2013 - Bollettino 3 (1)

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2 SETTEMBRE_DICEMBRE_2012 In copertina: Prima neve sul Civetta. Foto di Maurizio Solaroli. ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA SERATE DI PROIEZIONI IN SEDE - ULTIMO GIOVEDI’ DEL MESE Tornano in sede le serate di proiezioni dei nostri soci, a documentare viaggi o gite in montagna in Italia o in giro per il mondo. L’appuntamento è per l’ultimo giovedì di ogni mese, in sede, alle ore 21,30 (durata un’ora circa) nel corso del quale verranno presentate immagini o filmati con il seguente programma: Giovedì 29 Novembre Alaska e parchi Americani. Di Sergio Cicognani Giovedì 20 Dicembre Le immagini scattate dai Soci durante le uscite C.A.I. dell’anno 2012 A cura di Laura Bettoli Giovedì 24 Gennaio Argomento da definire Giovedì 21 Febbraio Argomento da definire Giovedì 28 Marzo L’attività della Scuola di Alpinismo Pietramora, progressione in conserva della cordata. A cura di Sergio Cicognani Note Organizzative: L’orario d’inizio spostato alle 21,30 permette ai Soci presenti in sede, interessati ai servizi di segreteria oppure presenti per gli accordi delle gite domenicali, di avere il tempo per organizzarsi. Durante la proiezione, dalle ore 21,30 alle ore 22,30 circa, il servizio di segreteria sarà sospeso. Confidiamo in tutti i Soci perché la proiezione possa svolgersi senza disturbo. I Soci interessati a proiettare le loro immagini/filmati possono prenotare in sede una serata da inserire nel programma di aprile/giugno prossimi. E’ convocata per mercoledì 12 dicembre 2012, alle ore 12, ed in seconda convocazione per giovedì 13 dicembre 2012, alle ore 21,00, l’Assemblea Generale Ordinaria dei Soci della Sezione di Faenza, presso la Sede Sociale in Via Campidori 28 (Rione Rosso) per discutere il seguente ORDINE DEL GIORNO 1. Nomina del Presidente e del Segretario dell’Assemblea 2. Lettura del verbale dell’Assemblea precedente (marzo 2012) 3. Relazione del Presidente della Sezione sull’attività svolta nell’anno 2012 4. Approvazione quote associative per l’anno 2013 5. Comunicazioni del Presidente della Sezione 6. Varie ed eventuali Dalle ore 20,30 del 13 dicembre 2012 funzionerà la verifica dei poteri. Si ricorda che all’Assemblea avranno diritto di voto i Soci in regola con il tesseramento 2012. Il Presidente Ettore Fabbri Dei Soci della Sezione di Faenza del Club Alpino Italiano Errata corrige: nel n.101 del nostro Bollettino CAI Faenza la foto di copertina mostra il rif. Locatelli con lo sfondo del Monte Paterno, non le Tre cime di Lavaredo come scritto nella didascalia e come rilevato da molti Soci attenti lettori. rivista3_2012.p65 08/10/2012, 19.42 2

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Articoli e recensioni della rivista spedita a tutti i soci della sezione Cai di Faenza.

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In copertina: Prima neve sul Civetta. Foto di Maurizio Solaroli.

ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA

SERATE DI PROIEZIONI IN SEDE - ULTIMO GIOVEDI’ DEL MESETornano in sede le serate di proiezioni dei nostri soci, a documentare viaggi o gite in montagna in Italia o ingiro per il mondo.L’appuntamento è per l’ultimo giovedì di ogni mese, in sede, alle ore 21,30 (durata un’ora circa) nel corso delquale verranno presentate immagini o filmati con il seguente programma:

Giovedì 29 Novembre Alaska e parchi Americani. Di Sergio Cicognani

Giovedì 20 Dicembre Le immagini scattate dai Soci durante le uscite C.A.I. dell’anno 2012A cura di Laura Bettoli

Giovedì 24 Gennaio Argomento da definire

Giovedì 21 Febbraio Argomento da definire

Giovedì 28 Marzo L’attività della Scuola di Alpinismo Pietramora, progressione in conserva dellacordata. A cura di Sergio Cicognani

Note Organizzative:L’orario d’inizio spostato alle 21,30 permette ai Soci presenti in sede, interessati ai servizi di segreteria oppure presenti per gli accordidelle gite domenicali, di avere il tempo per organizzarsi.Durante la proiezione, dalle ore 21,30 alle ore 22,30 circa, il servizio di segreteria sarà sospeso. Confidiamo in tutti i Soci perché laproiezione possa svolgersi senza disturbo.I Soci interessati a proiettare le loro immagini/filmati possono prenotare in sede una serata da inserire nel programma di aprile/giugnoprossimi.

E’ convocata per mercoledì 12 dicembre 2012, alle ore 12, ed in seconda convocazione per giovedì 13dicembre 2012, alle ore 21,00, l’Assemblea Generale Ordinaria dei Soci della Sezione di Faenza, pressola Sede Sociale in Via Campidori 28 (Rione Rosso) per discutere il seguente

ORDINE DEL GIORNO 1. Nomina del Presidente e del Segretario dell’Assemblea 2. Lettura del verbale dell’Assemblea precedente (marzo 2012) 3. Relazione del Presidente della Sezione sull’attività svolta nell’anno 2012 4. Approvazione quote associative per l’anno 2013 5. Comunicazioni del Presidente della Sezione 6. Varie ed eventuali

Dalle ore 20,30 del 13 dicembre 2012 funzionerà la verifica dei poteri. Si ricorda che all’Assemblea avrannodiritto di voto i Soci in regola con il tesseramento 2012.

Il PresidenteEttore Fabbri

○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○

Dei Soci della Sezione di Faenza del Club Alpino Italiano

Errata corrige: nel n.101 del nostro Bollettino CAI Faenza la foto di copertina mostra il rif. Locatelli con lo sfondo delMonte Paterno, non le Tre cime di Lavaredo come scritto nella didascalia e come rilevato da molti Soci attenti lettori.

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Editoriale

Il PresidenteEttore Fabbri

La sezione del C.A.I. di Faenza è posta in Via Campidori, 28 (sede Rione Rosso).Tel. 0546 22966 - La Sede Sociale della Sezione è aperta a tutti il

giovedì dalle ore 20,30 alle ore 23,00 ed il sabato dalle ore 10,00 alle ore 12,00.giovedì dalle ore 20,30 alle ore 23,00 ed il sabato dalle ore 10,00 alle ore 12,00.giovedì dalle ore 20,30 alle ore 23,00 ed il sabato dalle ore 10,00 alle ore 12,00.giovedì dalle ore 20,30 alle ore 23,00 ed il sabato dalle ore 10,00 alle ore 12,00.giovedì dalle ore 20,30 alle ore 23,00 ed il sabato dalle ore 10,00 alle ore 12,00.

SEDE E ORARI DELLA SEZIONE C.A.I. DI FAENZA

È possibile effettuare le iscrizioni e rinnovare l’adesione al club:A FA FA FA FA FAENZA:AENZA:AENZA:AENZA:AENZA: Presso la Sede Sociale negli orari sopra indicati;

Presso la Ferramenta Chesi, Centro Commerciale Cappuccini, Via Canal Grande,Tel. 0546 21616 (ore negozio);

A TREDOZIO:A TREDOZIO:A TREDOZIO:A TREDOZIO:A TREDOZIO: Presso Gabriele Ferrini, Via XX Settembre, 65 - Tel. 0546 943929;A RUSSI:A RUSSI:A RUSSI:A RUSSI:A RUSSI: Presso Ballardini Luigi, Via Molinaccio, 61 - Tel. 339 2625666;A RIOLO TERME: A RIOLO TERME: A RIOLO TERME: A RIOLO TERME: A RIOLO TERME: Presso Piero Pasini, Via Zauli, 9 - Tel. 0546 70871.

