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Settimanale della Comunicazione

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REINVENTINGVIDEO ADVERTISING

EBUZZING.COM

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360com | settimanale digitale della comunicazione

ANNO V | #02 | 14 FEB 2014

in questo numero

3 visioni luciano floridi: internet delle interazioni

4 360pro.update tutti i cambi delle poltrone che contano

6 marketplace fatti & notizie dal pianeta comunicazione

23 mediadata le diffusioni dei quotidiani digitali in italia

24 media sorpresa instagram, il social più potente di tutti?

25 rubriche up & down, spazio a…, scanner, libri &…

all’internoDnsee+Hagakure, la più grande digitalIl frutto dell’unione è una re-altà con oltre 220 professio-nisti, più di 50 clienti, 3 sedi e 18 mln di euro di ricavi

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Cos’è davvero Twitter? Come si usa? A chi serve? Ma so-prattutto: come è andata la sua invenzione?

Tutto connessoscenario / hypernet

6La tradizione va incontro ai giovani

aziende

Samsung Maestros Academy, piattaforma digitale che met-te in contatto due mondi ap-parentemente lontani

libri

Inventare Twitter, mediocri di talento?

Arriva l’Internet delle Cose. Secondo molti osservatori è il futuro della rete, il trend Ict dei prossimi anni. Ma in chiave pubblicitaria non sono chiari i modelli di sviluppo

il managing director luca di cesare ha aperto i lavori del primo “innovation training” organizzato nel nostro paese dalla giovane

concessionaria e arricchito dai contributi di nomi illustri del comparto. obiettivo dell’evento: prevedere e inquadrare i tanti trend emergenti di un fenomeno che, se ben sfruttato, promette di trasformare il digital. e non solo

luca di cesare, managing

director di smartclip italia

smartclip

Una plateagremita per discuteredi Mobile Video Advertising 11/16

coverstory

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marcomassarotto

jack dorsey

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Direttore responsabile Daniele Bologna

[email protected]

Content Manager Aureliano Roio [email protected]

Redazione [email protected]

Sebastiano Zeri, Giacomo Broggi, Vera Modesto, Davide De Vecchi

Progettazione grafica e realizzazione

RubberDuck [email protected]

Amministrazione [email protected]

TrafficoCaterina D’Amico

[email protected]

Diffusione e abbonamenti [email protected]

360com è una pubblicazione di Growing Consulting & Media srl

Sede LegaLe piazza G. Grandi 24, 20135 - Milano

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Abbonamento a 360comLa testata 360com settimanale è registrata al Tribunale di Milano al 254 del 3 maggio 2010. Growing Consulting & Media Srl è iscritta al R.O.C. con il numero 16331.© tutti gli articoli hanno riproduzione riservata.

Il responsabile del trattamento dei dati personali raccolti in banche dati di uso redazionale è il direttore responsabile a cui, presso la sede di piazza Giuseppe Grandi 24, 20135 Milano (tel.02.53598301), gli interessati potranno rivolgersi per esercitare i diritti previsti ai sensi dell’art. 7 DLGS 196/2003

Luciano FLoridiLauReaTO aLL’unIveRSITà La SapIenza DI ROMa, M.phIL. e ph.D. aLL’unIveRSITà DI WaRWICk e M.a. aLL’unIveRSITà DI OxfORD, LuCIanO fLORIDI InSeGna LOGICa eD epISTeMOLOGIa a OxfORD e aLL’unIveRSITà DeGLI STuDI DI BaRI. e’ COnOSCIuTO peR I SuOI STuDI SuLLa TRaDIzIOne SCeTTICa e peR IL LavORO DI fOnDazIOne DeLLa fILOSOfIa DeLL’InfORMazIOne e DeLL’eTICa InfORMaTICa, Due CaMpI Che ha COnTRIBuTO a COSTITuIRe. È fOnDaTORe e COORDInaTORe, COn Jeff SanDeRS, DeLLO IeG, GRuppO DI RICeRCa InTeRDIpaRTIMenTaLe SuLLa fILOSOfIa DeLL’InfORMazIOne aLLa STeSSa unIveRSITà DI OxfORD. ha LavORaTO neLLa huManITIeS COMpuTInG e ha fOnDaTO e DIReTTO IL SITO WeB ITaLIanO DI fILOSOfIa (SWIf). È aTTuaLMenTe pReSIDenTe DeLLa IaCap, La InTeRnaTIOnaL aSSOCIaTIOn fOR COMpuTInG anD phILOSOphy, DeLLa quaLe In paSSaTO È STaTO vICepReSIDenTe

Pubblicità e iniziative speciali Ivano Moro

[email protected] tel. +39.02.53598207

mob. +39.3393970611

Le cose sono tagli tridimensionali nel continuo 4D dell’universo spa-zio temporale, sono nodi e rotato-rie dove avvengono e si incrocia-no relazioni e processi. Internet

of everything è una rete di interazioni a cui conseguono i nodi, e non viceversa, e la vera rivoluzione è ripensare l’Internet delle cose come l’Internet delle interazioni, che sono più rilevanti delle cose. Vincerà chi per pri-mo capirà dove poter generare valore con le interazioni a scapito di chi produce solo il gadget. L’intelligenza sta nella forma che struttura la materia. Una delle idee genia-li di Steve Jobs fu quella di capire che la crescente potenza computazionale, a costi sempre più ridotti, sarebbe servita non per fare calcoli matematici ma per creare inter-facce sempre più user friendly. E aveva ra-gione. La potenza di calcolo del futuro andrà nella direzione di quello che chiamerei user adaptive computing, le nuove risorse com-putazionali. Permetteranno ai nuovi sistemi digitali di interpretarci e interagire con noi di

conseguenza. Il come operano con noi sta diventando la nuova frontiera dell’evoluzio-ne tecnologica, il che cosa fanno per noi di-venterà sempre meno interessante perché banale. E’ utile puntare su chi oggi lavo-ra sulle connessioni orizzontali, quelle che fanno interagire tra loro in modo efficace servizi e prodotti digitali. E’ come se aves-simo piantato i pali di una palafitta, e cioè le connessioni verticali, ma dovessimo ancora costruire la piattaforma, e quindi l’ambien-te unificante in cui la mia automobile parla con la mia televisione. Credo che sia in que-sta seconda fase che si darà forma al futu-ro, ed è qui che si presentano di conseguen-za le sfide più interessanti.

visionidi davide de vecchi

l’internet delle interazioni, più rilevanti delle cose

Milano al centro del mondo social, in diretta globale con Amburgo, Ban-galore, Barcellona, Copenhagen, Lagos, New York e Tokyo. Il merito va alla seconda edizione della Social Media Week, protagonista nel capo-luogo lombardo dal 17 al 21 febbraio con uno dei temi portanti della nostra esistenza: ”The Future of Now: vivere connessi”. Il digitale, e tut-to quello che ruota intorno, nonché quello che da esso può scaturire, sarà il filo conduttore della manifestazione. E quindi: lifestyle virato al digitale, i possibili impatti a livello psico-fisico, le conseguenze presen-ti e future sullo stato dell’editoria, l’intera esistenza e i suoi bisogni per-meati dall’evoluzione tecnologica. Una settimana ricca di appuntamen-ti, con ben tre location, appositamente cablate, l’Urban Center, Palazzo Reale e lo Spazio Eventi della Mondadori di piazza Duomo. E ancora, il patrocinio del Comune di Milano, e gli sponsor, numerosi e propositi-vi, i panel, i workshop, seguendo tutta la manifestazione su Facebook e Twitter. A sviluppare il dibattito ci penseranno alcuni ospiti di fama in-ternazionale: Rohan Gunatillake, ideatore di Buddhify, app per sviluppa-re la consapevolezza di sé, che affronterà la relazione tra tecnologia e benessere; Cindy Gallop, ceo di IfWeRanTheWorld, piattaforma per met-tere in pratica le buone intenzioni, che racconterà il delicato rappor-to tra giovani e porno; Kenyatta Cheese, esperto di social tv e Tomono-ri Kagaya, imprenditore giapponese e guru delle wearable technologies. In cartellone sarà dato spazio anche all’entertainment e al divertimento “un settore completamente trasformato dai social network”, ha sottoli-neato Marco Massarotto, partner di Hagakure, organizzatore dell’even-to. Un programma che presenta delle giornate di notevole interesse sto-rico-culturale come, per esempio, l’iniziativa del 18 febbraio dedicata a commemorare la prima comunicazione “senza fili” realizzata nel 1893, a St. Louis, da Nikola Tesla. Poi, ancora, interventi sul tema wearables, tec-nologia e sensi estesi, e sulla social tv, da molte parti definita come il fe-nomeno social dell’anno.

spazio a... 17-21 febbraio - milanosocial media week

presente e futuro del digitale, ma anche qualche lezione di storia. nella seconda edizione della manifestazione milanese organizzata da hagakure un fitto programma, ospiti stranieri e sponsor prestigiosi. tutto rigorosamente in diretta streaming

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digitalmrm italia

televisioneclassica italia

agenziedraftfcb int.

associazioniconfindustria

aziendeericsson

Stefano Pozzo, 36 anni, è stato promosso chief ope-rating officer di Mrm Italia, la global digital agency par-te di McCann WorldGroup. Già senior strategic plan-ner e responsabile del-la sede di Roma dell’agen-zia, Pozzo ha maturato una solida esperienza nella co-municazione digital, svilup-pando innovative campagne per clienti internazionali del calibro di MasterCard, Opel, Indesit. Pozzo inizia la sua carriera undici anni fa in McCann Erickson Milano occupandosi nell’adv tradi-zionale per una vasta gam-ma di clienti, per poi matu-rare la consapevolezza che l’ambiente digitale è il pun-to di svolta per offrire una nuova esperienza di comu-nicazione ai consumatori.

Guido Zucchini Solimei è il nuovo direttore marketing e comunicazione di Classi-ca Italia, società che gesti-sce il canale tv Classica hd, in onda sul bouquet Sky, al canale 131. Si occuperà delle strategie, della rac-colta pubblicitaria e ripor-ta direttamente all’ad Piero Maranghi. Zucchini, 44 anni, è laureato in scienze politi-che e ha iniziato a lavorare nel mondo della pubblici-tà presso Leo Burnett, nel 1998. Nel 2001 passa in Fa-stweb, occupandosi di inve-stimenti media e sponsoriz-zazioni come head of media and sponsorship. Invita-to dalla Regia Accademia di Bologna, è stato diretto-re generale dell’Orchestra Mozart di Claudio Abbado tra il 2010 e il 2011. È stato anche membro della Com-missione Mezzi in Upa, dal 2005 a dicembre 2013.

Carter Murray, ceo di Draf-tfcb Worldwide ha nomi-nato Sebastien Desclée presidente di Draftfcb In-ternational. Desclée - ex ceo di Duval Guillaume Mo-dem e Publicis Belgium - e Murray lavoreranno insie-me dalle sedi internazionali del network gestendo pro-getti nei Paesi Apac, Emea e LatAm, con l’obiettivo di eliminare la tradizionale di-visione regionale. Desclée ha lavorato per prestigio-si brand tra cui Renault, BNP-Paribas, Nestlé, Coke Zero, Carlsberg e ha inizia-to la sua carriera presso Procter&Gamble, dove ha ricoperto numerosi ruoli. E’ entrato in Publicis Brus-sels nel 2007, prima con il ruolo di direttore commer-ciale, poi managing direc-tor, e infine è stato nomina-to ceo di Publicis Belgium e Duval Guillaume Modem.

Ezio Lattanzio, già pre-sidente di Confindu-stria Assoconsult, è stato eletto presidente di Confin-dustria Intellect, succeden-do a Diego Masi. Confindu-stria Intellect rappresenta circa mille imprese e at-tualmente è la più impor-tante realtà del terziario avanzato. Al suo interno raccoglie: Assirm (associa-zione delle ricerche); Asso-com, (agenzie di comuni-cazione); Unicom, (agenzie italiane di comunicazione); Assorel (pubbliche relazio-ni); Assoconsult, (società di consulenza) e infine Fedo-web (associazione del web publishing italiano). Lat-tanzio è partner fondato-re di Lattanzio Group, tra le maggiori strutture di con-sulenza italiane.

Ericsson ha affidato a Do-ris Sdogati, capo della co-municazione EMEA di Eri-csson, la comunicazione dei Managed Services del gruppo, con la responsa-bilità di gestire e coordina-re a livello mondiale le at-tività di comunicazione. Per il nuovo incarico, Sdoga-ti si trasferisce a Stoccol-ma, quartier generale del-la multinazionale svedese, leader mondiale nelle tec-nologie e servizi di comu-nicazione. Nel nuovo ruolo riporta direttamente a Je-an-Claude Geha, vice pre-sident e head of Managed Services di Ericsson. La no-mina testimonia il percorso professionale di Sdogati e il suo contributo all’evoluzio-ne dell’immagine del grup-po nel corso degli anni.

concessionarie24 ore system

entertainmentkoch media

Ivan Ranza lascerà la guida di Mtv Pubblicità per assu-mere la direzione genera-le di 24Ore System, conces-sionaria del Gruppo 24Ore, tenuta ad interim dall’am-ministratore delegato Do-natella Treu. Il manager, poco più che quarantenne, entra per la prima volta nel mondo dei quotidiani ita-liani, ma con un’esperien-za sviluppata su vari fron-ti oltre a quello televisivo. Nella carriera di Ranza non spiccano solo i cinque anni passati ai vertici di Mtv: ha lavorato alla Blei, conces-sionaria impegnata nella racconta per testate inter-nazionali, poi in Seat Pagi-ne Gialle, ha trascorso un periodo al portale Fininvest Jumpy e poi ancora a Mtv, dal ’98 al 2000, e a Publi-talia ’80, dove ha incomin-ciato la carriera nel mondo della pubblicità, nel 1988.

