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Il Ministro Kyenge a Lecce Una mano per la scuola dossier csvs pag. 7-10 pag. 2 S ono ormai otto anni che il dibat- tito sulla partecipazione delle as- sociazioni e dei volontari è all’ordine del giorno della prassi di costruzione, consolidamento, verifica delle politiche sociali nella nostra Regione. Questo per una precisa volontà dell’assessorato al Welfare, che ha da sempre creduto che le politiche di benessere e di felicità e di salute delle cittadine e dei cittadini pugliesi non possano essere efficaci finché non si crei un circuito virtuoso in cui Stato (Regione), mercato, terzo settore e sindacati mettano insieme energie, materiali e immateriali, e le orientino consapevolmente nella dire- zione di concrete politiche di benesse- re, nella realizzazione delle quali tutti concorrono responsabilmente. Il banco di prova in questi anni è stata definizione dei tre Piani sociali regio- nali, che ha visto una progressione di “compenetrazione” tra questi diversi soggetti, con un passaggio dalla fase della diffidenza e della sopportazione, a quella della sempre più profonda con- divisione. E siamo all’oggi. Il 16 settembre 2013 alla Fiera del Levante si è riunito un tavolo tecnico composto dai massimi esponenti dell’Assessorato al Welfare e del Terzo Settore pugliese (Coopera- zione, Forum Terzo Settore, CSV NET Puglia) e hanno condiviso la necessità di firmare un vero e proprio “Patto di partecipazione” in vista della attuazio- ne concreta del Terzo Piano Sociale regionale, approvato dalla Regione all’inizio dell’estate e che ora sta con- cretizzandosi nei quasi 45 ambiti ter- ritoriali. Non è il solito documento di buoni intenti. Ci sono precisi vincoli di azione e temporali per le Istituzioni e per il Terzo Settore. Ma soprattutto c’è la precisa volontà dei soggetti coinvolti a darne piena attuazione. Una buona notizia insomma di cui diamo conto. Ma a questo punto, mi chiedo come mai solo l’assessorato al Welfare attui queste buone prassi, perché non mi sembra che ci sia traccia di volontà simili in altri assessorati regionali “pe- PUGLIACAPITALESOCIALE, OTTIMO RISCONTRO P ugliaCapitaleSociale, il pro- gramma regionale di promozio- ne della cittadinanza attiva nell’am- bito dei sistemi locali di welfare, elaborato d’intesa con i Centri di servizio per il Volontariato di Pu- glia, ha avuto un ottimo riscontro di partecipazione. Sono stati presenta- ti complessivamente 127 progetti, con la provincia di Lecce in prima fila con ben 38 progetti, il 30% del totale, segno di un’attenzione par- ticolare di quel territorio ai temi dell’innovazione sociale e della promozione del volontariato. “La coincidenza dell’attuazione del programma regionale con l’avvio della nuova programmazione terri- toriale in materia di politiche sociali - ha dichiarato l’assessore regionale al Welfare Elena Gentile - consente di guardare con ottimismo all’op- portunità che i nuovi Piani di Zona dedichino attenzione al tema della promozione di capitale sociale nelle comunità locali, fattore necessario per un corretto ed efficace sviluppo dei servizi sociali territoriali”. La commissione regionale di valu- tazione ha un mese circa di tempo per stilare la graduatoria dei pro- getti e individuare così quelli che saranno ammessi a contributo. La disponibilità finanziaria comples- siva è di 560mila euro e si stima, pertanto, di finanziare 30 progetti circa. Dalla provincia di Bari sono arrivati 30 progetti, 9 dalla Bat, 10 dalla provincia di Brindisi e, infine, 20 per ciascuna delle province di Foggia e di Taranto. Il programma regionale si avvarrà di un’azione di accompagnamento che prevede un ciclo di seminari forma- tivi, la realizzazione di un evento pubblico nel corso del prossimo anno e delle attività di comunica- zione, finalizzate alla creazione di una comunità di pratiche, un gruppo regionale di lavoro che condivida le proprie esperienze in materia di cittadinanza attiva e contribuisca alla promozione del tema su tutto il territorio. Settembre 2013 - Anno VIII - n. 67 di Luigi RUSSO Editoriale IL TERZO SETTORE È CAPITALE SOCIALE ED ECONOMICO La provincia di Lecce è quella che ha presentato il maggior numero di progetti continua a pag.11 le parole che contano Per affrontare la crisi abbiamo bisogno di tanti cittadini attivi, ciascuno dei quali si assuma la propria parte di responsabilità nei confronti dei beni comuni. tratto da: L’Italia dei beni comuni a cura di: Gregorio Arena, Christian Iaione

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Volontariato Salento - mensile delle associazioni di volontariato della provincia di Lecce

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Il Ministro Kyenge a Lecce

Una mano per la scuola

dossiercsvs

pag. 7-10pag. 2

Sono ormai otto anni che il dibat-tito sulla partecipazione delle as-

sociazioni e dei volontari è all’ordine del giorno della prassi di costruzione, consolidamento, verifica delle politiche sociali nella nostra Regione. Questo per una precisa volontà dell’assessorato al Welfare, che ha da sempre creduto che le politiche di benessere e di felicità e di salute delle cittadine e dei cittadini pugliesi non possano essere efficaci finché non si crei un circuito virtuoso in cui Stato (Regione), mercato, terzo settore e sindacati mettano insieme energie, materiali e immateriali, e le orientino consapevolmente nella dire-zione di concrete politiche di benesse-re, nella realizzazione delle quali tutti concorrono responsabilmente.Il banco di prova in questi anni è stata definizione dei tre Piani sociali regio-nali, che ha visto una progressione di “compenetrazione” tra questi diversi soggetti, con un passaggio dalla fase della diffidenza e della sopportazione, a quella della sempre più profonda con-divisione. E siamo all’oggi. Il 16 settembre 2013 alla Fiera del Levante si è riunito un tavolo tecnico composto dai massimi esponenti dell’Assessorato al Welfare e del Terzo Settore pugliese (Coopera-zione, Forum Terzo Settore, CSV NET Puglia) e hanno condiviso la necessità di firmare un vero e proprio “Patto di partecipazione” in vista della attuazio-ne concreta del Terzo Piano Sociale regionale, approvato dalla Regione all’inizio dell’estate e che ora sta con-cretizzandosi nei quasi 45 ambiti ter-ritoriali. Non è il solito documento di buoni intenti. Ci sono precisi vincoli di azione e temporali per le Istituzioni e per il Terzo Settore. Ma soprattutto c’è la precisa volontà dei soggetti coinvolti a darne piena attuazione. Una buona notizia insomma di cui diamo conto.Ma a questo punto, mi chiedo come mai solo l’assessorato al Welfare attui queste buone prassi, perché non mi sembra che ci sia traccia di volontà simili in altri assessorati regionali “pe-

PUGLIACAPITALESOCIALE, OTTIMO RISCONTRO

PugliaCapitaleSociale, il pro-gramma regionale di promozio-

ne della cittadinanza attiva nell’am-bito dei sistemi locali di welfare, elaborato d’intesa con i Centri di servizio per il Volontariato di Pu-glia, ha avuto un ottimo riscontro di partecipazione. Sono stati presenta-ti complessivamente 127 progetti, con la provincia di Lecce in prima fila con ben 38 progetti, il 30% del totale, segno di un’attenzione par-ticolare di quel territorio ai temi dell’innovazione sociale e della promozione del volontariato. “La coincidenza dell’attuazione del programma regionale con l’avvio della nuova programmazione terri-

toriale in materia di politiche sociali - ha dichiarato l’assessore regionale al Welfare Elena Gentile - consente di guardare con ottimismo all’op-portunità che i nuovi Piani di Zona dedichino attenzione al tema della promozione di capitale sociale nelle comunità locali, fattore necessario per un corretto ed efficace sviluppo dei servizi sociali territoriali”.La commissione regionale di valu-tazione ha un mese circa di tempo per stilare la graduatoria dei pro-getti e individuare così quelli che saranno ammessi a contributo. La disponibilità finanziaria comples-siva è di 560mila euro e si stima, pertanto, di finanziare 30 progetti

circa. Dalla provincia di Bari sono arrivati 30 progetti, 9 dalla Bat, 10 dalla provincia di Brindisi e, infine, 20 per ciascuna delle province di Foggia e di Taranto. Il programma regionale si avvarrà di un’azione di accompagnamento che prevede un ciclo di seminari forma-tivi, la realizzazione di un evento pubblico nel corso del prossimo anno e delle attività di comunica-zione, finalizzate alla creazione di una comunità di pratiche, un gruppo regionale di lavoro che condivida le proprie esperienze in materia di cittadinanza attiva e contribuisca alla promozione del tema su tutto il territorio.

Settembre 2013 - Anno VIII - n. 67

di Luigi RUSSOEditorialeIL TERZO SETTORE

È CAPITALE SOCIALE ED ECONOMICOLa provincia di Lecce è quella che ha presentato il maggior numero di progetti

continua a pag.11

le parole che contano

Per affrontare la crisi abbiamo bisogno di tanti cittadini attivi, ciascuno dei quali si assuma la

propria parte di responsabilità nei confronti dei beni comuni.

tratto da: L’Italia dei beni comunia cura di: Gregorio Arena, Christian Iaione

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Il Centro Servizi Volontariato Salento sostiene la can-didatura di Lecce a Capitale Europea della Cultura

2019 insieme alla città di Brindisi e all’area territoriale salentina. Una scelta dettata dalla volontà di supportare un processo di confronto sulla città e di valorizzare la cultura vera, quella di tutti. Il CSVS, inoltre, invita tutte le associazioni ad essere parte attiva di un processo che intende far crescere il territorio in termini di attrattività e sviluppo sociale, economico e culturale. «La nostra par-tecipazione – spiega Luigi Russo, presidente del CSV Salento – non è motivata dalla volontà di supportare la candidatura a una città che proponga una cultura d’éli-te, ma di contribuire allo sviluppo di una cultura diffusa che valorizzi tutti i Beni Comuni, tra cui quelli artistici, quelli relazionali, quelli spirituali, quelli democratici. In questo processo, il primo valore aggiunto è quello di portare sullo stesso tavolo Pubblica Amministrazione, Terzo Settore e Imprese a convergere verso logiche di sviluppo della cultura democratica e della partecipa-zione, superando la trappola di ridurre la cultura dentro margini ristretti di tipo strumentale o economico. La candidatura di Lecce Capitale della Cultura – continua Russo – ha già attivato, comunque, un meccanismo di confronto e di partecipazione dal basso coinvolgendo la cittadinanza attiva e stimolando, così, una riflessione sulla città e tutto il territorio salentino e sulla sua identità

culturale. Crediamo che, al di là dell’esito della candi-datura stessa, questi processi di discussione siano fonda-mentali per accrescere la partecipazione attiva alla cosa pubblica». In questi giorni, inoltre, è stata presentata la nuova campagna di comunicazione 2019 Idee (www.ideeperlecce.it) curata insieme all’agenzia di comuni-cazione Big Sur. È un “laboratorio del cambiamento”, l’avvio di un percorso che, partendo dalla candidatura stessa, invita a riflettere, a mettere in circolo le idee, a guardarsi dentro per “reinventare Eutopia”, partendo da

se stessi. Tra gli strumenti di ascolto attivati ci sono le Zone delle Curiosità - Spazi Urbani, incontri aperti al pubblico promossi in spazi urbani, durante i quali ven-gono posti ai cittadini specifici quesiti sul rapporto tra le loro città e l’Europa, sui punti di forza e carenze che incontrano sul territorio. Per farli funzionare, però, c’è bisogno di volontari che, impegnati anche solo per qual-che ora, coinvolgano il pubblico presente affinché lasci una propria idea. Per aderire è necessario inviare una mail a [email protected].

2CSVS INFORMA

Grazie al progetto di Coop Estense e CSV Salento 500 bambini del territorio riceveranno materiale scolastico gratuito

Arriva dal comitato che promuove la candidatura un appello a diventare volontari

Il CSV Salento stanzia altri 16mila euro a sostegno delle attività delle associazioni del territorioCHIUSO IL BANDO IDEE 2013 SECONDA SCADENZA

UNA MANO PER LA SCUOLA

IL CSVS PER LECCE CAPITALE DELLA CULTURA 2019

Sono circa 500 i minori della pro-vincia di Lecce che, grazie al

progetto “Una mano per la scuola”, avranno a disposizione gratuitamente materiali per il corredo scolastico. Si tratta di circa 3.900 confezioni di qua-dernoni, 1.300 di penne, 400 di mati-te, 500 di pennarelli e pastelli e 800 confezioni di altro materiale didattico (gomme, temperamatite, astucci, ecc.). Un intervento importante se si consi-dera che per le famiglie italiane, se-condo i dati dell’O.N.F. - Osservatorio Nazionale Federconsumatori, la spesa per il corredo scolastico è aumentata del 2,4%, passando da 488 euro dello scorso anno ai 499,50 di quest’anno.

Il progetto “Una mano per la scuo-la” promosso dalla Coop Estense in collaborazione con il Centro Servizi Volontariato Salento nasce proprio per venire incontro alle esigenze delle famiglie in difficoltà. Per due fine set-timana di settembre, infatti, nell’Iper-coop La Mongolfiera di Surbo (Le) è stata attivata una raccolta di materiali scolastici da destinare alle famiglie più bisognose del territorio. Una gara di solidarietà che ha coinvolto alcu-ne associazioni del territorio coordi-nate dal CSV Salento: Misericordia di Aradeo, associazione “Tommaso Caretto” di Trepuzzi, Migrantes di Lecce, “Il Bruco” di Lecce, Gruppo

Volontariato Vincenziano, “Pace e bene” onlus di Galatone, la coope-rativa Ambarabà di Lecce, “Popoli e Culture” di Lecce.Nei negozi, i volontari di diverse as-sociazioni del territorio hanno rac-colto quaderni, matite, penne biro, gomme, astucci e tutto il materiale occorrente per affrontare l’anno sco-lastico che sta per iniziare. I volontari si sono facilmente fatti riconoscere all’interno del punto vendita distri-buendo le sportine in cui i consumato-ri hanno inserito il materiale didattico da destinare alla raccolta. Saranno gli stessi volontari a donare direttamente i materiali raccolti, grazie alla gene-

rosità dei consumatori, alle famiglie con bambini e adolescenti in condi-zioni di disagio sociale, che queste associazioni seguono e assistono. L’iniziativa di Coop Estense si è svolta su tutto il territorio regionale. Ecco le sedi della raccolta: Iperco-op di Bari Santa Caterina, Iperco-op di Bari Japigia, Ipercoop di Bari Pasteur, Ipercoop La Mongolfiera di Surbo (Le), Ipercoop Le Colonne di Brindisi, Ipercoop La Mongolfiera di Taranto, Ipercoop La Mongolfiera di Foggia, Ipercoop di Matera, Ipercoop di Andria, Ipercoop di Barletta, Iper-coop di Molfetta e Coop di Gioia Del Colle.

