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    REGIONE MOLISEIL PRESIDENTE DELLA REGIONE MOLISE COMMISSARIO DELEGATO

    (Legge del 27 Dicembre 2002 n.286)

    Decreto n. 76 del 3 agosto 2005

    Protocollo di Progettazione per la Realizzazione degli Interventi di RicostruzionePost-Sisma sugli Edifici Privati

    Decreto n.10 del 25 gennaio 2006

    Approvazione “Protocollo di Progettazione per gli Interventi su Immobili Privati per la RicostruzionePost-Sisma redatti in attuazione della Direttiva Tecnica del C.T.S.

    approvata con Decreto Commissariale n. 35/2005”

    PARTE I – EDIFICI IN MURATURA

    ANALISI DELLE PRINCIPALI TECNICHE DI INTERVENTOE LIMITI DELLA LORO APPLICABILITA’

    Parte seconda 

    ALLEGATO

    3B-2

    REV.02

    Marzo 2006

    I documenti del protocollo di progettazione sono disponibili sul sito della Regione Molise

    www.regione.molise.it/sis nelle sezioni notizie ed eventi e ricostruzione.

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     ALLEGATO 3.BANALISI DELLE PRINCIPALI TECNICHE DI INTERVENTO E LIMITI DELLA

    LORO APPLICABILITA’ 

    Per il conseguimento della massima efficienza degli interventi sugli edifici esistenti è necessario che gli inter-venti siano graduati ed articolati in funzione delle effettive necessità.Il progettista deve, quindi, dimostrare la necessità e l’efficacia degli interventi proposti attraverso un’analisi deidanni subiti e delle caratteristiche di vulnerabilità prima e dopo l’esecuzione dell’intervento.

    Per quanto riguarda i danni, deve esserne descritto tipo ed entità, distinguendo, per quanto possibile, quelli do-vuti al sisma da quelli preesistenti. Riguardo al tipo, sarà opportuno distinguere e classificare i danni riscontrati:

    a) alle strutture murarie verticali;b) agli orizzontamenti;c) alle connessioni tra le murature e tra murature e orizzontamenti.

    Occorrerà, altresì, correlarli ai meccanismi di funzionamento che li hanno prodotti (sollecitazioni nel piano e fuo-ri del piano delle murature, in presenza o in assenza di collegamenti, incremento delle spinte degli orizzonta-menti, effetti di martellamento, cedimenti delle fondazioni, etc.), così da individuare gli interventi più idonei a ri-durre gli specifici elementi di vulnerabilità della costruzione.

    Per quanto riguarda le eventuali carenze in grado di influenzare significativamente la vulnerabilità, bisogna i-dentificarle e chiarire l’effetto su di esse degli interventi previsti.Tutti i materiali usati per gli interventi dovranno essere compatibili con quelli originali e, di norma, durevoli.Nelle pagine seguenti sono stati individuati gli interventi singoli proposti in letteratura per il consolidamento del-le murature e per ognuno di essi è stato indicato il campo di applicazione e le carenze che sono in grado di con-trastare. Inoltre sono stati indicati gli interventi consigliati e quelli da evitare sulla base delle analisi effettuate sulpatrimonio edilizio della zona colpita dal terremoto del 2002 in Molise e a seguito della osservazione dei danniagli edifici in muratura dopo i recenti terremoti che hanno colpito l’Italia negli ultimi 20 anni in particolare quelloUmbro-Marchigiano del 1997-1998..

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    TIPOLOGIA INTERVENTI POSSIBILI

    1. RIDUZIONE DELLE CARENZE DEI COLLEGAMENTI

    2.  RIDUZIONE DELLE SPINTE NON CONTRASTATE DI ARCHI E VOLTE 

    3.  RIDUZIONE DELLA ECCESSIVA DEFORMABILITÀ DEI SOLAI 

    4.  MIGLIORAMENTO DELLA DISTRIBUZIONE DEGLI ELEMENTI VERTICALI RESISTENTI

    5.  MIGLIORAMENTO DELLA RESISTENA NEI MASCHI MURARI 6. MIGLIORAMENTO DEI COLLEGAMENTI DEGLI ELEMENTI NON STRUTTURALI 

    7. RINFORZO DELLE PARTI INTORNO ALLE APERTURE 

    8. INTERVENTI IN COPERTURA 

    9. MIGLIORAMENTO DELLE STRUTTURE DI FONDAZIONE 

    10. REALIZZAZIONE DI GIUNTI SISMICI

    11. TECNICHE ANTISISMICHE AVANZATE

    12. PILASTRI E COLONNE 

    13. INTERVENTI ALLE SCALE

    CORRELAZIONE TRA TIPOLOGIE DI INTERVENTO E GLI INTERVENTI SINGOLI

    RIDUZIONE DELLE CARENZE DEI COLLEGAMENTI Consigliati Da evitare

    Catene singole in barre d’acciaio zincato o inossidabile o piatti in acciaio normale con possibi-lità di riportare in tensione la catena con capichiave tradizionali a vista (bolzone rettilineo o al-tra forma) o piastre in ghisa o acciaio con nervature

    X

    Catene binate ai due lati del muro/Piatti sui due lati del muro collegati tra di loro con barre inacciaio e capichiave esterni

    X

    Tiranti nello spessore del muro con barre metalliche o cavi in acciaio con foro iniettato conmalte antiritiro X

    Collegamenti di piano realizzati con profili di acciaio binati a due lati del muro collegati tra i lo-ro e tra un vano e l’altro e all’esterno con barre in acciai filettate e piastre metalliche nervate,bolzoni.

    X

    Fasciature realizzate con materiali compositi (fibre rinforzate) X

    Crociere in acciaio nello spessore del solaio X

    Incatenamenti di archi e volte con barre in acciaio con possibilità di mettere in trazione e cate-ne

    X

    Cordoli di sommità con profili in acciaio ancorati con perforazioni armate verticali alla muratura  X

    Cordoli di sommità in cemento armato X

    Cordoli di sommità in muratura armata con calcestruzzo e acciaio X

    Cordoli di sommità in mattoni e FRP X

    Perforazioni armate con barre in acciaio  X

    Perforazioni armate con barre in vetroresina o fibra di carbonio X

    Connessione dei solai di piano e delle coperture alle murature (Collegamento dei terzeri o del-le travi di colmo con la muratura del timpano ) 

    X

    Soletta armata con perfori incrociati in acciaio  X

    Piatti in acciaio di collegamento del tavolato ligneo alle murature d’ambito   X

    Inserimento di capichiave in acciaio  X

    Sostituzione di solai di piano e di copertura con solaio in ferro e tavelloni o ligneo X

    Sostituzione di solai di piano e di copertura con solaio in cemento armato X

    Speroni e ringrossi murari in muratura  X

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    Irrigidimento di impalcati con: Soletta collaborante  X

    Irrigidimento di impalcati con: Caldane armate  X

    Irrigidimento di impalcati con: Solettina armata  X

    Irrigidimento di impalcati con: Bandelle metalliche  X

    Collegamento degli elementi non strutturali  X

    Consolidamento di nodi, capriate lignee e delle teste delle travi lignee   X

    RIDUZIONE DELLE SPINTE NON CONTRASTATE DI ARCHI E VOLTE

    Catene singole in barre d’acciaio zincato o inossidabile o piatti in acciaio normale con possibi-lità di riportare in tensione la catena con capichiave tradizionali a vista (bolzone rettilineo o al-tra forma) o piastre in ghisa o acciaio con nervature

    X

    Catene binate ai due lati del muro X

    Tiranti nello spessore del muro con barre metalliche o cavi in acciaio con foro iniettato conmalte antiritiro

    X

    Fasciature all’intradosso realizzate con materiali compositi (fibre rinforzate) X

    Perforazioni armate con barre in acciaio X

    Perforazioni armate con barre in vetroresina o fibra di carbonio X

    Piatti in acciaio di collegamento del tavolato ligneo alle murature d’ambito X

    Inserimento di capichiave X

    RIDUZIONE DELL’ECCESSIVA DEFORMABILITÀ DEI SOLAI

    Catene singole in barre d’acciaio zincato o inossidabile o piatti in acciaio normale con possibi-lità di riportare in tensione la catena con capichiave tradizionali a vista (bolzone rettilineo o al-tra forma) o piastre in ghisa o acciaio con nervature

    X

    Catene binate ai due lati del muro X

    Tiranti nello spessore del muro con barre metalliche o cavi in acciaio con foro iniettato conmalte antiritiro

    X

    Fasciature realizzate con materiali compositi (fibre rinforzate) X

    Crociere in acciaio nello spessore del solaio

    Connessione dei solai di piano e delle coperture alle murature (Collegamento dei terzeri o del-le travi di colmo con la muratura del timpano ) X

    Soletta armata con perfori incrociati in acciaio X

    Piatti in acciaio di collegamento del tavolato ligneo alle murature d’ambito X

    Inserimento di capichiave X

    Sostituzione di solai di piano e di copertura con solaio in ferro e tavelloni o ligneo X

    Sostituzione di solai di piano e di copertura con solaio in cemento armato X

    Irrigidimento di impalcati con: Soletta collaborante  X

    Irrigidimento di impalcati con: Caldane armate  X

    Irrigidimento di impalcati con: Solettina armata  X

    Irrigidimento di impalcati con: Bandelle metalliche  X

    Irrigidimento della falda di copertura con tavolato ligneo X

     Aggiunta di travi dello stesso tipo di quelle esistenti X

    Rifacimento manto di copertura con tavolato e coppi in argilla X

    MIGLIORAMENTO DELLA DISTRIBUZIONE DEGLI ELEMENTI VERTICALI RESISTENTI

    Cerchiature di aperture con profili in acciaio X

    Cerchiature di aperture con elementi in cemento armato X

    Intervento di scusi e cuci con mattoni piani o pietra sbozzata o squadrata cpn caratteristichemeccaniche a quella esistente

    X

    Interventi di presidio su archi e piattabande con profili in acciaio o legno XInterventi di presidio su archi e piattabande con elementi in cemento armato X

    Inserimento di nuovi elementi e/o realizzazione di nuove aperture X

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    Ispessimento delle pareti murarie da realizzare con mattoni pieni o pietra sbozzata o squadra-ta avente caratteristiche meccaniche a quella esistente

    X

    Ricostruzione di muri con mattoni pieni o pietrame sbozzato o squadrato con caratteristichemeccaniche simili a quelle esistenti

    X

    Iniezioni di malta con miscele a base di calci idrauliche di origine calcarea o marnosa e pozzo-lane con l’aggiunta di leganti idonei con l’assenza di quelli a base di cemento