Davide Manitta è il nuo-vo direttore commerciale home video e digital rights di Koch Media, azienda eu-ropea attiva nella produ-zione e distribuzione di prodotti d’intrattenimen-to digitale. Dopo un master in marketing e vendite con-seguito presso la School of Management dell’Universi-tà Bocconi di Milano e pres-so l’Esade Business School di Barcellona, Manitta ini-zia la carriera nel settore entertainment in Dnc. Nel 2004 entra in Moviemax Media Group come national key account nei canali di vendita della Gdo/Do, elet-tronica di consumo e cate-ne specializzate. I risulta-ti conseguiti lo portano, nel 2008, al ruolo di responsa-bile vendite in Moviemax.

professionisti, carriere, incarichi

AGENZIE Worldcom Public Relations ha un nuovo presidente EmeaWorldcom Public Relations, gruppo di società indipendenti di consulenza nelle relazioni pubbliche, ha annunciato di aver nominato Patrick Schober nuovo presidente per l’area Emea. Schober è managing partner di Pram Consulting, agenzia di relazioni pubbliche con sede a Praga, valutata dall’Homes Report del 2013 come seconda agenzia di rp a più rapida crescita nell’area Emea. Prende il posto nella direzione di Imma Folch-Lazaro, direttore dell’agenzia spagnola Lf Channel, in carica per due anni. patrick

schober

stefano pozzo

ivan ranza

davide manitta

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guido zucchini solimei

sebastien desclee

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Font

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li: A

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LeonardoADV, come laboratorio di esperienze web di primo piano, è in grado di soddisfare tutte le esigenze di comunicazione attraverso una linea di prodotti completa e diversificata. Competenza, creatività e tecnologia avanzata danno vita a un’offerta di prodotti Video, Rich Media, Branded Content, Display, pianificabili su tutti i device e integrabili in maniera flessibile, con l’obiettivo finale di conferire efficienza qualitativa e quantitativa a tutti i progetti di comunicazione.

345 MILIONI DI PAGINE VISTE

12 MILIONI DI CONTATTI UNICI

15 VERTICAL TEMATICI

dorissdogati

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LeonardoADV, come laboratorio di esperienze web di primo piano, è in grado di soddisfare tutte le esigenze di comunicazione attraverso una linea di prodotti completa e diversificata. Competenza, creatività e tecnologia avanzata danno vita a un’offerta di prodotti Video, Rich Media, Branded Content, Display, pianificabili su tutti i device e integrabili in maniera flessibile, con l’obiettivo finale di conferire efficienza qualitativa e quantitativa a tutti i progetti di comunicazione.

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marketplace

aziende

Per ING Direct il 2014 è ancora più digitale: il 35% del budget è sul webla prima banca online rimane uno dei big spender che operano nel nostro mercato. scatta il focus su display advertising, motori di ricerca e communitySembra ieri quando ING

Direct invadeva le vie della comunicazione,

con entusiasmo, spirito gio-vane e sbarazzino, un’imma-gine impattante, quasi carto-onesca, e idee chiarissime. Il principio degli anni zero ca-ratterizzati dalla figura della zucca, mass media invasi, un passa parola continuo, utile a cementare un successo cre-scente. Dieci anni dopo, ING è sempre al suo posto, più matura e consapevole, ma sempre propensa a scovare nuovi tragitti di engagement: «La nostra share of value è chiara, ING significa traspa-renza, innovazione, proposta di prodotti semplici da capi-re, volontà nel voler miglio-rare la vita delle persone», spiega il direttore marketing e comunicazione Sergio Ros-si. «Ci rivolgiamo a un tar-get anagrafico tra i 25 e i 54 anni, alle famiglie in via di consolidamento, sempre più avvezze alla tecnologia, sem-pre più propense a operare in maniera autonoma senza re-carsi fisicamente in banca». Ed è proprio a un simile tar-get famigliare che si è rivol-ta l’ultima iniziativa targata ING, ovvero il concorso “Bit-

BumBam”, varato lo scorso anno con l’obiettivo di indi-viduare e sostenere progetti che aiutino i bambini da 0 a 10 anni a crescere tramite un utilizzo creativo e responsa-bile della tecnologia. A vin-cere è stato LimVtouch, il dispositivo portatile che con-sente di trasformare ogni su-perficie in schermo touch, premiato con 25.000 euro e ulteriori sei mesi di mentor-ship da parte dell’incubatore

iStarter che ha seguito tutto lo svolgimento del concorso. «Ci sono giunti 300 progetti, ne abbiamo valutato compe-tenza ed entusiasmo e pos-siamo ritenerci soddisfatti sia dal punto di vista nume-rico sia da quello che attiene alla qualità», dichiara Rossi, sottolineando nel contempo l’importanza di appoggiar-si a forme di comunicazione diverse dalle classiche. E da questo punto di vista è leci-

to chiedersi se la prima spinta iniziale sulla

via dell’advertsing da parte di ING si sia spenta o si sia inve-ce materializzata con moda-lità diversificate: «Siamo en-trati da tempo in una fase di consolidamento, abbiamo ra-zionalizzato gli investimenti, propendendo verso un mix web via via più corposo, tra social e community, che può vantare circa 250.000 uten-ti. L’appena concluso mese di gennaio, conferma la nostra strategia - continua Rossi -: quattro settimane 100% di-gital, tra adv (pianificato per almeno l’80% su siti genera-listi), motori di ricerca e at-tività legata alla community. Le metodologie pubblicita-rie che prediligiamo sono i display adv, seguiti dai mo-tori e dalle attività social (di cui si occupa We Are Social). Quest’anno investiremo circa il 35% del budget in comuni-cazione sul digital (su un to-tale di 15 mln di euro, ndr). Sul mobile stiamo lavoran-do; non abbiamo ancora tro-vato la ricetta più adatta per non dare fastidio all’utente con l’adv, pur sapendo che il 50% dei clienti utilizza la no-stra app».

brand content samsung maestros academy: i giovani incontrano la tradizione artigianaSi chiama Maestros Academy la piat-taforma digitale creata da Samsung per mettere in contatto attraverso web e social media due mondi apparente-mente lontani: i maestri artigiani con i giovani “nativi digitali”, per costruire il futuro di una nuova generazione di ec-cellenze. L’iniziativa, che punta a va-lorizzare il patrimonio del nostro ar-tigianato dà voce a 5 maestri italiani e al loro sapere fatto di tradizione ed esperienza, aiutando i giovani a sco-prire il proprio talento attraverso un ciclo di video-lezioni nelle quali verrà tramandato il loro know-how di eccel-lenza. Oltre ai maestri artigiani, Sam-sung Maestros Academy si avvale della collaborazione di diversi Ambassador d’eccezione che racconteranno la pro-pria esperienza, sottolineando l’impor-tanza di valorizzare l’artigianato Made in Italy per non perderne la tradizione. Oltre alle lezioni, calendarizzate sul-la pagina Facebook e disponibili online sul sito maestrosacademy.it, gli uten-ti possono interagire con il brand e con l’iniziativa iscrivendosi e proponendo le proprie idee. Al termine dell‘iniziativa i maestri potranno selezionare i lavo-

ri che meritano di essere prodotti. La campagna, che costituisce un esempio di brand content adv, è la declinazione italiana di un’iniziativa mondiale, chia-mata Launching People che prevede l’utilizzo di testimonial famosi e social media come strumento di comunica-zione con il target, oltre che di promo-zione. E’ prevista infatti una campa-gna digitale a supporto, pianificata da Starcom sui siti dei principali quotidia-ni nazionali. Senza contare gli oltre 2 milioni di fan che il brand vanta su Fa-cebook: vero e proprio media azienda-le a disposizione per operazioni di que-sto tipo. «Samsung Maestros Academy vuole essere un punto di partenza per salvaguardare la tradizione italiana e trasmetterla alle nuove generazioni - spiega Luca Danovaro, corporate mar-keting director di Samsung Electroni-cs Italia -. L’impegno di Samsung è da sempre volto alla valorizzazione del ta-lento e questa è un’iniziativa con cui vogliamo sostenere le eccellenze del futuro. La nuova piattaforma offre ai ragazzi l’opportunità di sviluppare cre-atività e professionalità, confrontando-si con professionisti affermati».

il sito www.maestrosacademy offre un ciclo di video lezioni con cui viene tramandata l’eccellenza italiana

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ANNO V | #02 | 14 FEB 2014

marketplace

U/D, si informa sempre sul tempo

20 8.630EpsonMeteo è il brand noto per la sua ventennale presenza televisiva sulle reti Mediaset, dove cura le news di meteorologia. Oggi, come Meteo.it, è il newsbrand di meteorologia più popolare e crossmediale in Italia. Produce infatti ben 30 edizioni video giornaliere, trasmesse in TV, ma anche su web e mobile, dove raggiunge ogni mese 8.6 mio di browser unici. Collabora inoltre con numerose emittenti raradiofoniche nazionali, alle quali fornisce quotidianamente le rubriche meteo. Grazie alla sua autorevolezza scientifica, sono numerose le operazioni di branded content già realizzate.

campagne

Bitmama rende magico il parcheggio di LanciaAfebbraio Lancia ha

puntato l’attenzione sul Magic Parking,

il sistema di ausilio al par-cheggio disponibile sui mo-delli Ypsilon e Delta. Per co-noscerne le caratteristiche, Lancia promuove una serie di attività di comunicazione realizzate dalla digital agen-cy Bitmama, la joint ventu-re tra Reply e Armando Testa specializzata in comunica-zione digitale creativa mul-ticanale. Il progetto prevede una nuova sezione del por-tale istituzionale, una cam-pagna banner dedicata e un video demo che illustra tutto sul funzionamento del Magic Parking. Inoltre, su YouTube è online un filmato con pro-tagonisti due fidanzati alle prese con un classico luo-

go comune: sotto lo sguardo del proprio ragazzo, prima supponente e poi incredu-lo, una giovane riesce a par-cheggiare la sua Lancia Yp-silon con estrema facilità e sveltezza. Merito del Magic Parking che individua rapi-damente lo spazio adatto e parcheggia autonomamente l’auto, lasciando al guidato-re il compito di controllare la manovra solo con i pedali e

il cambio. Per rendere anco-ra più speciale il mese degli innamorati, Lancia ha realiz-zato l’esclusiva promozione “Due cuori e un Magic Par-king”, che consente di otte-nere uno sconto del 100 per cento sul dispositivo installa-to su Ypsilon. L’unica condi-zione per averlo è di essere in due. Per aderire all’offerta è sufficiente registrarsi fino al 28 febbraio su Lancia.it/ma-gic-parking, scaricare il cou-pon - valido per uno sconto del 50% sul Magic Parking - e invitare la propria dolce metà a fare altrettanto.

la joint venture reply & armando testa ha operato all’interno di una strategia che prevede una nuova sezione del portale istituzionale, una campagna banner e un video demo. presente su youtube anche un ironico commercial con una coppia protagonista

Magic ParkingInDIvIDua RapIDaMenTe LO SpazIO aDaTTO e paRCheGGIa auTOnOMaMenTe L’auTO

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www.agrOdOLce.it

e’ l’ultimo arrivato in portafoglio: agrodolce.it, fa segnare risultati da record, a +240% gli iscritti

concessionarie

TAG Adv punta su verticalità e pubblicità nativa

l’engagement e l’interazione tra brand e lettori, con straordinari risultati in termini di CTR e di awareness. «La specializzazione in progetti di native advertising che ha contraddistinto l’attività della concessionaria in questi ultimi anni - spiega Giusy Cap-piello, direttore vendite di TAG Advertising - ha consentito di consolidare il nostro know-how tecnico e grafico, permettendo-ci di proporre e realizzare pro-getti ritagliati sulle peculia-ri esigenze dei clienti. Oltre ai settori dove siamo tradizional-mente posizionati, automotive e tecnologia in primis, stiamo ottenendo ottimo riscontro dai clienti del food che ci stanno ri-chiedendo progetti e soluzio-ni speciali che vedranno la luce nelle prossime settimane». A proposito di contenuti verticali, va registrato il successo repen-tino proprio dell’ultimo pro-

dotto inserito nel portafoglio di TAG Advertising: Agrodolce.it, food magazine edito da Gruppo HTML che a solo un mese dal lancio conta già una commu-nity di tutto rispetto, attiva e fi-delizzata: fan e follower aumen-tati del 240%, con un tasso di engagement che arriva al 20%. Sono già centinaia di migliaia le azioni, tra “like”, condivisioni e commenti, che i contenuti di Agrodolce hanno scatenato sui social network. In particolare, un contenuto ha fatto registra-re oltre 22.000 interazioni Face-book, tanto da guadagnarsi un posto sulla stampa nazionale. Grazie invece al live twitting a supporto della terza edizione di “Masterchef Italia”, il sito con il suo #quellichemuoro è rientra-to nella top ten dei più perfor-manti hashtag su Twitter corre-lati al talent show (fonte: http://hashtagify.me/).

Essere un’azienda nati-va digitale che opera sul web da oltre 15 anni e

avere una perfetta padronan-za dello strumento è già di per sé un vantaggio competitivo. Se poi a questo si aggiungono esperienza, competenza tecni-ca e una grande capacità crea-tiva, la formula è perfetta: TAG Advertising, concessionaria specializzata in target verticali, amplia e consolida la divisione interna dedicata allo sviluppo di progetti speciali. All’insegna del custom content e attraver-so forme sempre più evolute di native advertising, TAG punta, inoltre, su video di qualità e va-lorizzazione del bacino mobile. Negli ultimi anni, la concessio-naria ha maturato un’esperien-za unica sul tema del native ad-vertising grazie ai contenuti di qualità dei siti in concessione e alla stretta collaborazione con le rispettive redazioni. Micro-soft, Htc, Eni, Mercedes, Nis-san, Peugeot, Toyota, Fastweb, Bmw e Aruba sono solo alcu-ni dei brand che si sono affidati alla concessionaria e per i qua-li sono stati sviluppati proget-ti “chiavi in mano” fruibili da qualsiasi device. Progetti legati ai contenuti e orientati a mas-simizzare la user experience,

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marketplace

ama la tv e la guarda quando vuole

32 4400Quello che stavi cercando lo trovi nel mondo di Video Mediaset. E’ il sito dove le persone incontrano più da vicino la televisione: gli utenti vedono e rivedono i loro programmi preferiti, scegliendo tra i contenuti editoriali proprietari dei più popolari brand televisivi, dalle puntate delle iene alle fiction più seguite in tv. Un patrimonio straordinario, che attira mediamente 400mila utenti giornalieri pari al 32% dei frufruitori italiani di video, ora raggiungibili con una pianificazione verticale su 4 cluster di utenti.

