4. Insieme Gennaio 2020.qxp Layout 1 · Cammini di PACE Il Messaggio di PapaFrancesco per la LIII...

40

Transcript of 4. Insieme Gennaio 2020.qxp Layout 1 · Cammini di PACE Il Messaggio di PapaFrancesco per la LIII...

Page 1: 4. Insieme Gennaio 2020.qxp Layout 1 · Cammini di PACE Il Messaggio di PapaFrancesco per la LIII Giornata mondialedella pace “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione
Page 2: 4. Insieme Gennaio 2020.qxp Layout 1 · Cammini di PACE Il Messaggio di PapaFrancesco per la LIII Giornata mondialedella pace “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione

I N S I E M E S O M M A R I OG E N N A I O 2 0 2 0

2

SOM

MA

RIO LA PAROLA DEL VESCOVO 3 Cammini di Pace

VITA DIOCESANA 4 Ordinazioni Diaconali 4 “Tu sei prezioso ai miei occhi” 5 Essere uomo di speranza 6 La Domenica della Parola 7 “Senza Sbarre” 7 No all’illegalità› Ufficio per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso 8 “Ci trattarono con gentilezza” 9 Il Cantico dei Cantici› Caritas 10 Ok, il prezzo è giusto! 10 Viaggio solidale ad Atene 11 La Caritas e il terremoto in Albania› Ufficio Catechistico 12 Catechesi narrativa 13 Oltre l’autismo› Cappellania Ospedaliera 14 Un ambulatorio solidale 14 Prendersi cura dell’altro

DALLE PARROCCHIE 15 Nessuno può dare ciò che non ha 16 25 anni di servizio nel mondo mediorientale

ASSOCIAZIONE E MOVIMENTI 17 Tra dialogo, relazione e discernimento 18 “Siate piccoli ponti là dove vivete” 18 I Care 19 Economia e Dottrina Sociale della Chiesa 20 Bullismo e Cyberbullismo 21 Rassegna di cori scolastici 21 Un Dio che si fa piccolo 22 Camminare insieme

VOCE DEL SEMINARIO 23 Di fronte alla creatività di Dio 23 Giornata mondiale della fratellanza umana

PIANETA GIOVANI 24 Lo sport e i giovani oggi 24 “Se la strada non c’è, la inventiamo noi”

SOCIETÀ 25 “E ci prendiamo cura di loro…” 26 Sogni per una città migliore 27 Relazione e comunicazione 28 Per una umanità conviviale

CULTURA 29 Una Chiesa povera e per i poveri 29 Antologia di pensieri 30 La moneta unica e i suoi folli detrattori 31 Liberi di amare e liberi per amare 32 Atti unici 32 Ti racconto, se vuoi 33 Una scuola in uscita 34 Arte, cultura e fede 35 La cura di un sogno 35 L’officina dei sogni

RUBRICA 36 Alla scuola del magistero sociale della Chiesa - 4 37 Film & Music point 38 Leggendo… leggendo 39 Appuntamenti

Page 3: 4. Insieme Gennaio 2020.qxp Layout 1 · Cammini di PACE Il Messaggio di PapaFrancesco per la LIII Giornata mondialedella pace “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione

Cammini di PACEIl Messaggio di Papa Francesco per la LIII Giornata mondiale della pace

“La pace come cammino di speranza:dialogo, riconciliazione e conver-

sione ecologica”. È questo il titolo delMessaggio per la celebrazione della LIIIGiornata mondiale della pace che per il 1°gennaio 2020 il Santo Padre, Papa France-sco, ha diffuso fin dallo scorso 12 dicem-bre scorso. Ancora una volta il SantoPadre dipinge con linguaggio efficace ildrammatico quadro della situazione odier-na dell’umanità intera.In apertura del nostro mensile “Insieme”,vogliamo leggere con attenzione qualchepassaggio significativo, a cominciare daititoli delle varie parti: 1. La pace, camminodi speranza di fronte agli ostacoli e alleprove; 2. La pace, cammino di ascolto ba-sato sulla memoria; 3. La pace, camminodi riconciliazione nella comunità fraterna;4. La pace, cammino di conversione eco-logica; ed infine il 5. Si ottiene tanto quan-to si spera. Vorrei sottolineare innanzitutto il fattoche nei vari titoli il Papa ripete costante-mente la parola “Cammino”. Non è unqualcosa che arriva da sé, è una ricercaappassionata che non può non esserericca di speranza. E proprio nell’ultimaparte egli sottolinea il fatto che la misuradel dono della pace che il Signore, Princi-pe della pace, desidera farci è data dallamisura della speranza con cui noi operia-mo per la pace.Fin dalle prime battute il Papa ci dice che«La nostra comunità umana porta, nellamemoria e nella carne, i segni delleguerre e dei conflitti che si sono succe-duti, con crescente capacità distruttiva,e che non cessano di colpire special-mente i più poveri e i più deboli. Ancheintere nazioni stentano a liberarsi dallecatene dello sfruttamento e della corru-zione, che alimentano odi e violenze. An-cora oggi, a tanti uomini e donne, a bam-bini e anziani, sono negate la dignità, l’in-tegrità fisica, la libertà, compresa quellareligiosa, la solidarietà comunitaria, lasperanza nel futuro. Tante vittime inno-centi si trovano a portare su di sé lo stra-zio dell’umiliazione e dell’esclusione, dellutto e dell’ingiustizia, se non addirittura i

traumi derivanti dall’accanimento siste-matico contro il loro popolo e i loro cari.Le terribili prove dei conflitti civili e diquelli internazionali, aggravate spessoda violenze prive di ogni pietà, segnano alungo il corpo e l’anima dell’umanità.Ogni guerra, in realtà, si rivela un fratri-cidio che distrugge lo stesso progetto difratellanza, inscritto nella vocazionedella famiglia umana».Più avanti aggiunge che «Ogni situazionedi minaccia alimenta la sfiducia e il ripie-gamento sulla propria condizione. Sfidu-cia e paura aumentano la fragilità dei rap-porti e il rischio di violenza, in un circolovizioso che non potrà mai condurre a unarelazione di pace. In questo senso, anchela dissuasione nucleare non può checreare una sicurezza illusoria».«Perciò – aggiunge – non possiamo pre-tendere di mantenere la stabilità nelmondo attraverso la paura dell’annienta-mento, in un equilibrio quanto mai instabi-le, sospeso sull’orlo del baratro nuclearee chiuso all’interno dei muri dell’indiffe-renza, dove si prendono decisioni socio-economiche che aprono la strada aidrammi dello scarto dell’uomo e del crea-to, invece di custodirci gli uni gli altri».Naturalmente il Papa non si accontentadella denuncia del problema nella suagravità, ma aggiunge con forza che per«perseguire una reale fratellanza, basatasulla comune origine da Dio ed esercitatanel dialogo e nella fiducia reciproca», oc-corre fare insieme, credendoci, i “cam-mini della pace”: il «cammino di ascoltobasato sulla memoria, sulla solidarietà e

sulla fraternità»; il «cammino di riconcilia-zione nella comunione fraterna»; il «cam-mino di conversione ecologica».«Non si ottiene la pace se non la sispera», scrive Francesco citando Giovannidella Croce in Notte oscura. «Si trattaprima di tutto – spiega – di credere nellapossibilità della pace, di credere che l’al-tro ha il nostro stesso bisogno di pace. Inquesto, ci può ispirare l’amore di Dio perciascuno di noi, amore liberante, illimitato,gratuito, instancabile». Si tratta di rifuggi-re dalla paura perché «la paura è spessofonte di conflitto. È importante, quindi, an-dare oltre i nostri timori umani, ricono-scendoci figli bisognosi, davanti a Coluiche ci ama e ci attende, come il Padre delfiglio prodigo (cfr Lc 15,11-24). La culturadell’incontro tra fratelli e sorelle rompecon la cultura della minaccia. Rende ogniincontro una possibilità e un dono del-l’amore generoso di Dio. Ci guida ad oltre-passare i limiti dei nostri orizzonti ristretti,per puntare sempre a vivere la fraternitàuniversale, come figli dell’unico Padre ce-leste».Carissimi fratelli e sorelle della Chiesa diAndria, nutriamo il nostro cammino diChiesa con questo respiro che il Papa cisuggerisce nel suo messaggio: camminodi ascolto, cammino di riconciliazione ecammino di conversione ecologica, ricchidi tanta tanta speranza, visto che, come cidice il Papa, la misura della speranza saràla misura del dono.Buon Anno a tutti!

Vostro† d.Luigi

I N S I E M EG E N N A I O 2 0 2 0

3L A P A R O L A D E L V E S C O V O

Page 4: 4. Insieme Gennaio 2020.qxp Layout 1 · Cammini di PACE Il Messaggio di PapaFrancesco per la LIII Giornata mondialedella pace “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione

“Tu sei PREZIOSO ai miei occhi”

I N S I E M EG E N N A I O 2 0 2 0

V I TA D I O C E S A N A

OrdinazioniDIACONALI

Lo scorso 28 dicembreil Vescovo di Andria, Mons. Luigi Mansi

ha ordinato diaconi due giovani seminaristi della diocesi:Domenico Evangelista e Alessandro Tesse.

I due neodiaconi si raccontano.

Don Domenico EvangelistaDiacono

“P erché tu sei prezioso ai miei occhi,perché sei degno di stima e io ti

amo, do uomini al tuo posto e nazioni incambio della tua vita. Non temere, perchéio sono con te”. (Is 43, 4-5a)È, questo, un brano che sento decisamen-te significativo per me in questo momentodella mia vita. È la pericope che per eccel-lenza, a mio parere, richiama il concetto dielezione e che dice quanto il Signoretenga alla mia persona, quanto mi sosten-ga con la sua mano potente, quanto mi in-coraggi, in una sola espressione, quantomi ami.In questo mio percorso di discernimento,che è iniziato in prima media e che, pro-gressivamente, si è approfondito, sonogiunto, con l’aiuto dei formatori avvicen-datisi nel corso dei vari anni, a maturare ladecisione di pormi alla totale e completasequela del Signore, servendo i fratelliche Egli mi mette accanto già oggi e i tantivolti che incrocerò nel viaggio della vita.

“Diacono”, infatti, significa “servitore”.Mi sento chiamato non perché prezioso amotivo dei miei pregi e delle mie qualità,ma perché fissato dallo sguardo di Dioche mi rende prezioso e che mi rende sti-mato. Egli, infatti, mi ama immensamente.Il suo è lo sguardo di un innamorato, un in-namorato che non smette di essermi vici-no, che è pronto ad accogliermi, che per-dona i miei errori, che mi lascia libero diallontanarmi da Lui e di sbagliare, che miattende pazientemente a braccia aperte eche con la sua semplice presenza attira aSé e genera altro amore. Dio, malgrado tutte le mie brutture, tutti imiei difetti e le mie debolezze, mi ama edio sto imparando a riscoprirmi sempre piùamato da Lui: è un lavoro spirituale daportare avanti per tutto il resto della miavita. Prendere sempre più consapevolezzadi essere amato da Dio, come necessariaconseguenza, implica una sempre mag-giore apertura agli altri e un più profondo

amore verso me stesso (io, infatti, sono ilprimo prossimo di me stesso). Pertanto, ilsentirmi chiamato dal Signore ad una vitadi dono totale per Dio e per chi mi è postoaccanto, la bellezza e il fascino di poterguidare e condurre i fedeli al Signore, dispezzarmi per loro, di aiutarli, di consi-gliarli, di sostenerli, di amarli, il poter ap-profondire il suo Mistero d’amore e con-solidare ed accrescere il mio rapporto conDio costituiscono le motivazioni profondeche mi hanno condotto all’Ordine Sacrodel Diaconato.Ringrazio di cuore tutti coloro che mi sonostati vicini in questi 13 anni di cammino.Porto una immensa gratitudine per la miafamiglia, che non ha ostacolato in alcunmodo il mio desiderio di consacrare la miavita al Signore; per tutti i sacerdoti che mihanno accompagnato; per la mia parroc-chia di origine “Madonna di Pompei”,grembo che mi ha generato; per il semi-nario, minore e maggiore, che mi ha for-mato; per le due parrocchie di destinazio-ne pastorale “Maria SS.dell’Altomare” e“Cuore Immacolato di Maria”; per il ve-scovo, di cui avverto una sincera fiduciain me.E grazie soprattutto al Signore, nel cuiaiuto confido e che sempre fa risuonare inme la sua voce che dice “Tu mi appartieni.Non temere, perché io sono con te”.

4

Il Vescovo con don Alessandro Tesse (a sinistra)e don Domenico Evangelista (a destra)

Alcuni momentidella Celebrazione di Ordinazione Diaconale

Page 5: 4. Insieme Gennaio 2020.qxp Layout 1 · Cammini di PACE Il Messaggio di PapaFrancesco per la LIII Giornata mondialedella pace “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione

Essere UOMO di speranzaDon Alessandro TesseDiacono

Ma chi te la fa fare? Credo sia questala domanda che più mi sia sentito ri-

volgere nel corso degli ultimi anni e chenon vi nascondo ho imparato a declinarecon: Chi me la fa fare? Sicuramente l’in-contro non con un’idea, bensì l’incontrocon una persona, Gesù Cristo. Il suo

amore incondizionato, la sua dolcezza mihanno da sempre interpellato tanto daportarmi nel corso di questi anni a matura-re una risposta libera e generosa checoincide con il dono totale della mia vita aCristo nella chiesa per il servizio dei fratel-li. Si perché questo è il ministero ordinatodel diaconato, un dono fatto a me, ma perme il servizio dei fratelli.Oggi posso dire con chiarezza e nitidezzache la mia vocazione e ancor prima le mie

domande vocazionali hanno trovato il loroterreno di coltura nella quotidianità e so-prattutto in una passione per l’assistenzae la cura degli ammalati che fin dalla piùtenera età avevo scelto. Mai avrei pensa-to una cosa del genere. Un percorso uni-versitario portato a termine con il conse-guimento della laurea in Infermieristica il18 aprile 2012, l’iscrizione all’ordine degliinfermieri, l’esercizio della professionepresso la Casa di Riposo “San Giuseppe”per due anni, rappresentano le tappe prin-cipali di un sogno che si realizzava e diuna carriera che presentava tutti i prodro-mi di una crescita. Ho sempre pensatoche il bene bisogna farlo, ma bisogna sa-perlo fare bene perciò la preparazione, lostudio e la professionalità non sono statialtro che trampolini di lancio per risponde-re bene a quel caritas Christi urget nos. Ilcontatto quotidiano con gli ammalati e latestimonianza ascoltata di presbiteri-me-dici che esercitano simultaneamente mini-stero e professione hanno fatto sì che gliinterrogativi che mi ponevo, dal terreno dicoltura dove stavano in fase embrionale,assumessero una voce chiara e distintadentro di me. Il Concilio Vaticano II inLumen Gentium 29 cosi indica la naturadel dono che mi è stato fatto:In un grado inferiore della gerarchia stan-no i diaconi, ai quali sono imposte le mani«non per il sacerdozio, ma per il servizio».Infatti, sostenuti dalla grazia sacramenta-le, nella «diaconia» della liturgia, della

predicazione e della carità servono il po-polo di Dio, in comunione col vescovo econ il suo presbiterio. È ufficio del diaco-no, secondo le disposizioni della compe-tente autorità, amministrare solennemen-te il battesimo, conservare e distribuirel’eucaristia, assistere e benedire il matri-monio in nome della Chiesa, portare il via-tico ai moribondi, leggere la sacra Scrittu-ra ai fedeli, istruire ed esortare il popolo,presiedere al culto e alla preghiera dei fe-deli, amministrare i sacramentali, presie-dere al rito funebre e alla sepoltura. Es-sendo dedicati agli uffici di carità e di as-sistenza, i diaconi si ricordino del monitodi S. Policarpo: «Essere misericordiosi, at-tivi, camminare secondo la verità del Si-gnore, il quale si è fatto servo di tutti».Tutto questo credo si snodi nella mia vitasenza soluzione di continuità; ma un filorosso unisce, segna e dà forma al disegnoche Dio ha pensato per me e che con mevuole realizzare. Desidero soprattutto es-sere un uomo di speranza. Una speranzache non si può e non deve fermarsi con letante e multiformi malattie e morti che at-tanagliano l’umanità di oggi. Parola di in-fermiere e diacono.

I N S I E M EG E N N A I O 2 0 2 0

V I TA D I O C E S A N A 5

Don Alessandro e don Domenico con i Seminaristi della Diocesi

Page 6: 4. Insieme Gennaio 2020.qxp Layout 1 · Cammini di PACE Il Messaggio di PapaFrancesco per la LIII Giornata mondialedella pace “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione

I N S I E M EG E N N A I O 2 0 2 0

V I TA D I O C E S A N A

La Domenicadella PAROLALe indicazioni del Vescovoper la celebrazione in diocesi

Don Gianni MassaroVicario Generale

Con la Lettera Apostolica “Aperuit illis” dello scorso 30settembre, Papa Francesco ha istituito la Domenica

della Parola di Dio con l’intento che essa “possa far cre-scere nel popolo di Dio la religiosa e assidua familiaritàcon la Sacra Scrittura” e ha, pertanto stabilito che “la IIIdomenica del tempo ordinario sia dedicata alla celebra-zione e divulgazione della Parola di Dio”.Significativa risulta la collocazione temporale della Do-menica della Parola in un periodo dell’anno che invita arafforzare i legami con gli ebrei e a pregare per l’unità deicristiani. D’intesa con i responsabili in diocesi degli uffici liturgico,catechistico e per l’ecumenismo, il Vescovo ha stabilitoche sabato 25 gennaio 2020 si terrà alle ore 20.00 pressola Chiesa Cattedrale di Andria una solenne Liturgia dellaParola con la partecipazione di rappresentanti delle altreconfessioni cristiane. “In questo primo anno, detta Celebrazione - scrive il no-stro Pastore in una lettera inviata lo scorso 17 dicembre atutti i sacerdoti, religiosi e diaconi - che concluderà nelcontempo la Settimana di Preghiera per l’Unità dei cri-stiani, sarà unica in diocesi e sono pertanto invitati ad es-sere presenti sacerdoti, religiosi/e, diaconi e fedeli laicidi Andria, Canosa e Minervino Murge. Vi chiedo pertantodi darne subito comunicazione ai fedeli al fine di favorireuna corale partecipazione”.“Questa Liturgia della Parola che vivremo il 25 gennaio –prosegue il Vescovo – sarà incentrata sul libro di Neemiache descrive il commovente momento del ritorno del po-polo d’Israele in patria, dopo l’esilio babilonese, segnatoin modo significativo dalla lettura del libro della Legge”.Nelle Celebrazioni Eucaristiche che si vivranno, invece, indiocesi domenica 26 gennaio 2020, il Vescovo invita sa-cerdoti, religiosi e diaconi a tener presenti ed attuare al-cune indicazioni pratiche finalizzate a porre la Parola diDio al centro della vita della comunità:- Evidenziare l’ambone quale spazio della proclamazione

della Parola di Dio;- intronizzare il testo Sacro;- prima della proclamazione della Parola di Dio, dare il

mandato ai lettori.Il Vescovo autorizza, infine, in questa domenica tutti i ce-lebranti a benedire, a conclusione della proclamazionedel Vangelo, il popolo di Dio con l’evangeliario.

UFFICIO LITURGICO DIOCESANOUFFICO PER LA PASTORALE DELLA SALUTE

Ancor oggi come buonsamaritano viene accanto adogni uomo piagato nel corpoe nello spirito e versa sullesue ferite l’olio dellaconsolazione e il vino dellasperanza.

Unzione degli Infermi ed Eucaristia: Sacramenti della cura

SEMINARIO DI FORMAZIONE LITURGICALunedì 20 e Martedì 21 gennaio 2020, ore 19,30

Chiesa Madonna della Grazia - Andria

PROGRAMMA

Lunedì 20 gennaio“L’Unzione degli Infermi: carezze di Dio sull’umanità feritaRelatore: S.E.R. Mons. Felice di Molfetta Vescovo Emerito di Cerignola Ascoli Satriano Assistente Regionale U.N.I.T.A.L.S.I.

Martedì 21 gennaio“L’Eucaristia: compassione di Cristo per l’umanità sfinita”Relatore: Mons. Guido Marini Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie

Il Seminario, presieduto dal nostro Vescovo Luigi, è per tutti glioperatori pastorali (Catechisti, Ministri Straordinari della Comu-nione, Gruppi liturgici parrocchiali, Operatori delle Caritas par-rocchiali, Membri delle Associazioni di volontariato).

Don Ettore LESTINGI Don Sabino TROIA Don Giuseppe ZINGARO Direttore ULD Direttore UPS Delegato vescovile MSC

UFFICIO LITURGICO DIOCESANOUFFICIO CATECHSTICO DIOCESANO

APOSTOLATO BIBLICOUFFICIO PER L’ECUMENISMO E IL DIALOGO INTERRELIGIOSO

SABATO 25 GENNAIO 2020 ore 20,00CHIESA CATTEDRALE – ANDRIA -

SOLENNE LITURGIA DELLA PAROLApresieduta da S.E.R. Mons. Luigi MANSI

Vescovo di Andria

6

Page 7: 4. Insieme Gennaio 2020.qxp Layout 1 · Cammini di PACE Il Messaggio di PapaFrancesco per la LIII Giornata mondialedella pace “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione

“SENZA SBARRE” Questo scritto, che viene presentato dal Magistrato Giannicola Sinisi,nostro caro amico, vuole essere un pilastro conoscitivo del lavoro

educativo e rieducativo che nella Masseria San Vittore, ad Andria, si stasvolgendo. La Diocesi di Andria, l’Associazione “Amici di San Vittore”ONLUS, la Caritas Italiana, insieme al sostegno di tanti imprenditori del ter-ritorio, al volontariato e, non per ultimo, alla Provvidenza, stanno portandoavanti il Progetto Diocesano “SENZA SBARRE”, che attua la misura alter-nativa al carcere di comunità.Le due parole “di comunità” rappresentano per noi il vero motivo di svoltaperché la strada utilizzata per realizzare questo progetto di inclusione sifonda nell’accoglienza in una Comunità, dalla quale il detenuto, con ilreato, è stato escluso ed è la stessa che si fa carico di formare il detenuto,con le misure alternative, ricreando lo stato educativo, formativo e socio-lavorativo. Il racconto minuzioso che viene descritto da Giannicola è la fo-tografia di magistrato che, seppur rigoroso, non si chiude nella giustiziama si apre a rendere giusto il percorso riabilitativo dell’uomo.Abbiamo fortemente voluto intraprendere questo cammino narrativo perdescrivere tutto ciò che avviene nel Progetto Diocesano “SENZA SBAR-RE” e quanto di prezioso affiorerà nella Masseria San Vittore vogliamometterlo a disposizione di tutti per una crescita più responsabile e maturadi tutta la Comunità ecclesiale e civile.Mai più identificare il reato commesso con l’esclusione dell’uomo dallasocietà. Noi che ogni giorno sperimentiamo che cosa significa stare ac-canto a chi ha sbagliato, nel Progetto Diocesano “SENZA SBARRE”, vor-remmo aiutare questi ragazzi a cambiare, a ritrovare le ragioni della lorovita, a ricostruire un futuro che abbia un sogno bello per sé e per la socie-tà in cui vivono. Diventiamo uomini operosi nell’aiutare gli altri. Invece diessere svelti a giudicare gli altri, iniziamo a cercare di capire come maiuna persona ha sbagliato.La Provvidenza che ha ispirato questo percorso di rinnovamento continuia trovare la sensibilità della gente a “sporcarsi le mani” nell’accogliere gli“scarti” che per noi sono pietre angolari per rendere vivo il Vangelo.“Siamo tutti potenziali malfattori e, nel profondo dell’animo, quelli chemettiamo in prigione non sono più cattivi di chiunque di noi. Hanno cedutoall’ignoranza, al desiderio, alla collera, malattie da cui anche noi siamo af-fetti, per quanto in misura diversa. Il nostro dovere è di aiutarli a guarire.”(Dalai Lama)

I N S I E M EG E N N A I O 2 0 2 0

V I TA D I O C E S A N A 7

NO ALL’ILLEGALITÀComunicato stampa a seguito degli atti di violenza verificatisi nella Città di Canosa di Puglia

Il Vescovo, Mons. Luigi MansiI Sacerdoti e le Comunità Parrocchiali di Canosa di Puglia

In questi ultimi giorni la nostra città è stata teatro di nuovi atti diviolenza, che hanno sconvolto ancora una volta la serenità di noi

cittadini. L’ennesima bomba scoppiata dinanzi alle saracinesche diuna attività commerciale, insieme ad una serie di attentati che,negli scorsi mesi, hanno visto l’incendio di autoveicoli in diversezone della città, e ancora gli ormai frequenti atti vandalici, anchead opera di minori, che si verificano nella villa comunale e in moltiquartieri, sono forti segnali che seriamente ci preoccupano. Dinanzi a tutto questo ci sentiamo innanzitutto di esprimere la no-stra solidarietà verso i proprietari e i dipendenti del ‘SupermercatoArdito’ in via dei Tigli e verso tutti coloro che hanno subito negliscorsi mesi attentati di vario genere.Alla luce di quanto avvenuto, chiediamo alle Autorità competenti ealle Istituzioni pubbliche di mettere in atto azioni più efficaci dicontrasto all’illegalità e di assicurare un controllo migliore e più

costante delle nostre strade attraverso l’ausilio delle Forze dell’Or-dine, mirato ad assicurare una maggiore sicurezza e serenità deicittadini.Sollecitiamo inoltre la comunità cittadina a non rimanere indiffe-rente dinanzi a questi episodi, ma ad assumere un atteggiamentodi responsabilità e coscienza civica denunciando eventuali attidelinquenziali alle competenti autorità.Concretamente, i Sacerdoti di Canosa si impegnano a chiedere unincontro a breve scadenza con le Autorità competenti e con leForze dell’Ordine.Inoltre la comunità parrocchiale di Gesù Liberatore, al fine di tra-sformare un gesto di odio in gesto di solidarietà, si impegna a pro-muovere una “spesa solidale” presso i ‘Supermercati Ardito’, i cuiprodotti andranno a favore della Caritas Parrocchiale.

