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mensile 15.000 copie in 15.000 famiglie - Distribuzione gratuita Fondato nel 1969 da Luigi Pallottino Anno XXXIX - Gennaio/Febbraio 2007 - Roma, mensile 00135 Roma - Via degli Scolopi, 31- Tel./Fax 06-35503317 - E-mail: [email protected] 243 243 www.montemario.org Ag. 1 -ViaPo 6/8 Ag.2 -ViadelVascello 29 Ag.3 -ViaG.Belloni126/28 Ag.4 -ViaCrati23 Ag.5 -Via M. Giorgio 30 Ag.6 -ViaCicerone 36 Ag.7 -Via Appia Nuova 580 Ag.9 -Via M.F.Nobiliore58 Ag. 10 -PiazzadellaTorreta 38/40 Ag. 11-ViaVal Maggia 127 Ag. 12-ViaF. Cangiullo 12 Ag. 13-Via G. Giorgis43 Fiumicino Il Foro Italico di Del Debbio L’immagine a lato, ripresa dal ricco e bel catalogo della recente mostra romana dedicata a Del Debbio (Maria Luisa Neri, Enrico Del Debbio, Idea Books), ripro- duce il piano regolatore paesaggi- stico proposto nel 1932-33 per l’allora Foro Mussolini dal fecon- do architetto. La legenda riporta le seguenti indicazioni: 1. Mono- lite Mussolini – 2. Accademia di Educazione Fisica – 3. Stadio dei Marmi – 4. Piscina coperta – 5. Piscina scoperta – 6. Stadio dei Cipressi – 7. Campi di tennis – 8. Foresterie – 9. Teatro per ginna- stica ritmica – 10. Campi di palla- canestro e palla a volo – 11. Campi di palla ovale – 12. Colle- gio convitto per avanguardisti – 13. Autoparco – 14. Scalo ferro- viario – 15. Statua monumentale 16. Magazzini di casermaggio – 17. Colonia elioterapica – 18. Villa Madama – 19. Piazzale di Ponte Milvio. I numeri 3, 6 e 11 non sono leggibili nella riprodu- zione, ma non è difficile indivi- duare i tre stadi. È interessante notare le opere non realizzate (come i numeri 9 e 15), le aree che hanno avuto altra desti- nazione e sistemazione (come quella presso i numeri 10, divenu- ta sede del Ministero degli Esteri), l’attuale Centro Don Orione (il numero 17), un tratto all’aperto della cintura ferroviaria allora pre- vista (a destra, presso la via Cas- sia). Sul Tevere notiamo, da destra, il Ponte Milvio, il Ponte Duca d’Ao- sta ed il ponte che ancora non esi- ste ma sarà realizzato prossima- mente, in versione pedonale e forse, se si confermeranno i propo- siti di qualche anno fa, anche tramviaria. Merita uno sguardo anche l’area del Flaminio, nell’ansa del fiume. La struttura geometrica delle stra- de è stata in parte rispettata, con le tre principali vie (Vignola, Guido Reni e Pinturicchio) che si dipar- tono da Piazza Gentile da Fabria- no e raggiungono via Flaminia, mentre è rimasta sulla carta la stra- da biforcata in asse con Ponte Duca d’Aosta. Impaginato 2-03-2007 11:15 Pagina 1

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Fondato nel 1969 da Luigi PallottinoAnno XXXIX - Gennaio/Febbraio 2007 - Roma, mensile00135 Roma - Via degli Scolopi, 31- Tel./Fax 06-35503317 - E-mail: [email protected]

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Il Foro Italicodi Del DebbioL’immagine a lato, ripresa dalricco e bel catalogo della recentemostra romana dedicata a DelDebbio (Maria Luisa Neri, EnricoDel Debbio, Idea Books), ripro-duce il piano regolatore paesaggi-stico proposto nel 1932-33 perl’allora Foro Mussolini dal fecon-do architetto. La legenda riportale seguenti indicazioni: 1. Mono-lite Mussolini – 2. Accademia diEducazione Fisica – 3. Stadio deiMarmi – 4. Piscina coperta – 5.Piscina scoperta – 6. Stadio deiCipressi – 7. Campi di tennis – 8.Foresterie – 9. Teatro per ginna-stica ritmica – 10. Campi di palla-canestro e palla a volo – 11.Campi di palla ovale – 12. Colle-gio convitto per avanguardisti –13. Autoparco – 14. Scalo ferro-viario – 15. Statua monumentale– 16. Magazzini di casermaggio –17. Colonia elioterapica – 18.Villa Madama – 19. Piazzale diPonte Milvio. I numeri 3, 6 e 11non sono leggibili nella riprodu-zione, ma non è difficile indivi-duare i tre stadi.È interessante notare le opere nonrealizzate (come i numeri 9 e 15),le aree che hanno avuto altra desti-nazione e sistemazione (comequella presso i numeri 10, divenu-ta sede del Ministero degli Esteri),l’attuale Centro Don Orione (ilnumero 17), un tratto all’apertodella cintura ferroviaria allora pre-vista (a destra, presso la via Cas-sia).Sul Tevere notiamo, da destra, ilPonte Milvio, il Ponte Duca d’Ao-sta ed il ponte che ancora non esi-ste ma sarà realizzato prossima-

mente, in versione pedonale eforse, se si confermeranno i propo-siti di qualche anno fa, anchetramviaria. Merita uno sguardo anche l’area

del Flaminio, nell’ansa del fiume.La struttura geometrica delle stra-de è stata in parte rispettata, con letre principali vie (Vignola, GuidoReni e Pinturicchio) che si dipar-

tono da Piazza Gentile da Fabria-no e raggiungono via Flaminia,mentre è rimasta sulla carta la stra-da biforcata in asse con PonteDuca d’Aosta.

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Anche questo è Monte Mario

Rivista mensile editadall’Associazione

AMICI DI MONTE MARIODirezione, redazione e pubblicità

Via degli Scolopi, 3100135 Roma

Tel./Fax 06-35503317E-mail: [email protected]

Direttore responsabileSILVIA SAMARITANI GIORDANI

Direttore editorialeGIO. MANTOVANI

Coordinatore di redazioneMARIELLA CASINI-CORTESI

In redazioneLUCIANA FRAPISELLI

ANNAMARIA MARCHESINIFRANCESCO ROCCO

MARIA ROSSARO

Hanno collaborato a questo numeroROSANNA BARBIELLINI AMIDEI

PAOLA FUSCO

VideocomposizionePUBBLISHOCK

Incisione e stampaGRAPHEIN SERVIZI s.r.l.

Via della Magliana, 1102 - RomaTel. 06 65004612 / Fax 06 65002416

Reg. Tribunale di Roman. 12985 del 18-9-1969

Numero chiuso il 31 gennaio 2007DISTRIBUZIONE GRATUITAÈ vietata la riproduzione di testi

ed immagini senza l’autorizzazionescritta dell’editore

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fango e nel loro sterco quandopiove, esposti al freddo, alvento, al gelo d’inverno e, d’e-state, al caldo. Perché non farealmeno un tetto per ripararlidalle intemperie? Mi sonorivolta alla Protezione Animalie poi ad un veterinario della Asldi S. Maria della Pietà, il qualemi ha rassicurata che è normalevivere così. Ma quelli allo statobrado erano liberi, in spaziimmensi, questi no, vivono inspazi angusti. Posso dire che hoi miei dubbi su certe spiegazio-ni e, siccome amo tutti gli ani-mali, il pensiero che soffranoper l’incuria e la cattiveriaumana mi rattrista. Provo tantapena per loro! C’è qualcunoche vuole interessarsi del caso,fare delle ispezioni e fugare imiei dubbi?

C.M. (lettera firmata)

Puntualizziamo Sono rimasto allibito nel legge-re nel n. 242 la lettera dellasignora (o signorina) Maria Cri-stina Saliola – che spero non siainsegnante – e il vostro relativocommento. In italiano si devescrivere sogniamo e non“sognamo”, come pretendereb-be la scrivente, per la sempliceragione che la terminazionedella prima persona plurale del-l’indicativo presente è -iamo (enon “-amo”): altrimenti scrive-remmo e pronunceremmo, allaromana, “amamo, andamo, par-lamo” ecc. Non importa che la Idi sogniamo, disegniamo e simi-li venga appena pronunciataquando si parla (ma chi sa parla-re la fa sentire); qui si tratta dinon introdurre un’incredibileeccezione di ordine grammati-cale e ortografico. Per favore,non incolpate i computer, che,almeno questa volta, hannoragione (mentre sbagliano, peresempio, nel mettere l’accentograve sulla I e sulla U, vocaliche esigono esclusivamentel’accento acuto): buon lavoro eauguri per la rivista, che seguo(e posseggo) fin dal n. 1.

Aldo Rossi

Chiediamo venia per non avercreduto al correttore del com-puter, irritati per i suoi tantitravisamenti. Sogniamo (equindi non sognamo) un corret-tore attendibile che non sosti-tuisca Tuscolo con Muscolo enon suggerisca Mario Monteinvece di Monte Mario perchéil nome di battesimo vieneprima del cognome.

I problemidi via della Lucchina Noi abitanti di via della Luc-china desideriamo comunicarviun riepilogo delle lettere e delledenunce che siamo staticostretti a fare nei riguardi delCentro Commerciale Gulliverche aziona un generatore di

corrente per tutto il giorno pro-vocando un rumore assordante,simile a quello di un elicotteroin partenza e che, anche con lefinestre chiuse, impedisce dicomunicare con i familiari,mentre mobili e vetri vibrano.Abbiamo parlato con il diretto-re del Centro, abbiamo chiama-to i vigili, abbiamo informatol’ARPA-Lazio, abbiamodenunciato la situzione ai cara-binieri. Tutto inutilmente per-ché a tutt’oggi non abbiamoricevuto alcun riscontro da nes-suna delle istituzioni. Inoltrec’è il problema sulla viabilità divia della Lucchina poiché nes-suno rispetta i divieti di sostanemmeno sulle strisce pedonalinè sui passaggi per handicappa-ti, nè davanti ai passi carrabilisebbene ci siano i cartelli didivieto. Forse quest’appellorimarrà inevaso, ma noi non cistancheremo mai di lottare per inostri diritti.

