30 MARTEDÌ 10 FEBBRAIO 2015 - FLPBAC

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MARTEDÌ 10 FEBBRAIO 2015 30 VITTORIO ZUCCONI WASHINGTON N ELLA guerra senza volto che gli assas- sini mascherati dell’Is hanno lan- ciato al mondo, ora è sceso in campo contro di loro un nemico ancora più invisibile: è Anonymous, l’esercito di hacker senza uniformi, senza capi, senza regole e ovviamente senza volto che si è mosso spon- taneamente per tagliare i ten- tacoli dello Stato islamico e bloc- care quegli strumenti di propa- ganda e reclutamento che i ta- gliatori di teste hanno dissemi- nato nella Rete del web. Che gli obbiettivi di Anony- mous coincidano questa volta con quelli dell’odiato governo ameri- cano, oggetto di quotidiani attac- chi informatici e di denunce da parte degli attivisti nascosti die- tro la maschera del ribelle inglese Guy Fawkes, non può stupire chi ricordi il famoso avvertimento shakespeariano nella “Tempe- sta”, secondo il quale le circostan- ze producono «strani compagni di letto». O l’inquieta alleanza fra le democrazie occidentali e Stalin per sconfiggere Hitler e il nazifa- scismo. È la legge del “male mino- re”, o della lotta al male maggiore quella che ha spinto i cyberfusti- gatori dei vizi e delle vergogne del capitalismo finanziario ad attac- care la rete del cosiddetto Stato Islamico e delle nazioni che essi sospettano essere i loro finanzia- tori occulti, come l’Arabia Saudi- ta, la Turchia, il Qatar, il Kuwait, che pagano per essere risparmia- ti. Un’alleanza di convenienza, una strana amicizia, dunque, sot- to sigle sincopate in perfetto stile da Social network, NO2ISIS, no all’Islamic State of Syria and al Sham (la Grande Siria) od «OpI- ceISIS» (Operazione congeliamo Isis) che già da giorni sta bloccan- do centinaia di account ricondu- cibili al Califfato dei terroristi, su Twitter, Facebook, e contro siti web che diffondono le immagini deliberatamente raccapriccianti e i messaggi ai seguaci come alle potenziali reclute. «Noi non sia- mo in grado di bombardare le lo- ro postazioni e i loro accampa- menti» ha detto un hacktivist, un attivista hacker a France 24 «ma possiamo attaccare e distruggere la loro presenza in Rete». E poiché Anonymous è tutti e nessuno, è il nostro vicino di casa curvo sul suo pc come un attivista magari soltanto in vena di “lulz”, di scherzi informatici e risate in Giappone o in Australia, questo è un avversario molto più insidioso dei droni e o delle bombe giorda- ne per gli ideologi dell’Is che stan- no facendo ampio uso delle tecno- logie per la loro propaganda. Nel- la impossibilità di creare un network umano di reclutatori, di spie, di militanti che renderebbe, se crescesse, proporzionalmente più vulnerabile l’organizzazione come sempre accade nella dina- mica del terrorismo, gli abili sma- nettoni della jihad informatica si sono affidati alla Rete, usandola contro chi l’ha creata. La mobilitazione di Anony- mous ora può rivoltare la strate- gia della guerra virtuale, corolla- rio della guerriglia e delle esecu- zioni sul campo, contro chi l’ha sfruttata. E nessuno si è rivelato più abile degli hacker mascherati nel muoversi tra le crepe e le de- bolezze di Internet. Siti e account crackati da loro, o oscurati con la tecnica del DDoS, il blocco del- l’accesso e del servizio, sono cen- tinaia. Vanno dall’attacco di mas- sa ai siti di Scientology, la setta fa- natica e pseudomistica rinchiusa dietro muraglie di segretezza, al- l’Ufficio Brevetti del governo Usa, come ai siti di case di produzione cinematografica e discografica. Il filo rosso che ha sempre legato la maggior parte delle azioni di Anonymous è la difesa delle li- bertà della Rete, contro i prote- zionismi commerciali o l’oscurità della politica e della finanza. Quando nacque Occupy Wall Street, le maschere, e le azioni di Anonymous si schierarono im- mediatamente con loro. Poiché nessuno, neppure la più ingorda delle banche o il più tene- broso dei governi, minaccia ogni principio di libertà e di dignità ci- vile come i fanatici del nuovo Ca- liffato, la controffensiva per bloc- care l’infezione della loro propa- ganda era inevitabile. E se questa strana amicizia fra carissimi ne- Erano i nemici giurati dei governi occidentali Adesso, paradossalmente, sono tra i loro più fedeli alleati. L’offensiva degli hacker contro la propaganda dello Stato islamico rischia di mettere in ginocchio la jihad Molto più dei raid aerei { Anonymous L’ultima crociatadi Bloccati centinaia di account sui social e siti web riconducibili al Califfato di Al Baghdadi LA VENDETTA L’attacco per vendicare la strage al settimanale “Charlie Hebdo” è partito da hacker di tutto il mondo legati ad Anonymous. Dal Giappone agli Usa, ai paesi arabi all’Italia LE OPERAZIONI I nomi in codice delle operazioni anti Stato islamico sono NO2ISIS o OpIceISIS (Operazione congeliamo Isis) L’OBIETTIVO “Noi non siamo in grado di bombardare le loro postazioni — dice un attivista di Anonymous — ma possiamo attaccare e distruggere la loro presenza in Rete”

