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4 agosto-settembre 2010 Copertina DIRIGENTE D’AZIENDA www.ildirigente.it Periodico di Federmanager Piemonte in collaborazione con: Federmanager Aosta CIDA e Federazioni aderenti Fondato da Antonio Coletti Direttore responsabile Carlo Barzan Condirettori Andrea Rossi, Roberto Granatelli Segretaria di Redazione Daniela Parisi Impaginazione e iconografia Enza Gonella Rassegna stampa Augusto Bot Comitato di redazione Mario Benedetti, Arturo Bertolotti ( Collaboratore), Edoardo Benedicenti, Marcello Carucci, Claudio Cavone, Sergio Favero, Andrea Freni, Gianfranco Guazzone, Antonino Lo Biondo, Stefano Moscarelli, Pier Giorgio Prato, Ezechiele Saccone, Giuseppe Scoffone Corrispondenti dalle Province Ezio Mosso (Asti), Sandro Becchia (Biella), Gianni Formagnana (Cuneo), Giovanni Silvestri (Novara), Renzo Michelini (Vercelli) Dirigente d’azienda viene inviato agli iscritti, in abbonamento compreso nella quota as- sociativa. Anche a: Parlamentari, Segreterie Partiti Politici, Autorità regionali e locali, Uffi- ci Stampa, Ministeri, Istituzioni varie, Finanziarie, Camere di Commercio, Univer- sità, Aziende a PP.SS. e Private, Rappresen- tanti Enti e Associazioni, Stampa ordinaria e specializzata e TV locali, Organizzazioni Sin- dacali dei Lavoratori e degli Imprenditori, Consiglieri Federmanager, Unioni Regionali CIDA, Presidenti CIDA - FASI - Consed Pubblicità c/o Federmanager Piemonte [email protected] tel. 011.562.55.88 Direzione, redazione e amministrazione c/o Federmanager Torino Via S. Francesco da Paola, 20 - 10123 Torino Tel. 011.562.55.88 - Fax 011.562.57.03 [email protected] [email protected] [email protected] EDITORE FEDERMANAGER PIEMONTE Presidente Angelo Luvison Vice Presidente Andrea Freni Tesoriere Vittorio Ambrosio c/o Federmanager Torino [email protected] Fotocomposizione e Stampa G. Canale & C. S.p.A. - Borgaro T.se (TO) Spediz. in abb. post. Pubblici tà 45% art. 2 c. 20/b Legge 662/96 filiale di Torino. Au to riz zazione del Tribunale di Torino N. 2894 del 13 settembre 1979 - Iscrizione al ROC. numero 15699 Associato all’USPI (Unione Stampa Periodica Italiana) Lettere e articoli firmati impegnano tutta e solo la responsabilità degli autori. La tiratura di questo numero è stata di 9.500 copie I Giovani Dirigenti a Torino Dedichiamo questa copertina ai Giovani Dirigenti che a Torino celebrano il loro nono Meeting con programmi audaci di sicura attualità. Sembrerebbe ed è un dovere non ostacola- re le giovani forze che sono sbucate all’im- provviso, come accade ad ogni avvicenda- mento generazionale – cariche di entusiasmo, di volontà di fare, con un bagaglio di nozio- ni, conoscenze impensabili alle generazioni precedenti. Siamo buoni testimoni dello slancio e le speranze di quei giovani che erano appena tor- nati dalla guerra, nel 45. Abbiamo rivissuto il momento del ritorno a casa con le divise lacere, le facce sofferenti, malate, arrivati alla frontiera inginocchiarsi e baciare la terra del loro Paese. Che cos’è la Patria? Scriveva un giovane incredulo. Chissà. Eppure così rudemente toccati si sono mossi con fiducia, palmo a palmo per riguadagnare l’onore perduto e quel minimo di benessere cui credevano di aver diritto. Così è stato sino al ’61, con il primo centenario da festeggiare abbiamo riscoperto l’amor di Patria, un rinno- vato interesse per il lavoro, la famiglia, insom- ma la joie de vivre. Tant’è che passati pochi anni il vento della ribellione alla ricerca di nuove emozioni corse per tutto il mondo. L’America e la Francia per prime, poi tutti i giovani cavalcarono il ’68, inventando un nuovo modo di vivere: inven- tandosi “i figli dei fiori”. Sembrava davvero che il mondo sossopra si convertisse al vogliamoci bene. E quello che successe poi nel 1989 con la caduta del muro – i giovani a cavalcioni della più celebre e devastata barriera – ci avevano colmati di spe- ranza. Ma la crisi era alle porte. Ciò che successe nel nuovo secolo dura ancora adesso. Gli anti- chi malanni: la fame nel mondo: la disoccu- pazione e le dispute sull’energie, l’acqua, il clima, le guerre non sono state superati, anzi accresciuti dalla globalizzazione. È l’avvento della vita liquida, come l’ha defi- nita Zigmunt Bauman. È con disagio che dobbiamo ammettere che gli eroi del nostro tempo sono i fanatici del face-book, del reality, dell’uso più banale del computer. Eppure già si avvertono i segni di un ritorno allo studio dell’etica, agli aspetti di un’estetica originale che si risolvono in sterili dispute pseudo filosofiche, invece sono gli aspetti primari ancorchè immateriali di una rivoluzione che deve ancora avvenire di cui le generazioni di mezzo sono le avanguardie, ancora timide, incapaci di ribellarsi. È già stato scritto che sarà la generazione 2000, dei ragazzi che ancora vanno a scuola e che fra 10 anni armati di tutto punto andran- no all’assalto dell’economia. Tecnologici, imprenditivi, unisex, merce pregiata, la vera e grande risorsa di questo Paese. Occorre varare progetti che mettano i gio- vani al centro della crescita del Paese. Loro sono pronti al rischio autonomi e ottimisti. Per questo, dicono i ricercatori della Catto- lica di Milano. Sapranno trasformare la preca- rietà che li attende in un’opportunità. Così saranno i ventenni del 2000. Assemblee del Piemonte Sono previste – nei giorni sotto indicati – le Assemblee annuali dei sindacati di Vercelli, Aosta e Cuneo. Come di consueto gli associati saranno informati su località, orari e programmi di ciascuna associazione. Vercelli – 15 ottobre N.B. La nuova data corregge quanto indicato a pag. 12 del n. 272 Aosta – 16 ottobre Cuneo – 13 ottobre

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4 agosto-settembre 2010

Copertina

DIRIGENTE D’AZIENDAwww.ildirigente.it

Periodico di Federmanager Piemontein collaborazione con:Federmanager Aosta

CIDA e Federazioni aderentiFondato da

Antonio ColettiDirettore responsabile

Carlo BarzanCondirettori

Andrea Rossi, Roberto GranatelliSegretaria di Redazione

Daniela ParisiImpaginazione e iconografia

Enza GonellaRassegna stampa

Augusto BotComitato di redazione

Mario Benedetti, Arturo Bertolotti (Collaboratore),Edoardo Benedicenti, Marcello Carucci,

Claudio Cavone, Sergio Favero, Andrea Freni,Gianfranco Guazzone, Antonino Lo Biondo,

Stefano Moscarelli, Pier Giorgio Prato,Ezechiele Saccone, Giuseppe Scoffone

Corrispondenti dalle ProvinceEzio Mosso (Asti), Sandro Becchia (Biella),

Gianni Formagnana (Cuneo), Giovanni Silvestri (Novara), Renzo Michelini (Vercelli)

Dirigente d’azienda viene inviato agli iscritti,in abbonamento compreso nella quota as -sociativa. Anche a: Parlamentari, SegreteriePartiti Politici, Autorità regionali e locali, Uffi-ci Stampa, Ministeri, Istituzioni varie,Finanzia rie, Ca mere di Commercio, Univer-sità, Aziende a PP.SS. e Private, Rappresen-tanti Enti e As sociazioni, Stampa ordinaria especializzata e TV locali, Organizzazioni Sin -dacali dei Lavoratori e degli Imprenditori,Consiglieri Federmanager, Unioni RegionaliCIDA, Presidenti CIDA - FASI - Consed

Pubblicitàc/o Federmanager Piemonte [email protected]

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EDITOREFEDERMANAGER PIEMONTE

Presidente Angelo LuvisonVice Presidente Andrea FreniTesoriere Vittorio Ambrosioc/o Federmanager Torino

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Fotocomposizione e StampaG. Canale & C. S.p.A. - Borgaro T.se (TO)

Spediz. in abb. post. Pubbli ci tà 45% art. 2 c. 20/bLegge 662/96 filiale di Torino. Au to riz zazione delTribunale di Torino N. 2894 del 13 settembre 1979- Iscrizione al ROC. numero 15699

Associato all’USPI(Unione Stampa Periodica Italiana)

Lettere e articoli firmati impegnano tuttae solo la responsabilità degli autori.

La tiratura di questo numero è stata di 9.500 copie

I Giovani Dirigenti a Torino

Dedichiamo questa copertina ai GiovaniDirigenti che a Torino celebrano il loro nonoMeeting con programmi audaci di sicuraattualità.

Sembrerebbe ed è un dovere non ostacola-re le giovani forze che sono sbucate all’im-provviso, come accade ad ogni avvicenda-mento generazionale – cariche di entusiasmo,di volontà di fare, con un bagaglio di nozio-ni, conoscenze impensabili alle generazioniprecedenti.

Siamo buoni testimoni dello slancio e lesperanze di quei giovani che erano appena tor-nati dalla guerra, nel 45.

Abbiamo rivissuto il momento del ritorno acasa con le divise lacere, le facce sofferenti,malate, arrivati alla frontiera inginocchiarsi ebaciare la terra del loro Paese. Che cos’è laPatria? Scriveva un giovane incredulo. Chissà.

Eppure così rudemente toccati si sono mossicon fiducia, palmo a palmo per riguadagnarel’onore perduto e quel minimo di benesserecui credevano di aver diritto. Così è stato sinoal ’61, con il primo centenario da festeggiareabbiamo riscoperto l’amor di Patria, un rinno-vato interesse per il lavoro, la famiglia, insom-ma la joie de vivre.

Tant’è che passati pochi anni il vento dellaribellione alla ricerca di nuove emozioni corseper tutto il mondo. L’America e la Francia perprime, poi tutti i giovani cavalcarono il ’68,inventando un nuovo modo di vivere: inven-tandosi “i figli dei fiori”.

Sembrava davvero che il mondo sossopra si

convertisse al vogliamoci bene. E quello chesuccesse poi nel 1989 con la caduta del muro– i giovani a cavalcioni della più celebre edevastata barriera – ci avevano colmati di spe-ranza.

Ma la crisi era alle porte. Ciò che successenel nuovo secolo dura ancora adesso. Gli anti-chi malanni: la fame nel mondo: la disoccu-pazione e le dispute sull’energie, l’acqua, ilclima, le guerre non sono state superati, anziaccresciuti dalla globalizzazione.

È l’avvento della vita liquida, come l’ha defi-nita Zigmunt Bauman.

È con disagio che dobbiamo ammettere chegli eroi del nostro tempo sono i fanatici delface-book, del reality, dell’uso più banale delcomputer. Eppure già si avvertono i segni diun ritorno allo studio dell’etica, agli aspetti diun’estetica originale che si risolvono in sterilidispute pseudo filosofiche, invece sono gliaspetti primari ancorchè immateriali di unarivoluzione che deve ancora avvenire di cui legenerazioni di mezzo sono le avanguardie,ancora timide, incapaci di ribellarsi.

