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Problematiche sociali e sanitarie di alcuni gruppi di popolazione: sintesi 89 Il PSR 2005-2007 definisce alcuni obiettivi di salute perseguibili attraverso la riduzione di fattori di rischio dovuti ad abitudini di vita voluttuarie (fumo di sigaretta, abuso di sostanze psicoattive, alimentazione scorretta, ecc.), altri attraverso l’implementazione degli standard di qualità dei servizi offerti (area materno infantile, assistenza alle popolazioni immigrate, assistenza agli anziani). Questo capitolo attraverso l’analisi di archivi istituzionali (SDO, esenzioni, specialistica, certificati di assistenza al Parto, Interruzioni Volontarie di Gravidanza, Aborto Spontaneo, ecc) e di altri costruiti negli ultimi anni allo scopo di condurre indagini di rilevanza nazionale (archivio SIDRIA) o aziendale (archivio densitometria ossea, accesso ai distretti territoriali, ecc.), intende fornire alcuni spunti di riflessione sui bisogni della popolazione aziendale. Non tutti i risultati contenuti in questo capitolo sono organizzati per SdS sia a causa della struttura degli archivi analizzati, sia per non rendere statisticamente poco significative le conclusioni delle varie sezioni, data l’esiguità dei campioni di soggetti in esame. I gruppi di popolazione presi in esame sono i seguenti: Lavoratori Anziani Maternità e infanzia Bambini Donne Cittadini stranieri Fumatori Utilizzatori di sostanze psicoattive e alcoldipendenti Soggetti psicopatologici Soggetti disabili Conducenti di veicoli a motore e i pedoni Adulti coinvolti nei programmi di attivita’ fisica adattata I lavoratori La flessibilità è un attributo del sistema lavoro nel suo complesso e sembra ormai essere divenuto la scelta, o meglio, il destino ineluttabile del lavoratore post-moderno, soprattutto se tale lavoratore è di sesso femminile. I dati desunti dai centri per l’Impiego di Empoli e di Santa Croce evidenziano una netta preponderanza della componente femminile: le femmine dichiaratesi immediatamente disponibili al lavoro sono 2 per ogni maschio. La maggior parte dei nuovi posto di lavoro sono rappresentati da contratti a tempo determinato (il 52 % nell’Empolese e l’86% nel Valdarno), ma con notevoli differenze per SdS e sesso: nell’Empolese il 63% delle femmine è stata assunta con questa tipologia di contratto contro il 46% dei maschi; nel Valdarno i contratti a tempo determinato interessano il 94% delle femmine contro il 75% dei maschi. Più elevata risulta essere nelle donne anche la percentuale di lavoro parziale a tempo determinato; fra le due SdS quella Empolese sembra beneficiare in percentuale maggiore di questa forma contrattuale in entrambi i sessi. Le assunzioni a carico di residenti stranieri rappresentano il 16,5% della casistica totale del Centro per l’Impiego di Empoli e il 14,3% di quello di Santa Croce. La differenziazione per cittadinanza dell’utenza extracomunitaria dei due Centri per l’Impiego ricalca la diversa distribuzione sul territorio delle varie nazionalità, con una prevalenza della componente albanese nella Valdelsa, della componente cinese a Empoli-Fucecchio e della componente senegalese nei comuni del Valdarno. I settori di maggiore impiego della forza lavoro straniera sono rappresentati da industria e servizi in entrambe le SdS; nell’Empolese i lavoratori stranieri sono impiegati per un 12% nell’agricoltura contro un 2% del Valdarno. Le qualifiche di assunzione di questi lavoratori sono mediamente di profilo basso (operaio generico) L’analisi del fenomeno infortunistico conferma nell’ultimo decennio una significativa riduzione del fenomeno 4. PROBLEMATICHE SOCIALI E SANITARIE DI ALCUNI GRUPPI DI POPOLAZIONE

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Il PSR 2005-2007 definisce alcuni obiettivi di salute perseguibili attraverso la riduzione di fattori di rischio dovuti ad abitudini di vita voluttuarie (fumo di sigaretta, abuso di sostanze psicoattive, alimentazione scorretta, ecc.), altri attraverso l’implementazione degli standard di qualità dei servizi offerti (area materno infantile, assistenza alle popolazioni immigrate, assistenza agli anziani). Questo capitolo attraverso l’analisi di archivi istituzionali (SDO, esenzioni, specialistica, certificati di assistenza al Parto, Interruzioni Volontarie di Gravidanza, Aborto Spontaneo, ecc) e di altri costruiti negli ultimi anni allo scopo di condurre indagini di rilevanza nazionale (archivio SIDRIA) o aziendale (archivio densitometria ossea, accesso ai distretti territoriali, ecc.), intende fornire alcuni spunti di riflessione sui bisogni della popolazione aziendale. Non tutti i risultati contenuti in questo capitolo sono organizzati per SdS sia a causa della struttura degli archivi analizzati, sia per non rendere statisticamente poco significative le conclusioni delle varie sezioni, data l’esiguità dei campioni di soggetti in esame. I gruppi di popolazione presi in esame sono i seguenti:

• Lavoratori • Anziani • Maternità e infanzia • Bambini • Donne • Cittadini stranieri • Fumatori • Utilizzatori di sostanze psicoattive

e alcoldipendenti • Soggetti psicopatologici • Soggetti disabili • Conducenti di veicoli a motore e

i pedoni • Adulti coinvolti nei programmi di

attivita’ fisica adattata

I lavoratori La flessibilità è un attributo del sistema lavoro nel suo complesso e sembra ormai essere divenuto la scelta, o meglio, il destino ineluttabile del lavoratore post-moderno, soprattutto se tale lavoratore è di sesso femminile. I dati desunti dai centri per l’Impiego di Empoli e di Santa Croce evidenziano una netta preponderanza della componente femminile: le femmine dichiaratesi immediatamente disponibili al lavoro sono 2 per ogni maschio. La maggior parte dei nuovi posto di lavoro sono rappresentati da contratti a tempo determinato (il 52 % nell’Empolese e l’86% nel Valdarno), ma con notevoli differenze per SdS e sesso: nell’Empolese il 63% delle femmine è stata assunta con questa tipologia di contratto contro il 46% dei maschi; nel Valdarno i contratti a tempo determinato interessano il 94% delle femmine contro il 75% dei maschi. Più elevata risulta essere nelle donne anche la percentuale di lavoro parziale a tempo determinato; fra le due SdS quella Empolese sembra beneficiare in percentuale maggiore di questa forma contrattuale in entrambi i sessi. Le assunzioni a carico di residenti stranieri rappresentano il 16,5% della casistica totale del Centro per l’Impiego di Empoli e il 14,3% di quello di Santa Croce. La differenziazione per cittadinanza dell’utenza extracomunitaria dei due Centri per l’Impiego ricalca la diversa distribuzione sul territorio delle varie nazionalità, con una prevalenza della componente albanese nella Valdelsa, della componente cinese a Empoli-Fucecchio e della componente senegalese nei comuni del Valdarno. I settori di maggiore impiego della forza lavoro straniera sono rappresentati da industria e servizi in entrambe le SdS; nell’Empolese i lavoratori stranieri sono impiegati per un 12% nell’agricoltura contro un 2% del Valdarno. Le qualifiche di assunzione di questi lavoratori sono mediamente di profilo basso (operaio generico) L’analisi del fenomeno infortunistico conferma nell’ultimo decennio una significativa riduzione del fenomeno

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infortunistico in termini assoluti, associata ad una riduzione degli eventi mortali; questa riduzione risulta particolarmente evidente a partire dalla seconda metà del periodo considerato. Questa tendenza è confermata anche dagli indici di incidenza INAIL degli ultimi anni e dallo studio del campione nel settore conciario che, rispetto agli altri settori produttivi, si colloca ad un livello di rischio “medio”. Certamente i livelli attuali degli infortuni sul lavoro permangono elevati in considerazione anche della possibile prevedibilità di tali eventi. L’evidenza di un eccesso di rischio fra i lavoratori atipici rappresenta un argomento di forte interesse sul quale incentrare interventi di prevenzione condotti anche attraverso la formazione/informazione degli iscritti alle Agenzie di lavoro interinale. Fra le malattie professionali il 50% è rappresentato da ipoacusie da rumore seguite da dermatiti da contatto allergiche e irritative (17%), neoplasie (13%) più frequenti nella zona Valdarno, patologie dell’apparato muscolo-scheletrico (8%) e patologie dell’apparato respiratorio (8%), ivi comprese asma bronchiale e broncopneumopatie, riniti allergiche, asbestosi e silicosi. Per quanto riguarda i principali comparti interessati si deve considerare che dal settore conciario (20.3%) e dall’edilizia (18.6%) provengono complessivamente più di un terzo delle segnalazioni di sospetta patologia professionale. Seguono il settore metalmeccanico (7.5%), il calzaturiero (6.1%), la lavorazione del legno (5.7%), la produzione di nastri adesivi (5.5%) e la lavorazione del vetro e del cristallo (5.1%). Gli anziani Come in molte altre realtà aziendali uno dei gruppi di utenza particolarmente incisivi sull’attività aziendale è rappresentato dagli anziani a seguito del progressivo invecchiamento della popolazione,

