2016-2017 4 - XXXiiI - Liceo Brocchi STUDENTI/HERMES/2016-17/Hermes4... · di matteo dal soglio e...

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indiceL’EDITORIALE DEL PROF. GIORDANO DELLAI L’INTERVISTA A LUCIANO CANFORA DI MATTEO DAL SOGLIO E LUCA VERENINISCUOLA: EYFT: LETTERA FINALE DEI RAGAZZI DELL’EYFT

SCUOLA: YPAC 2017 DI ANNA RIZZO

ATTUALITÀ: L’EUROPA CHE VORREI DI LAURA SAMBRUNA

ATTUALITÀ: EUTANASIA: QUANDO LO STATO LIMITA LA LIBERTÀ DI JULIA ANDREATTASPORT: STORIA DEL TENNIS DI ILARIA TUNDOMUSICA: STORIA DEL ROCK ANNI ‘70 DI PIERFRANCESCO ZANATAMUSICA: SON LUX DI FLAMINIA BORSCIPOESIA: A MIO MARITO CONSIGLIATA DA ELENA MENONL’OROSCOPO DI ELETTRA ZANNINIIPSE DIXIT

DIZIONARIO DELLE PAROLE SCONOSCIUTE DI MATTEO DAL SOGLIO

LA RICETTA: DOLCE CREMA E AMARETTI DI GIULIA PIZZATOGIOCHI

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DirettoreLucrezia Angela Volpato,

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VicedirettoreMarco Filippin, 4BC

ImpaginazioneMatteo dal Soglio, 3BC

Giulia Pizzato, 3CSA

Grafica:Ludovica Olimpia Volpato

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Inviateci articoli, idee e proposte qui:[email protected]

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‘hermes’ sul podionazionale

del prof. Giordano Dellai

Vincere humanum est, perseverare... Brocchianum! Gli studenti giornalisti del liceo ginnasio “Brocchi” salgono di nuovo sul po-dio d’Italia. Il giornale d’istituto “Hermes. Sulle ali della notizia”, che dal 1986 svolge un servizio di informazione all’interno del nostro istituto liceale, risulta ancora una volta tra i vincitori del

concorso nazionale per il migliore giornale scolastico, indetto dall’istituto comprensivo “Don Lorenzo Milani” di Manocalzati (Avellino). La cerimo-nia di premiazione, cui partecipa una delegazione del Brocchi, si svolge in terra campana il 20 maggio, proprio mentre questo numero del giornale sarà in stampa, e solo allora sarà possibile sapere il piazzamento preciso di Hermes, secondo quanto stabilito da una giuria di esperti, tra cui anche giornalisti professionisti. Una grande soddisfazione per la comunità del Brocchi, ed in particolare per i redattori del giornale d’istituto, che per la quarta volta risulta tra i migliori d’Italia, dopo i riconoscimenti nazionali già ricevuti nel 2010, nel 2011 e nel 2015.Si tratta di una notizia inaspettata, in considerazione della partecipazione al concorso di centinaia di istituti. Come docente referente confesso che sono particolarmente contento che il premio sia assegnato all’eccezionale gruppo di redattori di quest’anno scolastico 2016/17, guidato dal diret-tore Lucrezia Volpato. Nel lavoro di questa redazione non c’è stato solo entusiasmo, ma anche qualità e competenza, riconosciute da una giuria di esperti. I ragazzi hanno fatto un gran lavoro: hanno dato corpo ad un progetto, hanno rappresentato la voce propositiva ed attenta degli studenti, han-no collaborato con la stesura e l’impostazione grafica delle pubblicazioni del nostro istituto, il giornale “Hermes” ed il volume “Quaderni del Liceo Brocchi”. Ma soprattutto sono riusciti a parlare dei problemi, quelli veri, della comunità del Brocchi, composta da migliaia di persone tra studenti, genitori e personale docente e non docente. Una bella palestra di scrittura, ma anche di confronto e di impegno sociale, tradotto in un giornale ormai salito “sulle ali della notizia”.

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Secondo lei studiare o leg-gere le opere del mondo antico significa solo fare storia o può anche essere qualcosa di più?

È qualcosa di più, altrimenti non si spiega perché mai dopo tantissimo tempo continuano a vivere, farsi leggere, a farsi tra-durre ogni volta in modo diver-so. Quindi vuol dire che sono opere viventi, non perché ci sia un miracolo alle spalle, ma perché sono il punto d’inizio di quasi tutti i generi di pensiero scientifico, letterario, dramma-turgico, medico etc. in cui noi ancora ci muoviamo. Quindi c’è un rapporto di dipendenza at-tiva, dinamica, del resto quasi tutte le discipline sono nate o in polemica o in consecuzione con questi punti di partenza.Direi di più, noi diciamo “il mondo antico ci ha lasciato…”: nessuno di loro ha deciso di la-sciarci qualche cosa, sono quelli che sono venuti dopo che han-no scelto, hanno prediletto al-cune cose anziché altre. Poi ci sono stati fattori distruttivi che non dipendevano né dagli anti-chi né dai moderni, quindi noi

leggiamo, almeno in parte, un mondo che le generazioni e le epoche via via successive han-no definito. Bisogna sempre ri-cordarselo, perché noi abbiamo perso un’enormità di documen-tazioni anche di altissimo livel-lo e non ci domandiamo mai perché. Accusiamo i barbari, accusiamo un po’ tutti, ma tra i barbari più feroci c’erano i ro-mani, che hanno distrutto la bi-blioteca d’Alessandria al tempo di Aureliano. Poi chiaro che lo sviluppo del pensiero, soprat-tutto influenzato dal cristiane-simo, ha operato delle scelte.Noi ci siamo plasmati un mon-do antico col quale continuia-mo a discutere.

