2004-03-10 Gesù

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L o scandalo di Cristo, sostie- ne il filosofo René Girard, è in- scritto nella natura della Passione. Nel- la sua nuda, intolle- rabile crudezza: «Per questo, prima della Passione, Cri- sto dice ai suoi di- scepoli: sarete tutti scandalizzati a cau- sa mia». D’altra par- te lo scandalo è im- plicito nell’idea stessa di Dio che si fa uomo, assumen- do su di sé la fragilità e i peccati dell’intero mondo: «Eppure i cri- stiani modernizzati, per trovare un linguaggio che li metta in gra- do di comunicare con i pagani, cioè con gli atei, hanno dimenti- cato quell’eversiva violenza. Lo sguardo delle altre fedi sul cristia- nesimo è dominato dalla convin- zione che un credo in cui Dio di- venti uomo manchi di rispetto per Dio. Sono invece certo che pro- prio in questo nucleo scandaloso sia racchiusa la grande forza del cristianesimo, che sa dirci tanto, o tutto, sull’essenza dell’uomo e sul suo rapporto con la violenza». Sacralità e violenza sono i temi più cari a quest’antropologo e commentatore di testi sacri, oltre che esperto di psicoanalisi e ap- passionato studioso di letteratu- ra. Nato in Francia nel ’23 (nel giorno di Natale, come Gesù), e attivo fin dagli anni Sessanta negli Stati Uniti (oggi insegna all’Uni- versità di Standford), Girard è un umanista la cui scrittura vive di un respiro trasversale, estraneo ad ottiche di erudizione specialisti- ca. I suoi libri più noti, in Italia, li ha pubblicati Adelphi: La violen- za e il sacro, Delle cose nascoste sin dalla fondazione del mondo, Il ca- pro espiatorio, L’antica via degli empi, Shakespeare. Il teatro del- l’invidia e Vedo Satana cadere co- me la folgore, espressione presa dal Vangelo di Luca, in cui svilup- pava l’idea più coltivata nei suoi scritti: la centralità del meccani- smo del capro espiatorio e l’uni- cità del messaggio cristiano, ca- pace di opporvisi decretando l’in- nocenza della vittima. Per Raf- faello Cortina è uscito di recente Origine della cultura e fine della storia, che torna sul rifiuto della sacralizzazione della violenza da parte del cristianesimo (procla- mando il valore dell’innocenza, offrendo l’altra guancia) come base della nostra civiltà. Ortodosso nella sua scelta di fe- de (è stato definito «l’Hegel del cristianesimo»), Girard racconta di aver amato molto il film di Gib- LA REPUBBLICA 35 MERCOLEDÌ 10 MARZO 2004 son su Gesù, «prima rappresenta- zione autenticamente realista, dunque scandalosa, della Passio- ne. Trovo formidabile che il modo in cui vi viene narrata abbia pro- vocato indignazione e polemi- che. C’è chi ha scritto che è inde- cente abbassare il grande e subli- me profeta, Gesù, al rango di vitti- ma. Eppure è solo così che si torna alla vera definizione di cristiane- simo. Il che dimostra la potenza del film, oltre a indurci a constata- re che l’unica arte odierna davve- ro viva è il cinema, in opposizione al falso realismo che ci circonda». Cosa intende per falso reali- smo? «Negando l’unicità del reale, dunque l’aderenza della forma artistica ad aspetti di realtà, tutta l’arte moderna è anti-realista. Non così è stato in altri secoli. Cer- ti Cristi spagnoli, come certe Cro- cifissioni nordiche - penso a La sa- lita al Calvario di Bruegel - mo- strano le persone intorno al Cristo nella loro miseria e bruttezza. Ri- scoprire una rappresentazione realista brutalizza gli sguardi. Non a caso Gibson dice di essersi ispirato a Caravaggio. Ma spin- gendosi più in là, perché il cinema è tempo reale, e distruggendo d’un colpo i tanti Cristi zucchero- si di Hollywood. Anche il Cristo di Pasolini, che alla vicenda sovrap- poneva una falsa audacia, inse- rendo elementi sessuali e moder- nisti, non aveva senso. La Passio- Perchéloscandaloduraancora LEONETTA BENTIVOGLIO GESÙ Cristo è l’unica personalità che ha rivoluzionato per sempre il mondo. Egli stesso è diventato un punto di divisione temporale, culturale e ovviamente religioso. A prescindere dal fatto che lo si consideri o meno il Messia, egli aveva ragione nel dire che il suo ar- rivo coincide con la fase finale e compiuta dell’esisten- za: i valori che esistevano allora sono cambiati per sem- pre e sono divenuti quelli con cui ci confrontiamo oggi. Ancora oggi la sua figura dà scandalo perché il suo è un messaggio rivoluzionario, e perché la sua è l’unica rivoluzione che abbia realmente trionfato. Cristo dice sempre, e con assoluta chiarezza, che non è pronto ad ascoltare chi non è pronto a sopportare il “giogo leg- gero” del suo messaggio. Nel discorso della montagna pronuncia frasi come “beati i poveri di spirito” o “beati voi quando vi insulteranno, e vi perseguiteranno...”. Parole sconvolgenti e scandalose ancora oggi, per non parlare di “beati i miti” in un mondo segnato dal sopruso e la violenza. O di “ama il tuo nemico”. THOMAS CAHILL GESÙ. D IA R IO di INTERVISTA A RENÉ GIRARD ne di per sé, pura e semplice, è ben più scandalosa». Qual è la figura di Cristo restituita dai Vangeli? «Proprio quella della vittima, an- che se i Vangeli non hanno ancora una qualità realista, perché l’approccio realistico, nel testo letterario, all’epo- ca non esisteva. Tuttavia gli studio- si hanno dimostra- to che i Vangeli so- no più realisti della parallela lette- ratura dell’epoca, come quella ro- mana. Sanno evocare con dettagli concreti l’interrogatorio del gran sacerdote, la corona di spine, la tragedia della flagellazione… Ma una cosa è dire, un’altra è mostra- re agli occhi». E il Cristo dei Vangeli apocrifi? «Non ce n’è uno solo. Ce ne so- no tanti quanti ne produsse la straordinaria rivoluzione del cri- stianesimo, che generò, anche tardivamente, numerose tenden- ze diverse. C’è chi ha soppresso del tutto la Passione, o chi, come gli ariani, ha detto che Cristo non era Dio. Quella che viene chiama- ta gnosi cerca sempre di sfuggire allo scandalo di Dio fatto uomo, e come tale pronto a soffrire. Sono convinto che gli unici, veri Vange- li siano i quattro ortodossi, porta- tori del cristianesimo che ha mo- strato l’umanità della violenza, che se non è delimitata dai testi, se viene lasciata libera, può inventa- re false divinità, come Dioniso, o le varie divinità arcaiche». Come decidere che un testo è più attendibile di un altro? «Non c’è niente di definitivo e razionale. È una scelta legata a un’intuizione. Io credo ai grandi Concili, che definirono l’ortodos- sia sconfiggendo l’eresia ariana. Compresero lo scandalo del cri- stianesimo e lo accettarono. Espressero in prospettiva intellet- tuale l’enormità della Croce e del Dio ucciso dagli uomini». Che cosa l’ha condotta a una scelta tanto ortodossa? «Al cristianesimo giunsi intor- no al 1960. Prima ero un materia- lista, come tutti. La mia conver- sione è stata un processo legato al mio lavoro, sviluppatosi con lo studio dei testi sacri. Il cristianesi- mo ha insegnato che la storia ha un senso, e, a livello più profondo, che le rivalità possono essere ri- solte fuori dai meccanismi sacrifi- cali. Conservare questo messag- gio è il solo gesto rivoluzionario possibile in questo nostro nuovo millennio». GESÙ GESÙ I misteri, le certezze e i paradossi di una figura che con il suo messaggio ancora affascina il mondo “Passion” di Mel Gibson ha suscitato infinite polemiche Non è la prima volta che questo accade Il “Cristo Morto” di Mantegna, conservato alla Pinacoteca di Brera