Canosa di Puglia, 20 Dicembre 2019

È stato presentato lo scorso 11 dicembre, un quadernointitolato “Senza Sbarre” scritto dal Dr. Giannicola Sinisi,Sostituto Procuratore presso la Corte di Appello di Bari.Questa pubblicazione è la prima di una collana di quaderniche racconterà l’evolversi del progetto diocesano“SenzaSbarre” nonché la vita e le storie di chi ha sbagliato ma stacercando di riscattarsi lavorando ed imparando un mestiere.Alla presentazione sono intervenuti la dott.ssa Anna MariaTosto (Procuratore Generale presso la Corte di Appello diBari), Mons. Luigi Mansi (Vescovo di Andria) e Mons.Francesco Cacucci (Arcivescovo di Bari-Bitonto). Iresponsabili del progetto, don Riccardo Agresti e donVincenzo Giannelli, sono gli autori della prefazione che diseguito pubblichiamo.

Un quadernoche racconta

le storiedi chi vuole riscattarsi

Page 8: 4. Insieme Gennaio 2020.qxp Layout 1 · Cammini di PACE Il Messaggio di PapaFrancesco per la LIII Giornata mondialedella pace “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione

Il Mediterraneo, con le sue onde cantatetante volte dai poeti greci, piene di

spuma, di spruzzi e di gabbiani stridenti, ilmare su cui scherzano con mille riflessi iraggi ridenti del sole, purtroppo è diventa-to una trappola mortale per tanti nostrifratelli e sorelle, un abisso infido dai geli-di flutti, un cimitero sconfinato, mai saziodi divorare cadaveri e speranze. Il sussi-dio della prossima Settimana di preghieraper l’unità dei cristiani (18-25 gennaio2020), si focalizza sulla tragedia dei mi-granti e sul tema dell’accoglienza. Prepa-rato dai cristiani delle varie Chiese pre-senti a Malta e a Gozo, si intitola «Ci trat-tarono con straordinaria umanità» e traespunto dall’episodio raccontato dal capi-tolo finale degli Atti degli apostoli. Dopouna terribile tempesta, san Paolo e gli uo-mini che sono insieme a lui sulla nave, rie-scono a salvarsi e vengono generosamen-te soccorsi dagli abitanti dell’isola diMalta. L’episodio ripropone il dramma del-l’umanità di fronte alla terrificante poten-za degli elementi della natura. I passegge-ri della barca sono alla mercé del mareviolento e della poderosa tempesta che in-furia intorno a loro. Le 276 persone sulla barca si distinguonoin gruppi: i soldati, i marinai e i prigionieri.Via via che la storia va avanti, sotto lapressione delle circostanze e nel timoreper la propria vita, diffidenza e sospettoacuiscono le divisioni tra i differenti grup-pi. Ma, inaspettatamente, Paolo si ergequale faro di pace nel tumulto. Egli sa chela sua vita non è in balìa di forze indiffe-renti al suo destino, ma, al contrario, ènelle mani di un Dio a cui egli appartienee che adora (Atti27, 23). Grazie alla suafede, egli ha fiducia che comparirà davan-ti all’imperatore a Roma, e può alzarsi da-vanti ai suoi compagni di viaggio per ren-dere gloria a Dio. Tutti ne sono incoraggia-ti e, seguendo l’esempio di Paolo, condivi-dono insieme il pane confidando nelle sueparole e uniti da una nuova speranza. È questo il tema principale della pericope:la divina provvidenza. La nave e tutto il

suo prezioso carico andranno perduti, matutti avranno salva la vita. Nella nostra ri-cerca di unità abbandonarsi alla divinaprovvidenza implica la necessità di lasciarandare molte delle cose cui siamo profon-damente attaccati. Ciò che sta a cuore aDio è la salvezza di tutti. Dunque, personediverse e in disaccordo tra loro, approda-no insieme e “tutti arrivarono a terra sanie salvi” (Atti 27, 44). Imbarcati sulla stessanave, essi arrivano alla stessa destinazio-ne, dove l’ospitalità degli isolani rivelal’unità del genere umano. Le 276 personenon sono più alla mercé di forze indiffe-renti, ma vengono abbracciate dall’amoree dalla provvidenza di Dio, resi concreti daqueste persone che li trattano “con genti-lezza” (Atti 28, 2). Oggi molte persone affrontano gli stessipericoli nello stesso mare.Questo racconto ci interpella come cri-stiani che insieme affrontano la crisi rela-tiva alle migrazioni: siamo collusi con leforze indifferenti oppure accogliamo conumanità, divenendo così testimoni del-l’amorevole provvidenza di Dio verso ognipersona? L’ospitalità è una virtù altamentenecessaria nella ricerca dell’unità tra cri-stiani. Le persone che mostrarono genti-lezza verso Paolo e i suoi compagni nonconoscevano ancora Cristo, eppure è perla loro “inusuale gentilezza” che un grup-po di persone divise viene radunato inunità. La nostra stessa unità di cristiani saràsvelata non soltanto attraverso l’ospitalitàdegli uni verso gli altri, pur importante, maanche mediante l’incontro amorevole concoloro che non condividono la nostra lin-gua, la nostra cultura e la nostra fede. Solo l’amore incondizionato rivolto a ognifratello e sorella è la vera divisa del cri-stiano. «Accogliere i migranti e i rifugiatisignifica amare Cristo stesso - sottolinea ilsussidio - e amare come Dio ama, conuna tenerezza che abbraccia tutti posan-dosi con predilezione su chi soffre, è po-vero, emarginato, perseguitato».Proprio la speranza, la fiducia nella prov-

videnza, l’abbandono cieco fra le bracciadi quel Dio che «non turba mai la gioia deisuoi figli, se non prepararne loro una piùcerta e più grande», per dirla col Manzoni,sono alcuni dei leit-motiv che ritornanonel sussidio per il 2020. Altre parole usatecome piste per la meditazione quotidianasono: riconciliazione, illuminazione, forza,conversione, generosità. In inglese èanche stato registrato un canto, Unusualkindness, (“Inconsueta gentilezza”) che,insieme a un video, illustra il tema dellaprossima Settimana di preghiera per l’uni-tà dei cristiani. Nel testo viene ripetuto ilverbo «to care», «interessarsi, prendersicura», tanto caro a don Milani che nel-l’umile stanzetta dove insegnava aveva af-fisso un cartello con sopra scritto: «Icare», «m’interessa, mi sta a cuore».Unprogramma di vita, un impegno controogni forma di indifferenza e di mediocrità.Nel canto appunto risuona il ritornello:«Show them you care», («mostra ai mi-granti che ti stanno davvero a cuore»).

I N S I E M EG E N N A I O 2 0 2 0

V I TA D I O C E S A N AU F F I C I O P E R L ’ E C U M E N I S M O E I L D I A L O G O I N T E R R E L I G I O S O

“Ci trattaronocon GENTILEZZA”Dedicata ai migranti la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

Don Mario PorroDirettore Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso

8

INIZIATIVEDELL’UFFICIOPER IL DIALOGOECUMENICOE INTERRELIGIOSO13 GENNAIO 2020, ore 19,00ANDRIADAVID GERBI,L’IDENTITA EBRAICA,È ANCORA UN INTERROGATIVO?

PORZIA QUAGLIARELLA,L’IDENTITÀ NEL CANTICO DEI CANTICIpresso la parrocchia SS. Sacramento -Andria

Il gruppo ecumenico internazionale

Page 9: 4. Insieme Gennaio 2020.qxp Layout 1 · Cammini di PACE Il Messaggio di PapaFrancesco per la LIII Giornata mondialedella pace “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione

Il tema scelto quest’anno dall’Ufficio CEIper l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligio-

so e la Comunità Ebraica di Roma,nella XXXIGiornata per l’approfondimento e lo svilup-po del Dialogo Ebraico-Cristiano, è il Canti-co dei Cantici (ebraico , shìr ha-sshirìm, Cantico sublime), libro controversoe amato da sempre.Il Cantico dei Cantici è contenuto negliScritti, la terza parte della TaNaK (Torah, Ne-vi’yìm, Ketuviim), nei “cinque rotoli” (Ha-mesh Meghillot) che contengono i testi litur-gici. Secondo l’ordine liturgico ebraico sisusseguono: Cantico dei Cantici (Pesach-Pasqua), Ruth (Shavu’òt – Pentecoste), La-mentazioni (Memoria della distruzione delTempio), Qoèlet (Sukkòt), Ester, per l’ultimafesta dell’anno, quella di Purim.La sua com-posizione è stata attribuita al re Salomone,nel IV secolo a.C., ed è uno degli ultimi libriaccolti nel canone della Sacra Scrittura,proprio perché il suo contenuto sollevava di-versi problemi di interpretazione. Nel cano-ne ebraico è stato inserito col sinodo rabbi-nico di Yavneh (Jamnia, in latino, primo sec.

d.C.) 1 ed è paragonato al luogo più santo einterno del Tempio, il Qodesh haQodashim.Rappresenta, infatti, la metafora dell’amoredi Dio verso Israele. È composto da 8 capitoli contenenti poemid’amore che si scambiano due innamorati ei suoi 117 versetti si riassumono nel versettoche esprime più di tutto la caratteristica fon-damentale del vero amore: la totalità: “Il mioamato è mio e io sono sua”(Ct 6,3). La cop-pia è la protagonista assoluta del Cantico:attorno si muovono gli amici invitati allenozze, le figlie di Gerusalemme, la storia, isentimenti. Qui il linguaggio si colora di sen-sualità, tenerezza ed eros,lontano dalle fisi-me neoplatoniche che hanno influenzato ilprimo Cristianesimo. “Mi baci con i baci della sua bocca! Sì, mi-gliore del vino è il tuo amore. Inebrianti sonoi tuoi profumi per la fragranza,aroma che sispande è il tuo nome (Ct 1,2-3). Accanto aquesti slanci amorosi, seguono invocazioniche introducono alle realtà tristi della soli-tudine e del silenzio dell’amato. “Sul mio letto, lungo la notte, ho cercatol’amore dell’anima mia; l’ho cercato, ma nonl’ho trovato.” (Ct 3,1). La presenza dell’amatodiventa più pregnante dopo l’amarezzadell’assenza. Del resto, il linguaggio del-l’amore ha in sé una specie di oscillazionebipolare: angoscia e felicità traboccante,luce e tenebre, diversità e intimità, estranei-tà e ritrovamento. La necessità diventa cosìlacerante che la donna si alza dal suo letto,esce per strada, in un azione impossibile inIsraele a quei tempi e pericolosa ai nostri,facendo risuonare i suoi passi in una cittàbuia e silenziosa.“Mi alzerò e farò il giro della città per lestrade e per le piazze, voglio cercare l’amo-re dell’anima mia”. (Ct 3,2). I Padri dellaChiesa cercarono di spogliare il testo diogni riferimento erotico e sentimentale, uti-lizzando le parole per interpretare metafori-camente l’amore di Dio verso Israele, a cuisi sarebbe aggiunta l’allegoria dell’amore diCristo verso la Chiesa. Sappiamo invece chei rabbini, che pure interpretavano in chiavespirituale il Cantico, non avevano difficoltàad accoglierlo con un riferimento all’umano,visto come teatro in cui Dio stesso è all’ope-ra. Lo testimoniano due testi significativi:

“Quando Adamo peccò, Dio salì al primocielo allontanandosi dalla terra e dagli uo-mini. Quando peccò Caino, salì al secondocielo. Con la generazione di Enoc salì alterzo, con quella del diluvio al quarto, con lagenerazione di Babele al quinto, con laschiavitù d’Egitto salì al sesto cielo e al set-timo cielo, l’ultimo e il più lontano dallaterra” 2.“Dio però ritornò sulla terra il giorno in cuifu donato il Cantico ad Israele” 3.Il Cantico avvince per questa ricerca asso-

luta di amore, che proprio nella sua gran-dezza trascende il sentimento solo umano eci fa intravedere Dio. È Lui il centro da cuitutto prende origine e a cui tutto ritorna. Lafatica dell’amore, nella sua evoluzione, ri-chiede impegno, dedizione e ricerca. Ed è inquesto divenire che incrociamo lo sguardodi Dio che, pazientemente, ci aspetta allafine della nostra crescita quando, alla seradella vita, annegheremo nel mare del Suoamore, senza tentennamenti o esitazioni. LàLui ci accoglierà perché l’ha sempre fatto,anche quando noi, cercandolo straziati nelnostro letto, andavamo fuori, al buio, dove isensi ottenebrando lo Spirito, non permette-vano alla luce di splendere. Questo buio ècomunque abitato, perché Dio non abbando-na mai l’uomo. È sempre l’amato amante cheperfeziona l’essere umano, creato a Sua im-magine, reso capace di amore e di ricercafeconda. “...quando trovai l’amore dell’ani-ma mia. Lo strinsi forte e non lo lascerò…”(Ct 3,4). Dio ci aiuti in questa ricerca pres-sante, assoluta e nello stringerci forte a Lui.Il Cantico termina con una descrizione me-ravigliosa della realtà dell’amore, letta ecommentata spesso nelle liturgie nunziali,purtroppo disattesa nell’impegno che a voltemanca per la sua piena realizzazione. “…forte come la morte è l’amore, tenace comeil regno dei morti è la passione: le suevampe sono vampe di fuoco, una fiamma di-vina! Le grandi acque non possono spegne-re l’amore né i fiumi travolgerlo.” (Ct 8,6-7)

1. Jamnia, Sinodo di rabbini farisei che desiderava-no riorganizzare la comunità ebraica che vivevaormai l’assenza del Tempio di Gerusalemme, di-strutto dai romani nel 70.

2. Genesi Rabbà 19,133. Zohar Terumà 143-144 a

Il Cantico dei Cantici

È il tema della XXXI Giornata per l’approfondimentoe lo sviluppo del Dialogo Ebraico-Cristiano

Porzia QuagliarellaDirettore Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso

I N S I E M EG E N N A I O 2 0 2 0

V I TA D I O C E S A N AU F F I C I O P E R L ’ E C U M E N I S M O E I L D I A L O G O I N T E R R E L I G I O S O

9

18 GENNAIO 2020, ore 18,30MINERVINOApertura della Settimana di Preghieraper l’Unità dei Cristiani.Concelebrazione eucaristica presiedutadal Vescovo MONS. LUIGI MANSI,P. STEFAN CATALIN, Parroco OrtodossoRumeno, presso la parrocchia Maria SS.Incoronata, Minervino.

20 GENNAIO 2020, ore 19,00CANOSAELISEO TAMBONE, Pastore Protestante“PERCHÉ SI CONVERTANODALLE TENEBRE ALLA LUCE” (Atti 26,12-18)Don MARIO PORRO,”CI TRATTARONO CON GENTILEZZA”(Atti 28,2): tema della Settimana

25 GENNAIO 2020ANDRIAChiusura della Settimana con la vegliaper la riflessione sulla Parola di Dio.

Page 10: 4. Insieme Gennaio 2020.qxp Layout 1 · Cammini di PACE Il Messaggio di PapaFrancesco per la LIII Giornata mondialedella pace “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione

I N S I E M EG E N N A I O 2 0 2 0

V I TA D I O C E S A N AC A R I T A S

Ok, il PREZZO è giusto!

Il commercio equo e solidale nella bottega Filomondo

Nico ZingaroVolontario Servizio Civile Universale in Caritas

Pace non significa soltanto assenza di guerra e di armi. Pace vuoledire anche giustizia e assenza di discriminazioni. Nell’ultimo pe-

riodo si sta diffondendo l’idea che ciò che è diverso è dannoso per lacollettività. Si percepisce un’esigenza nazionalista dettata da individuiche a quanto pare puntano ad una disgregazione della società piutto-sto che alla unione.Il commercio equo parte da qui, da una logica riguardante sia l’ugua-

glianza, non solo di genere, sia il rispetto specie nei confronti delle po-polazioni più disagiate. Questa tipologia di commercio è un’alternativaal commercio tradizionale e prevede l’attuazione di un giusto prezzoper le materie prime o i prodotti finiti che vengono acquistate e vendu-te. Ci siamo mai chiesti se esiste davvero un prezzo giusto? Se sì, qualedovrebbe essere? E ancora, siamo davvero disposti a spenderlo? Sonoalcune delle domande che ognuno di noi dovrebbe farsi ma che moltospesso non ci poniamo, confusi dalla miriade di informazioni che ognigiorno la nostra cara GDO (Grande Distribuzione Organizzata) ci forni-sce gratuitamente ed efficacemente.Cerchiamo di analizzare il significato delle parole “giusto” e “prez-zo”. La prima ricollega sicuramente al concetto di giustizia applicatanel commercio, quasi un paradosso vista da un certo punto di vista. Laseconda, forse la più complessa, riguarda invece il compenso dovutoin proporzione al lavoro o servizio svolto. Le due parole appaiono incontrasto, in una società vittima del consumismo e orientata verso uneccessivo spreco di risorse inconsapevole, forse, di chi ne subisce leconseguenze.Nella nostra diocesi abbiamo la fortuna, spesso incompresa, di avereuna realtà come quella della bottega Filomondo che riflette il sano va-

1 0

Viaggiosolidalead ATENE

Promosso dallaCaritas diocesana

Dal 28 aprile al 2 maggio 2020 la Ca-ritas diocesana effettuerà una stu-

dyvisit ad Atene. Dal 2013 la nostra Ca-ritas diocesana è gemellata con la Cari-tas di Atene in risposta all’invito di papaBenedetto XVI che chiedeva di soste-nere la Grecia in un particolare momen-to di crisi.Negli anni abbiamo avuto la possibilitàdi svolgere attività di volontariato con iragazzi dell’AVS recuperando la struttu-ra di NeosKosmos per l’accoglienza dirifugiati siriani, sostenuto il recupero diuna struttura per attività estive nell’iso-la di Zante, avviato il progetto di micro-credito PAME.

Nell’ambito del gemellaggio desideria-mo ora accostarci alla conoscenzadelle attività che la Caritas di Atenesvolge, considerare le attività nate gra-zie alla collaborazione con la Chiesa Ar-mena, al servizio dei Caschi bianchi diCaritas Italiana e alla presenza dei vo-lontari dell’Associazione Giovanni XXIII.Il viaggio prevede incontri con respon-sabili e operatori locali; visita allestrutture della Caritas e alle opere arti-stico-culturali di interesse nazionale;condivisione di alcuni momenti con gliospiti delle strutture. La quota di parte-cipazione è di euro 450,00 escluso ilviaggio.

Nico e Alessandra in un incontro formativo a scuola

Page 11: 4. Insieme Gennaio 2020.qxp Layout 1 · Cammini di PACE Il Messaggio di PapaFrancesco per la LIII Giornata mondialedella pace “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione

La Caritase il terremoto in ALBANIA

Il 26 novembre scorso, una forte scossa di terremoto ha provocato morte e di-struzione nella terra di Albania. Terra già martoriata e sofferente che in questi

anni ha visto la presenza e la collaborazione di molte diocesi italiane e che haaccolto in diverse occasioni gruppi grandi e piccoli di giovani andriesi per l’ani-mazione. Sin da subito Caritas Italiana si è attivata con operatori in loco a sup-porto della Caritas Albania, alla quale è demandato il coordinamento di tutte lerealtà ecclesiali e di ispirazione cristiana che vogliono collaborare per la primaemergenza e la ricostruzione.La Puglia è in prima linea in questo compito di collaborazione perché la vededirimpettaia e terra di approdo delle migrazioni dai primi anni novanta. La Con-ferenza Episcopale Pugliese ha deliberato una colletta regionale; il delegato re-gionale della Caritas si è recato in Albania per seguire da vicino le fasi della ri-levazione e la programmazione degli interventi. La nostra Diocesi ha avviato unacolletta straordinaria che si è tenuta domenica 1° dicembre scorso. Le offertepervenute fino ad oggi sono di € 7.000,00.È ancora aperta la sottoscrizione utilizzando il conto corrente bancario intestatoa Caritas diocesana di Andria: Banca Popolare EticaIBAN IT53B0501804000000011106853, specificando la causale: “Terremoto Alba-nia”

I N S I E M EG E N N A I O 2 0 2 0

V I TA D I O C E S A N AC A R I TA S

1 1

La quota comprende i pasti dalla cenadel 28 al pranzo del 2 maggio, trasferi-menti da e per gli aeroporti, trasporti ur-bani ed extra urbani, visita ad alcuneisole, ingresso ad un museo e al Parte-none con visita guidata. L’alloggio èpresso la struttura della parrocchia ar-mena.I posti sono limitati. Adesioni fino alraggiungimento dei posti.Per le info: don Mimmo 328.4517674 [email protected]

Il delegato regionale con il team di caritas Albania

I ragazzi dell'AVS nell'attiva estiva alla Neos Kosmos Social House

lore del bene comune e si impegna, gior-no dopo giorno, nella diffusione di unidentità condivisa volta al consumo criti-co e responsabile che abbia solide fon-damenta nell’equità e nella solidarietà.L’attività principale della bottega è lacompravendita di prodotti provenientidai cosiddetti Sud del mondo, ma sonopresenti anche prodotti a km 0 sia ali-mentari che di artigianato. L’obiettivo ècertamente quello di promuovere unacultura di acquisto consapevole predili-gendo la qualità sia del cibo sia dellamanifattura.Questo modo di pensare si sta diffonden-do, seppur lentamente, nelle nostre viteperché è arrivato il momento di fermarsia riflettere e comprendere che non pos-siamo più far finta di niente in merito allosfruttamento delle risorse naturali e dellamano d’opera, in particolare nella partemeridionale del globo anche se non è dasottovalutare ciò che accade nel nostroPaese.Pace significa anche questo: nessunadifferenza, nessun privilegio, basta fararricchire i soliti noti a discapito dei piùdeboli. Occorre necessariamente un si-gnificativo cambio a livello di politichesociali, prediligendo attitudini di sano ri-spetto dal punto di vista umano ed am-bientale ed in questo la bottega Filomon-do sta conducendo di certo una pacificalotta finalizzata a divulgare un messaggiochiaro: trovare il coraggio di modificarela nostra vita, che è il primo passo perpoter migliorare la vita di qualcun altro.Il cambiamento parte da noi, dal nostropiccolo mondo, ed è questo il primopasso per sperare in un decisivo miglio-ramento.

Page 12: 4. Insieme Gennaio 2020.qxp Layout 1 · Cammini di PACE Il Messaggio di PapaFrancesco per la LIII Giornata mondialedella pace “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione

Il prossimo 10 gennaio si terrà, alle ore 19.00, presso l’Opera Dio-cesana “Giovanni Paolo II” in via Bottego 36 – Andria, il primo dei

tre incontri promossi dall’ufficio catechistico diocesano per cate-chisti ed operatori pastorali della diocesi. I tre incontri daranno se-guito alla riflessione, già intrapresa lo scorso anno, sulla catechesinarrativa e che ha consentito ai catechisti un primo ingresso nelmondo della narrazione.La lettera pastorale “Si prese cura di lui” consegnata dal nostroVescovo per l’anno 2019 - 2020 sollecita la comunità diocesanaa prendersi cura dei fratelli ponendo al centro della propriaazione ogni uomo. Si tratta di attuare, sia nella catechesi sianella totalità della vita pastorale, uno spostamento di prospettiva:dalla centralità dei contenuti e delle attività pastorali bisognapassare a puntare l’attenzione in modo preminente sulle persone.Il processo catechistico è un processo armonico, organico e glo-bale, nel quale distinti passaggi si compenetrano in vista dellamaturazione del cristiano. Per cui accanto alla traditio o conse-gna del messaggio cristiano, è fondamentale riscoprire la reddi-tio, ossia la capacità del soggetto di aderire esistenzialmenteall’annuncio e ri-narrare in parole e opere quanto gli è stato con-segnato. Compito di ogni catechista è pertanto quello di porreogni persona nelle condizioni di accogliere la Buona notizia erinarrarla. La narrazione non è un racconto esatto, non è unacronaca, ma è il racconto di un’esperienza, di come questa hacoinvolto e continua a coinvolgere chi la racconta con il deside-rio di coinvolgere anche chi l’ascolta. La fede è la risposta, con atteggiamento di libero e completo ab-bandono, all’incontro con Cristo che dà alla vita un nuovo oriz-zonte. Un incontro che chiede di essere narrato. Annunciare lafede cristiana altro non è che narrare cioè far passare ad altriqualcosa di sé e precisamente ciò che Dio ha realizzato nellapropria vita, qualcosa pertanto di estremamente importante. Gli Apostoli Pietro e Giovanni dopo essere stati accusati dai capidel Sinedrio di aver guarito, nel nome di Gesù, un uomo storpiodalla nascita e aver annunciato ancora una volta il Kerygma, affer-mano con franchezza: “Noi non possiamo tacere quello che ab-biamo visto e ascoltato” (Atti 4, 20). Una frase straordinariamenteefficace perché chiarisce la ragione profonda da cui è generataogni parola autentica di annuncio: non una strategia frutto di cal-colo e pianificazione, ma un’irresistibile esigenza interiore. L’an-nuncio cristiano nasce dal non poter tacere quello che ha cambia-to l’esistenza di colui che annuncia. La missione non può esseregiustificata da alcun’altra finalità. L’annuncio è mosso dall’irresisti-bile esigenza interiore di colui che parla di condividere la gioia diun qualcosa che ha trasformato la sua esistenza. Una catechesi che mette così al centro la persona umana nelladinamica della traditio – receptio – redditio e nel rispetto dellasua libertà, richiede allora un altro cambiamento di prospettiva:non si tratta di dire qualcosa agli altri, come se questi fossero

utenti della Chiesa, ma di vivere la propria fede con gli altri, per-ché solo condividendo e narrando la propria fede la Chiesa vivela sua missionarietà.Iniziare qualcuno alla vita cristiana significa mettersi al suo

fianco per fargli fare l’esperienza del Cristo Risorto, diventarecompagni di un viaggio singolare che accende la speranza e apregli occhi, sia di chi narra sia di chi ascolta. La Chiesa ha bisognodi educatori/catechisti che sappiano narrare, con gioia e pas-sione, come hanno incontrato il Risorto; una narrazione chemetta insieme la dimensione oggettiva della fede e l’esperienzasoggettiva, la conversione che ha provocato l’incontro con il Ri-sorto e quello che viene raccontato dalla Scrittura come Paroladi Dio; una narrazione che sappia in definitiva prendersi cura delVangelo, di se stessi e degli altri.I tre incontri saranno itineranti in quanto si svolgeranno nelle trecittà della diocesi e saranno tenuti da Don Jean Paul Lieggi, Do-cente di Teologia presso la Facoltà Teologica Pugliese.Sarà disponibile per i tre incontri il servizio navetta. Per le infor-mazioni e prenotazioni è necessario contattare l’equipe dell’uf-ficio catechistico diocesano. In particolare i catechisti di Canosapotranno rivolgersi a Maria Selvarolo (cell. 3286220516), i catechi-sti di Minervino Murge a Mara Leonetti (cell. 3203664154) e i ca-techisti di Andria a Lucia Cavallo (cell. 3487067513), Angela Mo-schetta (cell. 3403478280) e Lucia Barbuzzi (cell. 3289780284).