Perché Tucidide è diventa-to il soggetto del suo ulti-mo libro?

Me l’ha chiesto lui, mi ha tele-fonato, io ho obbedito. Saran-no circa cinquant’anni che mi occupo di Tucidide, per varie ragioni, per cui non mi sembra che sia una grande novità, sem-mai è un resa dei conti, aven-do intrapreso questi studi in un’epoca nella quale erano in

vigore una serie di pregiudizi anche molto forti su un autore così importante. Importante non soltanto perché il model-lo della storiografia successiva, ma anche perché teorico del-la politica: ancora oggi i pre-sidenti consiglieri americani, di Bush mi ricordo in parti-colare, studiano Tucidide per scoprire le leggi con le quali si scivola in una guerra, come si fa una guerra preventiva, etc. Quindi rilevanza indiscussa di quest’uomo, ma anche grandi pregiudizi sulla sua vicenda, intanto di carattere biografico che hanno la loro importanza, poi c’è una lunga storia di frain-tendimenti. Poi anche pregiu-dizi perbenistici, per esempio il fatto che sarebbe un cantore della democrazia politica, men-tre è vero il contrario. E allora questo corpo a corpo è durato: all’inizio dicevano che era un caso di follia di un giovane stu-dioso, poi pian pianino questo giovane studioso è invecchiato e credo che alcune cose sulle quali mi sono concentrato alla fine abbiano fatto breccia.

L’intervista al Prof. Luciano Canfora di Matteo dal Soglio (3BC)

e Luca Verenini (1AC)

l o scorso mese, a Palazzo Roberti, il noto filologo Luciano Canfora ha presieduto un incontro in cui ha presentato il suo nuovo libro con protagonista Tucidide, scrittore de “La guerra del Peloponneso”. L’evento ci ha offerto l’opportunità di incontrare l’autore che con grande dispo-nibilità ha risposto ad alcune nostre domande, inerenti il libro ma anche riguardanti la sua visione della cultura classica. Insieme a noi c’era anche il giornalista del Giornale di Vicenza

Lorenzo Parolin, con il quale abbiamo condiviso le domande da porre allo storico e saggista italiano. La nostra intervista si è svolta prima dell’incontro con il pubblico ed ha da subito messo in risalto la grande conoscenza, passione e dedizione allo studio del professore.

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Delle opere del mondo classico che secondo lei de-vono per forza essere lette?

Mi verrebbe da dire Gli ele-menti, di Euclide, visto che costituiscono ancora un capo-saldo fondamentale del pen-siero scientifico, però so bene che sarebbe una risposta un po’ sommaria, quasi paradossale, e bisognerebbe allargare il cano-ne, questo sì, noi abbiamo poco rispetto al tantissimo che non abbiamo, però abbiamo tanto. Invece, poi, il canone scola-stico, ma anche editoriale, re-stringe ulteriormente, e questo è un male.C’è tanta storiografia, di lin-gua greca e di lingua latina, di età imperiale, tardo-imperiale, proto-medievale, bizantina che non viene inclusa in queste let-ture “canoniche”, invece, se si abbandonasse l’idea del cano-

ne e si aprissero le porte a una lettura vasta, senza pregiudizi, credo che molti scolari si entu-siasmerebbero, avrebbero cu-riosità molteplici, i professori imparerebbero un sacco di cose che non sanno.

C’è una parola delle lingue antiche che le piace par-ticolarmente, che ritiene unica per il suo significato?

La simpatia per le parole è un fenomeno strano, a me non è mai venuto di catalogare le pa-role a simpatia, però potremmo dire che sofrosyne, per esem-pio, che potrebbe significare saggezza, sia una parola con cui fare i conti, perché significa tante cose, come tutte le paro-le in greco, equilibrio, ma nella società politica ateniese signi-ficava anche “conservatorismo politico”, “oligarchia”, quindi

una parola da cui guardarsi, o meglio, da smascherare.

Che cosa insegna Tucidide oggi?

Come accorgersi in tempo di un colpo di stato. Lui dedica cin-quanta capitoli a questo argo-mento.

Un colpo di stato di qua o di là dell’oceano?

L’oceano è piccolo, Platone di-ceva che il Mediterraneo è uno stagno, tra un po’ anche l’Atlan-tico diventerà uno stagno.

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S iamo nella sala da pran-zo della casetta che ci ha ormai ospitato per 6 giorni e che per l’ul-tima volta ci ospiterà

domani. Un tavolo ci raccoglie intorno alla tastiera. È tarda ora e siamo molto assonnati. Qualche canzone e un bicchie-re di “benzin” - uno sciroppo ai frutti di bosco che abbiamo così battezzato vista l’assenza di frutta che lo compone - e il calore che può trasmettere una tipica casetta svizzera di legno.Siamo in un piccolo paesino, Trogen, 18 ragazzi italiani ospi-ti della “Pestalozzi Children Foundation”, un villaggio nei pressi del paesino sulle colline svizzere.Ci sono altre casette come la nostra, otto in tutto sono oc-cupate, ciascuna con 18 perso-ne provenienti da stati diversi d’Europa, oltre a noi: Lettonia, Russia, Ungheria, Svizzera, Germania, Turchia e Ucraina.Quando siamo arrivati non ave-vamo idea di cosa ci aspettasse.Sono stati giorni di dialogo, di confronto e soprattutto amici-zia con altri ragazzi provenienti da tutta l’Europa.Abbiamo con loro riflettuto su temi quali il significato di “identità”, cosa sia la democra-zia, cosa la discriminazione, le guerre, e tanti altri argomenti suggeriti dagli avvenimenti più recenti e dagli ultimi fatti di cronaca.Cosa significhi appartenere a