Promosso dal Centro Servizi Volontariato, si è chiuso lo scorso 20 settembre il “Bando Idee” 2013 seconda scadenza, promosso dal Centro Servizi Volon-

tariato Salento e riservato alle Organizzazioni di volontariato del territorio, con l’obiettivo di supportare le associazioni nelle loro attività e rafforzare così la loro capacità di azione sul territorio. Potranno essere concesse proroghe ai termini su-indicati alla realizzazione dell’iniziativa, adeguatamente motivate, sino ad un mas-simo di un mese e comunque entro il 31 dicembre 2013. Il bando mira a sostenere e compartecipare i costi delle iniziative di promozione del volontariato e della cul-tura della solidarietà e di approfondimento di temi di interesse comune al mondo del volontariato organizzate dalle Odv iscritte e non iscritte al Registro regionale, aventi sede nella provincia di Lecce, e dalle reti tra Odv e tra Odv ed altri soggetti pubblici e privati, purché soggetto capofila (soggetto responsabile) sia un’Odv che risponda alle avente sede nella provincia di Lecce. Il bando stanzia complessiva-mente 32mila euro (16mila per ciascuna scadenza) e prevede due termini di pre-sentazione delle proposte progettuali, differenziati in base al periodo in cui l’Odv realizzerà l’iniziativa. La prima scadenza era del marzo scorso per le iniziative da

realizzare dal 26 marzo al 31 agosto 2013. La seconda possibilità si è avviata il 2 settembre fino al 20 settembre per le proposte da realizzare dal 1° ottobre al 31 dicembre 2013. La richiesta dovrà essere inviata in busta chiusa recante i dati del mittente, a mezzo raccomandata a/r all’indirizzo: Centro Servizi Volontariato Sa-lento via Gentile n° 1, 73100 Lecce. Farà fede il timbro dell’Ufficio Postale. Sulla busta occorre apporre la dicitura “Bando di idee per la promozione del volontariato 2013”. Il sostegno proposto dal CSV Salento con questo intervento può essere utilizzato per iniziative promozionali, della durata massima di 3 giornate, rivolte al mondo del volontariato o alla cittadinanza in generale, secondo le indicazioni indicate sul bando, effettuate tramite: convegni, seminari, workshop o tavole ro-tonde presso le sedi delle Odv o altre sedi. Per questa attività, l’Odv proponente dovrà presentare i curricula dei relatori; eventi comunicativi e manifestazioni in luoghi pubblici, quali piazze o luoghi di ritrovo aperti alla cittadinanza; percorsi di sensibilizzazione e avviamento al volontariato nelle scuole di ogni ordine e grado; percorsi di sensibilizzazione e avviamento al volontariato rivolti a bambini, adole-scenti e giovani in contesti extrascolastici.

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3CSVS INFORMA

In 10 anni l’aumento è del 24,5% con oltre 15mila istituzioni rilevate

C’è tempo fino al prossimo novembre per contribuire alla realizzazione dell’in-dagine sui Bes (Indicatori di Benessere equo e sostenibile) promossa attra-

verso il Laboratorio Ricerca Azione 2013 all’interno del progetto FQTS 2013. La ricerca è realizzata in collaborazione con il professor Becchetti dell’Università di Tor Vergata e l’Istat e si sviluppa attraverso un questionario online (www.csvsa-lento.it) per la compilazione del quale sono necessari 8-12 minuti max. Per ogni regione si richiedono circa 1000 questionari compilati e registrati sul link appo-sito. I BES sono un processo all’avanguardia a livello mondiale. CNEL e ISTAT in collaborazione con le parti sociali hanno identificato i domini del benes-sere. Su ognuno di questi (benessere economico, ambiente, qualità dei servi-zi, relazioni, ecc.) una commissione di esperti ha costruito indicatori approvati e validati successivamente dalle parti sociali. Il progetto di ricerca intende far avanzare le conoscenze in questa dire-zione. Gli indicatori definiti nel BES hanno tutti peso eguale e rappresentano una sorta di compromesso medio tra le varie parti sociali. Il sondaggio mira a intercettare il maggior numero di cit-tadini del nostro paese per conoscere i pesi che ciascuno di loro attribuirebbe ai singoli domini ed agli indicatori del BES. In questo modo si punta a sape-

re come le preferenze per i vari domini cambiano a seconda di variabili sociode-mografiche come genere, età, livello di istruzione, area geografica, area politica di appartenenza. Per l’indagine sono state identificate 12 dimensioni del benessere e 134 indicatori, da verificare attraverso il riscontro delle persone che parteciperanno al questionario, elaborati da un gruppo di esperti a livello nazionale. Quello che ne verrebbe fuori è una mappa delle preferenze degli italiani utile per i nostri politici e per i media che potrebbe essere messa ulteriormente in relazione con variabili ter-ritoriali che identifichino carenze e fabbisogni dei territori stessi. A conclusione di

questo primo step di indagine, il proget-to di Laboratorio Ricerca Azione 2013 continua con la realizzazione di 3 Focus Group per ogni regione per definire in modo meno strutturato e più spontaneo, il concetto stesso di benessere ed i fatto-ri da cui esso dipende dal punto di vista delle persone. L’ultima fase del progetto prevede la realizzazione di una vera e propria community composta dai parte-cipanti e dai ricercatori e caratterizzata da relazioni basate su un vero principio di collaborazione. L’intento è di racco-gliere, attraverso meccanismi di narra-zione, “ipotesi di benessere” mediante una metodologia che determini forte engagement e contribuisca a liberare energia creativa.

INDAGINE SUI BES, C’È TEMPO FINO A NOVEMBRE

ISTAT, IN PUGLIA IL NON PROFIT CRESCE SEMPRE DI PIÙ

Strumento utilissimo per la compilazione del formulario del programma regionale. A breve anche il calendariodegli incontri di animazione territoriale del bando. Info presso il CSV Salento

Sono disponibili le Linee Guida sul-la rendicontazione del 5 per mille,

pubblicate dalla Direzione Generale per il Terzo Settore del Ministero del Lavoro e Politiche Sociali. Un vademecum che presenta una serie di differenze rispetto a quello del 2010, nonostante rimangano fermi alcuni punti come i termini di reda-zione (un anno, conteggiato a partire dal-la fine del mese nel quale si sono ricevute le somme) e di invio, in caso di incasso pari o maggiore a 20mila euro (la fine del mese successivo al limite massimo previ-sto per la redazione). L’obbligo di rendi-contazione rimane per tutti i soggetti che ricevono il 5 per mille, indipendentemen-te dalla somma percepita. Tra le maggiori

novità nel testo, la possibilità di accan-tonare somme per un progetto specifico. Rimane l’obbligo effettuare le altre spese entro l’anno dal ricevimento delle somme e quello di rendicontazione e di annota-zione nello schema di rendiconto della quota destinata all’accantonamento. Det-ta quota deve essere comunque spesa en-tro 24 mesi dall’incasso del 5 per mille ed entro lo stesso termine occorre redigere ed inviare un rendiconto supplementare che richiami quello precedente e il fatto che si sta rendicontando la parte accan-tonata precedentemente segnalata. Sarà possibile, inoltre, acquistare beni mobili registrati: le organizzazioni che utilizza-no (in tutto o in parte) le somme ricevute

dal 5 per mille per l’acquisto di beni mo-bili registrati (autovetture, ambulanze) allegano alla rendicontazione (e inviano, se le somme totali ricevute sono superiori a 20mila euro) una dichiarazione del rap-presentante legale con la quale si esplicita che per l’acquisto di detti beni non si è fruito di alcun finanziamento pubblico. Diventa obbligatorio, inoltre, allegare allo schema di rendiconto copia delle buste paga dei dipendenti nel caso in cui le somme attribuite a questa voce supe-rino il 50% dell’importo del 5 per mille ricevuto. La data dalla quale si possono imputare i costi diventa quella di pub-blicazione degli elenchi dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

La rendicontazione potrà essere inviata esclusivamente in forma cartacea. Sono disponibili online sul sito dell’Agenzia delle Entrate, inoltre, gli elenchi rivisi-tati a settembre dei soggetti che hanno fatto richiesta di iscrizione al 5 per mille in ritardo. I soggetti interessati avranno tempo fino al 30 settembre 2013 per re-golarizzare la propria posizione, invian-do la documentazione integrativa alle Direzioni Regionali dell’Amministra-zione finanziaria (nel caso delle ONLUS e degli enti del volontariato), agli uffici territoriali del CONI (per le associazio-ni sportive dilettantistiche) ovvero al MIUR (per gli enti della ricerca scien-tifica).

Freschi di pubblicazione, i dati del 9° Censi-mento Istat su Industria e servizi, Istituzioni

pubbliche e Non Profit rivelano una forte crescita per il settore non profit in Puglia: le istituzioni ri-levate sono 15.105, pari al 5% del totale nazionale (301.191) con un incremento del 24,5% rispetto al Censimento 2001, inferiore alla media nazionale (+28%). Il settore del non profit in Puglia impiega 217.062 risorse umane di cui 26.446 addetti, 12.086 lavoratori esterni, 268 lavoratori temporanei e 178.262 volontari. Rispetto al Bel Paese, la regione presenta tra i più bassi rapporti di volontari e addet-ti rispetto alla sua popolazione: l’incidenza è pari rispettivamente a 440 volontari e 65 addetti per 10

mila abitanti, rispetto al dato nazionale che vede 801 volontari e 115 addetti per 10 mila abitanti. Bassa anche l’incidenza sulla popolazione regionale dei lavoratori esterni e di quelli temporanei con un va-lore (30 lavoratori per 10 mila abitanti) inferiore alla media nazionale (46 lavoratori per 10 mila abitanti). Cultura, sport e ricreazione con 9.212 istituzioni ri-sulta essere, come a livello nazionale, anche in Pu-glia il primo settore di attività del non profit (61% del totale regionale) assorbendo il 53,9% del totale dei volontari a livello regionale (96.170) e il 53,1% dei lavoratori esterni (6.414). Secondo settore di attività prevalente è quello dell’assistenza sociale e protezione civile con 1.316 istituzioni che rappre-

sentano l’8,7% del totale e impiegano il 23,5% de-gli addetti sul totale (6.228). Seguono i settori delle relazioni sindacali e rappresentanza di interessi con 1.125 istituzioni (7,4%), dell’Istruzione e ricerca con 705 istituzioni (4,7%) e della religione con 672 istituzioni (4,4%), percentuale più alta della media nazionale, pari al 2,3%. In Puglia il settore non profit è costituito da 10.068 associazioni non riconosciute (66,7% del totale) e 3.210 associazioni riconosciute (21,2%). Seguono 895 cooperative sociali (5,9%) e 758 istituzioni con altra forma giuridica (rappresentate principalmente da enti ecclesiastici civilmente riconosciuti, comitati e società di mutuo soccorso) pari al 5% del totale.

ECCO LE LINEE GUIDA SULLA RENDICONTAZIONE DEL 5 PER MILLEAggiornati, inoltre, gli elenchi dei ritardatari del 2013. C’è tempo fino al 30 settembre per mettersi in regola

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Questo è il racconto di una scoperta emozionan-te, come ci si può emozionare quando si scopre

per caso in Italia una comunità, in apparenza lon-tana dalla grande storia (quella delle parole, tante, troppo, spesso senza costrutto); una comunità che crede e s’impegna per dei valori in parte desueti, come la solidarietà e il dono di una parte di se stes-si, senza pretendere nulla, perché donare vuol dire rinnovarsi e rinascere ogni giorno.Era la prima volta che andavo a San Cassiano, in oc-casione della giornata dedicata a “Salute e Ambien-te”, organizzata dalla locale sezione Fratres, una delle più attive del Salento, in collaborazione con la FISO (Federazione Italiana Sport Orientamento). Ci sono capitato per caso (non sono salentino) incurio-sito da un programma molto articolato: una gara di orienteering (di cui poi vi dirò), un convegno sulla donazione del sangue e sulla salute e poi musica, magia accompagnati da porzioni generose di “pitta” di patate e di anguria. All’arrivo a San Cassiano siamo stati accolti in piaz-za da tanti volontari che avevano tutti uno sguardo limpidissimo e un sorriso antico, ormai raro, che ti accoglie e ti fa star bene.In quella piazza molto curata, pulitissima con i suoi

monumenti splendidi, da subito accanto al simbo-lo della Fratres (una goccia di sangue su un grande cuore), mi sono sentito a casa, rinato ad una speran-za di vita insieme con gli altri e per gli altri e non credo di essere stato il solo. Parliamo sempre di un Sud arrogante, violento, sen-za speranza da cui fuggire, ma non è questo il Sud che ho visto a San Cassiano e resterà un ricordo dol-cissimo. E poi, un po’ di cronaca non può mancare con un crescendo di “scoperte”, a partire dalla gara di orienteering, in realtà un’occasione di festa per sco-prire camminando tanti angoli suggestivi del centro storico: inaspettatamente a centinaia, grandi e bam-bini, il campione nazionale di questo sport Ales-sio Tenati e “pigri pantofolai” come me che si sono messi in gioco insieme, senza premi per i vincitori, solo per il piacere di stare insieme. Un convegno sulla salute rappresentava natural-mente l’elemento centrale della festa. Il tema era salute e prevenzione. Al tavolo del convegno le rappresentanti provinciali e locali Fratres Donatella Pinca e Maria Chiara Foti’, i medici Elisa Nescis e Rocco Catamo e il presidente provinciale della Lega italiana per la lotta contro i tumori.

Il tutto però sempre in un clima in festa, con i vo-lontari della Fratres che nel loro stand distribuivano “pitte” e angurie; nessun segno di stanchezza o di nervosismo, solo sorrisi bellissimi che sembravano canti antichi e favole a lieto fine come quelli che le nonne raccontavano e cantavano ai piccoli nipoti per farli addormentare sereni.Uno spettacolo di magia necessariamente doveva concludere questa serata magica. Il prestigiatore faceva apparire dal nulla colombe bianche, segno di speranza e di purezza che allontana paure, gelo-sie. I bambini di San Cassiano correvano a frotte per accarezzare quelle colombe per essere partecipi di quella purezza che è speranza. Concludo con un piccolo consiglio: andate a San Cassiano per scopri-re questa comunità nobilissima, vi sentire finalmente a casa. Chiedete dalla sezione della Fratres e donate una goccia del vostro sangue. Sentirete nel cuore una gioia profonda come non la provavate da molto tem-po, ve lo assicuro dal profondo del mio cuore.

Marcello Tagliente Archeologo e funzionario

del Ministero per i Beni e le Attività Culturali

DONAZIONE NON STOP DI SANGUE, ECCO I RISULTATI

Si sono concluse con oltre 200 presenze la due giornate non stop di donazione del sangue organizzate dalle delegazioni provinciali di

Fratres, Avis e Fidas lo scorso 26 e 30 luglio al Centro trasfusionale di Lecce in piazza Muratore con oltre 150 donazioni. A donare in queste due giornate organizzata per combattere l’emergenza estiva di sangue, in collaborazione con il Dipartimento di Medicina Trasfusionale della Asl di Lecce e il CSV Salento, lo stesso Direttore generale della Asl di Lecce Valdo Mellone, promotore dell’iniziativa insieme al direttore del Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale (SIMT) Fernando Valen-tino e al Direttore sanitario Giampiero Frassanito. «Come Asl – spiega Fernando Valentino, direttore del Servizio di Immunoematologia e Medi-cina Trasfusionale (SIMT) dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce – abbiamo deciso di rispondere a questa emergenza con una donazione straordinaria pomeridiana perché le abitudini delle persone, soprattutto dei giovani non fanno sì che si doni la mattina. Le giornate del 26 luglio e del 30 agosto – continua Valentino – sono state organizzate, grazie all’appoggio incon-dizionato della Direzione generale e insieme alle associazioni con le quali la collaborazione è fondamentale. Con loro, infatti, c’è un’ottima sinergia e divisione dei compiti: sono le associazioni a detenere gli elenchi degli iscritti che sollecitano e portano alle giornate di donazione, si occupa-no dell’accoglienza e dell’assistenza delle persone. Noi come personale del servizio trasfusionale ci occupiamo degli aspetti sanitari». Un ottimo traguardo a cui si aggiunge il lavoro che le associazioni locali stanno por-tando avanti con le donazioni sul territorio. Un impegno che ha portato nel 2012 a oltre 33mila donazioni di sangue in un anno, nello specifico oltre 33.490 donazioni (12.485 per Fidas, 11.978 per Fratres e 8.323 per Avis) di cui 30.323 di sangue intero (10.581 per Fidas, 11.978 per Fratres e 10.581 per Avis). E con la stagione estiva, l’impegno è aumentato consi-derevolmente: le associazioni si sono attivate per fronteggiare la consueta esigenza di sangue che nel periodo estivo diventa più importante, proprio quando le donazioni tendono a diminuire. Le abitudini dei donatori in va-canza, infatti, cambiano e spesso le loro necessità non coincidono con la disponibilità dei servizi sanitari. L’emergenza estiva è dovuta a vari fatto-ri: incidenti stradali, presenza di turisti, malattie intestinali. Tutto questo causa di un aumento della richiesta.