    X

    Iniezioni localizzate di malte o di resine X

    Intonaco armato con rete elettrosaldata X

    Cerchiature metalliche X

    MIGLIORAMENTO DELLA RESISTENZA NEI MASCHI MURARI 

    Intervento di scuci e cuci con mattoni pieni o pietra sbozzata o squadrata con caratteristichemeccaniche a quella esistente 

    X

    Tirantini antiespulsivi  X

    Ristilatura dei giunti con malta con miscele a base di calci idrauliche di origine calcarea omarnosa e pozzolane con l’aggiunta di leganti idonei con l’assenza di quelli a base di cemento 

    X

    Diatoni artificiali in calcestruzzo armato  X

    Diatoni artificiali in acciaio  X

    Perforazioni armate con barre in acciaio  X

    Perforazioni armate con barre in vetroresina o fibra di carbonio X

    Ispessimento delle pareti murarie da realizzare con mattoni pieni o pietra sbozzata o squadra-ta con caratteristiche meccaniche a quella esistente 

    X

    Ricostruzione di muri con mattoni pieni o pietra sbozzata o squadrata con caratteristiche mec-caniche a quella esistente 

    X

    Iniezioni di malta con miscele a base di calci idrauliche di origine calcarea o marnosa e pozzo-lane con l’aggiunta di leganti idonei con l’assenza di quelli a base di cemento

    X

    Iniezioni localizzate di malte o di resine X

    Intonaco armato con rete elettrosaldata  X

    Sistemi di tirantatura orizzontale e/o verticale con barre e/o cavi in acciaio   X

    Inserimento di catene e/o elementi in acciaio nel piano del maschio X 

    MIGLIORAMENTO DEI COLLEGAMENTI DEGLI ELEMENTI NON STRUTTURALI

    Collegamento camini, insegne, romanella, parapetti, sporti di gronda....(da attuare possibil-mente con elementi in acciaio)

    RINFORZO DELLE PARTI INTORNO ALLE APERTURE

    Cerchiature di aperture con profili in acciaio  X

    Cerchiature di aperture con elementi in cemento armato X

    Interventi di presidio su archi e piattabande con profili in acciaio o legno  X

    Interventi di presidio su archi e piattabande con elementi in cemento armato X

    Consolidamento degli architravi  X

    Sostituzione architravi/cornici  X

    INTERVENTI IN COPERTURA 

    Catene tiranti X

    Fasciature realizzate con materiali compositi (fibre rinforzate) X

    Cordoli di sommità con profili in acciaio ancorati con perforazioni armate verticali alla muratura  X

    Cordoli di sommità in cemento armato X

    Cordoli di sommità in muratura armata con calcestruzzo e acciaio X

    Cordoli di sommità in mattoni e FRP X

    Connessione dei solai di piano e delle coperture alle murature (Collegamento dei terzeri o del-

    le travi di colmo con la muratura del timpano ) X

    Inserimento di capichiave  X

    Sostituzione di solai di piano e di copertura  X

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    Irrigidimento di impalcati con: Soletta collaborante  X

    Irrigidimento di impalcati con: Caldane armate X

    Irrigidimento di impalcati con: Solettina armata  X

    Controventatura delle strutture di copertura con cavi barre in acciaio  X

    Consolidamento di nodi, capriate lignee e delle teste delle travi lignee   X

    Realizzazione di elementi reticolari in acciaio antiribaltamento dei timpani

     Ampliamento delle zone di appoggio delle teste delle travi con cuffie metalliche

    MIGLIORAMENTO DELLE STRUTTURE DI FONDAZIONE 

    Esecuzione di nuove fondazioni X

    Esecuzione di cordoli in c.a. per l’allargamento della fondazione esistente X

    Esecuzione di sottofondazione muraria X

    Esecuzione di piastra di collegamento delle murature alla base  X

    Esecuzione di fondazione tramite micropali  X

    REALIZZAZIONE DI GIUNTI SISMICI 

    Realizzazione di giunti sismici tra corpi di fabbrica di origine diversa con collegamenti puntualio in accostamento tra di loro 

    X

    TECNICHE ANTISISMICHE AVANZATE  XFasciature realizzate con materiali compositi (fibre rinforzate)  X

    Tecniche antisismiche avanzate (isolamento alla base, dissipatori....) 

    PILASTRI E COLONNE 

    Fasciature realizzate con materiali compositi (fibre rinforzate)  X

    Iniezioni di malta con miscele a base di calci idrauliche di origine calcarea o marnosa e pozzo-lane con l’aggiunta di leganti idonei con l’assenza di quelli a base di cemento

    X

    Iniezioni localizzate di malte o di resine X

    Cerchiature metalliche  X

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    ABACO TIPOLOGIE E INTERVENTI SINGOLI

    INTERVENTI

       1

       )   C  a   t  e  n  e   t   i  r  a  n   t   i

       2   )   F  a  s  c

       i  a   t  u  r  e  r  e  a   l   i  z  z  a   t  e  c  o  n

      m  a

       t  e  r   i  a   l   i  c  o  m  p  o  s   i   t   i

       3   )   C

      o  r   d  o   l   i   d   i  s  o  m  m   i   t   à

       4   )   C  e  r

      c   h   i  a   t  u  r  e   d   i  a  p  e  r   t  u  r  e

       5   )   S  c  u  c   i  -  c  u  c   i

       6   )   T   i  r  a  n   t   i  n   i  a  n   t   i  e  s  p  u   l  s   i  v   i

       7   )   P  e  r   f  o  r  a  z   i  o  n   i  a  r  m  a   t  e

       8   )   C  o  n

      n  e  s  s   i  o  n   i   d  e   i  s  o   l  a   i   d   i

      p   i  a  n  o  e

       d  e   l   l  e  c  o  p  e  r   t  u  r  e  a   l   l  e

      m  u  r  a   t  u  r  e

       9   )   S  o   l  e   t   t  a  a  r  m  a   t  a  c  o  n  p  e  r   f  o  r   i

       i  n  c  r  o  c   i  a   t   i

       1   0   )   P   i  a

       t   t   i   i  n  a  c  c   i  a   i  o   d   i  c  o   l   l  e  -

      g  a  m  e  n   t  o   d  e   l   t  a  v  o   l  a   t  o   l   i  g  n  e  o

      a   l   l  e  m  u  r  a   t  u  r  e   d   ’  a  m   b   i   t  o

       1   1   )   I  n  s  e

      r   i  m  e  n   t  o   d   i  c  a  p   i  c   h   i  a  v  e

       1   2   )   S  o

      s   t   i   t  u  z   i  o  n  e   d   i  s  o   l  a   i   d   i

      p   i  a  n  o  e   d   i  c  o  p  e  r   t  u  r  a

       1   3   )   I  n   t  e  r  v  e  n   t   i   d   i  p  r  e  s   i   d   i  o  s  u

      a  r  c

       h   i  e  p   i  a   t   t  a   b  a  n   d  e

       1   4   )   C  a  p  p  e   i  n  c   l  s

       1   5   )   S  p  e  r  o  n   i  e  r   i  n  g  r  o  s  s   i  m  u  r  a  r   i

       1   6   )   I  r  r   i  g

       i   d   i  m  e  n   t  o   d   i   i  m  p  a   l  c  a   t   i

       1   7   )   I  n  s  e  r   i  m  e  n   t  o   d   i  n  u  o  v   i  e   l  e  -

      m  e  n   t   i

      e   /  o  r  e  a   l   i  z  z  a  z   i  o  n  e   d   i

      n

      u  o  v  e  a  p  e  r   t  u  r  e

       1   8   )   R

       i  s   t   i   l  a   t  u  r  a   d  e   i  g   i  u  n   t   i

       1   9   )   D   i  a   t  o  n   i  a  r   t   i   f   i  c   i  a   l   i   i  n  c   l  s  a  r  -

      m  a   t  o

       2   0   )   D   i  a   t

      o  n   i  a  r   t   i   f   i  c   i  a   l   i   i  n  a  c  c   i  a  o

       2   1   )

       I  n   i  e  z   i  o  n   i  a  r  m  a   t  e

       2   2   )   I  s  p  e

      s  s   i  m  e  n   t  o   d  e   l   l  e  p  a  r  e   t   i

      m  u  r  a  r   i  e

       2   3   )   R   i  c  o  s   t  r  u  z   i  o  n  e   d  e   i  m  u  r   i

       2   4   )

       I  n   i  e  z   i  o  n   i   d   i  m  a   l   t  a

       2   5   )   I  n   i  e  z   i  o  n   i   l  o  c  a   l   i  z  z  a   t  e

       2   6   )

       I  n   t  o  n  a  c  o  a  r  m  a   t  o

       2   7   )   S   i  s   t  e  m   i   d   i   t   i  r  a  n   t  a   t  u  r  a  o  r   i  z  -

      z  o  n

       t  a   l  e  e   /  o  v  e  r   t   i  c  a   l  e

       2   8   )   C  o   l   l  e  g  a  m  e  n   t  o   d  e  g   l   i  e   l  e  -

      m  e

      n   t   i  n  o  n  s   t  r  u   t   t  u  r  a   l   i

       2   9   )   C  o  n

      s  o   l   i   d  a  m  e  n   t  o   d  e  g   l   i  a  r  -

      c   h   i   t  r  a  v   i

       3   0   )   S  o

      s   t   i   t  u  z   i  o  n  e  a  r  c   h   i   t  r  a  v   i

      c  o  r  n   i  c   i

       3   1   )   I  r  r   i  g   i   d   i  m  e  n   t  o   d  e   l   l  a   f  a   l   d  a   d   i

      c  o  p  e  r   t  u  r  a  c  o  n   t  a  v  o   l  a   t  o   l   i  g  n  e  o

       3   2   )   C  o  n

      s  o   l   i   d  a  m  e  n   t  o   d   i  c  o  p  e  r  -

    a) Interventi volti aridurre le carenze deicollegamenti 

    × ×  ×   ×  ×  ×  ×  ×  ×  ×   ×   ×  × 

    b) Interventi volti aridurre le spinte noncontrastate di archi evolte 

    × × ×   ×  ×  × 

    c) Interventi volti aridurre l’eccessivadeformabilità dei solai 

    × ×  ×  ×  ×  ×  ×  ×   × 

    d) Interventi volti amigliorare la distribu-

    zione degli elementiverticali resistenti 

    × ×  ×  ×   ×  ×  ×  ×  ×  ×  

    e) Interventi volti adincrementare la resi-stenza nei maschimurari 

    ×  ×  × ×  ×  × ×  ×  ×  ×  × × 

    f) Interventi volti adassicurare i collega-menti degli elementinon strutturali 

    × 

    g) Interventi volti arinforzare le parti in-torno alle aperture 

    ×   ×  ×  × 

    h) Interventi in coper-tura  × × ×

      ×  ×  ×  ×   × 

    i) Miglioramento delle

    strutture di fondazio-ne l) Realizzazione digiunti sismicim) Tecniche antisi-smiche avanzate  × 

    n) Pilastri e colonne  ×  × o) Interventi alle scale 

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     RACCOMANDAZIONI PER LA ESECUZIONE DEGLI INTERVENTI 1 

     L’insieme del patrimonio edilizio può ritenersi così suddiviso:

    a) Edilizia monumentaleè quella definita dalla legge 1089/39 e comprende anche gli edifici individuati dagli strumenti urbanistici vigenti,esplicitamente assimilati all’edilizia monumentale.