un popolo, cosa essere parte di un’unione, cosa abbiano in co-mune le diverse culture euro-pee e soprattutto, perché le di-versità siano un punto di forza e non una debolezza. Di questo si è discusso. Simone, uno di noi, dice: “Questo viaggio è senza dubbio stato una delle espe-rienze più belle della mia vita. Alla partenza le informazioni che avevo circa ciò che ci aspet-tava in Svizzera erano alquanto scarse; conoscevo da poco i miei compagni di avventura ed i miei obiettivi principali erano sem-plicemente di scoprire nuove culture, confrontarmi con altre idee e, se possibile, di migliora-re il mio inglese. Quello che mi porto a casa da quel piccolo vil-laggio però va ben al di là di ciò che avrei potuto immaginare: ora, oltre ad avere amici un po’ in ogni dove ed a veder espansi incredibilmente i miei orizzon-ti, posso dire di aver veramen-te potuto percepire la bellezza di un’Europa per la quale vale la pena lottare con tutte le no-stre forze; un’Eu-ropa che va oltre le istituzioni ed è composta da ra-gazzi e ragazze, uomini e donne che si sentono più fratelli di quanto a volte la politi-ca e i mass-me-dia vogliono farci credere. Credo sia grazie ad espe-

rienze come queste, incontran-do e confrontandosi con per-sone provenienti da altri posti, che i giovani possono iniziare a pensare a che tipo di società vogliono per il loro futuro. Per quanto mi riguarda ho visto nei rapporti di amicizia e nei lega-mi instauratisi nell’arco della settimana il frutto di un proget-to fantastico e ambizioso inizia-to esattamente 60 anni prima. Ora posso dire fermamente che un’Europa unita è possibile, che un’Europa unita sarà fantastica e che un’Europa unita è ciò che voglio.”Questo possiamo dire di que-sta nostra esperienza, che ci ha permesso di comprendere punti di vista diversi da quello di noi italiani sul futuro e sul presente dell’Europa, che ci ha visti crescere come cittadini eu-ropei, che ci ha permesso di in-staurare relazioni e di discutere d’Europa con ragazzi di altri pa-esi e di altre culture. Ci ha fatto tornare a casa con più consape-volezza del nostro futuro.

European Youth Forum:lettera finale

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12th YPAC – INNSBRUCK di Anna Rizzo (4AC)

Dal 27 al 31 marzo 2017 si è tenuto il 12^ YPAC (Youth Parliament of the Alpine Con-vention) presso l’A-

kademisches Gymnasium di Innsbruck, Austria. A questo incontro hanno partecipato 10 scuole dei 7 paesi dell’Arco Alpino; Austria, Germania, Francia, Liechtenstein, Slo-venia, Svizzera e Italia, che era rappresentata dalla Fa-choberschule für Tourismus und Biotechnologie “Marie Curie” di Merano e dalla no-stra scuola.Del nostro liceo erano presenti: Annalisa Luca (5^AC, Com-mittee President); Ludovico Campagnolo (4^AC, Delega-te); Tommaso Crestani (4^AC, Delegate); Anna Rizzo (4^AC, Press Delegate); Leonardo Fior (3^BC, Delegate); Allyson Ob-ber (3^BC, Platform Future); Prisco Rebellato (3^BC, Dele-gate)Quest’anno è stato possibile partecipare a questo progetto grazie all’interessamento delle docenti d’inglese Daniela Bisol e Wanda Marchetti. Quest’ul-tima purtroppo non ha potuto essere presente ad Innsbruck.Il tema principale trattato quest’anno, “Demographic Changes in the Alps” (I cam-biamenti demografici in atto nell’Arco Alpino), è stato suddi-viso in: Attractiveness of Alpine regions; Employment trends; Refugees and integration; Na-

ture protection / Nature 2000 projects in the Alps Questi temi sono stati affron-tati da 4 diverse commissioni, ognuna delle quali era compo-sta da rappresentanti di tutte le scuole.

Nei primi due giorni le com-missioni si sono riunite più vol-te con l’obiettivo di elaborare ipotesi valide per tutti i paesi. Il terzo giorno si è tenuta l’As-semblea Generale durante la quale i delegati hanno discusso le proposte delle commissioni e alla fine della giornata, dopo le votazioni, 10 delle 15 idee sono state approvate. La riduzione dell’utilizzo delle auto al fine di favorire l’utilizzo dei mezzi pubblici e delle bici, favorire un turismo sostenibile e la prote-zione della natura e biodiversi-tà, favorire lo sviluppo tecnolo-gico e l’utilizzo di internet nelle aree montane sono le principali proposte che nei prossimi mesi verranno presentate alla Con-venzione Alpina e successiva-mente portate ai politici e alle associazioni industriali delle città dell’Arco alpino.Questa esperienza di dibatti-

to nelle commissioni prima e nell’Assemblea Generale dopo ci ha consentito di saggiare la difficoltà di far convergere idee ed esperienze culturalmente diverse, ma anche la soddisfa-zione di essere riusciti alla fine

ad arrivare all’elaborazio-ne di un disegno comune. Inoltre è stato interessante confrontarsi con esponenti politici austriaci, del Parla-mento Europeo e della Con-venzione Alpina (tra cui la Dr. Chiristine Baur membro del Consiglio Regionale del Tirolo, Dr. Franz Fischler

commissario dell’Agricoltura, Sviluppo rurale e dell’Industria ittica dell’Unione Europea e la signora Christine Oppitz-Plörer sindaco di Innsbruck). Questa iniziativa ci ha fatto sen-tire ancora di più cittadini del mondo grazie all’opportunità di incontrare dei nostri coeta-nei di paesi e contesti culturali diversi: ragazzi dei quali siamo presto diventati amici nono-stante le difficoltà linguistiche. Ognuno di noi ha avuto la for-tuna di essere ospitato da fami-glie che ci hanno fatto sentire a casa ed a nostro agio e le nostre iniziali preoccupazioni sono svanite immediatamente!Venerdì, prima della partenza per Bassano, si è tenuta la ce-rimonia di chiusura durante la quale ci siamo scambiati i salu-ti con la promessa di ritrovarci il prossimo anno a Maribor, in Slovenia.