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PubblIcItà / GArEAmbito5 vince Ferrarelle, Boario e VitasnellaAmbito5 si è aggiudicata la gara per l’incarico digital di tre brand di Ferrarelle SpA, Acqua Vitasnella, Boario e Ferrarelle. La web facto-ry guidata da Max Brondolo subentra a Cheil Worldwi-de, che seguiva Ferrarel-le e Boario, e a Zodiak Ac-tive per Acqua Vitasnella. Si è conclusa la prima fase della consultazione per i tre brand attivata da Ferrarel-le SpA tra Havas Worldwide Milan e Saatchi & Saatchi, con cui Ambito5 ha parte-cipato. Havas Wordwide Mi-lan, invece, si era presentata con Arnold Worldwide Italy, che fa parte della holding francese. Nell’ottica di una maggior efficienza, l’azien-da ha avviato una consulta-zione tra le due sigle con cui aveva già lavorato. Lo step si chiude con l’assegnazio-ne a Saatchi&Saatchi del-le attività di comunicazione per Boario e Vitasnella. Per Ferrarelle, è stato richie-sto alle agenzie un ulteriore approfondimento.

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marketplace

donne che non sbagliano mai un look

3 1265Tornano le sfilate e Grazia.it ti porta in passerella. Da New York a Milano, Grazia.it segue da vicino ogni collezione e la racconta, giorno per giorno, con gli streaming video, i backstage, ma anche con lo streetstyle e le foto dei party più esclusivi. Puoi incontrare le sue utenti sugli oltre 3 milioni di pagine attese nel mese solo sul canale dedicato del sito, o sulla newsletter “Sfilate” che supera già 65mila registregistrate. Ma Grazia.it e le sue 12 fashion blogger hanno in mente anche altro: idee originali per creare uno spazio speciale per la tua comunicazione. Just call.

Dnsee, agenzia di marketing e c o m u n i c a z i o -

ne digitale pluripremia-ta a livello internaziona-le e Hagakure, l’agenzia di social media e digi-tal pr leader in Italia, si uniscono, proponendo-si al mercato come part-ner unico per lo sviluppo di tutti i processi di “busi-ness transformation” im-posti dall’evoluzione di digital e mobile. La nuova realtà, che può contare su un team di ol-tre 220 tra le migliori ec-cellenze e professionalità della comunicazione digi-tale italiana, è organizza-ta in tre sedi principali a Roma, Milano e Modena, ed è attiva anche all’este-ro attraverso un capilla-re network internaziona-le, capace di offrire tutti i più moderni servizi di In-teractive Marketing, Web Design, Comunicazio-ne Digitale, Social Media Marketing e Digital Pr, a primari clienti nazionali ed internazionali. A seguito dell’operazio-

ne, che ha visto Dnsee ac-quisire il 100 per cento di Hagakure, Marco Mas-sarotto e Chiara Bassani - soci di Hagakure - en-trano come azionisti nel-la capogruppo Interactive Thinking, assieme a Ban-zai, ad Andrea Denaro e Diego Chiavarelli, fonda-tori di Dnsee. La stessa Dnsee con l’in-gresso di Hagakure, ac-quisisce una dimensio-ne e un posizionamento d’eccellenza nel mercato digitale sia per la propo-sta di servizi di consulen-za strategica sia per l’ese-cuzione dei più complessi progetti di trasformazio-ne e abilitazione del busi-ness digitale. Dnsee conclude, così, un virtuoso ciclo di fusioni, iniziato oltre un anno fa con l’incorporazione di Banzai Consulting, fina-lizzato a creare, median-te una progressiva ag-gregazione di leader di segmento, un unico ope-ratore di eccellenza per rispondere alle esigenze più attuali del mercato.

il frutto dell’unione è una realtà con oltre 220 professionisti, più di cinquanta clienti, tre sedi in italia e 18 milioni di euro di ricavi nel 2013

mercato digitale

Dnsee+Hagakure: la più grande agenzia italiana

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companyaziende / le idee di oggi per costruire il domani

Barilla pensa ai giovanil’anno scorso ricorreva

il centenario della nascita di pietro

barilla, imprenditore e uomo illuminato che

credeva nei giovani e nel loro futuro.

il gruppo barilla ha scelto di celebrarlo

con una serie di attività che concretizzano il suo

pensiero e i suoi valoridi davide de vecchi

L’ anno scorso ri-correva il cen-tenario della nascita di Pie-

tro Barilla, imprenditore e uomo illuminato che crede-va nei giovani e nel loro fu-turo. E il gruppo Barilla ha scelto di celebrarlo con una serie di attività che concre-tizzano il suo pensiero e i suoi valori. In questo con-testo si inserisce “Barilla per i giovani”, iniziativa de-dicata a ragazzi fra i 18 e i 28 anni, realizzata in colla-borazione con CentroMar-ca e Unione Parmense de-gli Industriali. «Abbiamo chiesto ai giovani di con-dividere con noi il proprio progetto per un futuro mi-gliore», spiegano dal quar-tier generale dell’azien-da. Dunque, i giovani con un’idea su come migliorare il pianeta e la qualità del-la vita delle persone hanno potuto raccontarla su www.barillaperigiovani.it, inclu-dendo il percorso formati-vo a cui aspirano; e gli au-

tori delle idee migliori si sono aggiudicati dieci bor-se di studio, del valore di 40 mila euro ciascuna, per intraprendere il percorso e acquisire le relative compe-tenze. «Con “Barilla per i Giovani” – riprendono i re-sponsabili dell’operazione – abbiamo inteso valoriz-zare i migliori talenti nelle categorie in cui Pietro Ba-rilla. eccelleva. I progetti, e

i relativi percorsi formativi, dovevano appartenere ad ambiti ben definiti». L’elen-co è lungo. Si va dal busi-ness management all’area contrassegnata da qualità e innovazione. E poi arte, co-municazione e design, fino all’ampio panorama del no profit. La scelta dei miglio-ri elaborati è stata effettua-ta da una giuria autorevole, composta da Alberto Gran-

do, pro rettore dell’Univer-sità Luigi Bocconi di Mi-lano; Andrea Pontremoli, ceo e direttore generale di Dallara Automobili; Gavi-no Sanna, una delle men-ti pubblicitarie che hanno fatto la storia dell’adverti-sing in Italia e ideatore di numerose campagne pro-prio per Barilla; Padre Giu-lio Albanese, missionario e giornalista.

digital open day

alla ricerca del partner giustoFormaFutura sta organizzando il “Barilla Digital Open Day”. Obiettivo dell’incontro, che si dovrebbe svol-gere a Parma in tempi stretti, è quello di presenta-re alla multinazionale italiana agenzie e operatori del mondo digital che possano arricchire la strategia on-line dell’azienda. FormaFutura specifica che si tratta di un incontro rivolto esclusivamente ad agenzie di-gitali e che selezionerà le dieci strutture ritenute più “interessanti”. Aggiungendo che si possono candidare solo agenzie che hanno come core business il digitale. Le sigle coinvolte avranno un’ora di tempo a testa per valorizzare il proprio know-how davanti all’azienda. Sempre FormaFutura sottolinea che “non si tratta di una gara e non verranno assegnati brief a chi sarà se-lezionato per l’incontro”. La fase di selezione dovreb-be terminare in questi giorni.

a new york vicino al moma

il ristorante americanoDopo l’accordo con McDonald’s, Barilla ha confermato il suo interesse per il mercato a stelle e strisce. E così l’azienda di Parma, vicino al MoMa, il più famoso museo di Manhattan, frequentato da migliaia di americani e di turisti, ha aperto il suo primo ristorante. L’azienda si è affrettata a dichiarare di non volere avviare una catena di ristoranti, ma di volere utilizzare l’esperienza per te-stare i gusti dei consumatori. Una sorta di laboratorio vivente, dove i ricercatori di mercato possono osserva-re i comportamenti del pubblico, intercettando le nuove tendenze. Il ristorante Barilla offre piatti di pasta cotta al momento a prezzi alla portata di tutti, tra 12 e 15 dol-lari, con un sistema sel-service, che prevede l’ordine al bancone e la possibilità di mangiare entro dieci minu-ti. E Guido Barilla ha ricordato come già il padre, Pie-tro Barilla, aveva studiato, nel dopoguerra, il mercato americano, avendo la consapevolezza che il suo studio equivaleva a capire e ad anticipare il futuro. Oggi Barilla, con il 30% di quota di mercato, è leader negli Usa. Per il prodotto americano Barilla usa grano americano, ma la tecnologia e i macchinari sono rigorosamente italiani.

PreMiazione Due MOMenTI DeLLa COnSeGna DeLLe 10 BORSe DI STuDIO aI MIGLIORI GIOvanI SeLezIOnaTI DaLLa GIuRIa

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coverstory

È stato il managing director Luca Di Ce-sare ad aprire, mer-coledi 12, i lavo-

ri dell’Innovation Training organizzato da smartclip Ita-lia. «È il primo, ma speriamo di farne altri» ha esordito, da-vanti a una platea gremita. La Sala 6 dell’UCI Cinema di Mi-lano Fiori, ad Assago, era pie-na per ascoltare i cinque ospi-ti illustri voluti da Di Cesare per interpretare, analizzare e, se possibile, anticipare nel-la sua evoluzione il mercato del Mobile Video Advertising. Senz’altro un fattore evoluti-vo per il communication mar-ket, anche nel nostro Paese, dove si sa, i telefonini sono al top delle preferenze. «Chi di noi non passa almeno due ore della propria giornata di lavo-ro consultando lo smartpho-ne?», ha detto Di Cesare, ricor-dando che smartclip ha voluto espressamente avviare il ciclo Innovation Training proprio con un incontro su uno dei massimi trend del momen-to. «Siamo una concessionaria giovane - ha spiegato - non an-cora arrivata ai suoi tre anni. E dall’inizio cerchiamo di es-sere innovativi, di prevedere i trend. Anche il meeting di oggi

si inquadra in questa spinta in-novatrice, e permette di inda-gare su una tendenza interes-sante e ricca di potenzialità. Ci sembra un modo adeguato per riflettere e condividere, senza disperdere energie». Di Cesa-re ha voluto con sé esponenti di spicco della communication industry: Simona Zanette, pre-sidente di Iab Italia; Enrico Ga-sperini, numero uno di Au-diweb; Guido Mazzoccola, audience business director on-line di Nielsen; Maurizio Spa-gnulo, marketing communi-cation director di Alfa Romeo; Carlo Momigliano, responsa-bile marketing di Finelco. Un quintetto d’eccezione, pronto a fornire il proprio contributo per approfondire un tema sen-tito e particolarmente attuale in questo inizio anno, possibile e la garanzia di poter elabora-re, comunque, soluzioni crea-tive e impattanti. «Vi ringrazio molto di essere qui oggi, così in tanti - ha sottolineato Di Cesa-re, dopo aver aperto le quasi tre ore di scambio con un pubbli-co attento e pronto a cogliere tutti gli elementi di novità e di valore di un mezzo, il mobile, ancora poco sfruttato e di cui gli operatori vogliono saperne sempre di più.

smartclip69%La peRCenTuaLe DI uTenTI Che COnSIDeRanO I vIDeO puBBLICITaRI fRuITI Su TaBLeT O SMaRTphOne “COInvOLGenTI” (nIeLSen)

il managing director luca di cesare ha aperto i lavori del primo “innovation training” organizzato nel nostro paese dalla giovane concessionaria e arricchito dai contributi di nomi illustri del comparto. obiettivo dell’evento: prevedere e inquadrare i tanti trend emergenti di un fenomeno che, se ben sfruttato, promette di trasformare il digital. e non solo

di danieLe BOLOgna

Una platea gremita per discutere di Mobile Video Advertising

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ALLARGHIAMO GLI ORIZZONTI DEL TUO BUSINESSIl nostro posizionamento si distingue da sempre per il carattere consulenziale e una forte attenzione all’innovazione. Realizziamo soluzioni ADV che mettono in contatto il Brand con utenti fidelizzati ad un’editoria digital di successo.

