2° Incontro degli Ex Petrarchini - Padova, 1-2 VI 1975 - A ......Ore 13 - Visita a Sainte-Anne...

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spea. ADD. postale uruppo iv - RIVISTA QUADRIMESTRALE DEGLI EX ALUNNI, DEL COLLEGIO UNIVERSITARIO DELLA SCUOLA DI RELIGIONE E DEL PETRARCA NUOVA SERIE QUADRIMESTRALE 2 1A DONATELLO, 24 D M AG G IO-AGOSTO 1 975 Incontro degli Ex Petrarchini - Padova, 1-2 VI 1975 - A tavola non s'invecchia

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Page 1: 2° Incontro degli Ex Petrarchini - Padova, 1-2 VI 1975 - A ......Ore 13 - Visita a Sainte-Anne d'Auray. Colazione. Ore 16.30 - Messa solenne nella Basilica di Sainte-Anne. Ore 19

spea. ADD. postale uruppo iv -

RIVISTAQUADRIMESTRALEDEGLI EX ALUNNI,DEL COLLEGIOUNIVERSITARIODELLA SCUOLADI RELIGIONEE DEL PETRARCA

NUOVA SERIEQUADRIMESTRALE

2 1A DONATELLO, 24 D M AG G I O - A G O S T O 1 975

2° Incontro degli Ex Petrarchini - Padova, 1-2 VI 1975 - A tavola non s'invecchia

Page 2: 2° Incontro degli Ex Petrarchini - Padova, 1-2 VI 1975 - A ......Ore 13 - Visita a Sainte-Anne d'Auray. Colazione. Ore 16.30 - Messa solenne nella Basilica di Sainte-Anne. Ore 19

ANDIAMOA VANNES

XI CONGRESSO DELLACONFEDERAZIONE EUROPEADEGLI EX ALUNNIDELLA COMPAGNIA DI GESÙ27-29 AGOSTO 1975

Tema del Congresso :"FEDE DI OGGIPER IL MONDO DI DOMANI,,

P R O G R A M M A

RIVISTA QUADRIMESTRALEP A D O V AVia Donatelle, 24tei. 651.444

S O M M A R I O

Andiamo a Vannes

Incontri estivi

Una pagina polemica di storia dellaresistenza dedicata all'autore deldramma "II Vicario"

Studenti laureati nell'anno accademico1974-75

Tutto il "Petrarca" in festa

2o incontro degli Ex-Petrarchini

Numero chiuso

P. Igino Brustolin

Notizie

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COMITATO DI REDAZIONE:M. Merlin - A. Covi - M. Galeazze - O.Meneghetti - P. Jemmolo - L. Pretto - L.Saggin • F. Sormani Zodo . M. Zaccaria -V. Zaccaria

DIRETTORE RESPONSABILECarlo Messori-Roncaglia S.J.

NUOVA SERIE - N. 52N. 2 • Maggio-Agosto 1975

Autorizz. con Decreto 8 febbr. 1965, n. 266del Tribunale di Padova

Antoniana S.p.A. - Industria tipo-litograficaeditoriale - Padova - tei. 42.308/42.309

26 agostoArrivo dei congressisti nel collegio San

Francesco Saverio.Ore 18 - Incontro dei presidenti e anima-

tori di gruppi di lavoro.

27 agostoOre 8.30 - Assemblea generale di aper-

tura. Introduzione al sottotema: "Fedee formazione".

Ore 10 - Lavori di gruppo.Ore 12 - Messa nella Cappella del Col-

legio.Ore 13 - Colazione.Ore 15 - Visita del Golfo del Morbihan

e giro dell'lle-aux-Moines.Ore 17 - Lavori di gruppo a Penboch.Ore 19 - Cena brettone.Ore 22 - Ritorno.

28 agostoOre 8.30 - Assemblea generale. Introdu-

zione al sottotema: "Fede e impegno".Ore 10 - Lavori di gruppo.Ore 13 - Colazione.

Ore 14.30 - Lavori di gruppo.Ore 16 - Visita a La-Trinité-sur-Mer e

Carnac.Ore 19 - Ritorno e cena libera.Ore 21 - Spettacolo folcloristico ai "Rem-

parts".

29 agostoOre 8.30 - Assemblea generale. Introdu-

zione al sottotema: "Fede e linguag-gio".

Ore 10 - Lavori di gruppo.Ore 11.30 - Relazione su "L'Unione Mon-

diale Ex-Alunni della Compagnia diGesù". Cariche sociali.

Ore 13 - Visita a Sainte-Anne d'Auray.Colazione.

Ore 16.30 - Messa solenne nella Basilicadi Sainte-Anne.

Ore 19 - Ricevimento del Comune di Van-nes. Lunch.

30 agosto— Per chi lo desidera:

e Belle-Ile.Gita a Quiberon

XI CONGRESSO DELLA CONFEDERAZIONE EUROPEADEGLI EX-ALUNNI DELLA COMPAGNIA DI GESÙ' —. 27-29 agosto 1975

College Saint - Francois - Xavier, 3 rue Thiers - 56000 Vannes (Francia)

SCHEDA DI ISCRIZIONE(da inviare alla Federazione Italiana - Borgo S. Spirito, 5 - 00193 Roma)

Cognome

ndirizzo

nterverrà al Congresso accompagnato da

2} :

desidera essere ospitato

e chiede che gli si prenoti

camerasingola

I Categ.

Il Categ.

Ili Categ.

in albergo

nin albergo di

cameradoppia

Nome

C.A.P. - Città

1)

3)

in comunità in famiglia in camping

n n n

conbagno notte dal

26 al 27 agosto

27 al 28 agosto

28 al 29 agosto

29 al 30 agosto

30 al 31 agosto

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GLI INCONTRI ESTIVI DEGLI EX DELL'ANTONIANUMA richiesta generale!Anche quest'anno si organizzano le nostre riunioni estive chevogliono essere un atto di fede alla Madonna e un incontro dicordiale, intramontabile amicizia.

A CORTINA AD ASIAGOVENERDÌ' 15 AGOSTO - Festa dell'Assunta DOMENICA 24 AGOSTOOre 9/9.30 - Arrivo degli Ex nella località GRAVA (Pierosà) di

Cortina.Ore 9.30 - S. Messa. Breve meditazione (possibilità di confes-

sione e comunione con digiuno da un'ora) nella Cappella diLourdes, in GRAVA.

Ore 10.30 - Al Rifugio di MIETRES, in seggiovia.Ore 12 - Colazione conviviale presso il Rifugio.(In caso di cattivo tempo la colazione si farà in ristorante atti-

guo alla Cappella di Lourdes).