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l’ Europa è un sogno che ormai appartie-ne al passato? Cosa ci aspettiamo noi giova-ni dall’Unione Euro-

pea? Siamo veramente consa-pevoli del valore dell’Unione?Queste le domande da cui sia-mo partiti, ad ottobre, quando il nostro consiglio di classe ci ha proposto di affrontare in modo interdisciplinare il tema dell’Europa. Mai avremmo pensato che saremmo arrivati a creare un sito (https://we-eklyeurope.jimdo.com) ed a presentarlo alla stampa a mag-gio.In quanto studenti del liceo clas-sico, non potevamo che partire dall’etimologia. Europa: “Dai Grandi Occhi”. Occhi grandi come quelli dei suoi fondatori, puntati con speranza su un av-venire di pace. Occhi aperti dal dolore del conflitto, che hanno riconosciuto altri uomini sof-ferenti nel nemico. Occhi che nascono da un’unione, perché - citando Montale - “con quat-tr’ occhi forse si vede di più”. Occhi compassionevoli che da

ormai 60 anni vigilano sulla sa-lute dell’Europa, che però sono stati appesantiti dalle lunghe ore passate ad analizzare le leg-gi di stabilità dei singoli Stati, a concedere debiti e sollecitare i debitori, a contare e ricontare all’infinito i fondi di cui l’UE è in possesso. Occhi che si chiudono davanti ai problemi del mondo, stanchi. L’Europa che vorrem-mo, però, non è questo. I suoi occhi sono spalancati e pietosi di fronte alle ferite del genere umano. Sono attenti al Valo-re sociale e culturale di ciò che amministrano, più che a quello economico. Sono scintillanti di novità di fronte ai nuovi proget-ti per i giovani, che si tratti di mobilità, studio o lavoro. Sono occhi saggi, memori delle espe-rienze passate, da cui traggo-no insegnamenti per il futuro. Sono prismi per permetterci di vedere lo spettro variegato del-la realtà. Sono felini, in grado di distinguere chiaramente le cose anche nel buio totale del dolore e della paura. Sono materni, ac-cudiscono i loro figli che soffro-no e accolgono chi cerca riparo

sotto il loro sguardo benevolo, come porto sicuro dopo un lun-go viaggio per mare, in fuga da mostri ben peggiori di Scilla e Cariddi. Occhi seducenti, in grado di attirare a sé i migliori investimenti economici e so-ciali che si possano desiderare. Occhi sotto cui tutti sono ugua-li e liberi. Gli stessi occhi del sogno europeo dei nostri non-ni, ma meno ingenui. E quegli occhi sono ciechi se noi non apriamo i nostri prima. E sono impotenti se non possono con-tare sulla nostra energia, quella di ognuno di noi. E sono inutili se vengono chiusi dando retta alle paure che continuamen-te ci bersagliano. È compito di ognuno di noi , nell’entusiasmo che caratterizza noi giovani, cercare di alleggerire le palpe-bre dell’Europa dal peso delle preoccupazioni con la forza del-la speranza.Noi abbiamo fatto un piccolo passo avanti, organizzando la conferenza stampa a maggio in Biblioteca, sperando che il no-stro sia il primo di una serie di passi insieme!

l’europa che vorreidi Laura Sambruna (4AC)

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“Da bambino spes-so suonavo come primo chitar-rista. Visto il talento, i miei

genitori mi costrinsero a fre-quentare un conservatorio a Milano, ma a causa del mio comportamento ribelle, venni espulso. Così smisi di suonare. Mi riavvicinai al mondo del-la musica parecchi anni dopo, grazie alle mie conoscenze di dj set e gli studi fatti da bam-bino iniziai a suonare un po’ ovunque. Poi, una sera, accad-de ciò che distrusse comple-tamente tutta la mia vita.”

Queste sono alcune delle pa-role scritte dall’ormai triste-mente noto Dj Fabo nella sua lettera-testamento. Lo scorso febbraio Fabiano Antoniani, questo è il suo vero nome, si è dovuto recare in Svizzera per poter porre fine volontariamen-te alla sua vita. Nell’estate del 2014 fu vittima di un rovinoso incidente che lo rese tetraplegi-co e cieco, costringendolo a vi-vere immobilizzato su un letto.Ma la storia di Dj Fabo non è un caso isolato. Come affer-mano infatti i dati rilasciati da Exit Italia, “sono 90 al mese gli italiani che si rivolgono all’associazione per ricevere informazioni su come poter accedere al suicidio assisti-to in Svizzera”. Visti i numeri impressionanti, appare chiaro, quindi, che in Italia è necessa-

rio un provvedimento che le-galizzi la pratica dell’eutanasia.Come accade di consueto in un dibattito, anche riguar-do a questa tematica esistono due fazioni opposte che cer-cano di far valere le proprie ragioni: chi sostiene la pra-tica della “dolce morte” e chi crede che sia sbagliato e im-morale porre fine ad una vita, anche se piena di sofferenze.Prima di trattare le varie ragio-ni per cui la pratica dell’eutana-sia è considerata giusta o meno, parliamo di numeri. L’eutana-