4ASSOCIAZIONI

SOLIDARIETÀ E CULTURA DEL DONO A SAN CASSIANO

Per la prima volta anche il Salento accoglie la manifestazione nazionale “Ehi, tu! Hai midollo?” che si è tenuta il 28 settembre nelle principali

piazze italiane, tra cui piazza Sant’Oronzo. A promuovere l’evento, i volon-tari di ADMO (Associazione Donatori di Midollo Osseo) e i clown volonta-ri di V.i.p. (ViviamoInPositivo) Italia Onlus, scesi in strada per una giornata di sensibilizzazione alla donazione di midollo osseo. L’evento organizzato in collaborazione con il CSV Salento si sta rivelando il canale giusto per portare nuovi potenziali donatori al Registro italiano (IBMDR). Nel settem-bre del 2011 sono stati 1.859 i giovani tipizzati nelle autoemoteche presenti nelle piazze italiane (973 le promesse di sottoporsi alla tipizzazione in un momento successivo). L’anno scorso, sempre a settembre, è stata invece raggiunta la quota di 3.175 nuovi iscritti al Registro Nazionale dei Do-natori di Midollo Osseo (quota alla quale vanno aggiunte 864 promesse). L’evento leccese ha visto l’animazione in piazza dei clown di V.i.p. Lecce e la collaborazione della Croce Rossa italiana per la tipizzazione. Tante le testimonianze di reali donatori e riceventi, per sensibilizzare soprattutto i giovani a un gesto di reale solidarietà come quello della donazione del midollo osseo. Tra i tipizzati celebri del territorio, l’allenatore del Lecce Francesco Moriero e la cantante Alessandra Amoroso, che hanno scelto di entrare nel Registro Italiano Donatori Midollo Osseo e diventare, così, te-stimonial ADMO, un donatore (effettivo o potenziale) che molto può fare, in termini di comunicazione di sé e dunque del progetto ADMO.

Anche nel Salento la manifestazione nazionale promossa da ADMO e V.i.p.

Un ricordo di Marcello Tagliente dei volontari salentini

EHI, TU! HAI MIDOLLO?Oltre 200 presenze e 150 donazioni per la

prima giornata organizzata da Fratres, Avis e Fidas

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Si terrà il 4, 5 e 6 ottobre il primo corso base di clownterapia orga-

nizzato dalla giovanissima associazio-ne V.i.p. Lecce (organizzazione fede-rata Viviamo In Positivo Italia Onlus). Scopo del corso è quello di invadere le corsie d’ospedale e le strade del Sa-lento di allegria e colori, preparando i nuovi clowns con le migliori tecniche grazie alla competenza degli istruttori V.i.p.Nei tre giorni, infatti, si affronteranno le tecniche di comicoterapia e mimo-danza, si lavorerà sul personaggio-clown e il circo immaginario, la coe-sione di gruppo, la fiducia, la sintonia, le gags, l’igiene e comportamento in ospedale. Ma la preparazione non fini-sce qui. Infatti dopo il week-end inten-sivo, la formazione proseguirà con due

allenamenti serali al mese, e – dopo sei allenamenti – sfocerà nel tirocinio in ospedale (sempre con la presenza di al-meno un clown esperto). Previste 100 ore di formazione (circa un anno tra turni in ospedale, allenamenti ed extra) grazie alle quali sarà possibile diventa-re Clown di Corsia di V.i.p.. Il percorso non termina con il corso e nemmeno con le 100 ore di formazione annue, ma prosegue per tutto il tempo che il volontario rimane in V.i.p..Il corso base e la tessera associati-va V.i.p. hanno un costo di 170 euro (la quota include anche la copertura dell’assicurazione). Il progetto di for-mazione di V.i.p. Italia prevede anche l’organizzazione regolare di corsi spe-cialistici gratuiti a favore dei volontari di tutte le associazioni federate V.i.p.

C’è ancora qualche settimana di tempo per partecipare al progetto Hacca 2o: Handicap, Acqua, Attività Sportive e Socio Integrative per Persone

Affette da Autismo - finanziato dal Ministero per le Pari Opportunità. L’ini-ziativa promossa dall’Istituto di Arti Terapie e Scienze Creative di Carmiano (LE) e l’associazione CUAMJ - Centro Universo Autismo Meridionale Joni-co - di Matino (LE), sarà avviata il primo mercoledì di ottobre e le attività si svolgeranno in due incontri mattutini infrasettimanali, presumibilmente il mercoledì ed il venerdì dalle 10 alle 12 (da concordare in base alle specifiche esigenze dei partecipanti). Il progetto si svolgerà presso il Centro Sportivo Paradise - Carmiano (LE) al km 22 della Strada Prov.le Carmiano-Copertino e ai Laboratori dello Spazio Associativo Circolo Virtuoso in Via Villa Convento 24/A, sempre a Carmiano (LE) ed è finalizzato alla realizzazione di un “labo-ratorio integrato” totalmente gratuito per lo svolgimento di attività natatorie e arte terapeutiche in favore di 30 persone fra bambini, adolescenti e adulti con sindrome autistica e/o ritardo mentale e psicomotorio. Il progetto è par-tito il 5 Giugno 2013 e terminerà il 31 maggio 2014 con le gare sportive e le relative premiazioni dei partecipanti. Le attività in piscina partiranno il primo mercoledì di ottobre 2013. Gli utenti saranno seguiti nelle attività da docenti esperti nel campo del trattamento per l’Autismo, dello sport e delle attività artistico-culturali. Sarà garantito il rapporto 1:1 (un educatore per soggetto) per gli utenti che ne abbiano necessità.Negli ultimi anni, l’autismo si sta rivelando una vera emergenza sociale, sia per il suo tasso di incidenza sulle nascite, sia a causa del suo alto grado di in-trusione sociale. Nella sola Provincia di Lecce si contano oltre 4.700 persone affette da tale patologia.

«La Giornata Mondiale Alzheimer deve essere un’occasione per puntare i riflettori su una con-

dizione di sofferenza spesso nascosta, segnata da un forte stigma sociale che coinvolge malati e fa-miglie». È con questo auspicio che Renata Franchi-ni, presidente dell’associazione Alzheimer Lecce, ha presentato la XX edizione di questa importante ricorrenza che si celebra in tutto il mondo il 21 set-tembre e che nel Salento è stata promossa domenica 22 a Cavallino (Le). Una giornata di sensibilizzazione organizzata anche in collaborazione con il Centro Servizi Volontariato Salento. In Puglia le persone affetta da sindrome di Alzheimer sono almeno 40mila, di cui 8mila vivono in provincia di Lecce. Si tratta di stime per difetto perché esiste un gran numero di “invisibili”, colo-ro che non accedono ai servizi. Un dato destinato a

crescere se si considera che in Puglia ogni anno le persone anziane aumentano di 10mila unità. Sul ter-ritorio regionale sono 770mila, di cui quasi la metà ha superato i 75 anni di età e nel Salento di 168.864 persone oltre i 65 anni (circa il 21% della popolazio-ne), 83.895 supera la soglia dei 75 (per un’incidenza del 10,5% sul totale). Secondo uno studio dell’Al-zheimer’s Disease International, sono 24,3milioni le persone con demenza oggi nel mondo: 4,6milioni di nuovi malati l’anno, un caso ogni sette secondi. Il dato è destinato a raddoppiare nei prossimi vent’an-ni con 42,3 milioni di malati nel 2020 e 81,1 mi-lioni nel 2040. «Si tratta di un problema destinato a crescere e per questo è necessario creare un vero e proprio piano regionale sull’Alzheimer – spiega Franchini – perché in Puglia il sistema dei servizi è

ancora troppo frammentato e manca una rete real-mente efficace». Tra gli obiettivi di servizio dell’ul-timo Piano regionale delle politiche sociali appro-vato quest’estate, però, c’è l’incremento della presa in carico a ciclo diurno delle persone con Alzheimer con l’obiettivo di raggiungere entro il triennio 10 posti utente ogni 50mila abitanti. È previsto, inoltre, un incremento dei servizi territoriali. La solitudine in cui si trovano le famiglie potrebbe essere allevia-ta grazie ai cosiddetti Alzheimer Cafè, luoghi in cui creare occasioni di incontro tra familiari, pazienti, volontari e operatori del settore. «Il nostro impe-gno nei prossimi mesi è di creare una simile realtà – conclude Franchini – anche a Lecce ma per farlo c’è bisogno di un supporto adeguato da parte delle amministrazioni locali».

PRESTAZIONI INPS, ANCHE GLI IMMIGRATI POSSONO ACCEDERE

AL VIA IL CORSO BASE DI CLOWNTERAPIAPromosso dall’associazione V.i.p. Lecce, il percorso prevede tre giorni di formazione intensiva

PARTE A OTTOBRE IL PROGETTO H2OIniziativa promossa dall’Istituto di Arti Terapie e Scienze Creative

e CUAMJ per 30 persone affette da autismo

UN IMPEGNO PER L’ALZHEIMER CAFÈLo chiede l’associazione Alzheimer Lecce in occasione della XX Giornata Mondiale

Anche le persone immigrate hanno diritto ad accedere alle prestazioni per le persone con disabilità. Secondo il messaggio n. 13983, dirama-

to il 4 settembre scorso a tutti gli Uffici Periferici dalla propria Direzione Centrale Assistenza e Invalidità Civile, l’Inps riconosce a “tutti gli stranieri regolarmente soggiornanti, anche se privi di permesso di soggiorno CE di lungo periodo” l’indennità di accompagnamento, la pensione di inabilità, l’assegno mensile di invalidità e l’indennità mensile di frequenza. L’uni-ca condizione da rispettare è che le persone immigrate in questione siano titolari del permesso di soggiorno di almeno un anno di cui all’art. 41 TU immigrazione [Decreto Legislativo 286/98, N.d.R.]. In questo modo vengo-no finalmente recepite le indicazioni della Corte costituzionale, che ha di-chiarato più volte l’illegittimità costituzionale dell’art. 80, comma 19, L. n. 388/2000, nella parte in cui subordina la concessione di quelle prestazioni assistenziali al possesso della carta di soggiorno. «Di per sé – commenta Fortunato De Fortunatis, presidente dell’associazio-ne S.A.L.V.A. di Lecce – si tratta di un’ottima notizia perché ogni diritto acquisito è un passo fondamentale. Per esperienza, però, posso dire che di-ritti conquistati sulla carta non sempre trovano riscontro nella realtà, nono-stante l’impegno di tutti. Basti pensare all’assistenza sanitaria, teoricamente garantita ma spesso dimenticata nella realtà. È il volontariato – conclude De Fortunatis – che in molti casi riesce a fare da anello tra istituzioni e persone».

S.A.L.V.A.: bisogna lavorare affinché i diritti riconosciuti sulla carta lo siano anche nella realtà

5ASSOCIAZIONI

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6ASSOCIAZIONI

RITROVAMENTO DI CANI E GATTI, ECCO UN VADEMECUM

CHIUDIAMO I CANILI LAGER!

FERMIAMO I ROGHI DI RIFIUTI!

Istituito grazie all’impegno di A.N.P.A.N.A. di Lecce anche un numero telefonico per le segnalazioni

È questo l’appello lanciato dalla presidente di “Zampa Libera” a Nichi Vendola

La denuncia arriva dall’associazione Nuova Messapia che invita la cittadinanza attiva ad agire insieme per arginare il fenomeno

Un vademecum per sapere cosa fare in caso di ri-trovamento di cani e gatti vaganti. A realizzarlo,

A.N.P.A.N.A., Associazione Nazionale Protezione Animali Natura Ambiente e l’Assessorato alle Poli-tiche ambientali, Rifiuti, Igiene, Sanità, Protezione civile e randagismo del Comune di Lecce. Una serie di regole comportamentali che permetto-no alle persone di fare un’autovalutazione del caso e correggere comportamenti errati ma diffusi. L’obiet-tivo è quello, non solo di sensibilizzare la cittadinan-za al tema, ma anche di evitare che i cittadini allertino inutilmente la Polizia Locale, l’Ufficio Ambiente, le associazioni ambientaliste o l’ASL facendo accor-rere inutilmente il personale operativo e i veterinari ogni qualvolta si presenti una presunta emergenza su animali, a discapito di casi davvero urgenti. Ma cosa fare in caso di ritrovamento di cani e gatti vaganti?

In questi casi molto spesso la prima cosa che si fa è prenderlo e portarlo alla Polizia Locale o al canile. Non tutti sanno che questo è assolutamente vieta-to dalla legge e che bisogna, invece, limitarsi a se-gnalare alla Polizia Locale l’animale, luogo e orario avvistamento, senza prendere iniziative personali, a meno che non si decida di assumersene la totale re-sponsabilità adottandolo o facendolo adottare. Inutile quindi portare un animale prelevato dal territorio ad un canile o alla Polizia Municipale poiché entrambi non sono autorizzati ad accettarlo. Solo l’A.S.L. o un suo incaricato (associazione animalista, ditta acca-lappiamenti) possono prelevare l’animale e solo se necessita di cure. Il 95% dei cani che si vedono in giro, inoltre, non sono randagi ma vaganti, il più delle volte si tratta di cani di proprietà che vivono in cam-pagna e si allontanano anche per giorni dirigendosi

verso la costa, perché con l’apertura estiva di molti locali questa diventa più appetibile. Altre volte sono cani già sterilizzati e reimmessi sul territorio, non hanno collare per evitare che si impigli in cespugli o recinzioni ma sono seguiti nel loro ambiente da cit-tadini o volontari. In entrambi i casi non necessitano affatto di canile poiché già fotografati dai volontari locali e inseriti in circuiti nazionali per la ricerca di adozione. Per quanto riguarda casi di maltrattamenti, inoltre, è attivo un nuovo servizio per segnalare e de-nunciare azioni contro gli animali e reati ambientali. Non saranno accettate segnalazioni anonime o non veritiere, per evitare dispendio di risorse ed energie che verrebbero tolte ai casi realmente urgenti. Il nu-mero attivato è 327-2166986. Gli operatori saranno disponibili a ricevere eventuali segnalazioni dalle ore 9 alle 12 e dalle ore 16 alle 22.

La spinosa questione relativa al randagismo e ai “canili lagher” in

Italia, in particolare nella Puglia e nel Salento arriva alla Commissione euro-pea. A presentarla, Raffaela Vergine, presidente dell’associazione “Zampa Libera” in una riunione cui hanno par-tecipato diversi rappresentanti di asso-ciazioni per la protezione degli animali provenienti da Germania, Bulgaria, Grecia, Olanda, Inghilterra, Italia, Bel-gio, Romania e Spagna.Le denunce dei volontari e delle orga-nizzazioni impegnate nella tutela degli animali sono decise: la Puglia come Auschwitz. Un’immagine forte che

apre una lettera che la stessa Vergine ha inviato al presidente della Regione Pu-glia Nichi Vendola, dopo aver effettuato una visita esterna nel canile privato di Noha. Uno tra i tanti “lager”, così come li ha definiti la presidente di “Zampa Libera”, in cui «la stretta sorveglianza su 200, 500 1000, 2000 cani serve solo a far vivere, nelle esclusive funzioni fi-siologiche, il più a lungo possibile uno di questi, perché fonte di guadagno». L’appello lanciato al presidente Ven-dola è di convocare il prima possibile il tavolo tecnico interdisciplinare pro-posto dalla presidente dell’ENPA Carla Rocchi.

