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Poste Italiane s.p.a. - Sped. Abb. Postale - D.L. 353/2003 L. 27/02/2004-N.46 a.1-c.2-CNS LE Il volontariato e la politica (vera) CSVS INFORMA Verifica fiscale per le OdV PAG. 3 DOSSIER Il nuovo Piano Sociale Regionale PAGG. 8-9 EDITORIALE di Luigi Russo Mensile delle Associazioni di Volontariato Settembre 2009 - Anno IV - n. 35 "Gli immigrati vengono respinti senza verificare se stanno fuggendo da persecuzioni. In molti casi, le autorità li lasciano affrontare stenti e pericoli, se non la morte, come se stessero respingendo barche cariche di rifiuti pericolosi". Navi Pillay, Alto Commissario Onu per i diritti umani PAROLE CHE CONTANO L'Italia verso uno strisciante razzismo Segue a Pag. 13 I n un tempo nel quale le pagine dei giornali ci danno ogni giorno contez- za della più grave degenerazio- ne della vita partitica del nostro paese, tanto che è ormai consolidata nell'opinione pub- blica l'idea che la politica è una cosa sporca, fatta di menzogne, di violenza, regno dei malfattori e bugiardi, sembrerebbe un errore, o perlomeno una cosa inutile e infantile, chiedersi quale rapporto ci può essere tra politica e volontariato. La politica non è una male- dizione di Dio, sono le sue degenerazioni che la rendono insopportabile e maledetta e fuorviante. Certo la cronaca ama mettere in evidenza solo le sue degenerazioni, che fanno audience e aumentano le tiratu- re, ma c'è dell'altro che merita di essere messo in evidenza, merita di essere aiutato ad emergere. Come diceva il com- pianto sindaco di Firenze Giorgio La Pira "la politica è seconda solo alla contempla- zione", e lui si intendeva sia della politica che della contem- plazione, era capace di gestire l'alluvione dell'Arno con com- petenza e serietà, come pure dialogare con i capi politici dell'Unione Sovietica arrocca- ta nei suoi confini. Più sempli- cemente La Pira voleva sottoli- neare la grande importanza della politica come capacità di gestione della cosa pubblica, del potere, in vista della costru- zione del Benessere e della L ’ONU e l’Unione Europea accusano il nostro paese di scivolare verso uno strisciante razzi- smo, per via delle norme sulla sicurezza che prevedono un giro di vite sulle immigrazioni. In effet- ti la Fortezza Italia che si vuole costruire ha già pro- vocato centinaia di morti nel Mare Mediterraneo, tra profughi respinti con tutte le loro imbarcazioni cari- che di sofferenze, paure e desiderio di riscatto. Nel mese di agosto siamo arrivati a situazioni veramente paradossali, con le forze dell’Ordine che avevano ricevuto disposizioni di non soccorrere i profughi e di non identificarli, per non correre il rischio di essere inquisiti per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, e sono state costrette ad accompagnare in Libia questi disperati, affamati, assetati, violentati. E la Libia, si sa, non riconosce la dichiarazione univer- sale dei diritti degli uomini, quindi pratica la violen- za e la tortura. Dell’immigrazione e della crescente erosione delle politiche sociali abbiamo parlato con Mons. Giovanni Nervo, fondatore negli anni settanta della Caritas Italiana, attento osservatore della situa- zione sociale italiana. Pag. 5

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Volontariato Salento - mensile delle associazioni di volontariato della provincia di Lecce

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Il volontariatoe la politica (vera)

CSVS INFORMA

Verifica fiscale per le OdV

PAG. 3

DOSSIER

Il nuovo PianoSociale Regionale

PAGG. 8-9

EDITORIALE

di Luigi Russo

Mensile delle Associazioni di Volontariato Settembre 2009 - Anno IV - n. 35

"Gli immigrati vengono respinti senza verificare se stanno fuggendo da persecuzioni. In molti casi, le autorità li lasciano affrontare

stenti e pericoli, se non la morte, come se stessero respingendo barche cariche di rifiuti pericolosi".

Navi Pillay, Alto Commissario Onu per i diritti umani

PAROLE CHE CONTANO

L'Italia verso uno strisciante razzismo

Segue a Pag. 13

In un tempo nel quale lepagine dei giornali cidanno ogni giorno contez-

za della più grave degenerazio-ne della vita partitica delnostro paese, tanto che è ormaiconsolidata nell'opinione pub-blica l'idea che la politica è unacosa sporca, fatta di menzogne,di violenza, regno dei malfattorie bugiardi, sembrerebbe unerrore, o perlomeno una cosainutile e infantile, chiedersiquale rapporto ci può essere trapolitica e volontariato.

La politica non è una male-dizione di Dio, sono le suedegenerazioni che la rendonoinsopportabile e maledetta efuorviante. Certo la cronacaama mettere in evidenza solole sue degenerazioni, che fannoaudience e aumentano le tiratu-re, ma c'è dell'altro che meritadi essere messo in evidenza,merita di essere aiutato ademergere. Come diceva il com-pianto sindaco di FirenzeGiorgio La Pira "la politica èseconda solo alla contempla-zione", e lui si intendeva siadella politica che della contem-plazione, era capace di gestirel'alluvione dell'Arno con com-petenza e serietà, come puredialogare con i capi politicidell'Unione Sovietica arrocca-ta nei suoi confini. Più sempli-cemente La Pira voleva sottoli-neare la grande importanzadella politica come capacità digestione della cosa pubblica,del potere, in vista della costru-zione del Benessere e della

L’ONU e l’Unione Europea accusano il nostropaese di scivolare verso uno strisciante razzi-smo, per via delle norme sulla sicurezza che

prevedono un giro di vite sulle immigrazioni. In effet-ti la Fortezza Italia che si vuole costruire ha già pro-vocato centinaia di morti nel Mare Mediterraneo, traprofughi respinti con tutte le loro imbarcazioni cari-che di sofferenze, paure e desiderio di riscatto. Nelmese di agosto siamo arrivati a situazioni veramenteparadossali, con le forze dell’Ordine che avevanoricevuto disposizioni di non soccorrere i profughi e di

non identificarli, per non correre il rischio di essereinquisiti per favoreggiamento dell'immigrazioneclandestina, e sono state costrette ad accompagnare inLibia questi disperati, affamati, assetati, violentati. Ela Libia, si sa, non riconosce la dichiarazione univer-sale dei diritti degli uomini, quindi pratica la violen-za e la tortura. Dell’immigrazione e della crescenteerosione delle politiche sociali abbiamo parlato conMons. Giovanni Nervo, fondatore negli anni settantadella Caritas Italiana, attento osservatore della situa-zione sociale italiana.

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III Forum Provinciale “Il Volontariato al Centro”La grande festa di Piazza Cappuccini a Tricase

Grande successo di pubblicoper la terza edizione delforum provinciale “il volon-

tariato al centro” organizzato loscorso 2 agosto dal CSV Salento inPiazza Cappuccini a Tricase. Sonostate circa 5mila le persone arrivateda tutta la provincia di Lecce perincontrare le associazioni del terri-torio, conoscere le loro attività epartecipare alle tante iniziative orga-nizzate in seno all’evento.

Scendere in piazza e tra la gente,sensibilizzare la popolazione allacultura del dono, alla solidarietà,coinvolgere e divertire: è stato que-sto lo spirito con cui le oltre 70 asso-ciazioni partecipanti hanno volutoraccontarsi in una piazza divenutaper una sera una girandola di suoni edi colori.

“Attraverso questa manifesta-zione che si ripeterà il 10 ottobre inPiazza Sant’Oronzo a Lecce – sotto-linea Luigi Russo, Presidente delCSV Salento - abbiamo voluto dareuna immagine nuova del mondo delvolontariato, abbiamo voluto mette-re al centro le associazioni, l’impe-gno e la passione di coloro che siimpegnano ogni giorno gratuita-mente per il bene comune”. Piazza

Cappuccini si è trasformata per unasera in un luogo di incontro e scam-bio, un luogo dove la gioia di dona-re e i ritmi dell’estate si sono fusiper dare vita ad una festa unica eindimenticabile.

Tante le iniziative, organizzatedal CSVS e dalle organizzazioni divolontariato, che hanno coinvoltoun pubblico variegato e di tutte leetà. Si è passati così dall’animazio-ne di strada con la presenza diclown, giocolieri, trampolieri, daglispettacoli di ballon art e face pain-ting realizzati per i più piccoli daivolontari dell'Associazione SOSClown agli spettacoli e sketch tea-trali delle associazioni 'Na manuonlus e Porta d'Oriente che hannoincantato i più anziani; e ancora

dagli spettacoli musicali delleAssociazioni Gli amici di Mauro,Prospettive Luigi Tagliaferro,Superamento handicap e Auxiliumalle esercitazioni delle protezionicivili, dal tiro con l’arco alle danzebrasiliane che hanno coinvolto i tan-tissimi giovani presenti sulla piazza.

Originali e molto apprezzate la“passeggiata a 6 zampe” e la dimo-strazione di “agility dog”, organizza-te dalle associazioni Spes, Zampalibera e A.D.E.V. in collaborazionecon l'associazione sportiva Amicane.

Ottima la risposta alla donazio-ne di sangue, organizzata dallaFidas nelle strutture messe a dispo-sizione dalle Misericordie e tanta lagente presente negli stand dove leassociazioni hanno potuto non solo

raccontare le proprie attività e i tantiprogetti, mostrando il volto vero delvolontariato, ma anche ascoltare ibisogni del territorio.

“Vogliamo ringraziare tutte leassociazioni che hanno reso possibi-le questo momento di festa e condi-visione – conclude Luigi Russo – eci auguriamo di avere incuriosito eavvicinato al volontariato i tanti cit-tadini presenti”.

La serata si è conclusa con ilconcerto in esclusiva dei Radio-dervish, band world music amba-sciatrice di pace nel mondo. IRadiodervish, attraverso un linguag-gio musicale originale ed innovativoche fonde melodie orientali a testimultilingue, sono da anni impegnatia scoprire quei territori in cui leciviltà si incontrano e si scopronovicine a dispetto delle diversità edelle distanze. In fondo, come esor-disce sul palco di Tricase, il leaderdel gruppo Nabir Salameh, di origi-ni palestinesi: “Io sono un cittadinoitaliano”. Vincente, dunque la nuovaformula del Forum del volontariato,che da quest’anno si ferma nellepiazze, mettendo in contatto direttocittadini e associazioni.

Valentina Valente

Donazione del sangue al Forum, grande partecipazione

La Fidas e la Frates hanno, infatti, vis-suto in occasione del Forum la primaesperienza di donazione serale sotto le

tende delle Misericordie di Andria. Il dr. Angelo Ostuni, Primario del Centro

Trasfusionale dell’Ospedale Panico diTricase, ha accolto, senza remore, la richiestadi effettuare la donazione in piazza e di sera.E' la prima volta che si realizza un evento diquesto tipo e la procedura per la donazionerichiede spazi idonei, attrezzature, personalemedico e paramedico, donatori e volontari.Con molto entusiasmo e responsabilità ci si èattivati e nel pomeriggio del 2 agosto sonoiniziati i preparativi. Gli stands hanno richia-mato l’attenzione con i palloncini colorati,

con l’allestimento di tavoli informativi, opu-scoli, libri, gadgets, e la presenza di donatricie donatori. Le due tende allestite per la dona-zione sono state arredate da lettighe, tavoli,

sedie, attrezzature mediche, ventilatori e con-dizionatori. Medici e paramedici nelle lorodivise, bianche o verdi, pronti, efficienti edoperativi. Il caldo torrido non ha dato tregua,ma i donatori hanno partecipato alla donazio-ne e la loro presenza ha contribuito a far avvi-cinare tanta gente che ha visto come si svolgela donazione.

In più di 70 hanno steso il braccio (tra cuianche il Presidente CSVS) per il prelievo ed imedici dichiaravano l’idoneità ai vari tipi didonazione. Alcuni di essi hanno effettuato laloro prima donazione.

40 donazioni effettuate. Un ottimo risulta-to. Grazie a tutti.

Mimina Sergi

Il Forum di Tricase non è stato solo stands colorati, animazione, balli, musica

Alcuni momenti della manifestazione di Tricase

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Il 2 settembre 2009, l’Agenzia delle Entrateha emanato il provvedimento con cui èstato approvato il modello di comunicazio-

ne dei dati rilevanti ai fini fiscali relativi aglienti associativi, ai sensi dell’art. 30 delDecreto legge 29 novembre 2008 n. 185, con-vertito con modificazioni nella legge 28 gen-naio 2009 n.2.

Tale articolo, ai commi 1, 2, 3 e 3 bis, haintrodotto a carico degli enti associativi, cheusufruiscono di una o più agevolazioni conte-nute nell’art. 148 del testo unico delle impostesui redditi e di quelle di cui all’art. 4 commiquarto, secondo periodo e sesto del DPR633/72, l’obbligo di comunicare all’Agenziadelle Entrate dati e notizie rilevanti ai finifiscali.

L’ambito di applicazione della disposizioneè molto vasto. Esso infatti comprende qualsia-si associazione che ponga in essere uno scam-bio di natura economica con i propri associati(anche il versamento una tantum di una quotaassociativa o di iscrizione). Anche le associa-zioni Onlus rientrano tra i soggetti tenuti a taleobbligo.

