2/2013 Eco della Rossa

8
Anno LX - 2013 - N. 2 bim. - 03/05/2013 Sped. in abbonamento postale - art. 2 comma 20/C legge 662/96 filiale di Ancona PERIODICO BIMESTRALE D’INFORMAZIONE E CULTURA Contributi per sostenere il periodico CCP n. 14236608 intestato Parroco Santuario Cuore Immacolato di Maria 60048 Serra San Quirico Staz. (Ancona) Tel. (0731) 86030 Via A. Moro, 4 [email protected] SANTUARIO CUORE IMMACOLATO DI MARIA L L ’ECO ’ECO DE DE LA LA ROSSA ROSSA Benedetto XVI: scelta difficile per il bene della Chiesa www.ecodellarossa.it Habemus Papam: Francesco ... dalla fine del mondo Omelia nella Domenica delle Palme: giornata mondiale della gioventù Piazza San Pietro Mercoledì, 27 febbraio 2013 Vi ringrazio di essere venuti così numerosi a questa mia ulti- ma Udienza generale. Grazie di cuore! Sono vera- mente commosso! E vedo la Chiesa viva! E penso che dob- biamo anche dire un grazie al Creatore per il tempo bello che ci dona adesso ancora nell’in- verno. Sento nel mio cuore di dover soprattutto ringraziare Dio, che guida e fa crescere la Chiesa, che semina la sua Parola e così alimenta la fede nel suo Popolo. In questo momento il mio animo si allarga ed abbraccia tutta la Chiesa sparsa nel mondo; e rendo grazie a Dio per le "noti- zie" che in questi anni del mini- stero petrino ho potuto ricevere circa la fede nel Signore Gesù Cristo, e della carità che circola realmente nel Corpo della Chiesa e lo fa vivere nell’amore, e della speranza che ci apre e ci orienta verso la vita in pienezza, verso la patria del Cielo. Sento di portare tutti nella preghiera, in un presente che è quello di Dio, dove raccolgo ogni incontro, ogni viaggio, ogni visita pastorale. Quando, il 19 aprile di quasi otto anni fa, ho accettato di assumere il ministero petrino, ho avuto la ferma certezza che mi ha sempre accompagnato: questa certezza della vita della Chiesa dalla Parola di Dio. In quel momento, come ho già espresso più volte, le parole che sono risuonate nel mio cuore sono state: Signore, perché mi chiedi questo e che cosa mi chiedi? E’ un peso grande quel- lo che mi poni sulle spalle, ma se Tu me lo chiedi, sulla tua parola getterò le reti, sicuro che Tu mi guiderai, anche con tutte le mie debolezze. E otto anni dopo posso dire che il Signore mi ha guidato, mi è stato vicino, ho potuto percepire quotidiana- mente la sua presenza. E’ stato un tratto di cammino della Chiesa che ha avuto momenti di gioia e di luce, ma anche momenti non facili; mi sono sentito come san Pietro con gli Apostoli nella barca sul lago di Galilea: il Signore ci ha donato tanti giorni di sole e di brezza leggera, giorni in cui la pesca è stata abbondante; vi sono stati anche momenti in cui le acque erano agitate ed il vento contra- rio, come in tutta la storia della Chiesa, e il Signore sembrava dormire. Ma ho sempre saputo che in quella barca c’è il Signore e ho sempre saputo che la barca della Chiesa non è mia, non è nostra, ma è sua. E il Signore non la lascia affondare; è Lui che la conduce, certamente anche attraverso gli uomini che ha scelto, perché così ha voluto. Questa è stata ed è una certezza, che nulla può offuscare. Ed è per questo che oggi il mio cuore è colmo di ringraziamento a Dio perché non ha fatto mai manca- re a tutta la Chiesa e anche a me la sua consolazione, la sua luce, il suo amore. Ma non è solamente Dio che voglio ringraziare in questo momento. Un Papa non è solo nella guida della barca di Pietro, anche se è la sua prima respon- sabilità. Io non mi sono mai sen- tito solo nel portare la gioia e il peso del ministero petrino; il Signore mi ha messo accanto tante persone che, con genero- sità e amore a Dio e alla Chiesa, mi hanno aiutato e mi sono state vicine. Vorrei che il mio saluto e il mio ringraziamento giungesse poi a tutti: il cuore di un Papa si allarga al mondo intero. E vorrei esprimere la mia gratitudine al Corpo diplomatico presso la Santa Sede, che rende presente la grande famiglia delle Nazioni. Qui penso anche a tutti coloro che lavorano per una buona comunicazione e che rin- grazio per il loro importante ser- vizio. A questo punto vorrei rin- graziare di vero cuore anche tutte le numerose persone in tutto il mondo, che nelle ultime settimane mi hanno inviato segni commoventi di attenzione, di amicizia e di preghiera. Sì, il Papa non è mai solo, ora lo spe- rimento ancora una volta in un modo così grande che tocca il cuore. Il Papa appartiene a tutti e tantissime persone si sentono molto vicine a lui. E’ vero che ricevo lettere dai grandi del mondo – dai Capi di Stato, dai Capi religiosi, dai rappresentan- ti del mondo della cultura ecce- tera. Ma ricevo anche moltissi- me lettere da persone semplici che mi scrivono semplicemente dal loro cuore e mi fanno sentire il loro affetto, che nasce dall’es- sere insieme con Cristo Gesù, nella Chiesa. Queste persone non mi scrivono come si scrive ad esempio ad un principe o ad un grande che non si conosce. Mi scrivono come fratelli e sorelle o come figli e figlie, con il senso di un legame familiare molto affettuoso. Qui si può toc- care con mano che cosa sia Chiesa – non un’organizzazio- ne, un’associazione per fini reli- giosi o umanitari, ma un corpo vivo, una comunione di fratelli e sorelle nel Corpo di Gesù Cristo, che ci unisce tutti. Sperimentare la Chiesa in que- sto modo e poter quasi toccare con le mani la forza della sua verità e del suo amore, è motivo di gioia, in un tempo in cui tanti parlano del suo declino. Ma vediamo come la Chiesa è viva oggi! In questi ultimi mesi, ho sen- tito che le mie forze erano dimi- nuite, e ho chiesto a Dio con insistenza, nella preghiera, di illuminarmi con la sua luce per farmi prendere la decisione più giusta non per il mio bene, ma per il bene della Chiesa. Ho fatto questo passo nella piena consapevolezza della sua gravità e anche novità, ma con una profonda serenità d’animo. Amare la Chiesa significa anche avere il coraggio di fare scelte difficili, sofferte, avendo sempre davanti il bene della Chiesa e non se stessi. Qui permettetemi di tornare ancora una volta al 19 aprile 2005. La gravità della decisione è stata proprio anche nel fatto che da quel momento in poi ero impegnato sempre e per sempre dal Signore. Sempre – chi assu- me il ministero petrino non ha più alcuna privacy. Appartiene sempre e totalmente a tutti, a tutta la Chiesa. Alla sua vita viene, per così dire, totalmente tolta la dimensione privata. Ho potuto sperimentare, e lo speri- mento precisamente ora, che uno riceve la vita proprio quan- do la dona. Prima ho detto che molte persone che amano il Signore amano anche il Successore di san Pietro e sono affezionate a lui; che il Papa ha veramente fratelli e sorelle, figli e figlie in tutto il mondo, e che si sente al sicuro nell’abbraccio della vostra comunione; perché non appartiene più a se stesso, appartiene a tutti e tutti appar- tengono a lui. Il “sempre” è anche un “per sempre” - non c’è più un ritor- nare nel privato. La mia decisio- ne di rinunciare all’esercizio attivo del ministero, non revoca questo. Non ritorno alla vita pri- vata, a una vita di viaggi, incon- tri, ricevimenti, conferenze eccetera. Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore Crocifisso. Ringrazio tutti e ciascuno anche per il rispetto e la comprensione con cui avete accolto questa decisione così importante. Io continuerò ad accompagnare il cammino della Chiesa con la preghiera e la riflessione, con quella dedizione al Signore e alla sua Sposa che ho cercato di vivere fino ad ora ogni giorno e che vorrei vivere sempre. Invochiamo la materna interces- sione della Vergine Maria Madre di Dio e della Chiesa perché accompagni ciascuno di noi e l’intera comunità ecclesiale; a Lei ci affidiamo, con profonda fiducia. Cari amici! Dio guida la sua Chiesa, la sorregge sempre anche e soprattutto nei momenti difficili. Non perdiamo mai que- sta visione di fede, che è l’unica vera visione del cammino della Chiesa e del mondo. Nel nostro cuore, nel cuore di ciascuno di voi, ci sia sempre la gioiosa cer- tezza che il Signore ci è accanto, non ci abbandona, ci è vicino e ci avvolge con il suo amore. Grazie! NOTE BIOGRAFICHE DI PAPA FRANCESCO Il primo Papa giunto dalle Americhe è il gesuita argentino Jorge Mario Bergoglio, 76 anni, arcivescovo di Buenos Aires dal 1998. È una figura di spicco del- l’intero continente e un pastore semplice e molto amato nella sua diocesi, che ha girato in lungo e in largo, anche in metropolitana e con gli autobus. "La mia gente è povera e io sono uno di loro", ha detto una volta per spiegare la scelta di abi- tare in un appartamento e di pre- pararsi la cena da solo. Ai suoi preti ha sempre raccomandato misericordia, coraggio e porte aperte. La cosa peggiore che possa accadere nella Chiesa, ha spiegato in alcune circostanze, "è quella che de Lubac chiama mondanità spirituale", che signi- fica "mettere al centro se stessi". E quando cita la giustizia sociale, invita a riprendere in mano il catechismo, i dieci comandamen- ti e le beatitudini. Nonostante il carattere schivo è divenuto un punto di riferimento per le sue prese di posizione durante la crisi economica che ha sconvolto il Paese nel 2001. Nella capitale argentina nasce il 17 dicembre 1936, figlio di emigranti piemontesi: suo padre Mario fa il ragioniere, impiegato nelle ferrovie, mentre sua madre, Regina Sivori, si occupa della casa e dell’educazione dei cinque figli. Diplomatosi come tecnico chimico, sceglie poi la strada del sacerdozio entrando nel semina- rio diocesano. L’11 marzo 1958 passa al noviziato della Compagnia di Gesù. Completa gli studi umanistici in Cile e nel 1963, tornato in Argentina, si laurea in filosofia al collegio San Giuseppe a San Miguel.Il 13 dicembre 1969 è ordinato sacer- dote dall’arcivescovo Ramón José Castellano. Prosegue quindi la preparazione tra il 1970 e il 1971 in Spagna, e il 22 aprile 1973 emette la professione per- petua nei gesuiti. È il cardinale Quarracino a volerlo come suo stretto collaboratore a Buenos Aires. Così il 20 maggio 1992 Giovanni Paolo II lo nomina vescovo titolare di Auca e ausi- liare di Buenos Aires. Il 27 giu- gno riceve nella cattedrale l’ordi- nazione episcopale proprio dal cardinale. Come motto sceglie “Miserando atque eligendo” (cioè, “guardandolo con miseri- cordia e scegliendolo”), tratto da un’omelia di San Beda il Venerabile, sacerdote dell’ottavo secolo, quando parla di Gesù che chiama Matteo il pubblicano, lo guarda con sentimento di amore e lo sceglie come suo discepolo. E nello stemma inserisce il cri- stogramma IHS, simbolo della Compagnia di Gesù. Nessuna sorpresa dunque quando, il 3 giu- gno 1997, è promosso arcivesco- vo coadiutore di Buenos Aires. Passati neppure nove mesi, alla morte del cardinale Quarracino gli succede, il 28 febbraio 1998, come arcivescovo, primate di Argentina, ordinario per i fedeli di rito orientale residenti nel Paese, gran cancelliere dell’Università Cattolica. Nel 2002 declina la nomina a presi- dente della Conferenza episcopa- le argentina, ma tre anni dopo viene eletto e poi riconfermato per un altro triennio nel 2008. Intanto, nell’aprile 2005, parteci- pa al conclave in cui è eletto Benedetto XVI. Come arcivesco- vo di Buenos Aires - tre milioni di abitanti - pensa a un progetto missionario incentrato sulla comunione e sull’evangelizza- zione. Quattro gli obiettivi prin- cipali: comunità aperte e frater- ne; protagonismo di un laicato consapevole; evangelizzazione rivolta a ogni abitante della città; assistenza ai poveri e ai malati. Invita preti e laici a lavorare insieme. Nel settembre 2009 lan- cia a livello nazionale la campa- gna di solidarietà per il bicente- nario dell’indipendenza del Paese: duecento opere di carità da realizzare entro il 2016. Viene eletto Sommo Pontefice il 13 marzo 2013 e sceglie il nome Francesco, primo fra tutti i Papi della storia. Fratelli e sorelle, buonasera! Voi sapete che il dovere del Conclave era di dare un Vescovo a Roma. Sembra che i miei fratel- li Cardinali siano andati a pren- derlo quasi alla fine del mondo … ma siamo qui … Vi ringrazio del- l’accoglienza. La comunità dioce- sana di Roma ha il suo Vescovo: grazie! E prima di tutto, vorrei fare una preghiera per il nostro Vescovo emerito, Benedetto XVI. Preghiamo tutti insieme per lui, perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca. E ades- so, incominciamo questo cammi- no: Vescovo e popolo. Questo cammino della Chiesa di Roma, che è quella che presiede nella carità tutte le Chiese. Un cammi- no di fratellanza, di amore, di fidu- cia tra noi. Preghiamo sempre per noi: l’uno per l’altro. Preghiamo per tutto il mondo, perché ci sia una grande fratellanza. Vi auguro che questo cammino di Chiesa, che oggi incominciamo e nel quale mi aiuterà il mio Cardinale Vicario, qui presente, sia fruttuo- so per l’evangelizzazione di que- sta città tanto bella! E adesso vor- rei dare la Benedizione, ma prima – prima, vi chiedo un favore: prima che il vescovo benedica il popolo, vi chiedo che voi preghia- te il Signore perché mi benedica: la preghiera del popolo, chieden- do la Benedizione per il suo Vescovo. Facciamo in silenzio questa preghiera di voi su di me. Adesso darò la Benedizione a voi e a tutto il mondo, a tutti gli uomi- ni e le donne di buona volontà. Fratelli e sorelle, vi lascio. Grazie tante dell’accoglienza. Pregate per me e a presto! Ci vediamo presto: domani voglio andare a pregare la Madonna, perché custodisca tutta Roma. Buona notte e buon riposo! Gesù entra in Gerusalemme. La folla dei discepoli lo accom- pagna in festa, i mantelli sono stesi davanti a Lui, si parla di prodigi che ha compiuto, un grido di lode si leva: "Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo e glo- ria nel più alto dei cieli" (Lc 19,38).Folla, festa, lode, benedi- zione, pace: è un clima di gioia quello che si respira. Gesù ha risvegliato nel cuore tante spe- ranze soprattutto tra la gente umile, semplice, povera, dimen- ticata, quella che non conta agli occhi del mondo. Lui ha saputo comprendere le miserie umane, ha mostrato il volto di miseri- cordia di Dio e si è chinato per guarire il corpo e l’anima. Questo è Gesù. Questo è il suo cuore che guarda tutti noi, che guarda le nostre malattie, i nostri peccati. E’ grande l’amore di Gesù. E così entra in Gerusalemme con questo amore, e guarda tutti noi. E’ una scena bella: piena di luce - la luce dell’amore di Gesù, quello del suo cuore - di gioia, di festa. All’inizio della Messa l’abbia- mo ripetuta anche noi. Abbiamo agitato le nostre palme. Anche noi abbiamo accolto Gesù; anche noi abbiamo espresso la gioia di accompagnarlo, di saperlo vicino, presente in noi e in mezzo a noi, come un amico, come un fratello, anche come re, cioè come faro luminoso della nostra vita. Gesù è Dio, ma si è abbassato a camminare con noi. E’ il nostro amico, il nostro fra- tello. Qui ci illumina nel cammi- no. E così oggi lo abbiamo accolto. E questa è la prima parola che vorrei dirvi: gioia! Non siate mai uomini e donne tristi: un cristiano non può mai esserlo! Non lasciatevi prendere mai dallo scoraggiamento! La nostra non è una gioia che nasce dal possedere tante cose, ma nasce dall’aver incontrato una Persona: Gesù, che è in mezzo a noi; nasce dal sapere che con Lui non siamo mai soli, anche nei momenti difficili, anche quando il cammino della vita si scontra con problemi e ostacoli che sembrano insormontabili, e ce ne sono tanti! E in questo momento viene il nemico, viene il diavolo, mascherato da angelo tante volte, e insidiosamente ci dice la sua parola. Non ascolta- telo! Seguiamo Gesù! Noi accompagniamo, seguiamo Gesù, ma soprattutto sappiamo che Lui ci accompagna e ci cari- ca sulle sue spalle: qui sta la nostra gioia, la speranza che dobbiamo portare in questo nostro mondo. E, per favore, non lasciatevi rubare la speran- za! Non lasciate rubare la spe- ranza! Quella che ci dà Gesù 2. Seconda parola. Perché Gesù entra in Gerusalemme, o forse meglio: come entra Gesù in Gerusalemme? La folla lo acclama come Re. E Lui non si oppone, non la fa tacere (cfr Lc 19,39-40). Ma che tipo di Re è Gesù? Guardiamolo: cavalca un puledro, non ha una corte che lo segue, non è circondato da un esercito simbolo di forza. Chi lo accoglie è gente umile, sempli- ce, che ha il senso di guardare in Gesù qualcosa di più; ha quel senso della fede, che dice: Questo è il Salvatore. Gesù non entra nella Città Santa per rice- vere gli onori riservati ai re ter- reni, a chi ha potere, a chi domi- na; entra per essere flagellato, insultato e oltraggiato, come preannuncia Isaia nella Prima Lettura (cfr Is 50,6); entra per ricevere una corona di spine, un bastone, un mantello di porpora, la sua regalità sarà oggetto di Segue a pag. 4 60° 13 MARZO: SALUTO ALLA FOLLA IL GIORNO DELL’ELEZIONE

