto al passato(oltre il 95% degli studenti coinvolti

– 2,2 milioni per 12.133 scuola – hafatto i test), segno forse che la cultu-ra della valutazione sta facendo unpasso avanti. Il problema però sta neirisultati, con le forti differenze chepermangono nel Paese, al punto cheil sottosegretario Davide Faraone hacosì commentato: “Chi sostiene chela scuola è tutta uguale dice unasolenne fesseria”.E le differenze geografiche, già sot-tolineate, non sono le sole. Infatti sinotano anche quelle, ad esempio, traitaliani e immigrati o figli di immi-grati: gli studenti di origine stranierasono in numero sempre crescente(mediamente intorno al 10% del

totale, nel Nord-Est siavvicinano ormai al20%), ma sono ancoraindietro nell’apprendi-mento, anche se di secon-da generazione. Ottengo-no risultati “sistematica-mente e significativamen-te più bassi”, specie initaliano, soprattutto alleelementari (oltre 10 pun-ti). Alle medie il divariosi riduce a 8 punti in ita-liano e 5 in matematica,

ma torna a salire alle superiori (finoa 13 punti in italiano) a dimostrazio-ne di una non completa integrazioneformativa. Poi c’è il divario tra stu-denti italiani in base alla loro estra-zione sociale: tra la fascia più bassae quella più alta (calcolate in base agrado di istruzione dei genitori, pre-stigio della loro professione e beniculturali presenti in casa) c’è unadifferenza che va tra i 10 e i 15 pun-ti, sia in italiano che in matematica,sia alle medie che alle superiori.“Il Rapporto Invalsi è una veraminiera di dati, una fotografia delsistema scuola. Questo è infatti l’o-biettivo”, ha ricordato ancora il sot-tosegretario Faraone, con una sortitaa sorpresa sulla possibilità di abolirela prova Invalsi nell’esame di terzamedia, lasciandola nel corso dell’an-no scolastico ma senza valutazioned’esame. Perché – ha detto – “nonvogliamo valutare gli studenti, maavere una fotografia degli istituti”. Epoi? “Dall’analisi bisogna passarealle azioni”, aggiunge Faraone.Quelle per rendere il sistema italianopiù omogeneo e inclusivo.

A.C.

Il tricolore della scuola italiana

Resi noti i risultati del Rapporto Invalsi 2016

Ricordo con nostalgicoaffetto le feste religio-

se, il suono delle campane, la gente egli odori della mia terra, ora chesono in questa landa lontana, confi-nato in questa città, Londra, dovenon sento il dolce suono della mialingua. Fu questa una lettera cheritrovai in un vecchio baule dimenti-cato nella soffitta. L’affrancaturariportava la data 1926, era indirizza-ta a Mons. Damaso Pio De Bono,vescovo di Caltagirone, la firma eradi Luigi Sturzo.Rovistare tra gli oggetti dimenticati econservati in un angolo remoto dellacasa, significa ritrovare parte di sestessi, forse quella obliata e depostanell’inconscio. Quel tardo pomerig-gio decisi di scartabellare nella sof-fitta della mia casa di campagna perreperire vecchi libri impolverati edanneggiati da gore di umidità. Ilibri, cari amici della solitudine,sono sempre lì presenti, non ti giudi-cano e sempre ben disposti a tenerticompagnia quando li vuoi sfogliareper assorbire il loro contenuto.E fu così che tra quelle cataste carta-cee ho rinvenuto una lettera insolitache non pensavo di custodire. L’af-francatura era londinese e datata1926. La grafia minuta e ordinata,leggermente inclinata verso destrarivelava una personalità metodica,ma anche creativa. Quello che hopotuto decifrare, è stata innanzituttola firma. “Luigi Sturzo” e l’intesta-zione “A mons, Damaso Pio De

Bono, vescovo di Caltagirone”. Inquella insolita circostanza ne ebbi lasensazione di sentirne la voce cheriporto così: “In questa fredda terradi Britannia mi manca il suono dellecampane, le feste religiose i clamoridella gente, i loro problemi, gli odo-

ri della mia amata terra di Caltagiro-ne”.Ancora scorrendo quel documentoingiallito dall’alito del tempo, ebbi lasensazione di sentire ancora: “L’esi-lio rende i miei giorni tristi e l’unicoconforto è pensare alla dolce Sicilia,agli anni di fervore quando ero prosindaco a Caltagirone.Ero un giovane prete quando nel1898 venne consacrato vescovo delcalatino Mons. Damaso Pio DeBono. Costui sentì gli influssi del-l’enciclica di Leone XIII la RerumNovarum che in quegli anni facevarumore tuonando il messaggio dicarità e di filantropia nell’ambito deirapporti sociali tra imprenditori eproletari. Era la prima volta che unPapa si occupava con amore dei suoifigli, di quell’umanità minore costi-tuita dalla classe operaia”.Ero meravigliata per il fenomenouditivo che stavo vivendo mentresfogliavo quelle antiche pagine,quando sento un’altra voce: <<Il ter-ritorio sociale nell’ambito del qualesi è espresso il mio operato apostoli-co era complesso: la Sicilia era pas-sata da un regime borbonico a quellodei Savoia con la finta promessa diun riconoscimento unitario anchenella concessione delle terre e dellafine dei soprusi e invece la classeproletaria inaspriva sempre di più acausa delle angherie perpetrate dagliimprenditori che si arricchivano adanno dei lavoratori. Il mio episco-pato si colloca in quegli anni diffici-

li: malcontento, rivolte, organizza-zioni socialiste che mentre procla-mavano un’uguaglianza con l’aboli-zione della proprietà privata, esacer-bavano gli animi invitandoli alla lot-ta di classe. Odi contro odi e doveentra la guerra esce Cristo. Il mionome, sconosciuto a tanti è DamasoPio De Bono>>.Sola, in quella soffitta, stavo parteci-pando a un momento unico e irripe-tibile: quelle parole scritte in queldocumento diventavano voci vereudibili. Provai così a interrogarle,sicura che avrei avuto una risposta amisura della domanda.Monsignore, come ha affrontatoquella delicata missione di LuigiSturzo, pro sindaco di Caltagirone?<<Si era in quegli anni di fronte a unfenomeno a dir poco scandaloso peril retroterra culturale italiano e neldettaglio siciliano che un ministro di

Dio si desse all’attività socio-politi-ca, soprattutto per il divieto espressodal Papa del “Non expedit” secondoil quale ai cattolici era interdetto par-tecipare alla vita politica. Con imetodo della chiarezza e appellan-domi alla forza del messaggio chepromanava dalla “Rerum Novarum”,facendo leva sulla carità evangelicache è missione civilizzatrice, aposto-lato tra le genti, scrissi una lettera aPapa Pio X, ponendo in evidenzacome la missione del sacerdote nonveniva inficiata o contrastava a quel-la di guida amministrativa di una cit-tà. Dobbiamo essere apostoli in ognicontesto della vita e non solo tra lemura di una parrocchia. Parlare chia-ro senza infingimenti e manovrediplomatiche che aprono il campoalle menzogne>>.È vero che don Luigi Sturzo ebbemolti nemici nel suo percorso di fon-dazione del Partito Popolare Italia-no?<<Persino un giornale veneto tentòdi screditarlo a livello morale, maqueste accuse nascevano dall’invidiae dall’ipocrisia. Quando si milita peruna causa giusta, quando si affermail verbo di Cristo nel vivere quotidia-no, il nemico sta sempre in agguato,ma la verità ci rende liberi, il bene èpiù forte del male>>.Cosa direbbe ai sacerdoti e ai vesco-vi di oggi?<<Figlia mia, cosa dovrei dire?Basta leggere il Vangelo, la Parolal’ha detta Lui, Gesù Cristo “Vi man-do come agnelli in un branco dilupi… un profeta non è apprezzato inpatria sua e ancora… Vi mando aevangelizzare nella Galilea”. Questoera il luogo peggiore abitato da mal-fattori, prostitute e delinquenti vari.Noi cristiani abbiamo questa missio-ne da compiere e soprattutto noiministri di Dio dobbiamo essere laguida di un popolo, confortarlo, assi-sterlo, aiutarlo, come fece questofiglio Luigi Sturzo che ha pagato conventidue anni di esilio il suo amoreper gli oppressi. Mia cara ci sonodue categorie di cristiani: quelli del-la domenica e quelli che vivono ilVangelo nelle pratiche di ogni giornoe lo fanno nel silenzio e nel nascon-dimento, lontano dagli applausicorali. Sta a ciascuno di noi deciderea quale categoria appartenere>>.

Stefania Bonifacio

Prospettive - 17 luglio 20164

l’intervista

Il cristiano vive la propria identitànella quotidianità

Indietro nel tempo partecipando al rapporto epistolare Luigi Sturzo e Damaso Pio De Bono

PRIMOPIANO

Sei venuto per rubarmiil lavoro? O per usu-

fruire dei servizi che io pago?Ecco: queste sono le frasi che han-no fatto la fortuna dei promotoridel Brexit e che si sentono dire esloganeggiare in mezza Europa.Gli “stranieri”? Una disgrazia, unapeste biblica, signora mia come sistava meglio prima!Rimaniamo in Italia. Costituisconomeno del 10% della popolazioneresidente (tutte queste stime sonofrutto di uno studio di Confindu-stria e non tengono conto ovvia-mente di chi sta nel nostro Paeseirregolarmente), una percentualeben inferiore a moltissimi altrenazioni europee. Invasione?Mmh…E che fanno tutto il giorno, ‘sti per-digiorno? Lavorano, molto. L’ap-porto dei lavoratori stranieri al pro-dotto interno lordo italiano è sti-mato in 124 miliardi di euro, quasiil 9%. Siamo in linea con la per-centuale della loro presenza nelterritorio, se assommiamo anchequella fetta di lavoro che “sfugge”alle statistiche per le… modalità dipagamento. E che mestieri fanno?

Qui lo studio è tranchant: soprat-tutto quelli che gli italiani nonvogliono fare, perché pesanti, pocoretribuiti, poco gratificanti, molto“flessibili”. Sono posti di lavoro inagricoltura (raccolta, allevamento),nell’industria pesante (concia,lapideo, metalmeccanica…), nel-

l’edilizia e nei servizi (cura dellacasa e della persona, turismo, risto-razione…). Secondo l’Istat, nel2015 le persone in regola in questo

settore erano 886mila. Di queste,ben 673mila sono straniere. Undato che parla da solo.Ora esaminiamo il punto numerodue: io pago, tu usufruisci di sani-tà, istruzione, assistenza, casa…Ebbene, tutti gli studi sottolineanoche la differenza tra quanto pagano

e quanto ricevono è positiva (onegativa per loro): 12 miliardi dieuro. È chiaro che pesano moltosui welfare municipali, quelli più

vicini ai nostri occhi e che quindiscatenano gli slogan di cui sopra.Gli stranieri vivono soprattutto nel-le città, hanno redditi bassi, hannopiù bisogno di sostegni economici.Non vediamo però il loro apportoalla previdenza pubblica, allafiscalità generale, ecc.Altra cosa da sottolineare: il com-binato di crisi economica, burocra-zia complessa e leggi restrittivehanno fatto diminuire le regolariz-zazioni in questi ultimi anni,insomma il loro numero sta calan-do. Crescerà in futuro, le proiezio-ni dicono che tra mezzo secolocostituiranno un quinto della popo-lazione residente in Italia. Ma nonci sarà sovrappopolazione per unsemplice fatto: gli italiani “veri”(noi, popolo mai “contaminato”nella storia da centinaia di migra-zioni di qualsiasi tipo…) sarannosempre di meno perché non fannopiù figli. Abitudine che prendonopresto pure coloro che vengono adabitare qui. Le proiezioni valgonoquello che valgono: chi vivràvedrà.

N.S.

Il lavoro non ha colore

Mons. Damaso Pio

De Bono sentì

gli influssi

dell’enciclica

di Leone XIII,

la Rerum Novarum,

che in quegli anni

faceva rumore

tuonando

il messaggio

di carità

e di filantropia

nell’ambito

dei rapporti sociali

tra imprenditori

e proletari

Gli immigrati danno al nostro Paese più di quanto ricevano in servizi

“Che cosa ti è succes-

so, Europa umani-

stica, paladina dei diritti dell’uomo,

della democrazia e della libertà?

Che cosa ti è successo, Europa terra

di poeti, filosofi, artisti, musicisti,

letterati? Che cosa ti è successo,

Europa madre di popoli e nazioni,

madre di grandi uomini e donne che

hanno saputo difendere e dare la vita

per la dignità dei loro fratelli?”.

Sono questi gli interrogativi posti nel

suo intervento da Papa Francesco, il

6 maggio 2016, dopo aver ritirato il

Premio Internazionale Carlo Magno.

