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Regione del Veneto Provincia di Padova
Comune di
Pontelongo
P.I. Piano degli Interventi
dei comuni del
PATI «Tra Brenta e Bacchiglione»
Compatibilità idraulica
Progettisti: Urb. Francesco Finotto Urb. Roberto Rossetto Arch. Valter Granzotto Compatibilità idraulica redatta da: Ing. Enrico Musacchio Collaboratore Ing. Marco Somaschini
Ottobre 2010
1 PREMESSA............................................................................................................................... 3
2 NORMATIVA ............................................................................................................................. 5
3 METODOLOGIA DI LAVORO...................................................................................................... 6
4 INVARIANZA IDRAULICA........................................................................................................... 7
4.1 IPOTESI DI TRASFORMAZIONE URBANISTICA................................................................... 7
4.2 ANALISI IDRAULICA ........................................................................................................... 8
4.2.1 Analisi pluviometrica...................................................................................................... 8
4.2.2 Metodo per il calcolo delle portate – Metodo cinematico ................................................. 10
4.2.3 Ipotesi idrologiche ....................................................................................................... 11
4.2.4 Valutazione dei volumi di invaso................................................................................... 12
4.3 AZIONI COMPENSATIVE .................................................................................................. 15
4.3.1 Generalità .................................................................................................................. 15
4.3.2 Analisi puntuale di ogni variante ................................................................................... 16
VARIANTE N°1 (1°, 1b, 1c e 1d) .......................................................................................... 17
VARIANTE N°2................................................................................................................... 21
VARIANTE N°3................................................................................................................... 24
VARIANTE N°4................................................................................................................... 27
VARIANTE N°5................................................................................................................... 29
VARIANTE N°6................................................................................................................... 32
VARIANTE N°7................................................................................................................... 36
3
1 PREMESSA
Con proprie deliberazioni 3637 del dicembre 2002 e con le successive modificazioni del maggio 2006 e
del giugno 2007, la Giunta Regionale del Veneto ha introdotto la valutazione di compatibilità idraulica fra
le disposizioni relative allo sviluppo di nuovi strumenti urbanistici comunali o sovracomunali. La
normativa si applica a qualunque intervento che comporti una trasformazione dei luoghi in grado di
modificare il regime idraulico. In tal caso deve essere redatta una valutazione di compatibilità idraulica
dalla quale si desuma, in relazione alle nuove previsioni urbanistiche, che non venga aggravato
l’esistente livello di rischio idraulico, né venga pregiudicata la possibilità di riduzione anche futura di tale
livello.
L’intento delle analisi idrauliche che si svolgono a corredo delle varianti urbanistiche oggetto di studio ha
il duplice scopo di esaminare da un lato la vulnerabilità idraulica, idrogeologica e geomorfologica del
territorio, dall’altro la necessità di garantire che la trasformazione non modifichi il regime idrologico
esistente, agendo ad esempio sui tempi di corrivazione. L’analisi si sofferma dapprima sull’assetto
geomorfologico ed idraulico del territorio, per individuare eventuali aree soggette ad allagamento,
pericolosità idraulica o ristagno idrico. In un secondo momento si sposta l’attenzione sulle aree di
trasformazione destinate all’edificazione dalla pianificazione territoriale in oggetto. Lo screening da
compiere si prefigge il mantenimento di adeguati livelli di sicurezza idraulica, sia nei confronti
dell’incolumità degli immobili e dei loro occupanti futuri, sia nei riguardi della compatibilità per i territori
contermini affinché la trasformazione non pregiudichi livelli di sicurezza già affermati.
Infine l’attenzione si sposta di nuovo verso la verifica dell’invarianza idraulica del territorio rispetto alle
trasformazioni previste. Per trasformazione del territorio in invarianza idraulica, s’intende la variazione di
destinazione d’uso o di morfologia costruttiva di un area che non provochi un aggravio della portata di
piena o una variazione sostanziale dei tempi di corrivazione al corpo idrico che riceve i deflussi
superficiali originati dalla stessa.
L’approccio si delinea dalla semplice osservazione che la trasformazione di vaste aree verdi lasceranno
il posto a edifici civili, strade, complessi industriali e commerciali; con questo cambiamento maggiori
volumi d’acqua, dovuti alle precipitazioni meteoriche, andranno ad appesantire il sistema idrografico
esistente, determinando, nei casi di sofferenza più critici, stagnazione o allagamenti superficiali.
Uno scopo fondamentale dello studio di compatibilità idraulica è quindi quello di far sì che le valutazioni
urbanistiche, sin dalla fase della loro formazione, tengano conto dell’attitudine dei luoghi ad accogliere
la nuova edificazione, considerando le interferenze che queste hanno con i dissesti idraulici presenti e
potenziali, nonché le possibili alterazioni del regime idraulico che le nuove destinazioni o trasformazioni
4
di uso del suolo possono venire a determinare. In sintesi lo studio idraulico deve verificare
l’ammissibilità delle previsioni contenute nello strumento urbanistico, prospettando soluzioni corrette dal
punto di vista dell’assetto idraulico del territorio.
Diagramma 1. Flusso delle operazioni necessarie per lo Studio di Compatibilità idraulica
Con riferimento al diagramma 1 sopra esposto, si evince che in fase 1 si esegue il controllo dei rischi,
valutando che non venga aggravato l’esistente livello di rischio idraulico e verificando l’ammissibilità
dell’intervento, considerando le interferenze fra i dissesti idraulici presenti e le destinazioni o previsioni
d’uso del suolo. Nella fase 2 si verifica invece l’invarianza idraulica, controllando la variazione del
coefficiente udometrico a seguito dell’impermeabilizzazione del territorio (aree di trasformabilità,
infrastrutture, ecc.) e procedendo alla definizione delle eventuali azioni compensative per mantenere
invariato il grado di sicurezza nel tempo, anche in termini di perdita della capacità di regolazione delle
piene.
COMPATIBILITA’ IDRAULICA
FASE 1 CONTROLLO DEI
RISCHI
FASE 2 INVARIANZA IDRAULICA
Verifica non aggravamento rischio idraulico
Verifica ammissibilità intervento
Controllo variazione coefficiente udometrico
Adozione azioni compensative
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2 NORMATIVA
Le modalità operative e le indicazioni tecniche, che devono essere seguite per la “valutazione della
compatibilità idraulica per la redazione degli strumenti urbanistici”, sono definite nella delibera della
giunta regionale del Veneto 10 maggio 2006 n. 1322 (e successive modificazioni DGR n. 1841 del 19
giugno 2007) ai sensi della legge regionale 3 agosto 1998 n. 267.
La normativa prevede che ogni nuovo strumento urbanistico di pianificazione contenga la valutazione di
compatibilità idraulica. L’allegato A della delibera della Giunta Regionale del Veneto n. 1322/2006
prevede che ogni nuovo strumento urbanistico comunale (PAT/PATI o PI) deve contenere uno studio di
compatibilità idraulica che valuti per le nuove previsioni urbanistiche le interferenze che queste hanno
con i dissesti idraulici presenti e le possibili alterazioni causate al regime idraulico per consentire una
più efficace prevenzione dei dissesti idraulici ed idrogeologici.
In questa relazione saranno pertanto analizzate tutte le modifiche contenute nella Variante n°2 al PI;
per gli ambiti per cui non è prevista alcuna alterazione del regime idraulico ovvero che comportano
un’alterazione non significativa, la valutazione di compatibilità idraulica è sostituita dalla relativa
asseverazione.