sia nel mondo è un tema molto delicato e se ne sente parare di continuo. In Europa i paesi ad aver legalizzato la pratica sono Belgio, Lussemburgo, Svizzera e Olanda, a questi si aggiungo-no Canada, Cina e Colombia. Nella maggior parte degli stati europei è comunque legale che il paziente scelga di interrom-pere le cure. Nel nostro paese la situazione è ancora in alto mare, nonostante il 60% degli italiani sia a favore. Il fatto che una persona non possa volon-tariamente decidere di morire con dignità è un aspetto vergo-

gnoso del “bel paese”. Come ha affermato Dj Fabo nel suo testa-mento: “è triste che un italia-no debba andare all’estero per affermare la propria libertà”. Libertà. Ecco che cos’è il sui-cidio assistito: la morte è uno degli aspetti della vita umana sulla quale dovrebbe regnare la libertà. Libertà di sceglie-re come morire, dove morire e con chi morire. Libertà di non dover sopportare una fine do-lorosa e priva di dignità, perché lo Stato impedisce di scegliere.Coloro che si mettono contro

l’eutanasia sostengono che essa è una violazione del-la vita e come dichiara an-che la Chiesa “la vita è un dono” e quindi va accettata e sopportata. A questa di-chiarazione tuttavia biso-gna aggiungere che è giusto poter scegliere come vive-re la propria vita. Come si

può pensare sia eglio lasciar soffrire una persona limitan-do i suoi diritti fondamentali?Noi italiani dovremmo insiste-re, “fare un po’ di rumore in più” perché venga finalmen-te approvata la legge sul te-stamento biologico, giunta al secondo rinvio. Non sarebbe solo un passo avanti per il no-stro paese, sarebbe un aiuto ed una forma di rispetto nei confronti di chi soffre. Per che ognuno a diritto di fare e pro-prie scelte, felici o dramma-tiche che siano, fino alla fine.

eutanasia: quando lo stato limita la libertà

di Julia Andreatta (3AL)

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I l tennis ha origini antichis-sime. I greci importarono il gioco e lo chiamarono “spheristiké”. Lo spheri-stiké arrivò a Roma, e restò

con il nome di “pila”. Da Roma arrivò in Gallia e, col nome di “paume”, divenne lo sport na-zionale. Mentre i normanni l’in-segnavano agli inglesi, tutta la Francia impazziva per la “pau-me” (palma, perché in origine veniva giocato con la mano).Re Luigi X morì per aver ecce-duto in una partita accanitissi-ma, e Carlo V, durante la guerra dei cento anni, dovette addi-rittura prender provvedimen-ti per ridurne la diffusione. I francesi preferivano infatti gio-

care a paume, invece che pren-dere il nemico a bersaglio delle loro frecce. Le regole del ‘jeu de paume’ furono codificate per la

prima volta nel 1559: dalla pau-me sono deriva-ti tutti gli attuali cugini del ten-nis, dal ping-pong allo squa-sh e alla pelota.Le regole non erano quelle di adesso: il cam-po era lungo 18,2 metri, era largo alla base 9,10 e al centro soltanto 6,3. La rete era alta addirittura 2,15 ai lati e 1,45 in centro, forse perché i gioca-tori non colpissero la palla con troppa violenza. Piano piano il campo si allungò e la rete sì abbassò: quando nel 1900 si disputò la prima Coppa Davis, i regolamenti e le dimensioni erano pressappoco quelli attua-li ed i campioni portavano cal-zoni alla caviglia e camicie con le maniche lunghe. Le misure con i mezzi centimetri sono do-vute al fatto che si misurava in piedi e non in metri.Fondamentale per lo svilup-po del gioco fu la decisione del 1883 di dimezzare l’altezza della rete. Nel 1895 si svolse il primo campionato italiano per tennisti. Nel 1896 il tennis fu inserito nel programma della prima olimpiade moderna e vi restò sino il 1924 poi fu tolto quindi riammesso nel 1984.

Il nomeIl nome di questo sport non è sempre stato ‘tennis’. In Italia era spesso confuso con la palla-corda e nella stessa Francia era chiamato jeu de paume, come la pallacorda.Esso nacque dall’errore di pro-nuncia dei primi tennisti ingle-si: nel XV secolo era obbligato-rio, prima di lanciare la palla, gridare l’avvertimento tenez! (francese per tenete!). L’asso-nanza portò poi gli inglesi a chiamare il gioco “tennis”.Per uno strano gioco del caso, però, in Inghilterra è improprio chiamare il tennis... ‘tennis’. Questo nome è infatti ancora ri-servato alla pallacorda. Il nome corretto è lawn-tennis, anche se ovviamente tutti, inglesi com-presi, lo hanno abbreviato a ‘tennis’ per comodità .

storia del tennisdi Ilaria Tundo (1AC)

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La storia del rock: Gli anni ‘70

di Pierfrancesco Zanata (3BS)