Interrogativi – hanno spiegano il

direttore generale della Fondazione

Migrantes mons. Gian Carlo Perego

e il direttore di Caritas Italiana,

mons. Francesco Soddu durante la

presentazione della 25ª edizione del

“Rapporto Immigrazione” - “duri e

impegnativi che comunicano tutta la

complessità del momento storico che

stiamo vivendo, alla luce anche della

‘nuovissima era delle migrazioni’

caratterizzata da persone che ‘bussa-

no alle porte dell’Europa’ in cerca

non più e non solo di un lavoro, ma

di protezione, perché in fuga da

guerre, da disastri ambientali, da un

mondo e un territorio in cui la vita è

messa a rischio”.

In un quarto di secolo il Rapporto

Immigrazione di Caritas e Migrantes

ha raccolto studi puntuali sul tema

migratorio, partendo dai dati ufficia-

li e affiancando, negli ultimi anni, la

metodologia prettamente statistica a

quella qualitativa, dando spazio alla

voce dei territori diocesani e regio-

nali e mettendo al centro le persone

con i loro volti e le loro storie. Pro-

prio guardando a questi volti e ascol-

tando queste voci, “tra sofferenza e

condivisione, sfruttamento e tutela”,

è stato costruito il XXV Rapporto,

senza dimenticare gli oltre 5 milioni

di persone di cittadinanza non italia-

na che strutturalmente vivono in Ita-

lia, da più o meno anni, mentre si

affronta il recente fenomeno dei

richiedenti asilo e rifugiati, sicura-

mente cresciuto a livello numerico in

questo momento e con maggiore

urgenza di risoluzione in un quadro

di mobilità europea e nazionale.

Quanto ai numeri la popolazione

straniera residente è aumentata appe-

na del 1,9%. Non c’è stata nessuna

‘invasione’ in seguito all’ondata di

sbarchi dell’anno scorso perché i

migranti giunti via mare hanno

lasciato l’Italia mentre soltanto un’e-

sigua percentuale ha chiesto asilo.

Numeri alla mano, dunque, al 1°

gennaio 2015 risiedevano in Italia

5.014.437 individui di cittadinanza

straniera (l’8,2% della popolazione

italiana), di cui 2.641.641 donne

(52,7%). Confrontandoli con quelli

del 2014, la popolazione straniera è

aumentata soltanto di 92.352 unità

(+1,9%). In maggioranza provengo-

no da Marocco (13,2%), con l’Alba-

nia che si attesta come la seconda

nazionalità più numerosa (12,7%), a

ruota, poi seguita dalla Cina (8,5%) e

dall’Ucraina (6%). Complessiva-

mente, però, la quota maggiore

riguarda i Paesi dell’Europa centro-

orientale, seguiti da quelli asiatici.

Ma chi arriva in Italia lo fa prevalen-

temente per lavoro o per motivi di

famiglia. In ambito lavorativo negli

ultimi sei anni sono aumentati i lavo-

ratori stranieri con una occupazione

stabile. Gli uomini trovano lavoro

nel settore dei servizi collettivi e per-

sonali (alberghi, ristoranti, bar e

imprese di costruzioni) mentre le

donne lo trovano in quello che viene

chiamato il settore delle tre “C”: car-

ing, cleaning e catering (cura, puli-

zia e ristorazione). Cambiano però i

salari rispetto agli italiani: inferiori

ai 2/3 del salario medio calcolato su

base oraria. Lavoratori stranieri che

si possono definire poveri e che rap-

presentano il 41,7% del totale degli

occupati stranieri, percentuale che si

abbassa al 14,9% in riferimento ad

italiani. Anche la scuola italiana ha

beneficiato della presenza di alunni

stranieri, per una scuola sempre più

multietnica. In riferimento all’anno

scolastico 2014/2015 sono 814.187

gli alunni stranieri, il 9,2% del totale

(+1,4% in un anno) e oltre 445 mila

sono nati in Italia. In maggioranza

nel Nord, con presenze molto alte in

Emilia Romagna (15,5%), Lombar-

dia (14,3%) e Umbria (14,2%).

Significativo, infine, lo slogan che

quest’anno ha accompagnato la pre-

sentazione del 25° Rapporto, ovvero

“La cultura dell’incontro” scelto - si

legge nella presentazione del Rap-

porto - “in una prospettiva che guar-

da lontano oltre la interculturalità –

termine di cui oggi si è fatto più abu-

so che uso – e oltre il più recente ter-

mine di transculturalità, nella certez-

za che solo ponendo al centro della

riflessione l’uomo, non come indivi-

duo singolo, ma in dialogo con l’al-

tro, sia possibile creare la società

civile del domani, quella che è in

grado di ‘integrare, dialogare e gene-

rare”.

Maxwell

Si arresta l’onda lungadei flussi migratori

Le novità del 25° Rapporto Immigrazione Caritas/Migrantes

Prospettive - 17 luglio 2016 5

PRIMOPIANO

5555

Stando ai numeri,

la popolazione

straniera residente

è aumentata appena

del 1,9%. Nonostante

l’ondata di sbarchi

dell’anno scorso,

i migranti giunti via

mare hanno lasciato

l’Italia mentre soltanto

un’esigua percentuale

ha chiesto asilo

Nel centro storico di

Acireale, a pochi pas-

si da piazza Duomo, da vent’anni

esiste una struttura che si occupa

di offrire sostegno materiale e spi-

rituale ai più bisognosi: è il centro

di accoglienza “Casa sollievo San

Camillo”, inaugurato il 13 luglio del

1996.

Gestito dai religiosi Camilliani con il

contributo delle suore Ministre degli

Infermi di San Camillo e della Fami-

glia camilliana laica, il centro nac-

que da un’esigenza del territorio ace-

se, ricco di istituti religiosi, ma privo

di un luogo che potesse garantire un

pasto caldo, la possibilità di fare una

doccia e di avere biancheria pulita.

Ecco quindi che, dove prima esisteva

una casa di riposo per anziani, si

costituì uno spazio di accoglienza

che ancora oggi si mantiene grazie

alla carità dei benefattori e al con-

tributo annuale dell’8 per 1000

alla Chiesa cattolica. Pienamente

inserita nella pastorale caritativa del-

la comunità diocesana, la “Casa sol-

lievo San Camillo” si occupa anche

di fornire il “pacco spesa” ad una

cinquantina di famiglie bisognose, e

offre un centro di ascolto dove le

persone possono esprimere i loro

problemi, sia di tipo personale che

economico e lavorativo.

“Il mio ringraziamento principale e

per nulla scontato – spiega il diret-

tore del centro di accoglienza,

padre Alfredo Tortorella – va ai

benefattori piccoli e grandi, credenti

e non credenti, che

negli anni si sono fatti

strumento della Prov-

videnza, oltre che agli

insostituibili volonta-

ri, capaci di lenire con

il loro servizio e i loro

sorrisi la solitudine di

chi bussa alla nostra

porta in cerca di aiuto.

Centinaia di volontari

sono passati da qui dal

1996 ad oggi, assi-

stendo quotidiana-

mente circa 50 perso-

ne”.

“Lo scopo di questo

centro – aggiunge fra-

tel Carlo Mangione, primo diretto-

re della ´Casa sollievo - è acco-

gliere ´gli ultimi´, che per un moti-

vo o per un altro sono allontanati

dalla società; non solo, come qual-

cuno potrebbe pensare, gli extraco-

munitari, ma anche molti acesi e abi-

tanti delle zone limitrofe. Mi piace

paragonare il nostro centro di acco-

glienza ad una scuola, in cui si sente

la fatica dello studio, ripagata, però,

dalla ricchezza del risultato. Del

resto, mentre diventiamo canali di

misericordia per gli altri, lavoriamo

su noi stessi e impariamo a mettere

da parte l’orgoglio”.

Nel suo messaggio per il ventennale,

così scrive il vescovo di Acireale

monsignor Antonino Raspanti: “Il

ventennale della ‘Casa sollievo San

Camillo’ coincide con il Giubileo

straordinario della Misericordia.

Questo permette alla nostra comuni-

tà ecclesiale di ringraziare il Signore

per una presenza storica di carità che

ha visto tanti acesi vivere non solo le

opere di misericordia corporali, ma

anche quelle spirituali. Infatti,

accanto al pane dato all’affamato

e al vestito dato all’ignudo, i volon-

tari abituali e quelli occasionali

hanno intuito la necessità di tra-

smettere un ‘pane spirituale’:

‘povero’ è chi vuole essere ascoltato

nei suoi dubbi o nello sconforto;

‘bisognoso’ è altresì chi vuole rice-

vere istruzione e fede”.

I festeggiamenti per l’anniversario

della “Casa sollievo San Camillo”

di Acireale si inseriscono in quelli

che nel mese di luglio sono tradi-

zionalmente dedicati a San Camil-

lo de Lellis, fondatore dell’ordine

religioso dei Camilliani e patrono

degli ospedali, degli operatori sanita-

ri e dei luoghi di cura.

In particolare, mercoledì 13 luglio

alle ore 11:30 si è tenuta una con-

ferenza stampa per il ventennale

nella sede del centro di accoglienza

(VIA MONSIGNOR GENUARDI,

42), mentre alle ore 19:00, nella

chiesa di San Camillo, è stata cele-

brata una santa Messa di ringrazia-

mento da monsignor

Giuseppe Malandri-

no (che vent’anni fa,

da vescovo di Acirea-

le, inaugurò la struttu-

ra), seguita da una

fiaccolata in piazza

Duomo. In serata,

sempre in piazza Duo-

mo, grande festa con

uno spettacolo musi-

cale dei canterini etnei

offerto dall’ammini-

strazione comunale.

Altri appuntamenti

religiosi e di condivi-

sione spirituale sono

previsti fino al 21

luglio, con singole giornate dedicate

ad alcuni temi cardine del mondo

camilliano: la testimonianza, gli

anziani, le famiglie, il creato, il pane

e la memoria.

Graziella Nicolosi

L’attenzione agli ULTIMI

Acireale. 20° anniversario del centro di accoglienza “Casa sollievo San Camillo”

Foto AFP/SIR

Sono stati i benefattori

piccoli e grandi,

credenti e non

credenti, negli anni

a farsi strumento

della Provvidenza,

oltre che gli

insostituibili volontari,

capaci di lenire

con il loro servizio

e i loro sorrisi

la solitudine

di chi bussa alla porta

del Centro in cerca

di aiuto

Lunedì 18

• Lavoro interno per la Visita

pastorale.

Martedì 19

• Lavoro interno per la Visita

pastorale.

Mercoledì 20

• Ore 17.00 Catania: inaugura una

nuova filiale Unicredit in via S.

Euplio.

Giovedì 21-Domenica 24

• Fuori sede.

Dall’Agenda dell’Arcivescovo

Notizie in breve dal 18 al 24 luglio

Prospettive - 17 luglio 20166

Carissimi tutti,

vi comunichiamo che lo Stu-

dio Teologico S. Paolo in col-

laborazione con le Diocesi

della Sicilia Orientale (Cata-

nia, Siracusa, Acireale, Calta-

girone, Nicosia e Noto), dopo

la prima esperienza abbastan-

za positiva e molto corrisposta

dello scorso anno, anche per

l’anno accademico 2016-17

ripropone una Scuola di for-

mazione per operatori di

pastorale familiare 1° anno.

Alla luce della nuova esorta-

zione apostolica postsinodale

di Papa Francesco, Amorislaetitia, in un momento stori-

co, in cui si sottolineano spes-

so le fragilità della famiglia,

urge far emergere le ricchezze

e le potenzialità che questo

bene fondamentale per eccel-

lenza dell’umanità conserva

connaturate in sé. Per rag-

giungere tale obiettivo diventa

necessaria una formazione

qualificata, approfondita e compe-

tente rivolta a tutti coloro che sono

già impegnati nella pastorale della

famiglia e a quanti desiderano inizia-

re questo prezioso servizio a favore

della famiglia e della comunità

ecclesiale. Per ogni chiarificazione

la segreteria del S. Paolo è a vostra

disposizione.

Don Salvatore Bucolo, Rosetta e

Giorgio Amantia

Direttori dell’Ufficio Diocesano perla Pastorale della Famiglia

Iscrizione:

- Compilare il modulo predisposto

dalla Se-greteria dello Studio Teolo-

gico S. Paolo scaricabile accedendo

al sito www.studiosanpaolo.it;

- pagare la quota di iscrizione effet-

tuando il versamento di 60,00 su

c.c.p. 12874954 oppure IBAN: IT 59

Q 03019 26201 000000300987, inte-

stato a Studio Teologico S. Paolo,

causale “iscrizione I anno scuola di

formazione pastorale familiare”;

- consegnare il modulo di iscrizione

e la ricevuta di versamento presso la

Segreteria del-lo Studio Teologico S.