I soggetti interessati da tale obbligo, cosìcome precisato nella circolare n.12/2009 sono:

• gli enti associativi di natura privata con osenza personalità giuridica che usufruisconodel regime di de-commercializzazione delleattività svolte nei confronti dei soci dietropagamento di specifici corrispettivi (sia aifini IVA sia ai fine delle imposte sui redditi).

• le associazioni di natura privata con o senzapersonalità giuridica che svolgono solo atti-vità istituzionale, in relazione ai contributi edalle quote associative erogate dai loro soci;

• le società sportive dilettantistiche di cui all’art.90 della legge 27 dicembre 2002 n. 289;

• le organizzazioni di volontariato che svolgo-no attività commerciali diverse da quelle dicui al decreto del Ministro delle Finanze del25 maggio 1995.

L’onere della comunicazione è esteso siaalle associazioni di nuova costituzione sia alleassociazioni già costituite all’entrata in vigoredel decreto legge 185/2008; sono inoltre obbli-gate alla comunicazione le associazioni checostituiscono articolazioni territoriali di unente nazionale, qualora abbiano una propriaautonomia tributaria.

Non risulta invece disciplinata la fattispecierelativa alle associazioni che si sono estinte nelperiodo compreso tra la data di entrata in vigo-re del decreto e il termine di presentazione delmodello (30 ottobre 2009). Al riguardo, deveritenersi che tali soggetti non siano tenutiall’invio della comunicazione.

Restano esclusi dall’obbligo della comuni-cazione per espressa previsione di legge: • le associazioni pro loco che abbiano optato

per il regime fiscale della legge 398/91; • le associazioni sportive dilettantistiche in

possesso del riconoscimento ai fini sportivirilasciato dal Coni e non svolgenti attivitàcommerciali;

• le organizzazioni di volontariato iscritte neiregistri della legge 266/91 che non svolgonoattività commerciali diverse da quelle margi-nali di cui al Decreto del Ministro delleFinanze 25 maggio 1995.

Restano tuttavia soggette all’obbligo di comu-nicazione dei dati:

• le associazioni pro loco che non hanno optatoper il regime della legge 398/91 o che hannosuperato il limite dei ricavi commerciali diEuro 250.000;

• le associazioni sportive dilettantistiche che puressendo riconosciute dal Coni svolgono attivi-tà rilevanti ai fini IVA e ai fini dei redditi comela cessione di beni (vendita di gadget o mate-riali sportivi) e l’erogazione di servizi (spon-sorizzazioni).

Il modello deve essere presentato entro il30 ottobre 2009 per gli enti già costituiti alladata del 29 novembre 2008, (data di entrata invigore del D.L. 185/2008), mentre per gli enticostituiti dopo l’entrata in vigore del decreto,

il termine ultimo è di sessanta giorni dalla datadella costituzione. Tuttavia, se i sessanta giornidecorrono prima del 30 ottobre 2009, ilmodello può essere presentato lo stesso entrotale termine (esempio: data di costituzione: 30luglio 2009; termine presunto (60 giorni): 29settembre 2009; scadenza effettiva: 30 ottobre2009).

In caso di modifiche dei dati, gli enti sonoobbligati a presentare nuovamente il modellocon le variazioni intervenute entro il 31 marzodell’anno successivo a quello in cui si è verifi-cata la modifica.

Invece, nel caso di perdita dei requisiti pre-visti dalla normativa tributaria e richiamati nel-l’art. 30 del DL 185/2008 per beneficiare delleagevolazioni fiscali, il termine di scadenza perl’invio è di 60 giorni. Le cause che comporta-no il venir meno dei requisiti sono:

• lo svolgimento di attività commerciale da partedell’ente in modo esclusivo o prevalente;

• per le associazioni di cui all’art. 148 comma3 del tuir (associazioni politiche sindacali edi categoria; religiose; assistenziali; cultura-li; sportive dilettantistiche; di promozionesociale; di formazione extrascolastica dellapersona;) la mancanza di uno o più dei requi-siti di cui all’art. 148 del tuir comma 8 ( clau-sole antielusive);

• la trasformazione eterogenea dell’associazio-ne in società a fini di lucro;

• la trasformazione dell’associazione in fonda-zione.

L’invio deve avvenire esclusivamente pervia telematica direttamente o tramite interme-diari abilitati.

Luca Dell'Anna

Super verifica fiscale per le associazioniScatta l'obbligo per le associazioni di comunicare all'Agenzia delle Entrate dati e notizie rilevanti ai fini fiscali

CHI DEVE PRESENTARE LA COMUNICAZIONE ESENZIONI SCADENZAGli enti associativi di natura privata cono senza personalità giuridica che usufrui-scono del regime di de commercializza-zione delle attività svolte nei confrontidei soci dietro pagamento di specificicorrispettivi (sia ai fini IVA sia ai finedelle imposte sui redditi).

Le associazioni pro loco cheabbiano optato per il regimefiscale della legge 398/91.

Le associazioni sportivedilettantistiche in possessodel riconoscimento ai finisportivi rilasciato dal Coni enon svolgenti attività com-merciali.

Le organizzazioni di volon-tariato iscritte nei registridella legge 266/91 che nonsvolgono attività commer-ciali diverse da quelle margi-nali di cui al D. M. delleFinanze 25 maggio 1995.

Le associazioni di natura privata con osenza personalità giuridica che svolgonosolo attività istituzionale, in relazione aicontributi ed alle quote associative ero-gate dai loro soci.

Le società sportive dilettantistiche di cuiall’art. 90 della legge 27 dicembre 2002n. 289.

Le organizzazioni di volontariato chesvolgono attività commerciali diverse daquelle di cui al D. M. delle Finanze del25 maggio 1995.

30 ottobre 2009 per gli entigià costituiti alla data del 29novembre 2008, (data dientrata in vigore del D.L.185/2008).Sessanta giorni dalla datadella costituzione per gli enticostituiti dopo l’entrata invigore del decreto. Tuttavia,se i sessanta giorni decorro-no prima del 30 ottobre2009, il modello può esserepresentato lo stesso entro il30 ottobre 2009.

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Molte sono state, negli ultimi mesi, le iniziati-ve di solidarietà nei confronti della popolazio-ne abruzzese. Anche alcuni dipendenti e colla-boratori del CSV Salento hanno dato il lorocontributo trascorrendo una settimana comevolontari presso la tendopoli “Acquasanta” aL'Aquila. Queste, le loro esperienze.

Ho vissuto nel campo di Acquasanta per 5giorni: ghiaia, polvere, sole accecante, tendeblu. Ogni mattina compravamo i giornali permetterli a disposizione degli “ospiti” delcampo. Comprare i giornali, azione quasibanale per noi ma che per loro ora ha una fun-zione fondamentale: restare "dentro almondo". Sì perchè nel campo è come se ti tro-vassi in un altrove indefinito, statico. I movi-menti sono sempre gli stessi, come ciò che vedi,che fai. Ma in tutto ciò, vedi dei "fiori": signo-re che hanno la forza di truccarsi, un poco dirossetto, un poco di fard e i capelli a posto. Equesti "fiori" ti parlano del senso dell'esisten-za, dell'attaccamento alla vita.

Maria Grazia TalianiArrivando a L’Aquila ho cominciato a provareun misto di emozioni, tra la paura di nonriuscire ad affrontare la mia settimana nelcampo, la curiosità di capire e il dolore nelvedere paesaggi devastati dal terremoto.Tutto quello che si diceva in televisione o sileggeva sui giornali, era un falso, la situazione

nei campi era meno amichevole di quella chemi aspettavo.Io ho visto gente alienata, privata della propriadignità anche negli aspetti più semplici delquotidiano come fare la doccia, mangiare, par-lare, guardare la tv.

Laura MangialardoI giorni trascorsi a L'Aquila mi hanno messomolto in discussione, perchè ho dovuto confron-tarmi con la sensibilità delle persone. Non è faci-le ascoltare il dolore, le preoccupazioni e la rab-bia: è qualcosa che mette in crisi. Tuttavia, ciòmi ha reso partecipe di una realtà che vive lon-tano da casa mia ma alla quale ora sono moltolegato. Spero sinceramente che il prossimoautunno veda già, se non tutti, la maggior partedegli abruzzesi in case sicure e definitive.

Andrea Spedicato

“Rassegnati alla pazienza e costretti all'attesa.Ma con una una grande dignità e forza d'ani-mo”. È questa l'impressione che ho riscontratonegli occhi delle persone che ho conosciuto everso le quali veniva spontaneo un granderispetto.Molto triste è stato vedere la sede del CSVdell'Aquila, piena di calcinacci, libri e faldoniper terra, con il terrore del crollo sospesoancora lì a mezz'aria, nonostante i mesi tra-scorsi dal sisma. Che sia stato supporto allasegreteria o altro, per me è stato molto signifi-cativo essere presente, partecipare all'ondasolidale che da tutta Italia continua a dimo-strare vicinanza e affetto all'Abruzzo.

Luca Dell'Anna

Ogni giorno di questa mia settimana è statoscandito da piccoli servizi, avvenimenti e per-sone che mi hanno man mano arricchito dentroe fatto riflettere. Le chiacchierate fatte dopo cena con le perso-ne mi hanno raccontato il dramma vissutodall'Abruzzo. Molti, ancora, hanno negli occhila paura di rientrare nelle proprie case.La difficoltà di vivere in tenda, l’incertezza deldomani dopo lo smantellamento delle tendeche avverrà alla fine di questo mese (sono cin-que mesi che vivono nelle tendopoli) sono ele-menti tremendi con cui fare i conti ogni giorno.

Veronica De Vito

Una settimana di solidarietà per il CSV dell'AquilaImpressioni, immagini, volti della gente d'Abruzzo nelle parole dei dipendenti e collaboratori del CSV Salento per una settimana in una tendopoli de l'Aquila

Servizio Civile Nazionale: “privilegio” del Sud?

Sei ciò che fai! E’ il claim che la RegionePuglia ha coniato per risaltare l'impe-gno di quei giovani che decidono di

impegnare un anno della propria vita per dedi-carsi al Servizio Civile (SCN). Accade però disfogliare le pagine del quotidiano “IlGiornale” del 25 agosto scorso e d'un tratto illettore viene investito dal dubbio che esserepugliese e scegliere d'esser un volontario delSCN in terra di Puglia, non sia poi tutto que-sto gran merito.

Sotto il titolo “Il Sud arraffa anche l’eser-cito dei volontari”, il giornalista StefanoZurlo infatti sciorina una serie di dati e com-menti che delineano il Sud come un ricettaco-lo di illegalità e malagestione teso a scippareal Nord risorse economiche e umane.

Oggetto della denuncia è il fatto che il57% del contingente dei volontari previsti perl'anno 2009/2010 sia stato destinato al Sud eIsole, ma non si esplicita per quale equazionematematica questo “squilibrio” sia dovuto,secondo le teorie del giornalista, ad “un’ap-plicazione più elastica della legge , ad unastruttura clientelare, all’idea di utilizzare ilservizio civile come valvola di sfogo per tam-

ponare la disoccupazione giovanile...”.C'è da dire che la testata non è nuova ad

attacchi al sistema SCN che però hanno più ilsapore di ideologia piuttosto che di una criti-ca costruttiva e fondata.

E non fa eccezione questa nuova puntata.Sfuggono infatti alla penna di Zurlo alcunidati fondamentali. Innanzitutto nell'articolo sifa riferimento unicamente al bando nazionale,e nel conteggio andrebbero inseriti i volontariavviati in ogni singola regione attraverso ibandi regionali. Laddove poi si voglia insi-nuare tout-court un sistema clientelare nellevalutazioni dei progetti, bisognerebbe tacitareanche un curioso dato statistico che attieneagli enti coinvolti: sarebbe interessante infatticomprendere la ragione per cui enti di livellonazionale che nella maggioranza dei casihanno storicamente forza e presenza più vivi-da nelle regioni del nord (come ad esempioArci, spesso e volentieri oggetto degli attacchidel quotidiano per la sua vicinanza culturale a

certi partiti di sinistra e per esser l'ente cheogni anno spunta il maggior numero di pro-getti approvati), possano silenziosamenteconsentire alle “nefandezze dei valutatori”.Infine vi è un dato storico fondamentale nellapur giovane età dell'istituzione che potrebbeda sé motivare la differente dislocazione difondi senza per forza scomodare l'illegalità:sfugge infatti alla penna di Zurlo il dato cheogni anno, per i progetti approvati al nord visia una difficoltà oggettiva a raggiungere unnumero di candidati almeno pari al numero diposti messi a bando.

In altri termini, perchè reclamare un mag-gior numero di volontari in un territorio in cuisi registra una palese indisponibilità di candi-dati? Senza voler negare che anche nel siste-ma Servizio Civile possano annidarsi dinami-che di scarsa trasparenza, le accuse de “IlGiornale” amareggiano profondamente quellerealtà che operano con dignità e onestà perchèil Servizio Civile sia un'occasione di crescitaper i volontari, e per la collettività tutta, al dilà delle appartenenze territoriali.