description

Bimestrale di informazione,cultura e religione di Serra San Quirico e dintorni

Transcript of 2/2013 Eco della Rossa

Page 1: 2/2013  Eco della Rossa

Anno LX - 2013 - N. 2 bim. - 03/05/2013Sped. in abbonamento postale - art. 2 comma 20/C legge 662/96 filiale di Ancona

PERIODICO BIMESTRALED’INFORMAZIONE E CULTURA

Contributi per sostenereil periodico

CCP n. 14236608intestato Parroco

Santuario Cuore Immacolatodi Maria

60048 Serra San Quirico Staz.(Ancona)

Tel. (0731) 86030Via A. Moro, 4

[email protected]

SANTUARIOCUOREIMMACOLATODI MARIA

LL’ECO’ECO DEDE LALA ROSSAROSSABenedetto XVI: scelta difficile per il bene della Chiesa

www.ecodel larossa. i t

Habemus Papam: Francesco ... dalla fine del mondo Omelia nella Domenica delle Palme:giornata mondiale della gioventù

Piazza San PietroMercoledì, 27 febbraio 2013

Vi ringrazio di essere venuticosì numerosi a questa mia ulti-ma Udienza generale.

Grazie di cuore! Sono vera-mente commosso! E vedo laChiesa viva! E penso che dob-biamo anche dire un grazie alCreatore per il tempo bello checi dona adesso ancora nell’in-verno.

Sento nel mio cuore di doversoprattutto ringraziare Dio, cheguida e fa crescere la Chiesa,che semina la sua Parola e cosìalimenta la fede nel suo Popolo.In questo momento il mio animosi allarga ed abbraccia tutta laChiesa sparsa nel mondo; erendo grazie a Dio per le "noti-zie" che in questi anni del mini-stero petrino ho potuto riceverecirca la fede nel Signore GesùCristo, e della carità che circolarealmente nel Corpo dellaChiesa e lo fa vivere nell’amore,e della speranza che ci apre e ciorienta verso la vita in pienezza,verso la patria del Cielo.

Sento di portare tutti nellapreghiera, in un presente che èquello di Dio, dove raccolgoogni incontro, ogni viaggio,ogni visita pastorale.

Quando, il 19 aprile di quasiotto anni fa, ho accettato diassumere il ministero petrino,ho avuto la ferma certezza chemi ha sempre accompagnato:questa certezza della vita dellaChiesa dalla Parola di Dio. Inquel momento, come ho giàespresso più volte, le parole chesono risuonate nel mio cuoresono state: Signore, perché mi

chiedi questo e che cosa michiedi? E’ un peso grande quel-lo che mi poni sulle spalle, mase Tu me lo chiedi, sulla tuaparola getterò le reti, sicuro cheTu mi guiderai, anche con tuttele mie debolezze. E otto annidopo posso dire che il Signoremi ha guidato, mi è stato vicino,ho potuto percepire quotidiana-mente la sua presenza. E’ statoun tratto di cammino dellaChiesa che ha avuto momenti digioia e di luce, ma anchemomenti non facili; mi sonosentito come san Pietro con gliApostoli nella barca sul lago diGalilea: il Signore ci ha donatotanti giorni di sole e di brezzaleggera, giorni in cui la pesca èstata abbondante; vi sono statianche momenti in cui le acqueerano agitate ed il vento contra-rio, come in tutta la storia dellaChiesa, e il Signore sembravadormire. Ma ho sempre saputoche in quella barca c’è il Signoree ho sempre saputo che la barcadella Chiesa non è mia, non ènostra, ma è sua. E il Signorenon la lascia affondare; è Luiche la conduce, certamenteanche attraverso gli uomini cheha scelto, perché così ha voluto.Questa è stata ed è una certezza,che nulla può offuscare. Ed è perquesto che oggi il mio cuore ècolmo di ringraziamento a Dioperché non ha fatto mai manca-re a tutta la Chiesa e anche a mela sua consolazione, la sua luce,il suo amore.

Ma non è solamente Dio chevoglio ringraziare in questomomento. Un Papa non è solonella guida della barca di Pietro,anche se è la sua prima respon-

sabilità. Io non mi sono mai sen-tito solo nel portare la gioia e ilpeso del ministero petrino; ilSignore mi ha messo accantotante persone che, con genero-sità e amore a Dio e alla Chiesa,mi hanno aiutato e mi sono statevicine. Vorrei che il mio saluto eil mio ringraziamento giungessepoi a tutti: il cuore di un Papa siallarga al mondo intero. E vorreiesprimere la mia gratitudine alCorpo diplomatico presso laSanta Sede, che rende presentela grande famiglia delleNazioni. Qui penso anche a tutticoloro che lavorano per unabuona comunicazione e che rin-grazio per il loro importante ser-vizio. A questo punto vorrei rin-graziare di vero cuore anchetutte le numerose persone intutto il mondo, che nelle ultimesettimane mi hanno inviatosegni commoventi di attenzione,di amicizia e di preghiera. Sì, ilPapa non è mai solo, ora lo spe-rimento ancora una volta in unmodo così grande che tocca il

cuore. Il Papa appartiene a tutti etantissime persone si sentonomolto vicine a lui. E’ vero chericevo lettere dai grandi delmondo – dai Capi di Stato, daiCapi religiosi, dai rappresentan-ti del mondo della cultura ecce-tera. Ma ricevo anche moltissi-me lettere da persone sempliciche mi scrivono semplicementedal loro cuore e mi fanno sentireil loro affetto, che nasce dall’es-sere insieme con Cristo Gesù,nella Chiesa. Queste personenon mi scrivono come si scrivead esempio ad un principe o adun grande che non si conosce.Mi scrivono come fratelli esorelle o come figli e figlie, conil senso di un legame familiaremolto affettuoso. Qui si può toc-care con mano che cosa siaChiesa – non un’organizzazio-ne, un’associazione per fini reli-giosi o umanitari, ma un corpovivo, una comunione di fratelli esorelle nel Corpo di GesùCristo, che ci unisce tutti.Sperimentare la Chiesa in que-

sto modo e poter quasi toccarecon le mani la forza della suaverità e del suo amore, è motivodi gioia, in un tempo in cui tantiparlano del suo declino. Mavediamo come la Chiesa è vivaoggi!

In questi ultimi mesi, ho sen-tito che le mie forze erano dimi-nuite, e ho chiesto a Dio coninsistenza, nella preghiera, diilluminarmi con la sua luce perfarmi prendere la decisione piùgiusta non per il mio bene, maper il bene della Chiesa. Hofatto questo passo nella pienaconsapevolezza della sua gravitàe anche novità, ma con unaprofonda serenità d’animo.Amare la Chiesa significa ancheavere il coraggio di fare sceltedifficili, sofferte, avendo sempredavanti il bene della Chiesa enon se stessi.

Qui permettetemi di tornareancora una volta al 19 aprile2005. La gravità della decisioneè stata proprio anche nel fattoche da quel momento in poi eroimpegnato sempre e per sempredal Signore. Sempre – chi assu-me il ministero petrino non hapiù alcuna privacy. Appartienesempre e totalmente a tutti, atutta la Chiesa. Alla sua vitaviene, per così dire, totalmentetolta la dimensione privata. Hopotuto sperimentare, e lo speri-mento precisamente ora, cheuno riceve la vita proprio quan-do la dona. Prima ho detto chemolte persone che amano ilSignore amano anche ilSuccessore di san Pietro e sonoaffezionate a lui; che il Papa haveramente fratelli e sorelle, figlie figlie in tutto il mondo, e che si

sente al sicuro nell’abbracciodella vostra comunione; perchénon appartiene più a se stesso,appartiene a tutti e tutti appar-tengono a lui.

Il “sempre” è anche un “persempre” - non c’è più un ritor-nare nel privato. La mia decisio-ne di rinunciare all’esercizioattivo del ministero, non revocaquesto. Non ritorno alla vita pri-vata, a una vita di viaggi, incon-tri, ricevimenti, conferenzeeccetera. Non abbandono lacroce, ma resto in modo nuovopresso il Signore Crocifisso.Ringrazio tutti e ciascuno ancheper il rispetto e la comprensionecon cui avete accolto questadecisione così importante. Iocontinuerò ad accompagnare ilcammino della Chiesa con lapreghiera e la riflessione, conquella dedizione al Signore ealla sua Sposa che ho cercato divivere fino ad ora ogni giorno eche vorrei vivere sempre.Invochiamo la materna interces-sione della Vergine Maria Madredi Dio e della Chiesa perchéaccompagni ciascuno di noi el’intera comunità ecclesiale; aLei ci affidiamo, con profondafiducia.

Cari amici! Dio guida la suaChiesa, la sorregge sempreanche e soprattutto nei momentidifficili. Non perdiamo mai que-sta visione di fede, che è l’unicavera visione del cammino dellaChiesa e del mondo. Nel nostrocuore, nel cuore di ciascuno divoi, ci sia sempre la gioiosa cer-tezza che il Signore ci è accanto,non ci abbandona, ci è vicino eci avvolge con il suo amore.Grazie!

NOTE BIOGRAFICHE DIPAPA FRANCESCO

Il primo Papa giunto dalleAmeriche è il gesuita argentinoJorge Mario Bergoglio, 76 anni,arcivescovo di Buenos Aires dal1998. È una figura di spicco del-l’intero continente e un pastoresemplice e molto amato nella suadiocesi, che ha girato in lungo ein largo, anche in metropolitana econ gli autobus.

"La mia gente è povera e iosono uno di loro", ha detto unavolta per spiegare la scelta di abi-tare in un appartamento e di pre-pararsi la cena da solo. Ai suoipreti ha sempre raccomandatomisericordia, coraggio e porteaperte. La cosa peggiore chepossa accadere nella Chiesa, haspiegato in alcune circostanze, "èquella che de Lubac chiamamondanità spirituale", che signi-fica "mettere al centro se stessi".E quando cita la giustizia sociale,invita a riprendere in mano ilcatechismo, i dieci comandamen-ti e le beatitudini. Nonostante ilcarattere schivo è divenuto unpunto di riferimento per le sueprese di posizione durante la crisieconomica che ha sconvolto ilPaese nel 2001.

Nella capitale argentina nasceil 17 dicembre 1936, figlio diemigranti piemontesi: suo padreMario fa il ragioniere, impiegatonelle ferrovie, mentre sua madre,Regina Sivori, si occupa dellacasa e dell’educazione dei cinquefigli. Diplomatosi come tecnicochimico, sceglie poi la strada delsacerdozio entrando nel semina-rio diocesano. L’11 marzo 1958passa al noviziato dellaCompagnia di Gesù. Completagli studi umanistici in Cile e nel1963, tornato in Argentina, silaurea in filosofia al collegio SanGiuseppe a San Miguel.Il 13dicembre 1969 è ordinato sacer-dote dall’arcivescovo RamónJosé Castellano. Prosegue quindila preparazione tra il 1970 e il1971 in Spagna, e il 22 aprile1973 emette la professione per-petua nei gesuiti. È il cardinaleQuarracino a volerlo come suo

stretto collaboratore a BuenosAires. Così il 20 maggio 1992Giovanni Paolo II lo nominavescovo titolare di Auca e ausi-liare di Buenos Aires. Il 27 giu-gno riceve nella cattedrale l’ordi-nazione episcopale proprio dalcardinale. Come motto sceglie“Miserando atque eligendo”(cioè, “guardandolo con miseri-cordia e scegliendolo”), tratto daun’omelia di San Beda ilVenerabile, sacerdote dell’ottavosecolo, quando parla di Gesù chechiama Matteo il pubblicano, loguarda con sentimento di amoree lo sceglie come suo discepolo.E nello stemma inserisce il cri-stogramma IHS, simbolo dellaCompagnia di Gesù. Nessunasorpresa dunque quando, il 3 giu-gno 1997, è promosso arcivesco-vo coadiutore di Buenos Aires.Passati neppure nove mesi, allamorte del cardinale Quarracinogli succede, il 28 febbraio 1998,come arcivescovo, primate diArgentina, ordinario per i fedelidi rito orientale residenti nelPaese, gran cancellieredell’Università Cattolica. Nel2002 declina la nomina a presi-dente della Conferenza episcopa-le argentina, ma tre anni dopoviene eletto e poi riconfermatoper un altro triennio nel 2008.Intanto, nell’aprile 2005, parteci-pa al conclave in cui è elettoBenedetto XVI. Come arcivesco-vo di Buenos Aires - tre milionidi abitanti - pensa a un progettomissionario incentrato sullacomunione e sull’evangelizza-zione. Quattro gli obiettivi prin-cipali: comunità aperte e frater-ne; protagonismo di un laicatoconsapevole; evangelizzazionerivolta a ogni abitante della città;assistenza ai poveri e ai malati.Invita preti e laici a lavorareinsieme. Nel settembre 2009 lan-cia a livello nazionale la campa-gna di solidarietà per il bicente-nario dell’indipendenza delPaese: duecento opere di caritàda realizzare entro il 2016. Vieneeletto Sommo Pontefice il 13marzo 2013 e sceglie il nomeFrancesco, primo fra tutti i Papidella storia.

