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Vieste tra gli appuntamenti in Adriatico Parco Nazionale del Gargano, il primo anno del Presidente Giandiego Gatta Ricordi ... Ricordi ... Il punto del Presidente Le energie alternative Le energie alternative Le energie alternative Il motore fuoribordo a 2 tempi a iniezione diretta La marineria viestana: la piccola pesca Surf casting Surf casting a Vieste a Vieste LOGBOOK giornale di bordo - periodico - n° 2 - settembre 2005 Giovannino ha fatto 100

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Vieste tra gli appuntamenti in Adriatico

Parco Nazionale del Gargano, il primo anno del Presidente Giandiego Gatta

Ricordi . . .Ricordi . . .

Il punto del Presidente

Le energie alternativeLe energie alternativeLe energie alternative

Il motore fuoribordo a 2 tempi a iniezione diretta

La marineria viestana: la piccola pesca

Sur f cas t ing Sur f cas t ing a V ies tea V ies te

LOGBOOK giornale di bordo - periodico - n° 2 - settembre 2005

Giovannino ha fatto 100

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LOGBOOKLOGBOOK giornale di bordo - periodico Num. 2 - Settembre 2005 LEGA NAVALE SEZ. VIESTE

Associazione di protezione ambientale Porto di Vieste - Scalo Marittimo Sud Via Madonna della Libera, 36 - CP 117

71019 Vieste (FG) - 0884 702698 - 0884 705528

Presidente BERARDINO FRASCOLLA (responsabile)

La redazione:

Coordinatore: Nino Patrone Vice coordinatore: Annamaria Cellamare

Mimmo Aliota Laura Corso Isa D’Aprile

Beatrice Gallo Enrico Medina Enzo Pellegrino Marilena Rollo

Chiara Sciannamè Collaborazione di Bartolo Baldi, Angelo D’Errico, Anna Maria Lucatelli, Marco

Medina [email protected]

[email protected] Articoli, lettere e foto non richiesti

non si restituiscono

SommarioSommario

L’opinione - il punto di vista dei lettori pag. 2

Il punto del Presidente pag. 3

La marineria viestana: la piccola pesca pag. 4

Le energie alternative pag. 5

Ricordi … (Filippo Fiorentino) pag. 8

Surf casting a Vieste pag. 9

Itinerario archeologico: Merinum pag.12

Il motore fuoribordo a 2 tempi a iniezione diretta pag.14

Le ricette del pescatore - Dizionario gastronomico pag.15

Vieste tra gli appuntamenti in Adriatico pag.16

Parco Nazionale del Gargano: il primo anno del

Presidente Giandiego Gatta pag. 6

Giovannino ha fatto 100 pag. 7

L ’op in i one Il punto di vista dei lettori: Turismo

significa anche difendere l’ambiente naturale! Sono di origini garganiche ma vivo al Nord.

Per me Vieste evoca antichi ricordi, come la bellezza dello scenario naturale, il mare incon-taminato, le spiagge con qualche ombrellone.

Ora le spiagge sono organizzate, ci sono gli stabilimenti che offrono una spiaggia pulita e dei servizi che prima non c’erano.

Questo fa parte del progresso, non si può e non si deve tornare indietro. Sarebbe illogico. Obiettivamente le spiagge di Vieste sono ben attrezzate, pulite ed organizzate, anche se troppo privatizzate. Tratti di spiaggia libera sarebbero ben accetti da parte di chi non si può permettere di pagare per ombrellone e sdraio.

Vorrei soffermarmi su un problema.

Prima a Vieste in acqua era possibile, facendo il bagno, prendere cannolicchi, conchiglie, telline e, se eri fortunato, anche stelle marine e caval-lucci.

Poi alcuni anni fa, imbarcazioni provenienti dalla costa a sud di Vieste, autorizzate dalla Marina Mercantile, a quanto pare, operarono nel nostro territorio con mezzi rumorosi, atti a risuc-chiare tutti i frutti di mare della zona.

Risultato: ormai non c’è quasi più la possibilità di prendere un frutto di mare anche piccolo.

Chiedo a chi di competenza (Assessore all’Ambiente del Comune di Vieste, Capitaneria di Porto) non solo di fermare un tale scempio fa-cendo revocare eventuali autorizzazioni, (ma ormai c’è poco da pescare), ma anche di ripopo-lare il fondale marino, in modo che questo diven-ti un’attrattiva non solo per i nostalgici dell’ambiente naturale come quelli della mia generazione, anche per i numerosi giovani che potranno scegliere Vieste come meta di vacanza.

Turismo significa anche difendere l’ambiente naturale!

Un garganico del Nord

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I n questo secondo nu-mero abbiamo intervistato il prof. Berardino Frascolla, Presidente della Lega Nava-le sezione di Vieste, per conoscere quali sono gli scopi e le attività istituzionali della Lega Navale Italiana, nonché come è organizzata la locale sezione.

Presidente, ci può dare innanzitutto qualche notizia essenziale della Lega Nazio-nale Italiana?

La LNI è stata fondata nel 1897 a La Spezia. La sede centrale è a Roma. Gli orga-ni istituzionali sono la Presi-denza Nazionale, il Consiglio direttivo nazionale, il Colle-gio dei revisori dei conti ed il Collegio dei probiviri.

Qual è il sito internet? www.lni.it Ci vuole illustrare in breve

quali sono gli scopi? Sono la diffusione nel po-

polo italiano, e in particolare fra i giovani, dello spirito marinaro, la conoscenza dei problemi marittimi, l’amore per il mare, l’impegno per la tutela dell’ambiente marino e delle acque interne.

Ci può elencare le attività istituzionali?

Certamente. Sono numerose e cercherò

di non dimenticare nessuna: corsi di avviamento alla ve-la, attività marinaresche, astronomia, meteorologia, pronto soccorso, conferen-ze, attività di protezione

ambientale, pubblicazioni, operazioni ambientalistiche, promozione sociale, propa-ganda nelle scuole, gite collettive, regate e competi-zioni sportive nautiche non federali, Regate internazio-nali, Corsi di patente nauti-ca, Corsi per la conduzione di natanti, Manifestazioni sociali o ricreative.

Parliamo ora della sezione di Vieste. Da chi è composto il Direttivo?