Non c’è pace per il territorio salentino. Ai veleni, i drammi sanitari e ambientali, alle ciminiere

industriali insalubri, le discariche, le attività di cava, l’inquinamento dell’aria e della terra, si aggiunge il fe-nomeno sempre più diffuso degli innumerevoli roghi di materiale plastico, per lo più di copertoni e affini, che trasformano una terra sana e ricca di vita nelle più infelici delle “Terre dei fuochi”. A denunciarlo Alfredo Melissano dell’associazione Nuova Messapia in una lettera indirizzata ad alcuni protagonisti della cittadinanza attiva salentina, in par-ticolare ai volontari della LILT – Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, da sempre attenta agli intrec-ci tra drammi ambientali e sanitari. «Proprio la notte scorsa – si legge nella missiva – ho avuto la terrifi-cante esperienza di imbattermi in un rogo di materiale plastico, sulla strada Supersano-Scorrano, passandoci accanto, o meglio, attraverso una fitta cortina di fumo, denso e acre, che mozzava letteralmente il fiato pro-vocata da una combustione. Nonostante fosse perce-pibile l’odore penetrante e caustico in un raggio di diversi chilometri, il favore del buio notturno non ha permesso di definire e distinguere a pieno e per tem-po questa nube asfissiante fino a quando non vi si era totalmente dentro, immersi e assorbiti». Il rogo avve-niva in piena campagna ulivetata, nel cuore naturale e agricolo del ‘Parco dei Paduli’. Un fenomeno, quello

dello smaltimento illecito di rifiuti, ormai particolar-mente diffuso sul territorio: basta fare un giro per tutte le aree periferiche dei nostri paesi e delle nostre città e, soprattutto, per le nostre meravigliose campagne, e lì che lo scempio è più netto e il dramma è più pro-fondo. Storia recente è l’ennesima segnalazione fatta dal Coordinamento Civico per la Tutela del Territorio e della Salute del Cittadini su indicazione di cittadini che ha portato all’attenzione di tutte le autorità l’ennesima area-discarica lì presente e oggi data alle fiamme, il tutto avvenuto proprio a ridosso delle case di Galatina in un’area verde di pregio, tra ottimi orti e fertili campi

agricoli, area ricchissima di elementi storico-archeolo-gici in località “Li Grutti” nei pressi della bellissima e storica chiesetta della Madonna della Grotta (VI- VII sec. d.C.), dove vi sono testimonianze archeologiche tra le più preziose, antiche e interessanti del comune di Galatina. L’invito lanciato da Melissano è che si possa accendere l’attenzione verso un fenomeno in cresci-ta che «nel suo manifestarsi e protrarsi nel tempo si traduce non solo in una insana violenza verso il terri-torio del Salento, ma in una inquietante e rischiosissi-ma compromissione di salubrità nelle aree colpite con gravissime ripercussione sulla salute».

TAP, I VOLONTARI SCENDONO IN CAMPOIl progetto del gasdotto Trans-Adriatic Pipeline è entrato nella dinamica del “possibile”

Le associazioni chiedono trasparenza«Quello che abbiamo visto fino ad ora – dice Luigi Russo dell’associazione SOS Costa Salento – è una serie infinita di simulazioni e dissimulazioni. Governo, Regione, Provincia, Comuni, i grandi squali dell’Associazionismo ambientali-sta: tutti si posizionano per raccogliere risultati, per guadagnare. Ma la realtà è una: il gasdotto piano piano entra nella dinamica del possibile, ce lo troveremo bello e fatto, e ci indurranno pure a dire grazie... E allora così – come tante altre volte ormai – il volontariato, i comitati locali, i cittadini attivi, non ci stanno a farsi prendere in giro. E scendono in campo direttamente».Con queste parole prende il via la fase 2 della mobilitazione del volontariato salentino, in cui si ritrovano oltre a SOS Costa Salento, anche i tanti comitati spontanei che sono nati in questi mesi per contrastare il progetto TAP (Trans-Adriatic Pipeline), e che ora sentono la necessità di fare rete. Una rete di mobilitazione, sostenuta da giuristi esperti di ambiente, pronta a fare la più importante partita del momento: la trasparenza.

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7DOSSIER

I PUGLIESI? ANTIRAZZISTI E COSTRUTTORI DI PACE

Presentato l’aggiornamento del dossier “Uomini, o no?”. Nelle pagine che seguono una sintesi dei principali argomenti nelle pagine che seguono una sintesi dei principali argomenti e numeri dell’immigrazione nel Salento

È quanto emerge dal Dossier Immigrazione 2013 e dal sondaggio condotto dal CSV Salento e Eurispes Puglia

IMMIGRAZIONE E INTEGRAZIONE: IL MINISTRO KYENGE OSPITE DEL CSVS

La Puglia terra di pace e frontiera di accoglienza o terra di sfruttamento

e di caporali? È questo uno degli interro-gativi, quello più emblematico, da cui ha preso le mosse il sondaggio che il Cen-tro Servizi Volontariato Salento in colla-borazione con Eurispes Puglia ha effet-tuato in occasione dell’aggiornamento del dossier “Uomini, o no?” pubblicato nel 2012 e dedicato ai temi dell’immi-grazione nel Salento. Un dossier che racconta della nostra terra e della nostra cultura, svelando il vero volto dei salentini e dei pugliesi sui temi più vicini al rapporto con l’altro. I risultati dell’indagine sono stati presen-

tati domenica 21 luglio presso l’Hotel Hilton Garden Inn di Lecce alla presen-za del ministro per l’Integrazione Cécile Kyenge in occasione di un laboratorio di democrazia partecipata con volonta-ri, istituzioni e imprese dedicato ai temi dell’accoglienza e dell’integrazione. All’incontro, organizzato dal CSV Sa-lento con il patrocinio di CSV Puglia Net, Forum Terzo Settore, CSV Poiesis e Caritas Puglia, hanno partecipato Lui-gi Russo del CSV Salento che ha presen-teto il “Dossier immigrazione Salento e sondaggio sul razzismo”, don Maurizio Tarantino della Caritas Puglia e il mini-stro per l’Integrazione Cécile Kyenge.

«Non vogliamo solo denunciare – spie-ga Luigi Russo, presidente del CSV Salento – il dossier presenta le buone pratiche di integrazione, quella pratica ordinaria di accoglienza e di servizio agli altri che i nostri 200mila volontari pugliesi mettono ogni giorno al servi-zio delle comunità». Un affollatissimo e attento pubblico ha accompagnato la visita della ministra Lecce. «Gli insulti razzisti all’indirizzo del ministro Kyen-ge, sono solo l’apice di anni di cultura razzista nel nostro Paese – commenta Luigi Russo. Per questo abbiamo volu-to che fosse dei nostri alla presentazio-ne del dossier e del sondaggio, per te-

stimoniarle come la base partecipativa e attiva dei cittadini salentini e pugliesi sia distante anni luce dall’insensata po-

«Leggerò con molta attenzione il dos-sier del CSV Salento – ha detto in apertura la ministra per l’Integrazione Cécile Kyenge – per poter esportare le buone prassi di questo studio nel resto del Paese. Bisogna uscire fuori dall’ot-tica dell’emergenza, qui non si parla più di migranti o di persone immigrate ma di cittadinanza e di nuove povertà: questo è l’argomento che l’Italia e l’Eu-ropa devono affrontare al più presto».

Non è davvero un caso che negli anni Novanta il Salento sia stato candidato al premio Nobel per

la pace per essersi distinto nell’accoglienza di quelli che erano i primi migranti approdati attraverso le no-stre coste sul suolo italiano. Lo conferma, a 20 anni di distanza, il sondaggio effettuato dal CSV Salento e da Eurispes Puglia tra il 16 e il 17 luglio 2013, un’in-dagine campionaria condotta su 340 cittadini pugliesi sul razzismo in Puglia e presentata, assieme al dossier Immigrazione domenica 21 luglio a Lecce alla presen-za della ministra per l’Integrazione Cécile Kyenge. Il

razzismo ai danni della ministra Kyenge per opera del vicepresidente del Senato Roberto Calderoli.I risultati sono inconfutabili: l’81% dei cittadini pu-gliesi condanna senza esitazione gli insulti razzisti del

67% ritiene gli insulti e l’atteggiamento razzista asso-lutamente incompatibili con la carica di vicepresidente

del Senato della Repubblica italiana. Le fasce di età più risolute nella condanna degli insulti razzisti sono quelle tra i 26 e i 40 anni e tra i 41 e i 60 anni. «Non è certamente per noi una sorpresa – commenta Luigi

Russo, presidente del CSV Salento. La nostra terra si conferma frontiera del Mediterraneo, terra ponte, ap-prodo di quella convivialità delle differenze che don Tonino Bello ha saputo raccontare e interpretare in maniera esemplare. Ed è proprio dal dialogo che oc-corre ripartire, l’unico strumento vero di confronto e di incontro, l’unico mezzo per valorizzare le differenze e per azzerare l’insidiosa e subdola cultura del razzismo, per disimpararla. È questo anche il senso di questa giornata alla presenza del ministro Kyenge che, con la sua presenza, riconosce il ruolo attivo dei volontari e del Terzo settore salentino, fautori di quotidiane fa-tiche per la tutela e il riconoscimento dei diritti di tutti i cittadini. Abbiamo voluto raccontare al ministro – conclude Lu-igi Russo – come i volontari salentini e pugliesi sono impegnati costantemente e su tutti i fronti per fare del dialogo lo strumento culturale del riconoscimento uni-versale dei diritti».

NEL SALENTO PIÙ ASSOCIAZIONI DI IMMIGRATI

Il dossier “Visti da noi” realizzato dal CSV Salento tra il 2011 e il 2012 ha messo in evidenza che l’associazionismo impegnato in provincia di Lecce nell’ambito

dell’immigrazione e dell’integrazione, soffre di una forte atomizzazione. Si tratta spesso di piccole realtà associative radicate sul territorio; risultano inoltre marginali le presenze di immigrati in queste associazioni, così come non assurgono a ruoli di interlocutori istituzionali le associazioni di soli immigrati nella coprogettazione ed implementazione di politiche migratorie del territorio. In sostanza l’azione delle as-sociazioni rimane complessivamente, ancora oggi, fortemente segmentata, debole e soprattutto indebolita dalle latitanze e a volte dalle incompetenze istituzionali. Per i cittadini stranieri, la rete associativa è di fondamentale importanza perché i legami interetnici permettono di sapere come muoversi ed orientarsi all’interno della società ricevente ancor prima di spostarsi dal Paese d’origine. Il primo migrante fa sempre da mediatore con i connazionali che arrivano in un secondo momento, ed è “rappresen-tante” di quella rete associativa che contribuisce a preparare il terreno per un miglio-ramento delle condizioni di vita. Alla luce dei dati rilevati nel dossier “Visti da noi”, Il CSV Salento negli ultimi due anni, ha sollecitato le comunità di immigrati presenti

alla diffusione della cultura della solidarietà favorendo la collaborazione con gli Enti Pubblici e di altri soggetti del privato sociale.

LA MIGRAZIONE È ROSA Dai dati del XV censimento generale della popolazione e delle abita-

zioni effettuato dall’Istat (dicembre 2012) emerge che in dieci anni ci sono 250mila italiani in meno e 2.694.256 stranieri in più. Dal 2001 in poi, infatti, la popolazione straniera residente in Italia è triplicata, passando da 1.334.889 a 4.029.145, con una crescita del 201,8%. Due stranieri su tre risiedono al nord, il 24% al centro e solo il 13,5% al sud. Le donne sono il 53,3% del totale, ma salgono al 56,6% nel Meridione. Nella provincia di Lecce vivono oltre 20mila persone immigrate, di cui 12.981 extra Ue e 7.357 cittadini comunitari. A rivelarlo sono i dati raccolti dalla Prefettura di Lecce al 31 dicembre 2012, che sanciscono, inoltre, il raddoppio del dato femminile all’inter-no della popolazione comunitaria: 5.280 donne straniere rispetto ai 2077 uomini. La città di Lecce, poi, si tinge letteralmente di rosa: ci sono quasi 1.000 cittadine immigrate comunitarie su un totale di 1.264. Gli extraco-munitari che risiedono in Provincia sono soprattutto uomini (7.172), le donne sono 5.809. Rispetto al 2011 la popolazione immigrata residente in provincia è aumentata di 1.157 unità. Sono soprattutto rumeni, seguiti da-gli albanesi, i senegalesi e i marocchini. A Lecce città il dato è leggermente differente: il primo Paese di provenienza è l’Albania, seguito da Filippine, Sri Lanka, Cina il Senegal e India.

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8DOSSIER

L’OCCUPAZIONE IMMIGRATA TRA CRISI E OPPORTUNITÀ

É di qualche mese fa una notizia importante, proveniente proprio dal Salento, sul tema di

diritti e cittadinanza. Il Tribunale di Lecce ha dato ragione ad A.M., ragazzo nato da genitori immigrati e non regolari contro l’amministra-zione comunale che aveva negato al compi-mento del 18mo anno di età la cittadinanza al ragazzo perché al momento della nascita i suoi genitori non erano regolari. A.M. è oggi a tutti gli effetti cittadino italiano rendendo possibile il principio per cui chi è nato in Italia da immi-grato ha il diritto di diventare cittadino italiano. È partito sempre dal capoluogo salentino, un appello per la cittadinanza onoraria. A lanciarlo oltre venti associazioni tra cui la “Consulta dei

Diritti Civili” del CSV Salento che chiedono al Comune di conferire la cittadinanza ai bambini figli di immigrati della città, nati e residenti a Lecce che frequentano le scuole elementari e/o medie inferiori in città, “compiendo così un ge-sto di alto valore simbolico pur se privo di valo-re legale”. Un gesto che, in attesa della discus-sione parlamentare della proposta di legge sullo Jus soli temperato, molti sindaci d’Italia hanno già compiuto consegnando ai bambini migranti la cittadinanza onoraria prima del loro 18esimo compleanno. Portavoce di questa richiesta, l’as-sociazione Lecce Bene Comune che, d’intesa con le altre organizzazioni coinvolte nell’ini-ziativa, ha già individuato, d’accordo con le

famiglie, un primo gruppo di bambini ai quali conferire la cittadinanza onoraria leccese. Sono oltre 160 i Comuni che hanno voluto anticipare la riforma della legge sulla cittadinanza confe-rendo la cittadinanza onoraria, in varie forme, ai bambini nati in Italia, stabilendo che tutti i bambini sono cittadini, a prescindere dalla pro-venienza. Tra queste Milano, Torino, Bologna, Napoli, Pordenone, Crotone, Catanzaro, Peru-gia, Savona, Arezzo, Cremona, Ferrara, Saler-no, La Spezia, e intere province come Pesaro-Urbino, Grosseto, Ravenna, Piacenza, Livorno e centri più piccoli come Sesto San Giovanni, Aversa, Cantù, Scandicci, Nichelino, Sant’Ar-cangelo di Romagna.

