360° - settembre 2008

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“ VIA! “ Il giornale è attività degli studenti Luiss, periodico gratuito, finanziato dalla Luiss Guido Carli; a distribuzione interna - Numero XXXII, AnnoVII 360-N_32_B-N:mar 2008.qxd 19/09/2008 16.19 Pagina 1

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360° - settembre 2008

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“ VIA! “

Il giornale è attività degli studenti Luiss, periodico gratuito, finanziato dalla Luiss Guido Carli; a distribuzione interna - Numero XXXII, Anno VII

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Sommario

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S O M M A R I O

Fondato nel 2002Fondatori: Fabrizio Sammarco, Luigi Mazza, Leo Cisotta

Direttore: Matteo TebaldiniDirettore Editoriale: Daniele Dalessandro

Responsabile Organizzativo: Gianmaria Volpicelli

Responsabili di Rubrica:

CosmoLUISSScienze Politiche: Chiara Orsini

Economia: Andrea Zapponini, Timoteo CarpitaGiurisprudenza: Bruno Tripodi

Speaker’s Corner: Valeria Pelosi, Francesca GiulianiFuori dal Mondo: Flavia Romiti, Clara Della Valle

International: Andrea Ambrosino, Mariastella RuvoloArtificio: Mariafrancesca Tarantino

Ottava Nota: Federica Ricca, Chiara IovinoCogitanda: Giulia Gianni, Elisabetta Rapisarda, Giovanni

AversanoTeatro: Federica Pierotti

Lifestyle: Chiara Sfregola, Cassandra MengaUnisex: Rosa Maria ScornaienghiCalcio d’Angolo: Matteo Viola

Responsabili via Parenzo: Giulia Gianni, Renato IbridoDelegato Fondi: Valeria Pelosi

Responsabile 360° E20: Cristiano Sammarco

Stampa: Chicca - Tivolinumero chiuso in redazione 11 settembre 2008

CostiCarta: 250 euro

Realizzazione grafica: 350 euroLastre e allestimento: 450 euroMacchinari e battute: 450 euro

Spedizione: 100 euro

EDITORIALE 3

COSMOLUISS 4

SPEAKER’S CORNER 15

COGITANDA 17

FUORI DALMONDO 19

OTTAVANOTA 21

INTERNATIONAL 23

TEATRO 25

ARTIFICIO 26

LIFESTYLE 28

UNISEX 29

CALCIOD’ANGOLO 30

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Editoriale-Settem

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Via, riaprono i cancell i della LUISS Guido Carl i , leaule si r ipopolano, i corridoi diventano un via vai digente, i l bar e la mensa si affollano di studenti chetra una pausa e l ’altra vanno anche a lezione. I lnuovo anno accademico è alle por te, con la speran-za che sia come sempre pieno di emozioni e miglio-re del precedente.Un anno fa di questi tempi, par lavamo di cambia-menti radicali , di evoLUISSione. Le lezioni iniziaro-no nella vecchia sede di Viale Pola per poi esseretrasferite nella magnificenza di Viale Romania. Manon cambiarono solo le aule. Stravolgimenti ci furo-no anche a livello didattico con l ’incognita della“riforma Mussi”, che ha cambiato gli ordinamentidei piani di studio e la nomina dei nuovi Presidi diFacoltà, chiamati a gestire questa transizione.Cambiarono anche i rappresentanti degli studenti,eletti con l ’onere di far valere le nostre esigenzeproprio nel processo di riforma.Insomma, un compito arduo, che i l nuovo teamLUISS, seppure con qualche diff icoltà iniziale, hasvolto bene, oltre le più rosee aspettative.Quest ’anno inizia con meno turbolenze rispetto aquello appena passato, nonostante ciò riconfermar-si può risultare più ostico.In questo numero inaugurale di “360gradi” abbiamoampiamente trattato tutte queste tematiche con idiretti interessati , quindi non ci sembra oppor tunoaggiungere altro. A noi non resta che rinviar vi allepagine seguenti ed augurar vi un felice anno accade-mico.I l nostro più grande benvenuto va alle matricole,insieme ai nostri vivissimi complimenti. Migliaia dipretendenti per poche centinaia di posti . I l solofatto di aver passato la selezione deve essere per voimotivo d’orgoglio, ma la vera sfida inizia ora, tralezioni ed esami.Imparerete ad amare questa università, e con lastessa intensità ogni tanto la odierete. Di cer tocaratterizzerà i vostri futuri anni lasciando un’im-pronta indelebile nella vostra vita. La LUISS vi inse-gnerà tante cose, ben oltre la didattica. Vi rendere-te conto che è un ateneo unico, con i suoi pregi econ i suoi difetti , ma se saprete prendere il meglione uscirete sicuramente delle persone migliori . Cipermettiamo di dar vi un solo consiglio: vivete l ’uni-versità a “360gradi”, al di là del gioco di parole, nonlasciatevi sfuggire nessuna oppor tunità che vi vieneoffer ta. Fate vita associativa, par tecipate. Tra i tantipregi che la LUISS ha vanno sicuramente annoverate

le attività ex tradidattiche. La vita sociale e il lavorodi squadra vi faranno crescere come persone. Nonriducete i vostr i anni universitari , per dir lo al laLeopardi, ad un mero periodo di studio “matto edisperatissimo”, altrimenti vi resterà la sensazionedi aver buttato il vostro tempo.Vivete l ’università a “360gradi”, anzi possibilmentevivetela nel “360gradi”, i l giornale che da otto anniaccompagna gli studenti nel loro percorso, diven-tando la loro stessa voce, interpretazione del loropensiero. La voce crit ica ma mai steri le e banale delnostro ateneo.Come ogni anno vi invitiamo a scrivere per noi.Un saluto ed un in bocca al lupo lo dedichiamoanche agli studenti più navigati, per cui consigli epresentazioni sono ormai inutil i e anche a tutti gliuff ici dell ’Amministrazione e della Didattica, le cuipor te sono (quasi) sempre aper te e il cui personaleè (quasi) sempre a nostra disposizione.Tanti sono gli argomenti, i dubbi e le perplessitàche vorremmo condividere con voi ma su questoprimo numero non ci sembra il caso. Ci saranno altreoccasioni e altri editorial i in cui par larne.Non ci resta che rinnovare l ’augurio a tutti per unfelice anno accademico in compagnia delle paginedi 360gradi ed arrivederci al numero di ottobre.

Daniele Dalesandrodandal@hotmail. it

Matteo [email protected]

SI PARTE!

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Dopo un anno di cambiamenti, 360° torna ad inter-vistare il Magnifico Rettore Massimo Egidi, pertracciare un bilancio di questi primi dodici mesitrascorsi nell ’avveniristica sede di Viale Romania eper vedere da vicino come sta evolvendo la LUISSdel futuro, parlando di didattica, Presidi, studentie prossimi obiettivi.

È passato un anno dal trasferimento a VialeRomania, come si è ambientato il mondoLUISS alla nuova sede?L’adattamento degli studenti mi è sembrato buonoe, in alcuni casi, addirittura entusiasta. Così mi èparso sia in base alle opinioni raccolte direttamen-te tra gli studenti, sia da quelle di alcuni genitoricon cui ho avuto la possibilità di confrontarmi. Peri professori, invece, è sembrato piuttosto compli-cato all ’inizio, più che altro a causa degli spaziridotti; ma in futuro cercheremo di ovviare anche aquesto. Dal punto di vista tecnologico invece èandata piuttosto bene, la struttura mi è parsabella e ben attrezzata, personalmente sono moltosoddisfatto.L’anno scorso di questi tempi iniziava il lavo-ro dei nuovi presidi, le aspettative eranomolto alte. Come è andata?Hanno messo una grande volontà e sono moltomotivati e, anche se qualche errore all ’inizio l ’han-no fatto tutti, come del resto ne ho fatti io, c ’è unavolontà di collaborare e di lavorare in modo positi-vo che è nuova. Di questo ce ne siamo resi contotutti, sia in Senato Accademico che in Consiglio diAmministrazione, tanto che in Senato è volutointervenire anche Montezemolo, per aprire un dia-logo diretto con i presidi, perché ha visto che illavoro è stato fatto molto bene. Senza voler appa-rire eccessivamente ottimista, mi sembra proprio ilcaso di dire che è andato tutto bene.Il preside Baldini ha anche tenuto un’assem-blea per illustrare le modifiche apportate aicorsi di laurea, come valuta questo avvicina-mento tra Presidenza e studenti?Questa è una cosa molto importante che andavaassolutamente fatta; l ’impegno in questo senso èstato molto ed i risultati sono stati ben accoltidagli studenti.Sempre parlando di didattica, come è statol’adattamento alla riforma Mussi?In realtà la riforma Mussi non è stata così radicale,tutto sommato il vincolo era riferito semplicemen-te alla forma dei corsi. Questo vincolo, che comun-que ci ha creato dei problemi, è stato sicuramente

eccessivo per un università non statale, come lanostra. Non chiedendo aiuti economici allo stato,noi vorremmo essere un po’ più liberi nella compo-sizione dei piani di studio perché, se questi nonpiacciono, le richieste di ammissione diminuisco;però è stata utile, ha spinto a rinnovare i corsi e adare ad essi un contenuto più attinente al bisognoprofessionale. Questo è importante e il caso diScienze Politiche è emblematico: l ’offerta di scien-ziati politici è molto alta e spesso non viene assor-bita dal mercato del lavoro. Il nostro obiettivo èquello di prepararvi in modo tale da battere questaconcorrenza.A proposito di Scienze Politiche vorrei farleuna piccola provocazione: rilasciando unintervista al messaggero, Lei ha detto che lanostra Facoltà è considerata una sorellaminore …Posso interromper ti? Io non ho detto questo.Chiariamo subito, ho detto che Scienze Politiche inItalia è una sorella minore e ti ho già spiegato ilmotivo. Dopo quell ’intervista è successo un cata-clisma, ma io ho detto una cosa diversa, che ilgiornalista non ha riportato in modo appropriato.Quali obiettivi avete fissato per il nuovoanno?Comincio col dire che l’anno è iniziato in modoincredibile: per il test di ammissione di settembreabbiamo avuto più di mille iscritti per poco più dicentocinquanta posti. L’impatto è molto visibile,siamo competitivi con le migliori università italia-ne, ma attenzione, questo è solo l’inizio di unlungo cammino che tra tre o quattro anni ci porte-rà verso una maggior competitività anche a livellointernazionale. Con alcuni colleghi della BusinessSchool ho partecipato personalmente ad un impor-tante convegno a Los Angeles, al quale interven-gono più di mille atenei e da quest’anno ci siamoanche noi. Bisogna continuare su questa strada.Innovazione: cosa significa e come la inter-pretaDal punto di vista didattico vuol dire rendere itrienni appetibili dal punto di vista della qualitàprofessionale, in più significa master di appoggioche forniscano ulteriori elementi. L’obiettivo èindovinare il target di quello che serve a livelloprofessionale, sviluppare delle aree, non molte,che abbiano caratteristiche di eccellenza.Internazionalizzazione: l ’anno scorso ciaveva promesso di portare la LUISS tra leprime venti università del ranking europeo.A che punto siamo?

Escludendo l’Inghilterra stiamo piazzandoci ragio-nevolmente bene nel ranking europeo (ride,ndr). Aparte tutto, considerando anche l’Inghilterra, traqualche anno manterrò la promessa, che natural-mente richiede molto lavoro da fare ancora e unapiena convinzione di professori e studenti.Mentre in LUISS si rinnova il placement offi-ce, per aiutare ancora di più i neolaureati,dall’estero ci chiamano, proprio nel giornodel job day, “bamboccioni”, alludendo alfatto che non siamo in grado di affrontare ilmondo del lavoro.Crede che i suoi studenti rispecchino questadescrizione?Non sono solito fare complimenti ai miei studenti,ma riconosco in loro questo spirito diverso.Inoltre, il grande numero di ragazzi fuori sede, è ladimostrazione che i nostri studenti hanno il corag-gio di affrontare nuove sfide. Questo è sicuramen-te un passo importantissimo. Vorrei vedere semprepiù giovani in Erasmus, ogni nuova esperienzacambia nello studente il modo di vedere le cose ela mentalità.Come consuetudine concludiamo con un con-siglio alle matricole.Il consiglio è sempre lo stesso: credere in quelloche fanno e fare ciò in cui sono più motivati.

Matteo [email protected]

Un anno dopoIntervista al Magnifico Rettore

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NUOVA SEDE, MONDO DEL LAVORO E PORTO ROTONDO

Quattro chiacchiere (in)formali con il Dott. Pier Luigi Celli, Direttore Generale della LUISS – Guido Carli

Viale Romania: ad un anno dal cambiamento.Quali i risultati e quali le prospettive?Le prospettive sono sicuramente quelle dell’amplia-mento: sia il Presidente Montezemolo, che io che ilmio vice, il Dott. Lo Storto, abbiamo ripreso i rappor-ti con la nuova amministrazione visto il cambiamen-to politico della scorsa primavera. La prossima setti-mana avremo un incontro con il Sindaco Alemannoe l’Assessore all’urbanistica in modo da iniziare aragionare sul come ampliare la sede, sul dove posi-zionare la scuola che abbiamo qui a fianco in mododa completare il campus in maniera consona.Stiamo cercando anche di scindere il discorso LUISSda altri discorsi immobiliari in cui siamo stati tiratidentro…Appunto, il servizio su Report: qual è la veri-tà?Noi non siamo assolutamente responsabili. I lavoricitati erano compensazioni che il Comune avevanegoziato con i costruttori e proprietari di quest’a-rea. Ora ,con il Comune, abbiamo scisso le due cosee siamo consapevoli di poterlo portare avantimeglio. Le accuse di Report sono infondate: loropensavano che noi stessimo ancora costruendo, maquello non è un cantiere in azione, ma un’areamessa sotto tutela delle Belle Arti, per il ritrovamen-to di resti. È stata proprio una forzatura.Ritornando alla nuova sede: si sta pensando acome risolvere la carenza delle aule studio?Fondamentalmente, la carenza, è dovuta alla man-canza di spazio: quello a nostra disposizione è statoappena sufficiente per permettere ai ragazzi diseguire le lezioni. Appena costruiremo, ce ne saran-no in abbondanza.Tempistica?Dipende dal Comune, ma se loro ci seguirannocostantemente, in 18 – 24 mesi dovrebbe esseretutto pronto.Le lezioni di lingua straniera, saranno sempresvolte a Viale Pola?Sì, fin quando a Viale Romania non ci saranno aulesufficienti. Inoltre stiamo anche cercando,sempre inzona, una seconda residenza universitaria per aiuta-re i ragazzi meno fortunati nelle spese di locazioni,dove saranno anche previste un certo numero diaule per lo svolgimento delle lezioni di lingua ecreare un centro linguistico, ma questo lo progette-remo al prossimo consiglio d’amministrazione diottobre.Per quanto riguarda la sede di Viale Pola, la stiamoristrutturando, soprattutto per un maggior uso daparte dei ragazzi di giurisprudenza. Infatti è già incorso il rifacimento di tre aule gradonate al pian ter-reno, dell’aula magna e di tutte le scale d’emergen-za.Nuovi presidi: come reputa il loro operato adun anno dal cambiamento?Devo dire che sono molto soddisfatto. C’è un’atten-zione ed un contatto maggiore con gli studenti. Il

nostro core business sono loro, quindi gli abbiamochiesto di prestare più attenzione alle loro esigenze.Placement: quest’anno abbiamo visto diverseiniziative che hanno cercato di avvicinare dipiù il neo-laureato al mondo del lavoro.Come si sta potenziando il Placement soprat-tutto per quanto riguarda gli stage triennali?Sfortunatamente per le lauree triennali la situazio-ne è ancora complicata: le aziende sono restie adaccettare un ragazzo per 50 ore, poiché il tempo ètalmente tanto breve che non si vede l’utilità perentrambe le parti.Per i neo-laureati magistrali, si sta cercando diampliare la piattaforma delle aziende che richiedo-no degli stagisti. Noi stiamo provando a potenziareil rapporto con Confindustria e con le imprese adessa affiliate e devo dire che ci stiamo riuscendobene, tant’è che siamo in buoni rapporti con quasitutte le sedi territoriali di Confindustria. In oltre stia-mo studiando la possibilità di farci dare un puntologistico in alcune sedi territoriali ad incominciareda Puglia, Sicilia e Campania. Queste saranno gesti-te da manager in pensione che svolgeranno un dop-pio ruolo: curare i rapporti con tutte le scuole supe-riori e con le aziende in modo da veicolare i laurea-ti…

Quindi non conta il merito ma il contatto…No, attenzione: il nostro intento è quello di creare lemigliori condizioni affinché un ragazzo possa essereesaminato in maniera corretta. Sta al singolo dimo-strare la propria capacità, vista anche la concorrenzache si crea con gli altri laureati. Inoltre il nostroobiettivo è quello di dare la possibilità ad un ragaz-zo del sud di poter ritornare nel proprio territorio percercare lavoro senza dover per forza spostarsi nelnord Italia. Il problema fondamentale non sono icinque anni di studio, ma entrare e muovere i primipassi nel mondo del lavoro. Noi stiamo cercando dicreare questo snodo che per voi è fondamentaleSempre a tal proposito, Lei ha lavorato per

anni sia in aziende pubbliche che private:crede che le difficoltà dei neo-laureati adessere assunti, siano dovute ad incompetenzedi questi o diffidenza delle aziende?Il problema reale del nostro Paese, ad esclusionedella crisi che si sta attraversando in questomomento, è che l’assetto economico è bastato supiccole e medie imprese che sono restie ad assume-re un neo-laureato, poiché si accontentano di undiplomato. Spesso i proprietari di queste imprese,non hanno un titolo di studi elevato e si limitano aprendere del personale che sappia anche solo pocopiù di lui, avendo “paura” del laureato. Bisognerebbecercare di superare questa diffidenza.Quindi affidare un incarico di responsabilitàad un giovane laureato è un rischio o un inve-stimento?Non è assolutamente un rischio, ha bisogno di esse-re seguito nelle prime fasi del suo impiego. Le picco-le e medie imprese hanno un personale talmentebasso, che non posseggono le persone adatte perseguirlo, mettendo così il neo-laureato in pericolo. Ilproblema dell’università è quello di lavorare nonsolo sul versante formativo per fornire un prodottodi qualità, ma anche su quello delle imprese ed aiu-tarle a capire come prendere un laureato.Noi studenti LUISS, spesso combattiamo conl’etichetta di “figli di papà”: non Le sembrache l’aperitivo a Porto Rotondo vanifichi inostri “sforzi”?Non sarebbe stato meglio fareun tour itinerante?Ma soprattutto, qual era ilsimpatico gadget?Il simpatico gadget era solo una maglietta (ride,ndr). Comunque è stato un tentativo. Quest’annoabbiamo investito molto sulle località balneari edevo dire che il risultato è stato anche buono: abbia-mo battuto ogni record di iscrizione per il test.Siamo arrivati a quasi 4000 domande. Dal punto divista pubblicitario, abbiamo fatto installare cartello-ni anche a Riccione, Forte dei Marmi ed altre.Abbiamo cercato di diversificare. Molto probabil-mente, il prossimo anno, sarà itinerante ed andrà atoccare le zone con maggior affluenza di ragazzi.Ultima domanda. Un consiglio ed un augurioalle matricole.L’unico consiglio che si può dare è quello di orientar-si rapidamente. Molti ragazzi nei primi 2 o 3 mesisono sbandati. Noi stiamo cercando di dargli deipunti di riferimento. Per questo quello che consiglioè di chiedere, sempre e per qualsiasi cosa uno sisenta a disagio, non lasciar marcire niente. La dispo-nibilità c’è. In oltre ricordo il servizio “LUISS ti ascol-ta”, che quest’anno ha avuto un potenziamento neigiorni di ricevimento. Quando avete un problema, lamia porta è sempre aperta.

Cristiano [email protected]

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Antonio De Napoli, rappresentante al CdA della nostra uni-versità, la carica elettiva più importante alla quale unostudente LUISS possa ambire. Presentati a modo tuo.Dunque... 24 anni, faccio associazionismo studentesco da quandone ho 15. Serenità e determinazione è la frase che più mi caratte-rizza. Mi piace tutto ciò che faccio e mi fanno impazzire le risate“particolari”. Amo la LUISS con la stessa passione con cui, rara-mente, la detesto. Sono contento di “iniziare” un nuovo anno acca-demico.Cosa studi?Scienze Politiche, la facoltà più bella. Sto terminando la laureamagistrale in Relazioni Internazionali.Oltre la LUISS, quali sono i tuoi interessi?Faccio attivamente parte di una associazione studentesca e dialcuni comitati che si occupano di politiche per il sociale.E cosa vuoi fare da grande?Dopo aver provato il brivido della disoccupazione, eviterei un'a-zienda per fare qualcosa che sia utile al prossimo e che mettainsieme lavoro e passioni. Vedremo.Vizi?Mi mangio le unghie.Tabù?Non ho mai voluto imparare a farmi il nodo alla cravatta.Destra o sinistra?Esistono ancora? Dato che il partito che incontra le mie idee sem-bra non esserci più, non ci resta che votare, come dicono a Roma,“il meno peggio.”Sai cucinare?Vado forte con pasta al burro, insalate, pane ePhiladelphia. Ovviamente mia madre non apprezza il mio talentoculinario, ma sono dettagli.Antonio non ci vediamo da maggio, quando ti abbiamofatto l'intervista tradizionale ad un anno dalle elezioni.Prima di fare questa di intervista, mi sono riletto quella di maggio.Io sono sempre di parte su me stesso, ma mi sembra di aver dettodelle cose sensate. Per chi legge 360gradi consiglio di rileggersela(se proprio non avete nulla da fare a casa!).E questo anno, di nuovo le elezioni!Oddio...Vogliamo subito romperti le scatole: chi credi prenderà iltuo posto?