È già stato scritto che sarà la generazione2000, dei ragazzi che ancora vanno a scuolae che fra 10 anni armati di tutto punto andran-no all’assalto dell’economia. Tecnologici,imprenditivi, unisex, merce pregiata, la vera egrande risorsa di questo Paese.

Occorre varare progetti che mettano i gio-vani al centro della crescita del Paese. Lorosono pronti al rischio autonomi e ottimisti.

Per questo, dicono i ricercatori della Catto-lica di Milano. Sapranno trasformare la preca-rietà che li attende in un’opportunità.

Così saranno i ventenni del 2000. ❑

Assemblee del PiemonteSono previste – nei giorni sotto indicati – le Assemblee annuali dei sindacati di

Vercelli, Aosta e Cuneo.Come di consueto gli associati saranno informati su località, orari e programmi

di ciascuna associazione.

Vercelli – 15 ottobreN.B. La nuova data corregge quanto

indicato a pag. 12 del n. 272 Aosta – 16 ottobre Cuneo – 13 ottobre

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5agosto-settembre 2010

Editoriale

A somiglianza dell’intrico cellulare, che la scienza ha esemplificato con i neuroni che a miliardidirigono la mente mediante le sinapsi - così il progetto del Meeting dei Giovani dirigenti auspicaun più ampio collegamento delle aziende per realizzare economia e sviluppo in grado di reggere

il confronto della competizione sempre più aspra della globalizzazione internazionale

TORINO 2010 - Capitale europea

9° Meeting Nazionale Giovani Dirigenti Federmanager

Torino è Capitale Europea deiGiovani per il 2010. E’ stataselezionata, fra 15 città concor-

renti, grazie ad un dossier in cui sonostate presentate le eccellenze dellacittà per quanto riguarda le politichegiovanili. Il riconoscimento è statoassegnato dal Forum Europeo deiGiovani (YFJ - Youth Forum Jeunesse),l’organizzazione internazionalecomposta dai consigli nazionali dellagioventù e da associazioni interna-zionali non governative, costituitoper rappresentare gli interessi dei gio-vani di tutta Europa.

Il titolo viene assegnato per il perio-do di un anno a una città europea cheha dimostrato di avere una solida pro-grammazione di politiche e attivitàdestinate alle giovani generazioni.

Molte sono state le carte vincentigiocate nel dossier di candidatura diTorino: cultura, partecipazione emobilità internazionale, educazioneinformale tra pari e processi diempowerment nei confronti dell’as-sociazionismo giovanile.

Negli ultimi anni il restyling che hainteressato tutta la città ed in partico-lare la parte vecchia, quella che passasotto il nome di Quadrilatero Roma-no, ha portato il capoluogo del Pie-monte a sganciarsi dal riflesso opacodella Fiat e di una ormai lontanamonarchia Savoia, ed a risplendere diluce propria, differenziando le offer-te e indirizzandole a un pubblico piùgiovane e multietnico.

In una realtà così in fermento nonpotevano mancare il Gruppo Giova-ni Dirigenti di Federmanager ed è cosìche per la prima volta nella propriastoria, il Gruppo Giovani organizza a

Torino per il prossimo autunno il 9°Meeting Nazionale.

Ad ormai 14 anni di distanza dal 1°Meeting Nazionale Giovani, che sitenne a Montecatini nel Novembre1996, questo appuntamento bienna-le è diventato un momento di incon-tro e confronto tra i giovani dirigentiitaliani che si riuniscono per discute-re ed affrontare temi legati alla profes-sionalità del dirigente ed alla sua col-locazione in un mondo industriale efinanziario in continua evoluzione.

Al meeting partecipano normal-mente più di 60 delegati in arrivodalle associazioni territoriali e, nono-stante siano sempre meno i dirigentidi nuova nomina, questo appunta-mento fa convergere nello stessoluogo dirigenti che, pur di giovaneetà, rappresentano l’eccellenza nelfuturo della nostra categoria.

Suddiviso su due giornate, il mee-ting presenta una parte pubblica pre-vista per il venerdì pomeriggio dovepersonaggi di spicco del panoramaitaliano, discutono di temi legati allaclasse dirigente ed una parte privata

prevista per il sabato mattina dove ilCoordinatore uscente presenta la suarelazione per poi passare alle vota-zioni per il nuovo coordinamento.

L’8° Meeting si è tenuto a Roma nelFebbraio 2008 ed ha visto nella partepubblica la presentazione dell’inda-gine “La Classe Dirigente Italiana edil Merito” fatta del prof Nadio Delai.

Su questo tema si sono confrontatiRenata Polverini attuale governatoredel Lazio, Lucia Annunziata giornali-sta, Anna Puccio, membro del CdA diBuongiorno SpA., Carlo Carboni,ordinario di sociologia all’universitàdi Ancona con la conduzione stimo-lante di Fabrizio Binacchi , DirettoreRAI Emilia Romagna.

Gli spunti stimolanti, le proposte eanche le considerazioni critiche fatteda questi personaggi verso la classedirigente sono stati colti da FrancescoCastelletti, attuale coordinatore, cheli ha fatti diventare il filo conduttoredi questo Coordinamento operandoa stretto contatto con il mondo uni-versitario e aprendo così un dibattitoapprofondito sul Merito e sulle rela-tive sfaccettature.

Marco Bertolina.

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6 agosto-settembre 2010

I lavori svolti dal Coordinamentoattuale sulla cultura del merito e sullasua applicazioni in quella che vienedefinita “la catena del merito”, haportato alla definizione del “Decalo-go del Dirigente” di cui si è discussosempre a Torino, lo scorso Febbraio2010 in un affollato incontro al Gol-den Palace Hotel.

Il 9° Meeting Nazionale GiovaniDirigenti che si terrà in autunno avràcome tema “le reti d’impresa” e vedràla presentazione di uno studioapprofondito in merito.

La rete d’impresa è come un orga-nismo che nasce per modificarsi, chepuò essere efficiente solo se le azien-de coprono la filiera con al massimodue aziende similari.

Ed è all’interno della rete d’impre-se che il know how viene condivisotra le aziende che ne fanno parte,anche dove è necessaria una buonacapacità relazionale.

Si crea quindi una sovrastrutturache opera per tutti, crea sinergie ederoga servizi comuni, con l’obiettivodi tagliare i costi delle singole azien-de; ed è all’interno di questa sovra-struttura, di questo management con-diviso che la funzione del dirigente sideve evolvere verso una posizionemultifunzionale complessa.

Si potrebbe anche ipotizzare che larete arrivi alla maturazione e che,come sbocco definitivo e come evo-luzione naturale, si abbia la fusionefra le aziende.

Di questo e di molto altro si discu-terà nel convegno pubblico all’inter-no del Meeting Nazionale GiovaniDirigenti Federmanager

Sarà anche l’evento istituzionaleper nominare il nuovo Coordinamen-to Nazionale Giovani Dirigenti cheper i prossimi 2 anni lavorerà su temilegati alla cultura d’impresa, svilup-pando gruppi di lavoro che porteran-no, come già in passato, alla realiz-zazione di studi ed analisi di alto pro-filo professionale.

Mi preme fare un elogio al lavorofatto dell’attuale Coordinatore France-sco Castelletti ed in particolare ai duedelegati di APDAI, i colleghi WalterCucciatti e Riccardo Giolitti che hanno

portato a livello nazionale le istanzedella nostra associazione territoriale.

Per quanto concerne la data del 9°Meeting e le relative sessioni sonoancora in fase di definizione e saràdato ampio spazio sulla prossime edi-zioni della rivista “Il Dirigente d’A-zienda” affinchè tutti coloro che lo

desiderano possano partecipare allaparte pubblica e confrontarsi con gio-vani colleghi in arrivo dalle altresezioni italiane. ❑

Marco BertolinaGiunta APDAI Federmanager

Editoriale

I l Presidente di Federmanager Giorgio Ambrogioni ed il Presidente di Feder-manager Torino Renato Cuselli hanno incontrato il 3 agosto 2010, presso Con-findustria, Paolo Rebaudengo Responsabile delle Relazioni Industriali di Fiat

Group e Giorgio Usai Direttore delle Relazioni Sindacali di Confindustria.L'incontro ha consentito un approfondito interscambio valutativo sulle inizia-

tive di Fiat con particolare riferimento al settore auto nonché sulle problemati-che e sul ruolo della dirigenza.

Rebaudengo ha riepilogato tutti i passaggi posti in essere da Fiat Group negliultimi anni ponendoli in stretta correlazione alle esigenze di risanamento primae di rilancio poi.

La Fiat - ha sottolineato Rebaudengo - è e vuole restare una grande impresaitaliana ben presente sul territorio ma vuole anche essere un player mondiale;ne consegue che tutte le politiche industriali e manageriali non possono nontener conto delle logiche stringenti della competitività e della competizione tragli Stati nell'attrarre capitali ed incentivare i nuovi investimenti.

La Fiat - ha concluso Rebaudengo - ha lanciato una sfida a sé stessa e alPaese, alle Parti sociali, compresa Confindustria, al Governo ed alla politica, unasfida che si può vincere mantenendo e rafforzando il ruolo dell'Italia sia comecentro strategico e sia come sito produttivo.

Nel prendere atto di tale impostazione e condividendone le ragioni, i rappre-sentanti di Federmanager hanno evidenziato l'importanza di non sottovalutareil tema della coesione sociale ed hanno sottolineato i rischi di una gestione dellerisorse umane che non sappia dare il giusto spazio all'informazione diffusa, alcoinvolgimento ed alla partecipazione.

Questi ultimi aspetti sono stati richiamati con particolare riferimento alla diri-genza intermedia e ai quadri apicali che potranno e dovranno svolgere un ruolochiave di collegamento tra il Vertice ed il resto della struttura aziendale.

Il rappresentante di Fiat ha condiviso le esigenze espresse da Federmanagerdando disponibilità a riprendere e sviluppare i temi in prossimi incontri. ❑

Incontro Federmanager - Fiat Group

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7agosto-settembre 2010

L’estate ci ha portato grandi novità:non voglio parlare di quelle politi-che, per quanto siano tutt’altro che

mancate, perché ci coinvolgono comecittadini e per questo esiste un ventagliovastissimo di organi di opinione, ancheattraverso i quali ciascuno di noi puòdocumentarsi e prendere posizione alriguardo.

Parlo dei temi economici e del gover-no delle imprese, che ci vedono invececoinvolti nella nostra dimensione di diri-genti e rispetto ai quali questa stessadimensione non solo ci consente, maanzi ci impone di entrare nel dibattito perdire la nostra.

Per quanto riguarda gli aspetti econo-mici, siamo in presenza di un ventagliodi posizioni del mondo accademico eprofessionale molto aperto e variegato,ma sostanzialmente riconducibile a dueposizioni: la crisi di sistema è alle nostrespalle e la risalita sarà lenta finché sivuole, ma è già iniziata, da un lato, men-tre dall’altro si sostiene che i segnali diuscita dalla crisi ci sono, ma sono troppodeboli e soprattutto non modificano laradice dei problemi, di natura finanzia-ria, che sono all’origine di quanto è suc-cesso e quindi dobbiamo aspettarci da unmomento all’altro lo scoppio improvvisodi altri pericolosi focolai che covano sottola cenere.