Nella provincia di Lecce, dai dati diffusi da Unioncamere, nel

2012 ci sarebbe stato un vero e pro-prio boom di imprese gestite da immi-grati: un aumento del 13% rispetto al 2011. Si tratta per il 90% di ditte indi-viduali, partite Iva commerciali rife-rite anche a lavori di tipo stagionale, ambulantato. Dall’ultimo dato fornito dalla Camera di Commercio di Lec-ce, aggiornato al 30 giugno 2013, le imprese salentine avviate da persone provenienti da Paesi extracomunitari registrano un +6%, passando da 4481 a 4750 unità, con un saldo positivo di 269 imprese, dato in controtenden-za, rispetto all’andamento negativo dell’imprenditoria autoctona, che vede chiudere, negli ultimi 12 mesi, 321 imprese. Tali aziende rappresen-tano oggi oltre il 6,5% del tessuto pro-duttivo locale. In aumento soprattutto le imprese legate al settore del Com-mercio che registra un incremento in termini assoluti di 230 unità (+8,2%). Dalle percentuali, i settori che regi-strano le maggiori variazioni positive sono il settore dell’Energia (+150%), quello della Sanità (+25%) e quel-lo del Noleggio e agenzie di viaggio (oltre il 23%). Si tratta soprattutto di persone provenienti dal Senegal, dal Marocco, dalla Cina, dall’India, dall’Albania e dal Pakistan.

Le donne immigrate nel lavoro di cura: ancora troppo sommersoNel 2012 quasi metà dei lavorato-ri domestici è un extracomunitario: sono 467.565 su un totale di 982.975 (47,6%). Le donne rappresentano la maggioranza dei lavoratori stranieri impiegati nel settore della cura do-miciliare. Secondo l’indagine di Mi-grantes, il lavoro di cura all’interno delle famiglie pugliesi è svolto dal 10,5% degli immigrati presenti sul territorio regionale.

Sono lavoratrici mediamente più gio-vani di quelle italiane, 45 anni è l’età media, vengono per lo più da paesi dell’Est e hanno un livello di istru-zione superiore. Lavorano un numero maggiore di ore settimanali rispetto alle colleghe italiane e guadagnano 300 euro in meno rispetto agli uomini e il 31% in meno rispetto alle italia-ne (dati Fondazione Leone Moressa). Negli ultimi 4 anni si è verificato un significativo processo di emersione, grazie ad un congiunto sforzo inte-ristituzionale, ma resta ancora molto diffuso il lavoro nero, soprattutto nel Meridione. Secondo la Cgil di Lecce, nonostante la sanatoria, nel Salento le donne straniere spesso lavorano in posizione irregolare e le richieste di regolarizzazione sono ancora troppo poche. Le donne immigrate corrono, inoltre, il rischio di essere vittime di una dop-pia discriminazione: etnica e di gene-re. Il pericolo per loro è di essere con-dannate all’invisibilità nel loro ruolo di assistenza domestica, confinate in un ambito strettamente privato, reso ancora più vulnerabile dalla eventua-le assenza del permesso di soggior-no. Nonostante gli sforzi compiuti per l’emersione del nero nel lavoro di cura, come nel caso del progetto R.O.S.A. della Regione Puglia, anche nelle case salentine alle badanti e alle colf si richiede di essere a disposizio-ne 24 ore su 24, rimanendo irregolari e spesso segregate in casa ad assistere persone allettate.

Sono uomini... o caporali?Una delle piaghe che la Puglia e il Salento ha dovuto affrontare è quella del Caporalato. La Flai Cgil, al fine di raccogliere dati sul fenomeno, ha avviato un progetto di monitorag-gio “Gli invisibili delle campagne di raccolte”. Mappare la presenza de-gli “invisibili” appunto, di lavoratori stranieri senza contratto e senza alcun

tipo di garanzia è un lavoro arduo. Dai dati, ovviamente parziali, sono circa 30mila in Italia i lavoratori migranti sotto caporalato impegnati nel setto-re della raccolta in campo agricolo. Provengono da Nigeria, Sierra Leone, Mali, Uganda, Burkina Faso, Roma-nia, Polonia, Bulgaria, alloggiano in baracche di fortuna e sono costretti a subire giornalmente le vessazioni dei caporali. In Puglia i lavoratori sono principalmente impegnati nella rac-colta dei pomodori e nel Salento nella raccolta delle angurie.

Secondo la Cgil in attività in provin-cia di Lecce ci sono circa 300 lavora-tori, il 20% in meno rispetto agli anni precedenti. Nel Salento si lavora in squadre di 6-8 persone. Il guadagno giornaliero è di 25 euro circa, a cui bisogna sottrarre 5 euro per il traspor-to che il caporale chiede al lavoratore immigrato, 3,50 euro per il panino e 1,50 per la bottiglietta d’acqua. Inol-tre per trovare lavoro, per l’ingaggio, bisogna pagare prima ancora di co-minciare a lavorare 200 euro, una sor-ta di “pizzo” base al caporale.

CITTADINANZA: IL DIRITTO DI ESSERE ITALIANI

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9DOSSIER

Quello dell’abitazione è un altro problema cui, una persona immi-

grata, deve far fronte nel nostro Paese. Affittare la casa a un immigrato può scatenare la diffidenza dei proprietari degli immobili, spaventati sia dal fatto di non venir pagati, sia dalla possibi-lità che l’immobile venga “rovinato” dall’immigrato. Eppure alcune ricerche raccontano del frequente atteggiamen-to di timore che le persone immigrate hanno nei confronti degli affittuari, preoccupati dalla possibilità di essere sfrattati. I proprietari possono quindi affittare un edificio già fatiscente e non occuparsi della manutenzione (anche

straordinaria) della struttura. In questo modo, risparmiano senza fare nessuno sconto sull’affitto. Anzi, spesso chie-dono un affitto superiore al valore di mercato. Su questo, la realtà leccese è perfetta-mente in linea con la recente indagine dell’Ismu (Iniziative e studi sulla mul-tietnicità) che rivela come gli stranieri paghino affitti più cari in media del 10-20% rispetto agli italiani. Una manna dal cielo per i locatori che dispongono di grandi patrimoni immobiliari com-posti da piccoli appartamenti. Anche a Lecce gli immigrati incontrano forti difficoltà nel trovare un alloggio. Con

stipendi molto risicati poi, è impossi-bile permettersi di essere indipendente, quindi sono costretti a condividere lo stesso appartamento tra connazionali. In Puglia non sono rare le situazioni in cui nello stesso appartamento vivono dieci persone. Il risultato sono spesso condizioni igieniche precarie per chi vi abita. Secondo l’indagine “Sotto la so-glia”, promossa dall’Ue e dal Ministero dell’Interno, in Puglia solo l’1% degli immigrati intervistati può permettersi di vivere da solo. La soluzione della convivenza è frequente tra i giovani stranieri che si organizzano per svolge-re piccoli commerci.

Secondo il IV Rapporto “Minori fuori famiglia” elabora-to nel 2012 dall’Osservatorio Regionale per le Politiche

Sociali con i dati relativi al 2011, degli oltre 3mila bambini e bambine che vivono lontani dal proprio nucleo familiare d’origine, il 23% sono stranieri. Un dato in costante aumento: sono stati 579 nel 2011, pari all’80% di tutti i minori stranieri fuori famiglia, e sono più che raddoppiati (+ 112%) rispetto al 2007; il fenomeno è cresciuto in soli 5 anni, anche per effetto delle diverse emergenze periodiche connesse in particolare alla crisi in Nord-Africa, che proprio nel 2011 ha avuto il suo apice. Ed è proprio la provincia di Lecce con il 45,8%, quasi la metà di tutti i minori stranieri presenti in regione, con 265 presenze, a registrare il primato regionale. Un dato che, se confrontato con quello fornito dalla Questu-ra di Lecce relativo al 2012, continua a crescere, arrivando a 323 minori stranieri non accompagnati. Nei primi mesi del 2013, inoltre, se ne sono aggiunti altri 37. Sempre secondo l’indagine regionale, cresce del 107% la presa in carico re-sidenziale per i minori stranieri. Nelle Comunità educative vi è accolto oltre il 60% dei 1.842 minori accolti in strutture residenziali, di cui il 35% risulta essere straniero e tra questi una componente significativa, l’86% è rappresentata da mino-

ri non accompagnati. Circa il 40% dei minori fuori famiglia viene preso in carico mediante affido familiare (-10% rispetto alla rilevazione del 2007 per i minori in generale, e addirittura -34% dei minori stranieri). In Puglia, i percorsi di affido fami-liare riguardano 1.239 bambini, di cui solo 76 (il 6,2%) sono minori stranieri.

Il caso. Minori stranieri non accompagnati accolti negli SPRARNel corso del 2011 il numero di minori stranieri non accompa-gnati richiedenti e titolari di una forma di protezione accolti nei progetti dello SPRAR è stato pari a 312 (di cui il 97% di sesso maschile), contro i 253 del 2010. La questione dei minori non accompagnati richiedenti o titolari di una forma di protezione è un fenomeno spinoso a livello nazionale: nel Bel Paese sono circa 3.000 i posti SPRAR dedicati a loro ma in provincia di Lecce, terra di frequenti sbarchi, i posti sono solo 10. Nono-stante, l’evidente insufficienza dei servizi, la rete territoriale è sempre riuscita ad assorbire la richiesta. Rispetto alla percen-tuale nazionale, in Puglia i minori stranieri non accompagnati richiedenti asilo (MSNARA) accolti nella rete SPRAR sono in tutto circa il 16%.

SBARCHI, UN FENOMENO IN APPARENTE CALO

Secondo i dati della Divisione Immigrazione della Questura

di Lecce, nel territorio provincia-le, negli ultimi tre anni gli arrivi sulle coste hanno visto un lieve calo. Se nel 2011 in 63 sbarchi sono arrivate 2.604 persone di cui 744 minori e 73 donne, nel 2012 gli sbarchi sono stati 68 per un totale di 2.177 persone. Se il nu-mero delle donne è rimasto quasi uguale (79 unità), nel 2012, sono nettamente diminuiti i minori (“solo” 228). Al primo posto in questo biennio rimangono gli arrivi dall’Afgha-nistan (1047 nel 2011 e 819 nel 2012) e dal Pakistan (442 nel 2011 e 770 nel 2012). La “classi-fica” nel 2011 vede il susseguirsi di egiziani (297), Iracheni di etnia curda (250) e bangalesi (126).Nel 2012, invece, al terzo posto gli arrivi dal Bengala (197), Ma-rocco (99) e Iran (85). Nei primi mesi del 2013, con 16 sbarchi sono arrivati 641 persone, di cui 80 minori e 26 donne. Arrivano, ancora una volta soprattutto pa-kistani (431) e afghani (101). Di seguito siriani (64), iraniani (15) e dal Bengala e India (11). Un dato confermato dal Centro Don Tonino Bello di Otranto, uno dei 5 Centri di prima accoglienza presenti sul territorio nazionale, affidato dal Comune alla Mise-ricordia di Otranto. Secondo la Misericordia, nel 2012 sono sta-te più di 2000 le persone sbarca-te e in oltre 6 mesi del 2013 non si è arrivati neanche a 1000. Un fenomeno particolare, in quan-to gli sbarchi si sono concentrati maggiormente durante il periodo invernale rispetto a quello che era accaduto negli anni precedenti. Un dato, questo, indubbiamente parziale: esiste un sommerso “in-visibile” che sfugge spesso alle rilevazioni ufficiali e che riguar-da tutti coloro che arrivano sulle nostre coste e si nascondono o scappano. «Per noi – commenta-no i volontari della Misericordia di Otranto – ogni scarpa abbando-nata sul ciglio della strada può es-sere il segno di un passaggio degli invisibili».

Secondo il Rapporto Annuale del si-stema di Protezione per Richieden-

ti Asilo e rifugiati aggiornato al 2012, elaborato dal Ministero dell’Interno e dall’Anci, nel 2011, tenendo conto del-la numerosità dei posti disponibili, la Puglia è la regione che accoglie il nu-mero maggiore di rifugiati e richiedenti asilo: circa 15mila (24%). Di questi, 13mila sono accolti nei Centri di ac-coglienza/Centri di accoglienza richie-denti asilo (42% del totale degli accolti in Italia nei CDA/CARA). In Puglia, i posti dei CDA/CARA sono circa 1700. Il Salento, da sempre terra di sbarchi, di frontiera e di accoglienza, ha visto negli ultimi anni aumentare il nume-ro di richiedenti asilo politico: se nel 2011 erano 1757, nel 2012 sono passati a 2028, nei primi mesi del 2013 sono, invece, 598. Sempre secondo i dati dif-fusi dalla Questura di Lecce, i migranti richiedenti asilo direttamente negli uf-fici della Divisione Immigrazione sono stati 93 nel 2012, balzando a 340 nei primi mesi del 2013. Raddoppiano,

inoltre, i dati relativi ai permessi di soggiorno: se nel 2011 sono stati 3079, nel 2012 sono arrivati a ben 6440 con un incremento percentuale del 109%.Da gennaio 2013 la situazione in pro-vincia è decisamente tracollata. In attesa di accoglienza, vista la satu-razione dei posti nei CARA e negli SPRAR, numerose persone immigra-te, provenienti soprattutto da Siria, Iraq e Afghanistan si sono rifugiate nel Dopo Lavoro ferroviario di Lecce nella speranza di trovare accoglienza. Un sovraffollamento dovuto anche alla decisione da parte del Ministero dell’Interno di concludere in maniera definitiva il progetto di finanziamento per l’emergenza Nord-Africa. A tam-ponare l’emergenza, ancora una volta le organizzazioni di volontariato che, sentinelle sul territorio, hanno lanciato un appello alle istituzioni alla ricerca di una soluzione. Tra queste, Integra onlus, che ha intercettato la difficile si-tuazione grazie a una segnalazione allo sportello per gli immigrati del Comune

di Salve (Le). Un accorato invito che ha portato alla convocazione di un vertice al quale hanno partecipato i rappresen-tanti di Regione, Provincia, Comune di Lecce, Questura, Asl, Croce Rossa Ita-liana, Caritas diocesana e associazioni no-profit. Secondo le denunce inoltrate da Integra onlus, i richiedenti asilo che si sono riversati nel “Dopo Lavoro” del capoluogo salentino si sono trovati nell’impossibilità di usufruire di scre-ening sanitario, nemmeno quello per le malattie infettive. «Se le istituzioni affrontassero la situazione con mag-giore serietà – ha commentato Maria Giovanna Mayo, presidente dell’asso-ciazione Popoli e Culture onlus – molti problemi sarebbero presto risolti, con un minore dispendio di energie e risor-se. In questo settore, si investono molti soldi, ma quanti poi arrivano veramen-te a beneficio delle persone immigra-te? Se ci fossero strutture funzionanti e risposte più puntuali, si potrebbero impiegare meno risorse con risultati migliori».

RIFUGIATI, A LECCE SONO SEMPRE DI PIÙ

PICCOLI UOMINI ALLA RICERCA DI UN FUTURO

“NON SI AFFITTA AGLI IMMIGRATI!”

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L’indice sintetico di integrazione del Piano di Azione per la gestione dell’impatto migratorio

(11 luglio 2008) del Ministero dell’Interno collocava la Regione Puglia nella fascia bassa di integrazione, soprattutto in alcune province come Lecce e Brindi-si, per le quali si evidenziava la necessità di interventi progettuali atti a favorire e accrescere processi di in-tegrazione sociale. Da allora molto è stato fatto grazie all’impegno e alla passione del Terzo Settore salenti-no. Di seguito, alcune delle buone prassi rilevate nelle province di Lecce e Brindisi, segno che i soggetti del Terzo Settore sono sempre attivi nella ricerca di so-luzioni innovative per tutelare i diritti e rispondere ai bisogni del territorio.