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Lo scandalo diCristo, sostie-ne il filosofo

René Girard, è in-scritto nella naturadella Passione. Nel-la sua nuda, intolle-rabile crudezza:«Per questo, primadella Passione, Cri-sto dice ai suoi di-scepoli: sarete tuttiscandalizzati a cau-sa mia». D’altra par-te lo scandalo è im-plicito nell’ideastessa di Dio che sifa uomo, assumen-do su di sé la fragilità e i peccatidell’intero mondo: «Eppure i cri-stiani modernizzati, per trovareun linguaggio che li metta in gra-do di comunicare con i pagani,cioè con gli atei, hanno dimenti-cato quell’eversiva violenza. Losguardo delle altre fedi sul cristia-nesimo è dominato dalla convin-zione che un credo in cui Dio di-venti uomo manchi di rispetto perDio. Sono invece certo che pro-prio in questo nucleo scandalososia racchiusa la grande forza delcristianesimo, che sa dirci tanto, otutto, sull’essenza dell’uomo e sulsuo rapporto con la violenza».

Sacralità e violenza sono i temipiù cari a quest’antropologo ecommentatore di testi sacri, oltreche esperto di psicoanalisi e ap-passionato studioso di letteratu-ra. Nato in Francia nel ’23 (nelgiorno di Natale, come Gesù), eattivo fin dagli anni Sessanta negliStati Uniti (oggi insegna all’Uni-versità di Standford), Girard è unumanista la cui scrittura vive di unrespiro trasversale, estraneo adottiche di erudizione specialisti-ca. I suoi libri più noti, in Italia, liha pubblicati Adelphi: La violen-za e il sacro, Delle cose nascoste sindalla fondazione del mondo, Il ca-pro espiatorio, L’antica via degliempi, Shakespeare. Il teatro del-l’invidia e Vedo Satana cadere co-me la folgore, espressione presadal Vangelo di Luca, in cui svilup-pava l’idea più coltivata nei suoiscritti: la centralità del meccani-smo del capro espiatorio e l’uni-cità del messaggio cristiano, ca-pace di opporvisi decretando l’in-nocenza della vittima. Per Raf-faello Cortina è uscito di recenteOrigine della cultura e fine dellastoria, che torna sul rifiuto dellasacralizzazione della violenza daparte del cristianesimo (procla-mando il valore dell’innocenza,offrendo l’altra guancia) comebase della nostra civiltà.

Ortodosso nella sua scelta di fe-de (è stato definito «l’Hegel delcristianesimo»), Girard raccontadi aver amato molto il film di Gib-

LA REPUBBLICA 35MERCOLEDÌ 10 MARZO 2004

son su Gesù, «prima rappresenta-zione autenticamente realista,dunque scandalosa, della Passio-ne. Trovo formidabile che il modoin cui vi viene narrata abbia pro-vocato indignazione e polemi-che. C’è chi ha scritto che è inde-cente abbassare il grande e subli-me profeta, Gesù, al rango di vitti-ma. Eppure è solo così che si torna

alla vera definizione di cristiane-simo. Il che dimostra la potenzadel film, oltre a indurci a constata-re che l’unica arte odierna davve-ro viva è il cinema, in opposizioneal falso realismo che ci circonda».

Cosa intende per falso reali-smo?

«Negando l’unicità del reale,dunque l’aderenza della forma

artistica ad aspetti di realtà, tuttal’arte moderna è anti-realista.Non così è stato in altri secoli. Cer-ti Cristi spagnoli, come certe Cro-cifissioni nordiche - penso a La sa-lita al Calvario di Bruegel - mo-strano le persone intorno al Cristonella loro miseria e bruttezza. Ri-scoprire una rappresentazionerealista brutalizza gli sguardi.