Gli argomenti messi in campo in que-sto dibattito sono di natura e complessitàtali da rendere velleitario parteciparvi nelmerito senza possedere gli strumenti tec-nici necessari, ma almeno una cosa credopossiamo sostenere anche noi: lo svilup-po basato solo sul debito non può alimen-tarsi in eterno e la “creazione di valore”che si genera attraverso gli infiniti mar-chingegni scaturiti dalla fantasia degliingegneri finanziari è solo apparente epuò consentire di superare un ostacolo,ma non può essere la via maestra dellosviluppo.

Occorre quindi ritornare a produrre

efficienza dentro al processo produttivo,cosa molto più dura e difficile perchésignifica confrontarsi con la materia ina-nimata, che obbedisce a leggi fisiche fuoridal controllo umano, e con le persone,ciascuna delle quali portatrice di interes-si, di bisogni e di valori, che possono esse-re ricondotti al “fattor comune” delle esi-genze dell’impresa solo con un lavorolungo e faticoso, destinato tuttavia all’in-successo se non parte da un punto fermo:essere di esempio.

Il richiamo alle esigenze dell’impresaintroduce alla seconda grande novità chel’estate ci ha proposto: le azioni e le opi-nioni messe in campo dall’Amministrato-re Delegato di Fiat Group.

L’assumere come pietra di paragonedell’agire le esigenze dell’impresa è ilmarchio che ci contraddistingue comegruppo sociale e dunque non possiamoche comprendere e condividere le sueposizioni nei loro aspetti strategici disostanza; la tattica messa in campo può,anche al nostro interno, essere oggetto divalutazioni diverse, ma di una cosa credogli debba essere dato unanimemente atto:i problemi da lui sollevati, anche per i

modi e i toni usati, hanno posto sul tap-peto sociale del paese, e di riflesso anchesul suo tappeto politico, il tema del ruoloche le esigenze dell’impresa debbonoassumere nel quadro degli interessi gene-rali della collettività di cui facciamoparte. In altri termini: qual è il limite finoal quale le esigenze della produzionenella loro accezione più ampia possonospingersi, senza trasformarsi in un dannoper gli interessi generali della società? Enon basta: in presenza di una globalizza-zione economica ormai sostanzialmentein atto, la risposta a questa domanda puòessere cercata in un solo paese, per quan-to grande, prescindendo dal resto delmondo?

I temi di dibattito dunque non ci man-cano e su questi sarebbe opportuno con-centrarci, anche nelle loro ricaduteminute e di carattere più locale, essendoil territorio l’ambito di intervento dellenostre Associazioni, che non a caso insenso generale si qualificano come “ter-ritoriali”.

Se poi prendiamo in considerazione ilfatto che, fra le ricadute locali dei grandifenomeni globali con cui dobbiamo farei conti, continua l’espulsione dal proces-so produttivo di un’intera generazione dicolleghi non ancora in grado di fruire del-l’ombrello pensionistico e con possibilitàdi ricollocazione oggettivamente ridotte;se pensiamo al dramma delle loro fami-glie, costrette ad un brusco ridimensio-namento delle attese e del tenore di vita,forse ci sarà più facile rinunciare a pian-tare bellicosamente in bella vista le inse-gne dei nostri reggimenti, per concentrar-ci a scrutare le caratteristiche del terrenoche ci sta di fronte nella speranza dicoglierne – e di saperne gestire – gli aspet-ti sfuggenti e indefinibili, tali da trasfor-marlo da una “terra incognita” potenzial-mente gravida di pericoli, in una “terrapromessa” dalla quale possiamo ricava-re qualche piccolo saporito frutto.

Non è una responsabi l i tà so lonostra, ma è una responsabilità anchenostra. ❑

Editoriale

Gli effetti (nefasti?) della globalizzazioneLa competizione internazionale incide fortemente nei rapporti fra le parti socialiall’interno dei singoli paesi, mettendo in discussione equilibri nazionali fino a ieri dati per scontati. La ricerca dei nuovi equilibri non sarà facile e, così come la regolamentazione dei mercati finanziari, finirà per coinvolgere anche le relazioni fra gli Stati

Carlo Barzan

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8 agosto-settembre 2010

“Signore, signori, colleghi iscritti e non iscritti, amici Presidenti delPiemonte, amici tutti che avete voluto onorare con la Vostra presenzaquesta riunione di Federmanager Asti, la più piccola del Piemonte, ben-venuti. Il piacere di ringraziarVi si rinnova anno dopo anno ed i voltidiventano il segno della continuità e della forza che anima le nostreriunioni con la speranza nemmeno tanto nascosta di poterne incontra-re di nuovi e di giovani.

Permettetemi di invitarVi a rivolgere un pensiero amico ed intensoai colleghi che non sono più. Grazie.

È la nostra una riunione, una delle tante nel mondo Federmanagernazionale, dove ovviamente consci di una responsabilità e di una par-tecipazione attiva alla realtà del mondo in cui viviamo, facciamo con-suntivi e progetti.

Ma, qui sta il problema. Fare consuntivi, fare progetti, … ragioniamo.Sono reduce dalle riunioni di Novara, Biella, Alessandria, Torino, dal

Consiglio Nazionale e da un recente incontro tra i Presidenti del Pie-monte cui ha partecipato anche il Presidente Nazionale Dr. GiorgioAmbrogioni. Quanti stimoli, quanti ragionamenti positivi, quanti nega-tivi, quanti critici, quanti costruttivi ed infine quanti interrogativi sulfuturo di noi tutti.

La razionalità di oggi domani non serve più, quella di ieri menoancora. Nella nostra riunione del 2007 e quindi in un tempo non anco-ra sconvolto dalla maledizione della crisi finanziaria, il professor CarloBrumat ci aveva messo in guardia e ci aveva invitato a sciogliere il vin-colo con la forma mentale e l’abitudine a ragionare sulla base dell’e-sperienza del precedente, del già vissuto. Ogni giorno nella vita, dovetempo e distanza sono aboliti, la rivoluzione è continua e ciò che erasalvifico ieri oggi non lo è più e meno ancora lo sarà domani; il con-trollo delle variabili indipendenti è sempre più complicato e richiedecultura, formazione continua, lavoro di gruppo.

Avete letto sui giornali locali che questa Assemblea è una Assem-blea aperta anche ai dirigenti non iscritti a Federmanager. Questo è unosvicolamento dalle norme statutarie. Perché?

Perché sono anni che nel nostro “piccolo” mondo creiamo eventiche sono importanti, che ci devono dare e che ci danno visibilità, checi dovrebbero mettere in orbita come partner del mondo reale dell’e-conomia e del sociale al di là della porta e della finestra del nostro uffi-cio di lavoro.

Sono anni che desideriamo entrare nella mente e nell’opera dei diri-genti tutti, sia di quelli iscritti alla Associazione/ Sindacato Federmana-ger ovunque essa abbia sede, sia di quelli che non sono iscritti a Feder-manager ovunque in Italia.

Sono anni che proviamo ad agganciare il senso di una logica diappartenenza dei dirigenti in servizio iscritti e non iscritti, perché siamoconvinti e certi che sono loro una parte importante di quel futuro pul-sante delle imprese italiane piccole, medie, grandi, che sparse sul suolonazionale e non solo, devono portare innovazione e sviluppo al mez-zogiorno dando fiducia per i figli, i nipoti, le famiglie tutte e sostenerequel patto di sussidiarietà che i padri fondatori della dirigenza italianahanno sentito il dovere di mettere in atto. Patto che ora noi dobbiamocontinuare per il quel futuro che sembra essere sempre più saturo diimprevisti e di non certezze.

Come potete rilevare, questa non è una relazione di tipo classico,vuole essere un insieme di considerazioni che mi auguro possano sti-molare intrventi. Infatti non desidero parlarVi di numeri (se non perpochissimo) e di crisi; non farei che aggiungere altre nuvole grigie atutte quelle che la meteorologia dei quotidiani, della televisione, dellaradio già ci regalano e magari la tentazione di metterci un pochinodelle mie convinzioni, dei miei pensieri e delle mie emozioni sarebbeinevitabile. Per queste informazioni non avete che l’imbarazzo dellascelta; i giornali non sono avari di notizie da scatafascio e se poi in unbarlume di raziocinio parliamo anche di agenzie di “rating” non pos-siamo accennare nemmeno ad un sorriso.

Nell’Assemblea di Alessandria è stato spiegato da illustri relatori chela Primavera 2010 non è ancora la Primavera ma “forse” solo la fine diun lungo inverno iniziato nell’autunno del 2008.

Vita associativa

Mentre la città di Asti si apprestava a dar vita a una singolarekermesse di stampo americano, prendendo ispirazione dallaIII satira di Ariosto, con un colpo a sorpresa Federmanager

Asti, annunciando l’annuale Assemblea apriva le porte a TUTTI i diri-genti anche a quelli non iscritti.

È una vecchia questione, spesso dibattuta mai esaminata a fondo eche a riportarla in luce sia un piccolo Sindacato, per giunta Piemonte-se, significa che i tempi sono maturi.

Quella parte non schierata per un malinteso ruolo di un Sindacato– visto nell’ottica barricadiera del primo dopoguerra – oggi non puònascondersi nel timore di vedere compromessa la sua identità, auto-nomia, liberale anche libertaria.

Con una categoria così frammentata in segmenti sempre più picco-li – al nord piuttosto che al sud: di aziende grandi e quelle piccole,insediata dal basso dalla ostilità dei lavoratori, guardata dall’alto conla diffidenza dei “padroni”, ignorata dalla politica, spesso diffamata dauna pubblicista confusionaria che confonde i dirigenti con i grand com-mis superpagati delle multinazionali.

Asti. Assemblea annuale 2010

Assemblea apertaDi fronte alla crisi che continua a mietere vittime, l’Assemblea di Federmanager Asti si interroga e chiamaalla sbarra responsabili e addetti ai lavori per accertarsi se è venuta meno la responsabilità eprofessionalità della categoria o non invece la semplificazione del taglio delle maestranze. Ed il primo acadere è quasi sempre il dirigente. A questa inquietante domanda hanno risposto i nostri rappresentantisindacali. Il Presidente Masoero, ha voluto innovare introducendo l’ASSEMBLEA APERTA a tutti, ma inparticolare dedicandola a quei colleghi che non sono iscritti

È questa l’immagine con una categoria così dispersa, è indispensa-bile la partecipazione a tutti, che Asti vuole mettere in discussione pro-prio comunciando dai colleghi, gli stessi con i quali si combattono lecomuni battaglie quotidiane della concorrenza, della crisi economica,della responsabilità, del rischio sino alla perdita del lavoro e dunquealla sofferenza che più di ogni altro sentimento affratella amici e com-pagni di strada, con i quali finalmente si dovrà trovare quel punto incomune dal quale partire per una ritrovata alleanza.

Invitati presenti sono:

Lorena Capoccia, presidente dell’Assidai, fondo integrativo alla Assi-stenza SanitariaMarina Cima, presidente regionale del Gruppo MinervaPaolo Cucinotta, funzionario dell’Ufficio Sindacale di FedermanagerRenato Cuselli, presidente di Fondirigenti e di AMCVincenzo Emiliani, direttore del FASIRenato Goria, presidente dell’Unione Industriale di AstiOliva Masini, dirigente del Previndai fondo pensione nazionaleBruno Villani, presidente di Praesidium

Apre l’assemblea la relazione del presidente Pietro Masoero.