Nessuno. Io mi iscrivo a Giurisprudenza e mi ricandido (ride ndr).Vedi fermento in giro in vista di maggio 2009, il meseappunto elettorale?È tornata la “candidite”, fenomeno contagioso a cui è difficile tro-vare forme vaccinali adeguate.Cambiamo argomento, ma sempre LUISS. Come sono i rap-porti con la palazzina?Direi molto buoni. Ho molto rispetto per dirigenti e vertici delnostro ateneo, a volte ci sono idee diverse, a volte radicalmentediverse, ma è costante il dialogo e la volontà di venirsi incontro.Quale è il settore con cui vai più d'accordo?Non credo ce ne sia uno in particolare. Mi relaziono maggiormen-te con Rettorato, Direzione Generale, le Presidenze, la Didattica ePlacement Office.E quello con cui vai meno d'accordo?Non si dice, non si dice!Una domanda che spesso i nostri lettori ci fanno e che noiti giriamo volentieri. A cosa servono i tutor?Alla triennale non funzionano, lo dico da tempo; alla specialisticasono presenti eccome. Al ciclo unico di Giurisprudenza ci sono opi-nioni differenti, anche se io credo che la situazione sia positiva.Pensi sia cambiato qualcosa negli ultimi anni in LUISS neiconfronti della rappresentanza studentesca?Si, decisamente si. Merito del mio predecessore (Daniele Pelli,N.d.R.), dei rappresentanti attuali e, soprattutto, della comunitàstudentesca che prende coscienza delle questioni, che si arrabbiapiù spesso e che vuole vederci chiaro. La LUISS è un ambiente trop-po chiuso per i miei gusti, ma negli ultimi tre anni, grazie anche alRettore Egidi e al Direttore Celli, le cose stanno cambiando.Ora le domande scomode. La Co.di.Su.Ecco mi vuoi rovinare la giornata... la Co.di.Su. necessita di unregolamento nuovo che fissi dei principi chiari affinchè non sia lospazio per le solite spartizioni. Era un punto chiaro del mio pro-gramma che non sono riuscito a realizzare come avrei voluto. Masono convinto che chi siederà in Co.di.Su. l'anno prossimo nonpotrà più applicare il principio del “dividiamoci la torta”.E il Senato Accademico?Ho sollevato la questione in Consiglio d'Amministrazione, sonostato guardato con sguardi “amorevoli” che mi hanno fatto capireche il tema non era nella top-ten dei preferiti. È stata istituita,come “filtro” per il Senato, la Commissione Paritetica per laDidattica, organo dove gli studenti possono comunque interveniresulla didattica. Anche in questo caso, il percorso è lungo, maabbiamo fatto scattare la molla giusta per avviare delle riforme.Tre consigli ai ragazzi del primo anno.Primo. Studiate e laureatevi in tempo. Ma allo stesso tempo valu-tate tutte le occasioni di attività extradidattiche che il “mondoLUISS” vi offre. Secondo. Quando c'è un problema in universitàvedete se la risposta è già sul sito della LUISS. Altrimenti contatta-te gli uffici dell'università. A volte la soluzione è più semplice diquello che sembra. Terzo. mah direi... contattate il vostro rappre-sentante al CdA e rendetegli la vita difficile.Dove ti troviamo, matricole e non?Scherzi a parte, uso più la mail che il cellulare! [email protected] con una frase ad effetto per chiudere questapagina.Ti posso dire una delle mie frasi preferite, che in LUISS trova il suoriscontro più impressionante per la quantità di personaggi e per-sonaggini che vi circolano. “La gente è lo spettacolo più bello almondo. E non devi pagare il biglietto”. Bukowski docet.

Cristiano [email protected]

Conosciamoci meglioIntervista ad Antonio De Napoli, rappresentante degli studenti nel Consiglio di Amministrazione

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LUISS ESTATELa Luiss non va mai in vacanza

No, non sto per fare una qualche sviolinata fuoriluogo, inneggiando a collaboratori instancabili,docenti stacanovisti, magnifici insonni rettori estudenti ligi nonostante il caldo e la voglia dimare. Mi sto riferendo all’iniziativa Luiss dellascorsa estate: l’aperitivo in spiaggia, in Sardegna.Per chi non lo sapesse, infatti, lo scorso 7 Agosto,mentre la maggior parte di voi se la spassava fraspiagge assolate, monti incontaminati o discote-che psichedeliche, l’Università ha organizzatoun’originale happy hour, allestendo, dalle 19.00 inpoi, un Punto d’Incontro al Blue Beach Club, Golfodi Marinella, a Porto Rotondo.La parola d’ordine? Informare, ma divertendo.In questa cornice inconsueta, infatti, chi era inte-ressato ha potuto raccogliere varie indicazioni edocumentarsi su tutto il documentabile possibileriguardo il nuovo anno accademico, i piani di stu-dio e le prove d’ammissione, mentre chi non erainteressato si è semplicemente scolato un aperiti-vo e si è beccato anche una t-shirt Luiss o unmisterioso “simpatico gadget”.Anche l’Università ha approfittato dell’occasioneper documentarsi sulla notorietà dell’ateneo alivello nazionale ed internazionaleI convenuti sono stati infatti sottoposti ad un son-daggio, che ha rivelato che la maggior parte deipresenti (circa l’80%) aveva già sentito parlaredella LUISS in precedenza, mentre il restante 20%ha conosciuto l’Università grazie all’evento diPorto Rotondo.Nell’entusiastico annuncio dell’evento, diramatosul sito dell’Università circa un mesetto prima del-l’aperitivo, e rimbalzato per varie vie su tutta la

Rete, conquistandosi perfino qualchepezzo su Corriere e Repubblica on-line, siponeva l’accento sul fatto che era laprima volta che l’università si proponevaal pubblico in una maniera così fresca edinformale, il che è senza dubbio condivi-sibile.Di certo un incontro in spiaggia risultapiù amichevole ed ufficioso di una gior-nata d’orientamento tenuta in un’aulamagna pieni di individui incravattati ecommessi in alta uniforme (per quantoanche le aule magne abbiano il loro fascino). Tantopiù che , per essere un evento estivo in una situa-zione inedita, l’aperitivo ha riscosso un buon suc-cesso, richiamando oltre quattrocento persone,trecento delle quali erano giovani fra i 17 e i 26anni. Possibili futuri luissini, per intenderci.D’altro canto, proprio la scelta della “location”(come si dice oggi in italiano moderno) crea qual-che perplessità e strappa qualche sorriso.Scegliere Porto Rotondo , e solo Porto Rotondo,come sfondo per la prima esperienza di orienta-mento estivo, rischia di resuscitare vecchie leg-gende sullo studente medio della Luiss, e dell’ate-neo nella sua globalità, che sono proprio ciò cheda anni studenti e dirigenti dell’università stannocercando di sbugiardare . Alludo a quelle leggende, dettate da pregiudizi e malintesi, che vorrebberoche tutti i luissini siano figli di papà, un po’ gau-denti e un po’ menefreghisti, che si comprano lalaurea e sono parte attiva di quel popolo dei gom-moni, quando non del popolo degli yacht , che d’e-state si riversa in frotte cafoneggianti nei

Billionaire del laido Briatore o in locali similari.Ecco, alla luce di queste superstizioni, quasi scom-parse ma dure a morire, organizzare un eventoLuiss proprio nella succitata Costa Smeraldapotrebbe essere stato un parziale autogol; come adire: la futura classe dirigente passa per forza daPorto Rotondo.A mio avviso la cosa migliore sarebbe stata orga-nizzare non uno, ma una serie d’eventi (magari unevento “itinerante”) nelle maggiori località bal-neari italiane. Ma nell’eventualità che si fosseimpossibilitati ad allestire più di un aperitivoLuiss, sarebbe forse stato saggio scegliere unosfondo più “proletario”: non dico Ostia oTorvaianica, ma una pregevole Sabaudia, unrispettabile Forte dei Marmi avrebbero forse dissi-pato ogni ironia o polemica. E diffuso, della mag-gior parte degli studenti Luiss, un’immagine piùrispondente al vero.

Gianmaria Volpicelli

Benvenuta alla Luiss matricola! Benvenuta nell’ateneo dove ti insegneranno ilsignificato del termine “business”.Benvenuto a Roma studente fuori sede, benvenuto nella città eterna, dovel’affitto di una stanza singola è di 500/600 euro mentre a Bari o a Siena siamosui 200/300 euro.E allora perché non guadagnare qualcosina anche sui già altissimi costi degliaffitti? Perché non massimizzare il profitto?Cara matricola tu non sai che, negli anni passati, se cercavi casa in zona Luiss,potevi semplicemente recarti all’indirizzo web del nostro ateneo, nella sezio-ne dedicata al Diritto allo Studio. In bella vista avresti trovato un link ad unfile in formato pdf e aggiornato ogni giorno, con una serie di annunci di pro-prietari di casa che cercavano appunto di locare a studenti il proprio apparta-mento. Lo stesso elenco era affisso in una bacheca presso la sede del Dirittoallo Studio in viale Gorizia. Tu lo consultavi, trovavi l’offerta che ti interessa-va, contattavi il proprietario.Semplice, facile, gratuito.Troppo facile, troppo gratuito.Da quest’anno questo servizio è stato soppresso, o meglio è stato affidato alla“Servizi Universitari Integrati” (SUI) un “nuovo servizio di accoglienza ed ospi-talità per gli studenti Luiss che hanno esigenza di un alloggio”.Si, ma a pagamento.Cancellato il vecchio servizio della lista accessibile a tutti, adesso il proprieta-rio della casa (attenzione il proprietario, quindi se siete un gruppo di studen-ti con regolare contratto, vi si libera una stanza, e volete subaffittare, il servi-zio per voi è precluso) deve mandare una mail alla SUI.“Una volta inviato l’annuncio, a stretto giro, i proprietari saranno contattatida personale qualificato per fissare un appuntamento. Il proprietario potràanche usufruire dei servizi di gestione dell’appartamento in affitto agli stu-denti, erogati a cura di SUI ovvero servizi amministrativi e servizi di gestionedell’immobile” Naturalmente si intende questi ultimi a pagamento, essendoservizi aggiuntivi. Fin qui pacifico, considerando che, con il vecchio metodo,poteva capitare di imbattersi in annunci che offrivano case in zona Luiss e inrealtà l’appartamento era alla Magliana. Un maggiore controllo sugli annun-ci era auspicabile.Questo per quanto riguarda i proprietari di appartamenti, e per gli studentiche cercano casa? Sempre sul sito del Diritto allo Studio è pubblicato dal SUI

un elenco di case visitabili in un determinato giorno e in una determinata ora.La visita è gratuita, ma nel caso di affitto il foglio in pdf, visitabile online,porta un asterisco. Copio ed incollo:**LO STUDENTE INTERESSATO ALL'OFFERTA DI CASALUISS PUO' VISITARE GRA-TUITAMENTE GLI ALLOGGI DI SUO INTERESSE. IN CASO DI ACCETTAZIONE DIUNA DELLE OFFERTE PROPOSTE, LO STUDENTE E' TENUTO AL VERSAMENTO DEISEGUENTI IMPORTI: € 30,00 PER LA LOCAZIONE DI UN POSTO LETTO IN CAME-RA DOPPIA; € 60,00 PER LA LOCAZIONE DI UNA CAMERA SINGOLA; € 120,00PER LA LOCAZIONE DI UN MONOLOCALE O APPARTAMENTO.La Luiss ha praticamente dato in gestione alla SUI un servizio gratuito, che hafavorito davvero tanti studenti del nostro ateneo. Io stesso ho trovato casacosì.Ci piacerebbe che almeno i costi per gli studenti siano eliminati. È vero che laspesa non è eccessiva, parliamo al massimo di 120 euro, ma perché pagare seil vecchio metodo dell’elenco, pur con le sue pecche, era gratuito e funziona-le? Se la SUI ha delle spese, che le scarichi sui proprietari degli appartamentio sulla Luiss stessa che le ha affidato il servizio, ma non sull’utente finale,sullo studente sul quale gravano già affitto e caparra. Così facendo La SUI sicomporta da agenzia immobiliare, daintermediario, e non se ne sentiva l’esi-genza.Nell’intervista su questo numero del360gradi, il nostro Direttore Generaledott. Celli dice: “stiamo anche cercando,sempre in zona, una seconda residenzauniversitaria per aiutare i ragazzi menofortunati nelle spese di locazione”.Ringraziamo il dott. Celli per la sensibilitàdimostrata alla tematica, e in virtù diquesta speriamo che si interessi alla que-stione.

Daniele [email protected]

Cerchi casa? Affari tuoi!

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Cari studenti, settembre è arrivato e con esso siriapre anche la vita universitaria, una vita da esplo-rare per i nuovi arrivati e da approfondire per i pre-decessori ma sicuramente per tutti un percorso chesegnerà il nostro cammino, trasformandoci da gio-vani, inesperti e sognatori, a professionisti capaci epiù concreti….L’università mi piace paragonarla ad un artigiano chelavora pazientemente il suo materiale, lo trasforma,lo adopera con cura e amore, lo perfeziona e unavolta pronta la sua creazione la mette al serviziodegli alti. Ecco, ad ognuno accadrà “laTrasformazione”: impareremo ad essere, più pratici,più razionali, più impostati, diventeremo uomini. Manon basta solo possedere nozioni, per essere uominibisogna anche conservare la capacità di sognare,bisogna mantenere lo stesso impulso che da bambinici spingeva a credere che nulla fosse impossibile. Ionon ho perso il mio sogno, un mondo dove tra gliuomini regni l’altruismo, dove gesti di guerra sianosostituiti da gesti di pace, dove non ci sia odio o raz-zismo ma amore e assistenza reciproca, dove non cisiano ricchi e poveri ma esseri umani pronti a tender-si le mani e ad aiutare chi soffre…..un mondo trop-po utopico alcuni di voi penseranno, impossibile darealizzare….Ma per chi sogna, la parola impossibilità non esiste,e soprattutto quando ti accorgi che a sognare non seida sola ecco che le possibilità di cambiamento diven-tano più reali. Ed è proprio dalla voglia di credere neicambiamenti che è nata all’interno dell’università“l’Associazione Comunità di S.Egidio – LUISS ”.

Un’ associazione nata per volontà di tutti quegli stu-denti che credono che la forza dei sogni e dell’amore,possano aprire un varco di speranza in un mondoricco in cui a regnare sono l’opportunismo, l’odio, ilrazzismo, la povertà, la solitudine e la paura cheattanaglia tutti noi.Quest’associazione vuole essere un mezzo per urlarea chi ormai ha dimenticato cos’è il rispetto e l’amoreper il prossimo, uno strumento per risvegliare glianimi e le coscienze, per vedere quello che spessofacciamo finta di non vedere ma anche una rispostaconcreta a chi disilluso dice che non si può fare nien-te ma bisogna arrendersi alla realtà….E noi vogliamo rendere fatti le parole. Non è poi cosìdifficile: basta iniziare dalle piccole cose, dare unsorriso a chi abbiamo sempre ignorato perché poveroe sporco, basta iniziare ad avere più amore e rispettoper qualunque essere umano, bianco, nero, barbone,malato, perché siamo tutti figli dello stesso cielo!Basta avere il coraggio di sostenere le proprie ideesenza vergognarsi del giudizio degli altri, in fondodare speranza a chi soffre è sempre meno vergogno-so di essere indifferenti…Proprio perché la nostra Associazione non si vergo-gna di ricordare i diritti dei più deboli organizziamotante iniziative di sensibilizzazione e solidarietà:ogni venerdì portiamo la cena ai senza fissa dimore,organizziamo banchetti per la promozione di proget-ti umanitari, stand durante il periodo di Natale per laraccolta di doni da regalare ai poveri, mostre foto-grafiche e visto che non ci piace perdere tempo giàdal 13 al 17 Ottobre presso l’atrio della facoltà di

Giurisprudenza in via Parenzo sarà organizzata unamostra fotografica dal titolo “ Migranti: Il Valoredella Diversità”,una mostra che funge da finestra perconoscere il dramma di tanti uomini e le problemati-che dell’immigrazione.Non mi resta che farvi i miei migliori auguri per ivostri studi, ma l’augurio più grande che vi faccio èquello di non permettere alla vita di trasformarvi inmacchine prive di sentimento ma di conservare sem-pre il battito del vostro cuore e la speranza dei vostrisogni.Se volete informazioni o credete anche voi che lasolidarietà sia più efficace dell’odio contattateci.

Giovanna ProfetaVice Presidente Associazione Comunità di

Sant’Egidio – LUISS [email protected]

Essere uomini vuol dire anche sognareL’esperienza dell’Associazione Comunità di Sant’Egidio – LUISS

Diritto allo Studio

SERVIZIO DI RISTORAZIONEPer gli studenti regolarmente iscritti ai corsi di laurea, il costo delpasto ha tariffe differenziate in base all'appartenenza ad una dellefasce di condizione economica.Per poter accedere al servizio è necessario presentare agli uffici delDiritto allo Studio un’apposita domanda corredata dell’attestazionedell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE).

L'accesso alle mense è consentito nei soli giorni feriali con i seguen-ti orari:MENSA DI VIALE ROMANIAPranzo: dal lunedì al venerdì ore 12.00 - 14.15 - sabato ore 12.00 -13.30Cena: dal lunedì al venerdì ore 19.00 - 20.45MENSA DI VIALE POLAPranzo: dal lunedì al venerdì ore 12.00 - 14.15

AMBULATORIO MEDICOPresso gli uffici del Diritto allo Studio, in viale Gorizia 17, è a dispo-sizione degli studenti un servizio ambulatoriale gratuito, affidato alMedico Fiduciario della Luiss Guido Carli, che riceve nei seguentiorari:� Lunedì – Mercoledì – Venerdì dalle ore 15.30 alle ore16.30� Martedì e Giovedì dalle ore 10.00 alle ore 12.00

DIAMOGLI CREDITOL’iniziativa DIAMOGLI CREDITO, promossa dal Ministero per lePolitiche giovanili e le Attività sportive e l’Associazione BancariaItaliana, consente agli studenti universitari e post-universitari, inpossesso di determinati requisiti di merito, di accedere ad un finan-

ziamento massimo di 6.000 euro senza ulteriori garanzie.

CTS VIAGGIPresso gli uffici del Diritto allo Studio è disponibile uno sportelloCTS viaggi dal lunedì al venerdì dalle 09.00 alle 13.00 e dalle 13.30alle 16.30.Il CTS offre a tutti gli studenti della Luiss la possibilità di avere scon-ti e agevolazioni su biglietti aerei, navali, ferroviari, cinema e tea-tri, sia in Italia che all’estero, e per l’acquisto di pacchetti-viaggioper qualsiasi destinazione

VIDEOTECAPresso gli uffici del Diritto allo Studio, in viale Gorizia 17, sonodisponibili per il noleggio gratuito oltre 600 DVD.

CONVENZIONIIl Diritto allo Studio rende disponibile sul proprio sito internet l’e-lenco degli esercizi commerciali e dei professionisti convenzionaticon l’Università.

Per informazioni:Diritto allo [email protected]. 06/85225.410Orario di ricevimento:- Sede di Viale Gorizia 17dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 12.00 e dalle ore 14.30alle ore 16.00- Sportello di Viale Romania 32dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 12.00

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Rieccoci! Anno nuovo, vita nuova… per alcuni di voinuovissima visto che vi troverete ad affrontare il vostroprimo anno accademico. A tutti gli studenti va un enor-me in bocca al lupo , ma alle matricole vanno i miglioriauguri per un’esperienza universitaria che si riveli fan-tastica in tutti i suoi aspetti .

E’ proprio a voi che è dedicato il primo numero di questonuovo anno di 360° , così come le pagine di CosmoLuissSP : vi presentiamo i personaggi , vi introduciamo allostudio , ma anche al divertimento , cerchiamo di darviconsigli e suggerimenti , e ce ne aspettiamo altrettantida parte vostra. Buon viaggio!

<<Siate folli, siate affamati….>>Il Preside della facoltà di Scienze Politiche , prof. Baldini, risponde alle nostre domande e si presenta alle matricole

Professore, qual è il suo bilancio personale di questo primo anno e più investe di Preside della Facoltà di Scienze Politiche?Più che un bilancio personale, ritengo che si debba parlare di un bilancio di squadra,che ha visto come protagonisti non solo i miei più stretti collaboratori (la segretariadi Facoltà Antonella La Greca, il vicepreside Alberto Petrucci, i coordinatori dei varicorsi di laurea: Elena Sciso, Ugo Villani, Nicola Lupo), ma anche tutti i colleghi non-ché gli studenti e, in primis, i loro rappresentanti Antognozzi e Innocenzi.Fatta questa premessa, ritengo che si possa affermare che il bilancio dell’anno acca-demico 2007/08 è stato ampiamente positivo. Molto è stato fatto, ma molto rimaneancora da fare. Infatti, niente è più perfettibile di una istituzione complessa qual èuna facoltà universitaria.

Dalla sua elezione, nel giugno 2007, sono cambiate molte cose. Prima fratutte, lo “stravolgimento” degli ordinamenti tramite la riforma Mussi.Quali sono i cambiamenti maggiori a proposito, che hanno interessato lanostra facoltà?L’attuazione delle riforma Mussi ha avuto per la nostra facoltà indubbi vantaggi. Haconsentito di migliorare la qualità dell’offerta formativa: meno discipline (e, quindi,meno esami), ma discipline più “strutturate”, e cioè meno “coriandolizzate”. Inoltre,l’introduzione dei laboratori di scrittura alle triennali e dei laboratori specialisticialle magistrali ha consentito di completare l’insegnamento teorico con un approcciopratico ai problemi. Infine, sono state introdotte due nuove lingue tra quelle a scel-ta (arabo e russo) e l’insegnamento delle lingue alle specialistiche è stato affidatointeramente a docenti Luiss.La relazione annuale del Nucleo di valutazione di quest’anno evidenzia unaumento del numero degli studenti alla Luiss, che si sono portati, al 30aprile 2008, a 6.629 unità (+22% nell’ultimo quadriennio). Secondo lei aquali cause è attribuibile questo fenomeno?Uno dei dati più significativi contenuto nella relazione annuale del Nucleo di valuta-

zione non è tanto l’aumento degli iscritti quanto quello relativo all’aumento delledomande alle prove di ammissione. Infatti, ciò ha consentito una più severa selezio-ne dei candidati e, quindi, aule migliori. Tale aumento va ascritto ad una più effica-ce ed incisiva azione di informazione sulla realtà Luiss, ma anche a un consistentemiglioramento dell’offerta formativa della nostra Università.Tra l’altro vorrei sottolineare il fatto che, alla luce dell’indicatore di Ranking Censis-la Repubblica 2008 (indicatore che tiene conto della produttività e della qualitàdidattica, dei rapporti internazionali e della ricerca) la nostra facoltà ha ottenuto unpunteggio complessivo di 106,3. Punteggio che la pone al primo posto tra le facoltàdi Scienze politiche non solo delle università non statali, ma anche di quelle statalidel nostro Paese.Lo scorso luglio è stato segnato dalle proteste per la proposta, poi passa-ta, di anticipare l’inizio delle lezioni delle lauree magistrali per l’a.a.2009/2010 da gennaio a ottobre. Quali sono le motivazioni che hanno por-tato a questa decisione e quali consigli si sente di dare agli studenti preoc-cupati per la “tempistica” degli esami?L’anticipo dell’inizio delle lezioni per le lauree magistrali a partire dall’a.a.2009/2010 è stato deliberato dal Senato accademico per consentire agli studenti diterminare con un semestre di anticipo i propri studi e, quindi, di entrare prima nelmondo del lavoro.Al fine di rendere l’impatto di tale anticipo il più indolore possibile il consiglio difacoltà prevederà per gli studenti del prossimo terzo anno delle triennali misure chesaranno presentate in un’assemblea degli studenti nella seconda metà di ottobre. Aogni buon conto posso sin d’ora rassicurare gli studenti che le loro comprensibiliapprensioni troveranno un adeguato ascolto.Adesso, un occhio di riguardo per le matricole di questo nuovo anno acca-demico. Come presenterebbe la sua facoltà, gli studi e le opportunità adessa connessi a un nuovo studente di Scienze Politiche?Da alcuni anni la facoltà ha ampliato la propria offerta formativa, affiancando allatradizionale vocazione internazionalistica un’attenzione alle problematiche cheriguardano la pubblica amministrazione, nonché il mondo della comunicazione.Tra i fattori che caratterizzano la nostra facoltà, vanno ricordati la qualità dei docen-ti, il rapporto quantitativo docenti/studenti che consente le possibilità di dialogo edi approfondimento, la fitta rete di scambi internazionali che garantisce a un eleva-to numero di studenti di svolgere periodi di studio all’estero.Nella nostra facoltà, dunque, gli studenti sono messi nelle migliori condizioni per farmaturare la propria vocazione intellettuale e per ben formarsi professionalmente.Infine, i suoi consigli per fare dell’esperienza universitaria un’esperienzadi vita …Gli studenti che vogliono fare della loro esperienza universitaria una proficua espe-rienza di vita, per prima cosa non devono considerare l’università come un luogo incui si sostengono solo degli esami, bensì un luogo in cui la cosa più importante è laqualità della didattica, e, quindi, dovrebbero prefiggersi il compito di non perderenessuna lezione. Steve Jobs, capo indiscusso della Apple, nell’ingresso del quartiergenerale della sua azienda ha fatto scrivere la seguente frase: “Siate folli, siate affa-mati”. Ebbene, lo studente che vuol fare della propria esperienza universitaria unaautentica esperienza di vita non deve, in partenza, prefiggersi il compito miope distudiare solo ciò che presume essere utile per la sua professione, ma deve essere fol-lemente curioso e molto, ma molto affamato di teorie.