Non a caso Gibson dice di essersiispirato a Caravaggio. Ma spin-gendosi più in là, perché il cinemaè tempo reale, e distruggendod’un colpo i tanti Cristi zucchero-si di Hollywood. Anche il Cristo diPasolini, che alla vicenda sovrap-poneva una falsa audacia, inse-rendo elementi sessuali e moder-nisti, non aveva senso. La Passio-

Perché lo scandalo dura ancoraLEONETTA BENTIVOGLIO

GESÙ Cristo è l’unica personalitàche ha rivoluzionato per sempre ilmondo. Egli stesso è diventato un

punto di divisione temporale, culturale e ovviamentereligioso. A prescindere dal fatto che lo si consideri omeno il Messia, egli aveva ragione nel dire che il suo ar-rivo coincide con la fase finale e compiuta dell’esisten-za: i valori che esistevano allora sono cambiati per sem-pre e sono divenuti quelli con cui ci confrontiamo oggi.Ancora oggi la sua figura dà scandalo perché il suo èun messaggio rivoluzionario, e perché la sua è l’unicarivoluzione che abbia realmente trionfato. Cristo dicesempre, e con assoluta chiarezza, che non è pronto adascoltare chi non è pronto a sopportare il “giogo leg-gero” del suo messaggio. Nel discorso della montagnapronuncia frasi come “beati i poveri di spirito” o “beativoi quando vi insulteranno, e vi perseguiteranno...”.Parole sconvolgenti e scandalose ancora oggi, pernon parlare di “beati i miti” in un mondo segnato dalsopruso e la violenza. O di “ama il tuo nemico”.

THOMAS CAHILL

GESÙ.

DIARIOdi

INTERVISTA A RENÉ GIRARD

ne di per sé, pura esemplice, è ben piùscandalosa».

Qual è la figuradi Cristo restituitadai Vangeli?

«Proprio quelladella vittima, an-che se i Vangeli nonhanno ancora unaqualità realista,perché l’approcciorealistico, nel testoletterario, all’epo-ca non esisteva.Tuttavia gli studio-si hanno dimostra-to che i Vangeli so-

no più realisti della parallela lette-ratura dell’epoca, come quella ro-mana. Sanno evocare con dettagliconcreti l’interrogatorio del gransacerdote, la corona di spine, latragedia della flagellazione… Mauna cosa è dire, un’altra è mostra-re agli occhi».

E il Cristo dei Vangeli apocrifi?«Non ce n’è uno solo. Ce ne so-

no tanti quanti ne produsse lastraordinaria rivoluzione del cri-stianesimo, che generò, anchetardivamente, numerose tenden-ze diverse. C’è chi ha soppressodel tutto la Passione, o chi, comegli ariani, ha detto che Cristo nonera Dio. Quella che viene chiama-ta gnosi cerca sempre di sfuggireallo scandalo di Dio fatto uomo, ecome tale pronto a soffrire. Sonoconvinto che gli unici, veri Vange-li siano i quattro ortodossi, porta-tori del cristianesimo che ha mo-strato l’umanità della violenza,che se non è delimitata dai testi, seviene lasciata libera, può inventa-re false divinità, come Dioniso, ole varie divinità arcaiche».

Come decidere che un testo èpiù attendibile di un altro?

«Non c’è niente di definitivo erazionale. È una scelta legata aun’intuizione. Io credo ai grandiConcili, che definirono l’ortodos-sia sconfiggendo l’eresia ariana.Compresero lo scandalo del cri-stianesimo e lo accettarono.Espressero in prospettiva intellet-tuale l’enormità della Croce e delDio ucciso dagli uomini».

Che cosa l’ha condotta a unascelta tanto ortodossa?

«Al cristianesimo giunsi intor-no al 1960. Prima ero un materia-lista, come tutti. La mia conver-sione è stata un processo legato almio lavoro, sviluppatosi con lostudio dei testi sacri. Il cristianesi-mo ha insegnato che la storia haun senso, e, a livello più profondo,che le rivalità possono essere ri-solte fuori dai meccanismi sacrifi-cali. Conservare questo messag-gio è il solo gesto rivoluzionariopossibile in questo nostro nuovomillennio».

GESÙGESÙ

I misteri, lecertezze e iparadossi diuna figurache con il suomessaggioancoraaffascinail mondo

“Passion” diMel Gibsonha suscitato

infinitepolemiche

Non è laprima voltache questo

accade

Il “Cristo Morto”di Mantegna,conservato allaPinacotecadi Brera

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36 LA REPUBBLICA MERCOLEDÌ 10 MARZO 2004D I A R I O

I LIBRI

LE TAPPE

PRINCIPALI

FRIEDRICH

HEGEL

Vita di Gesù,NewtonCompton1995(Queriniana2001)

BLAISE

PASCAL

Compendiodella vita diGesù Cristo,Qudlibet1995

ERNEST

RENAN

Vita di Gesù,Rizzoli 1992

THOMAS

CAHILL

Desideriodelle collineeterneFazi 2003

KARL

JASPERS

La fedefilosofica difronte allarivelazione,Longanesi1970

RENÉ

GIRARD

La violenza eil sacro(1972),Adelphi1992

CONZELMANN,

LINDEMANN

Guida allostudio delNuovoTestamento,Marietti 1986

JACQUES

GUILLET

Gesù Cristonel Vangelodi Giovanni,Borla 1993

CHARLES

PERROT

Gesù e lastoria, Borla1981

MARCEL

GAUCHET

Il disincantodel mondo,Einaudi 1992

TERTULLIANO

Apologia delcristianesimo. La carnedi Cristo,Rizzoli 1996

Coloro che hanno ripudiato

e ucciso Gesù Cristo, che è

stato per essi scandalo,

sono gli stessi che

trasmettono i libri che

testimoniano di lui e che

dicono che egli sarà

ripudiato e con scandalo

Pensieri1670

BLAISE PASCAL

Questo Gesù vangelo

vivente dell’amore, questo

“redentore”, che portava la

beatitudine ai poveri,

agl’infermi, ai peccatori –

non era esattamente la

seduzione nella sua forma

più inquietante?

