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27 2 continua in ultima di copertina continua a pagina 27 dalla pagina 2 21 NOVEMBRE: GIORNATA DI PREGHIERA PER LA VITA CLAUSTRALE 21 NOVEMBRE: GIORNATA DI PREGHIERA PER LA VITA CLAUSTRALE I l 12 gennaio del 1953 nasce per desiderio del Sommo Pontefice Pio XII l’associazione “Pro Claustrali- Segretariato as- sistenza monache” allo sco- po di far conoscere e aiutare i monasteri che, in seguito al- la guerra, incontravano diffi- coltà per vivere e ricostruire i monasteri danneggiati. Il 19 febbraio dello stesso anno l’Osservatore Romano dà notizia che è stata istitui- ta l’associazione e traccia un breve profilo sugli scopi che si prefigge. Il 13 maggio del 1953 si celebra nella Chiesa la pri- ma Giornata “Pro Orantibus” per sensibilizzare il popolo di Dio alla conoscenza e all’ap- prezzamento della vocazione monastica contemplativa. In contemporanea na- sce pure un bollettino “Pro Orantibus”, per formare e in- formare sulla vita claustra- le. La ricorrenza è stata fis- sata definitivamente da S. Giovanni XXIII il 21 novem- bre di ogni anno, memoria li- turgica della Presentazione di Maria al Tempio. La giornata invita a so- stenere spiritualmente e ma- terialmente i monasteri, “polmoni verdi” di una cit- tà, come ebbe a dire Papa Benedetto XVI in occa- sione della Giornata “Pro Orantibus” del 2006, luoghi dove molte persone, anche provenienti da carriere pro- fessionali ricche di promes- se, abbandonano tutto, ritro- vando però il senso della vi- ta. In un’epoca storica in cui le comunicazioni in tem- po reale annullano le distan- ze geografiche, e lo scambio tra individui e gruppi sociali rende il fenomeno della glo- balizzazione una dimensio- ne determinante non solo a li- vello di economia, soprattut- to di cultura, sembra del tutto anacronistico scegliere uno stile di vita antitetico alle di- namiche contemporanee con la consacrazione monastica. Certo la maestosità e lo splendore artistico degli an- tichi monasteri benedetti- ni e cistercensi suscita anco- ra l’interesse storico dei cul- tori d’arte, così come le loro opere vengono esaminate da- gli studiosi di filosofia del- le religioni o di antropologia culturale, ma sono considera- ti per lo più vestigia di tem- pi passati che arricchiscono le biblioteche, i monumen- ti nazionali o i musei religio- si, dove il tempo sembra aver arrestato il suo corso. Eppure costatiamo con gioia che le vocazioni clau- strali femminili e anche ma- schili non sono rare, anco- ra oggi, e non si spiegano co- me semplice evasione dalle pesanti responsabilità o dai conflitti sollevati dalle pro- blematiche familiari, relazio- nali e culturali che condizio- nano l’esistenza quotidiana. La vocazione monastica non poggia sulla negazione, ma sulla scelta preferenzia- le di un Altro, da cui deriva- no valori religiosi e antropo- logici. È un Altro che invita la li- bertà della persona a una scelta radicale. Porsi alla se- quela di Colui che è Via, Verità e Vita, non risulta una diminuzione, ma un arricchi- mento. “Cercare Dio e cercarlo attraverso Gesù Cristo che lo ha rivelato (Gv 1,18), cer- carlo fissando lo sguardo sul- le realtà invisibili che sono eterne (2 Cor 4,18), nell’at- tesa della manifestazione gloriosa del Salvatore”: è questa per Benedetto XVI la vocazione dei monaci e mo- nache che da millenni abban- donano, solo in apparenza, il mondo per vivere nei mona- steri. Nel “cercare Dio” i mona- ci e le monache realizzano la loro vocazione “per il bene di La Corale “S. Maria di Cotrino” diretta dal M° Vincenzo Volpe. All’organo il M° Claudio Papadia. tutta la Chiesa” (Benedetto XVI). Il monachesimo, infatti, costituisce “per tutte le for- me di vita religiosa e di con- sacrazione una memoria di ciò che è essenziale e ha il primato in ogni vita battesi- male: cercare Cristo e nul- la anteporre al suo amore” (Benedetto XVI ). Un detto rabbinico reci- ta così: Il mondo poggia su tre colonne: lo studio della Torah, la preghiera e la cari- tà. Sono le tre piste che il cri- stiano deve percorrere per re- alizzare la vocazione propria, per sviluppare cioè quell’im- magine e somiglianza di Dio con cui è stato creato,