Genitori e figli: prematuramente insieme Il progetto nasce dalla collaborazione tra Amis Onlus - Associazione Mediatori Interculturali Salento e la rete di contatti de “L’Abbraccio”, associazione impegnata nella salvaguardia della vita e della salute dei neonati pretermine. L’obiettivo è di dar voce e ascolto alle pro-blematiche specifiche dettate dalla nascita prematura sotto il profilo psicologico, sociosanitario, assistenzia-le e della tutela dei nati prematuri. È stato così attivato un Centro Ascolto con l’ausilio di psicologi e mediato-ri linguistici culturali per la realizzazione di gruppi di Auto-Mutuo Aiuto, affiancati da colloqui per il soste-gno psicologico individuale.

Passo dopo passoRealizzato dall’associazione Popoli e Culture, in colla-borazione con l’associazione Baraonda, AMIS Onlus e Migrantes, “Passo dopo passo” nasce per favorire l’accoglienza e l’integrazione di minori e adolescenti stranieri nella scuola e nel tessuto sociale della città di Lecce, tramite servizi e percorsi di formazione, aggre-gazione, socializzazione, rinforzo e sostegno linguisti-co e scolastico, educazione all’interculturalità e alla creatività, in particolare attraverso la realizzazione di un doposcuola etnico, laboratori artistico/espressivi e la ludoteca “Per vivere sereni”.

Il consigliere aggiunto a Palazzo CarafaIl Comune di Lecce è il primo comune italiano e l’uni-co in Puglia ad aver istituito la figura del consigliere straniero aggiunto. Dal 2002, infatti, il Comune, fa-cendo seguito alla Legge n. 203 del 1994, ha rego-lamentato le modalità di elezione e di partecipazione alle sedute del Consigliere aggiunto in rappresentanza dei cittadini stranieri. Una figura politica preziosa per le numerose comunità immigrate presenti nella città, che possono così, attraverso il proprio rappresentante, interagire con maggiore facilità con le istituzioni, rac-contare i propri disagi, le proprie difficoltà e cercare insieme delle soluzioni.

Comin.rom: tavolo inter-istituzionale per l’inclusione della minoranza romNato dall’iniziativa della Prefettura di Lecce e Nova Onlus – Consorzio Nazionale di cooperative socia-le, all’interno del Programma Operativo Nazionale “Sicurezza per lo Sviluppo – Obiettivo Convergenza 2007-2013”, il tavolo raccoglie è costituito da Comu-ni, Provincia, Asl, Ufficio Scolastico, Ufficio d’am-bito, Giustizia Minorile, Università, Migrantes, Amis Onlus, ICISMI, Rete Antirazzista di Lecce e numerose organizzazioni della cittadinanza attiva sul tema, in-clusa la rappresentanza della stessa comunità rom lo-

cale. Al centro, la necessità di una maggiore attuazione dei diritti alla casa, all’istruzione, alla salute, al lavoro.

Il diritto di essere italianiComitato a sostegno della campagna nazionale di sensibilizzazione “L’Italia sono anch’io” sul ricono-scimento della Cittadinanza Italiana ai bambini nati in Italia da genitori stranieri regolarmente soggiornanti, costituito da CSV Salento, Arci Lecce, Centro Studi ICISMI dell’Università del Salento, Rete Antirazzista di Lecce, Associazione Popoli e Culture, AMIS Onlus, Associazione senegalese Terranga, Associazione ru-mena Avicass, Padri Comboniani, Avvocati di Strada, Associazione S.A.L.V.A.

Presente/i per il futuroFinanziato dal ministero del Lavoro e delle Politiche so-ciali, il progetto realizzato da Us Acli Lecce è finalizzato all’inclusione, integrazione e coesione sociale attraver-so lo sport. Le azioni sono state rivolte in particolare a cittadini italiani e immigrati accolti nei Centri di Acco-glienza SPRAR salentini (Arci Lecce), da una comunità per minori non accompagnati, cittadini italiani studenti universitari, giocatori professionisti di prime divisioni. Il gruppo multietnico di giovani partecipanti ha pro-grammato e poi realizzato azioni educative e aggreganti volte alla valorizzazione delle differenze culturali, etni-che e religiose.

Comunità di accoglienza agimi eurogiovaniL’associazione Agimi ha realizzato una Comunità di

Accoglienza in provincia di Lecce, organizzata in modo da ricreare quel clima e funzionalità proprie del nucleo familiare. Il numero massimo degli accolti è di 10 per-sone, preferibilmente nuclei familiari interi evitando le separazioni di fratelli o coniugi in altri Centri, che pos-sono essere causa di tensioni psicologiche per gli accol-ti. Seguendo la Dichiarazione Universale dei Diritti del fanciullo e le Circolari Ministeriali in Italia sin dal 1994, i minori accolti vengono inseriti dopo pochi giorni nelle scuole al fine di avviare il loro inserimento sociale.

Cittadini attraverso lo sportL’US ACLI di Brindisi ha realizzato la II^ Edizione di “Cittadini Attraverso lo Sport”, Campagna Nazionale contro il Razzismo, l’Emarginazione e per l’Integra-zione Multietnica che ha coinvolto quasi 100 parteci-panti, tra brindisini e immigrati, presenti sul territorio. La campagna si pone l’obiettivo di promuovere lo sport come ulteriore luogo di cittadinanza e spazio pri-vilegiato e fecondo dell’incontro tra persone e popoli. Al progetto hanno partecipato la Fondazione Migran-tes , C.A.R.A. Restinco, Eurosport Accademy - Scuo-la calcio locale, FEDER.S.P.E.V. E Centro Servizi al Volontariato Poiesis di Brindisi.

Cultura degli stranieri tra scuola e so-cietàIl Centro Territoriale Permanente (CTP) del comune di Francavilla Fontana è una realtà che vuole offrire stimoli culturali grazie alla presenza da punti di ag-gregazione quali biblioteche, teatri, sale cinematogra-fiche, parrocchie, palestre e numerose manifestazioni culturali, fieristiche. Grazie a questi strumenti, CPT of-fre alle persone straniere accoglienza, alfabetizzazione primaria, apprendimento della lingua e dei linguaggi, conoscenza di competenze di base e saperi specifici.

CASA RAABGestita dalle cooperativa sociale “Atuttotenda”, è una casa di accoglienza per donne e minori vitti-me di tratta. La casa è stata concepita per offrire alle donne adulte e/o minorenni un luogo sicuro in cui sottrarsi alla violenza, intraprendere con tran-quillità un percorso di autonomia e ricostruire con serenità la propria vita. L’azione prevede l’allonta-namento immediato della donna dalla strada, dalla situazione di servitù e sfruttamento e la realizzazio-ne di programmi di assistenza individuali (PAI) in un percorso di pronta accoglienza, volti a garantire adeguate condizioni di vitto, alloggio, assistenza sanitaria e tutela legale.

Tutto il mondo in PaeseL’associazione Egerthe attraverso il progetto “Tut-to il mondo in paese” concluso nel 2012, ha orga-nizzato tantissimi laboratori di lingua italiana, di attività artistiche, teatrali, di educazione civica e ha promosso innumerevoli incontri con altre religioni e incontri con gli immigrati nelle varie scuole. Non ultimo ha partecipato all’organizzazione della festa dei popoli per creare coesione e vivere insieme mo-menti di convivialità.

10DOSSIER

BUONE PRASSI DI INTEGRAZIONE NEL SALENTO

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A cura di Valentina Valente

11FORUM

É tutto pronto per il consueto appun-tamento con il Forum del Volonta-

riato, giunto quest'anno alla sua settima edizione. Per la seconda tappa de "Il Volontariato al Centro" è stata scelta la centralissima Piazza San Sebastiano di Racale che, per l'occasione, ospiterà a partire dalle ore 18, oltre 50 organiz-zazioni di volontariato impegnate nella tutela dell'ambiente e della salute, in at-tività di protezione civile, di tutela dei minori e delle famiglie, di tutela dei di-ritti, di disabilità."É oramai un appuntamento per noi irrinunciabile - afferma Luigi Russo Presidente del CSV Salento - un mo-mento durante il quale le associazioni di volontariato della provincia di Lecce si incontrano e incontrano il territorio, i cittadini. Un momento di confronto e di crescita che offre ai volontari la possi-bilità di mettere al centro il proprio im-pegno quotidiano nei confronti dell'am-biente, nei confronti di chi soffre o di chi si vede negati i propri diritti, un'oc-

casione per rendere visibile tutte quel-le azioni volte al Bene Comune". Ed è proprio questo il leitmotiv del Forum di quest'anno, intitolato appunto "Protago-nisti del Bene Comune", dare spazio e voce a quella parte dell'Italia che non si vede, ma che da anni si occupa e si pre-occupa di migliorare la qualità della vita

di tutti prendendosi cura, appunto, dei Beni Comuni. Salute, ambiente, spazi urbani, beni culturali, legalità sono al-cuni dei beni di cui migliaia di volontari si fanno carico ogni giorno e che non sono né privati né pubblici, ma di tutti, cui tutti abbiamo accesso e di cui tutti dovremmo prenderci cura per garantire

una migliore qualità della vita all'intera comunità.Fitto il programma di eventi rivolti alla cit -coli di danza e musica, dimostrazioni pratiche e ancora giochi e laboratori didattici dedicati ai più piccoli che colo-reranno la Piazza per l'intero pomerig-gio. Quest'anno, in linea con il Forum 2012 “Futuri Sostenibili” ritornano con i laboratori didattici curati dalle orga-nizzazioni di volontariato i temi della sostenibilità ambientale, dell'auto pro-duzione e del riuso creativo.Anche la fontana di Piazza San Seba-stiano si tingerà di rosa per ricordare alla cittadinanza che ottobre è il mese della prevenzione. Le Associazioni A.P.E. “G. Toma” e LILT si uniran-

coinvolgerà giovani e giovanissimi per richiamare l'attenzione e sensibilizzare l'opinione pubblica sulla prevenzione della neoplasia alla mammella. Ritor-na sulla piazza in occasione del Forum di quest'anno la “Biblioteca Vivente”,

i pregiudizi e gli stereotipi attraverso l'incontro e la conoscenza. I libri della nostra biblioteca, infatti, sono delle per-sone in carne ed ossa pronte a raccon-tare la propria storia, a rispondere alle domande e alle curiosità di chi vorrà ascoltare. Il tema della prevenzione sarà riproposto anche nella “Biblioteca Vi-vente” con il libro “di cancro al seno si può...vivere”.A chiudere questa edizione la musica coinvolgente dei Toromeccanica, musi-cisti salentini che accompagneranno la serata con il loro ultimo “Sentimental-mente Ok”.

"I PROTAGONISTI DEL BENE COMUNE"

santi”, che interagiscono con le realtà del Terzo Settore. La mia domanda la giro quindi all’Osservatorio regionale

ozreT led ametsiS la e otairatnolov ledSettore pugliesi, perché consolidino

Ma soprattutto la inoltro volentieri al presidente Nichi Vendola e a tutti i

-te prendano in seria considerazione la necessità, al più presto, di mettere mano ad una una riforma “ponderata” della legge regionale del volontariato, magari in vista anche di un testo uni-co sul terzo settore, per riconoscere il vero valore come capitale sociale ed economico del Terzo Settore, che va messo nelle condizioni di agire secon-do la propria vocazione, ma anche con il pieno sostegno delle istituzioni, in piena sintonia con col l’art. 118 della Costituzione.

continua da pag.1

IL TERZO SETTORE È CAPITALE SOCIALE

ED ECONOMICO

Al via la seconda tappa del VII Forum Provinciale del Volontariato organizzato dal CSV Salento

Sarà Nandu Popu dei Sud Sound System il “Testimonial del Volontariato 2013”. La grande novità del Forum di quest'an-no, infatti, riguarda l'istituzione di un premio rivolto a chi, nella sua professione artistica, si è distinto per aver affrontato e portato l'attenzione su questioni sociali particolarmente rilevanti e urgenti.Il premio nel suo primo anno di vita andrà a Nandu Popu, cantautore salentino che da anni con la sua musica ha portato il Salento in giro per l'Italia. Nandu e la sua band non hanno soltanto conquistato milioni di giovani con le loro sonorità raggae, con la loro ironia ed energia, hanno anche parlato a tutti di “radici”, di culture che si abbracciano, di integrazione, di diritto alla salute e di difesa dell'ambiente. “Tutti coloro che, come Nandu Popu hanno la possibilità di parlare e arri-vare al cuore di milioni di persone e che, anche in virtù di questo, decidono di mettersi in prima linea contro ogni forma di razzismo, contro l'inquinamento e di cantare il proprio dissenso, meritano, secondo noi, di essere premiate – afferma Luigi Russo - perché le loro parole fanno eco alle azioni e all'impegno dei milioni di volontari che popolano il nostro paese e che, troppo spesso, restano nel silenzio”.In questa occasione Nandu Popu presenterà la sua prima esperienza letteraria “Salento: fuoco e fumo” romanzo in cui, attraverso un viaggio in mountain bike, si raccontano le contraddizioni del Salento.

Ore 17.30 Banda di RacaleOre 18.00 Spettacolo di Majorettes A cura dell'Ass. "Musicamica" onlus, TavianoOre 18.20 Flash Mob "LILT per le Donne"A cura delle Associazioni A.P.E. “G.Toma” e LILT

Dalle 18.30 La Biblioteca Vivente: non giudicare un libro dalla sua copertinaA cura del CSV Salento

d'Avorio”A cura di AMIS Onlus, SurboOre 18.30 INIZIO LABORATORI E ATTIVITÀ PER BAM-BINI E RAGAZZI:- “Cartastoria": laboratori di carta- Truccabimbi, attività di animazione sulla piazzaA cura dell'Ass. Mondo Felice, Melissano- “I colori del mondo”: laboratorio artistico di manipolazione per conoscere i costumi tradizionali dei popoliA cura di Integra Onlus, Lecce- "Cartapesta che passione!": laboratorio istantaneo di cartapestaA cura di Archeoclub, Copertino- "I giochi di una volta" A cura dell'Ass. Attentamente, Lecce- “L'energia del futuro”: come produrre energia dall'idrogenoA cura dell'Ass. CulturAmbiente, Lecce

- Laboratori di immagini e pitturaA cura dell'Ass. Nova Vita, Casarano- Il sapone fatto in casa, come produrre il sapone all'olio d'olivaA cura dell'Ass. Amici del Museo, Tuglie- Spettacolo Fachiro Mangiafuoco A cura di Arci Salento, Trepuzzi- Laboratorio di riciclaggio e riuso creativo A cura dell'Ass. Attentamente, LecceOre 19.00 Dimostrazione Cromopuntura e Tecniche di Rilassa-mentoA cura di ISCUB, LecceOre 19.30 Simulazione di rianimazione cardiopolmonare e diso-struzione pediatrica A cura dell'Ass. Misericordia, RacaleOre 19.45 Simulazione di soccorsoA cura delle Protezioni CiviliOre 20.00 Spettacolo dal Musical "Grease"A cura dell'Ass. Nova Vita, CasaranoOre 20.30 Presentazione del libro "Salento, Fuoco e Fumo" di Nandu PopuA seguire Premiazione al "Testimonial del volontariato 2013" Nandu PopuOre 21.30 Musicando: Estemporanee musicali di artisti italiani e stranieri A cura dell'Ass. Integra Onlus, LecceOre 22.00 TOROMECCANICA in Concerto

PROGRAMMA SULLA PIAZZA:

PREMIO “TESTIMONIAL DEL VOLONTARIATO 2013” A NANDU POPU

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Dopo Antonio Caprarica, Carmen Lasorella, Bru-no Pizzul, quest’anno il premio regionale “Un

amico per la comunicazione” 2013 è andato al giorna-lista e presidente del CSV Salento e CSV Puglia Net Luigi Russo. Lo speciale riconoscimento istituito dalla Fidas Puglia è stato consegnato sabato 14 settembre alle ore 16.30 a San Giovanni Rotondo in occasione del III Meeting della fratellanza, alla presenza di tutte le federazioni provinciali della Fidas e di quelle delle altre regioni. Dopo il saluto introduttivo del presidente nazionale Fidas Aldo Ozino Caligaris, che ha illustrato gli orizzonti futuri della donazione in Italia, le cinque confederate provinciali hanno consegnato a Luigi Rus-so le due targhe, una di riconoscimento per le doti e l’impegno nella comunicazione da Fidas e l’altra della Provincia di Foggia.Il premio istituito nel 2001 nasce con lo scopo di rin-graziare tutti coloro che con il proprio lavoro hanno promosso le attività del sociale e, nello specifico, hanno contribuito allo sviluppo della donazione del sangue e alla promozione dell’immagine delle attività associative. Russo, vincitore della XIII edizione, è sta-to designato dal Consiglio direttivo della Fidas Puglia, ossia la Federazione delle cinque associazioni pugliesi di donatori di sangue, aderenti alla Fidas Nazionale.«Vogliamo conferire questo premio a Luigi Russo – ha commentato Italo Gatto, presidente regionale della Fidas – perché è una persona molto vicina alla nostra organizzazione, da sempre ha offerto, in ma-niera spontanea e volontaria, sostegno alle finalità isti-tuzionali della FIDAS, in particolar modo attraverso la sua preziosa, puntuale collaborazione con le nostre Associazioni, fino a diventare donatore di sangue di FIDAS Corsano; nonché le cariche di Presidente di CSV Salento e di CSV Net Puglia hanno fatto in modo di aprire ulteriori orizzonti alle nostre organizzazioni. Non di meno è stata la sua partecipazione come relato-re ai tanti corsi di formazione che FIDAS ha tenuto».«Sono onorato di questo premio della FIDAS – dice Luigi Russo. Sono già diversi anni che come giorna-lista mi sto occupando dei temi della donazione, e il confronto e la collaborazione con gli amici donatori di sangue e di organi sono sempre stati molto intensi, molto costruttivi. Loro peraltro rappresentano ormai una delle colonne portanti del volontariato (in Puglia oltre il 20% dei volontari è donatore). Oggi è difficile fare passare sui media una informazione corretta sulle

tematiche della solidarietà, del dono, della responsabi-lità, dell’integrazione, della cultura, dei Beni Comuni, perché fanno poco clamore e non colpiscono la di-mensione delle emotività e delle dissimulazioni delle liturgie politiche, alle quale mi sembra che le redazioni generaliste ormai si sono praticamente arrese. Eppu-re è necessario dare a coloro che fanno informazione

su queste tematiche “controcorrente” più forza, più competenze, più mezzi. E per questo voglio dedicare il premio degli amici della FIDAS a tutti i giornalisti, iscritti e non iscritti nel registro del volontariato, che continuano a combattere la battaglia della informazio-ne/verità con passione e con fatica».

Giornalisti premiati dalla FIDAS Puglia “Un amico per la comunicazione”

2001 - Dionisio Ciccarese, giornalista Antenna Sud; Fernando D’Aprile, giornalista Quotidiano di Lecce; Francesco Pira, docente comunicazione Università di Trieste2002 - Luca Montrone, imprenditore, proprietario dell’emittente Telenorba2003 - Raffaele Nigro, giornalista Rai Tre Regione Puglia2004 - Nicola Simonetti, giornalista Gazzetta del Mezzogiorno (BA)2005 - Giovanni Delle Donne, giornalista Gazzetta del Mezzogiorno (LE)2006 - Lino Patruno, direttore Gazzetta del Mezzogiorno2007 - Antonio Caprarica, direttore dei GR Rai nazionali2008 - Silvia Papini, dirigente regionale Assessorato Sanità; Maria Sasso, dirigente regionale Assessorato Cittadinanza attiva2009 - Luigi Spedicato, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi Università del Salento2010 - Gustavo Delgado, giornalista RAI – Telenorba2011 - Carmen Lasorella, direttore generale della Radiotelevisione della Repubblica di San Marino2012 - Bruno Pizzul, giornalista2013 - Luigi Russo, giornalista-Presidente CSV Salento-Presidente CSV Puglia Net

12UN PREMIO SPECIALE

A LUIGI RUSSO IL PREMIO “UN AMICO PER LA COMUNICAZIONE” FIDAS 2013

È’ stato consegnato a San Giovanni Rotondo, sabato 14 settembre, in occasione del terzo Meeting della fratellanza, il premio come comunicatore della cultura del dono 2013

Di seguito l’intervento che Luigi Russo ha tenuto al convegno in-

terregionale della Fidas tenuato a San Giovanni Rotondo il 14 settembre 2013 in occasione del premio “Comunicato-re della cultura del dono” assegnatogli dalla Fidas, per mano del presidente nazionale e regionale.Sono veramente felice di ricevere da questi amici volontari della Fidas il premio come “comunicatore della cul-tura del dono”, che loro ogni anno as-segnano a un giornalista che si è distin-to in questo tipo di informazione. La mia felicità non è di circostanza.

E mi sovviene in questo momento l’inizio della mia professione giornali-stica. Era il 1986, ed entrai a fare parte delle redazioni di alcuni periodici editi da EDB di Bologna. Mi appassionai immediatamente a quella che succes-sivamente avrebbe preso corpo nel sistema della cosiddetta “informazione sociale”, una vera novità rispetto alla tradizionale informazione che nei quo-tidiani era prevalente, se non esclusiva: il “metodo delle 5 S” (sesso, sport, san-gue, soldi, salute). Con gli anni ho consolidato questa scelta ed ho deciso di dedicare la mia

professione (e passione) giornalistica per dare sostanza e visibilità a quel mondo che non trovi nella cronaca, e che è fatto di volontari, di persone che accrescono i valori spirituali, morali, solidali, la bellezza, senza per questo trascurare il giornalismo di inchiesta capace di mettere in rilievo i veri pro-blemi, sociali e politici che la cronaca quotidiana non vede, non sa vedere, non può vedere. Voglio leggere questa scelta della Fi-das come un impegno a rafforzare una cultura e una informazione di qualità, capace di leggere i sistemi che gene-

rano i problemi - non solo le notizie “corte” che raggiungono la redazione per casualità o per strategie di marke-ting politico - ma anche di indicare le soluzioni “sistemiche”. E per questo voglio dedicare il premio a tutti i vo-lontari della Fidas e delle oltre 2000 associazioni pugliesi che accrescono la cultura della responsabilità, che agi-scono, anche se non sono rilevati dalla cronaca. Ma anche a quei giornalisti coraggiosi che scelgono questa forma di militanza culturale che è quella di continuare a fare un informazione che cerca la verità, per costruisce il futuro.

“L’INFORMAZIONE SOCIALE NON È FIGLIA DI UN DIO MINORE”

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13ECONOMIA SOLIDALE

VERSO LA COSTRUZIONE DELLE RETI DI ECONOMIA SOLIDALE

CERTIFICAZIONE BIOLOGICA, UN SISTEMA IN DISCUSSIONELe produzioni biologiche sono riconosciute tali in

base a un sistema di certificazione dei prodotti che ne garantisce la qualità. Sulla questione, però, è in atto da tempo un forte dibattito tra chi è favorevole a un nuovo patto fiduciario tra consumatori e produttori (in particolare attraverso lo strumento della certificazione partecipata) e chi invece rivendica la certificazione di un ente terzo come l’unica strada percorribile capace di dare garanzie su scala nazionale e non solo. Secondo lo studio “La certificazione partecipativa in agricoltura biologica” condotto da Alessandro Trian-tafyllidis e Livia Ortolani per AgriRegione (progetto dell’associazione “Alessandro Bartola” - Studi e ricer-

che di economia e di politica agraria in collaborazione con INEA, Istituto Nazionale di Economia Agraria e Centro SPERA, Centro Studi Interuniversitario sulle Politiche Economiche, Rurali ed Ambientali) in Europa il regolamento 2092/91, poi sostituito dal 834/07, rap-presenta la normativa di riferimento ma il modello di certificazione attualmente applicato all’agricoltura bio-logica risulta troppo complesso e costoso sia in termini economici che di tempo per i piccoli produttori europei e del sud del mondo. Alcune delle piccole aziende nel-le aree marginali rischiano di chiudere, mentre quelle nelle aree urbane di allontanarsi dal settore biologico. Nasce dunque, l’esigenza di innovare il sistema di cer-

tificazione biologico, mettendo a punto altri sistemi di certificazione da affiancare a quello attuale. La certificazione partecipativa, se dovutamente gestita, rappresenta un’opportunità interessante per le realtà che scelgono il biologico come forma di azione collettiva, basata su un rapporto diretto e fiduciario tra produttori e consumatori come quelle dei Gruppi di Acquisto Soli-dali (Gas) e dei Distretti di Economia Solidale (Des). In questo senso si presenta la sperimentazione che grazie ad un finanziamento della Fondazione Cariplo, è stata realizzata nel contesto delle reti di economia solidale della Brianza, con la collaborazione dell’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica (Aiab) .

PUGLIA, LA REGINA DEL BIOLOGICOSe l’Economia Solidale è un sistema di relazioni economiche e sociali

che pone l’uomo e l’ambiente al centro coniugando sviluppo con equi-tà, occupazione con solidarietà e risparmio con qualità, i Gas ne sono una componente essenziale. È l’acronimo di “Gruppo d’acquisto solidale”, un insieme di persone che decidono di incontrarsi per acquistare all’ingrosso beni alimentari o di uso comune, da ridistribuire tra loro. La parola “so-lidale” differenzia un Gas da un qualsiasi altro Gruppo d’acquisto perché aggiunge un criterio guida nella scelta dei prodotti. A farla da padrone ri-mangono i beni alimentari: mangiar sano, infatti, rimane uno degli obietti-vi principe. Ripensare la relazione con il cibo, conoscerne la provenienza, la qualità, seguirne la crescita e il processo di produzione, avvicinare con-sumatore e produttore tanto da farlo diventare una cosa sola. Se in Puglia i Gas censiti sono circa 10, il Tacco d’Italia si distingue a livello nazionale per numero di aziende agricole biologiche, ai primi posti dopo Calabria e Sicilia. Il sistema, però, presenta una serie di gap tra cui il dato relativo alla presenza dei trasformatori dei prodotti, presenti perlopiù in Emilia Roma-gna e in Veneto.

PERCHÉ IL BIOLOGICO?La scelta di acquistare prodotti biologici è una scelta di consumo critico che va

al di là della qualità dei prodotti e della sicurezza alimentare, aspetto indiscu-tibilmente reale insieme alla necessità di tutelare il più possibile la propria salute. Le produzioni biologiche rispettano il ciclo della terra e la sua fertilità, aiutano a preservare l’ambiente evitando lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, in particolare suolo e acqua, utilizzando tali risorse all’interno di un modello di svilup-po durevole nel tempo, che mediante particolari tecniche agronomiche garantisce vitalità, biodiversità e produzione costante, oltre a un impatto positivo sul clima.Il biologico, inoltre, dedica la massima attenzione al benessere degli animali che sono allevati in spazi ampi per garantire libertà di movimento e nutriti con erba e foraggio biologico. Nel bio, infatti, l’allevamento senza terra è vietato e sussiste l’obbligo secondo cui il 50% del foraggio viene prodotto dall’azienda stessa. Gli animali, inoltre, non assumono antibiotici, ormoni o altre sostanze che stimolano artificialmente la crescita e la produzione di latte e uova.Altro aspetto rilevante è quello sociale, il benessere umano, appunto, perché chi produce bio e compra bio è attento alla salvaguardia della salute e delle risorse locali nel rispetto delle risorse naturali.

Il percorso di Res, Rete di Economia Solidale è un esperimento di costru-

zione di una economia “altra”, a partire dalle mille esperienze di economia soli-dale attive in Italia.L’obiettivo è la creazione di reti econo-miche tra unità di produzione, servizi e consumo organizzate secondo le carat-teristiche dell’economia solidale, in cui le diverse realtà si sostengono a vicenda creando insieme spazi di mercato fina-lizzato al benessere di tutti.. L’articola-zione di queste reti a livello regionale, nazionale e mondiale può costituire la base per un nuovo paradigma economi-co. In questo senso l’economia solida-le diventa la base per la costruzione di un’economia alternativa, immaginata come una rete che si diffonde e raffor-za attraverso le scelte dei consumatori che indirizzano verso la rete le risorse necessarie a sostenerla.In Italia, le numerose realtà dell’econo-mia solidale hanno avviato un percorso comune per ragionare su questa pro-spettiva di costruzione di reti di econo-mia solidale. Dal confronto tra le diver-se realtà presenti è scaturita la volontà di portare avanti la creazione di un gruppo di lavoro per la “Rete di Economie So-lidali“ (RES) con l’attivazione del sito

www.retecosol.org e una mailing list per scambiare le informazioni tra le persone e le realtà interessate a questo progetto. Questo percorso è stato avviato il 19 ottobre 2002 a Verona nel corso di un seminario sulle “Strategie di rete per l’economia solidale”, in cui le nume-rose realtà convenute hanno deciso di affrontare questo viaggio collettivo. Un primo passo è stata la definizione della “Carta per la Rete Italiana di Economia Solidale”, presentata al salone Civitas di Padova il 4 maggio 2003. Ora il percor-

so prevede l’attivazione di reti locali di economia solidale, denominati “distret-ti”, come passaggio fondamentale per la costruzione di una futura rete italiana di economia solidale. Si tratta di luoghi in cui le diverse realtà di economia so-lidale presenti avviassero dei progetti di reti locali come alternativa concreta ai “distretti commerciali” della grande di-stribuzione. Questo progetto è sostenuto da un gruppo di lavoro su base volon-taria a cui partecipano diversi soggetti dell’economia solidale italiana. Gli in-contri del gruppo di lavoro sono aperti

alle persone interessate. L’idea di fondo del distretto è quella di collegare le realtà locali creando dei cir-cuiti economici, in cui, per quanto pos-sibile, le esigenze dei vari nodi della rete (consumatori, commercianti, produtto-ri) vengono soddisfatte rivolgendosi gli uni agli altri. In Italia, in diversi luoghi si sta ragionando sull’ipotesi dei distret-ti di economia solidale; in particolare, si stanno avviando delle sperimentazioni a Milano, a Roma, in Brianza, a Torino, a Como, nelle Marche, in Trentino e in altri luoghi.

A cura di Lara Esposito

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14AMBIENTELA BALCANIZZAZIONE DEL SISTEMA DI DEPURAZIONE NEL SALENTO

L’estate appena passata è stata nuovamente occasione per parlare di depuratori. È esplo-

sa con la calura, infatti, una situazione sulla de-purazione nella regione Puglia a dir poco critica, tant’è che la Procura di Bari ha aperto un fascico-lo che prende in esame ben 25 depuratori gestiti dalla società “La Pura”, ex società di gestione controllata dall’Acquedotto pugliese. Le accuse sono molto gravi e le indagini dimostreranno poi se queste accuse sono vere o meno. Si parla di cattiva depurazione, di analisi truccate, di man-canza di trasparenza, di inutilizzo delle risorse economiche stanziate per la messa in regime e per la ristrutturazione degli impianti. Il tutto na-turalmente a scapito della qualità dell’ambiente e della salute dei cittadini ma, almeno oggi, pos-siamo dire che le cose stanno venendo a galla e possiamo anche dire che le denunce portate avan-ti dai volontari ambientalisti, spesso intimiditi da decine di querele mirate, erano vere. Come era vera la situazione di balcanizzazione del sistema dei depuratori salentini presentata nel dossier del CSV Salento tre anni fa. Abbiamo sentito a questo proposito il presidente dell’associazione SOS Costa Salento Luigi Rus-so che ci descrive la situazione e indica i con-notati di una politica precisa per la depurazione.