Gli abitantidi via della Lucchina

Altium silentiumPerché mi costringi a rompereil mio profondo silenzio? Più omeno come Giunone nell’Enei-de potremmo chiedere noi abi-tanti di Monte Mario, un quar-tiere scelto per la sua tranquil-lità, oggi gravemente turbato datroppi rumori (botti a tutto spia-no dovuti a feste private, conti-nui concerti di clacson per lasosta in seconda fila, tonantidiscoteche aperte fino alle cin-que di mattina, latrare di canimal custoditi, incivili centaurimotorizzati, e così via) che digiorno disturbano gravementetutti e di notte impediscono atanti di dormire. È un dirittodegli umani – ma, vorrei sotto-lineare, anche degli animali – ilriposo e la tranquillità, sancitodalla Costituzione. A dire laverità questo diritto lo ricono-sce in continuazione anche lagiurisprudenza: penso alla sen-tenza della Corte Costituziona-le riportata sulla stampa, chenella difesa del “diritto costitu-zionale al riposo e alla quiete”commina pene anche se lesoglie del rumore non superanoi limiti fissati per legge e pur-ché si produca disturbo alla“sensibilità media” e alla“comune tollerabilità”. E c’è dipiù: questo diritto va fatto rico-noscere anche “nel caso in cuivenga leso l’interesse di unapersona singola”.Senza emettere lai sui cambia-menti della società attuale, nonsi può non rilevare che comin-ciano ad essere tante le vociche chiedono di rispettare talediritto, seppure non escludendo“la notte dei deejay per il dirit-to a divertirsi”. “La calda estatedel frastuono”, “Notti d’estate:la barbarie dei rumori”: sonoalcuni dei titoli di protestaapparsi questa estate. Intanto

Daniel dei libriDa qualche settimana non è più un extracomunitario.Rumeno, vive da noi e svolge la sua attività all’angolo diuna strada, nel vero cuore di Monte Mario. Ogni mattinaspazza il luogo di lavoro e lo libera da mozziconi di siga-rette e cartacce che i passanti buttano in terra. Poi preparail suo scranno, una semplice cassetta di legno, si siede, einsieme al suo cane aspetta.Al suo paese d’origine, dove insegnava educazione fisica,ha moglie, anch’essa insegnante, e due figli studenti dimedicina che da lontano sostiene. A suo modo fa anche cul-tura perché contribuisce alla divulgazione e allo scambiodelle idee accettando in dono oltre a qualche monetina, libriche dopo averli sistemati su un banchetto offre a sua voltaai passanti. Così chi vuole dargli un euro riceve un grazie euno dei libri in esposizione.Anche questo è Monte Mario.(Disegno di Simona Aragno) S.G.

l’ISCOM (Istituto superioredella comunicazione e delletecnologie), constatando comela pubblicità televisiva superi 8volte su 10 i limiti di legge, sot-tolinea che solo 5 cittadini su10 lo avvertono. “Assuefatti alrumore”, titola il commento.Ma davvero tutti riescono ad“assuefarsi”, se i cani si impau-riscono, i bambini si svegliano,la gente che dovrebbe poi lavo-rare non riesce a dormire? Lepallottoline nelle orecchie ser-vono a poco e comunque nontutti le possono usare, fa osser-vare Piero Ottone, stimato egarbato giornalista, che dadiversi mesi si sta facendoalfiere di una civile, ma ferma,protesta contro l’ “assalto deifracassoni”, contro il “flagellodella musica urbana”. Lo stessoOttone, ricordando le misureche altri paesi hanno intrapresocontro l’inquinamento acusti-co, stigmatizza la troppo fre-quente indifferenza dei tutoridell’ordine verso questo pro-blema che, interessasse puresolo dieci se non cento o millefamiglie, è una forma di violen-za verso il prossimo. Ci invita alottare. Riusciremo, noi diMonte Mario, a farlo in modocivile, ma tenace?

Anna Rita Guaitoli

Il fontanile di Pio IXin degradoChiedo il vostro aiuto perchéun piccolo gioiello di Roma ètenuto in un visibile degrado.Vi parlo di via Trionfale all’al-tezza del civico 7183 dove cisono, credo, tre villini ristruttu-rati e un bel fontanone. La via èsempre sporchissima, il fonta-none dovrebbe essere ristruttu-rato e la via, sempre Trionfalema sotto a quella nuova, credoche non sia illuminata. A chi mipotrei rivolgere per denunciarequesto degrado, e voi nonpotreste fare un articolo sul vs.interessante giornale?

Rita Bolzonetti

Il “fontanone” è il ben notofontanile di Pio IX, del qualeabbiamo più volte lamentato il

degrado e la “via” è il vicoloincassato al vecchio livellodella Trionfale, che costeggia ivillini ed il fontanile stesso.

“Roma ti fa sognare,non la segnare”

Ho visto con molto piacere dueaddetti al decoro urbano stacca-re, in via Trionfale, tutti gliavvisi di vendesi, affittasi,cedesi, offresi e i messaggipubblicitari non autorizzati.Non si potrebbe allargare l’ini-ziattiva a tutti i muri del quar-tiere, oggetto di questa incivilepratica, cominciando dallaparete delle Poste del piazzaledelle Medaglie d’Oro?

B.d.C. (lettera firmata)

Poveri cavalli Vorrei far presente al vostrogiornale, di cui sono un’assidualettrice, un problema che mi stamolto a cuore: riguarda unmaneggio con circa una decinadi cavalli, situato dietro il “DonOrione”, sulla via Camilluccia,nelle cui vicinanze mi recospesso a passeggiare con unamia amica. Mi ha impressiona-to sfavorevolmente la spiega-zione dataci dal custode, alquale abbiamo rivolto alcunedomande sulla vita di queicavalli. Povere bestie! Nonhanno alcun riparo, immersi nel

Balduina: manutenzionedelle stradeRitorno purtroppo sull’annosoproblema della manutenzionedelle strade della Balduina. Èdal 2003 che ho copie di letteredi risposta e di assicurazionicirca il prossimo inizio di lavo-ri di rifacimento di alcune vie.Prendendo atto della potaturadegli alberi richiesta mesi fa edeffettuata in via Sesto Rufo(solo nella parte destra dellastrada.) faccio presente con lamassima cortesia che è urgen-tissimo: rifare l’asfalto sui mar-ciapiedi di via Lattanzio, viaRufo e via Floro (quest’ultimaha anche i gradini a pezzi).Rifare il manto stradale di viaRufo (dove ci sono solchilungo i marciapiedi che nonpermettono il parcheggio delleauto!), di via Lattanzio, rifa-cendo le strisce pedonali,vistala presenza di 2 scuole con1500 alunni, e finalmente ren-dendola completamente a sensounico, visto l’aumento del traf-fico dovuto anche alla recenteapertura di un hotel a 4 stelle eal movimento di bus turisticiverso lo stesso. La strada èsempre della stessa larghezzacon le stesse auto parcheggiatee pertanto è diventato davveroimprocrastinabile pensare diinstaurare il senso unico sindall’inizio della strada in piaz-za Giovenale, visto anche l’altonumero di incidenti frontalidegli ultimi anni.

Roberto Cannavò

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“Progetto e destino” potrebbe esse-re il titolo della storia del Foro Ita-lico. Per la prima volta, dopo l’epo-ca romana, il “Foro” esce dallenorme di casualità che avevanocaratterizzato gli impianti sportiviitaliani e si presenta come un com-plesso di spazi funzionali a un pro-getto educativo. Il luogo è pensatonon isolato dalla città ma saldato alquartiere delle Vittorie e tale daqualificarlo. L’area prescelta è ubi-cata lungo le sponde del Tevere,alle pendici di Monte Mario. Il pro-getto è di Del Debbio. Il destinodeve essere ricercato nelle vicendepersonali dell’architetto. Del Deb-bio era nato a Carrara, aveva fre-quentato l’Accademia di Carrara eaveva vinto il pensionato artistico aRoma.Nel 1926-27 gli era stato affidatol’insegnamento della disciplinatecnica delle costruzioni sportivenell’appena costituita ScuolaSuperiore fascista di Educazionefisica voluta da Bottai. È di DelDebbio l’idea di collocare la scuo-la, non nei pressi dell’Università,come era stato previsto, ma allependici di Monte Mario, “ancoraintegre nel loro verde folto edaccorpato”. Nel 1926 era natal’Onb (Opera nazionale balilla),ente che si occupava dell’educa-zione fisica dei giovani, seguendo inuovi criteri di igiene e di eliotera-pia. Presidente dell’Onb era Rena-to Ricci, onorevole di Carrara.L’incontro tra l’architetto e il poli-tico fu determinante per la realiz-zazione del “Foro Mussolini”. Lascuola di Educazione fisica fu ilprimo edificio del Foro. Del Deb-bio ha spesso ricordato le difficoltàche ha dovuto superare per realiz-zare il centro sportivo sulle spondedel Tevere, in una zona al di sottodel livello del fiume ma, proprio laposizione del terreno ha suggeritola possibilità di creare” più agevol-mente e con maggior bellezza, almodo classico, gli invasi dei campida gioco senza alcuna costruzionein elevazione che avrebbe certa-mente disturbato la suggestiva bel-lezza ambientale naturale ivi esi-stente; nell’economia che se nepoteva trarre [...] nel beneficio,impedendo la costruzione di unquartiere [...] che avrebbe causatoper sempre la deturpazione delmagnifico luogo [...] e privato i cit-tadini del godimento di un ampiospazio”. È evidente che il luogo hadettato le leggi; le frasi, riprese dauna lettera dell’architetto a unamico, sono una pagina di diario,ma anche un tracciato del program-ma didattico che dalla facoltà diarchitettura per decenni Del Deb-bio, professore amatissimo, avreb-

Enrico Del Debbioe la cittadella dello sport

Orazio Amato, Ritratto giovanile diEnrico Del Debbio, olio, 1921.