Luca Spagnolo

Il 57% dei posti al Sud e nelle Isole. Duro attacco del quotidiano “Il Giornale”

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Settembre 2009 5IMMIGRAZIONE

L’ONU e l’Unione Europeaaccusano il nostro paese discivolare verso uno strisciante

razzismo, per via delle norme sullasicurezza che prevedono un giro divite sulle immigrazioni. In effetti laFortezza Italia che si vuole costruireha già provocato centinaia di mortinel Mare Mediterraneo, tra profughirespinti con tutte le loro imbarcazionicariche di sofferenze, paure e deside-rio di riscatto. Nel mese di agostosiamo arrivati a situazioni veramenteparadossali, con le forze dell’Ordineche avevano ricevuto disposizioni dinon soccorrere i profughi e di nonidentificarli, per non correre il rischiodi essere inquisiti per favoreggiamen-to dell'immigrazione clandestina, esono state costrette ad accompagnarein Libia questi disperati, affamati,assetati, violentati. E la Libia, si sa,non riconosce la dichiarazione uni-versale dei diritti degli uomini, quin-di pratica la violenza e la tortura.Dell’immigrazione e della crescenteerosione delle politiche sociali abbia-mo parlato con Mons. GiovanniNervo, fondatore negli anni settantadella Caritas Italiana, attento osserva-tore della situazione sociale italiana.Mons. Nervo, lei segue da oltre 40anni la situazione sociale del nostropaese. Una lettura preoccupata del-l’attuale situazione (tagli alla spesasociale, difficoltà a governare l’im-migrazione, rom, paura, povertà)sembra essere addirittura semplici-stica. Che cosa sta succedendo aquesto paese?Io non sono un operatore politico,sono un cittadino cristiano che cercadi capire quello che sta avvenendonel nostro paese, nel contestodell’Europa e del mondo, attraversoquello che ci lasciano conoscere igiornali e la televisione. A me sembrache non si affrontino con una politicasaggia e lungimirante vitali problemidel nostro paese, come quelli che hacitato Lei. Non c’è, ad esempio, unpiano di contrasto alla povertà, nonc’è una politica sull’immigrazione,ma la diffusione della paura dell’im-migrazione, non sono ancora definitie finanziati i livelli essenziali di assi-stenza. Mi sembra che si voglia disto-gliere l’attenzione su questi problemicon mirabolanti affermazioni e pro-messe dei nostri governanti e con laimbarazzante storia della loro vita pri-vata. Avviene perfino che i mezzi dicomunicazione sociale siano minac-ciati dal potere se rappresentano larealtà del paese.La Chiesa per un paio di decenniha rappresentato per questo paeseuna coscienza critica, che ha solle-citato lo sviluppo di grandi riformesociali (volontariato, cooperazionesociale, 328, ecc). Lei pensa che c’èbisogno di un cambiamento dell’at-

teggiamento pastorale rispetto allapolitica, e quale ruolo possonoavere i laici?La Chiesa è una realtà istituzionalemolto complessa: papa, vescovi, par-roci, religiosi, laici. Pur mantenendol’unità nella fede e nell’obbedienza aisacri pastori, si possono avere, rispet-to alla politica e ai suoi riflessi sullavita pastorale, espressioni diverse aivari livelli e nelle varie personalità.Ad esempio sono diverse le sensibili-tà e i comportamenti del card. Ruini,del card. Martini e del card.Tettamanzi.Organizzare la vita sociale attraversole leggi e le istituzioni è compito pro-prio dei laici. È compito della Chiesaformare la loro coscienza secondo ilVangelo, attualizzato nella dottrinasociale della Chiesa.Una sede privilegiata dove formare lecoscienze anche in rapporto ai rifles-si pastorali della politica, sono le par-rocchie e i consigli pastorali parroc-chiali.Quando sorgono dei problemi gene-rali che riguardano tutto il paese

intervengono giustamente e dovero-samente i pastori, come hanno fattoriguardo agli stili di vita di chi hapubbliche responsabilità e riguardoagli inviolabili diritti umani degliimmigrati. Il popolo cristiano siaspetta questi interventi ed è ricono-scente ai pastori quando li fanno conla virtù della “parresia”, cioè con laforza e la schiettezza che è dono delloSpirito Santo.Rispetto alla legislazione italiana suirespingimenti qual è il suo punto divista? Stiamo dirigendoci verso unostrisciante razzismo?Il pericolo c’è. Un quotidiano dellamia città mi ha fatto una intervista suquesto tema e l’ha pubblicata con iltitolo a tutta pagina: “Non si puòessere cristiani e razzisti”.Il problema è molto complesso. Duecose sono certe: le popolazioni deipaesi poveri hanno diritto di cercare,con l’emigrazione, condizioni di vitamigliori. Nella Conferenza mondialedel commercio di qualche anno fa aCancùn, nel Messico, è emerso que-sto dato: una mucca europea godeva

di due dollari e mezzo al giorno dicontributi comunitari. Due miliardi emezzo di persone devono vivere conmeno di due dollari al giorno. Unamozione dei paesi poveri che chiede-va di sospendere i contributi alle agri-colture dei paesi ricchi fu respintadalla Francia e dagli Stati Uniti. Eccoperché vengono: è la legge fisica deivasi intercomunicanti. È altrettantovero però che noi non possiamo acco-gliere tutti. Nei respingimenti inmare, però, c’è un’altra complessità:noi non controlliamo se sono rifugia-ti politici. In questo caso dovremmoaccoglierli in forza di una convenzio-ne internazionale e invece li respin-giamo in Libia, che non ha sottoscrit-to la convenzione sui rifugiati politi-ci. Quindi li mandiamo al macello.Una lungimirante politica sull’immi-grazione sarebbe l’aiuto nei loropaesi perché utilizzino le loro risorse.È la proposta della Lega: in teoriasaggia, nella realtà concreta ipocrita,perché, essendo al governo, ha con-sentito di diminuire le risorse per laCooperazione internazionale. L’attuale politica sulla immigrazione,come è espressa nel “pacchetto sicu-rezza”, oltre che iniqua, è miope: noiabbiamo bisogno di loro, basta pen-sare alle badanti. Comunque, ci piac-cia o no, il futuro della nostra societàè di una società multietnica, multicul-turale, multireligiosa. La responsabi-lità dell’attuale generazione è di pre-parare una cultura e delle condizionivivibili positivamente per i bambiniche nascono oggi.Ha senso oggi il volontariato, equal è la sua funzione?Nella Costituzione non c’è il termine“volontariato”, ma all’art. 2 si dice chela “Repubblica richiede l’adempimen-to degli inderogabili doveri di solida-rietà politica, economica e sociale”. Ilvolontariato è una nobile espressionespontanea della doverosa solidarietàrichiesta dalla Costituzione, portatricedi valori preziosi per il bene comune,ma non sostituisce la doverosa solida-rietà richiesta a tutti i cittadini.È un punto fermo richiamato dalConcilio. Non si deve dare per caritàquello che è dovuto per giustizia.

Luigi Russo

Mons. Giovanni Nervo: “Pericolo razzismo”

La psicologia delle ronde

Adesso che quella delle ronde di cittadini è divenuta una realtàsancita dal Pacchetto sicurezza recentemente approvato dalGoverno, il periodico Mente & Cervello ha provato a tracciare un

identikit di chi aderisce a questo tipo di “associazione”.Secondo la ricerca condotta per il periodico dal criminologo AdolfoCeretti, docente dell’Università Milano-Bicocca, esiste il pericolo con-creto che questo tipo di attività attirino “personalità improntate al domi-nio e orientate alla violenza”.Con l’ausilio di una griglia concettuale elaborata in uno studio sulle psi-cologie criminali, sono stati analizzati slogan, simboli e linguaggi delcorpo di questi gruppi, dalla Guardia nazionale italiana alla Guardiapadana, rintracciando un filo conduttore nel “desiderio di dominio”.Molti degli aderenti hanno un passato nelle forze dell’ordine o nell’eser-cito, indossano divise paramilitari e si propongono, come recita lo slogandella Guardia nazionale italiana, “di ripulire l’Italia dal marcio che vi siannida”.Si tratta, nella maggiorparte dei casi, di un processo che spinge i cittadi-ni verso un sentimento di diffidenza e paura, suscitando così un deside-rio di protezione che questi gruppi colmano, a tutto discapito di una cul-tura dell’integrazione.

S.D.C.

Uno studio del periodico Mente & Cervello rivela cosa sicela nella psicologia dei cittadini che aderiscono alle ronde

Gruppo di immigrati Mons. Giovanni Nervo

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Settembre 2009 6ATTUALITA’

Rapporto OCSE sul benessere dei bambini

L’aula consiliare del Comune diTrepuzzi ha ospitato lo scorso 11 set-tembre, l’incontro che ha avuto lo

scopo di salvaguardare, tutelare e prevenireforme di violenza e di discriminazione cheancora oggi coinvolgono molte donne.Attraverso un excursus storico, si è cercato dicapire come le mutilazioni genitali femminilisiano state considerate nelle diverse società,un aspetto normale della vita delle donne.

Chiamate anche circoncisione femminile,le mutilazioni solo negli anni Settanta con imovimenti femministi, hanno assunto il lorovero aspetto negativo. "Al di là però, della ter-minologia con cui sono state indicate, sostieneMaria Rosaria Nicifero, presidentedell’Ass.I.D.eA., l’unica cosa certa è che que-ste pratiche disumane legate all’onorabilitàdella donna, non sono mai state introdottedalla religione islamica. Nessun riferimentocompare nel Corano. In realtà, queste pratichesono un vero e proprio strumento di controllosulle donne”.

La speranza viene posta nella contamina-zione culturale che scaturisce dalla societàcontemporanea.

"Solo attraverso la conoscenza si può farcapire alle donne che rinunciare alle mutila-zioni genitali, non vuol dire rinunciare ai pro-pri valori."

Di significativa importanza nel corso del-l’incontro, sono stati gli interventi di due donne,un’artista keniota e una ragazza somala. "E’strano pensare come una madre possa portarela propria bambina a subire simili atrocitàsapendo che potrebbe anche morire. È stranopensare, quanto sia normale accettare la

morte, la malattia, la mutilazione della propriafiglia. Ci dovrebbero essere libri informativisu questo argomento, ma non in inglese ofrancese, dovrebbero essere scritti nei dialettidei paesi in cui vengono praticate le mutila-zioni. Le donne dovrebbero leggere ed essereinformate sui pericoli a cui vanno incontro."Un’ accurata descrizione della pratica di muti-lazione genitale, viene fatta dalla ragazzasomala che, nonostante la scarsa padronanzadella lingua italiana, dipinge situazioni surrea-li, dolori insopportabili per chi è lontano daquesta cultura. Bambine dai 6 anni in su, ven-gono legate, bloccate durante questi interven-ti, condannate a perdere per sempre la lorofemminilità, la loro dignità e a soffrire permolti mesi. Abitudini quotidiane ed esigenzebiologiche vengono per sempre modificate. Apraticare le operazioni, sono le donne anzianedel villaggio, con strumenti a dir poco rudi-mentali, con lame usate per più interventi,senza alcuna garanzia igienica.

Preoccupazione, è stata manifestata dallavice presidente della Provincia di Lecce,Simona Manca. "La società multietnica in cuiviviamo, porta all’espansione del fenomeno inpiù paesi. Se da un lato si verifica una ridu-zione dei casi rispetto alle madri che hannogià subito le mutilazioni, dall’altro non si puòignorare la mescolanza culturale in cui vivia-mo. Il problema non è solo di salute, ma anchedi violazione dei diritti umani. Quella controle mutilazioni genitali femminili, è una guer-ra, e per vincere dobbiamo coinvolgere neces-sariamente anche gli uomini, i primi artefici diuna simile cultura".

Laura Mangialardo

Secondo l'ultimo rapporto OCSE“Garantire il benessere dei bambini” laspesa pubblica che i paesi dell'OCSE

dedicano mediamente ai bambini fino al lorosesto anno di vita rappresenta non più del25% della spesa totale per l'infanzia. Sipotrebbe invece ottenere un miglioramento alungo termine della salute, dell'istruzione edel benessere dei bambini se la spesa pubbli-ca fosse più equilibrata tra la prima infanziae l'adolescenza.La spesa del governo italiano per i bambinisi situa molto vicino alla media globaledell'OCSE. Il deficit è tuttavia grande quan-do si osservi il dato sulla spesa per i bambi-ni piccoli, dove l'Italia spende l'80% dellamedia OCSE.

I bambini italiani hanno inoltre rendimentipeggiori dei loro coetanei di altri pesi inmolte aree di rilievo per la misura del benes-sere. Il redito familiare medio è relativamen-te baso secondo gli standard dell'OCSE e itassi di povertà infantile sono relativamenteelevati. Il tasso di povertà in Italia è infattidel 15,5%, a fronte di una media OCSE del12,4.

