25 anni di riforme: troppe norme, pochi traguardi

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Gianni Dominici
Ringraziare Eleonora, Michela e Chiara
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PROGETTO

CANTIERI

Tavoli tematici avviati 250728

Esperti coinvolti

Incontri

200Articoli, 10.000 utenti unici

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25 anni di riforme:

troppe norme, pochi traguardi

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L’anno appena passato ha ulteriormente messo in evidenza, qualora ce ne fosse ancora bisogno, le contraddizioni di un paese che, a fronte delle difficoltà endemiche nel portare avanti processi di cambiamento, non riesce a valorizzare e a capitalizzare le spinte che vengono dal basso, dai diversi territori e città dove più forte ed efficace è, invece, la capacità di reagire alle sfide in atto.

Un paese contraddittorio

Questo è ancora più vero per quanto riguarda la nostra Pubblica Amministrazione la quale dovrebbe sviluppare una capacità di resilienza in grado di farla adattatore alle sfide che si trova davanti mentre, nella realtà, ci troviamo invece con delle istituzioni che non riescono ad innovare se stesse neanche nel confuso tentativo di migliorare l’attuale funzionamento.

Una PA che non si rinnova

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OccupazioneAmbienteIstruzioneSicurezza

SoddisfazioneAbitazione

Relazioni socialiReddito

Impegno civileEquilibrio tempo libero-

lavoroSalute

0 10 20 30 40

3534

3332

3025

1918

1312

4

Fonte: OCSE– Better life index, 2016

Perché dobbiamo fare le riforme?

Dobbiamo fare le riforme perché siamo indietro e fermi. Secondo il “Better life index” siamo tra gli ultimi otto paesi OCSE per occupazione, ambiente, istruzione, sicurezza e soddisfazione. Nella top ten solo per salute.

Il posizionamento dell’Italia nel Better life index 2016 – su 38 paesi OCSE

Gianni Dominici
Citare la frase di Obama
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Se tutte le riforme andassero avanti

+3,4 di PIL tra 5 anni

+0,6 di PIL tra 5 anni

Pari a 9 MLD se la riforma della PA andasse avanti

+0,9 di PIL tra 10 anniSe la riforma della PA andasse avanti

+6,3 di PIL tra 10 anniSe tutte le riforme andassero

avanti

Cosa succederebbe se le riforme funzionassero?

Fonte: OCSE 2015

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26 Anni

14 Ministri della FP

8Le

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e 15

Azi o

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La riforma della PA

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50 anniLa media dell’età degli impiegati sfiora i cinquant’anni, conseguenza di un blocco sostanziale all’entrata di giovani: quelli con meno di 35 anni erano il 10,3 % nel 2011 e ora sono l’8%, contro il 25% del Regno Unito e il 27% della Francia.

Gli impiegati sotto i 25 anni sono praticamente assenti (0,9% e quasi tutti nelle carriere militari)0,9%

Gli stipendi sono diminuiti dai 171,6 miliardi di euro del 2009 a 164,26 miliardi nel 2015, mentre sono cresciuti in Francia (da 254,1 a 281,7 miliardi) e in UK (da 186,7 a 238,82 miliardi); la media dei Paesi UE è passata da 115,3 miliardi nel 2009 a 130 miliardi nel 2015.

164,26 miliardi

miliardimiliardi

La PA che deve innovare il Paese soffre di disfunzioni croniche che nessuna riforma è riuscita ancora ad intaccare. Così gli impiegati pubblici sono troppo vecchi, poco qualificati, mal distribuiti, pagati in modo troppo difforme e con troppi dirigenti. L’impatto della riforma Madia in questo senso è ancora nullo, perché il turnover non è stato ancora in effetti sbloccato e perché i provvedimenti che riguardano dirigenza e lavoro pubblico sono ad oggi fermi o ritirati

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5 PROROGATI

16 DECRETI APPROVATI

Di questi, 2 (dirigenza e servizi pubblici) sono stati ritirati e poi sono decaduti e altri 3 (partecipate, direttori sanitari e “furbetti del cartellino”) sono in attesa di correttivi

A febbraio insieme al testo unico del pubblico impiego

Un anno di riforma Madia:cosa è successo, cosa deve ancora succedere e cosa non succederà

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In linea con i tempi schedulati nell’agenda per la semplificazione, ma lontano dai traguardi. Gli utenti attuali rappresentano solo un 4,4% di quelli che ci si aspetta tra 12 mesi (436mila su 10 milioni!). Le amministrazioni attive sono meno di 4.000, in poche hanno più di un servizio attivato, nessuna ha ancora fatto una “migrazione” completa dei propri servizi su SPID e l’integrazione di sistemi di autentificazione pre-esistenti sta creando dei problemi

SPID - sistema pubblico di identità digitale

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Domicilio digitale e Anagrafe Nazionale della Popolazione residente

Ad oggi la situazione è la seguente:solo 1 comune sui 26 che avevano avviato la sperimentazione è riuscito dopo 1 anno a migrare su ANPR. Da timeline la fase di sperimentazione è chiusa, ma se solo uno su 26 ce l’ha fatta ci si aspetta che ancora per un po’ ci dovremo tenere le 8.000 anagrafi comunali!