Genealogia della morale1877

FRIEDRICH NIETZSCHE

VIA I MERCANTI DAL TEMPIO

Gesù esordisce pubblicamente comemaestro con un gesto eclatante. Giunto aGerusalemme caccia via i mercanti daltempio, sparpaglia il denaro deicambiamonete e ne rovescia i tavoli

LA SAMARITANA

In Samaria Gesù incontra una donna e lechiede dell’acqua. La cosa crea stupore:l’odio tra i due popoli era molto forte e lasamaritana confessa che mai prima diallora un giudeo le aveva rivolto la parola

IL DISCORSO DELLA MONTAGNA

Con un discorso profondamenteinnovatore Gesù introduce i concetticristiani dell’amore e del perdono epronuncia frasi inaudite come “beati ipoveri di spirito” o “beati i miti”

CARAVAGGIOSopra, la

Deposizionedel

Caravaggio.A sinistra, la

Crocifissionedi Mantegna

cità della storia — significa, inogni caso, che un concetto as-solutamente armonioso delbello non è sufficiente, non es-sendo in grado di reggere ilconfronto con la gravità dellamessa in discussione di Dio,della Verità, della Bellezza. Népuò bastare il socratico dioApollo, considerato da Platoneil garante dell’imperturbabile

QUELLA PASSIONETRA BELLEZZA E DOLORE

IL PARADOSSO DI ECCE HOMO, COME COMPRENDERNE LA VERITÀ

(segue dalla prima pagina)

Èil salmo che descrive lenozze del re, la sua bellez-za, le sue virtù, la sua mis-

sione, e poi si trasforma inun’esaltazione della sposa.«Tu sei il più bello tra i figli del-l’uomo, sulle tue labbra è diffu-sa la grazia». La Chiesa, ovvia-mente, legge questo salmo co-me espressione poetica/pro-fetica del rapporto sponsale diCristo con la sua Chiesa. Rico-nosce Cristo come il più bellotra gli uomini; lagrazia diffusa sullesue labbra significal’intima bellezzadella sua parola, si-gnifica la gloria delsuo annuncio. Nonè dunque la bellez-za esteriore del Re-dentore a essereglorificata: ciò chesi manifesta in lui èinvece la bellezzadella Verità, la bel-lezza stessa di Dioche ci attira e nelcontempo ci pro-cura la ferita dell’A-more, l’eros (la «sa-cra Passione») checi fa correre, assie-me alla Chiesa enella Chiesa/Spo-sa, incontro all’A-more che ci chia-ma. Ma il lunedìdella Settimanasanta la Chiesa cambia l’an-tifona, invitandoci a leggere ilmedesimo salmo alla luce diIsaia 53,2: «Non ha bellezza néapparenza; l’abbiamo veduto:un volto sfigurato dal dolore».

Come si conciliano le due vi-sioni? Il «più bello» tra i figli de-gli uomini è tanto misero d’a-spetto che nemmeno lo si vuo-le vedere. Pilato lo mostra allafolla: Ecce homo! Cerca di su-scitare un po’ di pietà versoquell’essere maltrattato e per-cosso, ormai privo di ogni este-riore bellezza. Riferendosi alcontenuto dei due testi citati,Agostino parla di «due trombe»che suonano in contrasto traloro, eppure i loro suoni pro-vengono da un medesimo sof-fio, dal medesimo Spirito. Nelparadosso egli vede contrap-posizione, ma non contraddi-zione. Unico è infatti lo Spiritoche suscita la Scrittura, traen-done però differenti note e po-nendoci proprio in questo mo-do di fronte alla perfezione del-la Bellezza e della Verità in sé.Chi crede in Dio, nel Dio cheproprio nelle sembianze alte-rate del Crocifisso si è manife-stato come amore «sino alla fi-ne» (Gv 13,1), sa che la bellezzaè verità e che la verità è bellez-za, ma nel Cristo sofferente ap-prende anche che la bellezzadella verità include offesa, do-lore e persino l’oscuro misterodella morte. Bellezza e veritàpossono rinvenirsi soltantonell’accettazione del dolore, enon nel suo rifiuto.

Di recente, da molte parti èstato detto che dopo Au-schwitz non sarebbe più possi-bile fare poesia né tantomenoparlare di un Dio di bontà. Do-ve si era nascosto Dio quandofunzionavano i forni cremato-ri? Una simile contestazione —per la quale del resto si davanomotivi sufficienti, assai primadi Auschwitz, in tutte le atro-

greca — ammirevole per il suopresunto contatto con il divi-no, che tuttavia rimane indici-bile — non viene recuperata,ma è del tutto superata. L’espe-rienza del bello riceve una nuo-va profondità, un nuovo reali-smo. Colui che è la «Bellezza insé» si è lasciato percuotere sulvolto, coprire di sputi, incoro-nare di spine: la sacra Sindonedi Torino ci racconta tutto inmaniera toccante. Ma proprioin quel volto sfigurato apparel’autentica, estrema Bellezza

dell ’Amore cheama «sino alla fine»,mostrandosi cosìpiù forte di ognimenzogna e violen-za. Soltanto chi sacogliere questa bel-lezza comprendeche proprio la ve-rità, e non la men-zogna, è l’estrema«affermazione» delmondo. E’ sempli-cemente un truccoastuto della men-zogna quello di pre-sentarsi come «uni-ca verità», quasi cheal di fuori e al di là diessa non ne esistaalcun’altra. Soltan-to l’icona del Croci-fisso è capace di li-berarci da quest’in-ganno, oggi cosìprepotente. Ma aduna condizione:

che assieme a Lui ci lasciamoferire, fidandoci di quell’Amo-re che non esita a svestirsi del-la bellezza esteriore, per an-nunciare proprio in questomodo la Verità della Bellezza.