Tre cartoline del Foro Italico. Archivio storico dell’AssociazioneAmici di Monte Mario.

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be svolto. Sono anche un esempiodi come sia stato possibile salvareun patrimonio paesaggistico controgli interessi dei proprietari dei ter-reni necessari per la realizzazionedella cittadella dello sport (tra iproprietari i nomi più importantid’Italia); queste pagine sono unmonito a non deturpare con“costruzioni in elevazione”!

Nella comune origine carrarese diRicci e di Del Debbio incontriamo“la cava”; il marmo di Carrara è ilvero segreto dell’architetturamoderna romana; a decenni didistanza, di dibattiti sull’architettu-ra moderna, gli edifici romani sonorimasti intatti nella loro purezza diun bianco metafisico. Roma è lapiù bella città moderna del mondo.

Non è un paradosso. Già Miche-langelo aveva scelto Carrara per isuoi marmi! Una scelta di durabi-lità, scelta antitetica allo spiritoconsumistico, con cui il Novecentosi chiude. Il Foro Mussolini èanche la testimonianza emblemati-ca della poetica del Novecentofigurativo, si è normalmente affer-mato, ma in realtà il discorso è piùarticolato; l’ambiente artisticoromano ha una sua specificità cheva ricercata nei circoli degli artistiche si incontravano tra via Margut-ta e via Ripetta, nelle associazioniartistiche romane. Il bel ritratto diDel Debbio fatto da Orazio Amatoè la testimonianza di quel patto traDel Debbio e l’ambiente di viaMargutta.Del Debbio fu rimosso dalla dire-zione effettiva del cantiere dellecittadelle? Ricci cadde in disgra-zia. Luigi Moretti è voluto da DelDebbio o fu imposto? Il Foro Mus-solini, come parte Nord di Roma,come aveva deciso Del Debbio fuportato a termine in pochi anni; gliscultori con i loro studi, non sem-pre avevano finito i lavori, moltistudi furono distrutti. Nel 1956-60si conclude la storia del piano pae-saggistico.Quel particolare rosso pompeianodegli edifici, solcato dal bianco diCarrara, ha creato un modello pergli artisti della scuola romana, pur-troppo è inimitabile dai tecnici dioggi. La tinteggiatura è un proble-ma di restauro pittorico e come taledeve essere affrontato.La bella mostra dedicata a DelDebbio, alla Galleria Nazionaled’Arte Moderna, è in sincronia conle mostra dedicata a Loos; coinci-denza casuale o volutamente coin-cidente? Loos rimane per i giovaniarchitetti romani degli anni Venti,il punto di riferimento più impor-tante.“Abolire la decorazione”. Cosarimane del rapporto tra architetto emaestranze se si abolisce la deco-razione? Questo era un problemadi difficile soluzione, a Romacome a Parigi.

Rosanna Barbiellini Amidei

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La chiesa di San Pio X, erettaa parrocchia nel settembredel 1957 su decreto del cardi-

nal Clemente Micara e affidata alclero diocesano di Roma, ebbecome territorio di sua competenzaquello racchiuso, grosso modo,entro i confini che da via Amman-nato tagliano via Friggeri e viaFesto Avieno, proseguono su viaPolibio e via Cecilio Stazio versoviale delle Medaglie d’oro, che per-corrono fino a viale Tito Livio, perpoi ritornare sullo stesso viale delleMedaglie d’oro; da qui raggiungo-no piazza Friggeri, largo Maccagnoe via Papiniano, risalgono su viaRomeo Rodriguez Pereira e viaUgo de Carolis fino all’altezza divia Ammannato.Progettata da Alberto Ressa, lachiesa domina piazza della Baldui-na che lambisce con una doppiascalinata, quasi due braccia proteseverso i suoi 15.000 parrocchiani.Molti di questi sono benestanti,altri lo erano ed oggi la dignitàimpedisce loro di chiedere l’elemo-sina, rendendo difficoltoso l’aiuto,sia attraverso le attività religiose siaattraverso quelle a carattere sociale. Fra queste ultime sono da citare laCaritas e la San Vincenzo, presen-ti con un “Centro di ascolto” rivol-to a quelle persone che hanno biso-gno di sostegno e consiglio perrisolvere i loro problemi. Sono pre-

Le attività sociali delle parrocchie di Monte Mario

San Pio X

Le immagini sono tratte da Realizzazioni estudi nel settore edilizio, Società GeneraleImmobiliare”, 1961.

visti visite domiciliari, ricerca diposti di lavoro, supporto nell’e-spletamento delle pratiche buro-cratiche. Oltre a questo Centro laCaritas offre, attraverso Insieme sipuò, un valido appoggio per i pro-blemi procurati dal disagio menta-le, ed è rivolto specialmente aquelle famiglie che devono sop-portare il peso morale e materialedi un loro congiunto colpito da unmale simile.La parrocchia si occupa dei giova-ni mettendo a loro disposizione trecampi all’aperto per le attivitàsportive, e si preoccupa anche deibambini delle elementari e dellaMedia con il doposcuola, tenutodai volontari de Gli amici diSimona. Per i meno giovani ilCentro anziani organizza proie-zioni di film, incontri conviviali,corsi di lingua, di storia, di pittura.Inoltre non mancano le occasioniper utilizzare la palestra dove sonopredisposti corsi di ginnastica arti-stica per i bambini, di ginnasticadolce per signore più o meno gio-vani. La sera si balla.Ma non si dimenticano le popola-zioni più sfortunate, come quellache vive in Zambia, dove il parro-co con alcuni volontari si reca duevolte l’anno per portare viveri,vestiti, materiale scolastico. Ilpunto di riferimento è un Centro,tenuto dalle suore, dove vivonoanche i bambini adottati a distanzapresso la stessa parrocchia di SanPio X.Da circa un anno è aperto il Centrodi consulenza familiare tenuto davolontari che, pur non essendo psi-cologi, hanno seguito un corsotriennale presso il “Centro La Fami-glia” di via della Pigna, e perciòpreparati all’ascolto di chi soffreper una qualche difficoltà di rela-zione sia con se stesso sia con glialtri: figli, genitori, partner. Infattitramite il solo ascolto la persona sisente capita e può, quindi, attivarele sue risorse per vincere la solitudi-ne o per comunicare con gli altri.Infine, il coro parrocchiale accom-pagna la liturgia con musica sacra.In questo periodo fervono i prepa-rativi per organizzare le feste per il50° anno della parrocchia che sisvolgerà a settembre. Sono previ-sti, oltre le celebrazioni sacre, con-ferenze, concerti d’organo e unamostra storico-rievocativa sulleprime attività del San Pio X. Ilmateriale sarà raccolto anche conl’aiuto dei parrocchiani che sonoinvitati, in mancanza di documenti,a fornire le loro memorie le qualisaranno poi concretizzate in unfascicolo.

M.C.C.

In alto, la chiesa appena completata.A sinistra, veduta dell’interno: ilrivestimento dei pilastri è in travertinoscuro e il soffitto in quercia.

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PREMIOMONTE MARIO 2007

APRITE IL CASSETTOE FATE USCIRE I VOSTRI SOGNI

L’Associazione Amici di Monte Mario organizza la 2ª edizione delPremio Monte Mario, aperta agli artisti dilettanti che vivono e/o ope-rano nel territorio di Monte Mario. Il termine per le iscrizioni è fis-sato al 30 marzo prossimo; la premiazione avverrà nel corso di unamanifestazione prevista per la seconda metà di aprile, presso la Resi-denza Monte Mario, in via degli Scolopi 31. Per informazioni gliinteressati possono rivolgersi alla segreteria dell’Associazione negliorari di apertura (lunedì e venerdì, dalle 15.30 alle 18.30; mercoledìdalle 10.00 alle 13.00), oppure tramite la segreteria telefonica (0635503317) o la posta elettronica ([email protected]),od anche prendere contatto direttamente con la dott.ssa PatriziaTorlonia (06 35498208, dal lunedì al venerdì, dalle 8.00 alle 10.00).

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Lavori in corso per il restauro della Torre piezometrica di Acea situata all’in-terno del Centro idrico di Ottavia. La ristrutturazione, ad opera della stessaSocietà che gestisce il servizio idrico integrato della capitale, prevede il rifaci-mento completo dell’intonaco della struttura che risale alla fine degli anni ‘50. LaTorre alta 45 metri ha sulla sommità un serbatoio contenente 500 metri cubi diacqua potabile ed è al servizio dell’area circostante. Il Centro idrico di Ottaviasvolge un ruolo di grande importanza: qui, infatti, convergono le acque delPeschiera destro, del nuovo acquedotto del lago di Bracciano (utilizzato solo incaso di emergenza) e della condotta Monte Carnale-Ottavia. Quest’ultima svol-ge la funzione di collegamento tra gli acquedotti in destra del Tevere e il Peschie-ra sinistro. La costruzione del nuovo Centro, che amplia e completa l’impianto giàesistente, ha richiesto un accurato studio sull’affidabilità, la sicurezza e la flessi-bilità della gestione del sistema idrico. Il centro è costituito da una vasca di riunio-ne e disconnessione idraulica, una galleria di derivazione dall’acquedotto delPeschiera e dal circuito idraulico delle tubazioni. Le portate in arrivo al nuovo cen-tro idrico dal Peschiera destro (3.800 litri al secondo), dal Peschiera sinistro (1.200l/s) e, durante le emergenze, dall’acquedotto di Bracciano (portata variabile fino a4000 l/s), si uniscono nella vasca di miscelazione e disconnessione dove la qua-lità dell’acqua viene monitorata 24 ore su 24. La vasca di riunione (che è la stes-sa in cui avviene la disconnessione idraulica), posta a circa 130 metri sul livellodel mare, consente inoltre di alimentare a gravità gran parte della rete idrica cit-tadina senza dover utilizzare impianti di sollevamento conferendo al sistema unelevato grado di sicurezza.