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9agosto-settembre 2010

A Novara ci hanno informato sullo stato di salute delle Università,quali fucine di nuovi Dirigenti, mentre il Presidente dell’Unione Indu-striale locale, ha confermato la necessità di più formazione tecnicaribadendo, inoltre che nelle piccole medie imprese il costo economi-co è troppo oneroso e non sempre sopportabile.

Dall’Assemblea di Torino del 25 Maggio appena trascorso, abbiamoricevuto la conferma che sui dirigenti in servizio e non più in servizio,si “scarica” ( passatemi il bisticcio ) un carico fiscale che mette in ridi-colo categorie professionali ben più benestanti mentre anche il caricoprevidenziale è altrettanto penalizzante. Riprendo dalla relazione delPresidente Cuselli una informazione che in questi giorni nostri mi sem-bra più che mai opportuna :

“Da una elaborazione delle dichiarazione dei redditi del 2008 emer-ge che il 60% dei 383.000 contribuenti con redditi superiori a100.000,00 è rappresentato da dirigenti in servizio e non in servizio,6 contribuenti su 10 in questa fascia di reddito sono Dirigenti. Dichia-riamo al fisco un reddito medio che supera di 2 volte quello di un avvo-cato, di 3 volte quello di un dentista, di 2,7 volte quello di un ingegne-re e di 6,2 volte quello di un ristoratore. I dirigenti pur rappresentandosolo lo 0.6% dei contribuenti, rappresentano il 12 % del gettito IRPEF.…Chi è andato in pensione, dal 2000 al 2008 ha perso il 7.3% in ter-mini reali di potere di acquisto.”

Che succede ora con il decreto in arrivo? Siamo veramente i migliori ed anche per questi motivi dobbiamo

farci valere. Federmanager Nazionale con il Presidente e con le suestrutture, lo sta facendo e Vi sarà detto dal Dr. Paolo Cucinotta.

Il mondo insensibile a queste considerazioni continua a cambiare erichiede nuove soluzioni agli stessi problemi.

Permettetemi di fare riferimento ad un convegno al quale ho parte-cipato il giorno 20 Giugno 2003: erano tutti imprenditori di prestigioed il mondo ed il sistema economico mondiale, entrati in crisi dopol’attacco a New York delle Torri Gemelle erano ancora in crisi.

Riporto da allora degli spunti di riflessione:“ I consumi in USA sono scesi. da parte dell’autorità monetaria è

stata impostata in modo rapido una forte manovra sui tassi. … La Fede-ral Reserve non ha perso tempo nel controllare l’andamento dei mer-cati … lasciando svalutare il dollaro ha favorito le esportazioni…I tempidella ripresa non sono brevi…. operazioni del genere sono lente masegnali cominciano ad emergere…. L’Europa non ha messo in atto unapolitica comune ed aggressiva come quella americana … l’Italia in par-ticolare soffre di un fenomeno sociale che crea un handicap con glialtri paesi: è la nazione con il tasso di invecchiamento più alto delmondo con conseguenti alti costi sociali… avremo un tasso di cresci-ta economica che per il 2003 sarà pari allo 0.3% ( che pacchia oggi civiene detto che il 2010 sarà gratificato da un 1.3%). stiamo vivendo unbrutto 2003 ma avremo un migliore 2004. Ancora. la situazione eco-nomica esplosiva era basata molto sui consumi interni spinti da ungrado di indebitamento privato sempre più elevato … è quindi neces-

saria una rivoluzione produttiva…per chi vuole rimanere sul mercato,qualità, ricerca, innovazione sono la leva per il futuro, il sistema chepermetterà di rimanere sul mercato…

Sorridiamo ancora, ha ragione il professore Carlo Brumat: tutto èciclico ma tutto è diverso e deve essere affrontato con idee ed atten-zioni diverse.

Certo anche in Federmanager ci siamo posti la domanda del “chesuccede in Provincia di Asti “ in merito il Presidente dell’Unione Indu-striale di Asti Rag. Renato Goria, che ci raggiungerà più tardi, sarà rela-tore efficace.

La crisi certamente colpisce e colpisce duro.Dove sono i segnali della “ripresina”? I dirigenti astigiani per la mag-

gior parte dicono di avere bisogno di un buon paio di occhiali per poter-li intravedere.

Abbiamo rilevato una preoccupante sequenza di dimissioni concor-date ed è sempre più frequente accettare il declassamento.

Vale anche per il dirigente il sentimento del crollo delle speranze eper lui non c’è ammortizzatore sociale che tenga. Allora ecco la telefo-nata, la richiesta del consiglio più opportuno per sapere come agire asua tutela, per sapere se e come l’associazione / sindacato possa conla sua organizzazione ed i suoi rappresentanti porre barriere di prote-zione.

E, Federmanager ci prova sino all’accompagnamento all’arbitrato oad uno studio legale.

Delusione, frustrazione, imbarazzo, umiliazione sono i sentimentiche uniscono i diversi livelli aziendali: quando si perde anche un soloposto di lavoro – con o senza ammortizzatore sociale – è una sconfit-ta senza spiegazione e senza scusa, un fatto orribile se poi le origini ditale catastrofe non sono interne all’azienda ma arrivano, come ci è statospiegato, da lontano quasi fulmine sinistro di un Giove pluvio arrab-biato.

Questa è una Assemblea che si propone di porsi di fronte a questifatti. È una assemblea che desidera interloquire con i Dirigenti tutti,iscritti e non iscritti, che desidera porre l’organizzazione di Federma-nager al centro della loro attenzione perché Federmanager è cambia-ta e ne avrete prova con gli interventi che seguiranno.

Se avete sassolini nella scarpa ( del tipo Fasi, Assidai, Gestione soste-gno al Reddito, Fondirigenti, Previndai, Donne Manager, Presidium.)questa è l’occasione per toglierli. i sassolini, … non la scarpa; … nonsta bene.

Un ultimo pensiero. È stato rinnovato lo Statuto di FedermanagerPiemonte. Con i Presidenti delle altre Province, abbiamo messo in pro-gramma una serie di incontri dove poterci confrontare e fare progettidi eventi collettivi, per iniziare a dare vita ad un’idea diversa che possadare nuove importanti motivazioni a tutti i Dirigenti sotto un denomi-natore comune e con servizi professionalmente integrati. Ce la faremo?Se lavoriamo assieme, … certamente.

Ditelo ai colleghi non iscritti ed agli assenti di oggi. Grazie”. ❑

Vita associativa

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10 agosto-settembre 2010

Gli interventiCima-Federmanager Minerva

Apre il consesso degli interventi, MarinaCima che, in qualità di presidente regiona-le presenta il Gruppo Minerva – nato nel-l’ambito di Federmanager a favore delladonna dirigente – e ne illustra l’attività.Prendendo spunto da se stessa, per esporreil mondo del lavoro dirigenziale femmini-le, racconta la sua attività, il suo esseredonna dirigente, madre e moglie: le sue dif-ficoltà nel tempo a coniugare i diversi ruoli,in particolare la fatica ed il desiderio diemergere come dirigente donna in unambiente aziendale di multinazionale,dove comunque vigevano punte di diffiden-za maschile e forse di maschilismo vero eproprio.

Nella presentazione del Gruppo Miner-va, Cima coglie l’occasione per fare unquadro di com’è oggi il mondo del lavorofemminile nell’ambito della categoria diri-genziale: cita statistiche relative alla pre-senza della donna manager nelle aziendeitaliane, il livello retributivo percepito, lepossibilità di carriera aziendale, le pro-spettive strategiche, ecc.

Masini - PrevindaiAll’intervento di Cima fa subito seguito

quello della dottoressa Masini, dirigente diPrevindai, il Fondo Pensione nazionale peri dirigenti industriali previsto dalla contrat-tazione collettiva, che grazie al patrimoniofinanziario gestito, derivante dalla massa dicontributi versati, costituisce uno dei piùgrandi fondi pensione europei.

Proprio citando numeri desunti dall’ulti-mo bilancio del Fondo, Masini dà un qua-dro dettagliato sia sotto un aspetto pretta-mente demografico del Fondo: numero diaderenti, aziende e dirigenti, numero diassicurati e/o beneficiari, numero delle pre-stazioni ormai in corso di erogazione; siadell’andamento economico/finanziariodell’attività svolta dal Fondo: entità dellacontribuzione periodica versata, rendimen-to degli investimenti:questo messo a con-fronto con il rendimento del TFR; entitàdelle prestazioni, tipologia delle renditeerogate, ecc.

Ne viene fuori un quadro d’insiemesostanzialmente positivo e rassicurante diun fondo pensione adeguato alla catego-ria e soprattutto aggiornato ai tempi attua-li. Per quest’ultimo punto, ne fa fede l’a-deguamento recente dello statuto delfondo alla normativa COVIP, a seguitodella quale Previndai ha assunto persona-lità giuridica.

Capoccia - AssidaiAnche il Presidente di Assidai nel suo

intervento fa un quadro del fondo, che ricor-diamo è nato in ambito di Federmanagercirca un ventennio fa al fine di coprire ledifferenze di spese sanitarie sostenute daldirigente, non rimborsate dal FASI o da altro

fondo primario a cui il dirigente industria-le attivo o pensionato è iscritto.

È un fondo il cui capitale è al 100% diFedermanager: di proprietà quindi dei diri-gente, nato per i dirigenti. Capoccia ci tienea precisarlo. È necessario quindi, continuaCapoccia, preservarlo e potenziarlo, incre-mentando gli iscritti e variegando le propo-ste assicurative, studiando nuovi prodotti enuove forme di copertura, intervenendoladdove il FASI è carente e debole, o addi-rittura assente. In particolare ASSIDAIdiventa essenziale in una situazione sanita-ria nazionale che vede lo Stato sempre piùarretrare e diminuire i suoi interventi nel-l’ambito della spesa pubblica anche inmateria di sanità.

Capoccia prosegue indicando le diffi-coltà a cui il Fondo va incontro nei rappor-ti con le compagnie assicuratrici, per via delrapporto annualmente negativo premi/sini-stri, e ciò in particolare in quelle formuleconvenzionali che vedono un’ampia parte-cipazione di iscritti dirigenti e familiari pen-sionati.

Nasce perciò l’esigenza di incrementareil numero dei dirigenti iscritti, favorendonel’iscrizione di quelli giovani e addiritturaaprendo il fondo a nuove categorie didipendenti direttivi (quadri e alte profes-sioanlità) e poi a controllo della spesa, pernon dover ogni anno ritoccare negativa-mente incrementando l’entità dei premirichiesti, stipulare diverse e nuove formuleconvenzionali con centri medici e/o conprofessionisti, analogamente come giàeffettuato dal FASI.

Altro ambito in cui ASSIDAI vuole poten-ziare la sua presenza, per contenere, fra l’al-tro, i propri costi di gestione, è quello delweb.

