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REMOVER 2008-2017 202 2.5 Cembrano- Maissana (SP) 2.5.1 Dati generali Il sito di Cembrano, localizzato in un’area dove affiorano gli argilloscisti del Super Gruppo della Val di Vara (Fig.217), risulta rappresentato da alcuni corpi di frana indipendenti che si sviluppano a partire dalla sommità di un duomo collinare verso valle nelle varie direzioni. L’attività (non è stata eseguita nel 2013 per l’assenza di consistenti spostamenti rilevati dalla strumentazione installata) è proseguita dal 2009 al 2016 e sospesa nel 2017. Le installazioni presenti (Fig.218) ricadono quindi all’interno di corpi di frana multipli che si sviluppano a partire dalla sommità del rilievo collinare, su cui si trova il centro abitato, e censiti nell’Inventario dei fenomeni franosi (Progetto IFFI) come segue: Inclinometri: S4 e S5 Tipo Colamento lento Stato Attivo/riattivato/sospeso Identificativo 0111025002 Area [mq] 40140 Inclinometri: (S6) Tipo Complesso Stato Quiescente generico Identificativo 0111024503 Area [mq] 60765 Di seguito si riassume l’attività di monitoraggio al 2016. Data Attività Strumentazione Sistema di misura 19/07/2016 8° lettura di esercizio sulle guide A1/A3 e sequenza di letture A1B1/A3B3 Inclinometri S1. S4, S5, S6 Sonda servoaccelerometrica biax. S060314 Tab. 10 - Misure effettuate nel 2016 nel sito di Cembrano

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REMOVER 2008-2017

202

2.5 Cembrano- Maissana (SP)

2.5.1 Dati generali

Il sito di Cembrano, localizzato in un’area dove affiorano gli argilloscisti del Super Gruppo

della Val di Vara (Fig.217), risulta rappresentato da alcuni corpi di frana indipendenti che si

sviluppano a partire dalla sommità di un duomo collinare verso valle nelle varie direzioni. L’attività

(non è stata eseguita nel 2013 per l’assenza di consistenti spostamenti rilevati dalla strumentazione

installata) è proseguita dal 2009 al 2016 e sospesa nel 2017. Le installazioni presenti (Fig.218)

ricadono quindi all’interno di corpi di frana multipli che si sviluppano a partire dalla sommità del

rilievo collinare, su cui si trova il centro abitato, e censiti nell’Inventario dei fenomeni franosi

(Progetto IFFI) come segue:

Inclinometri: S4 e S5 Tipo Colamento lento

Stato Attivo/riattivato/sospeso

Identificativo 0111025002

Area [mq] 40140

Inclinometri: (S6) Tipo Complesso

Stato Quiescente generico

Identificativo 0111024503

Area [mq] 60765

Di seguito si riassume l’attività di monitoraggio al 2016.

Data Attività Strumentazione Sistema di misura

19/07/2016 8° lettura di esercizio sulle guide A1/A3 e sequenza di letture A1B1/A3B3

Inclinometri S1. S4, S5, S6

Sonda servoaccelerometrica biax. S060314

Tab. 10 - Misure effettuate nel 2016 nel sito di Cembrano

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Fig.217 - Stralcio Carta Geologica Regionale (CARG) sc.1:25.000

Fig. 218- Posizione degli inclinometri S1. S4, S5, S6 e piezometri S3, P5 ( P1 risulta inutilizzabile) all’interno del corpo di frana

S4

S1

S6

P5

P1

S3

S5

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2.5.2 Analisi dei dati inclinometrici

Inclinometro S4 (8.5 m) – versante sud del centro a bitato

La verifica dei dataset nell’anno 2016 attraverso i “checksum” e la “deviazione standard”

non ha evidenziato anomalie strumentali nella lettura effettuata. L'elaborazione differenziale

integrale dal basso non ha evidenziato movimenti sostanziali e complessivamente i valori misurati

pari a circa 6 mm rientrano in valore assoluto all’interno di valori strumentali. Infatti anche

dall’elaborazione differenziale locale si può osservare come tali deboli movimenti siano localizzati

nei primi due metri di coltre mentre lungo tutto l’asse del tubo inclinometrico non si rilevano altre

deformazioni, fermo restando la limitata profondità di installazione della tubazione (Figg.219 e 220).

Fig.219 - Grafici relativi all’elaborazione differenziale integrale (risultante degli spostamenti) e all’elaborazione differenziale

locale (spostamenti locali) dell’inclinometro S4

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Fig. 220 - Grafico relativo all’elaborazione differenziale integrale (diagramma polare della deviazione) dell’inclinometro S4

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Inclinometro S1 (8.5 m) – centro abitato

La verifica dei dataset nell’anno 2016 attraverso i “checksum” e la “deviazione standard”

non ha evidenziato anomalie strumentali nella lettura effettuata. L'elaborazione differenziale

integrale dal basso non ha evidenziato alcuno spostamento. Le deformate integrali non mostrano

anomalie di particolare entità e i dati rilevati potrebbero complessivamente rientrare nel campo

strumentale. L’elaborazione locale non evidenzia picchi di particolare deformazione lungo tutto

l’asse del tubo inclinometrico (Fig. 221).