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MARTEDÌ 10 FEBBRAIO 201530

VITTORIO ZUCCONI

WASHINGTON

NELLA guerra senzavolto che gli assas-sini mascheratidell’Is hanno lan-ciato al mondo, ora

è sceso in campo contro di loroun nemico ancora più invisibile:è Anonymous, l’esercito dihacker senza uniformi, senzacapi, senza regole e ovviamentesenza volto che si è mosso spon-taneamente per tagliare i ten-tacoli dello Stato islamico e bloc-care quegli strumenti di propa-ganda e reclutamento che i ta-gliatori di teste hanno dissemi-nato nella Rete del web.

Che gli obbiettivi di Anony-mous coincidano questa volta conquelli dell’odiato governo ameri-cano, oggetto di quotidiani attac-chi informatici e di denunce daparte degli attivisti nascosti die-tro la maschera del ribelle ingleseGuy Fawkes, non può stupire chiricordi il famoso avvertimentoshakespeariano nella “Tempe-sta”, secondo il quale le circostan-

ze producono «strani compagnidi letto». O l’inquieta alleanza frale democrazie occidentali e Stalinper sconfiggere Hitler e il nazifa-scismo. È la legge del “male mino-re”, o della lotta al male maggiorequella che ha spinto i cyberfusti-gatori dei vizi e delle vergogne delcapitalismo finanziario ad attac-

care la rete del cosiddetto StatoIslamico e delle nazioni che essisospettano essere i loro finanzia-tori occulti, come l’Arabia Saudi-ta, la Turchia, il Qatar, il Kuwait,che pagano per essere risparmia-ti.

Un’alleanza di convenienza,una strana amicizia, dunque, sot-to sigle sincopate in perfetto stileda Social network, NO2ISIS, noall’Islamic State of Syria and alSham (la Grande Siria) od «OpI-ceISIS» (Operazione congeliamoIsis) che già da giorni sta bloccan-do centinaia di account ricondu-cibili al Califfato dei terroristi, suTwitter, Facebook, e contro sitiweb che diffondono le immaginideliberatamente raccapricciantie i messaggi ai seguaci come allepotenziali reclute. «Noi non sia-mo in grado di bombardare le lo-ro postazioni e i loro accampa-menti» ha detto un hacktivist, unattivista hacker a France 24 «mapossiamo attaccare e distruggerela loro presenza in Rete».