I N S I E M EG E N N A I O 2 0 2 0

V I TA D I O C E S A N AU F F I C I O C AT E C H I S T I C O

CATECHESI NARRATIVAè prendersi cura

Tre incontri di formazione per i catechisti della diocesi

Don Gianni MassaroDirettore Ufficio Catechistico Diocesano

1 2

Page 13: 4. Insieme Gennaio 2020.qxp Layout 1 · Cammini di PACE Il Messaggio di PapaFrancesco per la LIII Giornata mondialedella pace “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione

Oltre l’AUTISMO

Il percorso diocesano di formazionesulla catechesi inclusiva

Le catechiste della Parr. Cuore Immacolato di Maria

Dal taglio teorico-pratico nonché in modalità laboratoriale,completato persino con la distribuzione di materiale inviato a

tutti i partecipanti, attraverso il laborioso e vivace Ufficio Catechi-stico, guidato dal Vicario Don Gianni Massaro, si è tenuta pressol’Opera Diocesana “Giovanni Paolo II”, di Andria il 22/11 u.s. e il13/12 u.s., la seconda ed ultima parte del percorso di formazionee informazione sulla pratica dell’inclusione di ragazzi che vivo-no la condizione dello spettro autistico promossa dall’Ufficio Ca-techistico Diocesano, per operatori pastorali, con la collaborazio-ne della Fondazione Pugliese per le Neurodiversità.

Neurodiversità, questa sconosciuta condizione neurobiologicache determina un diverso funzionamento del sistema nervoso, ri-verberandosi nell’area sociale, relazionale e comunicativa alpunto da disturbare, interrompere, inibire ogni trasmissione alme-no apparentemente. Si, apparentemente! Perché siamo esserifatti di relazione. “Ogni comportamento umano è intenzionato”,tal per cui non si può prescindere dalla relazione ma siamo tuttichiamati a crescere e a formarci in questi ambiti, perchè possia-mo decodificare il messaggio che ci viene trasmesso, al fine divalorizzare le potenzialità nascoste.Pairing–relazione-motivazione-empatia, non uno sterile elenco dinomi ma veri e propri contenuti azioni, sapientemente illustratidalla dott.ssa Erica Lacerenza, Piscoterapeuta e Analista del Com-portamento, della Fondazione Pugliese delle Neurodiversità, checon la sua meticolosa e certosina relazione, priva di qualsivogliainutile sbavatura, ha fornito validi e preziosi strumenti agli operatoripastorali, affinchè il catechista possa “Appaiarsi” (dall’ inglesePairing) con il bambino ed entrare in relazione, con esso, che puòesprimersi attraverso tipologie di linguaggio verbale e non.“È necessario mettersi in posizione d’ascolto, senza giudicare,mettersi in gioco, “svergognarsi” come enunciato dal dott. FabioCardone (psicologo e psicoterapeuta), autore del progetto “Au-tism on the road”, che con garbo, ed efficace e incisiva semplici-tà, propria di chi lavora sul campo, ha condotto gli uditori in unemozionante mondo sconosciuto in cui solo la conoscenza, ilmettersi nell’altrui panni, l’ascolto puo’ condurre fuori dall’isola-

mento verso l’inclusione nonsolo dei ragazzi ma anchedelle loro famiglie a volte ostaggio del silenzio, del pregiudizio,del non detto. Una iniziativa, quella della Diocesi di Andria, già fucina di lungi-

miranti progetti, soprattutto socia fondatrice della Fondazione, in-sieme ai coniugi avv. Francesco Bruno e dott.ssa Claudia Figlio-lia, “pionieri di percorsi inclusivi concreti”, che si auspica di-

venti un appuntamento fisso, per l’intensità e la fattiva utilità, for-nita agli operatori pastorali: un esercito di catechiste armate dicarta, penna e qui più che mai, di tanta buona volontà; che in re-ligioso silenzio, senza soluzione di continuità, sfidando le intem-perie e provenienti da tutta la diocesi, in uno scambio armonicodi esperienze, di scoramenti, ma anche di gioie per un sorriso ri-cevuto e per una mano stretta, hanno cercato di fagocitare ogniparola degli illustri e affabili relatori “ per prendersi cura” di chisemplicemente “ha un modo di vedere un mondo in cui le regolesono state fissate da altri che hanno un altro modo di vedere”. Il percorso si concluderà il 17 aprile 2020 con la consegna degliattestati da parte della Fondazione Pugliese per le Neurodiversi-tà, che la vedrà protagonista proprio in Puglia al Congresso Na-zionale delle Neurodiversità ed in altri percorsi sull’autonomia.Iniziative, sempre concrete e lungimiranti, ma soprattutto da imi-tare in modo da favorire comunità parrocchiali sempre più inclu-sive come sollecitato dal Papa, in linea con le indicazioni del Ve-scovo, Mons. Luigi Mansi, che nella lettera pastorale daltitolo “Si prese cura di lui”, incentrata sulla nota parabola delbuon samaritano sollecita la comunità diocesana ad essere ac-cogliente e ospitale. “Mi piace vederla così la Chiesa – scriveMons. Mansi – non solo come un luogo dove si erogano ‘servizireligiosi’ ma anche come luogo sicuro dove ogni uomo, soprattut-to chi è in difficoltà di qualunque tipo, possa trovare accoglienzapremurosa e attenta, che non esclude mai ma si attiva per offrirea tutti aiuto e sostegno”.

I N S I E M EG E N N A I O 2 0 2 0

V I TA D I O C E S A N AU F F I C I O C AT E C H I S T I C O

1 3

Alcuni articoli pubblicatisulla Gazzetta del Mezzogiorno

Foto di gruppo di partecipanti al corsoL’incontro con il Dott. Cardone

Page 14: 4. Insieme Gennaio 2020.qxp Layout 1 · Cammini di PACE Il Messaggio di PapaFrancesco per la LIII Giornata mondialedella pace “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione

PRENDERSIcuradell’altro

I N S I E M EG E N N A I O 2 0 2 0

V I TA D I O C E S A N AC A P P E L L A N I A O S P E D A L I E R A

Un ambulatorio SOLIDALEA servizio della salute dei più poveri

Vincenzo FortunatoMedico coordinatore ambulatorio “Mons. R. Calabro”

Ormai è da più di 1 anno che nella Dio-cesi di Andria è attivo l’ambulatorio

solidale dedicato a Mons. Raffaele Cala-bro. L’ambulatorio, com’è ben noto, è sitoin via Porta Pia ad Andria, nella medesi-ma sede ove da anni opera la sub-sezio-ne andriese dell’Unitalsi, il cui apporto,nell’organizzazione dell’ambulatorio, èsostanziale ed è in rete con gli altri Am-bulatori solidali che insistono sul territo-rio.L’ambulatorio solidale “Mons. Calabro”allo stato attuale è in grado di offrire in-nanzitutto una disponibilità assolutaall’ascolto,per problematiche sanitarie,di coloro che necessitano di chiarimentie/o di indicazioni congrue circa il percor-so diagnostico-terapeutico da intrapren-dere. Le specialità mediche che l’ambulatorioè in grado di offrire sono: cardiologia –ginecologia – terapia del dolore con curepalliative – oncologia – pediatria – psico-terapia – urologia – prestazione infermie-ristica in loco. L’ambulatorio è dotato diun elettrocardiografo e di un ottimo eco-grafo multifunzione per l’esplorazioneecografica di diversi organi ed apparati.Sia l’elettrocardiografo che l’ecografovengono ripetutamente e fruttuosamenteutilizzati dai colleghi Musaico Riccardo eMarrone Angelo. Molti pazienti, inoltre, sisono giovati di visite specialistiche daparte dell’Oculista, del Ginecologo, Der-matologo, Urologo, Psicoterapeuta.Era e rimane nelle nostre intenzioni am-pliare il ventaglio delle competenze, lad-

dove dovesse verificarsi la disponibilitàdi altri Volontari sia medici che infermie-ri.Di certo, la nostra attività di volontaricerca di riempire quei vuoti assistenzialiche dovrebbero essere soddisfatti dallastruttura pubblica, così come prevede laCostituzione Italiana, che rimane unadelle più belle al mondo. Purtroppo, limitiorganizzativi (strutture, personale, ausilimedicali) e soprattutto politici, emargina-no le persone più deboli, sottraendo loroil diritto alla tutela della salute.Il nostro intento è quello di prestare at-tenzione ai fratelli che vivono in unostato socio-economico critico in primis eche, al di là del colore della pelle, dellaNazione di appartenenza (immigratosenza permesso di soggiorno o clande-stino), si rivolgono alla Caritas nella spe-ranza di ricevere conforto, risposte con-grue e assistenza. In questo esercizio del“prendersi cura” co-attori imprescindibilisono gli operatori Caritas delle parroc-chie, cui va il nostro sincero ringrazia-mento.Certamente non rientrano nelle nostre at-tenzioni coloro che possono usufruire diun’assistenza sanitaria adeguata inquanto cittadini italiani che versano incondizioni economiche soddisfacenti. Néil nostro servizio va inteso come unascorciatoia perabbattere le liste di atte-sa.A tale scopo sarebbe auspicabile che lanostra ASL, in qualità di istituzione e rati-ficando un protocollo d’intesa, tenga indebita considerazione l’esistenza del no-stro ambulatorio che svolge una funzionevicariante del Sistema Sanitario nei con-fronti di fratelli in cerca di risposte allapropria domanda di salute, cui avrebberodiritto semplicemente come “Persona” eche non riescono a soddisfarle tramite icanali convenzionali.Con la prospettiva di migliorare e amplia-re l’attività dell’ambulatorio solidale“Mons. Calabro”, porgo ai lettori il miopiù fraterno augurio di un sereno annonuovo.

1 4

Ambulatorio “Mons. Calabro”

“P er prendersi cura degli altri é es-senziale prendersi cura della pro-

pria interiorità “. Ci piace partire da que-sta citazione del caro don Gianni Massa-ro, Direttore dell’Ufficio Catechistico Dio-cesano, perché ci permette di sintetizzarecon efficacia il nostro desiderio, nonchébisogno, di essere formati per formare.Nasce infatti dall’unanime desiderio divoler arricchire il proprio sapere, la ri-chiesta fatta a don Gianni e all’equipedell’ufficio catechistico di poter usufruiredi un cammino dedicato alla formazionedi tutti gli operatori pastorali della parroc-chia Santa Maria Vetere, dediti all’annun-cio dei fanciulli e ragazzi.La risposta è stata immediata e carica dientusiasmo, mostrando così in primis, daparte degli amici dell’ufficio catechistico,cura e attenzione per ogni singola comu-

Lo scorso anno come comunità parroc-chiale abbiamo vissuto un cammino for-

mativo “Sulla cura del creato e della no-stra casa comune”, quest’anno stiamocercando di vivere la “Cura delle relazionipersonali” e per il prossimo la “Cura dellerelazioni con le istituzioni”. Attenendoci al programma pastorale diquest’anno “Si prese cura di lui”, nelpieno avvio delle varie attività, presso ilnostro salone parrocchiale “EzechieleRamin”, è andato in scena lo spettacoloteatrale “Una Famiglia All’Improvviso”,volta a sensibilizzare ogni uomo alla curadelle relazioni soprattutto con i più vulne-rabili, dando prova concreta, grazie ai pa-zienti e ai volontari del C.r.a.p. di Minervi-

Page 15: 4. Insieme Gennaio 2020.qxp Layout 1 · Cammini di PACE Il Messaggio di PapaFrancesco per la LIII Giornata mondialedella pace “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione

Nessuno può DARE ciò che NON HAGli incontri dei catechisti presso la parrocchia Santa Maria Vetere

I catechisti della parrocchia S. Maria Vetere

nità della diocesi e testimoniando conl’esempio pratico, in questi appuntamenti,quanto la fede in Cristo e le proprie cono-scenze siano elementi fondamentali e in-scindibili da trasmettere a nostra volta aibambini a noi affidati.I vari incontri che abbiamo vissuto cihanno fatti sentire “soggetti attivi”, prota-gonisti di ogni momento di formazione.Con don Gianni, attraverso l’attenta lettu-ra del personaggio biblico Sara, moglie diAbramo, abbiamo avuto modo di rifletteresugli atteggiamenti negativi che una co-munità, desiderosa di generare alla fede,non dovrebbe mai assumere. Lamento,strategia, invidia, scetticismo e menzo-gna rendono infatti ogni comunità cristia-na una comunità sterile. Essa per poteressere feconda deve invece nutrirsi dibelle relazioni, curando quelle interne

prima ancora di quelle esterne: solo cosìpotrà essere una comunità attraente ecoinvolgente, capace di generare allafede.Gli incontri vissuti ci hanno permesso di ri-scoprire la bellezza della nostra chiamataper essere eco di Cristo e guardare ilmondo con gli occhi di Dio. Ascoltare, co-noscere e celebrare: i tre verbi che devo-no guidarci per testimoniare una fedeconsapevole e matura, e non semplice-mente appresa.Negli incontri successivi, i componentidell’equipe dell’ufficio catechistico, aiquali va tutta la nostra gratitudine per il la-voro svolto, ci hanno condotto in un per-corso di formazione che ha permesso atutti noi di interrogarci, riflettere e con-frontarci sugli itinerari da intraprendereconi nostri ragazzi. Con Angela Moschet-

ta, abbiamo affrontato il tema dell’inclusi-vita`, scoprendo ancora una volta che solo“dall’unione delle diversità nasce la bel-lezza”.Angela Calitro, Lucia Cavallo e MariaSelvarolo ci hanno aiutato a riflettere suinostri programmi educativi arricchendolidi nuove idee, strumenti e metodo. Il tutto,al fine di avere un approccio sempre piùempatico con i ragazzi.Infine, è proprio il caso di dirlo, abbiamoconcluso gli incontri in BELLEZZA. MaraLeonetti, infatti, attraverso l’arte, ci ha ac-compagnato in un mondo fatto di “bellez-za”, che è manifestazione di Dio che ciama. Annunciare Dio con l’utilizzo dellabellezza significa mostrare che crederein lui non è solo cosa vera e giusta, maanche capace di renderci felici.

Uno spettacolo teatralenella parrocchia S. Riccardo

Rosalba OmaggioParr. San Riccardo

no Murge, che se ci prendiamo cura l’unodell’altro, insieme, possiamo curare e sa-nare le ferite dell’uomo. La realizzazione dello spettacolo è statadiretta dal musicoterapeuta dott. Giusep-pe Ruggiero Riefolo e dalla TeRP dott.ssaMara Specchio. Gli attori coinvolti sonoutenti della C.R.A.P. di Minervino (ASLBAT). A loro si sono aggiunti i volontaridella stessa struttura e altri soggetti tracui Valentina Ciani, Concetta Giuliano eMimmo Sassi, attori e cantanti apparte-nenti alla realtà cittadina.Il soggetto della sceneggiatura narral’iter burocratico e legale per l’inserimen-to di un paziente psichiatrico residente instrutture riabilitative (C.R.A.P.) presso un

nucleo eterofamiliare supportato da adulti.Il copione illustra tutti i passaggi necessa-ri per l’affidamento, i vantaggi economicirappresentati dalla famiglia ospitante e ledifficoltà incontrate nel percorso di inclu-sione. Nel corso della storia si è narrato di Da-niele, paziente psichiatrico residente inuna comunità riabilitativa che sarà presoin carico da una famiglia di basso cetosociale solo per puro scopo economico.La famiglia che in un primo momento faràcarte false pur di portare il “nuovo ospite”tra le mura domestiche, riconoscerà inDaniele una valida risorsa e lo aiuterà nel

suo reinserimento sociale e lavorativo. Siscoprirà così che Daniele ha avuto biso-gno della famiglia per poter far emergereil suo io, la famiglia ospitante ha arricchitoil suo essere con la figura di Daniele…Comune denominatore: “ Io mi prendocura di te”.Questo spettacolo ci ha aiutato sia a riflet-tere, si a sorridere, sia a scoprire la bellarealtà del CRAP profondamente nuova perla nostra comunità parrocchiale, l’impe-gno e la bravura degli attori ha mosso lenostre coscienze,”il prendersi cura l’unodell’altro” ha portato in scena questo bel-lissimo spettacolo. Grazie a tutti!

I N S I E M EG E N N A I O 2 0 2 0

D A L L E P A R R O C C H I E 1 5

Gli attori dello spettacolo teatrale

Page 16: 4. Insieme Gennaio 2020.qxp Layout 1 · Cammini di PACE Il Messaggio di PapaFrancesco per la LIII Giornata mondialedella pace “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione

I N S I E M EG E N N A I O 2 0 2 0

D A L L E P A R R O C C H I E

25 ANNI di servizionel mondo mediorientale

Intervista a suor Annamaria Sgaramella,missionaria comboniana a Gerusalemme

a cura di Maria MiracapilloRedazione “Insieme”

Suor Anna Maria, 25 anni di storia mera-vigliosa, di cammini e di attese, di segni

e di speranza. Un bilancio di questa memo-ria storicaMi sembra sia stata una corsa senza affan-no per ritrovarsi, dopo 25 anni, a ringraziareDio per i popoli incontrati: da Dubai a Geru-salemme, poi la “pausa” più lunga in Cairo enuovamente a Gerusalemme. Sicuramentela Chiesa e il mondo arabo mediorientaleche mi hanno accolta, mi hanno dato la pos-sibilità di condividere la mia fede con cre-denti ebrei e musulmani e di mettere a servi-zio i talenti personali e professionali in ambi-to di educazione interculturale ed interreli-giosa. L’esperienza di vita nell’amicizia e nelservizio missionario è stato il luogo attraver-so cui il Signore si è fatto incontrare, ha par-lato e guidato i miei e i passi di coloro che miha messo accanto: fratelli e sorelle della fa-miglia comboniana e la gente con cui hocondiviso la vita nelle gioie e nelle difficoltàlegate alla ricerca di giustizia e di libertà tal-volta negate nei paesi della mia esperienzamissionaria. Di certo il dono non è stato unilaterale; la ro-bustezza della fede della minoranza cristia-na nei paesi arabi e l’entusiasmo dei giovaniper Gesù, il Signore, lasciano un eco signifi-cativo nella mia vita. Partendo dal Cairo nel2013, ho ringraziato la gente soprattutto perdue loro frasi, una detta dagli Egiziani: Rab-bina Kabir (Il Signore è grande!) e l’altradetta dai rifugiati sudanesi: “Rabbina Mau-jud (Il Signore c’è, ossia: è presente, provve-de, non si dimentica di noi). Credo che que-sto senso di fede/fiducia in Dio, la consape-volezza che non tutto è nelle nostre mani,abbiano da dire qualcosa anche a noi, so-cietà occidentale, in cui per Dio c’è pocospazio

La vita è fatta per ricercare il mistero, in-dipendentemente dalle varie scelte.

Come le nuove generazioni possono ritorna-re all’essenzialità più profonda in un conte-

sto globale che genera abbandono e solitu-dine? Nel contesto in cui siamo collocati, la “no-stalgia di senso”, di profonda Verità e gioia,sono la giusta causa che provoca l’insoddi-sfazione e il senso di vuoto; ben venganoperché si intraprenda la ricerca e si impari aguardare oltre… o ad alzare lo sguardo. Inrealtà, decidere di “intraprendere il viaggio”verso il “mistero”, che ci ridona la verità dinoi stessi, appare un’impresa non facile perla mancanza di “senso di appartenenza”.Nessuno accompagna la solitudine della ri-cerca… famiglie sgretolate, proposte edu-cative che non creano senso critico verso il“non senso” e forse una pastorale parroc-chiale debole nel creare “senso di famiglia”in cui si cresce insieme e si fa insieme espe-rienza del mistero, non solo amministrazionedi sacramenti. Mi sembra che il rileggere lapropria umanità nella dimensione più vera,come creature relazionali piuttosto che indi-vidui “onnipotenti” ed indipendenti, sia unaporta che apre al mistero in noi, una possibi-lità per intravvedere l’Altro nella propria vitae nella storia.

Quale valore assume oggi una vita donataal Signore e quali sfide comporta per

abitare la storia nella verità, nella giustiziae nella pace?Paradossalmente, ritengo che la vita religio-so-missionaria abbia un senso per il valoredella libertà che essa implica. Certo mi dire-te: “Come ci si può sentire liberi in conven-to?” È la libertà del poter essere dono nellalogica del “per sempre” e con tutto se stessinel servire e amare chi è nella “periferia”dell’umano perché non vede rispettata lapropria dignità; nella periferia dello spiritua-le lì dove non c’è nessuno che sostiene eaccompagna la fede di chi è perseguitato/a.Si tratta di rimanere in quella periferia geo-grafica abitata dagli emarginati a cui biso-gna dare una risposta di accoglienza, emer-genza e solidarietà fraterna. Anche la sceltadi una vita posta nelle mani di Dio per esseredono per gli altri, non può nascere senza unautentico “senso di appartenenza”. Dovel’appartenenza implica il sentirsi parte dellafamiglia umana ed induce a sentire anche la

propria responsabilità per la vita dell’altro,del fratello/sorella vicino o lontano chesiano, a qualsiasi nazione o religione appar-tengano. Allora la scelta diventa un condivi-dere ciò che sta a cuore a Dio che è il desi-derio di vita, di pace e di riconciliazione tra isuoi figli/e. In questa logica, di conseguenzala sfida per tutti è quella di uscire da se stes-si e andare incontro all’altro/a da “disarma-ti”, vedendo chi ci sta davanti non come ne-mico ma fratello/sorella. Indubbiamentel’educazione alla pace, alla risoluzione deiconflitti, al perdono sono parte del mio impe-gno nei contesti mediorientali in cui vivo ma,di certo, tutto questo fa parte della vitanuova che deve nascere in noi ed è parte diquel “sogno di Dio” che il “Bambino di Be-tlemme” ancora ci ricorda: “… Pace in terraagli uomini che Dio Ama”! Prima degli auguri e dei saluti, colgo l’occa-sione per ringraziare ufficialmente la dioce-si, e la comunità parrocchiale del SacroCuore, per avermi accompagnata in questi25 anni, non solo con la preghiera ma anchecon il sostegno nel ministero educativo a meaffidato e, inoltre, per aver condiviso, come

parrocchia e Caritas Diocesana, momenti diservizio con particolari realtà del Cairo. Cheil Signore continui a benedire e far crescereulteriormente l’impegno missionario dellaChiesa di Andria nel mondo.

1 6

Suor Annamaria in occasione del 25 Anniversariodi Professione religiosa celebrato lo scorso 8 dicembre.

Page 17: 4. Insieme Gennaio 2020.qxp Layout 1 · Cammini di PACE Il Messaggio di PapaFrancesco per la LIII Giornata mondialedella pace “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione

Tra DIALOGO,RELAZIONE e DISCERNIMENTO

Intervista a don Sabino Mennuni, nuovo Assistente diocesano MSAC

a cura di Martina Zagaria e Riccardo AlicinoEquipe diocesana MSAC

Insegnante di Religione e Assistente dioce-sano del Settore Giovani di AC, Vicediretto-

re dell’Ufficio diocesano di Pastorale Voca-zionale e Rettore del Seminario Vescovile.Da pochissimi giorni, fresco di nomina comeAssistente del Movimento Studenti di AzioneCattolica (MSAC). Qual è il filo rosso che at-traversa la trama di queste diverse realtà?

Il filo rosso che lega tutti questi incarichi mipiace definirlo con una sola parola: accom-pagnamento. L’accompagnamento è l’animastrutturante del mio essere educatore in Se-minario in quanto l’accompagnamento voca-zionale è ciò che qualifica la realtà del Semi-nario. Anche negli altri incarichi è fonda-mentale questa dimensione. Nel servizio diassistente in Azione Cattolica, in quanto as-sociazione laicale, ciò che compete al sa-cerdote non è dirigere ma accompagnareumanamente e spiritualmente i laici. Il ruolodi professore potrebbe sembrare diverso,ma se lo si intende come un servizio allacrescita integrale della persona, come unaiutare a farsi domande e a sviluppare unacapacità critica, allora anche lì l’essenzialeè l’accompagnamento.

Ascuola in qualità di professore hai mododi ascoltare e parlare a molti giovani.

Quali spunti di riflessione possono esseretratti dal mondo della scuola che vivi quoti-dianamente per poter dare nuovo slancio almovimento studenti e alla pastorale dei gio-vani nella nostra Chiesa?

Penso che sia importante come Chiesa nonpensarsi più come l’istituzione che fa qual-cosa per i giovani, ma come la comunità checammina e opera con i giovani. Implicita-mente c’è una richiesta che è allo stessotempo una grande sfida a stare insieme, alavorare insieme in una prospettiva interge-nerazionale.

Oggi, tra i giovani si annida la convinzio-ne che questo Paese non è abbastanza

meritocratico e che studiare non serve sem-pre a realizzare il futuro. Coscienti di questadinamica, e degli alti tassi di dispersionescolastica del nostro territorio, perché stu-diare continua ad essere una prerogativaimportante e necessaria per i giovani?

Prima di tutto per far cogliere l’importanzadello studio è necessario che noi adulti comeeducatori e chi opera nel mondo della scuolafaccia cogliere l’importanza che lo studio haavuto per se stessi e in seconda istanza fartrasparire come le materie scolastiche pos-sano essere luoghi di vita. Senza passionenon si accendono le micce interiori dei ra-gazzi che bruciando possano portare adavere consapevolezza di sé e di ciò che si èchiamati a compiere nella vita. Non è sempli-cissimo tutto questo e rappresenta una gran-de sfida perché l’incertezza del futuro spingemolto i ragazzi a relativizzare lo studio.

In questo periodo di grande difficoltà e diincertezza per le giovani generazioni,

come i giovani possono essere ascoltati,motivati e soprattutto sollecitati alla rap-presentanza e alla responsabilità nelmondo scuola e in città? Anche questa è una grande sfida ma vale lapena viverla. Il fenomeno del“Friday for fu-ture”nasce in seno al mondo giovanile,come anche il “Movimento delle sardine”,se lo si osserva come fenomeno socialesenza darne un giudizio, è figlio delle mentidi alcuni giovani. Queste due realtà sonoesempi di partecipazione che nel momentoin cui si strutturano sempre di più necessita-no ovviamente di meccanismi di rappresen-tanza. Bisogna far cogliere ai ragazzi chetutto questo è politica nel senso più nobiledella parola e si può tranquillamente affer-mare in forza di ciò che c’è gran sete dellavera politica. Purtroppo parole come politi-ca, partiti, rappresentanza oggi portano consé un carico di significati negativi a causa dicome la politica è vissuta nelle istituzioni.C’è bisogno di ridare alle parole i loro veri si-gnificati.