La menzogna conosce an-che un altro stratagemma: labellezza ingannevole e falsa,quella bellezza che abbaglia eimprigiona gli uomini in se

stessi, impedendo loro diaprirsi all’estasi che indirizzaverso l’alto. Una bellezza chenon risveglia la nostalgia del-l’indicibile, la disponibilità al-l’offerta, all’abbandono di sé;che alimenta invece la brama ela volontà di dominio, di pos-sesso, di piacere. E’ di questogenere di bellezza che parla laGenesi: Eva vide che il frutto

bellezza «veramente divina».Non resta dunque che torna-

re alle «due trombe» della Bib-bia da cui avevamo preso lemosse, cioè al paradosso diCristo, del quale si può dire «Tusei il più bello tra i figli dell’uo-mo...», ma anche «Non ha bel-lezza né apparenza...un voltosfigurato dal dolore». Nellapassione di Cristo, l’estetica

JOSEPH RATZINGER

L’immagine di Cristo si formò, già pocotempo dopo la morte, in Occidente enon in quell’Oriente che lo vide agire.

Così il Redentore inizialmente apparve comeun giovane glabro che vagamente ricorda lafigura del Dioniso greco, anch’egli immola-tosi in modo tremendo. I primi cristiani rap-presentavano volentieri le parabole, il Cristoche dona la Vita eterna e il cibo terreno. Nel-la pittura che scaturisce dalle CatacombeCristo è soprattutto un ragazzo e non puòavere la barba.

Ed è ancora così all’inizio del sesto secolo,quando incontra la Samaritana al pozzo neimosaici ravennati di S. Apollinare Nuovo, edè biondo. Però, poco tempo prima, nella se-conda patria di Gesù e cioè Roma, il Reden-tore è già raffigurato, nell’abside di S. Puden-ziana all’inizio del quinto secolo, abbigliatoda senatore romano, circonfuso dal nimboche è la sua corona, caratterizzato da un vol-to severo, già maturo d’età, con la lunga bar-ba e i capelli che gli scendono sulle spalle, al-l’uso orientale. Insomma Cristo nasce, perl’iconografia sacra, subito contraddistinto

da una forma giovanile e una matura, e quel-la giovanile è tipicamente occidentale men-tre quella matura è orientale. Che un nativodella Palestina fosse proprio così, è del tuttoimprobabile, ma il Cristo delle immagini è unCristo «romano» e quindi appare come im-magine imperiale ed è biondo perché l’Im-peratore è il Sole e l’immagine solare non puòessere bruna.

Tutto dipese, poi, dall’analisi che i teologisvolsero, nei primi secoli, sulla Natura di Cri-sto, che è vero Dio e vero Uomo e quindi, co-me Dio, assume sembianze più mature, perl’ovvio principio che un Dio reso antropo-morfo non può essere, in nessuna Religionecodificata, troppo giovane, specie se è unosolo e non è il capo di un Olimpo.

L’immagine di Cristo, dal settimo secolo inpoi, prende due vie che sono quelle della Tra-gedia e del Trionfo. La Tragedia è costituitadalla «Passione» che solo nel sedicesimo se-colo verrà ordinata nelle dodici stazioni del-la Via Crucis; il Trionfo è nell’immagine bi-zantina del Pantocrator, cioè del Giudice Su-premo che appare in fondo alla chiesa, nel

LE MILLE FACCE DEL REDENTORECOSÌ L’ARTE LO HA RAFFIGURATO

L’IMMAGINE DEL CRISTO FRA TRAGEDIA E TRIONFO

CLAUDIO STRINATI

LE IMMAGINIA partire dal Rinascimento gli artisti in-

terpretano con maggiore libertà rispettoalla tradizione l’immagine di Gesù Cri-sto. E ne mettono in risalto soprattuttola natura umana accanto a quella divi-na. E’ il caso dello “scandaloso” Cristo

morto di Andrea Mantegna o della “De-posizione” del Caravaggio. Le illustra-zioni delle tappe sono di Gustave Doré

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LA REPUBBLICA 37MERCOLEDÌ 10 MARZO 2004 D I A R I O

CHI è Gesù? Un uomo di Ga-lilea finito come tanti, aisuoi tempi, sulla croce? Un

profeta fra i molti che la storia diIsraele annovera? Il Messia venu-to a portare la buona novella? Il fi-glio di Dio che redime l’umanità ecosì ripartisce la storia in prima edopo Cristo? Il fondatore di unanuova cultura che, dal suo nome,sarà detta “cristiana”? Questioniinsolubili, intorno a cui è inutileaffaccendarsi, perché a deciderlenon è la ragione, ma la fede di chicrede o la convinzione di chi noncrede. E intorno alle cose di fedenon c’è argomento che tenga.

C’è però un aspetto di Gesù, incui uomini di fede e uomini senzafede (però attenti alle tracce reli-giose in cui l’umanità è cresciutaed è stata educata) posso conve-nire: Gesù è «scandalo» perché«desacralizza il sacro», procla-mandosi «incarnazione di Dio».Il cristianesimo, infatti, che nel-l’incarnazione riconosce il suoatto fondativo, è l’unica religio-ne che prevede un Dio che si fauomo, e per converso un uomoche abita nella vicinanze di Dio.Il «sacro», parola indoeuropeache significa «separato», vieneportato nelle vicinanze dell’uo-mo, e con ciò «desacralizzato»,perché abolito nella sua abissaledistanza. D’ora in poi non ci si po-trà accostare a Dio se non passan-do attraverso l’uomo se non pren-dendosi cura della sua condizio-ne.

La desacralizzazione del sacroseparato dall’umano, infatti, chedistingue il cristianesimo da tuttele religioni finora apparse nellastoria, ha come sua conseguenzala sacralizzazione dell’umano,per cui gli uomini sono tutti ugua-li davanti a Dio, e tra loro devonorapportarsi nei termini di quell’a-more che, prima del cristianesi-mo, era da riservare innanzituttoa Dio. Quanto basta perché l’Oc-

tratto «scandaloso». Ma è unasmentita solo di fatto, non dimentalità. Riconosciamo infattinella dichiarazione dell’ugua-glianza dei diritti umani, procla-mati prima dalla Costituzioneamericana e poi dalla Rivoluzio-ne francese, versioni laicizzatedella mentalità cristiana dell’a-more, così come riconosciamonella rivoluzione comunista enella sua tensione all’uguaglian-za un altro evento che ha le sue ra-dici profonde nell’annuncio cri-stiano.