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Su iniziativa del “Forum a Nord-Ovest” e delle Associazioni S. Ono-frio onlus e Igea, si è svolta il 17 gen-naio un’assemblea di cittadini perdiscutere sul progetto di allargamen-to di via Trionfale nella tratta com-preso tra via Stresa e il nuovo ingres-so del Policlinico Gemelli, ovverodella parte interna dell’interventocostituente il 2° stralcio del Passantea Nord-Ovest.L’assemblea, constatato che l’apertu-ra del Passante ha alleggerito il traffi-co sulla tratta in questione e che cio-nonostante l’Assessorato ai LL.PP.non intende procedere ad una revisio-ne del progetto di allargamento, haapprovato per acclamazione unappello al Sindaco affinché ricevauna delegazione di cittadini “rece-dendo dall’attuazione del progettocosì come prospettato e disponendo,in attesa di decisioni condivise e par-tecipate, la sospensione dell’iter del-l’appalto dei lavori di allargamentodi via Trionfale nella tratta menzio-nata”. Vengono preannunciate, incaso di non accoglimento, “tutte leforme di protesta pubblica” ed even-tuali “denunce agli organismi compe-tenti per le responsabilità contabiliconnesse allo sperpero di denaropubblico”.Alla base della presa di posizione stala considerazione che la cancellazio-ne dell’allargamento “eviterebbe loscempio di piazza Monte Gaudio, ildimezzamento del parcheggio anti-stante la scuola Nazario Sauro, unsacrificio non piccolo del ParcoSant’Onofrio in una delle sue partipiù fruibili, il taglio di un certo nume-ro di platani antichissimi” e soprattut-to “una spaccatura sempre più marca-ta del borgo Sant’Onofrio intorno aduna via Trionfale di largo scorrimen-to, con tutte le conseguenze in termi-ni di sicurezza degli attraversamentied ambientale”. Nella mozione appro-vata si sostiene inoltre che la minorespesa potrebbe essere destinata allasoluzione degli ingorghi di via Fani e

via Igea, nonché al miglioramento divia Trionfale nella tratta compresa tralargo Cervinia ed il bivio di via dellaCamilluccia. Si osserva poi che gliingorghi di traffico si manifestanooggi all’uscita del Passante, nei pres-si del “Mc Donald”, a causa del man-cato allargamento della tratta esternadella via Trionfale e si suggerisce larealizzazione di una rotatoria “a gran-de raggio, su cui innestare gli ingres-si e le uscite dal tunnel (incrocio viaTrionfale – dir. centro; direttrice viaSappada – via del Forte Trionfale –via Girolamo Nisio – via Tenuta S.Agata – v. Trionfale – dir. fuoriRoma; via Pineta Sacchetti)”. Silamenta infine che “i cittadini sonoancora in attesa della partenza di untavolo congiunto DipartimentoLL.PP., Dipartimento Mobilità delComune di Roma e Associazioni conl’obbiettivo di analizzare e valutareuna serie di interventi di riqualifica dipiazza Monte Gaudio”.Non riteniamo che le sacrosante esi-genze di sicurezza e tutela ambienta-le della zona di Sant’Onofrio debba-no portare ad un radicale rifiuto del-l’allargamento della strada ed abbia-mo sempre sostenuto che il soddisfa-cimento di dette esigenze possanoessere coniugate con un’adeguatasistemazione della strada. La ristrut-turazione di via Trionfale, tra piazzaMonte Gaudio ed il nuovo ingressodel Policlinico Gemelli, è necessaria,oltreché per motivi di disegno urba-no, per realizzare due cappi di ritornoche consentano l’uscita agevole esicura dal Policlinico Gemelli versoNord e l’eliminazione della pericolo-sità dell’attuale innesto di via degliScolopi. Ma una strada più larga nonsignifica necessariamente maggiorevelocità dei veicoli e maggiore insi-curezza negli attraversamenti pedo-nali; semafori ed isole intermediepossono anzi portare ad una situazio-ne più favorevole di quella odierna.L’antichità dei platani, specie oggicondannata, non è un fattore positivo

L’allargamentodi via Trionfale a S. Onofrio

e la ristrutturazione potrebbe essereoccasione di un efficace rinnovodelle alberature, mentre i parcheggipossono trovare riconfigurazioni ecompensazioni. Su altri aspetti potre-mo soffermarci successivamente.In definitiva riteniamo che un tavolodi lavoro costruttivo possa portare adindividuare appropriati aggiustamen-ti del progetto, che consentano le fun-zionalità viabilistiche che sono obiet-tivo del progetto di allargamento edall’altro non solo salvaguardino mamigliorino la vivibilità della zona. E,certamente, la riqualificazione dellapiazza di Monte Gaudio è un fonda-mentale tassello; oggi è un informeparcheggio tagliato dalla Trionfale(e, a proposito, avete provato adattraversarla?).

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In gennaio la zona di via Proba Petro-nia, via Lattanzio e via Appiano èrimasta nuovamente senza autobusper più di una settimana. Infatti, acausa dei lavori di rifacimento di unallaccio fognario nel tratto alto di viaAppiano, la strada è stata interrotta ela linea 990 ha abbandonato total-mente la collina soprastante piazzaGiovenale, condannando ancora unavolta i numerosi residenti della zona,tra cui molti anziani, a lunghissimipercorsi a piedi, ed anche in salita.Nessuno ha pensato di accelerare ilavori dell’Acea per ridurre la duratadell’interruzione, nessuno ha pensatodi istradare la linea 990 su via Lattan-zio (dove transitava nel passato) percontenere il disagio. E i laconici car-telli dell’Atac non solo non davano

Proba Petronia senza autobus

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Tutti in corocantiamoIl coro polifonico Santa Chiara,diretto dal maestro Paolo Teodori,si riunisce ogni mercoledì dalle 21alle 23 nelle sale della parrocchiaomonima. Ora ha bisogno di incre-mentare le voci maschili: tenori ebassi ma gradirebbe anche quellefemminili, specialmente contratti,meglio se conoscono la musica.Perciò invita quanti hanno deside-rio di partecipare, a telefonare ainumeri: 06 36308994 - 0635491506, oppure a presentarsidirettamente a una delle prove.

alcuna indicazione sulla durata delladeviazione, ma tutti indirizzavanogenericamente in via De Carolis,anche quando la fermata esercitatapiù vicina era quella di via Marziale.Che dire? Ripetuti, sconfortantiesempi di disattenzione alle esigenzequotidiane della cittadinanza.

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Inaugurato, il 23 gennaio, il trenta-seiesimo svincolo del GRA sullaTrionfale all’altezza di via Ipogeodegli Ottavi. Due bretelle lunghepoco meno di due chilometri cia-scuna: una in carreggiata esterna,che dalla Giustiniana si innestadirettamente sul raccordo e l’altra,in carreggiata interna, che dal GRApermette di immettersi a Palmarolae Selva Candida. L’opera, costata52 milioni di euro, di cui 4,5 a cari-co dell’amministrazione comunale,sarà completata a giugno e da allo-ra sarà possibile raggiungere il rac-cordo direttamente dalla via Trion-fale. Il costo totale dei lavori del-l’intero lotto ha richiesto un inve-stimento pari a 83 milioni di euro.In precedenza non esisteva alcunvincolo di collegamento tra il rac-cordo anulare e la via Trionfale, e iresidenti di Ottavia, della Giusti-niana e zone limitrofe e tutti gliautomobilisti provenienti dalla pro-vincia di Viterbo, erano obbligati

ad utilizzare lo svincolo della viaCassia, consolare già molto appe-santita dal traffico veicolare. Lanuova ucita permette ora il rapidoraggiungimento della via Aurelia,dell’aeroporto di Fiumicino e dellagalleria Giovanni XXIII, oltre amettere in collegamento il GRAcon la stazione FR3 di Ipogeo degliOttavi, potenziando l’interscambioferro-gomma. Alla cerimonia di inaugurazione hapreso parte il presidente dell’AnasPietro Ciucci, il quale ha assicura-to che entro pochi mesi verrannocompletate e consegnate tutte leopere restanti del Grande Raccor-do Anulare: “Entro l’estate sarannopronti il nuovo ponte sul Tevere, ilnuovo svincolo con la Flaminia egli ultimi lavori del lotto Trionfa-le”. Il lotto in questione ha originedopo la galleria di Selva Candida etermina in prossimità della viaCassia, sottopassando la via Trion-fale con due gallerie naturali e un

Grande Raccordo Anulareora anche da via Trionfale

tunnel di svincolo. Tale tratto, inse-rito nel territorio vincolato delparco naturale dell’Insugherata, harichiesto un impegnativo lavoro dimodifica dell’andamento planoal-timetrico; in particolare è stataabbassata la quota del piano stra-dale di circa venti metri. Restanoora da ultimare la galleria Trionfa-le in carreggiata interna, il viadottoQuarto degli Ebrei in carreggiatainterna ed il completamento dellosvincolo tra il GRA e la via Trion-fale in direzione nord. “Quest’a-pertura” ha spiegato il sindaco Vel-troni, intervenuto al taglio delnastro “consente a una parte delquadrante nord ovest di Roma diavere accesso diretto al GRA senzadover utilizzare un’arteria già pro-vata dal traffico come la Cassia.L’obiettivo di quest’amministra-zione infatti è creare delle alterna-tive moderne ed efficienti all’auto-mobile” ha aggiunto “e quest’ope-ra è un’incentivo all’intermodalità,ossia all’uso combinato di automo-bile e mezzi pubblici. Credo che lacombinazione di trasporto su

gomma più ferro possa far sì che siraggiungano agevolmente tutti iquartieri della città”.Il sindaco ha inoltre ribadito gliobiettivi dell’amministrazionecomunale di aprire cinque nuovestazioni della metropolitana entro il2010 e altre venti nel 2011. Obiet-tivo condiviso da Antonio Di Pie-tro, ministro delle Infrastrutture,presente alla cerimonia: “Quandosi tratta di infrastrutture dovremmoavere la saggezza di abbandonarele polemiche politiche e i particola-rismi per il bene della collettività”ha dichiarato “servono capitali etanta buona volontà”. Ma per ilquadrante nord ovest le novità nonsono finite: “Quest’opera è ancorpiù importante in previsione delraddoppio della via Trionfale” hadichiarato l’assessore comunale aiLavori pubblici Giancarlo D’Ales-sandro “entro il 2009 infatti saràpronto il tratto compreso tra viaStresa e via Chiarugi e poi sicomincerà a realizzare quello davia Chiarugi al GRA”.