Vengono analizzate le problematiche di carattere idraulico nonché dettate le specifiche discipline per
non aggravare l’esistente livello di rischio idraulico, fino ad indicare tipologia e consistenza delle misure
compensative da adottare nell’attuazione delle previsioni urbanistiche.
Alla luce di quanto disposto negli Atti di Indirizzo emanati ai sensi dell’art. 50 della L.R. 11/2004, le
opere relative alla messa in sicurezza da un punto di vista idraulico (utilizzo di pavimentazioni drenanti
su sottofondo permeabile per i parcheggi, aree verdi conformate in modo tale da massimizzare le
capacità di invaso e laminazione, creazione di invasi compensativi, manufatti di controllo delle portate
delle acque meteoriche, ecc.) dei terreni vengono definite opere di urbanizzazione primaria.
Per interventi diffusi su interi comparti urbani, i proponenti una trasformazione territoriale che comporti
un aumento dell’impermeabilizzazione dei suoli concordano preferibilmente la realizzazione di volumi
complessivi al servizio dell’intero comparto urbano, di entità almeno pari alla somma dei volumi richiesti
dai singoli interventi. Tali volumi andranno collocati comunque idraulicamente a monte del recapito
finale.
6
3 METODOLOGIA DI LAVORO
La presente relazione di compatibilità idraulica analizza l’ammissibilità degli interventi, considerando le
interferenze tra il reticolo idrografico, i dissesti idraulici ad esso connessi, e le destinazioni o
trasformazioni d’uso del suolo collegate all’attuazione della Variante n°2 al Piano degli Interventi.
Lo studio delle trasformazioni in previsione inizia con una accurata caratterizzazione delle criticità
idrauliche del territorio, analisi già ampiamente affrontata in sede di Valutazione di Compatibilità
idraulica del PATI relativo ai comuni di Arzergrande, Brugine, Piove di Sacco e Pontelongo, alla quale si
rimanda per approfondimenti. Successivamente, passando dal generale al dettaglio, è stata verificata la
reale possibilità di trasformazione urbanistica. A tal scopo è stato svolto sul posto un sopralluogo atto ad
individuare la trama e le particolarità morfologiche, ed idrogeologiche a beneficio di un più ampio quadro
di conoscenze per indirizzare con maggiore grado di attenzione e attendibilità, le scelte di fattibilità e le
misure compensative.
7
4 INVARIANZA IDRAULICA
L’impermeabilizzazione delle superfici e la loro regolarizzazione contribuisce in modo determinante
all’incremento del coefficiente di deflusso ed al conseguente aumento del coefficiente udometrico delle
aree trasformate. Per queste trasformazioni dell’uso del suolo che provocano una variazione di
permeabilità superficiale si prevedono misure compensative volte a mantenere costante il coefficiente
udometrico secondo il principio dell’ ”invarianza idraulica”. A tale scopo i consorzi di bonifica hanno
fissato come valore massimo di scarico accettabile nella rete idrografica un coefficiente udometrico pari
a 10 l/s ha. Il volume d’acqua in eccesso, derivante dall’evento meteorico di progetto, che a seguito
dell’urbanizzazione il terreno non è più in grado di trattenere, dovrà essere opportunamente laminato al
fine di “decapitare” l’idrogramma di piena portando il valore della portata al colmo fino al sopra citato
valore di 10 l/s ha.
Dopo un breve studio della situazione attuale di ciascuna variante, si passa all’analisi delle
trasformazioni previste dal presente strumento urbanistico con l’individuazione dei volumi di accumulo
che possono salvaguardare il principio dell’invarianza idraulica.
4.1 IPOTESI DI TRASFORMAZIONE URBANISTICA
Le ipotesi di trasformazione in progetto costituiscono un fondamento essenziale per il successivo
calcolo dei massimi volumi d’acqua, propedeutici a loro volta all’inquadramento e dimensionamento
delle misure di compensazione ai fini del rispetto del principio dell’invarianza idraulica.
Preliminarmente allo svolgimento dei calcoli propriamente idraulici, vengono quindi tradotti i principali
dati di variazione urbanistica allo scopo di ipotizzare la situazione più critica per i futuri insediamenti.
Sulla base di trasformazioni urbanistiche già avvenute nel passato in contesti simili sono state imposte
per il calcolo le seguenti ipotesi di copertura urbanistica:
INSEDIAMENTI RESIDENZIALI:
− si impone come dato il calcolo della superficie coperta per costruzioni aventi un’altezza minima
pari a due piani fuori terra e quindi limitando la futura superficie a sedime;
− si prescrive una percentuale di superfici a parcheggio pubblico o privato su area drenante per
importi non inferiori al 10% del totale;
8
− si considerano altre superfici impermeabili costituite da strade, marciapiedi ed altre opere
esterne per un uso del territorio pari al 20% del totale.
INSEDIAMENTI PRODUTTIVI:
− si prevede un uso di superficie coperta massimo del 50%;
− una presenza di parcheggi pari al 10%;
− la realizzazione di rete viaria comportante un uso del territorio pari al 15%.
Negli ambiti di variante per i quali lo Strumento Urbanistico Attuativo individua in modo univoco le
superfici oggetto di trasformazione, l’analisi sopra citata perde di validità, in quanto le grandezze
determinanti (livello di impermeabilizzazione del suolo associato alla variazione di destinazione d’uso)
per svolgere le opportune considerazioni idrauliche sono già note.
Queste previsioni sono state applicate alla sommatoria degli areali omogenei per ogni singola variante
consentendo di avere un quadro piuttosto attendibile sulla situazione di maggiore sofferenza che il
territorio potrebbe avere a seguito dell’applicazione dei previsti interventi urbanistici.
Al paragrafo 4.3.2 è possibile avere una visione di insieme circa le imposizioni di copertura del suolo
assunte in fase progettuale per ogni singola trasformazione.
4.2 ANALISI IDRAULICA
4.2.1 Analisi pluviometrica
L’allegato A della delibera della Giunta Regionale del Veneto 10 maggio 2006 n. 1322 prevede che, in
relazione all’applicazione del principio dell’invarianza idraulica, venga eseguita un’analisi pluviometrica
con ricerca delle curve di possibilità climatica per durate di precipitazione corrispondenti al tempo di
corrivazione critico per le nuove aree da trasformare,
Il tempo di ritorno a cui fare riferimento viene fissato a 50 anni. Appare doveroso a tal proposito fare
riferimento ai risultati ottenuti nello studio affidato a Nordest Ingegneria S.r.l. dall’Ing. Mariano Carraro,
Commissario Delegato per l’emergenza concernente gli eccezionali eventi meteorologici che hanno
colpito parte del territorio della Regione del Veneto nel giorno 26 settembre 2007.
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Lo studio si prefigge di individuare, con l’applicazione di un’elaborazione all’avanguardia, le curve
segnalatrici di possibilità pluviometrica di riferimento per l’area nelle province di Venezia, Padova e
Treviso colpite dalle avversità atmosferiche del 2007.
Sulla base degli stessi obiettivi del Commissario e del progettista, il lavoro ha come scopo il calcolo di
leggi che restituiscano un valore atteso di precipitazione in funzione del tempo di ritorno e della durata
di pioggia, che costituisce un passo fondamentale per il corretto dimensionamento delle opere
idrauliche. I risultati potranno quindi essere utilizzati sia nell’ambito degli interventi straordinari per la
riduzione del rischio idraulico, sia come dati di riferimento per le opere di laminazione imposte ai privati
dalla normativa regionale e dalle recenti ordinanze del Commissario.