Cucinotta - FedermanagerCucinotta, in qualità di funzionario del-

l’Ufficio sindacale di Federmanager, riassu-me i punti dell’ultimo contratto aiutandosicon la proiezione di precise e dettagliate sli-des. Dimostrando una buona padronanzadella materia, Cucinotta elenca quindi i varicapitoli del contratto nazionale sofferman-dosi in particolare sulle novità che interes-sano il FASI per la gestione del reddito aidirigenti disoccupati, la nuova contribuzio-

ne a Previndai, il bilancio delle competen-ze professionali del dirigente, i modelli diretribuzione variabile, ecc. Fa infine cennoagli interventi positivi di Federmanager inambito ministeriale per contrastare l’intro-duzione di un contributo di solidarietà neiconfronti delle categorie di lavoratori piùagiati –e tra essi ovviamente i dirigenti - ipo-tizzato dal Governo nell’ambito dellamanovra finanziaria di primavera. A questoproposito, segnala ancora l’attività svolta daFedermanager per stipulare un ‘manifestofiscalÈ che riporti precise norme a tuteladella categoria.

Emiliani - FASIIl direttore del Fondo, presente in Pie-

monte nei giorni precedenti l’assemblea diAsti per la sua partecipazione ad un conve-gno organizzato dagli attuari, coglie l’occa-sione della discussione seguita nell’altrocontesto, per presentare ad Asti una situa-zione demografica analizzata sotto l’aspet-to socio-sanitario alquanto preoccupante.Riprendendo concetti già espressi daCapoccia, Emiliani conferma che il welfa-re socio-sanitario garantito dallo Stato ita-liano è destinato ad essere sempre più limi-tativo e saltuario in particolare nei confron-ti di quelle categorie di lavoratori e pensio-nati considerate economicamente più agia-te. La spesa pubblica sanitaria - già elevatae sempre più crescente - è prevedibile nongarantirà, in futuro alla categoria dei diri-genti, quella copertura assicurativa finoraacquisita.

Si renderà fondamentale anche e soprat-tutto per il FASI potenziare la sua presenzae la sua gestione, perché come fondo sani-tario – così classificato a seguito dell’ ade-guamento alla nuova normativa delle cassee/o fondi ex decreto Sacconi – sarà chia-mato sempre più a sostituire l’interventostatale.

Oggi la situazione del FASI non è rosea:il rapporto dei versanti - dirigenti in servi-zio vs dirigenti pensionati – ormai è menodi uno. Ciò spiega perché con l’ultimo rin-novo contrattuale, si incrementato di più lacontribuzione del pensionato rispetto aldirigente in attività: il dirigente pensionatoè anche maggior fruitore delle prestazionierogate da Fondo rispetto al collega in atti-vità iscritto.

Villani - PraesidiumNeo presidente di un ente ancora giova-

ne e poco conosciuto, nato anch’esso insede Federmanager qualche anno fa in col-laborazione con il gruppo assicurativo AXA(?) Villani approfitta della sede assembleareastigiana per far conoscere cos’è e qualeobiettivo si propone Praesidium.

È un programma assicurativo completo emolteplice studiato a favore del dirigentenell’ambito aziendale – copertura sanitaria,contrattuale, professionale - e del suonucleo familiare, quindi più personale – RCAuto, casa, morte, invalidità, ecc. ❑

Vita associativa

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11agosto-settembre 2010

Quando ho avuto l’incontro con ilVostro Presidente per definire lemodalità dell’intervento odierno mi èstato chiesto quali sono le caratteri-

stiche prioritarie richieste dalle imprese per unmanager alla luce di quanto sopra detto. Credoche su questo punto bisogna fare una riflessio-ne. La stessa domanda possiamo farla noiimprenditori al mercato. Quali caratteristichedevono avere le nostre imprese per poter esse-re competitive e rimanere sul mercato. Credoche di fronte a qualsiasi crisi vi è una selezio-ne. Nella selezione non sono mai stati i piùforti o i più furbi a resistere meglio ma sonostati coloro che si sono adattati più in frettaalle nuove esigenze. Una risposta può esserequesta.

Ritornando ora sui problemi del nostro ter-ritorio. Vi è una conseguenza diretta sul setto-re industriale della nostra provincia. In effetti,nel corso degli ultimi 12 mesi, ha risentito for-temente della congiuntura internazionale sfa-vorevole che ha generato una fortissima reces-sione ed una crisi economica e finanziariasenza precedenti; inoltre si è ridotta drastica-mente la quantità di credito erogato dalle ban-che alle aziende.

Tra i settori maggiormente colpiti dalla crisitroviamo la filiera dell’auto (aziende metal-meccaniche e della gomma-plastica) e l’indu-stria meccanica in genere che costituiscono ilcomparto maggiormente rappresentativo sulnostro territorio, l’industria chimica e quelladel legno, il settore dell’edilizia e le aziendeche operano in questo indotto (laterizi, mate-riali da costruzione).

Tra i settori meno colpiti dalla crisi, pur conqualche segnale di flessione per quanto riguar-da l’export, troviamo l’agroalimentare ed ilcomparto dell’enomeccanica legato alla filie-ra del vino.

Situazioni di forte criticità sono presentiormai in numerose aziende associate, dove sicerca di agire utilizzando al massimo tutte leforme di ammortizzatori sociali e limitandoper ora il più possibile il ricorso a proceduredi mobilità.

Per quanto riguarda le nostre imprese, unodei dati che incide maggiormente sulle possi-bilità di accesso alla formazione dei lavorato-ri occupati è rappresentato dalle dimensionidell’impresa: spesso le piccole e piccolissimeaziende hanno difficoltà a sviluppare attivitàdi formazione per le proprie risorse umane,anche se oggi l’autofinanziamento attraversole risorse di Fondimpresa e Fondirigenti rap-presenta una notevole opportunità.

In particolare possono essere intrapresi per-corsi formativi finanziati da Fondimpresa attra-verso la realizzazione di Piani formativi rivol-ti a lavoratori a rischio di perdita del posto dilavoro che sono dipendenti di aziende che uti-lizzano gli ammortizzatori sociali.

Per quanto riguarda la nostra provincia, leore di CIG considerate nel complesso sonostate nel 2009 7 milioni 954 mila 058 rispet-

to al milione 337 mila 160 del 2008; le ore diCIGO in totale sono state 6 milioni 744 mila237 nel 2009 rispetto alle 803 mila 473 del2008; le ore di CIGS in totale sono state 1milione 209 mila 821 nel 2009 rispetto alle533 mila 687 del 2008; nei primi mesi del2010 nella nostra provincia il trend si è inver-tito: sono di più le ore di CIGS autorizzate paria 1 milione 52 mila 498 rispetto a quelle diCIGO pari a 510 mila 660 proprio per il fattoche molte aziende hanno già esaurito il limi-te massimo delle 52 settimane di CIGO nelbiennio.

Per quanto riguarda la CIGS, la causale piùutilizzata è la crisi aziendale con una percen-tuale del 68% mentre i contratti di solidarietàhanno una percentuale del 15% e i fallimen-ti/procedure concorsuali del 5%.

Se scorporiamo questi dati secondo i varisettori industriali, si nota che la percentualemaggiore di cassaintegrati interessa il settoremeccanico con il 17% sul totale degli occu-pati, seguito dal tessile con il 15%, il chimicocon il 9%, il legno con il 5%, l’edilizia con il3% e l’alimentare con il 2%.

Un’altra importante riforma attuata dallaRegione Piemonte ha coinvolto il sistema deiCentri per l’impiego dando attuazione all’Ac-cordo Stato-Regioni sulla gestione della CIGDcon il quale si lega, per la prima volta in modoorganico, la fruizione dell’integrazione sala-riale alla partecipazione obbligatoria dei lavo-ratori a dei percorsi di politica attiva che pre-vedono corsi di formazione e riqualificazioneprofessionale. A tale proposito anche i lavora-tori collocati in CIGS che partecipano a corsidi formazione finanziati da Fondimpresa per-cepiscono, oltre all’indennità di CIGS, un con-tributo pari a Euro 1,50 lordi all’ora per le oredi durata del corso. ❑

Vita associativa

Cuselli - FondirigentiIn apertura del suo intervento Cuselli

annuncia alla platea la recentissima nominadel consigliere provinciale Luigi Caprioglio,quale rappresentante CIDA in ambito CNEL.

Prosegue poi parlando di Fondirigenti: unfondo paritetico tra Confindustria e Federma-nager che finanzia corsi di formazione a favo-re della categoria dei dirigenti sulla base diprogetti elaborati dalle aziende. Fondirigentinon organizza formazione, non fa formazio-ne, la finanzia: è quanto in più passaggi havoluto precisare con decisione Cuselli.

A questo proposito, Cuselli ha elencatobrevemente i vari corsi che sulla base delleindicazioni richieste, progettate e presentatedalle aziende, Fondirigenti ha finora finanzia-to progetti sperimentali organizzati per diri-genti, anche disoccupati, sulla base di preci-se indicazioni legate al territorio di cui operal’azienda.

Fondirigenti è impegnata inoltre al pro-gramma federale del bilancio delle competen-ze professionali previsto nell’ultimo rinnovocontrattuale, anche se al momento si è in atte-sa di fissare le norme regolamentari per ope-rare nel concreto.

Il concetto chiave su cui Cuselli pratica-mente ha centrato tutto il suo intervento èquello che la formazione costituisce un ele-mento fondamentale per l’attività del dirigen-te, senza un costante ed ininterrotto aggiorna-mento professionale dei propri operatorianche l’industria, ed in generale l’economiadi un Paese è destinata a soccombere. In unItalia odierna carente di manager tecnici, leimprese italiane farebbero bene a seguire epotenziare la formazione a favore dei proprioperatori interni, senza esternalizzare rami diattività o addirittura delocalizzare all’estero,privando il Paese di quelle potenzialità pro-duttive che in passato hanno fatto grande l’in-dustria italiana. Purtroppo – ha conclusoCuselli – non è così: in un periodo di grave edintensa crisi economica e finanziaria quale èquella attraversata oggi dal Paese, la primafonte di spesa che le imprese tagliano dai pro-pri bilanci è appunto la formazione. ❑

Renato Goria - Unione Industriale Asti

In chiusura della Relazione il PresidenteGoria ha voluto ricordare l’AssembleaNazionale di Confindustria citandoparticolarmente i temi trattati dallaPresidente Emma Mercegaglia e cioè: leinfrastrutture, l’energia, la ricerca, il capitaleumano, la riforma fiscale, la giustizia.

Insomma è stata una panoramica totale di chiarimento e di attesa di miglioramento,la cui responsabilità e gli esiti sono collocati,come sempre, nella volontà degli uomini.

Ricordiamo che nel n. precedente abbiamopubblicato i nominativi dei soci con 25 anni di iscrizione all’Associazione Astigiana: Ugo Conti, Bruno Merlino, Enrico Soria.L’applauso più sentito è andato comunque allaSig.ra Carla Fornello che ha coperto l’incaricodi segretaria a partire dal 1960.

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14 agosto-settembre 2010

La normativa sui congedi parentalisi è stratificata dagli anni ‘70 finoad addivenire alla stesura di un

Testo Unico in materia, cioè il D. Lgs. n.151/2001, il quale riassume coordina e,soprattutto, cerca di colmare le lacunedi una evoluzione legislativa non sem-plice anche tenuto debito conto dell’in-tervento comunitario (Direttiva n.96/34).

L’introduzione dei “congedi parenta-li” è certamente un progresso nella dire-zione di dare concretezza al principiodella “parità tra i sessi” e della tuteladella vita familiare rendendo possibileun maggiore sviluppo professionaledella donna, potendo contare sulla col-laborazione del coniuge per la cura dellaprole.