Berardino Frascolla, Presi-dente - Carlo Bosco, Vice Presidente - Francesco Alio-ta, Tesoriere - Gaetano Ma-scia, Segretario - Giuseppe Pellarin, Consigliere allo Sport - Mario Argenio, Con-sigliere - Matteo Cimaglia, Consigliere

Ci sono soc i c he s’interessano di particolari settori?

Sì. Abbiamo creato il grup-po sportivo vela con Giusep-pe Pellarin, Matteo Cimaglia e Giovanni Gimma, che han-no già brillantemente porta-to a conclusione il primo corso di vela.

La storia della marineria viestana viene curata da Giacomo Aliota, Gaetano Patrone e Pasquale Azzaro-ne: si ricostruisce la storia della marineria locale attra-verso articoli che vengono pubblicati su Logbook.

L’attività di educazione ambientale e la redazione di LOGBOOK - GIORNALE DI

BORDO della Sezione di Vieste sono curati dai soci Carlo Bosco e Gaetano Pa-trone: risultati anche del loro impegno sono stati la giornata ecologica del porto tenutasi il primo giugno e la pubblicazione di questo pe-riodico.

Recentemente è stato deciso di istituire il gruppo sportivo pesca da affidare ad Aristide Frascolla ed altri soci che vorranno collabora-re.

Per concludere? Invito tutti i soci a fre-

quentare la sezione, ad in-formarsi e partecipare alle varie attività; in ogni caso per qualsiasi problema o informazione possono tele-fonare al numero della sede 0884 702698, lasciando eventualmente un messag-gio.

Il punto del Presidente Nino Patrone

AMARE AMARE

IL MAREIL MARE

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DIVENTARE SOCI DIVENTARE SOCI

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LEGA NAVALE LEGA NAVALE

ITALIANAITALIANA

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La piccola pesca

L a pesca del pesce az-zurro, alici, sarde e papaline (sarachèdde), che si svolge-va nei mesi di autunno e primavera, non poteva, evi-dentemente, di per sé, esse-re sufficiente a sfamare, per tutto l’anno, le famiglie dei marinai, ricche soltanto di figli. Anche se, va detto, le pescate di allora non erano assolutamente come quelle di oggi.

Uno storico del 1600, Enri-co Bacco, in un suo libro famoso, Il Regno di Napoli diviso in dodici provincie, edizione del 1618, scrive: “Tiene il mare molto abbon-dante di pesci e in particola-re si fa la pescagione delle sarde, alla quale, nella pri-mavera vi concorrono centi-naia e centinaia di barche e sogliono le notti prenderne tanta copia che suole ecce-dere ogni barca le sessanta e settanta migliare, quali poi salate somministrano ab-bondanza di esse a tutta la Provincia.”

C’era, dunque, la necessi-tà di sopravvivere anche nei mesi del lungo inverno, sia pure alla men peggio. Un detto di quei tempi esprime-va bene questa situazione così: Doppe Natéle, fridde e féme. Si diceva pure: La féme cacce u lupe da u vo-sche. Si inventavano allora

La mar iner ia v iestanaLa mar iner ia v iestana Mimmo Al i o ta

altri sistemi di pesca aggiun-tivi.

U paliotte Era questo un sistema di

pesca che si faceva in pieno inverno, alla “scaduta” dei grossi fortunali, con mare molto torbido.

I luoghi di pesca che si prestavano erano le nume-rose insenature e le altret-tanto numerose grotte mari-ne di Punta della Testa (Jinde u Monde), dove gran-di masse di pesci si ridossa-vano, attratti dall’acqua calma e meno fredda.

Per questa pesca si utiliz-zava un battello con sei marinai a bordo: quattro, belli robusti, ai remi e due alla manovra di un attrezzo, detto, appunto, u paliotte. Era formato da una rete lunga tre metri circa ed alta due, fissata a due lunghe pertiche nei lati corti. La struttura era quella del car-dellino, che si usava per

catturare i gamberetti nelle correnti della costa.

I due marinai, in piedi nel pozzetto di poppa, affonda-vano la rete con i due ba-stoni, tesa nei due lati del battello, mentre i quattro addetti ai remi spingevano la barca, di poppa, con tut-ta la forza che avevano nelle braccia.

Arrivati, così velocemente, alla fine della corsa sulla spiaggetta della grotta, o sulla riva della caletta, i due operatori alzavano fuori dall’acqua il paliotte e nella rete, come in quella del trabucco, era possibile tro-vare dei bei pesci, di diver-se specie e dimensioni, come cefali, sarachi e denti-ci.

I più bravi, o i più fortu-nati, in questo sistema di pesca erano i fratelli Tom-maso e Matteo Colella (u Zuppe la gavene) e Nicola Bua (Campedane).

(Continua)

Un momento della pesca delle sarde

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Nel numero precedente abbiamo iniziato una chiac-chierata con l’ing. Giuseppe Pellarin, componente del Direttivo della Lega Navale di Vieste. L’abbiamo incon-trato di nuovo per fargli qualche altra domanda sul tema importante delle ener-gie alternative.

Ingegnere, in generale,

quali sono le fonti di energia alternativa?

Sicuramente le più cono-sciute sono l’energia solare e quella eolica. Sono anche quelle che in Italia dovreb-bero essere sfruttate al massimo, data la conforma-zione e posizione geografica italiana.

In che misura sono sfrut-tate?

Purtroppo in Italia pochis-simo. In questo campo sia-mo rimasti molto indietro rispetto alle altre nazioni europee. Questo è un gran problema perché il nostro paese non è più in grado di rispondere al fabbisogno nazionale.

Quali sono i paesi europei con più alto utilizzo di ener-gia alternativa?

Sicuramente la Germania che ha cominciato già diver-si anni fa a svolgere attività nell’ambito delle energie alternative. Negli ultimi 5 anni in Germania c’è stata un’enorme produzione di torri eoliche e campi eolici.

Questo paese ora è in grado di soddisfare circa il 15 % del fabbisogno di e-nergia nazionale solo con l’energia eolica, senza con-tare quella fotovoltaica, usata in molti edifici indu-striali come la Mercedez Benz.

Quali sono le strutture necessarie per lo sfrutta-mento delle varie risorse naturali?