Paolo, Viale O. da Pordenone 24, il

Martedì e il Giovedì dalle ore 9.00

alle 11.30 oppure inviandolo online

all’indirizzo di posta elettronica

[email protected];

allegare una lettera di presentazione

da parte del proprio referente eccle-

siastico;

- le iscrizioni saranno chiuse il 2 set-

tembre al raggiungimento di cento

iscritti; il corso si terrà se si raggiun-

gerà il numero di 50 par-tecipanti.

CALENDARIO

25 Settembre 2016 L’odierno conte-

sto culturale (Prof. Antonio Cri-

maldi, docente Studio Teologico S.

Paolo)

23 Ottobre 2016 Il matrimonio tra

teo-logia e antropologia (Prof. Pie-

tro Scardilli, docente Studio Teolo-

gico Accademico di Trento)

20 Novembre 2016 La rivelazione

cri-stiana sull’amore umano (Don

Carmelo Raspa, docente Studio

Teologico S. Paolo)

15 Gennaio 2017 L’amore diventa

fe-condo (Don Antonino Sapuppo,

docente Studio Teologico S. Paolo)

12 Febbraio 2017 Chiesa e famiglia

(Prof. Maurizio Aliotta, docente

Studio teologico S. Paolo)

19 Marzo 2017 Vocazione missione

degli sposi (Don Vittorio Rocca,

docente Studio Teologico S. Paolo)

2 Aprile 2017 Educazione all’amo-

re (Don Giuseppe Buccellato,

docente Studio Teologico S. Paolo)

Il percorso formativo è strutturato in

sette domeniche (da Settembre a

Novembre 2016 e da Gennaio a apri-

le 2017). La mattina (dalle 9.30 alle

12.30) si articola in due momenti:

lezioni condotte da docenti dello

Studio Teologico San Paolo e da

esperti in materie specifiche e grup-

pi di lavoro sui contenuti delle lezio-

ni. Dopo seguiranno la celebrazione

eucaristica e la pausa per il pranzo a

sacco. Nel pomeriggio (dalle 15,30

alle 17) ritorno in assemblea per gli

appro-fondimenti con i relatori.

®

Il 23 giugno c.a. una classe del Liceo

Statale “G. Lombardo Radice” ha

incontrato gli assistiti della Caritas

diocesana di Catania. L’iniziativa è

stata promossa dal Dipartimento di

Scienze Politiche e Sociali dell’Uni-

versità di Catania in seno al progetto

Alternanza Scuola-Lavoro previsto

dalla Legge 107/2015. Per questa ini-

ziativa, referente del Dipartimento di

Scienze Politiche e Sociali è stata la

Prof.ssa Teresa Consoli e, per l’Isti-

tuto “Lombardo Radice”, la Prof.ssa

Anna Lombardo.

Sarah, una delle alunne del Liceo

“Lombardo Radice” ha detto: Abbia-mo potuto toccare con mano unarealtà che avevamo conosciuto soloda lontano, attraverso i mass mediao per sentito dire. Abbiamo vissutouna bellissima esperienza formativache ci ha permesso di crescere uma-namente: tutti erano socievoli, e saràdifficile, oramai, per noi, fare icapricci a tavola! Ci è piaciuto cosìtanto stare insieme a loro che alcunidi noi hanno deciso di svolgere infuturo l’attività di volontariato all’-Help center.Ha spiegato la Dott.ssa Valentina

Calì, assistente sociale della Caritas:

Gli utenti dell’Help Center sono abi-

tuati a provare lo stato d’animo chedi solito accompagna la loro quoti-diana richiesta di assistenza e questavolta da noi hanno potuto provare edesprimere finalmente sentimentidiversi: qualcuno di loro, infatti, ini-zialmente si è sentito “fuori luogo”ed è stato bello vedere come sia sta-to prontamente rassicurato dairagazzi; qualcun altro invece ha con-fessato immediatamente di provareun senso di felicità per quello stare“insieme”.Hanno detto le ragazze del Servizio

Civile che hanno partecipato all’in-

contro: È stato un bel momento dicondivisione perché ci ha permessodi conoscere meglio l’utenza, e divivere, attraverso il gioco, il piaceredi stare insieme. Abbiamo vissutotutti una maggiore apertura, perché èimportante non fermarsi a risponde-re meramente alla domanda legata albisogno, ma imparare a interessarsianche al valore delle persone.Don Piero Galvano, Direttore della

Caritas Diocesana di Catania, ha

ribadito che l’Help Center deve esse-

re non solo un centro diurno di “pri-

mo soccorso sociale”, ma anche un

luogo culturale e religioso.

®

La solidarietà una

scommessa di vita

Alunni del Liceo Statale “G. Lombardo Radice”alla Caritas

Scuola di formazioneper operatori di pastorale

6

Ufficio Diocesano per la Pastorale della Famiglia

familiare

Ufficio Liturgico Diocesano

Come è noto, la Congregazione per

il Culto Divino e la Disciplina dei

Sacramenti con decreto del 3 giu-

gno 2016, su indicazione del Santo

Padre, ha elevato la memoria di

Santa Maria Maddalena (22 luglio)

a festa.

Nel sito web della Diocesi di Cata-

nia è possibile trovare la traduzione

approvata per la lingua italiana del

nuovo prefazio della festa e le

modifiche da inserire nella Liturgiadelle Ore.

Per opportuna conoscenza è possi-

bile trovare anche due testi di S. E.

mons.

Arthur Roche, Segretario della

medesima Congregazione a com-

mento della festa e del nuovo pre-

fazio.

Colgo l’occasione per porgere cor-

diali saluti.

Don Giovambattista Zappalà

DirettoreUfficio Liturgico

Diocesano

Ai Reverendi Sacerdotie Superiori Istituti di Vita Consacrata

Prospettive - 17 luglio 2016 77

La sera di domenica 10luglio, centinaia di parroc-

chiani e di fedeli provenienti da altre par-ti della città, nonostante il caldo estivo,hanno gremito la chiesa parrocchiale“Santa Maria della Guardia” in Ognina,parata a festa, per partecipare alla solen-ne s. messa giubilare di ringraziamento edi lode al Signore, presieduta dall’ama-tissimo parroco fra’ Armando Cicchello,nella fausta e gioiosa ricorrenza del 50°anniversario di ordinazione sacerdotale econcelebrata da decine di confratellisacerdoti di diverse fraternità francesca-ne della Provincia di Sicilia “SantissimoNome di Gesù” dell’Ordine dei FratiMinori e da presbiteri delle parrocchie delV vicariato foraneo cittadino. Tra i con-celebranti il confratello e vice parrocopadre Girolamo Billone che proprio quelgiorno compiva 51 anni di sacerdozio. Laconcelebrazione eucaristica della XVdomenica del tempo ordinario/C, è stataanimata dai canti eseguiti dalla Coraleparrocchiale diretta dal sac. fra’ MassimoCorallo.Ha impreziosito la fausta ricorrenza lagradita presenza dell’ArcivescovoMons. Salvatore Gristina che all’iniziodella liturgia eucaristica ha rivolto alcarissimo padre Armando e ai figli di SanFrancesco presenti (anche di altri Ordinireligiosi come i Cappuccini del SacroCuore di Gesù di via Plebiscito) paterne

espressioni di augurio e digratitudine per il preziosolavoro pastorale svolto indiocesi, scusandosi di nonpoter presiedere, comeaveva promesso, la s. mes-sa per essere vicino con lacelebrazione dell’Eucare-stia a un sacerdote secola-re ammalato -mons. LuigiChiovetta- nel giorno delcompimento di 56 anni diordinazione sacerdotale.L’Arcivescovo, nel ricor-dare la visita pastorale ivifelicemente compiuta, ha assicurato lasua presenza spirituale in unione di pre-ghiera, esprimendo parole di benevolen-za verso il popolo di Dio radunato attor-no all’altare del Signore nella lieta ricor-renza giubilare del proprio parroco.Anche il ministro provinciale fra’ Alber-to Marangolo, venuto appositamentedalla Casa provincializia di Palermo, haevidenziato i preziosi carismi pastorali efrancescani espressi con equilibrio, sag-gezza e prudenza dall’affabile paternitàspirituale del caro confratello nel sacer-dozio, fra’ Armando, di cui da chierico èstato allievo.Particolarmente gradita a padre Arman-do e a tutti è stata anche la presenza dinumerosi parenti provenienti da Regal-buto nella cui cittadina natale il 9 luglio

1966 padre Armando, al secolo Giusep-pe e all’età di 27 anni, è stato ordinato pre-sbitero per l’imposizione delle mani delvescovo di Nicosia, mons. CostantinoTrapani, indimenticato e carismaticoparroco di S. M. della Guardia dal 1947 al1960. Tra i presenti alla celebrazione giu-bilare l’avv. Raffaele Stancanelli, giàsindaco di Catania e originario di Regal-buto, e il gr.uff. Luigi Maina, cerimonie-re del Comune.È stato padre Claudio Cicchello, al seco-lo Vito, suo fratello di nascita e di reli-gione che attualmente riveste il compitodi guardiano del convento e di vicarioforaneo, a tenere l’omelia imperniata sul-la liturgia della Parola (dal libro del Deu-teronomio 30,10-14; salmo 18/19,8-11;dalla lettera di san Paolo apostolo ai

Colossesi 1, 15-20; dal Van-gelo secondo Luca 10,25-37, il celebre passo dellaparabola del buon Samarita-no) e sul contenuto dell’arti-stica immaginetta-ricordo,riportante la celebre “bene-dizione” del Serafico PadreFrancesco e un originale eprofondo pensiero scrittocon la mente e col cuore disacerdote frate minore, conchiari riferimenti autobio-grafici, da padre Armandoispirato dal Signore: “Fin

dal seno materno ti ho pensato, sin dabambino ti ho eletto, fin da giovane hoavuto cura di te. Ti ho voluto figlio diFrancesco d’Assisi, ti ho consacrato Pre-sbitero della mia Chiesa, ti ho protetto datanti pericoli. Tu mi appartieni per sem-pre!”.Padre Claudio, visibilmente commosso,ha magistralmente ripercorso le vicendebiografiche -segnate dal dolore, dalle pro-ve, dalle difficoltà familiari soprattuttodall’Amore del Signore mai venutomeno- di padre Armando, come lui orfa-no del papà dal 5 giugno 1941 e dellatenerissima mamma dal 5 giugno 1951 eda bambino bisognevole, come il fratel-lo più piccolo, di essere accudito, soste-nuto, confortato in paese dai carissimifamiliari -la nonna materna, i numerosi

zii e cugini nominati uno per uno con tan-ta riconoscenza ed affetto- e da ragazzinovisto con trepidazione crescere e matu-rare in fretta in Collegio.Pippo e Vito venivano seguiti sempre conpremurosa attenzione dove la Provvi-denza man mano li destinava trovandotanti papà, tante mamme, tante sorelle,tanti fratelli, tanta bontà, tanta carità, tan-to amore che li ha condotti alla profes-sione religiosa nella regola di San Fran-cesco e al sacerdozio. Fra’ Claudio haricordato le varie tappe della vita di con-sacrato e di sacerdote del fratello Arman-do ovunque benvoluto ed apprezzatoper la fede e la carità e per le non comunidoti di superiore prudente, lungimirante,saggio: ad Ispica, Biancavilla, Messina,come padre maestro e rettore dei fratini,guardiano, maestro dei chierici, cappel-lano delle Clarisse, rettore del santuariomessinese Nostra Signora di Lourdes conl’annesso convento Santa Maria degliAngeli, parroco, guardiano, definitore evicario provinciale.Vent’anni, infine, trascorsi come parroco“restauratore” a 360 gradi a Catania chetanto ha fatto per il decoro, la bellezza,l’accoglienza degli edifici del convento edella chiesa e soprattutto per il buonandamento dell’attività pastorale in par-rocchia a servizio di tutti e docile alledirettive diocesane dell’ArcivescovoMons. Gristina. Nei momenti di perico-lo e di grande fragilità, a causa di malat-tie bisognevoli di continue cure medichepadre Armando è stato sostento dalla pro-tezione misericordiosa del Signore e dal-l’affetto dei suoi confratelli e parroc-chiani.Padre Armando, a conclusione dellasolenne concelebrazione, molto emo-zionato ha ringraziato per il grande affet-to dimostrato nei suoi confronti da tutti ipresenti, comprese spiritualmente lesorelle clarisse in preghiera nei loromonasteri. I parrocchiani, i confratelli e gli amicisuccessivamente hanno festeggiato inletizia francescana il proprio dilettopastore nell’arioso cortile parrocchialecon un momento di fraternità scanditodalla proiezione di un inedito ed apprez-zato filmato sulla vita e le opere del reli-gioso giubilato.

