24 marzo 2013 - Buona Parola
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19 marzo 2013 - Solennità di San Giuseppe
<< Cari fratelli e sorelle!
Ringrazio il Signore di poter celebrare questa Santa Messa di inizio del
ministero petrino nella solennità di San Giuseppe, sposo della Vergine
Maria e patrono della Chiesa universale: è una coincidenza molto ricca di
significato, ed è anche l’onomastico del mio venerato Predecessore: gli
siamo vicini con la preghiera, piena di affetto e di riconoscenza.
Con affetto saluto i Fratelli Cardinali e Vescovi, i sacerdoti, i diaconi, i
religiosi e le religiose e tutti i fedeli laici. Ringrazio per la loro presenza i
Rappresentanti delle altre Chiese e Comunità ecclesiali, come pure i
rappresentanti della comunità ebraica e di altre comunità religiose. Rivolgo
il mio cordiale saluto ai Capi di Stato e di Governo, alle Delegazioni
ufficiali di tanti Paesi del mondo e al Corpo Diplomatico.
Abbiamo ascoltato nel Vangelo che «Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’Angelo del Signore e prese con
sé la sua sposa» (Mt 1,24). In queste parole è già racchiusa la missione che Dio affida a Giuseppe, quella di
essere custos, custode. Custode di chi? Di Maria e di Gesù; ma è una custodia che si estende poi alla Chiesa,
come ha sottolineato il beato Giovanni Paolo II: «San Giuseppe, come ebbe amorevole cura di Maria e si
dedicò con gioioso impegno all’educazione di Gesù Cristo, così custodisce e protegge il suo mistico corpo, la
Chiesa, di cui la Vergine Santa è figura e modello» (Esort. ap. Redemptoris Custos, 1).
Come esercita Giuseppe questa custodia? Con discrezione, con umiltà, nel silenzio, ma con una presenza
costante e una fedeltà totale, anche quando non comprende. Dal matrimonio con Maria fino all’episodio di
Gesù dodicenne nel Tempio di Gerusalemme, accompagna con premura e tutto l'amore ogni momento. E’
accanto a Maria sua sposa nei momenti sereni e in quelli difficili della vita, nel viaggio a Betlemme per il
censimento e nelle ore trepidanti e gioiose del parto; nel momento drammatico della fuga in Egitto e nella
ricerca affannosa del figlio al Tempio; e poi nella quotidianità della casa di Nazaret, nel laboratorio dove ha
insegnato il mestiere a Gesù.
Come vive Giuseppe la sua vocazione di custode di Maria, di Gesù, della Chiesa? Nella costante attenzione a
Dio, aperto ai suoi segni, disponibile al suo progetto, non tanto al proprio; ed è quello che Dio chiede a Davide,
come abbiamo ascoltato nella prima Lettura: Dio non desidera una casa costruita dall’uomo, ma desidera la
fedeltà alla sua Parola, al suo disegno; ed è Dio stesso che costruisce la casa, ma di pietre vive segnate dal suo
Spirito. E Giuseppe è “custode”, perché sa ascoltare Dio, si lascia guidare dalla sua volontà, e proprio per
questo è ancora più sensibile alle persone che gli sono affidate, sa leggere con realismo gli avvenimenti, è
attento a ciò che lo circonda, e sa prendere le decisioni più sagge. In lui cari amici, vediamo come si risponde
LA BUONA PAROLA
PARROCCHIA S. LORENZO M. tel. 02/96320110
Radio parrocchiale 88,700 MHz
parrocchialazzate.it
Anno XVIII – n° 31 – 24 marzo 2013

alla vocazione di Dio, con disponibilità, con prontezza, ma vediamo anche qual è il centro della vocazione
cristiana: Cristo! Custodiamo Cristo nella nostra vita, per custodire gli altri, per custodire il creato!