Le tecniche ormai sono conosciute. Per quanto ri-guarda l’energia solare esi-stono i pannelli fotovoltaici, ancora molto costosi per la loro costruzione complessa nei processi di lavorazione, così come i pannelli solari per i l r i scaldamento dell’ambiente e dell’acqua.

Quali sono i vantaggi deri-vanti dallo sfruttamento di queste fonti?

I vantaggi sono evidenti: si usa meno energia elettri-ca. Questo sarebbe un van-taggio enorme per una na-zione come l’Italia che, nell’ambito europeo, acqui-sta annualmente la maggior quantità di energia elettrica: 40 miliardi di kwh. Per l’Italia, che è sempre in defi-cit, significa una spesa esor-bitante.

Lei in che modo si è occu-pato di energia alternativa?

Sono più di venti anni che seguo ricerche molto inte-ressanti. Le energie alterna-tive sono il futuro delle na-

zioni, poiché permetteranno loro di diventare indipen-denti per la produzione dell’energia.

Qual è l’atteggiamento degli stati nei confronti dell’utilizzo di questo tipo di fonti energetiche?

E’ una domanda alla quale non si può rispondere in due minuti. Troppi sono gli inte-ressi finanziari delle nazioni e delle industrie nell’ambito d e l l a p ro d uz i o ne e dell’utilizzo dell’energia.

Cosa direbbe a coloro che hanno gli strumenti per sol-lecitare l’utilizzo dell’energia naturale?

Si è parlato troppo, si de-vono fare dei fatti. La fase di sperimentazione è termi-nata da anni. Ora si devono attivare e mettere in opera le cognizioni risultate da queste sperimentazioni. Anche perché nel campo delle energie alternative potrebbero trovar lavoro centinaia di migliaia di ope-ratori.

* * Ogni paese moderno ne-

cessita di un duraturo, sicu-ro e indipendente approvvi-gionamento energetico, come di una forte riduzione dell’ inquinamento atmosfe-rico.

Speriamo, quindi, che l’invito all’azione dell’ing. Pellarin venga accolto e messo in pratica per il bene del nostro Paese e non solo.

Le energie a l ternat iveLe energie a l ternat ive Annamar i a Cel l amare

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I l Presidente dell’Ente Parco Nazionale del Garga-no, Giandiego Gatta, da appena un anno al timone di una tra le più grandi ed importanti riserve naturali d’Europa, si è già distinto per aver dato una sferzata alla causa socio-economica del Promontorio. E’ un Parco dinamico, versatile, che ha creato un rapporto di gran-de collaborazione e di gran-de concertazione con tutti i comuni che insistono nell’area protetta: diverse le iniziative avviate nei vari comuni e fuori i confini regionali per rilanciare una economia ormai al limite del collasso, oltre che per realiz-zare un progetto più ambi-zioso, quello di internaziona-lizzare il Gargano. Si stanno risolvendo alcune problema-tiche, altre saranno affron-tate a breve termine.

Presidente, quali sono le problematiche affrontate e risolte in questo primo peri-odo?

Abbiamo ridisegnato il regolamento per la conces-sione del marchio ai prodotti di qualità e abbiamo avviato un nuovissimo progetto d’educazione ambientale riservato ai ragazzi delle scuole elementari. Da parte nostra esiste la massima volontà per la costruzione di un sistema efficiente. L’Ente

Parco deve essere non solo struttura e strumento di tutela, ma anche di promo-zione e deve godere della stima e considerazione delle popolazioni che ci vivono. In quest’ottica gli incontri avuti con gli amministratori e con le comunità locali sono stati molto fruttuosi; hanno per-messo di prendere atto della situazione esistente e risol-vere i problemi sul tappeto. Il Parco c’è. Si rende final-mente visibile. Comincia a diventare una pedina fonda-mentale per l’economia lo-cale e dimostra la sua gran-de voglia di crescere.

Ci può illustrare qualche esempio della nuova politica ambientale del Parco ed i progetti finanziati?

Grande attenzione è stata riservata ai piccoli comuni: i primi a beneficiare della nuova politica ambientale del Parco sono stati i comu-ni di Rignano Garganico e Lesina. Sono stati finanziati due progetti esecutivi ri-guardanti l’aspetto pretta-mente naturalistico. Il primo

riguarda il completamento e la sistemazione agro-forestale della Dolina Cento-pozzi a Rignano Garganico; l’altro progetto concerne il recupero e la manutenzione a Lesina dell’area da desti-nare all’allevamento del gobbo rugginoso, la famosa anatra dal becco blu già reintrodotta dal Parco del Gargano nelle zone umide di Manfredonia.

Vogliamo restituire alla sua antica funzione la Dolina Centopozzi, la quale, non va dimenticato, rappresenta un caso unico in Italia di bacino idrico a 650 metri sul livello del mare. L’area interessata da fenomeni carsici è ricca di doline e grotte, tant’è che il Parco vuole farla diventare una grossa attrazione per i turisti, che potranno fermar-si a consumare uno spunti-no nelle apposite aree in fase di realizzazione. Inoltre la zona assume una valenza naturalistica di indubbio valore; basti pensare che da tempi immemorabili la doli-na costituisce l’unica fonte di approvvigionamento idri-co per gli animali che vivono allo stato brado. Per quanto riguarda il progetto di Lesi-na, esso nasce per favorire l’integrazione tra la laguna e il centro visita del parco, attraverso il recupero del sito e la sua organizzazione.

Parco Nazionale del Gargano

Il primo anno del Presidente Giandiego Gatta

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Creeremo un vero e proprio laboratorio all’aperto che permetterà alle scolaresche di svolgere attività didatti-che a stretto contatto con la natura, non lontani da un centro urbano.

Quali sono i rapporti con le Forze dell’Ordine, in parti-colare la Capitaneria di Por-to di Manfredonia ed il Cor-po Forestale dello Stato?

Questo primo anno è ser-vito per instaurare nuovissi-me forme di collaborazione con i vertici provinciali delle Forze dell’Ordine per preve-nire e reprimere gli atti cri-minosi nei confronti dell’ambiente del Parco Na-zionale del Gargano.