E questo perché Gesù, annun-ciando e, per chi ha fede, attuan-do la redenzione dell’uomo, haintrodotto un nuovo tipo di tem-poralità: non più «ciclica» comequella della natura che, stagionedopo stagione, ripete se stessanella più assoluta assenza di sen-so, e neppure «progettuale» co-me può essere la temporalità chepresiede il progetto del singolouomo, che tende a uno scopo li-mitato nello spazio e nel tempo,ma «escatologica», dove alla fi-ne (éschaton) si realizza ciò cheall’inizio era stato annunciato.Il tempo acquista «senso». E

quando il tempo acquista sensonon è più semplice successione digiorni, ma diventa «storia». Storiadi redenzione e di salvezza per chicrede. Storia di sviluppo e di pro-gresso per chi si è congedato dal-le dimore di Dio, ma non dalla ca-sa dell’uomo che il messaggio diGesù ha insegnato a considerareprossima alla casa di Dio.

Oggi viviamo nell’età della tec-nica e dell’economia globale chenon tendono a uno scopo che nonsia il proprio autopotenziamen-to, non promuovono un sensoantropologico perché percepi-scono l’uomo solo come loro fun-zionario, non aprono scenari disalvezza, non redimono, non sve-lano la verità, semplicemente«funzionano». E siccome il lorofunzionamento diventa planeta-rio, il senso dell’uomo diventa piùdifficile da reperire, se già non si ègiunti al limite della sua desertifi-cazione.

E allora comprendiamo questocrescente interesse per Gesù, cheha portato l’uomo nelle prossi-mità delle soglie del sacro, a costodi desacralizzare il sacro, pur disalvare l’uomo, che l’attuale di-spiegamento della tecnica e del-l’economia globale non tengonoin alcun conto. Se a ciò aggiungia-mo che stiamo vivendo una sortadi età dell’odio, che si abbarbicaalle mura delle chiese, delle mo-schee e delle sinagoghe, allora ilmessaggio di Gesù, che non esitaa cacciare i mercanti dal tempioperché non sanno o non voglionosapere che non è amore per Dioquello che non passa per l’amoredegli uomini, torna ad essere unpunto di riferimento, se non an-cora una via di soluzione.

Sembra infatti, che per la con-vivenza tra gli uomini, non ci sia-no alternative all’amore, sia quel-lo devoto del sentimento, siaquello disincantato delle prati-che della ragione, che alla parola«amore» preferisce la parola «ri-spetto», in ossequio alla lezione diKant che prevede che l’uomo «siatrattato sempre come un fine emai come un mezzo».

Qui laici e credenti possonoconvenire. Infatti sono entrambifigli di quella cultura «scandalo-sa» che Gesù ha inaugurato quan-do, con la sua incarnazione, hadesacralizzato il sacro e sacraliz-zato l’uomo.

IL RE DEI RELettura“politica” dellavita di Cristo,coinvolto daGiuda in unacospirazionecontro ildominioromano. DiNicholas Ray,del 1961.

IL VANGELOSECONDOMATTEOGirato neisassi di Materae nellacampagnameridionale,senzadiscostarsi daltestoevangelico,conprotagonistinonprofessionisti.Di Pier PaoloPasolini, del1964.

LA PIÙGRANDESTORIA MAIRACCONTATA Kolossalhollywoodianodel 1965 sullavita di Gesù:regia diGeorgeStevens conMax vonSydow

JESUS CHRISTSUPERSTARLa versionecinemato-grafica delfamosomusical. Congrande rilievoal ruolo dellaMaddalena.Regia diNormanJewison del1973

L’ULTIMATENTAZIONEDI CRISTOSulla croceCristo ètentato ditradire la suamissione e discegliere unavita “normale”da padre difamigliaaccanto allaMaddalena. DiMartinScorsese, conWilliam Dafoe,del 1988

I FILM

Gesù Cristo è l’oggetto

dello scandalo e della Fede

Solo nell’eternità siede

nella gloria: qui in terra

deve esser rappresentato

nel Suo abbassamento,

perché ciascuno possa

scandalizzarsene e credere

Diario1834-35

SOREN KIERKEGAARD

Dio come uomo veramente

reale, che è uomo eppure

non è uomo, ha parlato

potentemente

e interiormente ai fedeli

Per gli altri egli era

ed è tutt’oggi

“scandalo e follia”

La fede filosofica di frontealla rivelazione 1962

KARL JASPERS

L’ADULTERAAlcuni farisei conducono a Gesù unadonna adultera. La legge prevedeva lalapidazione, ma Gesù dice: “Chi di voiè senza peccato, scagli la primapietra”

IL TRIBUTO A CESAREI farisei chiedono a Gesù se bisognapagare il tributo ai romani. Indicando lamoneta con l’effigie di Cesare, Gesùrisponde: “Date a Cesare quel che è diCesare e a Dio quel che è di Dio”

IL GRIDO AL PADRE Dopo alcune ore sulla croce, sopraffattodal dolore, Gesù grida: “Dio mio, Dio mio,perché mi hai abbandonato?”. Mentre isoldati romani lo deridono: “Se Tu sei il Redei giudei, salva te stesso”

cidente si separasse dalle altreculture e prendesse a considerarel’uomo non come potenziale ne-mico, ma come suo «prossimo»,da trattare come ciascuno trattase stesso.

La storia cristiana, che è poi lastoria d’Occidente, è una succes-sione di eventi che dà l’impres-sione della più clamorosa smen-tita di questo annuncio e del suo

CIMABUEIl Crocifissodi Cimabueconservatonella chiesa diSan Domenicoad Arezzo

dell’albero era «buono damangiare e seducente per gliocchi...» (Gn 3,6). La bellezza,così come la donna la speri-menta, risveglia in lei il deside-rio del possesso, la fa ripiegaresu se stessa .