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coverstorysimona zanette enrico gasperini

Sfruttare il potenziale immenso del mobile

I nuovi media oggi valgono il 46% del tempo speso online

lo è la potenzialità del merca-to del mobile - ha risposto Za-nette -. Tuttavia, non abbiamo capito ancora bene come mo-netizzare. È un tema ricorren-te, da affrontare. Bisogna capi-re a fondo i modelli di business legati a questo strumento stra-ordinario. Vanno costruiti mo-delli adeguati». In effetti, le cifre rilasciate da Zanette par-lano di un medium promet-tente, diffusissimo, potente e misurabile. Ma non sfruttato adeguatamente. «Eppure - ha ricordato Zanette -, proprio a Los Angeles ho sentito dire che questo sarebbe l’anno del mo-bile. «E’ vero che prima inter-net ha cambiato il mondo; poi i social media hanno contribu-ito a cambiare internet. Ma ora il mobile “changes everything”. Cambia tutto». Zanette ha ri-condotto la discussione all’esi-

to numerico delle elaborazioni portate avanti nel tempo da Iab Italia, con numeri in parte già rilasciati durante l’ultima edi-zione di Iab Forum, a Milano, nello scorso mese di dicembre. Ebbene, accede a internet at-traverso device diversi dal pc il 37% degli utenti europei, quota che sale al 41% se si considera, invece, l’Italia. Gli investimen-ti internet in relazione all’anno 2013 dicono che la spesa totale valutata da Iab Italia è cresciu-ta del 7,7%, attestandosi a 1,52 miliardi di euro. Sono i nume-ri dichiarati a Iab dalle singo-le strutture, a cui vanno som-mate le quote non dichiarate. E ancora: il display vale poco più di 720 milioni di euro, con un aumento del 12,7% nel cor-so dell’ultimo anno. Ed ecco il mobile, con un dato che non include l’msearch, categoria ri-levata all’interno della cosid-detta area della “paid search”, perciò non stimata singolar-mente. Dunque, il mobile ha attirato nel 2013 investimen-ti per una cifra non superiore a 25,6 milioni di euro, comun-que il 34,1% in più. Classified and Directories raggiungono 286 milioni di euro, -0,5% sulla rilevazione precedente. «Resta da considerare - ha precisato

In arrivo dall’altra parte del mondo. Simona Za-nette, presidente di Iab

Italia, non ha voluto man-care all’evento promosso da smartclip sullo stato dell’ar-te e la prossima evoluzione del Mobile Video Advertising. Ap-pena sbarcata da Los Angeles, dove ha partecipato al tradizio-nale incontro annuale promos-so in California dall’Interacti-ve Advertising Bureau, non ha fatto mancare il proprio contri-buto al meeting. Partiamo dal fondo, però, dalla chiusura di Simona Zanette sul fenomeno “peanuts”, richiamato da Luca Di Cesare in funzione di mode-ratore, che ha stimolato la nu-mero uno di Iab Italia sulla di-mensione ancora molto ridotta di un mercato che altrove vale molto di più. «Certamente la dimensione non è grande. Ma

Lui, chiaramente, è l’uomo dei numeri. E ieri ne ha dati vera-mente tanti. Un intervento, quel-lo del presidente di Audiweb, teso a sottolineare le opportunità di misurazione della Total Digi-tal Audience così cara agli opera-tori, che significa pc, smartpho-ne e tablet. Anche per dare modo agli investitori di delineare nella maniera più appropriata il pro-prio spending. Gasperini ha su-bito premesso che l’82% della po-polazione italiana dagli 11 ai 74 anni ha la possibilità di accedere a internet da qualsiasi luogo e strumento. Sono 39 milioni di persone. In 35 milioni hanno un pc a casa, per un totale di 15 milioni di famiglie. E ben 11 milioni di nuclei famigliari possono disporre di una connessione adsl o fibra. E poi: la disponi-bilità di accesso alla rete da qualsiasi device è ca-pillare. Riguarda l’80% delle donne e l’84% degli uomini, l’88% di chi ha da 35 a 54 anni. E il 96% tra gli 11-34enni. Un dato che arriva al fatidico cento per cento nel caso degli studenti universi-tari, al 99% tra i dirigenti e i quadri, al 98% nel caso di impiegati, insegnanti, imprenditori e libe-ri professionisti. Ecco che spunta il mobile: pos-sono accedere a internet da cellulare o smartpho-ne circa 22 milioni di persone tra 11 e 74 anni, il 47% della popolazione, con 6,9 milioni che di-spongono di un tablet, il 15% della popolazio-ne. Le famiglie che ne hanno almeno uno sono 3 milioni. Gasperini ha poi proposto un’altra serie

di cifre di elevato interesse. Per quanto riguarda la dotazione di device, in Italia ci sono 36,8 mi-lioni di persone che hanno un pc e 20,2 milioni che hanno sia un pc sia uno smartphone. E l’accop-piata pc+tablet arriva a 6,6 mi-lioni. In 5,2 milioni, invece, han-no sia smartphone che tablet e ben 5,1 milioni fanno il “triple-te”: hanno tutto, pc, smartphone e tablet. «Siamo noi» ha senten-ziato Gasperini rivolgendosi alla platea, soffermandosi sulle po-tenzialità dell’ampia fetta di ita-

liani che si può muovere tra tre device differenti. Infine, centomila nostri connazionali hanno sola-mente il tablet e 1,7 milioni soltanto lo smartpho-ne. Il tablet, comunque, è il nuovo device emer-gente. «La disponibilità di accesso a internet da tablet è aumentata del 161% in un anno - ha det-to ancora Gasperini -. E rispetto all’utilizzo abbia-mo rilevato che in famiglia lo strumento ha un uso condiviso che arriva fino al 66% dei casi». Nel frattempo, cambiano i consumi online. E’ l’effetto “migrazione dell’audience”. Non c’è più solo il pc. Sono 28 milioni gli utenti online da pc nel mese; e 13 milioni quelli relativi al giorno medio. Passan-do al mobile puro, ovvero tablet + smartphone, l’accoppiata vale il 46% del tempo totale speso on-line. E l’uso di app pesa per l’87% del tempo me-dio speso su mobile. In particolare, le app smart-phone hanno un uso quotidiano pari all’84% del tempo mensile dedicato alla navigazione.

Zanette - il dato su sms e mms, che ,aumentando dell’1%, ha toccato una quota appena su-periore ai 17 milioni di euro». La stessa Zanette ha conferma-to che le stime sull’andamen-to della pubblicità digitale per l’anno in corso indicano un ul-teriore incremento dell’8,5%. Dunque, considerando sms/mms e smartphone/tablet si mette insieme un gruzzolo di 42,6 milioni di euro, una sha-re del 2,8% rispetto all’intero ammontare dell’internet ad-vertising. «I driver della cre-scita nel 2014 saranno il vi-deo, con un possibiloe +40%, il mobille, che potrebbe garanti-re un +35%, e l’emergente am-bito del programmatic buying. Ma ricordiamoci - ha concluso Simona Zanette - del possibi-le rallentamento della crescita nella spesa sul mobile adver-tising, anche perché l’offerta di spazi cresce più velocemen-te della domanda. E tra 2015 e 2017 la crescita sarà stimolata da migliori condizioni di mer-cato, come il consolidamento dei provider, la standardizza-zione delle misurazioni e l’av-vento delle tecnologie di targe-ting. Tutto questo insieme a un costante interesse per il mobile da parte dei pubblicitari».

l’italia resta indietro nell’utilizzo del medium rispetto ad altri paesi, usa in primis. occorre comprendere il modello di business capace di valorizzare il mercato legato a smartphone e tablet

boom per le app su smartphone: pesano per 84% del tempo dedicato alla navigazione. sono 6,9 milioni le persone che dispongono di un tablet

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coverstoryguido mazzoccola maurizio spagnulo

Un supporto alla tv per stimolare la brand awareness

Prima era preistoria.Poi è arrivato il mobile...

che il mobile è un mezzo per-vasivo. Che l’audience a dispo-sizione è notevole. Che le poten-zialità ci sono. Abbiamo voluto capire se gli obiettivi degli ad-vertiser vengono effettivamente raggiunti». Dalle domande sot-tosposte agli intervistati vengo-no fuori interessanti situazioni. «Innazitutto, abbiamo affronta-to il tema della brand awareness - ha detto -, ponendo la classi-ca domanda: “Ha mai sentito parlare di…?”. Le persone espo-ste solo alla tv hanno risposto affermativamente nel 37% dei casi. Cifra che sale al 39 con-siderando, invece, l’esposizio-ne tv+mobile. E’ un aumento di due punti. Significativo». E lo scostamento all’interno del campione, tra le due modalità di esposizione sarà circa il me-desimo per tutti gli aspeti ana-lizzati dall’indagine: “si ricorda

di aver visto una pubblicità re-lativa a…?”. Risponde sì il 54% di chi è stato esposto solo alla tv, ma il 56% di chi è esposto a tv+mobile. E dopo l’advertising recall, ecco la brand favorability: “Come descriverebbe il suo giu-dizio complessivo nei confron-ti di…?”. Favorevole il 42% degli esposti solo alla tv, tre punti in più nel caso della doppia espo-sizione, per un totale del 45%. Sulla brand reccomendation: “Con quale probabilità pensa che suggerirebbe ad altre perso-ne…?”. Anche qui la differenza è due punti, 36% “only tv” e 38 “tv+mobile”. Si continua, arri-vando all’intention to buy. “Con quale probabilità considerereb-be di acquistare…?”. Ed ecco un aumento di quattro punti tra chi vede solo la tv e chi aggiunge il mobile. Dal 31 al 35%. Si par-la di brand experience: “Quan-to pensa che… sia trendy o alla moda”?: 62% per chi guarda solamente la tv e 64% per chi unisce tv e mobile. La serie di quesiti propone, poi, il format likeability: “Pensa che il forma-to di pubblicità video su smar-tphone/tablet sia…?”. Qui c’è la risposta che Mazzoccola ha giu-dicato come la più sorprenden-te, perché il 69% ha giudicato il formato adv coinvolgente. E

Mobile AdEffective-ness. Questo il tema affrontato da Guido

Mazzoccola, audience business director online di Nielsen, con una serie di elementi di indagi-ne di particolare rilevanza, de-rivanti da una ricerca condot-ta in stretta collaborazione con smartclip. «Abbiamo valuta-to cinque campagne mobile vi-deo, per un valore superiore a cinque milioni di impressions. Abbiamo intervistato oltre 10mila utenti mobile. E combi-nato campioni di utenti esposti e utenti di controllo» ha spiega-to il manager di Nielsen. Un la-voro meticoloso e originale, che propone uno scenario interes-sante. «Scopo di questa ricer-ca - ha sentenziato - era riusci-re ad arrivare alla verifica delle premesse prendendo in consi-derazione un caso reale. Ovvero

«C’era la preistoria. Poi c’è stata l’età di mezzo. E ora la storia è di-versa. Noi dobbiamo interpretar-la. Sperimentare. Capire. Perché da una parte i budget si sono ri-dotti, ma il mondo intorno a noi è completamente cambiato». E’ partito così l’intervento di Mau-rizio Spagnulo, a capo delle ope-razioni di marketing e comunica-zione dello storico brand italiano Alfa Romeo. «Eravamo abituati a fare due chili di tv, mezzo chilo di stampa, un po’ di radio e qualche spruzzata di web. E la ricetta era pronta. L’alchimia funzionava. Ora no, Finito. Sia-mo di fronte a un’offerta mostruosa. I target - ag-giunge - modificano i loro comportamenti, ci di-cono i dati. I budget diminuiscono in quantità. E noi dobbiamo decidere». Spagnulo parte da un dato: la correlazione tra target e mezzo. Nel caso del mobile è così. E lo dimostra portando all’atten-zione della platea un caso concreto, quello di Alfa Mito. Qui il target è quello degli “Youngsters” ed ex “Youngsters”: 6,1 milioni di persone. Giovani ed ex giovani, tra i 18 e i 44 anni, reddito medio, ma anche medio-alto e persino high. Gente giova-ne o che mantiene uno stile di vita giovane. «Fast living, siamo soliti definirli. Persone che viaggia-no a ritmi elevati. Sempre in movimento - ribadi-sce Spagnulo -. Questa è gente che guarda davvero poca tv». La preistoria è lontana, il mobile diventa un medium fondamentale per raggiungere il tar-get: «nel mesozoico, nell’età di mezzo, con alcune

forme di nuova tv abbiamo potu-to continuare a seguire da vicino il target. Ora non basta più per av-vicinare, trattenere e interessare un target difficilissimo». Servono contenuti che sappiano afferrare lo stile legato ad Alfa Mito, la sua energia. Un’auto da far vedere in azione, mentre “morde” l’asfalto. Prima c’era solo la tv. Adesso c’è il mobile. «Un mezzo che ha gran-de penetrazione - commenta Spa-gnulo -; con esso stiamo cercan-do di coinvolgere sempre di più il target: c’è più attenzione da parte

di chi è esposto a questo mezzo». Spagnulo torna a spiega che Alfa Romeo ha sempre guardato da vi-cino i cambiamenti, provato nuove strade. «Si trat-ta di trovare il modello giusto per questo mezzo. Il mobile consente un contatto diretto con i clienti e con i prospect. La misurabilità è immediata e le possibilità di fascinazione, appunto, in aumento». I primi video spot mobile di Alfa Mito risalgono al 2012. E nel 2013 le prime campagne con il con-trollo del click e il retargeting. Infine, a novembre dell’anno scorso, il debutto del primo video flight Mvideo proprio per Alfa Mito. «Eravamo abituati a fare la pubblicità e aspettare una reazione - rac-conta Spagnulo -. Con il mobile i tempi di reazio-ne si accorciano, fino a scomparire. In molti casi è l’inizio di una relazione lunga. Contano molto i formati. Quanto più sapremo produrre contenuti, tanto più renderemo affascinanti le nostre azioni, per ottenere i click che fanno la differenza».

questo si scontra un po’ con la convinzione, circolante anche tra gli addetti ai lavori, circa la difficile pianificazione di conte-nuti pubblicitari sul mezzo mo-bile proprio per la ridotta pos-sibilità di attrazione garantita. Ci sono, inoltre, degli additio-nal insights che riguardano, ad esempio i diversi target presi in considerazione. Alla domanda “Ha mai sentito parlare di…?” hanno risposto affermativa-mente all’interno del campione “solo tv” il 21% di persone tra 18 e 34 anni di età, ma alla stes-sa domanda il campione si por-ta dieci punti più su, al 31%, se si prende in considerazione chi si trova esposto a tv+mobile. E’ la dimostrazione che, in tema di brand awareness, esistono target più reattivi. Infine, è sta-to preso in considerazione il momento più propizio per fare pubblicità video su mobile: alla fine della prima settimana (su cinque), con la campagna tele-visiva ancora in onda, alla do-manda “Ha mai sentito par-lare di…?” risponde sì il 61%. Poi c’è il calo fisiologico, quan-do la campagna si interrompe. Ma quattro settimane dopo, alla fine della campagna solo mobi-le, il dato torna al 59%. Significa che il mobile funziona.