Antonino Blandini

Al servizio della Chiesa con decoro

50° anniversario di ordinazione sacerdotale di Padre Armando Cicchello

Presso l’Associazione“Talità Kum E Stra-

daLudobus” di Librino, opera-segno della Caritas Diocesana diCatania, che opera in viale Monca-da, di fronte l’ex “Palazzo diCemento” come Centro educativodi aggregazione e di servizio per iminori del megaquartiere dell’e-strema periferia sud della città,sono disponibili 7 posti per il pro-getto che il Servizio Civile, riser-vato ai giovani dai 18 ai 29 anni,può svolgere.Il Servizio Civile dura un anno(inizierà verso il mese di ottobre):i giovani scelti vivranno il servizio

con i bambini e i ragazzi dai 6 ai18 anni, svolgeranno attività dianimazione, sostegno scolastico,laboratori creativi, sportivi e musi-cali, grest estivo e animazione distrada con lo straludobus.Il Servizio, inoltre, prevedemomenti formativi settimanali nelCentro e durante l’anno con tutti iragazzi in servizio civile con i pro-getti dei Salesiani. Ai volontarispetta un compenso di euro 433,80netti mensili. Contattare il centroper un colloquio conoscitivo e peravere tutte le informazioni: tel.338.7346580.

®

Servizio civile al CentroTalità Kum di Librino

Luigi Ingrasciotta, unostudente catanese di 21

anni fin da piccolo molto devoto dellaSanta Patrona di Catania, durante laprova orale degli esami di maturità pro-fessionale come operatore turistico,presso la sede centrale di Monte Po del-l’Istituto Professionale di Stato per iServizi enogastronomici e dell’Ospi-talità alberghiera “Karol Wojtyla”, hapresentato ed illustrato alla commis-sione esaminatrice una corposa edocumentata tesina, arricchita da mol-te immagini a colori, riguardanti ilmartirio e il culto di Sant’Agata nonché

la devozione, l’arte, il folklore e la festadella veneratissima protomartire con-cittadina.Il giovane maturando, da anni impe-gnato nella parrocchia “San Berillovescovo in Santa Maria degli Amma-lati” di piazza Bovio, per la prova dilingua straniera ha, inoltre, descritto inlingua inglese alcuni dei preziosi piùnoti e più pregiati -quali la corona diRiccardo Cuor di Leone re d’Inghilter-ra, la croce di cavaliere della Legiond’Onore di Vincenzo Bellini, la crocepettorale del cardinale arcivescovoGiuseppe Francica Nava, l’anello di

zaffiri della regina Margherita diSavoia, ecc.- visibili nei giorni dellafesta di febbraio e di agosto, riuscendoanche in altre materie a fare dei riferi-

menti agatini così come per la scienzae la cultura dell’alimentazione che gliha dato l’occasione di parlare dei tipi-ci dolci delle tradizionali festività aga-tine.La commissione, presieduta dallaprof.ssa Lorena Salerno, ha seguitocon interesse e curiosità l’esposizionedel giovane davanti ad una piccola efedele copia dell’artistico semibustoreliquiario di Sant’Agata, messo gen-tilmente a disposizione dal titolare delnegozio di articoli religiosi e di artesacra “Giuseppe La Rosa” ed eccezio-nalmente ha voluto ricordare con unafoto questo momento così significativo.

Blanc

IL CULTO DI SANT’AGATA oggetto di una tesina

A9 secoli dalla sua edifica-zione, la Cattedrale si

apre anche alle visite virtuali grazie aquesto percorso immersivo. Come silegge e si ascolta in uno dei testi intro-duttivi, “In questa casa più volte rinatadalle sue stesse rovine, i fedeli possonosempre riconoscere nel segno della cat-tedra del vescovo la presenza di Cristobuon pastore e, mentre celebrano i divi-ni misteri, pregustare un tempo oltrequello presente quando egli sarà tutto intutti”. La visita consente di esplorarel’intera basilica a 360° e accedere a 12punti di interesse: dalla Porta, invitoall’incontro, al Sacello di sant’Agata,anch’esso aperto virtualmente a tutti i

navigatori, fino alla sagrestia, che espo-ne un affresco raffigurante l’eruzionedell’Etna del 1669. I punti di interessesaranno presto fruibili anche attraversopercorsi di visita tematici, in grado difacilitare la lettura catechetica e liturgi-ca del Duomo. È frutto della collabora-zione dell’Arcidiocesi metropolitanacon IBAM (Istituto per i Beni Archeo-logici Monumentali) del CNR (Consi-glio Nazionale delle Ricerche). Il pro-getto è uno dei progetti-pilota promos-si dall’Ufficio Nazionale per i beni Cul-turali della Conferenza Episcopale Ita-liana.

LA CATTEDRALE si apreanche alle visite virtuali

Nella foto il Sacello di S. Agata

di maturità professionale

Il catanese Alessio Stranoe il messinese Giuseppe

Argurio tre anni fa hanno ideato,dopo una lunga progettazione, ilmarchio denominato “Isola Bella”per la produzione di articoli preziosie rari, soprattutto unici, che richia-mano gli elementi fondanti dellamillenaria cultura delle isole sicilia-ne in un momento di grande crisi e digravi difficoltà, in un contesto stori-co come quello attuale non certofavorevole a progettare scommetten-dosi e rischiando per il futuro.Il loro certosino e scrupoloso lavorodi fedele riproduzione, anche se inscala ridotta, del celebre e preziosis-simo reliquiario antropomorfo asemibusto processionale di Sant’A-gata vergine e protomartire catanese,opera trecentesca dell’orafo senese aservizio della corte papale avignone-se, Giovanni Di Bartolo, è stato posi-tivamente selezionato dagli esperticuratori della mostra allestita al Bri-tish Museum, uno dei più prestigiosi

musei del mondo.Quattromila anni di storia siciliana,dai Greci ai Romani, dai Bizantiniagli Arabi, dai Normanni agli Svevi,dagli Angioini agli Aragonesi, dagliSpagnoli ai Borbone sino ai nostrigiorni sono esposti al celebre Museonazionale londinese sino al 14 ago-sto: tra tante meraviglie si trovano inbella vista i gioielli della nostra “Iso-la Bella”, grazie ad una lodevole ini-ziativa in sinergia fra il Museo Bri-tannico e l’Assessorato regionale peri Beni culturali e l’identità siciliana,alla quale hanno potuto parteciparedue imprenditori siculo-orientaliStrano e Argurio.Il catanese, che lavora da 30 nel mer-cato esclusivo dei gioielli, è uneccellente ideatore di una linea digioielli che ripropone i dati caratteri-stici, naturalistici, artistici, socialidella profonda ed autentica realtàstorico-antropologica della Sicilia:dai fichi d’India al carretto, dallecarte da gioco all’arte sacra che

trionfa e sbalordisce col bustoreliquiario agatino. Tali “tesoririprodotti” sono giunti nellesale espositive dell’insigneMuseo del Regno Unito graziead una cernita-scelta moltoselettiva effettuata attraversouna mirata ricerca telematicache ha individuato il lavoroartistico dei due imprenditorisiciliani che dànno lavoro aduna ventina di dipendenti mol-to qualificati.L’esposizione siculo-londineseè dedicata alla “collezione San-t’Agata” come espressamente èstato chiesto dalla direzionemuseale in virtù del grandesignificato storico, agiograficoe simbolico della tradizionereligioso-devozionale di matri-ce cristiana della nostra Isola,storicamente sempre al centrodelle attenzioni non solo cultu-rali ma anche politico-econo-miche degli Inglesi.

Ricordiamo, a mo’ di esempio, l’in-sistente e “sospetta” attenzione delleautorità militari inglesi nella Cataniaappena liberata nell’agosto del 1943nei confronti del tesoro di Sant’Aga-ta e in particolare del busto reliquia-rio che, secondo la tradizione, sareb-be stato incoronato personalmente aCatania addirittura da Riccardo Cuordi Leone, re d’Inghilterra, nel 1190-1191, durante la sua permanenza inSicilia in procinto di raggiungere laTerra Santa per partecipare alla IIICrociata.A giudizio unanime e dopo un’atten-ta valutazione, il pezzo più significa-tivo esposto a Londra è la piccola,precisa e ben riuscita riproduzionedel venerato busto agatino, frutto diun molto impegnativo e attento lavo-ro di circa 4 mesi: prima il disegno el’attuazione del prototipo a Catania epoi lo sviluppo creativo dell’operad’arte a Messina.

A.B.

Prospettive - 17 luglio 20168

DIOCESI

8

La globalizzazione dei simbolidella pietà popolare catanese

Copia busto reliquiario di Sant’Agata esposta al British Museum

CATANIA

AZIENDA cerca n. 1 sales executive.Requisiti: diploma/laurea esperienza pre-gressa in ambito commerciale e marketingsettore food/beverage, canale tradizionalee GDO. Inviare curriculum a:[email protected] con riferi-mento: I484.COF centro orientamento e formazione,cerca n. 1 assistente di I livello per piat-taforma software multicanale per stageformativo. Requisiti: laurea in disciplineinformatiche (conseguita entro e non oltre12 mesi dalla data di inizio del tirocinio),buona dialettica, buone capacità di relazio-ne. Inviare curriculum a: [email protected] con riferimento: I512. SALONE DI BELLEZZA cerca n. 1parrucchiere tecnico. Requisiti: espe-rienza nel ruolo, buone doti relazionali.Inviare curriculum a: [email protected] con riferimento: I513. AZIENDA settore tecnico, cerca n. 1 tec-nico per strumentazione di laboratorioanalisi. Requisiti richiesti: diploma supe-riore, buona conoscenza della lingua ingle-se, serietà. Inviare curriculum a: [email protected] con riferimento:I514. AZIENDA settore arredamento, cerca n. 1consulente. Requisiti: diploma superiore,buone conoscenze informatiche e della lin-gua inglese, età compresa tra i 18 ed i 33anni, automunito. Inviare curriculum a:[email protected] con riferi-mento: I516. AZIENDA settore arredamento, cerca n. 1addetto alla contabilità. Requisiti: diplo-ma di maturità superiore, conoscenza del-la lingua inglese, dinamicità. Inviare curri-culum a: [email protected] riferimento: I517. AZIENDA cerca n. 1 receptionist.

Requisiti: laurea; minima esperienza com-merciale; spiccate capacità di relazione conil pubblico, predisposizione alle relazioniinterpersonali. Inviare curriculum a: [email protected] con riferimento:I519. AZIENDA settore cosmetico, cerca n. 1coordinatrice. Requisiti: buone doticomunicative e interpersonali, entusiasmoe voglia di mettersi alla prova, domicilio suCatania o immediato hinterland, diplomadi maturità. Inviare curriculum a: [email protected] con riferimento:I523. BEAUTY SPACE cerca estetista. Requi-siti: esperienza nel settore. Per maggioriinformazioni consultare il sito:http://www.subito.it/offerte-lavoro/esteti-sta-catania-164410758.htm AZIENDA cerca grafica/segretaria.Requisiti: velocità nell’esecuzione e nel-l’apprendimento, esperienza nel settore,buona conoscenza dei programmi di grafi-ca. Per maggiori informazioni chiamare lo0956787414. AZIENDA settore ristorazione, cercabanconista e personale di sala. Requisiti:esperienza nel settore e disponibilità ai tur-ni. Sede di lavoro: Pedara (CT). Per mag-giori informazioni chiamare al3385021292Cerca badante per signora anziana.Requisiti: esperienza nel settore, capacitàgestione faccende di casa. Si offre: vitto ealloggio. Per maggiori informazioni chia-mare al 3203455193. MOVIEMEX3D cerca programmatoreunity. Requisiti: laurea settore informatica,disponibilità immediata. Per maggioriinformazioni chiamare al 3471792214. RISTORANTE cerca direttore di sala.Requisiti: esperienza nel settore, ottime doticomunicative, conoscenza della linguainglese, capacita’ di problem solving, otti-me capacita’ di gestire team di lavoro, dis-

ponibilità a lavorare su turni. Inviare curri-culum vitae a: [email protected] RISTORANTE cerca sommelier.Requisiti:esperienza nel settore, preciso,puntuale, serio, flessibile, dinamico, colla-borativo, disponibile a lavorare su turni, ingrado di gestire autonomamente una can-tina, conoscenza lingua inglese. Inviarecurriculum vitae a: [email protected] RISTORANTE cerca cameriere. Requi-siti: esperienza nel settore della ristorazio-ne, disponibilità a lavorare su turni, cono-scenza della lingua inglese, ottime doti col-laborative, ottime doti comunicative.Inviare curriculum vitae a: [email protected] AZIENDA settore ristorativo, cerca n.1cameriere. Requisiti: esperienza nel set-tore. Inviare curriculum vitae a: [email protected] CARROZZERIA cerca carrozziere perauto. Requisiti: esperienza nel settore.Sede di lavoro: Mascali (CT). Inviare cur-riculum vitae a: [email protected] BAR cerca banconista. Requisiti: etàcompresa tra i 25 ed i 30 anni, esperienzanel settore. Sede di lavoro: Acireale (CT).Inviare curriculum vitae a: [email protected]/TIROCINI AGENZIA DI RECLUTAMENTOscambi europei offre stage in Francia di 6mesi. Il candidato ideale è uno stagista ita-liano in quanto dovrà occuparsi anche del-la selezione di candidati italiani per lavo-rare in Florida al Walt Disney WorldResort. Requisiti: eccellente livello diinglese e un buon francese sono necessari,buona conoscenza informatica. Per mag-giori informazioni consultare il sito:https://www.dropbox.com/s/bhpagzsylpdj95d/Offre%20Stage%20IS%202016%20%28English%29.pdf?dl=0