della complessità delle problematiche legate alla cronicizzazione di patologia e delle difficoltà nel programmare un sostegno sanitario e sociale integrato che favorisca un crescente livello di qualità della vita in una realtà caratterizzata dalla continua riduzione delle risorse disponibili. Il peso delle esigenze sanitarie e sociali della popolazione anziana è stato valutato, in questo lavoro, attraverso l’analisi di alcuni indicatori desunti dalla lettura integrata degli archivi dei Flussi.DOC regionali. Tali indicatori sono relativi a: o domanda di primo ricovero ospedaliero

per i principali gruppi nosologici riportati nell’ICDIX CM e per alcune patologie specifiche di particolare interesse (frattura di femore e influenza e polmonite);

o grado di non autosufficienza e ricorso all’Assistenza Domiciliare Integrata sia in forma diretta che indiretta

o ricorso al ricovero in RSA Le analisi hanno evidenziato i seguenti elementi di riflessione: o caratterizzazione demografica: il quadro

demografico delle due SdS evidenzia una forte presenza di utenti ultra65enni, superiore rispetto alla media nazionale, ma inferiore alla realtà regionale, fatta eccezione per la classe di età 74-84 anni.

o domanda di primo ricovero per età, sesso e SdS: nei maschi 65-84 anni in entrambe le SdS la domanda di primo ricovero si concentra sulle malattie del sistema circolatorio (25%), tumori (15%) e malattie dell’apparato digerente e del sistema nervoso (circa il 12%). Si riscontrano differenze fra le due SdS nei maschi nella classe >85 anni. Nelle femmine la prima causa di ricovero in entrambe le SdS è rappresentata dalle malattie del sistema circolatorio, seguite dalle malattie del sistema nervoso nell’Empolese e dai traumi nel Valdarno. Si evidenzia come la SdS del Valdarno sia caratterizzata da una maggiore incidenza di traumi in entrambi i sessi. Il tasso di ospedalizzazione per sostituzione dell’anca negli ultra74enni risulta nettamente superiore nel Valdarno rispetto all’Empolese ; al contrario la domanda di ricovero per influenza e polmonite in entrambi i sessi sembra

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nettamente superiore negli ultra74enni dell’Empolese rispetto ai coetanei del Valdarno.

o grado di non autosufficienza e riscorso ad ADI o RSA: la stima effettuata applicando la ripartizione regionale degli anziani bisognosi di assistenza alla distribuzione per età delle due popolazioni a confronto, vede ovviamente la SdS Empolese più svantaggiata rispetto al Valdarno; il tasso di non autosufficienza rilevato attraverso i dati di attività delle unità di valutazione distrettuali sembra confermare questa tendenza. La tipologia di ADI maggiormente utilizzata è quella a prevalente componente sanitaria e si concentra sulla gestione di problematiche come fratture, ictus, tumori e insufficienza respiratoria in entrambe le SdS. Il ricorso all’ADI indiretta (sussidio economico) sembra essere maggiormente utilizzato nell’Empolese rispetto al Valdarno.

Il tasso di ricovero presso RSA risulta superiore nell’Empolese; ciò potrebbe essere diretta conseguenza sia del maggior ricorso all’ADI indiretta, sia della maggiore disponibilità di posi letto rilevata nell’Empolese. Maternità e infanzia L’andamento della fertilità in azienda negli anni vede un iniziale incremento fino all’anno 2002 per conoscere un decremento nell’ultimo anno di osservazione; nell’intero periodo il tasso di fecondità di entrambe le SdS si mantiene comunque al di sopra della media regionale, ad eccezione del 2003. Nel 2003, il n° medio di figli per donna è risultato essere pari a 1,16 per il Valdarno e 1,19 per l’Empolese (dato regionale di riferimento pari a 1,17). I rapporti percentuali dei parti fra SdS, per anno, rimangono pressocchè costanti sia in relazione ai parti effettuati da donne italiane che straniere (in media 72% nell’Empolese e 28 % nel Valdarno per le italiane; 76%

nell’Empolese e 24/% nel Valdarno per le straniere). Il tasso di natalità a livello nazionale continua ad essere troppo basso per riequilibrare il progressivo invecchiamento della popolazione e la Toscana, seconda soltanto alla Liguria, è caratterizzata dal più alto indice di vecchiaia (189.4 Toscana e 124.5 Italia) e più bassi tassi di natalità (1.1 Toscana e 1.2 Italia). In generale l’età al primo figlio sembra collocarsi in media fra i 29 e 30 anni in entrambe le SdS, con un andamento piuttosto discontinuo. Elemento importante nell’analizzare la sfera della maternità è rappresentato dal ricorso al parto cesareo che mostra una chiara relazione sia con l’età della madre che con la struttura in cui viene effettuato il parto e sembra, invece, non correlato alla residenza della madre. In generale dal confronto con le altre ASL della Regione, Empoli risulta caratterizzata da una percentuale di parti cesarei (26,3%) piuttosto elevata rispetto alla media regionale. Ad aggravare il quadro presentato concorre il tendenziale aumento dei parti cesarei rilevato in azienda nel quadriennio 2000-2003, andamento comune ad entrambe le SdS con maggior rilievo per la SdS del Valdarno che nel 2003 ha fatto rilevare il valore massimo del 29.5%. Allo stesso modo il ricorso alle Interruzioni Volontarie di Gravidanza sembra aver avuto un netto incremento a partire dall’anno 2001 almeno per la SdS di Empoli e per l’intera Azienda, il dato del Valdarno ha invece un andamento meno marcato. Anche l’abortività spontanea ha subito un incremento negli anni (2000-2004) sebbene i tassi di abortività nelle due SdS si siano mantenuti sempre al di sotto dello standard regionale, ad eccezione della SdS di Empoli nel 2004. In generale la classe 30-34 anni è quella che presenta il maggior numero di casi di abortività spontanea. Per completare il quadro relativo alla maternità sono state prese in considerazione alcune caratteristiche dei neonati che possono avere una relazione con la residenza della madre (come stima dell’esposizione a fattori ambientali) o con

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determinate abitudini di vita della stessa (es. basso peso alla nascita dovuto all’abitudine al fumo della madre). Le caratteristiche prese in esame sono: il rapporto fra i sessi, i parti gemellari e il peso alla nascita. Nonostante la netta prevalenza dei bambini di sesso maschile (rapporto maschi/femmine>100) l’andamento del rapporto fra i sessi si è andato tendenzialmente riducendo negli anni. Ciò potrebbe essere in linea con l’ipotesi evidenziata in letteratura secondo la quale nelle zone ad alta pressione antropica il numero di nati di sesso femminile tende ad aumentare. Chiaramente la verifica di tale assunto richiede la conduzione di indagini prospettiche ad hoc, secondo precisi criteri metodologici. L’andamento 2000-2003 dei parti gemellari non sembra manifestare una chiara tendenza; dal confronto fra i tassi di parti gemellari ogni 1000 nati non si rilevano differenze significative fra le due aree, sebbene i tassi dell’Empolese risultino nettamente più elevati i quelli del Valdarno La percentuale di nati sottopeso nel periodo 2000-2003 si attesta intorno al al 5/6% e non si evidenziano differenze significative sulle due SdS. I bambini Le informazioni relative ai bambini sono state sintetizzate utilizzando gli archivi di dati raccolti in occasione dello studio multicentrico Sidria, condotto a livello nazionale allo scopo di valutare la prevalenza di asma nei bambini delle scuole elementari e medie. Tale archivio conteneva non soltanto informazioni relative alla problematica sanitaria specifica, ma anche alle loro abitudini di vita. La nostra attenzione si è focalizzata sulla valutazione dell’indice di massa corporea e della frequenza di attività fisica svolta dai bambini dei due gruppi di età, sulle loro abitudini alimentari e sull’incidenza della patologia respiratoria allergica nell’infanzia.