Le adesioni dovranno essere inviate tempestivamente:o al Dott. Prof. Enzo Zottì - Via Cianderies, 99 - Tei. 0436/4763o all'Avv. Pietro Centanini - Località Prolongo, cond. Prà delSole - Tei. 0436/60856 - CORTINA D'AMPEZZO.

Dalle ore 10 riunione dei convegnisti presso la villa dell'Avv. LuigiLorenzoni - Via Skar, 31.

Ore 11 - S. Messa - Omelia domenicale (possibilità di confes-sione e comunione con digiuno di un'ora).

Ore 12.30 - Colazione conviviale in bettola convenientementeprescelta.

Le adesioni dovranno essere inviate tempestivamente:o all'Avv. Luigi LorenzoniVia Ekar, 31 - Tei. 0424/62896 - ASIAGO;o al Dott. Roberto VareseVia Ekar, 33 - Tei. 0424/63159 - ASIAGO;o al Dott. Francesco AliprandiVia Oberdan, 1 - Tei. 0424/62100 - ASIAGO.

Sono invitate anche le vostre gentili signore e la figliolanza.

Tutti a Vannes!Quota d'iscrizione:

Congressisti sostenitori D 250 franchi

Ordinar! e accompagnatori O 150 franchi

Religiosi e studenti 100 franchi

La quota d'iscrizione comprende: prenotazione albergo; dossier; colazione del 27, 28e 29 agosto; spettacolo folcloristico.

Cena brettone del 27 agosto Q 20 franchi

Escursione del 27 agosto D 10 franchi

Escursione del 28 agosto n 1° franchi

Lunch del 29 agosto [H 30 franchi

Documentazione Con-gresso

Quota d'iscrizione forfettaria comprendente quanto sopra descritto:

Congressisti sostenitori n 250 franchi Religiosi e studenti

Ordinar! e accompagnatori n 200 franchi

20 franchi

120 franchi

Acconto albergo n 50 franchi Escursione dal 30 agosto (pasti compresi] n 100 franchi

Albergo di I categ. da 60 a 80 franchi Albergo di III categ. da 20 a 40 franchi

Albergo di II categ. da 40 a 60 franchi

(Prezzi novembre 1974)-

Un franco vale lire 154,20 (15 maggio 1975).

TARIFFE FERROVIARIE

PER VANNES (14-5-1975)

Roma-Vannes-Roma con "Palatino" daRoma a Parigi e ritorno: L. 80.700.

Milano - Vannes - Milano con "Palatino" daTorino a Parigi e ritorno: L. 68.300.

Torino-Vannes-Torino con '"Palatino" daTorino a Parigi e ritorno: L. 64.800.

Agevolazioni per gruppi minimo 10 perso-ne e per singoli con soggiorno mini-mo 6 giorni.

Parigi-Vannes-Parigi (2a classe}: L. 23.300.

TARIFFE AEREE PER PARIGI

(dal 1-7-1975)

Roma - Parigi - Roma: L. 159.800; con sog-giorno minimo 6 giorni: L. 117.900.

Milano - Parigi - Milano e Torino - Parigi -To-rino: L. 112.400; con soggiorno minimo6 giorni: L. 85.400.

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Una pagina polemicadi storia della resistenza dedicata all'autoredel dramma "II Vicario,,

del P. Stanislao Janicki s. j.

Ci è venuto tra mano, fortunosamente, un prezioso documento di storia dellaresistenza; ne è stato protagonista un padre gesuita tedesco; e ci è caro farloconoscere ai lettori della nostra rivista come testimonianza di ammirazioneper chi ha veramente sofferto per apparsi alla feroce follia nazi-fascista; e dichi, come tale, e stato in grado di esprimere un giudizio sull'operato del papaPio XII, artefatto e calunniato nel dramma "II Vicario".

Questo nostro articolo vuole anche essere un omaggio alla resistenza: forsepiù serio e più valido di tanti altri che si sono demagogicamente fatti nelnostro Paese.

\

La gioia pazza della liberazione.

Il padre Stanislao Janicki, di carat-tere mite e riservato, non ha mai fat-to sfoggio del suo passato, più cheavventuroso, drammatico: nel 1939,dopo tre anni dall'ingresso nella Com-pagnia di Gesù, viene arrestato dalleSS tedesche. Passa circa sei lunghianni nel campo di concentramento diDachau, dove viene liberato, il 29 apri-le 1945, dagli americani con i pochisuperstiti. Dopo poco è di nuovo conla veste di gesuita, in mezzo ai suoiconfratelli, ai quali però non è maistato facile farsi raccontare granchésu quel periodo tanto amaro della suavita. Anche per questo risulta parti-

colarmente interessante la narrazionefatta dalla sua viva voce e che quiriportiamo.

È il 29 aprile 1945, circa le ore 17.In quel momento lasciavo per la pri-ma volta, dopo cinque anni e mezzo,la mia baracca numero 26 senza unordine superiore.

La gioia pazza della liberazione siconfuse in quel momento con una vi-va commozione a cui non ero più abi-tuato. È difficile a dirsi le intense emo-zioni di quei momenti; e tanto è piùdifficile capirle per chi non ha vissutoquesta esperienza. Pensate a una cosadesiderata per 5 anni e mezzo ininter-

rottamente. Pensate: ininterrottamen-te, perché se smettevi per un giornodi sperare, bastava per un giorno,forse anche meno, eri finito, moriviesausto: il nostro fisico si reggeva so-lo con questa ostinazione della mente.

Solo in rapporto a questo tipo, di-ciamo, di desiderio, si potrà capire unpo' la mia gioia di quel giorno. Perquesto parlo di gioia pazza; non è unmodo di dire, se la mettiamo a con-fronto con quel desiderio altrettantopazzo, assurdo, contro ogni speranza,durato quasi sei anni.

La liberazione non avvenne all'im-provviso. Un po' ce la aspettavamo,avendo un po' avvertito un cambia-mento di umore ne,i tedeschi, che sa-pevano della vicina presenza america-na. Tuttavia, e i sospetti iniziali ebbe-ro poi conferma, gli ordini erano chenessuno dei 32.000 presenti nel campo(costruito per 6 mila prigionieri) do-veva sopravvivere. Fu trovato infattiun ordine preciso di Himmler chepraticamente ricordava che anche Da-chau era campo di sterminio senzaequivoci di sorta.

I campi di concentramento, i "Kon-zentratioslager" tedeschi, erano unainvenzione loro e significavano sempli-cemente ed esclusivamente "campi disterminio" dove cioè si entrava peressere eliminati, sterminati e basta.Ripeto: non esistevano in altri paesi,come credo, non siano mai esistiti con

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una tale organizzazione e tecnica dellamorte.