Tutti pazzi per internet: quando l'accesso alla rete diventa "eccesso"Nasce negli Stati Uniti la prima

clinica dedicata alla cura dell'internet-dipendenza

L'utilizzo costante del computer a scopodi intrattenimento rientra in un fenome-no culturale adolescenziale, ma è pur

vero che molti giovani incorrono nel rischio diabusarne e allora l'Accesso alla rete diventa unEccesso di rete. E' di poche settimane fa lanotizia della nascita in America di ReStart, ilprimo centro specializzato nella cura della"dipendenza da internet". Al pari di fumo,droga e gioco d'azzardo, internet può determi-nare dipendenza: dalla esigenza di assumere"dosi" sempre maggiori per raggiungere unostato di soddisfacimento, fino allo stadio in cuiil "consumo" non è più vissuto come unmomento di piacere ma è l'astinenza a crearedisagio. Per molti, l'uso di Internet, non costi-tuisce solo un modo per intraprendere nuoveconoscenze e coltivare on-line quelle già pre-senti, ma uno strumento per accrescere il pre-stigio sociale all'interno del gruppo. Spesso, iragazzi che per natura sono più timidi e intro-versi, assecondano la loro indole riservata etrovano in rete quella competenza sociale equella possibilità di scambio che non riesconoad ottenere nella vita quotidiana, di conseguen-za trascorrere il tempo on-line diventa più gra-tificante e più allettante che frequentare perso-ne reali. La rete infatti ha la capacità illusoriadi rispondere a molti bisogni umani, potendoesprimere emozioni, sentendosi, al contempoprotetti. Nelle stanze virtuali delle chat si puòsperimentare la propria identità in tutte le suesfumature, cambiando l'età, la professione epersino il sesso di appartenenza, ascoltando lereazioni degli altri e maturando delle convin-zioni, attraverso il confronto con altre persona-lità più o meno reali. La prima tappa verso larete-dipendenza si caratterizza per comporta-menti ossessivi, quali controllo ripetuto dellaposta elettronica durante la stessa giornata eper il progressivo aumento del tempo trascorsoon-line con crescente senso di malessere quan-do si è scollegati, fino a quando la dipendenzaagisce ad ampio raggio dannenggiando la vitascolastico-lavorativa e quella delle relazionisociali reali. Per prevenire e ridurre i rischi diun uso scorretto della rete sono auspicabilicampagne di sensibilizzazione da parte delleistituzioni rivolte alle famiglie, e una maggioreattenzione ai comportamenti ed alle abitudinidei giovani da parte dei genitori e della scuola.Adolescenti e bambini dovrebbero limitare iltempo trascorso in Internet ed integrare espe-rienze di comunicazione reale, al fine di evita-re di sviluppare delle abilità emotive e socialiche, in questo caso, risulterebbero limitate odeformate rispetto a quelle poi richieste peradattarsi nella vita reale.

Anna Lucia Sabetta

“Io sono contro le MGF!”Conoscere le mutilazioni genitali femminili per prevenirle,

questo il tema dell’iniziativa promossa da Arci Solidarietà in collaborazione con Csv Salento

Per ridurre le disuguaglianze sociali gli Stati dovrebbero aumentare la spesa per i bambini sotto i sei anni,

ad oggi ferma al 25% della spesa totale per l'infanzia

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Settembre 2009 7ATTUALITA’

In carcere mai così tanti suicidi

Trentotto anni, avvocato, docente di dirittonelle scuole superiori, assessore alla pubblicaistruzione e alla promozione del turismo e del

territorio al Comune di Surbo, con una figlia di 3anni, Filomena D’Antini Solero è il neo assessorealle politiche sociali e alle pari opportunità dellaProvincia di Lecce nella giunta di Gabellone. Il suo approccio con le politiche sociali?“Non è recente, perché negli anni di esperienza nel-l’amministrazione o all’opposizione nel Comune diSurbo ho avuto stretti rapporti con le associazioniimpegnate nel sociale e di volontariato”. Come vede il rapporto tra politica e volontariato? “La politica deve ascoltare con orecchio attento ilvolontariato, che è il mondo della realtà e dei biso-gni. Deve parlare al volontariato, per comunicarecome essa muove il sistema governativo. Deve esse-re uno strumento in favore della qualità sociale”. Qual è la programmazione della nuova ammini-strazione nel settore delle politiche sociali?“Innanzitutto devo dire che è stato molto interessan-te il primo incontro di osservazione della bozza delnuovo Piano Regionale, per la definizione e attuazio-ne dei Piani di Zona e più in generale per la pro-grammazione del Sistema Integrato di interventi eservizi sociali da realizzare in ogni ambito territoria-le, nonché per l’attribuzione della funzione di coor-dinamento delle attività di programmazione e di rea-lizzazione della rete delle attività socio-assistenziali.Saremo impegnati con un ruolo attivo da parte dellaProvincia e seguiremo passo passo tutte le fasi”.

Altre questioni di interesse del volontariato?“Riguardo al trasporto scolastico dei diversamenteabili nelle scuole secondarie, siamo riusciti a inter-pretare e definire le competenze territoriali: delegitti-mate le Province, secondo quanto stabilito dallarecente sentenza del maggio 2009, per la fascia di etàdella scuola secondaria spetta alle ASL l’organizza-zione del trasporto sia scolastico che riabilitativo. LaProvincia interviene con un co-finanziamento. Più ingenerale, la linea di questo assessorato parte da unafase di incontro con tutti gli ambiti territoriali, con laconsulta per l'handicap e con il coordinamento inter-istituzionale, con l’obiettivo di raccogliere le istanzedelle associazioni che meglio monitorano le esigen-ze, e prosegue con una fase progettuale e di verificadell’Osservatorio Provinciale. Attiveremo inoltre ilcentro risorse per la famiglia e i servizi per videolesie audiolesi. Opereremo direttamente laddove gliinterventi saranno di competenza della Provincia, incaso contrario, agiremo nel ruolo di interlocutori”.

Silvana Sarli

Sovraffollamento e non solo.L'allarme per la drammaticasituazione delle carceri italiane

si arricchisce ogni giorno di datiinquietanti. Gli ultimi - non purtrop-po per drammaticità - provengonodalla rivista online Ristretti Orizzontiredatta da detenuti, detenute e volon-tari della Casa di Reclusione diPadova e dall'Istituto di PenaFemminile della Giudecca, che ognianno compilano il dossier "Morire incarcere", liberamente consultabile sulsito www.ristretti.it.

Numeri da record, quelli di que-st'anno, dietro i quali si nascondonovolti e storie di vite spezzate dietro lesbarre.

Da gennaio ad agosto 48 detenutisi sono tolti la vita, 18 in più rispettoai primi 8 mesi dello scorso anno e 20in più rispetto allo stesso periodo del2007. Di questo passo a fine annoarriveremo a un numero di suicidisuperiore a 70, un triste "primato",mai registrato nelle nostre galere.

Il più giovane dei detenuti suicidiera un 19nne tunisino, ma ben 17 ave-vano tra i 20 e i 30 anni, a riconfermache i giovani sono i soggetti più "arischio" in carcere, a differenza del"mondo libero", dove sono maggior-mente le persone mature o anziane aduccidersi. 28 dei suicidi erano italianie 20 stranieri, 2 le donne.

Ma l'orrore delle carceri nonconosce sosta: di qualche giorno fa lanotizia che un detenuto di 42 anni èmorto dopo un mese di sciopero dellafame nel penitenziario di Pavia; unavicenda che ricorda da vicino quelladi Ali Juburi, 40enne iracheno dece-duto nell'agosto 2008, dopo ben 80giorni di digiuno nel carcere diL'Aquila.

Entrambi stranieri, entrambisenza famiglia in Italia e senza dena-ro per garantirsi una adeguata difesa(Juburi era in carcere perché accusatodel furto di un telefonino!), entrambiprotestavano la loro innocenza rifiu-tando di nutrirsi... chissà sel'Amministrazione Penitenziaria clas-sificherà la loro morte come "suici-dio", ma noi preferiamo scrivere vici-no ai loro nomi "morti per fame".

Daria Caione

Nel 2009 48 morti in soli ottomesi. Un record. I dati del dossier"Morire in carcere" della rivistaonline Ristretti Orizzonti

Politiche Sociali, ecco il ruolo della ProvinciaIntervista al neo Assessore alle politiche sociali e pari opportunità

della Provincia di Lecce Filomena D’Antini Solero

L’ictus è una di quelle malat-tie che non danno preavvisoe colpiscono all’improvviso

provocando danni, temporanei opermanenti, che possono comun-que essere notevoli ed è per questoche si deve giocare d’anticipo conla prevenzione e le cure giuste.

Oggi una nuova molecola sco-perta in laboratorio potrebbe scon-figgere questo male. La molecolain questione si chiama “dabigatran etexilato” ed è statapresentata al Congresso Europeo di Cardiologia (ESC)tenuto a Barcellona i primi giorni di settembre. Questofarmaco è stato creato per i cardiopatici colpiti dafibrillazione atriale che sono i soggetti più a rischio perl’insorgenza dell’ictus.

E’ un farmaco che rivoluziona del tutto le terapie edè frutto di una ricerca molto ampia che ha interessato18.113 pazienti in 44 paesi, Italia compresa. Questamolecola si è rivelata molto efficace ed infatti ha ridottoi casi di ictus 34% e del rischio di morte del 12%.

La fibrillazione atriale è una paralisi temporaneadell’atrio che provoca un ristagno di sangue, che puòformare dei piccoli coauguli che quando entrano in cir-colo vanno ad ostruire i vasi. Quando l’ostruzione inte-ressa il cervello si parla di ictus. I pazienti che soffro-no di fibrillazione atriale hanno una probabilità 7 volte

maggiore di esserne colpiti.Le terapie classiche mirano arendere il sangue più fluido,in modo che non si forminocoauguli durante il ristagno. Ipazienti cardiopatici sottopo-sti a queste cure non hannocomunque vita facile perchènon possono fare attività fisi-ca, devono seguire un’ali-mentazione specifica e sotto-

porsi a continui esami del sangue. Altra terapia a cui i pazienti possono ricorrere è

quella che si effettua presso l'XCell-Center con ilricorso alle cellule staminali. Si prelevano le cellulestaminali dal midollo osseo del paziente, estratto dal-l'osso iliaco (cresta iliaca), per poi trapiantarle nell'or-ganismo alcuni giorni più tardi. Le cellule trapiantatesono in grado di trasformarsi in diversi tipi di cellule erigenerare il tessuto danneggiato.

Oltre a questo innovativo trattamento, che sfrutta ilpotenziale di autoguarigione dell'organismo delpaziente, al fine di stimolare la rigenerazione o la ripa-razione, oggi si potrà usufruire anche di questa nuovamolecola e non ci saranno controindicazioni: le dosisono fisse, due pillole al giorno, e non vi è bisogno dicontrolli continui.

Mimina Sergi

La molecola salvavita che sconfigge l'ictusPresentato un nuovo farmaco destinato a cambiare radicalmente

la prevenzione dell' ictus nei pazienti con fibrillazione atriale

Filomena D’Antini Solero e Palazzo dei Celestini

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Costruire un sistema di servizi sociali e sociosanitari teso al migliora-mento della qualità della vita, delle condizioni di benessere e che pri-vilegia la vicinanza con i cittadini è tra gli obiettivi del secondo

Piano Regionale delle Politiche Sociali (2009-2011). Per il nuovo Piano ilmaggior livello complessivo di conoscenza del sistema di welfare, nelle suearticolazioni territoriali, si mostra più capace di indicare priorità di interven-to, rispetto alle quali promuovere una maggiore concentrazione delle risorsefinanziarie e degli sforzi attuativi in tutti gli Ambiti territoriali sociali.

Il Piano Regionale delle Politiche Sociali si pone, inoltre, come stru-mento di integrazione tra politiche di settore avviate o potenziate negli ulti-mi anni, ma anche come strumento di connessione tra piani e programmidiversi per fonti di finanziamento e tipologia di attività, ma omogenei perfinalità generale, quella di accrescere l’attrattività dell’intero territorio regio-nale in termini di qualità della vita e opportunità di inclusione sociale.

Con questo documento prende avvio il secondo triennio (2009-2011) diprogrammazione sociale e sociosanitaria regionale, con la certezza che que-sto nuovo processo muove i suoi primi passi in un contesto regionale signi-ficativamente innovato su diversi piani: dal punto di vista normativo con seileggi e cinque regolamenti, dal punto di vista strategico e metodologico peril raccordo con il FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) e con l’FSE(Fondo Sociale Europeo) che mettono in campo la possibilità di una dota-zione infrastrutturale significativa.

Semplice e snello si presenta la bozza del nuovo piano regionale artico-lato in cinque parti:• una prima parte dedicata alla descrizione del contesto regionale così come

fotografato nel momento di transizione tra il primo e il secondo ciclo diprogrammazione sociale regionale e alla illustrazione dei risultati rag-

giunti insieme alla criticità rilevate;• una seconda parte dedicata alla definizione delle strategie per il triennio

che va a cominciare, finalizzate a dare stabilità al sistema integrato diinterventi e servizi sociali e sociosanitari e, insieme, ad individuare ele-menti innovativi sia sul versante dell’assetto istituzionale che su quellodell’assetto operativo;

• una terza parte dedicata alla programmazione sociale per macrotipologie diintervento, rivolta a fissare obiettivi di servizio regionale, verso cui tende-re con i Piani Sociali di Zona di tutti gli ambiti territoriali sociali, al finedi dare un tratto di omogeneità, di equità distributiva e di pari opportunitàdi accesso a tutti i welfare locali che compongono il welfare regionale;

• una quarta parte riservata alla ricostruzione del quadro complessivo dellerisorse finanziarie disponibili per il finanziamento della seconda triennali-tà di programmazione sociale degli Ambiti territoriali sociali, che offreimportanti indicazioni operative volte ad assicurare a ciascun Ambito ter-ritoriale la necessaria dotazione finanziare per la programmazione a regi-me dei servizi che concorrono al perseguimento degli obiettivi di serviziassegnati, ma anche per dare continuità ai servizi già avviati, nel periododi transizione tra il I e il II triennio, in relazione allo stato di utilizzo dellerisorse e alla effettiva capacità di spesa degli stessi Ambiti;

• una quinta parte dedicata, infine, alla innovazione degli assetti istituziona-li e organizzativo-gestionali per favorire una governance più matura e perraggiungere obiettivi di integrazione sociosanitaria ampiamente condivisie a lungo inseguiti, la cui concretizzazione è ormai imprescindibile e inde-rogabile, insieme al superamento di tutti quegli elementi di criticità chehanno non di rado costituito un freno alle possibilità reali di costruzionedei sistemi di welfare locali in molti ambiti territoriali.