Data la numerosità limitata del campione per i primi tre indicatori, non si è proceduta ad una ulteriore disaggregazione per residenza per non inficiare la significatività delle conclusioni; il dato relativo all’incidenza di patologia respiratoria è stato invece disaggregato per Zona. La distribuzione dell’indice di massa corporea1 (BMI) non mostra differenze significative fra i due sessi, mentre è emersa una maggiore tendenza al soprappeso nei bambini delle elementari rispetto ai ragazzi delle medie che si attestano su valori di BMI definiti normali. La frequenza di attività fisica mostra una distribuzione fra sessi piuttosto omogenea e orientata verso un’attività continua concentrata in 2/4 sedute settimanali. Nonostante questo risultano comunque alte le percentuali di bambini che non praticano alcuna attività fisica strutturata (19% dei maschi e 22% delle femmine). Tale indicazione assume maggior significato se letta in accordo con la manifesta abitudine a permanere davanti al televisore per più di tre ore. Le abitudini alimentari dei bambini sono strutturate in questo modo: in linea con le indicazioni nutrizionali riportate in letteratura si evidenzia un consumo di carni con una frequenza che varia fra una e 4 volte alla settimana per le carni rosse e bianche; il consumo di fegato, generalmente meno gradito dai bambini si attesta invece su valori più bassi. Di grande utilizzo nell’infanzia, il latte, rappresenta l’alimento più frequente in entrambi i sessi. Le verdura, sia fresca che cotta, viene consumata in percentuale scarsa e con frequenza limitata. Fra i carboidrati la pasta e il pane sono quelli che manifestano una frequenza d’uso maggiore; le merendine sembrano essere preferite dai maschi, sebbene sempre in maniere piuttosto equilibrata, così come le bibite gassate. L’incidenza di alcune patologie respiratorie nei bambini è stata valutata prendendo come outcome episodi asmatici e raffreddori primaverili nel corso della vita, bronchite, bronchite asmatiforme, ������������������������������ �����������������������������

1 BMI: rapporto fra il peso e il quadrato dell’altezza espressa in metri

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polmonite e bronchiolite nei primi tre anni di vita. La percentuale di bambini che hanno manifestato episodi asmatici nel corso della vita si attesta intorno all’7% (media fra le due Zone) nelle scuole elementari e al 10% nelle medie. Fra i bambini delle elementari questo dato risulta in media con gli altri ambiti territoriali coinvolti nella rilevazione, sebbene l’Empolese si attesti rispetto al Valdarno su valori più alti. Nei due gruppi (elementari e medie) il confronto effettuato fra valori rilevati in una prima campagna di rilevazione e una successiva sembrano comunque indicare un netto miglioramento delle condizioni di salute dei bambini in entrambe le Zone. L’incidenza dei Raffreddori primaverili ha in generale un andamento contrario evidenziando un netto peggioramento dalla prima alla seconda campagna di rilevazione, sebbene i valori percentuali delle due Zone siano in media rispetto agli altri ambiti territoriali considerati. Suddividendo le patologie respiratorie in quattro gruppi (bronchite, bronchite asmatiforme, polmonite e bronchiolite), è stata calcolata l’incidenza percentuale di tali patologie nei primi tre anni di vita dei bambini. Fatto salvo che la patologia più frequente è risultata essere la bronchite, si rilevano anche alcune differenze fra Zone di residenza, con una netta preponderanza di problemi respiratori a carico della Zona Empolese. Le donne I dati raccolti in un indagine ad hoc condotta in azienda relativamente a cittadini sottoposti a densitometria ossea ha permesso di caratterizzare la popolazione femminile in termini di durata del periodo fertile, stato antropometrico, massa ossea e prevalenza di fratture. La distribuzione di frequenza delle età al menarca evidenzia il tipico andamento a campana caratterizzato dalla coincidenza fra età media, moda e età mediana centrato sui 13 anni,

mentre l’insorgenza della menopausa si attesta intorno al valore medio pari a 49 anni per le donne più precoci e a 50 anni per la metà delle donne osservate. La maggior parte delle donne è caratterizzata da una massa ossea ridotta, dato giustificato dall’età del campione (45-74 anni). Rilevante anche la percentuale di donne caratterizzate da osteoporosi accertata. Fra queste particolarmente elevata appare la percentuale di fratture (24,3 %) che avvengono, però, ad un età media più elevata (65,5 anni). Curioso l’andamento della densità ossea in relazione allo stato antropometrico delle donne selezionate: i soggetti in netto sovrappeso sembrano avere preferenzialmente una massa ossea normale o ridotta, mentre il 45% delle donne sottopeso risultano essere affette da osteoporosi. Tale risultato risulta confermato dai dati di letteratura. Chiaramente questo risultato non deve indurre all’errata considerazione che il soprappeso rappresenti uno stato ideale a cui tendere nell’età post menopausa; le considerazioni già fatte in merito agli effetti negativi dovuti a abitudini alimentari scorrette e ad una ridotta attività fisica ne sono una chiara dimostrazione. I cittadini stranieri L’assunto di base consiste nel ritenere che la caratterizzazione dei bisogni della popolazione immigrata si fonda anche sull’analisi delle richieste che i cittadini stranieri rivolgono alle varie strutture sanitarie e sulle problematiche che motivano tali richieste. La percentuale di cittadini stranieri iscritti alle anagrafi dei 15 comuni del territorio dell’Asl 11 è in crescita nel tempo con percentuali simili nelle due SdS e il dato 2003 relativo ai paesi di immigrazione indica la netta prevalenza delle etnie dell’est Europa e dell’Asia; in particolare i ¾ della popolazione immigrata è composta da albanesi, cinesi, marocchini, senegalesi e filippini. La distribuzione per età e per sesso di cittadini stranieri evidenzia andamenti diversi a seconda delle etnie: negli albanesi e cinesi (e in misura minore nei marocchini)

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si rileva una quota sensibili di giovanissimi, donne e nuovi nati; nelle comunità senegalese e filippina invece si evidenzia una presenza concentrata principalmente nelle classi di età lavorative. In particolare cinesi e albanesi hanno un rapporto tra i sessi abbastanza bilanciato da far pensare ad una “stabilizzazione” nel territorio. La domanda di assistenza ospedaliera è fortemente variata nel tempo: dal 1997 la percentuale di dimissioni di utenti stranieri dalle strutture di ricovero dell’azienda ha subito un netto incremento, dovuto sia all’aumento della presenza straniera sul territorio, sia, probabilmente, ad una maggiore coscienza dei proprio diritti. Rilevante la quota percentuale di donne che hanno usufruito delle prestazioni di ricovero negli ultimi anni: questo dato, letto in parallelo con l’andamento per età dei ricoveri femminili, sembrerebbe confermare il ricorso al ricovero principalmente per problematiche relative alla maternità. Tale ipotesi trova la sua conferma nell’analisi dei Certificati di Assistenza al Parto che evidenziano un netto incremento nella percentuale di parti di donne straniere rispetto la totale dei parti effettuati in azienda negli ultimi 5 anni, soprattutto in relazione all’etnia cinese. A fronte di quanto rilevato relativamente al rapporto fra sessi distinto per nazionalità, questo dato sembra indicare una tendenza alla procreazione più evidente nelle donne cinesi rispetto ad esempio alle donne filippine che, pur rappresentando il 56,4 % dell’intera popolazione filippina sono responsabili solo del 3% delle nascite fra gli immigrati. Valutando anche l’età media al primo figlio, dettagliata per le principali etnie, si riscontra in generale una maggiore precocità delle donne straniere rispetto alle italiane, ancor più accentuata se si considera che le donne cinesi, ad esempio, sperimentano la maternità 4 anni (valori mediani) prima di quelle albanesi. Altro aspetto rilevante nella caratterizzazione della popolazione

straniera è rappresentato dal ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza che negli ultimi anni ha subito un incremento rilevante, con un picco evidente nell’anno 2003, e ha interessato prevalentemente donne con figli (così come accade per le italiane), suggerendo l’utilizzo dell’IVG quale mezzo di contraccezione tardiva. Nell’ambito della assistenza specialistica la domanda di prestazioni da parte di utenti stranieri si concentra principalmente nell’area della diagnostica chimico clinica, medicina e chirurgia d’urgenza, ostetricia e ginecologia, con lievi differenze fra i sessi. Un indagine ad hoc condotta su uno dei distretti aziendali ha permesso di caratterizzare anche la domanda di assistenza amministrativa da parte dei cittadini stranieri residenti nel nostro territorio. Al contrario di ciò che accade per i cittadini italiani la tipologia di prestazioni maggiormente richiesta dagli utenti stranieri al Distretto è rappresentata per il 47,2% da variazioni anagrafiche (iscrizioni, cancellazioni, variazioni di domicilio), seguite in percentuale minore da prenotazioni attraverso lo sportello CUP. I fumatori Attraverso i dati raccolti in un indagine ad hoc condotta in azienda sono state stimate alcune caratteristiche della popolazione di fumatori residenti sul territorio. Le evidenze emerse sono le seguenti:

• la percentuale di fumatori è sensibilmente diversa fra uomini (47,4%) e donne (36,2%)

• nei maschi la percentuale maggiore di fumatori si rileva fra i 29 e 39 anni mentre le donne mostrano due picchi in corrispondenza delle classi 29-33 anni e 49-53 anni

• analizzando l’età di inizio al fumo si rileva una progressiva diminuzione dell’età a cui si sperimenta la prima sigaretta: i ragazzi dai 14 ai 23 anni hanno iniziato a fumare a 15 anni mentre i soggetti che oggi hanno più di 60 anni hanno sperimentato la prima sigaretta a 20 anni. Tale fenomeno si rileva maggiormente nel sesso femminile

• la percezione del livello di qualità del proprio stile di vita diminuisce

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sensibilmente confrontando i non fumatori, gli ex, e gli attuali fumatori, ma la percezione del rischio associato all’abitudine al fumo risulta comunque distorta nelle persone che consumano sigaretta