E poiché Anonymous è tutti enessuno, è il nostro vicino di casacurvo sul suo pc come un attivistamagari soltanto in vena di “lulz”,di scherzi informatici e risate inGiappone o in Australia, questo èun avversario molto più insidiosodei droni e o delle bombe giorda-ne per gli ideologi dell’Is che stan-

no facendo ampio uso delle tecno-logie per la loro propaganda. Nel-la impossibilità di creare unnetwork umano di reclutatori, dispie, di militanti che renderebbe,se crescesse, proporzionalmentepiù vulnerabile l’organizzazionecome sempre accade nella dina-mica del terrorismo, gli abili sma-nettoni della jihad informatica sisono affidati alla Rete, usandolacontro chi l’ha creata.

La mobilitazione di Anony-mous ora può rivoltare la strate-gia della guerra virtuale, corolla-rio della guerriglia e delle esecu-zioni sul campo, contro chi l’hasfruttata. E nessuno si è rivelatopiù abile degli hacker mascheratinel muoversi tra le crepe e le de-bolezze di Internet. Siti e accountcrackati da loro, o oscurati con latecnica del DDoS, il blocco del-l’accesso e del servizio, sono cen-tinaia. Vanno dall’attacco di mas-sa ai siti di Scientology, la setta fa-natica e pseudomistica rinchiusadietro muraglie di segretezza, al-l’Ufficio Brevetti del governo Usa,come ai siti di case di produzione

cinematografica e discografica. Ilfilo rosso che ha sempre legato lamaggior parte delle azioni diAnonymous è la difesa delle li-bertà della Rete, contro i prote-zionismi commerciali o l’oscuritàdella politica e della finanza.Quando nacque Occupy WallStreet, le maschere, e le azioni diAnonymous si schierarono im-mediatamente con loro.

Poiché nessuno, neppure la piùingorda delle banche o il più tene-broso dei governi, minaccia ogniprincipio di libertà e di dignità ci-vile come i fanatici del nuovo Ca-liffato, la controffensiva per bloc-care l’infezione della loro propa-ganda era inevitabile. E se questastrana amicizia fra carissimi ne-

Erano i nemici giuratidei governi occidentaliAdesso, paradossalmente,sono tra i loro più fedelialleati. L’offensiva deglihacker contro lapropaganda dello Statoislamico rischia di metterein ginocchio la jihadMolto più dei raid aerei

{

AnonymousL’ultima

crociata diBloccati centinaia diaccount sui social e sitiweb riconducibili alCaliffato di Al Baghdadi

LA VENDETTAL’attacco per vendicare la strage al

settimanale “Charlie Hebdo” èpartito da hacker di tutto il mondo

legati ad Anonymous. Dal Giapponeagli Usa, ai paesi arabi all’Italia

LE OPERAZIONII nomi in codice delleoperazioni anti Stato

islamico sono NO2ISIS oOpIceISIS (Operazione

congeliamo Isis)

L’OBIETTIVO“Noi non siamo in grado di

bombardare le loro postazioni — diceun attivista di Anonymous —

ma possiamo attaccare e distruggerela loro presenza in Rete”

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mici, come quel governo ameri-cano che ha perseguito e chiuso incarcere per dieci anni nel 2013uno degli «Anonimi» più celebri,Jeremy Hammond, definito uffi-cialmente «terrorista» è parados-sale, la legge del «nemico dei mieinemici è mio amico» scatta sem-pre.

Non tutti, fuori dalla nebulosadell’hackattivismo plaudono aquesta operazione “Congelate Is”che sta spegnendo uno dopo loroacconti in rete riconducibili ai ter-roristi o sospettati di essere ema-nazione di governi complici. Lenecessità di muoversi attraversoi Social network, i siti, i blog, le clipsu YouTube, diffondeva il virus edeccitava le reazione sia dei tifosidel massacro come dei governispinti a cadere nella trappola del-la vendetta, certamente. Ma of-friva all’intelligence antiterrori-smo anche indizi e piste per risali-re agli autori come le briciole del-le fiabe. O per intuire i piani e leazioni progettate.