dai dati presentati dal manager di nielsen è emerso che le adv su smartphone e tablet aumentano il ricordo e la propensione all’acquisto. con una sorpresa: al 69% del campione la mobile video-adv piace

il communication & marketing director di alfa romeo non ha dubbi: il nuovo medium ha cambiato per sempre le modalità di relazionarsi con i clienti

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luca di cesareInnovare sempre. Anche in movimento

La conclusione della prima-tappa italiana dell’”Innova-tion Training” promosso da smartclip e dedicato al Mobi-le Video Advertising non po-teva che essere affidata a Luca Di Cesare, managing director della concessionaria che, nel ringraziare gli intervenuti, ha confermato la bontà della for-mula che ha contraddistinto l’iniziativa di approfondimen-to. E, in ultima analisi, ha vo-luto ricordare anche lo sforzo compiuto proprio da smartclip in questi anni, per garantire al mercato soluzioni animate da spirito innovatore, dalla ricer-ca di livelli di efficacia sempre maggiori e dall’elaborazione di nuovi modelli di interattività. «Serve costruire percorsi più fluidi da mettere nella dispo-nibilità degli investitori, delle marche. E noi lo stiamo facen-do. Anche nel campo del mo-bile. Abbiamo trovato risposte adeguate per evitare, ad esem-

pio, i click involontari. E anco-ra, stiamo sperimentando mo-dalità davvero all’avanguardia per portare l’utente nelle app, senza eccessiva intrusione. Vo-gliamo dare all’utente la pos-sibilità di non subire passi-vamente l’advertising. E per questo proponiamo soluzioni sempre più aggiornate e in gra-do di produrre un’esposizio-ne continua, ma in modo non intrusivo». Una spinta all’in-novazione che smartclip si è impegnata a trasferire verso l’esterno: «Abbiamo ritenuto di dover dare il nostro contributo anche allo sviluppo di un set-tore, quello della pubblicità su mobile, che ha faticato un po’ a trovare i giusti spazi. Questo primo appuntamento, in par-ticolare, ha voluto rappresen-tare un momento di confron-to su un tema nuovo, quello del Mobile Video Advertising, che per smartclip vale già circa il 30 per cento del fatturato».

il 30% del fatturato della concessionaria proviene già dal mobile video advertising

coverstorycarlo momigliano

Radio e mobile sono mezzi complementari. Ma come?

meravigliosi per utilizza-re i cosiddetti broadcast media”. Insomma, Proctor in un certo senso sostiene che anche il mobile non si sa bene come utilizzarlo. «Proctor parte da conget-ture giuste dice Momiglia-no -. Fa ragionamenti cor-retti. Ma alla fine si sbaglia. Ha ragione quando dichia-ra che non bisogna parago-nare il tempo speso su un mezzo con gli investimen-ti che riesce a recuperare. Ogni mezzo deve fare in modo di rendere profitte-vole la sua quota di audien-ce, renderla attraente per gli investitori. Non c’è cor-relazione diretta tra le due cose». E prosegue: «Proctor ha ancora ragione quan-do si sofferma sulle abitu-dini delle persone, intente a guardare lo schermo del proprio device mobile. Se-condo il ceo, nessuno sta-rebbe guardando i ban-ner. Chiaro no? «Anch’io

vedo la gente in metropo-litana. Anche per venire qui oggi. Tanti guardano lo smartphone, ma chi riviol-ge la propria attenzione ai banner?», provoca Momi-gliano. E infine c’è il tema della misurabilità, che non neccessariamente si tradu-ce in efficacia. «Se un mez-zo è facilmente misurabile, magari anche in profondi-tà e con segmentazioni raf-finate, non vuol dire che saprà veicolare nel modo adeguato una determinata azione pubblicitaria», sot-tolinea ancora il manager di Finelco. A questo pun-to arriva il sillogismo erra-to citato da Momigliano: se Socrate è morto, ed è mor-to, e anche i gatti muoiono, allora Socrate è un gatto. E chiaramente non è così. Momigliano va a sfatare al-tri luoghi comuni dell’am-biente pubblicitario legati al mobile. Ad esempio, che sia una sorta di “ghetto” ri-

«Ora vi spiego perché So-crate non è

più un gatto». Comincia così, in uno dei suoi classi-ci, paradossali incipit, l’in-tervento svolto da Carlo Momigliano al primo “In-novation Training”. Scopo dello speech: spiegare per-ché l’alleanza tra Finelco, il gruppo radiofonico di cui lo stesso Momigliano ha la responsabilità del mar-keting, e la concessionaria smartclip, sia strategica. E definire le motivazioni che permettono alla radio di risultare molto utile se pianificata insieme al mo-bile. E, da ultimo, disvela-re l’errata valutazione del ceo di GroupM, Dominic Proctor, sullo scarso sfrut-tamento della potenziale efficacia dei nuovi mezzi digitali, incluso il mobile. «Alla fine Proctor ha tor-to - sentenzia Momigliano -, nonostante le sue con-getture siano buone e giu-ste». Per capire meglio bisogna fare un passo in-dietro. Momigliano, a cui piace sempre sorprende-re, parte, dunque, da un as-sunto del numero uno del-la holding media GroupM, che più o meno così aveva teorizzato: “Non penso che qualcuno abbia trovato la maniera ottimale per uti-lizzare i social media nello stesso modo in cui le per-sone hanno trovato modi

servato alla paid search, di cui invece Momigliano di-mostra l’ottimo funziona-mento. E poi la valutazione che rispetto ai Light Vie-wers di televisione ci sia un effettivo limite di copertu-ra oltre una certa soglia di grp. Un intervento di par-ticolare incidenza tecni-ca, quello di Momiglia-no, che ha puntualizzato su un altro elemento. An-che le “nuove televisioni” non sono in grado di assi-curare la giusta copertura rispetto ai Light Viewers, perché i tre quarti dei loro ascolti sono generati altre-sì da Heavy & Medium Vie-wers. Quindi, niente di fat-to. E forse è qualcosa di più innovativo a poter interve-nire per risolvere la situa-zione. Qui entra in gioco anche la radio, che van-ta un’elevata percentuale di Heavy Listeners, ovvero persone esposte al mezzo per oltre 3 ore e 15 miuti al

il manager di finelco ha spiegato alla folta platea dell’“innovation training” perché l’alternanza di due media apparentemente così lontani può essere un’ottima soluzione per le pianificazioni. un intervento, quello di carlo momigliano, che ha difeso a spada tratta l’efficacia dei tanto criticati formati pubblicitari per mobile. a patto di comprenderli e saperli utilizzare

giorno. La radio - nella tesi presentata da Momigliano - spingerebbe molto, come un acceleratore, verso le vi-site alle web properties. In-fine, citando Rosser Reeves - che ideò la formula del-la Unique Selling Propo-sition, per cui ogni avviso pubblicitario deve presen-tare un’offerta che deve es-sere esclusiva e non propo-nibile da altri concorrenti -, Momigliano ricorda un suo diktat essenziale: «Se una pubblicità procura una qualsiasi forma di fastidio vuol dire che funziona». E nel tentativo di formulare un parallelismo con le so-luzioni pubblicitarie lega-te al video mobile, il mana-ger fa cenno alla possibilità di decidere, non di sceglie-re. Perché, se la creatività è forte, genera engagement. Dunque, stavolta confu-tando Proctor, una buona misurabilità genera un cer-to engagement.

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scenario

il futuro della rete

Arriva l’Internet

delle Cose

a cura di aureLianO rOiO

Gi o v a n e ma pro-m e t t e n -te, spal-le sempre più larghe,

piedi piantati nel terreno, pronto per le sfide in arrivo anzi, pronto per la rivolu-zione. Perché è di rivoluzio-ne che si parla, soprattutto, quando si parla di Internet of Things, l’Internet delle Cose, la connettività di serie ne-gli oggetti della vita di tut-ti i giorni. Del resto, se oggi ci sono 1,9 miliardi di oggetti che, in un modo o nell’altro, sono in grado di accedere a internet, fornire informazioni e dati utili o eseguire coman-di a distanza ed entro il 2018 diventeranno 9 miliardi (IDC Worldwide Internet of Things Spending by Vertical Market 2014-2017 Forecast) qualche cambiamento dovrà pur arri-vare. Innanzitutto, un nuovo mercato, che nel 2017 var-rà nel mondo qualcosa come 7,3 trilioni di dollari declina-ti prevalentemente nei setto-ri dell’automotive, industria manifatturiera, amministra-zione pubblica, mobilità, uti-lities, smart cities. E in italia? Nel 2013 in Italia si conta-no 6 milioni di oggetti in-terconnessi tramite mobile, in aumento del 20% rispet-to al 2012. Il valore del mer-cato delle soluzioni Internet of Things basate su rete cel-

lulare raggiunge i 900 milio-ni di euro, con una crescita dell’11%, in controtenden-za rispetto alla flessione regi-strata dal mercato ICT. Tra gli ambiti in maggiore espansio-ne, si segnalano in particolare quello della Smart Car, con ol-tre 2 milioni di auto connesse e un fatturato in crescita del +35%, e della Smart Home & Building in cui, oltre alle soluzioni tradizionali, si af-fermano nuove applicazio-ni orientate direttamente al consumatore. La Smart City rimane uno dei principa-li campi di sviluppo dell’In-ternet of Things, ma in Italia l’impiego rimane ancora cir-coscritto a poche applicazioni dai ritorni certi, in particolare nell’illuminazione pubblica e nella raccolta dei rifiuti. Sono alcuni dei risultati della Ri-cerca dell’Osservatorio Inter-net of Things della School of Management del Politecnico di Milano (http://www.osser-vatori.net), presentata al con-vegno “Aziende, Consumato-ri, Cittadini: cresce l’Internet of Things”, tenutosi all’Aula De Carli presso il Campus Bo-visa del Politecnico di Milano. «Nel 2013 l’Internet of Things ha visto alcune dinamiche di lenta evoluzione affiancar-si ad alcuni elementi di slan-cio e novità – afferma Ales-sandro Perego, responsabile scientifico dell’Osservatorio Internet of Things –. Da un

sarà il trend ict dei prossimi anni. ma pubblicitariamente non è chiaro quali saranno i modelli di sviluppo

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lato, si assiste a una cresci-ta organica delle applicazio-ni più consolidate che anco-ra oggi rispondono al bisogno di connettività facendo leva sulla rete cellulare. Dall’altro, si muovono ambiti di appli-cazione meno consolidati. In particolare lo Smart Home & Building, che è il terreno di sbarco di una pletora di nuo-ve soluzioni spesso rivolte di-rettamente all’utente consu-mer, dalla gestione domestica alla sfera personale. E poi lo Smart Car, in cui si assiste a una accelerazione del percor-so verso l’auto connessa, a fianco delle applicazioni più tradizionali». «Con l’eccezione rilevante dei contatori elettri-ci, in Italia la maggior parte delle applicazioni IoT conso-lidate continua a sfrutta-re come interfaccia con il mondo fisico la connettività cellulare – spiegano Giovan-ni Miragliotta e Angela Tumi-no, responsabili della Ricerca dell’Osservatorio Internet of

Things -. Nel 2013 sono sali-ti a 6 milioni gli oggetti inter-connessi tramite rete cellula-re - continua Angela Tumino - con una crescita del 20% rispetto al 2012, che confer-ma l’espansione a doppia ci-fra già registrata negli scorsi anni, +13% nel 2011 e +25% nel 2012. Tra questi, si conta-no più di 2 milioni di auto e diverse centinaia di miglia-ia di automezzi per il traspor-to merci, ascensori e contato-ri gas». Nello specifico, il 47% del totale degli oggetti inter-connessi via rete cellulare in Italia è costituito da autovet-ture (Smart Car), il 26% da applicazioni di Smart Mete-ring e Smart Asset Manage-ment nelle Utility, il 10% da applicazioni di Smart Asset Management in altri contesti come il monitoraggio di gam-bling machine e ascensori (+18%), il 9% di Smart Home & Building, il 5% di Smart Lo-gistics e il 2% di Smart City & Smart Environment. Anche

analizzando il fatturato com-plessivo, è lo Smart Car l’am-bito che evidenzia il maggio-re tasso di crescita (+35% rispetto al 2012) e che co-stituisce la quota più impor-tante: con il 31% del valore totale del mercato delle so-luzioni Internet of Things, su-pera lo Smart Home & Buil-ding (21%). A breve distanza, si collocano le soluzioni di Smart Metering e Smart As-set Management nelle Uti-lity (19%), seguite quelle di Smart Logistics per il traspor-to (13%) e dalle altre applica-zioni di Smart Asset Manage-ment (8%). Il 73% del valore di mercato (circa 660 milio-ni di euro) deriva da soluzio-ni basate interamente su rete cellulare, mentre il restan-te 27% è legato invece a so-luzioni “miste”, che vedono l’impiego di altre tecnologie – come ad esempio Power Line Communication o tecnologie radio - per la raccolta dei dati dal campo.

l’aUto connessaLo Smart Car è l’ambito dell’In-ternet of Things più dinamico e rilevante dal punto di vista nu-merico in Italia. Nel 2013, si contano oltre 2 milioni di auto connesse (+35% sia in termini numerici sia di fatturato rispet-to al 2012), il 95% delle quali at-traverso applicazioni per l’uti-lizzo di box GPS/GPRS per la localizzazione dei veicoli priva-ti e la registrazione dei parame-tri di guida a scopo assicurativo. In futuro saranno sempre di più i veicoli con SIM cellulare a bordo: dall’8% del totale dei mezzi cir-colanti, si stima che nel 2016 le macchine connesse in Italia rap-presenteranno circa il 20%, per un totale di oltre 7,5 milioni. La crescita dello Smart Car sarà le-gata all’aumento della diffusio-ne di veicoli “nativamente con-nessi” anche grazie allo stimolo della normativa eCall, in base a cui da ottobre 2015 tutti i nuovi modelli immessi sul mercato do-vranno poter effettuare chiama-te automatiche di emergenza.