In questi campi anche il lavoro eraconsiderato un mezzo di tortura e dimorte come la fame e le camere a gas.I tedeschi rifiutavano qualunque aiutoper questi internati e così il lavoro di-ventava una cosa assurda, una torturae basta; non aveva altro significato.Spostare per esempio delle enormipietre da un posto all'altro finché nonvi rimanessero sotto schiacciati; tra-sportare la neve, come ho fatto tantevolte anch'io, nei berretti, nelle giacche.

Dopo il '43 e la sconfitta di Stalin-grado, la politica dei tedeschi in que-sto senso, cambiò un poco. Comincia-vano ad avere bisogno di manodopera,e, benché la destinazione rimanessesempre la morte, come bene ricordavaHimmler in quell'ordine al Comandodi Dachau, per lo meno il lavoro tor-nava ad avere un senso: dovevamoprodurre. In attesa, insomma, di an-dare in "fumo" (il forno crematorio),come dicevamo noi, era più difficileimpazzire. E così anche le SS del cam-po furono sostituite con militari an-ziani. A un dato momento esattamentetre settimane prima della fine, vennesostituito il comandante e tutti i sol-dati con nuove SS e per di più dellafamigerata divisione WicKing. I più fe-roci, insomma; specializzati nelle ope-razioni di sterminio. Degli altri non sisarebbero certamente fidati: questi, in-vece, non avrebbero avuto scrupoli.

Il comandante - dicevano i docu-menti - aveva stabilito l'esecuzionedel massacro il 29 aprile, alle 21.05precise. Ma gli eventi precipitarono.

Già da qualche giorno caccia ame-ricani ci giravano sulla testa a bassaquota per evitare la contraerea e ave-vano la missione di informare suglieffetti dell'artiglieria: poi per tre gior-ni più nulla. Finalmente la mattina diquel 29 aprile, fra le tante strane no-vità e segni premonitori riecco unaereo americano, che ci fece allargaredi nuovo il cuore; mentre ci insospettìil fatto che in cima alle alte torri delcampo le sentinelle andavano a dare ilcambio, ma nessuna scendeva. Dopotre o quattro turni, evidentemente letorri risultarono piene di soldati; epoi, il fatto nuovo che più ci meravi-gliò, la bandiera bianca sventolavasulla torre centrale più alta. Cosa pen-

sare? che avrebbero chiesto la resa.Macché, niente resa; anche questo locapimmo dopo: la bandiera era sem-plicemente una trappola per tenerefermi e tranquilli gli americani cheerano ormai a quattro passi. Gli ba-stava di arrivare a quella sera del 29,alle 21,05, per eseguire l'ordine indi-sturbati e poi scappare.

In quelle ore tremende aspettammosemplicemente, senza muoverci e colcuore in gola.

Saranno state le quattro e mezzoquando scorgo, in pieno campo nostro,tra due file di baracche, un americanoacquattato, che si avvicinava come ungatto con due occhi sgranati come duefari. Credetti di sognare. Che impres-sione! Come mi parve bello quell'ame-ricano! E poi mi pareva di vedernedieci, cento, a migliaia. Alla mentestanca la gioia fa più scherzi dellapaura: gli americani erano in effettiun piccolo gruppo. Ma il più bello fuche l'impressione che fossero migliaiala provarono anche le SS e si arresero.

Non si può immaginare cosa suc-cesse! Si vedevano migliaia e migliaiadi larve; e lo si può ben dire perchéeravamo ridotti a ombre di noi stessi,mezzi nudi, che si agitavano nellagrande piazza d'appello, abbracciandosipiangendo e saltando e gridando, conquel po' di fiato che c'era rimasto.Eravamo pazzi sul serio. Dovevamosembrare un branco sterminato di fan-tasmi che volavano: la leggerezza nonci mancava! Poi, uno di questi ame-ricani, probabilmente un prete, appar-ve sulla torre centrale, e con voce po-tentissima, intonò il Padre Nostro.Mai una preghiera mi è sembrata piùbella: un Padre Nostro recitato da 32mila uomini scampati, da pochi istan-ti, quasi per miracolo, alla morte: unPadre Nostro recitato in venti lingue.Seguirono alcune parole di ringrazia-mento dette in un tedesco stentato,da quel prete americano: avremmo vo-luto non finisse mai di ascoltarlo.

E questo, soprattuto perché dopotanti lunghi anni ci eravamo ritrovatiuniti nella preghiera, che i nazisti con-sideravano fosse il reato più grave. Siprega anche con la sola mente. Sol-tanto che, e purtroppo accadeva spes-so, specialmente alla sera, dopo illavoro, nelle lunghe ore di attesa, inpiedi tutti in fila per l'appello, nel si-

lenzio più assoluto, mentre il coman-dante dalla finestra ci guardava fu-mando un sigaro, se a qualcuno, forseper la stanchezza mortale tremavanoun momento le labbra, bastava questosemplice movimento della bocca perfarlo apparire come quello di una pre-ghiera: e se fosse stato avvertito dauno qualsiasi delle SS, era finito. Nelmigliore dei casi veniva torturato inpresenza di tutti; ma spesso venivafreddato con un colpo, senza neppureuna riprensione.

Una volta ci venne, inaspettatamentepermesso di celebrare la Messa e diassistervi tutti: non si può crederecosa sia stata quella Messa! Era ilgiorno di S. Agnese: ricordo benissi-mo, come fosse ora, il 21 gennaio 1941,dopo due anni di feroce persecuzionereligiosa. Se non si tiene conto di quelclima di terrore, non si può capire lanostra gioia di quel giorno1.

Fu solo uno spiraglio di luce chedurò pochi mesi; poi, così bruscamen-te come venne, se ne tornò via: il per-messo fu revocato improvvisamente esi ritornò nel terrore, peggio di prima,che ha durato sino alla fine.

In ogni modo fu un regalo splendidodel Papa, che ci ridette vita (nellamaggioranza eravamo polacchi e na-turalmente cattolici) e per molti, spe-cialmente sacerdoti religiosi, come meper esempio, fu un ritorno di forze,sufficiente forse a farci arrivare infondo. Ripeto: fu un regalo del papaPio XII.

Si seppe poi che fu per interventopersonale suo, tramite l'arcivescovo diMonaco, card. Faulhaber, e, più anco-ra, il vescovo di Breslavia, card. Ber-trams. Poi, forse, ai tedeschi sembròche si chiedesse troppo. Certo si tornònel buio più di prima e lo spaventoaumentò, anche perché l'atteggiamentocon noi sembrò quasi di ritorsione:come se avessimo dovuto scontare noigli sbagli di tutti.

