2010_06_LR_all

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Cinema Cresce il successo al botteghino delle produzioni nazionali PAG. 7 Arte Chi ha preso il posto di Kandinsky, Malevich e Chagall ai nostri giorni? PAG. 8 LUNEDÌ 28 GIUGNO 2010 Inserto distribuito con The NYT International Weekly L’inserto è preparato e pubblicato da Rossiyskaya Gazeta (Russia) e non coinvolge le strutture giornalistiche ed editoriali di e FIFA DOZORFILM.RU SEGUE A PAGINA 3 Un esperimento con lo scafandro Il 3 giugno si sono chiuse erme- ticamente le porte della“navet- ta spaziale” virtuale del centro ricerche biomediche di Mosca dove l’italiano Diego Urbina e gli altri cinque volontari della missione Mars500 resteranno sigillati per 520 giorni. Tanti quanti ce ne vorrebbero per an- dare e tornare da Marte e per esplorare il Pianeta rosso. Ur- bina, 27 anni, resterà chiuso con tre russi, un francese e un cine- se in condizioni di vita identi- che a quelle di un equipaggio in viaggio per Marte, eccetto la gravità e le radiazioni cosmi- che. Lo scopo dell’esperimento Nello spazio Un italiano tra i volontari per un viaggio simulato Verso Marte, per finta messo a punto da cinque anni dall’Istituto per i problemi bio- medici (Imbp) di Mosca e dall’Agenzia spaziale europea (Esa) è studiare i rischi psico- logici e fisiologici connessi a un isolamento totale per un perio- do di tempo molto lungo nello spazio ristretto di una navicel- la spaziale. I giorni saranno equamente ripartiti tra lavoro, riposo e allenamento e tutto sarà rigorosamente razionato, dal cibo all’intimo. MARS500.IMBP.RU La Russia è in corsa per ospi- tare i Mondiali 2018 o 2022 AES+F SERVIZIO A PAGINA 5 SERVIZIO A PAGINA 4 Opere d’arte in movimento SUL NOSTRO SITO RUSSIAOGGI.IT Sembra lontanissimo l’agosto 2008 quando, durante la guer- ra russo-georgiana, i rapporti tra Ue e Mosca raggiunsero il loro punto più critico. Il nuovo corso, inaugurato già lo scorso anno, si è definitivamente pa- lesato durante il 25° summit Ue -Russia che si è svolto a inizio mese a Rostov-sul-Don e du- rante il Foro economico inter- nazionale conclusosi una setti- mana fa a San Pietroburgo. I 27 - ha detto il presidente dell’Ue Herman Van Rompuy a Rostov-sul-Don - desiderano prendere parte da vicino agli sforzi attuati da Dmitri Lungo la metropolitana di Mosca viaggia un treno speciale: si chiama “Acquarelle” ed è una vera e propria mostra visitata ogni giorno da ol- tre 8 milioni di passeggeri. Sulle sue pareti sono esposte infatti riprodu- zioni delle opere del Museo russo. ITAR-TASS Il nuovo corso delle relazioni tra Mosca e Ue, inaugurato già nel 2009, è stato riconfermato questo mese a Rostov-sul-Don e a San Pietroburgo. Russia ed Europa sempre più vicine BEN ARIS BUSINESS NEW EUROPE Tra oltre 50mila candidati alla simulazione di una missione sul Pianeta rosso, ne sono stati selezionati sei. Tra loro anche un torinese: Diego Urbina. VERONIKA DORMAN RUSSIA OGGI «La priorità assoluta deve essere la completa distruzione delle colture afgane», ha detto Viktor Ivanov, direttore del Servizio russo antinarcotici. Calcio PAG. 2 Medvedev per diversificare l’eco- nomia e renderla più competi- tiva. Sforzi ribaditi una settima- na fa dallo stesso presidente russo: «Noi siamo cambiati per- ché è cambiato il mondo inte- ro. Sono scoppiate delle bolle di sapone, sono crollati dei miti», ha detto intervenendo a San Pie- troburgo. «La Russia - ha pro- seguito - si svilupperà non tanto grazie alle sue materie prime, quanto grazie alle sue conoscen- ze». Potendo contare su centi- naia di miliardi di petroldollari, negli ultimi anni Mosca aveva in parte rinunciato a investire in alcuni settori economici stra- tegici. Il crollo del prezzo del pe- trolio e la crisi economica glo- bale hanno invece convinto il Cremlino che non è possibile esi- mersi dal diversificare la pro- pria economia. SU QUESTO NUMERO La ripresa del settore auto Le case automobilistiche russe si stanno riprendendo da un 2009 disastroso: grazie a un programma di incentivi statali alla rottamazione, quest’anno le vendite sono aumentate per la prima volta dall’ottobre 2008. Mosca scopre il “mangiar sano” In 12 anni la percentuale deI mosco- viti in sovrappeso è raddoppiata. Sugli scaffali degli ipermercati della capitale russa hanno fatto la loro comparsa insalate e yogurt. SEGUE A PAGINA 2 “Soli nella guerra al narcotraffico” Il presidente russo Medvedev durante il forum internazionale sul narcotraffico afgano che si è svolto a Mosca il 9 e 10 giugno Sergei Lavrov: “Abbiamo proposto all’Ue di creare un comitato simile al Consiglio Russia-Nato” Sul nostro sito l’intervista rilasciata dal ministro degli Esteri russo al quotidiano “Kommersant” su • le relazioni con la NATO e la Georgia, • l’abolizione dei visti con l’Ue, • l’entrata della Russia nell’Omc e altro ancora Sulla scia della conferenza sul narcotraffico tenutasi a Mosca il 9 e 10 giugno, la Russia sta caldeggiando la comunità in- ternazionale - Usa e Ue in testa - perché vengano sradicate una volta per tutte le colture di oppio in Afghanistan, principale esportatore di eroina. Questa so- stanza stupefacente provoca ogni anno in Russia tra 30 e 40mila vittime. «Davanti ai no- stri occhi si delinea una nuova agenda globale: la minaccia delle sostanze stupefacenti è la nuova sfida per il genere umano», ha detto il direttore del Servi- zio russo per il controllo degli stupefacentiViktor Ivanov rila- sciando un’intervista esclusiva a Russia Oggi. La Nato invece si rifiuta di distruggere le col- ture perché teme di alienarsi i favori dei coltivatori afgani. L’intervista esclusiva su www.russiaoggi.it Droghe La Russia a Usa e Ue: “La minaccia delle sostanze stupefacenti delinea una nuova agenda globale” russiaoggi.it russiaoggi.it PHOTOXPRESS FOTOIMEDIA RG Nuovo sito russiaoggi.it r RICARDO MORAES_REUTERS

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LUNEDÌ 28 GIUGNO 2010 Inserto distribuito con The NYT International Weekly La Russia è in corsa per ospi- tare i Mondiali 2018 o 2022 Cresce il successo al botteghino delle produzioni nazionali Chi ha preso il posto di Kandinsky, Malevich e Chagall ai nostri giorni? spazio ristretto di una navicel- la spaziale. I giorni saranno equamente ripartiti tra lavoro, riposo e allenamento e tutto sarà rigorosamente razionato, dal cibo all’intimo. L’intervista esclusiva su www.russiaoggi.it AES+F

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Cinema

Cresce il successo al botteghino delle produzioni nazionali

PAG. 7

Arte

Chi ha preso il posto di Kandinsky, Malevich e Chagall ai nostri giorni?

PAG. 8

LUNEDÌ 28 GIUGNO 2010 Inserto distribuito con The NYT International Weekly

L’inserto è preparato e pubblicato da Rossiyskaya Gazeta (Russia) e non coinvolge le strutture giornalistiche ed editoriali di e

FIFA

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FILM

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SEGUE A PAGINA 3

Un esperimento con lo scafandro

Il 3 giugno si sono chiuse erme-ticamente le porte della “navet-ta spaziale” virtuale del centro ricerche biomediche di Mosca dove l’italiano Diego Urbina e gli altri cinque volontari della missione Mars500 resteranno sigillati per 520 giorni. Tanti quanti ce ne vorrebbero per an-dare e tornare da Marte e per esplorare il Pianeta rosso. Ur-bina, 27 anni, resterà chiuso con tre russi, un francese e un cine-se in condizioni di vita identi-che a quelle di un equipaggio in viaggio per Marte, eccetto la gravità e le radiazioni cosmi-che. Lo scopo dell’esperimento

Nello spazio Un italiano tra i volontari per un viaggio simulato

Verso Marte, per finta

messo a punto da cinque anni dall’Istituto per i problemi bio-medici (Imbp) di Mosca e dall’Agenzia spaziale europea (Esa) è studiare i rischi psico-logici e fi siologici connessi a un isolamento totale per un perio-do di tempo molto lungo nello

spazio ristretto di una navicel-la spaziale. I giorni saranno equamente ripartiti tra lavoro, riposo e allenamento e tutto sarà rigorosamente razionato, dal cibo all’intimo.

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La Russia è in corsa per ospi-tare i Mondiali 2018 o 2022

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+F

SERVIZIO A PAGINA 5

SERVIZIO A PAGINA 4

Opere d’arte

in movimento

SUL NOSTRO SITORUSSIAOGGI.IT

Sembra lontanissimo l’agosto 2008 quando, durante la guer-ra russo-georgiana, i rapporti tra Ue e Mosca raggiunsero il loro punto più critico. Il nuovo corso, inaugurato già lo scorso anno, si è defi nitivamente pa-lesato durante il 25° summit Ue -Russia che si è svolto a inizio mese a Rostov-sul-Don e du-rante il Foro economico inter-nazionale conclusosi una setti-mana fa a San Pietroburgo.I 27 - ha detto il presidente dell’Ue Herman Van Rompuy a Rostov-sul-Don - desiderano

prendere parte da vicino agli sforzi attuati da Dmitri

Lungo la metropolitana di Mosca viaggia un treno speciale: si chiama “Acquarelle” ed è una vera e propria mostra visitata ogni giorno da ol-tre 8 milioni di passeggeri. Sulle sue pareti sono esposte infatti riprodu-zioni delle opere del Museo russo.

ITAR-TASS

Il nuovo corso delle relazioni

tra Mosca e Ue, inaugurato già

nel 2009, è stato riconfermato

questo mese a Rostov-sul-Don

e a San Pietroburgo.