Abbiamo subito creato una sinergia tra le varie forze dell’ordine e l’azione del Parco per rafforzare le azio-ni di controllo, prevenzione e di repressione. Penso di aver dato un segnale tangi-bile dell’attenzione che l’Ente Parco rivolge a questi problemi.

Ho chiesto più controlli da parte degli uomini della Ca-pitaneria di Porto di Manfre-donia anche nei confronti dei pescherecci che pratica-no la pesca a strascico e contro quei pescatori abusivi che raccolgono datteri ed altri molluschi di mare, de-turpando le rocce delle no-stre scogliere, oppure con-tro chi va a pesca di polpi usando sostanze chimiche come il verderame.

Ho chiesto al Comando della Capitaneria di Porto di Manfredonia, molto sensibile alle nostre richieste, una maggiore presenza lungo i litorali e nella Riserva Mari-na delle Isole Tremiti, alla quale siamo riusciti a far ottenere dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio un battello spazzamare di ultima gene-razione per la pulizia delle acque della nostra meravi-gliosa Riserva Marina.

Molto è stato fatto anche contro lo stato di degrado in

cui versano le aree attrezza-te della Foresta Umbra e degli altri principali boschi del Gargano. E’ stato rad-doppiato il numero dei con-tenitori portarifiuti ed è sta-to aumentato il controllo del Corpo Forestale dello Stato soprattutto nei giorni festivi.

Su nostra segnalazione il Coordinamento Territoriale per l’Ambiente del CFS ha instaurato un servizio stra-ordinario di sorveglianza nelle aree da pic nic della Foresta Umbra con una pat-tuglia permanente, una sor-ta di forestali di quartiere.

Altri traguardi raggiunti? Tra gli altri traguardi rag-

giunti, l’apertura del Centro Visite di Rodi Garganico, gli infosportelli, la partecipazio-ne del Parco alle più impor-tanti manifestazioni fieristi-che a livello internazionale, la nuova versione del gior-nalino del parco, tradotto anche in lingua inglese.

Dino Frascolla Nino Patrone

Domenica 31 luglio 2005 Giovannino ha festeggiato i suoi 100 anni.

Nella Chiesa di San Giu-seppe Operaio il parroco don Michele Ascoli ha cele-brato la S. Messa per fe-steggiare il compimento dei 100 anni di Giovannino Notarangelo, nato nel 1905, da Angelo Maria Notarange-lo e Preziosa Cariglia.

Erano presenti i figli An-

gelo e Bruno con la moglie Anna, i nipoti Cristina, Gio-vanni e la pronipote Isabel-la, oltre a parenti ed amici.

Giovannino viene tuttora ricordato per la sua mente lucida; non è raro, infatti, incontrarlo per le vie di Vieste mentre va a fare la spesa o altri servizi, o s’intrattiene con alcuni suoi parenti, il generale in pen-sione Carmine D’Amato ed

il dottor Donato Cariglia. Molti certamente ricorda-

no che nel suo negozio di bottoni e articoli per cucire, gestito fino a tarda età e frequentato soprattutto da donne, quando arrivava un uomo a comprare qualcosa aveva la precedenza. Per le donne che protestavano aveva sempre una battuta pronta e tutto finiva in risa-

Giovannino ha fatto 100 Anna Maria Lucatelli

(segue a pag. 14)

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I n una fredda giornata dello scorso mese di febbra-io, è morto Filippo Fiorenti-no.

Il Gargano perde con Lui uno dei suoi figli migliori; aveva onorato la Sua terra in tutti i modi, sia come docente scolastico bravo, sia come preside di valore, edu-cando generazioni di giova-ni.

E’ stato anche scrittore prolifico: a Lui si devono pagine magnifiche sulla Sua e nostra terra.

Era nato 58 anni fa, a Vico del Gargano, che custodiva amorevolmente nel Suo cuore, non disgiunto dagli altri paesi.

A Vieste e a Rodi aveva prestato servizio come pre-side. Chi ha lavorato e stu-diato nelle “sue” scuole, ha avuto occasioni uniche per misurare tutto il bene che si può fare agli studenti, quan-do l’impegno del docente e del dirigente è totale.

La Sua dedizione non si limitava alla scuola. Sapeva pure che, per propiziarsi i tempi nuovi, occorreva pre-parare adeguatamente l’intera comunità garganica ad accoglierli.

Altri lo seguirono.

RicordiR icordi … … di Mimmo Aliota

La letteratura garganica non è stata mai, in nessun tempo, così feconda, come allora.

Ripeteva: “La Storia è la maestra dei popoli”, e Lui su quella era instancabile: co-nosceva la storia del Garga-no fatta di antichità nobili e di vita vissuta, con i suoi momenti esaltanti ed altri tristi, nutriti sempre dal lavoro e dalla speranza.

In questo campo ha lavo-rato sodo, cogliendo, con altri naturalmente, successi decisivi, come l’istituzione del Parco Nazionale del Gar-gano.

Con noi, operatori culturali di Vieste, collaborò molto, organizzando grandi Conve-gni di Studio (memorabile quello su Uria garganica), decisivi per i risultati cui pervennero.

Lo stesso fece anche con gli altri paesi della Montagna del Sole; ovunque ci fosse da cogliere e sfruttare fer-menti culturali adatti a di-vampare, accorreva a dare una mano.

Filippo Fiorentino fu un vero, grande garganico, come pochi.

Non lo distraeva l’amore del campanile. So che non era d’accordo, per esempio, con quelle Amministrazioni o associazioni del Gargano, che, anni addietro, dissemi-navano lunghi tratti stradali con scritte, a dir poco ridico-le, come: “State attraver-sando il territorio del Comu-ne di …”.

Filippo Fiorentino non si stancava mai di combattere queste tendenze campanili-stiche, “retaggio dei tempi bui della nostra storia”. Così diceva.

Il Suo ricordo aiuti le futu-re generazioni a battere, tutti insieme, un sentiero di luce, senza mai demordere.