La vocazione del custodire, però, non riguarda solamente noi cristiani, ha una dimensione che precede e che è
semplicemente umana, riguarda tutti. E’ il custodire l’intero creato, la bellezza del creato, come ci viene detto
nel Libro della Genesi e come ci ha mostrato san Francesco d’Assisi: è l’avere rispetto per ogni creatura di Dio
e per l’ambiente in cui viviamo. E’ il custodire la gente, l’aver cura di tutti, di ogni persona, con amore,
specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro
cuore. E’ l’aver cura l’uno dell’altro nella famiglia: i coniugi si custodiscono reciprocamente, poi come genitori
si prendono cura dei figli, e col tempo anche i figli diventano custodi dei genitori. E’ il vivere con sincerità le
amicizie, che sono un reciproco custodirsi nella confidenza, nel rispetto e nel bene. In fondo, tutto è affidato
alla custodia dell’uomo, ed è una responsabilità che ci riguarda tutti. Siate custodi dei doni di Dio!
E quando l’uomo viene meno a questa responsabilità di custodire, quando non ci prendiamo cura del creato e
dei fratelli, allora trova spazio la distruzione e il cuore inaridisce. In ogni epoca della storia, purtroppo, ci sono
degli “Erode” che tramano disegni di morte, distruggono e deturpano il volto dell’uomo e della donna.
Vorrei chiedere, per favore, a tutti coloro che occupano ruoli di responsabilità in ambito economico, politico o
sociale, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà: siamo “custodi” della creazione, del disegno di Dio
iscritto nella natura, custodi dell’altro, dell’ambiente; non lasciamo che segni di distruzione e di morte
accompagnino il cammino di questo nostro mondo! Ma per “custodire” dobbiamo anche avere cura di noi
stessi! Ricordiamo che l’odio, l’invidia, la superbia sporcano la vita! Custodire vuol dire allora vigilare sui
nostri sentimenti, sul nostro cuore, perché è proprio da lì che escono le intenzioni buone e cattive: quelle che
costruiscono e quelle che distruggono! Non dobbiamo avere paura della bontà, anzi neanche della tenerezza!
E qui aggiungo, allora, un’ulteriore annotazione: il prendersi cura, il custodire chiede bontà, chiede di essere
vissuto con tenerezza. Nei Vangeli, san Giuseppe appare come un uomo forte, coraggioso, lavoratore, ma nel
suo animo emerge una grande tenerezza, che non è la virtù del debole, anzi, al contrario, denota fortezza
d’animo e capacità di attenzione, di compassione, di vera apertura all’altro, capacità di amore. Non dobbiamo
avere timore della bontà, della tenerezza!
Oggi, insieme con la festa di san Giuseppe, celebriamo l’inizio del ministero del nuovo Vescovo di Roma,
Successore di Pietro, che comporta anche un potere. Certo, Gesù Cristo ha dato un potere a Pietro, ma di quale
potere si tratta? Alla triplice domanda di Gesù a Pietro sull’amore, segue il triplice invito: pasci i miei agnelli,
pasci le mie pecorelle. Non dimentichiamo mai che il vero potere è il servizio e che anche il Papa per esercitare
il potere deve entrare sempre più in quel servizio che ha il suo vertice luminoso sulla Croce; deve guardare al
servizio umile, concreto, ricco di fede, di san Giuseppe e come lui aprire le braccia per custodire tutto il Popolo
di Dio e accogliere con affetto e tenerezza l’intera umanità, specie i più poveri, i più deboli, i più piccoli, quelli
che Matteo descrive nel giudizio finale sulla carità: chi ha fame, sete, chi è straniero, nudo, malato, in carcere
(cfr Mt 25,31-46). Solo chi serve con amore sa custodire!
Nella seconda Lettura, san Paolo parla di Abramo, il quale «credette, saldo nella speranza contro ogni
speranza» (Rm 4,18). Saldo nella speranza, contro ogni speranza! Anche oggi davanti a tanti tratti di cielo
grigio, abbiamo bisogno di vedere la luce della speranza e di dare noi stessi la speranza. Custodire il creato,
ogni uomo ed ogni donna, con uno sguardo di tenerezza e amore, è aprire l’orizzonte della speranza, è aprire
uno squarcio di luce in mezzo a tante nubi, è portare il calore della speranza! E per il credente, per noi cristiani,
come Abramo, come san Giuseppe, la speranza che portiamo ha l’orizzonte di Dio che ci è stato aperto in
Cristo, è fondata sulla roccia che è Dio.