     E’ da considerarsi tale anche quell’architettura che, ancorché non notificata ai sensi della Legge n. 1089/39 ne abbia i requisiti, purché

    assoggettata al procedimento di vincolo previsto dal Ministero per i BB.CC.AA. ai sensi di legge.

    b) Edilizia di tipo tradizionale

    è quella che, pur non avendo i requisiti di cui al punto a) ha comunque interesse sia in se stessa che per l’insieme unitario che concorre adefinire (lungo una strada, in una piazza, in un nucleo definito). Ha interesse per la specificità e leggibilità della sua tipologia, della tradi- zione edilizia che rappresenta, dell’uso di materiali tradizionali o locali, della presenza di elementi decorativi. La sua realizzazione o i

     suoi interventi di modifica sostanziale sono precedenti al 1947 (cinquanta anni dall’evento sismico).

    c) Edilizia di origine recentecomprende gli edifici costruiti, ristrutturati o modificati dopo il 1947 e comunque privi di caratteri originali, propri della cultura edilizia

    tradizionale regionale.Tuttavia nell’edilizia di origine recente possono essere distinti e assimilati alla lettera b) quegli edifici moderni che per particolare singo-

    larità architettonica siano ritenuti degni di attenzione e conservazione, previo riconoscimento della Commissione Edilizia Integrata o sumotivata segnalazione della Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici.

     L’indicazione di appartenenza alle classi a), b), c) ai fini della progettazione degli interventi di ricostruzione o di riparazione con miglio-

    ramento sismico degli edifici danneggiati dal sisma, è assunta dal progettista in base, oltre che agli atti amministrativi relativi ai vincoli ditutela, alle classificazioni, ove utilizzabili, del patrimonio edilizio esistente contenute nel P.R.G. o negli strumenti urbanistici esecutivi, ov-vero sulla base di proprie specifiche e originali. In questo ultimo caso sarà opportuna l’acquisizione del parere favorevole della Com-missione Edilizia Integrata.

     INDIRIZZI DI INTERVENTO

    Considerato che gran parte del patrimonio edilizio interessato dalle crisi sismiche del 1997 e 1998 è costituito da edifici in muratura di cuialla lett. b) del punto 3, in gran parte recuperabili, ne deriva che le linee tecniche di intervento dovranno perseguire il ripristino strutturale

    con maggior sicurezza sismica, nel rispetto delle valenze storico-architettoniche generalmente e diffusamente presenti e della normativaapprovata ai sensi dell’art. 2 della L. 61/98. Per quanto attiene agli interventi sull’edilizia di cui alla lett. a) del precedente punto 3 (ovunque collocata e comunque danneggiata) gli

     stessi si atterranno ai criteri e alla prassi del restauro architettonico ai sensi dell’art. 16 della L. 64/74, ed alle indicazioni contenute nelle“Norme tecniche” richiamate al punto 2, lett. c) delle presenti raccomandazioni, mentre dovranno attenersi, solo ove compatibili, alle in-

    dicazioni contenute nella normativa tecnica richiamata al precedente punto 2, lett. b).

     Per quanto attiene agli interventi di cui alla lettera b) del precedente punto 3, compatibilmente con le esigenze di miglioramento antisismi-co, e colle verifiche previste dalle norme di cui al precedente punto 2.b), sarà opportuno che essi abbiano carattere preminentemente con-

     servativo, privilegiando il reimpiego dei materiali e delle tecniche tradizionali e garantendo il necessario apporto di competenze specifi-camente qualificate, al fine di:

    a) effettuare una ricognizione sistematica dell’edificio nel suo insieme, individuando le vicende costruttive pregresse;b) assicurare la conoscenza delle regole dell’arte edificatoria, in modo da localizzare i casi di danneggiamento riconducibili al mancato

    rispetto dei dettami delle medesime regole;c) valutare le condizioni di efficienza dei singoli elementi costruttivi (solai, scale, coperture, ecc.) individuando i conseguenti interventi

    localizzati sia ai fini antisismici che, più generalmente, ai fini conservativi;d) realizzare con tecniche e modalità atte a salvaguardare gli interventi localizzati di riparazione o miglioramento antisismico, le strutture

    edilizie originali e dei caratteri tradizionali;e) scegliere, nelle situazioni ibride, le linee di intervento in relazione all’assetto strutturale attuale ed agli eventuali valori architettonico-

    artistici, tenuti presenti i valori storici della stessa struttura. E’ noto infatti che numerosi danni si riscontrano nelle situazioni ibride e in particolare nell’edilizia storica dove si è intervenuti in maniera spesso acritica con pedissequa e parziale applicazione delle norme tecni-

    che. A tal fine nuovi ibridi strutturali sono da evitarsi. f) provvedere anche al restauro degli elementi decorativi e comunque di finitura; g) privilegiare soluzioni che collochino elementi di di- stribuzione degli impianti tecnologici in modo da non interferire con le strutture principali;

     Per quanto attiene agli edifici di cui alla lettera c), punto 3, si rinvia alla normativa vigente in materia, raccomandando, in caso di demoli- zione e ricostruzione in un altro sito, il rispetto dei principi insediativi del luogo, evitando d’introdurre segni detrattivi del paesaggio.

     Non sono poste pregiudiziali alla natura degli interventi di miglioramento sismico. Potranno essere assunte sia soluzioni tecnico-strutturali tradizionali che di tecnologia avanzata, purché di comprovata efficacia tenendo conto anche degli aspetti ope-rativi ed economici della manutenzione; importanti saranno la specificazione degli elementi costitutivi degli edifici e la compatibilità delle

     soluzioni proposte. In questo quadro la “relazione” di progetto” sarà elemento rilevante e responsabilizzante per l’intervento.

     IMPIEGO DI TECNICHE E MATERIALI TRADIZIONALI

     Negli interventi di cui al punto 4 sarà privilegiata la riattivazione dei processi e delle tecniche esecutive tradizionali, storicamente sedi-

    mentatesi e caratterizzanti la regione umbra. Particolare attenzione dovrà essere rivolta agli interventi all’interno dei centri antichi tesa ad assicurare una continuità degli edifici da

    ricostruire sia con il contesto circostante che con la tipologia degli stessi.

    1 Normativa per la ricostruzione della Regione Umbria

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     E’ importante tornare ad assecondare quel processo che è stato alla base della costituzione del patrimonio storico umbro ove il “nuovo” siè accostato al preesistente, con rispetto e armonia.

     L’attivazione della sapienza costruttiva rappresenta una condizione necessaria anche se non sufficiente per il rispetto di quanto previstoall’art. 2, comma 3 a) della Legge n. 61 del 31.03.1998 per la “tutela” del patrimonio storico, il “risparmio energetico” e “l’architettura

    ecologica”. La sapienza costruttiva ed il reimpiego di materiali comportano inoltre limitazioni al movimento di materiali, all’apertura di nuove cave,all’accumulo in discariche di materiali non selezionati, alla disseminazione nel territorio di costruzioni estranee al contesto.

     L’analisi del danno indotto dal terremoto ha dimostrato in maniera chiara che l’utilizzo di materiali e soluzioni tecniche-storiche di presi-

    dio antisismico per lo più efficaci, sono senz’altro compatibili con la struttura originaria mentre soluzioni più invasive possono introdurreelementi pericolosi poiché incompatibili con i materiali e i meccanismi resistenti originari.Gli interventi e le raccomandazioni proposte negli allegati A e B suggeriscono possibili soluzioni sia per la classe a) che per la classe b) dicui al punto 4, tese a combinare la necessità di un miglioramento strutturale nel rispetto dei caratteri storico-architettonici dell’edilizia

    tradizionale umbra.

     INTERVENTI SUGGERITI PER IL MIGLIORAMENTO ANTISISMICO NELL’EDILIZIA

     STORICA

    Gli interventi riportati di seguito vanno considerati come indicazioni di riferimento, da valutare, adottare e

    controllare in sede di progettazione.

    1. Consolidamento dei paramenti murari:

    1.1 Consolidamento di murature in pietrame ben organizzate ma con malta decoesa.

    Qualora la malta si presenti polverulenta o addirittura assente ma il muro sia costituito da pietre ben ammorsate, si rimuovono le parti

    decoese, si sigillano le connessure esterne con malta di calce e pozzolana e si lavano le cavità con acqua evitando l’imbibizione della mu-ratura. Si riempiono quindi le cavità con iniezioni di malta di calce e pozzolana ventilata o malta di calce e silici micronizzate, o altre mal-te con calore di idratazione nullo e caratteristiche meccaniche comparabili a quelle della muratura. La malta è iniettata a bassa pressione. Si consideri che nella maggior parte dei casi il problema principale della muratura non è la resi-

     stenza ma la mancanza di comportamento omogeneo.1.2 Consolidamento dei muri in prossimità dei capichiave.

     Le zone della muratura dove si ancorano le tirantature sono soggette ad azioni concentrate ortogonali al piano della parete in corrispon-denza del capochiave. Se la muratura non è di buona qualità è necessario procedere ad un consolidamento così come specificato al punto

    1.1.1.3 Consolidamento superficiale di muri ben connessi. Muri ben organizzati ma poveri di malta sulle facce esterne possono essere risanati scarnendo con getto d’acqua in pressione gli interstizi

    tra le pietre e quindi sigillando accuratamente le sconnessure con malta di calce idraulica e sabbia (o con coccio pesto), ricoprendo il tut-to con intonaco.