Fratelli e sorelle, buonasera!Voi sapete che il dovere del

Conclave era di dare un Vescovoa Roma. Sembra che i miei fratel-li Cardinali siano andati a pren-derlo quasi alla fine del mondo …ma siamo qui … Vi ringrazio del-l’accoglienza. La comunità dioce-sana di Roma ha il suo Vescovo:grazie! E prima di tutto, vorrei fareuna preghiera per il nostroVescovo emerito, Benedetto XVI.Preghiamo tutti insieme per lui,perché il Signore lo benedica e laMadonna lo custodisca. E ades-so, incominciamo questo cammi-no: Vescovo e popolo. Questocammino della Chiesa di Roma,che è quella che presiede nellacarità tutte le Chiese. Un cammi-no di fratellanza, di amore, di fidu-cia tra noi. Preghiamo sempre pernoi: l’uno per l’altro. Preghiamoper tutto il mondo, perché ci siauna grande fratellanza. Vi auguro

che questo cammino di Chiesa,che oggi incominciamo e nelquale mi aiuterà il mio CardinaleVicario, qui presente, sia fruttuo-so per l’evangelizzazione di que-sta città tanto bella! E adesso vor-rei dare la Benedizione, ma prima– prima, vi chiedo un favore:prima che il vescovo benedica ilpopolo, vi chiedo che voi preghia-te il Signore perché mi benedica:la preghiera del popolo, chieden-do la Benedizione per il suoVescovo. Facciamo in silenzioquesta preghiera di voi su di me.Adesso darò la Benedizione a voie a tutto il mondo, a tutti gli uomi-ni e le donne di buona volontà.Fratelli e sorelle, vi lascio. Grazietante dell’accoglienza. Pregateper me e a presto! Ci vediamopresto: domani voglio andare apregare la Madonna, perchécustodisca tutta Roma. Buonanotte e buon riposo!

Gesù entra in Gerusalemme.La folla dei discepoli lo accom-pagna in festa, i mantelli sonostesi davanti a Lui, si parla diprodigi che ha compiuto, ungrido di lode si leva: "Benedettocolui che viene, il re, nel nomedel Signore. Pace in cielo e glo-ria nel più alto dei cieli" (Lc19,38).Folla, festa, lode, benedi-zione, pace: è un clima di gioiaquello che si respira. Gesù harisvegliato nel cuore tante spe-ranze soprattutto tra la genteumile, semplice, povera, dimen-ticata, quella che non conta agliocchi del mondo. Lui ha saputocomprendere le miserie umane,ha mostrato il volto di miseri-cordia di Dio e si è chinato perguarire il corpo e l’anima.Questo è Gesù. Questo è il suocuore che guarda tutti noi, cheguarda le nostre malattie, inostri peccati. E’ grande l’amoredi Gesù. E così entra inGerusalemme con questoamore, e guarda tutti noi. E’ unascena bella: piena di luce - laluce dell’amore di Gesù, quellodel suo cuore - di gioia, di festa.All’inizio della Messa l’abbia-mo ripetuta anche noi. Abbiamoagitato le nostre palme. Anchenoi abbiamo accolto Gesù;anche noi abbiamo espresso lagioia di accompagnarlo, disaperlo vicino, presente in noi ein mezzo a noi, come un amico,come un fratello, anche come re,cioè come faro luminoso dellanostra vita. Gesù è Dio, ma si èabbassato a camminare con noi.E’ il nostro amico, il nostro fra-tello. Qui ci illumina nel cammi-no. E così oggi lo abbiamoaccolto. E questa è la primaparola che vorrei dirvi: gioia!Non siate mai uomini e donnetristi: un cristiano non può maiesserlo! Non lasciatevi prenderemai dallo scoraggiamento! Lanostra non è una gioia che nascedal possedere tante cose, manasce dall’aver incontrato unaPersona: Gesù, che è in mezzo anoi; nasce dal sapere che conLui non siamo mai soli, anche

nei momenti difficili, anchequando il cammino della vita siscontra con problemi e ostacoliche sembrano insormontabili, ece ne sono tanti! E in questomomento viene il nemico, vieneil diavolo, mascherato da angelotante volte, e insidiosamente cidice la sua parola. Non ascolta-telo! Seguiamo Gesù! Noiaccompagniamo, seguiamoGesù, ma soprattutto sappiamoche Lui ci accompagna e ci cari-ca sulle sue spalle: qui sta lanostra gioia, la speranza chedobbiamo portare in questonostro mondo. E, per favore,non lasciatevi rubare la speran-za! Non lasciate rubare la spe-ranza! Quella che ci dà Gesù

2. Seconda parola. PerchéGesù entra in Gerusalemme, oforse meglio: come entra Gesùin Gerusalemme? La folla loacclama come Re. E Lui non sioppone, non la fa tacere (cfr Lc19,39-40). Ma che tipo di Re èGesù? Guardiamolo: cavalca unpuledro, non ha una corte che losegue, non è circondato da unesercito simbolo di forza. Chi loaccoglie è gente umile, sempli-ce, che ha il senso di guardare inGesù qualcosa di più; ha quelsenso della fede, che dice:Questo è il Salvatore. Gesù nonentra nella Città Santa per rice-vere gli onori riservati ai re ter-reni, a chi ha potere, a chi domi-na; entra per essere flagellato,insultato e oltraggiato, comepreannuncia Isaia nella PrimaLettura (cfr Is 50,6); entra perricevere una corona di spine, unbastone, un mantello di porpora,la sua regalità sarà oggetto di

Segue a pag. 4

60°

13 MARZO: SALUTO ALLA FOLLA IL GIORNO DELL’ELEZIONE

Page 2: 2/2013  Eco della Rossa

2 LL’ECO’ECO DEDE LALA ROSSAROSSA 2/13

VITA DEL SANTUARIO

Seminaristi con noi Corso fidanzati

Ciao nonna Anna!

Essere dono

Maria donna ferialeVIVACITA’ IN PARROCCHIA

BATTESIMI

Nel primoanniversario

dellasua scomparsalo ricordiamo

con affetto

GABRIELE RUGGERI - 17-3-2013

Lo scorso 16 marzo, la comu-nità del primo biennio del semi-nario regionale ha fatto visitaalla comunità parrocchiale diSerra San Quirico. Queste usci-te pastorali hanno la funzione difar conoscenza delle comunitàparrocchiali in cui vivono o sonoinseriti i seminaristi, oltre chepermettere agli stessi di vivere ladimensione pastorale della par-rocchia secondo le diversitàpastorali presenti nelle diversediocesi di provenienza. Dopouna mattinata trascorsa nel silen-zio di un ritiro spirituale vissutonella chiesa di San Quirico, gui-dato dal vice rettore donFrancesco Savini e il pranzo condon Michele in canonica, lacomunità dei magnifici “sei” èstata impegnata nelle attivitàcatechistiche del sabato pome-riggio. Tra catechismo, calcetto,interviste in preparazione dellafesta dei popoli, attività in orato-rio, i seminaristi hanno vissuto ledinamiche tipiche degli impegniparrocchiali del fine settimana. Iltutto accompagnato dall’acco-glienza dimostrata non solo dallecatechiste e dai ragazzi, masoprattutto dai Serrani, che condiscrezione e curiosità si sonofatti prima curiosi osservatori diquesti giovani che hanno decisodi giocarsi per Dio, e poi inco-raggiatori degli stessi nella

fedeltà alla strada della sequeladi Gesù. La serata si è sviluppataattorno ad un momento di condi-visione sull’esperienza dell’es-sere sacerdote e del vivere ladimensione parrocchiale offerta-ci da don Michele. Ascoltare unsacerdote, il racconto della suastoria vocazionale, le sue espe-rienze pastorali sono per i semi-naristi momento di grazia parti-colare, che permette di compren-dere come l’azione di Dio operain chi decide di mettere la suavita al Suo servizio e al serviziodei Fratelli. Lo scorrere deltempo richiama l’ora del rientroin Seminario, durante il tragittodi ritorno si rivivono mentalmen-te le esperienze fatte, i voltiincontrati, le parole ascoltate,l’accoglienza vissuta…

Il richiudersi del cancello delseminario ci riporta nella nostradimensione quotidiana. Nellapreghiera prima della notte affi-diamo al Signore la comunitàserrana, don Michele, tutti colo-ro che ci hanno fatto sentire acasa e quanti giorno dopo giornosi mettono a servizio dei ragazzi,dei giovani, e di tutti i fratelli e lesorelle, degli ammalati dei pove-ri che il Signore ci pone comecompagni di viaggio.

Un grazie a quanti ci hannofatto sentire a casa.

Marco Panico

Per la seconda volta, suorGina ci ha fatto riunire insiemeil giorno 14 aprile, per discuteredi ciò che noi, come giovanianimatori, dobbiamo apprende-re al fine di riuscire a condurreal meglio i bambini che ci ven-gono affidati e per far crescere ematurare le nostre anime. Lagiornata è iniziata con numero-se attività ludiche, che si sonopoi momentaneamente conclusecon il pranzo svoltosi nel teatri-no parrocchiale. Poi, dopo avertrascorso il pomeriggio nelmeraviglioso parco dei fratibianchi, aver ascoltato la letturadel Vangelo alla messa, cisiamo riuniti nella sacrestia eabbiamo largamente discusso

sui temi che suor Gina ci haproposto: emarginazione dicoloro i quali sono affetti dahandicap fisici e non, rivalità frai giovani e il conseguente occul-tamento dei nostri doni perpaura di non essere mai abba-stanza. Tutto ciò ha riscontratomolto successo fra noi giovani,principali protagonisti di questatrincea chiamata adolescenza equindi responsabili di quantoscritto prima. L’incontro ci hapermesso di capire cosa gli altripensano di noi, e ci ha aperto lastrada dell’accettazione… orasta a noi continuare a percorrer-la!

Rania Taboubi& Giada Marinelli

GIOIA ANNAn. 6-4-1927 † 12-3-2013

MELONI VITTORIOn. 16-9-1942 † 25-2-2013

DOMENICA 19 MAGGIO

PRANZO DEI“GIOVANI DI IERI”

(più di 65 anni)

Prenotarsiin parrocchia

0731 86030entro giovedì 16

FRANCESCHINI LALE di Gian Paolo e Deborah Pellacchia - 30-3-2013

MOREA CLAUDIA - 31-3-2013

CORINALDESI MATTEO - 1-4-2013

UGO BUSBANI e ANNA BUCOLO - 3-3-2013

NOZZE D’ARGENTO

PIU’ CHE ARGENTO ...

L’altra sera, quella frase delConcilio riportata sotto un’imma-gine della Madonna, mi è parsacosì audace, che sono andato allafonte per controllarne l’autenti-cità. Al quarto paragrafo deldecreto del Concilio Vaticano IIsull’ Apostolato dei laici c’è scrit-to testualmente: ”Maria vivevasulla terra una vita comune atutti, piena di sollecitudini fami-liari e di lavoro”. Simile, cioè allavicina di casa. Beveva l’acquadallo stesso pozzo. Pestava ilgrano nello stesso mortaio. Sisedeva al fresco dello stesso corti-le. Anche lei arrivava stanca allasera, dopo una giornata di lavoro.Si, anche lei ha avuto i problemidi salute, di economia, di rapporti,di adattamento. Chi sa quantevolte è tornata dal lavatoio col mal

di capo e soprappensiero perchéGiuseppe da più giorni non avevamolto lavoro. Chi sa a quanteporte ha bussato chiedendo qual-che giornata di lavoro per il suoGesù, nella stagione dei frantoi.Chi sa quanti meriggi ha malinco-nicamente consumato a rivoltare ilpastrano già logoro di Giuseppe, ericavarne un mantello perché suofiglio non sfigurasse tra i compa-gni di Nazaret. Come tutte lemogli, avrà avuto anche leimomenti di crisi nel rapporto consuo marito, del quale taciturnocom’era, non sempre avrà capito isilenzi. Come tutte le madri haspiato pure lei, tra timori e speran-ze, nelle pieghe tumultuose dell’a-dolescenza di suo figlio. Cometutte le donne, avrà provato purelei la sofferenza di non sentirsicompresa, neppure dai due amoridella sua vita. e avrà temuto dideluderli. O di non essere all’al-tezza del ruolo. Se per un attimoosiamo toglierti l’aureola, è per-ché vogliamo vedere quanto seibella a capo scoperto. SantaMaria, donna feriale insegnaci aconsiderare la vita quotidianacome il cantiere dove si costruiscela storia della salvezza. Torna acamminare discretamente con noi,o creatura straordinaria innamora-ta di normalità, che prima di esse-re incoronata Regina del cielo haiingoiato la polvere della nostrapovera terra. Don Tonino Bello

È difficile dire “addio” ad unanonna, le parole spesso non rie-scono a spiegare quello che inonni fanno o hanno fatto per noi:i nonni ti vogliono bene come deigenitori, ti educano come deigenitori...si prendono cura di noifin dall'infanzia. I nonni sono quel-le persone “speciali” che credonopiù nei loro nipoti che nei lorofigli, quelli che per i loro nipoti “sispezzano in due”, acconsenten-do ad ogni loro richiesta e desi-derio. È un rapporto un “po' stra-no” tra nonni e nipoti: si prendo-no cura di noi fin dal giorno chesiamo nati...poi sta a noi prender-ci cura di loro e accompagnarlifino agli ultimi giorni della lorovita! Forse sarà la mia età e ilpensiero invaso dai “bellissimi”ricordi insieme, ma le parole mi sistringono in gola e non sapreicosa dire ne tanto meno da doveiniziare, così voglio ricordarti coni pensieri dei miei fratelli(Damiano)

“Cara nonna,non ho fatto intempo a dirti quanto ti volevobene perché il Signore ti ha por-tata via prima... E pensare chesolo 3 settimane fa stavi bene poihai incominciato a stare male equando sono venuto a trovarti inospedale non eri più come prima.Eri diversa ma eri pur sempre lamia carissima e brava nonna.Non dimenticherò mai quanto mivolevi bene. Ogni domenica chevenivi a pranzo da me ricordosempre che volevi fare sempreuna partita a carte con me e ioper farti contenta accettavo e nonriuscivo ad uscire con gli amiciperché mi trattenevi per tantotempo, ma c'erano anche le volteche non avevo voglia e tu ti offen-devi perché non desideravi altroche giocare con me. Mi facevi vin-cere sempre a briscola e io miarrabbiavo perché non giocavimai sul serio... Poi ricordo cheogni tanto facevi le tagliatelle ladomenica solo per me perchésapevi che amavo davvero tanto

le tue tagliatelle! Ma adessocome farò senza le tue tagliatellema sopratutto senza di te... Stamattina quando ho saputo dellatriste notizia mi si è spezzato ilcuore :( Te ne volevo davverotanto di bene - mi dicevi sempreche ero il tuo nipotino preferitoma ora non ci sei più... Già mimanchi da morire... Addio nonna.Danilo

“nonna..sai.. mi mancherai davvero

tanto..tutte le partite a carte fatte

insieme, le tagliatelle che portaviogni domenica, e tutti gli altrisquisiti dolci che facevi, la vogliache avevi di passare del tempocon me e che io stupidamentenon usavo molto perché preferi-sco stare fuori con gli amici.

tutti i pranzi, la comunione, lacresima, i bei regali che mi faceviper il compleanno, le nostre foto...

ogni tuo ricordo mi uccidedentro...

ciao nonna -”. Claudia

Ci mancherai tantissimononna, mancherai a tutti quelliche ti volevano bene. Ora ti pren-derai cura di noi da lassù!