Sul comportamento del Santo Padre,il papa Pio XII, in quel tristissimo pe-riodo e in quelle angosciose circostan-ze, sono stati espressi pareri di con-danna, quasi che egli avesse troppoindulto alla ferocia nazista e non aves-se avuto sufficiente coraggio per op-porsi più apertamente ad essa. Miviene in mente, uno per tutti, R. Ho-chuth nel suo dramma "II Vicario".

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Queste volgari accuse le possono in-ventare soltanto quelli che scrivonocommedie. E che le scrivono ora. Mala nostra non era una commedia. Elo sappiamo solo noi, che cos'era allo-ra veramente. Ma il tempo fa dimen-ticare presto. Tuttavia non bisognaguardare con i nostri occhi di oggi. La-sciamo giudicare chi era direttamenteinteressato. Questi scrittori intendonoparlare in nostra difesa? In nome no-stro? Allora lascino giudicare a noi:se sono sinceri. Se no diventa una

speculazione sulla nostra pelle. Io cre-do che se ne troveranno ben pochi tragli ebrei e tra gli altri superstiti deilager, che si lamentino che il Papa haparlato poco in quel tempo: e io orasto parlando non da prete ma da ex-internato. Per noi il Papa ha parlato,semmai, troppo! E si potrà capirlobene da quanto ho raccontato sullaferocia bestiale dei nazisti contro lareligione. Non saremo stati né santiné eroi; forse vigliacchi. Prima di giu-dicare, gli altri .facciano la vita e co-

noscano quello che abbiamo conosciu-to noi. Che stiano anch'essi con ilterrore di muovere la bocca, comenoi, per non essere liquidati subito.Poi, potranno parlare.

No, non voglio giudicare il Papa;ma sinceramente non credo che avesseil diritto di mettere a rischio la no-stra vita, per voler parlare di più.Non so cosa scriverà la storia. Mavorrei che fossero ricordate questecose, dette da chi le ha vissute e nonsemplicemente scritte.

Tra le baracche di Dachau, nei pressi del forno crematorio.

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STUDENTI LAUREATI NELL

IN

MEDICINA

Burigo dr. Eliseo (BL)• vv {*W/

Cignacco dr. Gian Battista (PN) Crestani dr. Bruno (VI) Da Ponte dr. Claudio (PN)

ININGEGNERIA

\Motta dr. Giovanni Battista

.mi.. .A:- Ai

Bosa dr. ing. Mario (UD) Camin dr. ing. Giorgio (TN) Da Ronch dr. ing. Giuseppe (Bl)

__ __ ____Mares dr. ing. Roberto (BL) Pegole dr. ing. Aladino (PN) Scerri dr. ing. Vinicio (Malta) Soranzo dr. ing. Maurizio (GO) Sordo dr. ing. Gabriele (VR)

INAGRARIA f,, IN

STATISTICA

De Strobel dr. Alberto1Del Pavera dr. Roberto (BL)

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' ' o ' $ '

Lissadrini dr. Luigi (TN)

Risplenda la vostra luce dmnanzi agli uomini

onde vedano le vostre buone opere e diano gloria

al Padre vostro che sta nei deli.,,(Mt. V - 16)

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ANNO ACCADEMICO 1974-75

Dam dr. Mauro (TV)

iFelini dr. Giovanni (TN)

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È < II ! y.'|

m..:- „„..,_.: ',Galliani dr. Elvio (BL) Montebelli dr. Antonio (SM)

BBBBHHHHNicolella dr. Giuseppe (UD)

De Fra dr. ing. Giovanni (BL) De Sanctis dr. ing. Gius. (CH) Felcini dr. ing. Federico (TV) Maccani dr. ing. Paolo (VI) Marafini dr. ing. Roberto (LT)

IN

LEGGEIN

LETTERE

Querini dr. Massimo (UD) Zanardi Landi dr. Antonio (UD) Boschi dr. Paolo (TN)

Dal giorno che voi lasciate la scuola per la professione non siete più considerati alunni dell'Antonianum.Non restate però con questo stroncati dal suo clima spirituale. Vi si apre subito la porta della Associazio-ne Ex Alunni sorta da ormai un trentennio.

Essa vuole coltivare i vincoli di amicizia che vi stringono ai Padri di vostra confidenza ed ai vostri com-pagni di studio e di gogliardia. Vuole anche darvi subito la sensazione di non essere abbandonati da co-loro che hanno avuto a cuore la vostra formazione spirituale ed intellettuale o dagli amici proprio neimomento critico di cui dovete affrontare una decorosa sistemazione della vostra vita.

Oltre che nella premurosa attenzione dei Padri dell'Antonianum troverete nella vasta cerchia dei suoiEx Alunni, sparsi ormai per tutte le città d'Italia, amici disposti ad aiutarvi amichevolmente a superarele vostre difficoltà.

L'Associazione tiene il contatto con i suoi iscritti medianteA) il periodico "L'Antonianum" che vi porterà più volte all'anno, insieme alle notizie di persone care, ilriverbero dell'attività religiosa, culturale e ricreativa che pulsa nelle nostre Cappelle, nelle nostre aule,nei nostri campi di gioco.B) l'Agenda che ogni anno reca l'elenco, possibilmente aggiornato, degli indirizzi di tutti gli Ex Alunnidell'Antonianum. Porta pure gli elenchi dei Segretariati Ex Alunni dei Gesuiti, sorti in tutte le principalicittà d'Italia e del mondo.C) Assemblee, Convegni di zona, Congressi nazionali ed internazionali che permettono incontri orienta-tivi, contatti, amicizie di particolare interesse.

Ogni anno, nel periodo più favorevole, si organizza una festa dei neoprofessionisti per un primo incon-tro festoso.

Nell'attesa di incontrarvi vi rinnoviamo le nostre congratulazioni ed auguri e vi salutiamo cordialmente

IL PRESIDENTEAvv. Giorgio Benettin

IL RETTOREMario Merlin S. J.

L'ASSISTENTE EX ALUNNICarlo Messori Roncaglia S. J.

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TUTTO IL PETR I

I gloriosi Tre Pini hanno invitato fr»i Veci mai dimenticati atleti e spr

Due nostri brillanti redattori hanno

steso, per la storia, gli articoli che

qui riportiamo

Festa gioiosadegli Ex Petrarchini ed "amici,,riconoscenti al Prof. Michele Arslan

di Mario Zaccaria

;i iHì

J

Le cinque spighe d'oro.