Chiara Orsini

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Il rappresentante degli studenti: chi è? cosa fa? cosa farà?Lo abbiamo chiesto a Marco Antognozzi, rappresentante in carica degli studenti della facoltà di Scienze Politiche.

Come descriveresti il ruolo di rappresentantedegli studenti a chi è nuovo del mondo universi-tario?Per quale tipo di richieste e problemi glistudenti possono rivolgersi a te?Personalmente ho sempre considerato la rappresen-tanza studentesca, insieme ai progetti sani e meritevo-li, il vero cuore pulsante dell’università. Oltre a pro-muovere ed appoggiare iniziative, proprie o dei colle-ghi, senza le quali saremmo costretti a vivere e studia-re in un dormitorio, il rappresentante ha il ruolo diessere vicino allo studente in quanto condivide le suestesse situazioni (piacevoli e non) quotidiane. In que-sto primo anno di rappresentanza, mi sono trovato atentare di soddisfare le più disparate (e a volte bizzar-re!) richieste: si và dalle date degli appelli alla ricercadella casa per un collega fresco di immatricolazione!Questo per sottolineare che in qualsiasi momento e perqualsiasi problema sono sempre a disposizione, perquanto mi è possibile. Sono uno studente come tuttiche ha deciso di mettersi al servizio della comunità stu-dentesca in modo assolutamente disinteressato, conl’unico scopo di rendere l’università più piacevole,intrigante, vivibile e affascinante (e chi più ne ha più nemetta) per ogni singolo collega. Spero di esserci riusci-to e di riuscirci ancora fino allo scadere della mia cari-ca, a Maggio.Se dovessi fare un bilancio del tuo primo annoda rappresentante , quali sarebbero le cose percui vai più fiero e quali invece i progetti ancorada realizzare o in fase di realizzazione?Di certo sono molto soddisfatto del rapporto che si ècreato con i colleghi, aperto e molto easy, ma al con-tempo non privo di osservazioni critiche che non pos-sono che arricchire qualitativamente il mio operato e

me stesso. Ho cosi conosciuto la determinazione cheoccorre per prendere alcune decisioni delicate, le diffi-coltà che si incontrano nel rappresentare circa 500 per-sone; il tutto però viene lautamente ripagato quandosei conscio di aver fatto un buon lavoro, quando seicerto che il tuo operato gioverà ai ragazzi. Ovviamenteringrazio tutti gli amici che mi hanno supportato inquesto anno, persone che hanno con me condiviso levittorie, le sconfitte e…le notti insonni! Per questoprimo scorcio di anno, la massima priorità verrà data alproblema dell’anticipo delle specialistiche, con propo-ste alla presidenza onde evitare che questa discutibilescelta danneggi eccessivamente gli studenti del nuovoterzo anno. Ricordo inoltre, il nuovo portale della rap-presentanza studentesca e di informazione

www.rappresentanzaindiretta.org, evoluzione del mioblog rappresentanzaindiretta.blogspot.com, canale diinformazione e contatto con il rappresentante, oraarricchito con news, articoli e aggiornamenti dallafacoltà di Scienze Politiche e dal mondo, fuori le muradi mamma LUISS. E’ un progetto ambizioso che puntaa coinvolgere il maggior numero possibile di studentiche amano scrivere, confrontarsi e vivere l’università, iltutto completamente autofinanziato.Perché i nuovi studenti hanno fatto bene a sce-gliere la Luiss?Oltre al fatto che la LUISS sia considerata sinonimo dieccellenza, di certo per l’ambiente che troveranno,ideale per una formazione a…360° dello studente.Ritengo infatti che oltre a creare “l’habitat” ideale perstudiare, alla LUISS o meglio nella LUISS, ogni studen-te possa crescere e perfezionarsi attraverso le varie atti-vità: giornali, associazioni, radio, web tv… Sono fer-mamente convinto che partecipare alle attività stu-dentesche sia un passo determinante per il percorso diformazione di uno studente, un primo assaggio diteamwork , caratteristica necessaria nel mondo dellavoro.Infine , tre consigli per chi vuole vivere appienol’esperienza universitaria…Ovviamente studiare…siamo qui per questo!Partecipare, perché l’università non è fatta solo di libried esami ed infine godersi la Città Eterna, perché glianni dell’università, purtroppo, non torneranno più.Colgo l’occasione per salutare tutte le nuove matricolee augurare loro buon anno accademico.

Chiara Orsini

G i u l i a I n no c en z i

Dopo un anno come rappresentante degli studenti della laureamagistrale , qual è il bilancio del tuo mandato ? Quali progettisono andati a buon fine e quali invece restano da realizzare?Il mandato, molto intenso, si caratterizza per un dato di fondo: la parte-cipazione attiva della comunità studentesca. Assemblee, dibattiti e bloghanno dato vita alla soluzione dei problemi dell'organizzazione didatticae dei servizi universitari e a iniziative di alto valore culturale. Fra le altre,“Contro ogni integralismo. Per la libertà diespressione” e “NaziRock - la Società Apertae i suoi limiti”. C'è ancora da lavorare siasulle regole dell'organo che finanzia ilmondo associativo della Luiss, la Codisu, chesull'offerta di stage predisposta dalPlacement office.Qual è la prospettiva e lo stato d’animodi una studentessa Luiss che , come te ,sta per affacciarsi al mondo del lavoro?

Sono molto ottimista, ma soprattutto, ho una grande voglia di buttarmia capofitto nel mondo del lavoro! Sento molte storie di laureati disorien-tati costretti ad occuparsi di attività lavorative prive per loro di alcun inte-resse. Al contrario, in generale il laureato Luiss ha già chiaro il suo obiet-tivo e parte dritto per la sua strada. Non vedo l'ora di cominciare a per-correrla!Che ricordi hai del tuo primo anno da matricola e che consigli tisenti di dare a chi comincia quest’anno la sua carriera universita-ria?Accogliere tutto ciò che la Luiss ha da offrire, sia a livello didattico cheextracurriculare: i giornali, le associazioni, le elezioni studentesche, glistage, la radio, la web tv, il teatro, i forum di discussione, lo sport. Ognimomento passato in università è un'idea o uno stimolo in più che aiuta-no lo studente a crescere nel proprio percorso verso il futuro: sprecaretale opportunità è un peccato. Tornassi indietro rifarei tutto e ancora dipiù.

Chiara Orsini

Rappresentante della Facoltà di Scienze Politiche Magistrale

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Incontrando il Prof. PessiPreside della Facoltà di

Giurisprudenza

Prof. Pessi siamo giunti al secondo annodel suo mandato di Preside della facoltà diGiurisprudenza: qual è il bilancio di questiquindici mesi di presidenza, nell’otticasoprattutto dei propositi da lei fissati almomento dell’insediamento?Il bilancio non può che essere positivo, essendoriuscito, con grande serenità e con il preziosoaiuto del corpo docenti e della componente stu-dentesca, a condurre la Facoltà nel passaggio dalvecchio al nuovo ordinamento: questo cambia-mento consentirà a tutti gli studenti di avere unpercorso di studi ben costruito, includendo siauna preparazione di base che la specializzazionedell’ultimo anno e mezzo, ossia la perfetta com-mistione di insegnamento tradizionale e di inno-vazione didattica.Entrando nelmerito del nuovo ordinamen-to, di cui i nuovi iscritti potranno diretta-mente trarne i vantaggi, come ha giudica-to la reazione degli studenti e dei profes-sori a questo nuovo corso, e come puòancora migliorare?Il clima che si respira in Facoltà è dei migliori.Finalmente si respira la coesione che ho sempreauspicato tra studenti e professori che, concomune tranquillità, affrontano le lezioni e gliesami, ridotti appunto nel numero dal nuovoordinamento. Per il futuro speriamo di coglieremaggiormente le attitudini degli studenti, in

modo da poter offrire profili formativi più vicinialle loro aspettative.Durante il suo primo anno da preside, siera posto come obiettivo il potenziamentodel servizio tutor, qual è il suo bilancio ditale attività e come ritiene che gli studentistiano usufruendo di questo servizio?Per quanto concerne l’organizzazione, da partedell’Università, del servizio, non posso che esse-re soddisfatto dell’impegno profuso al fine diavvicinare ulteriormente la Facoltà agli studenti.Con alcuni professori (Prof.ssa Borgia e Prof.ssaDe Donno ndr) abbiamo aumentato il numero ditutor e favorito gli incontri con gli studenti. Inparticolare, alle nuove matricole abbiamo datol’opportunità di entrare in contatto con i lorotutor fin dalla giornata a loro dedicata, il 29Settembre, con uno spazio riservato a questoservizio in viale Romania e, ancor di più, il gior-no successivo all’interno della Facoltà. Per ciòche concerne il gradimento e l’utilizzo da partedegli studenti, invece, ho ricevuto segnali discor-danti, benché sia stato attivato anche un serviziodi assistenza psicologica. Ritengo sia un proble-ma di informazione: gli studenti non colgono lepotenzialità dei tutor, ma al contempo nonesprimono gli eventuali limiti di un servizio chepuò, e deve, ancora migliorare.L’introduzione dei profili formativi, con-sente ai laureandi di migliorare, rendendoparticolarmente specifica, la propria pre-parazione in vista dell’ingresso nel mondodel lavoro. Quali sono i primi risultati diquesta novità e come potrà evolvere talepossibilità?Ho notato molto equilibrio e oculatezza nellascelta del profilo da parte degli studenti delquarto anno, una lungimiranza che verrà ripaga-ta. Sono contento del successo ottenuto da partedei profili che nei prossimi anni consentirannoagli studenti la possibilità della doppia laurea(Diritto ed economia delle imprese e dell’innova-zione per la laurea in Economia, e Diritto ammi-nistrativo per quella in Scienze Politiche, ndr),ma anche l’attivazione degli altri sei profili ha

dimostrato la partecipazione degli studenti alprogetto di formazione della classe dirigente deldomani. I corsi non attivati saranno riformulati oriproposti, ma ciò sarà possibile solo carpendogli interessi degli studenti, che invito a pronun-ciarsi sin dai primi anni, sulle proprie aspirazionifuture.Preside, lei non ha dimenticato neanche ilaureati Luiss, offrendo loro la possibilitàdi sostenere stage e tirocini di avviamentoal mondo del lavoro. Quali sono i traguardiraggiunti per l’offerta post-laurea?La punta di diamante di queste opportunitàrisiede ovviamente nella possibilità di sostenereun tirocinio presso il Tribunale di Roma per mas-simizzare le sentenze di tale organo. Questa pos-sibilità, approvata all’unanimità dal CSM, moltoprodigo per la diffusione del processo elettroni-co, è offerta, in Italia, solo dalla nostraUniversità, e presto si estenderà anche alla Cortedi Appello di Roma. L’allargamento delle oppor-tunità è il nostro principale obiettivo in modo daavere, in un prossimo futuro, più stage e tirocinidisponibili per le richieste degli studenti.Di fronte a questa splendida offerta for-mativa che ci ha presentato, qual è il mes-saggio che vuole inviare agli studenti e, inparticolar modo, alle matricole?Sono due gli aspetti che voglio sottolineare eauspicare per questo nuovo anno accademicoche si schiude innanzi a noi: la serenità, ossia lasinergia tra studenti e professori senza la qualeogni ostacolo sembra insormontabile: la colla-borazione, invece, consente di affrontare qual-siasi aspetto della vita in maniera più fiduciosa e,perché no, proficua; e la comunicazione; invitotutti gli studenti a non avere remore nel rivolger-si ai propri rappresentanti, agli organi di comu-nicazione, come il giornale, presentinell’Università, e a me personalmente, per espri-mere le proprie opinioni e richieste, in modo dapotersi sempre migliorare. Buon anno a tutti.

Bruno [email protected]

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Un caffè con Paolo PedàRappresentante degli studenti della Facoltà di

Giurisprudenza

Presentati a tutti gli studenti della nostrafacoltà, di cui sei il rappresentante dalMaggio 2007.Sono Paolo Pedà, studente con la passione dellarappresentanza, appena iscritto al 5° anno dellafacoltà di Giurisprudenza. Sono entrato alla LUISSnel Settembre 2004, pieno di sogni e aspettative,dopo un lungo viaggio dalla mia amata ReggioCalabria. Mi ritrovo adesso al termine, o quasi, delmio percorso universitario, estremamente soddi-sfatto della scelta presa allora e davvero felice perla crescita umana e per la formazione accademicache ne sono derivate.Qual è il bilancio di questo primo anno dimandato?Credo sinceramente che sia stato positivo, nontanto per i successi o per le mie soddisfazioni per-sonali, quanto per i miglioramenti tangibili dell’in-tera Facoltà, brillantemente guidata dal nostroPreside Prof. Pessi attraverso un difficile percorso dirinnovamento. Abbiamo dato vita, infatti, ad un’o-pera di completa riforma dell’ordinamento, il cuiunico obiettivo era quello di favorire gli studenti,garantendo loro la miglior preparazione possibile.E’ stato così ridotto da 38 a 30 il numero comples-sivo degli esami, introducendo contestualmente, apartire dal 2° semestre del 4° anno, 10 profili qua-lificanti il percorso formativo, ciascuno dei qualiassociato a tirocini formativi pre laurea ed a speci-fici percorsi post laurea.Sono state affrontate, e risolte, inoltre, tutta unaserie di problematiche c.d. “minori”: innalzamentodel punteggio massimo assegnabile in sede di tesidi laurea; introduzione di numerosi appelli straor-dinari; ampliamento e razionalizzazione delle ses-sioni d’esame, e tante altre novità che hanno

migliorato sensibilmente la vita di noi “inquilini” divia Parenzo.Come ritieni che sarà questo secondo annoda rappresentante?Dal mio secondo anno di mandato mi aspetto chesia in assoluta continuità con quanto è stato fattonel primo. Credo infatti che ad un’importanteepoca di rinnovamento debba sempre seguire unperiodo di riflessione, all’interno del quale gli sfor-zi devono essere tesi a riadattare e migliorarequanto è stato innovato in precedenza. Ascolterò atal fine, come d'altronde ho costantemente fattol’anno scorso, qualsiasi suggerimento vogliatedarmi in merito, pienamente convinto che siano glistudenti a dover apprezzare le riforme in atto.

Lo slogan scelto dall’università per accoglie-re i nuovi iscritti è “Cosa vuoi da me?”. Tu, chehai quasi concluso il tuo ciclo come studente,cosa volevi dalla Luiss?Dalla mia università mi aspettavo prima di tutto di

trovare un ambiente stimolante, competitivo, dovepotermi confrontare, oltre che con i miei colleghi,con me stesso, le mie capacità ed i miei limiti.Volevo un’università che mi insegnasse ad aspiraresempre al meglio, che mi spingesse giorno dopogiorno a puntare a traguardi sempre più lontani,che mi istruisse a non “accomodarmi” mai. Cercavoil luogo dove costruire il mio futuro, dove poteresser preparato, formato per il mondo reale, per ilmercato. Volevo la LUISS.Paolo, che consiglio ti senti di rivolgere atutti gli studenti che stai rappresentando, inparticolare alle matricole.Il consiglio che mi sento di dare, specialmente a chisi è appena iscritto, è quello di vivere a pieno laLUISS, nelle sue mille iniziative ed attività: daigiornali, alla radio, alla web tv, allo sport, passan-do per le conferenze e quant’altro possa contribui-re, come dicevo all’inizio di questa intervista, allacrescita di ciascuno di noi. Sempre alla ricerca di ciòche più vogliamo, di ciò che più ci gratifica edappassiona. Perché sono pienamente convinto cheè in questo preciso momento della nostra vita chescegliamo chi essere “da grandi”.Nel complimentarmi con i neo iscritti per averesuperato il test, voglio infine spronarli a non consi-derare questo grande successo come un punto diarrivo; al contrario l’essere stato selezionato tracosì tanti aspiranti luissini, più che rendervi orgo-gliosi deve esser una motivazione in più per faresempre meglio, il punto di partenza di una vitapiena di soddisfazioni e serenità.

Bruno [email protected]

Co smo Lu i s s G i u r i s p r u d en z a s i p r o p oned i e s s e r e uno de i p r i n c i p a l i s t r umen t i d ic o l l e g amen to t r a g l i s t u d en t i e l a f a c o l -t à : d u r a n t e que s t ’a nno vog l i amo mon i -t o r a r e l a v i t a a l l ’ i n t e r n o d e l l ’ u n i ve r s i -t à , s o t t o l i n e a n d o t u t t i i s u c c e s s i c h es t u d en t i e p r o f e s s o r i o gn i a nno r i e s c o noa c o n s e g u i r e , m a f a c e n d o a n c h e l u c e

s u l l e e ven t u a l i omb r e d e l l ’o f f e r t a f o r -m a t i v a o o r g a n i z z a t i v a d e l l a L u i s s . In o s t r i s f o r z i s o n o , o v v i amen t e , c o n c e n -t r a t i s u l l a n o s t r a f a c o l t à d iG i u r i s p r u d en z a , e c h i e d i amo l ’a i u t o d it u t t i i l e t t o r i p e r m i g l i o r a r e l a r u b r i c ae , r i t e n i amo s i a i n d i r e t t amen t e po s s i b i -l e , l a v i t a a l l ’ i n t e r n o d e l l ’ u n i ve r s i t à .

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Professor Di Giorgio è passato unanno da quando è stato elettoPreside della nostra Facoltà: primiesiti relativi alle novità introdotte?"Direi che i risultati più eclatanti sono l'au-mento fortissimo delle domande di iscri-zione alla Facoltà, che evidenzia una cre-scente attenzione ai nostri programmi e unriconoscimento degli sforzi compiuti perinnalzarne costantemente il livello, e l'as-sunzione dei primi docenti e ricercatoristranieri, una componenete essenziale perun Ateneo che vuole diventare un punto diriferimento per gli studi e la ricerca anchefuori dai confini nazionali. In questa dire-zione è importante anche il consolidamen-to dei programmi di laurea e laurea magi-strale offerti integralmente in inglese, chedovrebbero gradualmente attrarre ancheun maggior numero di studenti stranierialla LUISS."Da studente ho notato una notevoleriorganizzazione degli indirizzi edegli esami da sostenere, crede checon questo cambiamento si riesca a

marcare ancora di più il ruolo di pre-stigio della nostra Universitàper stare al passo di questi tempi?In un mondo che si evolve velocemente,l'Università deve cercare di coniugare ilrispetto della tradizione e la coperturadegli insegnamenti di base fondamentalicon la necessità di anticipare i cambia-menti nel mercato del lavoro fornendostrumenti e conoscenze utili per emergerein nuove sfide professionali. In questosenso abbiamo ulteriormente rafforzatoquello che era un punto di forza "storico"della Facoltà di Economia: una solida for-mazione di base multidisciplinare al trien-nio a partire dalla quale gli studenti pos-sono liberamente e consapevolmentecostruirsi un percorso di specializzazionenei diversi profili delle lauree magistrali.Nella nostra facoltà si hanno degli"abbandoni" post triennioorientati alla Bocconi credendo difare un up grade: cosa può dirciin merito? quali secondo lei i princi-pali motivi? Prestigio, brand,rapporti con le imprese del nord?Abbiamo anche dei casi di studenti trien-nali Bocconi che si iscrivono alle magistra-li in LUISS. La mia sensazione è che neavremo sempre di più, e non solo per unfenomeno naturale di "catching up" di unaIstituzione più giovane (la LUISS ha 30anni di storia, la Bocconi oltre 100), masemplicemente perchè credo che esperien-ze di vita (oltre che di studio) in città eUniversità diverse saranno sempre più con-siderate con favore da studenti, famiglie,istituzioni e aziende. E ciò non vale soloper Roma e Milano, ma per Londra, Parigi,Barcellona, Berlino e tutte quelle grandicittà europee in cui esistono Atenei di pre-stigio. Ricordiamoci che il processo diBologna ha l'obiettivo esplicito di aumen-tare gli scambi di studenti, non limitando-si ai soli 3 mesi del programma Erasmus. Edopo la laurea magistrale, percorsi di spe-

cializzazione professionale (come un MBA)o accademica (come un dottorato di ricerca- Ph.D.) saranno sempre più aperti anche aflussi di studenti con paesiextra UE, in primo luogo gli USA e ilCanada, ma anche l'Australia, la NuovaZelanda, la Cina e la Russia.Ora noi della redazione Le vogliamoconcedere uno spazio per poterillustrare alle nuove matricole ciò cheritiene utile per iniziare conil piede giusto.Il mio consiglio è di lavorare con serietà dasubito, senza sottovalutare le difficoltàinsite in un cambio di livello importantetra gli studi universitari e quelli di scuolasuperiore. Cercate di non accumulare ritar-di e di programmare da subito la sequenzacon cui intendete dare gli esami del primosemestre. Ma allo stesso tempo lasciatevidelle "valvole di sfogo", per lo sport, ivostri hobbies, gli amici. Lo studio è unaattività molto intensa, ed è necessarioriuscire ad alternarla con momenti di recu-pero. E, se ci sono problemi, chiedeteaiuto, la LUISS vi sa ascoltare. In bocca allupo.

Andrea ZapponiniResponsabile di Rubrica Economia

Cosm

oluiss-Settem

bre2008

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Sono uno studente di economia politicadel terzo anno, fuorisede come molti,amante della carta stampata e di “quellaonline”. Da un anno curo questa rubricainsieme all’amico Andrea Zapponini.Cosmoluiss economia si interessa di ciòche succede all’interno della nostra facol-tà (per questo siamo sempre moltoattenti ad ascoltare, non esitate a scriver-ci tutto quello che volete condividere).Ma spesso proponiamo anche riflessionisu quello che accade in Italia e nelmondo. Ci piace scoprire sempre di piùche quello che studiamo ci aiuta a capiremeglio la realtà che viviamo.Vi invito a dedicarvi alle numerose attivi-tà, come può essere prendere parte allanostra redazione, che questa universitàoffre. Lo studio è fondamentale, mettersida subito alla prova e coltivare le propriepassioni, a 360 gradi, una volta chiuso illibro, è il suo completamento.Allora un a presto risentirci.

