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Corso di formazione 2016-2017 — La nascita della Società Salesiana 8 Note Corso di formazione 2016-2017 — La nascita della Società Salesiana 1 La nascita della Società Salesiana Cronologia delle origini 1815 Nascita di Giovanni Bosco 1824 Sogno dei nove anni 1841 Ordinazione sacerdotale e primo catechismo 1844 Conclusione degli studi al Convitto Ecclesiastico e Oratorio di San Francesco di Sales 1846 Tettoia Pinardi 1848 Concessione dello Statuto 1854 Proposta a Rua, Cagliero, Rocchietti e Artiglia di un esercizio pratico di carità* 1855 Legge di soppressione delle congregazioni religiose (Legge Rattazzi o Legge contro i conventi) 1856 Compagnia dell'Immacolata 1857 Colloquio con il ministro Rattazzi 1858 Colloqui a Roma e udienze da Pio IX; Prima bozza di Costituzioni (Ms Rua = Ar) 1859 Il 18 dicembre nasce ufficialmente la Società Salesiana* (17 membri, età media inferiore ai 21 anni) Pubblicazione della Vita di San Domenico Savio (morto nel 1857) 1863 Apertura dell'opera salesiana di Mirabello 1864 1. Decretum laudis 1867 Prima circolare di don Bosco ai Salesiani* 1868 Consacrazione della Chiesa di Maria Ausiliatrice Iniziano le conferenze generali di don Bosco 1869 2. Decreto di approvazione della Società 1872 Elezione di Maria Domenica Mazzarello; prima professione delle FMA 1873 Inizio della stesura delle Memorie dell’Oratorio

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Corso di formazione 2016-2017 — La nascita della Società Salesiana

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Note

Corso di formazione 2016-2017 — La nascita della Società Salesiana

1

La nascita della Società Salesiana

Cronologia delle origini

1815 Nascita di Giovanni Bosco

1824 Sogno dei nove anni

1841 Ordinazione sacerdotale e primo catechismo

1844 Conclusione degli studi al Convitto Ecclesiastico e Oratorio di San Francesco di Sales

1846 Tettoia Pinardi

1848 Concessione dello Statuto

1854 Proposta a Rua, Cagliero, Rocchietti e Artiglia di un esercizio pratico di carità*

1855 Legge di soppressione delle congregazioni religiose (Legge Rattazzi o Legge contro i conventi)

1856 Compagnia dell'Immacolata

1857 Colloquio con il ministro Rattazzi

1858 Colloqui a Roma e udienze da Pio IX; Prima bozza di Costituzioni (Ms Rua = Ar)

1859 Il 18 dicembre nasce ufficialmente la Società Salesiana* (17 membri, età media inferiore ai 21 anni) Pubblicazione della Vita di San Domenico Savio (morto nel 1857)

1863 Apertura dell'opera salesiana di Mirabello

1864 1. Decretum laudis

1867 Prima circolare di don Bosco ai Salesiani*

1868 Consacrazione della Chiesa di Maria Ausiliatrice Iniziano le conferenze generali di don Bosco

1869 2. Decreto di approvazione della Società

1872 Elezione di Maria Domenica Mazzarello; prima professione delle FMA

1873 Inizio della stesura delle Memorie dell’Oratorio

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Alla morte di don Bosco vi erano 773 salesiani professi, 276 novizi e 58 case.

Alcuni testi

1874 3. Approvazione definitiva delle Costituzioni* Inizio del noviziato regolare. Primo maestro è don Giulio Barberis

1875 Prima edizione a stampa in italiano delle Costituzioni Ai soci Salesiani (1

a ediz.)