Passione, entusiasmo e tenacia sono le doti principali dellequali si serve Padre Pretto quando deve raggiungere un obiet-tivo, che, in questa circostanza, era il raduno degli Ex Petrar-chini. Da ottimo ... pescatore di anime e di uomini (sempre admajorem Dei gloriami, ha chiamato in aiuto fedeli elementidella vecchia guardia ed esponenti delle nuove generazioni che,

nel contesto pedagogico moderno, appartengono ad ambo i sessi.Con questo spirito e con questo entusiasmo è stato orga-

nizzato il simpatico raduno degli Ex Petrarchini, ritornati, dopocinque anni dall'ultimo incontro, con qualche chilo in più equalche ... brizzolatura supplementare.

Nell'incontro del 1971 si era commemorato Duilio Zanovello,

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ARCA IN FESTAa!2 Incontro affettuoso e fraternotortivi dell'Unione Sportiva Petrarca

uno dei pilastri dell'Antonianum degli anni trenta. Oggi gli ExPetrarchini si sono stretti attorno al loro super presidenteprof. Michele Arslan, il lustre... destinatario di speciali rico-noscimenti per merito sportivo da parte del C.O.N.I. (per la suatrentennale attività presidenziale), e del '"suo" Petrarca che havoluto manifestargli l'affetto e la riconoscenza con il dono dicinque pregiate spighe d'oro.

In questo clima di... aureo seminatore si è dunque svoltadomenica sera 1° giugno, nell'affollatissimo teatro dell'Anto-nianum, una simpatica rievocazione della vita del Petrarca dalleorigini ai giorni nostri. Non è stata una riesumazione preten-siosa di vecchi ricordi per esigenti amatori di ... antiquariato,ma una vivace cavalcata goliardica lungo un arco di tempo or-mai considerevole. È stata una rievocazione di un mondo cheè già lontano, terribilmente bello (ed oggi forse inconcepibile),uno sguardo forzatamente panoramico e riassuntivo del cam-mino semisecolare di una società sportiva tutta particolare,irripetibile, nella quale sono cresciute nel corpo e nello spiritomuscolature atletiche e intelligenze vivaci e ribelli, sotto ununico denominatore che si chiama giovinezza e goliardia.

Con la visione di "spezzoni" di vecchi filmati (miracolosa-mente scampati alla distruzione), opportunamente ricuciti esonorizzati, e di numerosissime diapositive efficacemente illu-stranti una rapida cavalcata della storia petrarchina tra i dueArslan (dal primo presidente prof. Jerwart, allo attuale prof.Michele), gli '"Ex" dell'Antonianum hanno trascorso due oredi rievocazioni petrarchine, nel corso della serata che era ini-ziata con discorsi del Padre Rettore, di Padre Messori e delcomm. Travain e del rag. Longato, ai quali il prof. Michele harisposto con parole di commosso ringraziamento.

Al mattino del 2 giugno appuntamento al Tre Pini per laS. Messa concelebrata da ben 11 Padri (un ve ro . . . undici gui-dato dal Padre Rettore), e poi tutti accanto alla tribuna delvecchio campo, stretti a semicerchio vicino a Padre Giacon, ilquale, in vena felicissima ed eccezionale, ha saputo ritrovarelo spirito e la vivacità dei tempi d i . . . '"Bettina" ed ha propo-sto agli amici presenti una commemorazione originalissima edel tutto moderna dei tre pionieri del Petrarca e dell'Antonia-num, Aldo ed Enzo Romaro e Giorgio Malipiero; in memoriasempre grata ed affettuosa di loro è stata affissa una lapidesul fianco della bella tribuna.

Non vorrei essere tacciato di romantica e nostalgica retorica,eppure sento il bisogno di esprimere il sentimento mio (e pen-so anche di molti amici) di vivissima commozione, quando, altermine delle parole così calde ed evocative di Padre Giacon,le nubi che avevano coperto il cielo per tutta la mattinata, sidissolsero lasciando il posto ad uno squarcio di azzurro, equando, nell'attimo in cui la signora Alice Romaro si accingevaa togliere il telo che copriva la lapide, lo stesso, quasi agitatoda una mano invisibile sotto la spinta di un soffio di vento,sfuggì alla presa della gentile signora lasciando vedere a tuttila nuova lapide. In quel momento mi è sembrato che tutti inostri amici scomparsi fossero lì con noi in un abbraccio invi-sibile, in un ricordo misteriosamente trapiantato negli azzurriprati del cielo.

Più. . . terreno, ma umanamente gradito ed efficace il gioio-sissimo banchetto conviviale sul linoleum del Palazzetto, conla partecipazione di oltre 150 Ex Petrarchini, opportunamentee volutamente divisi nelle varie tavole secondo le specifichebranche di attività e secondo inevitabili dati ... anagrafici.

Il primo premio alla tavolata centrale del vecchio rugby, lapiù. . . coralmente affiatata.

Inutile ricordare che, dopo la commovente cerimonia delloscoprimento della lapide in memoria dei fratelli Enzo e AldoRomaro e di Giorgio Malipiero, gli Ex sì sono dati . . . infuocatabattaglia in gustosissime partite di calcio, rugby e basket.

Appuntamento, amici, fra qualche anno! sempre per la inso-stituibile e perfetta organizzazione di Padre Pretto e FratelFiocchi !

i La croce al merito sportivo del C.O.N.I. non è per me - diceil prof. Arslan - ma per il mio Petrarca ».

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Domenica 2 giugno 1975:

i veci del rugbij

corrono come possono

i veci del bosket

saltano come possono

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2° Incontroc/egli ex - Petrarchini

di Otello Meneghetti

Sensibili all'invito loro rivolto, numerosi sono stati gli ex-petrarchini intervenuti al 2° Incontro indetto per i giorni 1 e2 giugno. Erano presenti Padri e Fratelli della Compagnia diGesù che hanno indossato la casacca bianconera, ex-alunni,dirigenti, allenatori, atleti.

La giornata fu sensibilizzata dalla cara memoria dei fratelliAldo ed Enzo Romaro e di Giorgio Malipiero. Con l'occasioneè stata scoperta, sul fianco della tribuna verso i Tre Pini, unatarga a perenne ricordo dei "'generosi pionieri" dell'U.S. Pe-trarca.

La sera del 1° giugno il presidente generale prof. MicheleArslan, nel trentennale di presidenza, ha consegnato all'U. S.Petrarca la '"Stella d'oro al merito sportivo" conferitagli dalC.O.N.I. Il rag. Giuseppe Longato a nome dell'Unione ha fattodono, a sua volta, di cinque spighe d'oro simbolo delle cinquesezioni del Petrarca a chi per tanti anni « molto ha seminato ».È seguita poi la proiezione di un vecchio documentario sullaScuola di religione e di numerose diapositive che volevano,almeno in parte, ricostruire la gloriosa storia del Petrarca dalleorigini ai nostri giorni.