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21 NOVEMBRE: GIORNATA DI PREGHIERA PER LA VITA CLAUSTRALE21 NOVEMBRE: GIORNATA DI PREGHIERA PER LA VITA CLAUSTRALE

Il 12 gennaio del 1953 nasce per desiderio del Sommo Pontefice

Pio XII l’associazione “Pro Claustrali- Segretariato as-sistenza monache” allo sco-po di far conoscere e aiutare i monasteri che, in seguito al-la guerra, incontravano diffi-coltà per vivere e ricostruire i monasteri danneggiati.

Il 19 febbraio dello stesso anno l’Osservatore Romano dà notizia che è stata istitui-ta l’associazione e traccia un breve profilo sugli scopi che si prefigge.

Il 13 maggio del 1953 si celebra nella Chiesa la pri-ma Giornata “Pro Orantibus” per sensibilizzare il popolo di Dio alla conoscenza e all’ap-prezzamento della vocazione monastica contemplativa.

In contemporanea na-sce pure un bollettino “Pro Orantibus”, per formare e in-formare sulla vita claustra-le. La ricorrenza è stata fis-sata definitivamente da S. Giovanni XXIII il 21 novem-bre di ogni anno, memoria li-turgica della Presentazione di Maria al Tempio.

La giornata invita a so-stenere spiritualmente e ma-terialmente i monasteri,

“polmoni verdi” di una cit-tà, come ebbe a dire Papa Benedetto XVI in occa-sione della Giornata “Pro Orantibus” del 2006, luoghi dove molte persone, anche provenienti da carriere pro-fessionali ricche di promes-se, abbandonano tutto, ritro-vando però il senso della vi-ta.

In un’epoca storica in cui le comunicazioni in tem-po reale annullano le distan-ze geografiche, e lo scambio tra individui e gruppi sociali rende il fenomeno della glo-balizzazione una dimensio-ne determinante non solo a li-vello di economia, soprattut-to di cultura, sembra del tutto anacronistico scegliere uno stile di vita antitetico alle di-namiche contemporanee con la consacrazione monastica.

Certo la maestosità e lo splendore artistico degli an-tichi monasteri benedetti-ni e cistercensi suscita anco-ra l’interesse storico dei cul-tori d’arte, così come le loro opere vengono esaminate da-gli studiosi di filosofia del-le religioni o di antropologia culturale, ma sono considera-ti per lo più vestigia di tem-pi passati che arricchiscono

le biblioteche, i monumen-ti nazionali o i musei religio-si, dove il tempo sembra aver arrestato il suo corso.

Eppure costatiamo con gioia che le vocazioni clau-strali femminili e anche ma-schili non sono rare, anco-ra oggi, e non si spiegano co-me semplice evasione dalle pesanti responsabilità o dai conflitti sollevati dalle pro-blematiche familiari, relazio-nali e culturali che condizio-nano l’esistenza quotidiana.

La vocazione monastica non poggia sulla negazione, ma sulla scelta preferenzia-le di un Altro, da cui deriva-no valori religiosi e antropo-logici.

È un Altro che invita la li-bertà della persona a una scelta radicale. Porsi alla se-quela di Colui che è Via, Verità e Vita, non risulta una diminuzione, ma un arricchi-mento.

“Cercare Dio e cercarlo attraverso Gesù Cristo che lo ha rivelato (Gv 1,18), cer-carlo fissando lo sguardo sul-le realtà invisibili che sono eterne (2 Cor 4,18), nell’at-tesa della manifestazione

gloriosa del Salvatore”: è questa per Benedetto XVI la vocazione dei monaci e mo-nache che da millenni abban-donano, solo in apparenza, il mondo per vivere nei mona-steri.

Nel “cercare Dio” i mona-ci e le monache realizzano la loro vocazione “per il bene di

La Corale “S. Maria di Cotrino” diretta dal M° Vincenzo Volpe. All’organo il M° Claudio Papadia.

tutta la Chiesa” (Benedetto XVI).