Musicalmente gli anni ‘60 hanno certamente porta-to delle evoluzio-ni inimmaginabili

sotto ogni punto di vista e dopo lo la fine del decennio, termi-nato con la tragica morte di Hendrix e lo scioglimento dei Beatles, hanno lasciato pesanti eredità.John Lennon, Paul McCartney e George Harrison proseguiro-no brillantemente le loro car-riere nonostante il “peso” di essere stati membri dei Beatles.In ogni caso artisti come Bob Dylan o i Rolling Stones conti-nuarono il loro percorso, anche se non riuscirono a raggiungere i livelli astronomici degli anni precedenti. Ma Elvis era tor-nato, gli Who si preparavano a raggiungere il culmine. Artisti esordienti alla fine degli anni ‘60, Led Zeppelin e Pink Floyd, si apprestavano a dominare il decennio, insieme a David Bowie, i Queen, Elton John e Bruce Springsteen.Il lavoro dei Led Zeppelin e Jimi Hendrix, che avevano unito il blues rock e l’hard rock, aveva creato terreno fertile per la na-scita dell’heavy metal, comple-tata nel 1970 dai Black Sabbath. Il grande successo dei Led Zep-pelin, unito a quello dei Deep Purple e più tardi degli AC/DC, portò l’hard rock fra i protago-nisti della scena musicale, da cui nella seconda metà degli anni ’70 nascerà il punk, genere

importante specialmente nelle diramazioni che porterà negli anni successivi, di cui Clash e Sex Pistols furono protagonisti.David Bowie con il suo glam rock aveva non solo creato un nuovo genere, ma aveva an-che rivoluzionato il concetto di rockstar; ancora più singolare, estraniato dal mondo quando vestiva i panni del suo alter ego Ziggy Stardust. Bowie aveva già ottenuto i primi con il capola-voro Space Oddity nel 1969.Anche i Pink Floyd avevano esordito alla fine degli anni ‘60, ma i loro maggiori successi ar-rivarono nel decennio seguen-te, con lo storico album The Dark Side of the Moon e il dop-pio concept The Wall. Il loro genere si posizionava sul rock progressivo, che univa le abilità chitarristiche di David Gilmour alle migliori innovazioni tecno-logiche.Bruce Springsteen, originario del New Jersey, ha esordito nel 1975 con l’album Born to Run, che inaugurava il suo stile rock-power pop, una sintesi fra rock ‘n’ roll e folk che esprimeva “la distanza fra la realtà e il sogno americano” come dirà lui stes-so. The Boss è certamente un modello di rock star popolare, più vicino al pubblico, sia per il suo comportamento durante i concerti sia per il tema dei suoi pezzi.Elton John ha rappresentato il culmine della musica pop e soft rock degli anni ’70, avvici-

nandosi anche al glam rock di Bowie; i Queen, trascinati dal carismatico frontman Freddie Mercury, hanno conquistato il pubblico con pezzi trasci-nanti. Altri gruppi, come i Bee Gees (disco), i Lynyrd Skynyrd (southern-blues rock) e gli Ea-gles (country-blues rock) erano protagonisti secondari della de-cade, oltre ai molti artisti hard rock, heavy metal e punk.Gli anni ’70 sono stati sicura-mente molto importanti per la storia della musica, ma il decli-no, seppur lento, era inesorabi-le, e anche se gli anni ’80 e ’90 presenteranno a sprazzi gran-di artisti, i fasti della seconda metà degli anni ’60 non verran-no mai più riesumati.

Canzoni consigliate:• Led Zeppelin: Stairway to Hea-

ven (1971); Kashmir (1975)• The Who: Won’t Get Fooled

Again, Baba O’ Riley (1971)• David Bowie: Life on Mars

(1971); Heroes (1977)• Bruce Springsteen: Born to

Run, Thunder Road (1975)• Pink Floyd: Wish You Were

Here (1974); Comfortably Numb (1979)

• Tangled Up in Blue (Bob Dylan, 1975); Bohemian Rhap-sody (Queen, 1975); Hotel California (Eagles, 1976); Iron Man (Black Sabbath, 1970); London Calling (The Clash, 1979); Anarchy in the UK (Sex Pistols, 1977)

Per ulteriori informazioni: [email protected]

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S on Lux, iniziato come progetto one man band nel 2007, viene creato da Ryan Lott, compositore americano che ha col-laborato con artisti come Lorde e Boots. Diventa una band a tutti gli effetti quan-

do, sette anni dopo, si uniscono a Ryan Lott an-che Rafiq Bhatia e Ian Chang. Questo gruppo compone un ge-nere piuttosto particolare di hip hop, il cosiddetto trip hop, un ge-nere sperimen-tale con qualche influenza post-rock.Con il primo al-bum, At War with Walls & Ma-zes, Son Lux gua-dagna la nomina come “Best New Artist” nel pro-gramma All Son-gs Considered. Anche il secondo album riscuote molto successo, soprattutto per-ché è stato scrit-to e registrato in soli 28 giorni.Son Lux firma con la casa discografica Joyful Noise Recordings nel 2013, anno in cui esce l’al-

bum Lanterns contenente il singolo che in sole due settimane arrivò alla vetta di tutte le classifi-che musicali: Lost It To Trying.Nel 2014 Son Lux rivisitò il suo album preceden-te e rilasciò Alternate World, che contiene una versione di Easy cantata da Lorde. Dopo l’in-gresso degli altri due musicisti esce l’ultimo al-

bum, Bones, nel 2015 e l’anno dopo aprono il concerto del tour “Woodkid and Friends” dei Wo-odkid.Consiglio l’ascol-to di alcuni bra-ni dei Son Lux: Easy, Alternate World, Flowers.Di band simili: n u a g e s, Amber Run, Seafret

son luxdi Flaminia Borsci (5BL)

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a mio marito

di Erica Jong

Tu dormi nell’oscurità,tu la schiena che amo,

tu che hai il dono di dormire tra i rumori delle mie notti di poesia.

Ho accolto altri uomini nei miei pensierida quando ti ho incontrato.

Ho amato parti di loro.Ma solo tu continui il tuo sonno nel buio,

montagna dove è piantata la mia casa,roccia sulla quale si innalza il mio tempio,grande dizionario che contiene ogni parola

-anche qualcunache non ho mai detto.

Tu respiri.I venti del mio scrivere voltano

le pagine dei tuoi sogni.Il cuscino gualcisce la tua guancia

mentre io lo riempio di pagine.