Informazioni sull’attività della Sezione:A FA FA FA FA FAENZA:AENZA:AENZA:AENZA:AENZA: nella bacheca di Via Severoli (angolo palazzo comunale di fronte alla Pretura).A TREDOZIO:A TREDOZIO:A TREDOZIO:A TREDOZIO:A TREDOZIO: nella bacheca di Via XX Settembre.A RUSSI:A RUSSI:A RUSSI:A RUSSI:A RUSSI: nella bacheca di Piazza Dante, Sede Banca S. Geminiano e S. Prospero.A CASTEL BOLOGNESE:A CASTEL BOLOGNESE:A CASTEL BOLOGNESE:A CASTEL BOLOGNESE:A CASTEL BOLOGNESE: nella bacheca di Via Garavini (di fronte Credito Romagnolo),

con informazioni presso il Sig. Sportelli Domenico, Via Giovanni XXIII, 333.A RIOLO TERME: A RIOLO TERME: A RIOLO TERME: A RIOLO TERME: A RIOLO TERME: nella bacheca di Via Aldo Moro (di fronte al Comune)

Cari soci,quando, prima dell’estate, ci siamo lasciati, avevamo davanti a noi due impor-tanti impegni: l’Alta Via dei Parchi e la Settimana Nazionale di Escursionismo.Per l’attivazione dell’AVP, i soliti volontari, sotto il sole cocente che non ha maidato tregua, maneggiando picconi, pale, mazze, trapani e altro ancora hannopiantato pali, montato frecce e tabelle, tagliato rami e rovi. Ce l’abbiamo quasifatta, solo in alcuni tratti manca la segnatura e con un ulteriore sforzo finiremoil lavoro in tempi brevi. Per quanto riguarda la Settimana Nazionale di Escur-sionismo, mi dispiace dover dire che non ha avuto il successo sperato, lapartecipazione non è stata esaltante, tuttavia, avendo sentito le opinioni degliescursionisti e degli organizzatori, con soddisfazione la nostra Sezione puòvantarsi di aver svolto al meglio l’impegno di accompagnare ed intrattenere gliospiti. Abbiamo avuto ospiti da varie regioni, dal Sud, dal Centro e dal NordItalia, e grazie a loro ed al senso di amicizia che hanno trasmesso, chi di noi hapartecipato alla SNE ha potuto recepire ed apprezzare lo spirito della manife-stazione ed in Consiglio stiamo ipotizzando una partecipazione sezionale alla SNE dell’anno prossimo.A Tossignano, per concludere la SNE e per inaugurare l’Alta Via dei Parchi, si è svolta, con grande partecipazione, unamanifestazione con la presenza di Reinhold Messner e del Presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani. Inquesta occasione Paolo Borciani, Presidente del Gruppo Regionale, ha consegnato ad Errani l’impegno da parte del CAIa finanziare con i fondi raccolti dalle Sezioni un progetto di ricostruzione a favore dei terremotati dell’Emilia. Durante lamanifestazione sono stati premiati i Soci che nelle Sezioni si sono particolarmente distinti per il loro impegno, volontarioe gratuito. Anche alcuni Soci della nostra Sezione hanno avuto questo riconoscimento, e colgo l’occasione per ricordarea coloro che non erano presenti alla consegna che potranno riceverlo in occasione del Pranzo Sociale di novembre.Per concludere ringrazio tutti coloro che si sono impegnati per le attività sopra citate e ricordo a tutti i Soci di prepararsiper partecipare alle prossime gite programmate in questo Bollettino.

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di Gigi Mazzotti

Sono passati soltanto due mesi e mezzo da quel mat-tino del 12 luglio…da quella telefonata… non so se miriuscirà, ma vorrei tanto non cadere nella retorica eche queste poche righe servissero a ricordarlo... sor-ridente, così come era sempre lui.Quando lo conobbi non mi fu particolarmente simpa-tico, mi sembrava troppo spaccone, troppo incline afacili entusiasmi e ci volle del tempo prima che po-tessi apprezzare la sponta-neità di tanta esuberanza.Era maggio del 1994, IvanBandini dirigeva l’ennesi-mo corso di roccia del CAIFaenza, Gianluca era un al-lievo di tale corso e nonmancò di farsi notare: non ricordo chi, ma vedendoloarrampicare con tutta la sua irruenza, qualcuno disse“ehi guarda quello, ha un fisico e due braccia, che misembra uno di quelli che fanno la pubblicità alla Pa-stamatic!” (Per chi non lo ricordasse, si tratta di unamacchina da cucina per impastare, che si pubbliciz-zava vantando la forza di dieci “omoni”, con delle brac-cia da culturisti). Quel nome, “Pastamatik” (con il kap-pa finale, perché a lui così piaceva) gli rimase appic-cicato, tanto che ormai più nessuno lo chiamava Luca,ma semplicemente “Pasta”, e, ricordo, questa abbre-viazione indusse spesso anche a dei simpatici malin-tesi.Come ho detto, per la mia poca disponibilità, passòdel tempo prima che diventassimo amici, ma Pastaera persona tanto ingombrante e tanto disponibilesempre, che sarebbe stato impossibile frequentare glistessi ambienti e non averlo sempre vicino. Io piùanziano di lui di 15 anni, mi sono trovato spesso a

Dedicato ad un amico

fare la parte del vecchio saggio e brontolone e luiquella del giovane scavezzacollo, forse è per questoche non siamo mai stati veri compagni di cordata.Abbiamo però fatto viaggi, e corsi di alpinismo; lui fuil mio segretario al corso AR1 del 2005, io fui il se-gretario al suo corso del 2009, e salite: alle torri delVajolet, alle Cime di Lavaredo, a Punta Grohmann, alCampanile di Val Montanaia, in Val Canali... incom-

prensioni ne abbiamo avu-te, eccome! Ma sempre fi-nite con delle bevute.Dopo tutti questi anni e leinnumerevoli giornate pas-sate insieme, riaffioranoalla mente gli aneddoti che

erano diventati dei classici, quando si parlava di lui

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per descriverne il carattere. Lui era sempre il primo adoffrirsi per aiutare gli allievi in difficoltà ed era sempreil più disponibile a fare da animatore delle serate neirifugi… con le sue barzellette! Chi le può dimenticare?Terribili!Era diventato Istruttore di Alpinismo con tanta di quel-la caparbietà, nonostante che lo studio delle materieteoriche gli procurasse un vero e proprio fastidio, cheal raggiungimento del titolo gli organizzammo una fe-sta, che credo sia stato un caso unico per una tale occasione, maper Pasta questo si faceva.Ricordo le volte che dopo esserci dati appuntamento per eseguireoperazioni, come smontare il muro di arrampicata, tu arrivavi al-l’appuntamento e lui ti accoglieva con il suo sorrisetto: “Avevo tem-po, ho già fatto da solo”.Quel sorriso… In tutti questi anni, non ricordo di aver mai visto Pa-stamatik veramente arrabbiato.

Quel sorriso… caro Pasta, l’hai impresso nei nostri cuori.

YELLOW STONEDomenica 14 ottobre 2012

si è svolto ilCampionato Regionale

Boulder3a prova Emilia Romagna

Gara valida C.N.P.

Gianluca Ferfetti

PASTAMATIKMEMORIAL

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Estate 2011, l’estate ideale…mah…a giudicare dal meteodel mese di luglio non si direbbe certo!Luglio, giornate lunghissime, calde, tempo stabile...pareti in gran parte asciutte…nel luglio 2011 qualcosaè andato storto, infatti, a parte la prima settimana sal-vabile il resto del mese non ha mai rispettato le aspet-tative presentando quasi sempre un’instabilità tale danon consentire salite “importanti”...e quindi si stava,almeno io, a casa!Vabbeh, è pure veroche i mesi precedentiavevano regalato alcu-ne vie di assoluto va-lore, come ad esempiola Casarotto-Radin alla Quarta Pala di San Lucano, oanche la famosa via dei Fachiri, a cui si può aggiun-gere una fruttuosa primavera e un paio di altre saliteinteressanti in giugno.Però mancava ancora qualcosa.Una menzione particolare la merita sicuramente laQuarta Pala di San Lucano, un mondo a sé dal puntodi vista alpinistico, una montagna e una parete cosìvicina, ma anche così lontana da tutto, quasi fuori dallaciviltà!Già, arrivi a Col di Prà e la vedi, alta, maestosa, mi-steriosa, si fronteggia con un altro gigante, il Giganteper eccellenza, l’Agner, e al confronto di questo sem-bra quasi piccola.Piccole, infatti, sono sembrate per anni queste paretiagli occhi degli alpinisti fino all’arrivo, all’inizio deglianni 70, di Alessandro Gogna prima e di Renato Ca-sarotto poi, che hanno aperto la storia alpinistica del-le Pale di San Lucano, portata poi avanti da Miotto,Massarotto, Ferrari, Di Biasio e, pochi a dire il vero,altri.La quarta Pala, o cima Van del Pez, conserva forseancor più delle sorelle vicine l’alone di mistero che leavvolgeva fino a quei primi anni di esplorazione, in-fatti, il conosciuto Diedro Casarotto allo Spiz de La-gunaz ormai si può considerare una “classica” di altadifficoltà e il suo accesso si può dire non abbia ormaipiù segreti (almeno spero, visto che è un sogno per ilfuturo).La più facile Flora sulla Seconda Pala risulta ormaiabbastanza ripetuta, con le relative proporzioni dovu-te a questi luoghi...E poi basta!