Fig.221 - Grafici relativi all’elaborazione differenziale integrale (risultante degli spostamenti) e all’elaborazione differenziale locale (spostamenti locali) dell’inclinometro S1

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Inclinometro S5 (8 m) – versante nord del centro ab itato

La verifica dei dataset nell’anno 2016 attraverso i “checksum” e la “deviazione standard” non

ha evidenziato anomalie strumentali nel ciclo di letture effettuate. L'elaborazione differenziale

integrale dal basso ha evidenziato uno spostamento massimo di circa 56 mm e una direzione

generale di movimento verso S, concorde con l’orientazione del versante. Le deformate integrali non

mostrano anomalie di particolare entità in profondità mentre in superficie tra -1 e -3m si assiste a

una serie di incrementi dello spostamento: tale situazione è confermata dall’elaborazione locale che

mostra un innalzamento dei valori a-2m con un massimo fino a 20mm e un ulteriore incremento

dell’ultima lettura (Figg. 222 e 223).

Fig.222 - Grafici relativi all’elaborazione differenziale integrale (risultante degli spostamenti) e all’elaborazione differenziale

locale (spostamenti locali) dell’inclinometro S5

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Fig. 223 - Grafico relativo all’elaborazione differenziale integrale (diagramma polare della deviazione) dell’inclinometro S5

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Inclinometro S6 (17 m) – versante ovest del centro abitato

La verifica dei dataset nell’anno 2016 attraverso i “checksum” e la “deviazione standard”

non ha evidenziato anomalie strumentali nella lettura effettuata. L'elaborazione differenziale

integrale dal basso ha evidenziato uno spostamento globale pari a circa 14mm e una direzione

generale di movimento verso W-SW, coerente con l’orientazione del pendio. Il piano di taglio,

peraltro non rilevato nettamente fino al 2011, è stato osservato in lentissima deformazione dal 2012

e infine documentato con le letture a partire del 2014 piuttosto in superficie. L’elaborazione locale ha

evidenziato il massimo della deformazione a -5m di profondità con 4mm di spostamento (Figg.224 e

225).

Fig. 224 - Grafici relativi all’elaborazione differenziale integrale (risultante degli spostamenti) e all’elaborazione

differenziale locale (spostamenti locali) dell’inclinometro S6

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Fig. 225 - Grafico relativo all’elaborazione differenziale integrale (diagramma polare della deviazione) dell’inclinometro S6

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REMOVER 2008-2017

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2.5.3 Conclusioni

L’alto morfologico su cui si è sviluppato l’abitato di Cembrano è caratterizzato da un

complesso roccioso attribuibile alla formazione degli Argilloscisti a Palombini. I cicli di letture fino al

2011 avevano rilevato la presenza di movimenti nel primo strato superficiale, a profondità non

superiori a 2m, in direzione S nella zona orientale del centro abitato, mentre la parte occidentale non

aveva fatto registrare spostamenti. In tale zona con le letture a partire dal 2014, invece, si è

osservata una deformazione superficiale in evoluzione a circa 5m di profondità con verso di

movimento W-SW. Gli inclinometri ubicati nei due pendii sarebbero quindi interessati da movimenti

superficiali della coltre, con spostamenti massimi rilevati nella zona orientale fino a 56mm in 7 anni

di monitoraggio (Figg.226 e 227).

Fig.226 Aree in frana che si diramano sui versanti sottostanti all’abitato di Cembrano

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REMOVER 2008-2017

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Fig.227- DTM dell’orografia del pendio su cui sono installati gli strumenti di misura

Per quanto riguarda l’idrogeologia si registra la presenza di una falda di versante presente

nel sottosuolo quasi in superficie, a profondità variabili in funzione della topografia tra -4 e -2m, con

oscillazioni del livello freatimetrico comprese in 1-2m e determinando quindi uno stato di quasi

saturazione della coltre di versante. Il grafico seguente (Fig. 228) evidenzia inoltre come la velocità

delle deformazioni sia attribuibile effettivamente a movimenti reali per la zona ove risulta ubicato S5,

mentre i valori rilevati negli altri inclinometri sono al di sotto dell’incertezza strumentale. Un discorso

a parte merita S6 che sembra aver individuato nelle ultime letture un piano di taglio in deformazione.

Si evidenzia per S5 una velocità non costante con una accelerazione importante nel periodo 2009-

2011, seguito da una fase di decelerazione fino ad agosto 2012.