Settembre 2009 8DOSSIER

Il nuovo Piano Sociale Regionalea cura di Serenella Pascali

Prende avvio il secondo triennio di programmazione delle politiche sociali pugliesi in uno scenario molto diverso: sei nuoveleggi e cinque regolamenti mettono in ordine le politiche sociali regionali. Molte le novità: dagli obiettivi di servizio, al cofi-nanziamento “forte” dei Comuni, a procedure più robuste e snelle, al ruolo più chiaro del Terzo settore.

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Si prospetta breve e intenso l’iter che porterà alla definizione e alla appro-vazione del secondo Piano regionale per le politiche sociali. Dopo la primariunione della commissione regionale per le politiche sociali, svoltasi a

Bari lo scorso 23 luglio, si infittiscono gli appuntamenti territoriali per la rilettu-ra critica e la raccolta dei suggerimenti. Nel frattempo, le strutture regionalidell'Assessorato alla Solidarietà continueranno a lavorare per la elaborazionedelle parti corollarie ancora mancanti, per la verifica dei dati statistici, nonchéper completare il dispositivo finanziario e gli indirizzi per la stesura del pianosociale di zona.

Come d'accordo con i componenti della Commissione Regionale PoliticheSociali (art. 65 della l.r. n. 19/2006), l’Assessorato alla Solidarietà è impegnatoad avviare una fase di ascolto e coinvolgimento del partenariato sociale e istitu-zionale, di livello regionale e locale per la lettura, la condivisione e la revisionecritica delle proposte contenute nel testo attuale del Piano, nella convinzione chetale lavoro di ascolto non possa che arricchire il documento finale che sarà sot-

toposto all'attenzione della Giunta Regionale entro fine settembre.Proprio in questi giorni si sono conclusi i sei appuntamenti con le Province

e con tutti (45 in totale) gli ambiti territoriali per la discussione delle parti salien-ti e per la raccolta dei contributi per la stesura. A tale scopo le strutture tecnichedell’assessorato hanno predisposto e diffuso un format per agevolare le segna-lazioni e i contributi.

“Non deve trarre in inganno – rassicura l’Assessore Elena Gentile – l’aper-tura di questa fase di ascolto in coincidenza con il periodo estivo.

Da un lato è il periodo in cui tanti addetti ai lavori si prendono una pausa diriflessione, che quest’anno chiediamo di dedicare anche al Piano, dall’altro lato itempi stretti sono l’unica condizione che ci consente di rispettare l’impegno di por-tare in Giunta il Piano per l’approvazione entro fine settembre, ed assicurare che dasubito gli Ambiti territoriali possano attivarsi per predisporre il proprio PianoSociale di Zona. E’ la continuità dei servizi sociali e sociosanitari per i cittadini, e illoro potenziamento, che devono rappresentare per tutti una priorità”.

Settembre 2009 9DOSSIER

Il percorso del Piano

Le OdV salentine contribuiscono al Piano

Una partecipazione corposa e attenta quella delle OdV che nel pome-riggio del 9 settembre hanno partecipato all'incontro promosso dalCSV Salento a Lecce presso la sede di via Gentile n. 1.

Sul tavolo della discussione la bozza del secondo piano regionale dellepolitiche sociali 2009-2011.

Introducendo i lavori il presidente del CSVS Luigi Russo ha salutato conestrema soddisfazione la volontà dell'assessorato regionale alla solidarietàsociale di allargare la base partecipativa nel processo di costruzione delpiano regionale. "Il volontariato che sta acquisendo una sempre più chiaraconsapevolezza della sua identità - ha detto Russo in apertura - può portareun contributo in termini di sviluppo della cultura sociale in una base semprepiù diffusa di cittadini responsabili e costruttori di un welfare plurale; puòaiutare le istituzioni ad individuare nuovi bisogni; può contribuire ad un'a-zione di monitoraggio e valutazione dell'efficacia degli interventi posti inessere dai Piani sociali di zona".

A seguire gli interventi delle due esperte del Gruppo di Assistenza

Tecnica per la Programmazione Sociale della Regione Puglia, PatriziaPagliara e Serenella Pascali: il primo teso ad esporre le maggiori criticitàriscontrate nel precedente triennio/quadriennio di attuazione dei servizisociali dei Piani di zona, il secondo ha esposto la struttura e l'impianto dellabozza fornendo ragguagli e suggerimenti alle associazioni presenti. Tra letematiche affrontate nel dibattito: il ruolo del volontariato nella gestione deiservizi sociali, la composizione del tavolo della concertazione e le modalitàdi candidatura/elezione.

Di rilievo anche le proposte arrivate sul tavolo della discussione: dallacreazione di carte dei servizi per tutti gli Ambiti territoriali, alla creazione digruppi misti per il monitoraggio e la valutazione, all'utilizzo delle procedu-re informatiche per rendere accessibili i servizi a tutti i cittadini, etc.

Dalle proposte pervenute nei giorni successivi l’incontro è stato costrui-to un documento unico di proposte e suggerimenti che è stato inviato allesedi dell’assessorato regionale alla solidarietà sociale.

Più chiaro e definito normativamente, a partire dalla legge regionale 19del 2006 e dal regolamento regionale n. 4 del 2007, il ruolo delle OdV inquesta nuova fase di programmazione sociale assume i contorni sempre

più netti della costruzione reale di un welfare plurale che può concretizzarsisolo attraverso responsabilità e obiettivi condivisi.

Ma quali sono le modalità di partecipazione? Il Piano sociale regionaleparla di tre principali:

concertazione cioè il processo di definizione partecipata delle scelte delsoggetto istituzionale mediante il confronto con le indicazioni e le istanze disoggetti del partenariato istituzionale e sociale; consultazione ovvero la cono-scenza delle opinioni e delle istanze degli stakeholders diretti e indiretti rispet-to ad una politica sociale; coprogettazione cioè il metodo e le prassi volti alcoinvolgimento diretto del numero più ampio ed adeguato di soggetti interes-sati alla realizzazione di un intervento specifico.

Lo stesso Piano specifica poi quali sono le modalità di partecipazione, siain ordine alla programmazione dei servizi e quindi nella fase di predisposizio-ne e/o revisione del Piano Sociale di Zona, sia in fase di attuazione dei servizi.In fase di programmazione il ruolo delle parti sociali deve essere garantito sindal momento iniziale attraverso, come si legge nel piano, la pubblicazione diun avviso di avvio del percorso di programmazione partecipata per la stesuradel piano sociale di zona o dei suoi successivi aggiornamenti. In fase di pro-grammazione, gli Ambiti territoriali sono tenuti alla istituzione del Tavolo dellaConcertazione, meglio se per ambiti tematici. Il Tavolo della Concertazione èun tavolo permanente che ha tra le sue funzioni, non solo quello di fornire, diconcerto con il Coordinamento Istituzionale dell’Ambito gli indirizzi per la ste-sura del piano sociale di zona, ma anche quello di monitorare tutto il processodi programmazione e di attuazione dei servizi. Annualmente, il tavolo dellaconcertazione predispone e diffonde la relazione sociale di Ambito, una valu-tazione dei servizi e della programmazione in atto. Seconda funzione del tavo-lo di concertazione, dunque, oltre alla formulazione degli indirizzi in sede pro-grammatoria, anche quello di monitorare e valutare l’intero processo in itinere.

La Regione dedica un’attenzione particolare alla programmazione parteci-pata con tutto il partenariato sociale, dal Terzo settore alla cittadinanza attiva.

Lo stesso piano sociale regionale in qualche modo rende obbligatoria questafase: “per gli Ambiti territoriali, pertanto, non si tratta meramente di adempie-re ad un precetto amministrativo previsto nell’ambito formale della procedurarelativa alla elaborazione dei Piani di Zona, quanto piuttosto di porre in essereconcretamente quel ruolo di soggetto promotore di cittadinanza attiva che illegislatore costituzionale gli ha assegnato in occasione della riforma del TitoloV della Costituzione”.

E più avanti si legge: “nell’iter complessivo di approvazione del Pianosociale di Zona, il Comune capofila dell’ambito territoriale, dovrà produrretutta la documentazione utile ad attestare l’avvenuto svolgimento di una con-grua fase di concertazione intorno alle scelte strategiche adottate e declinate nelPiano sociale di Zona che viene proposto all’approvazione. L’assenza di dettadocumentazione costituirà concreto pregiudizio alla valutazione positiva delpercorso e del Piano sociale di Zona, perché difforme dai principi fin qui decli-nati e dagli adempimenti fissati dalla normativa regionale vigente”.

Il ruolo del volontariato nel nuovo Piano

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Settembre 2009 10DIRITTI

Pubblicato il nuovo manualecontro il traffico di esseri umani

Festeggiamenti e riflessioni si sono alter-nate a Firenze per ricordare un importan-te compleanno: quello di Emergency.

L’Associazione fondata da Gino Strada fa iconti ragionando sul passato, sul presente e suquello che sarà il futuro della cooperazioneinternazionale.

Sono passati 15 anni da quando, nel 1994,Emergency intervenne per la prima volta in unRuanda devastato dalla guerra civile.

In tutto questo tempo, i suoi medici hannocurato gratuitamente quasi tre milioni e mezzodi persone in diversi Paesi tra cui l’Afghani-stan, l’Algeria, la Cambogia, l’Iraq e moltialtri, un primato sicuramente triste.

C'è tanta soddisfazione per l'operato diquella che oggi è una delle più importanti Ong,ma nello stesso tempo la sconfortante consape-volezza di un mondo ancora tristemente deva-stato dalle guerre. “Quello del volontariato,

dichiara Giuseppe Villarusso, coordinatore deivolontari di Emergency, è un lavoro moltoimportante. È fondamentale per il più giustoprogresso sociale, ciò non toglie che non puòsostituire le mancanze dei governi. Non si puòinfatti pensare che i volontari in sé possanocambiare la situazione attuale, anche a livellomondiale. Sono infatti le politiche internazio-nali le prime a dover cambiare. Quello delvolontariato, della donazione all’altro, dovreb-be tuttavia essere uno strumento di educazione,una materia da insegnare nelle scuole, esatta-mente come l’educazione civica”.

Qual è stato il ruolo di Emergency intutti questi anni di volontariato internazio-nale?

Sicuramente è stata una presenza molto atti-va sul territorio. Il suo lavoro non si vede solonella cura dei feriti di guerra e dei malati, maanche nella costruzione di ospedali e un aspetto

da non escludere è quello della comunicazione.Emergenzy ha cercato in questo tempo di diffon-dere una cultura differente, legata al concetto dipace e di rispetto per gli altri.

Cosa ne pensa delle polemiche di caratte-re prettamente economico, sorte intorno almondo del volontariato?

Dico che quella della raccolta fondi è la nor-malità, anche Emergency lo fa e non potrebbefare altrimenti. Ci sono però dei paletti. Noi, adesempio, non abbiamo una struttura camaleonti-ca, ma dai fondi che riusciamo a raccogliere, uti-lizziamo al massimo il 10% per spese ammini-strative. Il restante 90% viene investito nel pro-getto scelto dai nostri sostenitori.

È necessario avere il pieno rispetto per leassociazioni che raccolgono fondi, la realizza-zione dei progetti di volontariato dipendeanche da questo.

Laura Mangialardo

Il 28 agosto, presso il Centro Conferenze delle Nazioni Unite a Bangkok,l’UNODC (United Nations Office on Drugs and Crime) ha pubblicato unnuovo manuale per i professionisti di giustizia penale internazionale che

aiuta a prevenire, combattere e punire il traffico di esseri umani. Un notizia rassicurante arriva dal “Rapporto globale dell’UNODC sul

traffico di persone”, pubblicato nel febbraio 2009: il numero di condanne ditrafficanti di esseri umani è, infatti, in aumento, ma comunque non in pro-porzione al fenomeno. Le ragioni del basso numero di condanne riguardanoproprio l’assenza in alcuni paesi di una legislazione anti-traffico e l’incapaci-tà di tradurre in azione concreta la legislazione sul traffico di esseri umani daparte delle forze dell’ordine. Inoltre, le azioni giudiziarie a volte non hannosuccesso a causa della mancata cooperazione delle vittime con il sistema digiustizia penale dovuta alla paura di minacce e intimidazioni da parte deglistessi trafficanti.

Il manuale è unico per vari motivi: innanzitutto è basato sulla“Convenzione delle Nazioni Unite contro il crimine organizzato transnazio-nale” e il suo “Protocollo per prevenire, reprimere e punire la tratta di perso-ne, specialmente donne e bambini”. In secondo luogo il manuale forniscerisposte basate su un approccio orientato alla vittima. Infine, il contenuto deimoduli è basato su esperienze di vita reale di oltre 45 giudici, pubblici mini-steri, investigatori, accademici e rappresentanti di organizzazioni non gover-native e intergovernative di tutto il mondo.