Presidente, qual è la situazione attuale del siste-ma della depurazione salentina?La situazione dei 49 depuratori, dei 49 impianti presenti in provincia di Lecce di cui 43 sono ef-fettivamente funzionanti, è una questione molto complessa. Noi abbiamo definito questa questio-ne come “balcanizzazione” del sistema dei depu-ratori, ce ne sono troppi in realtà nella provincia di Lecce rispetto, per esempio alle altre provincie come quella di Bari che ne ha la metà anche se ha una popolazione quasi raddoppiata rispetto a quella della provincia di Lecce. Quindi, è dif-ficile da gestire. Ogni comune praticamente ha un suo depuratore e ci sono situazioni di sbocchi differenti oltre alla qualità della depurazione per-ché alcuni reflui dei depuratori della provincia di Lecce finiscono in mare direttamente, altri nelle vore, altri finiscono nei campi di spandimento, nelle trincee drenanti, quindi c’è un problema di qualità della depurazione e c’è un problema di recapito finale dei depuratori. A me non sembra che chi ha pensato questo sistema, che pure è fondamentale per una questione di igiene pubbli-ca, abbia avuto chiaro in mente un sistema razio-nale che potesse dare una soluzione definitiva al problema. C’è una frammentazione di soluzioni e andrebbe rivista in una maniera più completa e più organica. D’altra parte è evidente che l’at-tuale sistema della depurazione è eccessivamente costoso ed è affidato direttamente all’acquedotto pugliese e nella stragrande maggioranza dei casi ci sono stati pochi margini di trasparenza in que-sti anni. L’inchiesta della magistratura di Bari, tra l’altro, sta dimostrando che nelle analisi di-chiarate dalla società “Lapura” rispetto a quello che effettivamente si verificava, non c’è corri-spondenza esatta di dati. Per questo è partita que-sta inchiesta e molte persone che hanno gestito il sistema degli impianti rischiano grosso. Sono

volate, tra l’altro, molte querele nei confronti dei volontari e degli ambientalisti, da parte di sindaci e addirittura dei responsabili nella gestione dei depuratori. Quando partono molte querele, evi-dentemente c’è qualcosa che si vuole nascondere.

Quali sono oggi le situazioni più spinose sulle quali bisogna porre la massima attenzione per evitare danni d’immagine, alla salute e all’am-biente?Sicuramente le situazioni più spinose, più com-plicate e più difficili che gridano vendetta sono proprio quelle dei depuratori che stanno vicino al mare, in particolare mi riferisco al depurato-re di Gallipoli che praticamente è tutti i giorni sui giornali in questo momento per la questione del recapito finale, ma non è diversa la situazio-ne del depuratore di Lecce Ciccio Prete, anche lì difficilmente da gestire perché non spurga diret-tamente in mare ma arriva direttamente in mare attraverso la canalizzazione. C’è anche il depu-ratore di Castrignano e del Capo, poi quello di Tricase e infine quelli di Otranto, dove ci sono 7 depuratori e tutti più o meno finiscono in mare. È impensabile che le perle straordinarie del Salento siano toccate da questo sistema ed è inconcepi-bile anche che chi governa questi processi non abbia pensato in tutti questi anni di dare soluzio-ni definitive a questi depuratori delle zone che, tra l’altro, prendono anche le bandiere blu. In ogni caso, non ci sono soluzioni soddisfacenti a questo tipo di problema. Sono situazioni “con-trollate” ma non soddisfacenti mentre in tutto il mondo, nei Paesi sviluppati, la situazione della depurazione è diventata non soltanto innocua, ma addirittura una risorsa. Poi ci sono tanti altri depuratori, la maggior parte dei quali finiscono nei cosiddetti campi di span-dimento oppure nei corsi d’acqua superficiali op-pure, peggio ancora, nelle vore. Molti finiscono qui, e dire vore significa “falda”, quindi inquina-mento della falda.

Ci sono anche notizie positive o solo problemi?Certamente ci sono anche notizie positive.

Quest’anno, sul depuratore di Corsano, come an-che gli altri anni, i Comuni di Corsano, Alessano e Tiggiano hanno trovato delle risorse economi-che per affinare i liquami che escono dal depura-tore locale che è vicinissimo al mare e, tra l’altro, non finisce più al mare ma nei campi di spandi-mento o nelle campagne a innaffiare gli alberi di alto fusto. C’è anche la situazione del depuratore di Casarano che ha risolto il suo problema perché è stato messo a regime, infine c’è l’esperienza positiva di Melendugno dove è stata avviata la fi-todepurazione, un altro sistema di recapito finale che diventa innocuo e poco pericoloso per l’am-biente, se non addirittura un esempio da imitare.

Cosa pensa che si dovrebbe fare per un governo adeguato della questione dei depuratori?È chiaro che questo sistema va governato e non può essere lasciato all’improvvisazione dei sin-goli. È necessario investire maggiori risorse eco-nomiche in questo sistema. Mi chiedo, infatti, come mai nella nostra provincia si pensa di inve-stire ancora notevolmente sulle strade a 4 corsie quando c’è un bisogno abbastanza soddisfacente rispetto alla viabilità, con impegni economici no-tevoli, mentre non si pensa di adeguare il sistema della depurazione, di svecchiarlo, di farlo diven-tare più moderno ed efficace. C’è tutto il problema dell’adeguamento della depurazione e del riuso delle acque, un aspetto quest’ultimo fondamentale. Le acque vengono assolutamente sprecate. Prima si spendono un sacco di soldi per depurare, e dopo si disperdono o nel mare, o nelle vore, o sottosuolo o nei campi di spandimento, oppure nell’agricoltura. Infine, c’è la questione della fitodepurazione che potreb-be essere presa in considerazione come cambia-mento radicale dell’approccio nei confronti dei depuratori. In questo caso, l’acqua che fuoriesce dai depuratori, con dei processi di tipo biologico, va a diventare meno pericolosa e può tranquil-lamente essere utilizzata nelle campagne, senza chimica.

Intervista a Luigi Russo, presidente dell’associazione SOS Costa Salento sulla condizione dei depuratori nella provincia di Lecce

a cura di Valentina Valente

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È stato pubblicato sul BURP n. 123 del 17 settembre 2013 il Piano regionale delle

Politiche sociali 2013-2015 già approvato con Delibera di Giunta regionale n.1534 di vener-dì 2 agosto 2013. L’obiettivo del terzo Piano regionale è il consolidamento del sistema di servizi sociali e sociosanitari a livello regio-nale. “Un consolidamento necessario – com-menta l’assessore regionale al Welfare Elena Gentile che stamani a Bari presso la Fiera del Levante ha presentato nei dettagli il piano regionale – alla luce delle drastiche riduzioni dei trasferimenti del governo alle regioni e del complessivo e grave impoverimento delle no-stre famiglie”.Il consolidamento del sistema di welfare re-gionale e locale passerà, nel prossimo triennio di programmazione, dall’appropriatezza delle prese in carico, dall’integrazione sociosani-taria, dalla continuità dei servizi storici, ma anche dall’efficiente allocazione delle risorse disponibili. In totale si tratta di oltre 129 milioni di euro tra risorse ordinarie (circa 36 milioni già di-sponibili per la prima annualità) e fondi ag-giuntivi (circa 93,5 milioni di euro – in parti-colare PAC e fondi FESR per i Buoni Servizio di Conciliazione). Per la prima volta, infatti, i Comuni pugliesi associati in Ambiti territoria-li, sono chiamati a definire un quadro triennale di programmazione con una dotazione finan-ziaria che, in questa fase, dà copertura alla sola prima annualità, avendo anche la Puglia esaurito quel fondo di risorse mai utilizzate tra il 2001 e il 2004 a causa del ritardo nell’at-tuazione della riforma del welfare locale del governo regionale dell’epoca. Il nuovo Piano regionale va ad integrarsi con le risorse finanziarie aggiuntive dedicate alle Re-gioni Obiettivo Convergenza (Piano di Azione e Coesione – Servizi di Cura, Fondo Svilup-po e Coesione – Obiettivi di Servizio, Fondi nazionali per la Carta di inclusione), per po-tenziare la dotazione dei Fondi Strutturali UE 2007-2013. L’obiettivo è quello di definire una programmazione unica che consenta di dare copertura all’intero sistema degli obiettivi di servizio, e insieme sia agli obiettivi di gestio-ne corrente che agli investimenti per costruire nuove strutture e nuovi servizi sociosanitari.

Ecco tutte le novitàDiverse le novità inserite nella nuova pro-grammazione sociale regionale. Tra tutte, spicca l’introduzione di precisi obiettivi di servizio nell’area del Contrasto delle povertà, con l’obbligo per i Comuni di attivazione in ogni ambito territoriale di un punto di pron-to intervento sociale (mensa sociale, alloggio d’emergenza per adulti senza fissa dimora, banco alimentare, sportello sociale) e con la regolamentazione dei contributi economici in casi di indigenza estrema. Questi vanno ad aggiungersi agli Obiettivi di Servizio già in-trodotti nel 2009. In tutta la Puglia ormai, ci si confronta con un identico paniere di servizi essenziali. Nell’area della povertà si resta, pe-raltro, in attesa di conoscere le modalità con cui il Ministero del Lavoro e Politiche Sociali renderà disponibili le risorse 2013 della cosid-detta Carta per l’Inclusione – che già il Comu-ne di Bari sta sperimentando insieme alle altre città metropolitane su fondi 2012.

Sono sei gli assi portanti della programma-zione sociale e sociosanitaria regionale per il triennio 2013-2015: 1) sostenere la rete dei servizi per la prima in-fanzia e la conciliazione dei tempi; 2) contrastare le povertà con percorsi di inclu-sione attiva; 3) promuovere la cultura dell’accoglienza; 4) sostenere la genitorialità e tutelare i diritti dei minori; 5) promuovere l’integrazione sociosanitaria e la presa in carico integrata delle non autosuf-ficienze; 6) prevenire e contrastare il maltrattamento e la violenza. Sono stati riattivati, inoltre, a partire dall’im-minente nuovo anno scolastico, i finanzia-menti regionali per le attività di integrazione scolastica e di trasporto scolastico per gli alun-ni disabili che frequentano le scuole medie su-periori, di competenza delle Province.

Patto di partecipazioneuna vera innovazioneSul versante della programmazione partecipa-ta, viene introdotto, per la prima volta, il patto di partecipazione, condiviso proprio lo scorso 16 settembre con le organizzazioni del Terzo settore pugliesi per impegnare reciprocamente i Comuni e tutte le organizzazioni in ogni fase di vita del Piano Sociale di Zona. I Patti di par-tecipazione vincolano reciprocamente le parti sociali, tutti gli attori, istituzionali e no, per la costruzione della programmazione partecipata dei Piani Sociali di Zona. “L’obiettivo – spie-ga Piero D’Argento, esperto della Regione Pu-glia – è quello di creare il percorso della nuova programmazione attraverso la partecipazione e mediante la funzione di rappresentanza. Si definisce così un lavoro che si concentra sui metodi e si realizza attraverso un “patto di partecipazione” al percorso di costruzione dei contenuti”. Secondo Luigi Russo, presidente del CSV Salento e del Coordinamento regio-nale dei CSV “il Patto è davvero un’utile inno-vazione che va nella crescita del tessuto con-nettivo sociale. Bisogna lavorare su due livelli – continua Russo – uno è quello conoscitivo, formativo rivolto alle associazioni di volonta-riato, l’altro è quello di elevare le competenze culturali delle istituzioni, un’alfabetizzazione reciproca alla partecipazione”. Tra le altre novità, infine, criteri più stringen-

ti sulla composizione dell’Ufficio di Piano, l’organismo tecnico e gestionale della gover-nance a livello locale, e la compartecipazione dei Comuni ai servizi previsti nel Piano so-ciale di zona. “Mai come ora – conclude l’as-sessore Gentile – gli Ambiti sono chiamati ad assicurare reali competenze attuative, unica garanzia di risposte concrete offerte alle comunità locali e alla platea dei beneficiari finali. Alle famiglie, ai bambini e ai ragazzi, alle persone più fragili e a rischio di esclu-sione, ai nostri anziani, dobbiamo guardare sia come persone cui rivolgere attenzioni e cure, sia come opportunità per costruire co-munità solidali, contesti urbani connotati da un migliore tessuto sociale e da una migliore qualità della vita”.Di grande importanza la connessione con gli interventi del Piano di Azione e Coesione per i servizi di cura per i bambini e per gli an-ziani, che prendono il via negli stessi mesi in cui i Comuni costruiscono i Piani Sociali di Zona, e che assegnano complessivamen-te quasi 170 milioni di euro (di cui circa 60 disponibili per la prima annualità) per soste-nere la gestione dei nidi e potenziare le reti della domiciliarità integrata.Infine, il Piano Regionale Politiche Sociali vede la luce dallo stesso Assessorato – che ha ormai unificato le competenze sanitarie e so-ciali – che è impegnato contemporaneamente nella stesura del DIEF triennale 2013-2015, che ha questa volta un grande ruolo per as-segnare risorse concrete e vincoli fermi per il

potenziamento dell’assistenza distrettuale e, in essa, delle prestazioni domiciliari integra-te, al fine di portare tutti i distretti sociosani-tari a sottoscrivere per la prima volta Accordi di Programma ASL-Comuni per l’ADI e le altre prestazioni per la non autosufficienza. “Se anche le logiche ministeriali – ha di-chiarato l’assessore Gentile – ci costringono a lavorare con una logica ragionieristica, la nostra attività di programmazione non può essere commissariata, e non può rinunciare a quel potenziamento della sanità territoriale e della capacità di presa in carico delle non au-tosufficienze e delle cronicità, che non ha più bisogno di ospedali, ma soprattutto di reti ef-ficienti di medici di medicina generale, di reti ADI e di piastre poliambulatoriali complete e di qualità. Per la prima volta auspico che la programmazione sociale possa veramente condizionare la programmazione sanitaria e il prossimo DIEF. In questo modo i cittadini percepiranno meglio il cambiamento.”La prima scadenza per i Comuni è fissata per il 18 novembre, con l’indizione delle confe-renze dei servizi per l’approvazione dei ri-spettivi Piani Sociali di Zona: insomma i più solerti potrebbero approvare il piano di zona già tra la fine di novembre e dicembre. E la Regione da un lato, per le risorse ordinarie, il Ministero degli interni dall’altro, per le risor-se del PAC, potranno cominciare ad erogare le risorse già assegnate a ciascun Ambito territoriale.

Serenella Pascali

15WELFARE

LA NUOVA FASE DEL WELFARE PUGLIESE

Mensile delle associazioni di volontariato della Provincia di LecceSettembre 2013 – Anno VIII – n.67

Iscritto al n.916 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 24/01/2006

Direttore Responsabile: Luigi RussoRedazione: Serenella Pascali (coordinatrice), Lara Esposito,

Luigi Conte, Sara Beaujeste D’Arpe.Grafica e impaginazione: Sergio De Cataldis

Sede: Centro Servizi Volontariato Salento - via Gentile, 1 - Lecce

Tel./Fax. 0832.392640 - Direttore: 335.6458557

www.csvsalento.it [email protected] Stampa: BLEVE PUBBLICITÀ - Tel e Fax 0833.532372

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