ELABORAZIONE DATI
L’obiettivo delle elaborazioni svolte da Nordest Ingegneria S.r.l. per il Commissario degli allagamenti è
di determinare delle altezze di pioggia attese per ciascuno dei classici dieci tempi di durata di
precipitazione considerati (come negli Annali Idrologici 5, 10, 15, 30, 45 minuti, 1, 3, 6, 12 e 24 ore) e
per ognuno dei tempi di ritorno ipotizzati, pari a 2, 5, 10, 20, 30, 50, 100 e 200 anni.
A tal fine sono state stimate le curve di possibilità pluviometrica, che esprimono l’altezza di
precipitazione sia in funzione del tempo di ritorno che della durata t della precipitazione.
In particolare, Nordest Ingegneria S.r.l. propone sia la canonica relazione a 2 parametri, avente la
seguente forma:
ntah ⋅=
sia una formulazione a 3 parametri, che permette di ottenere una curva pluviometrica ottimizzata anche
per durate di pioggia molto diverse tra loro:
( )t
bt
ah
c⋅
+=
La stima dei coefficienti è stata eseguita ottimizzando numericamente la consueta procedura di
regolarizzazione ai minimi quadrati delle rette di regressione, mediante minimizzazione della somma dei
quadrati degli errori relativi. Così operando, tutte le durate assumono eguale peso ai fini della
regolarizzazione, a differenza di quanto sarebbe accaduto considerando gli errori assoluti di ciascuna
regolarizzazione.
Le curve segnalatrici sono state determinate individuando sottoaree omogenee. A tale scopo, è stata
effettuata un’indagine delle medie dei massimi annuali mediante tecniche di cluster analysis. Si tratta di
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un metodo matematico che consente di ottenere uno o più ottimali gruppi partendo da una serie di
osservazioni, in modo tale che ciascun gruppo risulti omogeneo al proprio interno e distinto dagli altri.
Le zone individuate nello studio sono le seguenti:
− Zona nord-orientale;
− Zona interna nord-occidentale;
− Zona costiera e lagunare;
− Zona sud-occidentale.
Per la porzione di territorio che racchiude il Comune di Pontelongo, i parametri da utilizzare sono quelli
della “Zona sud-occidentale”. Nel caso di specie si è fatto riferimento all’ipotesi A (con Mira) in quanto
maggiormente cautelativa.
Per l’impiego dell’equazione della curva di possibilità pluviometrica a 3 parametri, i coefficienti da
utilizzare sono per a, b e c rispettivamente 38.6, 14.2, 0.812, sempre considerando un tempo di ritorno
di 50 anni.
Per quanto concerne la relazione a 2 parametri, maggiormente utilizzata nella pratica di calcolo, le linee
segnalatrici di possibilità pluviometrica a cui fare riferimento, caratteristiche per un tempo di ritorno di 50
anni, sono le seguenti:
− SCROSCI (da 5 min a 45 min): 598.0990.80),( ttTh r ⋅=
− DURATA ORARIA (da 1 ora a 6 ore): ( ) 356.0011.67, ttTh r ⋅=
In cui il parametro a risulta essere espresso in mm/oran.
4.2.2 Metodo per il calcolo delle portate – Metodo cinematico
L’allegato A della circolare prevede per il calcolo delle portate di piena l’uso di metodi di tipo concettuale
ovvero dati da modelli matematici.
Tra i molti modelli di tipo analitico/concettuale di trasformazione afflussi-deflussi disponibili in letteratura,
il più pratico, in considerazione del grado di indeterminatezza di alcuni elementi progettuali (quali ad
esempio la reale distribuzione urbanistica, la reale lunghezza della rete di raccolta fino al collettore
fognario o al corpo di bonifica più vicino), è apparso il metodo razionale.
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L’espressione per il calcolo della portata di deflusso del bacino usata nel metodo cinematico, anche
detto metodo razionale, è la seguente:
( )c
c
T
ThSQ
⋅⋅=
ϕmax
in cui S è la superficie del bacino, ϕ è il coefficiente di deflusso, Tc è il tempo di corrivazione, (ovvero il
tempo che una goccia d’acqua caduta nel punto più lontano del bacino arriva alla sezione di chiusura
dello stesso) mentre infine h (Tc) è l’altezza di precipitazione considerata.
In termini di volume l’espressione sopra riportata diventa:
( )cThSV ⋅⋅= ϕmax
Per quanto riguarda la stima del tempo al colmo, si è generalmente fatto riferimento al tempo di
corrivazione Tc calcolato in ore, mediando aritmeticamente i risultati prodotti dalle seguenti formulazioni:
− Formula del Giandotti 08.0
5.14
HH
LST
m
c−
+= [ore]
− Formula del Pasini ( ) 31,
108.0LS
iT
astam
C ⋅⋅= [ore]
− Formula del Puglisi ( ) 31
0max
326−−⋅⋅= HHLTC [ore]
In cui S rappresenta l’area in km², L la lunghezza del corso d’acqua espressa in km, Hmax la quota
massima del bacino espressa in metri s.l.m., Hm l’altitudine media del bacino espressa in metri s.l.m., Ho
la quota della sezione di chiusura del bacino stesso sempre espressa in metri s.l.m. ed infine im,asta la
pendenza media dell’asta principale di scolo espressa in m/m.
4.2.3 Ipotesi idrologiche
I coefficienti di deflusso allo stato attuale, ed in previsione allo stato di progetto, (che a sua volta
soggiacciono all’ipotesi di sviluppo urbanistico) sono stati attribuiti eseguendo una media pesata
secondo la copertura del suolo dei singoli coefficienti di deflusso.
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In accordo con l’allegato A della Dgr n. 1322 10 maggio 2006, non disponendo di una determinazione
sperimentale o analitica dei coefficienti di deflusso, sono stati scelti i seguenti valori per le differenti
tipologie di copertura di uso del suolo:
Tipo di superficie Coefficiente
Deflusso
Aree agricole 0.10
Superfici permeabili (aree verdi) 0.20
Superfici semi permeabili (ad esempio grigliati senza massetti, strade non pavimentate, strade in
misto stabilizzato)
0.60
Superfici impermeabili 0.90
Come misura di mitigazione, si provvede ad invasare la differenza di volumi fra progetto e stato di fatto.
4.2.4 Valutazione dei volumi di invaso
I volumi di invaso da realizzare per garantire l’invarianza idraulica nelle superfici soggette a
trasformazione si possono ricavare con differenti metodologie, ognuna delle quali specifica per
determinati casi. La letteratura riporta tre metodi di calcolo che saranno descritti nei seguenti paragrafi.
METODO DELLE SOLE PIOGGE
Tale modello si basa sul confronto tra la curva cumulata delle portate entranti e quella delle portate
uscenti ipotizzando che sia trascurabile l’effetto della trasformazione afflussi-deflussi operata dal bacino
e dalla rete drenante.