Russia ed Europasempre più vicine

BEN ARISBUSINESS NEW EUROPE

Tra oltre 50mila candidati alla

simulazione di una missione

sul Pianeta rosso, ne sono stati

selezionati sei. Tra loro anche un

torinese: Diego Urbina.

VERONIKA DORMANRUSSIA OGGI

«La priorità assoluta deve

essere la completa distruzione

delle colture afgane», ha detto

Viktor Ivanov, direttore del

Servizio russo antinarcotici.

Calcio

PAG. 2

Medvedev per diversifi care l’eco-nomia e renderla più competi-tiva. Sforzi ribaditi una settima-na fa dallo stesso presidente russo: «Noi siamo cambiati per-ché è cambiato il mondo inte-ro. Sono scoppiate delle bolle di sapone, sono crollati dei miti», ha detto intervenendo a San Pie-troburgo. «La Russia - ha pro-seguito - si svilupperà non tanto grazie alle sue materie prime, quanto grazie alle sue conoscen-ze». Potendo contare su centi-naia di miliardi di petroldollari, negli ultimi anni Mosca aveva in parte rinunciato a investire in alcuni settori economici stra-tegici. Il crollo del prezzo del pe-trolio e la crisi economica glo-bale hanno invece convinto il Cremlino che non è possibile esi-mersi dal diversifi care la pro-pria economia.

SU QUESTO NUMERO

La ripresa

del settore auto

Le case automobilistiche russe si stanno riprendendo da un 2009 disastroso: grazie a un programma di incentivi statali alla rottamazione, quest’anno le vendite sono aumentate per la prima volta dall’ottobre 2008.

Mosca scopre

il “mangiar sano”

In 12 anni la percentuale deI mosco-viti in sovrappeso è raddoppiata. Sugli scaffali degli ipermercati della capitale russa hanno fatto la loro comparsa insalate e yogurt.

SEGUE A PAGINA 2

“Soli nella guerra al narcotraffico”

Il presidente russo Medvedev

durante il forum internazionale

sul narcotraffico afgano che si è

svolto a Mosca il 9 e 10 giugno

Sergei Lavrov: “Abbiamo proposto all’Ue di creare un comitato simile al Consiglio Russia-Nato”

Sul nostro sito l’intervista rilasciata dal ministro degli Esteri russo al quotidiano “Kommersant” su

• le relazioni con la NATO e la Georgia, • l’abolizione dei visti con l’Ue, • l’entrata della Russia nell’Omc e altro ancora

Sulla scia della conferenza sul narcotraffico tenutasi a Mosca il 9 e 10 giugno, la Russia sta caldeggiando la comunità in-ternazionale - Usa e Ue in testa - perché vengano sradicate una volta per tutte le colture di oppio in Afghanistan, principale esportatore di eroina. Questa so-stanza stupefacente provoca ogni anno in Russia tra 30 e 40mila vittime. «Davanti ai no-stri occhi si delinea una nuova agenda globale: la minaccia delle sostanze stupefacenti è la nuova sfi da per il genere umano», ha detto il direttore del Servi-zio russo per il controllo degli stupefacenti Viktor Ivanov rila-sciando un’intervista esclusiva a Russia Oggi. La Nato invece si rifi uta di distruggere le col-ture perché teme di alienarsi i favori dei coltivatori afgani.

L’intervista esclusiva suwww.russiaoggi.it

Droghe La Russia a Usa e Ue: “La minaccia delle sostanze stupefacenti delinea una nuova agenda globale”

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02 RUSSIA OGGI WWW.RUSSIAOGGI.ITSUPPLEMENTO REALIZZATO DA ROSSIYSKAYA GAZETA (RUSSIA)

PER LA DISTRIBUZIONE CON NYT INTERNATIONAL WEEKLYAttualità

IN BREVE

ENOALIMENTARE PIATTI TRICOLORI A “EAT RUSSIA”A MOSCA SI MANGIA ITALIANO

Si è conclusa oggi la seconda edizione di Eat Russia, European art of taste, il progetto finanziato dall’Unione europea che ha colo-rato per dieci giorni di tricolore i menù dei ristoranti più glamour di Mosca e San Pietroburgo. Se-condo una recente indagine, la cucina italiana è al terzo posto nelle preferenze culinarie russe dopo quella nazionale e caucasi-

ca, staccando di almeno 10 punti percentuali tutte le altre, cinese e francese comprese. Una tendenza che ha favorito la nascita di nuo-vi ristoranti italiani soprattutto tra Mosca e San Pietroburgo. Gran-de successo anche per la settima edizione di Vinitaly Russia: nelle abitudini alimentari russe il vino infatti sta insidiando, talora sor-passandole, vodka e birra.

ARMIBERETTA GUARDA A IZHEVSK,LA CITTÀ DEL KALASHNIKOV

Izhevsk, la patria del famoso mi-tragliatore russo AK47 dove an-cora vive il suo inventore Mikhail Kalashnikov, potrebbe diventare la sede di una joint-venture della Russia con l’italiana Beretta per la progettazione e la produzio-ne di armi da fuoco sportive e da caccia, ma anche di pistole per i servizi speciali e per la polizia. La Beretta è interessata in particola-re all’ampliamento della gamma

produttiva, gli armaioli russi so-no invece interessati alle pistole di grosso calibro. Se l’accordo si concretizzasse, la Beretta potreb-be diventare il fornitore delle for-ze speciali di polizia e dei servizi segreti russi, trovando un merca-to ancora inesplorato dalle com-pagnie straniere. Secondo “Kom-mersant”, le vendite annuali della nuova joint venture ammontereb-bero a 35 milioni di euro.

TURISMOBOOM DI RUSSI IN ITALIAIL 40% IN PIÙ RISPETTO AL 2009

Quest’estate i russi tornano a vi-sitare l’Italia. Il mercato dell’area ha ripreso lo slancio dell’ulti-mo quinquennio, dopo un anno di stop dovuto alla crisi econo-mica. A dirlo è Carlo Biraschi, il direttore dell’agenzia di Mosca dell’Agenzia italiana del turismo (Enit). «Per quest’anno — precisa Biraschi — registriamo una cre-scita del 40 per cento dei turisti

russi che verranno in Italia, men-tre il 2009 per il bacino è stato pesante, con un perdita del 24 per cento dei flussi verso il Bel-paese».Diversi i motivi alle radici della ri-presa: il ritorno della fiducia per i consumatori russi oltre ad un ap-prezzamento del rublo sull’euro che ha reso i pacchetti italiani più convenienti.

TIM GOSLINGRUSSIA OGGI

Il Paese intende costruire 16

nuovi stadi da 70-300 milioni di

dollari l’uno in 13 città, tra cui

Mosca, San Pietroburgo e altri

centri con una scarsa tradizione

calcistica come Kaliningrad.

Dopo il Sudafrica e il Brasile, la Russia? Il Paese si è candi-data per ospitare i Mondiali di calcio 2018 o 2022, benché il progetto sia molto ambizioso. Per la Fifa, il Paese che ospita i campionati dovrebbe avere una dozzina di stadi da 40mila posti e uno da almeno 80mila per il match fi nale. Al momento sol-tanto lo stadio Luzhniki di Mosca da 84 mila posti è all’al-tezza dei parametri, benché altre strutture in costruzione desti-nate alle Universiadi di Kazan del 2013 e alle Olimpiadi inver-nali di Sochi del 2014 potreb-bero essere sfruttate. Il che fa-rebbe diventare sedi principali città con una scarsa tradizione calcistica come Kaliningrad, Ya-

Stando a quanto emerso da una fuga di notizie basata su un do-cumento redatto dal ministro degli Esteri Lavrov, il Cremli-no quest’anno vuole adottare una linea di politica estera più pragmatica e favorevole al com-mercio e stringere «alleanze volte alla modernizzazione» con almeno 14 membri dell’Ue. Dal canto loro, anche i principali membri dell’Ue stanno riveden-do i propri rapporti con la Rus-sia. Oltre alla Germania, da tempo il migliore alleato euro-peo di Mosca, anche la Francia ha recentemente rafforzato i propri rapporti con la Russia. Da quando in Polonia è cam-biato il partito al governo, anche Varsavia si è riavvicina-ta a Mosca, così come, in se-guito al cambiamento a Dow-ning Street, anche i rapporti con il Regno Unito ripartono su nuove premesse. Complessi rimangono invece i rapporti con gli Stati baltici, che però, a causa delle difficoltà economi-

nuato a tendere anche durante il recente Foro di San Pietro-burgo. «La Russia - ha promes-so - diventerà un Paese dove la gente vorrà venire per realizza-re il proprio sogno». Perché ciò avvenga, ha aggiunto Medvedev, le direttive della nuova politica russa saranno: modernizzazio-ne; investimenti (e per attrarli il Cremlino abolirà le tasse sull’aumento del capitale socia-le in caso d’investimenti diret-ti); un regime di concorrenza e un clima favorevole per gli af-fari secondo lo slogan “Aiutare a coltivare anche un giardino di meli”.

roslavl, Saransk e Sochi. I lavo-ri necessari per questa candi-datura contrastano con quella dell’Inghilterra che si basa su stadi già esistenti e di fama mondiale come il Wembley. Ma il presidente della Fifa Sepp Blatter, che ha defi nito la can-didatura inglese «la più facile al mondo da appoggiare», ha giudicato quella russa «di gran-de interesse». Ospitare i Mon-diali del 2018 o del 2022 dareb-be un incentivo enorme alle infrastrutture sportive e turisti-che. «Vi sono straordinarie op-portunità per gli affari. Mi ri-ferisco alle “infrastrutture aggregate”: alberghi e struttu-re cittadine», ha detto il primo vicepremier Igor Shuvalov. La Russia intende realizzare 16 stadi in 13 città - tra cui Mosca, San Pietroburgo, Kaliningrad, Rostov-sul-Don, Sochi, Sama-ra e Nizhny Novgorod - e spen-dere per ognuno tra i 70 e i 300milioni di dollari. La man-canza di alberghi e di stadi in Russia potrebbe alla fi ne anda-

re a suo vantaggio, in quanto la Fifa è interessata a promuove-re infrastrutture calcistiche in tutto il mondo. Gli altri candi-dati - tra cui Usa, Spagna-Por-togallo e Paesi Bassi-Belgio - hanno già strutture di questo tipo. Una commissione della Fifa arriverà in Russia il 16 agosto per visitare le città elencate nella proposta di candidatura. I Paesi che si saranno aggiudicati le edi-zioni 2018 e 2022 saranno an-nunciati il dicembre.