Nella mancanza quasi totale di“humint”, di intelligence umanafornita da infiltrati nell’Is, in AlQaeda come nei gruppi che orbi-tano attorno a loro, il controspio-naggio deve affidarsi alla “elint”,all’elettronica, ai satelliti, alle in-tercettazioni e alla decrittazionedei messaggi trasmessi via Socialnetwork, quelli che Anonymoussta spegnendo. Ma la risposta deinuovi crociati mascherati è forsepiù da guerra psicologica che dacontroffensiva materiale.

«Devono sapere, questi che sfi-dano ogni intelligenza, ogni mo-rale, ogni logica, che noi contro-batteremo uno per uno tutti i loroargomenti insensati e faremo as-saggiare a loro la stessa minestravirtuale che stanno servendo»spiega uno degli hacktivisti al sitodot.com: «Li vogliamo inchiodarealle loro assurdità». «Noi siamouna legione sparsa ovunque nelmondo e le nostre milizie ora sonoscese in battaglia contro l’Is» ag-giunge con una robusta dose dienfasi.

Ma come tutte le battaglie, an-che questa, incruenta, che è co-

minciata nella nebulosa parallelaa quella grandguignolesca in attonella polvere dei deserti siriani eirakeni, non è a senso unico. Lasquadra di propagandisti che og-gi lavora per il Califfato dei disu-

mani sgozza teste è probabil-mente figlia diretta di quella Sy-rian Electronic Army che in pas-sato colpì siti e acconti in Americae in Europa, provocando danniimmensi.

Un falso tweet attribuito allaAssociated Press, ma forse gene-rato proprio da un account del-l’Armata Elettronica dei fanaticisiriani, sparò nell’aprile del 2013la notizia di una esplosione allaCasa Bianca. Costò 90 miliardi didollari in perdite a Wall Street, indue minuti. La rete, il “grid”, checontrolla la distribuzione dell’e-lettricità, così come la rete di con-trolli sull’aviazione civile sonotutti vulnerabili ad attacchi, no-nostante i giuramenti di massi-ma sicurezza. Ogni azione, ognirappresaglia, materiale o virtua-le, in rete o in terra, ha conse-guenze. Questa guerra invisibilee parallela, cominciata fra soldatiin maschera, è soltanto all’inizio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

ARTURO DI CORINTO

«SIAMO creativi, producia-mo informazioni, ci muo-viamo veloci. E abbiamoscoperto chi amministra

i sistemi dell’Is. Tic Tac, Tic Tac, ve-niamo a prendervi». Così scrive suTwitter IceFallDevil, uno degli attivi-sti di Anonymous impegnati nellaguerra alle infrastrutture della jihaddigitale del sedicente Stato Islamico.

Il twitterstorm dell’#OpAntiIsis èun diluvio di informazioni sui siti del-la galassia jihadista resi inutilizzabi-li negli attacchi. È lui, IceFallDevil,con un altro nickname, che in unachat privata, spiega quello che i co-municati degli Anonymous non rac-contano. «Dopo la strage al CharlieHebdo ho pianto. Non avremo pacefinché non li vedremo tutti in gale-ra». «Adesso ci concentriamo suidue Sysadmin dell’Is ancora in gi-ro». Il terzo, come anticipato da Re-pubblica, sarebbe morto sotto lebombe dei raid giordani.

Ma perché tanto astio verso que-ste tre persone? «Perché erano gen-te normale, informatici, ammini-stratori di sistema che si sono tra-sformati in hacker al servizio di unacausa ingiusta». Lunghe pause di si-lenzio e poi si spiega. «Attaccare leinfrastrutture critiche come gliospedali, da cui dipende la vita ditante persone innocenti, è una cosache non possiamo tollerare». Maperché ce l’avete tanto con il tunisi-no Majidi? Sembra innocuo... «No,lui è responsabile di migliaia di at-tacchi a caso e ha insegnato agli altricome difendersi dai militari».