“I care”, letteralmente “mi importa”, “mista a cuore”, era scritto su un cartello al-

l’ingresso della Scuola di Barbiana. Qualisono le cose che più ti stanno a cuore per ilnostro MSAC? Quali le cose che devonostare a cuore alla Chiesa diocesana per es-sere “Chiesa in uscita”?Mi sta a cuore che il MSAC sia luogo in cuipoter stringere relazioni, che nel desiderio dipartecipazione si cresca nella capacità didialogo costruttivo e mi sta a cuore che queiragazzi siano un esempio di bella laicità cri-stiana. Penso che per la Chiesa di Andriadebbano stare a cuore i volti delle persone.Sono del parere che sia finito il tempo dellemasse e sia iniziato il tempo dei volti e dellestorie; un tempo in cui la Chiesa nella pa-zienza sia madre e non maestra, e potrà es-sere maestra solo se mostrerà il volto dellatenerezza materna.

In vista dell’imminente Congresso diocesa-no del Circolo MSAC della Diocesi di An-

dria, che si terrà il 25 gennaio, come Assi-stente cosa sogni per questo prossimotriennio? Quali i desideri per questo percor-so tutto nuovo?Innanzi tutto questi sogni si innestano e de-vono innestarsi sulla bella storia del MSACdi Andria, di questa storia fa parte don Mi-chele Pace che mi ha preceduto nell’incari-co di Assistente al quale va tutta la mia gra-titudine e la gratitudine del Movimento.Guardando al futuro mi vien da dire che holo stesso sogno che aveva Paolo VI appenadiventato papa. Nella sua prima enciclicaPaolo VI sognava una Chiesa che si facessecolloquio, ecco io sogno un MSAC che sifaccia colloquio, luogo di dialogo, confrontoe cultura. Sogno che i ragazzi del MSACpossano avere grandi idealità ma allo stessotempo i piedi ben piantati per terra, che nelmovimento imparino in un continuo dialogo ediscernimento che li portino a rendere passipossibili e concreti le loro idealità.

I N S I E M EG E N N A I O 2 0 2 0

A S S O C I A Z I O N I E M O V I M E N T I 1 7

Don Sabino Mennuni, nuovo Assistente MSAC

Don Michele Pace, il precedente Assistente MSAC

Page 18: 4. Insieme Gennaio 2020.qxp Layout 1 · Cammini di PACE Il Messaggio di PapaFrancesco per la LIII Giornata mondialedella pace “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione

I N S I E M EG E N N A I O 2 0 2 0

A S S O C I A Z I O N I E M O V I M E N T I

“Siate PICCOLI PONTIlà dove vivete”

Le attenzioni dell’ACR al tema della Pace

Teresa Civita Responsabile diocesana ACR

In occasione del Mese della Pace tuttal’Associazione vuole farsi portavoce del

messaggio di pace che si diffonde neltempo e nello spazio, e che rimandaal compito che Papa Francesco haaffidato ai ragazzi dell’Azione Cat-tolica Italiana ovvero quello di es-sere piccoli ponti tra la terra e ilcielo, in occasione del tradiziona-le scambio di auguri di Natale loscorso 16 dicembre. È un invito ad abbattere i muridell’indifferenza e a costruire ponti di pace, di giu-stizia, di solidarietà, di fratellanza. Il cammino delMese della Pace sarà ispirato innanzitutto dal Messaggio del Santo Padre in oc-casione della LIII Giornata Mondiale della Pace“La Pace come cammino di spe-ranza: dialogo, riconciliazione e conversione ecologica”. Saremo guidati anchedall’iniziativa nazionale dell’ACR dal titolo “Piazza la Pace”: un invito e un impe-gno a mettere in campo tutte le nostre capacità a servizio del bene comune, in untempo in cui spesso la difficolta o l’impossibilita a soddisfare i bisogni primari im-pedisce di essere cittadini a tutti gli effetti e di costruire comunità realmente ac-coglienti e generative per tutti. L’Azione Cattolica sceglie quest’anno di dedicare ilMese della Pace a due proget-

ti volti a supportare persone e famiglie in difficolta a causa di contesti sociali edeconomici caratterizzati da grande povertà e fortissime difficolta sociali. Le asso-ciazioni alle quali saranno destinati gli aiuti raccolti con le iniziative promosseoperano in Pakistan e in Africa, territori del mondo nei quali spesso la garanzia dilivelli minimi di sussistenza economica, istruzione, tutela dei diritti e pregiudicatada condizioni economiche e sociali difficilissime. I progetti di solidarietà legati alleiniziative del 2020 riguardano le seguenti associazioni: “Missione ShahbazBhattiOnlus” e “L’Africachiama”.In particolare, insieme all’associazione “Missione ShahbazBhatti Onlus”, cheopera nel Punjab (una regione del Pakistan) ci impegneremo affinché nel Villaggiodi Khushpur (traduzione di villaggio della Felicita), paese natale della famiglia diShahbaz e di Paul Bhatti, le famiglie possano “liberarsi” dalla miseria che mina ladignità delle persone. Accantoall’associazione “L’Africa chiama onlus”rivolgere-mo la nostra attenzione anche al Kenya. Qui orienteremo il nostro impegno al sup-porto e all’assolvimento dei bisogni primari, in modo particolare cibo, salute, ripa-ro; a favorire l’inserimento sociale e lavorativo; ad avviare percorsi di reinseri-mento familiare.Durante tutto il mese di gennaio i bambini e i ragazzi con i loro educatori impare-ranno a guardare la realtà locale con l’attenzione di chi si prende cura dei biso-gni dell’altro. Partendo dalle problematiche e dalle criticità del proprio quartieree della propria città, saranno invitati a progettare la città ideale, a misura di tutti. Supportati da alcuni Uffici diocesani e associazioni civiche del territorio, incontre-remo i ragazzi nelle loro comunità parrocchiali e sulla base dell’attenzione al ter-ritorio da loro rilevata avvieremo una fase di progettazione e realizzazione del pro-getto pianificato. Il racconto del cammino di pace delle diverse comunità parroc-chiali aderenti e dei gruppi di ACR avverrà durante laFesta diocesana della Pacee dei Popoli “La Pace… in Comune” che si terrà il 26 gennaio 2020 a MinervinoMurge.

1 8

I CAREProgramma di iniziativesu don Lorenzo Milani

Le iniziative sono concordate tra Fondazione don Lo-renzo Milani, il Punto pace di Pax Christi di Andria, laParrocchia SS. Sacramento, l’Ufficio della pastoralesociale e del lavoro, della giustizia, della pace e dellasalvaguardia del creato, la Consulta delle aggrega-zioni laicali e l’ Ufficio MigrantesRiferimento: la figura, la vita, le opere, la personalitàdi don Lorenzo Milani. Titolo delle iniziative: I care.Periodo individuato: mese di gennaio 2020.Nei giorni 28-29-30-31 gennaio 2020, in collaborazio-ne con la Fondazione don Lorenzo Milani e gli Istitutidi Scuola Media di 1° e 2 ° grado della città, allesti-mento della mostra “Gianni e Pierino. La scuola dilettera ad una professoressa”, messa a disposizionedalla stessa Fondazione, presso l’Auditorium “Mons.Di Donna” della Parrocchia SS. Sacramento.Nel corso degli stessi giorni saranno invitate a visi-tare la mostra:la mattina, dalle ore 9 alle ore 12, le scolaresche

del secondo anno del biennio delle Medie di 2°grado (una classe per ogni istituto). In serata, dalleore 16 alle ore 19, la mostra resterà aperta alla citta-dinanza. Nel corso della visita sarà proiettato il film“Barbiana ‘65”.

Mercoledì 29 gennaioIn serata, ore 19.00, incontro con la città sul tema:“L’obbedienza non è più una virtù. È ancora attualedon Lorenzo Milani ?” L’incontro sarà tenuto dal ma-gistrato Beniamino Deidda, della Fondazione donMilani, testimone ed esperto del pensiero socio-poli-tico di don Lorenzo. Luogo dell’incontro: Auditorium“Mons. Di Donna”. (SS. Sacramento)

Venerdì 31 gennaioIn mattinata, ore 9.30, incontro con le scolareschedell’ultimo anno delle Medie di 1° grado (una classedel terzo anno per ogni istituto). L’incontro, tenuto daSandra Gesualdi, della Fondazione don Lorenzo Mi-lani, verterà sull’opera del Priore di Barbiana: “ Let-tera ad una professoressa”. Luogo dell’incontro: Au-ditorium “Mons. Di Donna”.In serata, ore 19.00, incontro-testimonianza con San-dra Gesualdi, che presenterà la vita e la personalitàdi don Lorenzo e le sue “Esperienze pastorali”.Luogo dell’incontro: Auditorium “Mons. Di Donna”(SS. Sacramento).

Don Lorenzo Milani (1923 -1967)con i suoi ragazzi di Barbiana

Page 19: 4. Insieme Gennaio 2020.qxp Layout 1 · Cammini di PACE Il Messaggio di PapaFrancesco per la LIII Giornata mondialedella pace “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione

Economiae Dottrina Sociale della CHIESA

Riportiamo alcuni stralci di una riflessione, tenuta nel gruppo Meic (Movimento ecclesiale d’im-pegno culturale), all’interno di un percorso formativo sulla Dottrina Sociale della Chiesa

Sabino NapolitanoMeic - Andria

La Dottrina sociale della Chiesa (DSC), ri-prendendo il metodo del “dialogo” con

tutti gli uomini di buona volontà (credenti enon) proposto da Giovanni XXIII e Paolo VI,partendo da alcuni principi di riflessione(personalismo, solidarietà e bene comune) etenendo presenti alcuni criteri di giudizio(valore della persona umana e della fami-glia, della società e delle sue leggi, del lavo-ro e delle professioni, delle arti e della tec-nica, del possesso dei beni materiali e dellaloro distribuzione, della pace e della convi-venza), propone orientamenti di azione chepossano guidare, credenti e non credenti,nella interpretazione dei segni dei tempi enel compiere le scelte necessarie nelle mu-tevoli situazioni storiche, culturali e morali.La caduta del muro di Berlino nel 1989 e lacrisi mondiale del 2008 hanno certificato checomunismo e capitalismo erano state le ri-sposte sbagliate al problema della distribu-zione della ricchezza prodotta nel mondo,che, concentrandosi nelle mani di pochi,aveva prodotto emarginazione ed alienazio-ne.In particolare, la crisi mondiale del 2008, par-tita dagli Stati Uniti, dalla bolla speculativadei “mutui subprime”, si era propagata a li-vello mondiale, attraverso un meccanismo diamplificazione che passava attraverso ilcommercio internazionale e il sistema fi-nanziario globale. L’orientamento sociale della Chiesa al ri-guardo, al di là dei provvedimenti diretta-mente mirati, con più o meno successo, altamponamento della crisi, è quello di offrireuna risposta ispirata già 20 anni prima daGiovanni Paolo II, che suggeriva l’idea di“un’economia sociale di mercato”, per ilrinnovamento dell’economia mondiale nelsegno di una governance equa e solidale.Sostanzialmente la Chiesa mette in campoprincipi antropologici e criteri etici per cer-care di intervenire sulla cause strutturalidelle possibili crisi del sistema economicogovernato dalla libera economia di mercato.Al di là della causa prossima, individuatacome scatenante del fenomeno di crisi,identificata nel comportamento irresponsa-bile degli operatori finanziari, la causa ulti-ma (strutturale) della crisi viene identificatanell’assenza nell’economia del libero merca-

to di criteri etici (il primato del bene comu-ne, la destinazione universale dei beni, laprevalenza del lavoro sul capitale). La proposta (espressa nel 2011 dal PontificioConsiglio della Giustizia e della Pace) è quel-la della costituzione di un’Autorità al livellomondiale che, nel rispetto del principio disussidiarietà, sia in grado di aiutare tutte lepersone in difficoltà. Gli orientamenti che laChiesa offre partono da un’analisi della na-tura strutturale della crisi, ne danno una let-tura etica e cercano di trovare una prospet-tiva di opportunità.

La Chiesa legge nella crisi dell’economia ca-pitalistica la necessità di ripensare alcunestrutture portanti della società contempora-nea: il lavoro, la famiglia, la scuola, le istitu-zioni. La DSC afferma che, se la cultura dellaproduzione e del consumo non sono ispiratia criteri etici, alla fine l’attività speculativadiventa prevalente su quella produttiva, l’in-teresse del capitale su quello del lavoro. Laglobalizzazione ha determinato una forte in-terdipendenza delle economie e dei sistemisociali, che però non sono però governati daregole comuni. Si segnala qui come pochisoggetti abbiano in mano la conduzionedell’economia mondiale: il WTO, la Bancamondiale, il FMI, le grandi multinazionali, de-finite “tecnocrazie finanziarie e legali”. Il prezzo delle crisi di sistema non è solo dinatura economica, ma si riflette sul versante

sociale in quanto la mancanza del lavoro al-larga pericolosamente le disuguaglianze so-ciali.La logica del profitto deve essere dun-que limitata da vincoli morali e giuridici. Ilnuovo patto internazionale dovrebbe fissarenuove regole comuni di coordinamento inmateria monetaria, finanziaria e commercia-le ispirate al primato del lavoro sul capitale. La proposta dell’economia sociale di mer-cato deve però partire dalla trasformazionesolidale dell’impresa e dello Stato. Al riguar-do, la DSC segnala qui le iniziative di econo-mia solidale, di consumo e di risparmio re-

sponsabile, di commercio equo e solidale,delle banche etiche e dell’economia di co-munità.Si vede anche la necessità di una riformadello Stato sociale, con la convergenzadell’azione di soggetti pubblici e privati percreare le condizioni di un’intesa per lo svi-luppo, in grado di utilizzare al meglio le risor-se del territorio. Si tratta di valorizzare l’in-tervento creativo della società civile cometerzo polo tra il mercato e lo Stato.Un impegno formativo viene fatto scaturiredalle considerazioni fatte: i cittadini del XXIsecolo dovranno imparare a vivere insiemerispettandosi come diversi e quindi essendo“GloCali”, ossia Glo(bali) nel modo di pensa-re e Lo(cali) nell’agire, per affrontare i pro-blemi concreti del proprio territorio.

I N S I E M EG E N N A I O 2 0 2 0

A S S O C I A Z I O N I E M O V I M E N T I 1 9

Incontro del MEIC con Sabino Napolitano

Page 20: 4. Insieme Gennaio 2020.qxp Layout 1 · Cammini di PACE Il Messaggio di PapaFrancesco per la LIII Giornata mondialedella pace “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione

I N S I E M EG E N N A I O 2 0 2 0

A S S O C I A Z I O N I E M O V I M E N T I

Bullismo e Cyberbullismo

Annalisa PalumboAssociazione Italiana Maestri Cattolici

Un Convegno promosso dall’Aimcin collaborazione con l’A.Ge.

Un fenomeno degenerativo definito“autismo digitale”, unapiaga sociale che ferisce le nuove generazioni, una nuova

sfida educativa oltre che tecnologica. Parliamo di “Bullismo e Cy-berbullismo”, tema centrale del convegno che si è tenuto nellasala consiliare del comune di Andria, in occasione della storicainiziativa Cento piazze- edizione 2019, promossa dall’A.I.M.C., As-sociazione Italiana Maestri Cattolici, in collaborazione con l’A.Ge,Associazione Italiana Genitori.Ad allietare la serata ci ha pensato il coro “Note Lilla” che si èesibito in canzoni dal forte spessore sociale, successivamente idiversi interventi. Dopo l’introduzione del presidente AIMC, Fran-cesca Attimonelli, del presidente A.Ge., Riccardo Lapenna e i sa-luti di S.E. Mons. Luigi Mansi, vescovo di Andria, abbiamo ascol-tato l’intervento della psicologa e giudice onorario del Tribunaleminorile di Bari, Maria Vurchio, che ha illustrato e definito il Bul-lismo e Cyberbullimo, tra saperi e competenze, evidenziando larelazione che intercorre tra carnefice, vittima e spettatori. I geni-tori, ha proseguito la relatrice, responsabili inconsapevoli di que-sto fenomeno,consegnano smartphone, tablet e similari ai proprifigli, sin da piccoli, sottovalutando gli effetti negativi sulla loro sa-lute: scarsa concentrazione nello studio e nelle attività quotidia-ne, sensazione di bruciore agli occhi,dolori al collo e schiena, in-sonnia e disturbi dell’umore.Successivamente il criminologo clinico, Giuseppe Galante, haguidato la riflessione sulla trasformazione di questo fenomeno,

soffermandosi sui concetti di tempo, morte e solitudine e sulleconseguenze catastrofiche di questo fenomeno. Ha evidenziatoche l’abuso del cellulare e di internet può provocare l’isolamen-to, enormi divari fra le persone, chiusura in sé stesse, insicurez-ze relazionali, paura del rifiuto, senso di inadeguatezza, bisognodi un supporto e depressione. Questi sono i sintomi della cosid-detta nomofobia o sindrome da disconnessione, come riportatadal Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5).Inoltre, ha ricordato che il cyberbullismo, considerato reato dallalegge n. 71/17, prevede procedure di ammonimento dal Questore.

Se la procedura non convince il cyberbullo a recedere dalle azio-ni offensive, si procede con provvedimenti più pesanti previsti dalcodice civile e penale. La scelta dell’ammonimento in primis enon di altre forme di sanzioni o pene, conferma l’attenzione agliaspetti formativi, di sensibilizzazione e di prevenzione.Con l’intervento “Genitori e scuola: la sfida educativa”, di Giusep-pe Tortora, genitore e segretario dell’A.Ge., è stato rimarcato ilvalore sostanziale del patto di corresponsabilità tra scuola e fa-miglia come alleanza educativa strategica per fronteggiare i pe-ricoli di questo fenomeno.La famiglia affianca la scuola nel promuovere azioni integrate diprevenzione e di contrasto del bullismo e cyberbullismo, di edu-cazione all’uso consapevole della rete internet collaborando conle forze di polizia, gli uffici scolastici regionali, le associazioni, icentri di aggregazione giovanile presenti sul territorio.Molteplici sono stati i punti di vista analizzati, gli spunti di rifles-sione e le provocazioni rivolti a genitori, insegnanti, dirigenti e atutti coloro che interagiscono con le nuove generazioni, con laconsapevolezza che occorre prendersi cura della persona recu-perando la dimensione emotiva, affettiva e relazionale.

2 0

Nelle foto alcuni momenti del Convegno

Page 21: 4. Insieme Gennaio 2020.qxp Layout 1 · Cammini di PACE Il Messaggio di PapaFrancesco per la LIII Giornata mondialedella pace “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione

RASSEGNA di cori scolasticiGrande partecipazione alla manifestazione promossa dall’Aimc

Vinni Lorusso e Annalisa PalumboAimc - Andria

Per il terzo anno consecutivo l’Associazione Italiana MaestriCattolici- sezione di Andria- ha organizzato, in occasione del

Natale, la rassegna dei cori scolastici presso la Chiesa Cattedra-le di Andria alla presenza del Vescovo S.E. Mons Luigi Mansi.Hanno partecipato tutte le scuole del primo ciclo: - C.D. Oberdan- C.D. Rosmini - C.D. Cotugno - I.C. Jannuzzi-Di Donna - I.C. Ma-riano-Fermi - I.C. Imbriani-Salvemini -I.C. Verdi-Cafaro - I.C. DonBosco- Manzoni -Scuola Secondaria di 1° gr. Vaccina -ScuolaSecondaria di 1° gr. Vittorio Emanuele -Dante Alighieri.Ogni istituzione scolastica ha presentato due canti della tradizio-ne natalizia o riguardanti tematiche inerenti il rispetto e la pace.La presenza di tutte le scuole del nostro territorio, ha precisato lapresidente Francesca Attimonelli, ci consente di vivere un’espe-rienza di “convivialità delle differenze”, in quanto ogni scuola siesprime in base alle proprie peculiarità ed ascolta, arricchendosi,i canti e le musiche presentati da altri alunni. È un’occasione dicrescita condivisa, arricchita dalla riflessione del Vescovo sul“prendersi cura dell’altro”, in linea con la Sua ultima lettera pa-storale.Il “prendersi cura dell’altro” rientra, del resto, nella mission edu-cativa della scuola che, attraverso il lavoro di tutti coloro che

operano al suo interno, ogni giorno, cerca di costruire ponti edu-cativi con le famiglie e di condurre ogni alunno a raggiungere ilsuo successo formativo. Tramite la musica si possono raggiunge-re obiettivi che, a volte, si fatica a conseguire attraverso il lin-guaggio verbale. La presenza di dirigenti, docenti e genitori di tutte e comunità

scolastiche è significativa per evidenziare quanto queste occa-sioni favoriscono lo stare bene insieme ed il confronto costrutti-vo, sostenuto anche dalla guida costante di don Gianni Massaro,assistente spirituale dell’AIMC.

Un Dio che si fa piccoloVisita pastorale del nostro Vescovo alla scuola primaria “Oberdan” di Andria

Sabina SinisiDocente IRC

Martedì 17 dicembre 2019, le bambineed i bambini con una rappresentanza

dei genitori, tutto il personale dell’Istitutoscolastico “G. Oberdan”, con la Dirigentescolastica Francesca Laura Casillo, hannoaccolto con gioia e commozione il Vesco-vo di Andria, Monsignor Luigi Mansi, chesi è recato per la tradizionale visita pasto-rale nei plessi “Don Tonino Bello” e“Oberdan”.

In un’atmosfera calda e festosa, gli alunnihanno salutato il Vescovo Mansi con canti,poesie, recite, applausi. I corridoi e la salaDante dell’Oberdan, l’atrio e il teatro di DonTonino, si sono animati al passaggio del Ve-scovo, che, benedicendo i Bambinelli nellemani dei bambini, ha rivolto a ciascunomessaggi di auguri e di pace.Mons. Mansi ha accarezzato i bambini, hasorriso per la vivacità dei piccolissimidell’infanzia, ha parlato a tutta la comunitàcon semplicità e dolcezza, spiegando ilsenso profondo del Natale: “Un Dio connoi che si fa piccolo e viene nel mondoper ricordarci che non siamo mai soli,perché Lui si prende cura di noi. Nella no-stra piccolezza, nonostante i nostri errori,Dio non ci lascia soli. Dobbiamo anchenoi, allora, prenderci cura dell’altro: del

povero, del diverso, dell’emarginato, maanche del compagno di classe, del vicinodi casa, della propria famiglia”.La Dirigente Casillo ha ringraziato il Ve-scovo Mansi per il suo impegno costantenei confronti di tutta la comunità della Dio-cesi di Andria e, in particolare, per la gen-tilezza e la delicatezza di questo suo salu-to speciale e graditissimo all’Oberdan. Lascuola, educando alla consapevolezzadella propria individualità e unicità, devepromuovere il rispetto delle diversità, ilconfronto responsabile e il dialogo.“La nascita di Gesù porta amore, gioia,

speranza e pace, sta a noi portare questomessaggio a ogni essere umano e nonsolo durante questo periodo natalizio, im-parando a guardare con occhi nuovi chivive intorno a noi”.

I N S I E M EG E N N A I O 2 0 2 0

A S S O C I A Z I O N I E M O V I M E N T I 2 1

Il Vescovo con i bambini della scuola primaria “Oberdan”

Alcuni rappresentanti delle Scuole intervenute

Page 22: 4. Insieme Gennaio 2020.qxp Layout 1 · Cammini di PACE Il Messaggio di PapaFrancesco per la LIII Giornata mondialedella pace “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione

L’associazione di volontariatoCamminare Insieme nasce

nel 1989 all’interno dei gruppigiovanili della parrocchia ss.Trinità, che in quegli annierano fortemente impegnati adinterrogarsi sulle ingiustiziesociali, a confrontarsi sullecondizioni di vita delle personee delle famiglie più fragili, adagire anche “politicamente”per la rimozione delle cause.Don Salvatore Simone, alloraparroco della ss. Trinità, hacreduto nel progetto e ha so-stenuto coloro che l’hanno av-viato e, grazie anche alla di-sponibilità di Diana Mucci cheaveva messo a disposizionegratuita alcuni locali, partivaconcretamente l’esperienzaassociativa.Sono le storie difficili, talvoltatormentate e drammatiche diNunzia, Paolo, Rachele, Ser-gio, Mimma e tante altre per-sone con disabilità, a provoca-re l’avvio dei laboratori arti-gianali per tentare di darequalche risposta ai bisogni dinormalità, di condivisione, disperanza e di socializzazionedi questi nostri amici e delleloro famiglie.Non potremo mai dimenticaregli stand nelle parrocchie e perle strade della città, i primimercatini con i manufatti diterracotta, le esposizioni deipresepi, tutto con pochi ma de-finiti punti fermi: rapporto 1 a 1tra volontari e ragazzi disabili,l’attivazione di processi educa-tivi e non assistenziali, nientesovvenzioni esterne ma solo autofinanzia-menti!E poi con orgoglio possiamo oggi dire diessere stati precursori in tanti progetti:quando nessuno parlava di beni comuninoi abbiamo preso in affido l’aiuola di ViaLondra, l’abbiamo curata e gestita; i nostriragazzi con alcuni volontari hanno portatoavanti un laboratorio (uno dei primi PON)per insegnare il lavoro con l’argilla ai ra-gazzi “a rischio di devianza” della scuolamedia Salvemini. E che dire delle Mostredei Presepi e del nostro artigianato, maga-ri poco artistico ma che evocava valori,motivazioni e soprattutto abilità, quelleabilità mai riconosciute a persone “handi-cappate”, così venivano definite. E poi leprime “reti”: nel 1990 l’avvio della Consul-ta Pastorale Sanitaria; nel 1993 costituia-

mo il primo coordinamento del volontaria-to “la Città Solidale” e nel 1994 parte il Co-ordinamento Handicap presso il Comuneche per la prima volta mette insieme asso-ciazionismo e istituzioni e si avvia final-mente una programmazione delle politichesociali nell’area della disabilità.In questi decenni sono centinaia i giovaniche spontaneamente o attraverso le scuo-le e le parrocchie frequentano le molte-plici attività dell’associazione e ne resta-no segnati positivamente come testimo-niato dalle decine di messaggi che proprioper i festeggiamenti del trentennale, stan-no arrivando da chi oggi nella professione,in famiglia e nella quotidianità dichiarache, grazie all’esperienza con i ragazzi di-sabili, ha mutuato un atteggiamento di ac-coglienza, di rispetto e di impegno per lealterità e le pari opportunità.