Nelle condizioni sopra descritte, applicando uno ietogramma netto di pioggia a intensità costante, il
volume entrante prodotto dal bacino scolante risulta pari a:
n
e aAW θϕ ⋅⋅⋅=
mentre il volume uscente, considerando una laminazione ottimale max,uu QQ = , risulta:
θ⋅= max,uu QW
Il volume massimo da invasare a questo punto è dato dalla massima differenza tra le due curve
descritte dalle precedenti relazioni, e può essere individuato graficamente (Figura 1) riportando sul
piano (h,θ) la curva di possibilità pluviometrica netta:
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S
ah
n
netta
θϕ ⋅⋅=
e la retta rappresentante il volume uscente dalla vasca, riferito all’unità di area del bacino scolante di
monte:
S
Qh
u
u
θ⋅= max,
Figura 1 –Individuazione grafica dell’evento critico con il metodo delle sole piogge
Esprimendo matematicamente la condizione di massimo, ossia derivando ∆W = hnetta - hu, si ricava la
durata critica del sistema θc nel seguente modo:
1
1
max,−
⋅⋅⋅=
nu
cnaS
Q
ϕθ
A questo punto il volume di invaso necessario per garantire l’invarianza idraulica può essere calcolato
nel seguente modo:
1
1
max,
max,
1max,
max
−−
⋅⋅⋅⋅−
⋅⋅⋅⋅⋅⋅=
nu
u
n
n
u
naS
naS
QaSW
ϕϕϕ
METODO CINEMATICO
Questo approccio schematizza un processo di trasformazione afflussi-deflussi nel bacino di monte di
tipo cinematico. Le ipotesi semplificate che sono adottate nella metodologia di calcolo sono le seguenti:
− ietogramma netto di pioggia a intensità costante (ietogramma rettangolare);
14
− curva aree-tempi lineare;
− portata costante in uscita dal sistema (laminazione ottimale).
Sotto queste ipotesi si può scrivere l’espressione del volume W invasato in funzione della durata della
pioggia θ, del tempo di corrivazione del bacino T0, della portata massima in uscita dal sistema Qu,, del
coefficiente di deflusso ϕ, dell’area del bacino A e dei parametri a ed n della curva di possibilità
pluviometrica:
0
12
0 TQQaA
QTaAW uu
n
u
n ⋅−⋅−⋅⋅
⋅⋅+⋅⋅⋅=−
θϕθ
θϕ
Imponendo la condizione di massimo per il volume W, cioè derivando l’espressione precedente rispetto
alla durata θ ed eguagliando a zero si trova:
0)1(0 2
0
1 =−⋅⋅
⋅⋅⋅−+⋅⋅⋅⋅⇒=−
−u
n
cu
n
c QaA
QTnaAnd
dW
ϕθ
θϕθ
Da quest’ultima scrittura analitica si ricava la durata critica del sistema (θc), che, inserita prima
equazione, consente di stimare il volume W di invaso da assegnare al fine di garantire l’invarianza
idraulica del sistema scolante.
METODO DELL’INVASO
Esaminando la trasformazione afflussi-deflussi secondo il modello concettuale dell’invaso, il coefficiente
udometrico espresso in l/s ha può essere calcolato nel seguente modo:
( )
−
⋅⋅⋅=
11
1
0
n
n
w
anpu
ϕ
in cui p0 è un parametro dipendente dalle unità di misura richieste e dal tipo di bacino (generalmente per
piccoli bacini vale 2530), a ed n sono i parametri della curva di possibilità pluviometrica, φ rappresenta il
coefficiente di deflusso e w il volume di invaso specifico.
Volendo mantenere costante il coefficiente udometrico al variare del coefficiente di deflusso φ, ovvero
delle caratteristiche idrauliche delle superfici drenanti, per valutare i volumi di invaso in grado di
modulare il picco di piena si può scrivere:
PwIvwwn
⋅−⋅−
⋅=
−
00
1
1
0
0 ϕϕ
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dove: w0 = volume specifico di invaso prima della trasformazione dell’uso del suolo;
φ0 = coefficiente di deflusso specifico prima della trasformazione dell’uso del suolo;
v0 = volume specifico di invaso per superficie impermeabilizzata;
I = percentuale di superficie impermeabilizzata;
P = percentuale di superficie permeabile.
Per la determinazione delle componenti di w0 le indicazioni di letteratura pongono, per le zone di
bonifica, valori di circa 100-150 m3/ha (Datei, 1997), 40-50 m3/ha nel caso di fognature in ambito urbano
comprendente i soli invasi di superficie e quelli corrispondenti alle caditoie (Datei, 1997), 10-15 m3/ha di
area urbanizzata riferito alla sola componente dei volumi dei piccoli invasi (Paoletti, 1996).
Le tre metodologie di calcolo precedentemente descritte conducono a risultati a volte piuttosto differenti
tra loro. In questo caso il metodo dell’invaso conduce a valori di volume nettamente inferiori rispetto agli
altri 2 sistemi di calcolo; tale discrepanza è dovuta alla aleatorietà con cui si è ipotizzato il sistema
drenante per ciascuna variante, la cui conoscenza rappresenta vincolo necessario per un corretto
utilizzo della metodologia.
I risultati ricavati con il metodo delle sole piogge e con il metodo cinematico sono invece pressoché
identici; a fronte di ciò, si è deciso di rendere prescrittivo il volume di invaso compensativo ricavato con
il criterio delle sole piogge, in quanto maggiormente cautelativo.
4.3 AZIONI COMPENSATIVE
4.3.1 Generalità
Per quanto riguarda il principio dell’invarianza idraulica in linea generale le misure compensative sono
da individuare nella predisposizione di volumi di invaso che consentano la laminazione delle piene.
Nelle aree in trasformazione andranno pertanto predisposti dei volumi che devono essere riempiti man
mano che si verifica deflusso dalle aree stesse fornendo un dispositivo che ha rilevanza a livello di
bacino per la riduzione delle piene nel corpo idrico recettore.
16
4.3.2 Analisi puntuale di ogni variante
Si rende ora necessario approfondire il grado di dettaglio del presente studio, analizzando le variazioni
del coefficiente udometrico prodotte per ogni variante contemplata dal Piano, al fine di garantire che le
trasformazioni urbanistiche possano avvenire garantendo il principio di invarianza idraulica. I risultati ai
quali si è giunti sono contenuti nelle successive schede riassuntive.
17
VARIANTE N°1 (1°, 1b, 1c e 1d)
All’interno di un’urbanizzazione consolidata vengono individuate aree di degrado in modo a tale da poter
consentire la realizzazione coordinata di interventi edilizi, anche di carattere accessorio.
Le parti del territorio in oggetto sono caratterizzate dalla prevalenza di edifici residenziali pubblici
costruiti nel secondo dopoguerra e sono comprese nell’ATO 48 e 49 di Tipo Insediativo – Classe
Residenziale. Il contesto edilizio risulta privo dei necessari servizi e necessita di un coordinamento degli
interventi di recupero con disciplina particolareggiata plani volumetrica. Le Zone Territoriali Omogenee,
individuate dal PI e interessate alla Variante 1a sono parte della B1/2 (via Schilla) e B1/4 (Via Martiri di
Belfiore); parte della B1/5 e C1/5 presso via Indipendenza e via G. Gozzi per la Variante 1b; parte della
C1/9 (Vicolo Doge Foscarini) e parte della C1/11 (Via Gramsci e via Ungheria) per la Variante 1c ed
infine parte della C1/18 antistante la SR 18 per la Variante 1d.