BANCA EUROPEA PER GLI INVE-STIMENTI (BEI) offre stage. Requisitipossedere la conoscenza approfondita di unadelle lingue utilizzate all’interno della banca(inglese/ francese). Verrà tenuta in particola-re considerazione anche la conoscenza diun’altra lingua comunitaria. essere cittadini diuno dei 28 Stati membri UE. Sede dello sta-ge: Lussemburgo. Per maggiori informazio-ni consultare il sito: http://www.eib.org/ .FONDAZIONE FRANCO E MARILI-SA CALIGARA per l’alta formazioneinterdisciplinare ha pubblicato due bandi diconcorso per quattro borse di studio com-plessive. Il primo è un bando di concorso perdue borse di studio da sostenere attraverso ilcofinanziamento di due assegni di ricercabanditi da atenei italiani. Il secondo bando diconcorso è per due borse di studio per lo svol-gimento di attività di ricerca o di perfeziona-mento post laurea all’estero nell’ambito diprogetti e studi interdisciplinari. Possono par-tecipare giovani studiosi, laureati, nati dal 1°gennaio 1986. Il contributo è pari a 5.000Euro per ciascuna attività premiata. Sca-denza: 30 settembre 2016. Per maggioriinformazioni consultare il sito:http://www.fondazionecaligara.it/ con-tents/docs/2016/05/2016-Bando-percofi-nanziare-assegni-di-ricerca.pdf.CE.S.FOR. organismo formativo accredi-tato, che da molti anni opera in Sicilia, apre leiscrizioni ai corsi di: addetto all’istallazionee manutenzione impianti fotovoltaici;operatore social media network nell’am-bito del progetto “sostenibilità della for-mazione permanente”; tecnico della sar-toria artistica, culturale e di scena; opera-tore del trattamento e smaltimento deirifiuti speciali nell’ambito del progetto “laformazione sostenibile”. È possibile trova-re i dettagli dei corsi, all’interno del bando direclutamento relative domande di iscrizionenelle apposite sezioni dell’area “formazionefinanziata”, nel sito: http://www.

cesfor.org/bacheca_news.TOUTELEUROPE.EU offre esperienzadi stage in comunicazione digitale e gior-nalismo della durata di 6 mesi. Il percorsoformativo è rivolto a giovani aspiranti gior-nalisti in possesso dei seguenti requisiti:essere uno studente universitario, preferi-bilmente presso facoltà di scienze politiche,comunicazione o giornalismo, capacità diutilizzo di Internet e dei social network,possedere forte cultura aziendale e politicain ambiti quali affari europei, politica, eco-nomia, diritto, storia e relazioni internazio-nali, buon livello di inglese scritto e parla-to. Si richiede la convenzione di stage conl’università. Sede di lavoro: Parigi, Francia.Per maggiori informazioni consultare ilsito: http://www.touteleurope. eu/ente-te/qui-sommes-nous/offres-de-stages.html Attraverso il programma SPA-Sperimen-tazioni di Politiche Attive (Botteghe), sifinalizza la trasmissione ai giovani di com-petenze specialistiche e il ricambio gene-razionale nei mestieri artigianali. I candidatialle nuove 85 Botteghe, devono essere inpossesso dei seguenti requisiti:essere dis-occupati, avere tra 18 e 35 anni non com-piuti, essere cittadini italiani e godere deidiritti civili e politici, ovvero essere cittadi-ni dell’Unione Europea, o cittadini extra-comunitari con regolare permesso di sog-giorno in Italia. Per candidarsi, alla doman-da di iscrizione, bisogna allegare:copia deldocumento d’identità in corso di validità (opermesso di soggiorno se sei un cittadinoextracomunitario), autocertificazione del-lo stato di disoccupazione o copia del cer-tificato di iscrizione al servizio competen-te che attesta lo stato di disoccupazione,curriculum vitae. I tirocini hanno una dura-ta di 6 mesi. Alle 85 Botteghe è possibilecandidarsi entro il 27 luglio 2016. Per mag-giori informazioni consultare il sito: http://www.botteghemestiereinnovazione.it/

®

A cura del Centro Orizzonte Lavoro

095 320054 / [email protected]à e concorsiOPPORTUNITÀ

Ancora una volta il nostro

amatissimo Sposo ci ha

preso per mano e ci ha condotto a

Roma, anzi, a Sacrofano di Roma, dove

abbiamo partecipato insieme a circa

mille persone, tra adulti e bambini, al 6°

Convegno Nazionale Teologico Pasto-

rale promosso dal Progetto Mistero

Grande a cui fa riferimento don Renzo

Bonetti. Certo, ci ha condotto… un

viaggio in auto di circa dieci ore in que-

sto ultimo caldo fine settimana di giu-

gno è tutto dire, ma proprio il viaggio

può dare una prima idea di quello che è

il nostro matrimonio, non uno stare,

piuttosto un muoversi, un camminare

verso una Meta (in maiuscolo!), un fer-

marsi, a volte una sosta prolungata che

non va vista negativamente ma come

momento di riflessione e possibilità di

ripartire rinfrancati, rinforzati e pronti

ad un altro tratto di strada. Mai da soli,

Lui sempre ospite silenzioso a tal pun-

to che rischiamo di non sentirlo, ma

anche compagni di viaggio che sono

stati così folli da voler condividere con

noi questa avventura, e così negli anni

(questo è per noi il quarto convegno)

abbiamo visto crescere e maturare oltre

la nostra relazione di coppia anche la

Salerno-Reggio di cui abbiamo “godu-

to” le varie trasformazioni con relative

code chilometriche in cui talvolta siamo

incappati. Quindi, l’esperienza del con-

vegno non è una novità per noi, diceva-

mo, ma ogni volta è stata per noi occa-

sione di crescita nella consapevolezza

del grande dono che abbiamo ricevuto

con il sacramento delle nozze. Una

parola è comune a tutti i convegni, una

sorta di leitmotiv, il termine Grazia; ed

è proprio a partire dalla grazia del

sacramento che ci unisce che siamo sta-

ti condotti negli anni precedenti a con-

templare e a stupirci del dono ricevuto,

a riflettere sullo Spirito Santo che ci gui-

da alla scoperta di questo dono e ci apre

uno spiraglio verso la conoscenza di chi

siamo chiamati ad essere come sposi e

famiglia cristiana per poi allargare il

nostro orizzonte alla missione di cui sia-

mo investiti tramite il sacramento delle

nozze. Certo, quando ci siamo sposati

non ne avevamo proprio la consapevo-

lezza e spesso anche oggi, dopo 29 anni,

ognuno di noi due è mistero all’altro,

grazie a Dio! Tornando al Convegno,

abbiamo cominciato a comprendere

una cosa riguardo la missione: questo

dono grande – il sacramento delle noz-

ze – non può essere chiuso dentro le

nostre mura domestiche, se non addi-

rittura relegato in fondo a un cassetto;

insomma non possiamo vivere di “ren-

dita”. Lo stesso sacramento ci spinge

fuori a mostrare e a donare alla Chiesa

e a tutti la nostra gioia di essere sposi

cristiani. E tutto questo non da soli ma

in comunione con il nostro Vescovo e

con i nostri parroci, con i quali si

dovrebbero stabilire relazioni di corre-

sponsabilità, tenute ferme le differenze,

nessuna invasione di ruoli, ma un arric-

chimento vicendevole in base ai propri

carismi. Questo, in breve, una specie di

quadro riassuntivo dei cinque convegni

precedenti. Il convegno da cui siamo

appena rientrati aveva come tema “Per

la grazia del sacramento delle nozze:

vivere e annunciare la bellezza del

maschile e del femminile”. Notevoli i

relatori che si sono spesi per sviluppare

e approfondire i vari e molteplici aspet-

ti in cui questa bellezza si declina, a par-

tire dall’Icona che ci ha accompagnato

in questi intensi tre giorni, la creazione

di Adamo ed Eva rappresentata in uno

stupendo mosaico del Duomo di Mon-

reale; e quindi questa bellezza nel

duplice aspetto maschio/femmina,

immagine e somiglianza di Dio, pre-

sente nella Sacra Scrittura dal libro del-

la Genesi sino all’Apocalisse. A volte,

o spesso, siamo lettori distratti della

Parola e non riusciamo a cogliere quan-

to tutta la nostra storia, tutta la nostra

bellezza di uomo e donna vi sia descrit-

ta, tutta, e non sono quando la nostra

immagine sembra essere limpida, ma

anche quando a noi pare appannata e

contorta e non capiamo più a Chi somi-

gliamo. Anche e soprattutto nel nostro

vivere quotidiano riflettiamo questa

immagine, quando ci sembra che le

nostre differenze siano un ostacolo e

quasi danneggino la nostra comunione

e “remino contro” la nostra relazione di

coppia, talvolta temiamo che possano

anche far divergere le nostre stra-

de…quale consolazione scoprire che in

realtà si tratta solo di esprimere nel

modo maschile e nel modo femminile

quello stesso amore che ci lega, e che

quello che talvolta ci fa litigare e discu-

tere è solo il linguaggio sgrammaticato

(per citare don Francesco Pilloni) del-

l’amore, per cui lo stesso concetto è

solo espresso in maniera differente e ci

sembra di parlare due lingue diverse.

Non si tratta solo di parole, ma anche di

tutto quello che esprimiamo con il

nostro corpo.

Ma già San Giovanni Paolo II con la sua

Teologia del corpo ci ha permesso di

fare notevoli passi avanti a questo

riguardo e Christopher West, teologo

americano e uno dei relatori, ci ha illu-

strato e illuminato ancora su questo

Mistero Grande che ci unisce e che è

…in riferimento a Cristo e alla Chiesa;

la nostra sessualità non va vissuta come

se con essa ci dovessimo allontanare dal

disegno del Creatore, anzi è proprio

attraverso di essa che esprimiamo pie-

namente la nostra immagine e somi-

glianza, siamo uno nella diversità, ma

non strettamente legati a ruoli, nel sen-

so che la tenerezza non va espressa solo

dalla parte femminile, anche se, dicia-

mo, è una prerogativa delle donne,

come l’accoglienza e la cura; l’uomo

dona e cura in modo del tutto particola-

re essendo in qualche modo legato a

strutture mentali che rischiano di farlo

sentire meno uomo se si lascia anda-

re…ma dobbiamo imparare ad acco-

glierci come dono dal nostro Sposo,

imparare ad affidarci a Lui e lasciare

che Lui guarisca le nostre ferite. In que-

sto siamo stati aiutati da due momenti

particolarmente intensi di Adorazione

Eucaristica, tantissime coppie in con-

templazione amorosa dello Sposo, ma

in piena intimità ci siamo lasciati guar-

dare e nutrire lo spirito.

Una immagine ci è rimasta dentro, la

nostra relazione è come un fiume che

partendo dalla Sorgente scorre e in

questo suo scorrere va mutando, racco-

glie materiale, si arricchisce di sostan-

ze, si ingrossa, a volte si disperde in fiu-

miciattoli e si ritrova, rischia la secca, si

rinvigorisce…e al termine del suo per-

corso torna alla Sorgente. Un dinami-

smo infinito! Come ogni esperienza

bella, intensa, profondamente vissuta

anche per noi è arrivato il momento di

scendere dal Tabor, e di tornare a casa,

alla nostra quotidianità. Cosa ci portia-

mo? La certezza della presenza viva e

costante del nostro Sposo e il desiderio

di sentirlo con noi e in noi e con il suo

aiuto essere sempre più dono l’uno

all’altra e lasciar trasparire quella

immagine che Lui ha impresso da sem-

pre in noi.