Prima spedizione missionaria (saranno 11 sino al 1888) Salesiani in Francia

1876 Approvazione pontificia dei Cooperatori

1877 Primo Capitolo Generale a Lanzo

1879 Divisione in quattro ispettorie (Piemonte, Liguria, Roma, America)

1881 Sogno dei dieci diamanti

1883 Conferenza di don Bosco sulla sua idea del coadiutore salesiano

1884 Riconoscimento dei privilegi delle congr. di diritto pontificio; Don Rua diventa vicario Lettera da Roma; Testamento spirituale*

1885 Stemma della Congregazione

1888 31 gennaio: morte di don Bosco a Valdocco

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mi avete amato in passato, continuate ad amarmi in avvenire colla esatta osservanza delle nostre costituzioni. vostro primo Rettore è morto. Ma il nostro vero superiore[,] Cristo Gesù, non morrà. Egli sarà sempre nostro Maestro, nostra guida, nostro modello; ma ritenete che a suo tempo egli stesso sarà nostro giudice e rimunerato-re della nostra fedeltà nel suo servizio. vostro Rettore è morto, ma ne sarà eletto un altro che avrà cura di voi e della vostra eterna salvezza. Ascoltatelo, amatelo, ubbiditelo, pregate per lui, come avete fatto per me. , o cari figliuoli, addio. Io vi attendo al cielo. Là parleremo di Dio, di Maria madre e sostegno della nostra congregazione; là benediremo in eterno questa nostra congregazione, la cui osservanza delle regole contribuì po-tentemente ed efficacemente a salvarci. Sit nomen Domini benedictum ex hoc nunc et usque in saeculum. In te Domine speravi, non confundar in aeternum.

Costituzioni della Società di San Francesco di Sales (Cap. I, 1-2) SCOPO DELLA SOCIETÀ DI S. FRANCESCO DI SALES 1°. Lo scopo della Società Sa­lesiana si è la cristiana perfe­zione de' suoi membri, ogni opera di carità spirituale e corporale verso dei giovani, spe-cialmente poveri, ed anche l'educazione del giovane Clero. Essa poi si compone di sacer-doti, chierici e laici. 2°. Gesù Cristo incominciò a fare ed insegnare; così anche i soci salesiani comincieranno a perfezionare se stessi colla pratica di ogni virtù interna ed esterna, e con l'acquisto della scienza, di poi si adopereranno a benefi-zio del prossimo.

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Lettere a singoli confratelli salesiani Torino, 13 settembre [18]70 Car.mo Guidazio, Tu sarai sempre inquieto e dirò infelice fino a tanto che tu non metterai in pratica l’ubbidienza promessa e non ti abbandonerai interamente alla dire-zione de’ tuoi superiori. Finora il demonio ti ha crudelmente travagliato spin-gendoti a fare il contrario. Dalla tua lettera e dai discorsi tenuti tra noi non appare alcun motivo di di-spensare da voti. Qualora questi esistessero dovrei scrivere alla Santa Se-de cui sono riservati. Ma coram Domino io ti consiglierei alla considerazio-ne dell’abneget semetipsum, e accertarti che vir ob[o]ediens loquetur victo-rias. Credi alla mia esperienza; il demonio vorrebbe ingannare me e te; riuscì in parte contro di te; contro di me a tuo riguardo ha fallito completamente. Abbi piena fiducia in me come io l’ho sempre avuta in te; non di parole ma di fatti, di volontà efficace, di ubbidienza umile, pronta, illimitata. Queste sono le cose che faranno la tua felicità spirituale e temporale, e porteranno a me verace consolazione. Dio ti benedica e ti conceda il prezioso dono della perseveranza nel bene; prega per me che ti sono con affetto di padre Aff.mo in G. C. Sac. Gio. Bosco Memorie dal 1841-5-6pel Sac. Gio. Bosco a’ suoi figliuoli salesiani […] Miei cari ed amati figliuoli in G.C. di partire per la mia eternità io debbo compiere verso di voi alcuni doveri e così appagare un vivo desiderio del mio cuore. io vi ringrazio col più vivo affetto dell’animo per la ubbidienza che mi avete prestata, e di quanto avete lavorato per sostenere e propagare la nostra congregazione. vi lascio qui in terra, ma solo per un po’ di tempo. Spero che la infinita mise-ricordia di Dio farà che ci possiamo tutti trovare un dì nella beata eternità. Colà io vi attendo. raccomando di non piangere la mia morte. Questo è un debito che tutti dob-biamo pagare, ma dopo ci sarà largamente ricompensata ogni fatica soste-nuta per amor del nostro Maestro il nostro buon Gesù. di piangere fate delle ferme ed efficaci risoluzioni di rimanere saldi nella vocazione fino alla morte. e fate che né l’amor del mondo, né l’affetto ai parenti né il desiderio di una vita più agiata vi m[u]ovano al grande sproposito di profanare i sacri voti e così tradire la professione religiosa con cui ci siamo consacrati al Signore. Niuno riprenda quello che abbiamo dato a Dio.