Cucire insieme oltre mezzo secolo di vita dell'U. S. Petrarcanon è stato un lavoro facile. Bisognava riordinare molto mate-riale, ricordare date, avvenimenti, persone, senza dimenticareparticolari storici e d'ambiente che costituiscono una tradizione,un ideale, uno stile. Anche per chi stende queste note riescedifficile esporre qualcosa che non sia stato detto o scritto. Igiornali cittadini infatti hanno sottolineato l'importanza dell'av-venimento con ampio spazio di cronaca e commenti significativi.Per noi che abbiamo partecipato, molti sono i sentimenti pro-vati nella visione di vecchie e recenti foto: volti di persone checi hanno lasciato, amici d'un tempo sereno trascorso insieme,il senso di una profonda nostalgia nel ricordo di ore incancel-labili e di infuocate battaglie sportive. Ma fermarci qui non èpossibile: quella è storia, l'oggi è molto diverso. È diversoperché diverso è lo scorrere della vita, diversa la società, di-versi gli interessi. Probabilmente "Ma diversità del vivere e delsentire", d'allora e di oggi, sta per tutti nel capire il ruoloautentico del giovane e del meno giovane. Entrambi i ruoli de-vono rientrare in una dimensione di mutuo rispetto che rendeil lavoro "insieme" più ricco d'inventiva e quindi più carico diun continuo rinnovamento e di una ricerca umile, sincera edappassionata di traguardi sempre più alti.

Questo "'lavorare insieme" ben lo ha sottolineato il prof, Mi-chele Arslan nelle sue semplici, commosse parole: « . . . cosaio avrei potuto fare da solo, senza di voi Padri, dirigenti, alle-natori, giovani atleti? ... io non mi sento un dirigente sportivonel senso classico della parola; quel poco che ho fatto lo devosoprattutto ai presidenti di sezione.. .». Le accorate parole diArslan quella domenica sera ci hanno fatto pensosi: entravanocome qualcosa che ognuno forse inconsciamente desideravasentire. Ci hanno parlato di "servizio", di "disponibilità", di"collaborazione": il tripode su cui s'appoggia la forza del Pe-trarca. Ed è in fondo l'unica risposta vera a quanti (e sonomolti) ancora si chiedono stupiti come questa "tigre" esube-rante, bizzarra, a volte stranamente ombrosa, chiamata ormaida tempo con la forza di uno slogan U. S. Petrarca, possa spa-ziare e correre ovunque ci sia un traguardo da raggiungere, unrisultato da cogliere, uno spirito, un colore, una bandiera da

affermare. È il segno di una linfa, di un calore, di una passioneche, se bene armonizzati, sanno plasmare e forgiare quella pa-sta fresca e carica di' energie qual'è il giovane atleta che,timido ed incerto, s'affaccia al Tre Pini desideroso di entrarea far parte della grande famiglia petrarchina. Lui forse non co-nosce ancora i problemi di "conduzione" dell'Unione, non coglieancora l'antico ardore dei vecchi pionieri, probabilmente l'am-biente gli potrà sembrare ostile, chiuso, borghese. Si dovràaprire da solo la strada, farsi accettare, sapersi inserire, aiu-tare altri che hanno meno di lui e capire che non è lui il cen-tro di ogni interesse ma l'intera squadra, la "sua" squadra.Altri penseranno a far maturare pian piano una mentalità, unattaccamento che più tardi si riveleranno componenti essen-ziali nelle scelte decisive della vita. Indubbiamente un lavorolungo, lento, paziente, non sempre capito.

Gli ex-petrarchini presenti al raduno hanno confermato questoattaccamento che per molti significa un periodico ritorno in sestessi e alla casa che li ha visti crescere.

A chiusura di queste note riporto dal vivo il commento cheha seguito la proiezione della cavalcata del Petrarca dal primoal secondo Arslan: « . . . in fondo il nostro è un desiderio dicomunicabilità che ci spinge a riprendere, sia pure a distanzad'anni, un discorso, proprio quando la incomunicabilità sembraessere divenuta il simbolo del nostro tempo e la ragione d'es-sere della nostra generazione, con le sue violenze e le sueaggressività, che tormentano le collettività, che pongono incrisi le nostre spiritualità, in un moto alterno dove Dio è ne-gletto, dove il materialismo passa di mano in mano, prendendoforme così diverse, così indistinte, spesso prive di significato ...in questo universale travolgimento è giusto cercarci, e sentirciin un calore comunitario nell'intento di gustare, nel nostrotempo perduto, anche un sapore meno vanificato di contenuti . . .Simili incontri, auspicabili a scadenze più ravvicinate, sono sen-z'altro utili, meglio indispensabili per pronunciare anche ad altavoce e ben distintamente i nomi di tanti amici, per informarcisu loro, per sapere di loro, per presentare le vecchie alle nuo-ve generazioni, per ristabilire i contatti, per rinverdire le cono-scenze calate nei tempi lunghi del r icordo.. .».

Se un grazie dobbiamo rivolgere per l'idea, l'organizzazione,lo svolgersi sereno della riuscitissima manifestazione è per ilP. Luigi Pretto, geloso custode della più pura tradizione delPetrarca ed animatore instancabile della dinamicissima vita del-la scuola di religione, da vent'anni sapientemente da lui diretta.Un riconoscimento sincero va a Mario Zaccaria, Giancarlo eGianni Comelli, Michelangelo Galeazze per la ricostruzione, ilmontaggio ed il commento di oltre cinquecento diapositive chehanno allietato la serata in una stupenda carrellata d'immaginidi ieri e di oggi.

Come mai tanta attenzione a quello che dice il gerontologo? .

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NUMEROCHIUSO!

UNA SBARRADAVANTIALL' UNIVERSITÀ'

Servizio - inchiestaa cura diPIERO JEMMOLO

Per fronteggiare la "corsa agli atenei" che nel nostroPaese assume proporzioni sempre più drammatiche e chesfiora quest'anno il milione di studenti, si profila la sceltadel rimedio più drastico e sbrigativo. Già operante con ef-ficacia in molte nazioni questa terapia deve però tenerconto delle situazioni interne. In Italia, mancando un pia-no di riforme organiche e affidandosi a interventi setto-riali, ci si trova nell'assurda situazione di non poter offrirealcuna alternativa a chi si vedesse vietato l'accesso almondo universitario.

Avv. prof. sen.Luigi Carraro.

Le aule universitarie superaffollate.

Su questo problema vediamo cosa ne pensano . . .

. . . Avv. Prof. Sen. Luigi Carraro

10 credo, fondamentalmente, che non si possa, in gene-rale, parlare di questo problema senza tener conto dellenotevoli motivazioni ed elementi di valutazione che lo in-quadrano sotto una ben determinata prospettiva.