Estratto della Tav. 4 – Carta della Trasformabilità del PATI
PI VIGENTE VARIANTE
18
Estratto della Tav. 4 – Carta della Trasformabilità del PATI
PI VIGENTE VARIANTE
Estratto della Tav. 4 – Carta della Trasformabilità del PATI
PI VIGENTE VARIANTE
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Estratto della Tav. 4 – Carta della Trasformabilità del PATI
PI VIGENTE VARIANTE
Asseverazione
Viste le Delibere della Giunta Regionale del Veneto:
− n. 3637 del 13.12.2002 “L. 3 agosto 1998, n.267 – individuazione e perimetrazione delle aree a
rischio idraulico. Indicazione per la formazione dei nuovi strumenti urbanistici”;
− n° 1322 del 10.05.2006 “L. 3 agosto 1998, n.267 – individuazione e perimetrazione delle aree a
rischio idraulico. Indicazione per la formazione dei nuovi strumenti urbanistici”;
− n° 1841 del 19.06.2007 “L. 3 agosto 1998, n.267 – individuazione e perimetrazione delle aree a
rischio idraulico. Nuove indicazione per la formazione dei nuovi strumenti urbanistici. Modifica
della D.G.R. 1322 del 10.05.2006, in attuazione della sentenza del TAR del Veneto n.1500/07
del 17.05.2007”.
20
Visto il contenuto della variante al PI in oggetto, che non contempla un aumento della volumetria da
destinare ad uso residenziale o produttivo.
Considerato che si tratta di variazioni che non comportano un aumento della superficie
impermeabilizzata già considerata nella stesura della compatibilità idraulica relativa al P.A.T.I.
Si assevera che la variante n° 1 contenuta nel presente studio non comporta una trasformazione che
possa modificare il regime idraulico attuale e pertanto non si ritiene necessaria la predisposizione di una
valutazione idraulica specifica.
21
VARIANTE N°2
La seconda Variante, anch’essa compresa nell’ATO 48, riguarda un aggiornamento cartografico di due
zone al fine di rispondere all’esigenza di riordino della viabilità nei pressi dell’incrocio tra Viale della
Stazione e Via San Giovanni Battista, consentendo la realizzazione di un’area a parcheggio prossima
alla Zona Territoriale Omogenea D3.
AMBITO OVEST – NUOVO PARCHEGGIO
Asseverazione
Viste le Delibere della Giunta Regionale del Veneto:
− n. 3637 del 13.12.2002 “L. 3 agosto 1998, n.267 – individuazione e perimetrazione delle aree a
rischio idraulico. Indicazione per la formazione dei nuovi strumenti urbanistici”;
− n° 1322 del 10.05.2006 “L. 3 agosto 1998, n.267 – individuazione e perimetrazione delle aree a
rischio idraulico. Indicazione per la formazione dei nuovi strumenti urbanistici”;
− n° 1841 del 19.06.2007 “L. 3 agosto 1998, n.267 – individuazione e perimetrazione delle aree a
rischio idraulico. Nuove indicazione per la formazione dei nuovi strumenti urbanistici. Modifica
Estratto della Tav. 4 – Carta della Trasformabilità del PATI
PI VIGENTE VARIANTE
22
della D.G.R. 1322 del 10.05.2006, in attuazione della sentenza del TAR del Veneto n.1500/07
del 17.05.2007”.
Considerato che si tratta di modifiche che non comportano un aumento della superficie
impermeabilizzata già considerata nella stesura della compatibilità idraulica relativa al P.A.T.I. (la
variante implicherebbe una riduzione del coefficiente di deflusso medio dell’area).
Si assevera che la variante n° 2 – ambito ovest – parcheggio, contenuta nel presente studio, non
comporta una trasformazione che possa modificare il regime idraulico attuale e pertanto non si ritiene
necessaria la predisposizione di una valutazione idraulica specifica.
AMBITO EST – NUOVO VIABILITA’ DI SERVIZIO
Luogo
Pontelongo – Capoluogo nord.
Competenza idraulica
Consorzio di Bonifica Bacchiglione.
Assetto del territorio
La quota dell’area oggetto di variante, riferita al livello del mare, è pari a circa 2.00 metri s.l.m. Il terreno
si trova in leggero declivio verso sud-est. Attualmente il terreno risulta essere completamente ricoperto
da aree a verde.
Impermeabilizzazione del suolo
Nella tabella riportata a pagina seguente sono riassunti i dati risultanti dall’analisi urbanistica effettuata
secondo la logica espressa al paragrafo 4.1; allo stato attuale è stata considerata una copertura del
suolo costituita completamente da superfici permeabili come verde pubblico. Nella stessa
rappresentazione tabellare sono anche indicati i coefficienti di deflusso ante e post operam ricavati
mediante media ponderata dei coefficienti specifici di ciascuna superficie.
23
Tipologia superficie φ Area [m²] Tipologia superficie φ Area [m²]
Aree agricole 0.10 0 Aree agricole 0.10 0
Superfici permeabili (aree verdi) 0.20 1'490 Superfici permeabili (aree verdi) 0.20 145
Superfici semi-permeabili (ad esempiogrigliati senza massetti, strade nonpavimentate, strade in mistostabilizzato)
0.60 0
Superfici semi-permeabili (ad esempiogrigliati senza massetti, strade nonpavimentate, strade in mistostabilizzato)
0.60 0
Superfici impermeabili 0.90 0 Superfici impermeabili 0.90 1'345
TOTALE 0.200 1'490 TOTALE 0.832 1'490
ANTE OPERAM POST OPERAM
Calcolo dei volumi di invaso compensativi
Con riferimento ai criteri progettuali esposti al paragrafo 4.2.4, si riportano nella seguente tabella i
volumi di invaso da prescrivere affinché la trasformazione urbanistica avvenga rispettando il principio di
invarianza idraulica.
Superficie della Variante 1'490 [m²] Tempo di corrivazione 11.5 [min]
Coeff. deflusso post operam 0.832 [-] Altezza di pioggia (TR=50) 30.16 [mm]
Lunghezza asta scolo principale 120 [m] Volume di invaso specifico 494 [m³/ha]
Coeff. udometrico ante operam 30.90 [l/s ha] Volume di invaso complessivo 74 [m³]
VALORI CALCOLATIDATI PROGETTO
Prescrizioni idrauliche
Questa variante al Piano degli Interventi predispone la realizzazione di una nuova viabilità di servizio nei
pressi dell’incrocio tra Viale della Stazione e Via San Giovanni Battista. Non disponendo della
documentazione di progetto esecutiva non è però possibile in questo stadio definire specifici interventi
di mitigazione. A fronte di ciò, si indicherà semplicemente il valore minimo di invaso specifico, pari a
494 m³/ha per complessivi 74 m³ riferiti alla presente area, da garantire alle trasformazioni contemplate
dalla variante, al fine di rispettare il principio di invarianza idraulica preposto.
In linea generale è auspicabile un’opera di riqualificazione e ampliamento di tutti i fossati di scolo
interessati da rami di fognatura e, ove possibile, un adeguamento dei diametri dei condotti, in modo da
ricavare volume utile ai fini della laminazione direttamente in fognatura. Qualora necessario, i volumi
compensativi possono essere anche ricavati predisponendo opportune vasche di pioggia interrate.
24
VARIANTE N°3
Le parti di zona delimitate come “centri storici” e classificate come Zona Territoriale Omogenea A, ma
prive di edifici storico testimoniali con intervento codificato, sono oggetto della Variante n. 3. Gli ATO
interessati sono il n. 48 e più precisamente parte del territorio tra Vicolo Serravalle e Via della Schilla
(Pontelongo nord) e l’ATO n. 50 in località Terranova.