L’estate idealedi Luigi Dal Re

Le altre, più di 150 vie, chi le conosce? Chi le ripete?Poca gente credo, per lo più locals, questo perchésulle Dolomiti ci sono moltissime vie più blasonate,più accessibili, più “facili”, forse anche più belle...Alcune vie attendono ancora, dopo una trentina di anni,la prima ripetizione…saranno gli infiniti e complicatiavvicinamenti a scoraggiare i più.Altre ancora vedono solo la ripetizione, magari in so-

litaria, del solito Ivo Fer-rari o del compiantoLorenzo Massarotto.Recentemente si sonoregistrate due prime ri-petizioni solitarie di

Marco Anghileri e alcune aperture di nuove vie.Io però su certe pareti non cerco solo la bellezza del-l’arrampicata.Su una parete del genere vai sapendo di trovare mol-to probabilmente delle rogne, con la consapevolezzadi sbatterci il muso e di poter essere respinto, con laconvinzione di non passare una “divertente giornata”di arrampicata, ma una giornata che verrà gustata soloin un secondo tempo.Questo è matto - voi direte - un po’ è vero, in effetti.Dicevo che si arriva a Col di Prà e si vede la parete:adesso si deve trovare il sentiero per raggiungerla, ele informazioni che abbiamo ci mostrano due possi-bilità.Le dobbiamo verificare nel pomeriggio per poter es-sere rapidi l’indomani, col buio.Passiamo così quasi quattro ore a cercare tracce inmezzo al bosco ripido (Stefano, a casa, si ritroveràattaccate pure due zecche): dobbiamo raggiungere unasorta di bancata boscosa situata tra due fasce roccio-se, da sotto sembra tutto evidente, ma quando ci siritrova nel mezzo non si capisce più niente.Alla fine i nostri sforzi vengono premiati e ci accam-piamo all’inizio della traccia che seguiremo il giornodopo.Il fragore del torrente sottostante è assordante, ma inbreve la stanchezza prevale e il sonno prende il postodi tutte le tensioni e i pensieri che si intrecciano nellenostre menti.Saremo all’altezza delle difficoltà?Non sempre mi pongo questa domanda, questa voltaperò la via l’ha proposta Stefano, un amico di Treviso,validissimo alpinista, già conoscitore profondo di

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queste montagne che, con la sua convinzione, è riu-scito a rompere i miei indugi, anche se adesso qual-che dubbio riaffiora.Ore 3.45: suona la sveglia, il cielo è stellato, si parte.Un’ora di flebili tracce nel bosco ci portano “dentro”ilVan de Pez, il canalone che dà il nome alla montagna.L’ambiente è spaventoso e suggestivo al tempo stes-so, qualche centinaio di metri sotto di noi scorre pa-cifica la stradina di fondovalle dalla quale guardava-mo la parete il giorno prima.Sopra di noi la grande parete e, vicinissimo, il primoostacolo della giornata: una parete di rocce friabili,bagnate, erbose, denominata tiro “Thriller”, alta unaquarantina di metri, che conduce ad una cengia albe-rata che andrà percorsa verso destra per raggiungereil costone boscoso e l’attacco della via.Apro una parentesi: i primi salitori non passarono daqui, ma attaccarono molto più bassi percorrendo unaparete infida, per alcune centinaia di metri, con diffi-coltà anche di quinto grado. Successivamente vennescoperto questo tracciato che è stato seguito da tutti i(pochi) ripetitori della via.

Sulla Quarta Pala di San Lucano,dietro le spalle l’Agner

La lontanissima Valle di San Lucano.

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Parte Stefano, questi 40 me-tri richiederanno più diun’ora e l’infissione di alcu-ni chiodi per essere saliti eraggiungere un terreno piùsicuro.E poi un’altra ora e mezzo perraggiungere l’attacco.Ci siamo, cerchiamo di leg-gere le rughe della montagnae di trovare il percorso che,nonostante tutto, si riveleràabbastanza facile da trovare,pur mancando quasi del tut-to chiodi o segni di passag-gio.La via è, infatti, molto logi-ca.Però, come dicevo, non cisono chiodi e ci dobbiamo arrangiare con i nostri,inoltre la conformazione delle fessure rende difficileanche l’utilizzo di protezioni veloci, per cui la salitarichiede molto tempo.Saliamo superando difficoltà crescenti mentre la val-le è sempre più lontana…riconosciamo la nostra auto,lontanissima.Raggiungiamo un chiodo piantato da Casarotto: lofotografo.Verso l’alto la roccia peggiora e gli ultimi 3 tiri ci spre-mono per bene le energie rimaste…Stefano sale magi-stralmente un diedro giallo liscio e friabile, l’ostacolofinale, anche se per uscire dalla parete c’è ancora untiro di IV grado che ci costringe a stringere i denti, enon solo, per agguantare le toppe erbose che spor-gono dalla cima…proprio così, su questa via si passadal IV grado al prato in un metro.Abbiamo arrampicato per 12 ore, più le 4 di avvicina-mento, piantato (e tolto) tra tutti e due una trentina dichiodi…mai mi era successo in tanti anni.Abbiamo raggiunto il nostro sogno!Siamo felicissimi, siamo stati bravi, non era facile.Stefano dice che con una salita così potrebbe ancheterminare la stagione subito, lui è a posto!Ma l’appetito vien mangiando e già durante la disce-sa mi viene fuori con un’altra proposta che non avevomai considerato, perché non mi sentivo all’altezza,questa volta una via conosciuta, ripetuta, su una pa-

rete famosissima: la via dell’Ideale sulla Marmolada!“Cavolo Stefano - dico - sei sicuro?”Come al solito lui mi convince dicendo che i suoi amicil’hanno fatta col bivacco intermedio, anche alcuni mieiamici anni fa ripensandoci, e sono usciti senza troppiproblemi.Il nostro problema sarà invece il tempo in quanto ingiugno la parete non è in condizioni, in luglio il me-teo farà schifo, in agosto non riusciamo ad organiz-zarci e ormai siamo convinti di dover rimandare al-l’anno successivo...Ma ecco che ai primi di settembre si apre uno spira-glio. Inizialmente non puntiamo a quella salita, il me-teo non è così convincente, ma col passare del temposi delineano 3 o 4 giorni belli per cui mi prendo alvolo un venerdì di ferie e il giovedì sera parto per Tre-viso.Dormiremo a Malga Ciapela per partire la mattina dalì, attaccare la via e puntare alla grotta a metà parete,alla fine delle maggiori difficoltà. Lì bivaccheremo e ilsabato saliremo in vetta.La via dell’Ideale, aperta nel ’64 da Armando Aste eFranco Solina, è stata considerata per anni la via piùdifficile delle Dolomiti, per via soprattutto della diffi-cile arrampicata in placca che presenta, quando an-cora si scalava con gli scarponi e l’aderenza era mol-to temuta…poi sono arrivate le scarpette e sono stateaperte molte vie più difficili, molto più difficili: il Pe-

...manca ancora molto alla vetta...