E se vi sbagliaste? «È sempre pos-sibile, ma lo escluderei. Noi siamo co-me buoni giornalisti: facciamo factchecking. Incrociamo le informazio-ni».

IceFallDevil è piuttosto convin-

cente. Scrive lentamente, ponderale risposte, appare pacato e nonastioso, non vuole dire niente di sé.Accetta solo di dire che è francese,come del resto quelli che hanno coor-dinato le giornate di attacco dei gior-ni 8 e 9 febbraio. Il lavoro di dossie-raggio che fanno è voluminoso. Giraun paio di link su pastebin con tuttigli account Twitter dei presunti re-clutatori del Califfato, ma di fronteall’offerta di una email sicura, al ri-paro da “spioni” in ascolto, ringraziae rifiuta: «seguici su Twitter».

Una domanda rimane. Ma dopoaver dossierato «i cattivi», che suc-cede? È sempre la polizia che deve in-tervenire, oppure? «Sì in effetti vo-gliamo vedere Majidi in galera. Permolti altri ci basta che non abbianopiù un minareto virtuale da cuidiffondere le loro idee farneticanti».Come nel caso dello sceicco Mhisne.Account Twitter con mezzo milionedi seguaci, il suo sito è irraggiungi-bile da tre settimane. A bloccarlo og-gi, dicono in chat, sono proprio degliitaliani. Ma anche isisiraq.com è giù,lo stesso vale per isdarat-tube.comlo Youtube dei jihadisti.

#OpIsis, #OpIceIsis, #OpAntiIsissono il nome che gli Anons hanno da-to alle loro attività per smantellare icanali di reclutamento del cyberca-liffato online e proseguono l’opera-zione #CharlieHebdo, la rappresa-glia degli Anoymous che era costata73 siti ai filojihadisti. «Sai che noi lot-tiamo per la libertà d’informazione.Uccidere i giornalisti a Parigi peravere usato le matite per esprimer-si è inaccettabile». «Hanno volutocolpire un simbolo della libertà d’e-spressione e della democrazia. Nonli perdoneremo». Sotto la mascheradi Guy Fawkes, il loro motto infattirecita: «We do not forgive, we do notforget. Expect Us».

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GLI SPETTACOLI

Tangentopolidiventaun thrillerin “1992”ARIANNA FINOS

IL CASO

La matematicaa cacciadella formuladell’amoreFRANCESCHINI E SONCINI

LA CULTURA

Harper Lee“Quel libromi rendefelice”ALTER E KOVALEVSKI

ALL’INTERNO

In chat con un “hacktivist”“Fermiamo i deliri dell’Is”

IL COLLOQUIO

L’ATTACCOGli hacker diAnonymous, (asinistra il lorologo)hannooscurato decinedi account e sitijihadisti (sopraun video dipropagandadell’Is)

“Siamo una legionee le nostre milizieora sono in battagliacontro il terrorismo”

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- Claudio Accogli -

10 febbraio 2015 - 10:22

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L'Isis è "un virus" e va "annientato": Anonymous e la Giordania uniscono le

spade e sferrano un attacco micidiale contro lo Stato islamico, costretto ora a fare

i conti con una rete online 'sbranata' dagli hacktivisti e una capacità militare sul

campo "ridotta del 20%", con 56 obiettivi distrutti in soli tre giorni.

"Attaccheremo e metteremo offline tutti i siti della galassia jihadista", avevano

promesso gli hacker anonimi all'indomani della strage di Charlie Hebdo. Nelle

scorse settimane la 'chiamata alle armi' della Legione - come si definiscono - per

lanciare l'assalto frontale contro la galassia jihadista. Alle parole sono seguiti i

fatti: i social network sono stati inondati dal "Tango Down" dei siti jihadisti

oscurati, violati, modificati. Poi gli account, centinaia, di Twitter e Facebook,

anche questi attaccati e messi offline. Infine la 'gogna' pubblica, con la

pubblicazione online di una lunga lista di indirizzi ip e email, che ogni ora si

aggiorna con nuovi bersagli e obiettivi "centrati". La Giordania intanto, colpita al