Timoteo Carpitawww.timoteocarpita.it

Intervista al Preside della Facoltà di EconomiaProf. Giorgio Di Giorgio

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Cosmoluiss

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Intervista a Daniele MacciocchiRappresentante della Facoltà di Economia triennale

Un anno di lavoro alle spalle. Sei soddisfatto del tuo operato edel rapporto instaurato con preside e docenti?

Alla luce delle numerose riforme che sono state portate a terminedurante l'anno trascorso, non posso che ritenermi soddisfatto dell'ope-rato della rappresentanza, ma soprattutto della forte partecipazioneche si è creata all'interno della facoltà di economia.Penso alle prime due assemblee della storia della facoltà che sono stateorganizzate lo scorso a.a. e che, grazie alla forte determinazione deglistudenti e della rappresentanza, hanno portato alla nascita di numero-se e importanti riforme: la riduzione dell'orario scolastico, l'eliminazio-ne della discussione della tesi, l'introduzione del c.d. appello straordi-nario (nel mese di aprile) per le materie critiche, la reintroduzione delterzo appello delle sessioni (d'esame) ordinarie e molto altro. Inoltre ilrapporto con la dirigenza e, in particolare, con il Preside prof Giorgio DiGiorgio è sempre stato ottimo, perchè improntato sul dialogo e sul con-fronto.Quale è il miglior risultato ottenuto che rivendichi con orgo-glio? E c'è invece qualcosa che rimpiangi di non essere riuscitoa realizzare come volevi ?Sono veramente orgoglioso di aver permesso ai ragazzi del III e II annodi riottenere il terzo appello nelle sessioni di esame e di introdurre unappello straordinario in aprile per alcune materie critiche. Tutto ciò alfine di mettere gli studenti nelle condizioni di laurearsi quanto prima,visto che l'inizio delle lauree specialistiche era stato anticipato al 29settembre. Inoltre come non ricordare la riforma, concordata con ilPreside, di eliminare definitivamente quel pesante istituto della discus-sione della tesi per la laurea triennale. In questo modo ci siamo unifor-mati ad altre prestigiose università italiane, ma soprattutto, cosa ancorpiù importante, con le università del mondo anglosassone, e nell'otticadel nostro ateneo di voler essere sempre più internazionale, mi sembraun buon passo avanti.A maggio ci saranno nuove elezioni. Dichiarazioni al riguardo ?Un grande in bocca al lupo a tutti i futuri candidati, e come sempre che

vinca il migliore...Domanda praticamen-te obbligata. Cosa è laLuiss per te, e qualiconsigli ti senti didover dare alle matri-cole che comincianoquesta nuova avventu-ra?La LUISS è uno straordina-rio percorso formativo, masoprattutto un'esperienzaindimenticabile, vissutacon passione e grandededizione dal primo all'ul-timo giorno. Invito quindile matricole a vivere com-pletamente l'università,sfruttando non solo la suaofferta didattica, maanche la sua offerta for-mativa, cioè le numerose attività offerte agli studenti, quali giornali,associazioni e, perchè no, anche le rinomate feste universitarie delgiovedì sera, perchè a volte, dopo tanto stress, bisogna anche sapersidivertire. Concludo facendo un grande in bocca al lupo a tutti gli stu-denti per l'a.a. che sta per iniziare, invitandoli a contattarmi, senza esi-tare, per qualunque necessità, dai problemi che potreste incontrare neiprimi giorni di università alle questionipiù disparate. I miei contatti sono: [email protected] e il mio cellu-lare è 392 0278391. Grazie e a presto

Timoteo Carpita

Come ogni anno 360° offre ai nuovi lettori, lematricole, spaesate e catapultate in un nuovoambiente, tutte le coordinate necessarie adorientarsi in questo bellissimo universo che è laLUISS.Non vi preoccupate, questo non è un doppionedell’editoriale né un stupida premessa, ma solouna sottolineatura del fatto che il nostro prodot-to si presenti ogni anno con le interviste a tutti irappresentanti degli studenti, tutti i Presidi diFacoltà e le cariche più alte dell’Università.Siamo sempre stati molto orgogliosi di questofatto, perché le matricole devono avere tutte leinformazioni necessarie per ambientarsi nelmodo più facile e veloce possibile.Ma questo bellissimo evento che è il primonumero dell’anno accademico, oltre ad un gran-de orgoglio, ci lascia anche uno strano senso diamarezza.Come ogni anno i Presidi di Facoltà, Professori Di

Giorgio Pessi e Baldini, hanno trovato il tempoper rispondere alle nostre domande, con il solitozelo e l’indiscutibile professionalità. Come ognianno il Magnifico Rettore Massimo Egidi ed ilsempre disponibile Direttore Generale Pier LuigiCelli hanno trovato spazio nella fitta agenda perconcedere l’intervista alle nuove leve dell’uni-versità (si, proprio a loro, perché l’intervista nonè per 360°, ma per i ragazzi che lo leggono!), peraccoglierle in modo differente rispetto ad unsemplice discorso letto da un palco lontano, peressere loro vicini con tutti i mezzi che l’universi-tà dispone e per dimostrare ancora una volta,come se ce ne fosse bisogno, che la loro porta èsempre aperta.Anche i nostri rappresentanti, come ogni anno,hanno dedicato parte del loro tempo per rispon-dere alle nostre, vostre, domande. Tutti trannedue, dei quali non ci pare il caso sbandierare inomi, ma che non sarà difficile individuare per

esclusione. Questo ci amareggia profondamen-te, perché tutti tengono al primo numero, etutti, anche le cariche più alte i cui impegni nonsono certo indifferenti, riescono a trovare un pic-colo quarto d’ora da dedicarci.Siamo profondamente amareggiati, ma al con-tempo questa cosa ci fa sorridere, perché se conpiù di una settimana d’anticipo, due ragazzi nonsono riusciti a dedicarci neanche cinque minutiper rispondere ad una e-mail, vuol dire che sonoveramente molto impegnati e quindi che stannosicuramente impiegando il loro tempo prepa-randosi ad accogliere le matricole nel miglioredei modi.Sempre che se ne ricordino, sempre che neabbiano tempo.

Matteo TebaldiniDaniele Dalessandro

Sorriso amaro

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Speaker’sCorner-Settem

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Roma, 29 settembre 2008. Si ricomincia, la Luiss riapre ibattenti, e come ogni anno 360° è puntuale all’appunta-mento: fresco di stampa, pronto per essere letto. A tutti voiche oggi avete ritirato una copia del “giornale con l’univer-sità intorno” in giro per il campus va il nostro saluto. Ve loinviamo da Hyde Park. Sì, perché noi con la testa siamosempre lì, a Londra, nei pressi del Marble Arch. Da noi èsempre domenica, una qualsiasi domenica londinese con ilprato invaso di oratori improvvisati, che in piedi su pal-chetti di fortuna discutono, si infervorano, dimostrano leloro tesi più o meno bizzarre brandendo la Bibbia, altrilibri, cartelloni o oggetti di ogni tipo – ombrelli, scettri,bastoni, il proprio cappello o una tazza di caffè caldo, sem-pre che il dibattito sia sufficientemente tranquillo da con-cedere agli arringatori il tempo di berne qualche sorso.

No, non siamo un’associazione di studenti nostalgici dellevacanze appena trascorse. Noi siamo quelli dello Speaker’sCorner, un luogo di carta che prende vita ogni mese suqueste pagine, dove in conformità con la lezione londineseognuno può dire cosa pensa, come la pensa e perché pensaquel che pensa nel modo in cui lo pensa.Il nostro inesauribile spunto di discussione è l’attualità, ilmondo che ci circonda, specialmente quello più prossimo,lo strano mondo del paese chiamato Italia. In ogni nume-ro cercheremo però di non limitarci alla cronaca, anzi ilnostro obiettivo più ambizioso è quello di far duellare ipunti di vista, stimolare la discussione, far emergere pare-ri e (nel migliore degli scenari possibili) suggerire (conumiltà) delle soluzioni potenziali ai problemi affrontati.Sentitevi dunque liberi di rispondere agli articoli che più vi

hanno colpito e noi, compatibilmente con lo spazio anostra disposizione, daremo a tutti facoltà di parola.L’unica clausola che dovrete sottoscrivere espressamente,per partecipare, è quella riguardante l’accettazione del“possibile dissenso”, della critica da parte di un Altro chedecida di discutere la validità delle vostre posizioni. Alquale Altro, certamente, potrete a vostra volta controbat-tere. La domenica successiva.

Se volete collaborare con Speaker’s Corner scrivete a:

Francesca [email protected]

Valeria [email protected]

Chiesa e fisco: storia di unamore mai natoQual è il regime fiscale di cui gode la Chiesa cattolica? Fino al 2005 la Chiesa hagoduto di un ombrello fiscale di tutto rispetto in particolare per quanto riguarda ilpagamento dell’imposta comunale sugli immobili; cioè non pagava una lira.Qualsiasi immobile di natura commerciale di proprietà della Chiesa (albergo, cine-ma, libreria…) non era tenuto a versare un solo euro nelle casse del comune diappartenenza. Questa situazione, quantomeno singolare, nel corso degli anni hasollevato innumerevoli discussioni e prodotto non pochi problemi di varia naturatanto da portare nel 2004 la Corte di Cassazione a dichiarare illegittimo il decretolegge del ’92 n 504 riguardante l’esenzione dall’Ici prescritta per gli immobili sopramenzionati. Nel 2006 il governo Prodi, dopo che il precedente governo Berlusconiaveva agilmente rovesciato la sentenza della corte ripristinando l’esenzione Ici peri beni ecclesiastici, decide di dare una svolta alla situazione e introduce in uno deifamosi decreti Bersani (DL 223/2006) un cavillo nel quale si stabilisce che sonoesenti dal pagamento di tale imposta gli immobili a uso“non esclusivamente com-merciale”. Risultato? Il 95% delle proprietà ecclesiastiche ha continuato a nonpagare. Una presa in giro insomma. Una presa in giro che attualmente è ancora invigore, ma che non ha imbambolato la commissione per la concorrenza diBruxelles che, su sollecitazione di un gruppo di imprenditori italiani, ha chiestochiarimenti in merito ai vantaggi fiscali garantiti alla Chiesa. Perché la necessità di

chiarimenti? Perchè la Chiesa è un attore economico di primo piano in svariati set-tori dell’economia italiana che gode di vantaggi, tra i quali la quasi totale esenzio-ne dall’Ici, grazie ai quali occupa una posizione privilegiata rispetto agli altri sog-getti presenti sul mercato. Perchè quindi la questione del regime fiscale di cui godela Chiesa cattolica merita attenzione? Perché non riguarda la valutazione dellacoerenza di questo o quel governo e non è neanche un noioso esercizio di contabi-lità fiscale, ma, per quanto non lo si voglia ammettere, incide direttamente sull’e-conomia del nostro paese e in particolare sulle nostre tasche.

Giuseppe Carteny

“L’estorsione bloccala libertàd’impresa”

Lo scorso 1° settembre Confindustria Sicilia ha ema-nato una serie di provvedimenti contro 51 imprendi-tori associati accusati di associazione a delinquere: diquesti, 10 sono stati espulsi, 30 sono stati sospesi ealtri 10 si sono dissociati volontariamente. È il bilan-cio presentato in conferenza stampa a Palermo dalpresidente Ivan Lo Bello, autore del Codice Etico ema-nato lo scorso anno che sancisce l’incompatibilità tral’iscrizione all’associazione ed ogni forma di collusio-ne mafiosa, con la conseguente espulsione di quegliimprenditori che avessero pagato il pizzo senza chie-dere assistenza alle forze dell’ordine. Tale decisione èstata favorita dalle minacce subite da Marco Venturi,presidente della Camera di Commercio diCaltanissetta, che nel 2004 fu indotto alle dimissionidalla candidatura alla presidenza di Confindustria

Sicilia, e da Andrea Vecchio, costruttore catanese. LoBello ha messo in luce altre note positive, come l’au-mento del numero di coloro che hanno scelto di colla-borare con la giustizia - 64 imprenditori - con un’im-pennata del 1280% rispetto ai 5 dello scorso anno!Inoltre, oggi chi decide di aprire un’azienda richiedesempre più spesso l’assistenza preventiva della magi-stratura, piuttosto che la cosiddetta“messa a posto”. Èin questo profilo che vanno inquadrate le 100 denun-ce per estorsione nei confronti del clan Emanuello daparte di alcuni imprenditori siciliani, le retate chehanno portato all’arresto di 70 boss mafiosi, come i LoPiccolo, e la carcerazione nel 2006 di Pietro DiVincenzo, allora presidente di ConfindustriaCaltanissetta, per associazione mafiosa. Tutto ciò, adetta di Lo Bello, è un chiaro segnale di come il feno-meno mafioso sia sempre più percepito dai sicilianicome una piaga in grado di bloccare lo sviluppo eco-nomico e civile, ed è su queste premesse che il presi-dente rinnova l’invito agli imprenditori a collaborarecon la giustizia e ai sindaci dell’Isola ad intraprenderemisure più incisive, prendendo spunto, ad esempio,

dal sindaco di Gela, Rosario Crocetta, autore di con-creti provvedimenti amministrativi contro la mafia.L’appello del presidente è inoltre rivolto al governato-re Lombardo, affinché venga definito un codice eticodi governance delle pubbliche amministrazioni con loscopo di arginare il pericolo mafioso.

Paola Spataro

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Speaker’s

Corner-

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Affaire intercettazioni: interessedi tutti o spauracchio di pochi

A giugno il Consiglio dei Ministri ha approva-to il DdL sulle intercettazioni e il presidentedel consiglio, si affrettava a definirlo <unprovvedimento che gli italiani vogliono>,tant’è che <ogni volta che ho parlato di limi-tare il sistema delle intercettazioni, la gentemi ha applaudito moltissimo>. Passato giu-gno come per magia quest’argomento digrande interesse è un po’ caduto nel dimenti-catoio.Dimenticatoio da cui “l’affaire intercettazio-

ni” è risaltato fuori a fine agosto, riportato “in vita” dalla pubblicazione da parte delsettimanale Panorama di alcune conversazioni che coinvolgevano Romano Prodi,all’epoca dei fatti ancora Primo Ministro.Silvio Berlusconi, nel manifestare la sua solidarietà, non si è fatto sfuggire l’occasio-ne per rimarcare l’importanza e l’urgente necessità di una seria riforma in materia.Tutto ciò rilasciando dichiarazioni che andavano addirittura oltre il contenuto delDdL approvato, come ad esempio il voler eliminare le intercettazioni per reati comequello di corruzione, parole frettolosamente smentite dal Ministro Maroni.Senza entrare nello specifico della materia, quanto è vero quello che Berlusconiaffermava e continua a sostenere? Ovvero quanto gli italiani vogliono e sentono ilbisogno di questa legge? Non sembra che agli italiani interessi così fortemente lalimitazione di uno strumento d’indagine che volente o nolente è di grande utilità.Gli italiani sembrano esser presi da altri problemi, forse perché effettivamente i pro-blemi del nostro paese sono altri e più immediati. Il problema intercettazioni sem-bra essere il problema di chi nel corso dei primi cento giorni di Governo ha rimessomano a una vecchia proposta di legge volta a tutelare le più alte cariche dello Statocon la sospensione dei procedimenti penali. Sarà che il “siamo tutti intercettati” èun’esagerazione. La magistratura ha sempre autorizzato l’uso di un tale strumentobasandosi sui criteri stabiliti dalla legge. Sarà che è comodo far passare un interes-se di pochi, di una piccola élites, per una necessità voluta ed addirittura applaudita.

Francesca Stincheddu

Forma o sostanza?Si torna indietro, si torna alla vecchia scuola, magari non a quella di De Amicis,ma comunque contro quella uscita dai travagli del '68. Non basterà più studia-re notti intere e rispondere alle interrogazioni. In classe sarà meglio essereanche «bravi ragazzi» altrimenti quell´unica insufficienza in pagella rischia diprovocare una bocciatura. Domani come allora. Torna il “voto in condotta”,spauracchio di generazioni di studenti che rischiavano di ripetere l’anno anchecon un otto in greco o un nove in matematica. “Un’ottima iniziativa contro ilbullismo” acclama il premier Berlusconi, “un modo per allontanare il parados-so di ragazzi capaci ma privi di regole” afferma il presidente dell’associazionenazionale presidi. Ma questo grido di “Ordine e disciplina”, lanciato dal mini-stro Gelmini, non a tutti gli studenti è piaciuto. Molti ritengono che non siagiusto mandare avanti chi non sa nemmeno trovare le coordinate su un grafi-co ma che rientra nelle grazie dei professori e fermare chi non è sulla cosiddet-ta “buona strada”, ma che è intelligente e ha le capacità non solo per brillare alivello didattico ma magari anche per tornarci, su questa buona strada. Non èforse questo il punto? Prima dell’abolizione del voto in condotta, in presenzadi problemi di comportamento e di inserimento scolastico si utilizzava comu-nemente il termine “disadattamento”. L’adattabilità presupponeva la volontàdi adattare l’alunno alle esigenze dell’istituzione stessa perdendo completa-mente di vista le cause di comportamenti “ribelli” ed esonerando la scuola daogni responsabilità. Se davvero la scuola vuole riaffermarsi come luogo di for-mazione complessiva dovrebbe puntare ad una valutazione globale dell’alun-no, che non tenga presente solo della sua dimensione intellettuale e cogniti-va, ma anche di quei fattori extrascolastici come l’ambiente sociale, culturale,familiare, che condizionano il suo modo di essere e di comportarsi; dovrebbepreoccuparsi di trovare dei modi per insegnare il rispetto delle regole, dellaconvivenza civile, dell’educazione. Prima di far rientrare aspetti così comples-si e diversi della personalità di uno studente in un mero voto numerico nonbisognerebbe forse tornare sui binari della formazione reale, di progetti edu-cativi nella sostanza più che nella forma?

Marta Vigneri

L’importanza delleregoleA giugno il Consiglio dei Ministri ha approvato ilDdL sulle intercettazioni e il presidente del con-siglio, si affrettava a definirlo <un provvedi-mento che gli italiani vogliono>, tant’è che<ogni volta che ho parlato di limitare il sistemadelle intercettazioni, la gente mi ha applauditomoltissimo>. Passato giugno come per magiaquest’argomento di grande interesse è un po’caduto nel dimenticatoio.Dimenticatoio da cui “l’affaire intercettazioni” èrisaltato fuori a fine agosto, riportato “in vita”dalla pubblicazione da parte del settimanalePanorama di alcune conversazioni che coinvol-gevano Romano Prodi, all’epoca dei fatti ancoraPrimo Ministro.Silvio Berlusconi, nel manifestare la sua solida-rietà, non si è fatto sfuggire l’occasione perrimarcare l’importanza e l’urgente necessità diuna seria riforma in materia. Tutto ciò rilascian-

do dichiarazioni che andavano addirittura oltreil contenuto del DdL approvato, come ad esem-pio il voler eliminare le intercettazioni per reaticome quello di corruzione, parole frettolosa-mente smentite dal Ministro Maroni.Senza entrare nello specifico della materia,quanto è vero quello che Berlusconi affermava e

continua a sostenere? Ovvero quanto gli italianivogliono e sentono il bisogno di questa legge?Non sembra che agli italiani interessi così forte-mente la limitazione di uno strumento d’indagi-ne che volente o nolente è di grande utilità. Gliitaliani sembrano esser presi da altri problemi,forse perché effettivamente i problemi delnostro paese sono altri e più immediati. Il pro-blema intercettazioni sembra essere il problemadi chi nel corso dei primi cento giorni di Governoha rimesso mano a una vecchia proposta dilegge volta a tutelare le più alte cariche delloStato con la sospensione dei procedimentipenali. Sarà che il “siamo tutti intercettati” èun’esagerazione. La magistratura ha sempreautorizzato l’uso di un tale strumento basando-si sui criteri stabiliti dalla legge. Sarà che ècomodo far passare un interesse di pochi, di unapiccola élites, per una necessità voluta ed addi-rittura applaudita.

Francesca Stincheddu

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Cogitanda

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E così, stanca di vivere ma tutta timorosa di morire, lanostra anima salpa per terribili naufragi.Come se il mondo ci crollasse addosso, come svegliarsidi colpo da un sogno, come se un retrogusto amaro cirimanesse in bocca…. e allora disillusi ci abbandonia-mo all’amarezza.Rose non colte del giardino della memoria le occasioniperse, i tentativi falliti, si presentano davanti a noicome insormontabili ostacoli, ricordi che vorremmocancellare ma costantemente presenti ogni volta cheapriamo gli occhi.Basta un attimo perché tutte le certezze, le sicurezzevengano spazzate via come da un colpo di vento, per-ché siamo stati preparati alla lotta con gli altri, ma noncon noi stessi. Viviamo ancorati alle nostre presunzionisenza sentire la necessità di un confronto, come selibertà, arbitrio avessero solo raggiunto il risultato difarci credere che il mondo ruoti intorno a noi stessi.Viviamo nella realtà dei contrasti, nel mondo delleapparenze dove l’immagine è solo lo specchio di ciò chein noi vedono gli altri, dove i pensieri più profondi, i piùsinceri desideri, invece di risuonare l’eco della speranza,tacciono in segreto. E mentre lascivi ci prostriamoinnanzi a tutto questo, consapevoli soltanto della nostraimpotenza, ci voltiamo indietro e vediamo le passateillusioni come in una bolla di sapone che sta chiusa in una goccia trascinata negliabissi della realtà. Così, rincorrendo ombre di sogni fuggenti, lasciamo che iltempo trascorra e che, con flussi e riflussi, come un farmaco guarisca le nostre feri-te.“Se sia più nobile sopportare le percosse e le ingiurie di una sorte atroce oppureprendere le armi contro un mare di guai e, combattendo, annientarle” . Dopo avervisto vacillare il momento della grandezza abbiamo smarrito la strada, perché nel-l’oceano immenso non c’è traccia di sentieri. Ma rivolgendo lo sguardo alla nostraciviltà, alla scienza, niente altro che risposte a tentativi falliti, possiamo sentirci ingrado di liberare la speranza, rimasta chiusa nel vaso di Pandora, sola, mentretutti i mali si diffondevano sulla terra.Travolti e sballottati riusciremo, allora, a far cambiare corso agli eventi, anche se lalegge della vita, spesso, assottiglia le speranze. Un tacito passo al buio ci è richie-sto: trovare in noi il coraggio perchè la ricerca d’armonia possa essere schermo allatristezza.Distesi sul filo dell’onda, lasciandosi trasportare verso l’azzurro profondo, rinasce-remo più forti…e sarà come sporgersi nel cielo da una rupe e fingere timore a chi non sa del ventoche ci ha cercato l’anima.