Con notevole frequenzaudiamo citare Dostoevskij: «Labellezza ci salverà». Ma il piùdelle volte si dimentica che il

grande autore russo pensa allabellezza redentiva di Cristo.Occorre imparare a «vedere»Cristo. Non basta conoscerlosemplicemente a parole; biso-gna lasciarsi colpire dal dardodella sua bellezza paradossale:così avviene la vera conoscen-za, attraverso l’incontro perso-nale con la Bellezza della veritàche salva.

IL FIGLIO DI DIONELL’ETÀ DELL’ODIO

COME L’OCCIDENTE HA DECLINATO IL MESSAGGIO DEL CRISTO

UMBERTO GALIMBERTI

GLI AUTORIRené Girard filosofo e antropologo, insegna a

Stanford. Thomas Cahill, il cui Sillabario èstato raccolto da Antonio Monda, è saggista,

autore di un libro su Gesù ed editor della Dou-bleday. Joseph Ratzinger, Prefetto della Con-gregazione della dottrina della fede, pubbli-

cherà in aprile per le edizioni San Paolo Incammino verso Gesù Cristo, di cui anticipiamouna parte. Claudio Strinati è storico dell’arte

e soprintendente al polo museale di Roma

catino absidale, ed è caratterizzato da un vol-to terribile e giusto nel contempo. Come bi-zantino Cristo ha i capelli lunghi, il volto sot-tile e sofferente, la barba, recuperando cosìla sua matrice originaria mediorientale,quasi di bello e impossibile. Come uomo del-la Passione è analogamente tormentato maostenta piuttosto la sofferenza di un corpoatletico, magro, alto e possente. La cultura ri-nascimentale, quella manierista e quella ba-rocca terranno però sempre conto dell’Uo-mo venuto dall’Oriente e ne perfezioneran-no, con infinite varianti, l’immagine ormaiconsolidata, fino a arrivare a punte inquie-tanti di pathos che riportano la figura del Re-dentore verso lo «scandalo» dell’Uomo ap-

parentemente sottratto alla sua stessa mis-sione di riscatto, come nel caso celebre delquattrocentesco Cristo Morto del Mantegnadove lo scorcio vertiginoso della figura con-centra l’attenzione sull’esaltazione del cor-po come pietrificato nell’assenza della sa-cralità metafisica. I grandi geni dell’arte tor-neranno a recuperare persino l’immaginepaleocristiana del divino adolescente, quasiignorata dai Vangeli canonici ma ben nota,invece, a quelli apocrifi. Lo farà Michelange-lo Buonarroti nel Giudizio Universale, lo faràCaravaggio nella Cena in Emmaus.

Quanto rimane, in tutto questo, del giova-ne che un bel giorno di tanti anni fa si fece bat-tezzare da Giovanni nel fiume Giordano? Im-possibile dirlo. Ma per molto tempo l’opinio-ne è stata più o meno quella del Perugino nelsuo tardo polittico di S. Agostino, dove si ve-de il Cristo in piedi chinato a ricevere l’acqua.E’ alto e magro, biondo dai lunghi capelli ecompunto. La struttura fisica del nudo deri-va, con malinconica fragilità, dalle statuegreche di Prassitele o Lisippo. E’ entrato nel-la classicità .

A sinistra,“Cristo portala Croce”, deipittoriFernandoYaneze FernandoLlanos

Page 4: 2004-03-10 Gesù

ALVOHXEBbahaajA9 770390 107009

40310

CSDODHDFDE SEDE: 00185 ROMA, Piazza Indipendenza 11/b, tel. 06/49821, Fax06/49822923. Spedizione abbonamento postale, articolo 2, comma 20/b,legge 662/96 - Roma.

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Fondatore Eugenio Scalfari Direttore Ezio Mauro

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Anno 29 - Numero 59 mercoledì 10 marzo 2004€ 0,90 in Italia (con “LE ANIME MORTE” € 8,80)

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La riforma in aula al Senato dal 19 aprile. Piattaforma unitaria dei sindacati per l’economia: la ricetta del governo ha fallito

Pensioni, rinvio a dopo PasquaStandard&Poor’s: l’Italia rischia richiamo Ue. Tremonti nega

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ROMA — Frena la riforma dellepensioni: la delega sarà esamina-ta in aula dal Senato solo dopo il 19aprile. Lo slittamento era nell’a-ria, tanto da provocare polemichesulla accelerazione impressa neigiorni scorsi all’iter parlamentareche per l’opposizione sarebbestata soprattutto tattica. A benefi-cio, cioè, di Bruxelles dove i contiitaliani sono sotto esame, e delleagenzie di rating che però minac-ciano ancora – come ha fattoStandard&Poor’s – di declassare ilvoto di affidabilità italiano. Il pre-mier Silvio Berlusconi però si mo-stra ottimista: «Andremo avanti eabbasseremo le tasse», ha dettoieri. Scettici i sindacati, che hannobocciato la ricetta economica delgoverno e presentato la loro piat-taforma per lo sviluppo. Oggiverrà proclamato lo sciopero del26 marzo prossimo.

DE GENNARO, MANIAe PAPITTO ALLE PAGINE 4 e 7

CHI GUIDAVA

LA CORDATA

“Sme, Previti corrompeva per la Fininvest”Le motivazioni della sentenza. “Berlusconi disse che il suo gruppo non era interessato, ma non è vero”. “Devastante per la democrazia un giudice a libro paga”

Previti durante un’udienza del tribunale di Milano

ROMA – Fu «per conto di Fi-ninvest e di società sue con-trollate» che Cesare Previti eAttilio Pacifico versarono tan-genti a Renato Squillante, al-l’epoca capo dei gip di Roma.Lo affermano le motivazionidella sentenza Sme, che in no-vembre ha visto condannato a5 anni l’ex ministro di ForzaItalia e a otto l’ex magistrato. Igiudici scrivono anche cheBerlusconi mentì in aulaquando disse che «il miogruppo non aveva interessealla vicenda Sme». Decisivi, aifini delle condanne, i 500 mi-lioni di lire che nel ’91 usciro-no dal conto All Iberian e, tra-mite Previti, arrivarono aSquillante.