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sce, Tempi Moderni, tante vie di Giordani...Ma l’Ideale rimane sempre l’Ideale, almeno per un al-pinista medio come me. E poi sono sempre 1300 mdi parete, 37 tiri di corda.E così l’indomani mattina mi ritrovo a percorrere ilsentiero che appena 15 giorni prima avevo salito perandare a fare la diretta Messner, anche quella una bellagiornata passata in parete con l’aggiunta di un freddobivacco in cima, dentro la stazione della funivia, pra-ticamente una cella frigorifera...Camminiamo spediti, al rifugio facciamo rifornimen-to di acqua, salutiamo Dante, il gestore, comunichia-mo le nostre intenzioni e poi via verso l’attacco della“parete d’argento”.Sono le 8, non è presto, ma oggi il tempo non sarà un

problema, ci sono più di 12 ore di luce per arrivarealla nicchia dove dormiremo, saranno sufficienti.Ci aspetta subito un diedro strapiombante dall’aspet-to bonario ma tutt’altro che facile, segue una difficileplacca di aderenza per giungere a rocce più facili.Alcuni tratti più facili conducono alle placche supe-riori, che con astuti traversi permettono di raggiun-gere la famigerata placca con i chiodi a pressione...sarebbe settimo grado noi preferiamo utilizzare queichiodi per passare in artificiale, non è il caso di vola-re su quei piccoli tasselli.E dopo 12 ore di placche, diedri, terrazze dove ripren-

dere fiato, passaggi difficili in una parete enorme chenonostante tutto permette di salire senza difficoltàestreme, (almeno oggi con scarpette, friend e tricam...)siamo dentro la nicchia, un buco in parete profondo 3metri, largo 2 e alto poco più di uno. Fortunatamentesiamo solo noi.Dormiremo lì dentro, abbiamo i sacchi a pelo, per meè la prima volta, sono emozionato a trovarmi a bivac-care in un luogo così inaccessibile e, a parte un po’ diimbarazzo nell’espletare i bisogni notturni, dormoabbastanza bene.La mattina ci svegliamo, io un po’ infreddolito per laverità, con uno scenario meraviglioso di fronte a noi…eancora un bel po’ di parete da salire.Abbiamo scelto di uscire attraverso i camini della via

del Pesce, come fannoquasi tutti negli ultimianni, dovrebbe essere unpo’ più facile e con menorischio di trovare ghiac-cio. Si arriva, infatti, a3300 m di altitudine, nondimentichiamolo.Insomma, ci vorrannoaltre 8 ore di arrampica-ta con passaggi decisa-mente più difficili delprevisto, ma alle 15 sia-mo sotto la stazione dellafunivia dove un inser-viente si affaccia per dar-ci indicazioni mentredalla terrazza panorami-ca alcuni turisti osserva-no incuriositi.

Recupero Stefano dalla ringhiera della stazione, loaccolgo gridandogli: “CAVOLI, ABBIAMO FATTOL’IDEALE!”Eh sì…ancora non ci crediamo…durante la discesa, (infunivia, ce lo siamo meritato), ripercorriamo questidue ultimi giorni passati in parete e la soddisfazionesi fa sempre più spazio subentrando alla stanchez-za... abbiamo proprio fatto l’IDEALE!...ed ecco il perché dell’estate ideale, un’estate arriva-ta tardi ma che poi non voleva più finire lasciandospazio ancora ai primi di ottobre a delle belle salite…maquesta è un’altra storia...

La placca dei chiodi a pressione

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Alcune foto delle nostre gitedi Maurizio Solaroli, con foto di autori vari

Come ormai tradizione, da diversi anni all’inizio dellaprimavera andiamo a percorrere facili ferrate nellePrealpi Trentine. Il 15 aprile ferrata Favogna e il 6maggio ferrata di Rio Secco.

Cambiamo decisamente ambiente il 21 e 22 aprile conuna due giorni sulle montagne che circondano il lagodi Como. Grazie all’accompagnamento di un amicolocale, saliamo ai piedi dei Corni di Canzo il sabato,mentre la domenica percorriamo una lunga traversatada Canzo fino a Bellagio, con lo sguardo che dominale cime delle Grigne e delle Alpi Lombarde innevate.

Come di consueto, inseriamo in queste pagine unbrevissimo resoconto delle principali uscite fino a quieffettuate, ed alcune foto scattate dai partecipanti. Cer-to, l’inverno 2012 è stato molto strano, ci siamo tro-vati quasi senza neve fino ai primi di febbraio, condiversi problemi logistici nell’organizzare il corso cia-spole sezionale. Poi “troppa grazia”, non si riuscivaquasi a raggiungere l’Appennino per la troppa neve. Ecosì siamo arrivati al 24 e 25 marzo con un fine setti-mana di ciaspole in Dolomiti. Siamo rimasti solo in10 causa posticipo dell’uscita di una settimana per ilmaltempo; neve comunque molto scarsa, ma siamoriusciti a salire la cima Iuribrutto il sabato e la ForcaRossa dalla Val Fredda la domenica.

Il 20 maggio, svegliati dalla scossa di terremoto cheha devastato l’Emilia, siamo più di quaranta a partireper la salita al Monte Catria, con partenza dall’eremodi Fonte Avellana.

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Il 16 e 17 giugno siamo di nuovo su un lago, il sabatosaliamo alla cima di Monte Isola nel centro del lagoD’Iseo, mentre la domenica compiamo un lungo giroad anello partendo da Cevo, in Media Val Camonica.

L’uscita classica su ghiacciaio effettuata il 1 luglio havisto tutti i trenta partecipanti raggiungere la cima delCevedale partendo dal rifugio Casati.

Ancora con vista sul lago di Como, siamo al 28 e 29luglio sulle ferrate nel gruppo delle Grigne. Nonostantele alte temperature, sia il gruppo ferrate che quelloescursionistico riescono a portare a termine il pro-gramma.

Domenica 16 settembre siamo in venti, divisi esatta-mente in due gruppi, sulle ferrate e sui lunghi sentieriattorno al gruppo del Carega, nelle Piccole Dolomiti.

Siamo sempre nelle Prealpi Vicentine sabato 22 set-tembre, dove saliamo lungo la ferrata Falcipieri finoal rifugio Papa, mentre domenica 23 dopo la visitaalle postazioni della prima guerra mondiale sul Mon-te Pasubio, percorriamo in discesa la strada delle 52gallerie.

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12SETTEMBRE_DICEMBRE_2012

Si sono svolte nei giorni scorsi alcune iniziative nelnostro territorio inerenti la presentazione del progettodella Regione Emilia Romagna – Assessorato all’Am-biente e Parchi, denominato Alta Via dei Parchi. Dopoessere stato presentato in diverse località durante laSettimana Nazionale dell’Escursionismo, che quest’an-no si è svolta in Emilia Romagna e che ci ha visti im-pegnati, anche come attività sezionale, in veste di ac-compagnatori agliescursionisti che ave-vano scelto il nostroterritorio per attraver-sare l’Alta Via, nellagiornata di giovedì 20settembre nella sugge-stiva location della roc-ca di Riolo Terme si ètenuta la presentazionedel progetto, con lapartecipazione di diverse personalità che hanno ope-rato per la realizzazione del progetto, da funzionari

della Regione a tecnici ad amministratori. Presenta-zione rivolta a tutta la cittadinanza, ma sopratutto aglioperatori economici del territorio, per valutarne lepotenzialità. Infine sabato 22 settembre a Tossignanosi è chiusa la Settimana Nazionale dell’Escursionismocon testimonial di eccezione come Reinhold Messnere il presidente della Regione Vasco Errani.Cominciamo dalla presentazione dell’Alta Via dei Par-chi, tenuta giovedì 20 alla rocca di Riolo Terme: il pro-getto é stato presentato dalle dottoresse Antonella Liz-

Alta Via dei Parchi,un progetto,

le sue ricadutedi Francesco Rivola

zani e Monica Palazzini del servizio parchi della Re-gione, che hanno descritto le caratteristiche dell’Altavia dei Parchi, ma anche le motivazioni che hannospinto la Regione a fare questa scelta. 500 km di sen-tieri attrezzati che attraversano tutta la Regione sulcrinale appenninico, attraverso due Parchi Nazionali(Foreste Casentinesi ed Appennino Tosco Emiliano),cinque Parchi Regionali, ed un Parco Interregionale