Il monachesimo, infatti, costituisce “per tutte le for-me di vita religiosa e di con-sacrazione una memoria di ciò che è essenziale e ha il primato in ogni vita battesi-male: cercare Cristo e nul-la anteporre al suo amore” (Benedetto XVI ).

Un detto rabbinico reci-ta così: Il mondo poggia su tre colonne: lo studio della Torah, la preghiera e la cari-tà. Sono le tre piste che il cri-stiano deve percorrere per re-alizzare la vocazione propria, per sviluppare cioè quell’im-magine e somiglianza di Dio con cui è stato creato,

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DEI PP. CISTERCENSI - 72022 LATIANO (BR) - Tel. 0831.725398P E R I O D I C O D I C U LT U R A R E L I G I O S A E D E V O Z I O N E M A R I A N A

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ANNO XLVI - N. 6 - NOVEMBRE/DICEMBRE 2015 - SPED. IN A.P. COMMA 20/C ART. 2 LEGGE 662/96 - BR. FERROVIA

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21 Novembre: Giornata di preghieraper la vita claustrale 2

“Il paradiso di Dio” 3

Quelle tre beatitudini 4

Modelli di perfetta consacrazione 6

In preghiera con gli apostoli 8

20 secoli di strenne mariane 11

Al modo di moniti del Cielo 12

Una miniera sempre aperta 13

“È risorto, come aveva detto” 14

Fatti & persone 15

Il volto pasquale del Natale 18

«Un santuario mirabile» 21

«Chi eri / quando eri giovane?» 22

“Frate Deo gratias” 24

Sommario

conformandosi a Cristo e vi-vendo non più per se stesso, ma per Dio e il prossimo. A maggior ragione ciò vale per il monaco.

Il monaco fa della preghie-ra il respiro della vita. La pre-ghiera è grande fonte di spe-ranza per sé e per il mondo. Soltanto nell’incontro con Dio avviene la trasformazio-ne del nostro cuore, da cuo-re di pietra in cuore di carne, cioè profondamente umano e cristiano.

Altra colonna è lo studio e la meditazione della Parola di Dio. La giornata inizia con l’ascolto delle Scritture e da questo ascolto attento e assi-duo, guidato dallo Spirito, la quotidianità trae luce e forza.

Evagrio consiglia: “Il sole che si leva ti trovi sempre con

Ai nostri lettori chiediamo di rinnovare il loro abbonamento alla nostra rivista “ECO DEL SANTUARIO” e di farsi tramite per diffonderla. Grazie di cuore a chi accoglierà il nostro invito.

il Libro in mano”. La Parola infatti va letta e riletta, masti-cata e digerita fino a diveni-re sangue del nostro sangue e carne della nostra carne.

La terza colonna su cui il mondo poggia è la cari-tà. L’unione con Dio è veri-ficata dalla comunione con il prossimo. “Non posso dire di amare il Dio che non vedo, se non amo il fratello che ve-do”.

La vita fraterna vissuta all’interno del monastero è una sfida continua alla cari-tà. In mille modi si è costan-temente provocati a perdersi l’uno nell’altro, cominciando dalla fusione delle voci nel-la preghiera corale sino al-la condivisione dei beni e dei talenti.

Evagrio Pontico, par-lando del monaco, affer-ma: “Monaco è colui che è

separato da tutti per essere armoniosamente unito a tut-ti”.

Una figura luminosa del monachesimo contempora-neo, Matta el Meskin, dava in una intervista, una defini-zione stupenda ed eloquente della sua esistenza: “La mia vita è una profonda relazione tra Dio e me”.

Proprio tale relazione na-sce, si sviluppa e si compie nella preghiera. E proprio dall’ascolto e dall’attuazio-ne delle scritture sono nate le più belle esperienze di fe-de che hanno contribuito nel-la Chiesa a mantenere la fre-schezza del Vangelo. E anche oggi “è la Parola di Dio che, tramite lo Spirito Santo, ci guida di nuovo alla verità tut-ta intera” (Benedetto XVI).

P. Ruggero M. Di Bitetto

Santo Natale eFelice Anno Nuovo

La Direzione augura un