come sarà l’advertising delle cose? un mondo in cui i computer sono all’interno di tutti gli oggetti della nostra quotidianità, tutti legati tra loro, vedrà grandi cambiamenti anche nella modalità di comunicare con i consumatori. spot video e banner hanno poco senso “dentro” un indumento intelligente…

Il termine “Internet of Things” è stato coniato per la prima volta a metà degli anni ’90 dal co-fonda-tore e direttore esecutivo del MIT Auto-ID lab, Kevin Ashton che per primo ha proposto di applicare la stessa logica del web agli oggetti fisici, connettendo ogni cosa esi-stente alla rete attraverso l’appli-cazione di sensori. Come le pagine individuali, ogni cosa, dal singolo prodotto alimentare a salire (di valore) ha una sua unica identità digitale nonché una propria URL. Così, dotati di indirizzi e raggiun-gibili come un qualsiasi computer connesso alla rete, tutti gli oggetti diventa naturalmente parte dello scenario, capaci di interagire di-rettamente con l’utente finale per distribuire messaggi commerciali, advertising compreso. Ma in che modo? Dando per scontato che abiti o elettrodomestici intelligen-ti non saranno dotati di schermo per fruire di video o banner pub-blicitari, i grandi brand si staranno domandando come fare per cat-turare la nostra attenzione attra-verso tali device, avendo intuito quali e quanti dati possono otte-nere dai nostri dispositivi. Ana-lizzando l’advertising delle cose all’interno di uno spettro idea-le che va dalla notevole invasivi-tà dei formati tradizionali (che gli utenti tollerano in cambio di con-tenuti), fino all’adv search-rela-ted che sfrutta una logica di tipo pull, sembra chiaro che gli utenti mal sopporteranno modelli di tipo invasivo compresi in oggetti che hanno già pagato. Allora le azien-

de dovranno sforzarsi di avvicina-re i propri brand ai consumatori in forme innovative, poco intrusi-ve, che offrano valore. In un fu-turo non troppo distante, avre-mo frigoriferi che decidono quali cibi comprare e ordinano la spesa autonomamente o lavatrici che ci consigliano il detersivo ideale per il nostro bucato (magari stam-pandoci un buono sconto). Esem-pi suggestivi ma ancora distan-ti nel tempo. In realtà, al di fuori da contesti commerciali avanza-ti o accademici, ci si trova anco-ra nelle fasi iniziali di adozione di questa tecnologia e dovrà passa-re ancora un po’ prima che i nostri oggetti oggi ancora “ottusi” si do-tino di intelligenza. Ma per i mar-keter il potenziale rappresentato dal poter rafforzare il brand attra-verso una relazione tra il prodotto in senso letterale e il cliente, è già ben chiaro. Valga a titolo d’esem-pio, l’esperimento realizzato dalla agenzia britannica Evrythng per il gigante degli alcolici Diageo lo scorso anno in Brasile. Per la festa del papà, i consumatori aveva-no la possibilità – scannerizzan-do il Qr code presente sulla botti-glia – di trasformare un prodotto fisico standardizzato in un uni-co, identificabile, oggetto digitale. L’acquirente/donatore della bot-tiglia può utilizzare il suo smart-phone per creare un video per il proprio papà e caricarlo sul sito. Il ricevente può scaricarlo. Risul-tato: più fedeltà alla marca, per-sonalizzazione totale della brand experience e un flusso costante di

dati verso Diageo su come i suoi prodotti sono comprati, vendu-ti, e utilizzati. Nel momento in cui un codice univoco viene inseri-to nel database aziendale da uno smartphone ogni bottiglia diven-ta unica e con essa, il link al qua-le l’azienda può legare il profilo del consumatore e qualsiasi al-tro programma di fidelizzazione. Conoscere che un prodotto è sta-to donato, può generare un grafi-co sociale dei consumatori che, se non è ancora un vero valore per il mercato, di certo lo diventerà in futuro. Non serve un processore che fornisca un’intelligenza arti-ficiale al prodotto per una simile operazione, è sufficiente una tec-nologia ormai diffusa come il Qr code, ma l’esempio in questione riformula la definizione di adver-tising sotto molti aspetti: colloca il messaggio — ove il prodotto è la piattaforma media — all’inter-no del flusso sociale quotidiano; in secondo luogo, chiede al dona-tore dell’oggetto di creare, a tut-ti gli effetti, un contenuto pub-blicitario che aumenti il valore del prodotto, secondo i moderni dettami della “partecipazione dif-fusa”. In più, converte un generi-co prodotto in uno “intelligente e funzionale” che (con l’aggiunta di uno smartphone) può veicola-re messaggi dinamici e persona-lizzati legati a oggetti o temi spe-cifici; infine, crea il presupposto per una relazione duratura con tra consumatore e brand, unendo le interazioni online all’esperienza reale legata al prodotto.

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scenario

Verso la sMart cityLa Smart City rimane uno dei principali campi di applica-zione dell’Internet of Things. Ad oggi, però, in Italia, no-nostante tante sperimenta-zioni, le applicazioni avvia-te sono ancora circoscritte a poche funzionalità dai ri-torni certi. La presenza di be-nefici tangibili di efficienza e di qualità del servizio ero-gato, infatti, rappresenta il fattore chiave che spiega le implementazioni più diffu-se e consolidate. La Ricerca dell’Osservatorio Internet of Things ha analizzato 116 cit-tà (51 in Italia, 65 all’estero), per un totale di 258 appli-cazioni Smart City abilitate dalle tecnologie IoT. L’illumi-nazione pubblica intelligen-te rappresenta l’ambito trai-nante, con oltre 200 città

che hanno installato appli-cazioni per il telemonitorag-gio e il telecontrollo dei lam-pioni negli ultimi tre anni (13% delle applicazioni to-tali, 30% delle città analiz-zate), per un totale di oltre 400.000 lampioni connessi a fine 2013. Nel 2013, con 12 milioni di euro, l’illuminazio-ne intelligente rappresenta il 18% del valore complessi-vo della Smart City in Ita-lia. Seguono le applicazioni di raccolta rifiuti per l’iden-tificazione dei cassonetti e il supporto alla tariffazione puntuale (13% delle appli-cazioni, 28% delle città ana-lizzate). Si diffonde una pro-gressiva multifunzionalità, con oggetti che condividono la dotazione tecnologica tra più applicazioni: oltre il 30% dei progetti avviati in Italia e

all’estero dal 2012 tocca al-meno due ambiti applicati-vi, il 12% almeno tre. «Sulla Smart City in Italia siamo an-cora nella fase iniziale di un percorso di trasformazione lungo e complesso – affer-ma Alessandro Perego - su cui continuano purtroppo a incidere in maniera negativa gli effetti indotti dall’attuale crisi economica, in particolar modo sulla capacità di spesa delle Pubbliche Amministra-zioni. Osserviamo con soddi-sfazione, però, che sempre più spesso gli investimenti in progetti Smart City inizia-no a inserirsi in una regia co-mune cittadina, entro cui le singole applicazioni avviate anche da attori distinti pos-sono inserirsi in modo coe-so e più aderente ai bisogni e alle risorse della comunità».

NUMERI DALEADER

SCHERMIIN 20 REGIONI

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scenario excursusBreve storia dell’intelligenza degli oggettidalle prime visioni ai primi oggetti fino ad oggi

1832: Il barone Pavel Schil-ling, in Russia, crea il primo telegrafo elettromagnetico.1833: a Göttingen, in Ger-mania, Carl Friedrich Gauss e Wilhelm Weber inventano un codice speciale che per-mette loro di comunicare da una distanza di 1.200 metri.1844: Samuel Morse invia il primo messaggio telegrafi-co pubblico con il suo codice da Washington D.C. a Balti-

mora. Il messaggio, una cita-zione biblica, recita: Cosa ha creato Dio!

1926: Nikola Tesla, ingegne-re elettrico, fisico e inventore, in un’intervista per la rivista Colliers dichiara: “Quando la logica wireless sarà perfetta-mente applicata tutta la Terra sarà trasformata in un enor-me cervello, ovvero in ciò che è in realtà: tutte le cose sono singole particelle di un uni-

co e armonico insieme. E gli strumenti attraverso i quali si sarà in grado di fare questo saranno incredibilmente più semplici rispetto al nostro at-tuale telefono. L’uomo sarà in grado di portarne uno nel ta-schino del panciotto”.1950: Alan Turing nel suo articolo “Computing Machi-nery and Intelligence” redat-to per l’Oxford Mind Journal scrive: “Possiamo anche so-stenere che sia meglio equi-paggiare la macchina con i migliori organi sensoriali che il denaro possa comprare, e insegnarle a capire e parlare inglese. Un processo analogo al percorso di apprendimento di un bambino”.

i primi passi verso l’integrazione in rete1964: In “Understanding Me-dia”, Marshall McLuhan af-

ferma: “…per mezzo di mezzi elettrici, abbiamo istituito un sistema dinamico attraver-so il quale tutte le precedenti tecnologie - comprese le cit-tà - saranno tradotti in siste-mi di informazione”.

1966: Karl Steinbuc, pionie-re tedesco della scienza com-puteristica, sostiene che en-tro pochi decenni i computer si sarebbero integrati in quasi tutti i prodotti industriali.1969: L’Agenzia del Dipar-timento della Difesa degli Stati Uniti realizza la rete di

computer Arpanet (Advan-ced Research Projects Agen-cy Network).1974: Vinton Cerf, insieme a Bob Kahn, inventa il Tcp/IPp: acronimo di Transmission Control Protocol + Internet Protocol, è un insieme di pro-tocolli di rete su cui si basa il funzionamento di internet.

e il primo oggetto nella iot? Un tostapane!1982: Alla fine del 1982 i nuovi protocolli Tcp/Ip, col-laudati, sostituiscono i vec-chi protocolli legati al pro-getto Arpanet.1984: Nasce il Domain Name System, usato per la risoluzio-ne di nomi dei nodi della Rete in indirizzi Ip e viceversa.1989: Tim Berners-Lee in-venta il World Wide Web.1990: John Romkey crea il primo oggetto della Internet of Things: un tostapane che può essere attivato e disat-tivato via web. Nell’ottobre

fOnte: theBizLOft.cOm

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SCHERMIDIGITALI

725

AL CINEMA DA pROTAGONISTI

MOVIEMEDIA

MOVIEMEDIADIGITAL

nikolatesla

karlsteinbuc

pavel schilling

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scenario

dell’anno precedente, in oc-casione della conferenza In-terop, il presidente di Interop, Dan Lynch, promise che se Romkey fosse stato in grado di connettere il suo tostapa-ne in rete avrebbe ottenuto il miglior posizionamento tra tutti gli espositori della con-ferenza successiva. Il tosta-pane fu collegato a un com-puter attraverso la rete Tcp/Ip e venne utilizzata una base di informazioni Snmp-Mib per accenderlo. La cosa, intelli-gente, funzionò.

1991: Tim Berners-Lee crea la prima pagina web. Nel-lo stesso anno, in un artico-lo sulla computazione ubi-qua intitolato “Il computer per il 21° secolo”, Mark Wei-ser scrive: “Le tecnologie più importanti sono quelle che scompaiono: si confondono

nel tessuto della vita di tutti i giorni, al punto da diventa-re… invisibili”.

l’informazione cambia i suoi formati1993: Quentin Stafford-Fraser e Paul Jardetzky cre-ano il Trojan Camera Cof-fee Pot, situato nella Trojan Room all’interno del Labora-torio di Informatica dell’Uni-versità di Cambridge. Si trat-ta della prima webcam della storia, creata per aiutare le persone che lavoravano lon-tano dalla sala del caffè a evitare viaggi inutili, fornen-do sul desktop dell’utente un filmato live della caffettie-ra in scala di grigi aggiornato per tre volte al minuto.1994: Steve Mann crea We-arCam, ispirandosi alla Trojan Camera Coffee Pot.1995: Internet scopre la pro-pria vocazione commerciale con Amazon e Echobay (Ebay).1997: Paul Saffo scrive un articolo premonitore intitolato “Sensori: La prossima ondata dell’ innovazione Infotech”.1998: Nasce Google, mentre Scott Brave, Andrew Dahley e il professor Hiroshi Ishii svi-luppano inTouch, un progetto del Mit che mira a esplorare nuove forme di comunica-zione interpersonale attra-verso il tatto. Un anno pri-ma di perdere la sua battaglia contro il cancro, Mark Wei-ser prosegue le sue ricerche

e realizza fuori dal suo uffi-cio una fontana in cui flusso e altezza degli zampilli imita-no il volume e l’andamento dei prezzi del mercato azio-nario. “L’ubiquitous compu-ting è grosso modo l’opposto della realtà virtuale - scrive Weiser -, mentre la realtà vir-tuale mette le persone in un mondo generato al compu-ter, la computazione ubiqua permette ai computer di vi-vere qui, nel mondo, in mez-zo alla gente”. internet of things: il futuro in tre parole1999: Kevin Ashton, diret-tore esecutivo del Centro di Auto-ID del Mit conia il ter-mine “Internet of Things”. A tal proposito, ricorderà più avanti: “Potrei sbagliarmi, ma sono abbastanza sicuro che la frase Internet delle cose sia nata come titolo di una pre-sentazione che ho fatto per Procter & Gamble nel 1999. Collegare il nuovo approc-cio Rfid della supply chain di Procter & Gamble con l’argo-mento, allora rovente, di in-ternet fu un ottimo modo per attirare l’attenzione dei diri-genti. Credo riassuma un’im-portante intuizione spes-so ancora fraintesa”. Intanto, Neil Gershenfeld scrive il li-bro “When Things Start to Think”. Neil Gross scrive sul Business Week: “Nel prossi-mo secolo, il pianeta Terra in-

dosserà una pelle elettroni-ca e utilizzerà internet come impalcatura per sostenere e trasmettere le sue sensazio-ni. Questa pelle è già cuci-ta insieme ed è composta da milioni di dispositivi di mi-surazione elettronica incor-porati: termostati, indicatori di pressione, rilevatori di in-quinamento, telecamere, mi-crofoni, sensori di glucosio, elettrocardiogrammi, elettro-encefalografi. Questi saranno in grado di monitorare le cit-tà e le specie in via di estin-zione, l’atmosfera, le nostre navi, le autostrade e le flot-te di camion, le nostre con-versazioni, i nostri corpi e ad-dirittura i nostri sogni”.2000: Lg annuncia Inter-net Refrigerator, frigorifero smart dotato di reader Rfid.2001: Neil Gershenfeld re-alizza il Center for Bits and Atoms.2002: The Ambient Orb crea-to da David Rose e altri ricer-catori di una spin-off del Mit Media Lab è rimesso in circo-lazione (ed è ancora sul mer-cato): il New York Times Ma-gazine lo considera una delle idee dell’anno. L’Orb monito-ra il Dow Jones, il meteo e al-tre fonti di dati e cambia il suo colore in base ai parame-tri dinamici.l’internet delle cose diventa popolare2003-2004: Il termine In-ternet of Things viene citato