La mancata qualificazione 2010

Contrariamente ai suoi exploit nei Campionati europei, i risul-tati della Russia ai Mondiali sono deludenti se si tiene conto delle dimensioni del Paese. Se in passato la squadra dell’Urss

è approdata ai quarti di fi nale solo tre volte conseguendo il suo migliore risultato nel 1966 per-dendo 2-1 contro la Germania Ovest nelle semifi nali, la squa-dra russa non è riuscita a mi-gliorare le sue prestazioni. Eli-minata al primo round due volte – nel 1994 e nel 2002 – ha de-luso anche in seguito – nel 1998 e nel 2006 – non riuscendo ad arrivare alle fi nali. Non essere riuscita a qualifi car-si per il Mondiale in corso in Sudafrica è stato uno smacco che ha irritato nella stessa mi-sura opinione pubblica e poli-tici, tanto che l’allenatore olan-dese Guus Hiddink – molto amato dopo gli Europei 2008 che avevano visto i russi arri-vare a due passi dalla gloria – è stato rimosso dal suo posto. La candidatura russa a ospita-re le prossime edizioni dei Mon-diali lascia perciò prefi gurare ingenti investimenti anche nel mondo del calcio, per migliora-re le performance della nazio-nale.

Il presidente russo Medvedev fra il Presidente della Commissione

Ue Barroso (a sinistra) e il Presidente Ue Van Rompuy (a destra)

che, hanno iniziato a stabilire con Mosca dei rapporti più pragmatici. I Paesi dell’Euro-pa meridionale, invece, deside-rano avvicinarsi a Mosca per-ché desiderosi di attrarre capitali russi.

LIFE_VOSTOCK-PHOTO

LIFE_VOSTOCK-PHOTO

MIKHAIL MEDVEDEV_ITAR-TASS

Dalla Russia mano tesa all’Europa

Febbre Mondiale 2018-22Calcio La Fifa giudica “di grande interesse” la candidatura russa ai prossimi Campionati

L’assegnazione delle prossime

due edizioni verrà annunciata

a dicembre. In corsa anche In-

ghilterra e Stati Uniti

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

''Siamo cambiati perché il mondo intero è cambiato. La Russia diventerà un Paese

dove la gente vorrà venire per realizzare il proprio sogno.

IL CAMBIAMENTO

D. Medvedev

Durante il summit di Rostov-sul-Don, a ogni modo, la Rus-sia ha metaforicamente teso una mano che i leader dell’Ue hanno afferrato con entusia-smo.Mano che Medvedev ha conti-

“Vi sono straordinarie opportunità per gli affari”, ha detto il primo vicepremier Igor Shuvalov

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RUSSIA OGGI WWW.RUSSIAOGGI.ITSUPPLEMENTO REALIZZATO DA ROSSIYSKAYA GAZETA (RUSSIA)

PER LA DISTRIBUZIONE CON NYT INTERNATIONAL WEEKLY

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Scienza

[email protected]

russiaoggi.it/lettere

Nel modulo abitativo le condi-zioni di vita sono spartane. La cucina consiste in un forno a mi-croonde e il salotto in un televi-sore. Lo spazio personale è limi-tato alle sole camere per una superfi cie di tre metri quadra-ti. I contatti con la Terra saranno assicurati, ma rigorosamente ra-zionati. Elena Feichtinger, re-sponsabile del progetto per l’Esa, fungerà da mediatore tra i “pri-gionieri” e il mondo esterno e precisa: «Potranno inviare mes-saggi stringati ai loro parenti più intimi che a loro volta li terre-mo al corrente degli avvenimen-ti più importanti che accadono nel mondo. Ogni scambio d’in-formazione dovrà però passare al vaglio degli psicologi».Mars500 è una sorta di “Gran-de Fratello” scientifi co: grazie a 70 telecamere la vita degli abi-tanti del modulo sarà tenuta sotto controllo 24 ore al giorno da un medico e da un tecnico che interverranno in casi di grave emergenza. I volontari, in ogni caso, sono addestrati a su-perare ogni sorta di eventuali-tà. Non appena la navicella avrà raggiunto nella simulazione una certa distanza dalla Terra, ci sarà un ritardo di circa 40 mi-nuti nella trasmissione e nella ricezione dei messaggi e nessun

In viaggio In viaggio verso Marteverso Marte...per finta...per finta

L’Italia sta partecipando

all’esperimento iniziato 25

giorni fa curando

l’alimentazione dei volontari,

ma anche coordinando

molteplici ricerche.

Per i sei cosmonauti un anno e mezzo di dieta “made in Italy”Nello spazio Sono italiani i cibi presenti sul modulo di Mars 500, la simulazione completa di una missione sul Pianeta rosso

soprattutto, che non scadano visto che l’isolamento stavolta durerà 520 giorni. Sul modulo marziale però non è solo il cibo a essere italiano. Il gruppo bolognese Coswell ha fornito prodotti per il benesse-re e la cura del corpo targati Istituto Erboristico L’Angelica, Vitermine e Sekura Medical, mentre ad avere progettato al-

cuni dei molteplici esperimen-ti a cui si stanno sottoponendo i sei volontari sono stati ricer-catori dell’Alma Mater di Bolo-gna, dell’Università degli Studi di Milano, del Centro Extreme di Pisa e dell’Università della Tuscia.

logna, spiegando che stress e isolamento avevano anche pro-vocato «un rallentamento dei tempi di svuotamento gastrico» e del «transito intestinale». Sta-volta diverse aziende italiane, dalla Colussi alla Granarolo e alla Valsoia, hanno invece lavo-rato perché i cosmonauti man-gino cibi non solo sani, ma anche ad alto contenuto energetico e,

I prodotti per il benessere del corpo usati dall’equipaggio sono stati forniti da un gruppo bolognese

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

520 i giorniimpiegati dall’equipag-gio per andare e tor-nare (virtualmente) da Marte ed esplorare il pianeta

6 i volontariche partecipano al programma “Mars 500”, risultato del-la collaborazione tra Imbp e Esa

70 le telecamere che seguirano i sei ricercatori trasmettendo i video al dottore di turno e alla squadra di ingegneri

I NUMERI

''I volontari potranno inviare ai loro parenti messaggi stringati, che però dovranno

passare al vaglio degli psicologi

LE COMUNICAZIONI

E. Feichtinger

INTERVISTA CON DIEGO URBINA

“È sempre stato il mio sogno”

CITTADINANZA: ITALIANA

ETÀ: 27

RESIDENZA: TORINO

Urbina è nato a Bogotà 27 anni fa da padre colombiano e madre ita-liana. Nel 2002 è arrivato a Torino dove risiede. “Russia Oggi” lo ha in-tervistato alla vigilia dell’inizio della missione Mars500.

Urbina, come è venuto a cono-

scenza del progetto?

Consulto regolarmente il sito dell’Esa e ho letto l’annuncio. Avevo i requisiti (una laurea in Aeronautica e un master in Studi spaziali) e mi sono candidato.

Cosa l’attira del progetto?

Mi piacerebbe prendere parte a ve-re missioni nello spazio. Nell’atte-sa è già un grande onore prendere parte a questo programma.

Cosa pensa di questa collabora-

zione russo-europea?

La collaborazione con i russi è in-dispensabile: hanno un’esperienza inestimabile. In ogni caso, un vero volo su Marte si potrà realizzare sol-tanto con sinergie internazionali.

Com’ è stato l’addestramento?

Appassionante. Scienziati e ricerca-tori di tutto il mondo ci hanno rac-contato che tipo di esperienze vi-vremo. La cosa più interessante e più difficile è stata imparare a so-pravvivere in condizioni estreme.

Ha dei timori?

Temo soprattutto gli effetti psico-logici della vita in un luogo chiuso. Per ridurre al minimo le difficoltà, ho scaricato interamente Wikipedia e sto portando con me fotografie, musica, film, giochi.

Che rapporti ha con gli altri mem-

bri dell’equipaggio?

Ci capiamo bene e andiamo d’ac-cordo. In un anno e mezzo sarà ine-vitabile che sorgano tensioni, ma sono sicuro che riusciremo a risol-vere ogni problema.

La sua famiglia ha approvato la

sua scelta?

È molto fiera di me. Sa che il mio sogno è sempre stato una missione spaziale e mi appoggia incondizio-natamente.

venticinquesimo giorno, stavol-ta infatti si mangiano prodotti “made in Italy”.Durante una precedente simu-lazione durata appena 105 gior-ni, i volontari «mangiarono ma-lissimo, per questo si è pensato al coinvolgimento dell’Italia», ha raccontato Enrico Roda, di-rettore del reparto di Gastroen-terologia del Sant’Orsola di Bo-

L’esperimento “Mars 500”

manichino di ultimissima gene-razione che si lascia perfi no in-tubare. Una delle tante eserci-tazioni a cui i cosmonauti si sono prestati molto coscienzio-samente prima del 3 giugno. Prima di “decollare” a giugno, gli astronauti diretti su Marte hanno impiegato infatti alme-no quattro mesi ad allenarsi quotidianamente e a imparare anche a conoscersi. Certo, non è del tutto estranea dalla loro mente la sensazione di partecipare a un grande gioco di ruolo, ma questa con-sapevolezza non dovrebbe avere una grande infl uenza sui risul-tati fi nali dell’esperimento. Un vero viaggio vero Marte com-porta grandi pericoli ed enor-mi sacrifi ci. La motivazione, in ogni caso, è proporzionale al rischio. La simulazione natu-ralmente comporta meno peri-coli e quindi anche minore mo-tivazione. Ma che si tratti di prendere parte a “un piccolo passo in più per l’umanità” o

di mettere alla prova i propri limiti, è con unanime soddisfa-zione – e «con grande orgoglio per la propria famiglia», ha assicurato Diego Urbina – che i sei volontari si sono trasfor-mati nelle fi ere cavie di un pro-getto vecchio quanto l’astro-nautica stessa.

intervento potrà dunque essere eseguito in comunicazione di-retta. Dopo aver simulato 240 giorni di viaggio verso Marte, tre dei sei volontari simuleran-no l’esplorazione del Pianeta rosso, indossando autentici sca-fandri “Orlan-E”. «Stiamo sperimentando meto-di di pronto soccorso utilizza-bili senza una specifi ca forma-zione medica», ha spiegato Julien Graf, interno alla facol-tà di Medicina dell’università di Magonza, prima di mostrare come si pratica una rianima-zione cardio-polmonare su un

Il mondo si vede così dallo

scafandro che indosseranno i

tre volontari che simuleranno

una discesa sul Pianeta rosso

Il cibo italiano vola verso Marte. Alla missione Mars 500 che si-mula il viaggio dalla Terra al Pianeta rosso, giunta oggi al suo

Sondaggi e video su Mars500 suwww.russiaoggi.it

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04 RUSSIA OGGI WWW.RUSSIAOGGI.ITSUPPLEMENTO REALIZZATO DA ROSSIYSKAYA GAZETA (RUSSIA)

PER LA DISTRIBUZIONE CON NYT INTERNATIONAL WEEKLYEconomia

A Mosca va di moda il mangiar sanoAlimentazione Sui banchi dei supermercati della capitale hanno iniziato a fare la loro comparsa i primi prodotti biologici e salutistici

NATALIA FEDOTOVARUSSIA OGGI

Dopo essersi lasciati alle spalle

l’epoca del deficit alimentare, i

russi scoprono i chili di troppo

e iniziano a fare più attenzione

alla qualità dei prodotti che

acquistano.