Gli utilizzatori di sostanze psicoattive e i soggetti alcoldipendenti Il fenomeno delle dipendenze patologiche si è modificato nel tempo dal suo apparire in Italia verso la fine degli anni ’70 ad oggi: da una netta dominanza dell’eroina quale sostanza di abuso si è passati gradatamente ad uno scenario molto più complesso e frammentario che vede l’imporsi di nuove sostanze psicotrope con effetti di non secondaria importanza. L’utenza in carico ai SERT aziendali si caratterizza in questo modo:

• i più giovani (15-24 anni) utilizzano prevalentemente eroina fumata o cannabis e sono in maggioranza di sesso maschile (87,89%) e residenti nella Zona Valdarno;

• gli utenti compresi fra i 25 e 38 anni (75% maschi e 25% femmine) sono dipendenti da cocaina o eroina e sono equamente distribuiti fra le due Zone;

• gli utenti oltre i 38 anni sono dipendenti principalmente da eroina (75% maschi e 25% femmine) e presentano forte dipendenza anche dall’alcool

I tassi di mortalità alcol-correlata (standardizzati per 100.000 abitanti) relativi all’ASL di Empoli evidenziano un trend tendenzialmente in decremento in entrambi i sessi, sebbene con un andamento non proprio netto, se confrontato con il dato regionale. Maggiormente sovrapponibile al dato regionale di riferimento risulta essere la distribuzione degli utenti in carico ai SERT aziendali nell’anno 2003 per problemi di alcoldipendenza. Come da atteso i maschi rappresentano la quota maggiore fra i nuovi utenti e fra quelli

già in carico sia a livello locale che regionale. Dal confronto con il dato regionale i tassi di prevalenza (numero di utenti in carico nell’anno 2003 su 1.000 abitanti) e di incidenza (numero di nuovi utenti nell’anno 2003 su 1.000 abitanti) della nostra ASL risultano confortanti: l’ASL di Empoli presenta valori di prevalenza e di incidenza dimezzati rispetto all’intera Regione. I soggetti psicopatologici La valutazione della problematica psicopatologica in azienda è stata condotta differenziando l’utenza in base all’età adulta e ai minorenni che afferiscono, i primi, all’U.O. di Psichiatria e, i secondi, alla U.O. di Neuropsichiatria Infantile. Fra gli adulti le problematiche di maggior peso sono rappresentate dalle nevrosi e delle psicosi che costituiscono circa l’80% della domanda di assistenza psichiatrica nell’Empolese e oltre il 76% nel Valdarno e nell’intera ASL. Fra i minorenni i gruppi a rischio trattati con maggiore frequenza sono rappresentati da: neonati e lattanti a rischio di patologia neuroevolutiva, bambini e adolescenti affetti da patologie croniche e invalidanti, minori affetti da patologia linguistica e disturbi di apprendimento, minori affetti da autismo, adolescenti affetti da psicopatologia. Nell’anno 2003 i soggetti di età compresa tra 0 e 18 anni conosciuti al servizio di Neuropsichiatria Infantile ammontavano a 1591 unità (1009 nella Zona Empolese e 582 nella Zona Valdarno); di questi 532 erano nuovi utenti (tasso di incidenza dell’1,5%) e 398 risultavano portatori di handicap. Nell’ambito di queste problematiche l’azienda ha attivato una serie di percorsi terapeutici e riorganizzare, per alcuni settori specifici, le strutture di risposta con modalità di presa in carico che tengano conto delle caratteristiche peculiari della tipologia patologica presentata, della complessità implicita nel disturbo (sia neurologico che psichiatrico), della dimensione evolutiva che differenzia sostanzialmente la patologia dell’infanzia e adolescenza da quella dell’adulto.

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Le invalidità civili e l’handicap Complessivamente la presenza di soggetti con invalidità civili in entrambi i sessi è più alta nel Valdarno rispetto all’Empolese. In generale sono le donne a presentare la maggiore prevalenza di entrambi i gradi di invalidità ( >2/3 e 100%), ma con differenza nelle due SdS: nell’Empolese prevale il livello di invalidità parziale, mentre nel Valdarno prevale l’invalidità totale. Nei soggetti ultra64enni con invalidità del 100% la distanza fra i sessi diviene ancor più marcata con una prevalenza nelle donne quasi doppia rispetto agli uomini, in entrambe le SdS. Un elemento di differenziazione territoriale è rappresentato dalle invalidità civili al 100% con assegno di accompagnamento nei soggetti ultra75enni: il Valdarno sembra avvalersi con maggiore frequenza di questa forma di sostegno indiretto rispetto all’Empolese. Analizzando i tassi specifici di prevalenza dell’handicap nelle due Zone dellASL11 si osserva che il maggior numero di eventi ogni mille residenti si concentra nelle due classi di età comprese fra 4 e 25 anni, sebbene nel Valdarno i tassi di prevalenza siano inferiori rispetto all’Empolese, soprattutto nella classe 19-25 anni I bambini al di sotto dei 3 anni, al contrario, presentano un tasso di prevalenza superiore nel Valdarno soprattutto in relazione ad handicap fisici. In termini di tipologia di handicap la Zona Empolese sembra manifestare con maggior forza un disagio psichico (43% dei casi totali) mentre il Valdarno si attesta su valori più alti per la categoria plurihandicap (41% dei casi totali) I conducenti di veicoli a motore e i pedoni Il dato disaggregato per ASL di accadimento del sinistro indica nel periodo 1991-2003 una sostanziale stabilità del numero di incidenti avvenuti nel territorio dell’ASL di Empoli con un

rapporto di lesività (n.feriti/1.000 incidenti) che, rispetto alla media Toscana mostra alcuni eccessi in corrispondenza del biennio 1994-1995, dell’anno 1997 e del triennio 2000-2002. Anche il rapporto di mortalità (n.deceduti/1.000 incidenti), che tendenzialmente sembra stabilizzato in Azienda sul valore medio di circa 25 decessi ogni 1000 incidenti, mostra comunque degli eccessi rispetto al valore medio regionale negli anni 1994, 1999 e 2001. Volendo indagare il fenomeno dell’infortunistica stradale in base al sesso e all’età delle persone coinvolte si evidenzia il peso della classe 18-39 anni in entrambi i sessi. Gli adulti coinvolti nei programmi di attivita’ fisica adattata La completa risoluzione di alcune problematiche di salute non si limita esclusivamente al trattamento di tipo sanitario, ma può essere efficacemente portata a termine apportando modifiche al proprio stile di vita o seguendo programmi di attività motoria specifici. L’ASL di Empoli, già dal 2003, attraverso la collaborazione con provider multipli (profit e no profit) ha attivato alcuni corsi di Attività Fisica Adattata sul proprio territorio, specifici per patologia e continuativi nell’arco dell’anno. A fronte dei risultati ottenuti dai primi corsi per utenti affetti da mal di schiena è stata prevista l’attivazione anche di corsi specifici per i soggetti che abbiano concluso il percorso riabilitativo successivo a infarto, o che siano affetti da patologie come la Malattia di Parkinson, da problematiche articolari all’anca e al ginocchio o utenti in dialisi.

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4.1 I LAVORATORI 4.1.1. I dati dei Centri per l’Impiego L’analisi della popolazione in base allo status lavorativo è un’informazione assai utile a caratterizzare la realtà economico-sociale della nostra azienda: in questa sezione si presentano alcuni dati relativi alla situazione della forza lavoro residente nell’ASL di Empoli al 31/12/2004. Un primo indicatore che caratterizza la realtà lavorativa locale, per quanto parziale esso possa essere, è rappresentato da tasso di soggetti immediatamente disponibili al lavoro al 31/12/2004. La parzialità di tale indicatore è dovuto sia all’evidenza che non tutti i senza lavoro si dichiarano disponibili al lavoro presso i centri dell’impiego, sia alla constatazione che non tutti coloro che si sono dichiarati disponibili al lavoro sono necessariamente disoccupati. Date queste premesse il tasso di disponibilità al lavoro è comunque utile a caratterizzare per sesso e data di iscrizione i 10.432 soggetti iscritti nei Centri di Lavoro del Circondario Empolese/Valdelsa e 4.137 iscritti nel Centro del lavoro di Santa Croce. La rappresentazione grafica evidenzia immediatamente una preponderanza della componente femminile nelle iscrizioni al Centro per l’impiego: le femmine dichiaratesi immediatamente disponibili al lavoro sono 2 per ogni maschio. Da segnalare che nel Valdarno, pur registrandosi tassi di iscrizione leggermente più bassi, sembra che lo stato di disponibilità al lavoro duri più a lungo: l’80% degli iscritti del Valdarno sono antecedenti al 2004 contro un 53% dell’Empolese. La distribuzione percentuale dei “disoccupati” di lungo periodo per sesso assume invece un andamento opposto fra le due SdS: nell’Empolese è predominante la componente femminile mentre nel Valdarno quella maschile.