LUCA FAZZO ALLE PAGINE 8 e 9

GIUSEPPE D’AVANZO

ALLA lettura della sentenza del processo milanese, i“cruciferi” del premier cantarono l’alleluja con tut-ta la forza che avevano in gola. «È un’assoluzione

piena per Silvio Berlusconi», dissero. Previti fu condanna-to a 5 anni di reclusione. Attilio Pacifico a 4. Addirittura a 8anni Renato Squillante, il magistrato che barattava le sen-tenze nella Capitale «stabilmente retribuito». Ma fu assol-to Filippo Verde, il giudice che annullò la vendita del grup-po alimentare Sme dall’Iri di Romano Prodi alla Buitoni diCarlo De Benedetti. Questa assoluzione fece dire ai “turi-ferari” del premier che non ci fu corruzione nell’affareSme. Che quell’affare fu limpido come acqua di fonte, in-quinata soltanto da un’aggressione politico-giudiziaria.

SEGUE A PAGINA 9

JOSEPH RATZINGER

OGNI anno, nella liturgiadelle ore del tempo diQuaresima, torna a col-

pirmi un paradosso che s’in-contra nei vespri del lunedìdella seconda settimana delSalterio. Qui, una accanto al-l’altra, rincorrono due antifone– una per il tempo di Quaresi-ma, l’altra per la settimanaSanta – che introducono il sal-mo 44, offrendone però unachiave interpretativa del tuttocontrapposta.

SEGUE A PAGINA 36BENTIVOGLIO, CAHILL

GALIMBERTI e STRINATIALLE PAGINE 35, 36 e 37

Ripulivano fondi illeciti

Riciclaggio e usura

sotto inchiesta

97promotori FideuramSELVATICI e TRAVAGLIO

A PAGINA 11

La nuova paura americana

Usa, il lavoro

ha traslocato

a Bangalore

dal nostro inviato

FEDERICO RAMPINI

SAN FRANCISCO

«SILICON Valley: ilbersaglio gigante».E’ il titolo-shock

con cui The San Francisco Ch-ronicle apre un’edizione spe-ciale sulla nuova emergenzacaliforniana. Job-offshoring:è l’epidemia di licenziamentidi massa decisi dalle aziendeche chiudono qui per assu-mere in Cina e in India. Colpi-sce al cuore la Silicon Valley –il centro mondiale delle tec-nologie avanzate – perché lanuova onda d’urto della delo-calizzazione non investe piùsolo la produzione e i lavorioperai; ha superato i lavoriimpiegatizi più umili come gliaddetti ai call-center che dan-no assistenza telefonica 24ore su 24 per le prenotazioniaeree o alberghiere. Qui or-mai si licenziano a migliaia gliingegneri e i bancari, i com-mercialisti e i programmatoridi software. La classe politicaè in allarme, l’America si sen-te vittima della globalizzazio-ne e reagisce coi nervi a pezzi:si moltiplicano misure prote-zionistiche pesanti, come l’e-sclusione da tutte le commes-se pubbliche per le aziendecolte in flagrante offshoring.

SEGUE A PAGINA 15

Si apre il caso delle presenze del Cavaliere in radio e tv. Oggi sarà di nuovo a “Porta a Porta”

Berlusconi dice no al dialogo

Fassino: la Rai mi inviti col premier

DIARIO

ALTAN

IL MONOLOGO

INFINITOCURZIO MALTESE

ESE l’Italia tornasse un Pae-se normale? Folgorato daquest’idea rivoluzionaria,

Piero Fassino ha preso carta epenna e ha chiesto al presiden-te della Rai, al direttore genera-le e naturalmente a Bruno Ve-spa di poter partecipare staseraalla puntata di “Porta a Porta”dedicata alla scuola, al cospettodi Silvio Berlusconi e di LetiziaMoratti. In fondo non sta scrittoda nessuna parte che l’Italiadebba rassegnarsi ad avere unademocrazia bananiera.

SEGUE A PAGINA 17SERVIZI ALLE PAGINE 2 e 3

Del Piero, stop per oltre un mese

Oggi il Milan contro lo Sparta

Juve sconfitta

dal Deportivo

ora è fuori

dalla ChampionsCROSETTI, CURRÒ e GAMBA

NELLO SPORT

LA BIBLIOTECA DEL SORRISO

L U C I A N ALITTIZZETTO

1° LIBROPREZZO LANCIO

1€SOLO

Sola come ungambo di sedano

Dal 10 marzoin edicola

Scontro tra polizia locale e bande

Feritocarabiniere

in Iraq

Carabinieri a Nassiriya

CASADIO A PAGINA 13

Celentano

a Nassiriya

FRANCESCO MERLO

NESSUNO può e nessunomai dovrebbe polemiz-zare con Adriano Celen-

tano. Come si fa a dare addossoa una nuvola, a una risata conta-giosa, a «una festa sui prati»?Però un invito glielo possiamorivolgere, un consiglio ci per-mettiamo di darglielo, come unsoffio d’alito verso una piumache con la sua leggerezza bilan-cia la pesantezza del mondo: va-da a Nassiriya, porti ai soldati,ancora ieri colpiti in uno scon-tro a fuoco, «i luminosi sguardidi ragazze innamorate», ci vadaper scavalcare e sciogliere l’e-quivoco nel quale si è cacciato aSanremo e per il quale quei no-stri militari lo hanno spento intv. Adriano monti lì uno dei suoigrandi, divertenti spettacoli chepiacciono a destra e a sinistra,alla cultura alta e a quella bassa,agli atei e ai credenti, speriamoanche agli islamici.

SEGUE A PAGINA 17

IL CASOL’INCHIESTA

Oggi in edicola

“Le anime morte”

Gesù tra la bellezza e il dolore

La missione alla Camera

la Lista Prodi non voterà