(Sassi di Simone e Si-moncello).Il percorso si snoda apartire da Berceto, inprovincia di Parma, edarriva ai confini con leMarche entrando nelParco dei Sassi di Si-mone e Simoncello; at-traversa tutto il crinaleappenninico, abbas-

sandosi solo da Castel del Rio per arrivare a Tossi-gnano, dove si entra all’interno del Parco della Venadel Gesso Romagnola fino a Cà Carnè, per risalirepoi nuovamente verso l’Appennino e riprendere quo-ta attraversando le Foreste Casentinesi fino a termi-nare in cima al monte Carpegna presso l’Eremo dellaMadonna del Faggio.Un grande trekking, che vuole diventare come le AlteVie Alpine o come i grandi trekking europei, con laparticolarità di essere quasi sempre all’interno di areeprotette, con peculiarità diverse a seconda dell’areain cui ci si trova, dai laghi glaciali dell’AppenninoEmiliano alla Vena del Gesso Romagnola ed alle gran-di foreste di faggi del Casentinese, dagli ambienti dellevaste praterie di alta quota alle rupi e rocce di originevulcanica di alcune aree, tutto questo facendolo conl’unica maniera in cui si può godere al meglio la natu-ra che ci circonda: camminare.L’ideale di questo grande trekking, attraversabile in27 tappe, è quella di creare, in un momento di svilup-po di un turismo fatto di escursionismo, le condizioniche consentano anche al nostro Appennino di inter-cettare gli amanti della natura e delle camminate, of-frendo un trekking che sia all’altezza di altre Alte Vieesistenti, e ponendosi a livello europeo come validaalternativa.Sono poi stati illustrati i lavori di cartellonistica e gliinterventi fatti all’interno del Parco della Vena del Ges-

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14SETTEMBRE_DICEMBRE_2012

so Romagnola, mentre Massimiliano Costa ha illu-strato le grandi potenzialità di richiamo del Parco egli aspetti naturalistici unici che, se promossi ade-guatamente, possono portare un buon contributo dipresenze all’interno della struttura. Sono poi stati af-frontati i temi del turismo ambientale da parte degliamministratori che, dopo aver analizzato il trend turi-stico dei prossimi anni, che vede in crescita innanzi-tutto il turismo ambientale, hanno chiesto a tutti i sog-getti, dal Parco ai promotori turistici, agli operatori,di lavorare in stretta sinergia con gli enti locali perconfezionare proposte concrete per questa nuova fa-scia di turismo lento. In tutto questo è stato più volteevidenziato il ruolo importante e positivo del CAI nelmantenimento della sentieristica e segnaletica.Sabato 22 a Tossignano, invece, con Messner si èchiusa la Settimana Nazionale dell’Escursionismo esi è presentata ufficialmente l’Alta Via dei Parchi, allapresenza del Presidente delle Regione Vasco Errani.Vista la presenza ufficiale, il Presidente del grupporegionale delle Sezioni CAI dell’Emilia Romagna, Pa-olo Borciani, ha consegnato al Presidente Errani un

contributo di oltre trentottomila euro, raccolto tramiteuna sottoscrizione fra le sezioni CAI, da destinare adun progetto di ricostruzione nei territori interessati dalterremoto del maggio scorso. La giornata ha visto laconfluenza di circa 500 escursionisti su Tossignano,erano organizzate due escursioni: una che partiva daTossignano, arrivava al passo della Prè e tornava aTossignano, e l’altra che partiva da Borgo Rivola at-traversando tutta la Vena fino al passo della Prè, luo-go di incontro con gli altri escursionisti, dove Mes-sner è arrivato immergendosi nell’ambiente del Parcoincontrando gli escursionisti, e insieme si è risaliti aTossignano, dove l’organizzazione aveva predispostoun pranzo a base di polenta e piadina con la salsiccia,il cui ricavato è stato devoluto alle popolazioni emi-liane colpite dal sisma dei mesi scorsi. Dopo la parteufficiale dell’iniziativa, Messner sul palco ha rilascia-to un’intervista sull’etica della montagna, intervista chericalca quella presente sul mensile CAI, Montagne360 .Insomma, due belle iniziative che fanno ben sperareper il futuro.

Continua anche per i prossimi mesi l’offerta di escursioni per i nostri soci giovani e le loro famiglie, in collabo-razione col Gioca Faenza Tanti Sport. Le uscite concordate sono le seguenti:Domenica 21 ottobre: Da San Benedetto in Alpe alla cascata dell’Acquacheta.Domenica 11 novembre: Escursione alla chiesa di Lozzole. A Lozzole sosta pranzo con possibilità di unpiatto caldo di pasta. Nel pomeriggio, per chi vuole, possibilità di assistere alla messa celebrata da don Samo-ri’. A seguire rientro alle autoDomenica di gennaio 2013: In data da definire ed in base all’innevamento, uscita escursionistica conciaspole. L’itinerario verrà deciso nei giorni precedenti l’uscita, in base alla quantità di neve presente in Appen-nino.Domenica 3 marzo 2013: Uscita escursionistica con ciaspole. L’itinerario verrà deciso nei giorni prece-denti l’uscita, in base all’innevamento presente in Appennino.Domenica 7 aprile 2013: In occasione della festa del risveglio di Borgo Rivola, nel Pomeriggio breveescursione in zona Vena del Gesso.Domenica 14 aprile 2013: Da Poggio alla Lastra al rifugio La Rondinaia, dove saremo accolti dal GruppoAlpini che hanno in gestione il rifugio.Il punto di ritrovo e partenza per tutte queste escursioni è il parcheggio di fronte ai campi sportivi della Grazio-la, Piazzale Tambini. Per i trasferimenti alle località di partenza delle escursioni, verranno utilizzati mezzi pro-pri. Per informazioni su queste uscite contattare la responsabile Anna Savorani cell.3389342225.

Escursioni per i Soci Giovani

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15SETTEMBRE_DICEMBRE_2012 LVI - LE ORCHIDEE

FIORI SPONTANEI DELL’APPENNINO

ROMAGNOLO (a cura di Ettore Contarini)

17 – LE ORCHIDEE (1o)GENERALITA’ SULLE ORCHIDEENon sono pochi a pensare, specialmente tra coloro che nongirano mai per le montagne con gli scarponi ai piedi, che leorchidee siano “roba da fioristi” e basta! Effettivamente, tra lecentinaia di specie esotiche, viventi in particolare nella fasciatropicale ed equatoriale del pianeta, una parte viene oggi-giorno coltivata in serra anche in Europa e successivamentevenduta come piante ornamentali da abbellire un angolo dellacasa. E lo scopo viene senz’altro raggiunto. Si tratta, infatti, dispecie di orchidea dalle fioriture molto vistose, con grossecorolle dalle forme ardite e dai colori dolcemente delicati. Tut-ti costoro ignorano, però, che anche i nostri prati e i nostri pen-dii erbosi, specialmente se caldi e soleggiati, sono ricchi di tan-te e bellissime specie (52 solo per la nostra Romagna!), sebbe-ne non dotate delle dimensioni e della vistosità di quelle esoti-che. Ma, si sa, nelle zone tropico-equatoriali la Natura sembrache abbia voluto esagerare, strafare, stupire in tutte le suemanifestazioni biologiche. Gli alberi arrivano a 50 o più metri dialtezza; certe foglie a 3 metri di lunghezza; svariati frutti sonogrossi come una damigiana; alcuni fiori oltre 1 metro di diame-tro; le farfalle 20 centimetri di apertura alare; non mancano trai coleotteri esemplari lunghi 30 centimetri. Tutto sembra molti-plicato per il famoso numero fisso della geometria euclidea3,14, altrimenti detto anche P greco! E a volte anche di più.Ma da quelle parti le cose vanno così. O meglio, andavanocosì. Poiché oggi, ormai, l’uomo ha distrutto tutto anche là...Pure per le orchidee di quei Paesi, dunque, le cose non posso-no andare diversamente per dimensioni e spettacolarità. Peròanche le specie nostrane, se abbiamo la voglia e quel po’ dimodestia necessaria per chinare la schiena e osservarle da vi-cino, non hanno nulla da invidiare per eleganza di forme e peri colori alle aristocratiche cugine dei Paesi lontani. Se con unpiccolo sforzo mentale riusciamo ad immaginarle di dimensio-ni maggiori, ci renderemo conto che anche le orchidee di casanostra non sono da meno come bellezza. Ma l’elefante, nellacultura popolare, fa sempre più effetto della formica, benchèin biologia abbiano lo stesso valore all’interno di un ecosistema.Le orchidee in senso generale, al di là degli aspetti estetici,mostrano però anche delle eccezionali peculiarità biologiche,ecologiche, morfologiche, nonché riproduttive, ben distinte datutti gli altri gruppi e famiglie di vegetali. Tutte le specie italia-ne, ed europee in generale, risultano comunque radicate alsuolo, a differenza di molte di quelle esotiche che si comporta-no da “epifite” (dal greco epi, sopra, e fito, pianta), ossia chevivono sugli alberi utilizzando per vivere le sostanze organicheche si accumulano, ad esempio, nelle biforcazioni del tronco,ecc. Nelle specie nostrane, che vivono a terra, le radici sonogeneralmente tuberi (ossia, botanicamente, come le comunipatate di uso alimentare), interi o divisi, benchè in rari casi sipossono osservare anche rizomi allungati o forme radicalifascicolate. Un caso a parte è il genere Orchis (s.l.), che dà ilnome all’intera famiglia, poiché la parte sotterranea presentacostantemente in tutte le specie del gruppo due tuberi ovaloidi,ravvicinati ma distinti, a mo’ di apparato genitale maschile dei