Custodire Gesù con Maria, custodire l’intera creazione, custodire ogni persona, specie la più povera, custodire
noi stessi: ecco un servizio che il Vescovo di Roma è chiamato a compiere, ma a cui tutti siamo chiamati per far
risplendere la stella della speranza: Custodiamo con amore ciò che Dio ci ha donato!
Chiedo l’intercessione della Vergine Maria, di san Giuseppe, dei santi Pietro e Paolo, di san Francesco, affinché
lo Spirito Santo accompagni il mio ministero, e a voi tutti dico: pregate per me! Amen. >>

“L’ALFABETO della FEDE” Per riscoprire un cammino di gioia
● Fedeltà ●
La Fedeltà completa la Fede: se questa infatti, dal punto di vista relazionale, significa “affidarsi, mettere la
propria vita nelle mani di un Altro”, la Fedeltà crea un legame indissolubile di amore con l’Altro e anche
una conformazione all’Altro. Non c’è quindi un solo istante della nostra esistenza che può dirsi irrilevante o
estraneo, staccato dall’unione con Dio.
Siamo diventati partecipi di Cristo, a condizione di mantenere salda fino alla fine la fiducia che abbiamo
avuto fin dall’inizio. (Eb 3,14)
Quando nella vita di Santa Caterina da Siena ho letto tanti rapimenti ed elevazioni di spirito, tante parole di sapienza
e perfino di predicazioni tenute da lei, ho avuto la certezza che con quell’occhio di contemplazione aveva rapito il
cuore dello Sposo celeste; ma mi ha consolato nella stessa misura vederla in cucina girare umilmente lo spiedo,
attizzare il fuoco, preparare il cibo, impastare il pane e fare tutti gli uffici più umili della casa, con un coraggio pieno
di amore e di dilezione per il Signore.
Ho uguale stima per la piccola e semplice meditazione che faceva consacrandosi a quei compiti così umili e
disprezzati, come per le estasi e i rapimenti così frequenti in lei, e che forse le furono concessi proprio in ricompensa
di quell’umiltà e di quell’abiezione…
Le grandi occasioni di servire Dio si presentano raramente, le piccole invece le hai sempre: ora, chi sarà fedele nel
piccolo, dice il Salvatore, avrà un incarico grande.
Fa’ dunque tutto in nome di Dio, e tutto sarà fatto bene. Sia che tu mangi, sia che tu beva, sia che tu dorma, sia che
ti diverta, sia che tu giri lo spiedo, purché tu porti avanti bene le tue faccende, trarrai sempre grande profitto al
cospetto di Dio, perché fai tutte le cose che Dio vuole che tu faccia. (San Francesco di Sales)
CREDO DEL SOFFERENTE
Credo
che Dio non permetterebbe il dolore
se non volesse ricavare un bene segreto e misterioso ma reale.
Credo
che non potrei compiere nulla di più grande che dire al Signore sia fatta la tua volontà.
Credo
che l’unica spiegazione del dolore è che Gesù lo ha voluto prendere sopra di sé.
Credo
che il dolore non è uno scherzo crudele del caso ma una misteriosa partecipazione alla passione di Gesù.
Credo
che un giorno comprenderò il significato della mia sofferenza e ne ringrazierò Dio.
Credo
che senza il mio dolore sopportato con serenità e dignità, mancherebbe qualcosa all’armonia dell’universo.
Credo
che è veramente saggio chi sa soffrire senza perdere la serenità e la fiducia in Dio.
Credo
che come tutti i fiumi vanno al mare, così tutte le nostre lacrime si versano nel cuore di Dio.
Amen.
° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° °
Una lettera di suor Enrica Lomboni
Carissimi Don Aldo e parrocchiani,
voglio farvi partecipi della mia grande gioia di vivere la Santa Pasqua a Gerusalemme. Sarà un’esperienza unica.
Partirò il giorno 15/03/2013. Sarà un corso biblico della durata di un mese e finirà con gli esercizi spirituali.
In quel tempo e in quei luoghi pregherò per lei e per tutti i lazzatese, che in una maniera o nell’altra fate del bene.
Continuiamo il cammino della Quaresima, sicuri di arrivare sereni e contenti a celebrare la Santa Pasqua nella gioia.