Le femmine sembrano essere la componente più debole del mercato del lavoro anche se con differenze fra le due realtà territoriali a confronto. Nella SdS Empolese sono stati i maschi ad aver usufruito maggiormente delle 20.844 nuove assunzioni (11.527 maschi contro 9.317 femmine) nel Valdarno viceversa si registra una maggioranza di femmine nei nuovi 12.675 contratti (7.521 femmine contro 5.154 maschi).

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La maggior parte di questi nuovi posti di lavoro sono rappresentati da contratti a tempo determinato (il 52 % nell’Empolese e l’86% nel Valdarno), ma con notevoli differenze per SdS e sesso: nell’Empolese il 63% delle femmine è stata assunta con questa tipologia di contratto contro il 46% dei maschi; nel Valdarno i contratti a tempo determinato interessano il 94% delle femmine contro il 75% dei maschi. Chiaramente nell’arco di un anno uno stesso soggetto può usufruire di più di un contratto e contribuire ad incrementare il numero delle nuove assunzioni: la maggiore flessibilità della manodopera femminile può forse motivare l’elevato numero di assunzioni femminili nel Valdarno. Tale flessibilità può essere conseguenza anche del diverso settore di occupazione a cui accedono generalmente uomini e donne. Un ulteriore conferma della maggiore flessibilità della forza lavoro femminile viene dal numero di contratti Part-Time (4.936 nell’Empolese e 985 nel Valdarno – totale anno 2004) la maggior parte dei quali ha interessato le donne.

- Lavoratori stranieri Le assunzioni a carico di cittadini stranieri registrate dai centri per l’impiego del Circondario nel 2004 ammontano a 3.435 e rappresentano il 16,5% di tutte le assunzioni effettuate. Di queste 2.573 sono state registrate a Empoli (comprensivo anche dell’Ufficio di Fucecchio) e 861 a Castelfiorentino. Le assunzioni di lavoratori stranieri effettuate presso il Centro per l’Impiego di Santa Croce nel 2004 sono state 1.814, ossia il 14,3% della casistica totale. La maggior parte delle nuove assunzioni sono a carico dei maschi con un rapporto di assunzioni maschi/femmine di 2,2 nell’Empolese e 6,9 nel Valdarno. Si riportano di seguito i dati relativi alla cittadinanza dei nuovi assunti per SdS di iscrizione; per la SdS Empolese è disponibile soltanto una disaggregazione per Centro per l’Impiego mentre per il Valdarno è stato possibile fornire anche un dettaglio per sesso.

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I grafici successivi mostrano come la differenziazione dell’utenza extracomunitaria per Centro per l’Impiego ricalchi la diversa distribuzione sul territorio delle varie nazionalità, con una prevalenza della componente albanese nella Valdelsa, della Componente cinese a Empoli-Fucecchio e della componente senegalese nei comuni del Valdarno.

I dati della SdS Empolese sono relativi ad un campione di 1.233 soggetti su un totale di 3.453. - La manodopera straniera per settore di attività La rilevazione del settore lavorativo non avviene in maniera omogenea nei centri dell’impiego delle due SdS: nell’Empolese i settori lavorativi sono rilevati con un livello di dettaglio

maggiore mentre nel Valdarno il dato è rilavato solo per macro-area di attività.

Nell’SdS Empolese il 39% dei nuovi impieghi di cittadini stranieri è stato assorbito dal settore manifatturiero seguito a distanza dall’edilizia (17,4%), dall’agricoltura (12,3%) e dalle pulizie (10,5%). Dal dettaglio di analisi disponibile per il Valdarno emerge la preponderanza del settore dei servizi e industria rispetto all’agricoltura.

Altro dettaglio interessante nella caratterizzazione dei lavoratori stranieri è rappresentato dalla qualifica con la quale questi lavoratori vengono inquadrati nella realtà lavorativa locale. Tale dettaglio, riportato soltanto nelle informazioni fornite dal cento per l’impiego di Empoli, evidenzia la tendenza a inquadrare il lavoratore straniero in qualifiche di basso profilo. I lavoratori generici rappresentano infatti ben il 39,8% del campione totale con lievi differenze per sesso: il 39,2 % nei maschi e il 41,1% nelle femmine. Elevate risultano essere anche le

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assunzioni come cucitori tagliatori che rappresentano il 24,7% di tutti i lavoratori stranieri (23,3% nei maschi e 27,7% nelle femmine).

4.1.2 Infortuni sul lavoro Il monitoraggio del fenomeno infortunistico costituisce un importante strumento per la conoscenza del danno lavorativo sia in termini quantitativi che qualitativi. Dalla conoscenza ai vari livelli (generale, di comparto, di singola azienda) degli infortuni e delle malattie professionali, emergono infatti importanti indicazioni per la definizione e la programmazione degli interventi, sia da parte delle aziende che da parte dei servizi di controllo. In questa sezione viene riportato l’ultimo aggiornamento dei dati a disposizione dell’U.O. Medicina del Lavoro dell’ASL di Empoli. Le fonti di dati disponibili per la rilevazione e l’analisi del fenomeno infortunistico da parte del servizio pubblico di prevenzione sono generalmente di tre tipi: - Flussi informativi INAIL (dati forniti dall’Istituto Assicuratore) flusso attivo da circa tre anni - Archivio infortuni ASL (Dipartimento della Prevenzione) sistema di archiviazione informatica delle notizie di infortunio pervenute sotto forma di : � denunce di infortunio da parte del

datore di lavoro � certificazioni INAIL redatte dai

medici dei pronto soccorso degli ospedali di zona.

Nella nostra area questo tipo di archivio esiste da 11 anni. - Studi ad hoc del fenomeno infortunistico per particolari settori produttivi. La fonte dati è il registro infortuni delle aziende. Nella nostra ASL conduciamo da anni indagini specifiche relativamente al settore conciario e in edilizia. I primi due archivi di tipo generale non sono totalmente sovrapponibili: presentano una parte in comune che corrisponde a circa il 70% dei casi, mentre un 20% di casi è presente solo nell’archivio del Dipartimento ed un altro 10% solo nell’archivio dell’INAIL. Nell’archivio INAIL non sono presenti gli infortuni in agricoltura e quegli infortuni sul lavoro per i quali non venga presentata successiva denuncia da parte del datore di lavoro. La disponibilità dei due archivi (INAIL, ASL), sebbene diversi come struttura e contenuti, consente comunque di poter rappresentare con maggior completezza il fenomeno. In proposito si evidenzia che l’archivio ASL tende a rappresentare con maggiore precisione il dato numerico assoluto e risulta più aggiornato, mentre, relativamente alla quantificazione del danno (espresso come giornate perse per infortunio e come lesioni permanenti) e al calcolo degli indicatori riferiti al numero di addetti (indice di incidenza), l’archivio INAIL è senz’altro più efficace. Nelle tabelle successive si evidenzia una generale diminuzione del fenomeno infortunistico in quasi tutti i comparti ad eccezione dei “servizi” dove la riduzione interessa soltanto l’anno 2004. Questo andamento risulta in linea con il dato regionale e nazionale. I risultato esposti in precedenza sono in da mettere in relazione con alcuni fattori: - l’evoluzione dei settori economici e l’andamento occupazionale che vede nel decennio 1993-2003, in Toscana, una diminuzione nei comparti dell’agricoltura, dell’industria e del commercio che passano complessivamente dal 59,1 al 53,4 % degli occupati, mentre il settore dei servizi passa dal 40,9 al 46,6 % (fonte IRPET).

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Riepilogo infortuni per comparto e per anno - archivio ASL 11

comparto 1993 1994 1995 1996 1997 1999 2000 2001 2002 2003 2004

servizi 695 742 718 729 727 737 811 811 815 796 771 706

edilizia 766 724 712 592 508 516 508 508 495 523 560 517

conceria 559 581 591 555 538 458 360 407 359 350 365 268

metalmeccanica 465 486 480 513 488 488 482 435 415 390 387 370

commercio 328 354 321 305 275 299 235 307 254 247 216 210

agricoltura e allev 434 315 275 262 260 254 218 214 261 252 244 237

calzature 198 208 204 182 166 129 118 144 141 112 102 68

vetro 136 149 146 175 162 154 142 152 160 136 129 96

chimica 139 145 133 138 134 151 125 166 140 105 104 103

legno 186 167 130 150 127 130 107 116 105 116 103 111

alimentari 130 137 132 156 108 113 105 114 105 98 96 111

tessile e abbigliamen 114 105 125 115 111 75 69 61 76 89 70 73

altro e non determinato 643 583 654 555 427 426 335 364 245 349 701 719

Totale 4.793 4.696 4.621 4.427 4.031 3.930 3.615 3.799 3.571 3.563 3.848 3.589

Riepilogo infortuni per comparto e per anno - Zona del cuoio comparto 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004