Secondo il dipartimento della

Sanità pubblica, il 38% dei

moscoviti è in sovrappeso, il

doppio rispetto a 12 anni fa

I russi mangiano

spesso al fast food?

Se un cittadino dell’Unione So-vietica si fosse ritrovato in uno qualsiasi degli odierni negozi di alimentari, avrebbe pensato di aver vinto a sorpresa un viag-gio premio nel paradiso degli alimentari. Conquistarsi un pezzo di salame per la colazio-ne, anche quello meno caro, nell’Urss costava non poca fa-tica. Oggi invece gli amanti della buona tavola hanno solo l’im-barazzo della scelta, ma poi de-vono fare i conti con la salute e con il soprappeso.«A causa dei chili di troppo, il mio cuore era diventato come il bicipite di un culturista. I dot-tori mi hanno detto che se non avessi iniziato subito a perdere peso, il mio cuore avrebbe po-tuto cedere», dice Ivan Butman, ex sportivo, oggi uno dei diri-genti della banca Srednij Mo-skovskij. «Sono dovuto passare agli alimenti con un ridotto con-tenuto di grassi». Ivan non è l’unico moscovita in queste con-dizioni. Secondo i dati del di-partimento della Sanità pubbli-ca di Mosca, il 38% dei mosco-viti è in sovrappeso, il doppio rispetto a 12 anni fa.Negli ipermercati di Mosca per-ciò sono apparse porzioni sin-gole di insalate, yogurt che ab-bassano i livelli di colesterolo e

latticini con una percentuale di grassi quasi nulla. Sono arriva-ti i prodotti biologici che raf-forzano la fl ora batterica inte-stinale e quelli che riducono il livello di glucosio nel sangue o il rischio di diabete. «Adesso la mattina mangio solo gli yogurt che compro nel supermercato più vicino dopo il lavoro. Ora per mangiare spendo di più», aggiunge Butman.

Il mercato dei cibi saniUna delle cause fondamentali della lentezza con cui si sta svi-luppando il mercato del “man-giar sano” in Russia è la man-canza di una cultura consumi-stica e di un interesse della po-

polazione per questo tipo di prodotti. Ne è convinta l’esper-ta dell’Unione Ecologica di San Pietroburgo Natalia Galecjan. «O meglio, l’interesse c’è, ma manca la fi ducia. Il consumato-re russo ha un atteggiamento molto scettico», constata la Ga-lecjan. «Anche la crisi che ci ha colpito nel 2008 ha segnato una battuta d’arresto per il nascen-te interesse dei russi verso il seg-

mento degli alimenti salutisti-ci». «L’interesse dei consumato-ri russi per i prodotti alimenta-ri sani al momento è ridotto a causa del loro prezzo», spiega la partner del Retail Training Group Elena Komkova. I prezzi dei pro-dotti “sani” in media sono più alti del 20-30% rispetto ai co-muni prodotti alimentari.Ma ben presto la situazione po-trebbe cambiare in maniera ra-dicale. Il Rospotrebnadzor (l’or-ganismo federale di sorveglian-za per la difesa dei diritti dei consumatori e del benessere dei cittadini) intende fissare le norme e i principi per un’ali-mentazione sana già alla fi ne di quest’estate; ciò dovrebbe per-

mettere ai produttori e ai con-sumatori di orientarsi meglio e accrescerà la fi ducia verso i pro-dotti salutistici.Nonostante i ritmi di crescita ancora lenti, il potenziale di svi-luppo del mercato degli alimen-ti salutistici in Russia è piutto-sto alto. Per fare un confronto, negli Usa il mercato dei pro-dotti confezionati sui quali il produttore scrive “biologico” nel 2007 è cresciuto del 19,3%. Anche la Russia, dove il man-giar sano comincia a essere pro-pagandato anche dalla tv, si ade-guerà alla tendenza generale se i produttori saranno in grado di garantire una produzione ade-guata per qualità e prezzi.

SeverEnergia, la joint-venture tra Gazprom, la società russa che detiene il monopolio delle esportazioni di gas, ed Eni ed Enel, le due maggiori aziende italiane produttrici di energia, mira a triplicare la produzione di gas entro i prossimi dieci anni e a diventare così uno dei più grandi produttori energetici eu-ropei.Dopo aver mantenuto basse le tariffe energetiche per buona parte degli ultimi vent’anni nel tentativo di frenare l’infl azione, questo mese il Cremlino le au-menterà rapidamente sino a portarle all’80 per cento dei li-velli europei entro il 2013 ren-dendo così il comparto molto

NICK WATSONBUSINESS NEW EUROPE

La prima società italo-russa

attiva nell’esplorazione e

produzione di idrocarburi mira

a triplicare la produzione entro

dieci anni e a diventare così

uno dei maggiori produttori

energetici europei.

SeverEnergia, l’asse energetico italo-russoIdrocarburi La joint venture tra il monopolio russo Gazprom e le aziende italiane Eni ed Enel andrà a regime il prossimo anno

Preparativi nella baia di Portovaya in vista della cerimonia d’inau-

gurazione dei lavori di costruzione del gasdotto “Nord Stream”

più profi cuo per le aziende. La joint-venture italo-russa andrà a regime a partire dal 2011 ed entro il 2020 produrrà dai 25 ai 30 miliardi di metri cubi l’an-no, ossia 542mila barili di greg-gio al giorno, circa il 5 per cento della produzione complessiva russa di idrocarburi.Eni ed Enel avevano rivelato una quota della divisione Gaz-

prom Neft, ramo del gigante energetico russo, e di alcuni gia-cimenti di gas per un corrispet-tivo di 5,8 miliardi di dollari nel 2007 nell’ambito della contesta-ta liquidazione da parte dello Stato del colosso petrolifero russo privato Yukos. A marzo Gazprom però ha ultimato il versamento di 1,6 miliardi di dollari per rilevare il 51% della

quota pattuita nella joint ven-ture italo-russa portando le quote di Eni ed Enel al 29,4 e al 19,6 per cento. Enel ha intenzione di utilizza-re la sua quota per rifornire la sua centrale energetica in Rus-sia, Enel Ogk-5, nel momento in cui il mercato energetico è soggetto a una deregulation e a una liberalizzazione dei prezzi e in cui si prevede che in Euro-pa la domanda di gas cresca mentre la produzione dovrebbe calare. Secondo previsioni in-dipendenti, le importazioni eu-ropee di gas saliranno a 415 mi-liardi di metri cubi l’anno entro il 2020 e a 500 entro il 2030. «Purtroppo - ha detto l’ad di Gazprom Alexei Miller - la crisi continua ad avere infl uenze ne-gative sui consumi di gas. Men-tre alla fi ne del 2009 e nel primo trimestre del 2010 abbiamo as-sistito a una crescita dinamica della domanda di gas nei Paesi dell’Ue, la situazione dei consu-mi a maggio modifi cherà al ri-basso questo trend positivo».

Il consumo di prodotti alimentari

in base alle diverse fasce di età

Prodotti

alimentari

(gr/giorno)

18-29 anni 30-44 anni 45-59 anni60 anni

e più

Dose

giornaliera

raccomandata

Pane e farinacei 336 362 348 326 250-350

Patate 198 195 198 183 150-190

Verdure 163 196 196 148>400

Frutta 108 110 112 96

Grassi 60 62 56 46 30

Latticini 555 539 539 533 600-800

Carne 143 143 124 85 85

Pesce 21 24 23 17 30-50

Zucchero e dolciumi 74 68 61 52 50

“L’interesse dei consumatori russi per i cibi light è in parte frenato dai prezzi in media più alti”

SeverEnergia vuole rispondere alla crescente domanda europea

Un viaggio attraverso l’Italia seguendo le orme dei più

celebri scrittori russi

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RUSSIA OGGI WWW.RUSSIAOGGI.ITSUPPLEMENTO REALIZZATO DA ROSSIYSKAYA GAZETA (RUSSIA)

PER LA DISTRIBUZIONE CON NYT INTERNATIONAL WEEKLY

05

Economia

Il salone delle auto di lusso di

Mosca. Nei primi quattro mesi

dell’anno in Russia sono state

vendute oltre 330mila vetture.

L’industriadelle quattro ruotetorna a decollare

Automobili / 1 Dal governo 263 milioni di euro di aiuti

CLARE NUTTALLRUSSIA OGGI

Un programma statale

d’incentivi alla rottamazione ha

aiutato le case automobiliste

russe a risollevarsi dopo la

recessione globale che le aveva

duramente colpite.