    1.4 Consolidamento di muratura in pietrame del tipo a “sacco”.

     Inserimento di pietre passanti allo scopo di collegare i paramenti stessi. tale intervento può essere sostituito, qualora sia previstol’intonaco esterno, da collegamenti armati con leganti a base di calce idraulica e/o miscela di cui andrà garantita l’efficacia. Iniezioni di

    malta di calce e pozzolana ventilata, o malta di calce e silici micronizzate, o altre malte con calore di idratazione nullo e caratteristichemeccaniche comparabili a quelle della muratura oggetto dell’intervento. L’interasse dei fori di iniezione deve essere commisurato alla ca-

     pacità di assorbimento della muratura e la lunghezza del foro deveinteressare almeno 3/4 dello spessore.

    2. Cerchiatura e cordolatura in copertura

    1.1 Cerchiatura.Cerchiatura su tutto il perimetro dell’edificio con profilato di opportuna rigidezza ortogonalmente al piano della muratura. tale situazione

    è adottabile qualora si riesca a rendere compatibile la soluzione progettuale con la tipologia originaria dello sporto di gronda.2.2 Cordolo in muratura armata.

    Cordolo in muratura armata a due o tre teste di mattoni su paramenti in laterizio o in pietrame. La cordolatura può essere conveniente-mente collegata al tetto mediante staffe di lunghezza opportuna.

    3. Incatenamenti

    3.1 Tirantature.

    Catene semplici in barre d’acciaio normale, zincato o inossidabile, catene in piattina d’acciaio. Le catene saranno appoggiate ai muri di spina e poste in leggera tensione. Deve essere comunque garantita la possibilità di riportare in trazione la catena. Qualora l’interasse del-

    le murature di spina sia troppo elevato in relazione alla qualità del muro, è opportuno inserire una catena rompitratta comunque in corri- spondenza di strozzamenti, provvedendo a trasferire le sollecitazioni assorbite da tale catena sulle murature d’ambito. Si possono usare icapochiavi tradizionali a vista, costituiti da un bolzone rettilineo a cui la catena è ancorata tramite un occhiello e stabilizzata tramite uno

     spessore a cuneo o capochiavi con bolzone a Y o ad X o con altra forma opportunamente disegnata in modo da realizzare un motivo archi-tettonico. Sono da evitare forme tali che perdono efficacia a causa di eccessiva deformabilità.

    3.2 Catene binate.Catene binate in barre d’acciaio normale, zincato o inossidabile, catene in piattina d’acciaio. Le catene si pongono in opera in coppia sui

    due lati della stessa parte, vincolandole alla testa del muro con un apposito capochiave. In questo caso le catene devono essere poste intrazione avendo cura di evitare l’insorgenza di sollecitazioni flessionali.

    3.3 Tiranti nello spessore del muro.

    Sono realizzati mediante perforazioni armate nello spessore della muratura. La lunghezza della perforazione, da eseguirsi con perforatricirotative, deve essere tale da consentire il trasferimento della sollecitazione dalla barra metallica al muro. E’ opportuno iniettare malteantiritiro ed utilizzare barre resistenti alla corrosione.3.4 Crociere in acciaio.

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    Crociera in acciaio nello spessore del massetto del solaio per collegare le murature perimetrali e irrigidire il solaio nel piano. Le catene possono essere vincolate su capochiavi ad angolo.

    3.5 Incatenamenti di archi e volte. Le catene sono di norma poste alle reni, è comunque efficace, anche se in misura inferiore, il posizionamento più in alto.

    3.2 Trasformazione delle travi in legno e tiranti. Le stesse travi dei solai o dei tetti possono fungere da catena tramite una staffa metallica posta sulla testa della trave ed ancorata ad uncapochiave.

    4. Interventi sul tetto e solai4.1 Miglioramento dell’orditura principale degli orizzontamenti.Se il tetto ha orditura principale e secondaria in legno è opportuno mantenere la struttura originaria. Le travi e i travetti ammalorati odanneggiati devono essere sostituiti con elementi analoghi. Si deve curare il collegamento delle teste delle travi con la struttura di conte-

    nimento delle spinte (se presente), e comunque cautelarsi nei confronti dello sfilamento ancorando con opportuni capichiave la testa dellatrave al muro. L’appoggio della trave sul muro può essere migliorato con l’interposizione di un dormiente in legno. Si eviti di sigillare in-

    ternamente la testa delle travi al fine di consentire ilmantenimento dell’orditura.

    4.2 Aggiunta di travi.Qualora l’orditura originaria sia insufficiente è opportuno collocare nuove travi, analoghe alle preesistenti, posizionate in modo da ripar-

    tire il carico trasmesso dai travetti.4.3 Rifacimento del manto di copertura.

     Il manto di copertura sarà ricostituito, ove possibile, con i materiali di recupero. I nuovi coppi necessari per integrare quelli danneggiati saranno posizionati sottocoppo.

    4.4 Consolidamento volte.

    Qualora si intervenga sulle volte portanti, è sconsigliabile generalizzare l’applicazione della solettina curva di estradosso perché è di dub-bia efficacia e perché costringe allo svuotamento del materiale di riempimento che, se dotato di una certa coesione, può essere di buoncontributo al sostegno strutturale ed alla stabilità della volta stessa.

    5. Inserimento di nuovi setti murari

     La fattura di nuovi setti murari in Pietra deve soddisfare i criteri di ingranamento previsti dalla “regola dell’arte”. Si dovrà usare unamuratura di pietra squadrata, legata con malta di calce: è tuttavia preferibile la muratura di pietra grezza accuratamente scelta e disposta

    con efficaci ripianamenti e frequenti cuciture trasversali. Sia per le nuove murature in pietra che per i più comuni setti in laterizio occorre predisporre elementi di collegamento con le murature esistenti, realizzabili anche attraverso tiranti posti parallelamente al nuovo setto.

     RACCOMANDAZIONI PER IL MANTENIMENTO DEI CARATTERI ARCHITETTONICI LOCALI

    1. Raccomandazioni specifiche per paramenti murari.

    1.1 Sarà opportuno che gli antichi paramenti murari rimangano inalterati nella loro configurazione estetico formale originaria (a vista seè tale), limitando, ad esempio, la demolizione e sostituzione di murature fuori piombo come anche al sostituzione di pietre corrose, che po-

    trà avvenire soltanto per comprovate gravissime esigenze. In caso di sostituzioni o di eventuali integrazioni, ove necessario e sempre per porzioni limitate, sarà bene che esse siano dello stesso tipo di quelli originarie ma distinguibili. Nel caso di interventi di consolidamento

    dei paramenti murari, sarà utile la loro totale “messa a vista”, al fine di determinare l’effettiva consistenza e tessitura degli elementi costi-tutivi.

    1.2 La ricostruzione di parti crollate o non più recuperabili sarà realizzata ripristinando l’originaria configurazione possibilmente conmateriali di recupero, nonchè strutturalmente efficaci, dovrà inoltre essere realizzata con tecniche e modalità idoneee a garantire la sal-

    vaguardia dei caratteri tradizionali propri.1.3 Il rifacimento a “cuci e scuci” dei muri in pietra o laterizio a vista sarà eseguito con mattoni o pietra e malta di buona qualità, con

    utilizzo di materiali simili agli esistenti per forma, dimensioni, fattura e caratteristiche cromatiche ed evitando ogni apprezzabile altera- zione del complessivo aspetto esteriore.

    1.4 Nelle murature a faccia a vista le stuccature e le riprese di stuccatura saranno effettuate con malta a base di calce e inerti di granulo-metria variabile, nel rispetto dei cromatismi esistenti.

    1.5 Per gli intonaci la raccomandazione fondamentale è di non utilizzare mai come legante delle malte il cemento, ma essere realizzati conmalta a base di calce idraulica. Gli inerti delle malte (sabbia) saranno scelti con lo stesso colore e composizione granulometrica di quelliesistenti in modo da mantenerne il colore e la consistenza. Uguale cura sarà osservata nella posa in opera. Gi intonaci non saranno messi

    in opera ”a piombo” con le “rigature”, ma devono essere posati a mano “senza riga” seguendo l’andamento superficiale delle murature stesse.

    1.6 La tinteggiatura esterna sarà eseguita con tinte a tempera e a calce, ovvero a silicati (a base di terre), che presentino elevate caratteri- stiche di resistenza ai raggi UV e di permeabilità al vapor acqueo.1.7 Le tonalità dei colori da utilizzare per tinteggiature esterne saranno quelle delle pitture a base di terre (silicati) tipiche della tradizione

    costruttiva.

    2. Raccomandazioni specifiche per elementi architettonici.

    2.1 E’ preferibile che le coperture restino invariate nelle quote di imposta e di colmo originali, nonché nei profili di gronda.2.1. 1 I manti di copertura saranno possibilmente recuperati o ripristinati con elementi di tipo tradizionale (coppo e controcoppo; coppo

    ed embrice).

    2.1. 2 Gli eventuali lucernai sulle coperture fatte salve eventuali diverse disposizioni degli strumenti comunali vigenti dovrebbero esserelimitati nel numero e nelle dimensioni e tali da assicurare il passaggio per l’ispezione della copertura stessa.

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    2.1 3 E’ consigliata la ricostruzione delle torrette da camino e gli abbaini esistenti, possibilmente con materiali di recupero simili a quelli precedenti, per far fronte a problemi di instabilità rifacendosi comunque, sempre ai modelli originali i cui disegni e materiali saranno ri-

     spettati.2.2 Gli elementi caratteristici dei prospetti esterni saranno valorizzati conservando sia i materiali che le forme e dimensioni originali, ov-

    vero ripristinandoli dove è possibile. In particolare:2.2. 1 Le aperture originarie praticate nei muri per ospitare passaggi pedonali, portoni, porte e finestre andranno conservate e occorrerà prevedere nell’intervento di miglioramento antisismico anche il consolidamento di questi particolari.

    2.2. 2 Gli elementi architettonici delle aperture (incorniciature, architravi, piedritti, cornicioni, portali, ...) andranno mantenute ripristi-

    nando le parti mancanti, ovvero sostituiti con elementi dello stesso materiale quando sia irrecuperabile quello originale.2.2. 3 Gli infissi saranno riproposti possibilmente in legno.2.2. 4 Le soglie ed i davanzali saranno riproposti con materiali di tipo tradizionale effettuando gliinterventi con gli accorgimenti necessari per garantire la sicurezza antisismica.

    2.2. 5 Le inferriate di tipo antico saranno restaurate; mentre quelle nuove dovranno essere riproposte con materiali tradizionali e disegnoche si ispiri allo stile locale.

    2.2. 6 I canali di gronda ed i pluviali da sostituire saranno riproposti con materiali e forme che rispettino il decoro dell’ambiente urbano: si consiglia di utilizzare elementi di rame con terminali in ghisa.