Elemento in cui nuotoo volo,

silenziosa musa, mia spina dorsale, compagno-non è di moda professare fede nel matrimonio-

eppure non sento vincolinell’aria che spartiamo.

Consigliata da Elena Menon (4BC)

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l’oroscopo

Acquario: ormai siamo agli sgoccioli dell’anno scolastico ed anche quest’an-no potete farcela senza alcun debito, ma non certo grazie alla vostra costanza... Anche se in amore non avete ottenuto ancora ciò che il vostro cuore desidera, non disperate: quest’estate porterà buoni frutti e un’imprevista felicità. Film consigliato: Grease.

Ariete: il tuo compito futuro è molto semplice: rilassarti. Hai spinto al massi-mo e i risultati si vedono, vivi con leggerezza e goditi il singolo momento senza affanni e pensieri, con un po’ di sano divertimento. Film consigliato: Animal House.

Capricorno: Qualche volta problematizzare chi siete, cosa state facendo e cosa farete, è indispensabile. Certo, vivere serenamente è importante, ma non si può sempre stare fermi, bisogna avanzare anche interiormente. Nella vita ci deve essere uno scopo. Film consigliato: I Origins.

Cancro: dovete imparare a gestire i vostri sentimenti. Siete tremendamente emotivi e questo può essere positivo se riuscite a usare le vostre emozioni senza esserne sopraffatti, altrimenti rischiate di fare gesti di cui poi vi pentirete. Film consigliato: Troy.

Leone: Il vostro rischio è di arrivare sfiniti alla fine della scuola per l’impe-to che amate mettere in ogni cosa. Per fortuna manca poco e potete rilassarvi senza far niente, per una volta nella vita: ve lo siete meritato! Film consigliato: Città di Carta.

Gemelli: siete un po’ volubili, e questo vi influenza in ogni campo. Anche se lo fate zigzagando, riuscite a modo vostro a superare gli ostacoli. Provate però qualche volta ad evitare le scorciatoie ed a prendere, invece, la via più dura: scoprirete che porta molto più in là. Film consigliato: Matrix.

di Elettra Zannini, 4AS

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Toro: liberati da tutte le persone e le situazioni negative e da tutti i pensieri che ti influenzano negativamente. Sii te stesso e unico, senza preoccuparti delle opinioni altrui. Impara a controllarti. Film consigliato: L’arte di cavarsela.

Pesci: come sempre alla fine dell’anno, per te la stanchezza è d’obbligo. Signi-fica che, tutto sommato, ti sei impegnato: e questo è importante nonostante i risultati che non sempre rispondono alle aspettative. Ma non è colpa tua, perciò goditi il più possibile gli attimi di felicità che l’estate sicuramente ti riserverà. Film consigliato: Dear John.

Bilancia: E’ tempo di cambiamenti: ora o mai più. Hai tutta l’estate per cer-care di liberarti di tutto ciò che ti appesantisce e non porta a niente, per final-mente ricominciare con più coraggio e energia. Puoi ottenere ciò che desideri, basta solo capire cos’è. Film consigliato: I love radio rock.

Vergine: A volte siete un po’ troppo chiusi in voi stessi. E’ importante osser-varsi e capirsi, ma esiste anche un mondo esterno che bisogna imparare a cono-scere ed a vivere in tutta la sua pienezza. Film consigliato: Noi siamo infinito.

Sagittario: Non pensare assolutamente che ci sia qualcosa che non va in te: come tutti hai bisogno di crescere e di imparare, ma tutto ciò che ti distingue dagli altri ti rende una persona unica nella sua individualità. L’importante è che tu sia consapevole del tuo valore. Film consigliato: X-Men.

Scorpione: Si sta avvicinando la fine di un lungo percorso, è tempo di tirare le somme: che cosa avete imparato? E’ questo che conta veramente, i voti non sempre rispettano la crescita interiore, concentratevi su voi stessi e prendetevi del tempo per capire ciò di cui avete veramente bisogno, che non sempre è quel-lo che vi aspettate. Film consigliato: Il diavolo veste Prada.

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ZISA: Guardate, in questa statua si vede addirittura l’ombelico ...Che sexy! Come Raffaella Carrà negli anni ‘70!

DE ROSSI: Ho visto un’ aula in cui sotto la lavagna c’era così tanta polvere di gesset-to che sembrava che si fossero fatti di cocaina!

VERNIERI: Non fatemi girare quello che non ho!

MARCHESE: [durante la versione] Ragazzi, c’è odore di pasta al forno e di dolcetti… che cosa state combinando?

MARCHESE: Ora non suggerire che ti guardo e se te movi, te fulmino!

MARCHESE: [leggendo l’invocazione alle muse] Silenzio! Stiamo pregando…

MARCHESE: Ti butto fuori, ma non dalla porta, sarebbe troppo facile: dalla fine-stra!

STUDENTE: La principessa Sofia.. quella con il vestito rosa!ZANIN: Ma la Sofia dei cartoni? Quella ha il vestito lilla, non rosa!

LUCISANO: Ragazzi, immaginate se la forza di gravità fosse trenta volte maggiore…STUDENTE: Saremmo delle pizze!LUCISANO: Precisamente

DE ROSSI: L’inferno è come un mega wifi!

DE ROSSI: [rivolgendosi a un uccellino che cantava]: Zitto tu! Guarda che ti inter-rogo!

DE ROSSI: Achille era il tipico uomo col ciclo!

ZISA [parlando di Alessandro Magno]: Un figo della madonna alto 1.50m!