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16SETTEMBRE_DICEMBRE_2012LVII - LE ORCHIDEE

mammiferi. Il nome orchis, infatti, deriva dal greco “testicolo”.Il fusto, nelle specie italiane, appare sempre eretto e porta ifiori in spighe più o meno dense o in grappoli compatti. Lecorolle sono particolari, suddivise in 6 parti e a simmetriabilaterale secondo un asse verticale, con 3 tepali superiori etre inferiori. Tra questi ultimi, caratteristico appare sempre quel-lo centrale inferiore, molto più grande e dilatato degli altri, detto“labello”. Oltre ad essere spesso un elemento fiorale importan-te per la determinazione delle varie specie affini, in quantodotato di complessi disegni e colori particolari, mostra a voltedelle forme e dei cromatismi estremamente caratteristici perattirare, traendoli in inganno, certi insetti impollinatori. Tutte leelegantissime orchidee del genere Ophrys anche nostrane, adesempio, presentano un labello che, secondo la specie, è pre-disposto per attirare un certo tipo di imenottero, dalle api aibombi. I maschi degli insetti di quel tipo che arrivano in volovengono così irresistibilmente attratti da queste stuzzicanti for-me femminili e tentano dei convinti quanto inutili approcci ses-suali di copulazione. I risultati per questi insetti risultano ovvia-mente deludenti, ma intanto con le ferventi scosse al fiore essivengono fittamente impolverati di tanti piccoli granelli di polli-ne che poi, in successive tentazioni sessuali su altre corolle, fer-tilizzano altri esemplari di orchidee. E la Natura ha così raggiun-to il suo scopo. Ma gli insetti, quando si tratta di orchidee dispecie affini, spesso vanno a impollinare anche entità diverse.Da qui, la presenza in natura di molte piante ibridate, dai fiori“strani” che non rientrano nelle forme e nei colori canonici dellespecie note per un territorio: per i loro caratteri intermedi e al-terati, spesso questi esemplari, che sembrano delle nuove spe-cie giunte da chissà dove, dànno del filo da torcere per ladeterminazione anche ai botanici più provetti. Secondo i casie secondo le specie genitrici da cui derivano, tali ibridi posso-no risultare fertili, e quindi reincrociarsi a loro volta con le entitàparenti, oppure apparire sotto forma di individui sterili la cuigenia termina lì.Nell’ambito delle molte e straordinarie caratteristiche che lafamiglia orchidacee presenta, vi è anche il complesso eparicolare sistema di germinazione. I piccolissimi semi non sonodotati di sostanza nutritiva di riserva, come in generale avvie-ne per moltissime altre famiglie di piante allo scopo di sopperi-re alle difficoltà nutrizionali dei primissimi tempi dello sviluppoembrionale. Perché avvenga la germinazione diviene quindinecessario l’avvento di un fenomeno ambientale esterno, deltutto peculiare, ossia che nel terreno dove i semi sono cadutinell’anno precedente vi sia il micelio dei particolari funghi coni quali si sviluppa un meccanismo molto complesso e non an-cora ben chiarito di simbiosi,cioè di reciproco vantaggiobio-ecologico per le due spe-cie vegetali.A tanto di straordinari fenome-ni hanno portato, riconoscia-molo apertamente, milioni dianni di evoluzione darwinianasul pianeta Terra!

Fig. 1 – Elleborine di palude(Epipactis palustris).Portamento della pianta intera nelsuo ambiente naturale(Foto Pier Luigi Stagioni).

Fig. 2 – Elleborine di palude(Epipactis palustris).Aspetto caratteristico della fioritu-ra (Foto Pier Luigi Stagioni).

Fig. 3 – Elleborine di palude(Epipactis palustris).Particolare: fiore in primo piano(Foto Pier Luigi Stagioni).

Fig. 4 – Elleborine comune(Epipactis helleborine).

Aspetto completo di pianta infioritura (Foto Pier Luigi Stagioni).

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17SETTEMBRE_DICEMBRE_2012 LVIII - LE ORCHIDEE

ORCHIDEE DI ROMAGNAPer la subregione romagnola sono note 52 specie di orchideespontanee, di cui alcune esclusive, almeno per il territorio inesame, delle zone umide sottocostiere della pianura e dei bo-schi litoranei adriatici. Presenti sull’Appennino tosco-romagnolosono comunque da annoverare quasi una cinquantina di enti-tà, alcune frequenti o addirittura comuni e altre rare o rarissi-me. A parte queste due ultime categorie di elementi floristicidifficili da incontrare, in particolare per l’escursionista menoesperto in materia, una trentina di orchidee si possono consi-derare alla “portata visiva” di tutti coloro che mostrano l’oc-chio un po’ attento quando attraversano a tarda primaveraspecialmente prati e pascoli ad erba bassa, spesso sassosi, e

luoghi erbosi cal-do-aridi in genera-le compresi i pen-dii stradali asciuttie soleggiati. Adesclusione di po-che specie più le-gate all’ombra deiboschi o agli am-bienti umidi, il restopredilige larga-mente i siti a pienosole. Tra la fine diaprile e la metà digiugno fanno laloro comparsa fio-rita la quasi totali-

tà delle nostre orchidee appenniniche, dalle prime colline aicrinali alti del piano montano.

NOTA – La parte introduttiva appena terminata (generalità sul-le orchidee, più orchidee di Romagna) risulta più ampia delsolito, rispetto a quelle dei Bollettini precedenti, poiché ha lafunzione di presentazione generale della famiglia orchidàceeche sarà il tema botanico sviluppato anche nei prossimi 5-6numeri di questa rivista del CAI.

Elleborine di palude [Epipactis palustris (Miller) Crantz]fusto: altezza 20-50 cm, non di rado anche un po’ oltre, eretto(Fig. 1), cilindrico, alla base dotato di fitte squame color rosa;rizoma orizzontale;foglie: in numero di 6-10 sul fusto, lanceolato-ellittiche; le me-dio-basse di lunghezza generalmente 6-7 cm (raramente an-che 10 e oltre) e di larghezza 2-4 cm, di norma con 7-9 nervatu-re principali, parallele; le superiori progressivamente più ristret-te e brevi; tutte risultano molto acute all’apice e con la baselargamente abbracciante il fusto (amplessicauli);fiori: posti lungo un’infiorescenza lineare, rada, formata di nor-ma da una decina di elementi tendenzialmente penduli (Fig.2), non di rado girati tutti da una stessa parte (unilaterali);brattee di mm 20-30 per 3-4 di larghezza; tepali esternilanceolati, acuti, e gli interni più larghi, ottusi, tutti di 8-10 mm disviluppo; labello di 8-10 mm suddiviso in due parti, una basalee una apicale, con strozzatura di divisione fra le due molto pro-fonda; il settore basale (ipochilo) mostra striature rossastre scre-ziate di giallo sul fondo; la parte terminale, invece (epichilo), èbiancastra (Fig. 3);frutti: piccole capsule fornite di alcune coste rilevate, con semiminutissimi;habitat: zone umide in generale, raramente oltre i 1300 metri dialtitudine;fioritura: fine maggio-giugno; a luglio soltanto alle quote maggiori;distribuzione: circumboreale (euroasiatica-nord americana);etimologia: Epipàctis è il nome che davano nell’antica Greciaa una pianta simile all’ellèboro. Poi Swartz si è servito di codesto

Fig. 5 – Elleborine comune(Epipactis helleborine).Caratteristica della fioritura(Foto Pier Luigi Stagioni).

Fig. 6 – Elleborine comune (Epipactis helleborine).Fiore in primo piano (Foto Pier Luigi Stagioni).