Paola Fusco

Un cantiere base del GRA ed il nuovo viadotto della carreggiata esterna,visti dal piazzale della fermata ferroviaria di Ipogeo degli Ottavi.Del viadotto della carreggiata interna, in costruzione, si vedono le pile.

Un nuovo tratto del GRA, ad Ovest della via Trionfale, visto dalla bretellaproveniente dalla via Trionfale stessa. È in funzione la sola carreggiata ester-na, utilizzata a doppio senso, mentre quella interna è ancora in costruzione.A sinistra delle due gallerie artificiali del GRA si vede lo sbocco della galleriache connetterà la zona di Ipogeo degli Ottavi con il GRA in direzione Cassia.

Il nuovo tracciato del GRA, verso la via Cassia, ripreso dal pontedella via Trionfale sul tracciato abbandonato. Dietro al tetto rosso si vedeuna galleria artificiale della carreggiata esterna sulla qualeè provvisoriamente convogliato il traffico di ambedue i sensi di marcia.

Presso la Giustiniana, il sottovia ferroviario di via San Giuseppeda Copertino costituisce l’imbocco della bretella di collegamentodella via Trionfale con il GRA.

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L’adeguamento del Grande Rac-cordo Anulare nell’arco di Nord-Ovest ed in particolare nel trattoche più ci interessa, ovvero quel-lo a cavallo della via Trionfale, èopera complessa, che riguarda sial’autostrada, di cui viene aumen-tata notevolmente la capacità, siai collegamenti con la viabilitàlocale. A lavori finiti sarà possibi-le entrare direttamente sul GRA,in ambedue le direzioni, dalla viaTrionfale e, all’inverso, dal GRA,provenendo tanto da Ovest quan-to da Est, si potrà raggiungeredirettamente la via Trionfale edanche parcheggiare presso la fer-mata ferroviaria di Ipogeo degliOttavi, per poi proseguire intreno, verso il centro o versoViterbo.La situazione del territorio attor-no all’intersezione tra GRA eTrionfale, di morfologia irregola-re e soprattutto occupato dadiversificati insediamenti, non hapermesso di realizzare uno svin-colo di geometria convenzionalee relativamente compatto. Si èinvece dovuta progettare unacomplessa rete di bretelle con unnotevole sviluppo ed alcuni trattiin galleria.Le opere ora aperte all’utilizza-zione si trovano tutte ad Ovestdella via Trionfale ed offrono solouna parte dei benefici attesi; con-sentono infatti soltanto di imboc-care il GRA in direzione Aureliaed oltre venendo da via Trionfalee di sboccare sulla via Trionfalevenendo dal GRA, lato Aurelia.La bretella da via Trionfale alGRA in direzione Aurelia ha ini-zio, presso la Giustiniana, dal sot-tovia ferroviario di via S. Giusep-pe da Copertino e corre, più omeno parallela alla Trionfale, dal-l’altro lato della ferrovia; supera-ta una rotonda, che accoglieràsuccessivamente altri rami dellosvincolo, piega a destra e si inne-sta nella carreggiata esterna delGRA. Molto bene per chi provie-ne dal fuori Roma, ma chi vieneda Monte Mario deve proseguireper la Trionfale per più di un kilo-metro oltre il GRA e poi tornareindietro.La bretella che permette il colle-gamento opposto si stacca dalGRA alcune centinaia di metriprima della via Trionfale e, dopoun tratto in galleria (chiamata“Villa Romana Ovest”), procedeall’aperto per andare a connetter-si da un lato con via Ipogeo degli

Ottavi e quindi con la Trionfale edall’altro con il parcheggio diIpogeo degli Ottavi. Da questaparte va meglio, per chi è direttoverso il centro, giacché non èobbligato a fare un giro vizioso.È già pronta un’altra galleria, conun fornice affiancato alla “VillaRomana Ovest” (e chiamata,questa, “Villa Romana Est”),che, sviluppandosi in curva versodestra, permetterà di entrare nellacarreggiata interna del GRA,cioè in direzione Cassia ed oltre,provenendo dalla Trionfale e daIpogeo degli Ottavi. Ciò potràavvenire quando sarà completatala carreggiata interna, in partico-lare il viadotto che precede lalunga galleria mediante la qualeil GRA sottopassa ora ferrovia evia Trionfale, ad una quota moltopiù bassa della precedente.Oltre alla carreggiata interna delGRA, restano da completare ilsistema di rampe ad Est dellaTrionfale ed i rami di viabilità tratali rampe, la zona di Ipogeodegli Ottavi e la sopra menziona-ta rotonda. Ma non si dovrebbeattendere molto.

Le opere dello svincolo GRA/Trion-fale sul lato Ovest della via Trionfale.Disegno schematico non in scala, nelquale sono evidenziate le due bretellegià aperte al traffico, mentre in violasono indicati i tracciati della viabilitàancora in corso di costruzione, che siraccorderà con le rampe del GRAche vengono realizzate ad Est dellavia Trionfale.

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Grande Raccordo Anulare:come raggiungerlo, per ora

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Ma che te fumi, di’, sia maledettohai la faccia color de Monte Mario

Mi è tornato alla mente questo singo-lare incipit di un sonetto del Belliqualche mese fa mentre, in un serenoe tiepido pomeriggio d’autunno, stavoseduto al caffè del belvedere di MonteMario, una delle mete preferite dellemie frequenti passeggiate di quartiere.Ero solo, avvolto in un silenzio irrea-le, ed osservavo Roma ai miei piedi.Ad un tratto quella pace fu interrottadallo strepito affannato di una moto-retta. La guidava un uomo di una certaetà, allampanato e male in arnese:Attirò la mia attenzione perché, men-tre cercava di aiutare, pedalando, ilsuo vecchio e malridotto veicolo asuperare le ultime rampe, teneva benstretto tra le labbra un mozzicone disigaretta dalla quale aspirava volut-tuose boccate di fumo. Quando arrivòalla spianata, l’uomo scese, appoggiòil motorino ad un albero e, dopo un’ul-tima tirata, gettò via la cicca e si avvi-cinò lentamente al parapetto del bel-vedere. Mentre avanzava ebbi mododi osservarlo. Aveva un viso scarno,d’un pallore terreo. Respirava pesan-temente emettendo frequenti colpi ditosse. Arrivato al parapetto, per primacosa accese un’altra sigaretta e poi simise ad osservare il panorama fuman-do e tossendo. Non c’era bisogno diessere medico per accorgersi che quel-l’uomo era asmatico enfisematoso digrado elevato.Fu così che mi ricordai di quegli stra-ni versi.Come è noto Monte Mario, circa unmilione di anni fa, scaturì dal mare aseguito di un violento terremoto. Èpertanto costituito da un terreno emi-nentemente sabbioso giallastro in cuisono rimaste imprigionate moltissimeconchiglie che si possono anche oraosservare soprattutto a via dei Collidella Farnesina. Da questa particolarecolorazione è scaturito lo stravaganteparagone del Belli.È facile perdonare al cantore di Roma“l’oltraggio” di aver usato questonostro “dilettoso monte” per un raf-fronto così poco esaltante.Vorrei invece cercare di descrivere lesensazioni (bruscamente interrottedall’arrivo dell’uomo dalla facciacolor di Monte Mario) che provavonel momento in cui, in perfetta solitu-dine, ammiravo il panorama dell’Urbee che peraltro si rinnovano ogni voltache ritorno al belvedere.Come ho detto, questa, è una delle miemete preferite: Prendo un autobus chemi porta alla Trionfale e da lì, con ilpasso cauto che mi permette l’età, doinizio alla “scalata”.Fino a qualche anno fa, una primasosta, a primavera inoltrata, me laconcedevo quasi subito all’altezza delcasale Mellini superato il qualecominciavo ad avvertire una delicatama penetrante fragranza provenienteda un grande cespuglio di ginestraposto alla sinistra del viale. Mi ferma-vo per qualche minuto giusto il tempoper saturarmi i polmoni di quell’ariaprofumata, poi, così rinfrancato,riprendevo a salire. Purtroppo, proba-bilmente durante i lavori di ristruttura-

zione del casale, zappe di operaiinconsapevoli hanno estirpato ilcespuglio ed ora l’ “odorata ginestra”di leopardiana memoria non mi acco-glie più con il suo gentile effluvio.Giunto finalmente al belvedere, miappoggio alla staccionata e abbracciocon un lento sguardo la città eternaadagiata lungo le rive del Tevere adappena 156 metri sotto di me.Per la verità il panorama che si osser-va da Monte Mario non è fra quelliche più mettono in risalto i tanti luoghicelebri dell’Urbe: il caratteristicoCupolone è nascosto da grandi alberi,non si vedono né Castel S. Angelo néil Colosseo: certo laggiù lontano asinistra si scorgono le armoniose arca-te di Ponte Milvio, di fronte svetta lapoderosa mole della Torre delle Mili-zie con accanto il Foro Traiano, adestra si scopre la bella facciata rina-scimentale del Quirinale e più a destraancora spicca nella sua immensitàmarmorea il Vittoriano (lo vogliamoinserire, se pure con qualche tituban-za, fra le opere architettoniche notevo-li?), ma sono tutti monumenti dispersi,quasi alla deriva nel mare sterminatodelle costruzioni moderne dal qualeemergono a fatica. Sembra quasi chemormorino sconfortati: “Per quantotempo ancora noi, poveri ruderi e vec-chi palazzi inermi, potremo resistereal famelico assedio di questa barbaricaorda di cemento…armato?”Ma comunque Roma è sempre Romae tutte le volte che contemplo da quas-sù, sia pure semisommerse dalla dila-gante edilizia del nostro tempo, questegloriose vestigia, mi sento invadere daun sentimento di orgoglio e di gioiaquasi puerili e mi verrebbe istintiva-mente la voglia di battere le mani se lamia invereconda canizie non mi tratte-nesse.Poi, mi siedo al caffè e… chiudo gliocchi.Ed allora comincio ad immaginarecome si doveva presentare, allo sguar-do dei turisti, la Roma di una volta epertanto ritornano alla mente i grandiospiti che, nel corso dei secoli, sonoprobabilmente saliti quassù ad ammi-rare un panorama certamente menocontaminato dell’attuale. Goethe, Ber-lioz, il marchese de Sade (si, anchelui), Stendhal e, fuggitivo dal natioborgo selvaggio, Leopardi. E da dove,se non da questo “ermo colle” fioritodi umili ginestre, può aver contempla-to quelle rovine da cui trasse l’ispira-zione per il suo ultimo, desolato canto:

Anco ti vidide’ tuoi steli abbellir l’erme contradeche cingon la cittadela qual fu donna de’ mortali un tempoe del perduto imperopar che col grave e taciturno aspettofaccia fede e ricordo al passeggero.