Cari saluti. Suor Enrica

GIORNATA DI SPIRITUALITA’ QUARESIMALE A TRIUGGIO
Lunedì, 18 marzo, accompagnati da don Aldo e da suor Alessandrina, con un gruppetto di parrocchiani di Cascina
Nuova, ci siamo recati alla Villa Sacro Cuore di Triuggio per vivere un’intensa
giornata di spiritualità quaresimale.
Durante il breve tragitto i nostri occhi non potevano sottrarsi alla vista del
paesaggio tipicamente invernale e sulle colline brianzole la neve sembrava ancora
più consistente. Il maestoso complesso ci è apparso in tutta la sua bellezza avvolto
in quel manto bianco inaspettato per il periodo e circondato da una soffusa
nebbiolina che conferiva un’atmosfera quasi soprannaturale. Il rettore don Luigi
Bandera ci ha accolto all’arrivo con il suo solito sorriso e con tanta cordialità.
Insieme a tantissimi parrocchiani del decanato di Carate Brianza, dopo le Lodi mattutine, ci siamo immersi nell’ascolto e
poi nella meditazione guidata da don Ambrogio.
Nell’Anno della Fede è inevitabile verificare la nostra vita di fede e il nostro rapporto con Gesù.
Don Ambrogio ha introdotto la lettura dal Vangelo di Gv cap. 15, 1-8 dove Gesù usando delle similitudini tratte dalla vita
quotidiana (la vite, i tralci, il vignaiolo) spiega il legame d’Amore indissolubile tra il Figlio, il Padre, noi e la Chiesa stessa,
comunità molteplice nell’unità. Ho risentito le belle parole del canto scelto in occasione dell’ordinazione sacerdotale del
nostro don Fabio “Con Lui nella vigna, servitori di gioia”, che recita “Che splendore una vigna che cresce, che profumo
d’ebbrezza! Allora sì che voi capirete con me la cura del Padre mio per i tralci che intessono il mondo.”
La vite non ha apparenza né bellezza per attirare sguardi eppure quando la linfa passa attraverso il suo legno inutile
produce frutti dolcissimi. Nella vite tronco e tralci formano un tutt’uno…anche i tralci non hanno particolare bellezza né
impiego. Quando il tralcio è unito al tronco (noi a Gesù) la nostra vita diventa feconda. Il vignaiolo presta grandi cure alla
vite: sfronda da essa ciò che non serve, pota, sistema e sostiene i tralci perché diano più frutti. Dio, il viticoltore, non sta
immobile davanti alla vite e non l’abbandona mai perché altrimenti non darebbe alcun frutto. La nostra vita è feconda se
inserita in Gesù Cristo. Ma chi è Gesù per ciascuno di noi e che cosa rappresenta nella nostra vita? Don Ambrogio ci ha
proposto di riflettere e di verificare su questi tre livelli:
- unione essenziale che si ottiene per mezzo della Grazia, dono dei Sacramenti;
- unione affettiva, per mezzo dell’Amore; si può amare Gesù in molteplici modi per esempio nel rapporto con il
prossimo…;
- unione spirituale, per mezzo della preghiera che ci permette di stare in relazione con Gesù.
Abbiamo avuto poi la possibilità di accostarci al sacramento della Riconciliazione, a momenti comunitari e personali di
Adorazione Eucaristica e di partecipazione molto attiva e sentita alla S. Messa.
Dopo uno squisito pranzo e un breve intervallo passeggiando tra la bellissima
mostra fotografica del reporter Enrico Mascheroni tratta dal libro “I colori di Dio” del
Cardinal Martini, abbiamo partecipato ad una speciale Via Crucis guidata dalle
meditazioni del papa Benedetto XVI su passione, morte e resurrezione di Gesù,
mentre sull’altare era esposta la sacra reliquia della Croce.
Durante le letture la mia mente ha rivissuto la bellissima e toccante esperienza del
viaggio in Terra Santa e ha rivisto i luoghi in cui Gesù ha trascorso gli ultimi giorni della sua vita.
La nostra giornata comunitaria a Triuggio si è conclusa con la recita dei Vespri.
Il Santo Rosario invece, ci ha accompagnato nel viaggio di ritorno a Lazzate con il cuore colmo di gioia da diffondere a
chi ci sta intorno.