cuore dopo la barbara esecuzione del pilota Moath al Kassasbeh, bruciato vivo

dopo la tragica pantomima del negoziato per il suo rilascio - fonti concordanti

ritengono sia stato ucciso a inizio gennaio -, sgancia sulle teste dei terroristi le

bombe con i messaggi di morte. Il bilancio di tre giorni di rappresaglia, almeno

secondo Amman, è sorprendente: il "20% della capacità militare dell'Isis" è stato

distrutto, 56 gli obiettivi colpiti. "E' solo l'inizio", aveva ammonito il Regno.

E la Giordania continuerà la sua offensiva contro l'Isis finché il gruppo "non sarà

annientato", ha tuonato oggi il comandante delle Forze aeree giordane, Mansour

Jbour. "Continueremo i raid, ma in linea con i nostri piani operativi", ha aggiunto

il militare senza precisare meglio. Dall'inizio dei raid della Coalizione, "sono

stati uccisi 7.000 combattenti dell'Isis". Amman ha reagito con durezza anche

alle accuse dei jihadisti, secondo i quali l'americana in ostaggio Kayla Mueller

sarebbe morta sotto i raid giordani. "Si tratta di affermazioni illogiche, e siamo

assai scettici. La loro è solo propaganda", ha detto il ministro delle

Comunicazioni, Mohammad Momani. Agli osservatori la mossa dell'Isis è

apparsa debole, con l'organizzazione oramai in difficoltà anche sul piano interno,

Continua campagna lanciata dal gruppo dopo strage Charlie Hebdo

CLICCA PERINGRANDIREIsis diffonde audio del califfo dopo le voci sull'uccisione © ANSA

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Anonymous attacca l'Isis, "siete un virus" - Medio Oriente - ANSA.it http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/mediooriente/2015/02/06/isis-a...

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VideoSu bombe cacciaGiordania messaggidi morte per l'Isis

con la difficoltà a ottenere rinforzi, anche da parte dei foreign fighters. E i

bombardamenti pesano anche sul morale interno: nei ranghi dello Stato islamico

sembra prevalere il timore di essere tracciati e colpiti. Tanto che, a seguito della

direttiva emanata a novembre scorso, i miliziani dell'Isis a Raqqa, 'capitale' del

Califfato in Siria, hanno effettivamente bandito i prodotti Apple - iPhone, iPad e

iPod -. "Dicono che gli Usa possono vedere quello che fai", racconta uno degli

attivisti anti-Isis di Raqqa. A Mosul, intanto, tanti affiliati dell'Isis hanno

mandato via le famiglie, mentre i peshmerga si avvicinano alla 'capitale' dello

Stato islamico e la sua riconquista - con o senza gli americani sul terreno -

sembra solo questione di tempo.

IL VIDEO POSTATO SU YOUTUBE - GUARDA

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

Anonymous attacca l'Isis, "siete un virus" - Medio Oriente - ANSA.it http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/mediooriente/2015/02/06/isis-a...

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Chi sono i fantasmi dellarete? Il libro di Kevin

L’attacco lanciato da Anonymous contro l’Isis non è iniziatonei giorni scorsi. Molti giornali di carta e online se ne sonoaccorti nel week end per la pubblicazione di un video cherivendicava lo spegnimento di “centinaia di account Twitter eFacebook di presunti appartenenti all'Isis e la pubblicazione diindirizzi ip e web. «Sarete trattati come un virus, e noi siamola cura», è stato detto tre giorni fa. In realtà la campagna per'spegnere' la galassia jihadista sul web è partita dopo la stragedi Charlie Hebdo, il 9 gennaio. «L'Operazione Isis continua»,

recita infatti il comunicato pubblicato dal collettivo di hacktivisti. «Siamo musulmani,cristiani, ebrei.... i terroristi che si definiscono Stato islamico non sono musulmani».

Chi sono gli anonimi di Anonymous?