Povero Giacomo, col cuore eterna-mente traboccante di amori mai corri-sposti e che, giunto a Roma pieno disperanze, scriveva sconfortato allasorella Paolina. “V’accerto ancora chequanto alle donne, qui non si fa nien-te, nientissimo, più che a Recanati”.Dava la colpa alla riottosità delleromane e non al suo corpo sgraziato,

lui, l’infelice genio che il crudeleTommaseo aveva bollato con lo spie-tato distico:

Natura con un colpo lo sgobbòe poi gli disse: Canta! E lui cantò!

E come non ricordarsi di un ancoraassai più antico turista, di Marziale,alcuni versi del quale sono incisi in unmasso marmoreo a pochi passi da me?

HINC SEPTEM DOMINOS VIDEREMONTESET TOTAM LICET AESTIMAREROMAMALBANOS QUOQUE TUSCOLO-SQUE COLLESET QUODCUNQUE IACET SUBURBE FRIGUSFIDENAS VETERES BREVESQUERUBRAS

Che tradotto liberamente in volgare aduso di quei pochi italiani che, comeme, non hanno sufficiente padronanzadella lingua madre, recita: “Di qui sipuò godere la vista dei sette collisovrani e abbracciare con lo sguardol’intera Roma, i colli d’Alba e diTuscolo e tutti i freschi dintorni del-l’Urbe, l’antica Fidene e la piccolaRubre (Saxa Rubra)”.Ah! I sette colli veramente sovrani inuna città a quel tempo caput mundi!Forse da questo luogo il poeta, poichéin quel tempo risiedeva a Roma, avràpotuto seguire fin dalle fondamenta lacostruzione del Colosseo, avvenuta inappena cinque anni!E infine, dopo tanti illustri personaggistranieri, il mio pensiero torna a lui, aBelli, il poeta romano per eccellenza,che nella prefazione ai suoi sonettiscrive: “Ho deliberato rilasciare unmonumento di quello che è oggi laplebe di Roma”. E sentiamo alloracosa dice un plebeo di Roma in onoredella sua città:

Te giri e vedi buggere de lì,te svorti e vedi buggere de làe a vive l’anni che campò un socchìnun se ne arriva a vede la metà

Riapro gli occhi. Mi avvicino dinuovo al parapetto. Osservo ancorauna volta il panorama. Con lo sguardoun po’ scoraggiato cerco di vedere selaggiù dietro e a sinistra del Vittorianosi possa scorgere, tra quella anonima edilagante foresta di laterizi, qualcosadi caratteristico del colle dove sononato, l’Esquilino. Se non riesco nem-meno a localizzare l’alto campaniledella basilica di Santa Maria Maggio-re, come posso illudermi di intravede-re i giardinetti di piazza Vittorio, metaobbligata delle mie primissime pas-seggiate infantili? In verità, almenoper il primo anno di vita, ai giardinet-ti ci fui trasportato passivamente tra lebraccia amorose di una prosperosabalia ciociara, agghindata col tradizio-nale costume regionale. A quei tempi,infatti, non erano ancora di uso comu-ne i preparati sostitutivi del lattematerno. Quando ormai ero adulto,mia mamma mi parlò sovente di que-sta balia. Pare che fosse molto giova-ne e bella, traboccante di latte e di

tenerezza. In una bella mattina di pri-mavera, la mamma (abitavamo sopra iportici di piazza Vittorio) volle rag-giungerci ai giardinetti. Entra, ci cercaper le varie panchine. Nessuna tracciadel sottoscritto né della sua nutricema, lontano, nei pressi della PortaMagica, nota un gruppetto di bersa-glieri che sembravano discutere alle-gramente con qualcuno. Ad un certopunto, fra tutte quelle voci virili, lepare di avvertire una risata dal timbronoto e decisamente femminile. Si, alcentro della truppa c’era proprio lei, lamia mercenaria procacciatrice di latteche, insieme ad una collega, piacentecome lei, rintuzzava gagliardamentel’assalto dei focosi militari. Ma, comesi venne a sapere dal nostro portiereche, si diceva, nutriva rancore verso lanostra balia perché insolitamentedisdegnosa ai suoi reiterati corteggia-menti, quelli erano assedi formalidove la resa era auspicata dalle asse-diate quasi al pari degli assalitori.Sembra che la capitolazione avvenissefrequentemente all’ombra delle impo-nenti rovine adiacenti la Porta Magica.Lì, a turno, le due generose ciociare,dopo aver affidato diligentementeall’altra il proprio pargoletto, “pudica-mente “ si appartavano e, per usareuna perifrasi attinente agli assedi,finalmente abbassavano il ponte leva-toio (sarebbe proprio il caso diaggiungere la locuzione mutatismutandis).Potenza evocatrice di un panoramafamiliare e suggestivo! Con un sospi-ro di rimpianto faccio scendere lenta-mente la saracinesca sul ripostiglio deiricordi e mi accingo al ritorno.Ma prima di allontanarmi definitiva-mente, l’ultimo affettuoso, reverentesguardo è solo per lui, l’antico, leg-gendario fiume. Lo vedo laggiù scor-rere sotto Ponte Milvio, attraversarecon ampie volute la città e procederecon le sue acque limacciose verso ilvicino mare.Viene spontaneo paragonare il percor-so di un fiume alla vita di un uomo,alla mia vita. Dopo un lungo tragitto ilTevere si sta avvicinando alla foce. Ecosì la mia avventura terrena: giuntialle rispettive destinazioni, il Teverenon sarà più Tevere ed io non sarò piùio, per sempre.Festinate lente ammonivano con unsaggio controsenso i nostri padri.Ecco, caro fiume, affrettiamoci, maper favore, molto, molto lentamente.

Oreste Battigalli

Menzione al Premio Monte Mario2006, sezione Prosa

Il Belvedere delle rimembranze

In ricordodi Gianni TotiLo scorso 8 gennaio si spentoall’età di ottant’anni Gianni Toti,versatile intellettuale che ha speri-mentato le sue insaziabili capacitànella poesia, nella saggistica, nellanarrativa, nel giornalismo, nelcinema, nella indagine della parolae perfino nella poesia elettronica.Le nostre condoglianze alla fami-glia di questo ricercatore onnivoroche ha trascorso gran parte dellasua vita a Monte Mario.

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ACenadi, un paesino calabrodi 1200 anime, c’erano sola-mente tre artigiani e per il

piccolo Saverio Destito, ormai arri-vato agli otto anni, fu gioco forzadiventare falegname, dato che nongli piaceva fare il calzolaio e nem-meno il barbiere. Il principale, oltre ad insegnargli ilmestiere, pretendeva di tutto, per-fino fargli raccogliere le oliveoppure chiedergli di arrampicarsisul tetto per sistemare le tegole; iltutto senza dargli un soldo perchépretendeva di essere pagato lui.Saverio era bravo, svelto e intelli-gente e divenne presto un bravofalegname, così finalmente il prin-cipale fu costretto ad offrirgli, unavolta l’anno in occasione dellafesta del patrono, l’imbarazzodella scelta tra 50 lire e un chilo dicarne.Uno sfruttamento così sfacciatonon poteva durare a lungo. Infatti,arrivato ai quindici anni Saveriodecise di andarsene e, percorrendoaddirittura alcuni tratti a piedilungo le rotaie, partì per Romadove, con l’aiuto di un amico, trovòsubito un posto di lavoro. Il nuovoprincipale gli offrì un piccolo com-penso, un magro pasto giornaliero eun materasso da sistemare la seranel laboratorio, fra trucioli di legnoe macchinari in riposo. La mattinadel primo giorno di lavoro, al risve-glio, il giovane aiutante ebbe la sor-presa di trovare nel suo letto unpovero barbiere che la notte, dinascosto, cercava rifugio dovepoteva e non gli era parso vero diaver trovato un comodo giaciglio. Saverio lavorava con serietà edimpegno tali da meritarsi, con iltempo, un vero e proprio stipendioe, successivamente, lavoro a cotti-mo che gli permetteva di guadagna-re molto in pochi giorni, perchéoltre ad essere bravo era ancheveloce. Quel mestiere era diventato unapassione: costruiva di tutto e, congli anni, aveva imparato a fabbrica-re mobili e a restaurare quelli anti-chi che riproduceva così bene conlegno vecchio – racconta – da farliscambiare per autentici.

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Al San Filippoper la salute del cuoreIn occasione della XV “Giornata delMalato”, sabato 10 febbraio, pressoil presidio ospedaliero “Salus Infir-morum”, A.C.O. San Filippo Neri(via della Lucchina 41), l’associa-zione “Cardiosalus”, presiedutadalla prof.ssa Anna Patrizia Jesi,organizza una giornata dedicata allaprevenzione delle malattie cardio-vascolari. In quella occasione, dopoaver rilevato gratuitamente a ciascu-no dei convenuti pressione, arterio-sa, frequenza cardiaca, elettrocar-diogramma, ecc., si terrà un brevecolloquio con il paziente per valu-tarne situazione. Alle ore 7.30 avràinizio la distribuzione dei numerettie alle ore 13 avrà termine la manife-stazione con la presentazione dellastessa “Cardiosalus”.Informazioni lunedì, martedì evenerdì dalle 13 alle 17 al numero06 30251261.