Filippo FiorentinoFilippo Fiorentino

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Surf cas t ing a V iesteSurf cas t ing a V ieste Annamaria Cellamare

I l surf casting (termine americano, letteralmente "Lanciare sull'onda") è una tecnica praticata nei paesi atlantici ed introdotta in Ita-lia, almeno al grande pubbli-co, verso la fine degli anni '80, grazie ad alcuni pescato-ri che hanno svolto un pre-ziosissimo lavoro di adegua-mento delle tecniche statuni-tensi alle realtà del mediter-raneo, sperimentandole sulle coste della Sardegna che, ancor oggi, risultano essere le più adatte e quindi le più fruttuose per questa tecnica.

Questo tipo di pesca ha trovato spazio anche sulle spiagge di Vieste e, per sa-perne di più, abbiamo inter-vistato un esperto, France-sco Bertolini, che abbiamo incontrato in una delle no-stre passeggiate sulla spiag-gia antistante il lungomare Enrico Mattei .

Che tipo di pesca è quella

che sta praticando? Il surf casting è un tipo di

pesca da spiaggia bassa o alta. E’ un genere nato in Inghilterra, in origine prati-cato sugli oceani.

Qual è la tecnica usata? In pratica si deve raggiun-

gere con le canne specifiche una determinata distanza, quella dell’ultima onda.

Quello è il frangente dove i pesci pascolano approfittan-do del movimento della sab-bia causato dall’onda; tale

spostamento, sconvolgendo il fondale, libera i molluschi e i crostacei, le prede prefe-rite delle spigole.

Da quanto tempo lei lo pratica?

Personalmente sono due anni e mezzo, anche se a Vieste sono già quattro o cinque anni che viene prati-cato.

Che diffusione ha avuto a Vieste il surf casting?

Il primo è stato Sandro Cariglia quattro o cinque anni fa. Il surf casting è ora praticato da circa dieci per-sone di Vieste e da piccoli gruppi che vengono da S. Giovanni Rotondo, Foggia e S. Severo.

In che periodo può essere meglio praticato e perché?

I mesi migliori sono No-vembre e Febbraio perché sono i periodi in cui le spigo-

le grandi vengono a depo-sitare le uova.

Lei sceglie sempre gli stessi posti ?

No. I posti cambiano. I punti più pescosi a Vieste sono quelli in prossimità dei lidi Oasi, Mediterraneo, Bel Sit, e, quindi, di Umbrama-re.

La pescosità di queste zone varia a seconda delle mareggiate.

Cosa si pesca prevalente-mente ?

Predominano le spigole che rappresentano circa il 90% del pescato. C’è poi un 7% di mormore e un misero 3% tra ombrine e rombi.

Si utilizzano delle canne e degli ami particolari?

Naturalmente. Ci sono

(Continua a pag. 10)

“Come sono bravo, ne ho preso uno!” dice Nicolino, mentre Enzo pensa che si tratti solo di fortuna.

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canne specifiche per il surf casting: o paraboliche po-tenti o ripartite in due pezzi. Di solito si usano 3 canne di diversa lunghezza e poten-za, rapportate ai luoghi do-ve andranno usate, diciamo a partire dai 3,80 m. per arrivare ai 5.

La scelta cadrà su modelli specifici, telescopici, con potenze che andranno dagli 80-150 gr di piombo e devo-no avere quelle caratteristi-che costruttive capaci di superare prove impegnative quali le mareggiate invernali ed i continui strappi e solle-citazioni del lancio.

Per l’amo, l’ideale è un amo corto a becco d’aquila, al titanio e con l’occhiello. E’ un amo affilatissimo e resi-stente. Anche i piombi usati sono importanti, i migliori sono il piombo piramidale e il piombo conico.

E l’esca? A Vieste le esche sono

rare. Di solito uso il Coreano (un verme), che è un’esca specifica per le spigole. Ri-tengo sia l’esca migliore, in quanto, se ben innescato con l’ago da arenicola, rima-ne vitale sull’amo e dà i suoi risultati.

Purtroppo a Vieste non ce n’è grande disponibilità e quindi spesso bisogna usare delle esche alternative come il cannolicchio.

Oggi sto usando proprio questo mollusco come esca naturale di riserva.

Ci può indicare qualche fattore importante da tenere in considerazione per prati-care questo sport?

Beh, oltre all’uso di canne specifiche, bisogna dare grande importanza alla di-stanza e ricordarsi che quella di riferimento, per lanciare l’amo, deve essere quella dell’ultima onda.

Inoltre per il surf casting è necessario che il mare non sia né piatto né troppo mos-so.

La prima regola del surf mediterraneo è quella che, se non c'è onda, non c'è surf, anche se, in questi ulti-mi anni, ci si sta accorgendo che questa regola trova delle eccezioni e per alcune prede, come la mormora, orata, sarago e razza si verificano catture anche con mare cal-mo.

E’ una pesca fruttuosa?

Innanzi tutto è una pesca complicata che necessita di molta esperienza. Diviene fruttuosa se si è costanti sul posto e si diviene capaci di riconoscere l’onda giusta, l’onda intermedia (40-80 m di distanza).

Va detto che tra tutte le pesche possibili in mare, il surf casting brilla per la sportività e per l'alta fre-quenza di cappotti!

Infatti, a differenza di altre tecniche, il risultato di una battuta di surf casting è troppo legata al momento "magico" per essere alla portata di tutti.

Prima di tutto il surf ca-stman deve individuare con esattezza quando il mare è nelle condizioni ideali, cioè quando il moto ondoso libe-ra nutrimento facendo ac-correre le prede e quindi poterle insidiare.

(Continua da pag. 9) “Melius abundare!” esclama Francesco. Enzo si ricrede e pensa che in effetti si tratti di abilità.

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Queste condizioni non sono frequentissime e pos-sono durare per un tempo variabile, sia di giorno sia di notte, in cui il surf casting può offrire entusiasmanti catture.

Oggi in che condizioni sta pescando?

Quella di oggi è una pe-scata in un canale rettilineo (cioè parallelo alla spiaggia).

Ci sa dire quanto, appros-simativamente, ha pescato in questi anni di surf casting?

Circa duecento spigole. In una pescata eccezionale, con due canne, sono riuscito a prendere sette grosse spigole che pesavano dai quattro etti ai tre kg.

Ha qualche consiglio da dare a chi si avvicina a que-sto tipo di pesca?

Io consiglio sempre di liberare le spigole di peso

inferiore ai trecento grammi. Oltre a rispettare la legge si compie così un atto di civiltà nei confronti del mare.