Grazie don Aldo per averci offerto ancora una volta l’opportunità di vivere momenti di vera serenità e di pace interiore,
facendoci riflettere sul senso da dare alla nostra esistenza!
Una parrocchiana

CARITAS PARROCCHIALE
Giovedì 14 marzo si è riunito il gruppo Caritas in casa parrocchiale. L’incontro è stato condotto da Don Aldo
che ha letto una riflessione molto interessante proposta alla Caritas dal Cardinale Martini in una relazione
all’ottavo convegno delle Caritas diocesane ad Assisi.
Il Cardinale rilevava alcuni scompensi nella Chiesa italiana dovuti alla mancanza di uno sviluppo armonico
delle tre dimensioni delle chiesa – fede, liturgia, carità – e in particolare dallo scarso sviluppo della carità.
Abbiamo insieme riflettuto che, come un bambino ha le necessità, per crescere bene, di sviluppare fisico,
intelletto ed emotività, un cristiano dovrebbe avere come “dieta equilibrata” una pastorale integrata per non
rischiare di inaridire la fede.
Risultano vitali per la fede le esperienze della liturgia, della catechesi e della carità.
Si è evidenziato che ognuno di noi, in base alla propria età e alla propria esperienza personale, sente più “forte”
o più “debole” una dimensione rispetto ad un’altra anche se tutti siamo stati d’accordo sulla necessità di non
isolare la fede a una sola di queste dimensioni.
La maggior parte di noi ovviamente, in quanto facenti parte del gruppo Caritas, sente molto più urgente
sviluppare la carità.
Abbiamo anche riflettuto su come migliorare la proposta educativa della comunità ai giovani e cioè se la
riteniamo capace di favorire lo sviluppo integrale di una personalità adulta e matura.
Dalla discussione è emerso che già tanto si fa per i giovani ma che ancora si può migliorare.
Alcuni di noi, ora facenti parte della fascia giovanile, hanno evidenziato come in loro è nata l’esigenza di
vedere altrove, di vedere al di là dell’Oratorio.
Riteniamo importante, per quanto riguarda i giovani, offrire loro la possibilità di esplorare le diverse attività
caritative, di preghiera e di catechesi che ci sono anche al di fuori del paese per aiutarli a trovare le risposte ai
grandi interrogativi che si pongono e alle loro esigenze.
Crediamo che sia opportuno offrire anche a fasce più piccole (a partire sin dai ragazzi delle Medie) occasioni
concrete di carità, affinché si sentano corresponsabili e utili.
Sappiamo quanto questa età sia legata alla logica del fare e pensiamo che attraverso delle azioni possano
concretizzare ciò che hanno imparato negli anni dell’iniziazione cristiana, senza ovviamente dimenticare che le
tre sfere vanno equamente sviluppate.
Le domande su quali devono essere i destinatari privilegiati dell’azione pastorale della parrocchia è apparsa
complicata per noi, ma alla fine si è concordato che siamo tutti noi laici, in particolare le nuove coppie di sposi
e coloro che si trovano ai margini della nostra parrocchia.
Si è proceduto poi a relazionare sull’incontro avuto il 13 febbraio scorso tra alcuno membri del gruppo,
l’Assistente sociale e l’Amministrazione comunale rappresentata dal sindaco Zani.
Questo incontro è stato fortemente voluto per chiedere una collaborazione, soprattutto con l’assistente sociale,
in merito agli interventi caritativi.
Il sindaco Giuseppe Zani ha fatto presente che i comuni hanno sempre meno soldi da spendere (taglio dei fondi)
e che attualmente, per le situazioni di necessità, distribuiscono pacchi che provengono dalla Croce Rossa
provinciale; l’Assistente sociale ha una lista di persone che cercano lavoro e che vengono contattate per lavori
saltuari per il Comune, esistono bandi per le case con graduatorie e la precedenza è data ai nuclei familiari con
disabili.
A fine incontro comunque il Comune si è detto disponibile alla collaborazione che noi riteniamo necessaria,
considerato anche l’aumentare delle persone bisognose.
La riunione Caritas si è conclusa con una Ave Maria e con l’augurio di migliorare il nostro fare quotidiano, il
nostro servizio agli altri e che sia esso il frutto della preghiera.