ZISA: I romani erano dei buzzurri!

ipse dixit

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dizionariodelle parolesconosciuteD

ovevamo riempire una pagina. Ci siamo detti, perchè non riproporre il dizio-nario delle parole sconosciute? Perchè no.. E allora mi sono ritrovato di nuovo, come già nel numero prima, a cercare

le parole. Cosa assai difficile, proprio perchè ri-chiede la conoscenza di parole che dovrebbero avere la caratteristica di essere sconosciute. Così ho esteso la ricerca a parole sconosciute e parole raramente usate. Già meno difficile...

Tigliosoagg. [der. di tiglio]. – Che presenta fibre dure e resistenti: un legno t.; frutti t.; carne t., dura, che si mastica male

Burbanza[dal provenz. ant. bobansa, bombansa, incro-ciato con burban, dello stesso sign.]. – Boria, alterigia vanitosa e sprezzante

Cagliostro[per antonomasia, dal nome del conte Ales-sandro Cagliostro, pseudonimo del noto av-venturiero Giuseppe Balsamo]. – Avventurie-ro, imbroglione

Mariolo[etimo incerto]. – Furfante, imbroglione, truf-fatore, ingannatore

Concionare[dal lat. contionari, der. di contio -onis «con-cione»] (io concióno, ecc.), letter. – 1. intr. (aus. avere) Tenere concione, parlare in pub-blico solennemente, arringare - 2. tr. Recitare

Connivenza[dal lat. tardo con(n)iventia]. – L’essere con-nivente; tacito consenso o tolleranza di azione scorretta o colpevole

Nix[dal ted. nichts «niente»], pop. scherz. – Nien-te, o niente affatto (usato interiettivamente per negare qualche cosa in modo deciso):

Glabro[dal lat. glaber -bri]. – Del viso dell’uomo, pri-vo di barba, senza peli, liscio

Ampollosoagg. [dal lat. tardo ampullosus, der. di ampul-la «ampolla», che al plur. indicava anche le gonfiezze dello stile, per metafora tratta dal recipiente panciuto]. – Gonfio, ridondante, affettatamente prolisso e ricercato

Uggias. f. [prob. lat. *ūdia «umidità, frescura»] – 1. Ombra, mancanza di luce e di sole nociva alla vegetazione: 2. fig. Noia, tedio, sensazione di fastidio e di irrequietezza

Figaro[dall’omonimo protagonista delle commedie di P.] (non usato al plur.). – scherzoso per Barbiere

Corruscoagg. [dal lat. coruscus] (pl. m. -chi). – Scintil-lante, balenante, che manda bagliori

Canicola[dal lat. canicŭla «cagnolino» nome della stella Sirio del Cane maggiore]. – Il periodo del mas-simo caldo, corrispondente all’epoca nella qua-le il sole ha appena oltrepassato le costellazioni del Cane maggiore e del Cane minore

ManutengoloChi tiene mano a malviventi, aiutandoli in azio-ni illecite o delittuose senza avervi parte deter-minante

CapziosoChe tende a trarre in inganno, fallace, insidioso

Algido[dal lat. algĭdus, der. di algēre «sentire fred-do»]. – 1. letter. Freddo, gelato

Abbacinanteagg. [part. pres. di abbacinare]. – Che abba-glia, acceca: una luce, un riflesso a.; l’a. sole di luglio

di Matteo dal Soglio (3BC)

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La ricetta: dolce alla crema ed amaretti

B entornati cuochi! Questo mese ho pensato di torna-re nella zona dolci, passando però a qualcosa di un po’ più complesso. Vi presento quindi il dolce crema ed amaretti! È una ricetta che mi ha consigliato una volta una mia amica e che mi è davvero piaciuta! Ho

quindi deciso di consigliarla anche a voi, nella speranza che possa essere di vostro gradimento. Cosa posso dire ancora se non: Pronti, Partenza… Via!

di Giulia Pizzato, 3CSA

Difficoltà per i cuochi: 1 2 [3] 4 5 Difficoltà per i commensali: 0Tempo di preparazione: 50 minuti

INGREDIENTI:- Crema Pasticcera:- 500 ml latte- 4 tuorli- 150 g zucchero- 60 g farina- 1 busta vanillina- Amaretti- Pasta Frolla- Caffè 1 tazza

Crema Pasticcera: Scaldate il latte quasi fino all’ebolizione, nel frattempo versate i tuorli in una ciotola e unite lo zuc-chero un poco alla volta lavorando il tutto con una frusta, fino ad ottenere una crema chiara ed omogenea. A questo punto aggiungete la farina setacciata e, dopo aver mesco-

lato per bene, versate il latte a filo con una frusta per stemperare. Unite tutto il composto in un pentolino e cucinate a fuoco medio per 3-5 minuti, continuando a mescolare con una frusta. Quando la crema sarà densa e corposa mescolate per un altro minuto col fuoco spento. A questo punto passate la crema in un contenitore basso e largo (possibilmente in ve-tro). Metteteci sopra una pellicola trasparente (a contatto con la crema!) mentre preparate il resto.

Dolce: Prendete la pasta frolla e inseritela in una teglia rotonda con in bordi leggermente rialzati. Per fare in modo che non si incolli alla

teglia metteteci sotto della carta da forno o passate un po’ di burro fuso e ricoprite quindi col pangrattato, toglien-

do gli eccessi. Mettetela quindi a cuocere in forno a 180° per 15-20 minuti. Una volta cotta imbevetela con il caffè (ma attenzione a non esagerare, bisogna

bagnarla, non affogarla!) e aggiungetevi la crema pa-sticcera raffreddata (nel caso diventi gelatinosa/grumosa basta passarla in una seconda ciotola e lavorarla con le fruste per un minuto circa) spal-mandola in modo omogeneo. Infine sbriciolate

gli amaretti e spargetene un velo sopra. La vostra torta è pronta,

Buon Appetito!

Preparazione:

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i giochi

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