Senza ANPR anche il domicilio digitale è senza tetto!

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Banda ultra larga

Ancora lontani dai traguardi UE2020:

* Per la popolazione connessa a 100 Mbps siamo all’ 11% e dobbiamo arrivare al 50%. Dalle previsioni Infratel non si riuscirà ad arrivare all’obiettivo nel 2020.

* Per la popolazione raggiunte a 30 Mbps siamo al 35,4% e dobbiamo arrivare al 100%. Per Infratel questo dato è destinato a raddoppiare nel corso dei prossimi due anni, grazie al mix d’interventi pubblici e privati previsti.

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Fattura PA

Sono oltre 23.000 le pubbliche amministrazioni centrali e locali soggette a fatturazione elettronica ed a ottobre 2016 queste hanno registrato nell’IndicePA un totale di 56.712 uffici di fatturazione elettronica. Il sistema funziona, la fatturazione elettronica verso la PA si stia assestando e consolidando; la novità per il 2017 è che dal 1° di gennaio il sistema di fatturazione digitale apre alle transazioni tra privati.

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Pago PA

Al ottobre 2016 risultano aderenti al sistema dei pagamenti elettronici 14.454 amministrazioni, vale a dire circa il 62% degli Enti censiti sull’IPA alla stessa data (23.327), di questi solo il 67,5% risulta in esercizio e consente il pagamento dei loro servizi tramite pagoPA. Le operazioni di pagamento effettuate tramite pagoPA da luglio 2013 a ottobre 2016 sono state 661.809. L’obiettivo era la totale copertura per fine 2016

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L’indagine Panel PA: un’amministrazione, efficiente, efficace e trasparenteIntervistate circa 700 persone, il 78,6%

delle quali dipendenti pubblici per chiedergli che ne pensano della riforma

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Non cambierà nulla

Il mio lavoro cambierà in peggio

Il mio lavoro cambierà in meglio

0.0 10.5 21.0 31.5 42.0 52.5

37.6

40.2

22.3

Series1

Non cambierà nulla

Il mio fare impresa cambierà in peggio

Il mio fare impresa cambierà in meglio

0.0 12.5 25.0 37.5 50.0

45.0

25.0

30.0

Series1

Il mio essere cittadino cambierà in peggio

Il mio essere cittadino cambierà in meglio

Non cambierà nulla

0.0 12.5 25.0 37.5 50.0 62.5

18.9

31.8

49.3

Series1

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Tutto è affidato a leggi e provvedimenti

Non prevede un adeguato sistema di valutazione dei dirigenti

Conferisce troppo potere alla politica

E’ condivisibile nei principi guida e negli obiettivi ma non nelle azioni

Rilegge l’efficienza del Paese come un dovere della PA

Rilegge l’efficienza della PA come un diritto dei cittadini

E’ coraggiosa nell’impianto

Da una grande spinta alla digitalizzazione del paese

Ha il grande merito di porre al centro il cittadino e l’impresa

Sarà rivoluzionaria negli effetti

76

68

67

63

57

52

47

44

38

27

24

32

33

37

43

48

53

56

62

73

d'accordo %non d'accordo %

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Obiettivi della riforma Val. %

Non vedo miglioramenti 40,8

Accesso ai dati e ai documenti della Pubblica amministrazione 32,7

Miglioramento della qualità e dell’accesso dei servizi on line 30,6

Tutela dei diritti digitali di cittadini e imprese 19,2

Puntare sugli open data e sulla massima trasparenza dell’azione amministrativa come politica contro la corruzione 16,4

Riduzione del numero e semplificazione normativa delle partecipate 14,2

Introduzione di un sistema di valutazione per la dirigenza pubblica 13,5

Ridefinizione della mission e riduzione delle CCIAA 10,7

Riduzione dei costi della PA 10,4

Certezza di tempi e snellimento delle procedure per le autorizzazioni alle imprese 10,2

Definizione di modalità organizzative più snelle e razionali per la PA, con eliminazione delle duplicazioni 8,7

Valorizzare dei dipendenti pubblici come motore del cambiamento 7,8

Rafforzamento dei meccanismi di flessibilità organizzativa per la conciliazione tra vita e lavoro 5,7

Incremento di efficienza e sburocratizzazione degli enti di ricerca pubblici 4,2

Riforma e razionalizzazione della disciplina dell’avvocatura dello Stato 2,2

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Il voto alle riforme

6 4 54,5

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un visione di PA tradizionale, un approccio al cambiamento poco coraggioso;

visione orientata alla razionalizzazione e non alla qualità del servizio;

focalizzazione sulle norme, calate dall’alto;

disallineamento tra politica di riforma e gestione economica;

scarso o nullo coinvolgimento di dirigenza, autonomie locali e strutture di base sia nella definizione delle riforme sia nelle attività di accompagnamento.