    2.2. 7 Gli sporti di gronda manterranno la conformazione originaria e saranno eventualmente riproposti con materiali tradizionali e dise- gno che si ispiri allo stile locale, adottando gli accorgimenti necessari per garantire la sicurezza antisismica.

    2.3. Gli elementi caratteristici degli interni saranno salvaguardati o restaurati, sia che si tratti di controsoffittature decorate o di pregio, sia di strutture orizzontali dove il miglioramento sismico dovrà privilegiare soluzioni che adottino materiali e idonee tecniche costruttive

    tradizionali, nonché il mantenimento degli elementi stessi. Nello specifico si raccomanda di mantenere i solai in legno, per i quali è con- sentito il ricorso a tecniche di consolidamento con materiali collaboranti; fermo restando che, insieme all’irrigidimento, deve essere ga-

    rantita l’idonea ammorsatura con le strutture verticali.

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    7. PERFORAZIONI ARMATE

    SCHEDA B.6(Linee guida per gli interventi di riparazione del danno e miglioramento sismico per gli edifici di culto e monumentali - parte seconda - Re-

    gione Molise CNR-DAST-UOIG - approvate con Decreto del Commissario Delegato n.70/2004) 

    7.1 Principi funzionali di baseIl metodo consiste nella cucitura di lesioni attraverso una fitta rete di barre iniettate disposte in maniera casuale

    o su più file ad interasse variabile. L’idea è connessa alla volontà di fornire localmente una certa resistenza atrazione.La tecnica non è coerente con il funzionamento delle costruzioni in muratura che sono realizzate sen-za far affidamento sulla resistenza a trazione della muratura. 

    7.2 Campi d’applicazioneSono interventi volti al miglioramento dei collegamenti tra elementi murari tra loro semplicemente a contatto,indicati in tutti i casi in cui si voglia realizzare un’idonea ammorsatura tra parti adiacenti o dove il collegamentorisulta compromesso, in tutti i casi in cui sia necessario effettuare buoni collegamenti tra muri che si interseca-no a cantonale, a martello o a croce.La tecnica è invasiva, irreversibile e poco efficace dal punto di vista strutturale. Inoltre, è di difficile valutazionel’efficacia dell’ancoraggio delle barre nella muratura che comunque dovrebbe essere fortemente iniettata. Con-siderate le caratteristiche tipologiche delle murature Molisane tale tecnica è da evitare come intervento siste-matico di consolidamento della muratura, per l'insieme di impatti prodotti2.

    Si consiglia di realizzare tale intervento su murature a doppio paramento con sacco interno, a meno di avere lacertezza che le barre di armatura vadano ad ancorarsi agli elementi lapidei dei paramenti opposti. 

    7.3 Applicazione della tecnica e fasi operativeDi solito viene impiegata negli incroci murari d’angolo e nei collegamenti tra muri perimetrali e di spina. Taleintervento deve essere effettuato disponendo le barre d’armatura a 45°, rispetto alla giacitura orizzontale deipannelli murari, realizzando un reticolo armato che riesca ad assorbire gli sforzi di trazione indotti dalle solleci-tazioni esterne e a conferire un maggior grado di duttilità alla connessione. Tale intervento deve prevederel’utilizzo di miscele leganti con caratteristiche di elevata aderenza ed antiritiro, per poter contare sulla collabo-razione fra armature e muratura.Fasi operative dell’intervento:−  individuazione della disposizione dei perfori;−  foratura della muratura con sonde esclusivamente rotative. I fori possono essere inclinati a 45° oppure o-

    rizzontali, disposti lungo i giunti su tutto lo spessore. L’interasse è funzione dello spessore e della presenza

    di diatoni nella muratura; nel caso di iniezioni a base di malta cementizia il foro deve essere di dimensionipari a 2 volte il diametro della barra (φ foro =2φ barra); se invece le iniezioni sono a base di resine il foro saràpari al diametro del foro della barra più 5 mm. (φ foro = φ barra+ 5mm.);

    −  pulitura dei fori per mezzo di getto ad aria in pressione e lavaggio con acque per garantirne una miglioreaderenza tra muratura e malta successivamente iniettata;

    −  inserimento delle barre d’acciaio ad aderenza migliorata (φ  = 10/18mm.) opportunamente inclinate e so-vrapposte, munite di distanziatori perimetrali per evitare il contatto con la muratura;

    −  iniezione della malta a bassa pressione (inferiore a 2 atm). In alcuni casi è opportuno realizzare efficientiancoraggi con piastre alle estremità delle barre al fine di eliminare rischio di sfilamento. Utilizzando barrepiegate a L si rende necessario solo un ancoraggio all’estremità opposta;

    −  riempimento della testa del foro e copertura degli eventuali ancoraggi con malta cementizia e/o resina. 

    7.4 Accorgimenti varianti e limiti

    Tale intervento è fortemente sconsigliato e comunque da considerare solo in mancanza di alternative valide dadimostrare con dettagliata specifica tecnica. Può essere consentito dopo la presentazione di accertata e do-cumentata verifica inserita in un ampio programma di interventi.” In alternativa all’ancoraggio chimico la barrametallica potrà essere passante e collegata alla muratura con piastre metalliche su entrambi i lati (vedi schedaB.1.3.) 

    2Direttive per la redazione ed esecuzione di progetti di restauro comprendenti interventi di miglioramento e manutenzione nei complessi architettonici di

    valore storico-artistico in zona sismica ( approvate dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, con integrazioni e specificazioni nella seduta del 28/11/1997,

     prot. 564. 

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    7.5 Riferimenti normativi perforazioni armate ordinanza pcm 3274 s.m.i. - allegato 2L’uso di perforazioni armate deve essere limitato ai casi in cui non siano percorribili le altre soluzioni proposte,per la notevole invasività di tali elementi e la dubbia efficacia, specie in presenza di muratura a più paramentiscollegati; in ogni caso dovrà essere garantita la durabilità degli elementi inseriti (acciaio inox, materiali com-positi o altro) e la compatibilità delle malte iniettate. Anche in questo caso, l’eventuale realizzazione di un buoncollegamento locale non garantisce un significativo miglioramento del comportamento d’assieme della costru-

    zione. 

    Figura B.6.1 - Schema delle modalità operative

    INTERNO

    SEZIONE

    ESTERNO

    MURATURA

    SPESSORE VARIABILE

    PIASTRA DI FERMO CON BULLONE

    BARRA DI ACCIAIO INOX

    .

     Ancoraggio intermedio ai bolzoni,delle cerchiature in acciaio su parete

    perimetrale esterna

     Ancoraggio dei bolzoni,alle cerchiature in acciaio su pareteperimetrale esterna

    Bolzone

    Muratura perimetrale esterna

    Saldatura

     Ancoraggio con perforazionearmata

     Ancoraggio con perforazionearmata  UPN100 di acciaio

    VOLTA DI PIANO

    Iniezioni di malta

    Iniezioni di malta

     Ancoraggio con perforazionearmata

     Ancoraggio con perforazionearmata

    Bolzone

    Saldatura

     

    Perforazioni a consolidamento delle volte

    Perforazione armata

     

    Perforazioni armate di consolidamento dei pilastri degli arconi

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    Perforazioni armate postesulla trave di collegamento

    fra le capriata

     

    Perforazioni armate 

    Tamburo con struttura in acciaioancorata alla base con perforazioniarmate

     

    Perforazioni armate

    Muratura

     Arcarecci

    (coppi)Tegole

    Travicelli

    Zampini in legno

    Manto impermeabile

    Tavolato

     Perforazioni armate a collegamento della copertura con la muratura

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    8. CONNESSIONE DEI SOLAI DI PIANO E DELLE COPERTURE ALLE MURATURE

    SCHEDA B.13(Linee guida per gli interventi di riparazione del danno e miglioramento sismico per gli edifici di culto e monumentali - parte seconda - Re-

    gione Molise CNR-DAST-UOIG - approvate con Decreto del Commissario Delegato n.70/2004) 

    8.1 Principi funzionali di baseL’esigenza di conferire un comportamento scatolare alle strutture in muratura rende necessario eliminare pos-sibili azioni di martellamento degli elementi della copertura sulla muratura del timpano. La tecnica, per le co-

    struzioni esistenti, si basa sul collegamento delle membrature principali delle unità di orizzontamento (traviprincipali dei solai, travi di colmo o terzeri del tetto) con le pareti portanti dell’edificio.

    8.2 Campi di applicazioneQuest’intervento assicura il corretto collegamento tra l’orditura lignea della copertura e la muratura del timpa-no favorendo il comportamento scatolare dell’edificio. La tecnica è di impiego universale e, risulta di facile eimmediata realizzazione nelle costruzioni storiche in muratura.

    8.3 Applicazione della tecnica e fasi operativeIl collegamento tra l’orditura lignea e la muratura può essere realizzato tramite bandelloni (o sogofese) di me-tallo (ferri piatti), oppure, più raramente, di legno, chiodati o avvitati alle membrature principali della coperturae inseriti nella muratura del timpano alla quale sono fissati per mezzo di bolzoni capochiave o di altri organisimili.I bandelloni (o sogofese) possono essere applicati al bordo inferiore delle travi, ma, più opportunamente, alle

    facce. La testa della trave può essere irrobustita con l’applicazione di una staffa metallica. Ai bandelloni della tradizione costruttiva si tende oggi a sostituire piatti o barre metalliche ancorate alla mura-tura, oppure lamine in fibre di carbonio, fissate per incollaggio, che occupano uno spessore molto limitato.

    Collegamento delle travi di terzere con cuffie in acciaio alla muratura del timpanoNel caso in cui le travi di terzere risultano poggiate nella muratura del timpano, esse possono esercitare unaazione di martellamento sulla muratura stessa che può portare al collasso parziale della struttura. Il collega-mento al timpano stesso può essere effettuato in modi diversi, di cui alcuni sono di seguito illustrati:−  collegamento delle travi di terzere al timpano con due cuffie a C in lamiera sovrapposte alla trave e colle-

    gate alle travi con bulloni passanti e alla parete con tasselli meccanici o chimici che possono arrivare finoall’esterno ed eventualmente ancorate con piastre metalliche.

    −  montaggio in aderenza alla parete del timpano di una trave reticolare realizzata con profili a C o angolarialla quale vengono collegate le travi di terzere. La trave reticolare, poggiata sulle pareti laterali, è collegataal timpano con tasselli meccanici o chimici e/o piastre all’esterno e controventata con tiranti metallici al

    cordolo perimetrale.8.4 Accorgimenti, varianti e limitiE’ sempre necessario dotare di organi di regolazione gli elementi di collegamento.E’, inoltre, necessario realizzare i nodi di collegamento con la muratura in modo che abbiano invasività minimaevitando brecce o squarci di dimensioni considerevoli nelle pareti murarie. 