Quest’anno, complice anche un programma statale d’incentivi alla rottamazione, le vendite nel settore auto sono aumentate per la prima volta dall’ottobre 2008. A riferirlo è stato David Tho-mas, presidente della Commis-sione dei produttori di automo-bili presso l’Associazione delle imprese europee. Nel 2009 l’economia russa si è contratta di circa il 7,9 per cento, ma le case automobilistiche sono arrivate quasi alla paralisi non appena le vendite sono drasti-camente crollate. Molte fabbri-che hanno chiuso i battenti e messo in cassa integrazione molti operai. Seguendo l’esempio americano, il Cremlino ha perciò stanziato 10 miliardi di rubli, pari a 263 milioni di euro, per un program-ma di incentivi statali alle ven-dite di automobili “made in Russia”. Grazie a esso sono già stati erogati 200mila fi -nanziamenti e sono state vendute 65.000 automo-bili.Anche la produzione au-tomobilistica russa – rife-risce Asm Holding, società che sorveglia l’industria au-tomobilistica del Paese – è sa-lita aumentando del 52,7 per cento fi no a raggiungere le 330.321 unità vendu-te nel periodo gennaio-aprile di cui 155.291 di marchi esteri, e 127.449 di fabbricazione russa. Solo questo mese Avto-vaz ha messo in produzio-ne 56.700 automobili e pre-

vede di produrre entro la fi ne del 2010 570mila unità, ovvero un terzo della produzione com-plessiva di auto russe. Si preve-de infatti che per il 2010 la pro-duzione del settore auto continuerà ad aumentare sino ad arrivare a 1,4 milioni di unità, pari a circa la metà di quelle prodotte in Russia prima della crisi economica globale. Ma le difficoltà per le case au-tomobilistiche non sono del tutto fi nite: i produttori russi di acciaio lo scorso mese hanno aumentato il costo del metallo per l’industria del 20 per cento e Avtovaz si è vista costretta a operare una ristrutturazione ta-gliando il personale dai 12mila operai dell’estate scorsa agli odierni 72mila. Una riduzione dolorosa se si considera che l’economia locale della città di Togliattigrad si regge in tutto e per tutto sulla fabbrica Avto-vaz. In ogni caso, al di là delle difficoltà contingenti, il futuro del mercato automobilistico russo rimane roseo: la Russia spicca nell’Europa emergente come uno dei migliori perfor-mer e pochi dubitano che nel medio periodo riuscirà a rigua-dagnare la sua posizione di primo produttore automobili-stico in Europa. Molti produttori stranieri con-tinuano a investire in fabbriche russe. Come Hyundai-Kia, la joint venture coreana, che inve-stirà 450 milioni di dollari in tre grandi impianti russi per produrre fi no a 500mila vettu-re l’anno con un ritmo che au-menterà di un quinto la produ-zione totale russa di automobi-li. O Renault, Volkswagen e Ford (rispettivamente al terzo, quar-to e quinto posto nella classifi -ca dei più importanti costrut-tori di automobili in Russia) che continuano a programmare in-vestimenti a breve scadenza.

La Volkswagen lancia una nuova low-cost in Russia

La casa automobilistica tedesca Volkswagen lo scorso mese ha lanciato un nuovo modello di au-tomobile progettato esclusiva-mente per il settore più basso del mercato automobilistico russo in fortissima espansione. L’automobi-le in questione si basa sul modello Polo della casa automobilistica te-desca e sarà prodotto nello stabi-limento di Kaluga. Il nuovo model-lo costerà 399mila rubli (12.500

dollari). Tra le sue caratteristiche peculiari c’è il telaio montato su ruote più alte del normale, così che la scocca dell’automobile sia maggiormente protetta nel caso in cui si guidi lungo le strade russe disseminate di numerose buche. Sarà anche l’unico modello sul mercato ad avere sei marce.In questo particolare settore la concorrenza è già agguerrita te-nuto conto delle offerte simili di

MIKHAIL LVOVRUSSIA OGGI

Alle Fiat, i russi preferiscono

altre utilitarie straniere. Eppure

i veicoli commerciali Doblò e

Ducato sono tra i più comprati

a testimonianza del fatto che

non si dubita dell’affidabilità

delle marche tricolori.

Ai russi piacciono le “tedesche” e le “giapponesi”Automobili / 2 Stereotipi e una politica di marketing poco aggressiva tra le ragioni dell’impopolarità delle macchine italiane

Ci fu un tempo in cui la Fiat aveva conquistato la Russia. Nel 1970 l’Urss acquisì il diritto di produrre il modello Fiat 124. Venne alla luce la Vaz 2101 (Lada 1200) – forse la più fa-mosa tra le auto sovietiche. Ma l’antica trasformazione del mo-dello 124 nella Vaz 2101 costi-tuì uno svantaggio per la Fiat. La marca italiana fu associata all’ormai superata Vaz. Proba-bilmente questa è una delle cause dell’attuale scarso succes-

so delle macchine italiane in Russia: secondo i dati di “Аvtostat”, infatti, a gennaio in Russia sono state vendute sol-tanto 191 autovetture Fiat a fronte delle migliaia delle altre marche straniere, soprattutto te-

Una Ferrari in un centro cittadino russo

Nella capitale e nell’intera regione di Mosca solo sei concessionarie vendono vetture Fiat

Nel 2009 le vendite erano crollate. Molte fabbriche avevano chiuso i battenti licenziando gli operai

I produttori stranieri di automobili stanno continuando a investire in Russia realizzando nuovi impianti

desche, giapponesi e america-ne. Quanto ad Alfa Romeo, se-condo i dati dell’Associazione russa per gli affari con l’Euro-pa, nel 2009 ne sono state ven-dute 111 mila in tutto il mondo, di cui solo 104 in Russia.Le ragioni del successo delle “tedesche” e delle “giapponesi” sono racchiuse anche negli ste-reotipi culturali: l’opinione che i tedeschi si distinguano per precisione e approccio razio-nale alle cose, mentre gli ita-liani per bellezza, design, arte, idee ingegneristiche e artisti-che. Un terzo motivo risiede nell’at-teggiamento passivo degli stes-si marchi italiani. Non c’è una politica aggressiva, una pub-blicità agguerrita. La Fiat ha aperto una rappresentanza in joint venture con la compagnia

russa Sollers, ma nella capita-le e nell’intera regione di Mosca ci sono solo sei concessionarie ufficiali che commercializzano le vetture Fiat. Altre quattro si trovano a San Pietroburgo, e tre sono a Rostov sul Don. Nella maggior parte delle altre città ce n’è una sola. Se si confron-tano questi numeri con quelli dei brand più apprezzati, il quadro è desolante. Nella sola Mosca, Volkswagen e Hyundai hanno una ventina di conces-

sionarie ufficiali ciascuna. To-yota e Mazda – una dozzina. La Ford ne ha diciotto. Quan-to ad Alfa Romeo, non ci sono più rivendite dove si possa ac-quistare un’auto nuova. Ci sono però delle auto italia-ne che si vendono bene. Si trat-ta dei veicoli commerciali Fiat (Doblò e Ducato) che, sempre nel gennaio 2010, sono risulta-ti al terzo posto nella classifi -ca di vendita di veicoli com-merciali stranieri più venduti. Il fatto che, nel gennaio 2010, Fiat si sia aggiudicata il 7,2% del segmento commerciale, te-stimonia, seppure in modo in-diretto, come non ci sia da la-mentarsi della qualità e dell’affidabilità delle macchi-ne italiane. Ora non resta che convincere i compratori delle comuni autovetture.

Chevrolet Aveo, Renault Logan e Ford Focus per quanto riguarda le case automobilistiche stranie-re e di Kalina prodotta dalla casa automobilistica a controllo stata-le Avtovaz, venduta sul mercato per 250mila rubli. Sinora gli im-pianti della fabbrica Volkswagen a Kaluga erano stati utilizzati per produrre Tiguan e Skoda Octavia, costruite a partire da kit comple-tamente assemblabili.

Il calo

delle vendite

nel 2009

a confrontoMarussia B2, la prima supercar russa

191LE AUTOVETTURE FIAT

vendute in Russia a gennaio

Russia

53%

Europa centrale e orientale

12%

Stati Uniti

21%

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06 RUSSIA OGGI WWW.RUSSIAOGGI.ITSUPPLEMENTO REALIZZATO DA ROSSIYSKAYA GAZETA (RUSSIA)

PER LA DISTRIBUZIONE CON NYT INTERNATIONAL WEEKLYOpinioni

I “piani segreti” del Cremlino e del ministero degli Esteri per migliorare i rapporti con l’Occidente sono diventati ar-

gomento di dibattito tra gli ana-listi di politica estera e la stam-pa. Tutto ciò ha avuto inizio con la pubblicazione di un docu-mento del ministero degli Este-ri pervenuto il mese scorso a Russian Newsweek, che illustra in che modo la Russia potreb-be sfruttare alcuni fattori ester-ni per modernizzare il Paese e rafforzare la propria posizione nell’arena globale. Secondo il documento, dopo la crisi fi nan-ziaria mondiale, i leader globa-li tradizionali – come Usa e Ue – starebbero perdendo il loro vantaggio e la Russia dovrebbe sfruttare questa tendenza cre-ando «alleanze per la moder-nizzazione» utili a promuovere il suo sviluppo e a rafforzare la sua posizione a livello interno e globale. La Russia dovrebbe aiutare l’Ue a risolvere i suoi problemi internazionali più im-portanti e in cambio l’Ue do-vrebbe rispondere alla propo-sta del Cremlino di una nuova compagine europea per la sicu-rezza. Il messaggio lanciato all’Europa è che la Russia au-spica sì più solidi e stretti rap-porti con l’Ue, ma su un piano d’eguaglianza. Mosca scommet-te in particolare su Italia, Ger-mania, Francia e Spagna, men-tre restano freddini i rapporti con la Gran Bretagna.Che il rafforzamento degli in-teressi economici in Occidente e degli interscambi d’affari siano prioritari, non è una novità: per buona parte della sua presiden-za, Putin ha cercato di instau-rare rapporti di collaborazione

All’interno dell’Ue il Cremlino considera prioritari i rapporti con Italia, Germania, Spagna e Francia

mente più bilanciate. Le parti hanno ammesso di avere en-trambe i loro limiti. E a fine aprile il presidente Dmitri Med-vedev ha fatto una dichiarazio-ne rivoluzionaria durante un’in-tervista a un giornalista danese: quando gli è stato chiesto che volto il suo Paese dovrebbe mo-strare al mondo esterno, Med-vedev ha sorriso e ha detto: «La Russia deve avere lo stesso sor-riso che ho io adesso. Se questo volto fosse quello della Russia o di chi sorride agli altri Paesi, credo che sarebbe proprio quel-lo giusto». Oltre a ciò, ha ag-giunto, la Russia non dovrebbe «digrignare i denti, arrabbiarsi, offendersi o tenere il muso nei confronti di nessuno». Nessun leader russo prima d’ora si era mai espresso così. I rapporti di Mosca con l’Occi-dente stanno cambiando dav-vero, ma non perché la prima abbia inaugurato una nuova strategia. Il documento del mi-nistero degli Esteri illustra i me-desimi obiettivi del passato, semmai li defi nisce con maggior chiarezza. Le tattiche forse stan-no facendosi più fl essibili.Se la politica di Putin era sintetizza-bile in gran parte nel motto «chiunque ci offenda non so-pravvivrà che tre giorni», dichia-razione che fece nel 2000, la for-mula scelta da Medvedev a dieci anni di distanza è sicuramente positiva: «Sorridiamo a chi ci sorride». Questo recentissimo sforzo di pragmatismo potreb-be dimostrarsi più producente, sempre che fattori imprevedi-bili esterni o interni non soprag-giungano a interferire.