Ma il volontariato da solo nonpuò essere la risposta ad unprogetto che richiedeva piùcontinuità e maggiore profes-sionalità e, in un quadro diwelfare in evoluzione, nel 1999costituiamo la cooperativa so-ciale “Trifoglio”. Nel 2000, inuna nuova sede, l’associazioneavvia un nuovo percorso im-prontato maggiormente sugliaspetti educativi, per questonon si può prescindere dalcoinvolgere il mondo della fa-miglia e, con i genitori più pro-tagonisti, si avviano attività ri-guardanti l’integrazione scola-stica e le rivendicazioni peruna scuola inclusiva, le lotteper attivare servizi riconosciutiper legge ma mai attivati.È stato lo “sfogo” di unamamma arrabbiata e delusa afarci attivare un percorso diattenzione sull’autismo che fapartire sul territorio un nuovoapproccio assistenziale/tera-peutico alla sindrome dellospettro autistico.Dopo l’esperienza negli anni‘90 con gli Obiettori di Coscien-za Caritas, nel 2008 incrociamoancora una volta i giovani econ le volontarie del ServizioCivile Nazionale Mo.V.I avvia-mo tante esperienze di anima-zione: dal progetto Help con laprima intesa tra Volontariato eASL all’Osservatorio per l’Inte-grazione scolastica; il Centrodi Documentazione in collabo-razione con la Caritas, l’AutoMutuo Aiuto, la danza terapia,4 edizioni del concorso sull’in-

tegrazione scolastica e poi animazionesportiva, Baskin, progetti Autonomia per ipiù piccoli e i più grandi. La novità del momento riguarda il ruolodei genitori che non sono solo coinvoltinelle attività associative ma diventanoessi stessi volontari, determinati a difen-dere diritti, a sostenere progetti, a pro-muovere pari opportunità non solo per ipropri figli ma per tutte le persone con di-sabilità della nostra città.Avanti tutta, per altri trent’anni e con l’au-gurio che altri volontari, altre famigliepossano avvicinarsi e sostenere il nostroprogetto; invitiamo chiunque fosse inte-ressato a rivolgersi presso la nostra sedein Via B. Buozzi, n. 4 (accanto alle giostri-ne del Largo Torneo) oppure attraverso icanali social o al cell. 329/6102827.

I N S I E M EG E N N A I O 2 0 2 0

A S S O C I A Z I O N I E M O V I M E N T I2 2

CAMMINAREINSIEME

30 anni di volontariatoa servizio della diversabilità

Mario ArditoAssociazione Camminare Insieme

Il taglio della torta per i 30 anni di Camminare Insieme

Momento assembleare dell’Associazione

Page 23: 4. Insieme Gennaio 2020.qxp Layout 1 · Cammini di PACE Il Messaggio di PapaFrancesco per la LIII Giornata mondialedella pace “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione

Di fronte alla CREATIVITÀ di DioDa dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? Francesco Suriano

I anno di Teologia

Andrea Galli(Avvenire 6/12/2019)

Creatività: virtù creativa, capacità di creare con l’intellettoe con la fantasia. Questo è quello che direbbe un’enciclo-

pedia come la Treccani, ma non basta per esaurire la ric-chezza di significato che porta in sé questo termine. Creativi-tà dice di creare; creare è il movimento del generare; e ge-nerare parla di amore. Un processo che racconta la nostravita: da chi veniamo, dove siamo e verso dove stiamo andan-do… un dinamismo che chiama al cambiamento non delle si-tuazioni, ma del nostro sguardo rispetto ad esse.Il 21 novembre scorso era giovedì, e come ogni giovedì in se-minario vivevamo l’adorazione serale comunitaria. Di fronteal Santissimo, nella mia preghiera silenziosa hanno iniziatoa prendere forma parole che ho provato a scrivere sul mioquaderno personale. Desidero condividere con voi il frutto diquell’incontro che per me è tuttora acceso come una piccolaluce sul mio cammino di discernimento.

I N S I E M EG E N N A I O 2 0 2 0

V O C E D E L S E M I N A R I O 2 3

Giornata mondiale della fratellanza umanaÈ stato consegnato al segretario generale ONU l’invito del Papa e del grande imam di Al-Azhar

a dedicare il 4 febbraio al tema e a indire un summit internazionale

Il 4 febbraio sia dichiarato Giornata mondiale della fratellanza umana.La proposta arriva dal Papa e dal grande imam di Al-Azhar Ahmed Al-

Tayyeb. In un messaggio consegnato a New York al segretario generaledell’Onu, Antonio Guterres, si invitano le Nazioni Unite anche a parteci-pare assieme alla Santa Sede e ad Al-Azhar «all’organizzazione, in unprossimo futuro, di un summit mondiale sulla fratellanza umana».A renderlo noto è stato un comunicato del Pontificio Consiglio per il dia-logo interreligioso. «Lo scorso 20 agosto – ricorda la nota – è stato co-stituito un comitato superiore per raggiungere gli obiettivi contenuti nel“Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convi-venza comune” (Abu Dhabi 4 febbraio 2019). Esso è attualmente compo-sto da membri cristiani, musulmani ed ebrei, e presieduto dal cardinaleMiguel Ángel Ayuso Guixot, presidente del Pontificio Consiglio per il dia-logo interreligioso ». Sono stati i membri di detto comitato, guidati da Ayuso Guixot e dal Giu-dice Muhammad Abd al-Salam, a incontrare il segretario generale delleNazioni Unite per consegnargli i desiderata di Francesco e del grandeImam di Al-Azhar. «Guterres – fa sapere ancora il dicastero vaticano peril dialogo interreligioso – ha manifestato apprezzamento e disponibilitàper l’iniziativa, sottolineando l’importanza di lavorare a servizio dell’uma-

nità intera». E ha inoltre designato Adama Dieng – che è suo consiglierespeciale contro la diffusione dell’odio sui media (hate speech) e la pre-venzione dei genocidi – rappresentante sempre delle Nazioni Unite perseguire le attività proposte e per collaborare con il comitato superiore.Il Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale, com’è noto,è stato siglato nel corso del viaggio apostolico di Bergoglio negli EmiratiArabi Uniti dal 3 al 5 febbraio scorsi.La sua redazione è avvenuta dopoun confronto di diversi mesi e ha prodotto un appello rivolto a politici,governanti, intellettuali, giornalisti, affinché tutti collaborino a favorireun clima di convivenza pacifica e alla ricostruzione di un tessuto socia-le lacerato in tante parti del globo. «Sia il grande imam con la sua équi-pe, sia io con la mia – aveva detto il Papa nella conferenza stampa sulvolo di ritorno dagli Emirati Arabi – abbiamo pregato tanto per riuscire afare questo Documento. Perché per me c’è un solo pericolo grande inquesto momento: la distruzione, la guerra, l’odio fra noi. E se noi creden-ti non siamo capaci di darci la mano, abbracciarci, baciarci e anchepregare, la nostra fede sarà sconfitta. Questo Documento nasce dallafede in Dio che è Padre di tutti e Padre della pace e condanna ogni di-struzione, ogni terrorismo, dal primo terrorismo della storia che è quellodi Caino».

Obbedendo alla vita sono qui.Mi fermo di tanto in tanto e penso come mai sono qui?Quasi estraniato dal contesto mi isolo e la mia mente viaggia.Arriva a un punto di non ritorno e ritorna alla realtà.Non trovo risposta al mio quesito.Signore perché sono qui? Cosa vuoi da me?Non era meglio che stessi lì, fermo stantio nella mia vita piccola, grigia piatta?No. Devo stare qui. Non è una costrizione, no! L’ho scelto!Sì, il mio posto è qui. In questo tempo e in questo luogo. Non prima, non dopo. Ora.Questo posto è strano, emergono tutte le mie nefandezze e d’istinto le copro sottoal tappeto, sono troppe, non esiste un tappeto così grande!Come mai? Perché Signore? Sono veramente così?No! Non sono solo questo!È solo un quadretto rispetto al gigantesco mosaico che compone me, uomo.Ho il cuore sereno perché so di trovarmi al posto giusto.Mi fido, voglio fidarmi. Questa fiducia porta insicurezza.D’altronde che cos’è la Fede? È il segno di chi non confida in sé stesso, di chi nonvuole essere al sicuro da tutto. Perché sono qui?Signore hai tanta fantasia! Sei il più grande Artista che conosca.Eccomi sono qui. Componiamo insieme questa opera d’arte.Io in Te e Tu in me. Ora.

È questa la grandezza della vita: è sempre possibile scrivere nuove narrazioni per-ché si tratta di un dialogo: un dialogo creativo! Qui è celato il mistero di ogni voca-zione. Lasciarsi creare da Dio, sempre di nuovo; assecondare la Sua spinta crea-trice e sintonizzarla alla nostra libertà creativa.Paul-Gaugin-Da-dove-veniamo-Chi-siamo-Dove-andiamo

Page 24: 4. Insieme Gennaio 2020.qxp Layout 1 · Cammini di PACE Il Messaggio di PapaFrancesco per la LIII Giornata mondialedella pace “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione

I N S I E M EG E N N A I O 2 0 2 0

P I A N E TA G I O VA N E

Lo SPORT e i GIOVANI OGGIIl rischio di smarrire il valore formativo dell’attività sportiva

Marialisa GammarrotaRedazione “Insieme”

Un alpinista può conquistare la vetta in elicottero, ma la sua sod-disfazione sta nella scalata, nei rischi corsi e superati, nella fati-

ca vinta, nei problemi risolti e, alla fine, nella gioia d’osservare dallacima il percorso fatto e il mondo che ora si trova ai suoi piedi. Chinon conosce lo sport è forse portato a considerare quest’attività soloun passatempo, poco utile al proprio avvenire. Il punto è proprio qui,in quest’epoca che viviamo, si opera e si studia solo in funzione diun futuro lavorativo, non sono ammesse distrazioni; questo è ancheil destino dei ragazzi d’oggi, la loro adolescenza assomiglia semprepiù alla vita che conducono gli adulti. Oltre allo studio, ogni attività èsvolta è finalizzata a un progetto, e poco al piacere personale.Lo sport, è bene precisare, non è solo un semplice passatempo, un’at-tività ristoratrice, ma anche un mezzo di crescita: è un’attività educa-tiva che permette di raggiungere la maturità con leggerezza e piacere.Ma oggi lo sport è ancora un’attività rigenerante e divertente, ludi-ca e formativa? Lo sport per molti giovani è vissuto come un obbli-go, un impegno in più di quelli imposti dalla società, un’attività nonpiù spensierata ma tecnicamente strutturata e finalizzata alla com-petizione e alla prestazione. Molti giovani vivono lo sport come unmezzo per dimostrare il proprio valore in una perenne sfida con sestessi e gli altri, e lo trattano spesso come prodotto da consumaree non da vivere, da aggiungere a ciò che si è fatto e che si ha, unmodo di fare che si poggia sull’accumulo di beni e non sulla capa-cità di goderne.

È ovvio che i motivi per cui i giovani stiano allontanandosi dallo sportpraticato non siano solo quelli appena analizzati, c’è di fondo che lafamiglia e la società abbiano sottovalutato il valore dello sport comemezzo formativo, e ghettizzato l’educazione fisica scolastica, unicobaluardo rimasto a contrastare un sistema che circoscrive all’imma-gine fisica il valore dell’attività fisica. È sintomatico il fatto che moltiadolescenti si limitano a svolgere attività che “migliorano” il proprioaspetto fisico, come il sollevare pesi in palestra, e saltano le lezionidi educazione fisica a scuola e ignorano totalmente gli sport a con-tatto con la natura.Ogni essere umano per sua natura è motivato e regolato da una ten-sione interiore che lo spinge verso interessi e passioni; la cultura e losport devono essere tra questi, è attraverso loro che si nutre in ma-niera conveniente la vita, il pensiero e l’emotività. Lo sport può dareun senso pieno alla vita, anzi le sfide sportive divengono metaforadella vita stessa. Un esempio di ciò è la vita di Pier Giorgio Frassati,un giovane di azione cattolica, amante dello sport, in particolare dellamontagna. L’abilità sportiva dello scalatore è paradigma della spiri-tualità di Pier Giorgio; la sua regola verso l’alto indica un continuoesercizio di crescita, di ricerca, di allenamento. La montagna in que-sto senso è metafora straordinariamente chiara per spiegare la spiri-tualità laicale, il movimento parte perché è la vetta che ti “chiama”,ma anche il cammino diventa passo dopo passo più gustoso. Mettersi alla prova, correre il rischio… questo è vivere.

2 4

“Se la strada non c’è, la inventiamo noi”Un progetto digitale innovativo di tre giovani di Canosa

Maddalena PagliarinoRedazione “Insieme”

Lo slogan “Se la strada non c’è, la inven-tiamo noi” della start-up ideata da tre gio-

vani studenti universitari canosini esprimemolto bene le intenzionalità di un progettovolto a riqualificare e promuovere le areepoco note del nostro territorio. Ma è ingrado di esprimere anche la volontà di tregiovani capaci di inventare una stradanuova per il loro futuro a partire dalle loropassioni e dall’amore per la loro amata terra.I tre giovani ideatori della start up “Makeyour travel” sono Marco Lenoci, studente diInformatica all’Università di Bari, un ragazzorisoluto e deciso a raggiungere i suoi obiet-tivi; Nicola Sciannamea, studente della fa-coltà di Economia di Bari, che ha tanta vo-

glia di fare e apprendere, mentre coordina eottimizza i processi delle attività internedella start-up; Giandomenico Bucci, studen-te universitario di Informatica che grazie allasua operatività riesce a valutare e proporrenuove tecnologie per far progredire “Makeyour travel”. Nel 2017, i tre giovani ventenni si sono fatticonoscere partecipando con la start-up“Make Your Travel”a Digithon, la più grandemaratona digitale italiana, un trampolino dilancio per progetti digitali nuovi e innovati-vi, dove i giovani esprimono le loro potenzia-lità, per essere protagonisti del cambiamen-to verso l’autoimprenditorialità. “Make Your Travel” è in grado di far viaggia-re gli utenti che utilizzano questa applicazio-ne senza guide turistiche alla scoperta deiluoghi della Puglia, una regione che propo-

ne un’offerta turistica a 360 gradi, capace disoddisfare le richieste più disparate, pas-sando dal turismo naturale a quello cultura-le, religioso, sportivo ed eno-gastronomico.L’obiettivo della start up, infatti, è la venditadi percorsi turistici non convenzionali finaliz-zati a colmare il gap tra il turista e le classi-che guide cartacee, permettendo allo stessonon solo di scoprire ogni segreto dei borghipugliesi ma anche di accedere tramite cana-li preferenziali a musei e siti archeologici.Per conoscere le bellezze nascoste dei pic-coli borghi, le avventure che riservano i per-corsi naturalistici pugliesi e conoscere leesperienze proposte da vivere in gruppo,basta accedere al turismo alternativo con unsemplice click sul sito www.makeyourtra-velweb.it

I tre giovani studenti canosini

Page 25: 4. Insieme Gennaio 2020.qxp Layout 1 · Cammini di PACE Il Messaggio di PapaFrancesco per la LIII Giornata mondialedella pace “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione

“E ci PRENDIAMO cura di loro…”La cooperativa Trifoglio, un presidio di accoglienza e assistenza sul territorio

Agnese CalandrinoCooperativa Trifoglio- Andria

Dovendo descrivere le prestazioni chela cooperativa Trifoglio eroga nella

città di Andria, volevo provare ad andareoltre la mera elencazione di opportunitàche chi vive situazioni di disagio può tro-vare nei nostri servizi o centri. Nel mo-mento in cui la cooperativa Trifoglio, ormaiventi anni fa, è stata pensata dalle orga-nizzazioni di volontariato che l’hanno sup-portata e dai soci fondatori si è fortementevoluto creare una organizzazione solidale,più strutturata, per rispondere meglio econ più efficacia alle necessità dei più de-boli e nello specifico i minori e le famigliesvantaggiate, i disabili e gli anziani.

Il Trifoglio lo percepiamo, noi operatori,come un luogo di accoglienza: le personesi rivolgono a noi descrivendoci i loro bi-sogni, confidandoci il senso di inadegua-tezza nel gestire situazioni a volte multi-problematiche, bussano in cerca di rispo-ste perché non sanno dove andare o cosaè possibile usufruire degli interventi di ca-rattere socio-assistenziale e sanitario.Siamo, di fatto, un presidio sul territoriocittadino, sia attraverso il nostro sportelloinformativo (dal lunedì al sabato dalle ore9,00 alle 13,00) sia perché conduciamo lapersona verso i servizi, per poter ottenerequello di cui necessita. La nostra realtàeroga servizi, ma di fatto entriamo inpunta di piedi nelle case dei nostri utenti,ne accogliamo confidenze, consapevolidi scoprirne le fragilità e di veder “mette-re a nudo” i propri bisogni, per alcunisiamo la valvola di sfogo, per altri quelrapporto affettivo che abbatte la solitudineche vive chi resta ai margini perché psico-

logicamente debole, perché con un disa-bile in famiglia, o un ammalato o anzianoallettato, per altri ancora gli angeli custodia cui affidare figli (Centro diurno minori ),ragazzi con disabilità ( Centro polivalentedisabili).Altro intervento fondamentale che ero-ghiamo è quello che si svolge a domici-lio: il servizio di assistenza domiciliare intutte le sue differenziazioni (disabili,anzia-ni,psichiatrici,minori, educativa) offre al-l’utente un insieme di interventi di caratte-re socio-assistenziale e sanitario, nel suoambiente quotidiano, a cura di operatorisocio-sanitari, operatori socio-assisten-ziali ed educatori professionali. Questi in-terventi permettono di ridurre i ricoveri - inospedale o in strutture residenziali e ga-rantiscono un miglioramento della qualitàdella vita, per l’utente e per la sua fami-glia.I servizi arricchiscono e rafforzano i so-stegni attuati dai servizi sociali e sanita-ri e vanno, a titolo non esaustivo, dallaalzata, rimessa a letto e bagno igienepersonale, prestazioni igienico-sanitarie,aiuto al pasto, cura dell’igiene dell’am-biente di vita, spesa, piccole commissioninonché il disbrigo di pratiche varie. Gliinterventi si completano con il supportonello svolgimento dei compiti scolastici, ilsupporto educativo al bambino e alla fa-miglia, l’accompagnamento a visite medi-che e/o a sedute di riabilitazione, pas-seggiate, supporto alla vita di relazione,aiuto nell’integrazione e in tutte le attivitàesterne. Alcuni degli interventi sono con-cordati con gli operatori della Asl e delSettore Socio Sanitario della Città di An-dria. Nel caso di utenti seguiti congiunta-mente dal Settore Socio Sanitario e dallaAsl, tali interventi si intendono fornitisulla base di una programmazione con-giunta tra i referenti di tali istituzioni e lacooperativaParafrasando un intervento di Mons.Mansi, mi viene da ribadire “Mi piace ve-derla così la nostra cooperativa non solocome un luogo dove si erogano ‘servizi‘,ma anche come luogo sicuro dove ogniuomo, soprattutto chi è in difficoltà diqualunque tipo, possa trovare accoglien-za premurosa e attenta, che non esclude

mai, ma sempre offre a tutti aiuto e soste-gno”. Allora hanno senso le parole di An-gelo Q., che frequenta il centro polivalentedisabili, che è felice di essere con noi“perché si sente che abbiamo affetto perlui”, o di Fatma che “ si sente accolta per-ché ci mettiamo a fare le cose insieme” oAndrea D. che ribadisce che ”insiemefacciamo esperienze nuove e stimolanti”,o della signora B. che passa a salutarcinon solo quando c’è da ritirare il paccodegli alimenti, che eroghiamo alle famiglieindigenti grazie all’adesione al Banco Ali-mentare delle Opere di Carità o di tutti gliaffidati che hanno la messa alla provanelle nostre strutture che vanno via rin-graziandoci di aver scoperto “un mondomigliore”.Un grazie speciale a tutti quegli operato-ri, che nonostante la grande difficoltàeconomica che pervade il nostro settore,per le note vicende economiche comuna-li, sono quotidianamente al loro posto,sono lì che tendono quotidianamente unamano a tutti.

I N S I E M EG E N N A I O 2 0 2 0

S O C I E TÀ 2 5

Nelle foto, alcuni immagine della Coopertiva Trifoglio

Page 26: 4. Insieme Gennaio 2020.qxp Layout 1 · Cammini di PACE Il Messaggio di PapaFrancesco per la LIII Giornata mondialedella pace “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione

I N S I E M EG E N N A I O 2 0 2 0

S O C I E TÀ

Sogni per una CITTÀ MIGLIORENote sulla prima parte del percorso formativo “La città che verrà: tra Resilienza e Rigenerazione”,

promosso dal Forum di Formazione all’Impegno Sociale e Politico

Maria Zagaria Coordinamento Forum

Anche quest’anno, il Forum diocesano diFormazione all’Impegno Sociale e Poli-

tico di Andria con l’Associazione CercasiUn Fine, il 9 novembre scorso, ha tagliatoufficialmente il nastro al nuovo percorsodal titolo “La città che verrà - Tra Resilien-za e Rigenerazione”, in collaborazione conBiblioteca diocesana “S. Tommaso d’Aqui-no”, Azione Cattolica Diocesi di Andria,Meic Andria, Ufficio diocesano di PastoraleSociale e del Lavoro Andria e, da quest’an-no, anche con il patrocinio dell’Universitàdegli Studi di Bari “Aldo Moro”(Diparti-mento di Scienze Politiche).Un percorso dedicato alla città di Andriache si inserisce in un anno importante perla vita politica di questa, dal momento chein primavera 2020 saremo chiamati ad eleg-gere i rappresentanti al governo della città.Un tema fortemente sentito dalla comunitàcittadina, a dimostrazione della folta parte-cipazione al primo appuntamento pubblico,alla presenza del filosofo prof. RobertoMancini. Una partecipazione che ha avutopieno riscontro anche nell’adesione all’in-tero percorso formativo: circa 50 corsistiprovenienti dalle comunità parrocchiali,dalle associazioni, dai movimenti politici, osemplicemente cittadini interessati, adulti egiovani (studenti del quinto superiore), in-curiositi dal tema e desiderio di fare qual-cosa per la propria città. “Storia e volti di un territorio: aspetti so-ciali, politici e culturali”, il titolo dellaprima lezione ha visto l’incrocio di più rac-conti, moderati dalla dott.ssa Silvana Cam-panile, responsabile della Biblioteca dioce-sana “S. Tommaso d’Aquino”: da quello piùsquisitamente politico-amministrativo delprof. Leonardo Fasciano, docente di Storiae filosofia, a quello più storico di don Adria-

no Caricati, parroco e storico della Chiesa,fino a quello artistico-culturale delladott.ssa Rosalinda Romanelli, storica del-l’Arte, tutti con l’obiettivo di rispolverare lenostre radici.Ripercorrere il cammino che ci ha portati aquesto presente è fondamentale per cono-scere, comprendere e interpretare ciò cheoggi ci appartiene. La nostra città non vienedal nulla e per costruire la città che verràbisogna partire anche dal passato perché“le invasioni ricorrenti che travagliarono lacittà di Teodora, nei secoli dei secoli”hanno, a ben guardare, travagliato e, ver-rebbe da dire, travagliano tuttora anche lanostra città. A questo é servito leggere lepagine della storia di Andria nei primi anni‘90 quando l’era tangentopoli toccò anche ipartiti e le nostre amministrazioni.Ma, passando da ciò che ancora c’è, ver-rebbe da chiedersi: quanto conosciamo, in-vece, il nostro patrimonio storico- cultura-le? E se non lo conosciamo adeguatamen-te come possiamo valorizzarlo? Le immagi-ni delle nostre opere d’arte proiettate e rac-contate dalla dott.ssa Rosalinda Romanellici hanno dato prova che la nostra città pos-siede un patrimonio architettonico e artisti-co che noi stessi spesso ignoriamo e cono-scerlo potrebbe essere già un inizio per“progettare” la città che verrà.Durante la seconda lezione “Come funzionail Palazzo di Città” assieme all’avv.MicheleD’Avino, Segretario Generale del Comune diChiusi e Direttore dell’Istituto “Toniolo”, ab-biamo conosciuto le parti fondamentali checompongono la macchina amministrativa,tra cui il Consiglio e la Giunta comunale; ilSindaco con i suoi poteri; i dipendenti co-munali e il Segretario comunale. Dopo laparte teorica è seguita una pratica in cui icorsisti si sono cimentati in un gioco diruolo che li ha visti indossare i panni diconsiglieri comunali, di maggioranza e diopposizione, per pensare a delle vere eproprie linee programmatiche alla luce delDocumento Unico di Programmazione Ordi-nario 2019-2020 del Comune di Andria. Tregli argomenti di discussione: giovani e cul-tura, edilizia e politiche abitative e svilupposostenibile.Nella terza lezione, invece, abbiamo affron-tato il tema della cittadinanza attiva con par-ticolare riguardo alla progettazione condivi-

sa di beni comuni. “Noi cittadini...andiamoa comandare”, un titolo volutamente provo-catorio che aveva semplicemente l’intentodi riportare l’attenzione al ruolo dei cittadinie ai processi partecipativi. E lo abbiamofatto attraverso la testimonianza del dott.Roberto Covolo, esperto in Sviluppo locale eAssessore alla Programmazione economicadel Comune di Brindisi. La lezione, dalleprime battute si è trasformata in un visualstorytelling dell’esperienza dell’Ex-Faddanel comune di San Vito dei Normanni, di cuiil relatore è stato il project manager. L’Ex-Fadda è una ex cantina vinicola in disusoche ha ripreso vita diventando un laborato-rio urbano per l’aggregazione sociale, gra-zie alla creatività e l’innovazione dei cittadi-ni. È il racconto di un’esperienza di rigene-razione non solo fisica dei luoghi disabitatima anche delle persone che vi partecipano:è diventato il posto per ogni sogno, capacedi coinvolgere le persone nell’auto-costru-zione dello spazio (in particolare ragazzineet o i “dispersi” nel sistema scolastico) edi far tornare i giovani nella propria terrad’origine per investire i propri talenti svilup-pati altrove (come la danza, la fotografia, lamusica, il teatro, la sartoria…).Con la terza lezione si è conclusa la primaparte di questo ciclo formativo sulla Cittàche verrà: la prossima lezione aprirà lapista all’analisi dei più significativi assesso-rati, iniziando proprio da quello legato al bi-lancio e alla finanza. Verrebbe da pensareche chi ben comincia è a metà dell’opera.Ma di lavoro da fare per la città ce n’è tantoancora! E casomai qualcuno volesse venir-ci a dare una mano, noi ci ritroviamo l’annoche verrà, più precisamente il prossimo 11gennaio 2020, a parlare ancora della cittàche verrà.

