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Dott.ssa Simonetta Vanin 1 PEDAGOGIA CLINICA LE RADICI Le radici della pedagogia clinica affondano nella storia della società umana e le sue basi scientifiche sono rintracciabili nella filosofia, nella teologia, nella pedagogia, nel diritto, nella psicologia, nella sociologia, nella medicina; il compito della ricerca è stato quello di recuperare da queste discipline i dati ed i risultati delle esperienze pedagogiche per poterle ridefinire in un conoscere capace di rispondere concretamente alle esigenze dell'uomo; la pedagogia clinica consta per tali motivi di una concentrazione di orientamenti. La ricerca epistemologica e storico-scientifica ha permesso di sostanziare la pedagogia clinica dei suggerimenti ricavati dai presupposti educativi delle posizioni rituali richieste dai sacerdoti taoisti nel 2007 a.C., quelle tecniche di rilassamento che conducevano progressivamente al controllo dei movimenti e di conseguenza alla disponibilità di tutto l'essere. Parimenti, l'attenzione è stata rivolta a tutte le tecniche che più tardi, verso il 1000 a.C. in India, venivano utilizzate per favorire lo sviluppo del pensiero ed il conseguimento dell'equilibrio psico-fisico. Per quanto riguarda i principi pedagogici e le prassi educative non sono stati sottovalutati gli insegnamenti di Platone il quale, nel libro III della Repubblica, sollecita alle pratiche fisiche né il grande contributo apportato da Aristotele che prospettava una completa attuazione di tutte le potenzialità dell'uomo per giungere ad un armonico sviluppo. Anche Erodico, maestro di Ippocrate, ha ben indirizzato sulla conquista degli equilibri psico-fisici per mezzo del massaggio. Da tali realtà del passato sono stati tratti orientamenti su come stimolare nel soggetto la motivazione, cioè l'intensità dei desideri, sollecitato altresì mediante esperienze pedagogiche in teatro - anch'esso ritenuto idoneo a ricreare nuovi equilibri - e l'ascolto dei "lettori" che esponevano narrazioni epiche utili a risvegliare con effetti immaginativi sentimenti di fiera condotta: si ridestava così quella funzione dell'immagine quale linea di congiunzione fra pensiero e sentimento. Dal mondo classico la pedagogia clinica ha appreso l'ideale dell'arte di vivere, dello stare bene assieme, della grande opportunità interattiva del trovarsi in cerchio e dell'importanza del canto, coro e della musica; di quest'ultima anche nel Medioevo e nel Rinascimento se ne sono apprezzati gli effetti benefici sulla persona soprattutto in presenza di malattie nervose. D'altro canto è pur vero che

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PEDAGOGIA CLINICA

LE RADICI

Le radici della pedagogia clinica affondano nella storia della società umana e le sue basi scientifiche

sono rintracciabili nella filosofia, nella teologia, nella pedagogia, nel diritto, nella psicologia, nella

sociologia, nella medicina; il compito della ricerca è stato quello di recuperare da queste discipline i

dati ed i risultati delle esperienze pedagogiche per poterle ridefinire in un conoscere capace di

rispondere concretamente alle esigenze dell'uomo; la pedagogia clinica consta per tali motivi di una

concentrazione di orientamenti.

La ricerca epistemologica e storico-scientifica ha permesso di sostanziare la pedagogia clinica dei

suggerimenti ricavati dai presupposti educativi delle posizioni rituali richieste dai sacerdoti taoisti

nel 2007 a.C., quelle tecniche di rilassamento che conducevano progressivamente al controllo dei

movimenti e di conseguenza alla disponibilità di tutto l'essere. Parimenti, l'attenzione è stata rivolta

a tutte le tecniche che più tardi, verso il 1000 a.C. in India, venivano utilizzate per favorire lo

sviluppo del pensiero ed il conseguimento dell'equilibrio psico-fisico. Per quanto riguarda i principi

pedagogici e le prassi educative non sono stati sottovalutati gli insegnamenti di Platone il quale, nel

libro III della Repubblica, sollecita alle pratiche fisiche né il grande contributo apportato da

Aristotele che prospettava una completa attuazione di tutte le potenzialità dell'uomo per giungere ad

un armonico sviluppo. Anche Erodico, maestro di Ippocrate, ha ben indirizzato sulla conquista degli

equilibri psico-fisici per mezzo del massaggio.

Da tali realtà del passato sono stati tratti orientamenti su come stimolare nel soggetto la

motivazione, cioè l'intensità dei desideri, sollecitato altresì mediante esperienze pedagogiche in

teatro - anch'esso ritenuto idoneo a ricreare nuovi equilibri - e l'ascolto dei "lettori" che esponevano

narrazioni epiche utili a risvegliare con effetti immaginativi sentimenti di fiera condotta: si ridestava

così quella funzione dell'immagine quale linea di congiunzione fra pensiero e sentimento.

Dal mondo classico la pedagogia clinica ha appreso l'ideale dell'arte di vivere, dello stare bene

assieme, della grande opportunità interattiva del trovarsi in cerchio e dell'importanza del canto, coro

e della musica; di quest'ultima anche nel Medioevo e nel Rinascimento se ne sono apprezzati gli

effetti benefici sulla persona soprattutto in presenza di malattie nervose. D'altro canto è pur vero che

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alcuni principi, ad esempio l'autorità come garanzia di educazione, il persuadere il fanciullo o il

padroneggiare il suo animo, hanno lasciato il posto alla persona che afferma e possiede sé

medesima, conscia del proprio essere individuo.

La pedagogia clinica si è avvalsa inoltre degli innumerevoli contributi pratici ed attuativi dei nostri

pedagogisti dell'Ottocento e del Novecento ed a tutti coloro che si sono impegnati nella pedagogia

sperimentale; si sottolinea il contributo di M. Montessori per l'importanza di creare degli ambienti

educativi su misura dei bambini ,affinchè lo possano sperimentare in autonomia senza bisogno

dell'intervento dell'adulto, e per l'importanza dell'utilizzo del materiale senso percettivo che

costituisce la base dello sviluppo intellettuale. In Italia il pioniere della pedagogia clinica è stato

Antonio Gonnelli Cioni che ha definito un metodo specifico per il recupero dei soggetti in difficoltà

sottolineando l'importanza primaria di conoscere l'altro e di lavorare sulle potenzialità del soggetto;

inoltre ha istituito il primo corso di ortofrenia per la formazione di insegnanti specializzati.

Fondamentale per il progredire della pedagogia clinica sono stati altresì i principi della difettologia

enunciati da Vygotskji il quale considerava il bambino il cui sviluppo è aggravato da un deficit,

come un essere umano su cui non gravano solamente problemi organici, ma anche la degradazione

della posizione sociale; egli affermava: "Non è il deficit in se stesso a decidere le sorti della

personalità, ma le sue conseguenze sociali".

L'indagine epistemologica, quindi, ha condotto lontano; si è trattato di analizzare, sezionare,

dividere conoscenze provenienti da diversi campi di studio e ricerca al fine di rintracciare i

presupposti di validità scientifica del sapere pedagogico clinico.

(Bibliografia di riferimento: G. Pesci, "Pedagogista Clinico", Ed. Magi, 2005 Roma)

La pedagogia clinica e' una scienza nata a Firenze agli inizi degli anni '70 dallo studio di alcuni

ortopedagogisti: persone con una formazione umanistica che offrivano il loro aiuto a soggetti con

difficolta' di tipo scolastico. Nel 1974 alcuni ortopedagogisti, riuniti nel Cenacolo

Antiemarginazione di Firenze - un centro di ricerca molto attivo - e guidati dal professor Guido

Pesci, decisero di sostituire il termine ortopedagogista con quello di pedagogista clinico in quanto

c'era il desiderio di allargare l'intervento di aiuto non solo allo scolaro, ma alla persona con diverse

età e disagi. Questo evento segnò la nascita di una nuova scienza, la pedagogia clinica, e del

movimento dei pedagogisti clinici.

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L'obiettivo primario della pedagogia clinica e' l'aiuto alla persona finalizzato a favorirne la crescita

armonica: l'accezione di clinico definisce la finalità educativa come un'azione umana di aiuto alla

persona ed al gruppo (offrendo opportunita' di sviluppo delle proprie potenzialita').

La pedagogia clinica è una pedagogia olistica in quanto non si sofferma a vedere solo il disagio,

non ha una visione settoriale e limitata del soggetto, ma vede la persona nella sua interezza e

globalità psicofisica. Una persona si esprime olisticamente quando riesce a stabilire un'equilibrio

dinamico tra la capacità dei due emisferi cerebrali; tutto ciò che è più scientifico, razionale (lettura,

scrittura, matematica, classificazione, analisi) dipende dall'emisfero sx, mentre tutto ciò che è più

artistico (musica, pittura, danza, fantasia, capacità di sintesi) dipende dall'emisfero dx. E' necessario

modulare ed armonizzare queste due parti.

E' una pedagogia dell'ascolto finalizzata al recupero ed alla valorizzazione del ricco mondo

interiore della persona mediante l'ascolto attivo.

E' una pedagogia basata sull'eccletismo (molteplicità' di tecniche); numerose infatti sono le tecniche

ed i metodi a disposizione del pedagogista clinico per contrastare le specifiche difficoltà di ciascun

soggetto; metodi e tecniche per affrontare:

- difficoltà di lettura;

- difficoltà di scrittura;

- creatività ed espressione del sé;

- per stimolare l'immaginazione;

- per favorire modalità interattive (sviluppo relazionale); in presenza di soggetti con deficit con

deficit di attenzione ed iperattività - adhd - sono previste strategie pedagogico cliniche che

prevedono un intervento pluridimensionale (scuola, famiglia ed il soggetto stesso).

- per favorire una conoscenza, percezione ed esplorazione del sé corporeo. Le tecniche

corporee sono importanti per un duplice motivo:

1) promuovono capacità spaziali, temporali, ritmiche (capacità queste che risultano

fondamentali, in ambito scolastico, per l'apprendimento della lettura e scrittura);

2) promuovono uno sviluppo psico-affettivo, una certa stabilità emotiva; un senso di fiducia e

di sicurezza in sé stessi. Un importante contributo scientifico riporta che alla corazza

caratteriale psichica corrisponde una corazza muscolare somatica nella quale risiedono

emozioni rimosse (sciogliere i blocchi e le tensioni a livello corporeo può risvegliare

emozioni).

Nel bambino come nell'adulto le stimolazioni cutanee sono essenziali per uno sviluppo armonioso

del comportamento psichico.

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L'assenza di stimoli tattili invece rende l'individuo incapace di esprimere le proprie emozioni, con

scarsa disponibilità al dialogo, insufficiente nei gesti affettuosi, poco attento e tenero verso il

proprio partner e con un rapporto difficile con il proprio corpo (fattori che possono determinare

malattie psicosomatiche).

Nello specifico le tecniche ed i metodi propri ed esclusivi del pedagogista clinico sono:

- EDUCROMO (per difficoltà di lettura);

- WRITING CODEX (per difficoltà di scrittura);

- PRISMOGRAPH (per educare al segno grafico);

- EUCALCOLIA (per difficoltà logico-matematiche);

- INTER ART (per la creatività e l'espressione del sé);

- L'EDUMOVEMENT -Educazione al movimento- (per esperienze organizzativo motorie);

- BON GESTE (per la grafo espressività)

- DISCOVER PROJECT, TRUST SYSTEM, TOUCH BALL, BODY WORK (per

l'esplorazione del corpo);

- PSICOFIABE (per stimolare l'immaginazione);

- MPI (per l'attentività e la mnesi);

- PSICOCIBERNETICA (per il riequilibrio psico-emozionale e modificazioni comportamentali

utilizzando immagini dichiarative verbali e l'apporto di engrammi notificatori).

Inoltre vengono utilizzate tecniche di tipo proiettivo come lo PSICODRAMMA ed il DISEGNO

ONIRICO.

Per facilitare le modalità interattive e lo sviluppo delle funzioni emozionali viene utilizzata

rispettivamente la MUSICOPEDAGOGIA e la LUDOPEDAGOGIA.

Queste tecniche sopraelencate vengono impiegate non solo per contrastare una difficoltà ma anche

come mezzo di prevenzione.

L'intervento pedagogico-clinico non si rivolge solo ad un singolo individuo, ma le tecniche ed i

metodi pedagogico-clinici possono essere applicati anche in un contesto gruppale.

(Bibliografia di riferimento: A.Bermolen, M.G. Dal Porto, L. Moretto, "Verso una pedagogia olistica", Ed. Bulzoni,

1993 Roma; G. Pesci, "Pedagogista Clinico", Ed. Magi, 2005 Roma).

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IL PEDAGOGISTA CLINICO

E' il professionista che si avvale di tecniche e metodologie esclusive per affrontare i molteplici

bisogni della persona.

La sua formazione post-laurea è triennale, viene svolta presso l'Isfar di Firenze.

E' inserito nell'albo dei Pedagogisti Clinici dell'Anpec (Associazione Nazionale Pedagogisti

Clinici), membro della Consulta Nuove Professioni del CNEK (Consiglio Nazionale dell'Economia

e del Lavoro) e dall'ANPC (Association National Pedagogues Cliniciens) costituita a Bruxelles-

Belgio (asl-vzw n. 5188-02).

Il pedagogista clinico è abilitato all'esercizio della pedagogia clinica, nell'ambito della diagnosi,

dell'intervento educativo e della prevenzione.

La fase di rilevazione diagnostica impone un'attenta osservazione, andare oltre la superficie,

muovere dallo studio dei sintomi per poi analizzare ciò che essi celano; un percorso dall'esterno

verso l'interno.

La fase diagnostica si avvale anche di uno strumentario diagnostico che il Comitato Scientifico

dell'Isfar ha ritenuto dovesse essere utilizzato; esso è rappresentato da:

- test per l'Attenzione e Faticabilità (dai 13 anni alla terza età);

- test di Mnesi Immediata (dai 3 anni alla terza età);

- test Verbale di Maturità Logica;

- il test di Organizzazione Grafo-Percettiva;

- il questionario sul Self Concept (adolescenti - adulti)

(Bibliografia: G. Pesci, "Percorso clinico", Ed. Magi, 2004, Roma)

La fase dell' intervento pedagogico clinico. Il pedagogista clinico struttura interventi educativi utilizzando metodi e tecniche scelti sulla base di

un criterio eclettico garantendo così un intervento di aiuto mirato, capace di:

- favorire un'evoluzione socio-relazionale e psico-affettiva (sia con soggetti in età evolutiva che

adulti);

- contrastare specifiche difficoltà di apprendimento.

Per il pedagogista clinico educare significa favorire la crescita di ogni persona per favorirne

l'integrazione nella società. L'educazione deve rendere l'uomo abile nel governare i propri

sentimenti, dare seguito ai propri propositi, utilizzare la propria volontà fino a passare all'azione.

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METODI E TECNICHE

• SELF Il metodo Self prevede interventi per risolvere difficoltà nel controllo sfinterico, nella cura di sé,

nell'alimentazione, nel sonno e nell'autonomia sia nella propria abitazione che all'esterno in modo

da sviluppare la crescita psicologica, aiutarlo a vincere ogni sensazione di paura ed i impotenza.

Per contrastare un disturbo enuretico saranno necessari degli incontri con i genitori in cui verranno

sollecitate riflessioni sulle necessità igieniche, sui ritmi, sugli interventi di sostegno - approvazione,

sull'opportunità di offrire stimoli socio-affettivi idonei a regolare e rafforzare la disponibilità al

rapporto con il loro figlio.

La persona con difficoltà nell'autonomia e coscienza di sé, trova con il metodo Self importanti

risposte strutturate su tecniche rivolte alla riconquista del dinamismo corporeo, del risveglio psico-

emozionale-affettivo, dello sviluppo dell'organizzazione ritmico-respiratorio-cinestetica, della

percezione temporale e dei rispetti sequenziali, di vissuti organizzativo-corporei ed appercettivo-

comunicazionali mediante stimolazioni tattili.

Altre opportunità vengono offerte dalle attività di drammatizzazione o dalla "danza movimento";

sarà possibile stimolare esperienze con il "sand-bag" o la tecnica di St. John, modalità d'intervento

che richiamano l'attenzione del soggetto su ogni settore corporeo, favoriscono l'abbattimento delle

tensioni e gli danno la possibilità di "parteciparsi" in maniera più liberatoria e costruttiva.

(Bibliografia: G. Pesci, "Percorso clinico", Ed. Magi, 2004, Roma;)

• MEMORY POWER IMPROVEMENT E' un metodo studiato per aiutare le persone con problemi mnestici (l'avanzare degli anni incide

negativamente sulle abilità ritentive, ostacolandole) prevedendo un intervento che sfrutti l'abilità e

la potenzialità del soggetto, favorisca una positiva immagine di sé, che la guidi all'accettazione del

proprio corpo e di conseguenza ad ottenere modificazioni nell'atteggiamento.

L'intervento prevede, quindi, esperienze di organizzazione ritmo-respiratorio-cinetica, alla

coscienza segmentaria, all'immagine corporea ed alle tante esperienze senso-percettive. Inoltre,

poiché il nostro cervello si attiva e memorizza più intensamente le esperienze che producono

variazioni improvvise, inattese e contrastanti tali da rompere un precedente equilibrio emozionale si

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mobiliterà l'attenzione della persona con sollecitazioni in grado di eccitare la sua curiosità ed il suo

interesse con paradossi e silenzi; inoltre viene utilizzato anche l'umorismo, idoneo com'è a sottrarre

la persona dalle tensioni emotive, l'arte poetica, le immagini mentali ed il pensare per immagini.

(Bibliografia: G. Pesci, "Percorso clinico", Ed. Magi, 2004, Roma)

• EUCALCULIA E' un metodo per i soggetti che presentano delle difficoltà ad apprendere la matematica. Per aiutare

la persona occorre andare oltre le circoscritte funzioni numeriche, i meccanismi delle operazioni o il

sapere fare i conti; non basta insistere con spiegazioni ed esercitazioni ripetute dal sapore

prettamente didattico.

L'intervento di aiuto non può quindi limitarsi a:

- esercizi stimolatorio-sensoriali;

- esercizi per favorire la percezione dello spazio euclideo;

- esercizi per stimolare le percezioni di grandezza in ordine crescente e decrescente;

- esercizi su base temporo-spaziale;

- esercizi di numerazione progressiva e regressiva;

- esercizi sui rapporti tra gruppi quantitativi: composizioni e scomposizioni di quantità e

struttura delle diverse grandezze quantitative;

- esercizi di calcolo con oggetti concreti, con realtà figurate, con simboli e numeri.

Questi esercizi sono in grado di fronteggiare il deficit, ma non di offrire un valido e globale aiuto

alla persona; il disagio di una persona che non riesce bene in matematica non è da imputare

esclusivamente alle disarmonie cognitive; queste ultime infatti possono essere legate all'angoscia

depressiva, al disadattamento o alla situazione nevrotizzante scolastica, perciò si può incidere solo

mediante interventi di aiuto che tengano conto delle esigenze affettive, che siano inseriti in una

struttura-base di relazioni.

Il metodo dell'Eucalculia contempla la diversità di ciascun soggetto; c'è chi ricorda meglio le cose

viste, chi apprende maggiormente se ascolta o se discute, chi toccando e provando, chi necessita di

particolari scambi simpatetici.

L'Eucalculia alimenta i diversi canali informativi ed organizzativi con una vasta gamma di

sollecitazioni di vissuti esperenziali corporei ed emotivo-affettivi adatti a garantire l'elaborazione ed

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il consolidamento delle conoscenze facendo uso dell'attrazione, del piacere, della curiosità,

dell'entusiasmo, indispensabili per fronteggiare le difficoltà di apprendimento logico-matematico.

(Bibliografia: G. Pesci, "Percorso clinico", Ed. Magi, 2004, Roma;)

• WRITING CODEX E' un metodo per i soggetti che presentano delle difficoltà di codifica scrittoria.

Questo metodo è rivolto a far acquisire al soggetto una buona presa di coscienza del sé corporeo

nella sua completezza, considerando la parte superiore, inferiore anteriore e posteriore del corpo.

Per la realizzazione del metodo è stato preso in considerazione l'aplombe, la cinestesica, il punto, la

linea, i semicerchi , il punto egoico, un sottofondo musicale e la graduale presentazione delle fasi di

apprendimento di scritture.

Un corretto aplomb permette di vincere disarmonie, impacci, inadeguatezze nella distribuzione del

proprio corpo, fino a giungere ad un aggiustamento ed un riequilibramento tonico. Dall'aplomb le

esperienze motorie che si richiedono fanno prendere coscienza all'individuo della propria cinestesia;

si tratta di un movimento sentito, un percepire lo spazio nel quale egli vibra, fluttua, si avvicina e si

allontana, si solleva. Una volta che la persona ha raggiunto la piena coscienza della completezza,

anteriore e posteriore del corpo, viene aiutata a scoprirsi nella quiete statica come un punto (nella

scrittura = silenzio) che, nel rendersi dinamico, diventa linea geometrica nello spazio.

All'esperienza sulla propria assialità in rotazione e sulla percezione del tempo, segue la Coreografia

Fonetica, che prevede costruzioni simbolico-alfabetiche, forme testimoni del proprio corpo, le quali

vengono percepite prima in un campo vuoto e poi rappresentate su lavagna concava.

Il metodo prevede l'utilizzo di luci, colori e suoni come validi ausili per sviluppare l'attenzione,

l'abilità oculo-motoria, la struttura ritmica e spazio-temporale, le immagini uditive e visive. (Bibliografia: G. Pesci, "Percorso clinico", Ed. Magi, 2004, Roma;)

• BON GEST E' un metodo che può favorire quelle persone che presentano scarse abilità all'apprendimento

nonché alterazioni comportamentali. Chiunque sia frenato, inibito, limitato nell'attenzione, nella

faticabilità, insufficiente nei processi mnestici, incerto nella discriminazione, nell'esplorazione,

nell'inseguimento ed abbia una immagine approssimativa del proprio schema corporeo.

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Questo metodo si propone di educare al ritmo ed al gesto avvalendosi dell’ascolto musicale attivo.

Questo permetterà al soggetto di acquisire una capacità gestuale organizzata su ritmi resi visibili

dalle tracce che il corpo lascia, inizialmente in campo vuoto e poi su una parete attrezzata, su cui

vengono graficamente rappresentati, il carattere dinamico oltre a quello espressivo-emozionale.

Il soggetto ha la possibilità di sviluppare la conoscenza dei segmenti corporei, del loro stato di

tensione, di equilibrio, sia in condizioni statiche che dinamiche e quindi un'esplorazione degli

impulsi, delle accelerazioni e dei frenaggi.

(Bibliografia: G. Pesci, "Percorso clinico", Ed. Magi, 2004, Roma)

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• PRISMOGRAPH Il metodo è rivolto al soggetto disgrafico ed intende prevenire insufficienze e difficoltà nel controllo

del gesto grafico, a rinforzare ogni capacità di rappresentazione fino a sostenere la persona

nell'acquisizione di un sapere polisegnico.

Prima di iniziare l'azione educativa proposta dal Prismograph dovrà essere svolta un'ampia ed

attenta fase diagnostica che riguarda:

- indagine grafo-motoria;

- organizzazione grafo-percettiva;

- espressione psicomotoria;

- disponibilità all'attenzione e faticabilità;

- analisi dei graphonage.

Il Prismograph propone un'azione educativa flessibile, contrassegnata da una stimolazione delle

potenzialità del soggetto proponendo esperienze di:

- organizzazione dello spazio;

- organizzazione del tempo;

- sviluppo della dinamica respiratoria;

- voce cantata.

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Le suindicate esperienze preparano il soggetto alla conquista di una giusta postura del corpo in

stazione verticale, ossia essere in aplomb; questa posizione permette al soggetto di sentirsi sicuro di

sé ed in equilibrio.

Grazie all'aplomb è possibile rintracciare il Punto Egoico, ossia quel punto su cui converge l'occhio

quando le braccia sono allungate in avanti, ed i diti indici uniti proiettati sul punto in cui si

incrociano la linea assiale e la linea orizzontale del corpo rappresentata dallo spostamento laterale

orizzontale delle braccia; dal Punto Egoico passano tutti i lanci che le braccia possono compiere

nello spazio dinanzi a loro, tutte le linee orizzontali, verticali, oblique e curve identiche lasciate

dalla mano destra e dalla mano sinistra (singolarmente o simultaneamente) a cui si è dato il nome di

Codici Gestuali Corporei.

Nel Prismograph questo codice viene recuperato e sviluppato con l'intento di favorire un'evoluzione

grafo-segnica che parta da strutture esistenti nell'individuo; così facendo il corpo libera un notevole

numero di movimenti, realizzati con atti coordinati o dissociati dei singoli settori e ne regola ogni

gesto nel tempo e spazio; gesti armoniosi, scattanti, aggressivi, ritmici si esprimono come parole dal

contenuto personale.

Sarà, poi, possibile orientare la persona a sentire, vivere, partecipare il proprio corpo e spingerla ad

osservare il mondo circostante (le forme, il movimento, i piani delle cose) per riprodurlo in

immagini grafiche anche con l'ausilio del tono della voce.

Successivamente si richiederà la riproduzione grafica di modelli ed immagini proposte per mezzo di

diapositive. Le immagini possono raffigurare delle dislocazioni nello spazio di uno o più soggetti,

rappresentare diverse posizioni assunte in orientamento nello spazio e diverse figure geometriche;

immagini che il soggetto è chiamato a riprodurre dapprima collocandosi nello spazio disegnato sul

terreno, per poi raffigurarle su pareti attrezzate e quindi esprimerle nel ristretto spazio del foglio.

(Bibliografia: G. Pesci, "Percorso clinico", Ed. Magi, 2004, Roma; G.Pesci, M. Mani, "Prismograph", Ed Magi, 2004,

Roma)

• EDUCROMO L'Educromo è un metodo che aiuta a vincere le difficoltà di lettura.

Si tratta di un originale metodo che ben enuclea i complessi processi implicati nell'atto del leggere,

le cause delle difficoltà di lettura e le possibili manifestazioni comportamentali ed indica le

opportunità di recupero delle abilità e della disponibilità alla decodifica-scrittoria armonizzandone

lo sviluppo personale e sociale. Il metodo prevede varie esperienze psico-emozionali che mirano a

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sviluppare il movimento ed i vissuti propriocettivi, le modalità di costruzione e definizione degli

spazi di relazione, il dinamismo respiratorio, la costruzione ritmica, l'esecuzione delle forme

spaziali. Il riequilibrio psico-emozionale è costruito su di un concetto dinamico, un vissuto ludico di

sollecitazioni esperenziali che coinvolgono i suoni , il linguaggio, la cromaticità ed ogni

comunicazione non verbale. L'Educromo si basa su un progetto educativo teso a far giocare il corpo

al fine di soddisfare il bisogno primario di esprimersi e punta altresì alla scoperta o riscoperta di un

linguaggio caratterizzato da esperienze produttrici di nuove abilità e disponibilità. Un percorso che

permette di accedere alle esperienze di esplorazione e di relazione.

Le prime comprendono una serie di opportunità inseguite e raggiunte in piena libertà con lo scopo

di consentire al soggetto di entrare in contatto con il proprio corpo ed esprimere con esso tensioni,

bisogni e desideri (esperienze autocentrate).

Alle esperienze di esplorazione seguono quelle di relazione che permettono al soggetto di percepirsi

e percepire; queste esperienze si basano sull'impiego della musica, del canto, dei mezzi espressivo-

corporei, della danza, del mimo, della drammatizzazione; a queste si aggiungono quelle relative alla

Lettura Posturale che permette di affinare le conoscenze della propria struttura corporea, topologica

e segmentaria in relazione all'asse fino a giungere ad una determinata immagine di sé.

(Bibliografia: G. Pesci, S. De Alberti "Educromo”, Ed. Magi, 1998)

• TRUST SYSTEM E' un metodo di esplorazione corporea che permette di liberare il soggetto da ogni stratificazione

sedimentaria tensionale e fargli ri-conquistare la calma psicofisica, indispensabile premessa per una

presa di coscienza del proprio corpo, per una piacevole ricerca di sé ed una diversa capacità di

rapporto con gli altri.

Il metodo si avvale di movimenti passivi realizzati con una mobilizzazione ritmica e monotona,

adatta a regolare il tono muscolare e consentire l'acquisizione di una conoscenza e coscienza di sé.

Poiché la dinamica affettiva è strettamente collegata con la dinamica corporea, attraverso il dialogo

tonico partecipato ed agito il soggetto può ritrovare la possibilità di esprimersi e di comunicare

positivamente con il mondo circostante.

In particolare il Trust System si propone:

- l'abbattimento degli stati tensionali;

- la scoperta del corpo proprio;

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- la conoscenza del sé corporeo.

Questo metodo permette di :

- assumere una maggior abilità interpretativa e valutativa delle senso percezini proprio-intero

ed esterocettive;

- affinare la conoscenza dello schema corporeo;

- assicurare un maggior controllo distributivo di sé;

- godere di uno stato di calma, benessere e serenità;

- ritrovare fiducia in sé stessi.

I soggetti che possono beneficiare di questo metodo sono coloro che presentano:

- turbe psicosomatiche (cefalee, insonnia, alterazione dei ritmi digestivi);

- turbe psicomotorie (maldestrezza, incoordinazione);

- turbe emozionali ed affettive (ansia, ipereccitabilità);

- difficoltà negli apprendimenti (disgrafia, discalculia, difficoltà codificatorio e decodificatorio-

scrittoria);

- particolari manifestazioni quali balbuzie, tic, enuresi.

(Bibliografia: G.Pesci, dispensa "Trust System", Ed. Isfar, Firenze, 2000)

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• DISCOVER PROJECT E' un metodo di esplorazione corporea che intende far riconquistare all'individuo, attraverso il

corpo, un benessere psico-fisico capace di indurre un nuovo equilibrio e rinnovate capacità

relazionali.

Il metodo propone esperienze di contrazioni e decontrazioni muscolari e di un equilibrato

dinamismo respiratorio. L'azione contrattiva e decontrattiva muscolare si sviluppa, con il soggetto

in decubito dorsale, nei momenti di:

- mobilizzazione di un segmento corporeo;

- frenaggio da parte dell'operatore;

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- resistenza del soggetto contro il frenaggio;

- abbandono della presa da parte dell'operatore e conseguente rilasciamento del segmento

corporeo da parte del soggetto.

Nel momento della resistenza, il soggetto contrae fortemente i muscoli coinvolti nell'atto; il

rilasciamento improvviso permette un marcato e profondo vissuto degli effetti distensivi. Ne deriva

che ogni movimento contrattivo e decontrattivo muscolare, originato in ogni settore corporeo,

favorisce un'esperienza che, gradualmente, permette di raccogliere un abbattimento delle tensioni

muscolari e psichiche e raccogliere il "giusto tono"; è un'opportunità per riequilibrare condizioni di

ipertonia o ipotonia.

Il trattamento distensivo basato sulla contrazione e decontrazione muscolare allena l'individuo alla

sensibilità degli stimoli estero e propriocettivi, ossia alle percezioni che arrivano dall'esterno della

persona e quelle relative al proprio corpo; queste ultime mettono in moto un'altra forma di

attenzione particolare che prende il nome di funzione di interiorizzazione, che consente al soggetto

di percepire le informazioni sul proprio corpo mediate dai sensi.

Come suindicato, l'altro elemento che riveste notevole importanza è la respirazione; le disarmonie

del dinamismo respiratorio sono spesso legate anche a difficoltà negli apprendimenti,

nell'autonomia, nella relazione con gli altri; il disequilibrio respiratorio può documentare la

disarmonia del gesto, la scarsa scioltezza ed abilità nell'espressione cinetica, a cui sono legati

sentimento ed emozione.

La presa di coscienza dell'onda respiratoria si potrà realizzare quando il soggetto sarà posto in stato

di distensione, momento in cui può vivere meglio ogni moto del proprio corpo; si pone il soggetto

in condizioni di conoscersi quale strumento ritmico, attraverso un modo di sentire che passa per le

vie propriocettive; l'affinamento di queste abilità si ottiene nel vivere ad un tempo il contrasto fra il

moto respiratorio regolare e l'assenza di moto (apnea).

Il Discover Project induce alla presa di coscienza di sé per mezzo di vissuti che alimentano

positivamente i caratteri riflessivi e psicoemozionali specie nei momenti in cui le si offre

l'opportunità di:

- assumere una postura di decubito dorsale, individuare ogni punto in appoggio al suolo e

ricomporre il proprio schema corporeo:

- sentire nello spazio il proprio asse corporeo e definire ogni afferente della specificazione

laterale;

- vivere i dinamismi di inspirazione / espirazione

- sentire gli stimoli distensivi su base tonico-muscolare e tattile-cutanea ed i conseguenti

segnali di fiducia.

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Il metodo si avvale anche di inviti verbo-tonematici da parte del pedagogista clinico; che possono

trasmettere al soggetto sensazioni di calma , tranquillità emotiva, forza e sicurezza.

L'aiuto che può derivare dal Discover Project alla persona è un'abilità a relazionarsi, a trovare in sé

la disponibilità nella costruzione simpatetica con l'altro.

(Bibliografia: G.Pesci, R. Suglia, dispensa "Discover Project", Ed. Isfar, Firenze, 2002)

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• BODY WORK E' un metodo corporeo che per mezzo della tattilità risveglia un corpo "lontano dalla persona".

La scoperta del Sé favorita da questo metodo avviene su due livelli: cognitivo ed affettivo-

relazionale. Il primo porta a distinguere l'altro dal soggetto stesso, il confine, ossia l'essere dentro il

proprio corpo, e dunque le azioni che producono effetti sul soggetto e sull'ambiente; il secondo

vuole l'individuo al centro di situazioni, eventi e vissuti emozionali.

Il corpo "toccato" non si limita a registrare una percezione ma ne definisce il linguaggio degli affetti

e sfociare dal linguaggio oggettivo a quello soggettivo.

Attraverso il Body Work la persona può scoprire la propria identità corporea, definirne i contorni e

pervenire ad una coscienza di sé attualizzata nel tempo e nello spazio. Nel corpo è scritta la storia di

ciascuno, per cui lavorare su di esso significa entrare anche nella sfera emotiva, attenuare le

tensioni, liberarlo da quella "corazza" di rigidità costruita per difenderci dall'ambiente esterno.

Presupposto del Body Work è la disponibilità del soggetto ad essere "toccati"; queste "carezze", che

permettono di recuperare la fase di maternage, coinvolgono sia la corporeità globale che ogni

piccolo settore, rispettando una successione spaziale e ripetendo ciascun movimento su ciascun

settore corporeo per tre volte (traccia, definizione, conferma).

(Bibliografia: G.Pesci,"Percorso clinico", Ed. Isfar, Firenze, 2004)

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• TOUCH BALL Con il metodo Touch Ball l'individuo sperimenta la propria corporeità, ossia sente, percepisce,

conosce e vive il proprio corpo con l'ausilio di una palla monocromatica. Quest'ultimo non è più

considerato come oggetto in sé, ma nelle sue relazioni con la psiche; il metodo è orientato ad offrire

un aiuto alla persona affinchè riesca a riconoscere nel proprio corpo un insieme di parti fra loro

integrate, in una totalità che le appartiene.

Il metodo Touch ball si propone di liberare la persona dal proprio blocco inibitorio, scioglie le

tensioni, libera le energie, mitiga la tensione, la stanchezza ;inoltre incide favorevolmente sulla

respirazione, sul ritmo cardiaco, sulla circolazione; incide su una maggiore disponibilità

all'associazione libera, al pensiero creativo per raggiungere un equilibrio psicofisico.

Una persona sentendo vibrare il proprio corpo, attraverso la palla monocromatica, può ricordare gli

stimoli tattili ricevuti in passato che se insufficienti la possono spingere a riceverne altri per

raggiungere quell'appagamento e soddisfare quel bisogno inconscio che gli era stato negato.

Inoltre hanno trovato risposte positive persone con immaturità nello sviluppo psico-fisico o che

presentavano disordini senso-percettivi.

Nel bambino come nell'adulto le stimolazioni cutanee sono essenziali per uno sviluppo armonioso

del comportamento psichico. La pelle, ancor più delle parole, rassicura l'individuo, lo sradica dalla

solitudine e dà una risposta ad un bisogno fisiologico fondamentale. L'assenza di stimoli tattili

invece rende l'individuo incapace di esprimere le proprie emozioni, con scarsa disponibilità al

dialogo, insufficiente nei gesti affettuosi, poco attento e tenero verso il proprio partner e con un

rapporto difficile con il proprio corpo (fattori che possono determinare malattie psicosomatiche).

(Bibliografia: G.Pesci, S. Pesci, "Touch Ball", Ed. Isfar, Firenze, 2004)

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• RITMO-FONICO Il metodo si propone come ausilio per la persona che ha difficoltà di linguaggio.

Alla base delle alterazioni del linguaggio si trovano disarmonie ritmiche e ritmo respiratorio le quali

mettono in condizione di esprimersi in modo confuso, talvolta con omissioni o inversioni

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nell'ordine delle sillabe e delle parole, ostacolando così la formazione delle parole e la pronuncia

degli stessi fonemi.

Il metodo Ritmo-Fonico è stato strutturato partendo dal presupposto che il ritmo armonizzato in un

contesto musicale ha un efficace ruolo anche sul piano emotivo-affettivo, sollecita l'imitazione e

quindi l'attenzione volontaria, la motivazione e la memoria. Esso si basa su canzoni brevi con

ripetizione sillabica di tutti i suoni dell'alfabeto, supportate da musiche moderne a cui fanno seguito

canzoni più complesse per aiutare il soggetto a rintracciare il fonema nel contesto della parola. Il

metodo promuove esperienze di respirazione, ritmiche, fonetiche e tonematiche, accompagnate

dalla musica, drammatizzazioni, immagini mentali e vissuti distensivi.

Il metodo Ritmo-Fonico evita impostazioni fonetiche e permette di favorire, in uno stato di piacere,

il recupero delle difficoltà espressivo-elocutorie.

(Bibliografia: G.Pesci, "Percorso clinico", Ed. Isfar, Firenze, 2004)

• EDUMOVEMENT Questo metodo sottolinea il valido contributo delle esperienze motorie al processo di educazione

integrale della persona e mira ad assicurare l'evoluzione nella consapevolezza del Sé, nella

costruzione della propria identità, nonché la capacità di instaurare rapporti soddisfacenti con gli

altri.

E' un metodo che persegue un'educazione che porta a vivere in modo personale le proprie capacità

espressive e lo spazio topologico e sociale, che giovi a migliorare il comportamento anche per

quanto riguarda le sue capacità cognitive e socio affettive.

L'edumovement prevede esperienze individuali e di coppia per favorire la percezione della

dimensione corporea - propriocettiva ed interocettiva -; la dimensione relazionale è favorita da

esperienze che vedono come protagonista la coppia ed il gruppo e talvolta è previsto l'utilizzo di un

oggetto intermediario (palla, cerchio, corda…).

(Bibliografia: G.Pesci, "Percorso clinico", Ed. Isfar, Firenze, 2004)

• INTER ART L'inter Art è un metodo finalizzato all'utilizzo dell'arte come interazione per incoraggiare

l'equilibrio della personalità, sviluppando così la propria creatività.

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E' un metodo legato alla respirazione ed alla presa di coscienza del sé corporeo attraverso la

respirazione.

Sarà inoltre necessaria una prevenzione indirizzata ad aiutare i soggetto a sviluppare uno sviluppo

motorio armonioso, capace di coordinare gesti e movimenti, sapersi situare nello spazio e nel

tempo; funzioni queste che possono essere soddisfatte con i metodi Prismograph, Bon Gest ed

Edumovement. Tali funzioni sono necessarie affinchè il soggetto riesca a vivere esperienze

finalizzate a sviluppare la creatività connesse alla danza, al movimento, alla musica, alla pittura,

all'uso della creta.

L'Inter Art offre istanze sollecitatorie idonee ad uscire dal guscio e trasformare le sensazioni ed i

vissuti emotivi in movimenti, espressioni, disegni..

L'ausilio dell'Inter Art offre alla persona l'occasione di vivere processi di individuazione del sé, da

cui dipende l'effetto organizzatore base del riequilibrio della personalità.

I soggetti sono invitati ad osservare dentro e fuori se stessi, a sentire emotivamente ed a offrire

rappresentazioni di sé e delle diverse letture della realtà circostante, a comunicare con il reale ed

apprenderne ogni traccia per mezzo della musica, della poesia, della danza, del disegno, di modelli

plastici; l'Inter Art offre alla persona la possibilità di proiettare all'esterno se stessa e quindi la sua

carica emotivo-affettiva aiutando così la persona a liberarsi da ogni tensionalità che la frena o la

inibisce.

(Bibliografia: G.Pesci, "Percorso clinico", Ed. Isfar, Firenze, 2004; A.Pesci, dispensa "Inter Art", Ed. Isfar Firenze)

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Abete InterArt.wmv

Albero InterArt.wmv

Cerchio

InterArt.wmv

• PSICOCIBERNETICA L'educazione PsicoCibernetica basa i suoi principi sulla telologia, ossia sul comportamento tendente

a raggiungere un determinato scopo. Con questa tecnica si aiuta il soggetto a costruire una migliore

immagine dell'Io, arricchire il ritratto mentale di se stessa e ricreare un equilibrio psico-emozionale-

affettivo. Per raggiungere un'immagine positiva dell'io ed una nuova fiducia vengono utilizzate frasi

descrittive che sono di rinforzo e capaci di indirizzare verso il successo.

Questo orientamento per una diversa immagine dell'Io deve avvenire per mezzo di affermazioni che

testimoniano il coraggio, la volontà, la stima, la fiducia in sé stesso, matrici di una nuova sicurezza

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e di diversa determinazione. Alle affermazioni-dichiarazioni di sé (es.: io sono capace di superare

ogni ostacolo) che hanno l'opportunità di lasciare impressione nell'individuo in ragione del fatto che

il SNC non può stabilire la differenza fra un'esperienza realizzata realmente ed una immaginata

intensamente, è stato aggiunto un supporto espressivo cinestetico e tonematico. Tali sollecitazioni

immaginativo fantasmatiche, si fondano sul presupposto secondo cui l'inconscio non sa distinguere

tra realtà e fantasia. Le frasi sono strutturate tenendo conto del valore espressivo dei simboli; le

proposizioni sono divenute per es.: "io raggiungerò la cima della montagna" oppure "sono forte

come la quercia".

Le proposizioni vengono pronunciate con tonalità diverse ed accompagnate da una scansione

ritmica.

Le risorse di questa tecnica sono dunque i simboli in ancoraggio affermativo, il ritmo, la tonematica

ed il dinamismo respiratorio.

(Bibliografia: G.Pesci, "Percorso clinico", Ed. Isfar, Firenze, 2004; G. Pesci, S. De Alberti "Educromo", Ed. Isfar

Firenze)

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Cibernetica.wmv

• PSICOFIABE Le Psicofiabe si propongono come una tecnica che, utilizzando la fiaba come oggetto intermediario,

stimola la persona e la spinge ad affrontare e vincere le proprie insufficienze ed i propri disturbi sia

a livello personale che sociale.

Le Psicofiabe tendono a suggerire che per arrivare ad un obiettivo occorre fare qualcosa di positivo

e di costruttivo; permettono al soggetto di avere una presa di coscienza del proprio potere di

dominare e di concludere felicemente ciò che sente dentro. Il protagonista delle Psicofiabe

suggerisce come sia possibile affacciarsi al mondo senza sperimentare la paura di perdersi, come

affrontare la vita di tutti i giorni contando sulle proprie forze per cavarsela nei migliori dei modi.

(Bibliografia: G.Pesci, "Percorso clinico", Ed. Isfar, Firenze, 2004)

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• MUSICOPEDAGOGIA E' un metodo che offre un'opportunità esperenziale idonea al potenziamento delle capacità

comunicative ed interazionali; è una modalità di approccio sensoriale-percettivo che utilizza

l'elemento sonoro, ritmico, spazio-temporale, vibratorio per intervenire in aiuto alla persona; una

comunicazione non verbale che assicura uno scambio dialettico capace di garantire ampi risvegli e

nuove potenzialità.

Nella prassi d’intervento musicopedagogico, di fatto, non viene posto alcun accento in merito alle

abilità esecutive musicali o all’acquisizione delle stesse; le proposte musicopedagogiche, quindi,

non perseguono un’attenzione ad obiettivi specifici connotati in senso curricolare, con il rischio di

porre in secondo piano la persona nella sua percezione globale; la musicopedagogia cerca piuttosto

di tenere viva la propria attenzione sulla consapevolezza dell’agire nel “qui ed ora”, la dimensione

dell’esserci attraverso attività, esperienze sonoro musicali e modalità espressive. Questo determina

l’impossibilità di insuccessi, fallimenti, errori e percezioni di inadeguatezza; in senso

complementare ciò evidenzia un ambiente espressivo, educativo e relazionale in cui la persona trova

i mezzi, i modi ed il contesto per attuare positivamente le proprie esperienze creative ed espressive,

confrontandosi con proposte che non mettono in difficoltà, ma anzi, consentono una valorizzazione

delle risorse di ognuno.

Mentre in musicoterapia l’uso del suono e della musica è finalizzato ad un intervento curativo, ad

affrontare specifiche problematiche e disagi inerenti situazioni che derivano da patologie specifiche

o come conseguenza di eventi traumatici (terapia che opera nel passato del paziente), la

musicopedagogia pone l’attenzione sull’hic et nuc.

La Musicopedagogia può prevedere l'utilizzo diretto di strumenti musicali ed in questo caso viene

favorita un'esperienza di liberazione dalle inibizioni permettendo di vincere stati ansiogeni e di

avvicinarsi all'altro.

La Musicopedagogia può inoltre prevedere l'ascolto di musica favorendo il contatto con il mondo

emotivo – affettivo, attenuando l’aggressività e favorendo il ripristino di equilibri tonico-muscolari.

(Bibliografia: G.Pesci, "Percorso clinico", Ed. Isfar, Firenze, 2004; M. Carboni, “Musicopedagogia”, Ed. )

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GRUPPO Musicopedagogia.wm

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• DISEGNO ONIRICO

Il disegno onirico è un’elaborazione messa a punto partendo dal disegno automatico (questa

modalità di disegno è nata nell’atelier Breton di Buenos Aires). L’automatismo è un modo di

ispirazione per il disegno, la pittura, la scultura che muove dal nostro mondo interiore.

Si può trovare un antecedente del disegno onirico nell’immaginazione attiva di Jung;

l’immaginazione attiva mette in contatto con le immagini nate dai miti, dalle fiabe, dalle leggende,

dai sogni; è un modo per ritrovare le immagini interiori e l’origine simbolica del linguaggio, è un

mezzo quindi che trascende la limitazione delle parole e che esprime un linguaggio profondo

(conflitti e risorse).

Il disegno onirico è una tecnica proiettiva di contenuti ed espressioni profonde.

Nel disegno onirico gli automatismi (ossia la semplice messa in atto dei riflessi proiettivi) sono fatti

scattare da stimoli adeguati – la CONSEGNA e la MUSICA - che ne favoriscono la proiezione; così

una semplice consegna mette in atto un processo profondo che si manifesta attraverso immagini

simboliche; in altre parole, attraverso linee, colori e forme i tratti grafici sono messi nello spazio,

rappresentato dalla carta, in modo automatico, involontario, riportando così alla luce alcune zone

del nostro mondo interiore con gli stessi meccanismi che producono i sogni.

In questa tecnica l’utilizzo della musica favorisce il contatto con la propria interiorità e l’esternarsi

di vissuti interiori.

Al termine del disegno si possono fare delle associazioni e riflessioni oppure si può far scrivere una

storia nella quale partecipano le forme riconosciute nel disegno.

(Bibliografia: A. Bermolen, M.G. Dal Porto, L. Moretto ”Verso una pedagogia olistica”, Ed.Bulzoni, Roma, 1993)

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Disegno Onirico.wmv

• PSICODRAMMA Lo psicodramma pedagogico è una tecnica drammatica adoperata come mezzo di insegnamento-

apprendimento attraverso l’esplorazione, l’elaborazione. Viene stimolato il pensiero convergente

(emisfero sinistro) e quello divergente (emisfero destro) creando uno spazio per la fantasia e

l’intuizione.

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Il pensiero divergente aiuta nelle situazioni di apprendimento che richiedono di generare varie

soluzioni, ugualmente accettabili, mettendo l’enfasi nella quantità, varietà ed originalità delle

risposte.

Il pensiero convergente si distingue per la sua capacità di aderire ad una risposta convenzionale che

si può ottenere con chiarezza dalle informazioni disponibili.

Il pensiero unitivo, sintesi di entrambi, mette in contatto con le potenzialità dell’allievo ed il suo

intelletto.

A differenza dello psicodramma terapeutico, in cui la persona è coinvolta nella sua totalità, in

quello pedagogico il soggetto è coinvolto solo nel ruolo di allievo; la problematica personale è

esclusa.

Si possono drammatizzare degli argomenti di scienze, di storia, di geografia, italiano..

Con lo psicodramma pedagogico l’apprendimento avviene con l’integrazione dei due emisferi , la

conoscenza ha un senso profondamente dinamico e vivo, l’allievo, in genere, si sente più stimolato

a continuare nella strada dell’apprendimento.

(Bibliografia: A. Bermolen, M.G. Dal Porto, L. Moretto ”Verso una pedagogia olistica”, Ed.Bulzoni, Roma, 1993)

• BURATTINI I burattini creano un ambiente magico di grande tensione emotiva. La persona si identifica in modo

specifico con i personaggi dei burattini e con le azioni che essi rappresentano. A questa

identificazione si aggiunge la proiezione. Ognuno proietta i propri sentimenti, desideri, frustrazioni.

Nello psicodramma si può utilizzare il burattino come oggetto intermediario, in grado di creare

legami che consentono al soggetto di entrare in relazione con gli altri, senza originare ansia

eccessiva; il burattino, in quanto tale, viene ad essere un oggetto inoffensivo per il soggetto ed

attraverso il burattino è possibile ottenere risposte che non sarebbe possibile ottenere qualora la

fonte fosse un essere umano.

Inoltre i burattini possono essere adoperati con la finalità di migliorare le competenze relazionali:

per esempio l’allievo può interagire con il burattino che rappresenta una persona della quale ha

soggezione; questo lo porta gradatamente attraverso il gioco dei ruoli, a strutturare un rapporto di

disteso.

(Bibliografia: A. Bermolen, M.G. Dal Porto, L. Moretto ”Verso una pedagogia olistica”, Ed.Bulzoni, Roma, 1993).