Fig. 8 – Elleborine di Greuter(Epipactis greuteri). Primo pianodei fiori (Foto E. Contarini).

Fig. 7 – Elleborine di Greuter(Epipactis greuteri).Aspetto di pianta intera in fioritu-ra (Foto E. Contarini).

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18SETTEMBRE_DICEMBRE_2012LIX - LE ORCHIDEE

termine per indicare un nuovo genere di orchidee prossimo aSeràpias, detto volgarmente helleborine, per la somiglianzadelle foglie a quelle dell’ellèboro bianco. Il secondo nome delbinomio scientifico, palustris, è chiaramente riferito al tipo diambiente umido dove cresce questa orchidea.

Elleborine comune [Epipactis helleborine (L.) Crantz](NOTA: si tratta di una entità polimorfa, ossia che si presentasotto varie forme, per cui autori vari interpretano tali differenzein modo diverso facendone un gruppo di sottospecie o addi-rittura di specie distinte. In questa sede noi presentano questaentità in senso lato).fusto: alto fino a 1 metro, ma di solito dai 30 ai 60 cm (con rizomabreve, non dotato di stoloni), eretto, cilindrico, molto foglioso,fittamente ricoperto di peluria fine (Fig. 4);foglie: da 6 a 15 lungo il fusto; le inferiori ovato ellittiche e ab-braccianti il fusto (amplessicauli), lunghe 5-6 cm e larghe 3-4;le medie più lunghe e strette, fino a 9-10 cm x 1,5-2, a bordoondulato; simili, ma sempre più piccole, le superiori;fiori: posti su un’infiorescenza lineare, rada, in larga parte giratida una sola parte (quasi unilaterali), numerosi (Fig. 5); bratteeinferiori strette e acute, pendule, di lunghezza 5-6 cm; le altredi soli 2-3 cm; tepali interni ed esterni simili, acuti, patenti, dilunghezza 7-8 mm; labello di circa 4 mm con le due parti, basale edistale (ipochilo ed epichilo), rigidamente connesse; corolleverdastre, sul labello bianche e al centro spesso violette (Fig. 6);frutti: piccole capsule costolute, ripiene di molti semi minutissimi;habitat: la specie è presente nei boschi di latifoglie e sale inaltitudine fin oltre i mille metri;fioritura: giugno-luglio, raramente oltre;distribuzione: presente in tutta la fascia temperata dell’Eurasia;in Italia è nota di tutte le regioni (almeno come E. helleborine ins.l.); è frequente anche sull’Appennino romagnolo;etimologia: del termine Epipàctis già si è parlato (vedi); il se-condo termine del binomio scientifico, helleborìne, riprendequanto già detto nella scheda precedente sulle affinitàd’aspetto con le foglie dell’ellèboro bianco (vedi).

Elleborine di Greuter (Epipactis greuteri Baumann & Kunkele)fusto: alto 20-50 cm, eretto (Fig. 7), leggermente pubescente,di colore verde-chiaro, dotato di alcune brattee inguainantialla base;foglie: in numero di 5-8 sul fusto, con nervature fitte; le inferiori,delle quali 2-3 di forma ovato-lanceolata, si staccano dal cau-le a non meno di 10 cm da terra; le medie e le superiori lineari-lanceolate, di 6-8 cm di lunghezza, sempre più piccole salendo;fiori: portati da una spiga unilaterale, penduli, molto aperti, di1,5-2 cm di diametro; sepali verdicci, ad apice acuto, un po’accartocciati; labello ben distinto nelle due parti tipiche: il set-tore basale (ipochilo) verde al suo interno e quello distale(epichilo) di colore bianco, cuoriforme, con al centro duecallosità giallognole (Fig. 8);frutti: piccole capsule dotate di coste rilevate; semi tanti emunitissimi;habitat: boschi freschi di faggio o abete bianco e faggio, dai900 ai 1100 metri di altitudine;fioritura: tardiva, da luglio a settembre (anche secondo l’an-damento stagionale dell’annata);distribuzione: elemento floristico endemico, alla luce delle at-tuali conoscenze, dell’Appennino tosco-romagnolo, poiché sidifferenzia per vari caratteri dalla descrizione di Epipactisgreuteri tipica; locus classicus di rinvenimento: Campigna (Forlì)alt. m. 1050, in abieti-faggeto;etimologia: già s’è detto del nome Epipàctis; il secondo nome,greutèri, è dovuto al genitivo latino del cognome di uno stu-dioso tedesco, Greuter, che si è occupato molto della famigliabotanica della orchidàcee e che due colleghi gli hanno dedi-cato questa specie.

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19SETTEMBRE_DICEMBRE_2012

Quando presso la sede CAI Faenza all’inizio dell’anno cisiamo ritrovati per stilare il programma sezionale 2012, frale proposte ha avuto il consenso anche quella di Stefano,organizzare una escursione di due giorni in Val Camonicadata stabilita 16 17 giugno, zona non molto frequentata eperciò non molto conosciuta nella nostra sezione. Stabili-to che il primo giorno era dedicato ad una camminata aMontisola nel lago Iseo, rimaneva da decidere la destina-zione della seconda giornata, l’idea era un’escursione checi potasse a vedere quellepareti del gruppo del-l’Adamello a noi non abi-tuali, abbiamo quindi de-ciso che la meta era la valSaviore, ma a parte le car-te, non conoscevamo ne ipercorsi ne le difficoltà deivari sentieri del luogo. Per sopperire a tutto ciò, abbiamodeciso di informarci da una figura che per affinità lavorati-ve è ritenuta da me attendibile, l’agente dellaPolizia Locale che svolge il suo servizio neidue comuni di Cevo e Saviore dell’Adamel-lo, Matti Sergio. Rintracciato un numero te-lefonico, ho chiamato Sergio e subito al te-lefono ha sentito una voce amichevole, chesenza titubanze o chiedere spiegazioni si èreso disponibile a supportarci nella nostra

uscita. Sergio, con competenza e solerzia prima ci ha tro-vato la sistemazione per la mezza pensione del sabato serapresso l’albergo ristorante Sargas a Cevo, poi ci ha dato leprime indicazioni per l’escursione in val Saviore, e se inquella giornata era libero ci avrebbe volentieri accompa-gnato. Durante le settimane seguenti è nata ardirei direun’amicizia telefonica, che ha reso ancora più stimolantel’attesa della data stabilita, Sergio intanto per aiutarci nellanostra uscita, stava impegnando nuove risorse coinvol-

Cai Faenzain Val Saviore

di Pier Luigi Dalla Vecchia

gendo anche i suoi famigliari. Il giorno concordato il 16giugno al pomeriggio siamo arrivati con il pullman a Cevo,circa in una quaranta, li abbiamo trovato Sergio vicino acasa sua, con lui ci siamo dati appuntamento per la sera acena, dove è stata gradita anche la presenza di suo fratelloRoberto e di suo figlio Giovanni, quest’ultimo profondoconoscitore ed esperto delle squadre di calcio italiane.Colgo l’occasione per ringraziare il titolare dell’albergo ri-storante Sargas il Sig. Casalini Marco,,,,, che si è impegnato

per soddisfatto le nostrerichieste di alloggio, ser-vendoci poi la sera unacena con prelibate pietan-ze. Lasciatici con la pan-cia piena e molte idee, ab-biamo deciso di ritrovar-ci il giorno dopo alle ore

08.00 a Saviore dell’Adamello, per percorrere il sentieroche passando dalla malga Casentia arrivava a Pian della

Regina a 2600 m. con undislivello in salita di m.1400. La mattina altra ap-prezzata sorpresa, assie-me a noi oltre a Sergio,Giovanni e Roberto, an-che la figlia di quest’ulti-mo Miriam e i due pezziforti delle famiglie i caniMila e Argo. Ci siamoinerpicati subito per unsentiero la cui salita nonmolla un attimo, non sen-za fatica ma con la pro-fonda soddisfazione chesolo la montagna ti sa

dare, siamo arrivati a Pian della Regina in una splendidagiornata di sole, quella terrazza naturale ci ha permesso diposare il nostro sguardo sulle splendido panorama deigruppi alpini che la circondavano, siamo poi ridiscesi pas-sando dalla malga Corte per rientrare a Cevo camminata dicirca 8 ore. Come sezione CAI di Faenza, vogliamo ringra-ziare i nostri accompagnatori, Roberto, Sergio, Miriam eGiovanni, durante le ore passate assieme camminando inmontagna, come spesso succede, è nato anche un rappor-to di amicizia e stima reciproca, che ci ha portato ad auspi-care di rivederci per affrontare assieme altri percorsi dellavalle Saviore. Per come ci avete accolti è stato un privile-gio conoscervi, avete arricchito con la vostra presenza levostre belle montagne che ci avete mostrato. Un plauso vadi diritto anche a Mila e Argo, che con il loro continuomoto perpetuo, hanno fatto sicuramente almeno il triplodel nostro percorso. A presto amici.