Rientrati troppo presto nella routine inver-nale, esclusi troppo presto dal paesaggioestivo vibrante di calore, l’autunno ci cogliecome impreparati a nuove e vecchie respon-sabilità, Cogitanda vi accoglie con un tematabù: il Fallimento. Condizione in cui nonsempre di fatto ci troviamo, ma che solo alpensiero di sbagliare (parola, momento,azione) ci avvolge in tutta la sua tetra pro-spettiva. Prospettiva di essere inutili, di spre-care del tempo (dietro a “facili entusiasmi eideologie alla moda” diceva, più di dieci annifa, Lucio Battisti), di essere importuni einopportuni, ansiosi di inserirsi in un discor-so senza trovare le parole per farlo, installaticontro la nostra volontà su di un podio ecostretti a fare un discorso convincente («Nesarebbe valsa la pena/ Se una, accomodan-dosi un cuscino o togliendosi uno scialle,/ Evolgendosi verso la finestra, dicesse:/ « Non

è per niente questo, Non è per niente questoche volevo dire. » ).Ma niente paura: «Ci sarà tempo per uccideree creare,/ E tempo per tutte le opere e i gior-ni delle mani/ Che sollevano e lasciano cade-

re una domanda sul tuo piatto; » . Qui Eliot si riferisce al piatto d’argento sul qualeSalomé si fece portare la testa di Giovanni Battista. Ma noi rintracciamo anche unaltro significato: nell’epoca elisabettiana andavano di moda quei buffi collettiarricciati di tulle bianco, tanto inamidati da far scomparire il collo e far sembrareche la testa fosse staccata dal corpo; vennero ben presto chiamati “Piatti diGiovanni Battista”. La domanda sul piatto, la testa servita su un piatto: formano ilconcetto di Aspettativa. Perché noi potremmo fallire solo quando siamo aspetta-ti, quando qualcuno si aspetta qualcosa da noi. E in tal modo, pretendendo, cidefinisce, ci descrive, ci giudica, ci corregge, ci interrompe; ma noi non siamo ilprincipe Amleto, né eravamo destinati ad esserlo.

Cogitanda vi dà il benvenuto su queste pagine. Cogitanda è uno spazio per riflet-tere, frammentario a volte come un flusso di coscienza, e perciò spesso non pro-prio rispettoso della punteggiatura e della logica. Proprio come il pensiero umano,senza veti e senza filtro, Cogitanda è il piatto su cui lasciamo cadere le nostredomande, e sperando di farvi cosa gradita, è questo piatto che vi offriamo.

Giulia Gianni & Elisabetta [email protected]

[…]No! lo non sono il Principe Amleto, né ero destinato ad esserlo;

Io sono un cortigiano, sono unoUtile forse a ingrossare un corteo, a dar l'avvio a una scena o due,

Ad avvisare il principe; uno strumento facile, di certo,Deferente, felice di mostrarsi utile,

Prudente, cauto, meticoloso;Pieno di nobili sentenze, ma un po' ottuso;

Talvolta, in verità, quasi ridicolo -E quasi, a volte, il Buffone.

[…]Ci siamo troppo attardati nelle camere del mareCon le figlie del mare incoronate d'alghe rosse e brune

Finché le voci umane ci svegliano, e anneghiamo.Thomas Stearns Eliot

La canzone d’amore di J.Alfred Prufrock

L’ultimo romanzo di Javier Cercas (già famoso per i“Soldati di Salamina”), “La velocità della Luce”,affronta con piglio sagace e originale numerosetematiche.Oltre alla tragedia della guerra e alle sue inquietan-ti ripercussioni sull’animo del sopravvissuto, l’operasi sofferma molto attentamente sul fragile equili-brio in cui gravita lo stato d’animo del artista, sospe-so tra la condizione del successo e quella del falli-mento.La riflessione viene a concretizzarsi in una discussio-ne che l’io narrante (alter ego dello stesso Cercas) davita assieme all’enigmatico collega universitarioRodney Falk, reduce del Vietnam, personaggio schi-vo ed eccentrico e vero e proprio fulcro sul quale siconcentrano le speranze e le disperazioni che lostesso protagonista riversa con spasmo lungo la tri-bolata narrazione.E’lo stesso Rodney, nell’atto di placare (o di rinfoco-lare) le ansie del protagonista su un suo futuro daartista, a parlare dello scrittore come di un mestiereingrato. “Farebbe lo scrittore chi non sarebbe capacedi fare altro e non tanto per l’angoscia e l’insoddisfa-zione che ti possono derivare da un fallimento,

quanto piuttosto a causa delle catastrofiche riper-cussioni che potrebbe comportare un successo”.Ma perché il crollo e la rovina dovrebbero abbattersisull’animo dell’artista proprio nel momento dellasua apoteosi e del riconoscimento universale qualevate incontrastato?“Forse nessuno è vaccinato contro il successo.Magari basta avere una certa resistenza al fallimen-to perché prima o poi il successo ti caschi addosso. Ea quel punto non hai più scampo. Finita. Kaputt.Guarda Scott, Hemingway: erano entrambi innamo-rati del successo ed esso li ha uccisi. Vi anelavanotanto che quando l’ottennero non si resero neppureconto che non avevano fatto altro che cercarlo, e orache ce l’avevano tra le mani non gli serviva più aniente e non potevano farci nulla se non lasciarsicorrompere. E infatti ne furono corrotti. Corrotti amorte.”.Ecco dunque la catastrofe del successo. Per l’artistaesso è il miraggio, il Graal verso cui tendere ogniproprio sforzo e colpo di genio.L’artista è ossessionato dal successo nel modo in cuiesso è la sua consacrazione, la certificazione dellasua grandezza e del suo elevarsi al di sopra degli

altri, della massa informe e insignificante che vive emuore senza che la storia si accorga di essa.Col successo l’artista è divo, fluttua in un limbo inde-finito ed inebriante sospeso a metà tra la divinità el’essere umano. Un semidio. Ma nel momento in cuisi rende conto di essere giunto fino a lì, esso si ricor-da di essere un uomo, uomo fino al midollo, insoddi-sfatto ed inorridito da quanto ha ottenuto al pari diquando scopre di non avere niente tra le mani. Anzi,si tratta di un niente peggiore. Il niente di chi sirende conto di aver desiderato per tutta la vita qual-cosa, di averla avuta e di non saper cosa fare di essa.E’ il niente di chi non riesce più ad ambire a nient’al-tro che non sia l’eterna quiete. Un niente mortale.Oscar Wilde scriveva: “Ci sono due tragedie nella vitadi un uomo: Una è non ottenere ciò che si desidera.L’altra è ottenerlo”. Insomma, difficilmente si muoreper aver fallito mentre è impossibile sopravviverecon dignità al nostro successo. Questo non lo dicevaneppure Wilde perché a spingersi troppo in fondoall’animo nostro si rischia di rimanere folgorati dallosconforto.

Alessandro Tonutti

Cosa c’èdipeggiorediun fallimento?UnsuccessoNel successo come nel fallimento la condanna dell’artista

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Rassegna “Fallimentare”? = Festival spettacolare !

il fallimento esistenziale come protagonista della 65a Mostra d'arte cinematografica di Venezia raccontatodal “fallimentare” Takeshi Kitano di Akires to Kame

Come ogni anno, il sottoscritto a Settembre, invece di studiare, se ne va tra i cine-fili a Venezia in occasione della mostra d'arte cinematografica e come al solitoriporta a casa un sacco di pensieri. Si vedono tanti film (una cinquantina in diecigiorni), ci si fa di essi un'idea reale, palpabile con mano; un'esperienza di vita; unsostegno per la mente... un vero viaggio nella cultura cinematografica contempo-ranea.Ma quest'anno la rassegna dei film in concorso per il Leone d'oro è stata davveroparticolare, una selezione straordinaria a cura di Marco Müller che però ha suscita-to anche parecchie polemiche tra la vecchia guardia (o meglio la trapassata avan-guardia) perchè forse, anche “troppo sperimentale”... per quanto mi riguarda,potrei soltanto dire a questi vecchi tromboni che è un problema loro.. il pubblicointelligente ha davvero apprezzato l'ennesima fatica mülleriana e si aspetta anco-ra molto per la prossima edizione.Seppur risulti particolare, se non addirittura bizzarra la selezione delle opere, que-st'anno è sembrato prevalere un filo conduttore tra queste: nella selezione “in con-corso”, come nelle varie rassegne “non in concorso”, abbiamo ritrovato il temadrammatico (anche se spesso trattato con ironia) del fallimento esistenziale: tra levarie degne di nota, vi è l'opera del maestro giapponese Takeshi Kitano Akires toKame, considerata l'episodio conclusivo della trilogia sulla “autodistruzione del-l'artista” che aveva avuto come primi episodi Takeshi's e Kantoku Banzai (di dub-bio interesse), e con il quale Kitano sembra essere tornato ai suoi alti livelli.Il film, suddiviso,in tre parti, è ambientato nel Giappone dell'immediato dopo-guerra, dove Machisu, figlio di un ricco imprenditore tessile famoso per il suomecenatismo, eredita dal padre la sua passione per l'arte e cresce viziato nel sognodi gloria artistica. Non è un bambino normale ed ha un carattere difficile insiemead evidenti problemi sociali: non è interessato dalla scuola, dai giochi o dagliamici; perché lui vuole solo rappresentare la sua realtà, dipingendo. Ciò però nondurerà molto, appena il padre verrà a mancare, si ritroverà solo, e dovrà misurarsicon la vera e dura realtà della vita. Questa doccia fredda però non sembra scalfirele sue ambizioni artistiche che continuerà a perseguire seppur in segreto. Dopol'orfanotrofio lavorerà presso una tipografia, per poi decidere di aprirsi al mondo,attraverso quell'unico mezzo a sua disposizione: l'arte, che finalmente mostrerà almondo l'anima di Machisu. E attraverso questa, il raggiungimento della fama diartista, ma non sarà facile, perché troverà davanti a sé l'onnipresente ostacolo diun gallerista che continuerà a sminuire i suoi lavori, poiché non al passo con itempi. Machisu allora vuole imparare e si iscrive all'accademia di belle arti, dove siunirà ad un gruppo di “sperimentatori” new age, dal vago gusto sushi-bohemien.Lì incontrerà Sachiko, che poi sposerà e dalla quale avrà anche una figlia, ma con-tinuando a fare della pittura la cosa più importante della sua vita.Arriva poi la fase matura: i figli crescono e i capelli imbiancano, ma il genio crea-tivo tarda ad arrivare. Oramai Machisu è mantenuto dalla moglie, non volendoabbandonare il sogno di artista al quale si dedica per giorni e notti. Non si puòsacrificare l'arte ! Per questo, anche Sachiko collabora ai suoi progetti, sacrificando

enormemente lasua vita. La viache ha intrapre-so, anche graziealla sua debolez-za di carattere, èdestinata a con-durlo sull'orlodella rovina. Èalienato rispettoalla vita realeche oramai haperso qualsiasivalenza. Lafamiglia è soloun superfluo

riferimento senzasignificato. Arriveràaddirittura a noncommuoversi davantial cadavere dellafiglia, per poi iniziaread impiastricciarlocon un rossetto:macabra bizzarria chefa si che la vita di unuomo con i suoi affet-ti si sacrifichi per unsogno mai raggiunto(diversi personaggi,seppur per causediverse,pagherannol'arte col prezzo dellavita... la stessa mortediventa spettacolariz-zata). Machisu è cosìpreso dalla sua pas-sione/ossessione, chefinisce quasi perdimenticarne loscopo, crea arte fine asé stessa e tutto vale, purché sia arte.Tecnicamente ottimo, con le sue meravigliose scenografie ed interpretazioni (tra lequali il Machisu maturo che viene interpretato da Kitano stesso), riesce finalmen-te a riportare Kitano ai passati alti livelli. In ciò sembra molto autocritico il maestrogiapponese che tende a sottolineare come il talento di un'artista non sia un flussocontinuo, ma venga continuamente alternato con periodi di stallo creativo.Inoltre lo spettatore rimane davvero colpito dall'andamento del film e dal coinvol-gimento altalenante:a toni spesso drammatici e toccanti, si passa a momentidivertenti (se non demenziali) o addirittura crudeli. Il tutto sotto una leggera pati-na di grottesco, ma sopratutto di poetico, come solo il maestro Kitano riuscirebbea fare. Bellissimo è anche il titolo Akires to Kame (Achille e la tartaruga), sublimeintuizione del maestro giapponese che spiega tutto in due battute. Kitano difattiusa il famoso paradosso di Zenone per spiegare il percorso intrapreso dal protago-nista nei confronti di un obiettivo sempre più vicino (trovare un proprio talento),ma mai raggiungibile, poiché per quanto sarà infinitesimale lo scarto tra Achille(artista) e la tartaruga (arte in divenire), sarà sempre maggiore di zero.Potremmo dire che Akires to kame sia una vera e propria opera autobiografica delregista/pittore Takeshi Kitano che usa il suo alter ego Machisu per spiegare quellache possa essere una crisi artistica (che il maestro dice di aver passato) e che peressere superata, deve essere affrontata dall'artista stesso senza alcuna direttiva.Così, l'unico modo di non tradire la propria arte è perseguire la propria creatività,senza necessariamente allinearsi alle richieste: è stata vana così la vita trascorsanell'attesa di un giudizio positivo da parte del gallerista, incarnazione contempo-ranea dell'arte nella sua essenza. Il gallerista gioca a fare Dio, proprio come un cri-tico cinematografico decide cosa sia o meno cinema. Diffidate di queste imposizio-ni e valutate sempre con i vostri occhi. Vedrete che a volte un vostro giudizio pese-rà per voi, molto di più del solito passivamente assimilato “ipse dixit”... se dovessi-mo dar retta a tutto ciò che si scrive sulla mostra del cinema di Venezia, bisogne-rebbe vedere solo 2 film per poi tornare in tenda a piangere.

RICCARDO MARIO [email protected]

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“FUORI DALMONDO”tocca gli argomentimeno dibattuti, quelli che la televisione, i giornali, la radio lasciano in un ango-lo, o di cui si dimenticano del tutto; cerca di far emergere l'altra faccia della realtà, quella più nascosta, nonmessa benea fuoco. Perchè non tutto è quello che vediamo e ascoltiamo o, quantomeno, come lo vediamo o ascoltiamo.

“Ekecheira” (tregua olimpica): con questo vocabolo gli antichi Greci indicavano ilperiodo di armistizio che accompagnava le Olimpiadi. Erano i tempi in cui un diver-so valore veniva attribuito allo sport e a questa manifestazione, ma anche allaguerra e ai diritti umani. Erano i tempi in cui, in occasione di tale evento, le variepoleis erano pronte a oltrepassare i propri interessi etnici, politici e commerciali ea ritrovarsi, almeno per un momento, come un unico popolo: quello Greco.Proprio come avviene oggi : da un lato si gareggia, dall’altro si combatte.“Boicottare le olimpiadi?”: un interrogativo che ricorre almeno dall’ inizio dell’

anno, una questione dibattutissima, un eterno oscillare sulla posizione da assume-re da parte dei vari leaders politici…e alla fine? I giochisi sono svolti, la partecipazione non è mancata, l’imma-gine della Cina ne è uscita più sicura, più potente, piùforte, insomma, un vero e proprio “trionfo di regime”.Forse perché l’idea di un boicottaggio serio dei giochi,un boicottaggio degno di tale nome (e non relegatosolo alla cerimonia di apertura della manifestazione)non è mai stata presa veramente in considerazione danessun Paese, purtroppo. Eppure sono passati solo ven-tott’ anni da quando i Governi Occidentali rifiutarono dipresenziare alle Olimpiadi a Mosca, e già non siamo piùin grado di ripetere un simile gesto, troppo forti gli inte-ressi economici che ci legano alla superpotenza Cinese.L’ America, che proprio in prima persona boicottò i giochi di Mosca, non avrebbepensato nemmeno per un attimo di colpire la Cina, che oggi avrebbe significatocolpire se stessa; e, difatti, Bush non solo ha presenziato alla cerimonia di apertu-ra delle Olimpiadi, ma addirittura si è trattenuto per i quattro giorni successivi. Lacosiddetta “Unione” Europea neanche stavolta è riuscita a prendere una decisioneunanime: da un lato il “sì” fresco fresco di Sarkozy appena prima dell’inizio dei gio-chi, quando inizialmente sembrava molto aperto alla possibilità di un ballottag-gio; dall’altro l’indecisione della Merkel, che se ha finito per non andare alle

Olimpiadi è solo perché non aveva mai messo in conto di andarci; ancora l’origina-lità british di Gordon Brown che non si è interessato all’apertura, ma (chissà per-ché!) non è mancato alla chiusura; per non parlare dello spirito olimpico diBerlusconi, secondo il quale “lo sport affratella” ma che, dopo una lunga serie ditira e molla, ha ben pensato di mandare Frattini in rappresentanza, come gesto(molto discutibile) di non totale approvazione di queste Olimpiadi. D’altronde eradifficile sperare in un qualche realistico successo di boicottaggio quando financheil Dalai Lama ha preferito la via del dialogo con la Cina. “Il boicottaggio colpisce ipiù deboli”: queste le parole del Nobel per la pace, che si è ben guardato dal chie-

dere ai governi Occidentali di bloccare le spedizioniolimpiche, limitandosi a sollecitare un’inchiesta inter-nazionale sulle stragi di Lhasa e del Sichuan. Ma pote-va mai la Cina, all’indomani di un massacro, essere ingrado di rispondere all’ invito al dialogo del DalaiLama?Sembrerebbe uno scenario già abbastanza deprimente,da potersi chiudere. No! Manca la ciliegina sulla torta, e(guarda caso) ce la mette proprio il nostro Paese: uninvito volto “in extremis” agli atleti italiani da parte diMeloni e Gasparri a boicottare la cerimonia di aperturadei giochi. Come Lucio Caracciolo ha scritto in un suorecente articolo, “noi Italiani abbiamo una vocazione

per la farsa” e spedire gli azzurri in Cina, accompagnati da stendardi, inni e fanfa-re, salvo poi virilmente invitarli al “gesto forte” di boicottare la cerimonia inaugu-rale, rientra esattamente in questa tradizione della farsa all’Italiana. “Che gli atle-ti facciano i politici”, conclude giustamente Caracciolo, “visto che i politici nonsanno cosa fare.

Clara della Valle

I G iochi O l impic i sono terminat i , quindi , ir i f lettor i s i sono spent i ed è cos ì che, tuttoa un tratto, del la Cina non si sente più par-lare : g iornal i e t v hanno acc antonato c iòche per due mesi è stato i l loro argomentodi punta e, come succede, nel la maggiorpar te dei c as i , i l pubbl ico s i è dimentic atodi tutto c iò che è acc aduto e di tutto quel-lo di c ui s i par lava ins ieme al le O l impiadi ;s e m b ra q u a s i c h e, i n s i e m e a l l a f i n e d e iG iochi , s iano terminat i anche gl i scontr i , lestragi e le cont inue e violente repress ionimesse a punto dal governo autor i tar io inc ar ic a . S ap piamo tutt i che non è cos ì e nonlo sarà ancora per molto.I l Tibet, infatt i , cont inua a soffr i re e i ldato più racc apr icc iante è che se pr ima deiG i o c h i ave va m o d e l l e s t i m e, s e p u r n o nmolto ver i t iere, r iguardant i le repress ionia t t u a t e , o g g i s e m b r a c h e n o n c i s i a n oneanche più quei numeri , che, per lomeno,c i davano l ’idea di quante persone, veniva-no ucc ise, tor turate o imprig ionate.Le n o t i z i e c h e c i g i u n g o n o, q u i n d i , n o n

par lano di un migl ioramento del la s i tua-z ione t ibetana, o di una diminuzione del lerepress ioni , e neanche di una tanto attesaaper tura al dia logo da par te del la Cina: iD i r i t t i umani cont inuano ad essere c alpe-stat i , le donne cont inuano ad essere vit t i -m e d i s t e r i l i z z a z i o n i e a b o r t i f o r z a t i , ibambini cont inuano a non avere un’ist ru-z ione adeguata, s i cont inua a non poterp ro f e s s a re i l B u d d h i s m o, e l e N a z i o n iUnite, soprattutto, cont inuano a condan-nare la Cina per “v io laz ioni dei fondamen-t a l i d i r i t t i u m a n i d e l p o p o l o t i b e t a n o”,inc luso i l propr io dir i t to di autodetermina-z ione, senza, però, un inter vento dec isoc h e f a c c i a re a l m e n t e t e r m i n a re q u e s t ogenocidio, che ha ormai raggiunt i i 45 annidi età.Q u i n d i , d u r a n t e i l p e r i o d o O l i m p i c o, l a

Cina ha indossato una grandiosa e magnif i -c a maschera, che ha quasi convinto l ’opi-nione pubbl ic a di tutto i l mondo, facendo-le credere che, a l la f ine, anche i l mostroc att ivo diventa buono. I l problema è chenon è cos ì : quel mostro ( industr ia le, eco-n o m i c o e p o l i t i c o ) n o n s i t r a s f o r m e r à :c o m e d i c e v o, a v e v a s o l o i n d o s s a t o u n amaschera ed è stato notevolmente bravo anon evidenziare la sua vera natura mal i-gna, nel per iodo in c ui tutt i seguivano conmolta attenzione ogni suo gesto; ora, però,terminato quel per iodo, i l mostro s i è l ibe-rato nuovamente di ogni f inz ione e di ognipar venza che poteva far intravedere unal u c e a l l ’o r i z z o n t e : t u t t o p ro s e g u e c o m ep r i m a , e , a n c h e s e è a b b a s t a n z a t r i s t eammetter lo, sembra che la nuova super-potenza s i s ia solo raf for zata di più.

Fabiana Nacci

Boicottare leOlimpiadi:laridicolareazionedelledemocrazieeuropee

La situazione tibetanadopo i Giochi olimpici:è cambiato davvero qualcosa?

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SPORCACCI(O)NAAdesso che è passato un po’ di tempo dalla loro con-clusione, le Olimpiadi di Pechino possono essere giu-dicate per quello che sono state per la Cina: un enor-me tappeto.Come le brave massaie, infatti, usano i grossi, colora-ti tappeti persiani del salotto buono per occultaremucchi di polvere e cacche di gatto, così la Cina haprovato (con successo discreto) a nascondere tutte lesue magagne sotto lo splendente vessillo dei cinquecerchi intrecciati.E ben venga che solo in questa edizione siano statitotalizzati più record mondiali di quanti ne sono statitotalizzati negli ultimi dieci anni. E ben venga che,guarda caso, dovunque potesse vincere una meda-glia, la Cina ha vinto.Ora, potrei pontificare per ore sui vari incresciosi epi-sodi che hanno mostrato quanto la Cina sia irrispetto-sa dei diritti umani e, contemporaneamente , quantosia intenzionata a “nascondere sotto il tappeto” tuttociò che può screditarla agli occhi del mondo.Ma preferirei affrontare argomenti più aridi: attivitàeconomica, sviluppo e via dicendo.E’ da ormai quasi un decennio che si parla dellastraordinaria impennata dell’economia cinese. Si èsottolineato che sarà proprio il Drago la vera grandepotenza del futuro, che il suo Prodotto interno lordoraddoppia nel giro di pochi mesi, che l’America fareb-

be bene a guardarla con timore.Sorge spontaneo domandarsi quale sia il prezzo diquesta straordinaria e rapida crescita, soprattutto intermini di impatto ambientale.E, poco prima che le olimpiadi cominciassero, il ChinaCouncil for International Cooperation on Environmentand Development , in collaborazione con il WWF, hacercato di dare risposte a questa domanda.I dati elaborati dalla commissione si riferiscono al2003, quindi bisogna presumere che oggi la situazio-ne sia anche peggiore .Uno dei problemi principali della Cina era e rimanel’ingente consumo energetico.La produzione di energia elettrica si basa quasi esclu-sivamente sui centrali a combustibili fossili, in parti-colare su centrali a carbone.