    8.5 Riferimenti normativiconnessione dei solai di piano e delle coperture alle murature ordinanza pcm 3274 s.m.i. - allegato 2

    L’efficace connessione dei solai di piano e delle coperture alle murature è necessaria per evitare lo sfilamentodelle travi, con conseguente crollo del solaio, e può permettere ai solai di svolgere un’azione di distribuzionedelle forze orizzontali e di contenimento delle pareti. I collegamenti possono essere effettuati in posizioni pun-tuali, eseguiti ad esempio in carotaggi all’interno delle pareti, e allo stesso tempo non devono produrre un di-sturbo eccessivo ed il danneggiamento della muratura.

    Nel caso di solai intermedi, le teste di travi lignee possono essere ancorate alla muratura tramite elementi,metallici o in altro materiale resistente a trazione, ancorati sul paramento opposto.

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     Ancoraggi della trave in legno di copertura alla muratura

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    Capriata reticolare in acciaio con profiliUPN 100

    Capriata reticolare in acciaio con profili UPN100

    Profilo di collegamento in acciaio UPN100

    Profilo dicollegamento in acciaio UPN100

    Profilo dicollegamentoin acciaio UPN100

    Perforazioniarmate d. 20 mmposteagliincroci del reticolo dellacapriata

    Tirante dicontroventatura in acciaio d. 24 mm

    piastra di collegamento

     

    Capriata con profili UPN 80in aderenza al timpanodel prospeto principale

    Perforazione armata per agganciodella capriata in acciaio alcordolo in c.a. esistente

    Riempimento lateraledelle volte

     Capriate in aderenza al timpano

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    9. SOLETTA ARMATA CON PERFORI INCROCIATI

    9.1 Principi funzionali di baseLa realizzazione della soletta armata rappresenta un classico metodo di intervenire sugli orizzontamenti per irri-gidirli nel proprio piano. Se l’intervento è eseguito a regola d’arte, ovvero collegando in maniera idonea la solet-ta sia alle murature d’ambito che agli elementi di solaio, si ottengono molteplici vantaggi: connessione solaio-muro, connessione muro-muro, irrigidimento nel piano del solaio, irrigidimento per carichi verticali con realizza-

    zione di una sezione mista (es. legno-cls, acciaio-cls) o di una sezione di maggior inerzia (solai in latero-cemento).- 

    9.2 Campi di applicazioneL’intervento può essere eseguito su diverse tipologie di solai: legno, acciaio, laterizio armato (Sap), precom-presso e pignatta o, comunque, solaio rasato. E’ un intervento consigliato per i solai di piano. L’intervento risultaproponibile su tutte le tipologie di solaio ponendo attenzione al sistema di collegamento della soletta allo stessoa seconda del tipo di travatura. L’intervento risulta proponibile su tutti i tipi di muratura, particolari precauzionivanno prese in fase di realizzazione sui muri a sacco, in virtù del fatto che i perfori debbono essere realizzati inmodo da interessare una zona di muratura tale da raggiungere il paramento esterno.

    9.3 Applicazione della tecnica  messa a nudo del solaio portando in vista le varie orditure;  creazione di collegamenti a mezzo di “connettori” (barre saldate, viti a legno, tirafondi, greche , pioli....) tra il

    solaio e la soletta da realizzare;  predisposizione di puntelli al di sotto del solaio;  creazione di perfori φ 35 incrociati , passo 50cm sul perimetro del campo di solaio, armati con barre φ 16inghisate a mezzo di boiacca cementizia a ritiro compensato;  spingere le perforazioni in profondità per almeno 2/3 dello spessore del muro inclinandoli sia in orizzontaleche in verticale e, comunque se la tipologia del muro risulta a doppio paramento, fino ad interessare il paramen-to esterno;  apposizione di r.e.s. φ 5/10*10 sul campo di solaio sovrapponendola, ove necessario, per almeno 2-3 ma-glie con risvolto “cementato” sul muro per almeno 40-50 cm;  esecuzione del getto in cls.Le connessioni della soletta al solaio vanno realizzate mediante elementi connettori di idonea rigidezza a taglio(pioli, barre sagomate, greche, tirafondi) saldati, avvitati o inghisati sugli elementi dei solai con passi valutati infunzione del grado di miglioramento delle caratteristiche statiche da raggiungere.

    Le connessioni della soletta alla muratura vanno eseguite tramite perforazioni armate preferibilmente incrociatea 30°-45° in modo da interessare una fascia di muratura il più possibile ampia a formare una zona di rigidezzaadeguata in grado di offrire un vincolo efficace delle murature ai solai e delle murature fra loro. 

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    10. PIATTI IN ACCIAIO DI COLLEGAMENTO DEL TAVOLATO LIGNEO ALLE MURATURE D’AMBITO

    10.1 Principi funzionali di baseLaddove alle esigenze di miglioramento statico si debbano accompagnare caratteristiche di conservazione sto-rica e architettonica del manufatto interventi di irrigidimento mediante soletta armata sono sostituiti da irrigidi-menti con tavolati lignei incrociati a quelli esistenti con inclinazioni che possono essere di 45° o 90° rispetto aquesti ultimi. Il doppio tavolato ligneo offre una discreta rigidezza sia nel piano che in direzione ortogonale alpiano.- 

    10.2 Campi di applicazioneL’intervento riguarda esclusivamente solai lignei. Sono utilizzati sia per i solai di piano che per quelli di copertu-ra. L’intervento risulta proponibile su tutti i tipi di muratura, particolari precauzioni vanno prese in fase di realiz-zazione sui muri a sacco, in virtù del fatto che i perfori debbono essere realizzati in modo da interessare unazona di muratura tale da raggiungere il paramento esterno.

    10.3 Applicazione della tecnica  messa a nudo del solaio portando in vista il tavolato esistente;  apposizione di lame a “v” in profilato piatto fissate al tavolato mediante chiodi forgiati; il passo delle lamedeve essere dell’ordine degli 80-100 cm;  saldare all’estremità delle “v” un tondo con estremità filettata da portare all’esterno del muro;  disporre un nuovo tavolato incrociato chiodato sia al vecchio tavolato che alle orditure principali e, se pre-senti, secondarie del solaio ligneo;  contrastare dall’esterno con capichiave a piastra o a paletto la barra filettata saldata alle lame collegate alsolaio. 

    10.4 Accorgimenti varianti e limitiIl vincolo alle murature d’ambito deve essere realizzato mediante lame d’acciaio disposte incrociate ad interas-se di 80-100 cm. Le lame devono essere dotate, per la parte che entra nella muratura, di barra da inghisareall’interno della stessa o da contrastare dall’esterno con piatti metallici. Il secondo strato di tavolato deve essereidoneamente connesso al primo con viti a legno in ragione di 4-6/mq disposte a quinconce ed in corrispondenzadelle orditure principali e secondarie, se presenti, collegato con tirafondi o viti in profondità.

    11. INSERIMENTO DI CAPICHIAVE

    11.1 Principi funzionali di baseIl collegamento delle travi lignee alle murature, effettuato tramite piatti in acciaio fissati tramite viti o tirafondi alleteste delle stesse, accompagnato dall’inserimento di un capochiave di contrasto realizza oltre al collegamentosolaio-muro anche la connessione muro-muro in maniera diffusa. Infatti vista la buona capacità degli elementilignei di resistere a trazione, si possono sfruttare le travi stesse come sistema di tirantatura.

    11.2 Campi di applicazioneL’intervento riguarda esclusivamente solai lignei e risulta proponibile su tutti i tipi di muratura.

    11.3 Applicazione della tecnica  revisione delle teste delle travi lignee; se ammalorate consolidarle e trattarle in maniera da preservarle daattacchi di funghi e insetti;  apposizione di piatti in acciaio fissati lateralmente alla trave (meglio se sui due lati) mediante chiodi forgiati;  saldare all’estremità dei piatti un tondo con estremità filettata da portare all’esterno del muro;  contrastare dall’esterno con capichiave a piastra o a paletto la barra filettata saldata ai piatti collegati alleteste delle travi.La raccomandazione principale è quella di valutare attentamente le condizioni del legname ed eventualmente diintervenire mediante opere di consolidamento delle travature e trattamento contro l’aggressione di insetti.

    11.4 Accorgimenti varianti e limitiLa raccomandazione principale è quella di valutare attentamente le condizioni del legname ed eventualmente diintervenire mediante opere di consolidamento delle travature e trattamento contro l’aggressione di insetti. 

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    12. SOSTITUZIONE DI SOLAI DI PIANO E DI COPERTURA

    12.1 Principi funzionali di baseImpone la realizzazione di una “cordolatura” perimetrale in grado di collegare gli elementi alle murature e di in-catenare le murature stesse. I nuovi solai possono essere realizzati in:  legno;

      acciaio;  latero-cemento (tuttavia sconsigliati perché presuppongono l’esecuzione di cordoli in breccia e comunqueperché apportano incrementi di carichi e, conseguentemente, di masse sismiche di entità maggiore delle altretipologie summenzionate).Le nuove coperture possono essere realizzate in:  legno;  acciaio;  latero-cemento (tuttavia sconsigliati perché la massa sismica che ne deriva è molto superiore rispetto aquella delle altre tipologie summenzionate e comunque solo dopo verifica dell’ammissibilità dei carichi trasferitialle murature sottostanti in rapporto alle stesse.

    12.2 Campi di applicazioneL’introduzione di solai in acciaio è da preferirsi a tutti i livelli del fabbricato rispetto all’inserimento di solai in late-ro-cemento.

    12.3 Applicazione della tecnicaa) Nuovo solaio:  realizzazione di collegamenti tra l’orditura principale e le murature mediante zanche metalliche o simili;  posa in opera della rete elettrosaldata e dell’armatura e suo collegamento alle murature d’ambito (risvoltorete o perfori) e all’orditura principale;  esecuzione del getto in cls e dell’eventuale cordolo perimetrale;  sostegno del solaio durante la fase realizzativa.a) Nuova copertura:  realizzazione di collegamenti tra l’orditura principale e le murature mediante zanche metalliche o simili;  posa in opera della rete elettrosaldata e dell’armatura e suo collegamento all’orditura principale;  esecuzione del getto in cls e dell’eventuale cordolo perimetrale;  sostegno del solaio durante la fase realizzativa.