2 6

Come funziona il palazzo di Città con il dott. Michele D’Avino

La tavola rotonda che ha aperto il lavori annuali del Forum

Page 27: 4. Insieme Gennaio 2020.qxp Layout 1 · Cammini di PACE Il Messaggio di PapaFrancesco per la LIII Giornata mondialedella pace “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione

Relazione e COMUNICAZIONELa seconda tappa di un percorso formativo a Minervino

Nella AngiuloRedazione “Insieme”

Procede il percorso di Cittadinanzattiva ComunicArti a Minervi-no Murge. Lo scorso 12 dicembre, sempre presso la Cripta

dell’Immacolata, si è tenuto il secondo incontro “Relazione e co-municazione: senso e prospettive”. Ancora una volta tra noi DonMichele Pace (Direttore dell’Ufficio Pastorale Sociale e lavorodella Diocesi di Andria), testimonianza di un’attenzione e vicinan-za costante al movimento. Con don Michele si è fatta un po’ di chiarezza sul senso e pro-spettive di queste parole tanto in voga: relazione e comunicazio-ne. Chissà da quanto tempo qualcuno non rispolverava più il si-gnificato di queste e forse tante altre parole spesso pronunciatesenza conoscerne in profondità il “senso”. Ebbene, don Micheleha guidato i presenti partendo dalla definizione di relazione, sino-nimo di rapporto, che indica ogni forma di legame esistente tradue o più persone. E per comunicazione si intende il processo ele modalità di trasmissione di un’informazione da una personaall’altra attraverso lo scambio elaborato secondo le regole di undeterminato codice. Inoltre, la relazione sussiste anche senza co-municazione e il suo scopo, come afferma Martin Buber: “È lasua vera essenza, ovvero il contatto con il Tu; poiché attraversoil contatto ogni Tu coglie un alito del Tu, cioè della vita eterna.Nessun uomo è pura persona, nessuno è pura individualità.Ognuno vive nell’Io dal duplice volto”. La relazione ci permette di esistere. Ci si relaziona attraverso ildialogo e questo comunicare con l’altro permette di sperimentar-si, confrontare il proprio io, diverso da quello dell’altro. Rende ca-paci di trasmettere qualcosa. La relazione è il campo che si formaquando si entra in contatto e, una volta stabilito questo, si puòcomunicare. Con delle immagini don Michele ha stimolato i pre-senti ad individuare i tipi di relazione comunicati visivamente e leconsiderazioni sono state tante. Per poter valutare una comunicazione in essa vanno distinti duelivelli (secondo il II assioma della comunicazione di Paul Watzla-wick): il contenuto di quello che si sta comunicando e il tipo di re-lazione che si vuole instaurare con la persona a cui ci si rivolge.La comunicazione è il filo di congiunzione tra le persone, il mec-canismo attraverso il quale le relazioni umane nascono e si svi-luppano. Citando ancora Buber: “Agli uomini è necessario e aessi concesso di attestarsi reciprocamente in autentici incontrinel loro essere individuale”.La comunicazione è una conditio sine qua non della vita umanae dell’ordinamento sociale. La società detta regole di comunica-zione che si acquisiscono sin dall’inizio della propria esistenza.Regole che, con l’avvento dei New Media, esercitano una poten-te influenza sul modo con cui si gestiscono le relazioni, attraversoi mezzi di comunicazione e ancor di più luoghi e spazi virtuali cheormai hanno sostituito gli spazi di incontro reali. Ormai quel con-tatto non esiste più. Non c’è neanche il tempo di organizzarsi perincontri reali perché tutto è vissuto in modo immediato, istanta-neo, urgente. Non si ha il tempo di gustare il tempo trascorso.

Il tempo della società moderna ha una tripla accelerazione:quella tecnica dei mezzi di trasporto, comunicazione e produzio-

ne; quella del cambiamento sociale delle istituzioni sociali, fami-glia, lavoro; e del ritmo della vita. Il progresso procede spedito equesto ha trasformato le persone in “consumatori” di cose,tempo, relazioni. Non ha importanza la durata di un oggetto, lavo-ro, rapporto. È più semplice raggiungere tutto, e questo è l’obiet-tivo, anche i legami sociali attraverso i social network sono sta-biliti facilmente, ma più effimeri e fragili. Questa constatazionedei pro e i contro dell’avvento della tecnologia deve porre davantialla consapevolezza di una scelta prospettica per mediare tra ilprogresso che sta meccanicizzando tutto e i rapporti umani chevanno salvati da un futuro robotizzato. Il lavoro di recupero dispazi reali d’incontro per comunicare guardandosi negli occhi, ilrecupero della “lentezza”, ripensare al tempo e prendersenecura rappresenta una scelta per non cadere sempre più in unvortice che ingloba tutto senza dare un senso a nulla.Il nuovo anno sia propizio per recuperare il senso dei gesti edelle parole.

I N S I E M EG E N N A I O 2 0 2 0

S O C I E TÀ 2 7

L’incontro con don Michele Pace

Page 28: 4. Insieme Gennaio 2020.qxp Layout 1 · Cammini di PACE Il Messaggio di PapaFrancesco per la LIII Giornata mondialedella pace “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione

I N S I E M EG E N N A I O 2 0 2 0

S O C I E TÀ

Per una UMANITÀ convivialeIn memoria delle vittime della Shoah

Maria MiracapilloRedazione “ Insieme”

“N on è forse questo il tempo nel quale tutti devono col-laborare alla costruzione di una nuova organizzazione

dell’intera famiglia umana, per assicurare la pace e l’armoniatra i popoli ed insieme promuovere il loro sviluppo integrale?”Sì, celebrare la Giornata Internazionale in memoria delle vittimedella Shoah, istituita il 01 novembre del 2005, dall’Assembleagenerale delle Nazioni Unite, è imparare a vivere da cittadini delmondo, rispettando le differenze, sviluppando l’atteggiamento dirispetto per l’altro inteso come mistero da scoprire e insiemecome appello alla nostra responsabilità. “Il passato non è maisoltanto passato. Esso riguarda noi e ci indica le vie da nonprendere e quelle da prendere.” Così, ebbe a dire Papa Bene-detto XVI, nel maggio del 2006, visitando il campo di concentra-mento nazista di Auschwitz-Birkenau. Ma quale valore assumenell’oggi e per le generazioni future questa giornata ? E qualedomanda sottende? Innanzitutto, richiama l’unica e medesimadignità dell’altro: ”Io sono eccomi” dinnanzi al quale siamochiamati a sviluppare l’atteggiamento dell’ “I Care”( mi interes-sa, mi sta a cuore), per dirlo con lo slogan di don Milani e lascuola di Barbiana. L’altro nella sua alterità, ci ricorda E. Levi-nas, filosofo ebreo, è un appello che impedisce di restare chiu-so in me stesso, indifferente, né tantomeno essere solo cono-sciuto, posseduto o compatito; chiede, invece, secondo H.Jonas filosofo ebreo tedesco, una risposta di “giustizia”, un’as-sunzione di responsabilità complementare della libertà. Noisiamo dunque responsabili nei riguardi dell’umanità presentee futura. Il dolore umano, la repressione violenta vissuti ad Au-schwitz, come pure nei gulag sovietici, nei confronti dei dissi-denti dei regimi dittatoriali latino-americani scomparsi nel nulla,ci lasciano intuire il cinismo di quel potere che trattava o chetratta gli uomini come merce, non riconoscendoli come perso-ne, nelle quali rifulge l’immagine di Dio. Una tale ferocia èl’espressione di una povertà generata dal non essere amati odalla difficoltà di amare, o meglio dal rifiuto dell’amore di Dio,da un’originaria tragica chiusura in se stessi, che pensa di ba-stare al proprio io. Illuminante è uno stralcio delle lettere di EttyHillesum, scritte in gran parte nel campo di smistamento di We-sterbork, ultima fermata prima di Auschwitz, dove morì nel no-vembre del 1943 nel quale si afferma con grande forza il deside-rio della vita, nonostante l’uomo sia ridotto ad una larva, annul-

lato, deturpato, schiacciato come un verme. “La miseria che c’èqui è veramente terribile – eppure, alla sera tardi, quando ilgiorno si è inabissato dietro di noi, mi capita spesso di cammi-nare di buon passo lungo il filo spinato, e allora dal mio cuoresi innalza sempre una voce – non ci posso fare niente, è così, èdi una forza elementare - e questa voce dice: la vita è una cosasplendida e grande, più tardi dovremo costruire un mondocompletamente nuovo. A ogni nuovo crimine o orrore dovremoopporre un nuovo pezzetto di amore e di bontà che avremoconquistato in noi stessi. Possiamo soffrire ma non dobbiamosoccombere. E se sopravviveremo intatti a questo tempo, corpoe anima ma soprattutto anima, senza amarezza, senza odio, al-lora avremo anche il diritto di dire la nostra parola a guerra fi-nita”.Quante domande suscita Auschwitz, simbolo del male assoluto,luogo della disumanizzazione e tutte le altre forme di shoah chehanno fatto seguito, presenti, ancora oggi! Dove era Dio in queigiorni? Perché Egli ha taciuto di fronte a questo trionfo delmale? A questi e altri interrogativi dovremmo aggiungere:” doveera l’uomo o meglio, dov’è l’uomo”. Dio era ed è presente làdove l’umanità è straziata, calpestata offesa e tradita. Le imma-gini della negazione dell’umanità sono sotto gli occhi di tutti: mi-grazioni forzate persone che hanno difeso fino alla morte il lorocredere e sperare, oppressione, miseria, sfruttamento, perse-cuzioni, pulizie etniche, malvagi di ogni tempo e di ogni partedella terra, e ciò è accaduto e accade decine, centinaia, miglia-ia, milioni di volte. Vale la pena ricordare quanto affermavaPapa Benedetto XVI: “Noi non possiamo scrutare il segreto diDio -vediamo soltanto frammenti e ci sbagliamo se vogliamofarci giudici di Dio e della storia “. Dobbiamo rimanere, invece,con l’umile ma insistente grido verso Dio: Svegliati! Non dimen-ticare l’uomo che Tu hai sognato, desiderato, amato! Questogrido verso Dio deve essere un grido che penetra il nostro stes-so cuore, vigilando che questa Sua presenza non sia offuscatadalla paura, dall’egoismo o, peggio ancora dall’indifferenza. IlDio in cui crediamo è un Dio della ragione che è una cosa solacon l’amore, con il bene. È l’esperienza del Dio con noi, l’Ema-nuele che sposa il sogno di un vero cambiamento di vita e di re-lazioni, ma che i poteri di questo mondo lo condannano allamorte più ignominiosa e infame, dimostrare che non esistono“figli di Dio” …In realtà, la sua morte tragica riscattata dal-l’alba della risurrezione è il giudizio di Dio sui seminatori dimorte, chiave di volta e di interpretazione di tutte le esperien-ze umane, annuncio di gioia e di futuro luminoso!Coltivare la memoria è vivere da uomini in cammino, abbattendoogni forma di pregiudizio con un’educazione orientata verso ivalori universali, con una cultura della convivialità delle diffe-renze. Quando gli uomini decidono di lavorare e stare insieme,ognuno di loro si costituisce come una vela al vento di unagrande unica imbarcazione. È la grande scommessa sulle pos-sibilità di cambiare la realtà nelle sue dimensioni locali e plane-tarie e costruire una società più giusta, un mondo più umano.

2 8

Page 29: 4. Insieme Gennaio 2020.qxp Layout 1 · Cammini di PACE Il Messaggio di PapaFrancesco per la LIII Giornata mondialedella pace “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione

Una Chiesa povera e per i poveriUno scritto del giovane Ratzinger sulla Chiesa

Gino PiccoloFocolarino

Colgo spesso, colloquiando con amici pur impegnati in ambito ec-clesiale, un senso di inferiorità e di delusione di fronte alla realtà

descritta da uomini della stessa Chiesa e da organi di stampa, se-condo cui le chiese sono frequentate sempre più da pochi fedeli,con seminari e conventi che si svuotano, con la rarefazione di nuovevocazioni religiose, di valori come quelli della famiglia, dell’acco-glienza, della solidarietà, per citarne alcuni che fino a un certo puntosono stati punti fermi, oggi sembrano in pericolo o svaniti nella liqui-dità di una società relativista ed egoista; con statistiche che diconoche due uomini su tre non percepiscono nessun legame con Dio e,come preconizzato dal teologo e martire evangelico D. Bonhoeffer,l’uomo si comporta come se non avesse più bisogno di Dio.Di fronte a queste notizie, anch’io – come tanti – non sono stato ri-

sparmiato dalla tentazione di sentirmi spaurito e portato a cadere inuno stato di rassegnazione, di pigrizia; a chiudermi nel mio guscio e,financo, non di rado, ad attribuire la responsabilità alla stessa Chiesadimenticando che la Chiesa siamo noi. Provvidenzialmente mi sonoimbattuto in uno scritto del Cardinal Ratzinger – poi divenuto PapaBenedetto – che, pur nella crudezza delle sue analisi è uno scrittocapace, specialmente in alcuni suoi tratti, di sostenere lo scoraggia-mento e donare un senso di pace, di offrire un’ulteriore chiave di let-tura per decifrare la rinuncia di Papa Benedetto e, soprattutto, capa-ce di ridare speranza, di continuare a credere e collaborare conforza sicuri che il progetto d’amore di Dio sulla storia si compirà.Credo valga la pena ri-meditare quello scritto pur a distanza di 50anni: era il Natale del 1969.«Dalla crisi odierna emergerà una Chiesa che avrà perso molto. Di-

venterà piccola e dovrà ripartire più o meno dagli inizi. Non sarà piùin grado di abitare molti degli edifici che aveva costruito nella prospe-rità. Poiché il numero dei suoi fedeli diminuirà, perderà anche granparte dei privilegi sociali. In contrasto con un periodo precedente,verrà vista molto di più come una società volontaria, in cui si entrasolo per libera decisione. In quanto piccola società, avanzerà richie-ste molto superiori su iniziativa dei suoi membri individuali. Scopriràsenza dubbio nuove forme di ministero e ordinerà al sacerdozio cri-stiani che svolgono qualche professione. In molte congregazioni piùpiccole o in gruppi sociali autosufficienti, l’assistenza pastorale verrànormalmente fornita in questo modo. Accanto a questo, il ministerosacerdotale a tempo pieno sarà indispensabile come in precedenza. Ma nonostante tutti questi cambiamenti che si possono presumere,la Chiesa troverà di nuovo e con tutta l’energia ciò che le è essen-ziale, ciò che è sempre stato il suo centro: la fede nel Dio Uno eTrino, in Gesù Cristo, il Figlio di Dio fattosi uomo, nell’assistenza delloSpirito, che durerà fino alla fine. Ripartirà da piccoli gruppi, da mo-vimenti e da una minoranza che rimetterà la fede e la preghiera alcentro dell’esperienza e sperimenterà di nuovo i sacramenti comeservizio divino e non come un problema di struttura liturgica. Saràuna Chiesa più spirituale, che non si arrogherà un mandato politicoflirtando ora con la sinistra e ora con la destra. Essa farà questo confatica. Il processo infatti della cristallizzazione e della chiarificazionela renderà povera, la farà diventare una Chiesa dei piccoli, il proces-so sarà lungo e faticoso, perché dovranno essere eliminate la ri-strettezza di vedute settaria e la caparbietà pomposa. Si potrebbepredire che tutto questo richiederà tempo».

I N S I E M EG E N N A I O 2 0 2 0

C U LT U R A 2 9

Antologia di pensieriUn libro che raccoglie riflessioni di Igino Giordani

Gino PiccoloFocolarino

Entro il 15 gennaio prossimo verrà alla luce un libro Antologia di pen-sieri che ho avuto la gioia di curare in collaborazione col mio amico

fraterno Marco Fatuzzo di Siracusa, già Sindaco della stessa Città. È unlibro di oltre 500 pagine che racchiude centinaia di pensieri di IginoGiordani (chiamato familiarmente Foco) e vari suoi articoli disseminati in14 capitoli, pensieri che sono su una molteplicità di ambiti che spazianodalla spiritualità di comunione (Gesù presente in mezzo a noi, Gesù Cro-cifisso e Abbandonato, il Fratello, la Chiesa, Maria) ad alcuni temi fon-damentali della fede (La Trinità, La Santità); da tematiche sociali (I laici,La Famiglia, L’Anzianità, il Vangelo e il Lavoro) alla visione della vitapubblica (La Politica, La Pace, l’Europa). Il libro è stato pensato per il40° anniversario della morte di Igino Giordani il cui ricavato andrà asostenere la sua causa di Beatificazione.Il costo non supererà i 20 euro e fin da ora, se volete, si può già preno-tare rivolgendosi a me tramite e-mail: [email protected] on° telefonico 339.4484917.Spero questa notizia arrechi gioia anche a ciascuno di voi e solleciti tuttialla preghiera per accompagnare questa delicata fase della causa di

Igino Giordani, di questo laico, padre di famiglia, che ha lasciato unaeredità di spirito e di pensiero, dalla quale è possibile attingere mate-riale degno di attenzione dell’intera Chiesa, in questi anni di crescenteriflessione sulla funzione ecclesiale e sociale del laico.Ma, con la sua fede limpida e la sua testimonianza umile, il servizio prin-cipale che ha svolto per la Chiesa e per la rinascita del laicato va cer-tamente puntualizzato nella sua ardente cattura della vocazione allasantità. Per questa, come forse ancor più che per i suoi scritti, egli con-tinua oltre i giorni terreni la sua preziosa funzione ecclesiale, trasmet-tendo la specifica eredità di una particolare vocazione che schiere dilaici in tutto il mondo stanno raccogliendo.Una preghiera vi chiedo anche per il cammino di questa Antologia diPensieri che, come dice il Vescovo di Andria – che ha voluto onorarciscrivendo la prefazione – “è un servizio alla edificazione spirituale dicoloro che lo leggeranno”, oltre che di accostarsi alla grande animadi quest’uomo autentico, cristiano, focolarino sposato, tutto donato aDio, alla Chiesa e all’umanità, e di attingere alla sua ricchezza spiri-tuale.

Page 30: 4. Insieme Gennaio 2020.qxp Layout 1 · Cammini di PACE Il Messaggio di PapaFrancesco per la LIII Giornata mondialedella pace “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione

I N S I E M EG E N N A I O 2 0 2 0

C U LT U R A

La MONETA UNICAe i suoi folli detrattori

Un libro dell’economista prof. Leonardo Becchetti

Vincenzo Larosa Redazione “Insieme”

glia dei propagandisti del no euro è la co-struzione di quello scenario migliore chespinge i non addetti ai lavori a vedere comeratio e misura urgente, la fuga dall’euro. Le paradossali argomentazioni dei no euro,tutte proposizioni convincenti ma in realtàfalse, sono confutate singolarmente nel libro.Non è vero che si può competere solo con ladeflazione salariale; non c’è deflazione sala-

riale che tenga per competere con lavoratoridi paesi poveri o emergenti; il fattore compe-titivo aggiunto dell’Italia sono le competenze,l’innovazione e la capacità di valorizzare di-versità naturale, storia, cultura, bellezza esettore manifatturiero; il debito pubblico nonsi può sostenere stampando moneta e il ri-schio che si corre è quello dell’iperinflazionecon la moneta che diventa carta straccia; lasovranità monetaria non dà autonomia e li-bertà di manovra nelle scelte di politica fi-scale e monetaria di un sistema aperto comel’Italia; la svalutazione del cambio non gene-ra necessariamente un miglioramento dellabilancia commerciale perché aumenta ilprezzo dell’import e perché oggi non semprele variazioni dei tassi di cambio si scaricanosui prezzi, non è vero che un paese comel’Italia, entrato nell’area euro perché primalegato ad ogni decisione sui tassi di interes-

se di Germania e USA, con la sovranità mo-netaria sarebbe più libero. È impensabileproporre in un mondo globalmente integratocome quello attuale, di fare da soli: la spesadel nostro stato è finanziata da risparmiatorinazionali e esteri che chiedono una remune-razione del rischio e le banche e imprese conforte indebitamento in euro sono a rischio elo diverrebbero ancor più.Il prof. Becchetti non solo denuncia ma bril-lantemente propone soluzioni. Porta la di-scussione su un piano più alto, quello dell’ap-partenenza all’Unione Europea e tira le con-clusioni: l’Europa del futuro per prosperaredeve procedere su binari completamentenuovi, quelli dell’armonizzazione fiscale, edella lotta all’evasione e elusione, della Su-stainableEquality, della buona convivenza edelle relazioni, del rispetto delle leggi e dellapromozione della dignità umana, della fiducia. Una sfida, quella della fiducia, da realizzare– come sostiene l’autore – non tanto tra in-dividui, ma soprattutto tra Stati nazionali. È la generatività – sostiene Becchetti – ov-vero la capacità di ognuno di noi di «far na-scere e crescere» qualcosa, contribuendoal bene di almeno un altro essere vivente, acambiare le sorti di questo Paese e di que-sto continente. La soluzione non è combatte-re un nemico comune (lo straniero, la mone-ta unica, l’Europa tout court) per avere lafetta di torta più grande ed essere felici, mal’abbandono di una idea sovranista dal puntodi vista economico e sociale. Allora l’invito a costruire una società gene-rativa, questo il grande traguardo da rag-giungere. Il traguardo che scalda i cuori espinge all’azione. La società generativa chericorda alla politica che tale deve essere lamissione di quest’ultima: generare felicità,parafrasando il libro postumo di quel“santo” testimone di buona politica puglieseGuglielmo Minervini. Una politica generati-va che interpreta il cambiamento che acca-de: una possibilità per leggere il tempo dicrisi come un’opportunità, come una sfidacapace di superare il pessimismo dilagantee di riscoprire nuove vie e percorsi per recu-perare un rinnovato e salutare impegnonella cultura e nel sociale, contrastando ladisaffezione politica, e perché no la derivaantieuropeista.

3 0

U scire dall’euro è una follia. Senza mezzitermini, questa la morale di un libro lu-

cido, intenso, pieno di tesi, argomentazioni econfutazioni. Senza troppi giri di parole, e respingendo letesi diffuse da quelle che un tempo si defini-vano bufale e oggi si chiamano fake news,rintracciabili ogni giorno nella maggior partedei talkshow televisivi e dei social network,l’economista prof. Leonardo Becchetti, ordi-nario di Economia politica all’Università diRoma Tor Vergata, descrive perché l’euro-scetticismo è infondato nel suo ultimo libroNeuroscettici. Perché uscire dall’euro sa-rebbe una follia (Rizzoli 2019). Un saggiocontro la tesi, tutta italiana, che la crisi, ildeclino della classe media, gli stipendi chenon bastano ad arrivare a fine mese, l’au-mento del numero dei poveri siano tutti pro-blemi riconducibili alla moneta unica e aivincoli imposti da Bruxelles.Un libro denso di metafore, racconti, inse-gnamenti, su un’Italia troppo credulona. Unoscritto per chi vuole mettersi a studiare e acomprendere i problemi e ri-tornare a cre-derci. L’Unione Europea è veramente il fa-raone e il popolo italiano sta vivendo laschiavitù in Egitto? È possibile uscire dal-l’euro, e la via verso la terra promessa èpraticabile? La terra promessa del sovrani-smo monetario è veramente il luogo idealeche ci raccontano?Sono questi i tre interrogativi al quale l’auto-re tenta di rispondere. Un libro ripartito indue: una pars destruens verso il sovranismomonetario, compagno del pensiero populi-sta, e una pars construens a progettare l’Eu-ropa e l’Italia del futuro, ripartendo dalla fi-ducia. In Italia, il “neuroscetticismo” parte dal di-sagio profondo dei ceti medi e delle classipiù deboli a seguito dei fenomeni di globaliz-zazione e innovazione tecnologica, che pro-ducono in tutti i paesi ad alto reddito, appar-tenenti e non all’eurozona, fenomeni di slit-tamento verso il basso di questi ceti sociali.Di qui la ricerca di un nemico da sconfiggereper superare il problema, identificato nellamoneta unica, senza chiedersi perché tratutti i paesi dell’Eurozona, l’Italia è il peggio-re. Senza comprendere che i ceti medi fuoridall’eurozona non stanno così meglio degliitaliani, e che le soluzioni possono trovarsianche all’interno dell’eurozona. Basti guar-dare ai problemi economici e sociali del cetomedio del Regno Unito che hanno generatofenomeni esplosivi come quello della Brexit.Un disagio profondo che esiste e che,comeinsegna il Regno Unito, il sovranismo mone-tario non aiuta a risolvere.Oggi, comprendere il fenomeno del “neuro-scetticismo”, significa addentrarsi nel fanta-sioso mondo della propaganda no euro, esmontare uno per uno gli argomenti dei“profeti” sovranisti che descrivono il para-diso di un ritorno alla lira e di un’Italia final-mente fuori dall’Unione. Il cavallo di batta-

Page 31: 4. Insieme Gennaio 2020.qxp Layout 1 · Cammini di PACE Il Messaggio di PapaFrancesco per la LIII Giornata mondialedella pace “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione

LIBERI di amaree liberi per AMAREIntervista a Michele Illiceto, autore del libro Amore. Variazioni sul tema

Nicola MonterealeDocente IRC

Ho avuto il piacere di incontrarlo questi gior-ni e la nostra conversazione è poi diventata

una vera e propria intervista sul tema delicato,complesso, abusato e quanto mai attuale del-l’amore.Michele Illiceto è filosofo e docente di Storiadella filosofia presso la Facoltà Teologica Pu-gliese e presso il Liceo classico di Manfredonia.Ha scritto numerose pubblicazioni e articoli sutemi filosofici-teologici. L’ultimo suo lavoro –che vale la pena leggere e studiare - è Amore.Variazioni sul tema, edito da Morlacchi editore.Perché un libro sull’amore?Il motivo è ripresentare l’amore come la piùgrande sfida, la più grande domanda di sem-pre. L’amore ci accompagna dalla nascita allamorte. E, forse, anche oltre la morte. E. Frommdice che due sono i bisogni fondamentalidell’uomo: essere amato e amare. Tutto ruotaintorno all’amore. La nostra vita si gioca neltipo di amore che riceviamo e nel tipo di amoreche ci prepariamo a donare. Per il cristianesi-mo poi l’amore non è solo un’esperienzaumana, ma ancor più è Dio stesso. Quindi par-lare dell’amore è parlare di una dimensionecentrale sia dell’uomo che di Dio. Amore oggi è termine molto abusato. Come ri-semantizzarlo? Nella società dei consumi e del primato delpiacere edonistico l’amore oggi è svuotato delsuo senso originario e autentico, poiché vieneridotto a pura emozione e a semplice gratifica-zione. Domina l’amore “possessivo”. L’emozio-ne non basta perchè ha l’intensità ma non laprofondità e la durata, è senza radici. Si ha ilpredominio del proprio io: dico “io ti amo” maè come se dicessi “Io attraverso di te amome”. L’altro è visto come oggetto del propriopiacere e non come persona altra da me, conla sua libertà e la sua unicità. Invece nel libropropongo l’amore come dono di sé. Nonl’amore possessivo che mi rende padrone, mal’amore oblativo che mi rende “custode”. L’amore incontra il dolore. Quale relazione traquesti? La più grande bugia del nostro tempo è far cre-dere alla gente che esista un amore senza do-lore. Al contrario, amore e dolore si richiamanoa vicenda, perché amare è patire l’altro fino apatire per l’altro. Ma non è un patire passivo, èun patire attivo, perchè scelto. La donazione disé è gioiosa ma anche dolorosa. La donazione

infatti è gratificante anche se costa qualcosa,ci fa crescere e maturare, perchè ci fa esseregenerativi. Oggi confondiamo il godimento conla gioia. Un amore pronto a soffrire non è ma-sochista, ma è all’altezza degli imprevisti: ades. sa affrontare le incomprensioni e le piccoledelusioni dell’altro. In amore, paradossalmen-te, vince chi perde dando all’altro il permessodi sbagliare.