servizi 247 245 227 285 252 249 247 227 191 212 150 150

edilizia 259 226 227 178 157 148 144 140 133 126 160 170

conceria 559 581 586 552 532 456 356 404 358 347 361 264

metalmeccanica 188 194 206 214 241 206 205 210 175 167 194 173

commercio 103 100 85 76 88 57 58 79 69 63 52 74

agricoltura e allev. 73 46 35 36 36 24 24 26 38 37 40 43

calzature 128 147 137 131 111 78 75 91 92 74 76 54

vetro 2 2 1 1 2 5 2 4 0

chimica 27 20 13 20 23 29 28 35 29 16 23 9

legno 36 47 35 34 31 36 21 24 37 32 25 28

alimentari 20 13 23 17 12 11 22 44 18

tessile e abbigliamento 15 11 23 9 10 14 9 8 10 9 5 4

altro e non determinato 176 197 216 164 141 137 95 111 99 56 371 358

totale 1.811 1.814 1.790 1.721 1.637 1.458 1.280 1.369 1.247 1.163 1.505 1.345

Riepilogo infortuni per comparto e per anno - Zona Empolese

comparto 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004

servizi 448 497 491 444 475 488 564 584 624 584 593 556

edilizia 507 498 485 414 351 368 364 368 362 397 382 347

conceria 0 0 5 3 6 2 4 3 1 3 4 4

metalmeccanica 277 292 274 299 247 282 277 225 240 223 189 197

commercio 225 252 236 229 185 242 177 226 185 184 127 136

agricoltura e allevamento 361 269 240 226 224 230 194 188 223 215 200 194

calzature 70 61 67 51 55 51 43 53 49 38 26 14

vetro 136 149 146 173 160 153 141 150 155 134 125 96

chimica 112 125 120 118 111 122 97 131 111 89 80 94

legno 150 120 95 116 96 94 86 92 68 84 80 83

alimentari 130 139 132 136 97 90 88 104 94 76 125 93

tessile e abbigliamento 99 94 102 106 101 61 60 53 66 80 67 69

altro e non determinato 467 386 438 391 286 289 240 253 146 293 345 361

totale 2.982 2.882 2.831 2706 2.394 2.472 2.335 2.430 2.324 2.400 2.343 2.244

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- un miglioramento delle condizioni di sicurezza dovuto ad un più efficace sistema di gestione della sicurezza aziendale, le nuove normative del decennio scorso (D.L. 626/94, D.L. 494/96 ecc.). - interventi di controllo e orientamento alla prevenzione più mirati ed organizzati. Negli ultimi anni del periodo di osservazione si evidenzia una stabilizzazione del fenomeno, quasi a rappresentare una maggiore difficoltà a produrre ulteriori abbattimenti.

I dati relativi agli infortuni mortali riportati nella tabella seguente mostrano una riduzione negli anni sebbene il verificarsi di cinque casi negli ultimi due anni, desta una certa preoccupazione anche in considerazione delle tipologie di lavoratori coinvolti: � 3 lavoratori con rapporto di lavoro

“atipico” � 1 decesso nel reparto pickel in

conceria dopo molti anni che non si verificava infortunio di questo tipo

� 2 infortuni con mezzi meccanici Infortuni mortali sul luogo di lavoro, archivio ASL

Zona Valdarno

Zona Empolese

totale

1993 2 4 6

1994 0 5 5

1995 1 2 3

1996 3 1 4

1997 2 2 4

1998 0 3 3

1999 1 2 3

2000 2 1 3

2001 1 0 1

2002 0 0 0

2003 2 1 3

2004 1 1 2

totale 15 22 37

In parallelo i dati ricavati dall’archivio INAIL, sempre relativi al territorio della ASL di Empoli fanno rilevare: � un aumento degli addetti dovuto anche

ad un incremento nel numero dei soggetti coperti dall’assicurazione INAIL (L. 38/2000)

� un numero piuttosto costante di infortuni denunciati

� una flessione degli infortuni indennizzati ed una corrispondente riduzione dell’indice di incidenza.

Ancora una volta si sottolinea la discrepanza esistente fra il numero di casi presenti nell’archivio ASL e il numero di casi presenti nell’archivio INAIL, così come evidenziato in premessa. �

Confronto fra archivi ASL e archivi INAIL

Nella tabella successiva viene riportata una elaborazione dei dati presenti nell’archivio INAIL (triennio 2000-2002) relativamente all’andamento dell’indice di incidenza (n°infortuni x 1000/n° addetti INAIL), alla

2000 2001 2002

Addetti (INAIL) 67330,2 72782,3 73638,6

Infortuni denunciati 3.314 3.214 3.329

Infortuni archivio ASL 3.799 3.571 3.563

Infortuni indennizzati 2.821 2.644 2.624

Indice di incidenza 42 36 36 Infortuni indennizzati in

permanente 96 112 116

Durata media infortuni indennizzati (giorni) 25 27 27

A ndamento degli event i info rtunist ic i nell'A sl di Empo li

0

1000

2000

3000

4000

5000

6000

1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006

Andamento del numero di infortuni nei

principali comparti

0200400

600800

1000

1990 1995 2000 2005

Servizi Edilizia Meccanic Conceria

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I lavoratori

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percentuale di infortuni indennizzati per lesioni permanenti e alle giornate di assenza media per principali settori produttivi. Da sottolineare l’ulteriore discrepanza esistente fra archivi ASL e INAIL relativamente alla classificazione dei comparti produttivi. Da una analisi dei dati emerge in particolare che :

Indici di frequenza e gravità, archivio INAIL

Si rileva comunque che i livelli più alti di infortuni con lesioni permanenti (gravi) si ritrovano nel settore del legno, della carta e delle costruzioni;

• I valori più elevati in termini di giornate di assenza dal lavoro interessano il settore dell’edilizia, seppure con le stesse oscillazioni dovute al basso numero di casi. In tabella sono riportate anche l’incidenza degli infortuni e la conseguente gravità del rischio nei differenti comparti produttivi.

Indice incidenza % Lesioni

permanenti Durata media

Settore economico (ATECO 91) 2000 2001 2002 2000 2001 2002 2000 2001 2002 alimentare 43,0 39,1 31,8 3,1 3,4 3,8 16,5 31,0 24,8 tessile 16,0 13,3 12,6 4,2 4,5 6,1 30,4 26,5 33,1 calzature, conciario,.. 30,9 25,0 24,4 3,8 5,8 3,9 26,4 31,0 27,9 legno 52,7 44,6 64,2 0,0 10,5 4,9 18,4 28,7 26,5 carta 39,0 28,0 29,2 2,2 9,1 8,8 22,9 26,3 27,8 chimica 28,3 24,1 15,8 0,0 2,6 4,2 25,2 14,1 21,0 gomma 78,6 69,6 58,9 5,0 4,0 7,8 30,5 25,1 28,4 trasformazione 74,9 62,4 55,5 0,6 2,1 4,1 16,6 18,7 18,1 metalli 67,4 74,9 67,4 7,1 4,0 5,4 25,2 20,2 24,8 meccanica 70,9 67,4 58,9 4,7 1,6 4,9 26,0 22,2 27,7 costruzioni 78,3 68,6 66,4 5,6 7,4 5,8 29,6 31,5 32,6 commercio 32,5 28,9 28,2 2,3 2,2 3,5 26,9 23,9 22,8 alberghi e ristoranti 47,6 31,9 36,2 0,0 4,5 1,9 22,1 37,5 27,0 trasporti 85,7 74,8 79,8 4,0 3,5 4,4 24,6 28,4 29,2 pubblica ammin. 35,2 32,3 31,5 2,1 1,4 2,9 23,8 20,2 24,2 servizi pubblici 27,3 20,3 24,5 3,5 6,0 4,5 25,4 36,9 27,8

• I comparti con più alto indice di incidenza sono i trasporti, le costruzioni, l’industria meccanica, l’industria dei metalli, l’industria di trasformazione, l’industria della gomma e l’industria del legno; questi valori sono in riduzione nel triennio, salvo qualche eccezione

• I valori percentuali degli infortuni con lesioni permanenti sono molto variabili per ogni comparto nel triennio. Ciò è dovuto essenzialmente al basso numero di eventi. Infatti, in edilizia e nelle concerie, dove il dato numerico è più elevato i valori sono più uniformi negli anni.

A tal proposito si sottolinea che ormai da due anni vengono programmati ed eseguiti interventi di vigilanza in aziende con elevati indici infortunistici (indice di incidenza e durata media). L’U.O.S. Prevenzione Lavoro Zona Cuoio sta monitorando dal 1994 l’andamento del fenomeno infortunistico in un campione rappresentativo di oltre 100 aziende del comparto conciario. Questo lavoro fornisce importanti informazioni utili alla valutazione degli interventi di prevenzione delle aziende e dell’efficacia del Piano Mirato di prevenzione sviluppato nel comparto.