Il termine “congedo parentale” si rife-risce all’astensione facoltativa dellalavoratrice o del lavoratore.

Ciascun genitore, infatti, trascorso ilperiodo di congedo di maternità, hadiritto di astenersi dal lavoro nei primi 8anni di vita del bambino, con un limitecomplessivo massimo di 10 mesi (art.32 D. Lgs. n. 151/2001).

Tale diritto compete:– alla madre lavoratrice, trascorso il

congedo di maternità (astensioneobbligatoria), per un periodo conti-nuativo o frazionato non superiore a6 mesi;

– al padre lavoratore, dalla nascita delfiglio, per un periodo continuativo ofrazionato non superiore a 6 mesiovvero 7 mesi qualora usufruisse dal -l’astensione facoltativa per un perio-do continuativo non inferiore a 3 mesi.In questo caso il periodo massimoutilizzabile da entrambi i genitoriviene elevato a 11 mesi;

– qualora vi sia un “solo genitore”, perun periodo continuativo o frazionatonon superiore a 10 mesi (art. 32 Dlgs.n. 151/2001).

La fattispecie di “genitore solo” puòverificarsi in caso di morte di un genito-re, o di abbandono del figlio da parte diuno dei genitori o di affidamento delfiglio ad uno dei genitori risultante daprovvedimento ad hoc, anche nel casodi non riconoscimento del figlio da partedi uno dei genitori.

La fattispecie della “ragazza madre”o di “genitore single” non realizza lacondizione di “genitore solo” dovendoesserci anche il non riconoscimento del-l’altro genitore così come, in caso digenitore separato, necessita anche nellasentenza di separazione risulti che ilfiglio è affidato ad uno solo dei genitori.

La condizione di “genitore solo” puòconcretizzarsi e quindi essere ricono-sciuta anche nel caso in cui l’altro siacolpito da grave infermità (che deveessere accertata con specifica certifica-zione medica rilasciata da strutturapubblica).

Il congedo parentale spetta al genito-re richiedente anche qualora l’altro geni-tore non ne abbia il diritto.

Nel caso di congedo frazionato se lefrazioni sono intervallate da ferie, giornifestivi e, in caso di settimana corta isabati sono conteggiati come giorni dicongedo.

I genitori possono utilizzare il conge-

do parentale anche contemporanea-mente ed il padre ne può usufruire an -che durante i 3 mesi di astensione obbli-gatoria post-partum della madre.

Se durante il periodo di fruizione delcongedo parentale insorge la malattiadel bambino il titolo dell’assenza dallavoro può essere modificato da conge-do parentale e congedo più malattiadel bambino, con sospensione delperiodo di congedo parentale.

In caso di parto gemellare ciascungenitore ha diritto ad usufruire per ogninato del numero di mesi di congedo pre-visto dalla legge pertanto per ciascunfiglio fino a 6 mesi per la madre, fino a 7mesi per il padre nel limite complessivodi 10 e 11 mesi fra entrambi i genitori.

In virtù dell’art. 34 c. 5 de D.lgs151/2001 i periodi di congedo parenta-le sono comportali nell’anzianità di ser-vizio (pur non maturando ferie, 13° ogratifica natalizia).

Il datore di lavoro che ostacolasse ildiritto all’esercizio di tale periodo dicongedo parentale è assoggettabile asanzione amministrativa.

Il congedo parentale spetta anche nelcaso di adozione (nazionale o interna-zionale) o di affidamento. Qualunquesia l’età del minore entro 8 anni dall’in-gresso in famiglia e comunque non oltreil raggiungimento della maggiore età.

Per quanto concerne poi il trattamen-to economico, ai sensi dell’art. 36 delT.U. per i periodi di congedo parentaleè dovuta alla lavoratrice e ai lavoratorifino al 3° anno di vita del bambino unindennità pari al 30% della retribuzioneper un periodo massimo complessivotra i genitori di 6 mesi.

La norma di legge, per i dirigenti, vieneintegrata dall’art. 11 CCNL in base al quale:

“Per i periodi corrispondenti ai conge-di di maternità e paternità previsti dallevigenti disposizioni legislative, l’aziendaanticipa la prestazione economica do -vuta all’Istituto previdenziale e provve-de all’integrazione della stessa in mododa corrispondere l’intera retribuzionemensile netta.

Per i congedi, i riposi, i permessi disci-plinati dai capi I, IV e VII del decreto legi-slativo 26 marzo 2001, n. 151 (Testounico delle disposizioni legislative inmateria di tutela e sostegno della mater-nità e della paternità, a norma dell’arti-colo 15 della legge 8 marzo 2000, n. 53),l’azienda anticipa le relative prestazionieconomiche dovute dall’Istituto previ-denziale”. ❑

Sindacale

Per una adeguata tutela dei figli

Congedi parentaliLa fattispecie della “ragazza madre” o di “genitore single” non realizza la condizione di “genitore solo”, dovendo esserci anche il non riconoscimento dell’altro genitore così come, in caso di genitore separato, necessita che nella sentenza di separazionerisulti che il figlio è affidato ad uno solo dei genitori

Roberto Granatelli

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15agosto-settembre 2010

1 - Parte generale. Il Fondo PREVINDAIche – ripetiamo - interessa i dirigenti indu-striali italiani di medie e grandi aziende noncoperte da fondi propri,ha sede legale inRoma – via Palermo,8 – ed è gestito in formaparitetica da rappresentanti designati daConfindustria e da Federmanager. Scopoprecipuo del Fondo, espresso nello Statuto,è quello di “provvedere a prestazioni dinatura previdenziale aggiuntive ai tratta-menti pensionistici di legge, nell’interessedegli aventi diritto e senza fini di lucro”.

Come già detto, sono destinatari delFondo i dirigenti dipendenti da imprese cheapplicano il contratto collettivo di lavoro(CCNL) stipulato tra Federmanager e Con-findustria, e per le quali non operino “ini-ziative, casse o fondi diretti ad assicurareforme previdenziali analoghe o equivalen-ti”. La partecipazione a forme di previden-za complementare consente all’iscritto dibeneficiare di un trattamento fiscale di favo-re sia relativamente ai contributi versati chealle successive prestazioni percepite.

Organi sociali del Fondo sono l’Assem-blea, il Consiglio di Amministrazione, il Pre-sidente, il Vice-presidente e il Collegio deiRevisori: l’Assemblea, che esprime il Con-siglio di Amministrazione, è formata da 10componenti di cui 5 nominati da Confindu-stria e 5 da Federmanager. Analogamente ilC.di A., votato dall’Assemblea, ha a suavolta 10 componenti di cui la metà designa-

ti da Confindustria e la metà da Federma-nager.

Il Previndai ha soggettività giuridica, ècostituito in forma di associazione non rico-nosciuta con atto pubblico ed opera in regi-me di “ contribuzione definita a capitaliz-zazione individuale”, ripartita in tre com-parti, uno di natura assicurativa e due dinatura finanziaria.

2 - Contribuzione. L’adesione al Previn-dai può avvenire con il conferimento delTFR maturando (non cioè del montante giàcapitalizzato all’epoca) integrabile con unaulteriore contribuzione prevista, sia informa tacita che espressa.

a) Conferimento del TFR maturando. Lemisure del TFR conferito sono variabili inbase alla classe di contribuzione di ciascundirigente, ovvero:

– Vecchi iscritti (titolari di una posizio-ne previdenziale complementare alla datadel 29 Aprile 1993): 3% delle retribuzionetotale utile al calcolo del TFR

– Nuovi iscritti (iscritto alla previdenzaobbligatoria ante 29 Aprile 1993): 4%

– Nuovissimi iscritti: (iscritto alla previ-denza obbligatoria post 29 Aprile 1993) :6,91% della retribuzione totale, cioè l’inte-ra quota del TFR maturando.

È facoltà del dirigente di conferire l’inte-ro TFR maturando (6,91% della retribuzio-ne) anche se “vecchio iscritto” oppure“nuovo iscritto”. Tale scelta è irreversibile

ed implica ovviamente che la rivalutazionedi quanto versato al Fondo non avvenga piùcon le regole previste dal Codice Civile pergli accantonamenti del TFR presso il dato-re di lavoro, ma secondo le regole delFondo.

b) Contribuzione base. In aggiunta alconferimento del TFR, il dirigente “può”scegliere di versare “anche” la contribuzio-ne prevista dagli accordi vigenti, il che com-porta, soltanto per questo tipo di scelta, ana-logo versamento da parte del datore di lavo-ro. I massimali e le aliquote contributivevigenti dal 1° gennaio 2007, sono per tuttele tipologie di iscritti, rispettivamente pari a150.000 Euro di retribuzione annua massi-ma imponibile,con un’aliquota annua del4% a carico del dirigente e altrettanto a cari-co del datore di lavoro.

c) Ulteriore contribuzione totalmente acarico dell’iscritto. È data facoltà all’iscrittodi determinare liberamente l’entità dellacontribuzione a proprio carico, oltre lemisure minime indicate ai punti preceden-ti; la scelta di tale ulteriore misura deve esse-re effettuata esplicitamente dall’interessatoattraverso apposita richiesta da inviare sia alFondo che all’azienda che deve effettuarela trattenuta. La scelta di versare la ulterio-re contribuzione può essere modificata neltempo e anche revocata dall’interessato,con un intervallo non inferiore ad un anno.Come indicato, in questo caso la contribu-zione è totalmente a carico del dirigente.

3 - Prosecuzione della contribuzioneoltre il pensionamento. È concesso al diri-gente di proseguire volontariamente la con-tribuzione anche oltre il raggiungimentodell’età pensionabile prevista dal regimeobbligatorio di appartenenza.

4 - Trasferimento ad altri fondi. Sono pos-sibili le acquisizioni individualmente costi-tuite presso altri fondi pensione, previarichiesta esplicita da parte dell’interessato.Lo Statuto del PREVINDAI prevede altresì lafacoltà da parte del Fondo di accogliere tra-sferimenti collettivi provenienti da altrifondi pensione sostitutivi del Previndai.

Previdenza ed Assistenza

Fondi pensione integrativi di categoria

Le pensioni complementari dei dirigenti industriali: il Previndai

A fronte della diminuzione progressiva nel tempo dell’importo delle pensioni erogatedall’INPS occorre conoscere i dispositivi pensionistici complementari di Categoria,

il PREVINDAI e il PREVINDAPI. La familiarità da acquisire nei confronti dei meccanismi di accantonamento e di costituzione delle rendite dev’essere tale da permetterne

la conduzione nel corso della vita lavorativa e non a fine carriera

Premessa. Nel numero 271 di questo periodico (maggio 2010) si metteva inevidenza la diminuzione progressiva dell’ammontare della pensione obbligatoriaerogata dall’INPS, conseguente il passaggio progressivo delle pensioni in corso di emissione dal Metodo Retributivo a quello Contributivo. Nello stesso articoloveniva messa in evidenza l’opportunità di acquisire o approfondire la conoscenzadei meccanismi che regolamentano le pensioni di tipo complementare, ormaiobbligatorie per i dirigenti industriali, cioè delle pensioni erogate dal PREVINDAIper i dirigenti delle grandi aziende, dal PREVINDAPI per quelli delle piccoleaziende, da altri fondi sostitutivi di adozione aziendale (Fondi FIAT, TELECOM, RAI, ecc.)In questo numero ci occupiamo esplicitamente del PREVINDAI, il Fondo diprevidenza a capitalizzazione istituito per i dirigenti industriali coperti da contrattodi lavoro stipulato tra Federmanager e Confindustria.