Il “Manuale contro il traffico degli esseri umani per i professionisti di giu-stizia penale” è stato definito dall’ambasciatore statunitense Luis CdeBaca come“uno strumento indispensabile che elabora una serie di procedure applicabili inogni fase della risposta penale al traffico di persone e rappresenta una guida pra-tica ed un utile mezzo di formazione rivolto ai professionisti”. “La diffusione alpubblico di questo manuale è giunta in un momento critico di crisi dell’econo-mia globale che ha aumentato la vulnerabilità delle persone che sono nelle manidei trafficanti di esseri umani”, ha affermato ancora l’ambasciatore. Egli haaggiunto come un’effettiva attuazione di una legislazione anti-traffico sia fon-damentale per porre fine all’orrenda pratica di schiavizzare le persone al fine disfruttare i loro servigi per trarne profitto.

Per capirne l’utilità basti pensare alle migliaia di persone che approdanosui nostri territori e a chi ha fruttato la loro condizione, alla gente portata inItalia con la promessa di un lavoro e poi venduta sulle strade.

Sara D'Arpe

Uno strumento indispensabile per la giustizia penale internazionale

Parte da Tricase il progetto sperimentale “Banca della salute”

In una pen drive tutti i dati clinici dei pazienti

Èpartito lo scorso 22luglio a Tricase il pro-getto sperimentale

“banca della salute”, che con-sentirà al cittadino di averesempre con sé e a portata diclic, tutte le informazioni rela-tive alla sua salute. Ideata dallaI & T di Lecce e nato dalla col-laborazione tra l’azienda ed icomuni di Salve e Tricase, la“banca della salute” è un servi-zio innovativo nel contestonazionale e rappresenta un passo in avanti verso una sanità in cui l'utentediventa il fulcro del sistema di raccolta e gestione delle informazioni clini-che. D’ora in poi basterà, infatti, recarsi presso il centro CAPSDA (Centrodi Accesso Pubblico ai Servizi Digitali Avanzati) del Comune per ottene-re, con l’aiuto di un tutor, la digitalizzazione dei propri dati sanitari. Ilmetodo è, allo stesso tempo, di straordinaria semplicità ed efficacia.Consiste nello scansionare i referti sanitari del paziente, siano essi sempli-ci analisi di laboratorio o tac e radiografie e inserirli, assieme alle relativeinformazioni, riguardanti ad esempio, data e tipo, in un'apposita pen drive:l’articolato software presente al suo interno, provvederà a organizzarli eordinarli. L’applicativo si suddivide in due parti, una per le emergenze el’altra contenente l’intera cartella clinica. La prima consentirà, al persona-le sanitario, nei casi d’urgenza, di avere immediatamente a disposizionetutte le informazioni cliniche rilevanti, come generalità, riferimenti, grupposanguigno, patologie, allergie, terapie seguite. Il tutto in maniera oggettivae senza dover “interrogare” il paziente, che potrebbe trovarsi in stato con-fusionale se non addirittura nell’impossibilità di comunicare. Basterà inse-rire la penna nell’apposita porta USB del pc e pigiare il bottone delle emer-genze. L’altra parte, più complessa, contiene l’intero curriculum sanitariodel paziente, è crittografata e accessibile solo tramite la password persona-le che il titolare avrà scelto. In essa potranno essere consultate, in manierasemplice e veloce, le informazioni generali o selezionare quelle relative auna singola patologia e a un determinato tipo di referto, come esami radio-logici o analisi di laboratorio, nella loro generalità o con riferimento a undeterminato periodo o a una determinata parte del corpo.

Silvana Sarli

Tanti auguri Emergency!Grandi personaggi dello spettacolo hanno partecipato alla Festa nazionale di Emergency: la gioia dell’incontro

è stata però offuscata dalla triste scomparsa di Teresa Sarti Strada, suo presidente.

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Settembre 2009 11MINORI

Un progetto che segna ladifferenza rispetto allemisure correttive messe in

atto dalla scuola nell’ultimo annoe che va nella direzione del coin-volgimento responsabile deiragazzi e delle istituzioni. È cosìche è stato pensato il progettoregionale per contrastare e conte-nere il fenomeno del bullismo inPuglia. Ad attivarlo una vera epropria task force di enti che giàda mesi concordano strategie damettere in atto nel prossimo annoscolastico, nell’ambito dell’Os-servatorio LEgeS - LaboratorioEducativo Giovani e Società, isti-tuito dall’Ufficio ScolasticoRegionale.

Punto di forza del progetto lasinergia tra più enti istituzionali enon (regione, ufficio scolasticoregionale, centri di servizio, asso-ciazioni di volontariato) con lafinalità di riutilizzare il tempo deiragazzi a cui è stata comminatauna sanzione per motivi di bulli-smo per finalità sociali, affiancan-do le associazioni di volontariatonelle loro attività ordinarie, inve-stendo il tempo nel potenziamentodell’intelligenza emotiva e rela-zionale dei ragazzi.

La scelta alternativa che que-sto progetto tende ad individuare èil riutilizzo del tempo del ragazzoa cui è stata comminata la sanzio-ne: il tempo non lasciato alla suadiscrezionalità, ma utilizzato perdiffondere la cultura della respon-sabilità sociale e per promuoverel’integrazione sociale. Questotempo può identificarsi, ad esem-pio, nel tempo indirizzato in attivi-tà di volontariato, così come piùvolte sancito dalla legge regionale19/2006, che, attraverso le proprielinee di indirizzo promuove lo svi-luppo della “intelligenza emoti-va”, costruita sulla conoscenzadelle proprie emozioni, sul ricono-scimento delle emozioni altrui,diventando funzionale all’eserci-zio dell’autocontrollo, alla tolle-ranza alla frustrazione e al poten-ziamento delle abilità relazionali.

Come funziona? Un’Unità divalutazione costituita ad hoc per icasi di bullismo a livello provin-ciale, esamina il caso, stabilisce latipologia di intervento commisu-rata al comportamento sanzionabi-le e individua l’associazione di

volontariato presso cui dovrà eser-citare l’azione “riparatrice”. Aquesto punto il ragazzo è pronto asvolgere la sua attività di volonta-riato non prima di aver sottoscrittoun patto etico.

Il patto tra studente “sospeso”e organizzazione di volontariatoha la finalità di evitare che l’allon-tanamento temporaneo dalla scuo-la si trasformi in una scelta defi-nitiva e di promuovere il contattocon esperienze di vita alternativealla scelta di violenza, aggressivi-tà o prevaricazione, con l’obietti-vo ulteriore di prevenire fenomenidi dispersione scolastica che spes-so seguono alle sanzioni discipli-nari. Così ai classici giorni disospensione corrispondono mesidi attività volontaria presso orga-nizzazioni che si occupano di sog-getti fragili o che tutelano l’am-biente, il patrimonio o che pro-muovono cultura e benessere sulterritorio. La tabella è chiara: adun giorno di sospensione corri-sponde un mese di attività volon-taria, tre giorni equivalgono a tre

mesi e 15 giorni di sospensionecorrispondono a sei mesi.

Le associazioni di volontariatosaranno invitate a partecipare alprogetto attraverso un avviso diManifestazione di Interesse chesarà pubblicato a brevedall’Assessorato alla Solidarietà eche transiterà attraverso i CSVpugliesi.

“Già da un paio d’anni – affer-ma l’assessore regionale alla soli-darietà sociale Elena Gentile –abbiamo intercettato la problema-tica del bullismo come centralenella prevenzione di fenomeni chepossono degenerare in vere e pro-

prie situazioni di microcriminali-tà. È per questo che come Regionee Ufficio Scolastico abbiamovoluto attivare un Osservatorioregionale, non solo per metteresotto la lente d’ingrandimento ciòche accade in Puglia, ma per atti-vare un sistema pedagogico e rela-zionale attento al disagio e allaproblematicità infantile e pubera-le. Anche da queste considerazioniè nato, grazie alla sinergia conl’Ufficio Scolastico Regionale, ilprogetto ‘La Scuola per la legali-tà’ che a breve vedrà coinvoltimolti poli scolastici pugliesi”.

Daria Caione

Un progetto regionale per contenere il fenomeno del bullismoUna vera e propria rivoluzione nei rapporti educativi e scolastici: le sanzioni trasformate in attività per il volontariato.

Accordo tra Regione, Ufficio scolastico regionale e Centri servizi al volontariato

Centralità dell’ascolto nell’educazione

Quanto è importante per un giovane incontrareadulti, oltre alla famiglia, che come insegnan-ti, allenatori, catechisti, educatori vivano il

giovane come proprio, come qualcuno che gli vieneaffidato. Non in una logica di possesso o di comandoma in una logica di valorizzazione. Chi educa nondovrebbe smettere di stupirsi, come non dovrebbesmettere di amare il proprio mestiere. Avere a cuore igiovani, senza superficialità o aggressività nel mododi relazionarsi, per non creare ferite, vuoti, rabbiedistruttive che non aiutano a crescere. Avere a cuore ilragazzo/a per conoscerlo prima di tutto, per cogliernela bellezza e la contraddittorietà riuscendo a starcidentro.

I figli hanno bisogno di essere guardati dai genito-ri per essere compresi sul serio. Significativo quantoemerso in un gruppo di lavoro svolto con dei giovaniparlando degli adulti. “Spesso gli adulti non ti ascolta-no perché hanno le loro cose da fare. Gli adulti tidanno il loro parere quando ancora non hanno capitoqual è il tuo problema”. Di fronte a ragazzi sfacciati,provocatori, aggressivi è facile come adulti caderenella trappola del giudicare o dell’usare la stessa arma.Per capire veramente serve pensare che dietro allemaschere negative si cela spesso sofferenza, assenzadi affetto e di attenzione, che hanno bisogno di tempoe dedizione per trasformarsi nuovamente in fiducianegli altri. Il comportamento degli adolescenti, deigiovani, non può essere letto al di fuori del propriocontesto di vita e chi educa deve saper andare oltre.Oltre ciò che si vede, per trovare un perché. Di fronte

ai comportamenti negativi dei figli i genitori dovreb-bero percorrere una strada che non ha l’obiettivo ditrovare subito una strategia di soluzione ma piuttostodi porsi delle domande per capire il senso dei com-portamenti stessi. Quando come genitori cogliamo ilsenso delle cose è più facile individuare possibili solu-zioni. Il cuore ti fa andare oltre, ti fa chiedere qualisiano i motivi di certi comportamenti. E' importanteche gli adulti tornino a “perdere tempo per gli adole-scenti” ascoltando i loro racconti e i loro sogni, accet-tando anche i loro silenzi. Non si tratta di scusare tuttii comportamenti, anzi a volte i giovani chiedono fer-mezza educativa e richiami. Ma la regola senza vici-nanza e condivisione non viene accettata dal giovaneperché vissuta solo come controllo.

Luigi Conte

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Settembre 2009 12DISABILITÀ

Vela e solidarietà: ecco la for-mula che contribuisce a supe-rare le diversità fisiche, men-

tali e sociali. Ma non solo. A questo vaaggiunto l’indiscutibile valore tera-peutico dell’andare per mare, sia chelo si faccia per divertimento che peragonismo. Dalle ricerche condottedalla Asl, infatti, tra gli effetti benefi-ci ci sono: diminuzione dello statod’ansia, delle problematiche sociali edell’aggressività, con sensibili miglio-ramenti di autostima e autonomia.

Negli ultimi anni, nel nostro paesesi sono moltiplicate le iniziative velicheche coinvolgono i disabili, con risultatisorprendenti per gli stessi organizzatori.“Siamo nati per una scommessa. Nonimmaginavamo un successo e un’eco diportata internazionale”. A parlare èMauro Pandimiglio, presidente e fonda-tore di Handy Cup, la regata annualeche lo scorso maggio a Porto Ercole haregistrato, per la sua nona edizione, lapresenza di cento persone e oltre qua-ranta equipaggi provenienti da tuttaEuropa.

“Il nostro obiettivo è favorire l’in-tegrazione – ci dice al telefono – nonsolo verso l’esterno, ma anche all’in-terno, cioè tra i disabili. Per questo abordo di una stessa barca, oltre a gentecomune, ci sono persone che vivono

disagi differenti. D’altronde non averegruppi misti significherebbe favorirel’isolamento, e ciò va contro la nostrafilosofia”.

Della stessa opinione è LucaSpagnolo, presidente di “NuoveSperanze” di San Cesareo, l’associa-zione di volontariato che organizza“VelaPazziando”, programma perragazzi con problemi psichiatrici utilea preparare le squadre alla partecipa-zione della regata Brindisi-Corfù. “Lavela ci consente di dimostrare che laconvivenza con disabili in spazi cosìristretti è possibile. E se è possibile inbarca, figuriamoci nella vita di tutti igiorni – sostiene Spagnolo cheaggiunge - L’ostacolo principale daabbattere è il pregiudizio”. Per questonel 2007, grazie all’intervento delCSV, l’associazione salentina ha deci-so che a salire sulle imbarcazioniinsieme ai ragazzi non sarebbe piùstato il personale medico ospedaliero(come nelle edizioni precedenti) mavolontari, per di più assolutamenteestranei alla disabilità. Oggi “NuoveSperanze” sta lavorando a un pro-gramma più strutturato di incontrivelici per disabili da svolgere durantetutto l’anno.