11 numero chiuso, secondo me, avrebbe una sua ragioned'essere con riferimento alla possibilità di trovare poi unosbocco professionale dopo la laurea. Però, come è logico,si renderebbe necessaria una programmazione abbastanzaseria e precisa, non coattiva, direi, quanto indicativa, cioècapace di avvertire delle reali necessità e richieste delmondo del lavoro nell'arco di un certo numero di anni.

Evidentemente resterebbe immutata la personale libertàdi scelta mettendo però a disposizione di chi vuole acce-dere all'università una notevole e utile possibilità di valu-tazione.

Dirò, tuttavia, che a mio giudizio l'adozione all'universitàdel numero chiuso non trova una sua giustificazione gene-rale concettuale, perché se così fosse si porrebbe comelimite alla libertà dell'apprendimento, e questo sarebbe in-tollerabile; ma può trovare una sua giustificazione in basealle possibilità di ricettività dell'ambiente e degli strumentididattici. E questo limite infrastrutturale non sarebbe im-putabile allo Stato fin tanto che esso programmasse le suestrutture universitarie in funzione dei bisogni reali dellasocietà.

Oppure potrebbe trovare una giustificazione nella valu-tazione della maturità intellettuale, culturale di chi vuoleaccedere all'università; cosa peraltro questa che dovrebbemaggiormente essere garantita da un più serio esame allaconclusione degli studi superiori. In generale è chiaro cheun eccessivo sovraffollamento dei corsi universitari, specieper quel che riguarda alcune facoltà; può essere pericolo-so, fondamentalmente nocivo, ai fini di una buona prepa-razione professionale. Comunque credo, e sono un asser-

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Prof. dott.Giuseppe Pezzuoli.

tore di questa idea, che il problema del numero chiusopuò essere superato con l'abolizione del valore legale deltitolo di studio in quanto si giungerebbe ad una soluzioneautomatica del problema per il repentino diminuire del-l'afflusso all'università.

. . Prof. Dott. Giuseppe Pezzuoli

II parlare del numero chiuso per l'università, molte vol-te, può sembrare ingiusto per il fatto che l'università, co-

1 me luogo di studio, deve essere aperta a tutti in rispettodella libertà all'apprendimento e alla formazione culturale.Però, non va dimenticato, che, l'università prepara anchecerte categorie di professionisti e di operatori nel contestodella società, per cui non si deve più parlare di numerochiuso, bensì di numero proporzionato al bisogno effettivoe alle necessità sociali. Se l'università servisse solo perdare una certa formazione culturale cioè se il titolo distudio non avesse valore legale, allora è evidente che tuttipotrebbero studiare. Ma poiché quasi tutti, ottenuto uncerto titolo di studio cercano, ovviamente, una sistema-zione di impiego adeguata bisogna allora pensare che unnumero proporzionale al bisogno sia una cosa più giusti-ficata. Il problema grave, come tutti i numeri chiusi, di-venta il fatto di come si deve scegliere chi deve entrare,perché si tratterebbe di una situazione che si presta cer-tamente a delle protezioni, a delle ingiustizie in quantoè evidente che chi avesse il compito di scegliere acquiste-rebbe un certo potere. Però io trovo che anche in questocampo si sono fatti dei notevoli passi avanti: basti pen-sare, ad esempio, alle scuole di specializzazione, che già

1 da diversi anni hanno adottato il numero chiuso per leammissioni ai corsi e i criteri adottati per la selezione

- sono stati così accuratamente predisposti da evitare ogniforma di discriminazione e di favoritismo. Così credo cheanalogamente si potrebbero realizzare forme di selezione

accuratamente studiate per la salvaguardia dei diritti edei poteri di ciascuno di noi, anche in un campo eviden-temente più vasto quale è quello di una o più facoltà uni-versitarie. Né vale, secondo me, un discorso di ammissionelimitata esclusivamente condizionata a problemi logisticie a capacità ricettive ambientali, in quanto in questa ipo-tesi una soluzione non sarebbe giustificata essendo questoun problema risolvibile solo con una buona dose di volon-tà politica di realizzazione delle infrastnitture necessarie.Viceversa, giustifico e approvo incondizionatamente unaselezione numerica basata sulle reali necessità sociali im-poste al momento, nell'arco di un futuro, circoscritto inun certo numero di anni.

Dott. PietroFabbri - Colabich.

-

. . . Dott. Pietro Fabbri-ColabichEx-Direttore amminislratìvo dell'Università di Padova

Io, per la mia esperienza e per le mie idee personali,non sono favorevole al numero chiuso, perché trovo chel'accesso ad una formazione culturale universitaria deveessere aperto a tutti "indistintamente, purché abbia rego-larmente completato gli studi propedeutici. Non trovo cheun eccesso di medici, di avvocati, di ingegneri, di commer-cialisti, di professionisti in genere, possa essere una remo-ra a questa mia idea. Perché, secondo me, bisogna distin-guere fra quello che è il titolo di studio e l'esercizio diuna determinata professione, esercizio che peraltro puòessere limitato, come avviene già per i notai e per altrecategorie, da rigorosi tirocinii, da ancor più rigorosi esami.In ogni caso, ovviamente, chiunque potrebbe frequentarecorsi di studio universitari per acquisire una certa perso-nale formazione culturale, per interessi particolari e per-sonali, senza poi concorrere all'abilitazione professionaleper l'iscrizione all'albo di una certa categoria operatrice.Naturalmente ci sono, a questo proposito, notevoli diffi-coltà di realizzazione e vincolanti limiti tecnico-finanziari.Evidentemente lo Stato, ponendosi garante della libertà

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di formazione culturale e di informazione, sarebbe chia-mato a rispondere alle pressanti richieste di adeguamentostrutturale e organizzativo con notevolissimi finanziamenti.A questi finanziamenti poi, andrebbero aggiunti quelli ver-sati dagli studenti, perché sono del parere che ogni stu-dente che si iscrive ad un corso universitario dovrebbepagarsi le tasse scolastiche. Ma non le tasse attuali, e quinon so se incontrerò la simpatia dei miei interlocutori,che sono ferme a cifre risalenti al 1951 e che si aggiranointorno alle 50-60 mila lire l'anno, bensì vere e proprietasse di studio intorno alle 100 mila lire l'anno.

Vediamo allora in questa ipotesi di fare un po' i conti.A Padova, per esempio, abbiamo circa 50 mila studentiuniversitari; se ciascuno pagasse una tassa di 100 mila lireavremmo a disposizione circa 5 miliardi all'anno da devol-vere interamente alla didattica, mentre i finanziamentistatali andrebbero a sovvenzionare la ricerca scientifica.