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16 agosto-settembre 2010

5 - Impiego delle risorse raccolte. IlFondo ha lo scopo di provvedere agli inte-ressi degli iscritti senza fini di lucro in mododa assicurare prestazioni previdenzialiaggiuntive al trattamento pensionisticoobbligatorio. Le risorse per tale obbiettivosono oggi destinate su scelta dell’iscritto enon su scelte orientate dal Fondo, su diver-se possibilità di investimento denominate“comparto”. Da rilevare che l’iscritto puòindirizzare il proprio accantonamentoanche su più comparti contemporaneamen-te, sulla base del rendimento atteso e dellapropensione al rischio. La scelta del com-parto è suscettibile di essere modificata neltempo dall’interessato, tuttavia tra una scel-ta e l’altra è necessario che decorra alme-no un anno.

L’impiego delle risorse del Fondo puòessere articolato sui seguenti comparti:

• COMPARTO ASSICURATIVO• COMPARTO BILANCIATO• COMPARTO SVILUPPO.

Comparto assicurativo. Le compagniedel pool che gestisce il comparto emettonopolizze su gestioni speciali di riferimentosulle quali riconoscono una rivalutazionedel 97,2% dei rendimenti conseguiti. Larivalutazione del capitale investito avvienead ogni fine anno e prevede in ogni caso un“rendimento minimo garantito”: dal 1° gen-naio del 2008 questo rendimento è stato fis-sato nel 2,5% annuo. (Rendimento sogget-to a revisione annuale in relazione alledisposizioni dell’ISVAP). I coefficienti di tra-sformazione del capitale in rendita annua-le sono calcolati sulla base delle tavoledemografiche IPS 55. Il pool delle compa-gnie comprende nove assicuratori di prima-ria importanza con percentuali di ripartizio-ne compresi tra il 3% (Milano Assicurazio-ni) e il 21,5 % (INA-Assitalia). Il comparto,il cui valore patrimoniale è pari a 4,623Miliardi di Euro (fine 2009) rappresenta il92 % del patrimonio totale del Fondo. Lasua redditività è stata del 3,65% nel corsodel 2009.

Comparti finanziari. Le risorse vengonogestite da investitori professionali e custo-dite presso una banca depositaria: la sceltadel comparto finanziario non comportagaranzie di rendimento,né di integrità delcapitale investito, poiché gli investitori sonocoinvolti in una gestione attiva volta acogliere, volta a volta, le opportunità delmercato. In esso vanno distinti:

– Il comparto finanziario bilanciato, chepresenta queste percentuali di investimen-to: almeno 60% in obbligazioni, con pre-valenza in titoli di stato rispetto ad obbliga-zioni di società private; massimo del 60%in azioni di società quotate in Borsa.

Il valore patrimoniale del comparto, paria fine 2009 a oltre 309 milioni di Euro, èpari al 5% circa dell’intero patrimonio. Nel2009 ha reso il 2,57%.

– Comparto finanziario sviluppo. Valgo-no le regole del comparto bilanciato, conquesta ripartizione:-almeno 25% in obbli-gazioni; massimo 75% in azioni.

Il valore patrimoniale del comparto, paria circa 190 milioni di Euro, rappresenta il3% circa dell’intero patrimonio; nel 2009ha reso l’1,9 %.

6 - Diritto alle prestazioni. I requisiti, nonalternativi, di accesso alle prestazioni delFondo sono:

– cessazione del rapporto di lavoro– maturazione dei requisiti per le presta-

zioni pensionistiche di legge– almeno 5 anni di partecipazione a

forme pensionistiche complementari (Pre-vindai e altri fondi equivalenti).

Chi è in possesso dei requisiti 1 e 2 manon del terzo, può comunque richiedere ilriscatto totale della posizione per avvenutopensionamento. ( È inoltre previsto che incaso di cessazione dell’attività lavorativache comporti la non occupazione per untempo superiore a 48 mesi, si possa bene-ficiare delle prestazioni pensionistiche conun anticipo massimo di 5 anni rispetto alraggiungimento dei requisiti di accesso allapensione di legge.)

La prestazione normale può essere ero-gata in due forme:

a) Interamente in rendita vitalizia.Nel caso di rendita derivante da accumu-

lo nel comparto assicurativo, l’erogazione

è effettuata direttamente dalle stesse com-pagnie che gestiscono il comparto e i coef-ficienti di rendimento sono predeterminatiin base alla convenzione vigente all’accen-sione delle singole polizze. La rendita, vita-lizia, può essere resa certa per 5, 10, 15 annia prescindere dall’esistenza in vita del tito-lare; allo scadere del periodo indicato larendita continuerà ad essere erogata finoall’esistenza in vita del titolare. La renditapuò essere resa reversibile, per intero oppu-re in percentuale, a favore di un beneficia-rio designato dal dirigente sulla domandadi prestazioni.

b) In alternativa alla condizione prece-dente cioè di beneficio in sola rendita, laprestazione può essere erogata parte in ren-dita e parte sotto forma di rimborso di unaquota di capitale. Quest’ultima non puòsuperare il 50% del montante cumulato, adeccezione “vecchi iscritti”che mantengonola facoltà di percepire l’intera prestazionesotto forma di rimborso dell’intero capitale.

7 - Prestazioni erogate in fase di accu-mulo. È prevista la facoltà da parte dell’i-scritto di richiedere una anticipazione dellaposizione individuale maturata (cioè capi-tale più interessi) a copertura di esigenzegravi e giustificate. Tra queste, le spese sani-tarie di carattere eccezionale, l’acquisto ola ristrutturazione della prima casa, l’acqui-sto o la ristrutturazione delle prima casa deifigli, altre esigenze da valutare caso percaso).

8 - Trasferimento ad altri fondi. L’iscrittoha la facoltà di trasferire la propria posizio-ne ad altro fondo pensione in caso di per-dita dei requisiti di partecipazione al Pre-vindai (ad esempio nel caso di cessazionedel rapporto di lavoro dirigenziale, oppurein caso di mantenimento dei requisiti pur-chè siano trascorsi almeno due anni di per-manenza in Previndai).

9 - Riscatto del capitale. Può avvenire inmodo parziale, nella misura del 50% dellaposizione individuale maturata, su richiestadell’iscritto, in caso di:

– cessazione della attività lavorativa (da12-48 mesi),

– ricorso da parte del datore di lavoro aprocedure di mobilità, cassa integrazioneordinaria e straordinaria.

Il riscatto totale può essere esercitato:– In caso di cessazione dell’attività lavo-

rativa da oltre 48 mesi.– In caso di invalidità permanente che

comporti la riduzione dell’attività lavorati-va a meno di un terzo.

– Il riscatto spetta agli eredi o altre per-sone designate dall’iscritto nell’ipotesi didecesso prima della maturazione del dirit-to alla prestazione. (In mancanza di eredi

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beneficiari, quanto accantonato restaacquisito dal Fondo).

10 - Fiscalità dei contributi. A partire dal1.1.2007 il contributo versato al Fondo èonere deducibile dal reddito complessivonei limiti di 5.164 Euro annui. In base alledisposizioni di legge, il Previndai applicasul rendimento maturato in ciascun perio-do di imposta, una tassazione sostitutivanella misura dell’11%.

11 - Informativa. All’inizio di ciascunanno solare il Previndai invia a tutti gli iscrit-ti un rendiconto di gestione comprensivodell’andamento complessivo del Fondo edei valori contabili che riguardano le singo-le posizioni. Esiste inoltre il sito dedicato:

www.previndai.it

aggiornato di continuo sia per le varia-zioni di carattere generale che per gli aspet-ti che riguardano le singole posizioni (capi-tale accantonato, soluzione prescelta, datidi iscrizione,ecc.).

12 - Stima delle rendite attese. Il Previn-dai ha approntato per il COVIP (Commis-sione di vigilanza dei fondi pensione) unastima delle prestazioni attese all’atto del

pensionamento secondo le diverse ipotesiche riflettono le diverse classi di contribu-zione, le anzianità acquisite nel Fondo e leetà di accesso alla pensione obbligatoria.

13 - Qualche conclusione. Il Previndai èuno dei fondi pensione italiani di maggiorimportanza sia dal punto di vista degli iscrit-ti ( quasi 80.000 dirigenti) che del capitalecomplessivamente raccolto (oltre 5 Miliar-di di Euro). Il Fondo si è messo in evidenzaper la prudenza e la correttezza ammini-strativa che ne ha costantemente caratteriz-zato la gestione nei confronti degli iscritti :nella crisi finanziaria che ha colpito tutte leeconomie nel corso del 2008 e 2009, pro-vocata dal crollo di colossi del credito qualiLehman Brother, il Previndai è uscito senzaalcun pregiudizio nei confronti sia dellescelte finanziarie che della correttezzagestionale. Ovviamente la oculatezza e lascarsa propensione al rischio negli investi-menti ha un risvolto negativo nei confrontidella bassa redditività, confrontata con ivalori realizzati da altri fondi di natura spe-culativa.

Cosa dovrebbero fare i dirigenti contri-butori? Anzitutto una verifica della loroposizione nei confronti della pensioneobbligatoria (INPS); vale a dire accertare

la data presunta di acquisizione al dirittoalla pensione e l’ importo presunto dellapensione principale.

Quindi ripetere le verifiche nei confron-ti del Fondo integrativo:

– dati sulla posizione individuale, cioèdata di iscrizione al Fondo, capitale accan-tonato, soluzione scelta (tipo di compar-to), contribuzione in atto.

– proiezione degli accantonamenti sinoal momento del pensionamento, calcolo ostima corretta della rendita vitalizia in pro-spettiva;

– scelta degli altri beneficiari in caso disuccessione;

– giudizio sull’opportunità o meno didisponibilità di parte del montante accan-tonato e orientamento sull’impiego alter-nativo dello stesso (il regolamento delFondo concede il ritiro dal Fondo del 50%del montante accantonato).

Ci rendiamo conto che queste verifichesono complesse e articolate; ma la più partedegli adempimenti di lavoro non è ugual-mente complesso ? Non dimentichiamoche le strutture Federmanager provincialici possono seguire in queste verifiche. Pen-siamoci per tempo.

Arturo Bertolotti

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18 agosto-settembre 2010

PremessaLa situazione demografica in Europa

sta subendo radicali cambiamenti.Le prospettive di durata della vita si

allungano e la popolazione, in genera-le, invecchia.

In Italia tale fenomeno si sta eviden-ziando in modo ancora più rilevante; ilnostro Paese è oggi considerato, infat-ti, tra i più vecchi al mondo.

Tale processo di invecchiamentocomporta, inevitabilmente, nuovenecessità nell’ambito dell’assistenzasanitaria: cambiano i bisogni, aumen-ta la domanda e con essa aumentanole spese sanitarie.

Alcuni studi hanno evidenziato chela spesa sanitaria privata per il 90%circa è sostenuta direttamente dai con-sumatori. Solamente in via residuale lespese sanitarie vengono coperte daforme di tipo mutualistico.

Tali risultati sono stati, peraltro, con-fermati da una ulteriore analisi di mer-cato condotta direttamente dal FASI,nei primi mesi dell’anno in corso, suoltre 5.000 aziende intervistate, cheoperano in diversi settori di attività.