Realtà esemplare e pilota in Italia,nell’utilizzo dello sport della vela

come mezzo di riabilitazione, è quelladi “Matti per la vela” di Genova -come Handy Cup Onlus parte del cir-cuito Unione Italiana Vela Solidale –che organizza attività didattiche e lapartecipazione a importanti eventinautici (a ottobre sarà presente allaBarcolana di Trieste) con team forma-

ti da giovani che soffrono di gravimalattie mentali, seguiti da volontari eskipper.

Per ulteriori informazioni:www.handycup.itwww.mattiperlavela.orgwww.unionevelasolidale.org

Veronica Valente

Chi di vendemmia se ne intendesa che la raccolta dell'uva per ildolce vino passito è tra le più

delicate, bisogna scegliere con cura aduno ad uno ciascun grappolo, control-lando che non vi siano acini difettosi edopo averlo tagliato, adagiarlo delica-tamente nel cestino ben lontano l’unodall’altro. Una tecnica particolare cheè stata brillantemente appresa ed ese-guita da sei ragazzi dell’AIPD(Associazione Italiana Persone Down)di Nardò, tra i filari dell’antica tenutaagricola Li Cuti a Gallipoli nell’ambi-to di uno specifico percorso di forma-zione e inserimento lavorativo pro-mosso dall’associazione con il soste-gno privato dell’azienda salentina.Un’iniziativa che la prossima estateporterà all’inserimento lavorativo diuno di loro. “Per i ragazzi è stata un’e-sperienza faticosa ma appassionante”ha dichiarato Maria Teresa Calignano,presidente dell’associazione. “I ragaz-zi hanno lavorato con entusiasmo eimpegno sotto il sole per tutta la mat-tinata, seguiti dagli educatori e dagliesperti, e sono tornati a casa felici eorgogliosi di aver imparato l’arte dellavendemmia”. Il programma dei lavoriè stato eseguito sotto il controllo delresponsabile dell’azienda GiuseppeCoppola e dell’enologo GiuseppePizzolante Leuzzi. “Abbiamo accoltovolentieri l’invito dell’AIPD a realiz-

zare l’iniziativa – ha dichiaratoGiuseppe Coppola- e con piacereabbiamo concesso ai ragazzi alcunidei nostri filari insegnando loro a rac-cogliere le uve per il passito. I primi didicembre i ragazzi torneranno perl’imbottigliamento del vino chehanno prodotto, si occuperanno anchedell’etichettatura e alla fine porteran-no meritatamente a casa 100 botti-glie”. “Oltre alle etichette previstedalle norme di legge - ha aggiuntoMaria Teresa Calignano- attacchere-mo delle etichette speciali che i ragaz-zi realizzeranno appositamente in que-sti mesi”.

Al tema del lavoro è dedicata la

giornata nazionale delle persone consindrome Down, in programma ilprossimo 11 ottobre. Per l’occasione,l’AIPD di Nardò ha organizzato unconvegno sull’inserimento lavorativodelle persone con disabilità intellettivacon particolare riferimento alla sin-drome Down che si terrà l’8 ottobrenel chiostro di Sant’Antonio a Nardò.La maggior parte delle persone affetteda sindrome Down può, infatti, rag-giungere un buon livello di autonomiapersonale e sociale, e lavorare inmodo produttivo e professionale. Perraggiungere queste competenze fon-damentali per vivere nella società ènecessario che la società stessa impari

però a conoscerli, ad accoglierli e adavere fiducia nelle loro potenzialità.Un percorso che l’azienda Li Cutisostiene da anni, e che è rivolto inambito più generale alle persone condisabilità mentali e fisiche. “Da setteanni all’interno della nostra tenutatrascorriamo le vacanze con clienti indifficoltà - ha commentato Coppola -,sono di una vitalità eccezionale e sonoloro a mettere in difficoltà i nostri ani-matori con la loro energia e allegria.Conosciamo le loro straordinarie qua-lità e non esitiamo a dare la nostra dis-ponibilità anche in un’ottica di inseri-mento lavorativo”.

Silvana Sarli

Il buon vento della solidarietàMare e disabilità: un connubio per abbattere i

pregiudizi e navigare verso una reale integrazione sociale

Una vendemmia davvero speciale

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Settembre 2009 13DISABILITÀ

Le tanto attese Linee Guida per l’integrazio-ne scolastica degli alunni con disabilitàhanno lo scopo di migliorare il processo di

integrazione, sempre nel rispetto dell’autonomiascolastica e della legislazione vigente. Sono natedal confronto con gli esperti e dai dirigenti delMinistero dell'istruzione, dell'università e dellaricerca e in seguito alle insistenti richieste delleassociazioni facenti parte l’Osservatorio perma-nente per l’integrazione scolastica.

La novità non è tanto rappresentata dai con-tenuti, che non apportano innovazioni alla copio-sa normativa, quanto dalla scelta del momento,concomitante ai numerosi mutamenti nella scuolae dalla consultazione delle associazioni nella ste-sura delle Linee Guida.

Nella premessa si insiste molto sul valorepedagogico, sociale e culturale dell’integrazionescolastica, intesa come frutto dello scambio rela-zionale che si realizza restando in classe e come“processo di crescita per gli alunni con disabilitàe per i loro compagni”.

Il testo si suddivide in tre parti.La prima è intitolata “Il nuovo scenario: il

contesto come risorsa” e racconta sinteticamentelo sviluppo della normativa in materia di inclu-sione scolastica, evidenziando l’importanza dellalegge n. 517/77 e della sentenza della Corte costi-

tuzionale n. 215/87, nonché della legge n. 104/92sino alla legge n. 296/08 che esplicita il diritto alrispetto delle “effettive esigenze” dei singolialunni con disabilità.

È interessante notare come questa normativavenga riletta alla luce sia del nuovo principio del-l’autonomia scolastica, sia della Convenzionemondiale sui diritti delle persone con disabilità,sia degli ICF (International Classification ofFunctioning), i nuovi criteri di valutazione delfunzionamento del corpo umano nel contestosocio-ambientale, che hanno superato l’unilatera-le visione sanitaria della disabilità a seguito di un

approccio bio-psico-sociale, più “attento all’inte-razione tra le capacità di funzionamento di unapersona e il contesto sociale, culturale e persona-le in cui essa vive”.

La seconda parte, intitolata “L’organiz-zazione”, ricolloca l’integrazione nel nuovo qua-dro del decentramento del Ministero agli ufficiscolastici regionali, insistendo molto sull’oppor-tunità della costituzione di gruppi di coordina-mento a livello regionale e di Piani di Zona,fermo restando la presenza degli attuali GLIP,come punti di riferimento provinciali degli orien-tamenti regionali. Insiste sull’utilità di raccordifra uffici scolastici regionali e provinciali, ASL,enti locali e scuole, preferibilmente organizzate in“rete”, al fine di migliorare la qualità dell’inte-grazione scolastica.

La terza parte, intitolata “La dimensioneinclusiva della scuola”, scende più in dettaglio,analizzando le buone prassi ed i compiti organiz-zativi prevalenti del dirigente scolastico, quellididattici di tutti i docenti del consiglio di classe,fino a quelli operativi dei collaboratori e dellecollaboratrici scolastiche e sull’importanza dellapartecipazione attiva della famiglia nel progettoeducativo dei ragazzi disabili.

Sara Beaujeste D’Arpe

Arrivano le Linee Guida per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità

Si ribadisce il ruolo inclusivo della scuola, l’importanza dell’uso di buone prassi e del “saper fare”

Segue da Pag.1

Il volontariato e la politica (vera)

felicità di tutti; agire e risolvere i problemi,ma anche attenti ad alimentare la speranza ela ricerca della pace e della giustizia.

L'orizzonte vero della politica, invece,si è perso negli ultimi anni, dopo la scom-parsa di uomini politici come De Gasperi,Gramsci, Berlinguer, Moro, i fondatori laicie cattolici della Repubblica Italiana. Poisono arrivate delle figure vuote e senzaetica, prestanome di poteri economici efinanziari oscuri, che hanno fatto delmachiavellismo il loro credo. Ma se scom-pare l'orizzonte del Bene Comune trionfasolo l'interesse, la menzogna, l'egoismo edunque si generano rotture relazionali, vio-lenze, divisioni, affari.

Il volontariato non è solo aiuto/assisten-za alle persone che fanno fatica e impegnoper la salvaguarda del territorio e delle suetradizioni, ma è anche luogo dove vengonocoltivati i valori della solidarietà, dellaresponsabilità sociale, della giustizia, dellalegalità.

E' auspicabile una contaminazione dalvolontariato alla politica, attraverso l'affer-mazione e lo sviluppo di una cultura deivalori. Volontariato e politica non sono anti-tetici, devono solo imparare a interagire,per costruire insieme il Bene Comune,ognuno nel proprio ambito.

Trasporto persone disabili: verso una soluzione?La nota querelle tra le competenze di Provincia, Regione, Comuni e Asl

si ripropone con l'approssimarsi dell'apertura delle scuole. Una conferenza dei servizi della fine di agosto propone

l'istituzione di un tavolo tecnico che risolva in tempi brevi la questione

L'iniziativa è della Provincia di Lecce chealla fine di agosto ha convocato una con-ferenza di servizi per discutere con estre-

ma urgenza della questione del trasporto dellepersone disabili verso gli istituti superiori.

Fino al 2007 il servizio è stato garantitodall'ente provincia che, con risorse di bilancioproprie, provvedeva all'erogazione. Una inter-venuta sentenza del Consiglio di Stato (la n°2802 del 05/05/09), intanto, aveva escluso ognicompetenza dell’Amministrazione Provincialenella materia in oggetto, "fermo restando chetale servizio deve essere istituito ed organizza-to direttamente dalle ASL" (cit. sentenza).

Altra nota del 24/08/09, invece a firmadell’Assessorato Regionale alla Salute, esclu-deva anche la possibilità che le stesse ASLpotessero effettuare il trasporto dei diversa-mente abili dalle rispettive abitazioni agli isti-tuti scolastici, a meno che questo servizio nonabbia scopo e finalità terapeutica e riabilitativa.Nel frattempo già lo scorso anno, sulla que-stione, si era pronunciato anche l'assessoratoregionale alla solidarietà sociale, autorizzandogli ambiti territoriali all'utilizzo del fondonazionale politiche sociali assegnato ad essi

per l'attuazione dei piani sociali di zona, pro-prio al fine di far fronte all'emergenza di unservizio essenziale e pur tuttavia non garantito.Non tutti gli ambiti avevano poi risposto all'ap-pello della Regione e in alcuni ambiti il servi-zio non è stato coperto.

La Conferenza dei Servizi di pochi giornifa ha ulteriormente preso atto della nota a firmadel Presidente della Provincia di LecceAntonio Gabellone, inviata all’UPI e per cono-scenza al Presidente della Regione Puglia,all’Assessorato Regionale alla Salute, a quelloalla Solidarietà Sociale, all’ANCI ed alDirettore della ASL di Lecce. Nella nota sichiede l’attivazione urgente di un tavolo tecni-co che risolva normativamente la questionedella competenza oltre che della concorrenzaeconomica dell’attivazione del servizio, daeffettuarsi con immediatezza e non oltre ritar-dabile. Sulla base dei lavori la Conferenza hastabilito la costituzione di un gruppo di lavoroche in tempi brevi definisca la platea degliaventi diritto alla fruizione del servizio e l’e-ventuale calendarizzazione della fase attuativadi erogazione dello stesso.

Serenella Pascali

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Settembre 2009 14AMBIENTE

Settembre 2009 – Anno IV - n.35Iscritto al n. 916 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 24/01/2006

Redazione: Serenella Pascali, Sergio De Cataldis, Silvana Sarli, Luigi Conte, Donato Melcarne, Mimina Sergi, Michela Santoro, Sara Mannocci,

Sara D’Arpe, Daria Caione, Luca Spagnolo, Laura Mangialardo

Mensile delle associazioni di volontariato della Provincia di Lecce

Direttore Responsabile: Luigi Russo

sede: Centro Servizi Volontariato Salento - via Gentile, 1 - LecceTel. 0832.392640 – Fax 0832.391232 – Direttore: 3356458557

Stampa: SERAFINO ARTI GRAFICHE - TRICASE Tel e Fax 0833 541866

[email protected]

Si è svolta a Ginevra, dal 31agosto al 4 settembre, la TerzaConferenza Mondiale sul

Clima (WCC-3), organizzatadall'Organizzazione MeteorologicaMondiale (WMO) ed incentrata sul-l’adattamento al clima come biso-gno comune.

La conferenza ha stabilito un“Quadro mondiale per i servizi cli-matici” per “rafforzare la produzio-ne, la disponibilità, l’attuazione el’applicazione di proiezioni e servi-zi climatici su base scientifica”.

Gli scienziati e gli esperti hannoidentificato cinque elementi da raffor-zare nel quadro mondiale proposto:

• il Sistema mondiale di osservazio-ne del clima, incoraggiando loscambio e l’accesso ai dati;

• il Programma mondiale di ricercasul clima, con una maggiore inte-razione con le altre iniziativemon•diali;

• i sistemi informativi di servizi sulclima;

• i meccanismi di interfaccia miratia collegare e integrare le informa-zioni tra i fornitori e gli utilizzato-ri dei servizi climatici;

• la costruzione di capacità attraver-so formazione, divulgazione ecomunicazione.