NON ADDIO...MA CIAONONNA ANNA!! I tuoi Nipoti

Inno alla vitaCiao vita, ti ritrovo al mio risveglio fatta di lucedi piccole angosce,di pensierie di sorrisi che celano tristezza.Ti vesti poco a poco fino a tarda sera,quando mi addormento tu ti spoglied io già sogno il risveglio di domani:per vestirmi di spensierata allegriadi tenerezza da condividere con gli altri.Grazie vita di starmi accanto,nuda senza pretese fatta di luce,vestendo gli abiti che ti pongo.Vita, tu sola sai i miei obbiettivie solo vestendoti di amore di semplicità e di speranzali raggiungerò, vedrai!

Keller Christine

DOMENICA 9 GIUGNO ORE 11,30S. CRESIMA

amministrata dal nostro Arcivescovo

TERESAeFRANCOSTIGLIANO14-4-2013

30 ANNI

Page 3: 2/2013  Eco della Rossa

2/13 LL’ECO’ECO DEDE LALA ROSSAROSSA 3

ATTIVITA’ PASTORALI

Appuntamenti giovani• DOMENICA 16 GIUGNO a SARNANO

GIORNATA DIOCESANA ORATORI

• GREST AL TEATRO PARROCCHIALE di Stazionedal 18 al 30 giugno

• CAMPO SCUOLA RAGAZZI 5a elem. - 3a mediadal 29 luglio al 4 agosto a S. Ginesio (MC)

• CAMPO SCUOLA GIOVANI ANIMATORIdal 30 agosto al 6 settembre a LECCO

Pregare cantando

Speciale Oratorio

“Dacci oggi il nostro pane”

Domenica 3 marzo, si è svol-to il secondo appuntamento, perle famiglie e i ragazzi dell'oratorio.Il tema di questa domenica èstato il pane e i suoi molteplici usiin cucina. Complice la bella gior-nata di sole quasi primaverile, iragazzi sono intervenuti numero-si, sono stati suddivisi in gruppi ead ognuno è stato affidato unruolo per la preparazione dellericette con il pane. E che ricette!Polpette di pane raffermo con pro-sciutto ed uova, pane arabo farci-to in vari gusti, sformato di panespinaci e prosciutto crudo, i pani-ni sandwiches ed un deliziosodolce con il pane raffermo e ama-retti ammollati nel latte. La miaricetta tipica della Sardegna sudoccidentale nel Sulcis, è stata il"Pane Civraxiu”. “Civraxiu” derivadal latino "cibarius": che sfama ed

era il componente principale delmenù quotidiano. Questo pane siottiene con una miscela di farina,sale semola acqua tiepida e pastamadre e molta lievitazione. Nelpomeriggio cinema, con il film"Viaggio al centro della Terra" esuccessivamente un'abbondantemerenda a base di dolci semprepreparati all'Oratorio. Alle ore 16si è svolto l'incontro delle famigliecon suor Gina. Un incontro inte-ressante e coinvolgente su un

passo tratto dal Vangelo di Luca:"La parabola del BuonSamaritano", che ha richiestoanche il nostro pensiero su alcu-ne parole. Abbiamo concluso lagiornata partecipando alla SantaMessa che è risultata quanto maipiacevole con tutta quella gio-ventù. Arrivederci ai prossimiappuntamenti.

Patrizia una mammae animatrice

I giovani e “il Risorto”: gemellaggio spettacolare

Verso la Cresima

Cena dei popoli

Sentirsi accolti

Pasqua dei giovani in discoteca

Portare Cristo dove stanno i giovaniPasseggiata oratoriana ai Frati Bianchi

mio paese, la Tunisia doveancora nella famiglie sonogli uomini quelli checomandano sulla vita delledonne. Mano che passavail tempo, pensavo che nonera giusto non inserirsi inquesto paese, così hocominciato a parlare e cer-care di conoscere gli altri,attraverso la scuola di miafiglia, il lavoro e incontran-domi mentre andavo per laspesa quotidiana.Nonostante noi siamo direligione mussulmana,questo non mi ha impeditotramite Caritas di far fre-quentare alle mie due bam-

bine, nel frattempo eranata anche Molka in Italia,l’oratorio. Lì incontro lemamme del paese e hocercato anch’io di dare unamano così mi sono sentitaanch’io parte di questopaese. All’improvviso tuttoè cambiato e mi sentomolto bene qui tanto cheposso dire che non sentopiù di essere straniera,sento l’ Italia come il miosecondo paese.

Hasna Nefzi

Durante l’ultimo anno di cate-chismo, cioè quello che accompa-gna al sacramento della Cresima,sappiamo che i ragazzi sono sem-pre più vivaci e ci vuole qualcosa dicoinvolgente per attirare la loroattenzione. La nostra realtà diSerra San Quirico vive, in quantovicina alla zona del fabrianesesede di molte ditte, una profondacrisi economica che si ripercuotesulle famiglie, specialmente quelledegli immigrati, così abbiamo pen-sato con i cresimandi di visitarequalcuno che assistiamo attraver-so la Caritas e conoscere un po’ leloro storie. Nell’ora di catechismoper ben due mesi i ragazzi sonostati da quattro famiglie, di prove-nienze diverse: due dell’India, unadelle Filippine e una della Tunisia,cercando con semplici domande dicapire come mai sono venuti inItalia e quali sono le difficoltà cheincontrano nel nostro paese. Sisono accorti che le case sonoquasi tutte fredde, certo ci sono i

riscaldamenti, ma mancano i soldiper poterli accendere, siamo statianche ospitati nelle camere deibambini perché c’è chi non ha unasala dove poter ricevere qualcuno.Abbiamo bevuto con loro del buonte e assaggiato dolci tipici, ascol-tando anche la lettura della primapagina del Corano. Il nostro cam-mino si è concluso la sera del mer-coledì Santo, con una grande“cena dei Popoli”, a cui avevamoinvitato tutte le famiglie sostenutedalla Caritas, i ragazzi e i genitoridei cresimandi e Marisa Tinti l’as-sistente sociale, con la qualeabbiamo un’ ottima collaborazione.Abbiamo pregato tutte le famigliedi portare qualcosa per condivider-lo e l’appello è stato davvero unsuccesso. Sono venuti in tantissi-mi, abbiamo preparato nel nostroteatrino parrocchiale due tavoli suiquali ognuno ha presentato i suoiprodotti con tanto di nome del piat-to e ingredienti. Anche le famiglieitaliane hanno cucinato la nostra

buona pasta e la pizza ed è statadavvero una cena insolita, mamolto interessante. I colori dei piat-ti erano davvero allegri, come delresto le grandi risate di una miriadedi bambini che si sono divertiti acorrere su e giù per il nostro palco.Quello che abbiamo voluto creareè stato un momento di convivialità,tra famiglie che si incontrano ascuola, a fare la spesa, in oratorio,ma che non si conoscono perchéancora abbiamo paura della diver-sità, temiamo che ci porta unatestimonianza di vita diversa dallanostra. La sera del mercoledìsanto, abbiamo gustato qualcosache ha un profumo di vite lontane,di tradizioni che anche in cucina ciraccontano i popoli, perché ognipiatto significa la ricchezza di unalimento della terra. Credo davveroche anche per queste famiglie chevivono da noi, sia importanteincontrarsi, parlare la loro linguad’origine e sentirsi un po’ a casa.Per noi e i ragazzi è stato davveroarricchente questo scambio, lamensa ci ha unito al di là dellanostra religione, che non deve dav-vero essere motivo di divisione. Dioci ama tutti e siamo tutti fratelli franoi. Ancora abbiamo molto da lavo-rare, ma questo è un primo passoverso l’altro, vivere un’esperienzache ci coinvolge così tanto, ci facrescere nella convinzione chepossiamo donare e soprattuttoimpariamo a ricevere, da chi looffre con il cuore, un bagaglio diesperienze e tradizioni diverse, maaltrettanto importanti per aprire lanostra mente all’accoglienza.Proviamo a diventare amici, anchefra genitori di questi che sono iragazzi che giocano, studiano, sidivertano e si vogliono bene con inostri figli. Donata Cattaneo

Domenica 7 aprile si è svoltala seconda edizione di “ Pregarecantando”, rassegna diocesanadi cori parrocchiali. Il pomerig-gio trascorso nella chiesa diSan Domenico a S. Severino,èstato ricco di cultura e condivi-sione: ognuno di noi è riuscito a

trasmettere i propri sentimentisuonando e cantando al meglioi pezzi che, con molto impegno,nei giorni precedenti avevamopreparato. La Rassegna è riu-scita a coinvolgere un vastonumero di parrocchie, e tuttehanno contribuito a creare unluogo di serenità e pace con unsottofondo di canzoni che, aseconda delle scelte del gruppo,andavano da ritmi più classiciad altri più movimentati emoderni. Serra ha avuto la for-tuna di partecipare doppiamen-te: infatti, il nostro coro PerfettaLetizia è stato poi seguito daquello dei Ragazzi del Crucianiche hanno eseguito il loro branoin maniera esemplare. Un rin-graziamento, quindi, alla “band”di Serra San Quirico paese, agliorganizzatori della Rassegna ea tutti coloro i quali sono venutiad assisterci, con la speranzache tutto ciò possa continuare,anno dopo anno, a ripetersi.

Giada Marinelli

Sabato 6 aprile , quando ancora siavvertiva l’aria gioiosa della Pasquaabbiamo pensato di riproporre nelnostro Santuario a Serra Stazione ilmusical “IL RISORTO”, già propo-sto lo scorso anno nella Pasqua deigiovani diocesana. In collaborazionecon l’oratorio don Orione di SanSeverino, abbiamo rispolverato musi-che e copione e a parte un’unicaprova ci siamo ributtati nell’impresa.Il nostro Santuario brulicava di vociallegre e di strumentazioni sofistica-te, che ci vogliono per la buona riu-scita dello spettacolo. Ma la cosa piùbella era che i ragazzi erano davverofelici , le canzoni non erano per nien-te facili e in qualche istante un po’ dipreoccupazione perché sembravanoaver dimenticato tutto. Invece almomento della rappresentazione èstato un vero successo, la nostra bellachiesa ha fatto da cornice perfetta, siaper lo spazio per i balletti, ma soprat-tutto per la solennità del momentodella crocifissione. Speriamo che iragazzi abbiamo appreso pienamenteil messaggio cristiano, i loro voltiseri prima e poi gioiosi dopo la resur-rezione ci fanno ben sperare che que-sta forma di teatro sia un nuovo stru-mento per far comprendere ai giova-ni il mistero dell’abbandono di Gesùalla morte in croce per noi. Unamorte che anche i giovani vivononelle difficoltà quotidiane, a scuola,con gli amici e in famiglia; se cre-diamo però che c’è un Dio al di sopra

di noi che ci invita a rialzarci nonavremo più paura della vita che civiene incontro e del futuro, oggi piùche mai incerto. La vera gioia cheabbiamo provato è stato poi vedere,durante la cena che i nostri ragazzihanno fatto amicizia, come se si fos-sero conosciuti da sempre. Il suono diuna chitarra li ha fatti riunire in ungrande cerchio a cantare insieme . Liguardavamo, consapevoli ancora unavolta che davvero l’ oratorio è unarealtà di vera crescita per i giovani. Inoratorio si può camminare insieme,scoprendo lentamente che c’è qual-cuno che non ha bisogno di esserealla moda o di possedere un telefoni-no ultima generazione per sentirsiapprezzato, basta essere se stessi e

amarsi come fratelli . Avremmo volu-to anche noi unirci a quel cerchio, mail nostro posto non è più quello, esse-re educatore significa anche mettersida parte perché i giovani condotti perla mano dagli adulti in certi momentidobbiamo lasciarli volare, osservan-doli sempre, ma da lontano. Graziesempre al nostro caro Tarcisio checon Luigina e Wanda si sono residisponibile per far rivivere questo belmomento anche qui, speriamo nelfuturo di ripetere qualcosa ancorainsieme soprattutto per il bene deinostri giovani che continuino a fre-quentare gli oratori dove possonocoltivare vere amicizie e vivere laloro vita sulle strade che il Signoreprepara per loro.

La giornata di sabato 6 aprileè stata una giornata all’insegnadell’amicizia e dell’unione.Dopo tante peripezie (microfoninon funzionanti, canzoni stona-te e passi di balletti sbagliati)durante le prove, siamo riuscitia far rinascere un musical che èstato capace di suscitare ungrande sentimento di commo-

zione nel pubblico, propriocome era accaduto a S.Severino qualche tempo fa.All’inizio, fra noi attori, c’eraun’aria densa di timidezza epaura di aprirsi gli uni con glialtri, ma ciò è completamentesparito nella parte post-spetta-colo, quando tutti insieme cisiamo ritrovati nel teatrino par-

rocchiale per la cena, che,trauna chiacchiera, una canzonecantata e suonata insieme einnumerevoli risate, si è conclu-sa con gran dispiacere nel vede-re i nostri cari Settempedaniritornare a casa.

Lo spettacolo, naturalmente,non è stato soltanto meritonostro, ma anche di tutto coloroche ci hanno aiutato al fine direalizzare balletti, canzoni, partida recitare eccetera. Un ringra-ziamento speciale va alla nostraregista Luigina la quale, seppurperdendo ogni tanto la (santa)pazienza a causa del nostro con-tinuo chiacchierare, ci ha con-dotti magnificamente alla rea-lizzazione di questo spettacolo,che è il prodotto nato dall’inte-sa e dalla forza che si è creatagrazie al gemellaggioSerra/S.Severino.

Giada Marinelli.

Sono arrivata in Italia nel2004 insieme a mio maritoe mia figlia Rania, di quasicinque anni. La vita qui èmolto diversa da quella del

Page 4: 2/2013  Eco della Rossa

4 LL’ECO’ECO DEDE LALA ROSSAROSSA 2/13

SPECIALE DON MARCO GENTILUCCI

“IL SIGNORE MI HA AMATO E MI HA CHIAMATO ...”