Il successivo intervallo di tempo, essendo particolarmente ampio, non consente una

valutazione su accelerazioni e pause ma soltanto il computo totale della deformazione, il cui trend

nel periodo 2012-2016 risulta in linea con quanto rilevato negli anni precedenti. Quindi per quanto

riguarda lo stato di “attività” dei versanti in oggetto, per la parte orientale del versante si è osservata

una velocità media di circa 8mm/anno, mentre la zona occidentale che sembrava confermare uno

stato di quiescenza, così come definito in IFFI, con l’ultima lettura sembra essere in movimento.

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REMOVER 2008-2017

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Fig. 228 -Velocità delle deformazioni e soggiacenza della falda

Nel mese di luglio 2011 nella zona ove è installato l’inclinometro S6 (zona occidentale) è

stata eseguita una prova sismica con una stesa strumentata di 45 metri di lunghezza e 3 metri di

distanza intergeofonica che ha consentito di indagare i primi 24 metri di sottosuolo (Fig.229). Ad una

profondità di circa 20 metri si individua la transizione al substrato roccioso mentre nei primi 20 metri

la stratigrafia del versante presenta una struttura complessa. I primi 2-4 metri sono attribuibili al

suolo e ai depositi superficiali, al di sotto dei depositi più superficiali la tomografia sismica ha

individuato elementi disarticolati caratterizzati da velocità delle onde P variabili ed attribuibili a

blocchi di roccia immersi in una matrice più tenera. Tra le profondità di 14 e 18 metri la sezione

presenta una inversione di velocità delle onde P, attribuibile ad un orizzonte meno competente. I

dubbi circa la lunghezza adeguata dell’inclinometro S6 (17m) nel rilievo delle deformazioni

sembrano quindi trovare conferma dalla presenza di un basamento stabile a non meno di 20m e

quindi l’assenza di deformazioni rilevata dal monitoraggio inclinometrico potrebbe essere dovuta ad

un fenomeno di traslazione dovuto ad una installazione non sufficientemente profonda .

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Fig. 229 - Sezione sismica tomografica del pendio in frana nella zona occidentale: si osserva la presenza di un accumulo franoso di quasi 20m, il basamento disgregato (giallo) e stabile (rosso) intorno a 20m.

Dall’osservazione della Fig.230, in cui le precipitazioni sono state rapportate alle letture di S5

maggiormente rappresentative dello scollamento superficiale, si rileva una evoluzione della

deformazione dipendente dalla piovosità, con lo sviluppo di periodi in accelerazione e decelerazione.

In particolare fino al 2012 la pulsazione è avvenuta in un regime pluviometrico con piogge distribuite

che si alternano a periodi modesti come apporti ma in ogni caso collegati alla velocità dello

scorrimento. Gli anni successivi sono caratterizzati da una distribuzione disomogenea delle piogge

spesso localizzate in pochi mesi: in particolare le cumulate di marzo 2013 (540mm), gennaio e

febbraio 2014 (580mm e 448mm), novembre 2014 (543mm) e febbraio 2016 (458mm) sono

collegate a spostamenti, non sempre proporzionali alla quantità di pioggia caduta.

Si può osservare inoltre nell’ultimo periodo 2013-2016 una presenza costante di eventi

estremi, che in pochi giorni possono produrre quantitativi di pioggia di oltre 400mm come nel caso

del mese di marzo 2013 ove il quantitativo mensile è caduto nella quasi totalità in 10gg: tali eventi

coincidono temporalmente con il grande spostamento 2013-2014, mentre nel caso della cumulata di

novembre 2014 non si sono registrati eventi estremi e spostamenti. L’ultimo grande spostamento

potrebbe essere effettivamente collegato agli eventi di febbraio 2016 con 179mm in tre giorni non

consecutivi.

0 10 20 30 40 50

-20

-10

01 2 3 4 5 6 7

200

400

600

800

1000

1200

1400

1600

1800

2000

2200

2400

2600

2800

3000

3200

3400

3600

3800

4000

Cembrano S6, 35 WET iterations, RMS error 1.5 %, 1D-Gradient smooth initial model, Version 3.18

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REMOVER 2008-2017

215

Fig. 230 – Andamento pluviometrico mensile, eventi estremi (stazione CEMBR) e letture inclinometriche (S5) – periodo 2009-2017

I dati interferometrici (desunti dal sito Ambiente in Liguria della Regione Liguria) evidenziano

nel periodo 1993-2000 (ERS) spostamenti annuali dei PS inferiori al mm/anno mentre nel periodo

2004-2010 si sono registrati valori massimi compresi tra 2 e 5mm/anno. Ad oggi non sembrano

essere presenti particolari deformazioni attive sui pendii, ad eccezione della zona orientale, tenendo

ben presente che la lunghezza degli inclinometri potrebbe non essere sufficiente per definire con

chiarezza lo stato tensionale.