    12.4 Accorgimenti varianti e limitiPartendo dai solai di piano la tipologia a travetto tralicciato o prefabbricato e pignatta, con sovrastante getto dicompletamento, presupporrebbe la realizzazione di cordoli in c.a. in breccia sulle murature con evidenti pro-blemi legati alla realizzazione degli stessi (aggravio dello stato tensionale delle murature al di là della “breccia”con impossibilità d ritorno alla situazione preesistente) e al collegamento con le murature d’ambito (creazione,per ritiro del cls, di due corpi slegati).E’ da preferirsi una soluzione con solai “leggeri” in acciaio o in legno irrigiditi tramite una cappa in cls alleggeritoo, per solai lignei, con un doppio tavolato incrociato ancorando il pacchetto alle murature perimetrali e dotandoil campo di cordolature metalliche o di tradizionali sistemi di incatenamento.

    In copertura, com’è intuitivo comprendere, l’utilizzo di solai lignei o metallici minimizza le masse strutturali econseguentemente le forze sismiche di piano, mentre quelli in latero-cemento tendono ad appesantire il siste-ma strutturale proprio in sommità. Per quanto riguarda le tipologie di cordolatura da inserire, quando si procedaalla sostituzione integrale di un solaio, si rimanda a quanto detto nelle raccomandazioni precedenti.  

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    13. INTERVENTI DI PRESIDIO SU ARCHI E PIATTABANDE

    13.1 Principi funzionali di baseHanno lo scopo di migliorare il comportamento di tali elementi e di evitare fenomeni di collasso puntuali all’internodella struttura per effetto delle sollecitazioni esterne.L’intervento può prevedere:  arco con tirante orizzontale;

      arco con perforazioni incrociate.13.2 Campi di applicazioneGli archi, notoriamente strutture spingenti, se non ben contrastati o incatenati, già per soli carichi verticali, produ-cono spinte di notevole entità sui muri d’ambito.Presidi per ridurre o eliminare tali carenze sono realizzati mediante catene metalliche orizzontali inserite alle renio contrafforti di adeguate dimensioni in grado di ricentrare le spinte all’interno del terzo medio ed evitare fenomenidi parzializzazione delle sezioni alla base delle murature su cui scaricano gli archi.

    13.3 Applicazione della tecnicaa) arco con tirante orizzontale  esecuzione dei fori passanti di diametro 25-30mm alle reni dell’arco mediante carotiere a rotazione;  scasso nella muratura per inserimento delle piastre di ancoraggio. Il piano di posa di queste andrà preparatocon malta a ritiro compensato;  rinforzo della muratura retrostante la piastra di ancoraggio dei tiranti;  taglio a preparazione dei tiranti filettati agli estremi;  inserimento delle barre (o dei trefoli) in apposite scanalature effettuate lungo la muratura;  messa in opera delle piastre dello spessore di circa 15mm, con opportune nervature o adeguato rapporto tralarghezza e lunghezza del paletto;  messa in tensione dei tiranti con chiavi dinamometriche;  sigillatura delle scanalature con malta a ritiro compensato.

    b) arco con perforazioni incrociate

      perforazione dell’arco (φforo = 20-35 mm) opportunamente disposte a quiconce e inclinate sia rispetto al pianoverticale contenente l’arco sia rispetto al piano verticale ortogonale al piano dell’arco per l’alloggiamento dellabarra (φbarra = 10-18 mm); la lunghezza del perforo rispetto allo spessore s dell’arco deve risultare Imin = 2s;   lavaggio dei perfori con acqua immessa a modesta pressione fino a saturazione;   immissione nei fori di barre di acciaio ad aderenza migliorata (φ = 10/18 mm); 

    sigillatura delle imperniature con iniezioni a bassa pressione di legante. 13.4 Accorgimenti varianti e limiti

    Per ciò che concerne gli architravi, qualora fossero ammalorati o insufficienti a sopportare i carichi su di essi gra-vanti, la sostituzione deve essere eseguita con elementi preferibilmente metallici o singoli o accoppiati (legati dabullonature diffuse) in modo da garantire un’elevata indeformabilità flessionale e la circuitazione delle tensioni neipressi delle forature (porte, nicchie, finestre, edicole.......) presenti nelle pareti.Le piattabande ricostruite, per esigenze di natura storica e architettonica, in laterizio devono essere poste in ope-ra con tiranti metallici all’interno in grado di fornire una forza di “precompressione” a sistema per sopportare i cari-chi gravanti.

    13.5 Riferimenti normativicatene decreto n.35/2005 approvazione direttive tecniche per gli interventi su immobili privati e sugli edifici pub-blici - o.c. n.13/2003 art.2

     Accertare preliminarmente la necessità di catene o altri dispositivi di eliminazione della spinta in assenza di idoneicontrafforti o insufficienza della muratura.

    Progettare la catena in modo che non sia troppo deformabile rispetto alla struttura spingente e/o ai muri che lasostengono.

    Collocare le catene alle reni o all’imposta e, solo qualora ciò non sia possibile, verificare la possibilità di posizionialternative (ad esempio più in alto), verificando in ogni caso che si costituisca un sistema strutturale in grado dichiudere le spinte.

    Usare di norma ancoraggi esterni con capochiave. Quando ciò non sia possibile, analizzare l’opportunità di realiz-zare un ancoraggio all’interno della muratura, adeguatamente rinforzata.  catene ordinanza pcm 3274 s.m.i. - allegato 2

    Gli interventi sulle strutture ad arco o a volta possono essere realizzati con il ricorso alla tradizionale tecnica dellecatene, che compensino le spinte indotte sulle murature di appoggio e ne impediscano l'allontanamento recipro-co. Le catene andranno poste di norma alle reni di archi e volte. Qualora non sia possibile questa disposizione, sipotranno collocare le catene a livelli diversi purché ne sia dimostrata l'efficacia nel contenimento della spinta. Talielementi devono essere dotati di adeguata rigidezza (sono da preferirsi barre di grosso diametro e lunghezza, per

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    quanto possibile, limitata); le catene devono essere poste in opera con un’adeguata presollecitazione, in modo daassorbire parte dell’azione spingente valutata tramite il calcolo (valori eccessivi del tiro potrebbero indurre dan-neggiamenti localizzati). In caso di presenza di lesioni e/o deformazioni, la riparazione deve ricostituire i contattitra le parti separate, onde garantire che il trasferimento delle sollecitazioni interessi una adeguata superficie econsentire una idonea configurazione resistente.

    Piattabande esistenti in legno

    Trave di acciaio

    eseguite con barra filettataChiavarde di acciaio

    bullone e rondella

    Pavimento

    Calcestruzzo

    Mattoni di argilla

    Muratura

     

    Chiavarde di acciaio

    eseguite con barra filettata

    Muratura

    Travi di acciaioMattoni di argilla

     

    Chiavarde di acciaioeseguite con barrafilettata

    Mattoni di argilla Travi di acciaio

    Calcestruzzo

     

    trave di acciaio

    riempimento con malta speciale antiritiro

    chiavarde in acciaio

    .mattoni pieni

    piattabanda esistente, in legno

     Particolare piattabanda con architrave in legno

    eseguite con barra filettataChiavarde di acciaio

    Muratura

    Pavimento

    Calcestruzzo

    Trave di acciaio Arco in mattoni di argillaRiempimento con mattoni di argilla

    Mattoni di argilla

     

    eseguite con barra filettata

    Variabile

    Proiezione arco

    Muratura

    Chiavarde di acciaioMattoni di argilla

     

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    Riempimento con mattoni di argilla

    Mattoni di argilla

    Calcestruzzo

     Arco in mattoni di argilla

    Travi di acciaio

    Chiavarde di acciaio

    eseguite con barra filettata

     

    arco in mattoni pieni

    trave di acciaio

    chiavarde in acciaio

     Particolare piattabanda con arco in mattoni pieni

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    14. CAPPA IN CLS

    INTERVENTO COMBINATO DI CAPPA IN CLS ARMATO ALL’ESTRADOSSO DI VOLTE/ARCHI E SUO COL-LEGAMENTO A CORDOLO PERIMETRALE O CONSOLIDAMENTO DI VOLTE CON MATERIALI FRP

    14.1 Principi funzionali di baseConsolidamento di archi e volte.

    14.2 Campi di applicazione

    Gli interventi di rinforzo su volte in laterizio o in pietra si rendono necessari quando tali sistemi di orizzontamentorisultano spingenti o ammalorati o in condizioni di equilibrio precario a causa di fenomeni di dissesto pregressi. Lecappe in cls vanno inserite all’estradosso delle volte e legate alle murature d’ambito tramite nastri o bandelle inmateriale composito FRP adeguatamente ancorati alle murature d’ambito.

    14.3 Applicazione della tecnica  verifica dello spessore della muratura o eliminazione della spinta;  puntellamento della struttura;  rimozione del materiale di riempimento avendo particolare cura nel non perturbare la struttura voltata;  pulitura della superficie estradossale;  posa in opera della rete elettrosaldata e dell’armatura di collegamento della cappa in cls alla volta o all’arco edella cappa in cls alle murature d’ambito;  esecuzione del getto (in cls) della controvolta e dell’eventuale cordolo perimetrale alle reni;  ancoraggio del getto in cls alle murature tramite adeguate imperniature;  successivo riposizionamento del riempimento eseguito con cls leggero e argilla espansa.14.4 Accorgimenti varianti e limitiSono sconsigliati interventi con cappe in cls di spessore superiore agli 8-10 cm in quanto, in virtù della loro rigi-dezza nei confronti della volta in laterizio o in pietra potrebbe causare il distacco di alcuni elementi in fase sismica. Altresì, intervenendo con i materiali compositi, le operazioni sia di preparazione del supporto che di incollaggio eancoraggio delle fibre debbono essere eseguite da personale specializzato.

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    15. SPERONI E RINGROSSI MURARI

    SCHEDA B.1(Linee guida per gli interventi di riparazione del danno e miglioramento sismico per gli edifici di culto e monumentali - parte seconda - Re-

    gione Molise CNR-DAST-UOIG - approvate con Decreto del Commissario Delegato n.70/2004) 

    15.1 Principi di funzionamento di baseLa stabilità di una costruzione in muratura non è legata solo alla resistenza dei materiali, ma anche al buon col-legamento tra gli elementi che la compongono. Talvolta, singole pareti o interi edifici sono instabili o a rischio di

    collasso per fenomeni di ribaltamento, provocate, ad esempio, da spinte orizzontali di volte o archi non contra-state. Tali strutture possono essere sostenute e i loro movimenti contrastati e bloccati dalla costruzione di ade-guati speroni o ringrossi murari.S’intende, con il termine sperone, altrimenti detto contrafforte o barbacane, un elemento in muratura di lar-ghezza limitata addossato ad una parete a contrasto della stessa.Il ringrosso murario è invece il caso di un intervento esteso all’intera parete soggetta a dissesto, di spessorepiù limitato, tale da compensare il fuori piombo e, se necessario, fornire una piccola scarpa.I principi funzionali di base sono analoghi a quelli delle puntellazioni: tali elementi sono in grado di contrastarele azioni di spinta che agiscono sulle strutture instabili cui sono connessi, grazie alla loro forma, al loro peso ealla posizione rispetto al cinematismo che intendono contrastare.Lo sperone o il ringrosso murario è realizzato per integrarsi con la struttura originaria e, formare quindi, unnuovo elemento murario stabile dal punto di vista geometrico e nei riguardi delle azioni esercitate.