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Memoria di Michele Rua Autografo in ASC A4630102 La sera del 26 Gennajo 1854 ci radunammo nella stanza del Sig.r D. Bo-sco: Esso Don Bosco, Roc-chietti, Artiglia, Cagliero e Rua; ci venne proposto di fare coll'ajuto del Signore e di S. Francesco di Sales una prova di esercizio pratico del-la carità verso il prossimo, per venirne poi ad una pro-messa, e quindi se parrà pos-sibile e conveniente di farne un voto al Signore. Da tal sera fu posto il nome di Sale-siani a coloro che si propose-ro e proporranno tal esercizio.

Verbale di costituzione della Società di san Francesco di Sales Verbali di Capitoli - Adunanze Capitolo Superiore, ASC D 868, pp. 1-3, Fdb 1873 D9-11. Il verbale è scritto da don Vittorio Alasonatti. L'anno del Signore mille ottocento cinquantanove alli diciotto Dicembre - questo il verbale - in questo Oratorio di S. Francesco di Sales nella came-ra del Sacerdote Bosco Gioanni alle ore 9 pomeridiane si radunavano, esso, il Sacerdote Alasonatti Vittorio, i chierici Savio Angelo Diacono, Rua Michele Suddiacono, Cagliero Gioanni, Francesia Giovanni Battista, Pro-vera Francesco, Ghivarello Carlo, Lazzero Giuseppe, Bonetti Gioanni, Anfossi Gioanni, Marcellino Luigi, Cerruti Francesco, Durando Celestino, Pettiva Secondo, Rovetto Antonio, Bongiovanni Cesare Giuseppe, il gio-vane Chiapale Luigi, tutti allo scopo ed in uno spirito di promuovere e con-servare lo spirito di vera carità che richiedesi nell'opera degli Oratorii per la gioventù abbandonata e pericolante, la quale in questi calamitosi tempi viene in mille maniere sedotta a danno della società e precipitata nell'em-pietà ed irreligione. Piacque pertanto ai medesimi Congregati di erigersi in Società o Congregazione che avendo di mira il vicendevole ajuto per la santificazione propria si proponessero di promuovere la gloria di Dio e la

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salute delle anime specialmente delle più bisognose d'istruzione e di edu-cazione, ed approvato di comune consenso il disegno proposto, fatta bre-ve preghiera ed invocato il lume dello Spirito Santo, procedevano alla ele-zione dei membri che dovessero costituire la direzione della Società per questa e per nuove congregazioni se a Dio piaccia favorirne l'incremento.