Foto di gruppo a Pian della Regina

Il gruppo di punta degli accompagnatorida sx. Argo Giovanni e Mila

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30SETTEMBRE_DICEMBRE_2012

NOTIZIE DALLA SEGRETERIAA cura di Claudio Patuelli

Rinnovo delle iscrizioni per l’anno 2012Ricordo a tutti i Soci che non hanno provveduto a rinnovare l’iscrizione che il termine ultimo di rinnovo è il 31ottobre. Dopo tale data non saranno più accettate dalla Sede Centrale né domande di associazione né dirinnovo relative al 2012.Le quote associative sono le seguenti:

ordinari E 41,00familiari E 22,00giovani E 16,00

I Soci che da Giovani (minori di anni 18) passerebbero ad Ordinari, fino ai 21 anni pagano solo E 30,00(invece che 41,00). Naturalmente se rimangono nel nucleo familiare diventano Soci Familiari e pagano E22,00.Inoltre, per i nuclei familiari in cui è presente almeno un Socio Ordinario ed uno Giovane, gli eventuali altriSoci Giovani presenti nel nucleo pagano solo 9,00.La quota associativa garantisce copertura assicurativa per spese di soccorso in caso di incidenti in montagna.E’ inoltre comprensiva di polizza infortuni, che copre esclusivamente i Soci in attività sociale (gite, manifesta-zioni, incontri, escursioni, manutenzione sentieri, ecc, come da programma sul bollettino), con i seguentimassimali: caso morte E 55.000, caso invalidità permanente E 80.000, spese mediche E 1.600. Tali mas-simali possono venire raddoppiati per il caso morte e invalidità permanente con una richiesta da sottoscrivereed il versamento aggiuntivo di E 4,00 all’atto del rinnovo. Il rinnovo delle iscrizioni è possibile sia in sede, ilgiovedì sera e sabato mattina, sia presso i fiduciari esterni che trovate nel riquadro nella seconda pagina delBollettino.

Rinnovo delle iscrizioni per i Soci lontaniPer i Soci che non hanno la possibilità di venire a Faenza è possibile rinnovare l’iscrizione tramite vagliapostale intestato a: CAI Faenza – Via Campidori, 28 – 48018 FAENZA indicando nome e cognome del(dei) Socio/i di cui si chiede il rinnovo. L’importo deve essere aumentato dell’importo del francobollo per lalettera con cui la sezione spedisce il bollino.In alternativa si può fare un bonifico bancario a favore del CAI Faenza presso

- la Banca di Romagna – Ag. 4 FaenzaIBAN IT 37 L 06205 23708 000000053084 oppure

- il Credito Cooperativo Ravennate e Imolese – Sede di FaenzaIBAN IT 61 Q 08542 23700 000000086438

indicando chiaramente la causale, il nome e cognome del (dei) Socio/i di cui si chiede il rinnovo, e aumentan-do la quota dell’importo del francobollo per l’invio del bollino.

Cambi di indirizzoInvito tutti i Soci a segnalare per tempo le variazioni di indirizzo, per non pregiudicare il ricevimento dellarivista del CAI Centrale “Montagne 360 ” e del Bollettino sezionale. La segnalazione si può fare anche attraver-so posta elettronica inviando una mail all’indirizzo:

[email protected]

Sito Internet della Sezione di Faenza:www.caifaenza.it

La storica rivista del CAI nazionale “Lo Scarpone” è ora on-line: www.loscarpone.cai.it

rivista3_2012.p65 08/10/2012, 19.4330

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31SETTEMBRE_DICEMBRE_2012

NOTIZIE DALLA SEGRETERIAA cura di Claudio Patuelli

* Convenzione sconto ai soci CAI presso negozio Decathlon di FaenzaRiceviamo e proviamo a spiegarvelo in due parole, la nuova convenzione sconti.I soci interessati a una raccolta punti per accumulo di uno sconto, devono passare in sede e ritirare una TesseraFedeltà Decathlon, che va esibita ad ogni acquisto. Sulla tessera verranno caricati dei punti pari a 10 ogni 8,00 eurodi spesa. Ogni 400 punti si accumula uno sconto di 6,00 euro che si può decidere di scontare da un prossimoacquisto, ecc. La tessera è valida per acquisti nei negozi Decathlon su qualsiasi genere di materiale, e non piùcome era in passato solo per materiale da montagna. In sede abbiamo tutto il materiale informativo. Chi credepuò attivare la tessera anche presso il punto vendita di Faenza.Grazie ai vostri acquisti anche la sezione riceverà una percentuale di punti, con i quali a fine anno potrà acquisiremateriale tecnico da utilizzare durante le uscite sezionali.

NUOVI SOCI ISCRITTI DAL 10 MAGGIO AL 25 SETTEMBRE 2012

Di seguito i negozi convenzionati con la nostra sezione:* DECATHLON Centro Comm.le Le Maioliche Faenza (sconto, vedi sotto)ERBORISTERIA BELLENGHI Via Castellani Faenza – Sconto 10%IL GRANDE SLAM A.s.d. Palestra Via Volta Faenza – Sconti fino al 10%BETTOLI SPORT Corso Garibaldi Faenza – Sconto 15%CAPO NORD Corso Mazzini Forlì – Sconto 15%FERRAMENTA CHESI Centro Comm.le Cappuccini Faenza – Sconto 10%CICLI TASSINARI – Via Strocchi 17 Faenza – Sconto 10%CARTOLERIA LEGA – Corso Mazzini 33 Faenza – Sconto 10%Convenzione Salewa.Comunichiamo a tutti i soci, quanto inviatoci dal punto vendita Outlet Salewa diCastel Guelfo. Tutti i soci dietro presentazione tessera CAI otterranno uno scontodel 10% sul materiale ad eccezione di quello già in offerta, o in saldo. La promo-zione vale comunque anche negli altri Outlet Salewa in Italia.

Bollettino CAI Faenza: Direttore Responsabile Prof. Domenico Tampieri.Redaz. e amministraz.: Via Campidori, 28 - 48018 FAENZA (RA) - Tel. 0546 22966 - 0546 21616 (c/o Chesi).Riunioni, Biblioteca, iscrizioni ed escursioni: ogni giovedì dalle ore 20,30 alle ore 22,30. Sabato dalle 10,00 alle 12,00.Redazione: Maurizio Solaroli, Fabbri Ettore, Mauro Renzi, Irene Bandini, Laura Bettoli, Claudio Patuelli, Mario Cortesi,Dalla Vecchia Pierluigi, Bisello Riccardo.Impaginazione: Romano Leonardi e-mail: [email protected] - Ivan Calamelli e-mail: [email protected]: Tipografia Romagna - Faenza - Tel. 0546 31314 - Autorizzazione Tribunale di Ravenna n. 711 del 5/7/1982.

ORDINARI:Resta MatteoBaruzzi Carlo AlbertoAlbonetti AlessandroRossi AlbertoPiacentini LucaRenzi RobertoRusso GuglielmoDalla Croce SimoneLanzoni MarziaNeri ItaloCastellari ErikaManaresi ManueleBenericetti ChristianCavina VincenzoRavaioli Alberto

Pezzi ElisaGhetti LoricaVenturini CorradoTimoncini MaicolCarroli DamianoMinguzzi FedericaVenturelli Elisa

GIOVANIFabbri RaulMonti AndreaAmadei PietroGhetti GianlucaMonti GiacomoMalpezzi AnnaNovelli LeonardoCimatti CamillaAltini LucaGhiselli StellaBerdondini AlanVassura MassimilianoBonini MirellaPapaleo CaterinaCarroli Maria Maddalena

FAMILIARI:Celotti GiulianaNeri DanielaTampieri Maria CristinaPelliconi ElianaBrunetti Gaia Maria

rivista3_2012.p65 08/10/2012, 19.4331