    Ringrosso

    murario

     

    Figura B.1.1 – Schematizzazioni di speroni e ringrossi murari. 15.2 Campi di applicazione Si applicano nei casi in cui una parete muraria si trova in precarie condizioni di stabilità, in quanto fortementefuori piombo o soggetta a spinte orizzontali significative, in assenza didonei elementi di connessione (ammor-samento con murature ortogonali, catene metalliche, ecc.).Rispetto alle puntellazioni che, generalmente per la loro rapida esecuzione e possibilità di rimozione sono im-piegate negli interventi di messa in sicurezza di emergenza o di semplice prevenzione, gli speroni e i ringrossimurari sono più spesso impiegati in quelle situazioni in cui l’intervento si pone come definitivo o nelle quali siprevede che esso rimarrà in opera per un lungo periodo di tempo. Si sottolinea, tuttavia, come esso sia rever-sibile e quindi, in linea di principio, adottabile anche come opera non definitiva.

    15.3 Applicazione della tecnica e fasi operativeLa realizzazione degli speroni e dei ringrossi consiste, in sostanza, nella costruzione di masse murarie o incalcestruzzo, di varia geometria e dimensioni, addossate e opportunamente ammorsate alle murature origina-rie. L’utilizzo del calcestruzzo è però sconsigliato per problemi d’incompatibilità chimico-fisica e strutturale conla struttura esistente.Se viene impiegata la muratura di mattoni si sottolinea l’esigenza, al fine di limitare i fenomeni di ritiro che po-trebbero limitare l’efficacia dell’intervento, di formare giunti con poca malta.La costruzione dello sperone segue le fasi e il metodo costruttivo proprio di una qualsiasi struttura muraria epuò eventualmente essere associata ad altri sistemi e dispositivi di contenimento delle spinte, quali tiranti, ca-tene o cerchiature. La fase di realizzazione delle fondazioni deve tenere conto delle inevitabili interferenze chei relativi scavi avranno con le strutture di fondazioni dell’edificio esistente e quindi, dovrà osservare particolaricautele per evitare di indurre danni indesiderati o di peggiorare la situazione di equilibrio in cui versa la fabbri-ca.

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    15.4 Accorgimenti, varianti e limitiUn limite implicito nella tecnica è costituito dalla realizzazione stessa dello sperone, che richiede l’esistenza dispazi liberi limitrofi la cui entità è proporzionale all’altezza dello sperone stesso. Per questo, non sempre èpossibile ricorrere a questa tecnica per stabilizzare strutture instabili, soprattutto se particolarmente alte e snel-le, oppure se comprese entro un tessuto urbano denso.Va rilevato come gli speroni, al contrario dei puntelli, non possano essere messi in forza. Essi rappresentano,quindi, solo un presidio eventuale che, diventa efficace solo a prezzo di una progressione del dissesto o in oc-

    casione di un evento sismico. Inoltre, come già evidenziato, la costruzione dello sperone comporta scavi difondazione che possono determinare rischi ulteriori per la stabilità della struttura da rinforzare. La costruzionedi uno sperone murario, infine, muta radicalmente la configurazione e l’aspetto di un edificio e può avere unnotevole impatto sul suo intorno e sull’ambiente in generale.

    15.5 Riferimenti normativisperoni e ringrossi murari  ordinanza pcm 3274 s.m.i. - allegato 2  

    Per assorbire le spinte di volte ed archi non deve essere esclusa a priori la possibilità di realizzare contrafforti oringrossi murari. Questi presentano un certo impatto visivo sulla costruzione ma risultano, peraltro, reversibili ecoerenti con i criteri di conservazione. La loro efficacia è subordinata alla creazione di un buon ammorsamentocon la parete esistente, da eseguirsi tramite connessioni discrete con elementi lapidei o in laterizio, ed allapossibilità di realizzare una fondazione adeguata. 

    Figura B.1.2 - Alcuni esempi di speroni e ringrossi murari in Ripabottoni (CB)

    Ispessimento delle murature sottili conmattoni pieni ed applicazione dellatecnica del cuci e scuci

     

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    16. IRRIGIDIMENTO DI IMPALCATI

    16.1 Principi funzionali di baseConsolidamento di solai.

    16.3 Applicazione della tecnica   puntellamento del solaio;  demolizione ed asportazione del pavimento e del sottofondo;  messa in opera dei provvedimenti necessari all’esecuzione del getto (riempimento di eventuali vuoti o di-scontinuità del solaio, protezione all’intradosso per evitare infiltrazioni durante il getto......);  realizzazione di collegamenti tra l’orditura principale e le murature mediante zanche metalliche o simili;  posa in opera della rete elettrosaldata e dell’armatura e suo collegamento alle murature d’ambito (risvoltodella rete o perfori) e all’orditura principale;  esecuzione del getto in cls e dell’eventuale cordolo perimetrale.

    16.5 Riferimenti normatividecreto n.35/2005 approvazione direttive tecniche per gli interventi su immobili privati e sugli edifici pubblici -o.c. n.13/2003 art.2Garantire, ove possibile e senza stravolgere la concezione originaria della struttura, la presenza di diaframmirigidi orizzontali e di adeguate connessioni tra solai e strutture verticali.Verificare preliminarmente la fattibilità e l’efficienza di interventi meno invasivi rispetto alla solettina in c.a., co-me crociere in acciaio o in altri materiali.Limitare, in caso di soletta, gli spessori al minimo necessario, curando il collegamento con connettori ai travettisottostanti e verificando l’eventuale variazione di ripartizione delle azioni orizzontali in conseguenzadell’irrigidimento dei diaframmi.Curare che gli appoggi dei solai sulle murature siano sufficientemente estesi e che i solai siano ben collegaticon il cordolo o con altri elementi di ripartizione sulla muratura.irrigidimento dei solai  ordinanza pcm 3274 s.m.i. - allegato 2Il ruolo dei solai nel comportamento sismico delle costruzioni in muratura è quello di trasferire le azioni orizzon-tali di loro competenza alle pareti disposte nella direzione parallela al sisma; inoltre essi devono costituire unvincolo per le pareti sollecitate da azioni ortogonali al proprio piano. La necessità di un irrigidimento per ripartirediversamente l’azione sismica tra gli elementi verticali è invece non così frequente. Per le suddette ragioni risul-ta talvolta necessario un irrigidimento dei solai, anche limitato, di cui vanno valutati gli effetti; a questo si asso-cia inevitabilmente un aumento della resistenza degli elementi, che migliora la robustezza della struttura.L’irrigidimento dei solai, anche limitato, per ripartire diversamente l’azione sismica tra gli elementi verticali com-porta in genere un aumento della resistenza, che migliora la robustezza della struttura. Nel caso dei solai ligneipuò essere conseguito operando all’estradosso sul tavolato. Una possibilità è fissare un secondo tavolato suquello esistente, disposto con andamento ortogonale o inclinato, ponendo particolare attenzione ai collegamenticon i muri laterali; in alternativa, o in aggiunta, si possono usare rinforzi con bandelle metalliche, o di materialicompositi, fissate al tavolato con andamento incrociato. Un analogo beneficio può essere conseguito attraversocontroventature realizzate con tiranti metallici. Il consolidamento delle travi lignee potrà avvenire aumentando lasezione portante in zona compressa, mediante l'aggiunta di elementi opportunamenteconnessi.soletta collaborante ordinanza pcm 3274 s.m.i. - allegato 2Nei casi in cui risulti necessario un consolidamento statico del solaio per le azioni flessionali, è possibile, con letecniche legno-legno, conseguire contemporaneamente l’irrigidimento nel piano e fuori dal piano, posando sultavolato esistente, longitudinalmente rispetto alle travi dell’orditura, dei nuovi tavoloni continui, resi collaborantialle travi mediante perni anche di legno, irrigiditi nel piano del solaio con l’applicazione di un secondo tavolato difinitura. La tecnica di rinforzo con soletta collaborante, in calcestruzzo eventualmente leggero, realizza ancheun forte irrigidimento nel piano del solaio; gli effetti di tale intervento vanno valutati sia in relazione alla riparti-zione delle azioni tra gli elementi verticali sia all’aumento delle masse. Nel caso in cui gli elementi lignei nonsiano adeguatamente collegati alle murature, è necessario collegare la soletta alle pareti, tramite elementi pun-tuali analoghi a quelli già indicati, o ai cordoli, se presenti e realizzati come successivamente descritto.caldane armate ordinanza pcm 3274 s.m.i. - allegato 2Nel caso di solai a travi in legno e pianelle di cotto, che presentano limitata resistenza nel piano, possono esse-re adottati interventi di irrigidimento all'estradosso con caldane armate in calcestruzzo alleggerito, opportuna-mente collegate alle murature perimetrali ed alle travi in legno.solettina armata ordinanza pcm 3274 s.m.i. - allegato 2Nel caso di solai a putrelle e voltine o tavelloni è opportuno provvedere all'irrigidimento mediante solettina ar-mata resa solidale ai profilati e collegata alle murature perimetrali.

    bandelle metalliche ordinanza pcm 3274 s.m.i. - allegato 2Nel caso di solai a struttura metallica, con interposti elementi in laterizio, è necessario collegare tra loro i profilisaldando bandelle metalliche trasversali, poste all’intradosso o all’estradosso. Inoltre, in presenza di luci signifi-cative, gli elementi di bordo devono essere collegati in mezzeria alla muratura (lo stesso problema si pone an-

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    che per i solai lignei a semplice orditura).

    Intervento con soletta collaborante

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    17. INSERIMENTO DI NUOVI ELEMENTI E/O REALIZZAZIONE DI NUOVE APERTURE

    17.1 Principi funzionali di base Aumentare la resistenza all’azione sismica.

    17.3 Applicazione della tecnica   collegamento delle murature nuove con le murature esistenti mediante l’inserimento di diatoni (blocchi pas-santi) distribuiti sull’altezza o il collegame