La parola di Papa Francesco

derisione; entra per salire ilCalvario carico di un legno. Eallora ecco la seconda parola:Croce. Gesù entra aGerusalemme per morire sullaCroce. Ed è proprio qui chesplende il suo essere Re secondoDio: il suo trono regale è il legnodella Croce! Penso a quello cheBenedetto XVI diceva aiCardinali: Voi siete principi, madi un Re crocifisso. Quello è iltrono di Gesù. Gesù prende su disé... Perché la Croce? PerchéGesù prende su di sé il male, lasporcizia, il peccato del mondo,anche il nostro peccato, di tuttinoi, e lo lava, lo lava con il suosangue, con la misericordia, conl’amore di Dio. Guardiamociintorno: quante ferite il maleinfligge all’umanità! Guerre,violenze, conflitti economiciche colpiscono chi è più debole,sete di denaro, che poi nessunopuò portare con sé, deve lasciar-lo. Mia nonna diceva a noi bam-bini: il sudario non ha tasche.Amore al denaro, potere, corru-zione, divisioni, crimini controla vita umana e contro il creato!E anche - ciascuno di noi lo sa elo conosce - i nostri peccati per-

sonali: le mancanze di amore edi rispetto verso Dio, verso ilprossimo e verso l’intera crea-zione. E Gesù sulla croce sentetutto il peso del male e con laforza dell’amore di Dio lo vince,lo sconfigge nella sua risurrezio-ne. Questo è il bene che Gesù faa tutti noi sul trono della Croce.La croce di Cristo abbracciatacon amore mai porta alla tristez-za, ma alla gioia, alla gioia diessere salvati e di fare unpochettino quello che ha fattoLui quel giorno della sua morte.

3. Oggi in questa Piazza cisono tanti giovani: da 28 anni laDomenica delle Palme è laGiornata della Gioventù! Eccola terza parola: giovani! Carigiovani, vi ho visto nella proces-sione, quando entravate; viimmagino a fare festa intorno aGesù, agitando i rami d’ulivo; viimmagino mentre gridate il suonome ed esprimete la vostragioia di essere con Lui! Voiavete una parte importante nellafesta della fede! Voi ci portate lagioia della fede e ci dite chedobbiamo vivere la fede con uncuore giovane, sempre: un cuoregiovane, anche a settanta,

ottant’anni! Cuore giovane! ConCristo il cuore non invecchiamai! Però tutti noi lo sappiamo evoi lo sapete bene che il Re cheseguiamo e che ci accompagna èmolto speciale: è un Re che amafino alla croce e che ci insegna aservire, ad amare. E voi nonavete vergogna della sua Croce!Anzi, la abbracciate, perché

mondo! La portate rispondendoall’invito di Gesù "Andate e fatediscepoli tutti i popoli" (cfr Mt28,19), che è il tema dellaGiornata della Gioventù di que-st’anno. La portate per dire atutti che sulla croce Gesù haabbattuto il muro dell’inimici-zia, che separa gli uomini e ipopoli, e ha portato la riconcilia-zione e la pace. Cari amici,anch’io mi metto in camminocon voi, da oggi, sulle orme delbeato Giovanni Paolo II e diBenedetto XVI. Ormai siamovicini alla prossima tappa diquesto grande pellegrinaggiodella Croce. Guardo con gioia alprossimo luglio, a Rio deJaneiro! Vi do appuntamento inquella grande città del Brasile!Preparatevi bene, soprattuttospiritualmente nelle vostrecomunità, perché quell’Incontrosia un segno di fede per ilmondo intero. I giovani devonodire al mondo: è buono seguireGesù; è buono andare con Gesù;è buono il messaggio di Gesù; èbuono uscire da se stessi, alleperiferie del mondo e dell’esi-stenza per portare Gesù! Treparole: gioia, croce, giovani.

avete capito che è nel dono di sé,nel dono di sé, nell’uscire da sestessi, che si ha la vera gioia eche con l’amore di Dio Lui havinto il male. Voi portate laCroce pellegrina attraverso tuttii continenti, per le strade del

Segue da pag. 1

Ad una settimana dalla tuaordinazione ti inviano un picco-lo pensiero una persona piùgrande di te e una tanto piùpiccola. Ti ricordi ancora quan-do ci hai condotto al primocampeggio serrano? Io moltobene. Appena ti ho conosciutomi hai fatto subito una buonaimpressione, finalmente eraarrivato qualcuno che, dopo lanostra ultima brutta avventura,ha avuto il coraggio di ricomin-ciare. E non è stato propriouguale agli altri campeggiquello con te: ci hai reso prota-gonisti di una bella avventura,facendoci conoscere Gesù inmaniera semplice ma profon-da. Conoscendoti meglioanche attraverso gli incontricon il gruppo di animatori, misono resa conto che sei con-vinto della tua scelta di diven-tare sacerdote. Anche la scor-

giovani della tua età e in unsolo istante ho rivisto il tempo,quasi due anni e mezzo, tra-scorso insieme qui a Serra sanQuirico. Quando tornavi il gio-vedì pomeriggio era una verafesta, a partire dalla condivi-sione della nostra mensa checi faceva sentire davvero fra-telli, anche perché il piatto erasempre cucinato in collabora-zione:tu eri lo chef, io unasemplice aiutante e donMichele l’ospite d’onore. Eraun momento di fervente orga-nizzazione per le attività che ciaspettavano, pianificavamo inostri incontri e poi le ore vola-vano via, quasi mai come ave-vamo pensato perché comearrivavi tu la parrocchia siriempiva di giovani. Moltesono state le cose che hoimparato da te, soprattuttoconcretamente da te è nato

sa settimana alla veglia di pre-ghiera pensavo che fossi agi-tato, invece eri del tutto tran-quillo e si vedeva chiaramentela tua felicità. Da te la cosamigliore che ho imparato èproprio questa tua tranquillitàdovuta alla sicurezza della tuafede. Anch’io spero nel miofuturo di trovare una giustavocazione e viverla come lastai vivendo tu. Nel tempo chesei rimasto con noi ti abbiamovoluto bene come ad un fratel-lo maggiore perché sapevamoche c’eri sempre. Ci hai inse-gnato a essere “gruppo” neimomenti gioiosi e in quelli piùseri. Ti porterò nel mio cuoresoprattutto perché ho visto inte il cambiamento nell’avvici-narsi al diaconato e poi in vistadella tua ordinazione sacerdo-tale. Grazie di cuore e speria-mo che, nonostante i tuoi tantiimpegni, ci potrai dedicareancora qualche piccolomomento. Auguri di un bellissi-mo futuro.

Danila

Carissimo, siamo davverogiunti al momento più impor-tante, quello che ti unirà allatua Chiesa che ami tanto.Venerdì sera, quando hai suo-nato alla casa di don Michele eti ho aperto ho visto un sorrisobellissimo sulle tue labbra. Eridiverso, pieno di una gioia cheè difficile da vedere oggi fra i

questo bellissimo cammino di“giovani animatori”, da mevoluto da tanto tempo e final-mente con te realizzato. Ognitanto ritrovo le fotografie deinostri campeggi e delle nostreuscite e penso che sono statimomenti bellissimi davvero. E’il vero volo quello che spicche-rai sabato 20 aprile, un voloverso Dio, ma che si concre-tezza nell’incontro della comu-nità che stai guidando. Non soquanto il tempo che hai passa-to con noi sia stato importanteper te, io ti posso dire cheessere al tuo fianco, mi ha aiu-tato ad acquisire la consape-volezza che solo l’ amore diDio è la vera forza della nostravita. Ed è proprio con questaforza che continuo a cammina-re con i giovani, amandolicome li hai amati tu. Grazie, telo dico con immensa nostalgia,ma condividendo la tua gioia.Alla veglia di preghiera haidetto una cosa bellissima, spo-serai una Chiesa che non saràimportante solo perché è fattadi grandi comunità o di bellissi-mi edifici, e così ho capito checi siamo anche noi piccolacomunità di Serra nel tuocuore e che ci hai amato dav-vero anche con tutte le nostredebolezze. Buon volo, noisaremo davvero finalmente incomunione nella preghiera.

Donata

Della giornata vissuta sabatopomeriggio a Camerino si era par-lato tante volte con MarcoGentilucci durante il periodo cheha passato nelle nostre parrocchiedi Serra San Quirico: un tempoche lo ha visto maturare questodesiderio di essere presbitero nellanostra Chiesa diocesana e chefinalmente si è realizzato. Anchese lontani, abbiamo partecipato aivari momenti che hanno precedu-to l’ordinazione cercando di coin-volgere soprattutto il gruppo digiovani che lo ha seguito in questianni. E la risposta c’è stata, conuna quindicina di ragazzi siamoarrivati puntuali al Duomo diCamerino. Don Marco è entratodavvero come uno sposo, accom-pagnato dai suoi ex compagni diseminario e dai sacerdoti, a brevesuoi confratelli. Il volto serionascondeva anche una forte emo-zione. La CelebrazioneEucaristica, preparata con grancura, ci ha portato velocemente almomento dell’ordinazione.Guardavo i giovani attenti nell’a-scolto delle parole di don Marco:quel ragazzo che aveva giocatotante volte a pallone con loro,avrebbe esercitato il ministerosacerdotale. E’ stato davvero com-movente il momento della vesti-zione degli abiti liturgici e l’un-zione delle mani, ma soprattuttol’abbraccio di pace con i suoi con-fratelli. Tutti noi abbiamo notatoche don Michele si è molto com-mosso e queste lacrime hannolasciato intendere la gioia di unpadre che consegna un figlio nellemani sicure di Colui che lo hasempre e molto amato. Da quelmomento la gioia davvero èapparsa sul volto di don Marco enei nostri cuori, ancor più nelmomento finale quando abbiamopotuto baciare le mani del nuovoconsacrato, che si alzeranno perbenedire, assolvere, invocare lo

Spirito Santo, consolare e consa-crare il pane e il vino al banchettodel Signore. Che emozione quelbacio! Voleva esprimere tutto ilnostro grazie per il servizio che ciha donato e l’augurio che quell’es-sere servo sia sempre la prioritàgrande della sua vita. Un’ altragioia è poi esplosa nei sotterraneidel Palazzo arcivescovile, dove èstato allestito un grande rinfrescoper festeggiarlo nella convivialitàdella mensa insieme a parenti eamici. A noi è toccato il compitogradito di “mescere” vino e bevan-de agli ospiti e l’allegria si è rad-doppiata quando don Marco ci haraggiunto per salutarci. Ecco ilnostro giovane prete, e siamo sicu-ri che sarà un ottimo prete, loabbiamo conosciuto da diacono eabbiamo capito che il suo cuore èpieno d’amore. Sa ascoltare, con-sigliare, perdonare, ma soprattuttoama così tanto il Signore da conta-giare il cuore di tutti noi invitan-doci a seguire la via del Vangeloche non porta altro che ad una vitapiena e bella, una vita al serviziodegli altri, che ci fa dimenticareogni egoismo per imparare chedonarsi è meraviglioso. Graziedon Marco sei un dono preziosoper noi, sei d’esempio per i nostrigiovani che a volte sembranoindifferenti, ma che invece in que-sto giorno hanno vissuto con con-sapevolezza, stretti intorno a te,questa grande emozione. E io tiringrazio perché vedo in te quelvolto di Cristo pieno di speranzain questa nostra Chiesa fatta ditante comunità che camminano,nonostante sofferenze e difficoltà,unite e si sostengono grazie a dellebuone guide come lo sarai tu.Adesso buon volo caro donMarco, posa le tua ali con la pre-ghiera anche sulle nostre parroc-chie lontane, ma che sono vicineal tuo cuore.

Donata

Sabato 20 aprile è stato, amio avviso, un giorno tutt’altroche ordinario. La nostra parroc-chia ha deciso di organizzarsinel miglior modo possibile perraggiungere Camerino e assi-stere all’ordinazione sacerdo-tale di Marco. Per noi animato-ri, Marco ha avuto un ruolo cru-ciale nella nostra formazione.Vederlo coronare il suo sognoe iniziare la sua missione èstata un’esperienza che ci hacolmato il cuore di emozionipositive, facendoci riflettere eche, insomma, non ci halasciato indifferenti (sui nostrivisi, qualche lacrima è scesa!).La sua determinazione, chenel giro di un solo anno lo haportato ad essere diacono epoi prete, è stata, per noi, unesempio concreto di quanto lafede in Dio possa essere fortee rendere possibile tutto. Findal suo arrivo qui, a Serra SanQuirico, abbiamo capito cheMarco è speciale: pur essendocosì giovane, egli ha in sé unaforza d’animo incomparabile.Proprio il fatto di essere unragazzo, gli ha permesso dilegare in pochissimo tempocon tutti noi: il suo mettersi ingioco e i suoi discorsi profondihanno toccato i nostri cuori.Grazie a lui, è stato possibileriorganizzare i campi-scuola e

riprendere il percorso interrot-to. I suoi occhi pieni di gioia e ilsorriso immenso sul suo voltosono impossibili da dimentica-re. In questa giornata, ilmomento più bello è stato l’ab-braccio tra Don Marco e DonMichele: due generazioni aconfronto, il primo, un pretealle prime armi e il secondo,ormai pieno di esperienza. Puressendo cosi diversi, ciò che liaccomuna è avere un grandecuore, un gran sorriso e unavoglia infinita di diffondere laParola del Signore. E’ proprioquesto, che fa tale un prete,quella gioia di rendere accessi-bile a tutti la Parola di Dio e didivulgarla con amore. Speroche la nostra presenza in que-sto giorno così importante perlui sia stato il simbolo di quan-to tutta la parrocchia è ricono-scente per ciò che ha fatto pernoi. Marco ha lasciato un gran-de segno e non finiremo mai diringraziarlo. Tutti sentiranno lasua mancanza e speriamo,anche lui, la nostra.

Caro Marco, ti auguriamo diintraprendere al meglio la tuamissione. Perché abbiamofiducia in te e sappiamo chesarai in grado di affrontarequesto compito. Ancora graziedi tutto!

Sheila

Caro don Marco, se avraimodo di leggere queste righea te dedicate in occasionedella tua ordinazione sacer-dotale, noterai che pi di unoha osservato che mi sonocommosso durante il rito,soprattutto quando sei venu-to ad abbracciare tutti noisacerdoti. Sono state lacrimeun po multiformi , nel sensoche erano di gioia per la metatanto da te desiderata e rag-giunta; lacrime di affetto,perch ho avuto, anzi abbia-mo avuto in tanti, la fortunadi condividere con te negliultimi anni di preparazione,momenti fraternamente ric-chi (come quando con altaperizia culinaria preparavisquisiti piatti a me che arri-vavo costantemente in ritar-do alla nostra piccola mensaparrocchiale), e quindi hopotuto ammirare le tuecapacit , la tua preparazioneteologica, la facilit di rap-porto con quella parte chesappiamo pi delicata e tal-volta lontana delle nostrerealt ecclesiali, cio i giova-ni; lacrime infine di commos-so ricordo, come sar succes-so a tanti confratelli, dellamia ordinazione. Lontanaormai quasi 35 anni, vissutanon nella solennit dellaCattedrale, ma nell intimitsemplice e festosa della miaparrocchia d origine(S.Lorenzo di Avacelli), per lemani dell indimenticato mons.Frattegiani. E quindi con ilricordo la gratitudine a Dio,per un dono grande e immeri-tato come quello della voca-zione sacerdotale, che mi hapermesso di vivere, per usareuna tua felice espressione,una vita bella , certo nonpriva di ombre, dovute innan-zitutto alla mia fragilitumana e alle difficolt chel esistenza riserva a chiunquepercorra l avventura di que-sto itinerario terreno. Ed oracaro Marco non posso cheaggiungere la mia umile pre-

ghiera perch l entusiasmo diquesta donazione non vengamai meno nel tuo cuore,ricordando che la responsabi-lit che posta sulle tue(sulle nostre spalle) certogrande, ma non verr maimeno la fedelt del Signore,che ti ha amato per primo,che ti ha chiamato a servire ilsuo popolo, condividendonegioie, dolori, fatiche e spe-ranze.