L’autore è il direttore di “La Rus-sia nella politica globale”

L’autore ha pubblicato il volu-me “Mosca: le chiese riemerse”

Articolo apparso su Moscow Times

L’autore è il caporedattore della rivista “Business New Europe”

DALLA FIEREZZA DI PUTIN AL SORRISO DI MEDVEDEV

SE LA DEMOCRAZIA SI COLORA DI BLUBen Aris

RUSSIA OGGI

Fedor

Lukjanov ANALISTA POLITICO

La seccatura più grande per chi vive a Mosca è sicuramente il traffico, ma non i suoi leggenda-

ri ingorghi, bensì la prepoten-za delle costose Bmw, Audi e Mercedes che sfoggiano lam-peggianti blu sul tetto e per-corrono le strade in modo tal-mente noncurante che occorre tenere costantemente il piede sul freno per evitare di essere tamponati. Adesso, però, per le strade della capitale è in corso una piccola rivoluzione politica perché i mo-scoviti ne hanno davvero abba-

stanza. Gli automobilisti russi hanno iniziato a posizionare sui tetti dei loro bolidi dei secchi blu che assomigliano ai lampeg-gianti - noti con il nome di mi-galki in russo - di cui sono do-tate le auto di servizio e di cui si servono i loro conducenti per arrogarsi il diritto di ignorare le regole del codice della stra-da, anche se in teoria potrebbe-ro farlo soltanto quando sono in servizio per un’emergenza. Negli anni Novanta, nei tempi in cui vigeva la legge del cane-mangia-cane, gli automobilisti di macchine costose potevano guidare impunemente e a loro piacimento, in quanto una maz-zetta di pochi rubli era suffi-ciente a corrompere la venale

polizia stradale per far ritor-no dopo poco nel traffico. Le regole del codice della strada sono diventate un’optional e di conseguenza la Russia detiene uno dei peggiori record euro-pei in fatto di sicurezza stra-dale. Nel 2009 ci sono stati circa 200mila incidenti stra-dali che, secondo il ministro degli Interni, hanno provocato

la morte di quasi 31mila per-sone.Adesso che per il russo medio la vita sta migliorando, l’abitu-dine di guidare in modo aggres-sivo sta lasciando pian piano il posto a comportamenti miglio-ri. Alcuni automobilisti ancora non vi permetteranno tanto fa-cilmente di imboccare la stra-da principale da una traversa secondaria, né vi lasceranno lo spazio necessario ad attraver-sare un incrocio, ma se doveste fare voi simili cortesie, è proba-bile che ricevereste un rapido segnale luminoso di ringrazia-mento con i fari.Perciò la classe media emergen-te sta diventando sempre più intollerante nei confronti di co-

loro che infrangono il codice della strada. A maggio è esplo-so un tafferuglio quando una Mercedes S600, con il lampeg-giante blu acceso, è passata con il rosso in pieno centro a Mosca schiantandosi contro una ber-lina verde Bmw. La Mercedes è risultata intesta-ta al governatore del Dagestan nonché miliardario Suleiman Kerimov e la polizia inizialmen-te ha negato che ci fosse stato un incidente. È stato soltanto quando numerosi testimoni hanno postato le foto su Inter-net, sollevando l’opinione pub-blica, che un uomo si è presen-tato in tribunale dove è stato multato di 100 rubli (2 euro e mezzo) per essere passato col

semaforo rosso. Pare, in ogni caso, che il pro-blema non stia sparendo da solo. In azione, insomma, è entrata la classe media. I proprietari di automobili sono tra le forze po-litiche di base meglio organiz-zate nel Paese e hanno già dato vita a proteste di massa per l’al-to prezzo della benzina, per i dazi sulle importazioni e per la corruzione che dilaga tra la po-lizia stradale. Adesso si stanno facendo anco-ra più ardimentosi: per quanto strano possa sembrare, la de-mocrazia oggi ha un secchio blu in testa.

La classe media sta diventando più intollerante nei confronti di coloro che infrangono il codice della strada

con l’Occidente. Tutti questi pro-getti però non sono andati a buon fi ne. Competitività, invi-dia e affermazioni infervorate hanno messo in secondo piano qualsiasi approccio pragmati-co. Gli atteggiamenti di Putin e il suo peculiare senso dell’umo-rismo non hanno poi funzio-nato granché bene in Occiden-te. Putin – che ha sempre disprezzato l’ipocrisia politica internazionale e ritenuto una virtù la sincerità pubblica - è riuscito a trovare un linguaggio comune solo con pochi politici occidentali. Ma non è bastato a instaurare rapporti più intimi con l’Occidente in senso lato. Oggi le relazioni sono sicura-

con i partner occidentali che fos-sero reciprocamente profi cui e vantaggiosi. Dall’idea, ora di-menticata, dei “debiti per gli in-vestimenti” del 2000 al propo-sito di costruire rapporti basati su uno “swap” di asset energetici nel 2005, tutte le sue proposte erano fi nalizzate a un avvicinamento a tutto campo

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IL MURO DEI VISTI RUSSIA-UE

È caduto il Muro di Berli-no, è finita la Guerra Fredda, ma non crolla il muro dei visti che l’Unio-

ne europea ha eretto nei con-fronti della Russia, una danno-sa, costosa e fastidiosa barriera dove si perde il fi lo della logica che si può misurare nella lun-ghezza delle code di gente fuori dai consolati in attesa dell’ago-gnato visto.A fine maggio, a Rostov-sul-Don, si è tenuto un vertice tra Ue e Russia: piatto forte elimi-nare i visti per consentire a uo-mini e merci di circolare libe-ramente. Dmitri Medvedev ha consegnato a Josè Manuel Bar-roso il testo del provvedimento adottato dal governo russo. «Noi siamo pronti, anche da doma-ni», ha affermato il leader russo. Perché tardare ancora un’inte-sa che sta nelle cose da tempo, che penalizza l’economia di due realtà con rapporti economici, turistici e culturali intensi non foss’altro per la vicinanza geo-grafi ca? Anche Francia e Ger-mania sono in piena sintonia con l’Italia, a frenare sono i Paesi dell’Est che di recente hanno aderito all’Ue. I proble-ma dei visti è fi nito in una secca politica. Gli italiani hanno una valida ragione per essere pre-occupati: il 2011 è “l’anno della cultura” con la Russia. Nel corso del 2009, sono stati ri-lasciati a cittadini italiani 350 mila visti, contro i 175 mila con-cessi ai russi. Si calcola che po-trebbero essere almeno il dop-pio soprattutto per coloro che intendono visitare i due Paesi con fi nalità turistiche. In uno dei suoi primi incontri con Vladimir

Armando SalaGIORNALISTA

Putin, Silvio Berlusconi lasciò esterrefatti gli astanti. «Domani torno a Roma e abolisco i visti». L’apprezzabile entusiasmo coz-zava evidentemente contro la re-altà delle cose. L’Italia è un Paese Schengen che non consente spazi per iniziative unilaterali. Ma il problema era giusto porlo ieri e a maggior ragione oggi. La “pra-tica” ristagna in qualche palaz-zo di Bruxelles e non è noto in quale cassetto sia fi nita.La globalizzazione indicano all’Europa un sentiero obbliga-to: allargare i propri confini commerciali e turistici, allearsi con i Paesi dell’Est che da tempo segnalano una possibilità di svi-luppo sempre maggiore. Dopo il disastroso 2009 (6.383 miliar-di contro il 7.114 del 2008), i dati relativi all’interscambio com-merciale Italia-Russia nel primo bimestre 2010 registrano una forte ripresa: 41% rispetto ai primi due mesi del 2009, un dato tuttavia inferiore a quello regi-strato dall’Unione europea che per lo stesso periodo segnala un più 52%. Dopo Olanda e Ger-mania, l’Italia è il terzo partner commerciale della Russia dove vengono esportate soprattutto macchine e apparecchi mecca-nici, seguiti dai prodotti dell’in-dustria tessile. E’ un 88% che lascia un modesto 4,1 alla voce alimentari. L’Italia importa pe-trolio e suoi derivati, gas natu-rale (77% dati 2009), seguono i prodotti di attività manufattu-riere.Dmitri Medvedev è ritornato alla carica. A Rostov-sul-Don ha messo nero su bianco. Ora l’Europa ha le spalle al muro. Sarebbe bene che i governanti italiani suonino qualche squil-lo di tromba.

TELEMOSCA

ARTISTA DMITRY DIVIN

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RUSSIA OGGI WWW.RUSSIAOGGI.ITSUPPLEMENTO REALIZZATO DA ROSSIYSKAYA GAZETA (RUSSIA)

PER LA DISTRIBUZIONE CON NYT INTERNATIONAL WEEKLY

07

Cinema

NORA FITZGERALD RUSSIA OGGI

A dispetto di qualche recente

esitazione, ai produttori russi

si deve la metà dei dieci film

più fortunati del 2010 e un

quarto delle vendite al

botteghino.