L’importazione cinese di carbone è tale che, metafori-camente, è come se la Cina avesse bisogno di altredue Cine : una per produrre carbone, l’altra per smal-tire i rifiuti e i fumi industriali. Di questo passo, si cal-cola che fra meno di vent’anni la Cina sarà il maggiorproduttore di gas serra al mondo, e uno dei maggioriinquinatori idrici.Se a tutto questo sommiamo che la Cina deve farfronte alle esigenze alimentari di un milione e mezzodi bocche, il disastro è servito. Ed è un disastro cheprima di ripercuotersi nel resto del mondo, colpiràproprio la Cina ed i suoi abitanti, che respirano l’ariacontaminata,bevono l’acqua inquinata, si nutronocon gli ortaggi che con quell’acqua sono irrigati.Proprio per questo, dopo aver letto il rapporto delWWF e soci, il governo cinese ha annunciato variemisure mirate a migliorare la situazione ambientale:allontanamento delle fabbriche dalle aree urbane,chiusura e progressiva conversione delle centrali acarbone, inasprimento delle normative sulle emissio-ni delle automobili. Ma finora, risultati zero.Solo quando la Cina si deciderà a collaborare con ilresto del mondo (non ha ancora firmato il protocollodi Kyoto) e ad adottare misure non di pura facciata,forse si potrà parlare di miglioramento.

G.V.

LaFacciascomodadiPechinoUn enorme muro si erge nel cuore della capitale cinese; sull’enorme muro è raf-figurato un simbolo,il simbolo dei giochi olimpici, i cinque cerchi incrociati emblema di unione e diarmonia fra cinque continenti; ma l’enorme muro non vuole unire, né esso por-terà armonia fra le parti della città che ha lo scopo di dividere: l’imponente

costruzione deve cancellare, nasconde-re agli occhi del mondo i quartieri mal-famati della città, la disperazione dellemigliaia di persone che vivono in con-dizioni di indicibile degrado.Quello che gli organizzatori volevano esperavano è successo: una Cina feno-menale nelle Olimpiadidel “recordismo” , poiché tutto ciò chesi è vistole Olimpiadi a Pechino come una” tra-gedia”,una “sfortuna” che non ha portato allaCina alcun beneficio ha avuto propor-

zioni gigantesche. Nonostante ciò, molti sono coloro che non hanno esitato neldefinire: ammonta a 200 miliardi di Rmb ( 20 miliardi di Euro) la spesa che ilgoverno di Hu Jintao (Presidente cinese) ha dovuto sostenere perla costruzione di questo enorme palcoscenico sul quale esibire la Cina come essovorrebbe che fossee non come realmente è. Si, perché Pechino 2008 non è stata solo l’olimpiadedelle formidabili pre-

stazione atletiche, ma anche la manifestazione delle piccole, grandi bugie: sce-nografie contraffatte,falsi fuochi di artificio realizzati al computer e trasmessi nelle televisioni di tuttoil mondo e,dulcis in fundo, la bimba che nella cerimonia di inaugurazione dei giochi ha sol-tanto mimato leparole della sua canzone patriottica, cantata in realtà da un’altra bambina giu-dicata non abbastanzatelegenica, non sufficientemente “ in linea con il sentimento nazionale.”E’ stato il trionfo dell’ostentazione, sovente la celebrazione dell’apparenza, mararamente la festadel popolo cinese, a cui spesso gli organizzatori hanno consigliato con insisten-za di restare acasa per non correre il rischio di “ essere coinvolti in problemi spiacevoli.”Su internet molti si lamentano delle tante, troppe costrizioni e AmnestyInternational denuncia: “sfratti forzati, arresti di attivisti e restrizioni ai danni deigiornalisti non dovranno caratterizzare un’altra Olimpiade”.( Kong RoseanneRije- vicedirettore del programma Asia-Pacifico di Amnesty international).Intanto, però, la Cina ha realizzato il suo traguardo: quello di mostrarsi a tutticome potenza su scala mondiale, organizzando i giochi più spettacolari e impo-nenti della storia, anche se questa operazione di immagine tanto è costata intermini di diritti umani, anche se la costruzione di questa illusione ha significa-to il tradimento dello slogan dello stesso Hu Jintao: “ mettere il popolo al primoposto.”

Flavia Romiti

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La redazione consigliaColdplay:

“Viva la Vida or Death and All HisFriends”

Senza dubbio uno dei dischi più attesi dell’anno. Senzadubbio la prova del fuoco per Chris Martin e soci, chedopo il lungo precedente tour sono stati a un passodallo scioglimento.“Viva la Vida or Death and All HisFriends”, uscita Giugno 2008, non delude le aspettativedei fans di vecchia data dei Coldplay e addiritturapotrebbe aggiungerne di nuovi. I riferimenti ai cari vec-chi Radiohead, dalle cui soluzioni i Coldplay presero lemosse, ci sono ancora, ma si sente anche e soprattuttola produzione di Brian Eno, che dona a “Viva la Vida” untocco che ricorda gli “U2”. Album assai piacevole che viterrà compagnia durante il rientro in città, ricordandovidelle ormai terminate vacanze.

C L A S S I F I C A 1 0 A L B U M

P I Ù V E N D U T I

1. Non ti scordar di me – Giusy Ferreri

2. Viva la vida or death and all his friends - Coldplay

3. All hope is gone - Slipknot

4. Forth - Verve

5. Secondo Tempo - Ligabue

6. Safari - Jovanotti

7. Evolution - Giovanni Allevi

8. Hard Candy - Madonna

9. Best of 1989-2000 -Biagio Antonacci

10. Il mondo che vorrei - Vasco Rossi

Bentornati e benvenuti sull’Ottava Nota del pen-tagramma!la nostra è la rubrica sopra le righe emai tra gli spazi, che si occupa delle ottave notemusicali, di quelle che in pochi conoscono e chein pochissimi amano. E’ uno spazio aperto alle

emozioni che solo la musica regala. Vi invitiamo acondividerle con noi, a sfidarle e raccontarle inqueste pagine. Dunque, suonatori, ascoltatori e

intenditori…accorrete numerosi!!!

Federica Ricca [email protected] Iovino [email protected]

Compraredischi:unattodiresistenza?Riflessionisemiseriediuninguaribilenostalgiconell’eradeldownloade

dell’IpodSiamo agli inizi del XXI° secolo. Il mercato discografico è sconvolto dal download sel-vaggio. Sulla faccia della terra, i cd erano scomparsi, e i negozi di dischi avevano l’a-spetto di desolati deserti. Tuttavia, gli appassionati di musica erano sopravvissuti.2008 A.D. : forse non esattamente uno scenario post-atomico alla “Ken IlGuerriero”, ma di sicuro il mondo della musica ha visto giorni migliori.E non ci sentiremmo nemmeno di negare che sia in atto un vero e proprio conflit-to, fatto di confini incerti, protagonisti inediti… e vittime costanti.Il sistema musicale, italiano e non, è evidentemente in crisi e alcuni dei suoi mag-giori protagonisti, colossi discografici in primis, sono rimasti al palo, incapaci diseguire le dinamiche di un mercato costantemente in evoluzione (“Tu non lo sai…ma sei già morto.”).Sull’altro fronte, quello degli utenti, si combatte una battaglia ben diversa: comenovelli Mercurio, su autostrade digitali dalle velocità sempre più vertiginose, siaffannano a cercare (e scaricare) la novità del momento così come il classicoimmortale, il tutto “aggratisse”.Ci piacerebbe invece suggerire una via diversa, magari un po’“datata”, ma che forseproprio per quello conserva ancora il suo fascino: continuare a comprare cd.Originali.Per carità, ben venga lo scaricare musica se usato a scopo“conoscitivo”(fondamen-talmente niente di diverso dalla cassettina che veniva girata dall’amico o dall’a-

scolto in nego-zio, cose che cis e n t i r e m m osempre di sup-portare), mal’acquisto delcd, soprattuttose riferito arealtà “minori”(e NON parlia-mo ovviamentedi qualità, anzi)continua, perfortuna o pur-

troppo, a essere la forma di rispetto disponibile nei confronti dell’artista e delle suecreazioni (perché, ribadirlo non fa mai male, la Musica è e resta Cultura, con la “C”maiuscola, anche se ai “piani alti” fanno di tutto per non accorgersene…)E se l’acquisto a scatola chiusa, lo ammettiamo, è una prerogativa ormai oggi esoprattutto del fan all’ultimo stadio, di chi vuole conservare la magia del primoascolto passato a rimirare copertina e libretto (ma anche qui, ricordiamo, parliamodi passioni…) in tempi moderni sempre più (e spesso ingiustificatamente) frene-tici, vorremo invitarvi, anche simbolicamente, a rallentare. Magari non sempre,certo. Forse per le occasioni che per voi sono più importanti.“Ma i cd costano troppo!”. Falso: tra acquisti online, oggi tappa semi-obbligata, ecostanti offerte nei negozi (e avere un proprio negozio di fiducia è una di quellecose che può cambiarvi la vita, musicalmente e non) è possibile acquistare a prez-zi anche più che vantaggiosi. Basta saper cercare e non accontentarsi.Insomma, alla fin fine si tratta di fare una scelta, di prendere posizione.E tu, da che parte stai?

Roberto [email protected]

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Ottava

nota-S

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Un nome metropolitano ed evocativo, “Le luci della centrale elettrica”, dietro il quale si cela un musicista con un animo cannibale da scrittore incompreso, VascoBrondi. Un disco pubblicato da poco, “Canzoni da spiaggia deturpata”, che ha provocato infatuazioni da parte di critici ed esponenti dell’”esercito del Sert”. L’unicomodo per conoscere questo artista, oltre che ascoltare il suo album bellissimo, è forse quello di leggere i suoi pseudo-racconti che sono flussi di coscienza vorticosi,inquietanti e stranamente familiari. Abbiamo quindi deciso di pubblicarne uno tratto dal suo blog per darvi un idea. Se non riuscite a tenere il filo, vi siete persi nelsuo labirinto. Obiettivo raggiunto.“(…)Le colonne sonore per disperderci. Gli apriscatole per i cuori e per le scarpe. Le pattuglie che rincorrono gli insetti notturni. Dove saremo relegati. Cosa avrai daregalarmi ancora. Da scongelare tutti i silenzi che ci circondano.(…) E distrattamente rimetto a te tutti i miei cazzo di debiti. E le mie medaglie olimpiche. E tutte lefrasi i giudizi i pareri i consigli le indiscrezioni. Che camminando da solo per Parigi pensavo alle mie prospettive e ai venditori di libri e di cianfrusaglie sul lungosen-na. E ho smesso subito di pensarci mi sono poi perso e ho preso una metropolitana a caso. Cos'è sta roba. Le citazioni che non ci metto le virgolette. parlare di tumo-ri alle feste che i concerti dovrebbero essere delle feste di merda mi sa. E di auto sulla statale di ritornare a lavorare. Lavori e ti tirano le pietre non lavori e ti tiranole pietre. E i meteorologi ci dicono di stare in casa. Di metterci il preservativo, la cintura di sicurezza, le macchine catalizzate, le prove di cieca ubbidienza come dicitu. E poi addormentandosi con il condizionatore che sembrava di essere degli alpinisti dispersi, invece eravamo dietro un palco in un camerino, che nome stupido tra

l'altro. E se ci telefoniamo non ci telefoniamo. E se non ci presentiamo ufficialmente è perché hai le mani occupa-te dai bicchieri di vino e dalle patatine fritte e poi per piacere ripetimi il tuo nome. Ripetimi quello che hai dettoche c'è la musica alta che non sento. Che è tutta l'estate che non capisco praticamente un cazzo di quello che midicono. Che c'è sempre la musica, la musica la musica, degli aborti e degli accordi. Finché non siamo diventati tuttiisole e tutti ignoranti. Non dal punto di vista delle nozioni, ma dell'entusiasmo per capire. era per capire se titoglievi gli occhiali quando mi vedevi. Se naufragheremo veramente nelle nostre scelte esagerate. Se le stellecomete come te. Se è la luna o una lampadina appesa storta al soffitto che sputa fuori una luce che la camera sem-bra ancora più in disordine e noi con le facce verdi gialle bianche grigie e blu. anche d'estate. E spargimenti di sol-dati. la nostra repubblica democratica fondata sui telespettatori. I telespettatori. I telespettatori. I telespettatori.I telespettatori. I telespettatori. E le manifestazioni in camera mia. I cortei nei corridoio della casa dei tuoi genito-ri. ma alla fine siamo rimasti da soli hai visto, le sere poi sono finite. resti lì a dormire sui letti, dei fiumi prosciu-gati. e di queste scelte esagerate e esasperate, bellissime”.

Angela Capoccetti

Le luci del la centrale elettr ica

IL NOSTRO AUTUNNO IN MUSICACome divertirsi sotto il cielo di Roma!

Come ogni anno, il calendario dei concerti romani si prospetta fittissimo di appun-tamenti. Per evitare che matricole e veterani Luiss perdano l’occasione di vederedal vivo il loro artista preferito, abbiamo pensato di proporvi qualche evento, spe-rando sia di vostro gradimento.Si comincia il 16 Ottobre con gli Wombats al Circolo degli Artisti. Per chi non liconosce, si tratta di un gruppo inglese (due dei tre componenti sono di Liverpool),che ha raggiunto il successo europeo da poco più di un anno, dopo essersi afferma-ti in Estremo Oriente. Se volete ascoltare un po’ di sano Indie rock, e non li avetegià ascoltati ad aprile al Circolo degli artisti, non vi resta che approfittare di questaseconda occasione.Il 18 Ottobre, invece, sarà la volta di Marina Rei, che si esibirà all’Auditorium Parcodella Musica.Gli amanti della musica rock e della chitarra, potranno riempire la Stazione Birra diVia Placanica, che il 22 Ottobre ospiterà l’esibizione di Paul Gilbert. Lo storico chi-tarrista statunitense presenterà il suo nuovo disco, dal titolo “Silence followed by adeafening roar”, uscito lo scorso aprile.Sarà invece il Palalottomatica dell’Eur a riempirsi delle note della Bandabardò il 25ottobre. Il gruppo, con ormai 15 anni di carriera alle spalle, presenterà al pubblicoromano il suo nono disco, uscito il 5 settembre, dal titolo “Ottavio”. Chi vuole bal-lare, e ama la musica di questi sette scalmanati fiorentini, non potrà mancare alloro concerto romano, che “chiuderà” l’ottobre musicale romano.Il mese di novembre darà il microfono ad uno dei principali artisti italiani, PaoloConte. Dal 18 al 23, infatti, il cantautore piemontese si esibirà al Teatro Sistina, percinque giornate in cui ripercorrerà i suoi 30 anni di musica.Degne di note sono, poi, due donne estremamente diverse che suoneranno aRoma il 24 e il 29 Novembre. La prima ad esibirsi sarà Yael Naim, la cantautrice

francese di origine israeliana, che presenterà il suo album omonimo all’AuditoriumParco della musica il 24. La seconda, invece, è Tracy Chapman, artista statunitensesulle scene musicali dal 1988 e nota per le bellissime Fast Car, Talkin about therevolution e Baby can I hold you. L’appuntamento con lei è il 29 novembreall’Auditorium della Conciliazione dove, siamo certi, saprà regalare una serata deli-cata e profonda, esattamente come la sua musica.

Federica [email protected]

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International-Settembre

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Dopo quasi vent’anni torna ad aleggiaresull’Europa il fantasma della guerra fredda. A surri-scaldare ulteriormente l’ormai trascorso agosto èstata la crisi caucasica tra Georgia e Russia che haperò coinvolto l’occidente intero. Prima dei fatti diagosto vanno ricordati quelli della fine degli anniOttanta quando a seguito della dissoluzionedell’URSS ,la carta geografica dell’Asia cambiòcompletamente la sua conformazione. Nacque adesempio la Georgia , bagnata ad ovest dal MarNero, confinante a nord con la Russia, a sud conTurchia e Armenia, ad ovest con l’Azerbaigian, lacui popolazione è poco meno di 5.000.000 abitantie il cui nome antichissimo deriva addirittura dalpersiano. Nel 1991 la Georgia diventa stato indi-pendente e ingloba nel suo territorio la regionedell’Ossezia del Sud, fino a quel momento autono-ma, mossa che la Russia non gradisce affatto e checrea un conflitto le cui conseguenze sono millemorti e più di cento mila profughi. Mosca appoggiaallora la separazione de facto dell’Abkhazia e acco-glie sotto la sua protezione l’Ossezia del Nord. Neiterritori dell’Ossezia del Sud continuano ad esiste-re movimenti indipendentisti e anche i sondaggiriportano che più del 95% della popolazione desi-dera il distacco dalla Georgia. Ad aggravare lasituazione già di per sé critica, è il colpo di stato diMikhail Saakashvili, attuale presidente dellaGeorgia, che ha accentuato lo spirito nazionalistico, ha provveduto ad un pesante riarmo e ha notevol-mente avvicinato la Georgia alla Nato, accrescendola preoccupazione russa. Nel 2005 U.S.A., Osce edUe approvano il piano di pace di Tibilisi respinto

però da Mosca.Il clima di crescente tensione culmina infine nellanotte tra il 7 e l’ 8 agosto scorsi quando Tibilisiattacca il capoluogo sud osseta, Tskhinvali. Ovvia larisposta del Cremlino in difesa della regione ribelle. Sicuramente la Georgia con la sua azione più pro-vocatoria che altro, non immaginava di scatenare atal punto le ire del presidente russo Medvedev edel premier Putin , che non decidono di cessare ilfuoco nonostante i tuonanti richiami dell’Europaintera e in modo particolare degli U.S.A. che, attra-verso la voce del Segretario di Stato CondoleezaRice, hanno più volte chiesto di << porre termineagli attacchi condotti in Georgia con aerei e missili,rispettare l’integrità del territorio georgiano e riti-rare le forze militari>> Neanche il nostro premier,Silvio Berlusconi , riesce a far cambiare idea all’a-

mico, il premier russo Vladimir Putin, con il qualeha una conversazione telefonica il 10 agosto in cuichiede di ritirare le truppe . Importante si rivelaessere l’azione diplomatica del presidente franceseSarkozy il quale riesce a far firmare al presidenteMedvedev il 12 Agosto un accordo di pace che pre-vede il non ricorso alla forza, la cessazione imme-diata di tutte le ostilità, il libero accesso agli aiutiumanitari,il ritorno delle forze armate georgianealle postazioni permanenti, il ritiro delle forzerusse alle posizioni precedenti il conflitto,l’inizio diun dibattito internazionale sul futuro dell’Abkhazia e dell’Ossezia del Sud e dei mezzi pergarantirne stabilità e sicurezza. L’accordo sembraperò non trovare attuazione nell’immediato . Il 29Agosto la Russia testa un missile , il Topol Rs-12M,che riesce a perforare lo scudo spaziale americano.Si riaprono le polemiche e gran parte degli statieuropei si schiera a favore della Georgia. AnchePaesi come la Germania diventano favorevoli adun eventuale ingresso dello stato sud caucasiconell’Unione Europea. A seguito di un nuovo e piùdeciso intervento diplomatico dell’Europa la situa-zione sembra essersi momentaneamente tranquil-lizzata, l’esercito russo ha già abbandonato il terri-torio di Tibilisi ed entro la fine di ottobre dovrebbelasciare del tutto il suolo georgiano. Rimane anco-ra irrisolta la questione dell’indipendenza diAbkhazia ed Ossezia del Sud , attualmente autono-me e riconosciute dalla Russia, le quali chiedono agran voce il riconoscimento internazionale.

Mariastella Ruvolo

I N T ERNAT I ONA L …

…El e z i o n i Ame r i c a n e 2 0 0 8…

….Con f l i t t o i n G e o r g i a…

…La F r an c i a e l a P r e s i d e n z a d e l l ’ U E…

…Cr i s i d e i Me r c a t i I n t e r n a z i o n a l i…

…Put i n e l ’ E n e r g i a Ru s s a…

…Med i o O r i e n t e…

…Mode r n i z z a z i o n e Cubana…

…Mi s s i o n i N a t o e Onu…

…C ina e Nuov i O r i z z o n t i i n O r i e n t e…

…D i r i t t i Uman i . . .

……Sc i e n z a ed E c o l o g i a P l a n e t a r i a…

…UNA V I S I ON E D E L MONDO A 360 ° !

A nd r e a Amb ro s i n oA m b r o s i n o 8 4 @ g m a i l . c o m

L ag u e r r a

d e im o n d i

Ossezia e Abkhazia tornano a divedere oriente ed occidente

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A meno di sessanta giorni dal voto, leelezioni per la presidenza degli StatiUniti infatti si terranno il 4 novembre, ilGrand Old Party sembra aver ritrovatovigore, andando decisamente contro leaspettative dei più.In questa battaglia a suon di conven-tion, delegati e vice McCain e il suo staffsi sono fatti furbi. Infatti in uno scena-rio come quello di questa campagnaelettorale, decisamente fuori daglischemi tradizionali, conta sì l’abilitàoratoria ma non solo. Contasse soloquella di certo non ci si spiegherebbecome mai il vecchio soldato ed il friz-zante senatore nero siano quasiappaiati nei sondaggi con tre ( dati delGallup Poll Daily Tracking) o quattropunti ( dati di Zogby) a vantaggio delveterano del Vietnam, né come maimentre Obama è appoggiato dall’ 81%degli elettori democratici inveceMcCain sia appoggiato dall’89% deglielettori repubblicani e faccia presa sul15% di quegli elettori democraticiancora incerti.In effetti, quasi a compensare la mono-tonia dei suoi discorsi tutti incentratisulla patria, sulle torture subite nelleprigioni di Hanoi, sulla sicurezza e sullacertezza della vittoria in Iraq, McCainha aperto la sua campagna a tematicheprese palesemente in prestito dal suoavversario come appunto il bisogno dicambiamento e di novità ( ha ripetutoin continuazione la parola “ change”tanto cara al senatore dell’Illinois),sicuramente anche per scacciare il fan-tasma di Bush che ha continuato adaleggiare su di lui nel corso dell’interacampagna, anche se sarebbe da cancel-lare anche quell’orrendo finale dellaconvention, “very american” con tanto

di palloncini e stelle filanti rossi e blu. Evisto che parole come “cambiamento”dette da un uomo che siede da ben 25anni in senato stonavano un tantino,dico un tantino, ha fatto ricorso al suoasso nella manica. E incredibilmente lamossa sembra essergli riuscita se guar-diamo ai suddetti sondaggi. E qualepoteva essere la sua carta vincente,oltre al giochino di portare sul palco l’exdemocratico Lieberman che lo hadescritto come “the original Maverick”?Se Obama e i suoi strateghi hanno tira-to fuori Joe Biden McCain ha tirato fuoridall’Alaska Sarah Palin, che in men chenon si dica ha innalzato a dismisura lavisibilità mediatica della stessa conven-tion prima offuscata dall’uraganoGustav. Purtroppo non c’è niente dafare, niente colpisce la mente di unelettore americano quanto storie di vitavissuta della middle class. E la Palin,“pitbull con il rossetto”e “hockey mom”,con la figlia diciassettenne incinta, ilfiglio down e la carica di governatricedell’ Alaska nonostante 5 pargoli a cari-co, ci sguazza in questa morbosa atten-zione dell’elettorato alla vita privata deicandidati e al melodramma. E così,superato l’ostacolo dello scarso entu-siasmo suscitato dal suo discorso,McCain esce incoronato dallaConvention conclusasi il 4 Settembre eavanza verso la Casa Bianca dopo averspazzato via i 6 punti percentuali divantaggio di cui Obama disponevaall’indomani dell’altra convention eaver ancora ribadito che è lui, l’uomocon le cicatrici, ciò di cui l’America habisogno. Fatto sta che la situazioneresta aperta e probabilmente resteràcosì fino alla fine, con i due candidatiintenti a battagliare per conquistare lafiducia del popolo americano sballotta-to da una parte e dall’altra, immersofino alla gola in un’ insicurezza le cuiragioni vanno dalla crisi del settoreimmobiliare, al collasso dei subprime,al costo eccessivo della benzina, non acaso cavallo di battaglia elettorale delvecchio soldato.