È stata effettuata un’analisi storica degli edifici testimoniali esistenti, per verificare la persistenza delle
consistenze edilizie e la permanenza delle morfologie insediative, attraverso la lettura di mappe storiche
come la Kriegskarte (1798 -1805) e il catasto austriaco (1834). Dall’indagine svolta è emerso che gli
edifici storico testimoniali, privi di schedatura, sono di recente datazione, generalmente risalenti al
secondo dopoguerra (cfr Allegato “Schedatura degli edifici”). Vengono così apportate delle modifiche
alla zonizzazione del Piano degli Interventi Vigente riconducendo il perimetro della Zona Territoriale
Omogenea A all’interno dei limiti storicamente accertati, classificando le parti residue come ZTO B1/1a
e B1/1b a Pontelongo e C1/20a Terranova, in conformità al tessuto edilizio adiacente. Sulla base della
nuova schedatura alla Chiesa e all’edificio patronale di Terranova sono stati attribuiti rispettivamente le
modalità di Intervento di tipo A e di tipo B.
Estratto della Tav. 4 – Carta della Trasformabilità del PATI
PI VIGENTE VARIANTE
25
Asseverazione
Viste le Delibere della Giunta Regionale del Veneto:
− n. 3637 del 13.12.2002 “L. 3 agosto 1998, n.267 – individuazione e perimetrazione delle aree a
rischio idraulico. Indicazione per la formazione dei nuovi strumenti urbanistici”;
− n° 1322 del 10.05.2006 “L. 3 agosto 1998, n.267 – individuazione e perimetrazione delle aree a
rischio idraulico. Indicazione per la formazione dei nuovi strumenti urbanistici”;
− n° 1841 del 19.06.2007 “L. 3 agosto 1998, n.267 – individuazione e perimetrazione delle aree a
rischio idraulico. Nuove indicazione per la formazione dei nuovi strumenti urbanistici. Modifica
della D.G.R. 1322 del 10.05.2006, in attuazione della sentenza del TAR del Veneto n.1500/07
del 17.05.2007”.
Visto il contenuto della variante al PI in oggetto, che non contempla un aumento della volumetria da
destinare ad uso residenziale o produttivo.
Estratto della Tav. 4 – Carta della Trasformabilità del PATI
PI VIGENTE VARIANTE
26
Considerato che si tratta di variazioni cartografiche, che non comportano un aumento della superficie
impermeabilizzata già considerata nella stesura della compatibilità idraulica relativa al P.A.T.I.
Si assevera che la variante n° 3 contenuta nel presente studio non comporta una trasformazione che
possa modificare il regime idraulico attuale e pertanto non si ritiene necessaria la predisposizione di una
valutazione idraulica specifica.
27
VARIANTE N°4
La Variante n. 4, localizzata nell’ATO 48, interessa il ridisegno della Zona Territoriale Omogenea B1/5
tra via Indipendenza e via XX Settembre dove sono localizzati gli edifici pertinenti all’attività della ditta
“Molino Rosso Spa”. Tale intervento comporta una modesta riduzione delle zone A contermini e del
corrispondente perimetro del centro storico, nonché la nuova classificazione di due edifici ora compresi
nelle sezioni 1 e 2 dei centri storici. Pertanto vengono esclusi dalla tutela sia l’edificio in via
Indipendenza, individuato con il n. 44, sia l’edificio in prossimità dell’incrocio tra via XX Settembre e via
G. Galilei, che, a seguito dell’analisi storica (cfr. Allegato “Schedatura degli edifici” scheda 98), non
risultano catalogabili come storico testimoniali.
Asseverazione
Viste le Delibere della Giunta Regionale del Veneto:
− n. 3637 del 13.12.2002 “L. 3 agosto 1998, n.267 – individuazione e perimetrazione delle aree a
rischio idraulico. Indicazione per la formazione dei nuovi strumenti urbanistici”;
− n° 1322 del 10.05.2006 “L. 3 agosto 1998, n.267 – individuazione e perimetrazione delle aree a
rischio idraulico. Indicazione per la formazione dei nuovi strumenti urbanistici”;
Estratto della Tav. 4 – Carta della Trasformabilità del PATI
PI VIGENTE VARIANTE
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− n° 1841 del 19.06.2007 “L. 3 agosto 1998, n.267 – individuazione e perimetrazione delle aree a
rischio idraulico. Nuove indicazione per la formazione dei nuovi strumenti urbanistici. Modifica
della D.G.R. 1322 del 10.05.2006, in attuazione della sentenza del TAR del Veneto n.1500/07
del 17.05.2007”.
Visto il contenuto della variante al PI in oggetto, che non contempla un aumento della volumetria da
destinare ad uso residenziale o produttivo.
Considerato che si tratta di variazioni cartografiche, che non comportano un aumento della superficie
impermeabilizzata già considerata nella stesura della compatibilità idraulica relativa al P.A.T.I., ma che
implicano solamente un leggero riassetto delle Zone Territoriali Omogenee, variando la classificazione
attribuita ad alcuni edifici storico testimoniali.
Si assevera che la variante n° 4 contenuta nel presente studio non comporta una trasformazione che
possa modificare il regime idraulico attuale e pertanto non si ritiene necessaria la predisposizione di una
valutazione idraulica specifica.
29
VARIANTE N°5
La Variante 5, localizzata nell’ATO 49, interessa l’area agricola retrostante l’edificato in via del Bosco, a
sud di Pontelongo: viene definito un ambito soggetto a progettazione unitaria che ricomprende, sia una
parte della ZTO C1/17, sia una parte di Zona Territoriale Omogenea E3, nonché una viabilità di accesso
all’area servita da una pista ciclabile di progetto. Tale modifica comporta una variazione della zona
agricola di 2.200 m². La variante non comporta carici insediativi aggiuntivi e pertanto non necessita del
ricorso al credito edilizio.
Estratto della Tav. 4 – Carta della Trasformabilità del PATI
PI VIGENTE VARIANTE
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Luogo
Pontelongo – Capoluogo sud
Competenza idraulica
Consorzio di Bonifica Bacchiglione.
Assetto del territorio
La quota dell’area da urbanizzare, riferita al livello del mare, è pari a circa 1.00÷1.50 metri s.l.m. Il
terreno si trova in leggero declivio verso sud-est. Attualmente il terreno risulta coltivato prevalentemente
a seminativo ed in parte a prato.
Impermeabilizzazione del suolo
Nella tabella di seguito riportata sono riassunti i dati risultanti dall’analisi urbanistica effettuata secondo
la logica espressa al paragrafo 4.1; allo stato attuale è stata considerata una copertura del suolo
costituita completamente da terreno agricolo. Nella stessa rappresentazione tabellare sono anche
indicati i coefficienti di deflusso ante e post operam ricavati mediante media ponderata dei coefficienti
specifici di ciascuna superficie.
Tipologia superficie φ Area [m²] Tipologia superficie φ Area [m²]
Aree agricole 0.10 7'595 Aree agricole 0.10 5'395
Superfici permeabili (aree verdi) 0.20 0 Superfici permeabili (aree verdi) 0.20 0
Superfici semi-permeabili (ad esempiogrigliati senza massetti, strade nonpavimentate, strade in mistostabilizzato)
0.60 0
Superfici semi-permeabili (ad esempiogrigliati senza massetti, strade nonpavimentate, strade in mistostabilizzato)
0.60 0
Superfici impermeabili 0.90 0 Superfici impermeabili 0.90 2'200
TOTALE 0.100 7'595 TOTALE 0.332 7'595
ANTE OPERAM POST OPERAM
Calcolo dei volumi di invaso compensativi
Con riferimento ai criteri progettuali esposti al paragrafo 4.2.4, si riportano nella tabella a pagina
seguente i volumi di invaso da prescrivere affinché la trasformazione urbanistica avvenga rispettando il
principio di invarianza idraulica.