Una rivoluzione in sala

Arte Nell’ultimo decennio l’industria cinematografica russa è tornata a far parlare di sé

Due mesi fa, dopo dieci anni di attesa, al Gran palazzo del Cremlino ha debuttato il segui-to de Il sole ingannatore, il fi lm di Nikita Mikhalkov del ’94 già premiato con un Oscar. Il se-quel, ricco di simbolismi, ripro-pone i medesimi personaggi che alla fi ne del primo fi lm, ambien-tato al culmine delle purghe sta-liniane, erano stati dati per morti: un colonnello, un ufficia-le del Kgb e la donna amata da entrambi. L’epico fi lm, presen-tato anche al Festival di Can-nes, è stato però stroncato dai critici russi come un polpetto-ne sentimentale fallito.Avvincente e controverso, Mi-khalkov era un tempo conside-rato una sorta di industria ci-nematografi ca a sé stante. Oggi, mentre l’arte da lui rappresen-tata sta vivendo una fase di tra-sformazione, gli affari esplodo-no. Negli ultimi dieci anni i fi lm russi sono infatti tornati a far parlare di sé. Gli ultimi due anni sono stati controtendenza, ma la rinascita dell’industria cine-matografi ca russa, che prese il via agli inizi del 2000, sta ritro-vando nuovi slanci.Anche se dopo quanto accadu-to a Mikhalkov, i suoi colleghi potrebbero esitare prima di lan-ciarsi in opere di carattere pa-triottico, i registi di epoca so-vietica e i film d’essai stanno conoscendo una timida, promet-tente ripresa. Negli ultimi anni, alcune opere, come Il ritorno, l’opprimente film di Andrei Zvya gintsev, e il macabro L’ac-cordatore di Kira Muratova, hanno segnato il ritorno a quel-lo che fu l’autentico punto di forza della cinematografi a russa, ovvero il movimento di avan-guardia di epoca sovietica. Tut-tavia, grazie alla realizzazione di nuove sale, più spaziose, e al diffondersi del fenomeno del 3D, la rinascita cinematografi ca nel 2010 ha privilegiato soprattut-to fi lm hollywoodiani come Ava-

Massimiliano

LenziGIORNALISTA

Capolavoro di questo genere è sicuramente L’ammiraglio, sto-ria appunto di un ammiraglio della marina zarista russa Alek-sander Kolchak, fucilato nel 1920 dai bolscevichi. Il prota-gonista allo scoppio della Ri-voluzione d’ottobre, è in viag-gio come osservatore militare in Gran Bretagna, Stati Uniti e Giappone. Gli inglesi lo con-vincono a tornare in patria. Dalla Siberia tenta una dispe-rata rimonta con le truppe bianche fedeli allo zar. In una delle scene più immaginifi che i bolscevichi legano un maci-gno ad un ufficiale zarista e lo buttano a mare. È un fi lm che recupera l’identità russa, pure quella del periodo zarista, le-gandola ad un modo di essere e di vivere ben più forte dei re-gimi politici - zarismo, comu-nismo, fi ne del comunismo - che hanno attraversato il Paese nei secoli. Il regista, Andrei Krav-cuk, 48 anni, di San Pietrobur-go, parlando del suo lavoro, ha spiegato: «È importante par-lare della storia del nostro paese. Riscopriamo la digni-tà». Sono tutti fi gli, Kravcuk, Po-pogrebsky e gli altri, del XXI secolo. Certo. Ma anche di una terra non più sovietica che si porta addosso cent’anni e più di cinematografo e secoli di vita. Un ciak di nomi e di co-gnomi. Di ieri e di oggi. Di pace e di guerra. Perché - come ri-peteva il regista americano Orson Welles - «gli uomini sono più interessanti delle idee».

Musica, titoli di testa, buio in sala. Intorno il silenzio per “dare senso alle immagini”.

Per entrare nella memoria di oltre un secolo di cinema russo, il passepartout più adatto è il lavoro sul montaggio e sulle in-quadrature svolto dal regista Sergej M. Ejzenstejn, uno dei più grandi autori russi (tra i suoi fi lm ricordiamo Ottobre e La co-razzata Potëmkin). Come in ogni vicenda umana, infatti, la sto-ria del cinema è la narrazione di una cinetica, di vite, di uo-mini e donne in continua mu-tazione. Un racconto che guar-da al futuro non dimenticando il proprio passato: dai primor-di dell’era zarista in decadenza alla Russia di Medvedev. Il percorso sul cinema del no-stro tempo, il XXI secolo, co-mincia perciò con una galleria di registi e di fi lm: tra questi Aleksey Popogrebsky autore di Roads to Koktebel (codiretta con Boris Khlebnikov); Alek-sey Balabanov che mette in scena l’incomunicabilità dei nostri tempi, così digitali ma così solitari (ricordiamo Mor-phia, 2009, tratto da un rac-conto di Mikhail Bulgakov). E poi Piotr Buslov, con Boomer, il primo esperimento di film pulp russo. È un cinema autoriale, di do-lore contemporaneo, di realtà, che si mischia - in quel ricco universo culturale e spirituale che è da sempre la Russia - al cinema identitario e di ricerca delle proprie radici. Di ricordi.

L’OPINIONE

Dall’era zarista a Medvedev sullo schermo realtà e ricordi

IL FESTIVAL DEL CINEMA DI MOSCA

Una tradizione nata a Venezia

Sabato a Mosca si è conclusa la 32° edizione del Festival interna-zionale del cinema la cui giuria quest’anno è stata presieduta dal regista, produttore e sceneggia-tore francese Luc Besson.

L’omaggio a Sergio LeoneA margine del concorso princi-pale sono stati proiettati cinque film recentemente restaurati del regista italiano Sergio Leone: il film epico, cosiddetto peplum, “Il colosso di Rodi”, e i suoi fa-mosi spaghetti-western “Per qualche dollaro in più”, “Il buo-no, il brutto, il cattivo”, “C’era una volta il West”, “Giù la te-sta”. «L’idea di restaurare i clas-sici del cinema ha avuto nuovo impulso, e ciò è particolarmente importante se si considera quan-to rapidamente si deteriori la pellicola» spiega il responsabile

del programma del festival, Kirill Razlogov.

Un concorso anticoIl Festival internazionale del cinema di Mosca è il secondo concorso ci-nematografico più antico al mondo dopo la Mostra di Venezia. L’idea di un Festival moscovita nacque pro-prio nel capoluogo veneto dove, nel ’34, vennero presentati diversi film sovietici (tra cui “Tutto il mon-do ride - Allegri ragazzi”). La prima edizione del Festival di Mosca risa-le infatti al ’35. Poi la tradizione fu interrotta per 24 anni per riprende-re a tenersi ogni due anni a partire dal ’59 prima di diventare annuale nel ’95. Le 32 edizioni hanno visto in concorso numerosi film italiani: da “C’eravamo tanto amati” di Sco-la a “8 ½” di Fellini che nel ’63 vin-se il primo premio scandalizzando i vertici sovietici.

Fotogrammi di film russi che

hanno fatto scalpore:

1. “Il sole ingannatore 2”

di Mikhalkov; 2 “L’esilio”

di Zvya gintsev; 3 “Fulmine

nero” di Bekmambetov

INTERVISTA CON KAREN SHAKHNAZAROV

“Siamo ripartiti da zero”

CITTADINANZA: RUSSA

CARICA: DIRETTORE DI

MOSFILM

Karen Shakhnazarov è un regista, produttore e sceneggiatore russo. Nel 1998 è diventato direttore ge-nerale degli studios di MosFilm, la Cinecittà russa. Veronica Dorman lo ha intervistato in esclusiva per “Russia Oggi”.

Cosa pensa dell’evoluzione del ci-

nema russo negli ultimi vent’an-

ni?

Occorre risalire al momento crucia-le in cui la nostra industria cinema-tografica, quella sovietica, è andata distrutta. Nessun’altra industria rus-sa credo abbia patito sorte peggiore. Verso la metà degli Anni ’90 la no-stra industria cinematografica aveva di fatto cessato di esistere e noi l’ab-biamo ricostruita da zero. Dev’esse-

re considerata una conquista l’essere riusciti a farlo e per di più in un arco di tempo così breve, 10-12 anni.

Ci sono giovani registi di talento?

Esiste una nuova generazione di re-gisti di cui tutti parlano, ma per il momento non si può ancora parla-re di una nuova ondata. Negli Anni ’60 comparvero Chukhrai e poi Tar-kovsky e Bondarchuk: quella sì che poteva definirsi una nuova genera-zione e la sua fama non tramonta mai. Si ha una nuova generazione quando un’estetica cinematografica trova riconoscimenti non solo ai fe-stival o presso la critica, ma diven-ta patrimonio del tessuto identita-rio nazionale. E per ora non c’è nulla del genere. Il problema del cinema russo, a mio avviso, è che non rie-sce a trovare una sua identità.

Che effetti avrà sul Festival la ri-

forma sul finanziamento pubbli-

co del cinema?

Non è ancora chiaro. La fondazione del cinema russo si sta ancora costi-tuendo e per il momento non ci so-no soldi. È un problema serio. Oggi gira solo chi lavora con investitori privati o coi canali televisivi.

L’articolo integrale sul nostro sitowww.russiaoggi.it

i milioni di dollari incassati dalle sale cinematografiche russe nel 2009, ossia l’11% in meno rispetto all’anno precedente

le sale cinematografiche in Russia secondo i dati della società “Nevafilm”

736,2

1900

NUMERI

tar rispetto alle opere di registi russi.Nel corso del decennio succes-sivo, il numero di fi lm di pro-duzione nazionale è andato au-mentando di anno in anno, sino a quando, nel 2004, il “cult” sui vampiri I guardiani della notte scalò le classifi che di vendita, incassando più di sedici milio-ni di dollari. A I guardiani della notte fecero seguito diversi fi lm russi di grande successo com-merciale, come Company Nine (un fi lm d’azione che racconta di alcuni soldati di stanza in Af-ghanistan durante l’invasione sovietica) e Gambetto turco (un poliziesco-storico ambientato in Bulgaria nel 1877, durante la guerra russo-turca), nel 2005, e, un anno dopo, I guardiani del giorno. Quest’ultimo, sequel de I guardiani della notte, ha in-cassato quasi 32 milioni di dol-lari, superando al botteghino il campione di incassi hoollywo-odiano Pirati dei Caraibi. Nel 2009 decine di progetti non sono decollati e le vendite sono calate; ma l’economia russa si è ripresa prima del previsto, e oggi la gente sta tornando al ci-nema. Anche il ritorno di regi-sti di epoca sovietica è dovuto alla favorevole tendenza del mercato: negli anni Novanta, al-cuni di loro non ebbero fortuna perché mancavano sale. Adesso invece, stando a Neva Film, in Russia esistono circa 2100 ci-nema moderni, metà dei quali all’interno di complessi multi-sala a cinque o più sale, e di cui quasi 400 attrezzati per la pro-iezione in 3D. Ai produttori russi si deve inol-tre la metà dei dieci film più fortunati di quest’anno: grazie a produzioni come Nasha Rus-sia: Yaitsa Sud’by che, costato 3,5 milioni di dollari, ne ha in-cassati 22,2 nel primo trimestre, o Black Lightning, che ha in-cassato 19,7 milioni, un quarto delle vendite al botteghino è da attribuire a fi lm nazionali. Ciò, insieme al sostegno che a par-tire dal 2002 lo Stato offre all’in-dustria cinematografi ca, dà ai produttori russi la fiducia di poter investire in fi lm più co-stosi e incoraggia il coinvolgi-mento delle case di produzione internazionali.