Caterina [email protected]

Un grande show, lungo quattro gior-ni(dal 25 al 28 agosto), si è tenuto aDenver, capitale del Colorado,presso ilPepsi Center, per designare ufficial-mente il candidato che rappresenteràil partito democratico alle elezioniamericane del prossimo 4 novembre.L’ultima notte della teatraleConvention democratica Barak Obamaha fatto due discorsi.Nel primo, il candidato alla CasaBianca, ha sottolineato l’importanzadella classe media americana, descri-vendo le “politiche fallimentari” degliultimi otto anni, di cui le famiglie chehanno perso la casa nella crisi deimutui,l’ aumento di chi non ha l' assi-curazione sanitaria, la difficoltà difinanziarsi gli studi sono testimonian-za concreta.Nel secondo,composto da un susse-guirsi di suggestive immagini, venivaripercorsa la storia americana degliultimi 45 anni."America, siamo migliori di questiultimi otto anni. Siamo un Paesemigliore di così", ha esordito il primocandidato afroamericano alla presi-denza degli USA, ricordando il 28 ago-sto del 1963 quando Martin LutherKing pronunciò il discorso: “I Have aDream”, sigillando in quattro sempliciparole la speranza di un sogno ameri-cano, incarnatosi oggi in BarackHussein Obama Jr., nato a Honolulu il4 agosto 1961; candidato democrati-co che ha battuto a sorpresa, dopo unlungo testa a testa, l'ex first lady esenatrice dello stato di New YorkHillary Clinton.Ed è proprio in occasione della campa-gna elettorale di Bill Clinton, marito diHillary e presidente degli Stati Unitidal 1993 al 2001,che nel 1992 BarakObama entra in politica, portando aClinton circa 100.000 voti.Personaggio abbastanza conosciuto aChicago, dove lavorando in uno studiolegale si era occupato di diritti civili,nel 1993, Obama, favorìsce l'elezioneal Senato di Carol Moseley Braunprima donna afro-americana a diven-tare senatrice.Dieci anni dopo il Time lo dichiara unodei "100 personaggi più influenti delmondo," e un articolo dell'ottobre2005 della rivista britannica NewStatesman nomina Obama come unodei "10 personaggi che possono cam-biare il mondo.

Il cambiamento è, in effetti, la parolachiave della campagna elettorale diObama (“Change we can believe in”uno dei suoi motti più famosi).Il cambiamento dopo otto anni di pre-sidenza Bush, dopo anni di politichefiscali che, citando le parole del candi-dato democratico, “hanno favoritosolo l' un per cento più ricco dellapopolazione e le grandi multinaziona-li che in questi anni hanno portato illavoro fuori dall' America».Il programma politico presentato daObama è chiaro e dettagliato; prevedeun aumento del reddito delle famiglieattraverso tagli fiscali per la classemedia e per la maggioranza dei con-tribuenti, investimenti sull' istruzione,un piano per permettere agli studentidi non indebitarsi, l' assistenza sanita-ria universale, il ritiro in tempi ragio-nevoli delle truppe dall' Iraq e la bat-taglia contro Al Qaeda.“Per salvare il Paese e ricostruire ilsogno e la speranza bisogna sape-re”,ha continuato,“che John McCainsarebbe l' esatta prosecuzione delgoverno precedente.”In occasione della Covention di Denveril giovane senatore dell' Illinois havoluto mostrare al mondo come ècambiato il suo Paese e non ha nasco-sto l' ambizione e l' orgoglio di incar-nare il punto di arrivo del sogno diMartin Luther King che sperava «inuna terra dove non si è giudicati per ilcolore della pelle ma per quello che sivale». Speriamo, quindi, sia giuntofinalmente il giorno, profetizzato il 28agosto del 1963 in cui “tutti i figli diDio, neri e bianchi, ebrei e gentili, cat-tolici e protestanti, sapranno unire lemani e cantare con le parole del vec-chio spiritual: "Liberi finalmente, libe-ri finalmente; grazie Dio Onnipotente,siamo liberi finalmente".

Cecilia Di Mario

McCain e la sua convention dei miracoli

VOLANDO VERSO WASHINGTON

Barak Obama verso la Casa Bianca:una speranza di cambiamento

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Scrivendo…di TeatroIl Teatro è “la comunione d’un pubblico con uno spettacolo vivente” (SilvioD’Amico), è l’espressione di emozioni attraverso movimenti e parole su di un palco-scenico, il racconto del mutamento della nostra vita davanti ai nostri occhi seduti suuna rossa platea… come non amarlo?!! E come non poterne parlare in un giorna-le?In questa rubrica si vuole semplicemente divulgare, e magari far interessare anchecoloro che non hanno spesso varcato la soglia di un teatro, l’arte rappresentativa nei

sui vari aspetti, nella gioia di vivere e nel dolore dell’ esistenza manifestata attra-verso gesti e parole.. e noi cerchiamo solo di partecipare attraverso la carta stam-pata di ciò che avviene sul ed intorno al palco, a 360°!!!E chiunque può farlo, perché infondo se “Il teatro è un modo per far uscire tuttoquello che c’è nell’animo umano”(C.Giuffrè), non è forse esso pur sempre una partedi noi e del nostro modo di comunicare e di vivere? e come non poterlo esprimereanche con la scrittura?!

Federica Pierotti

Alla scoperta di avanguardie esperimentazioni nei teatri diRomaL’estrema eterogeneità dei generi proposti è una trale più affascinanti peculiarità del panorama teatralecapitolino. Così, tra i teatri storici come l’Argentina, ilValle ed il Quirino, che privilegiano la prosa di stampoclassico, e quelli divenuti simbolo di un ben definitogenere, come il Sistina, assurto a bandiera del musi-cal,si scoprono numerosi teatri privati, sperimentali ed’avanguardia che prediligono i giovani artisti e l’ori-ginalità della messa in scena dando vita ad iniziativespesso stimolanti e di qualità.L’opinione generale circa i teatri sperimentali èalquanto confusa, toccando i vertici antitetici di chi viriscontra un teatro volto ad esigue élite intellettuali echi invece identifica nell’essenzialità delle scene e deicostumi, spesso presente in questo genere,un’arteprosaica e popolare.Sicuramente le sperimentazioni e le avanguardie tea-trali nel loro protendersi verso nuove forme espressi-ve stanno subendo in misura maggiore che non igrandi teatri classici l’abbandono del pubblico, rele-gandosi sempre più in teatri di nicchia; ciò ha portatonegli ultimi vent’anni alla chiusura di molti,speciequelli i cui fondi si limitavano a sovvenzioni private,come il Teatro degli Artisti.Ma ad oggi un barlume di speranza si profila grazie

all’interessamento dell’Assessorato alla Cultura delComune di Roma, che ha dato il via negli anni recentiall’apertura di nuovi centri sperimentali, ad esempioil Teatro Arvalia ed il Teatro il Vascello, che fanno dellacontinua ricerca espressiva la loro essenza.Sono inoltre sorte iniziative quali“Teatri di vetro”, verafiera del teatro indipendente che dal 2006 si dislocatra gli spazi urbani della Garbatella durante la prima-vera romana.Ci sono però anche piccoli teatri che hanno resistitonegli anni, contribuendo all’evoluzione della storiadel teatro della capitale, come il Teatro dell’Orologio,una delle“cantine teatrali romane”, spazio unico nelsuo genere,con quattro sale presentanti ognunaun’offerta teatrale piuttosto differenziata. Sorto dal-l’occupazione dei sotterranei dell’Oratorio borromi-niano dei Filippini, da quasi trent’anni il Teatrodell’Orologio porta in scena nel cuore di Roma prosaclassica accanto a rivisitazioni sperimentali e opere dipuro metateatro,come“Caffè del Signor Proust”,ormai un piccolo classico della stagione teatraleromana.In un’era di continui mutamenti sociali e di valori, disentimenti e pensieri sempre più incomunicabili, diisolamento interiore,in cui talvolta sembra la capaci-

tà espressiva del teatro aver esaurito la spinta, l’inces-sante ricerca e sperimentazione di linguaggi vocali,fisici e visivi riveste un ruolo centrale, rendendo spet-tatori e attori vivi nella condivisione di un’emozionenuova, mai provata prima.L’unico male che sta portando allo spegnersi progres-sivo di questa verve creativa è il disertare degli spet-tatori, e per far fronte a ciò esiste un solo rimedio:esserci!

Chiara [email protected]

A TEATRO!Anche quest’anno nella programmazione dei teatri romani, ce n’è davvero per tuttii gusti!!Si comincia dall’Ambra Jovinelli, il famoso teatro diretto da Serena Dandini. Per

questa stagione il cartellone prevede spettacoli di “teatro civile” come“Promemoria” di Marco Travaglio (dal 26/01/2009 al 01/02/2009) “Gomorra” diSaviano ( dal 03/02/2009 al 08/02/2009), “Aldo Moro” di Augias (dal 10/02/2009al 15/02/2009), e un nuovo spettacolo di Sabina Guzzanti, (secondo “LaRepubblica” dovrebbe chiamarsi “Paletti”), che porterà in scena la sua campagnadi Outing civile. Questi spettacoli si alterneranno ad altri più leggeri, come ilFrankenstein di Elio, cantante rock demenziale degli Elio e le Storie Tese, dall’11 al

23 novembre 2008 e duespettacoli di VincenzoCerami.Il teatro Eliseo, invece,presenta un cartellonepiù “tradizionale”, con lesplendide ed importantiopere di autori comePirandello, Shakespeare,

Chekov e Beckett, interpretati da alcuni degli attori più abili in Italia. Primo di que-sti spettacoli è “Il piacere dell’Onestà” dal 2 al 14 dicembre 2008.Il teatro Argentina, dal 9 al ottobre al 16 novembre, alserà il sipario con la compa-gnia di Luca de Filippo che presenterà “Filumena Marturano”, la famosa opera diEduardo che vede, per la prima volta nel suo teatro, la donna come protagonistaassoluta. Le commedie di Eduardo saranno rappresentate anche in altri teatriromani: dal 12 al 15 dicembre 2008“Questi fantasmi”al teatro Prati, e“ditegli sem-pre di si” al Quirino, in marzo.Un’iniziativa originale è quella del “piccolo Eliseo”: “GADDA VS GENET (il giovanecriminale ed altre storie di galera)”, portato in scena dalla compagnia “teatro libe-ro di Rebibbia”, composto da ex detenuti. Incarcerati prima del 2001, quando ilbottino delle rapine si contava in lire e ancora non si parlava Bin Laden, questi exdetenuti oggi cercano di comprendere il mondo dell’euro, del terrore globale e leparole d’ordine della nuova paura sociale: “tolleranza zero”, “ronde per la sicurez-za”, “certezza della pena”. Dal 9 al 12 dicembre 2008.

Chiara [email protected]

Sguardo sui teatri romani per la prossima stagione teatrale

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Il rientro dalle vacanze estive non è cosa facile. Per nessuno. Può davverol’arte riuscire a placare il ricordo degli aperitivi sulla sabbia e delle not-tate in discoteca? Diciamolo francamente: no che non può. Ma si prestabene a quella funzione di yoga rilassante che allevia il triste ritorno allarealtà e al caos della vita universitaria. E, se la sessione autunnale offu-sca l’orizzonte di un sereno settembre, meglio progettare le nuove vacan-ze. Una meta che senz’altro vi coglierà di sorpresa è Linz, Capitale euro-pea della cultura 2009. No, non avete sbagliato rubrica. Spesso si associa-no le città ai monumenti e molte volte le si ricorda solo per la presenza diquesto edificio o di quel museo. Dunque sgranate gli occhi e fateci unpensierino perché rappresenta quanto di più lontano sta dai classicicanoni estetici. La campagna pubblicitaria la dice lunga sul mix tecnolo-gico creativo degli artisti austriaci, orgogliosi eredi del Bauhas: nienteimmagini da cartolina illustrata con panorami sul Danubio o scorci suimonumenti storici; semplicemente due pance nude, ipoteticamentemaschile quella pelosa. Forma quasi identica e tondeggiante in omaggioa una paritetica geometria dei sessi. Hanno colpito letteralmente al ven-tre i pubblicitari chiamati a dare un’interpretazione visiva a questa ambi-ta assegnazione di merito. Semmai ci hanno messo un pizzico intriganteumorismo: da capitale europea a ombelico del mondo. Tradotta poi allalettera la metafora dà da pensare che il 2009 di Linz miri a stuzzicare leparti più “erogene” della creatività.La nomina premia una ricca città industriale austriaca di antiche origini,con oltre 200mila abitanti. Ricca anche di storia, di centri di cultura, diistituzioni artistiche e di numerosi appuntamenti spettacolari cheannualmente coinvolgono tutte le arti. Fra le strutture dedicate al con-

temporaneo, spicca il bellissimo Lentos, museo e kunsthalle insieme.Posizionato sulla riva destra del Danubio, è un monumentale e compattoparallelepipedo, noto soprattutto per avere una epidermide di vetro chenell’oscurità cambia continuamente colore. Fin da subito si è trasformatoin un vitalissimo Beaubourg, per così dire..Ora l’attesa si concentra sul nuovo Ars Electronica Center, posizionatoquasi dirimpetto al Lentos, e funzionale all’allestimento dell’annuale ArsElectronica Festival. Nato nel 1979, quest’evento è, nel suo genere, unclassico al massimo livello. Per giunta, il festival ingloba un altro tradi-zionale evento chiamato Klangwolken (Nuvole sonore) che, dal tramontoall’alba, trasforma tutta la città in una travolgente sarabanda densa diluci e colori; una città, dunque, che riguardo all’arte elettronica è real-mente e in permanenza l’ombelico del mondo.

Bridget

Questo attualmente accoglie i visitatori delle splen-dide sale del Quirinale: un viaggio che ha inizio neiprimissimi anni dell’’800, momento artistico di feli-ce convivenza della trascendentale, ineffabile perfe-zione della scultura del Canova con la pittura diAppiani, Camuccini, Bonomi e tanti altri illustriinterpreti delle vicende politiche e militari dellaRestaurazione italiana. Ma alle glorie immortali dicondottieri e sovrani è destinato a succedere il sub-lime irrefrenabile del Romanticismo, movimentoculturale teso ad esorbitare da qualsiasi canone pre-determinato e che nella pittura di Hayez trova il pro-prio migliore strumento d’indagine nelle voraginidelle passioni umane. Per quanto infatti gli anni in

questione siano costellati di eccelsigeni pittorici a parer mio è assoluta-mente impensabile, per chiunque,fare acquiescenza dinnanzi alla bel-lezza estrema dei capolavori di que-sto artista. Chi non ha sentito il corpopervaso da un misterioso fremito difronte all’intramontabile, fugaceeppur violenta delicatezza (mi si per-doni l’ossimoro) de “Il bacio”, odavanti allo sguardo glaciale e voliti-vo della donna tradita che meditavendetta ne “Le veneziane”? Unmondo,quello di Hayez, che, in perfetta armonia conl’ideale romantico, nobilita le passioni trasfiguran-dole nella teatralità del sapiente cromatismo, dellabellezza ricercata delle movenze, della perfettaluminosità. Ma è anche un mondo caduco, pronto alasciare spazio, nella seconda metà del secolo, atemi nuovamente pregni di attualità storica. È iltempo del realismo di Silvestro Lega, di EmilioLongoni, ma anche di nuove scuole pittoriche, comequella dei macchiaioli, che rivoluzionano le linee del

disegno superando le barriere formali e cromatichee rappresentando in una nuova luce scene di quoti-dianità del lavoro contadino. Un secolo ricco diespressioni artistiche tra le più disparate ma che,anche nella propria forte diversità, non fanno altroche accompagnare fedelmente l’uomo in ogni suoregresso o evoluzione, offrendogli sempre un rifu-gio, nella propria utopica bellezza, da una sempretroppo amara realtà.

Tiziana Ventrella

Agli esordi di un nuovo anno della rubrica Artificio si prospettacome sempre un nuovo percorso, fatto di lavoro di un gruppo,entusiasmo, riflessioni ed approfondimenti. L’invito è rivolto atutti gli amanti degli innumerevoli volti dell’Arte. “L'arte: lagrande creatrice della possibilità di vivere, la grande seduttricedella vita, il grande stimolante per vivere”, Friedrich Nietzsche.L’arte è libera, un concetto che guarda a formule sempre nuove,che genera risposte estremamente individuali; l'arte è stretta-mente connessa alle emozioni, per cui le espressioni artistichesono tutte indistintamente destinate ad essere interpretate edelaborate intimamente, soggettivamente. Mostre, musei, even-ti, professionisti affermati od esordienti, dalla tradizionale artefigurativa fino a quella multimediale, passando naturalmenteattraverso fotografia, fumetto e tutto quant’altro possa, nelvariegato mondo dell’arte, attirare la nostra curiosità. La nostrarubrica ha l’ambizione di ospitare tutto questo: vuole essere unospazio, per tutti gli studenti della nostra Università, in cui tenervivo l’interesse per tutto ciò che il mondo artistico può significa-re.

Mariafrancesca Tarantino

I l Q u i r i n a l e p r e s e n t a :“ D a C a n o v a a l I V S t a t o ”Viaggio tra gli abissi e gli apogei della vita umana

Vacanza che vai, Linz che trovi

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Artificio

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Non si può andare a Berlino e non visitare l’i-sola dei musei. Questo straordinario com-plesso museale ospita collezioni ed espo-sizioni di notevole valore non solo pretta-mente artistico, ma anche storico edarcheologico. Si può ben comprendere,dunque, come quelli situati su quest’isoladella Sprea, al centro di Berlino, siano trai più importanti musei della Germania edel mondo.Di sicuro interessantissimo è il PergamonMuseum, dove si può ripercorrere la storiadella civiltà del Mediterraneo rimanendoaffascinati dalle innumerevoli raccolte direperti dell’antichità e quasi attonitidinanzi alla maestosità delle ricostruzionidell’altare di Pergamo e della porta delmercato di Mileto.Lo spettacolo offerto dal Pergamon non si conclude, però, con la narrazionevisiva ed artistica della storia greca, romana ed ellenistica: la parte dedicataall’Asia anteriore custodisce tesori preziosi per l’intera umanità. È proprio quiche in questi giorni e fino al 5 ottobre è possibile riscoprire verità e leggendesulla civiltà babilonese, partecipe e protagonista di quel più ampio mosaico cheè la civiltà mediterranea.Babylon. Myth and Truth è il nome dell’esposizione che esprime il tentativo diconciliare e allo stesso tempo confrontare le due anime di Babilonia, quella sto-rica di splendore imperiale e quella mitica fatta di perdizione e male. La mostraè, infatti, divisa in due sezioni, verità e mito. La prima si apre con i colori e l’im-

ponenza della celebre Porta di Ishtar; da quisi è scortati dalle effigie degli dèi protettori

della città lungo la strada processionale,che conduce alle varie sale che racchiu-dono resti, ritrovamenti e testimonianzedi Babilonia e del suo tempo. La scrittu-ra, il diritto, la tecnologia, la sapienzaastrologica dei babilonesi: la primaparte dell’esposizione permette di com-prendere quanto Babilonia abbia contri-buito allo sviluppo dell’occidente stesso.La seconda sezione esamina il mito diBabilonia attraverso lavori di artisti con-temporanei e non, interpretando il ruoloche la metafora di Babilonia, simbolodella lascivia, ha avuto sul pensieroebraico - cristiano e sul modo di pensaredell’uomo occidentale.

I temi principali della seconda parte della mostra sono quelli relativi alle vicen-de di Nabucodonosor e Semiramide - la megalomania e la lussuria- e all’ episo-dio della Torre di Babele, della confusione delle lingue e della rovina della città.Singolari installazioni visive e sonore sono il mezzo per narrare non la veritàstorica di Babilonia, ma quella verità che si cela dietro al mito. Le grandi civiltà,soprattutto quella della globalizzazione, hanno bisogno del mito della potentee cosmopolita Babele per comprendere realmente se stesse e la propria natura.

Nicola Del Medico

Babylon. Myth and TruthScoprire Babilonia nel cuore di Berlino

UNA BALLATA DEL MARE SALATOHugo Pratt e il suo Corto Maltese

Hugo Pratt è stato uno dei piùimpor tanti autori del fumettoitaliano e internazionale. Nato aRimini nel 1927 trascorse la suavita soprattutto all ’estero e fon-damentale per la sua carriera dafumettista fu specialmente il suosoggiorno in Argentina.. Tuttaviafu profondamente legato allamagica città di Venezia in cui haambientato alcune delle sue sto-rie più belle. Ha disegnato escritto un vasto numero di storieraggiungendo un gran successo,r i facendosi un po’ ai grandiromanzi d’avventura come quellidi Dumas, di Melville, di Lewis.Tornato in Italia, nel 1967 realiz-zò “Una Ballata del Mare Salato”,una delle sue opere più belle eimportanti in cui fa il suo esordioil personaggio che lo ha consa-crato a l ivel lo internazionale,

ovvero Corto Maltese.“Una ballata del mare salato” èuna storia di pirati ambientatanelle isole del Pacifico agli inizidella prima guerra mondiale erappresenta il primo racconto delciclo di Corto Maltese, la cui seriesi compone di 29 storie.Orecchino d’oro all ’orecchio sini-stro, divisa da capitano e berret-to, Corto Maltese è un marinaio,un personaggio complesso e pro-fondo dotato di grande carisma.È’ un eroe d’altri tempi, disilluso,senza paura, libero da tutto e datutti, fatalista verso il pericolo esempre in viaggio per i l mareguidato dal caso alla ricerca diavventure. Lungo i suoi viaggi fanumerosi incontri con tanti per-sonaggi dalla for te personalitàripercorrendo vari periodi storicidalla prima guerra mondiale alla

guerra di Spagna.Con “Una ballata del mare salato”si passa a un fumetto innovativoin cui si narrano temi complessi eprofondi e grazie a Hugo Pratt ilmondo della cultura ha comincia-to a cambiare atteggiamento neiconfronti del fumetto; ci si è resi

conto che anche la striscia puòessere considerata una formad'arte. Umberto Eco ha afferma-to: "Quando ho voglia di rilassar-mi leggo un saggio di Engels, seinvece desidero impegnarmileggo Corto Maltese."Pratt morì in Svizzera nel 1995ma le sue storie vivranno persempre, perché le avventure diCorto Maltese hanno appassiona-to generazioni di lettori e tuttorariscuotono un enorme fascino.Disse Pratt una volta «Cor toMaltese non morirà…Cor toMaltese se ne andrà perché in unmondo dove tutto è elettronica, ècalcolato, tutto è industrializza-to, non c 'è posto per un tipocome lui.»