Se quindi era nota la reazione di questo gruppo ai fatti diParigi resta molto poco chiaro chi siano davvero gli hackerdietro la sigla Anonymous. Come più volte scritto su Nova24

domenica24 casa24 moda24 food24 motori24 job24 stream24 viaggi24 salute24 shopping24 radio24 altri

Milano10°(cambia)

Tecnologie Business

di Luca Tremolada con un articolo di Giovanni Santambrogio

1milaConsigliaConsiglia

Nòva

Anonymous da gennaio vuole spegnere l’Isis. Chi sono gli hacker che ... http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2015-02-09/anonymous-ge...

1 di 4 10/02/2015 12:27

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Mitnick Anonymous ha logiche operative e di comunicazionecompletamente diverse da tutti gli altri, non ultimi i Lizard

Squad la squadra accusata di aver messo in ginocchio la rete di Playstation Network. Secon una penna uniamo su una mappa i target degli ultimi due anni di Anonymousotterremo un disegno di non facile interpretazione. Il gruppo di attivisti dallo scorsoorganizza, conduce e poi rivendica decine e decine di attacchi informatici ai danni di sitiweb istituzionali e di grandi aziende. Ormai orfani di Assange, non più chiamati avendicare Wikileaks, Anonymous sembra sempre più senza guida e diviso al suo interno.

I precedenti

Ricordiamo la decisione evidentemente di sperimentare una botnet privata sul sito diBeppe Grillo e le successive prese di distanza da parte della “filiale” italiana di Anonymouscon tanto di interviste rilasciate da singoli hacker a titolo personale, tweet e messaggi suiblog più o meno ufficiali rende ancora più confusa la strategia di un gruppo anarchicoanche nell'organizzazione della propria comunicazione. Tanto da spingere giornali egiornalisti a parlare di cani sciolti, recuperando dall'armamentario da bassa sociologiacategorie ed etichette nati nei movimenti indiani metropolitani del 77. «Al contrario inAnonymous come nella maggior parte degli attivisti hacker c'è una assenza di ideologia»,aveva spiegato a Nova24 Misha Glenny, il giornalista e scrittore tra i pochi che con le sueinchieste ha più volte provato a descrivere gli uomini dietro ai computer, distinguendo trale reti di cybercrime e l'attivismo hacker. «Semmai sono l'espressione politica di unaautentica frustrazione che ha radici nella crisi esistenziale ed economica che sta vivendo ilmondo occidentale. Da qui anche l'inaffidabilità di Anonymous – aggiunge Glenny -.Ultimamente si arrogano il diritto di attaccare chicchessia indipendentemente da quelloche sostengono».

Chi sono

Eppure, pochi sanno che Anonymous ha sostenuto l'opposizione siriana, colpito il cartellomessicano dei narcotrafficanti, sono tra coloro che in rete si sono contrapposti agliestremisti algerini, che hanno sbeffeggiato le malefatte delle corporation. Si sono resiprotagonisti di azioni di lotta importanti ma rischiano di rendere questo grupposocialmente e politicamente inefficace. O peggio renderlo strumento di altreorganizzazioni governative e non. Chi ha parlato con loro, ha avuto la possibilità diincontrare di persona attivisti informatici o ha sperimentato l'intrusione nella propriaposta elettronica di hacker prima di concedere una intervista, sa che questo mondo non èla Spectre. Non ci sono personaggi da fumetto, megalomani che accarezzano gatti bianchie contro-cospirazionisti che vogliono dominare il mondo. Esistono invece organizzazionidi delinquenti informatici, le solite, al soldo delle mafie locali. Ma anche comunità diesperti informatici che percorrono traiettorie imprevedibili. «Sono convinto che l'80% delcybercrime non abbia nulla che vedere con l'hacking – afferma sicuro lo scrittoreconfidente e amico degli hacker -. Non sono terroristi. Semmai la figura degli hippy èquella che più li descrive». Idealisti ma non ideologhi. Capaci di fare politica senza esserepoliticanti. Probabilmente solo tra un paio di anni capiremo se sapranno esprimere unavisione del mondo capace di dare risposte politiche concrete.