Il Gruppo Caritas Parrocchiale

24 Marzo 2013
Giornata di preghiera e digiuno
in memoria dei missionari martiri
Fare memoria di coloro che muoiono a causa del Vangelo, non significa celebrare degli eroi caduti in battaglia, né
tanto meno lo si fa per condannare la crudeltà dei persecutori.
Celebrare la memoria dei martiri serve a noi cristiani in Italia per ricordare che la Testimonianza è una condizione
che ci riguarda tutti e alla quale tutti siamo chiamati.
Grandi testimoni della fede, i martiri ci lasciano un’eredità da custodire e da raccontare, un esempio di forza e
coraggio da vivere nella nostra quotidianità.
Il sangue dei martiri di ieri e di oggi, è sempre stato semente per la nostra chiesa, ed è proprio grazie all’offerta
della loro vita che lo Spirito Santo suscita sempre nuove vocazioni, nuovi germogli di una fede che non si esaurisce
nonostante le persecuzioni, nonostante le difficoltà.
<< Nella nostra vita di battezzati abbiamo un tesoro molto ricco e importante ma che non apprezziamo, cioè, il
momento presente.
Tutti lo possediamo è un elemento chiave della vita spirituale, non soltanto per noi cattolici, ma anche per le altre
religioni, per i buddisti come per i musulmani.
Non è facile piacere sempre a Dio, non è facile sorridere a tutti ogni momento, non è facile amare tutti ogni
momento, ma se siamo sempre amore nel presente, senza rendercene conto, siamo nulla per noi stessi e affermiamo
con la vita la superiorità di Dio, il suo essere tutto. Basta vivere nell’amore.
Quando ero in prigione, pensavo ogni giorno alla santità e alla fine mi convinsi che non vi era altro che vivere bene il
momento presente perché la nostra vita è composta da milioni di minuti.
Per fare una linea retta bisogna fare milioni di punti e se, facciamo bene ogni punto, essa diventa una bella linea
retta.
La nostra vita è formata da milioni di minuti; se viviamo bene ogni minuto, viviamo una vita santa.
Non si può essere santi con intervalli, non si può vivere respirando ad intervalli perché bisogna respirare sempre >>.
(Card F.X.N. Van Thuan)
Preghiera
O Signore Ti supplico per la pace,
purifica i miei occhi perché possa vedere la pace,
purifica la mia mente perché possa comprendere la pace,
purifica il mio cuore perché possa amare la pace,
purifica la mia memoria perché possa lavorare per la pace;
quella pace che proviene dal Tuo amore e dalla Tua misericordia.
O Signore, sostieni il mio sguardo di pace, seguendo ciò che Tu mi ispiri,
Tu hai molti modo per rivelare la Tua presenza e il Tuo amore per l’umanità,
ma il Tuo stile è costante; essere in dialogo con tutti, prenderti cura di tutti.
O Signore, fa che io sia segno della Tua pace: vivendo in dialogo con Te,
io possa comprendere il Tuo silenzio e cercare la Tua presenza;
vivendo in dialogo con me stesso io possa scoprire il significato della mia vita;
vivendo in dialogo con gli altri io possa camminare in armonia con tutti;
e vivendo in dialogo con il creato io possa prendermi cura della terra.
O Signore, dammi il coraggio di vivere in dialogo
in mezzo alle divisioni e ai conflitti e costruire la pace insieme a tutti gli uomini di buona volontà
che credono nel Tuo amore e nella Tua misericordia.
Amen.