Flavio Trezza,[email protected]

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Lifestyle-S

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Quando decidi di partire in erasmus, per 6, 9 o 12 mesi, sei pienamente consa-pevole che la tua vita cambierà, completamente: sai benissimo che andrai avivere in nuova e fantastica città che dovrai esplorare e far diventare “la tuacittà” per un po’, e ne sei euforico; sai benissimo che dovrai condividere unanuova casa (solitamente molto poco comoda e accogliente!) con nuova gente,di tutto il mondo, con le abitudini più strane e impensabili, e ne sei euforico; saibenissimo che imparerai una nuova lingua, frequenterai una nuova università,con nuovi colleghi, professori e amici; tutto intorno a te sarà nuovo e misterio-so, e ne sei euforico; c’è solo una cosa che non sai, una cosa a cui nessuno ti hapreparato e che hai, volutamente ed ingenuamente sottovalutato: avrai unnuovo guardaroba, totalmente diverso, e di quelle 2 tonnellate e mezzo divestiti, scarpe e borse che hai portato da casa, non riuscirai a mettere quasi piùniente … e non ne sei molto euforico (soprattutto perché hai pagato più il sur-plus delle valigie in aereoporto del biglietto stesso di andata e ritorno!).

Dovrai dire addio alle tue decoltèlucide tacco 12, al tuo micro-vestitino Chanel di seta rosso eagli orecchini di svarosky del tuo18esimo compleanno. E’ un trau-ma, lo so, ma è inevitabile.Resisterai qualche giorno, e se seicoraggiosa, anche una settimana,ma quando i piedi non avrannopiù posto per vesciche e bollesanguinanti e il tuo Chanel andràbuttato per la bruciatura di unasigaretta, allora ti arrenderai. Igiorni successivi sono, tutto som-mato, anche piacevoli: li trascorria fare shopping, tra un negozio el’ altro, alla ricerca di jeans, All-Star, sciarpe e guanti, convincen-

doti che lo stai facendo per salvarti l’erasmus, ed anche i piedi! Ed è proprio inquel momento, quando esci fuori da H&M, Berska e Stradivarius con circa 9buste in mano, che il miracolo è compiuto: la conversione totale e spassionataall’“Erasmus’ Style”, senza riserve né compromessi, è giunta al termine. Rimanesolo un pizzico di nostalgia quando passi davanti a Dior e Gucci, quando conti-nui a camminare, con un po’ di esitazione, e sospirando, rimani li con lo sguar-do a cercare l’ultimo angolo di quella vetrina luccicante, mentre le tue Conversti portano via, lontano, veloci …Ed ora, ripensandoci, ci ridi su. Sei tornata, incantata e sognante, stanca e deva-stata ma felice e malinconica; hai rimesso i tuoi tacchi a spillo e la tua collanadi perle, come i vecchi tempi, ma hai tappezzato la stanza di foto dell’erasmus,hai il contatto msn strapieno di spagnoli, francesi, americani e australiani cheorganizzano rimpatriate, quando incontri un amico per strada gli dici “Hola!” equando chiudi gli occhi e vorresti essere di nuovo lì…

Un’esperienza che cambia le tueabitudini, le tue giornate, le tuepriorità, la tua vita e, per quelloche ti lascia dentro, vale la penaanche cambiare armadio!

Cassandra [email protected]

Settembre è, insieme a marzo, il mio mese preferito. Sarà perché cade il miocompleanno, sarà perché è sempre il periodo in cui cambio casa, sarà perché,come oggi, posso andare a spasso per i negozi a fare spese senza vedere più(quasi) vestitini e sandaletti. Conla scusa di cercare un nuovobomber causa imminenteErasmus a Londra, ho giratotutto il pomeriggio tra boutiquedi lusso e grandi catene comeZara e Benetton provando a fiu-tare i trend che ci (mi) tormente-ranno fino a, per l’appunto,marzo, quando accoglieremo congioia il ritorno delle gambe sco-perte e degli infradito.Il riassunto di questa puntata diShop in the City è:1) La vernice è tornata. E questaè la nota dolente. La vernice ècome lo smalto dorato (tonalitàinserita di fresco nella paletteChanel): poco è glamour, troppoè donna bionica.2) Le gambe sono di nuovo in primo piano: più o meno tutti gli stilisti si sonodivertiti a proporre collant disegnati: dai bicolori di Chanel alle fantasie diVuitton. Le amanti delle gonne potranno dire ciao ciao agli stivali e alle solitecalze 50den nere. Due anni fa hanno provato a lanciare le parigine, ma è statoinutile: era chiaro che facevano troppo boudoir.3) Il viola spadroneggerà, alla faccia del mondo dello spettacolo e dei suoi abi-tanti. Buone notizie anche per loro, comunque: il verde è riuscito a guadagnarsiuna posizione più che rispettabile tra le vetrine, specie nelle tonalità più scure.Con buona pace delle bionde, che con il viola rischiano sempre l’effetto Barbie.Io intanto dal prossimo numero vi aggiornerò sulle ultime tendenze e gli stili divita più up to date in diretta dalla capitale londinese. A proposito, il quarto trenddi stagione è proprio il tartan…

Chiara [email protected]

S H O P I N T H E C I T YPrima puntata

ERASMUS’ LIFE STYLEUn’ esperienza che cambia la tua vita…

ed anche il tuo armadio!

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Unisex

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AAAVOLENTEROSI FANTASIOSI POCO NOIOSI CERCASI

Buongiorno, benvenuti, dormito bene? Sapete dove state andando? No, immagino. D’altronde, non solo l’università è nuova e incredibilmente piùgrande della vecchie sede di via Pola, ma Roma per molti di voi è immensamente più caotica e confusionaria di quello a cui eravate abituati. Peralcuni no, certo. Ma tant’è.Anche questo è un articolo di benvenuto e di imboccaallupo. Oltretutto però, è anche una pagina promozionale. Per cui, di seguito, troverete imigliori motivi del mondo per scrivere sull’unico giornale universitario per cui valga la pena andare alle riunioni, partecipare alle cene, scrivere unarticolo in times new roman 11, margine otto.Intanto la rubrica. Si chiama Unisex, perché parla a e di futuri uomini e future donne e tralascia le specifiche inclinazioni sessuali. Poi parla anche dicostume, di quanto sia dolorosa e insieme socialmente apprezzabile una ceretta e se i baffi siano effettivamente attraenti oggi come negli anni ’70.Mi chiedo, ormai anziana, cosa posso ancora dire per essere convincente. Siccome non mi viene in mente nulla, fa un caldo che lede il diritto alla vitae voi siete probabilmente alla ricerca di qualcosa che vi corrisponda e che vi faccia vivere al meglio “i migliori anni della vostra vita”, non mi rimanealtro da fare che spiegarmi con gli esempi. Soprattutto perché la mia esperienza personale l’ho già raccontata ed è ormai così trita che potete chie-derla in giro o leggerla sui vecchi numeri.Se, per esempio, vi piace scrivere, potete contattarmi. Se, per esempio, il concetto di gerarchia non fa per voi e l’ultima autorità a cui avete datoascolto era un genitore incazzato, ma cercate una paginetta dove sfogare traumi, repressioni, tic o semplicemente la vostra anima in pena, potetecontattarmi. Se avete voglia di scagliarvi contro una moda o un costume che credete uccida il senso del comune pudore, potete contattarmi. E viadicendo.Per il resto, non ci sono regole. Non nel senso che la prima regola è che non ci sono regole, ma nel senso che al di là delle scadenze improrogabili,ognuno è libero di mettere in questa scatola quello che gli piace e anche quello che non gli piace, perché io non accetto critiche, ma la rubrica si.Mi piacerebbe dire che vi aspetto numerosi, ma invece dirò un’altra cosa. Aspetto tutti quelli che se iniziano, poi continuano. Perché mi sono ancheun po’ seccata di fare la prima riunione con 20 persone, organizzare gli articoli e fare i turni di scrittura, per poi trovarmi con i soliti aficionados che,GRAZIE DAVVERO, non mi hanno mai abbandonato.Per cui, matricole, vecchi iscritti, nullafacenti, creativi, artisti dell’ultima ora e geni dell’informatica, pittori, giornalisti, gente della notte in cercadi guai… Vi aspetto. Pochi ma buoni, però.

Rosa Maria [email protected]

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Calciod’angolo

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EMOZIONIOLIMPICHE

Il gigante cinese ha vinto il suo oro più grandeOra la sfida continua fra tentativi di democrazia e rispetto dei diritti umani

2008 tamburi tradizionali che battono all’unisono, come un unico e gigantescocuore…la Cina che ha fatto incetta di vittorie e podi realizzando l’annunciato sor-passo degli Usa nel medagliere. Fuochi d’artificio come se l’oro, l’argento e il bron-zo piovessero sulla testa di un’intera nazione: belli e scintillanti. Il Nido e il Cubod’acqua per stupire e incantare, espressione di potenza e avanguardia. Miracoli del“Dio Progresso”. E poi lo sport, quello giocato, corso, lottato, scoccato, solleva-to…quell’“insignificante “ dettaglio per cui, per ben due settimane della nostraesistenza, l’alba italiana ci ha visto alzarci dal letto e accendere la tv ancora rapitida un sonno che faticava ad abbandonarci, per cercare di intravedere un tricoloresventolare in mezzo al monologo rosso della Repubblica Popolare. Stacanovisti!20.08, scatta l’ora x sul cielo di Pechino… per iniziare la danza, per accendere ilbraciere, quale atto finale di una cerimonia lunga e sontuosa dove il Gigante Rossoha mostrato al pianeta che con lui c’è davvero poco da scherzare. Dietro ai lustrini,sotto le mentite spoglie di un elisir afrodisiaco un potente veleno fatto di pesopolitico ed economico: la torre della memoria architettata dal regista-“gran mae-stro” Zhang Yimou, ne è stata la prova, quasi a voler dire "Non dimenticateci, nonchiudete gli occhi su questo Paese".Ma ora sotto a chi tocca in una rassegna sia pur veloce (per ovvi motivi di spazio)ma attenta al fenomeno sportivo che la XXIX Olimpiade ha rappresentato.Incominciamo dalla copertina. Usain Bolt: il nuovo figlio del vento con un non soche di sovrumano con tutte le sue manie da ventenne, tre ori vinti in scioltezzaquasi che passeggiasse su una spiaggia di Kingston ( nelle paralinpiadi anche ilghepardo Pistorius ha vinto tre ori…chissà cosa accadrà fra 4 anni?) ; MichaelPhelps: mister otto ori in piscina, vero “American Boy”, altro che Spitz! Queste lestar, le icone mediatiche e non solo del grande circo olimpico! Perché il “recordi-smo” è stata la parola d’ordine degli atleti al servizio del presidente - padrone HuJintao sorridente come non mai nelle sue visite allo stadio e agli altri avveniristiciimpianti. Fatto sta che i più forti, come era nelle previsioni, hanno non solo vinto,ma hanno anche annientato l’avversario. Insomma, quello che gli organizzatorivolevano e speravano, è successo: atletica spaziale, nuoto super, Cina mega. Tuttociò che si è visto ha avuto proporzioni gigantesche ma non epiche, perché l'epica èuna sfida tra eroi, non tra uno contro (quasi) nessuno. Altrimenti sai che noia…Continuando a sfogliare la pagine il salto della regina dell’asta Ielena Ysinbayevariempie lo sguardo: un gesto di rara eleganza per prendersi lassù a oltre 5m daterra il record e la medaglia. Magnifica! Che dire della fuga in lacrime, un pò daprima donna, ma al contempo carica di rabbia e costernazione di Liu Xiang, il fol-letto cinese che correva,anzi avrebbe dovuto corre-re, i 110 ostacoli, da cam-pione olimpico in carca eche un tendine traditore,scambiandolo per Achilleha messo fuori combatti-mento. Delusione naziona-le. E poi l’Africa che corre esoffre per dominare, fraetiopi e keniani, le gare difondo e mezzo fondo.Lampi di luce dai poligonidi tiro a volo, pistola e cara-bina che tante soddisfazio-ni hanno dato alla nostra

Italia.E noi? Com’è stata l’Olimpiade degli

atleti azzurri? Ventotto medaglie:dovessimo darci un voto, diciamo unbuono un po' benevolo. Di positivo c'èche siamo sempre fra i primi dieci paesial mondo e che gareggiare con lepotenze mondiali (dalla Cina agli Usa) econ paesi che investono sullo sportmolto di più certo non è facile.Dall'altra parte bisogna dire che daAtlanta '96 (35 medaglie e 13 ori) in poicaliamo sempre un po' ogni 4 anni.Abbiamo cominciato bene con il lucci-chio dell’argento di Davide Rebellinnella gara di cisclismo sotto la GrandeMuragila e l’oro pesantissimo diTagliariol spadaccino alla D’Artagnan. Ilbottino si è presto impreziosito. Ognigara, ogni finale una storia emozionan-te…e se quei luoghi potessero parla-

re…la tensione, l’ansia, la concentrazione di eterni campioni: la pedana calpesta-ta della super-mamma Vezzali (terzo oro individuale consecutivo ai Giochi) che inpunta di fioretto ha portato sul podio la squadra, il fotofinish che per 4 centesimi,ha negato alla leggendaria Josefa Idem l’ebrezza delle vittoria a ben 44 anni, iltatami che ha attuttito le cadute delle avversarie della Quintavalle, le parallelleasimmetriche che inermi hanno assistito al “goffo ruzzolone” della favoritissimaFerrari… Nel clan azzurro due nomi su tutti. Federica Pellegrini con quell’aria unpò da diva, smalto nero alle unghie e pianto facile per riprendere le redini di unavita agonistica che dopo la figuraccia nei 400 stile libero sembrava irrecuperabi-le…e invece, come lo sport insegna, due giorni dopo oro nei 200 stile con tanto direcord del mondo e annesso bacio al suo Luca (alla faccia di Manadou e Calligaris!).Ma l'immagine più limpida è però quella di Alex Schwazer, 23 anni da Vipiteno. E'entrato nello stadio piangendo e ridendo, mostrando i muscoli, baciando il laccet-to nero che gli ricordava il nonno. Riconoscente. Il tutto dopo 50km massacranti dimarcia. Questo è l'esterno, cio che il mondo ha visto. Forse pochi ricordano – comeha detto lui stesso - che quell'oro è stato costruito nell'ultimo anno con quasi 8000km di marcia a piedi. Ottomila: un sacrificio umano enorme. Unica attività: allenar-si, mangiare e dormire. Merita una menzione d’onore anche tutto il movimentopugilistico che con uomini che vengono per la massima parte dal Sud comeCammarelle (ultimo oro azzurro), Russo e Picardi forse farà tornare popolare lapalestra svuotata nei decenni dall'agiatezza e dal sopravanzare di altri sport dimoda.Nonostante qualche favoritismo cinese neppure troppo velato (vedi il nostro quar-to posto nella ritmica), il messaggio giunto direttamente da Beijing: niente èimpossibile. Questo lo slogan che le Olimpiadi, oltre che per bocca dello sponsor,hanno lasciato nel cuore di tanti cinesi. Fatica. Determinazione. E fiducia in se stes-si. Per volare più in alto. In Cina si è visto. E, mi auguro, anche in Italia. Londra all’o-rizzonte canticchia “Yellow Submarine”!

Alessia Paludi

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Calcio

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1.Prima domanda, scontata, quasi banale, ma in uncerto senso doverosa: un bilancio del tuo primo annoda Rappresentante allo Sport. Sei soddisfatto dellavoro svolto?Il bilancio è assolutamente positivo. E' stato un anno pienodi soddisfazioni ma anche di lavoro intenso, nonostante ilgap comunicativo forte che esisteva tra studenti eAssociazione Sportiva sono stati fatti enormi passi in avan-ti.Personalmente ho cercato di farmi portavoce dell'esperien-za degli studenti-atleti provando a trasferirla a tutti gli altristudenti. Per il primo anno c'è stata una presentazione uffi-ciale in ateneo di tutte le squadre.Inoltre, per la prima volta in ateneo, ed è stata questa laspettacolarità dell'evento, due giornate sono state dedicateinteramente allo sport.Grazie anche alla collaborazione di 360° abbiamo realizzato3 numeri de La Gazzetta della LUISS, il periodico che raccon-ta l'associazione sportiva; in più si è cementata la collabora-zione tra gli studenti delle squadre: i veri protagonisti dellosport in LUISS.2.Qual'è stata la cosa che ti ha regalatomaggior sod-disfazione da Rappresentante,e quale quella che sisarebbe potuta svolgere in maniera diversa?Sicuramente il boato con il quale l'aula piena di studentiaccompagnava la visione del video di Sky sulla coppa delmondo vinta in Germania dall'Italia è stato emozionante.E poi è stato veramente un bellissimo momento vedere glispalti del palazzetto di Riano pieno di studenti che sostene-vano la nostra squadra di basket per la vittoria della semifi-nale dei playoff.3.Come giudichi l'operato dell'Associazione Sportivanel suo complesso, sia a livello gestionale, sia orga-nizzativo?La capacità organizzativa e di gestione delle ben nove squa-dre dell'Associazione Sportiva è notevolmente cresciutanegli ultimi anni e la qualità dei servizi e delle strutture stamigliorando sempre di più.Sicuramente c'è molto lavoro da fare a livello comunicativotra le varie componenti dell'associazione sportiva e tra l'as-sociazione e gli studenti che spesso non percepiscono lapresenza di questa.4.Pensi che nell'ultimo anno ci sia stato un maggiorcoinvolgimento degli studenti per quanto riguardale attività sportive che l'Ateneo offre? Se la rispostaè no, quali soluzioni proporresti affinché ciò avven-ga?Penso che il coinvolgimento sia aumentato notevolmente,non a caso le squadre sono diventate nove e sempre più stu-denti si interessano all'attività sportiva universitariaNonostante ciò l'attività sportiva universitaria non ha unappeal paragonabile a quello delle società sportive deicampionati federali e questo costituisce un enorme limitealla partecipazione studentesca.5.Ritieni che all'interno dell'Università venga dato ilgiusto spazio e il giusto peso alle attività sportive?Credo che lo sport abbia in LUISS uno spazio adeguatorispetto alle altre università dove c'è molta più improvvisa-zione e disorganizzazione.Nonostante ciò il problema dello sport a livello universitarioè più che altro sistemico nel senso che in Italia i campionatiscolastici e universitari sono solo un contorno rispetto aicampionati federali, al contrario ad esempio degli StatiUniti dove tutto lo sport giovanile è strutturato a base sco-lastica e universitaria.6.C'è qualche particolare progetto o iniziativa in can-tiere in vista del nuovo anno accademico che sta percominciare? Penso ad esempio al successo ottenutolo scorso maggio con le Giornate dello Sport..Sicuramente ci sarà la seconda edizione della giornata dellosport che approfondirà altri aspetti interessanti dello sportin relazione al suo ruolo sociale.Continuerà la collaborazione con 360° sia per la realizzazio-ne de La Gazzetta della LUISS che per l'organizzazione di unmomento d'incontro che approfondisca le tematiche delgiornalismo sportivo.7.Considerando il discreto andamento nei vari cam-pionati di categoria delle squadre della Luiss delloscorso anno, e considerando anche che queste attivi-tà ti vedono coinvolto in prima perso-na,direttamente sul campo,c'è qualcosa in particola-re che vorresti dire a tutti gli atleti che fanno partedelle nostre squadre?Faccio un grosso in bocca al lupo a tutte le squadre e a tuttigli allenatori che quotidianamente si impegnano sul campoaugurando a tutti una stagione di divertimento e successi.Colgo anche l'occasione per ringraziare tutti quelli che sipromuovono affinchè il movimento sportivo universitariocresca sempre di più.

Matteo [email protected]

1.Prima domanda, scontata, quasibanale, ma in un certo senso doverosa:un bilancio del tuo primo anno daRappresentante allo Sport. Sei soddi-sfatto del lavoro svolto?Nel complesso non ci possiamo lamentare.Però come si dice in certi casi, "si può fare dipiù"...2.Qual'è stata la cosa che ti ha regalatomaggior soddisfazione daRappresentante,e quale quella che sisarebbe potuta svolgere in manieradiversa?Indubbiamente il torneo di calcio dello scorsoanno è stato quello che ha riscontrato la mag-gior partecipazione di studenti nella storiadella Luiss...d'altro canto alcuni aspetti logi-stici potevano essere gestiti in maniera diver-sa, però come tutti sappiamo l'anno scorso èstato un anno di adattamento per tutti acausa del trasferimento nella sede di viaRomania....ma alla fine non ci possiamolamentare.3.Come giudichi l'operatodell'Associazione Sportiva nel suo com-plesso, sia a livello gestionale, sia orga-nizzativo?Con il prosieguo del tempo l'associazionesportiva continua a macinare successi e a rac-cogliere consensi e maggiore partecipazionetra gli studenti. Speriamo di portare avantiquesto trend e di cercare di avvicinarci sempredi più a quello che è l'obiettivo primario del-l'associazione, quello di creare una realtàsportiva-universitaria all'avanguardia (sullostile dei college americani) che vede la nostrauniversità in primo piano sull'intero palcosce-nico italiano.4.Pensi che nell'ultimo anno ci sia statoun maggior coinvolgimento degli stu-denti per quanto riguarda le attivitàsportive che l'Ateneo offre? Se la rispo-sta è no, quali soluzioni proporrestiaffinché ciò avvenga?Come già accennato prima ogni anno si va amigliorare, per questo io e il mio caro amico-collega Andrea continueremo a lavorare...5.Ritieni che all'interno dell'Universitàvenga dato il giusto spazio e il giustopeso alle attività sportive?La nostra università ha un'associazione che inItalia nessuno altro Ateneo ha, questo è dovu-to soprattutto agli sforzi sostenuti dai nostridirigenti che ci sostengono sempre e ci indi-rizzano sempre verso il miglior risultato.6.C'è qualche particolare progetto o ini-ziativa in cantiere in vista del nuovoanno accademico che sta per comincia-re?Penso ad esempio al successo ottenu-to lo scorsomaggio con le Giornate delloSport..Per adesso siamo ancora in fase “work in pro-gress”...7.Considerando il discreto andamentonei vari campionati di categoria dellesquadre della Luiss dello scorso anno, econsiderando anche che queste attivitàti vedono coinvolto in prima perso-na,direttamente sul campo,c'è qualcosain particolare che vorresti dire a tutti gliatleti che fanno parte delle nostre squa-dre?Forza Luiss...il resto sta a tutti noi...

Matteo [email protected]

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ANNONUOVO,“VECCHI”RAPPRESENTANTI

I n t e r v i s t a a i d u e S p o r t i v i p e re c ce l l e n za d e l l 'A t e n e o, A nd re aCh i r i a t t i e A n ton i o Ve l l a

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