L’amore si muove tra le chat. Che amore vivo-no i giovani che lei incontra sul suo camminoscolastico? La gioventù è l’età dell’amore in cui si scopreun bisogno nuovo. Fromm dice che si passa dal“bisogno di essere amati” al “bisogno diamare”, cioè si passa dalla centralità del pro-prio “Io” alla scoperta del “Tu” per arrivare acostruire il “Noi”. Freud dice che si passa dal“principio del piacere” al “principio della real-tà”. I giovani hanno una fame incredibile diamore. Cercano un amore vero e autentico.Totale. Profondo. Solo che oggi non trovanociò che cercano. Domina una mercificazionedel sesso e dei sentimenti che presenta una vi-sione puramente emozionalistica e ludicadell’amore, una riduzione estetica ed evasiva,capricciosa. Si ha l’amore prêt à porter dellechat, dove i legami sono senza impegni, senzaregole, senza responsabilità.

I N S I E M EG E N N A I O 2 0 2 0

C U LT U R A 3 1

Il cristianesimo ha come essenza l’amore. Maoggi i nostri cristiani fanno la differenza?Amano? Il cristianesimo è una religione fondata nonsulla paura ma sull’amore. Essa nasce come ri-sposta di amore ad un atto di amore che ciprecede e ci spiazza. Chi crede ha scopertoche Dio lo ama per primo perché Lui stesso èl’amore. Rispetto all’amore di Dio l’amore no-stro è sempre in ritardo. Dio, però, amandociper primo ci abilita all’amore: per Lui e per ilprossimo, e anche per noi stessi. Giovanni diceche chi non ama non ha conosciuto Dio, per-ché “Dio è amore”.La Chiesa ha il compito di essere “locandadell’aver cura” - riferendomi alla parabola delbuon samaritano, che fa da sfondo al nostroprogramma formativo diocesano-. Ma in cosala Chiesa oggi deve crescere? La Parabola del Buon Samaritano insieme alleBeatitudini sono la sintesi e il cuore di tutto ilvangelo, il manifesto del cristiano di sempre edi oggi. La Chiesa deve in primo luogo capirei grandi cambiamenti perché i cambiamentihanno prodotto nuove forme di povertà e difragilità. Le categorie bibliche dell’orfano edella vedova dell’A. T. oggi hanno il volto del-l’immigrato, del carcerato, del malato, del di-soccupato, dell’anziano, del divorziato, di chivive qualsiasi forma di dipendenza. Sono lecosiddette “persone invisibili”, il prodottodella “cultura dello scarto”. Oggi la Chiesadeve apertamente schierarsi dalla parte dicostoro, e lo deve fare denunciando quelleche Giovanni Paolo II ha definito “strutture dipeccato”, le quali generano disuguaglianzesociali, non equa distribuzione della ricchez-za, sfruttamento. Dal punto di vista pastorale, ci impegniamotanto per organizzare incontri e conferenzededite alla formazione. Ma oggi possiamo ri-solvere tutto con convegni? La formazione è necessaria per fare discerni-mento sia singolarmente che comunitariamen-te. Senza formazione non c’è vera azione. Imomenti formativi sono percorsi permanentinei quali interrogarsi per vedere come far di-ventare il vangelo prassi, cioè vita vissuta negliambienti di vita quotidianaQual è la Chiesa che vorresti?Vorrei una chiesa che non ha paura del mondoche ci sta sfidando ma che sappia fare un ade-guato discernimento per essere meno apolo-getica e più profetica, che sappia spezzarenelle parole ferite di oggi la luce e la bellezzadella Parola che salva. Quindi una chiesa,come ha detto Papa Francesco, in uscita, mis-sionaria e in continua conversione, che saascoltare ed accogliere, dialogare ma ancheaffermare con fermezza le sue verità, che saaccompagnare senza giudicare, sa chinarsinei deserti di oggi per andare a cercare neiporcili del nostro tempo i figli che lontano spre-cano la ricchezza della loro dignità umana.

Page 32: 4. Insieme Gennaio 2020.qxp Layout 1 · Cammini di PACE Il Messaggio di PapaFrancesco per la LIII Giornata mondialedella pace “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione

I N S I E M EG E N N A I O 2 0 2 0

C U LT U R A

ATTI UNICI Una serata per fare memoriain ricordo del prof. Michele Palumbo

Santa PorroDocente Liceo Scientifico “Nuzzi”- Andria

Una nuova edizione delleopere di scuola del profes-

sor Michele Palumbo è statapresentata presso l’Audito-rium del Liceo Scientifico “R.Nuzzi”, la sera del 13 dicem-bre scorso. Frutto dall’impe-gno quotidiano, della sapienteguida del professore cheamava definirsi un “artigianodella cultura”, non un intellet-tuale né un docente, questeopere hanno raggiunto lementi e i cuori dei nostri con-cittadini e sono rimasteun’esperienza unica per i nu-merosi alunni che anno dopoanno si sono messi in giocoper produrre ogni volta qual-cosa di unico e originale.Da qui il titolo “Atti unici”, at-tribuito alla raccolta dei testiteatrali, nati a scuola, da unametodologia innovativa chepone al centro delle attività lapersona dello studente e losprona a diventare protagoni-sta della sua formazione edella sua crescita umana eculturale. Di questi testi la Comunità del

Liceo Scientifico “R. Nuzzi”vuole mantenere viva la me-moria, continuando a diffon-derli nel tessuto sociale dellacittà di Andria, e non solo, in-sieme con la figura del profes-sor Palumbo e del suo geniocreativo. Nel delineare la figura del pro-fessore i relatori si sono sof-fermati sui ricordi personali,sull’impegno profuso dal pro-fessore nell’opera educativa,impostata su principi di inclu-sione e accoglienza, dato cheogni studente era chiamato adoffrire il proprio contributo nel-l’approfondimento culturale,nella realizzazione della messain scena, ognuno secondo leproprie qualità e possibilità.L’evento ha creato un legameideale tra la scuola e la città,tra coloro che a vario titolosono legati alla persona delprofessor Palumbo, parenti,amici, studenti, colleghi, e iltessuto sociale della città,tanto più che le opere teatralicontenute nel volume si incen-trano su temi storici, filosofici

e sociali di interesse generaledi ogni cittadino.A margine di questo evento,teso non a commemorare uncittadino, ma a fare memoria divalori essenziali trasmessi at-traverso l’azione educativa,sorge una riflessione sul si-gnificato stesso della memo-ria. Spesso ci troviamo a con-statare che le nuove genera-zioni non conoscono il passa-to, osserviamo che non si stu-dia più la storia o se ne dà unaconoscenza superficiale. Nonsi raccontano più le storie,come un tempo si faceva in fa-miglia, i nonni non raccontanopiù ai nipoti, tutti impegnati inaltre attività con strumenti tec-nologici sempre nuovi. A voltesi osserva che certe cono-scenze relative alla propriacittà sono rimaste patrimoniosolo delle generazioni adulte,usi e costumi diffusi nella cit-tadinanza fino a qualche de-cennio fa sono ormai andatiperduti anche come cono-scenza, oltre che nella pratica. Allora si pone la necessità di

“fare memoria”, non in modocelebrativo, per tante ragioni.Una prima ragione è non di-menticare, specialmente i mo-menti tragici del passato,quelli in cui l’irrazionalità hapreso il sopravvento e ha di-strutto diritti e valori essen-ziali dell’uomo, come guerre,stragi, genocidi, affinchél’odio non vinca sulla ragione.C’è bisogno di memoria pertramandare lo spirito di un po-polo affinché si riconoscanella propria identità, basenecessaria per comprendere

3 2

Ti racconto, se vuoiIl nuovo libro di Paolo Farina Damiano Landriccia

Odysseo, giornale on line

Ilibri servono a poco qui tranoi. Non ci sono macchine

che volano né cure per il can-cro, esistono solo delle tristi etemporanee distrazioni dimassa contro la solitudine: Fa-cebook, Instagram, Tik Tok ealtre. I libri hanno un loroodore e cambia, non è mai lostesso, un po’ come la pelle. Limettono buoni, uno accantoall’altro dentro librerie, perchécerti possono essere pericolo-si, non possono insegnare acapire e a pensare, ma ad evi-

tare che si sbagli ancora vitadopo vita. Altri non sono ne-cessari.Ti racconto, se vuoi, il nuovolibro dell’autore del fortunato-Trenta giorni in racconti brevi,è diviso in due sezioni: La vali-gia di cartone e Frammenti. Lavaligia di cartone è il più matu-ro degli scritti di Paolo Farina, iracconti testimoniano che nonha avuto fretta. Le situazioni ele trame, i personaggi possonouscire dalle pagine e cammi-nare tra noi, alcuni lo hanno

fatto realmente. Il padre del-l’autore, lui, è ovunque, il libroè dedicato da un padre ad unaltro che gli è mancato e chegli manca.Occorre un po’ di tempo perleggerlo, le parole sono tante,ma ci si riesce senza annoiar-si. Nessuno deve lasciarsi inti-midire da tante lettere nerepoggiate sul bianco, piano por-tano al meraviglioso “Bayer-strasse, 10”: un piccolo capo-lavoro. L’autore ricorda che lavita è piena di distrazioni come

il dolore e la gioia che senzauna regola ti finiscono addos-so: si vive per non essere di-menticati e bisogna farlo nelpiù meritevole dei modi.Ho veduto Paolo camminare

Page 33: 4. Insieme Gennaio 2020.qxp Layout 1 · Cammini di PACE Il Messaggio di PapaFrancesco per la LIII Giornata mondialedella pace “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione

Una SCUOLA in uscitaL’I.I.S.S. “G. Colasanto” incontra l’Arcivescovo di Benevento

S. E. Mons. Felice Accrocca

Raffaella ArditoDocente I.I.S.S. “Colasanto” - Andria

Un’uscita didattica sul territorio è una formad’insegnamento – apprendimento che rientra

appieno nelle strategie adottate dai docenti. Essadiventa una alternativa alla routine scolastica e,sfruttata in modo efficace, si caratterizza comeesperienza altamente formativa e come un’oppor-tunità di crescita relazionale. L’uscita didatticaalla scoperta di luoghi e volti del beneventino haprodotto emozioni che si sono sedimentate fino adivenire veri apprendimenti e, soprattutto, a se-gnare la sensibilità degli studenti dell’Istitutod’Istruzione Secondaria Superiore (I.I.S.S.) “Cola-santo”, interessati a una città sconosciuta e sti-molante come Benevento, a una biblioteca ben al-lestita e presentata da esperti operatori, a un in-contro-confronto autentico con l’arcivescovo, auna visita in provincia finalizzata all’osservazionedi manufatti creativi in un’atmosfera magica comequella del castello di Limatola.La città si è presentata accogliente e di notevoleinteresse storico - artistico, come la sua Bibliote-ca Provinciale “Antonio Mellusi”, con la sua mo-stra emerografica e le testimonianze dell’anticopopolo egizio. Altamente formativo è risultato l’in-contro con l’arcivescovo, S. E. Mons. Felice Ac-crocca, che ha saputo instaurare con i ragazzi undialogo educativo guidando una riflessione sulleproblematiche del sud e sulle sue periferie, par-tendo dalle domande stimolo degli studenti del-l’istituto, per poi ampliare la discussione sull’ac-coglienza e sul valore dell’altro, temi, questi ultimi,da loro già affrontatati in diversi incontri e attivitàcurricolari ed extracurricolari.Nominato arcivescovo metropolita di Benevento

nel 2016, in occasione dell’anno pastorale incorso, l’arcivescovo ha curato una relazione daltitolo “Riconciliarsi con la propria storia”, ancheper questo con gli studenti del Colasanto ha av-viato un dibattito sull’importanza e sul valoredell’accoglienza, che, prima di tutto, riguarda lestorie. Ognuno, infatti, ha evidenziato il relatore,per riconciliarsi con sé stesso e con gli altri devesanare la propria memoria, affinché gli eventi do-lorosi e il male subito non producano ulteriori feri-te dentro di noi: si tratta di un processo da com-piere individualmente e come società per liberaree far germogliare il Sud e i suoi giovani.

Gli studenti, affascinati dai temi e dal tono pre-murosamente colloquiale, hanno potuto interro-garsi sulla complessità delle esistenze e dei pro-cessi storici, ciascuno ha provato a comprenderequanto ogni storia e ogni vita debbano farsi culladi bene, bene che occorre saper rintracciareanche negli eventi dolorosi e nel male. Educarsiad accogliere, noi stessi prima che gli altri, è unamissione del nostro tempo, che la religione catto-lica insegna da sempre perché ci chiama alla co-struzione e non alla distruzione, alla resilienza. Dalla migrazione che interessa soprattutto i giova-ni, specie quelli laureati, alle povertà economichee sociali, il quadro che si presenta ai nostri occhipotrebbe apparire desolante, ma la sfida che ciaspetta è proprio quella della edificazione del co-raggio e della speranza, principalmente, da crede-re e osare nelle nostre terre, come raccontano lebelle storie di giovani del meridione che si rein-ventano nel loro territorio e investono nell’agricol-tura e nelle vocazioni del territorio.Prezioso è stato il caldo invito rivolto dall’arcive-scovo ai nostri giovani a partecipare, ad esprime-re sempre il loro parere, a non restare inermi,apatici, silenti, nell’auspicio che una nuova alle-anza intergenerazionale favorisca scambi e creiuna mentalità rinnovata e collaborativa. Grazie,dunque, a S.E. Mons. Accrocca per l’accoglienzae l’apertura, alla scuola che favorisce momentiformativi basati sullo scambio e la scoperta e, dul-cis in fundo, grazie ai giovani, nostri severi, e perquesto preziosi, giudici.

I N S I E M EG E N N A I O 2 0 2 0

C U LT U R A 3 3

L’IISS G. Colasanto incontra l'arcivesvovo di BeneventoS.E. Mons. Felice Accrocca

gli altri, dialogare con il diver-so, tollerare e includere purnella diversità, in nome diprincipi essenzialmenteumani, insiti nella naturastessa della persona. C’è bi-sogno di memoria per stabili-re continuità tra passato epresente, impedire che lastoria abbia dei ritorni o ri-corsi, che si possano rivivere,sia pure in forme diverse,delle situazioni già verificate-si. Dalla storia si impara se lasi sa leggere, adattare al pre-sente, calare nel proprio vis-suto. Per questo c’è bisogno dieducatori intellettualmentelucidi e onesti che sappianonarrare il passato con sempli-cità, come sanno fare i nonni,ma con l’intelligenza di co-glierne i fari per illuminare ilpresente nelle sue pieghe piùnascoste e progettare il futuroche rappresenti un reale pro-gresso senza ritorni al passa-to, in errori già commessi, innostalgie inutili e inconclu-denti.

impaurito sino a scuola dasolo, bambino, nel suo la“Saggezza di quando ero unragazzino”. Altra meraviglia.Mi basta questo. Non daròpeso a ciò che ritengo narrati-vamente fragile, mi serve solosapere che si sta provando achiedere scusa e a riceverla,a spiegare che anche l’autoreè partito lontano, con una va-ligia il cui unico spago non lalegava, ma la conteneva.Ti racconto, se vuoi mi ricordaun po’ di me. Ricorderà adaltri un po’ di loro.

L’Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “G. Colasanto” di Andria,organizza Notte bianca dell’Indirizzo SSAS (Servizi per la Sanità e l’Assistenza Sociale)

“SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZO INVERNO”.Venerdì 24 Gennaio 2020, ore 18 / 21 - Via Paganini - Andria

Laboratori di animazione e creatività, di canto, di giornalismo e di lettura,Calcio balilla umano, Premiazione concorso letterario “Lettera a te stesso”.

Page 34: 4. Insieme Gennaio 2020.qxp Layout 1 · Cammini di PACE Il Messaggio di PapaFrancesco per la LIII Giornata mondialedella pace “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione

I N S I E M EG E N N A I O 2 0 2 0

C U LT U R A

ARTE,CULTURA

e FEDEI musei come luoghi straordinari di apprendimento

Gianni LulloRedazione “Insieme”

L’Italia conta quasi 7500 musei: quasi 500sono gestiti direttamente dallo Stato,

circa 5000 sono gestiti da Regioni, Provin-ce e Comuni, e poco meno di 2000 sonogestiti da Diocesi (quasi 300), Enti cultura-li, Istituti religiosi, Associazioni, Fondazio-ni. Che siano pubblici o privati, tutti condi-vidono la missione di raccogliere e pre-servare l’eredità materiale e immaterialedel passato e del presente. I musei per-mettono al pubblico di accedere al loropatrimonio in vari modi, organizzando mo-stre temporanee, progetti culturali ma so-prattutto tramite programmi di apprendi-mento per tutti: bambini, studenti giovani eadulti.L’immagine più comune che abbiamo di unmuseo è proprio quella delle visite di sco-laresche, di turisti o di studiosi di alto livel-lo, ma in realtà queste istituzioni offronomolto di più. In tutta Europa i musei sonosenza dubbio un’esperienza che non puòmancare nel curriculum degli studenti ditutte le scuole, ma le loro proposte sonorivolte anche agli adulti. A livello locale eregionale, i musei rappresentano spessouna risorsa preziosa per il turismo, richia-mando numerosi visitatori. Allo stessotempo però, quello che va sottolineato èche i musei sono luoghi di apprendimentomolto efficaci grazie alle loro caratteristi-che specifiche. Numerosi studi ormai indi-cano che le attività organizzate dai museiriguardano tutte le competenze chiave,ma che spesso sono anche particolar-mente efficaci per stimolare le competen-ze sociali e per imparare a imparare.L’apprendimento può esprimersi attraver-so attività di vario tipo – formali e informali– come ad esempio conferenze gratuite,iniziative per coinvolgere le comunitànelle proprie attività, anche attraverso ilvolontariato e l’apprendistato. Quindi imusei oggi possono essere dei veri punti

d’incontro per le comunità, luoghi di ap-prendimento permanente per tutti, promo-tori di valori democratici e di scambio in-tergenerazionale. Avvicinarsi a un museocon uno spirito che non si limiti alla sem-plice visita permette di sperimentare untipo di comunità molto speciale. Nei museisi costruisce, de-costruisce e ri-costrui-sce l’identità di quella stessa comunità.Nel XXI secolo questo processo ha assun-to un carattere apertamente democratico,nel senso che vede la partecipazione atti-va di persone di tutte le età. Tale parteci-pazione è tale da prestarsi anche a colla-borazioni con i professionisti della forma-zione.La nostra Diocesi ha cominciato da tempoun lungo percorso in questo senso conl’apertura prima del Museo dei Vescovi aCanosa, poi del Museo San Riccardo adAndria, e in futuro forse di un Museoanche a Minervino. Questo sistema mu-seale diocesano, se così può esser defini-to, riveste oggi un’importanza grandissimanel panorama pastorale, culturale e for-mativo della nostra comunità. Tale “siste-ma” o “progetto”in fieri rappresentaun’enorme opportunità di crescita e svi-luppo sotto molti aspetti. La triangolazionefede-relazione-cultura descrive bene laregione entro la quale l’azione musealediocesana agisce o deve agire. Partendodalla cultura e dall’apprendimento, entrouna dinamica relazionale e comunitaria, ilsingolo individuo può coltivare dentro disé una sensibilità diversa, che altrimentinon potrebbe sperimentare, e che a suavolta si mette in relazione con il divino, equindi con la fede. Per questo i Museihanno un valore enorme. Essi sono deiveri e propri generatori di comunità, inquanto uniscono gli individui nella culturae – in particolare per i Musei diocesani oecclesiastici - anche nella fede.

3 4

D a grande il mio sogno nel cassetto èdiventare un’artista. Vorrei costruire

un museo, dove esporre tutti i miei qua-dri per mostrarli ai visitatori. Mi piacemolto disegnare, per cui desiderereianche insegnare storia dell’arte e dise-gno nella scuola…(il mio sogno da bam-bina).Rosa Tondolo, classe 1969, nasce ad An-dria. Già da piccola scopre la meravigliadei colori, s’innamora dei suoi profumi,del rumore dei pennelli, della traccia cheil lapis lascia sul supporto di carta olegno, ogni scusa è buona per pasticcia-re con i colori. In II elementare, in uncompito in classe, svolge il tema dedica-to alla maestra in una sola paginetta, epoi dedica alla sua maestra un coloratis-simo disegno di fiori! Margherite gialle ealtre di altri colori tutte raccolte in ungrande vaso. “Brava bravissima”, il votodel compito; aveva sedotto la maestra.Per diverse vicissitudini avverse, Rosanon continua con le medie e comincia asoli 10 anni a dedicarsi al mestiere delricamo prima e del cucito dopo. Intantole condizione di salute di alcuni familiaripeggioravano. A 14 anni, Rosa ritorna suibanchi di scuola frequentando le medie.I suoi compagni di classe sono più pic-coli di 4 anni, è difficile ricominciare. Iprimi risultati positivi si possono leggereal primo semestre: la media dei voti è del7. Durante il percorso dei tre anni Rosadiventa rappresentante di classe, parte-cipa a diversi concorsi artistici dai Mad-donnari (II classificata) all’estemporanea

“Q ualunque cosa tu possa fare osognare di fare, incominciala!

L’audacia ha in sé genio, potere emagia.” (Goethe)In un periodo storico e culturale in cui siripropongono sempre frasi del tipo “Alsud non c’è nulla”, “I giovani sono co-stretti ad andar via dalla loro terra di ori-gine”, noi abbiamo voluto scommetteresul nostro territorio e su chi lo vive. Ab-biamo creato L’Officina dei Sogni, un’as-sociazione che nasce dalla volontà disette cittadini di Minervino Murge, di di-verse età, professioni e storie personali,ma fortemente uniti dalla voglia di creare

Bambini in visita al Museo diocesano di Andria

Page 35: 4. Insieme Gennaio 2020.qxp Layout 1 · Cammini di PACE Il Messaggio di PapaFrancesco per la LIII Giornata mondialedella pace “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione

La cura di un SOGNO

Il racconto di vita di Rosa

Rosa TondoloPittrice

di pittura Castel del Monte (III classifica-ta). Rosa riesce a guadagnarsi la stima delpreside prof. Di Leo e del docente di edu-cazione artistica prof. Piccarreta. Tuttaviaciò non era sufficiente per convincere i fa-miliari a permettere a Rosa di proseguiregli studi presso un liceo artistico.E così Rosa accede alle superiori fre-quentando l’I.P.S.S.S. sezione Modellista eDisegnatrice di moda, il suo motto ”Me-glio feriti che morti”. Anche qui Rosa sidistingue per l’impegno e la dedizione manella consapevolezza che non era quellala sua strada. Conseguita la matutità, Rosacomincia presto a lavorare per pochisoldi, senza contratto, “Devi fare la gavet-ta” mi dicevano, ma questa gavetta non fi-niva mai. Il mio sogno era sempre lì nelcassetto, continuavo a sentire il vuotodella mancata realizzazione di sé. Rosamentre lavora s’iscrive alla Scuola d’artedi Corato, segue le lezioni pomeridiane; digiorno Rosa lavora per 8 ore consecutive,

e subito dopo di corsa a scuola. Conseguela seconda maturità, artistica questa voltacon 78/100. È stancante ma bello. Mammaci lascia dopo una lunga e tormentata ma-lattia. Dopo 21 anni di impiego presso un’aziendatessile, a 44 anni, Rosa decide di lasciareil lavoro. E per la seconda volta riprende astudiare: questa volta s’iscrive all’Acca-demia di Belle Arti; è l’inizio di una corsaagli ostacoli: compagni di studi che hannoesattamente la metà dei suoi anni (lei 44anni, loro 20 anni), e ovviamente lorohanno la mano allenata, hanno l’energiavitale tipica dei giovanotti di quell’età; siviaggia tutti i giorni, si rincorrono i treniche non sono mai puntuali, su e giù concartelline da disegno, zaino con dispenselibri e ancora borse a tracolla con colori,pennelli, acquaragia…Si mangia spiluc-chiando ora il misero panino, ora la frutta,il tarallino…E alla sera, il cagnolino Char-lie e il micio Stella erano sempre lì ad ac-

cogliere il rientro, bisognava preparare ilpranzo al papà per il giorno dopo, e c’erail bucato da lavare, stendere, stirare. Rosail 03-10-2019 ha discusso la tesi di laureaspecialistica “La personalità creativa e illinguaggio della follia” in Arti Visive scuo-la di pittura con 110 e Lode. E il sognocontinua…

P.S.: dedico questo articolo al giornalediocesano “Insieme” affinché possa es-sere di stimolo a inseguire e curare conrealismo i propri sogni.