31
Superficie della Variante 7'595 [m²] Tempo di corrivazione 14.06 [min]
Coeff. deflusso post operam 0.332 [-] Altezza di pioggia (TR=50) 34.00 [mm]
Lunghezza asta scolo principale 245 [m] Volume di invaso specifico 172 [m³/ha]
Coeff. udometrico ante operam 15.76 [l/s ha] Volume di invaso complessivo 131 [m³]
DATI PROGETTO VALORI CALCOLATI
Prescrizioni idrauliche
Questa variante al Piano degli Interventi prevede la definizione di un ambito soggetto a progettazione
unitaria, che comprende una viabilità di accesso all’area, per una variazione totale di circa 2’200 m² di
superficie agricola. Siccome la variante non comporta carichi insediativi aggiuntivi, la valutazione
idraulica è stata effettuata sulla singola impermeabilizzazione indotta dalla realizzazione della nuova
strada di servizio. A fronte di ciò, si indicherà semplicemente il valore minimo di invaso specifico, pari a
172 m³/ha per complessivi 131 m³ riferiti alla presente trasformazione, da garantire affinché la nuova
viabilità di servizio possa essere costruita nel rispetto del principio di invarianza idraulica. I futuri ed
eventuali carichi insediativi aggiuntivi saranno oggetto di una nuova valutazione di compatibilità
idraulica.
In linea generale è auspicabile un’opera di riqualificazione e ampliamento di tutti i fossati di scolo
interessati da rami di fognatura e, ove possibile, un adeguamento dei diametri dei condotti, in modo da
ricavare volume utile ai fini della laminazione direttamente in fognatura. Qualora necessario, i volumi
compensativi possono essere anche ricavati predisponendo opportune vasche di pioggia interrate.
32
VARIANTE N°6
La Variante è localizzata nell’ATO n. 49 nella parte sud del territorio comunale di Pontelongo, a sud di
via Dante Alighieri presso la zona artigianale esistente. L’ambito di intervento interessa zone classificate
come C1/22 e C1/18 e un’area individuata come standard all’interno dell’ambito di progettazione
unitaria definito. Il PATI classifica la parte prevalente dell’area come: «Aree idonee ad interventi diretti al
miglioramento della qualità urbana e territoriale». La variante è redatta nell’ambito di un accordo di
pianificazione e prevede il ridisegno dell’ambito soggetto a progettazione unitaria, che interessa ora la
nuova Zona Territoriale Omogenea C1/22b e l’adiacente un’area a riforestazione, prevedendo la
realizzazione di barriere antirumore lungo il lato ovest della zona produttiva adiacente, nonché il
tombinamento del canale esistente, secondo le indicazioni del Consorzio di Bonifica, al fine di
individuare lo spazio necessario per la viabilità di accesso alle aeree residenziali limitrofe, già
interessate dalla precedente variante n. 1d. L’accordo di pianificazione è definito ai sensi dell’art. 6 della
L.R. 11/2004 ed alle disposizioni sulla perequazione urbanistica di cui all’art. 45 delle NTO del Piano
degli Interventi. La variante comporta un limitato incremento della capacità insediativa, pari a 188 m³.
Infatti la volumetria già assegnata dal PRG vigente che viene rilocalizzata corrisponde a m³ 4480 (m³
2230 relativi alla zona C1-18 e 2250 relativi alla zona C1-22). I m³ assegnati alla nuova zona C1-22b
ammontano a m³ 4688 (corrispondenti ad una superficie fondiaria di m² 5835 ed una densità fondiaria
di 0,8 m³/m³). Da un punto di vista generale si tratta della sostanziale compattazione del tessuto edilizio,
che migliora l’assetto idraulico della zona, ricollocando a sud l’area attualmente destinata a verde
pubblico, ridefinita come un ambito preferenziale di forestazione, con la contestuale previsione di opere
pubbliche significative quali:
- una nuova viabilità di servizio che raccordi Via Dante Alighieri con il tessuto edilizio afferente a
Via Villa del Bosco, per garantire la fluidità della circolazione all’interno dell’abitato e l’uscita in
sicurezza sulla viabilità principale, tale viabilità può essere realizzata utilizzando l’alveo del
fossato esistente posto tra l’abitato di Via Villa del Bosco e le aree di proprietà della Ditta,
previa autorizzazione del Consorzio di Bonifica competente.
- La realizzazione di adeguate barriere antirumore lungo il lato ovest della zona per ridurre
l’impatto dell’adiacente zona produttiva.
Complessivamente l’ammontare del beneficio pubblico risulta pari a € 275.000, a fronte del
riconoscimento di 5400 m³ di credito edilizio connessi con la realizzazione dell’intervento ed ulteriori 970
m³ derivanti dalla cessione dell’area forestata (m² 5707 x 0,17 m³/m² = m³ 970). Le modalità di
interventi ed i tempi di realizzazione saranno stabiliti da specifica convenzione attuativa, corredata da
idoneo progetto esecutivo delle opere di urbanizzazione.
33
Luogo
Pontelongo – Capoluogo sud
Competenza idraulica
Consorzio di Bonifica Bacchiglione.
Assetto del territorio
La quota dell’area da urbanizzare, riferita al livello del mare, è pari a circa 1.00÷1.50 metri s.l.m. Il
terreno si trova in leggero declivio verso sud-est. Attualmente il terreno risulta prevalentemente coltivato
a seminativo ed a parte a prato, ed in misura minore edificato con costruzioni ad uso residenziale
ubicate nel settore nord-orientale d’ambito.
Impermeabilizzazione del suolo
Nella tabella di seguito riportata sono riassunti i dati risultanti dall’analisi urbanistica effettuata secondo
la logica espressa al paragrafo 4.1; allo stato attuale, ai fini del calcolo e su suggerimento del Consorzio
di Bonifica competente, è stata considerata una copertura del suolo costituita completamente da terreno
Estratto della Tav. 4 – Carta della Trasformabilità del PATI
PI VIGENTE VARIANTE
34
agricolo, il quale impone l’utilizzo di un coefficiente udometrico ante operam pari a 10 l/s ha. Nella
stessa rappresentazione tabellare sono anche indicati i coefficienti di deflusso ante e post operam
ricavati mediante media ponderata dei coefficienti specifici di ciascuna superficie.
Tipologia superficie φ Area [m²] Tipologia superficie φ Area [m²]
Aree agricole 0.10 20'645 Aree agricole 0.10 0
Superfici permeabili (aree verdi) 0.20 0 Superfici permeabili (aree verdi) 0.20 5'640
Superfici semi-permeabili (ad esempiogrigliati senza massetti, strade nonpavimentate, strade in mistostabilizzato)
0.60 0
Superfici semi-permeabili (ad esempiogrigliati senza massetti, strade nonpavimentate, strade in mistostabilizzato)
0.60 13'220
Superfici impermeabili 0.90 0 Superfici impermeabili 0.90 1'785
TOTALE 0.100 20'645 TOTALE 0.517 20'645
ANTE OPERAM POST OPERAM
Calcolo dei volumi di invaso compensativi
Con riferimento ai criteri progettuali esposti al paragrafo 4.2.4, si riportano nella seguente tabella i
volumi di invaso da prescrivere affinché la trasformazione urbanistica avvenga rispettando il principio di
invarianza idraulica.