“Surf casting”, due termini anglosassoni densi di signifi-cato sportivo, che nella loro traduzione italiana non per-

dono nulla dell'originaria capacità evocativa a cui si aggiunge anche un grande amore e un profondo rispet-to per la natura.

Annamaria Cellamare * *

Francesco pensa: “come lo cucino?” Annamaria sorride, ma il pesce no!!

Nino indica il pesce sotto lo sguardo divertito di Annama-ria e Francesco. Cosa ne pensa il pesce?

Amare il mare

significa

amare

la natura

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Having left the Defensola, we go towards the rural little church consecrated to St. Maria of Merino, situated in the plain called Piano Grande.

Merinum stood here, as revealed by the Ro-man ruins along the old coastline, with the visible remains of a villa, dating back to I century B.C., and some lesser rural complex.

Numerous structures bear witness to the activ-ity of this big villa, which should be characterized by the production and manufacture of foodstuffs, oil and wine, favouring their commerce through the maritime route.

Extending on the parallel direction along the coast, to the visitor, who turns into the little church entry path, it immediately shows a wine cell with some thirty big barrels covered with earth, strewn with pitch inside and numbered on the edge.

Part of the residential area seems to assemble to the margins of a narrow pool, which could be an olive-press for the picking of the olive paste, but also a plant for the canalisation of the must.

As concerns the productive sector a tank with a fountain is kept, while on the western side there is one of the walls, marking the boundary of a viridarium arcade (garden).

The villa, discovered accidentally, has given back, till now, residential rooms with mosaics, of a certain value, from the imperial age.

Inside the residential area, turned towards the sea, a room has been excavated with mosaic floor having geometrical decorations.

The quarter is completed by a little private aqueduct, which served this complex, through a big rectangular tank, with a fountain prospect directed towards the houses.

The complex has been inhabited until the VI century A.D. Unfortunately at present you can see only something.

ITINERARIO ARCHEOLOGICO - MERINUM

Lasciata la Defensola, ci dirigiamo, ora, verso la chiesetta rurale dedicata a S. Maria di Merino, sita nella pianura detta “Piano Grande”.

Qui sorgeva “Merinum”, come rivelano i ru-deri romani disposti lungo l’antica linea di costa, con i resti visibili di una villa, risalente al I secolo a.C., e qualche minore nucleo rurale. Numerose strutture testimoniano l’attività di questa grande villa, che doveva essere caratterizzata dalla produzione e dalla lavorazione di prodotti ali-mentari, olio e vino, favorendone il commercio attraverso la via marittima.

Sviluppata per il senso della lunghezza paralle-lamente alla linea della costa, al visitatore, che imbocca il vialetto d’accesso alla chiesetta, si offre subito la visione di una cella vinaria con una trentina di grosse botti interrate, cosparse di pece all’interno e numerate sull’orlo.

Parte dell’area residenziale sembra raccogliersi ai margini di una stretta vasca, che ha fatto pensare ad un frantoio, per la raccolta della pasta d’olive, ma anche ad un impianto per la canalizzazione del mosto.

Del settore produttivo si conserva una cisterna con una fontana, mentre sul lato occidentale rimane uno dei muri che delimitano un “viridarium” porticato (giardino). Scoperta, ca-sualmente, la villa ha restituito finora ambienti residenziali con mosaici, di un certo pregio, d’età imperiale. Nell’area residenziale, rivolta verso il mare, è stata scavata una stanza con pavimento a mosaico a decorazione geometrica.

Completa il quartiere un piccolo acquedotto privato, che serviva questo complesso, attraver-so una grande cisterna rettangolare, con un prospetto a fontana orientato verso le abitazioni.

Il complesso è stato abitato fino al VI secolo D.C. Purtroppo attualmente si riesce a vedere solo qualcosa.

Merino. Remains of a Roman aqueduct. Merino. Resti di acquedotto romano.

Merino. Reste der romanischen Wasserleitung. Merino. Restes d’aqueduc romain.

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Nach der Defensola schlagen wir den Weg zu der Feldkirche ein, die in der Ebene „piano gran-de” genannt liegt und der Hl. Maria von Merino geweiht ist.

Hier befand sich „Merinum”, wie uns die roma-nischen Ruinen mit den sichtbaren Resten einer Villa aus dem I Jh. v. Chr. und einige kleinere, ländliche Wohneinheiten entdecken lassen, die entlang der damaligen Küstenlinie stehen. Zahlrei-che Strukturen zeugen von der Tätigkeit in dieser großen Villa, in der von allem Lebensmittel herge-stellt oder verarbeitet wurden: Öl und Wein, de-ren Handel durch die günstige Lage am Meer gefördert war.

Sie erstreckt sich parallel zur Küstenlinie und bietet dem Besucher, der den Weg zur Kirche einschlägt, sofort den Anblick auf einen Weinspei-cher, der aus ungefähr 30 großen, eingegrabenen Gefäßen besteht, die innen mit Pech verkleidet und am Rand nummeriert sind. Ein Teil der Wohn-fläche scheint um eine schmale Wanne gebaut zu sein, daher die Idee einer Ölmühle in der die ge-mahlenen Oliven gesammelt wurden oder eine Anlage zur Kanalisierung des Traubenmostes.

Vom Arbeitsbereich ist eine Zisterne mit Brun-nen erhalten, während auf der westlichen Seite noch Mauerreste stehen, die den „viridarium” porticato (Garten) abgegrenzt haben.

In der zufällig entdeckten Villa hat man bis jetzt Räumlichkeiten mit ziemlich wertvollen Mosaiken aus der Kaiserzeit ans Licht gebracht. In den Wohnräumen, die gegenüber dem Meer liegen, wurde ein Mosaikfußboden mit geometrischen Verzierungen ausgegraben.

Das Viertel verfügte über eine eigene Wasser-versorgung. Sie bestand aus einer großen, recht-eckigen Zisterne auf deren Vorderseite sich ein Brunnen gegenüber den Wohnungen befand.

Die Anlage war bis zum VI Jh. n. Chr. bewohnt. Leider ist von ihr kann noch etwas sichtbar.