Successivamente, il segmento di

alto livello, composto dai rappresen-tanti di 150 Paesi, ha approvato ilquadro mondiale ed ha richiesto alSegretario Generale della WMO diriunire una task force per definirnel’attuazione.

Il segretario generale dell’ONU,Ban Ki-moon, di ritorno da un viag-gio nell’Artico, è intervenuto nelsegmento di alto livello lanciandoun accorato appello ai leader mon-diali affinché compiano progressiconcreti nella definizione di unaccordo mondiale. “Sono estrema-mente allarmato e sorpreso di vede-re questi ghiacciai in uno stato cosìcattivo”. Ha poi esortato la comuni-

tà internazionale: “i dirigenti di tuttii Paesi hanno la responsabilità poli-tico-morale di preservare l’avveniredel pianeta”.

È stato inoltre presentato undossier sullo stato dei ghiacciai cheevidenzia

le conseguenze devastanti delriscaldamento globale: la perdita dighiaccio marino con effetti soprat-tutto sui fenomeni meteorologici,l’aumento di CO2 immagazzinatonei ghiacciai e l’innalzamento dellivello dei mari previsto di oltre unmetro per il 2100.

Sara Beaujeste D’Arpe

Con 154 voti a favore, un votocontrario, un astenuto ed iltentativo dell’opposizione di

far mancare il numero legale uscen-do dall’aula, il 9 luglio è passato ilnuovo disegno di legge sullo svilup-po, che prevede tra l’altro il ritornoal nucleare per scopi civili in Italia.Ecco i principali provvedimenti:

- Il ritorno al nucleare in sei mesidall’entrata in vigore della legge. Ilgoverno predisporrà la normativa perla localizzazione degli impianti oltreche dei sistemi di stoccaggio e depo-sito dei rifiuti radioattivi. Inoltre, i sitipotranno essere dichiarati “di interes-se strategico nazionale” e quindi sog-getti a controllo militare.

- La creazione dell’Agenzia perla sicurezza nucleare. Sarà l'autoritànazionale per la regolamentazionetecnica, il controllo e l'autorizzazio-ne ai fini della sicurezza delle attivi-tà concernenti gli impieghi dell'ener-gia nucleare, la gestione e lo smalti-mento dei rifiuti radioattivi, la prote-zione dalle radiazioni, nonché lavigilanza sugli impianti.

- Piano straordinario per l’effi-

cienza ed il risparmio energetico.Sarà predisposto dal ministro delloSviluppo economico entro il 31dicembre 2009 da trasmettere allaCommissione europea, preparatocon l'apporto dell’Agenzia nazionaleper l'efficienza energetica.

- In arrivo la class action, chenon sarà retroattiva. Si potrà ricorre-re solo per gli illeciti compiuti dopol'entrata in vigore di questa legge enon prima del gennaio 2010.

- Giù il prezzo della benzinanelle Regioni che ospitano impiantidi estrazione. Viene istituito il fondoper la riduzione del prezzo dei car-buranti per i residenti nelle regioniinteressate dall'estrazione di idrocar-buri liquidi e gassosi.

Immediate le reazioni delGovernatore Nichi Vendola: “è unascelta autoritaria e suicida. La Pugliaresta la terra delle energie rinnovabi-li”. Parlando delle centrali nucleariha affermato: “sono impianti arischio di incidente rilevante e ilnucleare sicuro non esiste. Il temadello smaltimento delle scorie èdrammatico”.

Sara Beaujeste D’Arpe

“U Re” da salvareL'associazione “Patriarchi della natura in Italia” in difesa dell'ulivo più grande e antico del Salento

L’ulivo più grande e antico delSalento, per la sua magnifi-cenza chiamato “U Re”,

situato in contrada “Mendule” sullaCasarano-Taviano, corre il rischiodi essere distrutto per la costruzionedella tangenziale ovest. Per salvar-lo, è intervenuto Sergio Guidi, pre-sidente dell’associazione “Patriar-chi della natura in Italia”, che hainviato una lettera di appello al sin-daco di Casarano, Ivan De Masi,affinché il meraviglioso alberovenga risparmiato. “Sono stato invisita nel Salento - ha dichiarato ilpresidente del sodalizio con sede aForlì che si occupa di censire e tute-lare gli alberi monumentali del

Paese - il 29 e 30 giugno scorsi, conalcuni miei collaboratori, accompa-gnato dal nostro referente del luogo,Oreste Caroppo, che ci ha fatto daguida alla scoperta dei tanti monu-menti della natura che questo terri-torio ancora conserva. Abbiamoindividuato circa 50 esemplari traolivi millenari di rara bellezza,querce rare e imponenti, carrubicontorti e altre specie. Abbiamovisitato il maestoso “U Re”, che sistima abbia 700 anni e il cui troncomisura ben 9,7 metri di circonferen-za, riconosciuto, nella letteratura inmateria, come uno degli olivi piùgrandi e antichi della Puglia. Gentedel posto ci ha però informati cheper la realizzazione della stradasaranno distrutti diversi olivi pluri-secolari e forse anche “U Re”. Daqui l’appello a De Masi, “il quale -ha aggiunto Guidi- ad oggi non haancora dato cenno di risposta”. “Lasalvaguardia di quel patrimonionaturale - ha concluso - è un attodovuto nei confronti della colletti-vità e del suo stesso Comune edimostrerebbe un profondo sensocivico dell' amministrazione comu-nale”.

Si.Sa.

Addio alla lampadina di Edison

Dal 1 °settembre le lampadine a incandescenza da 100 watt sonobandite in tutta la Ue, cioè non saranno più distribuite nei nego-zi fino ad esaurimento delle scorte. Poi sarà la volta delle lam-

padine da 75 watt (1° settembre 2010), di quelle da 60 watt bulbi (2011),da 25 a 40W (2012) e infine anche delle alogene (2016). Lo impone lanormativa sull’Ecodesign. La nuova generazione di lampade “fluore-scenti compatte” arriva ad essere fino all’ 80% più efficiente, con unrisparmio energetico medio per famiglia di 20 euro e 30 milioni di ton-nellate di CO2 in meno nell’atmosfera.

A Ginevra la Terza Conferenza mondiale sul climaPreoccupazioni per lo stato dei ghiacciai. L'appello del segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-moon

Il sì del Senato al nuovo ddl sullo SviluppoAl centro del provvedimento

il rilancio del nucleare civile in Italia

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Settembre 2009 15SPECIALE FORUM

III° FORUM PROVINCIALE “IL VOLONTARIATO AL CENTRO”Piazza in Festa

Lecce, Piazza S. Oronzo - 10 ottobre 09CONVEGNO - 9 ottobre

LA GIORNATA - 10 ottobre

LE ASSOCIAZIONI

La seconda tappa del III° Forum Provinciale del Volontariato si aprirà venerdì 9 ottobre alle ore 18.30, con il conve-gno inaugurale che si terrà nell’aula consiliare della Provincia di Lecce presso Palazzo dei Celestini.

Sviluppo nella solidarietà. Il ruolo del volontariatoRiflessioni aperte sulla enciclica di Benedetto XVI “Caritas in Veritate”

Nella riflessione ecclesiale degli ultimi decenni, a partire dal Concilio Vaticano II, è costante l' attenzione alla questione economica e sociale mondiale, che si con-centra in particolare intorno a due snodi centrali: lo sviluppo della comunità umana, la necessità di costruire una autentica cultura della solidarietà. Dal Concilioa Paolo VI e poi a Giovanni Paolo II, il Magistero sociale della Chiesa si è notevolmente consolidato, tanto da diventare oggi un corpo unico, organico, definito,che ha saputo valorizzare gli aspetti positivi delle migliori culture politiche, dal laburismo al liberalismo all’umanesimo integrale e solidale, collocandosi in unaposizione nettamente distinta dalle derive populistiche, dirigistiche, sincretistiche emergenti, che hanno avuto fino ad oggi il solo effetto di uccidere la speranzae asservire i consumatori alle logiche del mercato selvaggio.Benedetto XVI ha pensato ad una enciclica che raccogliesse e rilanciasse questi temi, per farli diventare patrimonio condiviso nel mondo ecclesiale prima, e suc-cessivamente perché potessero condizionare il dibattito politico delle nazioni. Un atto coraggiosissimo quello del Papa, che parla di Amore (Carità), di Speranza,di Fede nel tempo dell’imbarbarimento dei costumi e della caduta della tensione etica e morale. Secondo Benedetto XVI i mali e l'infelicità del nostro tempo sonodovuti alla coincidenza di tre questioni: crisi spirituale, con il predominio della cultura materialistica; crisi etica, con la caduta della cultura della responsabilitàindividuale e sociale; crisi economica, e dunque trionfo degli interessi delle lobby che manipolano la verità. Partendo dalle parole del Papa secondo il quale “senza forme interne di solidarietà e di fiducia reciproca, il mercato non può pienamente espletare la propria funzionaeconomica” rifletteremo insieme sul ruolo da affidare ai principi di gratuità e fraternità dentro l'economia perchè si superino i limiti di un'economia globalizzata.

Parteciperanno al convegno: Loredana Capone (Vicepresidente Regione Puglia), Filomena D'Antini (Assessore Politiche Sociali Provincia di Lecce), PaoloPerrone (Sindaco Città di Lecce), Mons. Domenico Umberto D'Ambrosio (Arcivescovo di Lecce), Carlo Di Cicco (Vicedirettore dell'Osservatore romano),Franco Chiarello (Sociologo Università degli studi di Bari), Luigi Russo (Giornalista e Presidente del CSV Salento), Mons. Giovanni Nervo (FondatoreCaritas italiana e Presidente Onorario Fondazione Zancan), Don Nicola Macculi (Arciprete-parroco a Squinzano nella comunità di San Nicola e MaterDomini), Don Tonio Dell'Olio (Associazione Libera).

Il Centro Servizi Volontariato Salento in collaborazione con il Comune di Lecce organizza il III Forum Provinciale “Il Volontariato al Centro”. Sabato 10 ottobre in Piazza Sant'Oronzo a partire dalle ore 9.30, 80 associazioni di volontariato scenderanno in piazza per incontrare i cittadini,consolidare sempre più canali di comunicazione con il territorio e dare visibilità al lavoro costante e prezioso, ma spesso nascosto, di migliaia divolontari che ogni giorno si impegnano per la comunità.Si concentreranno nella mattinata le iniziative dedicate ai più giovani, con giocoleria e ballon art, simulazioni di Soccorso delle Protezioni Civili,rappresentazioni teatrali messe in scena dai ragazzi delle scuole elementari e medie, laboratori sull’educazione alla cultura cinofila e dimostra-zioni di Aikido.Nel pomeriggio spazio alla musica, con concerti, jam sassion e street band, e agli artisti di strada che rallegreranno le vie del centro. E ancora, labiciclettata per sensibilizzare alla mobilità sostenibile, le esercitazioni di arrampicata su corda, la mostra-laboratorio di giocattoli realizzati dairagazzi in Africa con materiali di recupero.Per tutta la giornata,inoltre, saranno allestiti degli spazi per la donazione del sangue e un punto di raccolta di giocattoli da donare ai bambini delreparto di oncologia pediatrica dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce.

- A.C.R.S. Terra dei Messapi onlus- A.D.E.V. Onlus- A.E.E.O.S.- A.N.D.O.S.- A.R.T.Ha.I. Onlus- A.S.I.S. (prot. Civile)- A.S.T.S.M.- A.v.o. “Don Pasquale De Luca- A.v.o. Galatina- A.VO.C.A.D.- A.Vo.Tu.S.- ADMO- AISM- Ala Azzurra- Alzheimer Lecce- Amani- Amici del Museo- Amici di Luka- Anyway Accessalento- APMAR- Archeoclub d'Italia – Porto Badisco- Ass. Difesa e Orientamento del Cittadino- Ass. Naz. Vigili del fuoco in Congedo- Ass. Popoli e culture – onlus- Associazione Superamento Handicap- AVIS- Avis provincale

- Casa Famiglia S.Francesco- Centro C.B. Eruce - Centro C.B. Olimpo- Cicloamici- Cives -Lecce- CNIS- Comunità Emmanuel- Confraternita di misericordia- Culturambiente- Donne del sud- Emergenza Surbo – protezione civile- Fiadda solidarietà- FIDAS- FRATRES provinciale- Gli amici di Mauro- Il Cormorano- Insieme per i disabili- Integra Solidale- Interetnica salentina- Ipposalento- Iscub – Istituto di Cultura Bioecologica- Istituto Arti terapie e scienze creative- Italia Thailandia friends- L'Abbraccio- La Messapia -protezione civile- Lecce Iride- Lega Tumori – sezione prov. Di Lecce

- Luce e Sorrisi- Marco 6,31 - Misericordia di Sannicola “P.Pio”- Ndronico- Nuovi Orizzonti- Oratorio Onlus Madonna della Fiducia- Porta d'Oriente- Primavera Onlus- Prospettive Luigi Tagliaferro- Protezione Civile “Madonna della fiducia”- Protezione Civile CB Cover- Protezione civile galatina- Protezione Civile la Torre- Protezione Civile Taviano- Randage- S.A.L.V.A.- Sos Costa Salento- S.O.S. Clown- SARA Vol. Fam. Bambini Cardiopatici Onlus- Scuola e Solidarietà- Sfucs le volpi rosse- Solidarietà Civile Onlus- Spes- Terra e cultura- Tommaso Caretto- UNI.C.E.L.- Unimondo

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