Carmelina e Pippo Di Mauro

Prospettive - 17 luglio 2016 9

DIOCESI

9

Nel Matrimonio si testimonia la bellezzaConvegno del Progetto Mistero Grande a Sacrofano

Anche quest’anno si è

svolta sul sagrato della

Chiesa Madre Madonna della Pace di

Tremestieri Etneo, quale edizione

estiva del Premio di Poesia “Natale”,

l’ormai consueta manifestazione

“Poesia e prosa sotto le stelle” 4ª Edi-

zione, nel centenario della Grande

Guerra “per gridare ancora Pace sem-

pre”. Dopo il benvenuto del Parroco

Sac. Salvatore Scuderi ai numerosi

convenuti, i saluti dell’Assessore alla

cultura Evelyn Garofalo nelle veci

del sindaco Santi Rando e quelli del

presidente associazione nazionale

Artiglieri d’Italia, sezione di Treme-

stieri Etneo, Lorenzo Mondello, han-

no preso la parola i relatori della sera-

ta: il dott. Salvatore Scalia, responsa-

bile della terza pagina della cultura

del quotidiano “La Sicilia”, autore del

volume “L’apocalisse degli automi”

(Domenico Sanfilippo Editore), il

quale, attraverso le opere di grandi

autori siciliani da Pirandello a Rosso

di San Secondo, ha illustrato con ana-

lisi critica, la singolare visione della

Grande Guerra, operando nel con-

tempo una panoramica europea dei

protagonisti, delle cause e concause e

degli effetti di ricaduta sullo scenario

sociale del disastroso primo conflitto

mondiale. Di seguito è intervenuta la

prof. Milly Bracciante, autrice del

volume “Nel dedalo del destino”

(Prova d’Autore Editore), la quale ha

anzitutto precisato come le vicissitu-

dini di una recluta della prima Guerra

mondiale della sua narrazione siano

realmente rispondenti a verità storica,

dal momento che sono state ricavate

da un diario minimo di appunti redat-

ti in fretta, a matita, su un’agendina

del 1917 fornita alle reclute del regio

esercito italiano e che il protagonista,

suo nonno, in prima linea sul Carso,

teneva nel taschino della giubba.

Il romanzo è volto ad illustrare le soffe-

renze di una guerra assurda, non voluta,

le cui ricadute inevitabilmente stravol-

gono anche la vita di coloro che non

sono al fronte ma ne subiscono le con-

seguenze. “La guerra con le sue bruttu-

re, il suo sangue, le sue violenze, aveva

rivoltato gli animi, ancora di più i più

sensibili e li aveva resi refrattari alla sof-

ferenza e al dolore, incapaci di nutrirsi

ancora di quegli ideali che erano anda-

ti in frantumi”.

Quindi la relazione del dott. Domenico

Messina sulla figura di Agatino Malerba,

medaglia d’oro al Valore militare (Ago-

rà Editore) è stata letta dalla prof.ssa

Maria Grazia Spina e da Lina Giuffrida,

unitamente ad alcune lettere e poesie

indirizzate dal militare, al fronte sul

Carso, alla famiglia a Tremestieri Etneo,

dai cui contenuti si evince una spinta di

irredentismo che giustifica un iniziale

atteggiamento interventista del protago-

nista che infine, davanti alla brutture e

alle violenze, si risolve a cambiare pare-

re sulla proclamata “santità” della guer-

ra. Poesie tratte dal “ Premio Natale”

sono state lette dalla stessa Giuffrida.

Intermezzi musicali sul tema della Pace

sono stati eseguiti dalla Band “Onde Ver-

di 72”, mentre un momento di silenzio è

stato dedicato ai cittadini di Tremestieri

Etneo, ricordati per nome e caduti e dis-

persi durante le operazioni di guerra.

Hanno concluso la suggestiva serata i

saluti del segretario del “Premio Natale”,

dott. Vincenzo Caruso e i ringraziamen-

ti agli intervenuti da parte del parroco

Sac. Salvatore Scuderi.

Milly Bracciante

Nel santuario diocesa-

no Sant’Agata al Car-

cere, piazzetta Santo Carcere (sali-

te Cappuccini e del Colosseo), visi-

te dal tema “La Città di Agata. Luci

su Catania antica. Fede, storia, arte

e tradizione attorno al Carcere del-

la Protomartire catanese”; orari

estivi di apertura: venerdì 18.30-

22.30, sabato 10-12 e 18.30-22.30.

Sarà possibile fruire del nuovo per-

corso di visita al complesso storico

dell’unico santuario agatino del-

l’arcidiocesi e del mondo: un itine-

rario di visita sorprendente e inedi-

to attraverso 2mila anni di storia.

Per gruppi su richiesta possibilità

di effettuare la visita anche in altri

orari. Info e prenotazioni:

338.1441760, carceresantagata@

gmail.com, F Santuario Sant’Agata

al Carcere. Visita con contributo.

®

Santuario Sant’Agata al Carcereorari di apertura estivi

I grandi ideali gridano “Pace”“Poesia e prosa sotto le stelle” 4ª Edizione nel centenario della Grande Guerra

del maschile e del femminile

Marta

Mentre erano in cammino... una

donna di nome Marta lo ospitò.Ha la stanchezza del viaggio nei pie-di, la fatica del dolore della gentenegli occhi. Allora riposare nella fre-scura amica di una casa, mangiare incompagnia sorridente è un dono, eGesù lo accoglie con gioia.Quando una mano gli apre una porta,lui sa che lì dentro c’è un cuore chesi è schiuso all’amore. Ha una meta,Gerusalemme, ma lui non «passaoltre» quando incontra qualcuno. Per lui, come per il buon Samaritano,ogni incontro diventa una meta, unobiettivo.Gesù entra nella casa di due donned’Israele, estromesse dalla formazio-ne religiosa, va direttamente nellaloro casa, perché quello è il luogodove la vita è più vera. E il Vangelo deve diventare vero nelcuore della vita.Maria, seduta ai piedi del Signore,

ascoltava la sua parola. Sapienza delcuore, il fiuto per saper scegliere ciòche fa bene alla vita, ciò che regalapace e forza: perché l’uomo segue

quelle strade dove il suo cuore gli

dice che troverà la felicità (sant’A-gostino).Mi piace immaginare questi duetotalmente presi l’uno dall’altra: lui adarsi, lei a riceverlo. E li sento tutti edue felici, lui di aver trovato un nidoe un cuore in ascolto, lei di avere unrabbi tutto per sé, per lei che è don-

na, a cui nessuno insegna. Lui total-mente suo, lei totalmente sua. AMaria doveva bruciare il cuore quelgiorno.Da quel momento la sua vita è cam-biata. Maria è diventata feconda,grembo dove si custodisce il semedella Parola, e per questo non puònon essere diventata apostola. Per ilresto dei suoi giorni a ogni incontroavrà donato ciò che Gesù le avevaseminato nel cuore. Ritorniamo alla

Parola di Dio.

Tradizione

Riaffermando il legame tra lo SpiritoSanto e la Parola di Dio, abbiamoanche posto le basi per comprendereil senso ed il valore decisivo dellaviva Tradizione e delle sacre Scrittu-re nella Chiesa. Poiché Dio «ha tan-to amato il mondo da dare il Figliounigenito» , la Parola divina, pro-nunciata nel tempo, si è donata e«consegnata» alla Chiesa in mododefinitivo, cosicché l’annuncio dellasalvezza possa essere comunicato intutti i tempi e in tutti i luoghi. Comeci ricorda la Costituzione dogmaticaDei Verbum, Gesù Cristo stesso«ordinò agli Apostoli che l’Evange-lo, prima promesso per mezzo deiprofeti e da Lui adempiuto e promul-gato di persona venisse da loro pre-dicato a tutti come la fonte di ogniverità salutare e di ogni regola mora-le, comunicando ad essi i doni divini. Ciò venne fedelmente eseguito, tanto

dagli Apostoli, i quali nella predica-zione orale, con gli esempi e le isti-tuzioni trasmisero sia ciò che aveva-no ricevuto dalla bocca del Cristovivendo con Lui e guardandoLo agi-re, sia ciò che avevano imparato daisuggerimenti dello Spirito Santo,quanto da quegli Apostoli e da uomi-ni della loro cerchia, i quali, per ispi-razione dello Spirito Santo, miseroper scritto il messaggio della salvez-za». Il Concilio ricorda come questa Tra-

dizione di origine apostolica sia real-tà viva e dinamica: essa «progrediscenella Chiesa con l’assistenza delloSpirito Santo»; non nel senso cheessa muti nella sua verità, che èperenne. Piuttosto «cresce … lacomprensione, tanto delle cose quan-to delle parole trasmesse», con lacontemplazione e lo studio, con l’in-telligenza data da una più profondaesperienza spirituale, e per mezzodella «predicazione di coloro i qualicon la successione episcopale hanno

ricevuto un carismasicuro di verità».

Crescere

La viva Tradizione èessenziale affinché laChiesa possa vera-mente crescere neltempo nella compren-sione della veritàrivelata nelle Scrittu-re; infatti, «è questaTradizione che faconoscere alla Chiesal’intero canone deilibri sacri e nellaChiesa fa più profon-damente comprende-re e rende ininterrot-tamente operanti lestesse sacre Scrittu-re». È la viva Tradi-zione della Chiesa afarci comprendere inmodo adeguato la

sacra Scrittura come Parola di Dio». Si comprende come sia importanteche il Popolo di Dio sia educato eformato in modo chiaro ad accostar-si alle sacre Scritture in relazionealla viva Tradizione della Chiesa,riconoscendo in esse la Parola stessadi Dio. Far crescere questo atteggia-mento nei fedeli è molto importantedal punto di vista della vita spiritua-le. Può aiutare a questo propositoricordare un’analogia sviluppata daiPadri della Chiesa tra il Verbo di Dioche si fa «carne» e la Parola che si fa«libro». La Costituzione dogmaticaDei Verbum, raccogliendo quest’an-tica tradizione secondo la quale «ilcorpo del Figlio è la Scrittura a noitrasmessa» – come afferma san-t’Ambrogio –, dichiara: «Le paroledi Dio, espresse con lingue umane, sisono fatte simili al linguaggio degliuomini, come già il Verbo dell’eter-no Padre, avendo assunto le debolez-ze della natura umana, si fece simileagli uomini». Così compresa, lasacra Scrittura si presenta a noi, purnella molteplicità delle sue forme edei suoi contenuti, come realtà unita-ria. Infatti, «Dio, attraverso tutte leparole della sacra Scrittura, non diceche una sola Parola, il suo unico Ver-bo, nel quale dice se stesso intera-mente , come già sant’Agostinoaffermava con chiarezza: «Ricorda-tevi che uno solo è il discorso di Dioche si sviluppa in tutta la sacra Scrit-tura ed uno solo è il Verbo che risuo-na sulla bocca di tutti gli scrittorisanti».

P. Angelico Savarino

Prospettive - 17 luglio 201610

Riflessioni sul Vangelo

San Giacomo sostiene con forza che lafede senza le opere è vana: “A che ser-ve, fratelli miei, se uno dice di averefede, ma non ha le opere? Quella fedepuò salvarlo?... Insensato, vuoi capireche la fede senza le opere non ha valo-re?”. Porta l’esempio di Abramo cheavendo offerto il proprio unico figlio aDio in sacrificio, divenne padre dellafede, perché le opere agivano insiemealla fede. La Scrittura dice: “Abramocredette a Dio e gli fu accreditato

come giustizia, ed egli fu chiamatoamico di Dio”. Considera Giacomoche l’uomo è giustificato per le operenon soltanto per la fede. Raab, la pro-stituta, fu giustificata per le opere:aveva dato ospitalità agli esploratori eli aveva fatti ripartire per un'altrastrada. Conclude dicendo che come ilcorpo senza lo spirito è morto, cosìanche la fede senza le opere è morta.

L.C.