L’innovazione inFotech caMbia

Le reLazioniquI SOTTO, TIM

BeRneRS-Lee, Che neL 1991 CRea La

pRIMa paGIna WeB. In aLTO, a DeSTRa,

un’IMMaGIne DI MaRk WeISeL, unO

DeGLI SCIenzIaTI Che ha COnTRIBuITO

MaGGIORMenTe aLLO SvILuppO DeI

COLLeGaMenTI e DeLLe COnneSSIOnI TRa Le

ReTe e Le COSe

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I D E E DALEADER

I NOSTRI NUOVIFORMAT-CINEMA

un progetto miratosul target tweens/teens

MOVIEMEDIAt e e n

MOVIEMEDIAYO U N G

un progetto specialeper il target kids/family

MOVIEMEDIAt e e n

MOVIEMEDIAYO U N G

un “circuito” esclusivo peril mondo del lusso

MOVIEMEDIA

MOVIEMEDIADIGITAL

trojan cameracoffee pot

timberners lee

markweiser

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scenario

in pubblicazioni main-stream, come The Guardian, Scienti-fic American e il Boston Glo-be. Progetti come Cooltown, Internet0, e l’iniziativa Disap-pearing Computer cercano di attuare alcune delle idee, e la Internet of Things inizia ad ap-parire per la prima volta anche nei titoli di alcuni libri. L’Rfid viene distribuito su larga scala da parte del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti nel pro-gramma Savi e da Walmart nel mondo commerciale.2005: La Internet of Things compie un salto di qualità quando l’Unione Internazio-nale delle Telecomunicazioni delle Nazioni Unite pubblica il suo primo rapporto sul tema: “Una nuova dimensione è sta-ta aggiunta nel mondo delle tecnologie della comunicazio-ne - si legge nel documento - ora avremo la connettività a tutto, le connessioni si mol-tiplicheranno ecreeranno una rete di reti dinamica e comple-tamente nuova, una Internet of Things”. In anticipo sui tem-pi, Rafi Haladjian e Olivier Mével inventano Nabaztag, un piccolo coniglio con fun-zioni Wi-Fi in grado, tra le al-tre cose, di parlare di relazio-ni di mercato azionario, titoli di notizie, fungere da sveglia, segnalare i feed Rss. Oltre ov-viamente di collegarsi con gli altri dispositivi.2006-2008: La Internet of Things ottiene il riconosci-

mento da parte dell’Unione Europea e si tiene la prima European Iot Conference.2008: Un gruppo di società lancia l’Alleanza Ipso per pro-muovere l’uso dell’Internet Protocol nelle reti di ogget-ti intelligenti e per consen-tire lo sviluppo della Internet of Things. L’alleanza Ipso ora vanta oltre cinquanta azien-de associate, tra cui Bosch, Cisco, Ericsson, Intel, Sap, Sun, Google e Fujitsu.

il passaggio: da internet of things alle smart cities2008-2009: Nasce ufficial-mente la Internet of Things. Secondo Cisco Internet Bu-siness Solutions Group (Ibsg), l’Internet delle cose è nata nel momento in cui ci sono state più cose collegate a internet che persone. Considerando la crescita di smartphone, ta-blet e pc, il numero di dispo-sitivi collegati a internet è sa-lito a 12,5 miliardi nel 2010, mentre la popolazione uma-na nel mondo è aumentata di 6,8 miliardi, facendo salire il numero di dispositivi col-legati a più di 1 per persona

(per la precisione 1,84) per la prima volta nella storia.2008: Il National Intelligen-ce Council degli Stati Uniti inserisce la Internet of Things tra una delle sei tecnologie civili più dirompenti, ricono-scendo il potenziale impatto che potrà avere per gli inte-ressi degli Stati Uniti a parti-re dal 2025.2010: il premier cinese Wen Jiabao ritiene la IoT un set-tore chiave per la Cina e pro-gramma di fare grandi inve-stimenti in materia.

2011: si tiene il lancio pubblico dell’ipv6, nuovo protocollo internet“…che consentirebbe - spie-ga Steven Leibson, diretto-re del Strategic Marketing & Business Planning di Xilinx - di assegnare un indirizzo IPv6 per ogni atomo sulla superfi-cie della Terra, e avere anco-ra abbastanza indirizzi libe-ri per altre cento e più Terre”.Nel frattempo, Cisco, Ibm ed Ericsson realizzano grandi iniziative educative e di mar-

keting sul tema. Tutto questo mentre Arduino e altre piat-taforme hardware maturano e rendono l’internet degli og-getti accessibile a tutti e an-che gli amanti del “fai-da-te” tecnologico iniziano a inte-ressarsi all’argomento. Il ter-mine Internet of Things è in-serito nell’annuale Gartner Hype Cycle, che tiene trac-cia di cicli di vita della tecno-logia, è passa da technology trigger a plateau of producti-vity. I grafici di Google Tren-ds mostrano un interesse co-stante in termini di volume di ricerca organica. Samsung, Google, Nokia e altri colos-si della tecnologia iniziano a pensare di includere la tec-nologia Nfc nei propri dispo-sitivi mobili. L’Europa mostra continuo interesse e sostegno per l’argomento con l’Ict-Fp7 Work Programme, IoT-A e al-tre direttive digitali e il Re-gno Unito investe 5 milioni di sterline per lo sviluppo del-la Internet of Things. La Cina non è affatto da meno e con-tinua a finanziare e sostene-re la ricerca nel campo del-la IoT presso istituzioni come Shanghai Institute e l’Acca-demia Cinese delle Scienze. Infine, Viene creata la IoT-Gsi Standards Global Initiati-ve, che promuove un approc-cio unificato per lo sviluppo di norme tecniche che con-sentano l’Internet delle cose su scala globale.

tra iL 2008 e iL 2009 nasce

internet oF thingse’ queSTa La DaTa

uffICIaLe: SeCOnDO CISCO InTeRneT

BuSIneSS SOLuTIOnS GROup, L’InTeRneT

DeLLe COSe SaReBBe naTa neLL’eSaTTO

MOMenTO In CuI CI SOnO STaTe pIù COSe

COLLeGaTe a InTeRneT Che peRSOne. un’auTenTICa

RIvOLuzIOne. SOTTO, un ROBOT DI aRDuInO;

SOpRa, IL COnIGLIO “InTeLLIGenTe”

naBazTaG

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SITI WEBTEMATICI

50pER RADDOppIARE I CONTATTI UTILI SU TARGET CINEMA

rafihaladjian

steveleibson

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Mediadataads

Le vendite digitaLi dei primi dieci quotidiani itaLiani

2013

Il Sole 24 Ore 148.987

Corriere della Sera 99.145

La Repubblica 61.590

La Gazzetta dello Sport-Lunedì 21.780

La Gazzetta dello Sport 21.111

Il Fatto Quotidiano 13.145

Italia Oggi 11.022

L’Unione Sarda 7.916

La Stampa 7.363

Il Messaggero 4.973

La top ten digitaLe dei settimanaLi

2013

Io Donna 99.245

Il Venerdì di Repubblica 59.206

D La Repubblica delle Donne 57.897

Sorrisi e Canzoni Tv 32.600

Gioia 25.895

Vanity Fair 23.694

Sport Week 21.242

Donna Moderna 18.958

Milano Finanza 12.257

Viversani e Belli 10.042

i primi dieci mensiLi “digitaLi”

2013

Focus 107.475

Starbene 53.244

Quattroruote 51.379

Focus Junior 48.050

Hearst Home 43.520

Cucina Moderna 30.308

Sale & Pepe 28.882

Marie Claire 27.168

Cosmopolitan 20.713

Riders Italian Magazine 19.841

A ds ha reso disponi-bili i dati relativi alle diffusioni digitali dei

quotidiani e dei periodici italiani relative al mese di

dicembre 2013 per quan-to riguarda le testate quo-tidiane e i settimanali, e al mese di novembre 2013 per quanto attiene i pe-

riodici a cadenza mensile; il tutto confrontato (all’in-terno del sito adsnotizie.it)con il mese precedente e anche con lo stesso mese

dello scorso anno. Ecco, di seguito, il ranking relativo ai primi dieci titoli in rela-zione alle diffusioni di ca-rattere digitale.

il sole 24 ore guida la classifica dei più visitati nell’ultimo mese seguito da corsera, la repubblica e gazzetta dello sport. io donna al vertice della topten digitale dei settimanali. focus è il primo dei mensili

periodici e quotidiani online a dicembre ‘13

29,1% -39,3%La DIffeRenza TRa IL MeSe DI DICeMBRe 2013 e nOveMBRe 2013 peR IL pRIMO quOTIDIanO DIGITaLe OnLIne: ILSOLe24ORe

La peRfORManCe peGGIORe peR I quOTIDIanI neL MeSe DI DICeMBRe È STaTa, InveCe, queLLa DI ITaLIaOGGI.IT

ricerche “europe is missing the digital revolution”

Si parla spesso di internet come medium su cui puntare se si vuo-le uscire dall’attuale crisi eco-

nomica. Allo stesso modo, la sua man-cata adozione da parte delle imprese, può rappresentare un grave handicap. È quanto è emerso dall’ultimo report della società belga Email-Brokers se-condo cui solo nove Paesi europei (sui trentacinque considerati) possono van-tare almeno il 50% di imprese pre-senti su internet. E qui la Cenerento-la Italia sorprende un po’ tutti: sono il 53% le aziende online. Un dato non così lontano dal confermatissimo trio di testa composto da Germania (64%), Belgio (63%) e Paesi Bassi (59%). Fa-nalini di coda la Lituania al 16%, l’Alba-nia al 18% e la Serbia al 19%. Sul fron-te dei social media la maglia rosa va alla Spagna, con un’impresa su quat-tro attiva su Facebook e Twitter. Dietro Svezia (24%), Repubblica Ceca (19%), il Belgio (18%) e l’Italia (17%). Male Mal-ta (1%), Estonia (2%), Cipro (3%) e Al-

bania (4%). L’ecommerce è un settore quasi sconosciuto, lo utilizza l’11% del-le società britanniche e Ceche. In Ita-lia il dato scende al 5% (una impresa su venti). Troppo poco. E la ricerca evi-denzia questa mancanza, sottolinean-do come l’83% delle aziende fallite nel 2013 non fosse presente sul web. Dato che sale fino all’87% in Germania. Infi-ne la problematica dei siti web che non vengono aggiornati da più di un anno, con l’83% dei portali obsoleti per Mal-ta, l’82% per il Regno Unito, l’81% per la Germania e il 79% per l’Italia. Nono-stante la digital economy sia un tema che sta acquisendo una eco sempre maggiore in tutto il Vecchio Continen-te, emerge chiaramente la necessità di aumentare gli investimenti in que-sto settore. Politica permettendo. Non a caso, la ricerca di Email-Brookers, si intitola “Europe is missing the digi-tal Revolution”. Insomma il digital, per ora, è un triste sinonimo di potenziali-tà inesplorata.

secondo uno studio dell’operatore belga email-brokers, l’83% delle imprese italiane fallite nel 2013 non era online

Page 25: 360com02

24

ANNO V | #02 | 14 FEB 2014

media

digital communities / la disamina di una crescita esponenziale, trasversale ai differenti device

Instagram, il social network più potente?la piattaforma di condivisione di foto e video è divenuta in breve una destinazione imprescindibile per tutti i marchi di prestigio. l’analisi di l2thinktank.com

Crescita esplosiva, dati demografici invidia-bili e un engagement

senza concorrenti. Sono al-cuni dei fattori che hanno assicurato a Instagram un posto sicuro tra le elite dei social network. La piattafor-ma di condivisione delle im-magini lanciata nel 2010 da Kevin Systrom e Mike Krie-ger (e comprata nel 2012 da Facebook per circa 1 miliar-do di dollari) ha accumula-to circa 150 milioni di uten-ti mensili in tre anni - due anni in meno di Facebook e la metà del tempo occorsa a Twitter -, dato che lo rende il social con il più veloce tas-so di crescita di sempre. Non solo: in ambito mobile sono 60 milioni i nuovi utenti at-tivi entrati nel 2013, la più alta crescita anno su anno (+66%) tra le 10 mobile app più diffuse. Anche con i con-correnti diretti, il confronto è impietoso: Pinterest, lan-ciato sei mesi prima di In-stagram, è oggi solo un terzo di quest’ultimo, ma ‘soltan-to’ il 23% dei suoi utenti in-teragiscono con la piatta-forma quotidianamente, a

guistiche. Attraverso questo potente cocktail di visual e mobile, Instagram potrebbe essere la prima piattaforma a realizzare il “sogno” di un social commerce alimentato da user generated contents. Utilizzare immagini prodot-te dagli utenti, infatti, accre-sce il tasso di conversione del 7%. Sarà per questa ra-gione che il 93% dei luxury brand è oggi presente su In-stagram (era il 63% a luglio 2013). I brand in questione postano, in media, 5,5 volte alla settimana, ma il 43% di loro lo fa quotidianamente. A dominare, tra le commu-nity più grandi presenti sul social, ci sono proprio quel-le del retail e del fashion. Per queste categorie Instagram rappresenta una sorta di window-shopping che per-mette agli utenti di guarda-re i prodotti addosso a ma-nichini “umani”. Anche la community della bellezza ri-sulta essere molto attiva.