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Struttura del campione e gli indici infortunistici

ditte addetti esposti infortuni

Ore lavorate

Giorni assenza

Ore lav/ addetti

Ind. di frequenza

Ind. di incidenza

Indice di

gravità Durata media

1993 78 1.322 90 2.114.465 1628 1.599 42,6 68,1 0,77 18

1994 79 1.395 103 2.274.312 2472 1.630 45,3 73,8 1,09 24

1995 82 1.453 104 2.381.512 1553 1.639 43,7 71,6 0,65 15

1996 84 1.492 112 2.536.058 2205 1.699 44,2 75,1 0,87 19

1997 109 1.887 140 3.211.068 3158 1.701 43,6 74,2 0,99 23

1998 108 1.819 116 3.083.997 2194 1.695 37,6 63,8 0,71 19

1999 107 1.727 81 2.882.978 1761 1.669 28,1 46,9 0,61 22

2000 103 1.845 115 3.166.848 2558 1.716 36,3 62,3 0,81 22,2

2001 98 1.746 87 3.036.501 2000 1.739 28,7 49,8 0,66 23

2002 109 1.897 119 2.927.994 3531 1.543 40,6 62,7 1,21 29,7

2003 103 1.611 82 2.697.695 1640 1.674 30,4 50,9 0,61 20

A seguito dell’accesa discussione sull’effetto della flessibilità del lavoro sull’incidenza degli infortuni professionali, si riportano anche i dati relativi ala tipologia di lavoro “somministrato”, che interessa prevalentemente lavoratori stranieri. Dall’analisi di questi pochi dati emerge: • una riduzione del numero di aziende

che hanno ricorso a detta tipologia di lavoratori, del numero di contratti di missione stipulati e del complessivo di ore utilizzate

fatto in sostituzione di lavoratori a tempo indeterminato.

• un indice di incidenza nettamente superiore al dato complessivo del campione.

In conclusione l’analisi del fenomeno infortunistico conferma nell’ultimo decennio una significativa riduzione del fenomeno infortunistico in termini assoluti, associata ad una riduzione degli eventi mortali; questa riduzione risulta particolarmente evidente a partire dalla seconda metà del periodo considerato.

Infortuni lavoro “somministrato” (2002 – 2003) 2002 2003

a tempo indeterminato somministrato a tempo indeterminato somministrato

ditte 109 28 su 109 103 14 su 103

addetti esposti 1.897 243 1.611 88

infortuni 119 21 82 10

Ore lavorate 2.927.994 54.968* 2.697.695 39.704*

Giorni lavorati 366.000 6.871** (1,87 %) 337.212 4.963** (1,47 %)

Ore annue lav.x addetto 1.543 226 1.674 451

Indice di frequenza 41,3 382,1 30,4 251,9 Indice di incidenza 62,7 86,4 50,9 113,6

*) Tale valore scaturisce dalla moltiplicazione di 8 ore per il numero di giorni dell’incarico compreso di sabati, domeniche e festivi. **) I giorni lavorati coincidono con quelli previsti nel contratto di missione di ciascun lavoratore interinale comprensivi di sabati, domeniche e festivi.

• un aumento della durata di ciascuna missione. Tale andamento può far ipotizzare l’incremento in futuro di tali forme di lavoro non per la copertura stagionale o di punta ma per periodi molto più lunghi, di

Questa tendenza è confermata anche dagli indici di incidenza INAIL degli ultimi anni e dallo studio del campione nel settore conciario che, rispetto agli altri settori produttivi, si colloca ad un livello di rischio “medio”.

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Certamente i livelli attuali degli infortuni sul lavoro permangono elevati in considerazione anche della possibile prevedibilità di tali eventi. A tale scopo è’ necessario che le aziende affrontino con più determinazione tutti gli aspetti relativi agli standard di sicurezza nell’ambiente di lavoro, compreso il controllo del rispetto delle norme e l’adozione di corrette procedure operative. Allo stesso modo risulta quanto mai necessario proseguire il monitoraggio del “lavoro atipico” rispetto al quale, pur sottolineando il piccolo numero di casi che abbiamo potuto considerare, emergono segnali di “super rischio”. Di particolare rilevanza appaiono le attività di informazione/formazione verso gli iscritti alle Agenzie di somministrazione di lavoro interinale; tali iniziative, già promosse dall’U.O.S. Prevenzione Luoghi Lavoro Zona del Cuoio, dovrebbero assumere un ruolo prioritario nella strutturazione di interventi di prevenzione futuri. 4.1.3 Malattie professionali Per quanto riguarda le malattie da lavoro, a differenza degli infortuni, non disponiamo di fonti informative che ci rappresentano con sufficiente completezza il fenomeno; questo è il motivo per il quale la rilevazione della quota di “malattie da lavoro nascoste” richiede un particolare impegno da parte delle strutture preposte per sviluppare sistemi di ricerca “attiva”. L’obiettivo di questa sezione è quello di aggiornare lo stato della conoscenza (sempre parziale) che raggiunto in questi anni. Da qualche anno in Azienda è in corso uno studio per approfondire tutti i casi di tumore della vescica e dei seni nasali e paranasali di probabile origine professionale occorsi a soggetti residenti sul nostro territorio. La consistenza del dato relativo alle neoplasie è in massima parte dovuta a programmi di ricerca sistematica dei

casi (tumori rino-sinusali e mesoteliomi dalla metà degli anni 90 e tumori della vescica dal 2001) condotta dai servizi di prevenzione USL a partire dagli archivi dei ricoveri ospedalieri e dagli archivi di mortalità. In particolare è in corso un progetto di collaborazione fra INAIL, ASL 5 Pisa, ASL 11 Empoli e Az. Ospedaliera-Universitaria Pisana per la ricerca attiva delle malattie professionali (tumori del naso, tumori della vescica, mesoteliomi, asma e dermatiti) che prevede un intenso coinvolgimento dei medici di Medicina Generale, dei Medici Competenti e di Specialisti Ospedalieri. Tale progetto rappresenta un’importante occasione di confronto sui criteri di valutazione e riconoscimento del nesso tra esposizioni lavorative a fattori di rischio e insorgenza di patologia. La collaborazione con l’INAIL è attiva anche in ordine ad un altro progetto2 di ricerca di nuove patologie emergenti (patologie da traumi ripetuti, da usura e sovraccarico biomeccanico delle strutture articolari), che sono riportate fra le prime cause di segnalazione in vari paesi europei, ma per le quali non esistono ancora fonti informative consistenti. Il progetto prevede la promozione di attività di formazione, assistenza e collaborazione con i medici competenti per una maggiore individuazione e, di conseguenza, segnalazione di queste patologie sul territorio dell’Area Vasta; lo stesso progetto istituisce, inoltre, un’apposita commissione tecnica INAIL-Area Vasta per la valutazione dei casi segnalati. In generale i sistemi di ricerca attiva, ricordati in precedenza, sono mirati ad evidenziare anche patologie che si manifestano tardivamente (per esempio dopo il pensionamento), sfuggendo quindi all’osservazione del medico competente. Un mesotelioma, ad esempio, o un tumore vescicale, possono insorgere anche dopo 30-40 anni dall’inizio dell’esposizione a rischio: in assenza di un’adeguata ricostruzione della storia clinica e lavorativa del soggetto non si giungerebbe a comprende le cause ������������������������������ �������������������������������Tale progetto vede coinvolte: la Direzione Regionale

INAIL e le ASL afferenti all’Area Vasta Centro (Firenze, prato, Pistoia ed Empoli�

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dell’insorgenza di patologia ed il loro rapporto con l’attività lavorativa. Esistono anche malattie che possono essere conseguenza di diverse esposizioni rischiose in differenti aziende nel corso della vita lavorativa (come avviene frequentemente per le ipoacusie o le patologie dell’apparato muscolo-scheletrico). Nel valutare l’andamento nel tempo delle malattie professionali, una apparente riduzione delle patologie segnalate non si può considerare reale fino a quando tutti i lavoratori non siano stati opportunamente riesaminati anche a conclusione della loro attività lavorativa. Di converso, un aumento dei casi potrebbe rappresentare anche un indicatore di efficacia/efficienza dei sistemi di rilevazione attiva. Altro elemento, non secondario nella valutazione del nesso causale fra esposizione lavorativa e insorgenza di patologia, è rappresentato dall’interazione con i fattori di rischio extra-lavorativo (si pensi per esempio all’effetto del fumo sul tumore vescicole in un lavoratore esposto anche a ammine aromatiche). La rappresentazione delle entità nosologiche - “malattie” non esaurisce certamente tutti i danni e i disagi realizzati dall’esperienza lavorativa. Molte ricerche, infatti, si basano anche sui disturbi riferiti dai lavoratori. Fra le malattie professionali deve essere considerata anche la quota di “usura” indotta dal lavoro sotto particolari e importanti profili quali quelli emergenti dai “rischi psicosociali” (lavoro a turni, sovraccarico lavorativo della donna, violenza sul lavoro, ecc.). In particolare, il problema dello stress da lavoro è assolutamente oggetto di scarsi interventi nella nostra regione e nel nostro paese. I dati complessivi provenienti delle due zone-distretto dell’Azienda USL 11 mostrano che il 50% delle patologie

segnalate è rappresentato da ipoacusie da rumore, al secondo posto troviamo le dermatiti da contatto allergiche e irritative (17%), seguite da neoplasie (13%) più frequenti nella zona Valdarno, patologie dell’apparato muscolo-scheletrico (sindrome del tunnel carpale, discopatie del rachide, artropatie arti superiori, ecc.: 8%) e patologie dell’apparato respiratorio (8%), ivi comprese asma bronchiale e broncopneumopatie, riniti allergiche, asbestosi e silicosi.