Laissant la Defensola, nous nous dirigeons maintenant vers la petite église rurale consa-crée à S.Maria de Merino située dans la plaine appelée « Piano Grande ». Là, se dressait « Merinum » comme l’attestent les ruines ro-maines le long de la côte, les restes d’une villa qui remonte au I siècle avant Jésus-Christ et quelques regroupements ruraux. De nombreu-ses structures témoignent l’activité de cette grande villa qui devait produire et travailler des produits alimentaires comme l’huile et le vin qui pouvaient être commercialisés par voie maritime.

Elle est construite en longueur parallèlement à la côte. Le visiteur qui s’engage dans l’allée d’entrée de la petite église peut découvrir une cave vinicole avec une trentaine de gros fûts enfouis dans la terre, couverts de poix à l’inté-rieur et numérotés sur le bord. Une bonne partie de la zone résidentielle se regroupe au bord d’une espèce de cuve qui pourrait être à l’origine un pressoir pour la pâte d’olive ou bien une installation pour la canalisation du moût.

Il est resté une citerne avec une fontaine pour le système productif et sur le côté occi-dental il est resté un des murs qui délimite un jardin appelé «viridarium». Découverte par hasard, la villa présente des habitations avec des mosaïques de l’époque impériale. Dans la zone résidentielle, face à la mer, a été retrou-vée une chambre avec un pavage en mosaïque à décorations géométriques.

La zone est complétée par un petit aqueduc privé qui la desservait à travers une grande citerne rectangulaire avec une fontaine orien-tée vers les habitations.

Le complexe a été habité jusqu’au VIe siècle après J.C. Malheureusement, il n’est pratique-ment rien resté de toutes ces habitations.

L ’Itinerario archeologico è tratto da un lavoro di alunni (N. Biscotti, T. De Noia, E. Pupillo e V. Vecera) dell’Istituto d’Istruzione Secondaria “L. Fazzini” di Vieste, sez. ITC Giuliani, (Dirigente Andrea Cariglia), coordinati dal prof. Gaetano Patrone (inglese), con la consulenza della prof. Elizabeth Göp-pele (tedesco) e della prof. Libera Giudilli (francese).

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PER SAPERNE DI PIU': Il motore fuoribordo a 2 tempi a iniezione diretta

I primi motori fuoribordo a due tempi a iniezione diretta nascono alla fine degli anni 90 per unire ai principali vantaggi dei motori a 2 tempi (leggerezza, alto valore di po-tenza, semplicità costruttiva, scarsa manutenzione), quelli dei motori a 4 tempi (maggior silenziosità, minor consumo).

Attualmente vengono prodotti motori fuoribordo con tre tipi di alimentazione: per aspirazione (il pistone aspira nel cilindro la miscela aria-benzina formatasi nel carburatore), per iniezione indiretta (la benzina è iniettata in pressione nel collettore di aspirazione e il suo flusso è regolamentato da una centrali-na), per iniezione diretta (la benzina è iniettata direttamente nella camera di scoppio me-diante speciali iniettori che ottimizzano il flusso del carbu-rante, minimizzando gli spre-chi).

Per ora i motori a iniezione diretta esistono solo con ciclo a 2 tempi.

In quanto ai consumi, il vec-chio motore a 2 tempi aspirato consuma in assoluto di più, perché con la benzina brucia anche l'olio di lubrificazione miscelato al carburante, produ-cendo fumo.

Il 4 tempi consuma meno perché nella camera di combu-stione brucia solo la benzina, senza olio; ma questo motore, essendo più complesso, neces-sita di maggiori costi per la manutenzione.

Il nuovo 2 tempi a iniezione diretta, invece, consuma ancora meno, perché gli iniettori, gra-zie al loro sistema di gestione computerizzato, entrano in funzione per un tempo brevissi-mo e solo nell'ultima fase della compressione, così tutta la miscela viene bruciata, trasfor-mandosi in energia; inoltre è

più semplice, richiedendo mino-ri costi di manutenzione; è più brillante in accelerazione; inqui-na meno, poiché non rilascia nell'ambiente miscela incombu-sta e non brucia olio.

Importante è anche quest'ul-timo punto, non solo perché c'è in ballo la salute del nostro pianeta, ma anche perché a partire dal 2006 e dal 2007 entreranno in vigore le nuove norme anti-inquinamento che impediranno la produzione e la vendita di nuovi motori con emissioni inquinanti superiori ai livelli consentiti. Dei motori oggi prodotti, solo i 2 tempi a inie-zione diretta e alcuni 4 tempi rispettano tali norme e conti-nueranno a essere prodotti anche dopo il 2006-2007.

Perciò cosa aspettate? Passa-te al nuovo 2 tempi a iniezione diretta; i vantaggi per voi e per l'ambiente saranno evidenti.

Angelo D’Errico

(segue da pag. 7)

ta. Ogni giorno molto presto

alle cinque di mattina si recava nel suo negozio, dove si trovava di tutto a prezzi bassi, a sbrigare le pratiche per i Viestani che dovevano emigrare e per la spedizione di pacchi via mare soprattutto all’estero.

Era gentile con tutti, one-sto, mai nervoso, sempre con il sorriso sulle labbra.

Il suo negozio, piccolo, senza alcuna insegna, ma che tutti conoscevano, dall’inconfondibile odore di

naftalina, dove si trovava di tutto, era nel centro di Vie-ste, di fronte al Municipio.

Quando una donna chie-deva lo sconto, dicendo in dialetto: “Giuvannì, me fa sparagnà?”, serio, risponde-va: ”I cravugn c’ spara-gnan”. (In italiano, le cisti con il pus si premono!)

Vendeva anche cartoline, a dire il vero, talune piutto-sto vecchie, in bianco e nero. Se una donna prote-stava perché non vendeva belle cartoline a colori, Gio-vannino, senza scomporsi,

diceva: “Non capite niente, se voi inviate cartoline con bei paesaggi, viene più gente a villeggiare ed i prezzi del pesce e della frutta a Vieste aumentano anche per voi”.

Dove trovare oggi un uomo come Giovannino?

Logbook e la Lega Navale sezione di Vieste augurano a Giovannino Notarangelo che possa vivere quanto più possibile serenamente, con-tinuando a dare esempi di vita a tutti.