Lettere apostoliche in briciole

…MA DI UNA COSA SOLA C’È BISOGNO

La fede e le opere Gc 2,14-26

Dio non cerca servitori, ma amici

Due sorelle hanno delle incomprensioniper il servizio all’ospite: Gesù. Questientra in un villaggio, incontra una donna:Marta, la quale lo ospita a casa sua. Lasorella Maria non si preoccupa di darsi dafare nel servizio, lascia tutto a Marta.Marta si indispettisce del comportamentodella sorella e protesta con Gesù: “Signo-re, non ti importa nulla che mia sorella mi

abbia lasciata sola a servire?”. Nella visio-ne di Marta, Gesù e Maria sembrano duemenefreghisti. Stanno a chiacchierare sen-za preoccuparsi di dare una mano a Mar-ta, descritta dopo: “distolta per i moltiservizi”. È una scena meravigliosa di vitafamiliare duemila anni fa: le cose oggi nonsono tanto cambiate. Importante è la rea-zione di Gesù. Mentre Maria continua adestasiarsi nell’ascoltarlo, - stava: “sedutaai piedi del Signore ascoltava la sua paro-la”,- Gesù afferma: “Marta Marta, tu tiaffanni e ti agiti per molte cose, ma di unacosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la

parte migliore, che non le sarà tolta”. L’a-scolto della sua parola è la parte miglioree questa non le sarà tolta. L’ascolto dellaParola è un fatto personale tuo, nessunopuò impedirti di ascoltare la parola diDio, ti si può privare di ogni cosa ma noncertamente della tua volontà e del poteremetterti in ascolto di Dio, soprattutto se cisi riferisce all’ascolto interiore: lo Spiritoè dentro di te, che ti parla. Ciò permettela realizzazione della volontà di Paolo peril suo servizio a Cristo in mezzo alle genti:“Egli lo annuncia ammonendo ogni uomoe istruendo ciascuno con ogni sapienza,

per rendere perfetto ogni uomo in Cri-sto”. Il fine dell’attività apostolica è pro-prio questo: “rendere ogni uomo perfettoin Cristo” con la realizzazione della volon-tà divina; che l’uomo sia salvo con l’amo-re e con l’ascolto della parola di Dio, que-sta è la volontà di Dio. L’accoglienza diAbramo e di Sara è eloquente in questarealizzazione. La straordinarietà dei per-sonaggi che essi accolgono riserva la sor-presa dell’annuncio di un figlio, l’amoreproduce amore.

Leone Calambrogio

XVI DOM T.O. / C

DIOCESI

Dio cerca gente che gli lasci fare delle cose dentro di sé

Prospettive - 17 luglio 2016 11

Nuova mise en scène de

L’aria del continente

capolavoro immortale martogliano

scritto nel 1915, che chiude la sta-

gione del teatro L’Istrione di Catania

in una veste classica ma con nuovi

dettagli e spunti, apprezzata dal pub-

blico anche per l’ammirata regia del

bravissimo Valerio Santi

che ne ha curato la traspo-

sizione senza stravolgere

il testo che come sottoli-

nea “è una tra le opere più

rinomate del nostro reper-

torio di tradizione popola-

re; spettacolo che in pas-

sato ebbe grande fortuna e

grandi interpreti come

Musco, Anselmi, Spada-

ro, Ferro, Ninchi, Mangiù

e che ancora oggi – nono-

stante il contenuto non

rasenti ormai nulla di

attuale – rimane tra gli

spettacoli più rappresen-

tati del nostro archivio”. La brillante

commedia articolata in tre cambi di

scene mantenendosi nell’imposta-

zione classica come voleva essere un

tempo, firmate da Santi, scenografo,

regista e protagonista, che evidenzia:

“Martoglio ci racconta una storia

apparentemente banale, ma che

nasconde dietro la vis

comica una grande e

profonda amarezza. Ho

scelto di rappresentare

questo testo in modo un

po’ diverso rispetto alle

classiche messinscena

ricche di una comicità

spesso gratuita ed a vol-

te esagerata, lasciando

largo respiro alla dram-

maticità della situazio-

ne, quella drammaticità

che a sua volta porta lo

spettatore a ridere”. Un

numeroso cast affezio-

nato alla versione classica de L’aria

del continente ha espresso in scena

la bravura supportata dalla fonica di

Aldo Ciulla, luci Ségolène Le Con-

tellec, macchinista Marco Spina,

riprese video Alfio Nicotra, costumi

Costumeria L’Istrione. Mattatore il

ricco e celibe possidente terriero

Cola Duccio, nei panni di un uomo

rispettabile ma si trasforma in perso-

naggio debole, solitario e anche

compassionevole nel suo bisogno di

affetti, impersonato felicemente da

Valerio Santi; così dopo sei mesi

vissuti a Roma, torna al natio paesel-

lo siciliano degli Anni Trenta accom-

pagnato tra spietati pregiudizi e pet-

tegolezzi, dalla fiamma incontrata

nella capitale: la maliarda e affasci-

nante Milla Milord, interpretata da

Marina La Placa che ha tenuto la

scena efficacemente. Un affresco

sociale che colpisce con l’esilarante

narrazione a quadri, cogliendo i

flashback attraverso le tante emozio-

ni agrodolci di un rapporto “sbaglia-

to”, tra intrecci e lazzi in un riscatto

finale in cui il moralismo e il perbe-

nismo trionfa, con reinserimento dal-

l’effimero complesso di inferiorità

nei confronti del continentalismo. Si

intravede quasi una visione tragica

pirandelliana della conduzione regi-

stica riuscendo a creare uno spetta-

colo divertentissimo che il folto pub-

blico esigente ha subito amato. Lo

spettacolo è stato arricchito dalla

brava sorella Marastella Rosaria

Francese con una mimica accatti-

vante e battute esilaranti ma mai vol-

gari, insieme a Salvo Scuderi Don

Lucino Faro che riesce ad esprimere

tutto il suo umorismo con una recita-

zione gaia, non di meno Luigi Nico-

tra in Michelinu, insieme a Roberta

Andronico Clementina, Luciano

Fioretto tenente Galieno Galletti,

Concetto Venti don Liboriu Pappa-

lardo, Aurelio Rapisarda Sasà,

Mario Viglianesi in Cecè, Tino

Mazzaglia il Delegato e infine

Ludovica Calabrese la Servetta.

Una compagnia che è andata in sce-

na non per copiare un testo ma per

rispettarlo nella sua tradizione popo-

lare che il regista ha approfondito e

studiato e chiarisce “oggi proliferano

tanti spettacoli popolari denigrando

la drammaturgia, quello che fa ridere

è la disgrazia altrui, più si è seri e più

il pubblico ride ma c’è l’imitazione;

ho voluto rendere un classico con

delicatezza nulla togliendo alle com-

pagnie filodrammatiche, qui non si

va a braccio e non si codifica nulla,

oggi la novità è fare un testo come è

scritto”. Continua “nel personaggio

ho incontrato difficoltà e soprattutto

il confronto con Turi Ferro, rischian-

do con il pubblico il paragone, è qui

che sta la sfida nell’intraprendere un

personaggio nuovo pur mantenendo

l’esempio dei padri del teatro”. Una

squadra che ha funzionato con armo-

nia ed equilibrio, trasmettendo il pia-

cere di stare insieme con gli spettato-

ri e apprezzando la lingua siciliana

simbolo di un teatro ormai naziona-

le.

Artemisia

Suscitare il sorriso da

situazioni drammatiche

Il romanzo Sicilia, my love,

di Enzo Randazzo, edito da

Medea, giunto già alla terza edizione, è

stato il tema dell’incontro letterario che

si è svolto a Siracusa presso la Chiesa di

San Tommaso ad Ortigia.

Promosso in collaborazione con la

Redazione del Settimanale diocesano

“Il Cammino”, l’incontro è stato intro-

dotto dal preside Giuseppe Adernò, il

quale ha messo in luce le caratteristiche

letterarie dell’opera, il forte messaggio

di sicilianità che trasmette e l’ampiezza

dei temi sociali e culturali che vengono

affrontati: dall’emigrazione all’inter-

culturalità, dalla tradizione alle innova-

zioni nei diversi stili di vita.

Il volume, ha ricevuto il patrocinio del-

la Regione Siciliana-Assessorato dei

Beni culturali e dell’Identità siciliana,

ed ha raccolto numerosi successi, rico-

noscimenti e premi.

L’Autore, Enzo Randazzo, presente

all’incontro, racconta una vicenda che

sviluppa un interesse per la storia e la

cultura regionale e nazionale in una pro-

spettiva multiculturale, celebrando le

bellezze naturali dell’Isola, le sue tradi-

zioni culturali, storiche e linguistiche. Il

romanzo è impreziosito dai richiami e

dalle originali riletture di grandi scritto-

ri ed illustri visitatori stranieri, incanta-

ti dalle bellezze delle città isolane e dal-

la civiltà dei Siciliani anche in una pro-

spettiva storica europea per i valori e gli

ideali di laboriosità, generosità, ospita-

lità e solidarietà che connotano il popo-

lo siciliano.

L’ambientazione in tempi moderni rie-

sce a catturare subito l’interesse del let-

tore, snodandosi tra il realismo dei fatti

descritti e le mitiche irruzioni di poeti e

divinità: “Qui ogni ciottolo racconta

una vicenda, ogni filamento d’erba ha

un gorgheggio, ogni finestra un amore,

Questo è l’unico cantuccio della terra

da cui si può dialogare con tutti gli

astri.”

Nella prefazione Lando Buzzanca

accompagna il lettore nell’immaginare

che Cagliostro, il singolare ingegnoso

medico falsificatore e impostore che

girò tutta quanta l’Europa nella seconda

metà del Settecento e che finì misera-

mente i suoi giorni nella fortezza di San

Leo per ordine di Pio VI, torni a vivere

nella impaludante Sicilia del Novecen-

to e faccia il dentista. Ippocrate Caglio-

stro, dopo una romantica giovinezza

anticonformista e trasgressiva, divenu-

to medico e convinto sicilianista, “con

un cuore grande, ramificato e radicato

come un ulivo centenario, è orgoglioso

di essere siciliano e non può essere raz-

zista”…. ed ecco scopre che le sue

figlie si sono innamorate una di un

leghista e l’altra di un africano.

La vicenda narrata da Enzo Randazzo è

una valida proposta di lettura sia per gli

alunni che si avvicinano timidamente

alla narrativa, sia per quanti amino leg-

gere, in quanto l’intreccio narrativo è

ben costruito e i personaggi hanno una

loro definita identità psicologica e sto-

rico-sociale sullo sfondo di un’incante-

vole Sicilia. L’edizione, indirizzata agli

studenti, è corredata, a cura della prof.

Gisella Mondino, da proposte didattiche

e schede operative che guidano gli stu-

denti all’analisi testuale, invitandoli a

mettersi in gioco come lettori e, come

indicato nella Legge regionale n.

9/2011 che dà “Indicazioni sull’inse-

gnamento della Storia, della Letteratu-

ra e della Lingua Siciliana nelle scuole

di ogni ordine e grado”, ad aprirsi ad una

dimensione interculturale e interdisci-

plinare, valorizzando la storia, la lette-

ratura e la lingua siciliana.

Il testo presenta una “scrittura compo-

sita, ma omogenea, di grande forza evo-

cativa. Suggestiva, colta e nel contempo

vivace e spiritosa” e l’Autore descrive

con forza e lirismo la natura della terra

di Sicilia, riservando particolare atten-

zione e cura al vivace dialogo, ricco di

frasi vive che esaltano la funzione della

lingua, tra i personaggi, descritti e trat-

teggiati con colorite pennellate.

Scritto in maniera vivace e in un italia-

no colto, il messaggio di Enzo Randaz-

zo è chiaro: basta piangersi addosso,

basta lamentarsi, è necessario rimboc-

carsi le maniche e con determinazione

cambiare le cose.

Il contributo di Lando Buzzanca nella

Prefazione e della nota scrittrice Simo-

netta Agnello Hornby, la quale nella

Postfazione, considera il volume come

“un romanzo di formazione, un roman-

zo d’amore ed un inno alla Sicilia e alla

sua bellezza”, confermano il valore let-

terario della narrazione, la sua forza

evocativa e la sua straordinaria efficacia

comunicativa.

Nel corso della presentazione, introdot-

ta dalla proiezione di un artistico video

di Alessandro Becchina le voci di Gisel-

la Mondino e di Daniela Rizzuto hanno

dato vita ai personaggi del romanzo,

facendo rivivere al pubblico sensazioni

ed emozioni di densa sicilitudine.

Enzo Randazzo

Un inno alla Sicilia e alla sua bellezzaPresentato il libro di Enzo Randazzo “SICILIA, MY LOVE”

In seguito alle elezioni

del 18-19 giugno 2016 è

stato eletto il nuovo Consiglio diret-

tivo della venerabile Arciconfrater-

nita Santa Maria Odigitria dei Sici-

liani in Urbe che, secondo quanto

comunicato dal primicerio mons.

Giuseppe Mario Blanda, risulta

costituito in ordine alfabetico da:

Angelo Fabio Bannò, Elisabetta

Buffa, Nicola Busardò, Luciano

Fedricucci, Salvatore Furneri, Mau-

rizio Iudica, Giuseppe Lipari, Paola

Lipari, Paolo Rappa, Caterina Scirè,

Antonietta Stocco in Cantuti

Castelvetri. Il Consiglio direttivo

nella riunione dello scorso 21 giu-

gno ha nominato per le cariche con-

fraternali: priore Nicola Busardò,

priora Paola Lipari, segretario Mau-

rizio Iudica, provveditore economo

Caterina Scirè. Il nuovo Collegio

dei revisori dei conti risulta costi-

tuito da: Mario Cantuti Castelvetri,

Franco Gagliani Caputo, Maria

Rosa Greco e Vera Randazzo. Presi-

dente è stato nominato Mario Can-

tuti Castelvetri. Le cariche sono

soggette all’approvazione del cardi-

nale vicario di Roma Agostino Val-

lini.