Le fonti di segnalazione sono rappresentate principalmente dai medici competenti aziendali, i medici delle U.O. Prevenzione Luoghi di Lavoro e l’INAIL; sono ancora rare le segnalazioni provenienti direttamente dai medici di famiglia, dei presidi ospedalieri della nostra ASL e dei servizi dei patronati.

Fonte di segnalazione N° di

denunce percentuale

Medici competenti 368 51,5 Medici U.O. PLL 152 21,3

INAIL (I° certificato) 125 17,5 Altre ASL e Istituti Univers 49 6,85

Medici curanti 10 1,4 Patronati sindacali 7 0,98

Organi istituz. (Questura, Procura, ecc.) 4 0,56

totale 715 100

Nella tabella seguente e nelle relative suddivisioni per zona, riportiamo le malattie segnalate nel periodo di monitoraggio: in media sono state rilevate 100 segnalazioni/anno.

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Le malattie da lavoro – ASL di Empoli Patologie segnalate (1998-2004) 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 TOT.

Ipoacusia da rumore 62 61 49 43 59 34 49 357

Dermatite Allergica o Irritativa da Contatto 6 21 30 17 9 24 14 121

Neoplasie : 7 6 15 12 13 15 26 94

Neoplasie della vescica 1 0 1 1 8 8 15 34

Neoplasie rino-sinusali 4 1 4 6 2 4 5 26

Mesoteliomi 1 3 8 4 2 1 3 22

Neoplasie polmonari 0 1 1 1 0 0 2 5

Leucemie 1 0 0 0 1 1 1 4

Epatocarcinoma 0 0 1 0 0 0 0 1

Carcinoma cutaneo 0 0 0 0 0 1 0 1

Neoplasia del retto 0 1 0 0 0 0 0 1

Cumulative Trauma Desorders 4 6 12 4 18 7 8 59

Patologie dell’apparato respiratorio : 12 9 10 5 7 3 10 56

Asma 1 5 1 2 6 1 3 19

Altre Broncopneumopatie 6 2 2 0 1 2 1 14

Silicosi 3 1 4 1 0 0 1 10

Asbestosi 1 1 3 1 0 0 1 7

Rinite allergica 0 0 0 1 0 0 2 3

Laringitr cronica 0 0 0 0 0 0 1 1

Pneumopatia da isocianati 0 0 0 0 0 0 1 1

Patologia respiratoria da fumi di stirene 1 0 0 0 0 0 0 1

Patologie infettive 0 0 0 1 4 0 0 5

Polineuropatia 0 1 0 2 1 0 0 4

Cataratta 0 1 1 0 1 0 1 4

Angiopatia da Vibrazioni 0 0 1 1 0 1 1 4

Abnorme assorbimento di Piombo 0 0 1 0 0 1 2 4

Abnorme assorbimento di Cromo 0 0 0 1 1 0 0 2

Abnorme assorbimento di cicloesano 0 0 0 0 0 1 0 1

Congiuntivite 0 0 1 0 0 0 0 1

Leucopenia tossica 0 0 0 0 0 0 1 1

Leucocitosi benigna linfocitaria cronica 0 0 0 1 0 0 0 1

Sclerosi multipla 0 0 0 0 0 0 1 1

Totale malattie denunciate 91 105 120 87 113 86 113 715

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Le malattie da lavoro - ZONA EMPOLESE - VALDELSA Patologie segnalate (1998-2004) 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 TOT.

Ipoacusie 46 51 36 34 36 22 44 269

Dermatiti 2 10 20 10 1 5 0 48

Cumulative Trauma Desorders : 3 5 10 2 16 4 5 45

Sindrome del tunnel carpale 1 2 4 0 12 0 2 21

Altre pat. Osteomuscolari arto sup. 0 3 4 2 4 3 1 17

Patologie osteomuscolari rachide 2 0 2 0 0 1 2 7

Neoplasie : 3 5 10 7 1 4 4 34

Mesoteliomi pleurici 0 3 8 3 0 1 1 16

Tumori nasali e dei seni paranasali 2 0 0 2 0 3 1 8

Tumori polmonari 0 1 1 1 0 0 0 3

Leucemie 1 0 0 0 1 0 1 3

Tumori del retto 0 1 0 0 0 0 0 2

Tumori vescicali 0 0 0 1 0 0 1 1

Epatocarcinoma 0 0 1 0 0 0 0 1

Pat. Apparato respiratorio : 8 4 8 5 2 3 5 35

Silicosi 3 1 4 1 0 0 1 10

Asma bronchiale 1 2 0 2 2 1 2 10

Asbestosi 1 1 3 1 0 0 0 6

Broncopnemopatie non meglio specificate 2 0 1 0 0 2 0 5

Rinite allergica 0 0 0 1 0 0 2 3

Patologia respiratoria da fumi di stirene 1 0 0 0 0 0 0 1

Patologie Infettive 0 0 0 1 4 0 0 5

Polineuropatie 0 1 0 2 1 0 0 4

Cataratta da energie radianti 0 1 1 0 1 0 1 4

Abnorme assorbimento di Pb 0 0 1 0 0 1 2 4

Angioneurosi da strumenti vibranti 0 0 1 0 0 0 1 2

Leucocitosi linfocitaria benigna cronica 0 0 0 1 0 0 0 1

Sclerosi multipla 0 0 0 0 0 0 1 1

Totale malattie denunciate 62 77 87 62 62 39 63 452

Le malattie da lavoro - ZONA VALDARNO Patologie segnalate (1998-2004) 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 TOT.

Ipoacusia da rumore 16 10 13 9 23 12 5 88 Dermatite Allergica o Irritativa da Contatto 4 11 10 7 8 19 14 73

Neoplasie : 4 1 5 5 12 11 22 60 neoplasie della vescica 1 1 8 8 14 32 neoplasie rino-sinusali 2 1 4 4 2 1 4 18 mesotelioma 1 1 2 2 6 carcinoma cutaneo 1 1 carcinoma polmonare 2 2 leucemia acuta 1 1

Cumulative Trauma Desorders 1 1 2 2 2 3 3 14

Pat. Apparato respiratorio : 4 5 2 5 5 21 Broncopneumopatia cronica ostruttiva 4 2 1 1 1 9 Asma bronchiale 3 1 4 1 9 Asbestosi + fibrosi polmonare 1 1 Pneumopatia da isocianati 1 1 Laringite cronica 1 1

Angiopatia da Vibrazioni 1 1 2 Abnorme assorbimento di Cromo 1 1 2 Abnorme assorbimento di Cicloesano 1 1 Cataratta 0 Congiuntivite 1 1 Leucopenia tossica 1 1 Polineuropatia 0 Totale malattie denunciate 29 28 33 25 51 47 50 263

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Per quanto riguarda i principali comparti interessati si deve considerare che dal settore conciario (20.3%) e dall’edilizia (18.6%) provengono complessivamente più di un terzo delle segnalazioni di sospetta patologia professionale nella ASL di Empoli. Seguono il settore metalmeccanico (7.5%), il calzaturiero (6.1%), la lavorazione del legno (5.7%), la produzione di nastri adesivi (5.5%) e la lavorazione del vetro e del cristallo (5.1%). Come numero di segnalazioni, al primo posto troviamo il settore conciario, che peraltro rappresenta il comparto produttivo con la più alta popolazione lavorativa di tutta la ASL (circa 8.000 addetti). Le patologie segnalate in questo settore riguardano prevalentemente dermatosi e neoplasie; queste ultime, come già detto, emerse soprattutto a seguito della attività di ricerca attiva dei casi da parte dei medici dell’U.O. Prevenzione Luoghi di Lavoro. Le segnalazioni relative all’edilizia riguardano quasi esclusivamente ipoacusie da rumore. Considerando che questa malattia viene denunciata spesso nel periodo finale della vita lavorativa e che il rumore è stato, soprattutto in passato, un fattore di rischio presente in molti settori produttivi, non è sempre agevole identificare il settore in cui prevalentemente si sono realizzate le condizioni di rischio efficaci ai fini della realizzazione del danno. Dunque il danno da rumore è il risultato cumulativo dell’intera vita lavorativa ed extralavorativa (varie patologie ed esposizione anche a rumore extraprofessionale). Ciò trova riscontro anche dagli accertamenti svolti, in particolare attraverso le “inchieste malattia professionale” che l’UO Prevenzione Luoghi di Lavoro conduce, anche per evadere gli obblighi di rapporto verso la magistratura. La lettura dei dati riassunti in precedenza suggerisce, in accordo

con gli obiettivi del PSR, un approfondimento metodologico e programmatico per l’individuazione delle possibili malattie da lavoro a fronte del fatto che le malattie segnalate fino ad oggi rappresentano solo una piccola frazione di quelle realmente attribuibili al lavoro.