Anna Maria Lucatelli

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Calamari al forno Ingredienti per 4 persone: Calamari 1,400 Kg Pane grattugiato 140 g 3 Cucchiai di foglie di sedano tritate 10 Cucchiai di olio Aglio Peperoncino essiccato Sale, Pepe

Le r icette de l pescatore Le r icette de l pescatore Isa D’Apr i l e

Preparazione 1. Mettere gli spiedini in una terrina e coprirli con acqua, quindi lasciarli riposare per almeno 30 minuti in modo che durante la cottura non brucino. 2. Unire al pane grattugiato le foglie di sedano tritate e aglio. Aggiun-gere sale, pepe e peperoncino. Versare dell’olio a filo, mescolando finché il pane non sarà bagnato in modo uniforme. 3. Unire i calamari puliti dalle interiora. Mescolare e, aiutandosi con le mani, fare in modo che il pane aromatizzato vada anche all’interno dei calamari. 4. Disporre 4 calamari su ogni stecchino. Metterli su una teglia, infor-nare a 190°C per 40-50 minuti, bagnando di tanto in tanto gli spiedi-ni con l’olio della cottura.

U’ Ciambotte (Zuppa di pesce) Ingredienti: Pesce (mormora, gambero, galli-nella, triglia, sogliola, cicale, ecc.) 2 Peperoni (1 rosso,1 giallo) Cipolla, Pomodoro pelato Prezzemolo, Basilico, Peperoncino 2 Foglie di alloro, Olio, Sale, Aglio Crostini di pane. Preparazione 1. Preparare un trito di cipolla, aglio e prezzemolo con 2 foglie di alloro e soffriggere in una casseruola per circa 10 minuti. 2. Aggiungere i peperoni già lavati e tagliati, pomodoro pelato passato e far cuocere per circa 30 minuti. 3. Aggiungere il pesce già pulito e privato delle interiora, aggiustare di sale e farlo cuocere per circa 15 minu-ti a fuoco lento. 4. In un piatto posizionare i crostini di pane e adagiare il pesce senza farlo rompere. Aggiungere un mestolo del passato di pomodoro, un trito di prez-zemolo, poggiare il basilico al centro del piatto e servire.

Dizionario gastronomico: AntipastiDizionario gastronomico: Antipasti APPETIZERS ANTIPASTI VORSPEISEN

Anchovies Acciughe Sardellen

Smoked eel Anguilla affumi-cata

Räucheraal

Hors-d’oeuvres of fish

Antipasto di pesce

Fisch-Vorspeise

Red herring Aringa affumica-ta

Räucherhering

Bismarck herring Aringa marinata Bismarck-Hering

Lobster boats B a r c h e t t e d’astice

H u m m e r -Schiffchen

Shrimp cocktail Cocktail di gam-beretti

Garnelen-Cocktail

Crayfish cocktail Cocktail di gam-beri

Krebsschwanz -Cocktail

Scampi cocktail C o ck t a i l d i scampi

Scampi-Cocktail

Seafood Frutti di mare Meeresfrüchte

Shrimp salad Insalata di gam-beretti

Garnelensalat

Fish salad Insalata di pe-sce

Fischsalat

Oysters Ostriche Austern

Smoked salmon Salmone affumi-cato

Räucherlachs

Tuna in oil Tonno sott’olio Thunfisch in Oli-venöl

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Vieste tra gli appuntamenti in Adriatico

H anno attraccato an-che a Vieste le imbarcazioni di “Appuntamento in Adriati-co 2005”.

La nostra città ha accolto una delle tappe della mani-festazione nautica consen-tendo l’ormeggio nella notte compresa tra il 27 e il 28 luglio, e provvedendo al trattamento conviviale per circa 40 persone, a base di prodotti tipici del territorio.

Appuntamento in Adriatico è una manifestazione sporti-va, non competitiva, atta a promuovere il turismo nauti-co sulle coste adriatiche.

Quest’anno la manifesta-zione ha visto la partecipa-zione di circa quindici im-barcazioni e si è prefissa lo scopo di creare sinergie nel settore dell’economia; siner-gie legate alla nautica oltre che alla portualità turistica, alla cultura e al monitorag-gio del nostro mare.

“Un’associazione che vive da 17 anni per promuovere il diporto nautico. Noi di Assonaut ic a m ir i amo all’aspetto economico del turismo nautico passando per la cultura e il rispetto dell’ambiente”. Queste alcu-ne delle parole di Paolo Dal Buono che, nella sua veste di direttore tecnico della manifestazione, ha presen-tato ai soci della Lega Nava-le i componenti degli equi-paggi delle imbarcazioni.

Ma l’intervento di Dal Buo-

no è stato solo uno di quelli che hanno caratterizzato la s e r a t a d e d i c a t a all’accoglienza dei parteci-panti della manifestazione.

Prima di lui il prof. Berar-dino Frascolla, presidente della sezione di Vieste della LNI, ha aperto la serata dando il benvenuto agli equipaggi e agli ospiti in-tervenuti.

Matteo di Mauro, segreta-rio generale della camera di Commercio di Foggia, ha sottolineato, invece, quanto sia sempre bello, per lui e per l’associazione che rap-presenta, collaborare con gli amanti del mare in una prospettiva di sviluppo ter-ritoriale.

Insieme, di fronte ad un piccolo pubblico composto dai soci dalla Lega navale e dai navigatori, si sono tro-vati anche il vicesindaco di Vieste Pasquale Pecorelli, con gli assessori Michela Nardella e Carlo Sollitto, e il

d i r igente del l ’ Ist i tuto d’Istruzione Superiore Fazzi-ni, prof. Andrea Cariglia.

Sotto il segno della cordia-lità la serata è stata anche un’occasione per presentare ufficialmente il primo nume-ro della rivista, Logbook, e per conferire a Luca Solda-no il premio per il secondo posto raggiunto al concorso fotografico organizzato dalla Lega Navale di Roma.

La manifestazione, che è durata circa un mese, si è conclusa martedì 16 agosto a Venezia.

A noi che li abbiamo cono-sciuti e salutati, augurando una buona navigazione, non resta che sperare che il ricordo della sosta a Vieste rimanga uno dei più belli tra le pagine dei diari di bordo dei navigatori di Assonauti-ca 2005.

Annamaria Cellamare