0102

0304

05

Tra le ragioni del mancato raggiungimento dei traguardi:

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Un grosso rischio

L’autoreferenzialità

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Icityrate 2016

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POSIZIONE  2016 CITTA’ PUNTEGGIO POSIZIONE

2015

1 Milano 624 1

2 Bologna 565 2

3 Venezia 514 5

4 Firenze 511 3

5 Padova 509 9

6 Torino 506 11

7 Parma 500 6

8 Trento 499 8

9 Modena 498 4

10 Ravenna 496 13

Le prime

10 città

in class ific a

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Cagliari, che è la prima città del meridionale che incontriamo in 54° posizione, è infatti salita rispetto al 2015 di 6 posizioni, grazie ad un miglioramento significativo in diverse aree (people, governance, living e legalità). Ma la città metropolitana sarda non è l’unica del mezzogiorno a crescere, con lei Pescara (+5), Bari (+4), Matera (+12), Lecce (+5), Oristano (+1), Potenza (+2). Appare, inoltre, tra le prime 15 città del Sud una città siciliana: Siracusa, che sale di ben 16 posizioni dall’anno passato

Le energie del Sud, si consolida la dinamica di crescitaCLASSIFICA Sud

POSIZIONE 2016 Città PUNTEGGIO POSIZIONE

2015

1 54 Cagliari 390 60

2 57 Pescara 381 62

3 65 Bari 363 69

4 68 Matera 356 80

5 71 Lecce 353 76

6 72 Chieti 353 68

7 75 Teramo 348 72

8 76 Sassari 341 74

9 77 L'Aquila 337 66

10 79 Campobasso 311 79

11 80 Oristano 310 81

12 81 Potenza 305 83

13 82 Siracusa 305 98

14 83 Salerno 304 82

15 84 Caserta 300 95

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Convegno alla camera dei deputati

11 settembre 2014

Marzo 2016. Presentazione della proposta di legge e

apertura consultazione on line

Dicembre. Nuovo testo, con modifiche da fase consultiva e audizioni.

… Al tavolo delle Commissioni Attività Produttive e Trasporti

per emendamenti tecnici. Poi in Aula.

Sharing economy

Tagesmutter, nata in Trentino per prendersi cura in modalità collaborativa, dei bambini all’interno dell’area domestica

Common Net, nata per condividere l’accesso ad internet e combattere il digital divide anche nelle aree più remote

Officine Zero, uno spazio abbandonato trasformato in uno spazio di co-working dedicato agli artigiani.

Maggio. Chiusura della consultazione on line

La PA come cliente dei servizi sharing

La PA condivide beni e servizi con altre PA

La PA condivide beni e servizi anche con

privati

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COMUNWEB

196

Gestione associata dei servizi web

Enti locali (13 Comunità di Valle e 183 Comuni)

1,4

Milioni di euro risparmiati

800 Dataset liberati

780

Redattori 600Strutture coinvolte

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Gli spazi di gestione lasciati liberi dal pubblico sono stati via via occupati da

nuovi operatori portatori di paradigmi innovativi,

mentre la società italiana si è via via spinta verso un

modello di carattere partecipativo per la

gestione dei beni comuni.

. Un modello che impone alla pubblica amministrazione di

cambiare approccio nel rapporto relazionale con i soggetti che operano a

livello sociale.

La PA, ad oggi, ha compiuto un percorso solo parziale, lasciandosi travolgere da un cambiamento culturalmente non compreso e non riuscendo a mettere a sistema le buone pratiche nate spontaneamente sui territori.

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Enforcement

Endorsement

Costruire e rafforzare la volontà politica, sollecitando la classe politica e amministrativa di vertice a svolgere un ruolo attivo nel supporto dei processi di innovazione, a fare propri approcci nuovi nel rapporto tra governanti e cittadini, a sostenere i fenomeni emergenti collegandoli alla propria agenda politica.

Promuovere la cultura della partecipazione e il coinvolgimento reale dei cittadini e degli attori (interessati e destinatari) nei processi di innovazione. Aprire al dibattito pubblico, alla consultazione collettiva, alla condivisione di strategie e azioni per rispondere in maniera efficace ai bisogni e alle esigenze del territorio.

Fornire agli operatori della PA momenti di formazione interna e occasioni di presa di coscienza della propria mission specifica. Sviluppare competenze e strumenti

per fare innovazione. Creare le condizioni (capacity building) affinché si diffondano all’interno delle Amministrazioni la cultura dell’innovazione e le

pratiche collegate

Engagement

Empowerment

Adottare misure specifiche e

puntuali per dare effettiva

attuazione agli approcci innovativi.

Meno norme, più manuali, pi reti, più

confronto e valutazione reale.

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Uno strumento operativo a supporto del necessario cambio di paradigma per passare

dall'idea di uno Stato provvidente che autorizza (lo Stato regolatore), produce (lo Stato produttore), assiste (il Welfare State) ad uno Stato partner che si muove in un

concetto di rete, che detiene la funzione di stimolo dell'intelligenza collettiva, che

sostiene, dove necessario guida e abilita, la società verso la transizione ad un modello

collaborativo.

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La politica è pronta?