L’OFFICINA dei SOGNIA Minervino nasce una nuova associazione culturale Bina Leone

L’Officina dei Sogni

una realtà che renda tutti i minervinesi concretamente partecipiad attività che segnino la rinascita di un piccolo borgo dalle gran-di potenzialità.La nostra associazione culturale auspica una crescita personalee sociale della comunità mediante la coordinazione di mezzi edattività volti a raggiungere obiettivi per il bene comune:- Promuovere iniziative culturali che siano espressione persona-

le e del territorio;- Recuperare spazi della città per godere di un ambiente rigene-

rato;- Valorizzare la creatività e il gioco in base ai talenti di ognuno;- Favorire un pluralismo di idee e la conseguente esteriorizzazio-

ne della propria personalità;- Programmare manifestazioni, rappresentazioni teatrali e altre

occasioni di confronto per bambini, giovani, adulti e anziani;

- Proporre attività ludico-ricreative che favoriscano incontri escambi intergenerazionali;

- Gestire servizi di recupero scolastico per prevenire problemi diorientamento scolastico ed altre difficoltà correlate;

- Organizzare uscite periodiche che portino alla ri-scoperta delnostro paese sotto una prospettiva nuova.

Il nostro grande desiderio è quello di divenire un vero e proprioluogo di lavoro, in cui si crea, si modella, si adatta, si trasforma,come una vera e propria Officina dei Sogni.Per saperne di più sui prossimi appuntamenti seguite gli aggior-namenti sui nostri canali social fb.com/loffdeisogni - @loffdeiso-gni o scriveteci a [email protected] Presidente: Michele SaracinoI Soci: Francesca Giuliano, Bina Leone, Carmela Santomauro,Carla Carlone, Teresa Scilimati, Gennaro Santomauro

I N S I E M EG E N N A I O 2 0 2 0

C U LT U R A 3 5

Quadro realizzato da Rosa Tondolo

Page 36: 4. Insieme Gennaio 2020.qxp Layout 1 · Cammini di PACE Il Messaggio di PapaFrancesco per la LIII Giornata mondialedella pace “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione

I N S I E M EG E N N A I O 2 0 2 0

R U B R I C A

ALLA SCU OLA DEL MAGISTERO SOCIALE DELLA CHIESA 4

Il principio di SOLIDARIETÀSignificato e valore

192 La solidarietà conferisce particolare risalto all’ intrinseca socialità della personaumana, all’uguaglianza di tutti in dignità e diritti, al comune cammino degli uomini

e dei popoli verso una sempre più convinta unità. Mai come oggi c’è stata una consapevo-lezza tanto diffusa del legame di interdipendenza tra gli uomini e i popoli, che si manifestaa qualsiasi livello. Il rapidissimo moltiplicarsi delle vie e dei mezzi di comunicazione « intempo reale », quali sono quelli telematici, gli straordinari progressi dell’informatica, l’accre-sciuto volume degli scambi commerciali e delle informazioni, stanno a testimoniare che, perla prima volta dall’inizio della storia dell’umanità, è ormai possibile, almeno tecnicamente,stabilire relazioni anche tra persone lontanissime o sconosciute. A fronte del fenomeno del-l’interdipendenza e del suo costante dilatarsi, persistono, d’altra parte, in tutto il mondo, for-tissime disuguaglianze tra Paesi sviluppati e Paesi in via di sviluppo, alimentate anche dadiverse forme di sfruttamento, di oppressione e di corruzione che influiscono negativamentesulla vita interna e internazionale di molti Stati. […]

La solidarietà come principio sociale e come virtù morale

193 Le nuove relazioni di interdipendenza tra uomini e popoli, che sono, di fatto, formedi solidarietà, devono trasformarsi in relazioni tese ad una vera e propria solidarie-

tà etico-sociale, che è l’esigenza morale insita in tutte le relazioni umane. La solidarietà sipresenta, dunque, sotto due aspetti complementari: quello di principio sociale e quellodi virtù morale. La solidarietà deve essere colta, innanzi tutto, nel suo valore di principio so-ciale ordinatore delle istituzioni, in base al quale le « strutture di peccato », che dominano irapporti tra le persone e i popoli, devono essere superate e trasformate in strutture di soli-darietà, mediante la creazione o l’opportuna modifica di leggi, regole del mercato, ordina-menti. La solidarietà è anche una vera e propria virtù morale, non un sentimento di vagacompassione o di superficiale intenerimento per i mali di tante persone, vicine o lontane. Alcontrario, è la determinazione ferma e perseverante di impegnarsi per il bene comune: ossiaper il bene di tutti e di ciascuno, perché tutti siamo veramente responsabili di tutti. La soli-darietà assurge al rango di virtù sociale fondamentale poiché si colloca nella dimensionedella giustizia, virtù orientata per eccellenza al bene comune, e nell’ impegno per il bene delprossimo con la disponibilità, in senso evangelico, a “perdersi” a favore dell’altro invece disfruttarlo, e a “servirlo” invece di opprimerlo per il proprio tornaconto (cf. Mt 10,40-42;20,25; Mc 10,42-45; Lc 22,25-27).

Solidarietà e crescita comune degli uomini

194Il messaggio della dottrina sociale circa la solidarietà mette in evidenza il fatto cheesistono stretti vincoli tra solidarietà e bene comune, solidarietà e destinazione

universale dei beni, solidarietà e uguaglianza tra gli uomini e i popoli, solidarietà e pace nelmondo. Il termine « solidarietà », ampiamente impiegato dal Magistero, esprime in sintesil’esigenza di riconoscere nell’insieme dei legami che uniscono gli uomini e i gruppi socialitra loro, lo spazio offerto alla libertà umana per provvedere alla crescita comune, condivisada tutti. […]

La solidarietà nella vita e nel messaggio di Gesù Cristo

196 Il vertice insuperabile della prospettiva indicata è la vita di Gesù di Nazaret, l’Uo-mo nuovo, solidale con l’umanità fino alla « morte di croce » (Fil 2,8): in Lui è sempre

possibile riconoscere il Segno vivente di quell’amore incommensurabile e trascendentedel Dio-con-noi, che si fa carico delle infermità del Suo popolo, cammina con esso, lo salvae lo costituisce in unità. In Lui, e grazie a Lui, anche la vita sociale può essere riscoperta,pur con tutte le sue contraddizioni e ambiguità, come luogo di vita e di speranza, in quantosegno di una Grazia che di continuo è a tutti offerta e che invita alle forme più alte e coin-volgenti di condivisione.[…]

(dal Compendio della dottrina sociale della Chiesa)

3 6

Un altro principio cardine dell’inse-gnamento sociale della Chiesa èquello della solidarietà. Si parlatanto di solidarietà, a volte a spro-posito, altre volte in modo ambiguo.Alcuni passaggi (qui a fianco ripor-tati) tratti dal Compendio della dot-trina sociale della Chiesa (2004)offrono un contributo di chiarezza.“Nel discorso sociale della chiesa,la maturazione di questo principioè andata di pari passo con l’evol-vere della ‘questione sociale’. SaràPio XI a riprendere l’insegnamentodi Leone XIII e a mostrare che,come la persona ha una intrinsecadimensione sociale, così pure il di-ritto di proprietà privata, strumentoessenziale per tutelare la libertàdella persona, ha una sua intrinse-ca dimensione sociale; è il princi-pio di solidarietà che, da un latoimpedisce di cadere negli estremiopposti del collettivismo e dell’in-dividualismo e, dall’altro, induce atemperare l’uso [del diritto di pro-prietà] e armonizzarlo con il benecomune. Il discorso della chiesasulla solidarietà poi, evolvendo laquestione sociale, continua ad am-pliarsi: si è passati così dalla natu-ra intrinsecamente sociale dellapersona, alla dimensione socialedella proprietà privata, alla solida-rietà come esigenza intrinsecadella universale destinazione dibeni, alla solidarietà come valorein sé, come coscienza e virtù mo-rale, necessaria per dare dimen-sione umana all’interdipendenzache oggi unisce tra loro uomini enazioni” (B. Sorge, Introduzionealla dottrina sociale della chiesa,Queriniana 2006, p.152)

(a cura di Leo Fasciano,redazione “Insieme”)

Page 37: 4. Insieme Gennaio 2020.qxp Layout 1 · Cammini di PACE Il Messaggio di PapaFrancesco per la LIII Giornata mondialedella pace “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione

I N S I E M EG E N N A I O 2 0 2 0

R U B R I C A 3 7

FILM&MUSIC pointRUBRICA DI CINEMA E MUSICA

Don Vincenzo Del MastroRedazione “Insieme”

IL PROFESSORE CAMBIA SCUOLAGENERE: CommediaANNO: 2017REGIA: Olivier Ayache-VidalSOGGETTO: Denis Podalydès e AbdoulayeDiallo. SCENEGGIATURA: Olivier Ayache-VidalPAESE: FranciaDURATA: 106MinDISTRIBUZIONE: Eagle Pictures

«Noi, cari fratelli e sorelle della Chiesa di An-dria, dobbiamo sentirci seriamente sollecitatida questa pagina evangelica a “prendercicura” degli uomini tra i quali ci ha chiamati avivere il Signore. È un invito al quale non pos-siamo e non dobbiamo sfuggire».

Dalla lettera pastorale “Si presa cura di lui”di Mons. Luigi Mansi - Vescovo

La TramaInsegnante in un prestigioso liceo di Parigi, Francois Foucalt vuolefare bella figura agli occhi di una funzionaria del ministero. Si lasciacosì andare ad alcune dichiarazioni che risultano però intempestivee lo mettono nella condizione di accettare il trasferimento in unascuola della periferia cittadina. Per Francois comincia una nuovavita. Il regista Olivier Ayache-Vidal presenta uno spaccato sullascuola pubblica, l’insegnamento e i problemi delle periferie. È statogirato in un vero liceo, usando come attori gli stessi alunni. Il registacosì racconta: «Volevo essere realistico, non per avvicinarmi al do-cumentario, ma per rafforzare la finzione. A contatto con gli studenti,mi è stato chiaro da subito che erano gli unici in grado di trasferirele loro parole sullo schermo e che nessuno meglio di loro avrebbepotuto incarnare quei personaggi... Pertanto, solo i ruoli principalidella sceneggiatura sono stati interpretati da attori professionisti».Una storia illuminante e allo stesso tempo originale e piacevole.Per riflettere Il professore cambia scuola è una specie di reportage sociale scrittocon grande delicatezza tra finzione e realismo. Molte scene del filmdescrivono lo scontro tra due realtà sociali che, come mondi paralleli,fanno sempre più fatica ad incontrarsi. Il cardine intorno al quale sisnoda tutto il racconto cinematografico è l’insegnante Francois Fou-cault, ambizioso e inflessibile, triste e garbato, costretto a trasferirsida una scuola del centro città a una di periferia. Foucault fatica adaccettare i ragazzi impreparati mentre loro lo osteggiano perché rap-presenta la classe sociale che hanno sempre combattuto. I suoi prin-cipi e la sua preparazione sono messi a dura prova dalla situazionereale. Dovrà confrontarsi con i limiti di un sistema educativo tradizio-nale, insufficiente e fallimentare. Si renderà conto che molti alunninon studiano perché dopo la scuola devono lavorare per aiutare le fa-miglie. Davanti a questa scoperta il professore Foucault modificheràle sue opinioni, ritroverà il gusto di insegnare e i ragazzi quello di ap-prendere. Il suo metodo educativo coinvolgerà anche noi spettatoriaiutandoci a riflettere sul mondo della scuola e sull’educazione in ge-nerale.Il lavoro cinematografico del regista Olivier Ayache-Vidalmette a fuoco le difficoltà della scuola pubblica e l’ottusità di alcuni

docenti. È una denuncia delle disparità sociali presenti in una gran-de città di cui la scuola è il simbolo. Francois Foucault nel suo ruolodi insegnante dovrà confrontarsi con una realtà alla quale non è abi-tuato: ragazzi di diverse etnie, senza futuro, pigri e rassegnati, similima anche differenti. Sperimenterà che il suo metodo d’insegnamentonon può essere uguale per ogni situazione. Solo quando accetta dicambiare la sua visione sui ragazzi, riuscirà a mettersi nei loro pannie comprendere la loro esistenza. Il film si conclude con un finale toc-cante e coinvolgente che lascia nel cuore serenità e speranza. Uncanto alla scuola designata ad essere non solo un luogo in cui assor-bire nozioni, quanto piuttosto il punto cardine di integrazione e svi-luppo della personalità dei cittadini di domani.Valutazione pastoraleDal punto di vista pastorale è da valutare come consigliabile, proble-matico e adatto per dibattiti. Il film è da utilizzare in programmazioneordinaria, certamente nell’ambito di proposte miranti ad approfondi-re la situazione del mondo della scuola, anche nel confronto tra cen-tro e periferia all’interno di una grande città.Per riflettere- Secondo te la scuola di oggi “si prende cura” dei ragazzi?- Cosa è per te la scuola?- Il metodo di insegnamento può essere uguale in ogni situazione?

RENATO ZERO - MAI PIU’ DA SOLIRenato Zero torna sulle scene con “Mai piùda soli”, il singolo che anticipa il nuovoalbum di inediti “Zero il folle”, in uscita a ot-tobre. Per il cantautore romano “folle è chisogna, chi è libero, chi cambia, chi non sivergogna mai e osa sempre”. Il singolo dilancio, come il resto dell’album, è stato regi-strato a Londra e parla di solitudine. RenatoZero lo commenta così: “La solitudine va fre-quentata e compresa, ma mai troppo asse-condata. Il nostro è un tempo assai conge-niale per chi vuole essere solo. Ci si ritrova a parlare spesso con uncellulare che non ha volto né consistenza, ci si cerca sui socialsenza potersi annusare, accarezzare o scegliersi”. Ma alla fine c’éanche un invito alla speranza: “Abbracciatevi e guardate avanti!Mai più soli!”. Papa Francesco afferma che “Sono i ragazziad es-sere più esposti all’illusione che il social web possa appagarli total-mente sul piano relazionale fino ad estraniarsi completamente dallarealtà”. In questo compito educativo tutti siamo chiamati in causaimpegnandoci a investire di più sulle relazioni e aiutando soprat-tutto i più giovani a passare dal virtuale al carattere interpersonalee umano della comunicazione. Quella che vogliamo – è una rete nonfatta per intrappolare, ma per liberare, per custodire una comunionedi persone libere” capace di vincere ogni solitudine. Per riflettere - L’esperienza della solitudine è una realtà che ti coinvolge?- Per quale motivo usi i social?- I social possono essere uno strumento per prendersi cura degli

altri?

Page 38: 4. Insieme Gennaio 2020.qxp Layout 1 · Cammini di PACE Il Messaggio di PapaFrancesco per la LIII Giornata mondialedella pace “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione

I N S I E M EG E N N A I O 2 0 2 0

R U B R I C A3 8

LEGGENDO… LEGGENDORUBRICA DI LETTURE E SPIGOLATURE VARIE

Leo FascianoRedazione “Insieme”

Alzi la mano chi non condivida la considerazione (nel frammentocitato) della scrittrice Paola Mastrocola (docente di scuola su-periore, ora a riposo). Possiamo affermare, senza tema di smen-tita, che oggi, con la tecnologia digitale a disposizione, siamo ingrado di stare connessi con tutto il mondo ma restiamo…di-sconnessi con noi stessi! Quanti malesseri psicologici (con ri-flessi, poi, sul piano sociale) potremmo evitarese fossimo più capaci di “guardarci dentro”per riuscire a orientare la bussola della nostravita nella direzione giusta. Gli Antichi ci am-moniscono con la loro saggezza tutta da recu-perare. Ecco S. Agostino (354-430): “Noli forasire. Rede in te ipsum” (“Non voler andarefuori di te. Ritorna in te stesso”); e prima an-cora Platone (428-348 a. C.) che fa dire a So-crate, il suo maestro: “Non del corpo doveteaver cura né delle ricchezze né della fama nédegli onori prima e più che dell’anima, perchédivenga quanto migliore possibile”. La curadella vita interiore sembra un’occupazione dacui ci si tiene lontani, eppure è ciò di cui si haurgente necessità, specie nei nostri giornicosì pieni di tante cose da fare, giorni freneti-ci, vorticosi, stressanti, che ci tolgono il piace-re di stare soli con noi stessi a riflettere, me-ditare, pensare e, per un credente, a pregare.È questa, forse, la prima “medicina” di cui tutti avremmo biso-gno! Ben venga, allora, all’inizio di un anno nuovo, un bellissimolibro del noto biblista Gianfranco Ravasi il quale, per ogni giornodell’anno, ci propone una “pillola” di saggezza che fa tanto beneall’anima: Breviario dei nostri giorni, Mondadori 2018, pp.403,euro 22,00. Si tratta (con lo stile con cui l’Autore ha tenuto perdiversi anni una rubrica quotidiana, “Mattutino”, su Avvenire e,ora, una simile nell’inserto domenicale de Il Sole 24 Ore) di brevicommenti a citazioni desunte da autori di epoche e culture di-verse, che ci permettono, per qualche minuto e quotidianamen-te, di fare una sosta ristoratrice e dare respiro all’anima affatica-ta. Pensare, riflettere, meditare…così semplicemente! Eccoqualche spigolatura dal mese di gennaio. 1° gennaio, citazionedella poetessa polacca W. Szymborska (1923-2012), premioNobel per la poesia nel 1996: “Ieri mi sono comportata male nelcosmo. / Ho passato tutto il giorno senza fare domande, / senza

stupirmi di niente.” Sono parole, commenta tra l’altro Ravasi,“che lanciano una stoccata contro una malattia molto diffusa ainostri giorni. Essa può ricevere diverse denominazioni: indiffe-renza, superficialità, vacuità, banalità, volgarità. È appunto il‘passare tutto il giorno’ senza un sussulto dello spirito o dellacoscienza, senza lo stimolo di una domanda (…), senza un bri-

ciolo di stupore, senza il fremito di un senti-mento profondo. (…) È questo il peccato chela poetessa confessa per una sua giornatavuota, ed è ciò che invece non è neppure av-vertito da chi lascia scivolare via giorni e gior-ni come fossero solo granelli aridi di sabbiadella clessidra del tempo, senza mai farli di-ventare un seme che scorre dalle mani e fe-conda la terra” (p.9). 2 gennaio, citazione delfilosofo greco del VI-V secolo a. C., Pitagora:“Non accogliere il sonno degli occhi ormailanguidi, prima di aver ripensato tre volte agliatti compiuti durante il giorno: in che cosa homancato? Cosa ho fatto? A quale dovere nonho adempiuto?”. Afferma tra l’altro il Nostro:“È l’invito a una pratica entrata nel cristiane-simo sotto il nome di ‘esame di coscienza’, unesercizio da condurre nel santuario interioredell’anima, quando il giorno declina e gliocchi stanchi stanno per introdurci nella re-

gione segreta del sonno (…). Quanti hanno la forza di compierequesto atto serale? Ormai, con gli occhi puntati su uno schermotelevisivo o di computer, chiudiamo la giornata con immaginisolo esteriori, forse vane e vacue, senza ripensare non tre volte,ma neppure una volta ‘agli atti compiuti durante il giorno’”(p.10).22 gennaio, citazione dello scrittore e uomo politico statunitenseBenjamin Franklin (1706-1790): “Insegna a tuo figlio a tacere. Aparlare imparerà da solo”. Una spigolatura dal commento:“Aprire la bocca e far fluire suoni, chiacchiere, vanità è fin trop-po facile e spontaneo. Difficile è mettere a dieta la lingua (…).Già nel Nuovo Testamento san Giacomo dedicava un intero ca-pitolo della sua Lettera ai vizi del linguaggio e concludeva: ‘Lalingua nessuno la può domare: è un male ribelle, è piena di ve-leno mortale. Con essa benediciamo il Signore e Padre e conessa malediciamo gli uomini fatti a somiglianza di Dio. Non de-v’essere così, fratelli miei’ (3,8-10)” (p.30). E così mi taccio io.

IL FRAMMENTO DEL MESE“È sparita l’interiorità. Il piacere di stare con se stessi, d’intrattenere rapporti con la parte interna,

più spirituale, di noi. Non abbiamo nessuna voglia di ripiegarci, guardarci dentro e riflettere,ricordare, almanaccare su concetti, astrazioni, sentimenti. Pensare!”

(P. Mastrocola, La passione ribelle, Laterza 2015, p.107)

Page 39: 4. Insieme Gennaio 2020.qxp Layout 1 · Cammini di PACE Il Messaggio di PapaFrancesco per la LIII Giornata mondialedella pace “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione

I N S I E M ED I C E M B R E 2 0 1 9

R U B R I C A 3 9

APPUNTAMENTIa cura di Don Gianni MassaroVicario Generale

GENNAIO01 › Maria SS. Madre di Dio; › 53ª Giornata della Pace02 › 68° Anniversario del pio transito del Venerabile Mons. Giuseppe Di Donna06 › Epifania del Signore; › Giornata dell’infanzia missionaria; › SFTOP (Scuola di Formazione Teologica per Operatori Pastorali) con la partecipazione dei ministri straordinari della comunione di Andria e dei nuovi candidati della diocesi.07 › SFTOP (Scuola di Formazione Teologica per Operatori Pastorali) con la partecipazione dei ministri straordinari della comunione di Andria e dei nuovi candidati della diocesi.09 › Adorazione Vocazionale10 › Ritiro Spirituale per Sacerdoti, Religiosi e Diaconi; › Incontro diocesano di formazione per i catechisti › Forum di Formazione all’Impegno Sociale e Politico13 › SFTOP (Scuola di Formazione Teologica per Operatori Pastorali) con la partecipazione dei ministri straordinari della comunione di Andria e dei nuovi candidati della diocesi.14 › SFTOP (Scuola di Formazione Teologica per Operatori Pastorali) con la partecipazione dei ministri straordinari della comunione di Andria e dei nuovi candidati della diocesi. › Caffè della parola15 › Consulta di Pastorale Sociale17 › 31ª Giornata del dialogo tra Cattolici ed Ebrei; › Assemblea Presbiterale18 › Apertura della Settimana di Preghiera per l’unità dei cristiani19 › Terra Promessa20 › Seminario Liturgico21 › Seminario Liturgico22 › Laboratorio Diocesano della Formazione di AC - Settore Adulti23 › Laboratorio Diocesano della Formazione di AC - Settore Adulti24 › Giornata degli operatori delle Comunicazioni Sociali; › Esposizione e venerazione della Sacra Spina25 › Chiusura della Settimana di Preghiera per l’unità dei cristiani; › Congresso Diocesano del MSAC; › Forum di Formazione all’Impegno Sociale e Politico26 › Giornata del Seminario - Canosa; › Celebrazione Eucaristica nella lingua dei segni (LIS); › Festa della Pace (ACR)27 › Incontro diocesano di formazione per i catechisti30 › Incontro dei diaconi permanenti; › Incontro promosso dal servizio di Pastorale Giovanile;31 › Incontro del Clero giovane; › Convegno promosso dall’ufficio Migrantes e dalla Consulta delle Aggregazioni Laicali

Per contribuire alle spese e alla diffusionedi questo mensile di informazione e di confrontosulla vita ecclesiale puoi rivolgerti direttamentea don Geremia Acri presso la Curia Vescovile

o inviare il c.c.p. n. 15926702intestato a: Curia Vescovile, P.zza Vittorio Emanuele II, 23 76123 Andria (BT)

indicando la causale del versamento: “Mensile Insieme 2019 / 2020”.Quote abbonamento annuale:

ordinario euro 10,00; sostenitore euro 15,00. Una copia euro 1,00.

RIVISTA DIOCESANA ANDRIESEReg. al n. 160 registro stampa presso il Tribunale di Trani

GENNAIO 2020 - Anno Pastorale 21 n. 4

Direttore Responsabile: Mons. Giuseppe Ruotolo

Capo Redattore: Sac. Gianni Massaro

Amministrazione: Sac. Geremia Acri

Segreteria: Sac. Vincenzo Chieppa

Redazione: Nella Angiulo, Raffaella Ardito, Maria Teresa Coratella, Sac. Vincenzo Del Mastro, Leo Fasciano, Marialisa Gammarrota, Vincenzo Larosa, Giovanni Lullo, Maria Miracapillo, Maddalena Pagliarino.

Direzione Amministrazione Redazione: Curia Vescovile P.zza Vittorio Emanuele II, 23 tel. 0883593032 - tel./fax 0883592596 c.c.p. 15926702 - 76123 ANDRIA BT

Indirizzi di posta elettronica: Redazione insieme: [email protected]

Sito internet della Diocesi di Andria: www.diocesiandria.org

Grafica e Stampa: Grafiche Guglielmi - tel. 0883.544843 - ANDRIA

Per comunicazioni, proposte e osservazioni inviare alla Redazione

Di questo numero sono state stampate 1350 copie. Spedite 350.

Chiuso in tipografia il 30 Dicembre 2019

INSIEME

La preghiera di Diodi Rubens Costa Romanelli (1913-1978)

Quando, nel momento della prova, la tua anima è triste edubbiosa, invocami: Io sono colui che ti consola.

Quando ti senti mancare, a causa delle difficoltà della vita,e senti che non ce la fai più, chiamami: Io sono la forza.

Quando sei stanco e affaticato, e non riesci a trovareconforto, vieni a cercarmi: Io sono il rifugio.

Quando perdi la serenità e senti che i tuoi nervi nonreggono più, invocami: Io sono la pazienza.

Quando sei sconvolto dai fatti della vita e sei affranto daldolore causato dalle prove, grida a me: Io sono il balsamo.

Quando il mondo ti farà solo false promesse e ti sorgerà ildubbio che non ci sia più nessuno di cui potersi fidare, vieni ame: Io sono la verità.

Quando il tuo cuore è pieno di tristezza e di malinconia,chiamami: Io sono l’allegria.

Quando, ad una ad una, saranno distrutte tutte le tueaspettative e la disperazione prenderà il sopravvento, cercami:Io sono la speranza.

Quando la cattiveria e l’arroganza del cuore umano tiprostreranno a terra e ti umilieranno, chiamami: Io sono ilperdono.

Quando il dubbio ti assalirà fino a farti rimettere tutto indiscussione, fidati di me: Io sono la fede.

Quando nessuno ti capirà e vedrai svanire tutte le tuesperanze nell’indifferenza del mondo, vieni a me: Io sono lagiustificazione.

E quando alla fine vorrai sapere chi sono, chiedilo al fiumeche scorre, all’usignolo che canta, alle stelle che scintillano: Iosono la vita. Io sono colui che ha creato te e tutte le cose. Iosono colui che ti ama di un amore infinito ed eterno.

Io sono il tuo Signore e tuo Dio.

(tratto da Gilles Jeanguenin, Guariscimi Liberami Consolami,Paoline 2019, p.93)

Page 40: 4. Insieme Gennaio 2020.qxp Layout 1 · Cammini di PACE Il Messaggio di PapaFrancesco per la LIII Giornata mondialedella pace “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione