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Poste Italiane s.p.a. - Sped. Abb. Postale - D.L. 353/2003 L. 27/02/2004-N.46 a.1-c.2-CNS LE Volontari e bailamme AMBIENTE Giù le mani dai volontari PAG. 3 SERVIZIO CIVILE Al via le selezioni PAG. 3 EDITORIALE di Luigi Russo Mensile delle Associazioni di Volontariato Giugno 2009 - Anno IV - n. 33 F inalmente. Siamo usciti dal- la lunghissima e pietosa campagna elettorale delle amministrative, che ha registrato un pareggio tra i due schieramenti, quello del centrosinistra e quello del centrodestra. Nessuno ha vinto, nessuno ha perso. Il paese media- no, potremmo chiamarla così l’Ita- lia. Il paese delle zone grigie. E intanto la crisi mondiale continua; perdono il lavoro in Italia nei primi sei mesi di quest’anno quasi 250.000 lavoratori; continua la precarizzazione spinta dell’occu- pazione e si muore di più sul posto del lavoro; soprattutto cresce il numero dei poveri, e nella fascia di povertà entra prepotentemente la classe media. Il gossip esplode sui media, con tanto di ragazze in cerca di successo e di miliardari disponibi- li, disposte allo scambio corpo- denaro come se la vita fosse “il grande fratello”. E i volontari che cosa c’entrano con queste nuove tendenze del costume, con questo bailamme? Nulla. Mentre l’entro- pia aumenta, mentre aumentano le paure dei diversi e del futuro, men- tre ci si scambiano le poltrone del potere, mentre ci si prende gioco delle istituzioni, mentre ci si lancia fendenti l’uno contro l’altro al solo scopo di far parlare di sé, mentre si erode l’identità del paese e la sua dimensione religiosa-etica, i vo- lontari, quelli veri, continuano a costruire vincoli di solidarietà e di amicizia, a generare reti, a pro- muovere legalità e cultura della responsabilità. Forse sono considerati soltanto dei nostalgici fuori tempo: in real- tà sono i veri costruttori di futuro. Dalla fatica e dal dolore e dall’im- pegno nasce la vita. Dal nulla non nasce niente. La pace è dono. Anzi, è per-dono. Un dono per. Un dono moltiplicato. Un dono di Dio che, quando giunge al destinatario, deve portare anche il con-dono del fratello (Don Tonino Bello) PAROLE CHE CONTANO S e i primi momenti ci si sente estranei e impaccia- ti, bastano poche ore per entrare a far parte di un altro mondo. Immaginate i volti di chi ha perso tutto, gli occhi di chi cerca di conservare la sua dignità mentre aspetta in fila che gli sia data la sua porzione di cibo. Immaginate i volti di persone anziane che cammi- nano mano nella mano, sotto il sole del campo e cerca- no di superare insieme questo momento difficile pur sapendo che fuori da qui forse la loro vita non ci sarà più. Si conoscono nei giorni i loro nomi, le loro abitu- dini e alla fine, i loro occhi si riempiono di lacrime, insieme ai nostri nel momento del saluto. A raccontarvi il campo, saranno le sue persone Elisa e Chiara Nardi. “In questa circostanza tutti si sono curati di tutto, evidenziando problemi e polemiche, purtroppo, sorte in ambiti politici dove non dovevano esservi. Questa volta non parleremo di polemiche, proble- mi e politica, bensì di come i giovani passano le gior- nate in tendopoli. Fin dal primo giorno alcuni ragazzi dai quattor- dici anni in sù sono finiti qui. I primi tempi si aggiravano tra il fango, la polvere e le tende, guardandosi attorno, cercando di capire dove si trovassero e perché. I primi giorni per loro sono stati tutto un fermento; cercarsi e tentare di avere quel minimo di vita sociale adatta alla propria età, tentare di fare qualche attività e non sentirsi impotenti, per non sentire la mancanza degli amici, dei familiari, di casa. Qui, nel campo “Acquasanta”, i giovani ora han- no un punto di riferimento per lo svago: alcuni rie- scono a distrarsi con quel poco che si ha a disposi- zione, altri di loro partecipano a mensa servendo dei pasti nonostante la fatica e il caldo, tutti i giorni, col sorriso sulle labbra. Ci sono piccole tende piene di grandi speranze e la voglia di ricominciare a vivere, sperando di riprendersi il periodo della loro adole- scenza finito troppo presto e tornare a sorridere ancora”. L’Aquila e il campo di Acquasanta raccontati dai volontari Dossier a pagg. 8-9

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Volontariato Salento - mensile delle associazioni di volontariato della provincia di Lecce

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Volontari e bailamme

AMBIENTE

Giù le mani dai volontari

PAG. 3

SERVIZIO CIVILE

Al via le selezioni

PAG. 3

EDITORIALE

di Luigi Russo

Mensile delle Associazioni di Volontariato Giugno 2009 - Anno IV - n. 33

Finalmente. Siamo usciti dal-la lunghissima e pietosacampagna elettorale delle

amministrative, che ha registratoun pareggio tra i due schieramenti,quello del centrosinistra e quellodel centrodestra. Nessuno ha vinto,nessuno ha perso. Il paese media-no, potremmo chiamarla così l’Ita-lia. Il paese delle zone grigie. Eintanto la crisi mondiale continua;perdono il lavoro in Italia nei primisei mesi di quest’anno quasi250.000 lavoratori; continua laprecarizzazione spinta dell’occu-pazione e si muore di più sul postodel lavoro; soprattutto cresce ilnumero dei poveri, e nella fascia dipovertà entra prepotentemente laclasse media.

Il gossip esplode sui media,con tanto di ragazze in cerca disuccesso e di miliardari disponibi-li, disposte allo scambio corpo-denaro come se la vita fosse “ilgrande fratello”. E i volontari checosa c’entrano con queste nuovetendenze del costume, con questobailamme? Nulla. Mentre l’entro-pia aumenta, mentre aumentano lepaure dei diversi e del futuro, men-tre ci si scambiano le poltrone delpotere, mentre ci si prende giocodelle istituzioni, mentre ci si lanciafendenti l’uno contro l’altro al soloscopo di far parlare di sé, mentre sierode l’identità del paese e la suadimensione religiosa-etica, i vo-lontari, quelli veri, continuano acostruire vincoli di solidarietà e diamicizia, a generare reti, a pro-muovere legalità e cultura dellaresponsabilità.

Forse sono considerati soltantodei nostalgici fuori tempo: in real-tà sono i veri costruttori di futuro.Dalla fatica e dal dolore e dall’im-pegno nasce la vita. Dal nulla nonnasce niente.

La pace è dono. Anzi, è per-dono. Un dono per. Un dono moltiplicato.Un dono di Dio che, quando giunge al destinatario,

deve portare anche il con-dono del fratello(Don Tonino Bello)

PAROLE CHE CONTANO

Se i primi momenti ci si sente estranei e impaccia-ti, bastano poche ore per entrare a far parte di unaltro mondo. Immaginate i volti di chi ha perso

tutto, gli occhi di chi cerca di conservare la sua dignitàmentre aspetta in fila che gli sia data la sua porzione dicibo. Immaginate i volti di persone anziane che cammi-nano mano nella mano, sotto il sole del campo e cerca-no di superare insieme questo momento difficile pursapendo che fuori da qui forse la loro vita non ci saràpiù. Si conoscono nei giorni i loro nomi, le loro abitu-dini e alla fine, i loro occhi si riempiono di lacrime,insieme ai nostri nel momento del saluto.

A raccontarvi il campo, saranno le sue personeElisa e Chiara Nardi.

“In questa circostanza tutti si sono curati di tutto,evidenziando problemi e polemiche, purtroppo, sortein ambiti politici dove non dovevano esservi.

Questa volta non parleremo di polemiche, proble-mi e politica, bensì di come i giovani passano le gior-nate in tendopoli.

Fin dal primo giorno alcuni ragazzi dai quattor-dici anni in sù sono finiti qui.

I primi tempi si aggiravano tra il fango, la polveree le tende, guardandosi attorno, cercando di capiredove si trovassero e perché. I primi giorni per loro sonostati tutto un fermento; cercarsi e tentare di avere quelminimo di vita sociale adatta alla propria età, tentaredi fare qualche attività e non sentirsi impotenti, per nonsentire la mancanza degli amici, dei familiari, di casa.

Qui, nel campo “Acquasanta”, i giovani ora han-no un punto di riferimento per lo svago: alcuni rie-scono a distrarsi con quel poco che si ha a disposi-zione, altri di loro partecipano a mensa servendo deipasti nonostante la fatica e il caldo, tutti i giorni, colsorriso sulle labbra. Ci sono piccole tende piene digrandi speranze e la voglia di ricominciare a vivere,sperando di riprendersi il periodo della loro adole-scenza finito troppo presto e tornare a sorridereancora”.

L’Aquila e il campo di Acquasanta raccontati dai volontari

Dossier a pagg. 8-9

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Racale, inaugurato il nuovo sportello del Csv Salento

Continua il processo di radicamento del Centro servizi sul territorio. La nuova sede si aggiunge a quelle

di Lecce in via Sicilia, Maglie, Casarano e Tricase

III Forum provinciale “Il volontariato al centro”

Noi siamo con gli altri...e tu?Concluso con buoni risultati il progetto del CSV Salento

di promozione del volontariato nelle scuole

Le organizzazioni di volon-tariato di Lecce e provinciaparteciperanno al tradizio-

nale appuntamento con il TerzoForum provinciale dal titolo “ilVolontariato al centro”, che que-st'anno si presenta sotto una nuovaveste.

Saranno due infatti le giornatedi festa in piazza dedicate alleOrganizzazioni di Volontariatoche operano sul territorio al servi-zio delle persone, nella difesa del-l’ambiente, nella promozione ediffusione di una cultura del dono,della solidarietà e dei diritti civi-li/sociali.

La prima giornata avrà luogo aTricase in Piazza Pisanelli il 2agosto, la seconda a Lecce in Piaz-za Sant'Oronzo il 10 ottobre.

Le associazioni scenderannoin piazza, si incontreranno e si rac-conteranno alla popolazione, pro-

muovendo le loro attività e racco-gliendo nuove proposte e spunti.

La manifestazione, arricchitadalle tante iniziative e dimostra-zioni organizzate dalle OdV, con-sentirà alle associazioni di incon-trare i cittadini, di consolidaresempre più canali di comunicazio-ne con il territorio e di dare visibi-lità al lavoro costante e prezioso,ma spesso nascosto, di migliaia divolontari che ogni giorno si impe-gnano per la comunità.

“Attraverso queste due giorna-te di festa - sottolinea Luigi Russopresidente del CSV Salento -vogliamo, di concerto con le odvdel territorio, far scendere in piaz-za i valori della solidarietà, dellagratuità e della partecipazione erendere possibile e più semplicel'incontro tra i cittadini e i volon-tari del territorio”.

Le OdV che intendono parteci-

pare dovranno far pervenire al CsvSalento la propria manifestazionedi interesse (scaricabile dal sitowww.csvsalento.it) entro il 30 giu-gno, indicando eventuali dimo-strazioni e/o spettacoli che inten-dono organizzare nell'ambito della

manifestazione. Le adesioni suc-cessive alla data su indicata,dovranno comunque pervenire alCSVS entro il 10 luglio al fine diconsentire una adeguata promo-zione dell'evento.

Valentina Valente

Al via le adesioni per le due giornate di festa nelle piazze di Tricase e Lecce

Il progetto del CSV Salento dipromozione del volontariatonegli istituti scolastici si è con-

cluso lunedì 8 giugno con unincontro finale che ha visto la par-tecipazione di tutti i ragazzi degliistituti aderenti e dei loro docenti.La collaborazione con i docenti haportato alla realizzazione di per-corsi formativi ed informativi chesi sono articolati sia nell’orarioscolastico, sia nei pomeriggi inbase alle esigenze degli istituti, conuna intensa partecipazione. Le dif-ficoltà organizzative sono stateaffrontate con spirito di collabora-zione tra le coordinatrici del proget-to, Fernanda De Marco e MiminaSergi, i professionisti del CSVSalento, i docenti, i presidi, i tecnicispecializzati per il corso di primosoccorso, le associazioni di volonta-riato del territorio, gli studenti.

La proposta progettuale hatenuto conto dei risultati ottenutinello scorso anno scolastico, del-l’esito dei dati delle ricerche svoltedal CSV Salento sul tema “Giovanie Volontariato” e “Dono la solida-rietà in azione”, e del progetto del-l'anno precedente. La formazionemodulare, per un totale di circa 10

ore per ogni singolo istituto, è statasuddivisa per temi: mission dellevarie associazioni, comunicazione,aspetti fiscali e amministrativi,pronto soccorso, prevenzioneincendi, tematiche ambientali.

Dalle attività progettuali èemerso che la maggior parte deigiovani ha un'immagine piuttostovaga del volontariato, non cono-scendo direttamente persone chesvolgono questo tipo di attività, purdichiarando stima per coloro cheinvestono parte del loro temposenza ricevere nulla in cambio.Solo il 19% del campione svolgeattività di volontariato; la maggio-ranza di questi ha ricevuto l’esem-pio dai propri familiari.

Con il coinvolgimento delleassociazioni si è cercato, pertanto,di far conoscere agli studenti ilmondo del volontariato così bello evariegato e le tante mission ed ini-ziative che le associazioni svilup-pano sul territorio. Il risultato fina-le del progetto è stato positivo edancora una volta i dirigenti scola-stici degli istituti coinvolti e glialunni, hanno espresso la volontàdi poter ripetere l’esperienza.

Mimina Sergi

Èstato inaugurato a Ra-cale in via Zara, pressola sede dell'Unione dei

Comuni, il nuovo sportello delCentro servizi volontariatoSalento, che sarà al serviziodelle associazioni del territorioogni giovedì dalle 16.30 alle19.30. Circa quaranta le perso-ne che hanno partecipato, travolontari delle associazioni,assistenti sociali, assessori allepolitiche sociali. Il nuovosportello va ad aggiungersicosì a quelli già attivi a Leccein via Sicilia, a Maglie, Ca-sarano e Tricase, continuandoe rafforzando il processo diradicamento del Centro servizinell'area della provincia diLecce.

L'obiettivo è sempre quellodi andare incontro in modosempre più efficace ai bisognidelle associazioni. “Occorrelavorare in questa direzioneper contribuire alla capacitàdel volontariato di essere dav-vero un'antenna sensibile allenecessità del territorio – ha

affermato Luigi Russo, Presi-dente del Csv Salento. E' pro-prio in questa logica che entrol'estate sarà inaugurata unasede del Centro servizi anche aMartano”. Grande soddisfa-zione per l’apertura dellanuova sede è stata espressaanche da Massimo Basurto,sindaco di Racale. L'attiva-zione di una nuova sede terri-toriale del Csv Salento è parti-ta, infatti, proprio sulla base diuna convenzione sottoscrittatra il Centro servizi ed ilComune di Racale il 28 aprilescorso.

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Giugno 2009 3

“Giù le mani dai volontari!”Cresce l’impegno dei volontari per il Bene Comune. E crescono le intimidazioni nei loro confronti. Il caso depuratori

Servizio Civile Nazionale, bando 2009Aspiranti volontari sulle linee di partenza

Non lo avremmo mai immaginato, pre-sentando nel mese di gennaio 2009 ilprimo dossier del nostro giornale sul

sistema dei depuratori Salentini, che si sarebbescatenata una reazione così forte nell’opinionepubblica e nella politica amministrativa: laprima soddisfatta dell’apporto informativo chesvela i guai in cui versa il sistema delle acquesalentine, alla faccia dello sviluppo turistico edella salvaguardia dell’ambiente; i secondipiuttosto collocati su posizioni difensive,preoccupati di non dare immagini negative delloro territorio e del loro mare (anche se nelmare galleggiano permanentemente schiume ditensioattivi e altro da mesi, anzi da anni).Centinaia di servizi giornalistici, interessamen-to di tutte le forze dell’ordine, decine di ristam-pe del corposo dossier, segnalazioni di testatenazionali. Le associazioni ambientaliste salen-tine hanno così avuto un valido supporto cono-scitivo per le loro campagna di promozione del

volontariato ambientalista, e sono segnalatenumerose nuove adesioni di volontari di tutte leetà alle associazioni.

Certo, e c’era da aspettarselo, anche le inti-midazioni. Ad esempio quella di alcuni ammi-nistratori che hanno cominciato a fare dellequerele per diffamazione nei confronti divolontari che hanno criticato le scelte di scari-care in mare i liquami dei depuratori, notoria-mente inquinanti e comunque generatori auto-matici dei divieti di balneazione! Qualche let-tera anonima, come nelle migliori tradizioni!Pressioni. Altri amministratori fantasiosi, sem-pre sulla scia della intimidazione, hannominacciato i volontari di denuncia per “procu-rato allarme”. Ma non lo sanno questi signoriche non siamo più nell’era dei baroni? Nonhanno capito che i volontari e i cittadini attivisono frutto irreversibile della crescita della cul-tura democratica anche in questo nostroSalento? Nessuno può credere di intimidirepersone che dedicano il loro tempo e il loroimpegno nella costruzione del Bene Comune.Succede per i depuratori, ma succede anchecon i volontari impegnati a Ugento, con donRocca, per abbattere il muro di omertà suldelitto Basile; e succede altrove, ogni giorno.Abbiamo interessato di queste ultime distorsio-ni, che hanno i tratti a volte dell’abuso di pote-re, le autorità politiche regionali e il Prefetto.L’assessore regionale Elena Gentile, compe-tente per il volontariato, ha assicurato il suoimpegno e ha ribadito con forza: “Giù le manidai volontari!!!”.

Il CSV Salento, che non ha alcuna finalitàdi parte o politica, continuerà a fornire aivolontari tutto il supporto conoscitivo per leloro battaglie, andando a definire soprattutto ilquadro sistemico, continuando a solleva il tap-peto. A partire poi dalla conoscenza puntualepossono scaturire le giuste critiche e le propo-ste per il miglioramento delle politiche che toc-cano il Bene Comune: abbiamo cominciato daidepuratori, poi i servizi sociali, poi tratteremola sanità, la disabilità, e così via.

L.R.

Arrivato nel mese di giugno, anche sein ritardo rispetto gli altri anni, innuovo bando per la selezione di

volontari per i progetti di Servizio CivileNazionale che si svolgeranno a partire daottobre 2009 fino alla fine del 2010.

Nonostante le attese, non è un bando alle-gro. La crisi finanziaria che ha travolto l’eco-nomia globale ha fatto sentire i suoi effettinefasti anche in questo ambito, e i posti dis-ponibili, a fronte di una domanda sempre cre-scente, hanno subito un vertiginoso calorispetto alle medie degli anni precedenti.

Non fa eccezione la Puglia che vede ridur-si il suo carnet, dai 1134 posti del 2008 agli857 di questo anno. Il taglio più pesante peròsi avverte nella provincia di Lecce che passadai circa 500 volontari dell'anno scorso ai 250del bando attuale, per effetto dell'introduzio-ne di un meccanismo di ripartizione provin-ciale dei posti totali a bando.

Diminuiscono anche i progetti finanziati,solo 16 in provincia di Lecce. Questo datoperò non è solo un effetto della crisi, maanche di una scelta valutativa che ha inteso

premiare le progettualità in rete, piuttosto chele proposte di singoli enti.

In questo contesto non felice, spicca “Larete del Cuore”, un'iniziativa congiunta ditutti gli enti di Servizio Civile della Puglia,consistita nella rinuncia ad un certo numerodi volontari per ogni progetto al fine di con-sentire, seppur nei pochi posti disponibili, ilfinanziamento di un maggior numero di pro-getti, per una maggiore capillarità nel territo-rio e un maggior ventaglio di opportunità discelta per gli aspiranti volontario.

Il Centro Servizi Volontariato Salento èpresente ai nastri di partenza con il progetto“Azioni Volontarie”, costruito in rete con ilCentro Servizio Volontariato Poiesis diBrindisi, i comuni di Castrignano del Capo,Salice Salentino e San Cesario di Lecce, l’i-stituto di riabilitazione “Provincia dellaNatività BVM” di Gagliano del Capo e leO.d.V.: Nuove Speranze di San Cesario diLecce; A.P.MA.R. e Ala Azzurra di Lecce;A.VO.CA.D di Nardò; Associazione Nazio-nale Vigili del Fuoco in congedo, Asso-ciazione Tommaso Caretto e A.VO.TU.S di

Trepuzzi; Associazione Primavera Onlus diMatino; Casa Famiglia San Francesco diUgento; Centro di Solidarietà Madonna dellaColtura di Parabita; COPPULA TISA di Tri-case; FIDAS coordinamento provinciale diGalatone e LILT coordinamento provincialedi Casarano.

Il totale dei posti a disposizione dislocatinelle diverse sedi è di 55, con 14 posti riser-vati esclusivamente a candidati in possessodel solo titolo di studio di licenza media o ele-mentare e 14 posti riservati a candidati porta-tori di disabilità.

Come da prassi per il Servizio Civile, pos-sono presentare domanda i cittadini italianidai 18 ai 28 anni che non siano gravati dapendenze giudiziarie. Per le modalità di pre-sentazione delle candidature al progettoAzioni Volontarie è possibile riferirsi al por-tale del CSV Salento (www.csvsalento.it) e aidiversi siti degli enti in rete oppure al serviziodi Sportello che sarà attivato contestualmenteall'apertura del bando.

Luca Spagnolo

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Giugno 2009 4ASSOCIAZIONI

Riportare l'uomo al centroper combattere le povertà

Banco delle Opere di Carità: trasformare lo spreco in risorsa

Un’ape laborio-sa e sorridenteè il simbolo

del Banco delle Operedi Carità, associazioneche opera nel sud Ita-lia al sostegno di350mila persone, e lacui filiale pugliese hasede ad Alessano, po-nendosi principalmen-te come ponte tra leaziende del settoreagro-alimentare chehanno problemi distock ed eccedenze e gli enti assisten-ziali che distribuiscono pasti o generialimentari in via continuativa. Nata agennaio di quest’anno dall’evoluzionee l’ampliamento del Banco Alimen-tare, la sua attività si estende all’ap-provvigionamento di farmaci da ban-co, prodotti igienico-sanitari, finoall’inserimento lavorativo e all’assi-stenza legale. “La nostra attività è ini-ziata nel 1993 – ha dichiarato DonLucio Ciardo, presidente del comitatopugliese – e attualmente sono 20milale persone che ricevono aiuto grazieanche alla sensibilità di alcune aziendedel territorio”. Ma come funziona ilmeccanismo di raccolta e distribuzio-ne? Il Banco “recupera” prodotti chenon possono essere commerciati perdifetti estetici di packaging, produzio-ni in eccesso da consumare a brevescadenza, prodotti non venduti giacen-ti nei magazzini, per poi “ridistribuir-li” a comunità per minori e ragazze

madri, anziani, tossicodipendenti, por-tatori di handicap, centri caritativi, diaccoglienza e mense, case famiglia,confraternite, istituti di suore. “Pressoil deposito situato al km. 23,6 dellastatale 275 – ha spiegato Don Lucio –arrivano alimenti provenienti dalcomunitario AGEA e dalle aziendelocali, come Tandoi per la pasta,Divella per i biscotti, Alè Bakery per ilpane, Aldo Reo per il pesce fresco,Martinucci per le torte e i gelati, maanche, più in generale, da catene comeil Discoverde SuperMac. Si può e dideve fare ancora molto, e questa èun’occasione importante per far sape-re alle associazioni del territorio chepossono avvalersi dell’aiuto del Bancoe alle aziende, compresi i coltivatoridiretti, che possono dare aiuto sempli-cemente liberandosi delle eccedenze”.Per informazioni: 333.9017554-335.228673.

Silvana Sarli

E’ attivo ad Alessano il Comitato pugliese, che raccoglie e distribuisce alimenti, farmaci e aiuti a comunità e bisognosi

Modificare radicalmente ilmodo di impostare la vita,nel rispetto di se stessi,

della diversità degli altri, allontanan-do l'arroganza e l'idolatria che portal'uomo di oggi a pensare di poter dis-porre della vita stessa, favorendo leingiustizie e il disagio. Questo unodei principali messaggi emerso dalXII Congresso nazionale dei Gruppidi Volontariato Vincenziano, che si èsvolto a Monopoli dal 26 al 29 mag-gio scorsi. La crisi che stiamo attra-versando è dunque una sfida a cui ilVolontariato, Vincenziano e non èchiamato. L’azione del volontariato, dotato diantenne sensibili, capaci di leggere ilterritorio, cogliere ed anticipare ibisogni, è proprio quella di agire,oggi più che mai, secondo uno spiri-to animato dalla necessità di aiutarechi ha bisogno, di salvare la cultura

del dono e quella della solidarietà.Un volontariato che deve aiutare afar crescere buoni cittadini che sap-piano costruire comunità e coesionesociale. Ma c'è bisogno davvero diuna svolta radicale per affrontareuna realtà inaudita e di proporzionisenza precedenti come quella cheoggi ci troviamo a vivere, come haaffermato Pietro Barcellona,Docente di Filosofia del Dirittoall'Università di Catania, duranteuna tavola rotonda del Congresso.“Il rischio – ha sottolineatoBarcellona - è che il processo di crisisia irreversibile perchè ogni giornoci si trova ad 'uccidere' le personeche dovremmo aiutare come poveree perchè ci stiamo disumanizzando,in un contesto in cui gli uomini con-tano sempre meno, ed il meccanismoattraverso cui si produce la ricchezzatende ad aumentare la povertà”.

230 copertoni di pneumatici, 75batterie, 3 scooter, 1 macchinaschiacciasassi. Non siamo in

un’officina, ma in fondo alle“splendide” acque del mare gallipo-lino. Questo e tanto altro ancora è stato“pescato” dai sub dell’Associazionesportiva dilettantistica “Paolo Pin-to” nel corso di un anno di svolgi-mento del programma di pulizia deifondali marini, da Gallipoli a SantaMaria al Bagno, realizzato con ilsupporto a terra dei “Berretti verdi”,e in collaborazione con il Comunedi Gallipoli per il piano di riqualifi-cazione ambientale dell’area por-tuale jonica.

Il programma, lanciato nel giu-gno del 2008, ha visto all’opera 30sommozzatori volontari in 15 im-mersioni e 5 operazioni di recuperoe ha portato alla raccolta e successi-vo smaltimento di circa 14 tonnella-

te di materiali ad alto impattoambientale, tra i quali, reti, imbal-laggi misti, vetro e legno, materialeferroso (funi d’acciaio, nasse,ecc…). Oltre ai sopraccitati “rifiutimeccanici” sono stati trovati anchetelevisori e cestelli di lavatrice echissà quanto altro.

“L’obiettivo dell’Associazione– ha dichiarato il coordinatore Giu-seppe Sergi -è quello di divulgareuna cultura attenta e oculata del-l’ambiente marino.

Il programma di pulizia saràfermo nei mesi estivi e andrà avantiad oltranza fino al completamentodell’opera di pulizia di circa 20milametri quadri di specchio acqueo delporto turistico di Gallipoli. Ab-biamo presentato un progetto, incollaborazione con il CSVS, per l’i-spezione e la pulizia dei fondali finoa Santa Caterina”. Per informazioni: 340/7533741.

Gli “angeli” dei fondali dello Jonio

Volontari clown tra corsie di ospedale

Non riusciamo a spiegarci lamalattia e spesso non ne ca-piamo l’origine. A volte cre-

diamo sia il castigo per un male fatto,anche se non individuiamo quale, unasventura, o l’esito di un malocchio.Ad ogni modo la casella “senso” ri-schia di restare vuota… Queste emo-zioni e dubbi sono gli stessi che tra-smettiamo ai bambini. Per loro l’ospe-dale, la malattia, i medici possonodiventare terribili, esperienze da vive-re in apnea, sperando che tutto passi infretta.

C’è chi, invece, porta un’idea di-versa con il linguaggio dei più picco-li: quello dei giochi, delle storie, deiclown. Nel 1997 l’AssociazioneC.a.sa. (Comunità animatori salesiani)di Lecce raccoglie la proposta dell’at-tuale cappellano dell'Ospedale “VitoFazzi” di Lecce, don Gianni Mattia, difare volontariato per i piccoli degentidel reparto di Pediatria. Il “sì” ha datovita al progetto Clown’s day”, un’atti-vità di volontariato che da 12 anniininterrottamente è a servizio deibambini ricoverati e della loro umani-tà: nella ludoteca per due pomeriggi asettimana burattini, laboratori, gag diclown aiutano i bambini non solo aritrovare il buonumore ma a guardarecon fiducia alla vita. Il clown, in par-ticolare, non è il buffone, il pagliac-cio: rappresenta la metafora dell'uomoche vive limiti personali, difficoltà escontri con la realtà, con l'atteggia-

mento umile della creatura che non simaschera, ma che esprime i vissuti,anche quelli dolorosi della malattia,nella disponibilità al cambiamento,con la gioia della gratitudine e nellacondivisione fraterna.

Il giorno del clown vuole essereun giorno di festa in cui stare insieme,provandosi in esperienze nuove, dia-logando ed esprimendo la sofferenza eguardando alla degenza con serenità eapertura alle proposte educative. Daun piccolo seme, tanti frutti nel tempoe nello spazio. Nel 1999 la sede diSanteramo in Colle (BA) dell’As-sociazione C.A.Sa. ha promosso ilprogetto presso gli ospedali di Gioiadel Colle e di Acquaviva delle Fonti.Il progetto ha offerto opportunità didono di sé a sempre più persone. Nel2006 la collaborazione con il sindaca-to studentesco universitario dell’UDUfa partire il primo laboratorio “Nasorosso in corsia” per formare studentiuniversitari al servizio in ospedale. Daquest’anno, infine, il “Clown’s day”opera anche negli ospedali di Co-pertino e Galatina. Nello spirito digratuità che caratterizza l’Associa-zione ha formato per quattro mesioltre 150 adolescenti delle scuolesuperiori di cui, ad oggi, circa 50 con-tinuano con entusiasmo per mettere inpratica ciò che hanno appreso e dona-re il proprio tempo.

Associazione C.a.sa.Comunità animatori salesiani

L'esperienza dell'associazione C.a.sa. di Lecce, dadodici anni al servizio dei bambini ricoverati. Coinvoltianche universitari e studenti delle scuole superiori

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Giugno 2009 5ATTUALITÀ

Carceri: è sciopero della fame

Nell’immaginario collettivo si vorrebbel’ex Ministro della Giustizia ClementeMastella a spasso per le carceri d’Italia

come un gladiatore dell’antica Roma in un’arenastracolma di leoni affamati da mesi. E’ quello cheaccadrebbe in Puglia, dove la popolazione carce-raria (oltre 4000 detenuti nel territorio regionale afronte dei 3600 ante indulto) si prepara ad unadelle estati più “calde”. Tubercolosi, Aids emalattie veneree sono pericoli costanti e la UILPA Penitenziari insiste sulla totale assenza diqualsiasi protocollo di profilassi a tutela dellapubblica incolumità di operatori e detenuti. Perquesto il sindacato della polizia penitenziaria(Sappe) ha indetto lo sciopero della fame del per-sonale addetto, seguito dallo sciopero bianco(l’applicazione rigida del protocollo carcerarioche inasprirebbe la situazione già sull’orlo delcollasso). I “secondini” scontano due anni di car-cere duro, iniziati con la “condanna” all’indultonel 2006 e seguita con il disinteresse dell’attualegoverno. “Negli ultimi anni la legge ex Cirielli haaccentuato il problema della recidiva colpendo i

più disgraziati che, usciti dal carcere, non vedonovia d’uscita e ricadono nel circuito microcrimina-le; la legge Fini-Giovanardi, poi, ha indifferenzia-to uso e spaccio di droghe leggere o pesanti, pre-vedendo da 6 a 20 anni di reclusione” spiega DonRaffaele Bruno, il cappellano del carcere BorgoSan Nicola di Lecce. “Se a questo si aggiunge ilreato di clandestinità, di fatto si sta criminaliz-zando il disagio sociale”. Don Raffaele, inoltre,spiega come il sovraffollamento è conseguenza diuna politica in cui sicurezza coincide con iniezio-ne di paura. Anziché spendersi in serie politichedi welfare si fantasticano carceri galleggianti el’area penale assorbe povertà e malesseri di unasocietà incapace di integrarsi. Non si spiega, in-fatti, come al decrescere dei reati, le paure cre-scano, anziché diminuire. Esse sono, nella mag-gior parte dei casi, indotte da scelte politiche cheintroducono sempre più ospiti in galera riducendosolo il personale (a Lecce su 1200 detenuti glieducatori sono 7) e le risorse finanziarie. Il sinda-cato chiede al Ministro Alfano urgenti provvedi-menti in merito al sovraffollamento delle carceri,

alla carenza di personale che costringe gli opera-tori a turni massacranti, al costante pericolo a cuisono sottoposti durante il lavoro, al deficit strut-turale di luoghi in cui manca persino l’acqua, alcattivo impiego delle risorse umane. Perché biso-gna riconoscere che di personale “a spasso” cen’è, eccome. A Lecce, come emerge dall’inchie-sta di Striscia la notizia, il carcere minorile, chiu-so per ristrutturazione dal 2007, vede ogni matti-na il personale addetto (polizia e impiegati)“spendersi” nell’unico compito di timbrare uncartellino. Il carcere, infatti, non ha detenuti, masolo addetti ai lavori. La senatrice dei RadicaliDonatella Poretti, segretaria della commissioneIgiene e Sanità, ha prodotto un’interrogazioneparlamentare per chiedere un piano carceri urgen-te che non ricada ancora una volta sulle cassedegli italiani per i quali l’unica cosa che non si“arresta” è lo spreco.

Pina Melcarne

Concepita e ideata dalle associazioni di volonta-riato e di cooperazione internazionale, BancaEtica è la prima istituzione economico etica

del nostro paese. Il manifesto della banca sottolineacome sia importante mettere in luce gli aspetti chefungono da legante per questa comunità e le modalitàcon cui si muovono: la trasparenza, la definizionechiara degli interessi in gioco e “la reale disponibilitàa rimetterli in discussione in funzione di una più altae condivisa finalità o interesse, in rispetto delle pariopportunità, la soluzione dei conflitti attraverso i dia-logo e il confronto continui”. Parlare di banche inquesto particolare momento storico economico, non èsemplice, considerate tutte le difficoltà che esse stan-no vivendo ma soprattutto stanno facendo vivere allamaggior parte dei loro clienti.

E mentre gli istituti finanziari vivono questomomento di crisi, la banca etica non conosce il cre-dit crunch ma il bilancio è attivo e aumenta il volu-me dei finanziamenti concessi. Il dato sull’utile sicu-ramente è in calo ma il risultato può considerarsipositivo se si tiene presente il resto della crisi. Bancaetica, pur lavorando e manovrando con il denaro , sidifferenzia da questo mondo dell’alta finanza. Leprime esperienze italiane in questo settore sono statealcune cooperative Mutue per l’autogestione e i loroobiettivi erano non solo quelli di creare un sistema diraccolta e impiego del risparmio privilegiando lefasce deboli, ma nello stesso tempo finanziare esostenere progetti con finalità socialmente utili.Anche se per questioni legate a modifiche legislati-ve, le Mag hanno dovuto cambiare alcuni aspetti, nelcorso del tempo, aggregando anche la cooperazionesociale, il volontariato e l’associazionismo, hannodato vita all’istituto economico etico.

L’aspetto principale che distingue Banca Eticadalle normali banche, è il concetto stesso di denaro,che per la prima ha la funzione di mezzo mentre per

le seconde di fine. Essa infatti basa la sua operativi-tà sull’attenzione ai diversi attori del sociale con-frontandosi continuamente con i suoi shakeholderma anche con enti, associazioni e cittadini. Il denarodiventa infatti strumento per il cambiamento sociale.

Laura Mangialardo

La difficile situazione delle carceri italiane tra sovraffolamento, problemi sanitari, carenza di personale e di risorse

Banca etica, investire in buone azioniHa compiuto dieci anni la banca che investe

in denaro ma anche in azioni differenti dalle altre

Assemblea nazionale di CSV NetApprovato il bilancio consuntivo, integrato quello di previsione 2009

adottate le Linee Guida sulla programmazione

Si è svolta a Roma il 23 maggio scorso l’as-semblea nazionale dei soci di CSVnet. Ilavori assembleari hanno visto l’approva-

zione d’importanti documenti che interesserannola vita del Coordinamento Nazionale e di tutti iCsv italiani. Il dibattito partecipato ha consentitol’approvazione del bilancio consuntivo e della re-lazione concernente le attività 2008, l’approvazio-ne di modifiche al Regolamento di CSVnet, l’in-tegrazione al Programma 2009 ed al bilancio pre-ventivo 2009 in relazione all’obiettivo EmergenzaAbruzzo ed in particolare sono state approvate le“Linee Guida sulla Programmazione dei Centri diServizio per il Volontariato”.

Tutto questo lavoro consentirà di avere chiarigli scenari, le priorità e gli obiettivi su cui lavora-re per i prossimi anni nonostante le problematicherelative alla crisi economica. Dai documentiapprovati si evince il forte impegno assunto daiCSV nel rafforzare la propria missione e identitàdi soggetti governati dal volontariato e a sua dis-posizione come strumenti di sostegno, qualifica-zione e promozione. Ciò sarà reso possibile indi-

viduando delle priorità d’azione, come il rafforza-mento della trasparenza e della qualità dei CSV, lapromozione e il sostegno allo sviluppo e all’auto-nomia del volontariato, la raccolta, la valorizza-zione e la diffusione delle buone pratiche relativeai servizi offerti dai centri e la promozione e dif-fusione delle esperienze di progettazione sociale.

Le “Linee Guida sulla Programmazione deiCentri di Servizio per il Volontariato” rappresen-tano uno strumento finalizzato a permettere l’in-troduzione e l’implementazione di una cultura e diuna logica di programmazione all’interno deiCSV. Esse concorrono a migliorare l’efficacia el’efficienza delle attività dei Centri e a mettere adisposizione degli stessi strumenti mirati a facili-tare il perseguimento delle loro finalità istitutive edella loro missione. L’auspicio è dunque di favo-rire un utilizzo delle linee guida il più possibileampio e diffuso, le modalità di applicazione dellostrumento sono state pensate in modo tale da esse-re compatibili con una serie di esigenze e possibi-lità di gestione differenziate.

Luigi Conte

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Giugno 2009 6GIOVANI

Comunità giovanili: un disegno di legge per riconoscerle e sostenerle

“Le cose non vanno? Tocca a noi, cambiamole ora!”

Da MTV Italia un progetto per dar vita a proposte di legge realizzate dai gio-vani. Scuola e università il settore su cui è più urgente intervenire

Molti adolescenti dioggi sono stati accu-diti da nonni che si

sono trovati a fare i vice-geni-tori. I vecchi genitori di mam-ma e papà hanno portato regali,offerto ospitalità, garantitoassistenza ai nipotini ammalati.Ed è proprio per questa presen-za assidua e sicura, che ora iragazzi continuano a conside-rare i loro vecchi come impor-tanti punti di riferimento. Licercano soprattutto quandosono in lotta con mamma epapà sperando di trovarli allea-ti nell’ottenere un permessonegato. Li visitano quandohanno voglia di mangiare qual-cosa di buono. Li seduconoquando hanno bisogno di soldiper potersi permettere di esau-dire un desiderio. In loro iragazzi trovano un punto diriferimento nel momento delbisogno. Una ragazzina inpreda a lacrime inarrestabiliper la sua prima delusione d’a-more, corre a rifugiarsi tra lebraccia di una nonna che èmaggiormente disponibile adascoltarla. Mentre un ragazzinotroverà il modo di farsi accom-pagnare al primo concerto chesi terrà nella città vicina da unassordato nonno che sghignaz-za felice tornando indietro neltempo.

Un/a nonno/a per amico/a è

quindi la prima grande figuradi “volontario”, una granderisorsa nell’adolescenza deifigli. Ed è la distanza genera-zionale, oltre che la diversaqualità dell’amore che leganonni e nipoti, che permette ditenere aperto tra vecchi e gio-vani un dialogo alle volteimpossibile tra genitori e figli.Nello spazio che li separa cistanno minori aspettative, pre-tese, paure e più disponibilitàdi tempo, di esperienza e disperanza. Questo amore solida-le sarà poi restituito ai vecchidi casa da nipoti divenuti ado-lescenti maturi che saprannoandare a trovare una nonnarimasta da poco vedova e ralle-grarla con le loro avventure,sapranno tenere compagnia adun nonno ormai in età avanzatache fatica ad uscire di casa.Fino a piangerli nel giornodella morte di un pianto chenon solo renderà esplicito l’a-more che li ha legati ai lorononni, ma che che darà lorol’ultima lezione di vita. Perchècon la loro definitiva scompar-sa i nonni insegnano ai ragazziche la morte esiste, che il dolo-re per le perdite va vissuto per-ché è parte della vita, che l’esi-stenza prevede un capolineagrigio o appagato a seconda dicome si è vissuto.

Luigi Conte

Parte da MTV Italia il progetto"Tocca a Noi - Le Cose NonVanno Cambiamole Ora" che

coinvolge i ragazzi in un’azione didemocrazia diretta senza precedenti.Da sempre MTV si muove per farprendere coscienza ai ragazzi dellarealtà in cui vivono utilizzando unlinguaggio vicino alla loro quotidia-nità. L’iniziativa vuole portare i gio-vani nel complesso processo politicoper essere protagonisti delle scelteche più li riguardano. Il progetto è unesperimento che unisce gli strumenticonsolidati della politica alle tecno-logie contemporanee, portando leidee dei ragazzi direttamente inParlamento. Il progetto, vero eserci-zio di E-Democracy diretta, nascecome risposta alle richieste dei gio-vani emerse durante l'Election Day2008: in quel frangente MTV hachiesto ai giovani di dire cosa non vanella politica per poi creare una pro-posta di legge di iniziativa popolarerealizzata dai ragazzi stessi.

Quattro i macro temi più gettona-ti: accesso alla politica, ambiente,lavoro, scuola e università. Quest'ul-timo, con 109.465 preferenze, circa il37% su un totale di 291.806 risposte,si è rivelato il tema su cui intervenirecon più urgenza; a seguire lavoro

(25%), ambiente (22%) e accessoalla politica (15%). MTV ha poi affi-dato a tre importanti atenei italiani laredazione di tre diverse proposte dilegge: le Università coinvolte sonol’Università degli studi di Cagliari,Facoltà di Giurisprudenza; l’Univer-sità degli studi di Bologna - SPISA -Scuola di Specializzazione in Studisull'amministrazione pubblica, e ilCentro di Ricerca Interuniversitarioper i servizi di pubblica utilitàdell'Università degli studi di MilanoBicocca. Dal 12 giugno 2009 è pos-sibile votare on line la proposta in cuipiù ci si riconosce. Tocca a noi cre-dere in una società aperta, capace diriconoscere le individualità e pro-muovere un'effettiva meritocraziaguardando in faccia quello che nonva e trovando il coraggio di metterloin discussione. Per informazioni,www.mtv.it/toccanoi.

Simona Pappadàe Daniela Natale

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il 15maggio 2009 il Disegno di legge che contiene“norme in materia di riconoscimento e soste-

gno alle comunità giovanili”. Lo scopo è pro-muovere e incentivare la nascita di nuove comu-nità giovanili e consolidare e rafforzare quelleesistenti. Per comunità giovanili si intende “l’as-sociazione di persone di età di norma non supe-riore ai trenta anni e, comunque, non superiore aitrentacinque anni, senza fini di lucro” (art. 2).Non sono considerate comunità giovanili i partitipolitici, i sindacati, le associazioni professionali edi categoria. Fondamentali sono le finalità delleassociazioni come “l’organizzazione della vitaassociativa come esperienza comunitaria, al finedi favorire la maturazione e la consapevolezzadella personalità nel rispetto di sé e degli altri…”,“l’educazione all’impegno sociale e civile, allalegalità…”, “lo svolgimento di attività sportive,ricreative, sociali, didattiche…”, “le attività diinformazione, formazione e promozione delle ini-ziative internazionali, comunitarie e nazionalisulle tematiche giovanili” (art.2).

Il DdL prevede un fondo che finanzi le comu-nità giovanili, un osservatorio, l'istituzione di unregistro. Il fondo è nato per sostenere le iniziativedelle comunità giovanili, ma anche per recupera-re, adattare o restaurare edifici e strutture pubbli-ci e privati utilizzati come sedi delle associazioni.Possono essere finanziati, inoltre, progetti tesi asviluppare reti a carattere regionale e interregio-nale al fine di sviluppare e favorire lo scambio diesperienze e la diffusione delle buone pratiche. Siprevede un badget di 10 milioni di euro per i pros-

simi due anni. L’Osservatorio promuove studi ericerche sulla condizione dei giovani in Italia eall’estero, pubblica un rapporto biennale sull’an-damento delle realtà giovanili e sull’evoluzionedella normativa europea, nazionale e regionale,ma anche un bollettino periodico per far conosce-re le attività delle comunità giovanili al fine divalorizzarne il ruolo di sviluppo e integrazionesociale. Inoltre compito dell'osservatorio è sup-portare progetti sperimentali, scambi di cono-scenze tra comunità italiane e straniere, monitora-re e supervisionare le attività, organizzare unaConferenza nazionale sulla gioventù e periodica-mente relazionare al Dipartimento e al Ministrodella Gioventù sull’attività svolta.

Per poter accedere ai benefici dati dal Fondoe dall’Osservatorio bisogna essere iscritti alRegistro delle comunità giovanili. Si possonoinserire anche associazioni costituite prima diquesto disegno di legge e tutte quelle che preve-dono nel proprio statuto l’impegno a contrastareogni forma di discriminazione o violenza.

S.B.D’A.

Il provvedimento del Consiglio dei Ministri prevede un un Fondo per finanziare queste realtà, un registro ed un osservatorio per promuovere studi e ricerche

Nonni, i primi volontari

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Giugno 2009 7LAVORO / IMMIGRAZIONE

Prassi, esperienze, problematiche – nell'a-rea di Lecce così come a livello naziona-le – per indagare e “sprigionare” il

mondo del lavoro giovanile. E' proprio quantosi è proposto di fare il dossier realizzato dallaCommissione della Provincia di Lecce per l'e-mersione del lavoro non regolare. Una ricercache si propone come un contributo di indirizzoper l’attivazione o il rafforzamento di servizi oprogetti per l’emersione del lavoro dei giovani,con uno sguardo specifico alla realtà salentina,con particolare riferimento agli studenti chelavorano e ai giovani in fase di primo inseri-mento nel mercato. La domanda di fondo del-l'indagine era come i servizi per il lavoro (pub-blici, privati e del terzo settore) possano ope-rare più efficacemente per far sì che i percor-si dei giovani non si traducano in precarietà,dispersione delle competenze, frammentazio-ne dei percorsi di carriera, intrappolamento inlavori di bassa qualità, rapporti di lavoro nonregolari.

In questa logica lo studio ha sviluppatofocus tematici indagando le potenzialità del-l’approccio biografico rispetto all’efficacia dei

servizi per il lavoro, le possibilità di un lavoroflessibile non necessariamente accompagnatoda disagio e precarietà, il rapporto tra forma-zione e lavoro per i giovani studenti-lavoratori,ma anche la costruzione di una rete territorialedi servizi per il lavoro. E ogni focus è statoaffrontato proponendo temi di approfondimen-to, esperienze progettuali, proposte.

Un contributo fondamentale all'emersionedelle dinamiche del lavoro giovanile arrivaanche dall'avvio di un’indagine on line prodot-ta dalla Commissione, rivolta agli utenti delportale lavoro della Provincia di Lecce(www.pugliaimpiego.it), nello specifico stu-denti-lavoratori e giovani in fase di primo inse-rimento lavorativo, con non più di 35 anni dietà. Nel corso di un mese, tra marzo e aprile diquest’anno, hanno risposto ad un questionariostrutturato per aree tematiche ed auto-compila-to online 2386 giovani, di cui il 60% comple-tando l'elenco delle domande. Si fa sentire –questo uno dei risultati che emerge dall'indagi-ne – “una gran voglia di impresa – sottolinea ilsociologo Daniele Morciano, che ha curato ildossier e la ricerca online – presente in circa il

35% dei giovani intervistati. L'ipotesi di fondoè che i rapporti di lavoro precari vengano vis-suti come un modo sostitutivo di godere di unrapporto di autonomia che però, proprio acausa dell'instabilità della situazione contrat-tuale, non riesce a concretizzare l'idea diimpresa. Un dato di fondo che sembra venirfuori è che sono presenti visioni dinamiche dellavoro e capacità progettuali che non sannoperò relazionarsi con il mercato del lavoro ed ilcontesto sociale. “I giovani hanno le idee più omeno chiare – precisa Morciano – ma altri indi-catori sulle capacità necessarie per realizzarlehanno valori bassi, come ad esempio quellirelativi all'abilità nello sfruttare il capitalesociale, utilizzando quindi la rete di conoscen-ze formali ed informali, e nel mettere in campostrategie”.

Sara Mannocci

Effettuare una serie di indaginifocalizzate sui diversi aspettidella condizione migratoria,

sia a livello internazionale chenazionale e locale. Nasce con questiobiettivi “Lookout sull'immigrazio-ne”, osservatorio sul fenomenomigratorio costituito da Eurispes.Una struttura che si propone di pre-stare attenzione a questa realtà e aipossibili interventi e soluzioni e diacquisire una visione di progetto e diprospettiva. L’osservatorio nascedalla valutazione dell’immigrazioneda parte delle istituzioni. “Siamoinsoddisfatti – ha affermato alla pre-sentazione del nuovo organismoGian Maria Fara, presidente diEurispes - per quello che si è prodot-to finora dal punto di vista legislativoe per le analisi e la produzione di datisu un fenomeno che a nostro parere èancora largamente sottovalutatoalmeno in termini numerici. Abbiamomesso a confronto alcune informazio-ni ed emerge un quadro abbastanzadistante dal quadro che viene rappre-sentato a livello ufficiale”.

Nella prima fase del progetto,dunque l’Osservatorio realizzerà un

monitoraggio sulla situazione nellegrandi aree metropolitane, partendoda Roma, con lo scopo di formularelinee di intervento riguardo all’acco-glienza, l’integrazione e il migliora-mento delle condizioni di vita,garantendo il rispetto dei diritti fon-damentali per i cittadini stranieriresidenti. Il modello di ricerca appli-cato a Roma verrà poi trasferito allealtre realtà metropolitane italiane.

L'Osservatorio vuole così indivi-duare le nuove tendenze e le caratte-ristiche di una presenza straniera daconsiderare oggi parte costitutivadella nuova società italiana. Bastipensare che il nostro Paese ospitauna persona immigrata ogni 11 ita-liani, e che secondo le stimeEurispes gli immigrati attualmenteresidenti, gran parte regolari e unaparte non regolare, superano i 5milioni su 60 milioni di abitanti.Quasi il 9% della popolazione dun-que è composta da immigrati, undato che eccede di poco la mediaeuropea. Una crescita che si è pro-dotta in un arco temporale brevissi-mo e ha avuto un'impennata negliultimi 5 anni.

Offrire alle persone straniereinformazioni rispetto all'ac-cesso alle cure e ai servizi

sanitari così come alle strategie diprevenzione, a prescindere dallaregolarità o meno della presenzadella singola persona sul territorio.Questo l'obiettivo di fondo su cuilavora l'Ufficio relazioni con il pub-blico dell'Asl di Lecce, in linea conl'Assessorato alle Politiche dellasalute della Regione Puglia, che haribadito l'assoluto divieto di segnala-zione dell'accesso alle strutture sani-tarie da parte degli stranieri nonregolari. In questa logica che l'Urpdell'Asl, in collaborazione con ilServizio immigrazioni Salento dellaProvincia di Lecce, ha organizzatoper il 25 giugno un incontro rivoltoalle comunità straniere sul territorio,ribadendo che “il campo della salutenon attiene a quello della legalità, dicui si occupano altri enti – sottolineaSonia Giausa, Responsabile dell'Urp-. Noi qui non entriamo nel meritodella condizione di regolarità o menodi una persona, ma svolgiamo le fun-zioni che ci sono proprie garantendoquindi l'informazione, la tutela, l'ac-

coglienza di chi si presenta, la parte-cipazione”.

Accanto all'informazione sui ser-vizi e sulle procedure per l'accesso –come quella per ottenere la certifica-zione di “straniero temporaneamentepresente” - c'è l'aspetto fondamenta-le della prevenzione, per quel cheriguarda le vaccinazioni, e in genera-le i comportamenti da adottare pertutelare la propria salute. “Penso adesempio all'aumento della diffusionedella tubercolosi – aggiunge Giausa– a tutto quello che riguarda l'igiene,le modalità di trasmissione delvirus”.

Il Distretto di Lecce registra unnotevole accesso delle personeimmigrate ai servizi, segno di un rap-porto di fiducia con la struttura cui sirivolgono che, nella percezione deglioperatori, non risulta incrinato daltimore di segnalazione di situazionidi irregolarità. Ma il bisogno diinformazione rimane presente, e peraffrontarlo sarà fondamentale la rile-vazione delle principali necessità suquesto fronte avviata mediante unquestionario tra i presenti all'incon-tro del 25 giugno.

Lavoro giovanile: voglia di impresa Prime conclusioni di un'indagine realizzata dalla Commissione della Provincia

di Lecce per il lavoro regolare su oltre duemila utenti di pugliaimpiego.it

Eurispes lancia un osservatorio sul fenomeno migratorio

“Lookout sull'immigrazione”è il nome della nuova strutturache avvierà il lavoro con un monitoraggio sulla realtà dellearee metropolitane

Immigrazione e accesso ai servizi sanitari per tutti

La tutela della salute non coinvolge le questioni della rego-larità. Il bisogno di informazione e prevenzione gli aspettisu cui insistere

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Giugno 2009 8DOSSIER

L’Aquila e il campo di Acquasanta raccontati dai volontari

Ricostruire senza errori

Tendopoli come caserme

C.M. medico: “Ho già vissuto esperienze anche nel terremoto in Umbria, e possodire con cognizione di causa che gli abitanti delle tendopoli sono svantaggiati, indifficoltà nel dover dividere gli spazi con tante altre persone, e per la situazioneclimatica che in Abruzzo non è semplice, di cui risentano sia dal punto di vistafisico che da quello psicologico. A questo si aggiunga lo scenario da regime nelquale sembra di vivere. La gente è costretta a svegliarsi, a mangiare, a dormirecome e quando gli viene imposto. Sem-bra di stare in prigione, tutto è sottocontrollo e bisogna obbedire. Ma la sa-lute fisica e psichica della popolazionerisente non solo dello shock e dei pro-blemi conseguenti al sisma, bensì anchedel contorno. Vivere secondo regole ri-gide, nel disagio, nella promiscuità chela vita nei campi comporta, e senzaalcuno svago è per loro un problemamolto grave”. Anche se in qualchemodo le poche associazioni e il CentroServizi che lavorano all’interno delcampo cercano di creare momenti dicondivisione e di svago, tutto deve esse-re supervisionato da capicampo e anchel’accesso di associazioni riconosciute,non è semplice anzi quasi impossibile.

Il CSV.Net, Coordinamento Nazionale dei Centri diServizio, in collaborazione con molti CSV locali,

sta realizzando un progetto di sviluppo del volontaria-to nelle zone colpite dal terremoto. Il CSV Salento hadato la sua adesione e due operatrici, Maria GraziaTaliani e Laura Mangialardo, hanno vissuto per una

settimana nel campo di Acquasanta.In questo dossier raccontiamo

attraverso i loro occhi, quello che hanno visto.

All’interno del campo Acquasanta ci sono circa 500 persone, di cui unapiccola parte di bambini e anziani. Qui, l’architetto De Masi lavora co-me volontario ormai da quando si è verificata la grande scossa.

L’architetto descrive quello che sta accadendo in questa seconda fase post sismaa L’Aquila, parla delle rilevazioni degli immobili gestite dalla Protezione Civi-le, anzi, “a dire il vero, la Protezione Civile gestisce tutto. Le strutture sono sud-divise in diversi classificazioni a seconda del grado di lesioni derivate dalsisma: dalla classe A, cioè gli edifici che non hanno subito danni importanti siarriva fino alla classi E-F cioè quelle inagibili”. Si sofferma sulla descrizionedelle case che verranno costruite in 20 aree già individuate: sopra a cubi chefungeranno da garage, saranno poste lastre e sopra di esse le case antisismichesu tre piani. Tutte le costruzioni saranno uguali “in questo modo si possono con-centrare più abitazioni in uno spazio relativamente limitato, pur non superandoi tre piani. Può sorgere il dubbio che tecnicamente si crei un meccanismo sba-gliato, cioè, in caso di terremoto, la piastra potrebbe muoversi in una direzioneopposta rispetto alle case soprastanti creando un disastro enorme”. “Cer-tamente, sostiene De Masi, non ho un parere positivo ma devo anche ammette-re che allo stato attuale delle cose sembra l’unica soluzione possibile. L’idea dipartenza era di una sola new town, e quella sarebbe stata la morte de L’Aquila.Questo progetto ha puntato sul risparmio e non su l’aspetto estetico di questecostruzioni. Saranno come ghetti: la gente sarà sradicata dalla propria vita, dalproprio nucleo”. Parla della costruzione delle case, di quelle che dovrebberoessere provvisorie ma che senz’altro almeno per l’80% resteranno definitive. Ladelibera comunale n.58 del 25 maggio,che affronta il problema delle nuovecostruzioni, è un accumulo di piccole sottili contraddizioni. Questo provvedi-mento lascia spazio a chi ha subito il danneggiamento della propria abitazione,di costruirne una provvisoria della durata di 36 mesi “laddove sia possibile rea-lizzare l’allaccio della rete fognaria esistente” ma la delibera continua recitan-do che “è possibile realizzare lo scarico delle acque reflue con altri dispositiviconformi alla normativa vigente”. E che “i manufatti provvisori potranno esse-re realizzati in deroga al regime vincolistico di natura paesaggistica, ambienta-le compresi quelli ricadenti nelle aree tratturali”. Non solo, a conferma dei timo-ri dell’architetto De Masi, riguardo a questi manufatti, la delibera recita ancora“Per tali manufatti, inoltre, è ammissibile la trasformazione da temporaneo adefinitivo…” giustificando non solo la trasformazione, ma in taluni casi, anchela costruzione in zone vincolate da regime paesaggistico e ambientale con unaforma di abusivismo legalizzato. “Si tratta, secondo De Masi, di forme di popu-lismo dettate da interessi personali che condizionano la giusta regolamentazio-ne delle costruzioni. Ci sono infatti, alcune aree che dovrebbero essere dichia-rate non edificabili e pericolose da un punto di vista idrogeologico”. Dunque,oltre all’obbrobrio delle casette ghettizzate ci sarà anche questo problema e siaggiunga ancora quello della ricostruzione. Spiega infatti ” Se i soldi vengonodati solo alle prime case, la ricostruzione non sarà fattibile poiché il centro dellacittà è per la maggior parte costituito da seconde case”. La conversazione siavvia verso la scelta di utilizzare le tende e non i container. “Credo che dietroalcune scelte ci sia un piano ben preciso. La gente sta nelle tende, perché poi unsalvatore la libererà da questo disagio. Sarà un’operazione trionfale, se riuscirà.Credo sia una manovra di propaganda. E a questo punto preferirei per la miacittà e la mia gente, che questa operazione funzionasse per ridare un tetto a chil’ha perso”. Ma, come confermato da un medico del campo, al quale è statoimpedito per ragioni sconosciute, di rilasciare interviste, la scelta della tendarisulta sbagliata.

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Giugno 2009 9DOSSIER

A cura di Laura Mangialardo

Intervista a Concetta Trecco, direttore del Centro Servizi Volontariato dell'Aquila

Bisogni differentiEnzo Morricone, della Comunità 24 luglio, racconta il caso delle persone conproblemi psichici che dopo il terremoto sono state dimesse dal Centro di SaluteMentale e portate al campo Globo. “Sono tutte persone che noi come associa-zione, seguiamo da anni. Per questa ragione, racconta Morricone, abbiamo otte-nuto una tenda nel campo per poterle seguire”. Intorno alla collocazione di que-sta gente con problemi molto particolari, sono sorte non poche polemiche. “Unain particolare, è stata sulla nostra richiesta di ottenere per loro, una sistemazionealternativa alla tenda”. La risposta è ar-rivata su Il Capoluogo d’Abruzzo, daparte di Vittorio Sconci, direttore deldipartimento di Salute Mentale, il qualeha sostenuto che sarebbe stato megliofarli restare insieme alla popolazionenelle tende.“La vita nella tenda, sostie-ne Morricone, non è una vacanza, è fati-cosa e traumatica. E’ una costrizionedifficile da vivere”. Ora, i pazienti delCentro di Salute Mentale hanno ottenu-to una struttura alternativa e più ade-guata alle loro necessità in una palestradi un altro campo. Ma anche per quantoriguarda il lavoro delle associazioni edegli stessi volontari di Comunità 24 luglio, l’accesso nei campi è quasi proibi-to. “Si parla di sistemi di sicurezza, dice Morricone, tutto ruota intorno al G8 eper questo tutto passa al vaglio della Protezione Civile. Purtroppo le associazio-ni non possono muoversi liberamente all’interno dei campi, neanche quelle aqui-lane, quelle che da anni, come noi lavorano sul territorio. Il disagio è notevole,e ci sembra di essere estranei in casa nostra”. Ma su come si può spiegare unarigidità simile anche con associazioni del territorio, Morricone avanza un’ipote-si: “Tutto si giustifica con il feticcio sicurezza, ma forse è solo un modo per nondisturbare i manovratori. Meno occhi e meno orecchie sono in fondo, meno con-trolli. Quella del G8 sembrava, in primo momento un’idea positiva, in realtà poisi capisce, che non potendo discutere, valutare, vedere con i propri occhi, scam-biarsi le idee tra campi, informare la gente, è solo un modo per tenere a bada lacittà e l’opinione pubblica”.

Il sisma tra le tante cose, ha colpito anche gli uffici del CSV dell’Aquila. Come avete reagito e come vi siete adeguati ad una situazione nuova?Siamo riusciti ad avere una tenda nel campo e considerata la situazione non sipoteva pensare di avere un ufficio tra la gente che non ha una casa, ma era neces-sario condividere gli spazi gli umori e le difficoltà. Il nostro lavoro che normal-mente comporta il rapporto con le associazioni, ha dovuto adeguarsi alle nuoveesigenze, cercando di rispondere allenecessità della popolazione. Da quandosiamo qui, con le nostre tende e il cam-per messo subito a disposizione dal Csvdella Valle D’Aosta, i nostri spazi sonodiventati il punto di ritrovo per la popo-lazione del campo, ma anche un puntodi ascolto e uno sportello informazioni. Quali sono gli umori e le necessità chepercepite dal confronto con la gente econ le associazioni?La necessità primaria è legata ad unritorno alla normalità che purtroppo noncredo arriverà presto. Per quanto riguar-da le associazioni, le problematichesono le stesse e molto spesso sono lega-te alla perdita delle sedi, ma in casi piùgravi anche a quella di membri dell’as-sociazione stessa. Il centro servizi,anche in questa situazione difficile, hacercato di ascoltare le associazioni,incontrandole singolarmente, molte diloro cercano di ricominciare a lavorareripartendo dai campi. Si sono verificatelamentele per quanto riguarda il rappor-to con la Protezione Civile per l’ecces-so di controlli ma ci sono regole darispettare, anche perché nelle situazionidi emergenza non si può improvvisare.Sicuramente, in alcuni campi come que-sto, chi tra le associazioni ha avuto uncontatto diretto con il centro servizi, haottenuto maggiori possibilità di operarenell’interno del campo.Come pensate di muovervi in questaseconda fase post sisma?Il nostro compito è quello di lavorareaffinché ci sia una procedura di ascolto.L’emergenza non è ancora finita, le scosse ci sono e la gente è nelle tende, maanche grazie alla collaborazione con gli altri centri, con lo scambio di idee e ladivisione dei lavori, si cerca di normalizzare almeno alcuni aspetti della quoti-dianità. Ora il problema è capire come superare questo periodo di disagio nelletende. Si dice che ad ottobre avremo le case, ma fino ad allora, semmai sarannopronte, sarà dura. La mancanza di chiarezza rende ancora più complicato il pro-cesso. Il Csvaq, ha adesso il difficile compito di ricostruire i legami sociali e perquesto anche il bando delle idee rivolto alle associazioni avrà come scopo pri-mario il benessere della cittadinanza.

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Giugno 2009 10DISABILITÀ

Grazie all’avviso dell’assessorato alla Soli-darietà della Regione Puglia, relativo alprogramma di attività per la terza an-

nualità del Piano di Azione “Diritti in rete” perl’integrazione sociale dei diversamente abili, èstato finanziato il progetto presentato dall’associa-zione Insieme per i Disabili di Alessano, che pre-vede una serie di interventi di comunicazione esensibilizzazione sui diritti delle persone disabili.

L’associazione Insieme per i Disabili Onlusrilancia quindi con il progetto Hattivazione losportello Informa Handicap di Alessano con lapresenza di quattro nuovi operatori, che continue-ranno il lavoro avviato l’anno scorso dal CentroServizi Volontariato Salento. Secondo un’indagi-ne condotta dal Cadis nel 2006 nell’ambito terri-toriale di Gagliano del Capo emerge forte lanecessità delle famiglie dei disabili di avere infor-mazioni, sostegno e orientamento adeguato ai ser-vizi territoriali ed extraterritoriali, insieme al bi-

sogno di strutture socio educative semiresidenzia-li e riabilitative a carattere residenziale.

L’idea alla base di Hattivazione è quella difornire, tramite un unico front office, orientamen-to personalizzato e informazione, oltre a creare“un luogo” in cui chi vive la disabilità possa con-frontarsi con la comunità locale. Gli operatori perprima cosa ascolteranno chi ha bisogno di infor-mazioni o anche solamente di sfogarsi, risponde-ranno a qualunque richiesta sui diversi temi e aiu-teranno a far vedere riconosciuti i diritti costitu-zionali in campo socio-sanitario, giuridico-legalee lavorativo.

Si offre, infatti, un servizio corretto e puntua-le di informazioni di alta qualità, di consulenzespecializzate sui diritti, sulle opportunità, sulleagevolazioni fiscali, pensionistiche e sanitarie,sulle provvidenze economiche, sui servizi e lestrutture presenti, per consentire alle persone dis-abili e alle loro famiglie di orientarsi in tutti gli

aspetti della vita: famiglia, scuola, sanità, società,lavoro e tempo libero.

Lo sportello InformaHandicap dà inoltre lapossibilità di costruire reti sociali di mutuo-aiutotra i suoi utenti e le loro famiglie in modo da potercreare, insieme agli operatori del terzo settore,reti territoriali finalizzate al miglioramento dellecondizioni di vita. Il progetto mira dunque a ri-durre le situazioni di disagio e di isolamento dellefamiglie, favorendo l’inclusione sociale, ancheper eliminare il gap esistente tra il tessuto impren-ditoriale della zona e i cittadini disabili in mododa rendere più facile il passaggio scuola – forma-zione – lavoro.

Lo sportello, ospitato nella sede del Comunein via Cappuccini n°1, è aperto dal lunedì alvenerdì dalle ore 10.00 alle 13.00 e lunedì e gio-vedì dalle 16.30 alle 18.30. Per ulteriori informa-zioni chiamare il numero 0833-782749.

S.B.D’A.

Con “Hattivazione” consulenze specializzate, informazioni, orientamento

Un progetto dell’associazione Insieme per i Disabili per rilanciare lo sportello InformaHandicap di Alessano

Durante l’ultima riunione della Consultasull’Handicap della Provincia di Lecce,il 18 maggio scorso, sono state fatte

interessanti proposte di modifiche legislative dapresentare ai nostri deputati in Parlamento,risultato dei vari incontri in cui sono emersi iprincipali problemi ed esigenze dei disabili e dei

loro familiari. Principalmente sono quattro leproposte, che si possono così riassumere: modi-ficare l’art. 42 del Decreto Legislativo del 26marzo 2001, n. 151, con il riconoscimento dellavoro logorante per i familiari che si prendonocura di un disabile. Si sa che è proprio la fami-glia quella su cui grava maggiormente l’assi-

stenza del disabile e che è sicuramente un lavo-ro a tempo pieno. La Consulta propone, quindi,il prepensionamento per uno dei familiari deldisabile grave (riconosciuto invalido al 100%con necessità di assistenza continuata nonessendo in grado di compiere gli atti quotidianidella vita), su richiesta dell’interessato, per unmassimo di 5 anni. Bisogna prevedere, inoltre,le stesse agevolazioni anche per i liberi profes-sionisti e commercianti che pagano i contributi.

Lo stato risparmierà da una parte perché di-minuiranno i costi per supplenze e sostituzionidi cui il dipendente pubblico può avvalersi se-condo la Legge 104/1992, e dall’altra i disabilipotranno essere curati in casa senza problemi didisponibilità di tempo. La seconda proposta pre-vede di modificare l'art.42, comma 5 del D.Lgs.n. 151, includendo anche il figlio convivente tracoloro che possono beneficiare del congedoretribuito, in assenza di altre persone della fami-glia che possano prendersi cura del disabile,anche secondo la sentenza della Corte Costi-tuzionale del 19 gennaio 2009. La terza propo-sta prevede di inserire tra i beneficiari dei varibonus concessi dallo Stato anche i commercian-ti, gli artigiani, i professionisti e le colf che nonraggiungono il reddito minimo di 35.000 europrevisto dalla normativa.

La quarta proposta prevede infine di imple-mentare il fondo speciale per l’eliminazionedelle barriere architettoniche, considerato che èinsufficiente a garantire a tutti l’art.16 dellaCostituzione che sancisce la libertà di circola-zione per tutti i cittadini. All’incontro ha parte-cipato l’On. Teresa Bellanova, componente laCommissione del Lavoro della Camera dove sidiscutono queste modifiche.

Sara Beaujeste D’Arpe

Familiari di disabili gravi: sia riconosciuto il lavoro logoranteE' una delle proposte di modifiche legislative elaborate dalla Consulta sull'Handicap della Provincia di Lecce

Terza edizione del concorso nazionale “Le chiavi di scuola”

Dopo il successo crescente delle dueprime edizioni, è ormai ai nastri di par-tenza il terzo concorso nazionale “Le

chiavi di scuola”, iniziativa promossa dallaFish (Federazione Italiana per il Superamentodell’Handicap), con il sostegno di Enel CuoreOnlus, per far conoscere i tanti esempi di buoneprassi di inclusione scolastica nel nostro Paese,contribuendo così al miglioramento della quali-tà di tutto il sistema scolastico. “Fish sostiene epromuove i processi di inclusione scolastica esociale per l’affermazione dei diritti di cittadi-nanza, di pari opportunità e di non discrimina-zione di tutte le persone con disabilità. La scuo-la italiana con l’inclusione scolastica anticipaun percorso di integrazione lavorativa e socialee si pone a modello di un processo destinato adampliarsi a tutti i settori della vita quotidiana esociale delle persone con disabilità”, si leggenella premessa del bando.

Il Concorso anche per il 2009 si rivolge aiConsigli di classe o ai team docenti delle scuo-le italiane di ogni ordine e grado che abbianorealizzato - nell’anno scolastico 2008-2009 -attività o progetti a sostegno dell’inclusione

scolastica, anche in riferimento ad alunni ospe-dalizzati o a domicilio, ad esclusione delle clas-si presenti all’interno di istituti o centri di riabi-litazione. Tutti i progetti presentati saranno poiesaminati da un comitato tecnico-scientifico,tenendo conto in particolare della promozionedei diritti umani, delle pari opportunità e deiprincipi di inclusione sociale. Come negli anniscorsi, saranno quattro le categorie in gara - lascuola dell’infanzia, quella primaria, quellasecondaria di primo grado e quella secondariadi secondo grado - mentre, rispetto alle prece-denti edizioni, una variazione riguarderà il ter-mine ultimo di partecipazione, che sarà quellodel 30 settembre 2009. Entro questa data tuttidovranno presentare il formulario (modello) dipresentazione delle attività o del progetto, alle-gando la relativa documentazione richiesta.

Cambia per questa edizione anche l’asse-gnazione dei premi, che saranno due per cate-goria, rispettivamente di 2.000 e 1.250 eurociascuno.

Il modello può essere presentato esclusiva-mente online usando il sito:

www.lechiavidiscuola.it.

Fish e Enel Cuore Onlus insieme nell'iniziativa per far conoscere i tantiesempi di buone prassi di inclusione scolastica nel nostro Paese

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Giugno 2009 11DISABILITÀ

Un Centro autogestito per persone disabili E' il progetto promosso da Associazione Superamento Handicap e Sindacato Sfida.

La struttura ospiterà spazi per lo sport e zone per la degenza, promuoverà le attività agricole

Gestione nuova, vita nuova per la trattoria “Il vicolo” di MelissanoIl locale riapre gestito da ragazzi disabili della cooperativa “IntegrAzione”, nata dalle associazioni Primavera

e Terra dei Messapi. Iniziativa-laboratorio che può diventare buona prassi

L’Associazione Superamento Handicap eil Sindacato Sfida vogliono creare unCentro residenziale autogestito da per-

sone disabili nella provincia di Lecce. L’idea èquella di creare un “Villaggio per la vita indi-pendente” in cui non esistono ospiti, ma proprie-tari: sono i disabili che gestiranno e produrrannoservizi, completamente integrati nel ciclo pro-duttivo. Si costruiranno mini-appartamenti contutti i comfort, tra cui spazi per lo sport e la riabi-litazione. Non saranno dimenticati i casi piùgravi con zone per la degenza e per l’assistenzamedica. Si promuoveranno attività produttivequali quelle agricole, allevamento di animali dacortile, artigianato e prodotti enogastronomicipreparati in loco.

Per passare dalla fase ideativa a quella prati-ca serve però una marcia in più, che a questeassociazioni non manca. “Ecco allora l’ideanuova. Non chiedere oboli, né contributi, né ele-mosine varie. Non è il periodo, anche perchéemergenze e altre necessità limitano molto la

solidarietà della nostra pur generosa popolazionesalentina – ci dice Sandrino Ratta, presidente diSuperamento Handicap. – Bisogna produrre red-dito solo con la forza della propria volontà e conle qualità che ognuno possiede. Abbiamo costi-tuito a fine aprile la Compagnia spettacolo 'IlCuore con le Ali'. Volontari cantanti, ballerini,musicisti, cabarettisti, comici gireranno le piaz-ze del Grande Salento per portare divertimento,arte, comicità e allegoria al solo fine di creare unfondo proveniente dall’ingaggio per contribuirealla realizzazione del Centro residenziale perdisabili”.

Speriamo di poter partecipare a molte serateorganizzate dal “Cuore con le ali” e che quindiquesta idea abbia toccato la sensibilità degli entipubblici, in particolare Province e Comuni, chein estate organizzano diverse manifestazioni.

Gli artisti sono tutti volontari, come del restogli organizzatori, e i profitti andranno quindi,escluse le minime spese organizzative, al fondoper il progetto del Villaggio per la vita indipen-

dente. Raccolti i fondi per

iniziare, le associazio-ni cercheranno un’am-ministrazione comu-nale che ospiti questastruttura, mettendo adisposizione il terreno e garantendo l’abbatti-mento dei costi di costruzione e urbanizzazione.

Inoltre contribuiranno gli interessati conl’anticipo sulla prenotazione dell’appartamento.

Chiunque voglia aderire in qualità di artista,mettendosi in gioco e donando una parte di sé,può contattare le associazioni ed sarà sicuramen-te il benvenuto.

Si aspettano numerose invece le prenotazio-ni per gli spettacoli della Compagnia “Cuore conle ali”, che allieteranno molte notti salentine.Perinformazioni e prenotazioni scrivere a shandi-cap@gmail.

S. B.D’A.

E'attiva dal 20 giugno la nuova gestionedella trattoria “Il vicolo” di Melissano.Il locale, che si affaccia su Piazzetta

Mercato Vecchio, nei pressi della chiesa sconsa-crata di Sant’Antonio, dopo la necessaria ristrut-turazione, sta per essere rilanciato dalla coope-rativa sociale “IntegrAzione”. La stessa coope-rativa, infatti, che ne ha assunto la gestione, for-merà i ragazzi diversamente abili che, insiemead un cuoco professionista con un curriculum ditutto rispetto ed ad un direttore di sala che vantadalla sua la gestione di alberghi in tutta Europa,andranno a gestire la vecchia trattoria già cono-sciuta e apprezzata in passato. L’iniziativa risul-ta essere la prima del genere su tutto il territorioregionale, per cui registra l’attenzione e l’inte-resse di tantissime famiglie, oltre che delle isti-tuzioni. L’idea di un punto di ristoro gestito daragazzi diversamente abili parte da lontano,quando le associazioni “Primavera” di Matino e“Terra dei Messapi”, caratterizzate dal loroimpegno a favore dei soggetti disabili e/o svan-taggiati, organizzarono con l’Istituto Alber-ghiero “F. Bottazzi” di Ugento un “corso di cuci-na” per offrire ai ragazzi disabili della sede diCasarano dell’istituto la possibilità di acquisirecompetenze e capacità spendibili nella direzionedell’autonomia personale.

In seguito, andando avanti in questa dire-zione, la cooperativa sociale “IntegrAzione” ènata proprio per espressa volontà di “Prima-vera” e “Terra dei Messapi”, con l'obiettivo didare concretamente impulso verso un’azionefinalizzata all'integrazione dei soggetti con di-sabilità. E la decisione di tre persone temerarie,

Vito Marsano (presidente associazione “Prima-vera”), Anna Maria Protopapa (Associazione“Terra dei Messapi”) e Giancarlo Colella (do-cente di sostegno dell’Istituto “Bottazzi” diCasarano), che hanno investito in proprio, hareso dunque possibile il rilancio della trattoria.

Una vera e propria iniziativa-laboratorioche, se dovesse avere il riscontro sperato, potràdiventare una buona prassi da esportare su tutto

il territorio salentino e non solo, creando i pre-supposti per l’integrazione lavorativa (dopol’integrazione scolastica) di tanti giovani diver-samente abili.

In alternativa, altrimenti, le uniche prospet-tive una volta concluso il percorso scolasticosembrano essere la segregazione in casa, lamancanza di stimoli di ogni genere ed il rischiodella regressione e della depressione.

Il paziente misteriosoDal Comune di Lecce, un singolare progetto per monitorare

ciò che funziona e ciò che non funziona nelle strutture sanitarie

E’stato presentato lo scorso 4 giugno,a Palazzo Carafa Lecce, il progetto“Paziente Misterioso” a cura del-

l’assessorato alla sanità pubblica e qualitàdella vita e dell’Osservatorio ComunaleSanitario Permanente. L’iniziativa prevedel'immissione di 10 cittadini, adeguatamentepreparati, che presteranno la loro opera“all’ombra” delle strutture sanitarie che eroga-no servizi pubblici (Urp, Cup, corsie, sale d’at-tesa, ambulatori e tutti quegli ambiti in cui ilcittadino entro in contatto con prestazioni sani-tarie pubbliche o di pubblica utilità), per moni-torare, mettere in luce ciò che esiste, ciò chefunziona o non funziona, i lati positivi e nega-tivi, i punti di criticità del sistema. I Pazienti Misteriosi sono, infatti, dei cittadiniche hanno realmente bisogno di cure quotidia-ne, motivo per il quale la loro azione di con-

trollo risulta essere costante. Essi sono deivolontari che hanno deciso di prestare il loroaiuto per rendere note alla cittadinanza e alleIstituzioni le eventuali mancanze o misure diintervento possibili, mediante il monitoraggiocontinuo delle strutture sanitarie, del lavorodei dirigenti e dei medici, dell'attenzione neiconfronti dei pazienti e della loro soddisfazio-ne. In questo modo i dirigenti sanitari sarannoulteriormente responsabilizzati nel loro lavoroquotidiano, consapevoli di essere valutati dalpossibile Paziente Misterioso. Obiettivo delprogetto è infatti quello di creare un dialogocontinuo tra cittadini e Istituzioni e di ovviareal problema della cattiva sanità per il quale icittadini salentini rifiutano le cure preventive(per la paura di errori medici) e incrementanoil fenomeno dell'”emigrazione sanitaria”.

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Giugno 2009 12AMBIENTE

Abusivismo edilizio: uno, cento, mille modi di speculare

“Salento” è ormai uno slogan da affiggere sullemagliette e sulle affiches di benvenuto deiPaesi che lo compongono. Salento, però, è ter-

ritorio, popolato da persone, economie, equilibrispesso dimenticati in nome di una “sopravvivenza”più comoda e agiata. Se negli anni ’80 questa terraha conosciuto una cementificazione delle costesenza precedenti, oggi sono le campagne a conosce-re escavatori, imprese edili e tecnici senza scrupoli.Molti politici, showman e imprenditori, disposti acoprir d’oro la rossa terra salentina, invogliano unnuovo abusivismo edilizio, più creativo e sfuggentealle maglie più restrittive della legge. L’affairesalentino ha percorso altre vie ma il lavoro delleruspe continua.

Una delle strade si può definire “la pajara crol-lata o fantasma”. La Guardia di Finanza sequestraspesso antiche pajare ingigantite a dismisura graziealla legge che ne prevede la ristrutturazione in casodi crollo. Se la pajara non crolla da sé il proprietarioricorre alle ruspe, oppure ne inventa l’esistenza tra-sportando un quantitativo di pietre che la “dimostri”,approfittando di mappe vecchie quasi quanto le paja-re stesse.

L’altro modo di abusare del territorio è definibi-

le come “il ristoro del pascià contadino”. Si appro-fitta della possibilità offerta ad imprenditori agricolie braccianti di costruire una casa colonica utile come“appoggio e deposito”. I 50 — 80 metri consentitidiventano spesso ville da 300 — 400 con tutte lecomodità, piscina inclusa. Va da sé che l’autorizza-zione viene data all’agricoltore, quindi per benefi-ciare della legge serve un prestanome agricoltoreoppure una partita iva fittizia, un’azienda fantasma,

pronta a chiudere i battenti a concessione avvenuta.Difficile per gli organi di polizia controllare a tappe-to sia il territorio sia le attività agricole. I Comuniignorano oppure tacciono per non alimentare i “soli-ti sospetti”.

Da ultimo il metodo della “lottizzazione selvag-gia e abusiva” dei terreni. I piani regolatore stabili-scono le aree che, pur vicinissime al mare, sono rite-nute agricole. Per costruire e vendere si fa un pro-getto per un complesso turistico: bungalows da affit-tare a turisti che, però, vengono venduti profumata-mente. Il “malcapitato” acquirente si ritroverà pro-prietario pro quota di un complesso immobiliareaperto al pubblico la cui finalità è offrire alloggiotemporaneo. Resta esposto, dunque, alle conseguen-ze penali reato di lottizzazione abusiva), ammini-strative acquisto di immobile con destinazione d’usodiversa) e civili la nullità del contratto di compra-vendita). Quali le conseguenze del “nuovo” abusivi-smo salentino? Un sovra sfruttamento delle zone amare o immediatamente vicine e una desertificazio-ne delle campagne, lasciate incolte e destinate alsolo“accorpamento”, utile alla concessione edilizia.È vera economia?

Pina Melcarne

Turismo sostenibile? Interessa l’85% degli italianiPresentato a Firenze il primo studio

italiano sul turismo responsabile

Il turismo responsabilecomincia a farsi stradaanche in Italia. Il 15,3%

degli italiani ha fatto alme-no un viaggio organizzato diturismo responsabile e quasil’85% si dichiara interessatoad un tipo di vacanza “so-stenibile”. E’ il risultato pre-sentato a Terra Futura (mo-stra convegno internaziona-le delle buone pratiche disostenibilità ambientale, economicae sociale conclusasi il 31 maggio aFirenze) nella ricerca "Turismoresponsabile: quale interesse per gliitaliani", prima in Italia di questogenere, che è stata effettuata daIsnart ( Istituto Nazionale RicercheTuristiche), con il coordinamentodella Ong Cisv, su un campione di1.000 persone, all’interno dell’ini-ziativa “Fondazioni4Africa”, il pro-gramma di cooperazione lanciato daquattro fondazioni bancarie (SanPaolo, Monte dei Paschi di Siena,Cariplo e Cariparma). I dati hannoevidenziato come il 52,3% degliintervistati abbia sentito parlare diturismo responsabile, soprattutto ledonne (55%), le coppie senza figli ei single (59% e 55% rispettivamen-te), i laureati (65%), i residenti alNord (56,5%) e i giovani di 25-34anni (55%). Per la maggior partedegli intervistati un fattore determi-nante per la scelta di un viaggio

responsabile è il desiderio di saperein modo chiaro e dettagliato dove ecome sono destinati i soldi spesi(67,7% del campione), in secondoluogo la ricerca di interazione con lacomunità ospitante (50%), infine lavoglia di partecipare a progetti disolidarietà che ricadano nella sferadel sociale. Le destinazioni preferitesono nell'emisfero sud del Pianeta:Africa; India; Australia; Brasile eMessico. Quello che non convince èla confusione che si fa ancora sultermine "turismo responsabile",troppo spesso sinonimo di turismopiù strettamente ecologico. Quasi itre quarti del campione, infatti, ritie-ne che rispettare e riscoprire la natu-ra sia senza dubbio un elementoprincipale del turismo responsabile,mentre per il 49% è fondamentale loscambio con la popolazione locale eper il 41,5% è prioritario partire conun operatore che sostiene le associa-zioni locali.

Si..Sa.

Randagismo, riconosciuta la figura del volontario animalistaDopo il corso di formazione parte a Lecce

il monitoraggio dei cani randagi

Da gennaio fino a maggionumerosi volontari anima-listi, che si occupano di

randagismo, sono stati impegnati inun corso di formazione gratuito,voluto ed organizzato dall’assesso-re all’Igiene, Sanità pubblica, Ran-dagismo e Qualità della Vita delComune di Lecce, Alfredo Pa-gliaro, nell’ambito delle iniziativevolte al contenimento del fenome-no del randagismo canino e felino,in collaborazione con l’Asl –Servizio Veterinario.

“La finalità del corso - ha spie-gato l’Ass.re Pagliaro - è quella dicoordinare il prezioso lavoro che ivolontari svolgono sul campo, qua-lificando le loro competenze nelpieno rispetto del benessere dell’a-nimale, dell’igiene e del decorourbano”. Sicuramente l’idea delcorso di formazione è stata un’otti-ma occasione per far conoscere traloro i volontari, le associazioni maanche i singoli cittadini che giàoperano sul territorio, con lo scopodi creare una rete che funzioni eche lavori in sinergia con la pubbli-ca amministrazione, l’Asl e l’Or-dine dei veterinari. Il 28 maggio siè svolta la cerimonia conclusiva delcorso in cui i partecipanti hannoricevuto, oltre all’attestato di fre-quenza, un regolamento di compor-tamento e un cartellino identificati-vo. Fondamentale è infatti creare

un segno di riconoscimento chetuteli chi lavora a contatto con icani randagi e che renda noto ai cit-tadini chi è autorizzato a prenderse-ne cura.

Spesso infatti i cittadini nonvedono di buon occhio chi cura onutre i randagi della zona, pensan-do ingenuamente che se non ci fos-sero i volontari non ci sarebberoneanche i branchi di cani. Non sirendono conto che gli animalistisvolgono un compito che dovrebbeessere dell’Asl, in collaborazionecon l’amministrazione comunale,eche, per mancanza di fondi, non sene occupano a pieno. Pur essendoterminato il corso, i volontari siincontrano spesso in case private ehanno intenzione di preparare unmonitoraggio dei cani randagi nellacittà di Lecce allo scopo di agire inmodo mirato nelle varie zone e bendistribuire il lavoro cercando dicoprire uniformemente tutta l’areacittadina, zone marine comprese.

Sara Beaujeste D’Arpe

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Parte in questi giorni il nuovoservizio on line per informa-re i cittadini sulla situazione

della qualità dell’aria e più in gene-rale sullo stato ambientale in pro-vincia di Lecce. E’stato presentatoil 4 giugno scorso a Palazzo Adornoil nuovo portale dedicato all’am-biente, realizzato dal Siam (SistemaInformativo Ambientale). Attra-verso questo servizio aggiornatoogni 15 giorni, i cittadini potrannoconsultare i dati raccolti e aggrega-ti in forma grafica ed anche l’ubica-zione delle centraline sul territorio. Si accede al servizio attraverso ilsito internet della provincia diLecce (www.provincia.le.it).Cliccando su un apposito banner,appare la home page del nuovo por-tale dedicato all’ambiente, che dàsubito delle indicazioni sulle 4 cen-traline di monitoraggio dislocate nelSalento per la rilevazione della qua-lità dell’aria, e precisamente Campisalentina, Galatina, Maglie e Lecce,

in Piazza Palio. A queste si aggiungeun impianto mobile, spostato secon-do le esigenze, e attualmente posi-zionato ad Ugento. Sarà possibileeffettuare un’analisi ”temporale”,un’altra a fasce orarie ed avereinformazioni sugli inquinanti: arti-colato atmosferico (Pm2,5 e Pm10),ozono (O3), biossido di azoto(No2); monossido di carbonio(C6h6); biossido di zolfo (So2).Sono riportate anche le sorgenti, glieffetti sull’uomo e sull’ambiente e ilparametro di valutazione, con ilvalore limite per ciascun agenteinquinante. Sempre nella home pagec’è uno spazio riservato alle news,dove si possono trovare notizie sulletre Ato della provincia, sull’emer-genza rifiuti o ancora sulla puliziadei litorali, e altri interventi dell’as-sessorato in materia di paesaggio egestione del territorio. Tra i datimonitorati dalle centraline, riferitiallo scorso maggio, spiccano il par-ticolato atmosferico e l’ozono che

sono stati rilevati in quantità massic-ce anche se non preoccupanti. Inarticolare, è stato verificato che ilivelli di ozono salgono su tutto ilterritorio salentino durante l’estate,mentre le polveri di Pm10 e Pm2,5sono sensibili all’inquinamento datraffico automobilistico e da combu-stione di sostanze organiche. “L’ottica del progetto - ha spiegatol’Assessore all’ambiente GianniScognamillo – mira a creare unsistema in rete, in sinergia con lealtre strutture di rilevazione ope-ranti nel settore. Abbiamo raggiunto un accordoprogrammatico per un sistema inte-grato con l’Arpa, attraverso il qualesaranno comunicati direttamente idati forniti dalle centraline. Partiràinoltre il 15 giugno un nuovo siste-ma di rilevazione del CNR relativoalle microparticelle –diossine- el’analisi delle emissioni delle frat-ture del terreno”.

Si.Sa.

Giugno 2009 13AMBIENTE

“Equo per me, per te, e anche per ilclima”: questi i punti focali su cui sibasa la nuova campagna europea delCommercio equo e solidale per unamaggior giustizia commerciale edambientale. “Il Commercio equocrea un buon clima”, sottolinea lacampagna che coinvolge nove paesieuropei (Italia, Austria, Danimarca,Germania, Ungheria, Olanda,Norvegia, Slovacchia e Svezia),così come una politica climaticaequa deve essere armonica per aversuccesso: deve quindi affrontare lapovertà e le ingiustizie nel commer-cio con lo stesso impegno con cui siriducono le emissioni di gas serra.Ecco quindi perché una campagnasu clima e commercio equo, veico-lata attraverso le Botteghe del

Mondo, tra cui anche “Made indignity” in via Palmieri 6 a Lecce(per informazioni: 330-976464,[email protected] sta cambian-do e il cambiamento riguarda sia ilNord che il Sud del Mondo, conalcune differenze: le attività umanedei Paesi in via di sviluppo hannofinora contribuito poco al cambia-mento climatico e le loro comunitàsono tra quelle a minor impattoambientale. In questi Paesi più di1,1 miliardo di persone vive e lavo-ra in condizioni di povertà assoluta,e le loro vite sono quelle più espostealle tragiche conseguenze deglieventi climatici estremi. “Il Commercio equo crea un buonclima” vuole così richiamare l'atten-zione sulla connessione tra giustizia

nel commercio e protezione delclima. Alcuni cambiamenti climaticiindotti dall'uomo complicano pesan-temente la vita di artigiani e produt-tori dei paesi del Sud del mondo,che meno hanno contribuito ai cam-biamenti stessi. Un incremento dellatemperatura media di 2 gradi centi-gradi in Uganda, ad esempio, rende-rebbe impossibile la coltivazione dicaffe', una delle principali risorse disostentamento della popolazione.Una particolare attenzione va quindirivolta a supportare contadini e pro-duttori che si fanno attori di difesadell'ambiente in cui vivono, prati-cando un'agricoltura sostenibile, uti-lizzando tecniche di conservazionedelle acque e del suolo, incremen-tando la biodiversita' ed attualizzan-

do antiche strategie di utilizzo dellerisorse agricole. La campagna sottolinea così come ilCommercio equo migliori il climasul piano sociale, economico edecologico, stabilendo nel Sud delmondo relazioni di lungo periodo eimpegnandosi a pagare un salarioche garantisca le condizioni di vitadei produttori, consentendo ai part-ners di investire in produzionirispettose dell’ambiente. Le Bot-teghe del mondo portano questivalori all’interno delle comunitàlocali, e con un'accurata scelta negliacquisti quotidiani tutti possonodare il proprio contributo per unclima migliore, supportando piu' di110 milioni di contadini e produtto-ri del Sud del mondo.

Il commercio equo? Crea un buon clima

On line il bollettino della qualità dell’aria

Solo la giustizia nel commercio può aiutare il Suddel mondo a non subire le conseguenze dei muta-menti climatici. Campagna in nove paesi europei

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Giugno 2009 14DONAZIONI

50 anni di Fidas e Congresso nazionale

“Vita per la Vita” con la marcia della solidarietà

Correva l’anno 1959,quando nacque laFidas. Erano periodi

segnati dalla ripresa econo-mica, in cui tutti gli italiani sirimboccavano le maniche. Fucosì che Cesare Rotta dell’as-sociazione Donatori SanguePiemonte, GiovanniFaleschini dell’associazionefriulana, Giobatta Antonellodell’associazione ligure, Do-mingo Rodino di CairoMontenotte e Luigi Marencodi Ovada, costituirono laFederazione Italiana Associa-zioni Donatori di Sangue. Achille Mario Dogliotti,pioniere della cardiochirur-gia italiana, promosse l’ini-ziativa. Nel 1976 venne eletto presi-dente della Fidas SergioRosa, rimasto poi in caricaper tre mandati. Si verificò in questo periodoun notevole sviluppo dellaFederazione nella quale con-fluirono molte associazioniautonome di Abruzzo, Puglia, Campania,Calabria, Sicilia e Sardegna. Crebbero ledonazioni ed i riconoscimenti fino a giunge-re al 2000 con la Giornata Giubilare per idonatori della Fidas. Un cammino lungo 50anni e pieno di incontri con i presidenti deidue rami del Parlamento, gruppi parlamenta-ri, Governo per ottenere delle leggi chepotessero dare autorevolezza ai donatori,riconoscendo la loro piena partecipazioneaccanto a istituzioni e servizi trasfusionali ealle commissioni sangue. Il 15, 16 e 17 mag-gio di quest'anno si è svolto il 48° CongressoFidas a Roma e dalle sei associazioni autono-me del 1959, si è arrivati oggi a ben sessan-tasei associazioni federate, con un aumentodel 6,65% di nuovi donatori, del 9,10% didonatori giovani e di 4,8% di donazioni.Inoltre nel 2008 si è raggiunta la quasi equi-valenza del numero di unità raccolte nel

Centro- Sud- Isole e nel Nord–Est Italia, adimostrazione di quanto una cultura divulga-tiva ed educativa efficacemente studiatapossa sensibilizzare aree geografiche sempretroppo diverse. La Fidas oggi allarga le brac-cia all’Abruzzo e proprio durante il congres-so, per una solidarietà che non conosce con-fini neppure burocratici, si è approvato, in viastraordinaria e all’unanimità, l’ingresso inFederazione della VAS (Volontari AbruzzesiSangue), tra gli applausi di commozione ditutta l’assemblea. L’associazione abruzzesesi è trovata oggi nella condizione di appellar-si alla generosità altrui, a causa delle conse-guenze subite dalle proprie strutture sanita-rie, dopo il terribile terremoto di un mese faed anche la Fidas leccese parteciperà attiva-mente alla raccolta fondi per la ricostruzionedel Centro Trasfusionale.

Mimina Sergi

Èormai organizzata la trentacinquesimaMarcia della solidarietà “Vita per la Vita”,organizzata dal Gruppo Sportivo delle

Associazioni Nazionali Avis, Aido, Fratres e Fidas,per sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi con-cernenti la donazione di sangue, organi e tessuti. Ilsottotitolo della manifestazione è infatti“Donazione di sangue, organi, tessuti e cellule.Parlane oggi!”.

Il percorso parte dalla Calabria, precisamenteda Martirano Lombardo/Conflenti (Cz) il 3 agosto,passa per la Basilicata, ed arriva a Lido del Sole diRodi Garganico(Fg) in Puglia il 15 agosto. È untour lungo ben 637 km che saranno percorsi ad unamedia oraria di 10 km. È una manifestazione spor-tiva, a cui chiunque può aderire, nata allo scopomorale di sensibilizzare e promuovere la cultura

delle donazioni. Sono una quarantina i partecipan-ti che seguiranno tutta la marcia, di cui dieci-dodi-ci i marciatori che si alterneranno ogni chilometronel portare la “Fiaccola”, simbolo della marcia.

Fondamentali saranno le soste previste in ogniComune nei quali, al passaggio del “tedoforo” cheporta la fiaccola, si incontreranno le autorità, leassociazioni di volontariato e i cittadini e che con-sentiranno la distribuzione di materiale informati-vo sulle Associazioni Avis, Aido, Fratres e Fidas,patrocinanti la manifestazione. Si spera che sianomolti anche i giovani sportivi locali che voglianoaccompagnare il tedoforo e portare la fiaccola. Aipartecipanti locali che hanno inviato l'adesioneentro il 15 giugno sarà regalata una maglietta dellamanifestazione. La fiaccola, che nella storia dellamarcia ha percorso già più di centomila chilometri,

passerà nel Salento per tre tappe: la quinta, la sestae la settima del tour di quest’anno.

La quinta è l’8 agosto e partendo da PortoCesareo attraverserà Nardò, Gallipoli fino ad arri-vare a Ugento, per un totale di 58 Km. Il 9 agostola Fiaccola passerà per Santa Maria di Leuca,Tricase, Poggiardo e Otranto, percorrendo 50 Km.L’ultima tappa salentina è il 10 agosto. La marciapartirà da Carpignano Salentino, passerà per SanCesario per arrivare a Lecce. Da Lecce la Fiaccolaproseguirà per San Pietro Vernotico, percorrendoin totale 52 Km. Per aderire alla manifestazione oavere maggiore informazioni sulla marcia e sulpercorso chiamare al 335-5477413, scrivere a [email protected], o consultare il sito www.vita-perlavita.it.

S. B. D’A.

Tre tappe nel Salento per l'iniziativa di sensibilizzazione alla donazione, organizzata dal Gruppo sportivo di Avis, Aido, Fratres e Fidas

E'Italo Gatto, Presidente della Fidas (FederazioneItaliana Associazioni Donatori Sangue) Leccese, ilnuovo Presidente della Fidas Puglia. Si sono svolte

infatti domenica 31 maggio, a Bari, le elezioni per il rinnovodelle cariche sociali regionali dell'organismo per il triennio2009-2011. Il neo Presidente, così come gli altri nuovi diri-genti della Fidas, ha alle spalle un’ampia esperienza nelmondo del volontariato e nel corso degli anni ha ricopertoruoli ed assunto incarichi di notevole importanza. Consigliere Nazionale Fidas dal 1988 al 1990, Gatto è statopiù volte anche Vice-presidente Nazionale negli anni dal 1991al 2003, ed ha già assunto l'incarico di Presidente della FidasPuglia dal 1992 al 1994. Membro di diritto del Consigliodirettivo del Csv Salento dal 2005 ad oggi, Gatto è stato refe-rente e responsabile per il progetto di informatizzazione emessa in rete dell’archivio donatori dell' AssociazioneLeccese Donatori Volontari Sangue – realizzato in collabora-zione con Coop Estense – e per quello sulla donazione delsangue nelle scuole e sul territorio della provincia di Lecce, incollaborazione con la Consulta Donazione del Csv Salento. Ilneo Presidente Fidas Puglia è stato inoltre responsabile Civis(Coordinamento Interassociativo Volontari Italiani Sangue)della provincia di Lecce negli anni 2003, 2005, 2006, 2008.

“Sono circa 30 mila le donazioni sul territorio regionale –afferma Italo Gatto – portiamo avanti il nostro lavoro insiemead Avis e Fratres ed in sinergia con l'Assessorato regionale allaSanità ed il Crat, l'organismo dell'Assessorato predisposto alservizio trasfusionale.

Ci impegneremo nella direzione di far partire i diparti-menti di medicina trasfusionale e diffondere il nuovo proget-to relativo alla plasmaferesi, un tipo di donazione in cuiappunto si sottrae al donatore il solo plasma. L'obiettivo difondo è quello dell'autosufficienza, e della capacità di rispon-dere al bisogno in particolare durante i mesi estivi. Noi comeFidas ci teniamo a sottolineare anche l'importanza che lagestione della donazione rimanga in mano pubblica”.

Italo Gatto nuovo Presidente della Fidas Puglia

Rinnovate a Bari le cariche sociali regionaliper il triennio 2009-2011. Gatto: “Occorreimpegnarsi per far partire i dipartimenti dimedicina trasfusionale”

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Giugno 2009 15CULTURA

L’associazione CGDA porta il book crossing anche a Corato

Qualcuno lo ha ascoltato quan-do diceva “Qui non c'è la

mafia, c’è il sistema”.Grazie a cin-que anni di inchieste condotte da“Il Tacco d’Italia” e dalla sua diret-trice, Maria Luisa Mastrogiovanni,esce un libro a cura della stessainstancabile direttrice dal titolo,appunto, “Il sistema: intrecci eco-nomici all’ombra dell’omicidio diPeppino Basile”. Con l’aiutodell’“uomo del popolo”, come lochiamavano ad Ugento, l’autriceconfeziona un prezioso documen-to, con la prefazione di Antonio DiPietro, per il Salento e per l’Italiaintera, quella che dei “valori” sem-bra volersi sbarazzare, come qual-cosa di scomodo. Qui di scomodoc’è la figura del consigliere comu-nale dell’Italia dei Valori che hafornito spunti e forza ad un territo-rio che ha visto, in pochi anni,svendere quell’amato “sole, maree vento” ai migliori offerenti, adun imprenditoria dell’“energia sel-vaggia” che promette sviluppomentre incamera milioni. Peppinodenunciava, ed è quello che conti-nua a fare “Il Tacco”, gli abusi egli abusivismi perpetrati a dannodella nostra terra: le autorizzazioni

alla costruzione di mega alberghi,di mega case, ville e villaggi, dimega discariche in sanatoria pron-te ad accogliere rifiuti pericolosi,che privatizzano il territorio adanno delle campagne e dellecoste. E le sue piccole grandi bat-taglie Peppino le aveva vinte,facendo bloccare più di un “cantie-re”.

Il libro non è alla ricerca degliautori dell’omicidio ma segueun’interessante pista: l’indaginesulla presunta “bomba” annunciatadal consigliere, disinnescata appe-na in tempo da chi inflisse quelle

coltellate. Nel libro — inchiesta,come spiega l’autrice: “abbiamoipotizzato una serie di ‘bombe’verosimili, ricostruendo gli ultimimesi di Basile attraverso le attivitàamministrative che si muovevanointorno ai suoi ‘chiodi fissi’ glieco abusi-vismi Ndr) e abbiamorilevato delle cose interessanti. Trele macro aree di interesse: il parconaturale, i rifiuti, il parco eolico”.Un lavoro che gli sarebbe piaciutoleggere, lui che si definiva “ilguardiano” della politica. Uncarattere che potrebbe appartenerea tutti noi, se perdessimo l’abitudi-

ne di abbassare lo sguardo e daredel “signorìa” a coloro che dovreb-bero solo rappresentarci in unsistema democratico degno diessere chiamato tale. Da Peppinoin poi, sembra dirci la Mastro-giovanni, non ci si può più nascon-dere dietro il “non sapevo”, il “noncredevo”. Non è una biografiasulla figura di Peppino, ma un pro-getto che si vuole portare avantiinsieme a lui, perché quel percorsodi legalità che lo ha condotto allamorte non rimanga soffocato persempre.

Pina Melcarne

Il termine book crossing, lette-ralmente “incrociando libri”, èda intendersi come uno scam-

bio: è la pratica di scambiare unlibro con un altro in modo dasuscitare passione per la lettura egioia per la condivisione.

L’Associazione CGDA (Co-ordinamento Genitori di Diversa-mente Abili) organizza una libre-ria attrezzata per il book-crossinganche a Corato, aperta dal lunedìal venerdì, dalle ore 17.00 alle19.00, in via San Domenico Savion.45. Sono numerosi i volumi“crossing” ed è inoltre possibileconsultarli in sede, dove è statoallestito uno spazio apposito contavoli e sedie. Esiste un servizio diconsegna a domicilio per gliappassionati della lettura che nonfossero in grado di recarsi pressol’Associazione, previo contattotelefonico al 380.3615890. Unvolontario porterà direttamente a

casa una lista di libri, sempremolto aggiornata, e poi il volumeprescelto.

“Contrariamente alla pura let-tura, la pratica del Book-crossingnon è esclusivamente solitaria. Loscambio di libri, che non prevedenecessariamente un contatto diret-to tra i partecipanti, rende consa-pevoli, chi vi partecipa, di averealle spalle, di appartenere ad unacomunità che condivide un certometodo ed una certa idea dellacondivisione” ci dice il portavocedell’associazione, Vincenzo Bian-collillo, che aggiunge:

“La tutela delle persone dis-abili passa anche attraverso lasocializzazione e l’integrazione:quale miglior modo se non quellodi stare con gli altri e tra gli altriquando per altri si intendonoanche persone non disabili?”.

Sara Beaujeste D’Arpe

Le battaglie di Peppino diventano “Il sistema”Il libro-inchiesta della direttrice de “Il Tacco d'Italia” sull'omicidio Basile

Una nuova iniziativa che consente la socializzazione anche a distanza e sviluppa l’appartenenza ad una comunità

Giugno 2009 – Anno IV - n.33Iscritto al n. 916 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 24/01/2006

Redazione: Serenella Pascali, Sergio De Cataldis, Valentina D’Amico, Silvana Sarli, Luigi Conte, Donato Melcarne, Mimina Sergi, Michela Santoro, Sara Mannocci,

Sara D’Arpe, Daria Caione, Luca Spagnolo, Laura Mangialardo

Mensile delle associazioni di volontariato della Provincia di Lecce

Direttore Responsabile: Luigi Russo

sede: Centro Servizi Volontariato Salento - via Gentile, 1 - LecceTel. 0832.392640 – Fax 0832.391232 – Direttore: 3356458557

Stampa: SERAFINO ARTI GRAFICHE - TRICASE Tel e Fax 0833 541866

[email protected]

La Presentazione del libro, il 15 giugno scorso, in piazza Italia a Ugento

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Giugno 2009 16LEGALITÀ

Anniversario della morte di Peppino BasileDa Ugento inizia una nuova storia del Salento

SINTESI DEL MESSAGGIO DI DON STEFANO ROCCA

Perdono, Peppino, ogni volta che abbia-mo pensato che eri il solito rompisca-tole o peggio un folle. (…) Ma non

facciamo così con tutti coloro che ci scomo-dano nelle nostre sicurezze e generano incer-tezze nei nostri calcoli di convenienza e neinostri affari? (…)

Perdono, Peppino, ogni volta che abbia-mo dato peso, nel giudicarti, alle animositàdel tuo modo di vivere. Ma non succedespesso che i più accaniti censori degli erroridegli altri siano loro invece “i sepolcriimbiancati”?

Perdono, Peppino, perché a volte nonabbiamo avuto il coraggio, per paura o percalcolo, di denunciare i mali del nostro vive-re sociale, e ci siamo adagiati in una sorta diauto-pacificazione e auto-giustificazione cheha tanto l’aria della resa. (…)

Perdono, Peppino, ogni volta che abbia-mo tenuto nascosto qualche piccolo o grandeparticolare circa la vicenda del tuo omicidio,che potesse aiutare le forze dell’ordine nellaloro ricerca, e lo abbiamo fatto o perché nonvogliamo avere scocciature, o perché siamo

stati intimiditi da personaggi senza scrupolio da fantasmi, o perché alla fine il “me nefrego” è una filosofia di vita più convincentee pervasiva dell’evangelico “cercate ilRegno di Dio e la sua giustizia”.

Perdono, Peppino, a nome dei politici,quelli che in questi mesi, senza ragione alcu-na, si sono sentiti insidiati dalla cronaca dellatua barbara morte e dalle successive indagi-ni, e hanno messo in atto strategie difensiveingiustificate e non richieste, anziché ribadi-re, come era possibile e doveroso fare, che latua morte ha ucciso anche un pezzo dellaloro dignità, ha ucciso un pezzo della spe-ranza di tutti. (…)

Perdono, Peppino, per coloro che hannoaffondato i coltelli nella tua carne, e per colo-ro che hanno armato le loro mani, direttamen-te o indirettamente. Che il Signore li aiuti adavviare percorsi concreti di conversione.

Perdono, Peppino, te lo voglio chiederecome sacerdote, a nome della mia amataChiesa e di tutta la comunità ecclesiale, pertutte le volte che in essa viene intesa la pacecome semplice assenza di conflitti, e per

questo si teorizza l’indifferenza, dimentican-do che per un cristiano vero la legge dell’a-more va sempre combinata con quella dellaverità e della giustizia. (…) Dio è amore, Dioè misericordia infinita, Dio ha scelto i picco-li e i poveri e i maledetti, Dio vuole la pacenella verità. (…)

Caro Peppino, oggi, mentre ti ringrazia-mo per quello che hai fatto per noi, ti voglia-mo dire che dalla tua morte desideriamo tuttiche nascano autentici germi di pace per lanostra comunità; la pace vera, quella che ini-zia dalla richiesta di perdono e dal perdonoreciproco che vogliamo donarci: “Solo chiperdona può parlare di pace – dice ToninoBello -. E a nessuno è lecito teorizzare sullanon violenza o ragionare di dialogo tra popo-li o maledire sinceramente la guerra, se nonè disposto a quel disarmo unilaterale e incon-dizionato che si chiama perdono. (…) Lapace è dono. Anzi, è per-dono. Un dono per.Un dono moltiplicato. Un dono di Dio che,quando giunge al destinatario, deve portareanche il con-dono del fratello”.

a cura di Luigi Russo

C’è un dato incontrovertibileche emerge rispetto al “Giallodi Ugento”, la barbara mortecon quasi 30 coltellate del con-sigliere provinciale e comunaledell’Italia dei Valori PeppinoBasile il 15 giugno 2008: inquest’anno si è consolidata inquella cittadina una societàcivile attiva, soprattutto permerito del prete coraggio donStefano Rocca e delle associa-zioni di volontariato più auten-tiche che agiscono in quel terri-torio. Gente coraggiosa, che sadi potersi fidare delle forze del-l’ordine e della magistratura, esa che occorre fare di più,occorre stimolare la macchinadella verità quando si trova neipunti morti, occorre stimolarela coscienza civile a non molla-re, di fronte alle intimidazioni,di fronte alla paura, di frontealla tentazione della rassegna-zione. Se chi ha ucciso Basile, o chi èstato il mandante dell’omicidio,credeva di mettere in ginocchiouna comunità, se credeva di“ucciderne uno per educareall’omertà tutti gli altri”, certa-

mente ha fatto male i suoi cal-coli. Nessuno oggi a Ugentopuò più agire impunito, nascon-dendosi dietro responsabilitàistituzionali o imprenditoriali odell’ecomafia.Ugento, paradigma di unSalento che rischia di caderenella trappola della criminali-tà, così senza accorgersene, èdiventa invece – per solo meri-to della società civile, per ivolontari soprattutto – un faro

luminoso, sul quale sono pun-tanti gli occhi di tutti, dellastampa, ma anche della politicapiù seria, del mondo della cul-tura, degli intellettuali e deisemplici cittadini.In occasione del primo anni-versario della morte diPeppino, nella parrocchia SanGiovanni Bosco di Ugento veni-va scritta una pagina di vange-lo autentico: un sacerdote, donStefano Rocca, lanciava un urlo

profetico, a partire dalla mortedi quest’uomo salentino, com-battente della giustizia e dellaverità “uomo del popolo esenza grande istruzione”, chie-dendogli perdono, come segna-le di riconciliazione di tutta lacomunità. Richiesta di perdonoche la gente ha condiviso conun applauso fortissimo, mentrela politica locale ha respinto…Ecco un’ampia sintesi del mes-saggio:

Peppino Basile e la manifestazione di Ugento