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Si era fatto una fama nel settore emolti se lo contendevano chiaman-dolo a restaurare i mobili di grandialberghi in varie città italiane edestere: andò al Cairo, al Ritz diParigi, all’Engleterre di Ginevra. Ilconseguente, sostanzioso vantag-gio economico gli permise, unaquarantina d’anni fa, di mettersiper conto suo, in un locale prima aBoccea, poi alle spalle di San Fran-cesco dove lavora tutt’oggi.“Mi piacciono molto i mobili anti-chi – ci confida - quelli inglesisono più curati nella parte internafoderata di cipresso profumato, maio preferisco i mobili francesi, spe-cie quelli stile Luigi XIV, XV eXVI che sono più belli e più ricchi.All’inizio i francesi si erano ispira-ti ai mobili veneziani e li avevanoingentiliti nelle curve, impreziositicon l’oro, con gli intarsi, con leapplicazioni di bronzo dorato eperfino con le cineserie. Tantavarietà è stata opera specialmentedi due donne dal gusto raffinato edall’eleganza innata: la Pompa-dour e Maria Antonietta. Sono feli-ce quando devo restaurare uno diquesti gioielli, ridare loro lo splen-dore di un tempo e scoprire i lorosegreti. Purtroppo oggi non c’è piùl’antiquariato di una volta, perchéquel genere di mobili sta solamen-te nelle case patrizie o nei musei”,si rammarica scuotendo la testa eprosegue che lavorerà finché neavrà voglia, ma senza aiutanti per-ché quelli che ha tirato su conpazienza e con generosità, lohanno ripagato con moneta falsa.

M.C.C.

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A conclusione della serie “Unafacciata rispettabile” il Cineforumdel Centro Culturale Due Pini, il 9febbraio presenta il film d’azione:Lord of war di Andrei Niccol(USA, 2005). Un mercante d’armi,fornitore dei più grandi dittatori, èpedinato da un agente dell’Interpol.La serie “Destinazione passato”consta di tre commedie: il 16 feb-braio sarà proiettato il film Ognicosa è illuminata di Liev Schreiber(USA, 2005) che narra di un ragaz-zo americano, il quale partito perl’Ucraina in cerca dell’uomo che hasalvato il nonno sessanta anniprima, capita in un villaggio dovesi parla un inglese quasi incom-prensibile. Il 23 febbraio Broken

flowers di Jam Jarmush (USA,2005) racconta di uno scapolo chericeve una lettera nella quale èinformato di essere il padre di ungiovane diciannovenne. Allora loscapolo va alla ricerca dell’autricedella lettera, una delle sue tantefiamme. Infine il 2 marzo Transa-merica di Duncan Tucker (USA,2005) narra di un transessuale chelavora pesantemente per potersipagare l’intervento che lo faràdonna, ma un giorno riceve latelefonata di un ragazzo in cercadel padre. Quel padre è proprio lui.Tutte le proiezioni avranno luogo ilvenerdì alle 16 e alle 21 pressol’Auditorium Due Pini, via R. Zan-donai 2.

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pare a mostre in comune. Già nel-l’aprile dello scorso anno BorisFedorenko (che è il Presidentedell’associazione) ha tenuto unasua personale alla galleria R.D.F.Arte, mentre nei mesi di maggio egiugno Fausto D’Orazio e Toninod’Amore sono stati invitati adesporre una ventina di opere cia-scuno in una sala della “Fondazio-ne di cultura ucraina” di Kiev. Nella attuale mostra romana, oltrea D’Orazio, D’Amore e MarinaSeredà, dieci pittori ucraini (Fedo-renko, Janko, Savenko, Maniuk,Ceperko, Kozik, Filatov,Homiakova, Tkachuk e Kaniev-sky), hanno esposto i loro paesag-gi dai colori freschi e luminosi,pieni di leggerezza e di luce.

A.M.

artisti che fanno parte dell’asso-ciazione culturale “Europa-Art”.Si tratta di un gruppo di pittoriucraini che amano dipingere all’a-perto, e si danno appuntamento inSlovacchia per lavorare insieme, acontatto diretto con la natura.Alcuni anni fa sono entrati a farparte dell’associazione nuovi arti-sti, fra i quali gli italiani FaustoD’Orazio, Tonino D’Amore eMarina Seredà (di origine russama ormai da lunghi anni residentein Italia). Anche questi artistihanno accolto con entusiasmo l’i-dea di riunirsi di tanto in tanto perdipingere, confrontarsi, ed allar-gare il campo delle proprie espe-rienze. È nato così una sorta di gemellag-gio fra Kiev e Roma – intorno allagalleria R.D.F. Arte – allo scopodi promuovere attività e parteci-

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Celebri pezzi di S̆ostakovic̆,Williams, Morricone, Man-cini, Gershwin, Barber, Pio-

vani e Piazzolla eseguiti dalla“Sinfonietta Novecento” conDomenico Sarcina oboe solista,intercalati da testi di Levi, Pasolini,Fellini, Rimbaud, Borges, Macha-do e altri, con Luca Ward e RosaFerraiolo voci recitanti: musica pergli orecchi, quella ascoltata l’11dicembre scorso all’auditoriumdell’Università Cattolica ma anche“musica per gli occhi”, secondo iltitolo della serata. Sul grandeschermo al di là dell’orchestra, pas-savano infatti le immagini dei filmevocati dalle colonne sonore della“Sinfonietta” e dai due attori, “inun gioco teatrale e musicale serratoe coinvolgente, racconto di passio-ni, sogni, delusioni, speranze ritor-nate a vivere”. E mai tanti abbraccie soprattutto mai tanti baci hannoinvaso così appassionatamente loschermo della Cattolica.Di “speranze ritornate a vivere” sileggeva dunque nel programma disala dell’affollatissimo appunta-mento promosso dall’IRIS PCR-OG ONLUS (Insieme per Realiz-zare Iniziative di Solidarietà PerContribuire alla Ricerca in Oncolo-gia), un’associazione nata nel 2002per iniziativa dei professori Man-cuso e Scambia del policlinico uni-versitario “Gemelli” di Roma, conintenti che andavano molto al di làdella semplice ricerca; e oggi l’I-RIS, ormai estesa su tutto il territo-rio nazionale, ha assunto un ruoloparticolarissimo. Partendo dal pre-supposto che la malattia, quando

colpisce la donna, è come se colpis-se l’interno nucleo familiare, haattivato un grande numero di spe-cialisti e di volontari che integranole terapie tradizionali con supportipsicologici e pratici, capaci dimigliorare la qualità della vita dipazienti e famiglie.Quali sono gli interventi sostenutidall’IRIS lo ha spiegato, presentan-do il programma della serata, ilprofessor Giovanni Scambia,responsabile dell’Unità operativadi ginecologia oncologica del Poli-clinico Gemelli e direttore deldipartimento di oncologia dell’Uni-versità Cattolica di Campobasso.C’è il “Progetto madre e figlio”(ludoteche perché i bambini possa-no restare vicini alle mamme rico-verate), il “Progetto per le coppie”(riguardante la loro vita relazionalee intima), il “Progetto follow up delbambino” (sostegno ai piccoli chehanno perduto la madre), il “Pro-getto per le cure palliative” (inospedale ma anche a domicilio) eperfino il “Progetto parrucche” perle malate meno abbienti che abbia-no perduto i capelli a causa dellecure chemioterapiche.“Musica negli occhi” – come siprefiggevano le ideatrici, LauraValente e Maria Rosaria De Luca, egrazie all’alta professionalità degliinterpreti – è stato veramente un iti-nerario prezioso: un invito, compli-ce la fantasia, a sperare sempre ecomunque.

M.R.

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Nell’ambito del progetto “Nati perleggere” promosso dall’Assessora-to alle politiche di promozionedella famiglia e dell’infanzia insie-me con le biblioteche di Roma, l’i-niziativa “Una storia tira l’altra”presenta letture e laboratori pressola Biblioteca Franco Basaglia. Taleprogetto, che ha lo scopo di suscita-re nei bambini l’amore alla lettura,attraverso l’ascolto di fiabe popola-ri lette ad alta voce da adulti, è affi-dato alle cure dell’associazione“Mi leggi ti leggo” che propone peril 6 di febbraio: “Storie di animalicon la M nel tuo Alfabestiario”;seguiranno il 13 febbraio: “O, O,O, animali con la O. L’Alfabestia-

rio cresce”; e il 20 dello stessomese: “Alfabestiario di notte, troval’animale con la P”; e infine il 27febbraio: “Sempre in fondo vien laZ. Alfabestiario se ne va”. Tutte lemanifestazioni hanno luogo dalle16.30 alle 18.00. Continuano le altre attività per ibambini con: “L’angolo delle sto-rie”, tutti i giovedì dalle 17.00 alle18.30 riservato ai piccoli dai cinqueai nove anni, affidati a Paolo e Giu-seppe; e “Tutti giù per terra adascoltare le storie” per i bambini daidue ai sei anni, il sabato dalle 11.30alle 12.30. Leggono brevi storieFabiana, Simona, Marco e Roberta,studenti del Liceo Gassman.