A destra, Luc Besson, presi-

dente della giuria del Festival

''Negli ultimi cinque anni, alcune delle aspettative sono andate deluse, e non

avrebbe potuto essere diver-samente.Al tempo stesso però, molti degli enormi progressi compiuti dall’industria cinema-tografica dal 2000 in poi hanno retto

ENORMI PROGRESSI

Stephen NorrisSTORICO RUSSO DELLA MIAMI UNIVERSITY E

AUTORE DI UN LIBRO DI PROSSIMA USCITA SUL

CINEMA RUSSO.

L’intervista integrale sul nostro sitowww.russiaoggi.it

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08 RUSSIA OGGI WWW.RUSSIAOGGI.ITSUPPLEMENTO REALIZZATO DA ROSSIYSKAYA GAZETA (RUSSIA)

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A Venezia le “Russie” del Novecento

Arte

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L’arte russa guarda al futuroCreatività Aumentano gli spazi espositivi privati e pubblici e cresce l’interesse di galleristi e giovani

JONATHAN HOEFLERMAX SEDDONSPECIALE PER RUSSIA OGGI

A quanti cercano un segno

complessivo di quanto l’arte

russa sia cambiata dalla caduta

del comunismo a oggi,

basterebbe solo dare uno

sguardo alla lunga barba sale e

pepe di Oleg Kulik.

Noto per le sue performance da “uomo-cane” degli Anni ’90 nelle quali andava in giro nudo, scappando da un guinzaglio o mordendo la gente, negli ultimi mesi Kulik ha progettato una “liturgia spaziale” per un’ope-ra di Monteverdi in scena al Théâtre du Châtelet di Parigi (è per quest’opera che si è fatto crescere la barba) ed esposto alla Biennale di Mosca. Questa tra-sformazione da bestia nera a fi -gura riconosciuta sarebbe stata impensabile vent’anni fa. De-cenni di censura sovietica ave-vano portato i pochi artisti “non-conformisti” del Paese a sceglie-re la clandestinità e organizza-re mostre nei propri apparta-menti o performance tra i bo-schi. Molti di loro, tra cui il con-cettualista Ilya Kabakov, hanno lasciato il paese non appena possibile.

L’art performanceCrollata l’Unione Sovietica, il mondo dell’arte russa ha dovu-to ricominciare da capo. Negli Anni ’90 la scena artistica mo-scovita si è sviluppata in quat-tro gallerie e in un centro “sov-venzionato” dallo Stato che però non poteva più contare su alcu-na sovvenzione. In parte come reazione contro l’inesistente mer-cato dell’arte, molti ripiegarono sull’arte nichilista e sulle per-formance, forma d’arte invendi-bile. Kulik naturalmente giocò un ruolo di primo piano come pure l’anarchico Anatoly Osmolovsky che inscenava performance nella Piazza Rossa recitando testi te-oretici o altri persino osceni. Seb-bene quel clima di ristrettezza fi nanziaria sia passato, l’espe-rienza degli Anni ’90 ha fatto sì che l’arte russa restasse una di-mensione limitata a un centina-io di artisti come in passato sotto il regime sovietico. Con l’arrivo dei nuovi ricchi e l’istituzione nel 2007 della Trium-ph Gallery visitabile solo su pre-notazione, il numero di gallerie è salito a cinque. Ma gli artisti contemporanei russi restano pochi. L’artista e gallerista Aidan Salakhova ne conta 101: una cifra desolante se si pensa che solo New York ne ospita 130mila. È per questo stesso motivo che l’arte russa è generalmente priva di movimenti, tendenze e rea-zioni politiche. È al contrario in-dividualista.

1

2 3

1. Un quadro

della mostra

“La parata

della Vittoria

2937” di Alek-

sej Beljaev-

Gintovt che

vuole presen-

tare la Mosca

del futuro at-

traverso il pri-

sma della

celebrazione

del giorno

della Vittoria

sulla Piazza

Rossa

2. Un quadro

della serie “La

cena di Tri-

malcione” di

AES+F.

Illustra l’unico

capitolo del

romanzo “Sa-

tyricon” di

Petronio, poe-

ta romano

contempora-

neo di Nero-

ne, conserva-

tosi quasi

integralmente

3. “Nasa” di

Gosha Ostre-

cov.

Si tratta di un

originale “fu-

metto di at-

tualità”

I nuovi collezionisti tra record e reticenzePrima che i bolscevichi

nazionalizzassero la proprietà

privata, la Russia aveva

alcune delle collezioni più

raffinate al mondo.

La loro rinascita è uno dei

fenomeni più significativi degli

ultimi vent’anni.

JOHN VAROLISPECIALE PER RUSSIA OGGI

Le mostreA parte Kabakov, Kulik e una manciata di altri, sono pochi gli artisti russi noti in Occidente al di fuori della ristretta cerchia di esperti e specialisti. L’arte russa raramente è in mostra in galle-rie e musei all’estero. La situa-zione, tuttavia, sembra miglio-rare. L’ultima Biennale di Vene-zia ha registrato un numero re-cord di artisti russi come Pavel Pepperstein, i cui acquerelli raf-fi guranti “paesaggi del futuro” hanno giustamente conquistato la giuria, o Igor Makarevich e Elena Elagina. Grazie a ciò, al-cuni dei migliori artisti del mo-vimento concettuale sembrano fi nalmente ottenere qualche ri-conoscimento. Anche in Russia la scena sem-bra allargarsi. La mancanza di

spazi espositivi si sta gradual-mente colmando grazie a impre-se private e al recupero di vec-chie aree industriali come il com-plesso Winzavod o l’ex fabbrica di Cioccolata Ottobre Rosso. No-vità che hanno suscitato uno straordinario interesse nei gio-vani come ha osservato recente-mente la rivista “Afi sha”, bibbia delle ultime mode. C’è anche molta speranza nei giovani ar-tisti, specie in quelli che si muo-vono nel genere astratto e negli ex membri del gruppo Radek che si ispirava all’anarchico Osmo-lovsky. L’arte russa avrà pure an-cora molta strada da fare, ma è andata incredibilmente avanti in poco tempo: tutto lascia pre-sagire, che, come la barba di Kulik, possa continuare a cre-scere anche di più.

Vyacheslav Kantor, uno dei più ricchi uomini d’affari russi con interessi nel campo dei fertiliz-zanti e nell’immobiliare, ha tra-scorso gli ultimi dieci anni a met-

Fabergé appena qualche mese prima che venisse messa all’asta da Sotheby’s. «C’è un grande in-teresse verso i capolavori im-pressionisti e moderni tra i ric-chi russi», sostiene Marina Gon-charenko, collezionista d’arte moscovita e direttrice della Gal-leria Gmg. «Sono più inclini a comprare opere resistite al va-glio del tempo e che rappresen-tano un vero investimento fi nan-ziario. È più probabile che spen-dano milioni per un noto im-pressionista piuttosto che 100mila per un contemporaneo

poco noto». La collezione Kan-tor comprende Ragazza sedu-ta con vestito nero di Modi-gliani (1918) acquistato da So-theby’s nel 2000 per 15,6 mi-lioni di dollari su una stima di 12, e Le boeuf écorché di Sou-tine (1924), battuto all’asta da Christie’s nel febbraio 2006 per 13,8 milioni di dollari. È stato Kantor a fondare il Museum of Avant-Garde Mastery (Magma) che l’anno scorso ha presentato per la prima volta le sue opere a Ginevra, dove risiede. Tuttavia Kantor è uno

Cento anni di arte russa: dallo Zar a Putin. Tre Russie: dall’Impe-ro all’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, alla nuova Federazione. È questo l’arco di tempo abbracciato dalla mostra in corso a Venezia, presso Ca’ Fo-scari Esposizioni, sino al 25 lu-glio. Una vera e propria panora-

mica dell’arte russa del ventesimo secolo: dall’arte figurativa russa e sovietica dei primi del secolo al movimento “underground”, sen-za tralasciare la produzione degli anni Novanta. In mostra, tra le al-tre, opere di Ekster, Chagall, Kan-dinskij e Malevic (nella foto: La fioraia, 1903), Tatlin e Fal’k.

tra i pochissimi grossi colle-zionisti russi ad avere una di-mensione pubblica. Molti non parlano dei loro beni artistici adducendo motivi di sicurez-za. Roman Abramovich, il magna-te del Chelsea, è considerato un altro maggiore collezionista russo. Si dice che nel maggio 2008 abbia speso 120 milioni di dollari tra Sotheby’s e Christie’s per assicurarsi un dipinto di Lu-cian Freud e un altro di Fran-cis Bacon, ma egli non lo ha mai confermato.

tere su la sua collezione privata di artisti del XX secolo, compre-si modernisti quali Marc Cha-gall, Chaim Soutine e Amedeo Modigliani, o leggende del do-poguerra come Mark Rothko e Ilya Kabakov. Fa parte della nuova elite russa tornata con en-tusiasmo alla vecchia tradizione del collezionismo. L’assalto russo ai mercati d’ar-te mondiali è iniziato nel 2004 quando per oltre 100 milioni di dollari il miliardario Viktor Vek-selberg rilevò dalla famiglia For-bes l’intera collezione di uova

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COURTESY TRIUMPH GALLERY (2)

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