A.B.

Arciconfraternita S. M. Odigitriadei siciliani in Urbe, nuovo direttivo

In scena al teatro L’Istrione di Catania l’apprezzata commedia L’aria del continente

Prospettive - 17 luglio 201612

RUBRICHE

Si è conclusa al Mona-

stero dei Benedettini di

Catania la II Conferenza nazionale

sulla mobilità sostenibile promossa

dall’Anci, dal Ministero dell’Am-

biente e dal Comune, articolata in

tre sezioni tematiche: “Infrastruttu-

re e servizi per la mobilità del futu-

ro”, “Mobilità verso emissioni

zero”, “Mobilità: leva di marketing

e valorizzazione territoriale”: l’o-

biettivo è stato quello di definire

linee guida e regolamentazioni

omogenee per le amministrazioni

locali mettendo attorno allo stesso

tavolo istituzioni e aziende impe-

gnate nei settori energia, ambiente,

innovazione, turismo, commercio e

pianificazione territoriale delle

infrastrutture. L’incontro è stato

aperto dal sindaco Enzo Bianco,

presidente del Consiglio Nazionale

dell’Anci, con la partecipazione di

Gianluca Galletti, ministro del-

l’Ambiente, e di Graziano Del Rio,

ministro delle Infrastrutture e dei

Trasporti. “La nostra città sta diven-

tando il luogo in cui ci si confronta,

si ragiona insieme per attuare politi-

che al di fuori dell’emergenza. Que-

sta è una delle grandi questioni che

riguardano il mondo intero: il 26%

dell’anidride carbonica è prodotto

dagli scarichi del traffico delle città

di tutto il mondo. Ridurre la quanti-

tà di queste emissioni è dunque un

obiettivo fondamentale, attraverso

politiche complessive che facilitino

un trasporto pubblico efficiente,

l’incentivazione all’uso di veicoli

elettrici o ibridi, delle biciclette”.

Ha introdotto i lavori Veronica

Nicotra Segretario Generale Anci e

ha moderato Antonella Galdi Vice

Segretario con Gianluca Semprini.

Ha illustrato il focus del seminario

Paolo Testa, capo ufficio studi

Anci, sottolineando gli stili di

mobilità degli italiani, mentre

Roberto Baldassari ha esposto il

sondaggio sulla mobilità delle città

italiane a cui è seguito un dibattito

con i sindaci Massimo Castelli

(Cerignale) e Matteo Ricci (Pesa-

ro). Sono stati forniti scenari visio-

ni e chiavi di lettura per confrontar-

si sullo sviluppo della mobilità del

futuro, soffermandosi sul livello di

infrastrutture e servizi affiancati

dalle politiche attuali.

L’aumento della mobilità sostenibi-

le rappresenta una sfida per gli enti

locali, aree metropolitane e piccoli

comuni. “Vogliamo stimolare pro-

cessi virtuosi per innescare compe-

titività tra pubblico e privato” il

messaggio lanciato dall’Anci in una

visione integrata di città intelligen-

te. Il ministro dell’Ambiente Gal-

letti si sofferma sulla “Carta di

Catania” che ha avviato una nuova

collaborazione tra governo ed enti

locali segnando un passaggio

importante. “Trentacinque milioni

per la mobilità sostenibile casa-

scuola e casa-lavoro dal Collegato

ambientale. E quasi 294 milioni

nella legge di Stabilità per i prossi-

mi tre anni ripartiti tra incentivi al

trasporto merci su ferro e sul mare,

per la mobilità ciclabile e per la pro-

gettazione di itinerari turistici a pie-

di. Sarà importante il metodo, con

la capacità degli enti locali di pre-

sentare progetti completi e fattibi-

li”. Intervento sottolineato dal mini-

stro insieme alla sfida di promuove-

re una mobilità inclusiva, che preve-

da servizi condivisi per avvicinare

sia le periferie e sia le categorie più

deboli.

L’incremento demografico è uno

degli elementi preoccupanti del pia-

neta Terra, e l’intervento di Alberto

Dossi punta all’importanza della

mobilità a idrogeno per rientrare nel

progetto di Tokyo emissione zero.

Traffico e smog sono tra i problemi

più annosi, quindi bisogna puntare

sulla decarbonizzazione del sistema

dei trasporti, occorre dialogo forte

tra decisori e tecnologia. Domenico

Caminiti annuncia la volontà di

raddoppiare l’offerta nel prossimo

quinquennio, attraverso nuove aree

di business, servizi di car sharing

per le pubbliche amministrazioni.

Full immersion sulla politica dei

trasporti con il ministro Delrio.

“Ambiente, economia, cultura, sono

ingredienti fondamentali per la

mobilità del futuro che passa da una

vision rinnovata”, una mentalità che

si nutre di norme, nuove tratte fer-

roviarie, un’efficiente mobilità

ciclabile e un trasporto pubblico

locale organizzato che si muove sul-

la “qualità dei servizi” sempre “in

coerenza con gli indirizzi europei”.

Continua “il tema della sostenibilità

è trasversale a tutte le politiche che

stiamo attuando al ministero e devo

dire che trovo rispondenza tra le

nostre strategie e il Manifesto per

una mobilità sostenibile che l’Anci

propone a Catania. A Madrid ci

sono 290 km di metropolitana, a

Berlino 147, a Roma solo 59 è

importante il servizio

di trasporto urbano su

ferro, l’alta velocità

sarà utilizzata dal 2018

anche per il traffico

merci. Per recuperare

logistica le merci viag-

geranno di notte con

l’alta velocità”. Conti-

nua “saranno aiutate le

Città Metropolitane, il

trasporto pubblico e

regionale, 500 treni nei

prossimi tre anni: ma

la povera Sicilia (vedrà

mai l’alta velocità?),

800 milioni saranno

investiti per il parco

degli autobus poiché si

punterà sulla mobilità

collettiva”. Si impe-

gnerà per la semplificazione nella

mobilità; le tecnologie dei sensori

cambieranno le assicurazioni, poi-

ché l’obiettivo sarà di non aver più

incidenti con le auto, e saranno

introdotti nei viadotti, nelle gallerie

e sui treni, ed è nato un progetto. Si

attueranno le riforme dei porti ma

l’amarezza resta per la povera Cata-

nia emarginata perché sarà attivato

il corridoio Napoli-Palermo. Una

mobilità urbana sostenibile come

leva di marketing e valorizzazione

del territorio sarebbe l’ideale ma al

momento questo proposito in Italia

“si scontra ancora con una certa

rigidità di sistema”, lo ha detto Pao-

lo Crisafi, direttore generale di

Assoimmobiliare, sottolineando:

“abbiamo affrontato questo tema

dal punto di vista immobiliare, pro-

ponendo una nuova legge urbanisti-

ca nazionale, per l’inizio di un

dibattito culturale e politico sul ter-

ritorio e sulle sue regole di governo

che devono essere riprogettate per

una più aderente corrispondenza

alle esigenze della società italiana

di oggi. Il complesso normativo

legato all’urbanistica – come ha

rilevato il dg dell’industria immobi-

liare - che si è creato negli anni in

modo disomogeneo e contradditto-

rio necessita di semplificazione”;

richiama l’attenzione sulla traspa-

renza, sussidiarietà e salvaguardia

del territorio. “Occorre strutturare

una urbanistica moderna, orientata

alla sua valorizzazione, non da ulti-

mo ‘economica’, e affinché ciò

avvenga è necessaria una piena sus-

sidiarietà tra pubblico e privato, nel

rispetto dei ruoli e delle prerogative

di ciascuno. In tale ottica è fonda-

mentale il lavoro svolto da

Anci/Fondazione Patrimonio

Comune”.

Bianco ha spiegato Il ‘Patto per

Catania’ che prevede “un program-

ma operativo di condivisione eco-

nomico-sociale tra città metropoli-

tana e presidenza del Consiglio dei

Ministri, finanziato con Fondi per lo

Sviluppo e Coesione, con risorse

aggiuntive; vi è, inoltre, il Program-

ma Operativo Nazionale Città

Metropolitane 2014-2020, incluso

nell’Agenda urbana nazionale e di

sviluppo urbano sostenibile con

obiettivi allineati all’Agenda urbana

europea”.

Lella Battiato

Obiettivo riduzione delle emissioni

A Catania 2ª Conferenza nazionale Mobilità sostenibile, il bilancio di un progetto

Sarà la capitale del

barocco ad ospitare la

XXV edizione del seminario annua-

le della Federazione Italiana dei Set-

timanali Cattolici (FISC).

Ideato da Mons. Alfio Inserra, diret-

tore de “Il Cammino” di Siracusa, il

seminario di aggiornamento per i

giornalisti ed in particolare per i gio-

vani che si avvicinano a questa non

facile professione, sviluppa ogni

anno un tema specifico.

In continuità con le precedenti edi-

zioni che hanno coniugato il “Rac-

contare i migranti” (2014 Ragusa);

Raccontare il territorio” (2015 Furci

Siculo. Messina) il tema proposto al

venticinquesimo seminario aggrega

il valore della coesione come segno

e garanzia dello sviluppo.

Non si può ritenere vero sviluppo

sociale il progresso economico (che

purtroppo non si manifesta) se pri-

ma non vengono garantiti i valori

della cooperazione, della coesione,

dell’accoglienza.

La dimensione umana dovrebbe pre-

valere sulla ricerca del benessere

economico, che spesso si concentra

su pochi a svantaggio della classe

operaia.

Com’è stato evidenziato nel recente

convegno di Confindustria, svoltosi

presso la St Microelectronics a Cata-

nia nei giorni scorsi, per le imprese

del Mezzogiorno lo sviluppo è lega-

to ai nuovi bandi, i cui decreti sono

in corso di registrazione alla Corte

dei Conti.

I bandi e i progetti avranno maggio-

re efficacia e produttività se, alimen-

tati da coesione, solleciteranno la

cooperazione delle aziende in rete.

Oggi la cultura di rete costituisce un

filone nuovo a garanzia di uno svi-

luppo che produce benefici e pro-

gressi a vantaggio dell’intera società.

Ecco un “elettrochoc per il Sud” che

cerca sviluppo e nuovi sentieri per

valorizzare il già tanto prezioso

patrimonio naturalistico e artistico

della nostra terra di Sicilia.

Dall’estremo Sud, dove è attiva la

Fondazione del Val di Noto, che ha

attivato cantieri educativi e progetti

sociali di attenzione agli ultimi e

alle periferie, giunge ai giornalisti

dei settimanali cattolici d’Italia una

proposta d’innovazione ed un per-

corso di servizio attraverso i mes-

saggi della comunicazione veicolati

dalla carta stampata o dai siti inter-

net animati da giornalisti cattolici,

attenti ai valori dell’uomo e al reale

progresso della società che non può

essere offuscato dalle apparenti

innovazioni sociali sbandierati come

“diritti conquistati” a scapito della

morale, dell’etica, del vero umanesi-

mo che trova la sua centralità nel

Cristo.

Ricerca, sviluppo, industrializzazio-

ne, cultura di rete, cooperazione e

coesione sociale costituiscono gli

elementi intrecciati di un’unica

catena che regge e guida il cammino

storico della società, a passo con i

tempi, e ben adoperando gli stru-

menti tecnologici e informatici che

agevolano l’azione e il lavoro del-

l’uomo, ampliando in dimensione

cosmica l’informazione e la comu-

nicazione sociale.

La coesione che in fisica descrive la

proprietà delle molecole di restare

strettamente unite tra loro, grazie

alla reciproca forza di attrazione, e

figurativamente descrive l’unione,

gli accordi tra le parti, la solidarietà,

la forza di una squadra che si ali-

menta di coesione tra i singoli com-

ponenti.

Al seminario di formazione sono

invitati giornalisti da ogni parte d’I-

talia e l’Ordine dei Giornalisti ha

assegnato un qualificato numero di

crediti formativi e professionali.

Il direttore del settimanale della dio-

cesi di Noto “La Vita diocesana”,

dott. Pino Malandrino coordinerà i

lavori del seminario che avrà inizio

il 22 settembre prossimo.

G.A.

Sviluppo è coesione

Il XXV Seminario della FISC “Mons. Alfio Inserra” a Noto

Da sx Del Rio, Bianco, Galletti