Vorrei concludere questosaluto, che scaturisce dalcuore, con un pensiero che mifu consegnato da un caroprete, nel giorno della miaordinazione e che conservoquasi con la gelosia di un pic-colo tesoro: Ora sei preteRicordati: il prete un enig-ma indecifrabile! Solo con lafede si pu afferrare il valo-re di quello che fa ed il sensodi quello che . Tu lo sai cosa un prete? E la cosa pipericolosa che esiste: deveessere fuoco . Io sonovenuto a portare il fuoco sullaterra (Lc 12,49). Ricordache anche chi disprezza ilprete perch lo vuole comeCristo e lo ama. Ti auguro diperdere la tua vita per causadel Vangelo e di ritrovarla incielo . Con affetto di fratellomaggiore..solo perch sononato prima.

Don Michele

DOMENICA 2 GIUGNOCORPUS DOMINI

- “ORATORIO DAY”Raccogliamo i fiori per l”INFIORATA”

- Ore 17,30 partenza da San Quiricodella PROCESSIONE EUCARISTICAcon i bambini della Prima Comunione

verso il Santuario.- Ore 18,30 si celebra la S. Messa

Page 5: 2/2013  Eco della Rossa

2/13 LL’ECO’ECO DEDE LALA ROSSAROSSA 5

LA VOCE DI SAN QUIRICODALLA QUARESIMA ALLA GIOIA DI PASQUA

Camminando

Dal Centro StoricoVIENI CON NOI A FARE QUATTRO PASSI?

Onore a Lucia, Santa e ... non

Alla Casa del Padre

Buon compleanno Erino!!

Il tempo di Quaresima è tra-dizionalmente caratterizzatodalla venerazione della S.Spina. Questo segno dellaPassione del Signore, benchénon sia l’unica Spina ad esserevenerata in Italia, qui ha sempreavuto una devozione particola-re, entrando a far parte dellastoria non solo religiosa maanche sociale del nostro popolo.Da quasi vent’anni, la quartadomenica di Quaresima siamosoliti ritrovarci con tutte le par-rocchie della Vicaria per unbreve pellegrinaggio peniten-ziale che si conclude nellachiesa parrocchiale di S.Quirico, dove, si celebra primala misericordia di Dio nel sacra-mento della penitenza e si par-tecipa infine alla solenne conce-lebrazione, presieduta quest’an-no da mons. Decio Cipolloni,che ritorna sempre volentierinel luogo che, negli anni settan-ta, lo ha visto giovane e vivaceparroco. Domenica 10 marzo, iltempo finalmente mite, ha favo-rito una presenza numerosa: eradavvero bello vedere la chiesaparrocchiale piena come nonmai. E’ stato il primo incontrodi forte partecipazione vicarialein questo “anno della Fede”: èstata anche l’occasione per pre-

sentare il Convegno regionalemarchigiano che a novembreconcluderà l’anno della fede.Altro momento notevole nellavenerazione della sacra Spina ècostituito dalla solennità delterzo venerdì di marzo (que-st’anno il 15 marzo). Si raccon-ta che in passato, qualchedecennio fa, in questo giorno, lestrette vie del centro storico siriempivano di tanti pellegrini,provenienti dalle campagneancora popolate e dai dintorni,cogliendo anche l’occasione diprendere parte alla ricca fiera,allestita proprio in quel giorno,che permetteva di fare gli acqui-sti necessari in presenza di unamerce più abbondante dei pic-coli negozi di paese. Oggi, tantecose sono cambiate e la parteci-pazione alle sacre celebrazionisi è fatta più scarsa. C’è ancorala bella usanza che alcune clas-si del locale Istituto compren-sivo prendano parte, insieme arappresentanze delle autoritàcivili e militari, alla solenneMessa del mattino. Al terminesegue il bacio devoto della reli-quia: “Ti adoriamo, o Cristo e tibenediciamo, perché con la tuasanta croce hai redento ilmondo”.

(m.g.)

L’idea era una di quel-le semplici. Darsiappuntamento in piazzala mattina di una dome-nica di primavera armatidi fotocamere; mettereinsieme un paio di foto-grafi professionisti pron-ti a dare consigli sucome immortalare gliscorci più suggestivi eun accompagnatorecapace di raccontarecon passione le storienote e meno note sulvecchio galeone di pie-tra; passeggiare insiemecon tranquillità goden-dosi le bellezze e gliincanti del centro stori-co; concludere con unbel pranzo tutti insiemeper recuperare subito lecalorie perdute con isaliscendi tipicamenteserrani. Con questi sem-plici ingredienti è nataun’iniziativa di succes-so, “Quattro passi per levie del borgo”, promos-sa da Accademia Le

Muse, con la collabora-zione di Studio Photo edell’Assessore alTurismo Roberto Negro.Il primo appuntamentodel 24 marzo è statosubito bissato il 14 apri-le ed è stato un cre-scendo di partecipazio-ne ed entusiasmo: deci-ne e decine coloro chehanno risposto all’ap-pello, molti provenientianche da fuori provin-cia, tutti ad affollare glistretti vicoli all’ombradel Monte Murano. Enon poco è stata anchela piacevole sorpresa diquei serrani che si sonoritrovati a scoprire tantecuriosità e fatti fino aquel momento non notilegati alla storia del pro-prio paese. Insomma,se vi siete persi i dueprimi appuntamenti, nondisperate. Preparate lescarpe da ginnastica,perché… non c’è duesenza tre !!!

E’una iniziativa mirataalla scoperta dei luoghi diorigine, attraverso escursio-ni suggestive nel centro sto-rico.

ASSOCIAZIONI MAR-CHIGIANI IN ITALIAVieni a scoprire la tua terra,rivivere le tradizioni locali,vedere i luogo dove vissero ituoi parenti: 4 giorni 3 notti(compresa 1/a Colazione)

soggiorno di mezza pen-sione al costo per personaeuro 210

per gruppi superiori a 25partecipanti costo per perso-na euro 195

4 giorni 3 notti (compresa1/a Colazione) soggiorno dimezza pensione

• PROMOZIONE validanel periodo: 29 APRILE/10GIUGNO - 15 SETTEM-BRE/15 DICEMBRE 2013

• PER GRUPPI organizza-ti in pullman o in treno ilsoggiorno dovrà necessaria-mente essere compreso dalGiovedì alla Domenica diogni settimana nei periodisopra indicati;

• INFO: 0731- 880079 –fax 0731-86269 e- mail:[email protected]

• Per gruppi superiori a 25persone, che intendesseropartecipare a questo evento eaffrontare quindi il viaggioin pullman o in treno(biglietto ferroviario colletti-vo), potranno ottenere uncontributo dalla regioneMarche relativo alle spese ditrasporto sostenute.

PER INFORMAZIONIPIÙ DETTAGLIATE VISI-TARE IL SITO: www.turi-smo.marche.it - Tel/fax 0718062154 o all’indirizzo e-mail: [email protected]

Incontro de “Gli amici del Gianelli”

Sabato 23 Febbraio 2013presso l'Università Politecni-ca delle Marche ho finalmen-te raggiunto un obiettivomolto importante per me: misono laureata in IngegneriaCivile, con la tesi:“Rifacimento della copertu-ra del complesso monu-mentale di S. Lucia in SerraS. Quirico” seguita dal Prof.Ing. Alessandro Balducci. Unringraziamento specialeall’Arch. Adorisio Paolo e all’.Ing. Dottori Giuseppe per lapreziosa collaborazione, allamia famiglia ma soprattuttoalla piccola Aurora a cui dedi-co questo traguardo. Dott.ssa LUCIA DUCA

MARIA LUISA TORRIn. 12-10-1930 † 28-2-2013

EDILIO STAFFOLANIn. 21-2-1946 † 14-4-2013

ZOLEMA BRUTTIn. 25-2-1928 † 5-2-2013

ANNUNZIATA LORENZETTIn. 18-2-1920 † 9-4-2013

MESSA DI PRIMA COMUNIONEChiesa di S. Quirico

DOMENICA 26 MAGGIO ORE 10,30

Giovedì Santo: lavanda dei piedi ai comunicandi

Lunedì di Pasqua: “l’ovu pintu”

Camminando, camminando, a piedi nudinelle zolle scure del campo.Ho camminato sul tappeto verde di trifogliod’un prato.Camminando, camminando,tesori ho trovato, fiori ho raccolto,con tenerezza li ho accarezzati.Camminando, camminando ho contemplato l’immensità del mare,camminando con faticasulle vette amiche, ad un passo dal cielo.Com’era lontano laggiùho contato le stelle più bellei tramonti incantati.Camminando, io invisibile granello di sabbia,emozioni nell’animanella grandiosità perfetta del Creato.

Mirella Ortolani

Ad un 90 enne con lospirito sempre giova-ne, tanti auguri datutta la famiglia:Elena, Marisa, Fabio,Luciana, Eugenio e ...nipotini.

Radici

“... L’uomosempre sisente smarri-to, sente bi-sogno di stel-le, e il Si-gnore le ac-cende, nelcielo lassù”(Inno a S. Rita)

Page 6: 2/2013  Eco della Rossa

6 LL’ECO’ECO DEDE LALA ROSSAROSSA 2/13

PARROCCHIADI S. LORENZO

Tel.0731/814866

cell. parroco 333 7206497

SERVIZI RELIGIOSI:

- Messe festiveore 10,00

- ore 11,15

- Messa prefestivaore 18,00

LA VOCE DI MERGOIncontri di preghierapresso le “Figurette”

Beata Colei che ha creduto

S. Messa animatadai bambini e ragazzi

del catechismo

Oratorio “La Farfalla”

Tornatialla

Casadel

Padre

Domenica 3 marzo, nellachiesa di San Lorenzo, lacelebrazione della messadello ore 11.15 è stata ani-mata dai bambini e dairagazzi del catechismo inparticolare dai comunican-di e cresimandi con lerispettive famiglie,

Il parroco, le catechiste,con la collaborazione dialcune mamme hanno pre-parato la celebrazionetenendo conto della loroetà e curando in particolarecanti, preghiere, serviziall’altare e proclamazionedella parola di Dio.

La felicità dei bambini èstata grande: soddisfatti edorgogliosi di aver parteci-pato attivamente alla SantaMessa; è stato un momen-

to molto importante per laloro crescita spirituale.

Altra iniziativa, in questoanno della fede, sono statigli incontri mensili dei geni-tori e figli insieme, nei qualisi è approfondito il signifi-cato del “CREDO” illustran-do, drammatizzando levarie parti.

L’incontro conclusivo siterrà sabato 4 maggio esarà guidato da DonLuciano, rettore dl semina-rio di Ancona.

Un ringraziamento parti-colare alle catechiste per ilgrande impegno con cuisvolgono il loro compito:dare una “educazione” reli-giosa ai nostri figli.

Tiziana

Incontro diocesano dei catechisti

Messa crismale

10 giugnoinizio centro estivo

Vi Aspettiamo!

Il mese di Maggio siconclude con la celebra-zione di una delle piùbelle feste mariane: lavisita di Maria alla suaParente Elisabetta, in unvillaggio della montagnadi Giuda, identificato dallatradizione con il paesinodi Ain karim – che signifi-ca “la fonte della vigna”– a sei chilometri daGerusalemme e centocin-quanta da Nazareth. Unviaggio lungo e difficileper quei tempi. Il raccontoevangelico di questo attodi delicata tenerezza rag-giunge il culmine nelleparole che Elisabettarivolge a Maria: “E’ beatacolei che ha credutonell’adempimento delleparole del Signore”. Diqui si illumina tutta lascena e ci viene dischiusala gioia della salvezza checomincia a mettersi inmoto in Maria, in adempi-mento delle promesse diDio al suo popolo.Affascinata da Dio, Mariadi Nazareth ha incarnatol’attesa e la fede d’Israelee si è fidata completa-mente del signore dicen-do: “avvenga di mequello che hai detto”.Questa accettazione dellavolontà divina è un’ecodell’atteggiamento diCristo stesso al momentodel suo ingresso nella sto-ria degli uomini, cosìcome ci viene riferito nellaLettera agli Ebrei: “Ecco,io vengo per fare, o Dio,la tua volontà” (10, 5-10).

La fede di Maria è stataapertura e disponibilitàincondizionata davanti alSignore, è stata totale spi-rito di servizio verso il

Figlio di Dio e la suaopera redentrice, è stataed è anche sollecitudinematerna per tutti gli uomi-ni, suoi fratelli, come sidesume proprio dalla visi-ta a sua cuginaElisabetta. E tutto questoin mezzo al chiaroscuroproprio della fede, nellaquale Maria è cresciutasempre di più. In ognioccasione, dall’annunciodell’angelo fino allaPentecoste, passandoper il Calvario, Maria si èdistinta per la sua fede trai poveri del Signore, chefiduciosamente attendonoe ricevono da Lui la sal-vezza. Immersa nellaradiosa oscurità di Dio, traluci e ombre alterne,capendo in parte e moltevolte interrogandosi,Maria è progredita nellacomprensione del proget-to salvifico che Dio stavaportando a termine nellapersona di suo Figlio e inmezzo alla storia e almondo degli uomini. Tuttoquesto fa Maria più gran-de e la rende più vicina anoi come modello di fedeper la Chiesa che peregri-na nel mondo verso lapatria celeste. “La suasantità, già piena nellaConcezione immacola-ta, cresceva via via cheella aderiva alla volontàdel Padre e percorrevala via della sofferenza,progredendo costante-mente nella fede, nellasperanza e nella carità”(Marialis Cultus, 56,2).

Maria aiutaci a crede-re all’amore di Dio e afare sempre la SuaVolontà!

Da Primavera Missionaria

MARTEDI’ 7 Maggio: Grugnaletti (Madonna delle Stelle)

MERCOLEDI’ 8 Maggio: Chiesa Santa Marciana

GIOVEDI’ 9 Maggio: Cecchi (Via Castellaro)

VENERDI' 10 Maggio: Casa Parrocchiale

LUNEDI’ 13 Maggio: Piazza Leopardi

MARTEDI’ 14 Maggio: Loccioni (Via Roma)

MERCOLEDI’ 15 Maggio: Agosti (Via Colli)

GIOVEDI’16 Maggio: Conti (Caccetta)

VENERDI’ 17 Maggio: Dolciotti (Via laVilla)

LUNEDI’ 20 Maggio: Pietrini (Fontisa)

MARTEDI’ 21 Maggio: Rossetti (Via Ravalle)

MERCOLEDI’ 22 Maggio: Maiolini (Via Matteotti)

GIOVEDI’ 23 Maggio: Ceccacci (Via Angeli)

VENERDI’ 24 Maggio: Ceccarelli (Via Angeli)

DOMENICA 26 Maggio: Piazzale Chiesa Angeli (ore 17,30)

Solenne CONCLUSIONE

L’oratorio “La farfalla” que-st’anno propone, anche nelperiodo estivo, nuove attività.