PROGRAMMA DELLA SETTIMANA
- Domenica 24 Marzo: delle Palme nella Passione del Signore
“MARIA PRESE TRECENTO GRAMMI DI PROFUMO DI PURO NARDO, NE COSPARSE I PIEDI DI GESÙ ” (Gv 12,12-16)
ORE 7,30 ORE 9,00 ORE 9,30 ORE 10,45 ORE 15,00 ORE 17,15
S. Messa (Ravelli Giovanni) Ragazzi e ragazze, adolescenti, giovani e adulti si ritrovano in Santuario per la benedizione dell’ulivo e la processione verso la chiesa parrocchiale S. Messa – (Agazzi Antonio – Lucini Francesco, Giacobbe e Maria – Pagnoncelli Pierangelo, Re Peppino e familiari vivi e defunti) al termine della S. Messa i ragazzi e le ragazze ricevono il mandato di portare l’ulivo benedetto agli ammalati
S. Messa (per la Comunità) Canto dei Vesperi, riflessione e benedizione con la reliquia della S. Croce Vespri d’0rgano Quaresimali –“Per molti la musica è la strada per aprirsi a Dio”
ORE 18,00 S. Messa (Pondini Lucia e familiari – Policella Vincenzo – Amato Palma e Visentin Maria – Domizio Rosa e genitori, Giuseppe)
→ Dalle ore 9,00 alle 12,00 la Cooperativa “Il Seme”, nello spazio antistante la chiesa parrocchiale, propone oggetti di artigianato realizzati dai ragazzi e dai volontari della Cooperativa. Accogliamo con simpatia e con un gesto di solidarietà questa iniziativa. Siamo tutti invitati con grande cordialità. Grazie!
- Lunedì 25 Marzo: della Settimana Autentica (Lc 21,34-36 )
ORE 8,15 ORE 10,00 ORE 16,45 ORE 18,00 ORE 21,00
Lodi - S. Messa (Dalla Pasqua Lidia) “Processione degli ulivi” dei bambini della Scuola dell’Infanzia parrocchiale con i loro genitori e nonni Confessioni 4^ Elementare (4 Classi) Vesperi – S. Messa (Pizzi Maria Luisa, Attilio e Agnese – Famiglie Parenti e Zerbi) Prove della Corale S.Lorenzo in Oratorio Maschile
- Martedì 26 Marzo: della Settimana Autentica (Mt 26,1-5 )
ORE 8,15 ORE 18,00
Lodi - S. Messa (Pizzi Giovanna e Crippa Giovanni – Pagnoncelli Pierangelo, Guido e Giuseppe) Vesperi – S. Messa (Andrea, Longo Giuseppina e Cecchetto Valentino, Vito, Gino, Zita e Marcello - Pagani Pietro e Brigida – Cecchetto Jolanda e Calipari Lorenzo)
- Mercoledì 27 Marzo: della Settimana Autentica (Mt 26,14-16 )
ORE 8,15 ORE 10,00 ORE 16,45 ORE 18,00
Lodi - S. Messa (Monti Pio e Palmira) Processione verso il “giardino degli ulivi” della casa parrocchiale, racconto della Passione di Gesù, canto e preghiera davanti alla Croce Confessioni 4^ Elementare (3 Classi) Vesperi – S. Messa (Ravelli Umberto, Luigi e Lidia – Vella Antonino e Alfano Rosaria)
- Giovedì 28 Marzo: della Settimana Autentica (Mt 26, 17-75 )
ORE 9,00 ORE 12,00 ORE 17,00 ORE 20,45 ORE 23,00-7,00
Liturgia del mattino Ritrovo dei sacerdoti in Decanato: rinnovazione delle promesse sacerdotali e pranzo fraterno Celebrazione di accoglienza del “Sacro Crisma” per ragazzi e ragazze di 1^ Media SANTA MESSA NELLA CENA DEL SIGNORE (Mt 26,17-65) Rito della “Lavanda dei piedi” ai fidanzati Adorazione notturna per dell’Eucaristia per giovani e adulti in chiesa parrocchiale (segnare il nome sul foglio che trovate sul tavolino in fondo alla chiesa)
Le offerte raccolte durante la S. Messa del Giovedì Santo, secondo il decreto dell’Arcivescovo, saranno devolute alla Fondazione Opera Aiuto Fraterno per i sacerdoti anziani e malati
- Venerdì 29 Marzo: nella Passione del Signore (Mt 27, 1-56 )
- Magro e digiuno in spirito penitenziale in ricordo della Passione di Gesù –
ORE 7,00 ORE 14,30 ORE 21,00
Preghiera di adorazione personale CELEBRAZIONE DELLA PASSIONE DI GESÙ CRISTO (Mt 27,1-56)
“Via Crucis”, adorazione della Croce e bacio al Santo Crocifisso
- Sabato 30 Marzo: della Settimana Autentica
ORE 9,00 ORE 11,00
Liturgia del mattino Preghiera alla Croce, per ragazzi e ragazze
ORE 20,45 VEGLIA PASQUALE (Mt 28,1-7)
il catecumeno Duca Fatjon riceve i Sacramenti del Battesimo, della Cresima e dell’Eucaristia
Durante la Settimana Santa la segreteria parrocchiale è chiusa

(raccolte nel cestino azzurro in chiesa)
Leggendo il Vangelo di oggi mi vengono in mente altre due parole: ritardo e pianto.