Superficie della Variante 20'645 [m²] Tempo di corrivazione 24.15 [min]
Coeff. deflusso post operam 0.517 [-] Altezza di pioggia (TR=50) 47.00 [mm]
Lunghezza asta scolo principale 305 [m] Volume di invaso specifico 440 [m³/ha]
Coeff. udometrico ante operam 10.00 [l/s ha] Volume di invaso complessivo 909 [m³]
DATI PROGETTO VALORI CALCOLATI
Prescrizioni idrauliche
Questa variante al Piano degli Interventi prevede la realizzazione di una nuova viabilità di servizio
contestualmente al tombinamento del canale esistente, così da raccordare Via Dante Alighieri con il
tessuto edilizio afferente a Via Villa del Bosco, la realizzazione di adeguate barriere antirumore lungo il
lato ovest della zona ed un modesto incremento della capacità insediativa.
In sinergia con il Consorzio di Bonifica competente, essendo una zona di Pontelongo particolarmente
delicata dal punto di vista idraulico, si è deciso di adottare le seguenti linee guida al fine di operare nel
rispetto del principio di invarianza idraulica.
35
− tombinamento del tratto di canale a cielo aperto esistente mediante una tubazione in
calcestruzzo armato vibro centrifugato avente diametro minimo pari a 120 cm e per un estesa
complessiva di circa 165 metri;
− realizzazione di un bacino artificiale, avente funzione di vasca di laminazione, ubicato nel
settore sud-orientale d’ambito, capace di assicurare un volume di invaso massimo pari a 909
m³, in accordo con il calcolo simulato con il modello delle sole piogge. Il bacino dovrà essere
collegato alla rete fognaria interna mediante una tubazione in cls adeguatamente dimensionata,
e da posare in leggera contropendenza, così da ottenere uno svaso per gravità del bacino una
volta transitata l’onda di piena. L’immissione della portata meteorica nel canale recettore dovrà
avvenire immediatamente a valle del raccordo tra il tombino esistente (Φ100) ed il nuovo tratto
intubato, regolando il deflusso mediante l’installazione di un’apposita bocca tassata,
dimensionata mediante le canoniche leggi di foronomia in modo da garantire il passaggio di una
portata massima pari a 20.65 l/s (imponendo un coefficiente udometrico ante operam di 10 l/s
ha sulla superficie complessiva di 2.0645 ha). La luce a stramazzo a corredo della bocca
tassata, sempre dimensionata secondo le leggi della foronomia, sarà realizzata in modo da
garantire un franco di sicurezza pari a minimo 50 cm misurati tra il livello massimo raggiungibile
dal pelo libero (coincidente con la soglia di stramazzo) in regime di piena e la quota più
depressa dell’areale oggetto di variante (escluso bacino di laminazione).
− La luce di fondo della bocca tassata dovrà avere quota compatibile con il livello di piena
invernale del canale Paltana, nel quale sbocca il canale Diramazione Zuccherificio. Sarà
obbligo dei soggetti attuatori della variante ricavare tale quota consultando il competente
Consorzio di Bonifica, che potrà mettere a disposizione il custode del corso d’acqua per le
indicazioni del caso, ovvero richiedendo al Consorzio la quota di riferimento più vicina e
riportando il caposaldo sul posto mediante livellazione topografica.
Il progetto esecutivo delle opere idrauliche, redatto secondo le prescrizioni sopra riportate, dovrà essere
approvato dal competente Consorzio di Bonifica.
36
VARIANTE N°7
La Variante n.7, situata nell’ATO 50, interessa il ridisegno della Zona Territoriale Omogenea C2/7 e di
conseguenza dell’ambito del S.U.A. in località Terranova. L’ambito dello strumento urbanistico attuativo
segue così la morfologia del terreno preservando il canale esistente determinando tuttavia una leggera
riduzione della C1/19. Tale modifica comporta una variazione della zona agricola di 1.350 m².
Luogo
Pontelongo – Loc. Terranova
Competenza idraulica
Consorzio di Bonifica Bacchiglione.
Estratto della Tav. 4 – Carta della Trasformabilità del PATI
PI VIGENTE VARIANTE
37
Assetto del territorio
La quota dell’area da urbanizzare, riferita al livello del mare, è pari a circa 1.00 metri s.l.m. Il terreno si
trova in leggero declivio verso sud-est. Attualmente il terreno risulta coltivato prevalentemente a
seminativo.
Impermeabilizzazione del suolo
Nella tabella di seguito riportata sono riassunti i dati risultanti dall’analisi urbanistica effettuata secondo
la logica espressa al paragrafo 4.1; la variante comporta un incremento di superficie destinata ad uso
residenziale C2, ed è su tale base che è stata svolta l’analisi di variazione del coefficiente di deflusso
medio dell’area.
Tipologia superficie φ Area [m²] Tipologia superficie φ Area [m²]
Aree agricole 0.10 2'371 Aree agricole 0.10 0
Superfici permeabili (aree verdi) 0.20 0 Superfici permeabili (aree verdi) 0.20 1'427
Superfici semi-permeabili (ad esempiogrigliati senza massetti, strade nonpavimentate, strade in mistostabilizzato)
0.60 10'765
Superfici semi-permeabili (ad esempiogrigliati senza massetti, strade nonpavimentate, strade in mistostabilizzato)
0.60 11'709
Superfici impermeabili 0.90 0 Superfici impermeabili 0.90 0
TOTALE 0.510 13'136 TOTALE 0.557 13'136
ANTE OPERAM POST OPERAM
Calcolo dei volumi di invaso compensativi
Con riferimento ai criteri progettuali esposti al paragrafo 4.2.4, si riportano nella seguente tabella i
volumi di invaso da prescrivere affinché la trasformazione urbanistica avvenga rispettando il principio di
invarianza idraulica.
Superficie della Variante 13'136 [m²] Tempo di corrivazione 15.90 [min]
Coeff. deflusso post operam 0.557 [-] Altezza di pioggia (TR=50) 36.61 [mm]
Lunghezza asta scolo principale 215 [m] Volume di invaso specifico 45 [m³/ha]
Coeff. udometrico ante operam 190.40 [l/s ha] Volume di invaso complessivo 59 [m³]
DATI PROGETTO VALORI CALCOLATI
38
Prescrizioni idrauliche
Questa variante al Piano degli Interventi prevede un incremento della superficie destinata ad utilizzo
residenziale C2. Non disponendo della documentazione di progetto esecutiva non è però possibile in
questo stadio definire specifici interventi di mitigazione. A fronte di ciò, si indicherà semplicemente il
valore minimo di invaso specifico, pari a 45 m³/ha per complessivi 59 m³ riferiti alla presente
trasformazione, da sommare al volume già prescritto nella compatibilità idraulica a corredo del P.A.T.I.,
da garantire alle trasformazioni contemplate dalla variante, al fine di rispettare il principio di invarianza
idraulica preposto.
In linea generale è auspicabile un’opera di riqualificazione e ampliamento di tutti i fossati di scolo
interessati da rami di fognatura e, ove possibile, un adeguamento dei diametri dei condotti, in modo da
ricavare volume utile ai fini della laminazione direttamente in fognatura. Qualora necessario, i volumi
compensativi possono essere anche ricavati predisponendo opportune vasche di pioggia interrate.