di vera mOdeStO dimensione vs engagementLuxury brands

utenti coinvoLtinumero utenti x tasso di interazione (miLioni)

Twitter

0,1

Instagram

2,3

0,3

Google+

TASS

O DI

INTE

RAZI

ONE

DIMENSIONE DELLA COMMUNITY0 500,000 1,000,000 1,500,000

122,0311.53%

150 mln

60,9760,04%

218 mln

1,256,0880,10%

1,190 mln

255,5870,09%

300 mln

Dimensione CommunityTasso di interazioneUtenti attivi/mese

0.0%

0.6%

0.9%

1.2%

1.5%

0.3%

Facebook

1,2

fronte del 58% che può in-vece vantare Instagram, mentre gli ultimi arrivati nell’arena delle piattaforme visual e mobile, come Vine, seguono ancor più distan-ziati. Ma il dato sicuramen-te più rilevante che riguarda Instagram è legato alla qua-lità delle sue relazioni, più che alla quantità dei contat-ti: benché la sua dimensione sia circa un ottavo di quel-la di Facebook, ad esempio, Instagram fa registrare tas-si di interazione 15 volte più alti di quelli della sua “casa madre” e la sua “base uten-ti attivi” (dimensione tota-le della community x tas-so di interazione) è circa il doppio. Un successo dovu-to, in larga parte, alla forza delle immagini. I visual me-dia vanno oltre la semplice informazione (commercia-le). Essi ispirano emozio-ni e azioni e, nella maggior parte dei casi, non tengo-no conto delle barriere lin-

PuNtI dI forZA Il potere del visualInstagram è disponibile in 25 lingue e il 60% dei suoi utenti risiede al di fuori degli Stati Uniti. A differen-za di altre piattaforme occidentali, il social è stato (in-spiegabilmente) ammesso oltre la “grande muraglia” cinese. Il suo successo nelle aree asiatiche e medio-rientali (con grandi differenze linguistiche) è dovuto al fatto che, per utenti o account dei marchi luxury, le immagini non necessitano di traduzione!

15 93%vOLTe MaGGIORe IL TaSSO DI COnveRSIOne vS faCeBOOk

La peRCenTuaLe DeI LuxuRy BRanD pReSenTe SuL SOCIaL

Page 26: 360com02

25

ANNO V | #02 | 14 FEB 2014

Le Olimpiadi Invernali di Sochi hanno suscitato in tutto il mon-do polemiche per gli atteggiamen-ti discriminatori nei confronti delle minoranze da parte delle istituzioni russe. Come ogni grande palcosce-nico, però, sono state occasione per diffondere il messaggio opposto. In questo spot, il Canadian Institute of Diversity e Inclusion dice la sua sull’omosessualità e lo sport.

Agency: Rethink Brand: The Canadian Institute of Diversity and Inclusion Geo: Americas, Canada Advertising Agency: Rethink, Canada Creative Directors: Aaron Starkman, Chris Staples, Ian Grais, Dré Labre Associate Creative Director: Mike Dubrick Art Director: Joel Holtby Copywriters: Mike Dubrick, Aaron Starkman Director: Anthony Scott Burns

up&down

BoB A Due

Twitter ha registrato i primi guadagni, ma non è ancora riuscita a trasfor-marli in profitto. Le vendite sono più che raddoppiate rispetto a un anno fa; i ricavi dell’ultimo trimestre sono stati di 243 milioni di dollari, in crescita del 116% . Titolo crollato in Borsa. Ma perché?

Si chiama Dong Nguyen. Vie-tnamita. E ha scritto questo tweet: “I am sorry “Flappy

Bird” users, 22 hours from now, I will take “Flappy

Bird” down. I cannot take this anymore”. L’invento-re dell’app game Flappy

Bird guadagnava 50mila dollari al giorno. Ma non era felice. Ha scelto di staccare. Chi ce la fa?

La legge finlandese sul-la raccolta di fondi, chiama-ta «rahankeräyslaki», dichia-ra illegale la richiesta pubblica di finanzia-menti, se non esiste una specifica autorizzazio-ne rilasciata dalle autorità. E’ successo a Wikipedia, che ora rischia di essere dichiarata fuori legge. Attenzione…

scanner creatività ai raggi x cidi canada

ultima

libri

&always onFrAnces BoothFelicemente #sconnessicome cUrArsi DAll’iPerconnettiVità

Sono seducenti, anche se non hanno niente da dire. Web, email, social network, smartphone, tablet sono diventati il metronomo della nostra vita. Ma siamo sicuri che l’abbiano davvero migliorata? Come difendersi e reagire da questa forza condizionante?

<DE AGOSTINI<pAG. 224; EurO 12,90

nick BiltoninVentAre tWitterPotere, DenAro, AmiciziA e trADimento

Cos’è davvero Twitter? Come si usa? A chi serve? Ma soprattutto: come è andata la faccenda della sua invenzione? Nick Bilton, firma tecnologica del New York Times, individua nella solitudine il filo che unisce Jack Dorsey, Noah Glass, Evan Williams e Biz Stone.

<MONDADOrI<pAG. 324; EurO 18,00

abbonati a

per infolicia guastelluccia tel [email protected]@growingcm.com

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coverstory

9/12

Il web è morto.(anche no)

4 marketplace fatti&notizie

dal pianeta comunicazione

4concept ikea lancia hemma,

community dal cuore italiano

il magazine usa

wired esce con una

copertina eloquente

e un carteggio

provocatorio tra

il direttore chris

anderson e il

columnist michael

wolff: per capire

dove andrà la rete

7 concept il back to school

e le contaminazioni in adv

9 360agorà latins do it better:

twitter vola in sud america

6campagne shakira “mueve”

il piano marketing di seat

17scenario i cento nomi più

cool dell’information age

in questo numero

chris anderson

michaelwolff

8

1816 Il Motorshow ora

accelera con Comark

Quando la lavatrice ci

chiederà banda larga5Ecco La Settimana

della ComunicazioneStile italiano carico

di ottimismo

all’internoall’internoMeno cibo e più hi-tech

nei consumi degli italiani17 19Ecco chi c’è davanti

al grande schermo5/6Concept store“pop in the city”

20/22

4 marketplace fatti&notizie

dal pianeta comunicazione

6 concept la creatività imille

regala più luce a bilumen

7 eventi la settimana della

comunicazione: l’agenda

8 agorà dal festival di venezia

alle debolezze del sistema

18 scenario government 2.0:

dagli usa il primo bilancio

4 marketplace su zoopa il logo

del bicentenario beretta

in questo numeroeditoria / se i lettori dettano l’agenda ai giornali

coverstory

9/13

14/15

LucaColombo

rubriche2 visioni paolo mardegan 3 360pro.

update 16 mediadata ads - audiweb/

nielsen - strategy analytics 19

vipcom simona ventura 20/21

agenda mondo/italia 21 up&down

trend in salita e in discesa 21

scanner grey paris / asonor

Alle porte dello

showrnalismin alcune redazioni usa campeggiano cartelloni con i risultati

del traffico delle notizie pubblicate sul web. il pubblico si sta

impadronendo dell’informazione? quali riflessi per il mercato?

all’interno

Ma come sta davveroil grande malato?La pubbLicità è ancora in crisi profonda? come vanno Letti

i dati apparentemente positivi consegnati daLLa prima parte

deLL’anno? viaggio in un panorama difficiLe da interpretare

3 marketpLace fatti&notizie

daL pianeta comunicazione

4 marketpLace uma thurman,

moLto più che testimoniaL

8 360agorà quaLe privacy

neLL’epoca di internet?

18 teLevisione broadcaster

con Le donne neL mirino

19 downLoad mp3 i ceLLuLari

provano a sfidare itunes

21 scanner bayer, Luoghi

comuni a impatto creativo

16

Paul Steiger

14 17La carta stampata

in mezzo al guadoTutti in filaper i media guru5/6

Binaghi/Ippolito:

una nuova fase

per Iab Italia

rubriche

in questo numero

coverstory

Write thefuture

7

concept la campagna della multinazionale

9/12

all’interno

3 marketplace fatti&notizie

dal pianeta comunicazione

5 concept estate, scatta

la sete di comunicazione

9 360agorà il rebranding

nell’era dei social media

17 bottarisposta frasi che

non passano inosservate

20 scenario pochi ma buoni,

le scelte di adci awards

22 scanner shangri-la, se

lo straniero è uno di noi

18DerrickDe Kerckhove

8 20Mandarina Duck decide

di raccontarsi… in reteEsloultimo, il negozio

dove lo shopping è gratis

6/7Altavia Italia,

competitivi

e consapevoli

in questo numero

Come cambia la dieta

mediatica degli italiani

coverstory

10/15strumenti digitali, mobili, innovativi, futuristici

e futuribili. attenzione, però, a non perdere di vista ciò

che guardano e ascoltano, veramente, gli italiani.

basta fermarsi un attimo per scoprire che...

3 marketplace fatti&notizie

dal pianeta comunicazione

5 concept la pubblicità

in dimensione mondiale

7 concept casual oppure

doppiopetto, conta l’abito

9 360agorà boom americano

per il network sb nation

17 scenario per edisport

la forza viene dalla storia

21 scanner amnesty invita

a non voltare le spalle

15Andrew Bud

in questo numero

all’interno

Così mobile

che sembra

inafferrabileil numero di connessioni a internet su telefonini

e smartphone è in rapida crescita, ma il mercato

dei contenuti ha perso il 20% in un anno,

e anche l’adv non decolla. viaggio

in un settore alle prese con una

svolta forse epocale

818

TAG Advertising

per il target business

“D8” / Una finestra

sul digitale che verrà

coverstory

10/14

rubriche

cellulari, contenuti e internet

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9/12

Il web è morto.(anche no)

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1816 Il Motorshow ora

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di ottimismo

all’internoall’internoMeno cibo e più hi-tech

nei consumi degli italiani17 19Ecco chi c’è davanti

al grande schermo5/6Concept store“pop in the city”

20/22

4 marketplace fatti&notizie

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16

Paul Steiger

14 17La carta stampata

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Binaghi/Ippolito:

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rubriche

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coverstory

Write thefuture

7

concept la campagna della multinazionale

9/12

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3 marketplace fatti&notizie

dal pianeta comunicazione

5 concept estate, scatta

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9 360agorà il rebranding

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17 bottarisposta frasi che

non passano inosservate

20 scenario pochi ma buoni,

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22 scanner shangri-la, se

lo straniero è uno di noi

18DerrickDe Kerckhove

8 20Mandarina Duck decide

di raccontarsi… in reteEsloultimo, il negozio

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6/7Altavia Italia,

competitivi

e consapevoli

in questo numero

Come cambia la dieta

mediatica degli italiani

coverstory

10/15strumenti digitali, mobili, innovativi, futuristici

e futuribili. attenzione, però, a non perdere di vista ciò

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che sembra

inafferrabileil numero di connessioni a internet su telefonini

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in un settore alle prese con una

svolta forse epocale

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“D8” / Una finestra

sul digitale che verrà

coverstory

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rubriche

cellulari, contenuti e internet

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26 FeBBrAio, milAno

osserVAtorio mUlticAnAlitàL’Osservatorio Multicanalità presenta i risultati dell’indagine 2013, che ha per sottotiolo “E’ il momento di osare”: l’appuntamento con il consueto convegno tenuto da Nielsen, Connexia e il Politecnico di Milano è presso il Campus Bovisa di via Durando 10, alle 9:00. www.MulTIcANAlITA.IT

18 FeBBrAio, romA

tUtelA Del Diritto D’AUtoreL’Istituto per lo Studio dell’Innovazione e della Multimedialità invita al seminario “Il Regolamento Agcom sulla tutela del diritto d’autore nelle reti di comunicazione elettronica” in occasione della presentazione del volume “L’opera digitale tra regole e mercato” di Eugenio Prosperetti (Giappichelli, 2013). Sala Convegni Monte dei Paschi di Siena, Via Minghetti 30/A. www.ISIMM.IT

19 FeBBrAio, milAno

enD Using comPUterPresentazione della ricerca condotta da NEXTVALUE in collaborazione con CIONET Italia. Corso Venezia 47, Palazzo Castiglioni (MM1 - fermata Palestro). Verranno presentati i risultati della ricerca condotta nel mese di gennaio 2014 su un panel qualificato di oltre 100 cio e direttori It delle più grandi imprese italiane sullo stato e le previsioni di adozione di soluzioni di End User Computing in Italia.www.NExTvAluE.IT

19 FeBBrAio, milAno

innoVAction lABJP Morgan invita alla conferenza organizzata per il lancio delle attività legate al 2014 di InnovActionLab innovation in action. Appuntamento presso Hogan Lovells, in Via Santa Maria alla Porta 2. Per informazioni e conferme: Anna Cavallarin, +39 3477463559, anna.cavallarin@communitygroup.it.www.jpMOrGANASSETTMANAGEMENT.IT

20 FeBBrAio, milAno

moBile PAyment & commerceMobile Payment & Commerce: il mercato attuale e le previsioni di crescita. Appuntamento presso Aula Carlo De Carli - Politecnico di Milano (Campus Bovisa), Via Durando 10. Per accredito stampa: [email protected]/Nfc_MObIlE_pAyMENT