Quante volte di fronte alla morte di un nostro caro o amico abbiamo pronunciato con disperazione e rabbia “non è
giusto”. Perché il Signore ha permesso ciò o è intervenuto in ritardo.
Gesù non è venuto per deviare il cammino terreno che ciascuno di noi deve percorrere, non è venuto per eliminare la
morte ma per darci la vita e la risurrezione. Gesù non tifa per la giustizia così come la intendiamo noi, ma per
l’amore.
Altra riflessione sono le lacrime di Gesù nei confronti dell’amico Lazzaro. E’ commovente la compassione e la
misericordia di un uomo che chiede al Padre di intercedere. E’ come dire il sole splende anche se non si vede, l’amico
c’è anche se non si sente. Dio c’è anche per chi non crede.
Personalmente prego per la conversione di tre persone a cui voglio molto bene e, anche se fossero solo piccole gocce
d’amore, ringrazio la fede che mi fa strumento. (un giovane)
Gesù, leggendo questo brano di Vangelo mi accorgo di quanto ancora devo camminare nella preghiera, quella preghiera che sa
credere veramente in Te, non solo, che sa vivere di Te e dei sentimenti che solo Tu sai far nascere nel nostro cuore.
Come Marta e Maria anche noi tante volte ti diciamo nella preghiera: “Signore se tu fossi stato qui…” questo non sarebbe
successo, non ci sarebbe stata questa sofferenza, questa malattia, questa morte di una persona cara, questa cosa inaspettata
capitata proprio a noi, ora. La tua preghiera al Padre è diversa e tanto lontana dalla nostra, sembra irraggiungibile col cuore, al
di là delle parole, ma la strada diventa percorribile, solo con l’aiuto della tua grazia e del tuo Spirito. E Tu mi domandi: “Credi
tu questo?”. Io ti rispondo: “Cosa mai devo credere o Signore?”.
A me forse chiedi la capacità di saperti ringraziare anche quando subito non comprendo, non capisco il tuo agire, i tuoi tempi
sono diversi dai miei. A me domandi la fede e la certezza incrollabile che Tu sempre mi ascolti. Possa dirti anche io, come Tu
al Padre: “Io sapevo che sempre mi dai ascolto”, prima ancora di essere esaudito. (un parrocchiano)
Caro Gesù, mi è sempre piaciuta questa pagina di Vangelo, perché mi ricorda che Tu, il mio Signore, sei stato veramente uomo e hai provato e manifestato sentimenti umani. Tu sei un grande amico di Lazzaro e io so che sei un grande amico mio. E allora piangi anche per me quando “muore in me” il perdono, la pazienza, la bontà, la carità. Signore, io credo che Tu sei la resurrezione e la vita. Resuscita in me la fede, la speranza e la carità. (una mamma)
CONFESSIONI
ORE 9,00 – 11,00
ORE 15,00 – 17,30
ORE 20,30
Domenica
24 Marzo
Don Gregorio
Don Aldo
Lunedì
25 Marzo
Don Gregorio
Don Federico
Don Gregorio
Don Federico
Don Aldo
Adolescenti
Martedì
26 Marzo
Don Gregorio
Don Gregorio
Don Federico
Mercoledì
27 Marzo
Don Gregorio
Don Federico
Don Gregorio
Don Aldo
Don Federico
Giovedì
28 Marzo
Don Gregorio
Don Aldo
Don Federico
Don Gregorio
Don Federico
Don Aldo
Venerdì
29 Marzo
Don Gregorio
Don Federico
Don Aldo
Don Gregorio
Don Aldo
Don Federico
Sabato
30 Marzo
Don Gregorio
Don Aldo
don Federico
Don Gregorio
Don Federico
Don Aldo