Anonymous da gennaio vuole spegnere l’Isis. Chi sono gli hacker che ... http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2015-02-09/anonymous-ge...

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LOTTA AL TERRORISMO

Gli hacker attaccano gli account Twitter e Facebook di presunti jihadisti.La Giordania annuncia: «Distrutto il 20 per cento delle capacità militari Isis»

La rete mondiale di hacker

Anonymous fa terra bruciata intorno

agli jihadisti che comunicano

attraverso il web. In un video diffuso

in Rete, l’organizzazione di

Anonymous annuncia di aver

«spento» centinaia di account Twitter

e Facebook di presunti appartenenti

all’Isis e pubblicato indirizzi ip e web

della galassia jihadista. «Sarete

trattati come un virus, e noi siamo la

cura», recita il video, pubblicato due giorni fa. La campagna per «spegnere» la

galassia jihadista sul web è partita dopo la strage di Charlie Hebdo.

LA GIORDANIA: «DISTRUTTO IL 20 PER CENTO DELLA FORZA ISIS» La Giordania

intanto ha fatto un bilancio della sua campagna anti-terrore, e ne ha divulgato i

risultati. «Con i tre giorni di raid di rappresaglia che hanno colpito «56 obiettivi»

abbiamo distrutto il 20 per cento delle capacità militari dell’Isis», ha annunciato

l’esercito di Amman in un comunicato. Dopo aver colpito i centri di coordinamento il

primo giorno, poi armi e depositi, il terzo «abbiamo colpito i militanti, dove

mangiavano e dormivano». La Giordania continuerà la sua offensiva contro l’Isis

finché il gruppo «non sarà annientato», ha detto il comandante delle Forze aeree

giordane Mansour Jbour, in una conferenza stampa in una base militare ad Amman.

«Continueremo i raid, ma in linea con i nostri piani operativi», ha aggiunto il militare

senza dare ulteriori dettagli. Dall’inizio dei raid della Coalizione, «sono stati uccisi

7mila combattenti dell’Isis».

Anonymous oscura Isis sul web «Siete un virus e noi siamo la cura» - ... http://www.corriere.it/esteri/15_febbraio_08/giordania-distrutto-20-cen...

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L’APPOGGIO DEGLI EMIRATI ARABI UNITI Secondo l’agenzia di stampa statale Wam

gli Emirati Arabi Uniti hanno ordinato a uno squadrone di caccia F-16 di stazionare

in Giordania. L’ordine è stato emesso dal principe ereditario Sheikh Mohammed bin

Zayed Al Nahyan, di Abu Dhabi. Nel documento si legge che la decisione riafferma

la «solidarietà risoluta e costante» alla Giordania e al suo ruolo di guida e ai suoi

immensi sacrifici per la sicurezza e la stabilità della regione, rappresentanti dal pilota

eroe Muazth al-Kasasbeh .

GRAN BRETAGNA, IL VIAGGIO DEL PRINCIPE CARLO Da oggi in Giordania c’è anche

il principe Carlo, che incontrerà re Abdullah II, quindi andrà in Kuwait, Arabia

Saudita, Qatar ed Emirati Arabi Uniti. Parlando della radicalizzazione dei giovani

musulmani britannici , Carlo l’ha definita «una delle maggiori preoccupazioni del

momento» e ha sottolineato che il livello a cui questa avviene è «l’aspetto

allarmante». Secondo il principe, in parte questa forma di radicalizzazione sarebbe

anche «una ricerca di avventura ed emozione». L’erede al trono ha anche detto di

sperare di poter «costruire ponti» tra le diverse fedi religiose ed espresso «profonda

preoccupazione» per la sorte dei cristiani in Medio Oriente.

Anonymous oscura Isis sul web «Siete un virus e noi siamo la cura» - ... http://www.corriere.it/esteri/15_febbraio_08/giordania-distrutto-20-cen...

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