Abbiamo pensato di coinvol-gere ragazzi e ragazze aiutando-li a preparare nuove canzoni dacantare in Chiesa.

L’appuntamento settimanaleè previsto per ogni martedì dalleore 17 alle ore 18 contempora-neamente nella Chiesa di Mergoed Angeli, iniziando da martedì7 Maggio.

Saranno inoltre organizzatealcune sfide di calcetto, organiz-zate per le diverse fasce di età,contro gli altri oratori della dio-cesi.

Aspettiamo nuove proposte esuggerimenti da tutti i genitori e

da quanti hanno a cuore questapiccola realtà mergana.

Nell’augurarvi buone vacan-ze Vi ricordiamo i prossimi 2importanti appuntamenti a carat-tere parrocchiale e diocesano:

• Festa di fine catechismo eoratorio invernale, data e luogoda decidere.

• OGGI ORATORIO festa ditutti gli oratori diocesani all’a-perto il 16 Giugno a Sarnano

Andiamo avanti fiduciosi conil sano gioco ed il meritatodivertimento perché come dice-va Don Bosco :

”Quando vedo i giovani tuttioccupati nel gioco son sicu-roche il demonio ha un bel fare,ma non riesce a nulla”

CANTIANI ELIO15-6-1924 † 28-3-2013

PAOLUCCI ENRICA21-3-1926 † 28-3-2013

BADIALI ATTILIA26-8-1915 † 14-2-2013

La nostra partecipazione all’incontro diCastelraimondo 3 marzo 2013

I cresimandi in Cattedrale a Camerino28 marzo 2013

Page 7: 2/2013  Eco della Rossa

2/13 LL’ECO’ECO DEDE LALA ROSSAROSSA 7

LA VOCE DI CASTELLARORicordo di Don Giovanni“CHIESA DI DIO POPOLO IN FESTA”

DA AVACELLI

Mese di maggioRosario nelle “figurette”

alle ore 20,00

Alla Casa del Padre

Messa di Prima Comunione Battesimo Forza giovani!

FLASH DI CRONACA FLASH

SPORT ALL’ORATORIO:

Direttore responsabile:Michele Giorgi

Capo Redattore: Donata CattaneoRedattori:

Laura Corinaldesi, Teresa GiorgiEva-Edvige Martorelli

Autorizzazione Tribunale di Anconan. 122 dell’8-5-1952

Stampanova - Jesi (AN)Via Abruzzetti, 12

Telefono (0731) 207556Fax (0731) 214549

... e bocce

“Il piccolo principe” è tornatoSabato 2 marzo, presso il teatro

parrocchiale di Serra San QuiricoStazione, noi, alunni della classequinta della Scuola Primaria diSerra San Quirico e soci dellaCooperativa Scolastica “Amici persempre”, abbiamo messo in scena,per la seconda volta, lo spettacolo“Il Piccolo Principe”. La rappresen-tazione era stata presentata nelmaggio scorso a Maiolati Spontini;noi siamo stati contenti di rifarla,perché, di sabato pomeriggio, pote-va partecipare molta gente. Latrama, tratta dal testo di Antoine DeSaint- Exupéry, è un po’ complica-ta. Il Piccolo Principe, lascia il suoasteroide e la sua rosa troppo esi-gente per un viaggio straordinarioda un pianeta all’altro e in ogni pia-neta incontra una persona bizzarra oparticolare.

Arriva sulla Terra dove incontraun serpente ed una volpe che si faaddomesticare e gli rivela un segre-to grandissimo: “L’essenziale èinvisibile agli occhi”. Incontraanche un pilota ed insieme affronta-no altre avventure. Ma il PiccoloPrincipe tornerà dalla sua rosa, allaquale è troppo legato, ma nonabbandonerà i nuovi amici…rideràcon loro, da lassù, dalla sua stella.Siamo molto legati a questo perso-naggio, da quando abbiamo letto il

libro in classe. Ma eravamo tuttimolto emozionati prima dell’aper-tura del sipario, poi ci siamo inco-raggiati uno con l’altro e tutto èandato bene. La gente presente ciha applaudito molto, significa chelo spettacolo è piaciuto. E’ stataun’esperienza bellissima, che ricor-deremo sempre.

Erano presenti anche la nostraPreside e la prof.ssa BiancaVentura, coordinatrice del progetto“Crescere nella Cooperazione”: cihanno fatto i complimenti e in queimomenti abbiamo provato sensa-zioni molto intense di gioia e orgo-glio. Tutto questo non sarebbe statopossibile senza l’aiuto delle nostremaestre, di Anna Rita Giampaoletti

e di Massimo Martizzi. Alla fine ipresenti hanno lasciato un’offerta inuna scatola per la nostraCooperativa.

Grazie a tutti e grazie a DonMichele che ci ha ospitato.

Non dimenticate: “Non si vedebene che col cuore, l’essenziale èinvisibile agli occhi!”

L’A.C.S. “Amici per sempre”:Brega Samuele, BrocanelliEleonora, Brutti Alessio, CantianiAndrea, Compagnucci Sasha, ContiGiuseppe, Cuicchi Mirco, DuranteIda, Lai Eleonora, Latini Andrea,Loroni Andrea, Malatesta Brenda,Mangune Giane Marco, MontedoroLorenzo, Santoni Matteo, SelmaniElma, Softic Denis.

Ragazzi in ritiro al Santuario Madonna delle Macchie

Martedì 7 maggio: FontegeloniVenerdì 10 maggio: PalombareMartedì 14 maggio: RotorscioVenerdì 17 maggio:Rossolini – PaciarottiMartedì 21 maggio:Madonna di Loreto Venerdì 24 maggio:S. Urbano (Pittori- Filippella)Martedì 28 maggio: MattiacciFosso del Prete Venerdì 31 maggio: S. Lorenzo(loc. Medici)

DA SASSO

ANNA SANTINI24-7-1928 † 22-2-2013

ANGELA FRANCUCCI22-5-1923 † 29-1-2013

MASINO MERCANTI22-10-1956 † 3-4-2013

MARINO SIMONCINI19-4-1915 † 6-4-2013

Averti come amico è

stato un grande onore

ed il tuo sorriso un

grande dono.

Non ti dimentichere-

mo mai.

Ciao Masino

Gli amici di Castellaro

Domenica 21 aprile Castellaroha vissuto un momento bello egioioso della sua vita parrocchiale.Nella chiesa gremita sei ragazziricevevano la Cresima dalle manidel nostro Arcivescovo FrancescoGiovanni Brugnaro e una bambinasi avvicinava per la prima volta allaS. Comunione.

Anche il tempo piovoso del gior-no prima si è messo quasi al bello,perché nulla impedisse di gustare apieno questo momento particolare,che non ritornerà tra breve, perchéla piccola comunità castellareseesaurite queste…giovani leve dovràattendere vari anni per avere altriragazzi che ricevono questi sacra-menti. Susanna Bravi, AlessiaCostarelli, Marco Giacomoni,Giada Mancini, Matteo Pittori eIvan Zanni, i ragazzi cresimati eClizia Zanni, la bambina di 1°Comunione, si sono preparati sottola guida attenta e generosa di duegiovani catechiste, a cui va la piùviva gratitudine: Giulia e soprattuttoElisa, coadiuvate da una catechistapiù esperta che di tanto dava qual-che “dritta” perché i contenuti cate-chistici fossero adeguatamente pro-posti e assimilati. Anche le famigliesi sono rese partecipi in questocammino con sincera disponibilità.La preparazione immediata aisacramenti si è avuta con una bella

giornata vissuta presso la piccolacomunità religiosa nel SantuarioMadonna delle Macchie a Gagliole,dove l’amichevole presenza di suorGina, suor Maria e suor Michelahanno permesso ai ragazzi di inte-riorizzare, con riflessioni e attività, idoni che andavano a ricevere. Lacelebrazione domenicale si è svoltacon festosa sobrietà, animata dalpiccolo coro, con l’Arcivescovo cheaffabilmente ma anche con forzainvitava le famiglie a sostenere lescelte buone nella vita di questi pic-coli, dove la fede nulla toglie anzi dàpiù sapore all’esistenza. Il mondocontemporaneo può proporci falsivalori, ma l’impegno dei cristiani èquello di far crescere il bene. Certouna bella celebrazione non è tutto,ma offre quella serena certezza chec’è una comunità, visitata e soste-nuta dallo Spirito del Risorto checontinua a testimoniare valori posi-tivi, che arricchiscono la vita del-l’uomo. Allora, come afferma unnoto messaggio “semina: l’impor-tante è seminare il grano della spe-ranza. Semina e abbi fiducia: ognichicco arricchirà un piccolo angolodella terra”. Cari ragazzi, festeggiatidalla comunità e arricchiti della gra-zia dei sacramenti: seminate sem-pre il bene, il raccolto non andràmai perduto.

(m.g.)

Grazie al “maestro” Giulio Zampetti

Aguzzi Samanta, Bacolini Alessandro, Bucari Nicola, FaiellaMaddalena, Perini Diana COLACI ISABELLA - 27-4-2013

Da metà febbraio,in occasionedelle elezioni del Comitato loca-le, si è formato un bel gruppo digiovani interessati a far conosce-re e a valorizzare la nostra loca-lità. Certo questo rinnovo deldirettivo segna un bel cambia-mento, visto che molti consiglierisono new entry e il consiglio èformato quasi esclusivamente dagiovani sotto i 30 anni. Perciò,con la speranza di riuscire a por-tare avanti iniziative interessantie di essere un gruppo affiatato,incrociamo le dita anche perchèsiamo ormai arrivati alla festadell'asparago che sarà la primaoccasione per potersi affermaree impegnare. Tutto questo guida-

ti dal neo presidente MatteoCesaretti,vice presidenteLorenzo Bacolini.Amministrazione affidata a LauraBrasili (segretaria) e FrancescaPieragostini (cassiere) e revisoridei conti Cinzia Mengarelli eDiego Badiali. Consiglieri:Francesca Bartocci,PatriziaPieragostini,Luca Zucca, DavideColaci, Stefano Lucarini, CristinaVenanzoni,,Giulia Paladini,Francesco Bacolini, SimoneCesaretti, Raffaela Cesaretti,Stefania Pasquini, MorenoCesaretti e Silvana Rossi.Supportati da due "colonne" delcomitato: Cesaretti Vittorio ePieragostini Giancarlo.

Taekwondo ...Il Taekwondo (dal coreano Tae "colpire col

piede, kwon "pugno" e do "arte") nasce circa2000 anni fa, in Corea, come metodo di com-battimento e si è affermato come disciplinasportiva solo nello scorso secolo. Sabato 23marzo all’oratorio si è tenuta una dimostrazio-ne di questo sport, praticato da uno di loro:Andrea Centinari. Lo spettacolino è stato pre-parato in soli due giorni dai giovani atleti delTaekwondo Club Vallesina. A coordinarli èstato l’allenatore Giacomo Piersigilli, cinturanera quarto dan, che pratica dal 1988 e insegnadal 1997 e che ha illustrato le peculiarità delTaekwondo e ha risposto alle domande di bam-bini e adulti. All’evento era presente anche latre volte campionessa italiana Mara Magnoni.L’allenatore ha spiegato che per raggiungeretali livelli occorrono non solo dedizione e pas-sione, ma anche allenamenti assidui. Durantelo spettacolo i ragazzi hanno eseguito diversi

calci come : bandalchagi, twio, momdollyo-chagi, … ci sono poi state alcune dimostrazio-ni di combattimento. Il pomeriggio si è conclu-so con una bella merenda e con il palpabile

entusiasmo dei bambini, che hanno provato adimitare le mosse del Taekwondo. Che dire,forza e coraggio, ai nuovi cadetti!

Elisa Centinari

Don Giovanni Fala-sconi, ha concluso il suofecondo itinerario terrenoall’ospedale di Macerata il17 febbraio 2013 ed è statosalutato nella con cattedra-le di S. Severino, circondatoda molti sacerdoti e da unanumerosa folta di fedeli,provenienti da tutte le par-rocchie che don Giovanniaveva servito nei 54 anni diministero sacerdotale. ACastellaro era stato parrocodal 1963 ai primi mesi del1969 ed era stato tra i pro-motori del calzaturificio cheha operato nel piccolo cen-tro diversi anni, dando cosìlavoro a molte famiglie. E’tornato da anziano ad Isolae Castel S.Pietro, dove eranato e dove ora riposa ilsuo corpo. Lo ha sempreaccompagnato la fedelesorella Maria, che specienella tarda età e nellamalattia, lo ha sostenutoanche nell’attività pastorale.E’ doveroso ricordarlo, oltre

che come sacerdote gioio-so e buono anche comeintelligente e preparato pro-fessore, soprattutto nell’am-bito della storia dell’arte, nelcui settore aveva consegui-to la laurea. Un vivo grazieed una preghiera salga alSignore per questo suoservo fedele, la cui bontà ededizione in mezzo a noinon è stata dimenticata.

DON GIOVANNI FALASCONI2-9-1935 † 17-2-2013

Page 8: 2/2013  Eco della Rossa

8 LL’ECO’ECO DEDE LALA ROSSAROSSA 2/13

Concorso fotografico a Serra S. Quirico

Appuntamentocon il medico

a cura della Dottoressa EDWIGE RIPANTI

. . . VARIE VARIE VARIE . . .