Lettere circolari ai Salesiani *Torino, 9 giugno 1867 Giorno di Pentecoste nostra società sarà forse fra non molto definitivamente approvata e perciò io avrei bisogno di parlare ai miei amati figli con frequenza. La qual cosa non potendo fare sempre in persona procurerò di farla almeno per lettera. ò adunque dire qualche cosa intorno allo scopo generale della società e poi passeremo a parlare altra volta delle osservanze particolari della me-desima. oggetto della nostra società è la santificazione de’ suoi membri. Perciò ognuno nella sua entrata si spogli di ogni altro pensiero, di ogni altra solle-citudine. Chi ci entrasse per godere una vita tranquilla, avere comodità a proseguire gli studi, liberarsi dai comandi dei genitori, od esimersi dall’ob-bedienza di qualche superiore, egli avrebbe un fine storto e non sarebbe più quel Sequere me del Salvatore; giacché seguirebbe la propria utilità temporale, non il bene dell’anima. apostoli furono lodati dal Salvatore e venne loro promesso un regno eter-no non perché abbandonarono il mondo, ma perché abbandonandolo si professavano pronti a seguirlo nella via delle tribolazioni, come avvenne di fatto, consumando la loro vita nelle fatiche, nella penitenza e nei patimenti, sostenendo in fine il martirio per la fede. con buon fine entra o rimane nella società chi è persuaso di essere neces-sario alla medesima. Ognuno se lo imprima bene in mente e nel cuore: cominciando dal superiore generale fino all’ultimo dei soci, niuno è neces-sario nella società. Dio solo ne deve essere il capo, il padrone assoluta-mente necessario. Perciò i membri di essa debbono rivolgersi al loro capo, al loro vero padrone, al rimuneratore, a Dio, e per amore di lui ognuno deve farsi inscrivere nella società; per amore di lui lavorare, ubbidire, ab-bandonare quanto si possedeva nel mondo per poter dire in fine della vita al Salvatore che abbiamo scelto per modello: ecce nos reliquimus[omnia] et secuti sumus te, quid ergo dabis nobis? poi diciamo che ognuno deve entrare in società guidato dal solo desiderio di servire a Dio con maggior perfezione, e di fare del bene a se stesso, si intende fare a se stesso il vero bene, bene spirituale ed eterno. Chi si cer-ca una vita comoda, una vita agiata, non entra con buon fine nella nostra

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società. Noi mettiamo per base le parole del Salvatore che dice: Chi vuole essere mio discepolo vada a vendere quanto possiede nel mondo, lo dia ai poveri e mi segua. Ma dove andare, dove seguirlo, se non aveva un palmo di terra ove riporre lo stanco suo capo? Chi vuole farsi mio discepo-lo, dice il Salvatore, mi segua colla preghiera, colla penitenza, e special-mente rinneghi se stesso, tolga la croce delle quotidiane tribolazioni e mi segua: abneget semetipsum, tollat crucem suam quotidie, et sequatur me. Ma fino a quando seguirlo? Fino alla morte, e se fosse mestieri, anche ad una morte di croce. ò è quanto nella nostra società fa colui che logora le sue forze nel sacro ministero, nell’insegnamento od altro esercizio sacerdotale, fino ad una morte eziandio violenta di carcere, di esiglio, di ferro, di acqua, di fuoco; fino a tanto che dopo aver patito od essere morto con Gesù Cristo sopra la terra possa andare a godere con lui in cielo. sembrami il senso di quelle parole di S. Paolo che dice a tutti i cristiani: Qui vult gaudere cum Christo oportet pati cum Christo. Entrato un socio con queste buone disposizioni deve mostrarsi senza pre-tese ed accogliere con piacere qualsiasi ufficio gli possa essere affidato. Insegnamento, studio, lavoro, predicazione, confessione, in chiesa, fuori di chiesa, le più basse occupazioni devono assumersi con ilarità e prontezza d’animo perché Dio non guarda la qualità dell’impiego, ma guarda il fine di chi lo copre. Quindi tutti gli uffizii sono egualmente nobili perché egual-mente meritorii agli occhi di Dio. cari figliuoli, abbiate fiducia ne’ vostri superiori; essi devono rendere stretto conto a Dio delle vostre opere; perciò essi studiano la vostra capacità, le vostre propensioni e ne dispongono in modo compatibile colle vostre for-ze, ma sempre come loro sembra tornare di maggior gloria di Dio e van-taggio delle anime. ! Se i nostri fratelli entreranno in società con queste disposizioni le nostre case diventeranno certamente un vero paradiso terrestre. Regnerà la pa-ce e la concordia tra gl’individui d’ogni famiglia, e la carità sarà la veste cotidiana di chi comanda; l’ubbidienza ed il rispetto precederanno i passi, le opere e perfino i pensieri dei superiori. Si avrà insomma una famiglia di fratelli raccolti intorno al loro padre per promuovere la gloria di Dio sopra la terra, per andare poi un giorno ad amarlo e lodarlo nell’immensa gloria dei beati in cielo. ricolmi voi e le vostre fatiche di benedizioni, e la grazia del Signore santifi-chi le vostre azioni e vi aiuti a perseverare nel bene. Amen. Aff.mo in Gesù C. Sac. Gio. Bosco