In particolare è emerso che, anchenelle aree più avanzate del paese, dalpunto di vista produttivo, la percentua-le di dipendenti che usufruiscono diuna forma di assistenza sanitaria inte-grativa è molto ridotta. A Sud, poi, talequota è del tutto marginale.

In questo quadro, è evidente che il ruolodei Fondi Sanitari Integrativi assume sem-pre di più una fondamentale importanza,considerate le rilevanti potenzialità di cre-scita presenti sul mercato.

Dall’istituzione del ServizioSanitario sono trascorsi oltretrenta anniQuadro normativo

La storia dei Fondi Sanitari Integrati-

vi, almeno per quelli più importanti cheoperano sul mercato italiano, ha inizionell’anno 1978, a seguito della pubbli-cazione della legge n. 833 del 23dicembre, avente per titolo: “Istituzio-ne del Servizio Sanitario Nazionale”.

Dall’istituzione del SSN al 2008 l’i-ter legislativo in materia che avrebbedovuto regolamentare l’operatività deifondi integrativi ha subito travagliatevicissitudini.

Nell’ambito della sanità integrativa,dal 2008 in poi, sono intervenuteimportanti novità in ambito legislativo.Il Ministero della Salute, infatti, dandocontinuità all’azione di regolamenta-zione del settore avviata con il decreto“Turco” del 31 marzo 2008, ha appro-vato in data 27 ottobre 2009 un nuovodecreto contenente le modalità attuati-ve della disciplina, portando finalmen-te maggiore chiarezza alla materia.

Tali novità normative hanno avuto ilpregio di mettere in discussione l’assur-do tentativo, perseguito in precedenza,di basare l’assistenza sanitaria presso-ché esclusivamente sull’interventopubblico, relegando le forme private aruoli del tutto marginali.

L’azione di regolamentazione inizia-ta con il decreto Turco del 2008 e con-tinuata dal Ministro Sacconi, infatti, hariconosciuto finalmente l’assistenzasanitaria integrativa come secondopilastro del nostro sistema sanitario.Ovviamente auspichiamo che il Mini-stro Fazio intenda proseguire sull’im-portante percorso già intrapreso.

Tali interventi normativi sono statimotivati dalla constatazione che nelnostro Paese la domanda di prestazioniodontoiatriche e di crescenti bisogni diassistenza ai non autosufficienti risultasignificativamente superiore rispetto allepossibilità reali di offerta di servizio daparte del sistema sanitario nazionale. Daqui il vincolo per le forme sanitarie inte-grative di garantire ai propri assistitialmeno il 20% delle prestazioni eroga-te all’area odontoiatrica e a quella cosid-

detta sociosanitaria. In realtà, questesono solo la punta dell’iceberg essendotutti consci dell’esistenza di ampie areenel nostro Paese in cui il servizio pub-blico risulta carente, pur non volendoesprimere un giudizio complessivamen-te negativo su tale sistema, specie se inraffronto con gli altri Paesi.

Tuttavia, sul piano dell’offerta di ser-vizi, una maggiore integrazione tra pub-blico e privato e la conseguente intro-duzione di una effettiva concorrenza traqueste due forme non può che spinge-re verso il miglioramento del livellogenerale di servizi agli assistiti e un recu-pero di efficienza; sul piano delladomanda occorrerebbe incentivarequelle forme di integrazioni di soggetti,anche al di là delle forme tipicamentecontrattuali, per mutualizzare i rischisanitari che potrebbero gravare eccessi-vamente nelle tasche delle famiglie.

Nel merito della normativa in mate-ria, resta ancora da chiarire meglio laprocedura di verifica della destinazio-ne del 20 % del totale delle risorse dadestinare alle prestazioni “vincolate”nella fase di avvio, prevista a partiredall’anno 2012, anche se il Fasi giàrispetta tale limite.

Alla verifica del rispetto di tale vinco-lo del 20% è peraltro subordinato il per-fezionamento dell’iscrizione all’Ana-grafe dei Fondi, ai cui dati da essa con-tenuti hanno accesso sia il Ministerodella salute sia l’Agenzia delle entrate.

Considerando che nell’ambito delwelfare, l’area di spesa che sembraessere destinata a crescere - in relazio-ne al costante invecchiamento dellapopolazione e all’aumento delle croni-cità - appare quella per i servizi e pre-stazioni socio-sanitarie contro il rischiodi non autosufficienza, il problema è dienormi dimensioni.

A tale proposito, è auspicabile che iFondi siano lasciati liberi di scegliere lavia per loro più giusta per operare.Obbligarli a operare solo con un siste-ma a capitalizzazione per combattereil problema della non autosufficienza,sarebbe poco opportuno in quando sibasano su un sistema di erogazioniquasi totalmente a ripartizione.

Il decreto Sacconi, inoltre, ha ammes-so l’erogazione da parte dei Fondi disomme forfetariamente stabilite a sog-getti il cui stato di non autosufficienzasia attestato da idonea certificazione

Previdenza ed Assistenza

L’assistenza sanitaria integrativa dei dirigenti

FASI: quali prospettiveIn relazione all’invecchiamento della popolazione cresce la spesa per l’assistenza sanitaria; considerato il rischio di non autosufficienzadei fondi attuali, il problema è di enormi dimensioni

Stefano Cuzzilla*

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medica, per cui si pone il problema diindividuare la figura più idonea a certi-ficare. Serve, comunque, iniziare unacollaborazione tra la sanità integrativa,le Regioni e i servizi territoriali.

Una prima risposta è arrivata dallaRegione Lombardia che sta costruendoun modello di cooperazione con alcu-ni dei maggiori Fondi sanitari, tra cuianche il Fasi, per l’erogazione delle pre-stazioni assistenziali e socio assistenzia-li, in coerenza con quanto previsto dallarecente normativa. Ciò che la Regionesi attende è che i Fondi collaborino perl’erogazione di tutte quelle prestazioniche riguardano appunto l’assistenza lacui domanda, da solo, il sistema regio-nale, non riesce a soddisfare.

Alla luce di ciò è giusto considerare che:

– date le dimensioni del problema,occorre una strategia nazionale sullanon autosufficienza di cui si deve farcarico lo Stato con la fiscalità dopo averrazionalizzato la spesa assistenzialeitaliana oggi dispersa in mille rivoli;

– è condivisibile, in linea generale,l’urgenza della questione, ma è neces-sario valutarla nell’ambito di un dise-gno strategico di riordino complessivodell’intero sistema di assistenza, dise-gno che oggi pare assente;

– alla luce del federalismo bisognachiedersi quanto lo Stato possa influen-zare l’operato delle Regioni in tema diassistenza socio sanitaria e quanto ilfederalismo in sé possa contribuire asviluppare una disomogeneità territo-riale già molto marcata.

Struttura e caratteristiche del Fasi

Il quadro generale sopra descrittorispecchia anche la situazione attualedel Fondo che rappresento, a cui recen-temente si è aggiunta una nuova realtà,il FasiOpen, nato da un accordo tra Con-findustria e Federmanager sottoscritto il29 aprile 2008 per rispondere al cre-scente fabbisogno di assistenza sanita-ria integrativa dei lavoratori, senza pre-vedere alcuna selezione del rischio, chesi rivolge alle aziende per offrire ai pro-pri lavoratori (non dirigenti) ed ai lorofamiliari una efficiente e moderna assi-stenza sanitaria integrativa.

In particolare, per quanto riguarda ilFasi, gestione dirigenti, ritengo oppor-tuno fornire alcuni dati.

Il Fondo assiste i dirigenti di aziendeindustriali, in servizio ed in pensione,senza limiti di età, ed eventuali coniu-gi, figli minorenni nonché maggioren-ni, se a carico e studenti universitari,fino al compimento del 26° anno di età.

Sottolineo che è un Fondo senzascopo di lucro, ispirato da un vincolomutualistico e di solidarietà intergene-razionale tra gli iscritti, senza rischio direcesso unilaterale da parte del fondostesso in caso di gravi eventi, che si basasu un sistema di rimborso tariffario conun forte sviluppo delle forme di con-venzionamento diretto.

Gli iscritti al Fondo, al 31 dicembre2009, ammontavano a n. 130.872, dicui 60.538 in attività di servizio, n.67.892 in pensione, n. 2.442 ricondu-cibili ad altre tipologie di iscrizione sta-tutariamente previste.

Relativamente alle prestazioni eroga-te dal Fondo queste, comprese quellespecificatamente previste dal decretoSacconi ed utili al raggiungimento del20%, riguardano:

Il cui peso percentuale nell’ambitodel costo per il fondo è pari a 59,73.

Ovviamente il Fondo prevede rim-borsi anche per le prestazioni previstedal decreto Sacconi, alcune delle qualiconcorrono al raggiungimento del20%, come per:

Al riguardo sottolineo che le cureodontoiatriche hanno un peso di oltreil 25% sul totale.

Miglioramento degli incentivi fiscali

Una ultima considerazione, infine,va dedicata al sistema di agevolazionefiscale previsto a favore dello sviluppodelle forme di assistenza sanitaria inte-grativa. La ratio della agevolazionefiscale riconosciuta sui contributi ver-sati ai Fondi di assistenza sanitaria inte-grativa trae fondamento, innanzitutto,dalla destinazione a un bene fonda-mentale dell’individuo che è quellodella salute.

Poiché tutti i cittadini possessori di unreddito contribuiscono secondo la pro-pria capacità contributiva – o almenocosì dovrebbero se il sistema di parteci-pazione fosse efficiente – al finanzia-mento della spesa sanitaria pubblica, èconseguente l’esigenza di agevolarefiscalmente quella parte di reddito cheviene destinata privatisticamente agarantire prestazioni sanitarie o sociosa-nitarie offerte in integrazione ma anchein sostituzione del servizio pubblico,considerato che il tal modo si viene asgravare il servizio sanitario nazionaledei relativi costi di prestazione.

Sarebbe però auspicabile prevedereun’adeguamento del limite di deduci-bilità delle risorse destinate ai fondisanitari integrativi pari a 3.615,20 euroannui, ormai fermo da oltre dieci annie fortemente svalutato da una dinami-ca di una spesa sanitaria che, comenoto, si attesta su livelli ampiementesuperiori rispetto ai livelli di inflazionesoprattutto avendo riguardo a quelleforme che si basano su principi dimutualità e solidarietà intergenerazio-nali facendosi carico anche dei pensio-nati, i quali per cause naturali sono lepersone che hanno maggiore bisognodelle prestazioni sanitarie o sociosani-tarie. ❑

Previdenza ed Assistenza

Tipo di prestazione percentualeliquidato/totale

• Prestazionimediche specialistiche 11,35

• Degenze 5,98• Interventi chirurgici 23,96• Medicinali in degenza 2,03• Materiali 2,22• Analisi ed accertamenti 14,19

• Terapie 5,47• Presidi e protesi 1,68• Cure termali 0,21• Tickets 5,08• Cure odontoiatriche

e stomatologiche 25,31• Assistenza

medica infermieristica 2,54

* L’articolo riporta l’intervento del presidentedel Fasi, Stefano Cuzzilla al convegno“Assistenza sanitaria integrativa: quali prospettive?” che si è tenuto a Milanopresso la Camera di Commercio il 13 settembre 2010.