Solo pochi giorni fa, negliStati Uniti è stata eseguita unacondanna a morte medianteiniezione letale. La notizia hapercorso tutto il mondo, essen-do questo paese sempre allaribalta e dalle vicende cono-sciute. Altre mai saranno rivela-te, comunque, altre ancora siperdono nei segreti politici ediplomatici, nei servizi di sicu-rezza, che purtroppo non rie-scono a captare il nemico chegetta bombe, morte, terrore suinnocenti cittadini alle presecon maratone. La pena di mortecontinua ad essere praticata inmolti stati dell’Unione, ma l’a-bolizione ormai contagerà ilcontinente nordamericano,come è giusto nell’umana pietà,anche nei confronti di assassinidi propri simili. Lo stato nonpuò togliere la vita in nomedella sua vendetta, scientemen-te, con meticolose procedureindegne della civiltà raggiunta.Camera a gas, sedia elettrica,metodi cruenti che spesso por-tano il condannato ad una mortelenta e dolorosissima; un’inie-zione letale ritenuta falsamenteindolore ed assurdamente unaconquista. Una miscela di far-maci che paralizza i muscoli ecausa arresto cardiaco, quandova bene. Una barbarie perpetra-ta sull’uomo che, inchiodato allettino, con il cuore a mille,attende l’estremo. I mezzi usatisono quelli propri della medici-na che salva le vite, l’atto diposizionare l’ago in vena è peruccidere, non per curare. Nullaè eticamente più condannabileed esecrabile. Ma in America laquestione è un tabù, come untabù sono le armi concesse atutti. Nessun presidente osa par-larne, soprattutto in campagnaelettorale; nemmeno il buonObama, tempestivamente insi-gnito, in men che non si dica,del Nobel per la pace in coinci-denza della prima elezione.Perché non battersi allora perl’abolizione della pena dimorte, come converrebbe peronorare la decisionedell’Accademia svedese neisuoi confronti? Molti altri paesial mondo applicano la penacapitale, soprattutto la Cina, ilSud-Est asiatico, i paesi arabied africani. In Iran si giustizia-no anche i minorenni, per noncitare la lapidazione femminile.I numeri degli uccisi non sono

noti. Migliaia di vite soppressedallo stato anche per motivireligiosi, politici o per reati digravità che nulla hanno a chefare con l’omicidio. Esecuzionipubbliche, talvolta multiple,sono la regola. Occorre rivolge-re la nostra attenzione di euro-pei altrove: in nome di ipoteticie strabilianti accordi per lasospirata ripresa economica,però, si decide di non toccare iltasto. In Cina le sentenze ese-guite sono oltre mille l’anno,ma i dati certamente non corri-spondono alla realtà, trattandosidi segreto di stato. Il condanna-to, ammanettato ed in ginoc-chio, riceve un colpo di arma dafuoco alla nuca, alla manieradei campi di concentramento(ove si eliminava il popoloebraico), per chi osava soltantorespirare. Di recente hanno uti-lizzato anche l’iniezione letale,riservata a funzionari di partitoo a cittadini stranieri. Secondole autorità, il metodo sarebbepiù umano e privo di sofferen-ze! Fin dall’antichità, la con-danna a morte è stata accettata epraticata con metodi cruentianche dai popoli più evoluti.Lapidazione, decapitazione,crocifissione, fucilazione, inie-zione letale sono azionimostruose ed indegne degliuomini di allora e di oggi. Laquestione è cruciale per l’interaumanità, non solo per l’immen-so messaggio cristiano del per-dono e della salvezza della vitaper coloro che sono colpevoli digravissimi reati (ricordiamocomunque la possibilità dell’er-rore giudiziario), ma per unostato soprattutto misericordiosocon chi ha sbagliato. Uno statoche non uccida mai, mai pervendetta nessuna creatura.

C R O C E V E R D ENotizie Flash La cura dimagrante

Europeo di twirling NBTA:grandi risultatiLauree: auguri dottoresse

Dalla Regione Marche

Sanità: “Le case della salute”

L’Associazione Prolocosta organizzando per ilprossimo 2 giugno un con-corso fotografico a temasu: Serra S. Quirico scor-ci, caratteristiche e sug-gestioni. La partecipazioneal concorso aperta atutti gli appassionati difotografia professionisti enon, previa iscrizione daeffettuarsi presso lasegreteria dell’associazio-ne, cui si dovr fare rife-

rimento per le necessarieistruzioni. L’esposizionedelle opere presentatesar allestita presso ilocali del Palazzo Piccioniin piazza della Libert . Lavalutazione e premiazionesar affidata ad appositacommissione giudicatrice.Si confida in una nutrita

partecipazione visto ilnotevole interesse che ilnostro paese offre e siringrazia tutti coloro che

vorranno rendersi utili peruna soddisfacente realiz-zazione dell’evento.IL DIRETTIVO PROLOCO

10 marzo: il centro sociale in festa con le donne

Il 10 Aprile una delegazionedella Croce Verde guidata dalPresidente Manlio Bernabucciha incontrato a Fabriano ilDirettore Generale dell’Asur Dr.Piero Ciccarelli.

L’ incontro, programmato datempo, è servito per approfondi-re le tematiche inerenti ai tra-sporti sanitari, alle relative ren-dicontazioni per rimborsi spese,alla nuova riorganizzazionedella rete territoriale di soccor-so, al rispetto delle normativeeuropee che prevedono che tuttii servizi sanitari secondari ven-gano aggiudicati mediante garadi appalto.

Il Presidente ManlioBernabucci ha elencato alDirettore Generale una serie diproblematiche riguardanti lanostra Associazione, la piùimportante delle quali riguardail mantenimento del servizio diemergenza 118 a fronte di unamomentanea diminuzione deiservizi sanitari e conseguentecalo dei rimborsi spese.

E’ stato rimarcato, dai dueinterlocutori, l’importanza dimantenere il servizio di emer-genza 118 sul territorio monta-no, particolarmente disagiato.

Di conseguenza l’incontro,lungo e cordiale, ha posto sultavolo diversi aspetti chedovranno essere attentamentevalutati e risolti nell’ interessegenerale della nostra comunità.

1- Sono arrivati in sede i pre-ventivi richiesti per l’acquisto diuna nuova ambulanza per il ser-vizio di emergenza 118 chedovrà prendere servizio attivoentro la fine dell’anno.

Il costo del mezzo si aggiraintorno ai 65 mila euro iva esclu-sa e fin da questo momentotutti, nessun escluso, siamoimpegnati alla ricerca di fondiper realizzare questo fonda-mentale progetto.

Quando il commercialista ciha consegnato i risultati delbilancio consuntivo anno2012, noi addetti ai lavoriabbiamo tratto più di unsospiro di sollievo perchè si èconstatato che dopo alcunianni, anche se di poco, èscomparso il segno negativosu questo fondamentale stru-mento che regola tutta l'atti-vità operativa della nostraAssociazione. I risultati rag-giunti dopo un anno di duraattività ci hanno ampiamentegratificato e non solo dalpunto di vista numericoanche se i sacrifici per rag-giungere l'obiettivo sono statipesanti e continuativi. Infattiin questo anno siamo statiprotagonisti in quasi 900interventi di emergenza 118ed in un numero molto eleva-to di servizi programmati divario genere sempre a favoredei cittadini più sfortunati,percorrendo con i nostri 6mezzi sanitari migliaia e

migliaia di chilometri. Ingenere in presenza di diffi-coltà, molti diminuiscono leattività che debbono effettua-re adducendo alle più svaria-te motivazioni pur di giustifi-care l'immobilismo e mante-nere consensi. Invece noi,nonostante tutte le difficoltàsempre crescenti siamo riu-sciti ad assicurare un servi-zio giornaliero e per tuttol'anno indispensabile allanostra popolazione. Siamodovuti intervenire sui tagli sutanti capitoli di spesa, alcuniaddirittura eliminandoli altririducendo drasticamente laloro portata. La scelta fattanon è piaciuta a diversi all'in-terno dell'Associazione, maera l'unica che permettessedi sopravvivere e mantenerelo standard di lavoro giorna-liero con gli impegni assunticon le ASUR. In sostanzaabbiamo fatto una grossaCURA DIMAGRANTE e incerti casi per un periodo que-sta può anche far bene, nonè possibile prolungarla anco-ra per molto perché altrimen-ti si rischia davvero grosso.Alcune voci di spesa, nono-stante gli aumenti, sonorimaste invariate: le assicura-zioni( mezzi-militi-controterzi), i meccanici, i gommisti,i carburanti, i materiali sanita-ri e tante altre, mentre abbia-mo deciso di tagliare sui costidella formazione, sull'abbi-gliamento,sulle utenze, sullacancelleria ecc. Il risultatoconseguito è stato soddisfa-

cente ed ha permesso direcuperare ciò che negli anniprecedenti era stato speso inpiù anche se onestamentedobbiamo dire che non c'era-no stati sprechi. La signoraDuca Patrizia, che era ilPresidente dei Revisore deiConti è uno degli artefici delrisultato conseguito, sugge-rendo soluzioni al ConsiglioDirettivo dall'alto della suaesperienza dimostrandoserietà, passione e amoreverso la nostra Associazione.Nel 2013 due sono le novitàche ci sono state annunciate:a) Per l'adeguamento dellenormative europee tutti i ser-vizi non prevalentementesanitari dovranno essereassegnati mediante garad'appalto.b) La Regione Marche hatagliato notevolmente i com-pensi per i rimborsi speseche venivano girati alleAssociazioni di volontariatoper effettuare i servizi sanita-ri.Tra qualche settimana nesapremo di più e i cittadiniconstateranno sulla loro pellele nuove disposizioni che giàsono state decise. Non siprospettano tempi belli infatto di servizi sanitari e tranon molto la nostraAssociazione saprà se cisaranno le condizioni percontinuare a effettuare que-sto indispensabile servizio afavore di tutti i cittadini in dif-ficoltà.

M. E.

Conto Corrente presso laCassa di Risparmio di Fabrianoe Cupramontana.

Coordinate bancarie:IBANIT55I0614037615015570002

4912- Cara/o amica/o, puoi aiu-

tare la tua Croce Verde senzaalcuna spesa aggiuntiva.

Porta questo numero:01025040427 al tuo CAF o altuo commercialista, chiedendodi voler donare il tuo 5x1000 (delle imposte già pagate ) allaCroce Verde Onlus di Serra SanQuirico.

Grazie per il tuo sostegno ela sensibilità dimostrata.

Il 23 febbraio 2013, pressol’Università Politecnica delleMarche, Beatrice Orazi haconseguito la laurea in“Ingegneria delle costruzioniedili e del recupero” con lavotazione di 95/110. Impegno ecostanza hanno dato i suoi frut-ti. Siamo orgogliosi di te: ilbabbo, la mamma e la sorellaSamantha.

Maila Pietrini il giorno 10Aprile 2013 presso l’Universitàdegli studi di Camerino ha con-seguito la Laurea Magistrale inMatematica e Applicazioni conla votazione 110/110 e lode. Tiringraziamo per le soddisfazio-ni che ci hai regalato in questianni di studio con l’augurio chenel prossimo futuro tu possacontinuare a regalarcele.

La tua famiglia

Ad Amsterdam in Olanda sisono conclusi domenica 31 marzo icampionati europei. La lg2Vallesina twirling aveva 5 sueatlete nella Nazionale italianaNBTA. In finale si sono aggiudica-te il:

3° posto la nostra giovanissimaGreta Contadini , nella categoriarhitmic twirl minor, 9 anni

6° posto la giovane FrancescaGaleotti, nella categoria rhitmictwirl cadetti, 11 anni (che meritavamolto di più)

9° posto per Giulia Paquini,nella categoria rhitmic twirl senior..anche lei doveva essere più in altonella classifica…

13° posto per Arianna Conti,nella categoria rhitmic twirl cadetti,10 anni

15° posto Chiara Donninelli,nella categoria rhitmic twirl cadetti12 anni

Sicuramente , meritavano tuttedi più vista la loro superiorità tecni-ca, ma come sempre il corpo giudi-cante delle altre nazioni non è statocosì obbiettivo e competente..e

questo purtroppo succede quando agiudicare sono gli uomini...mapubblico e tecnici… hanno eviden-ziato questa ingiustizia … questo cibasta per continuare sulla nostrastrada … e cioè..: professionalità,pulizia del corpo, tecnica giustatwirling e tanta passione e umiltà!Comunque la squadra italiana hadimostrato di essere la più forte intutte le discipline, dimostrandosuperiorità in pulizia del corpo, tec-nica twirling … professionalità ,competenza, nella scelta dei costu-mi … Grande NBTA Italia!

Questa esperienza ci fa’ bensperare in un futuro sempre in cre-scita per la LG2 che , ritorna daquesto Campionato Europeo, moltosoddisfatta delle sue piccole egrandi atlete e molto ottimista nelfuturo della società che oggi conta80 bambine!! Ringraziamo tutti itecnici che le hanno seguite in tuttele gare di selezione, Loredana chele ha seguite in questo Europeo, maanche i genitori e accompagnatori;[email protected] Satia, Enrico,Stefania, che le hanno seguite eincoraggiate!!!

Ora ci aspetta l’Interprovincialee il Nazionale Italia.

Emanuele presidente LG2 val-lesina twirling

OBIETTIVI E FUNZIONIIl sistema sanitario italiano

si sta spostando sempre di piùdall’ospedale al territorio, peroffrire una risposta adeguataai bisogni di salute conse-guenti all’aumento delle pato-logie cronico -degenerative equelle a compartecipazionesociale. Per questo la RegioneMarche intende svilupparestrutture sanitarie e sociosani-tarie, le Case della Salute,punto di riferimento certo per icittadini, che ad esse potrannorivolgersi in ogni momento pertrovare una risposta ai propriproblemi di salute, sia in rico-vero residenziale, sia attraver-so i servizi distrettuali, sociali,di prevenzione e ambulatorialispecialistici. Le Case dellasalute hanno il compito di:

• assicurare un punto unicodi accesso ai servizi per il cit-tadini;

• garantire la continuitàassistenziale nelle 24 ore 7giorni su 7;

• rafforzare l’integrazionecon l’ospedale soprattutto inrelazione alle dimissioni pro-tette;

• sviluppare programmi diprevenzione rivolti al singolo,alla comunità e a gruppi speci-fici di popolazione;

• gestire patologie cronicheattraverso l’integrazione del-l’assistenza primaria dei medi-ci di famiglia con i servizi spe-cialistici presenti e con la pos-

sibilità di ricovero residenziale;• promuovere e valorizzare

la partecipazione dei cittadini;• offrire formazione perma-

nente agli operatori.Pertanto le Case della

Salute sono un punto di acco-glienza e orientamento ai ser-vizi per tutti i cittadini, maanche un ambito nel qualeerogare assistenza sanitariain particolare per la gestionedelle patologie croniche ed ilcompletamento dei principalipercorsi diagnostici che nonnecessitano di ricorso all’o-spedale.

SERVIZI E DOTAZIONIPossono essere previsti,

all’interno della Casa dellaSalute, posti letto di tipo resi-denziale (Residenza Protetta,RSA, Residenza SanitariaMedicalizzata, country hospi-tal) e di lungodegenza-postacuzie e/o Riabilitazione fun-zionale per la continuità dellapresa in carico del pazientepost acuto dagli Ospedali direte e dalle Aziende ospeda-liere. Ad esempio potrannoesservi curati pazienti affettida malattie ad andamento cro-nico (scompenso cardiaco,BPCO, diabete, asma ecc.),con episodi di riacutizzazionenon facilmente gestibili adomicilio, per la difficoltà nellacompliance farmacologica,che oggi impropriamente sonocostretti a ricoverarsi inOspedali per acuti, in quanto

hanno bisogno di soli pochiesami strumentali e di labora-torio, eseguibili ambulatoria-mente e di controlli nell’esecu-zione della terapia.L’emergenza nell’area in cui ècollocata la Casa della saluteè garantita dalla rete di soc-corso territoriale, con la tipolo-gia di mezzi adeguata (mezzidi soccorso avanzati, mezzi disoccorso intermedi, mezzi disoccorso di base) e la possibi-lità di aprire degli ambulatoriper alcune prestazioni piùsemplici, così da snellire l’atti-vità nei Pronti Soccorsi ospe-dalieri, che si potranno dedi-care prioritariamente ai codicigialli e rossi. Rafforzare la reteterritoriale e le cure intermediesarà di sicuro aiuto a tutti i cit-tadini marchigiani e alle lorofamiglie, che ogni giorno assi-stono i loro cari in strutturesanitarie o socio-sanitarie chenon corrispondono per livelloassistenziale alle reali esigen-ze del paziente, ma che visono stati finora stati costrettiper l’indisponibilità di postiletto adeguati, frutto di unacultura ospedalo-centrica delsecolo scorso, ormai del tuttosuperata e non più risponden-te ai bisogni e alle richieste deicittadini marchigiani.

Festa della donna