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(gennaio)

Mercato Trionfale, ripartono i lavo-ri, Il Tempo, 2 gennaioSuperate le difficoltà il cantiere è infunzione, spiega l’assessore capitolinoRizzo, sette giorni su sette per recupe-rare il tempo perduto a causa degliaccertamenti sulla stabilità degli edifi-ci circostanti. Un anno di tempo perriaprire il mercato e tornare alla nor-malità.Baraccopoli nel parco di MonteMario, Corriere della Sera, 12 gen-naioLe baraccopoli nei parchi non sonofenomeni recenti né facili da elimina-re. Il lettore che lamenta la presenza,da 3 mesi, di una baraccopoli presso ilviale Falcone e Borsellino, vicino alTribunale, non può limitarsi ad unasegnalazione verbale alla forza pub-blica, ma deve fare un esposto in com-missariato o in caserma; spetterà poi apolizia o carabinieri avvisare il pro-prietario dell’area che a sua voltadovrà fare una denuncia con cui siavvierà la delicata procedura di sgom-bero. Nel caso specifico la denunciaspetterà al Demanio. Paolo Giuntarel-li, direttore di RomaNatura denunciadi aver chiesto a Prefettura e staff delsindaco un tavolo comune per elabo-rare una procedura più efficace e dinon aver avuto alcuna risposta; eppureil problema delle baraccopoli è sem-

pre più urgente e non riguarda soloMonte Mario.Palazzine abusive da abbattere invia Roccaraso, Corriere della Sera,16 gennaioIl Consigliere comunale dell’UlivoEugenio Patanè ha espresso soddisfa-zione per la risposta positiva dell’As-sessore ai Lavori pubblici GiancarloD’Alessandro all’interrogazione nellaquale si richiedeva l’abbattimento delledue palazzine abusive di via Roccarasoed alla realizzazione, al loro posto, diservizi pubblici di quartiere. Si apriràun tavolo al quale prenderanno partetutti i responsabili amministrativi com-petenti, in particolare i Municipi XIX eXX nonché l’Avvocatura, per provve-dere all’abbattimento delle palazzineed avviare il procedimento che darà alquartiere un parco e un asilo pubblico.Alessandro Tappa, presidente dell’As-sociazione “Cortina Verde” è fiduciosoma invoca tempi rapidi.Una funicolare per Monte Mario, IlTempo, 18 gennaio.L’idea della cabina verso l’alto è unprogetto che nasce dalla voglia divalorizzare ogni angolo del territorio,dice il presidente del Municipio XVIIAntonella De Giusti. Fra i vecchi pro-getti c’era l’ipotesi di una telefericatroppo impattante. Abbiamo cercatopossibilità diverse per realizzarla,

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“Io e te ... comunichiamo 3 metrisopra il cielo. Fra’ ti amo tu Cù”.Non è un SMS, non è stato inviatoad un indirizzo e-mail, o un fax néspedito per posta prioritaria. È sem-plicemente scritto con vernicebianca, l’incriminata bomboletta,sull’asfalto di una strada della Bal-duina.Uno dei negozi di vernice vende,oltre alle bobolette, anche l’antido-to, ovvero un prodotto che si usaper cancellare le scritte. Se sidomanda ai ragazzi che uso farannodi quanto acquistano, rispondonoche la vernice serve per la scuola. Epare sia vero. I più renitenti forsefanno i loro acquisti fuori zona,dove non sono conosciuti.Intanto i graffiti aumentano ineso-rabilmente. Ci vengono anchesegnalati dai lettori. Due maiuscoleche deturpano la scalinata di viaMezzetti, per esempio, rischiano diessere clonate e riprodotte in tuttala zona, così come l’asfalto, i para-petti e i muri degli edifici sono dinuovo presi d’assalto in un rigurgi-to di espressività non condivisibile.“Come 6 bella” scrive un altroinnamorato. Non ha affidato la sua

dichiarazione d’amore come Çiranode Bergerac ad un fine dicitore chevoleva che la sua Rossana sapesseche “un bacio è un apostrofo roseomesso tra le parole t’amo”. “Come6 bella” è scritto in vernice verde,indelebile, su un muro di via Trion-fale. E ancora: in via della Farnesi-na “Ale sei il mio ...sogno” in ver-nice verde prato.Per arginare questo fenomeno ilComune di Roma ha riservato alcu-ni muri della città ai grafomani conbombolette e pennello: via PinetaSacchetti, mura spartotraffico largoFrancesco Vito fino all’ingresso delsottopasso Olimpico (mura esterne)e mura square centrale all’altezzadella biforcazione Pineta Sacchetti-via Trionfale; via Castiglioni: muraperimetrali del parcheggio limi-trofo al capolinea bus piazza dellastazione di Monte Mario.Ma vuoi mettere l’emozione di Fra’nell’affacciarsi e leggere la dichia-razione d’amore di Cù, lunga unaquindicina di metri? Ci vorrannomesi e mesi perché la scritta sbiadi-sca. D’altronde anche l’amore èeterno, finché dura.

S.G.

C’è un messaggio per te

aggiunge. Una cremagliera o, in alter-nativa, un ascensore, valorizzerebbequesto splendido polmone di verde, e,

insieme al parco internazionale del-l’arte saranno utili al recupero cultura-le del Municipio.

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L’associazione “Amici di Monte Mario” organizzazione non lucrativa di utilità sociale(ONLUS), costituita il 28 maggio 1969, persegue fini di promozione sociale, civica e cul-turale nei quartieri di Monte Mario. Non legata a partiti politici e aconfessionale, l’Asso-ciazione dipende esclusivamente dai propri soci, nello spirito di solidarietà verso tutti gliabitanti del territorio. Per aderirvi va presentata domanda su apposito modulo. La misuradella quota d’iscrizione è libera. La quota associativa annuale è di € 30,00 per i soci ordi-nari; € 90,00 per i sostenitori; € 10,00 per i familiari e gli studenti. Versamenti nel contocorrente postale n. 40706004, intestato all’Associazione Amici di Monte Mario. L’Asso-ciazione ha sede in via degli Scolopi 31, presso la Residenza Monte Mario, telefono (consegreteria automatica funzionante 24 ore su 24) e fax 06 35503317, e-mail [email protected]. La segreteria è aperta il lunedì e il venerdì dalle 15.30 alle 18.30 edil mercoledì dalle 10.00 alle 13.00.

Lingua inglese. Sono iniziate lelezioni ai diversi livelli: medio,avanzato, conversazione; martedìe mercoledì alle 18.00. Docente:dott. Conor Rowan. Vi sono anco-ra posti disponibili.Lingua francese. La prof.ssaMaria Teresa Livadiotti, dimadrelingua francese, terrà pros-simamente il suo corso (anche diconversazione) consistente in 20lezioni.Letteratura inglese. La prof.ssaElisabetta Perotti impartirà pros-simamente un corso di letteraturainglese, che spazierà dalle originiai nostri giorni.Training autogeno. La psicotera-peuta dott.ssa Lucia Guerrieroinizierà il secondo corso, che con-siste in 12 incontri settimanali,alla metà di febbraio, ogni lunedìalle ore 17.00 e alle 18.00, primoe secondo livello.Disegno. La scultrice MarinaMele ha tenuto le prime lezioni

del suo corso, il venerdì dalle17.00 alle 19.00. Vi sono ancoraposti disponibili.Ceramica. Esperti docenti insegne-ranno a realizzare manufatti in cera-mica d’utilità o d’arte. I corsi, di 10lezioni di 2 ore, si terranno in altrasede, provvista dell’apposito forno.Per informazioni specifiche telefo-nare a Sandra Fiorentini(06.35491943 oppure 335.216081).Educazione alimentare. È in pro-gramma un corso teorico esperien-ziale, condotto dalla psicoterapeu-ta dott.ssa Marina Pisetzky. Perinformazioni specifiche telefonarealla docente 347.0889591.Altri corsi. Sono previsti anchecorsi di lingua araba, russa, spa-gnola e tedesca, di Storia dell’Ar-te, di Storia della Musica, di Sto-ria della Letteratura Italiana eStraniera, di Storia delle Religio-ni, di Storia del Teatro, di Psicolo-gia, di Grafologia, impartiti daesperti docenti.

Libera Università di Monte Mario LUMMAnno accademico 2006-2007 - Segreteria telefonica: 06 35403503

I corsi si tengono presso l’Istituto Comprensivo “Dionigi Chiodi”,via Appiano 15 (piazza Giovenale - bus 990 o FR3 fermata Appiano)

Programma di attivitàPubblichiamo, come di consueto, unostralcio del programma delle attivitàinterne dell’Associazione, avverten-do che gli appuntamenti che seguo-no, salvo diverso avviso, si intendonoriservati ai soci. Per informazionetelefonare al numero 06 35503317oppure 06 35403503.

FEBBRAIO

10, sabato. Visita, con permesso spe-ciale, alla chiesa di S. Ambrogiodella Massima (eretta sulla casa delpadre del Santo, dove la sorella Mar-cellina aveva fondato un monastero):Crocifisso del XII secolo e affrescodi Antoniazzo Romano; illustratadalla dott.ssa Patrizia Torlonia.

13, martedì. Secondo “Salotto lettera-rio”. Sono invitati soci e non soci, inparticolare quanti hanno partecipato alpremio “Monte Mario”. La lettura deitesti sarà preceduta da una merenda.

15, giovedì. Visita alla chiesa di S.Maria dell’Orto (celebre per l’imma-gine della Vergine staccata dal murodi un orto e per gli affreschi degliZuccari e di Giovanni Baglione, peril bellissimo pavimento e per le cap-pelle delle Università di Arti eMestieri, come i “pollaroli”, i “pizzi-caroli”, i “vermicellari”, ecc.).

19, lunedì. Per festeggiare la fine delCarnevale, serata in pizzeria per socie non soci al ristorante “Il ChiodoFisso”, via della Balduina 138.

24, sabato. Scadenza per la prenota-zione della gita a Tuscania e MassaMarittima del 24 marzo.

25, domenica. Assemblea ordinariadei soci.

MARZO

10, sabato. Visita alla chiesa di S.Cecilia (Ciborio gotico firmato edatato da Arnolfo di Cambio, 1293,celebre mosaico, bellissima statua

15

della Santa di Stefano Maderno,cappella del bagno, chiostro, sotter-ranei con i resti della casa dellaSanta, coro delle monache con il

grandioso affresco di Pietro Cavalli-ni rappresentante il Giusizio univer-sale), illustrata dalla dott.ssa Federi-ca Carpinelli.

Il Back Solution Centre è il risultato diuna esperienza pluriennale nel campodella diagnostica e della riabilitazione eoffre programmi di allenamentoparticolarmente indicati per la cura dellaschiena e della salute in genere.

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