Supponendo che 1/5 degli studenti iscritti avesse bisognodi sovvenzioni o di assistenze particolari per studiare, edevoluti quindi un miliardo a questo scopo, resterebberocirca 4 miliardi alla università, cifra, che attualmente

Pietro lemmololaureandoin ingegneria.

neanche ci sognamo di ricavare, da spendere per miglio-rare e rinnovare volta per volta le infrastnitture, i metodidi insegnamento e la didattica in generale.

Infine, ancora lo Stato dovrebbe assumere l'onere del-l'edilizia scolastica per gli ampliamenti necessari e le nuo-ve costruzioni indispensabili a far fronte alle necessitàcontingenti. Tutto ciò chiaramente regolato da una rigidaprogrammazione capace di prevedere a distanza l'anda-mento delle cose e dare modo agli Enti preposti di orga-nizzarsi di conseguenza.

Laiirzando n<

Parlare di crisi nell'università italiana a causa di unacrescita abnorme come quella verificatasi in questo ultimodecennio, mi pare quanto mai ottimistico. Siamo infatti

ormai vicini al collasso di una struttura che presenta cre-lpe e spaccature in ogni punto e per la quale il senso di tpessimismo e di sfiducia nelle istituzioni preposte a risol-levare la fucina della cultura italiana da un simile statodi prostrazione, rischiano di costituire il pericolo maggioreper il precipitare della situazione. È infatti quel senso diimpotenza di fronte ai problemi smisuratamente più gran-di di noi che ci rende maggiormente vulnerabili e spropo-zionatamente incoscienti e incapaci di indirizzarci per iliverso giusto.

Mi pare infatti quanto meno irresponsabile affermareche l'adozione di un numero chiuso per l'ammissione aicorsi di studio universitari risolverebbe, se non totalmente,almeno in parte i correnti gravi problemi che travaglianol'università. Senza contare, peraltro, la giustificata libertàdi scelta, di informazione, e il diritto allo studio, da sem-pre considerate le maggiori conquiste per un popolo de-mocraticamente organizzato.

A questo punto mi si potrebbe obiettare che è estrema-mente facile esprimere idee e sentimenti democratici chetuttavia non risolvono o, almeno, non hanno risolto finoad ora il problema. Allora, aggiungo, senza pretendere di jfare della pura e semplice demagogia o della politica spic-ciola, che secondo me il problema di fondo sta molto piùa monte ed è lì che deve essere radicalmente affrontato,evitando soluzioni provvisorie di comodo o di compromes-so che, nel tempo, peggiorano la situazione già tragica-mente irreversibile.

Mi riferisco alla scuola in genere, a partire dalle medie,agli istituti superiori e quindi, con grado successivo e Icome conseguenza di quelle soluzioni eventualmente adot-tate, una riforma di indirizzi e contenuti per l'università.

Fintante che la scuola italiana formerà i giovani comefa oggi, e lo fa molto male; fintante che i giovani usci-ranno dagli istituti superiori con una formazione mentaleacritica, insensibile, prematuramente corrotta e con unavisione distorta della realtà sociale e con una totale igno-ranza del mondo del lavoro, nulla sarà possibile fare nel-l'università per migliorare le cose; e non saranno i numerichiusi né altre vincolanti istituzioni, a migliorare la situa-zione.

Fintante che la società si reggerà sul mercato dei titolidi studio (diplomi, lauree ed aff ini . . . ) e le giovani mentiverranno pian piano avvelenate fino ad assuefazione totaledalla bacata idea di un cartoncino incorniciato quale atte-stato di un avvenuto mutamento sociale, di un lascia-passare per una vita ricca di successi e di soddisfazioninon solo morali, allora ogni possibile soluzione o istitu-zione franerà sul fragile substrato che la sorregge.

Ecco, forse adesso ho esagerato un po'; ma non ritironiente di quello che ho detto perché ne sono responsabil-mente convinto. Forse queste poche frasi sono state piùuno sfogo personale che un corretto parlare su un precisoproblema, e di questo faccio ammenda. Però credo che siaugualmente saltato fuori da queste mie parole che sonoe sarò sempre contrario a soluzioni provvisorie, transitorie,di compromesso; contrario a quelle istituzioni che nonrisolvono il problema ma Io diluiscono nel tempo aggra-vando e peggiorando le cose e creando malcontenti, delu-sioni e insoddisfazioni pienamente giustificate. Che ognunoabbia il coraggio di ammettere i propri errori, i proprìlimiti e incapacità e agisca di conseguenza per il bene suoe della collettività.

Lo so che sono forse utopie e sogni fantasiosi anche sebelli e giusti; ma la speranza è l'ultima a morire.

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Padre 1GINO BRUSTOLI^ s. j,nel ricordo di un Ex

Era un prete scomodo, integralista ma senza lapretesa né l'orgoglio di esserlo (direi anzi: senzache se ne accorgesse). Tutti i suoi interessi eranoben al di là di quelli della sua persona. Il bene peril bene, senza mezze misure, senza secondi fini.

Con un carattere simile era ben difficile per luitenersi legato ad una disciplina; vi era riuscito? Nonsempre né del tutto. Egli lo sapeva e riteneva checiò fosse provvidenziale; altrimenti come avrebbepotuto essere umile?

Nonostante tutto fu un vero Gesuita, nel suo tem-po e per il suo tempo. I suoi giudizi su uomini edavvenimenti, taglienti e penetranti in profondità, po-tevano essere magari indisponenti e però veniva ilgiorno in cui si sarebbe capito che aveva visto avan-t i . . . troppo! Ma senza abbagli superficiali.

In un periodo difficile - ricordo - aveva tenuto luiil discorso alla premiazione scolastica del suo Col-legio, presente il Prefetto: il quale, da uomo espertoe fine, aveva giudicato quel discorso un bel discorsom a . . . da Gesuita (non era un insulto m a . . . un ri-conoscimento! Sono gli spiriti superficiali, sprovve-duti e - ahimè! - conformisti che danno alla qualifica- gesuita - quel significato offensivo che va ancoraper la maggiore).

Si era laureato in lettere a Padova con il massimodei voti incontrando la simpatia dei suoi professori,in particolare di Ettore Romagnoli e, nello studio del-la lingua latina si era andato sempre perfezionandocon indagini originali e profonde sui testi. Aveva ela-borato e scritto una nuova grammatica ma non si sen-tiva autorizzato a pubblicarla se non avesse, in pari tempo, portato a termine un nuovo vocabolario: im-presa quale uno spirito così esigente come egli fu non era riuscito a realizzare. Finito per volontà deisuperiori il suo compito di professore nei Licei, si applicò a tutte le mansioni alle quali veniva, via, via,destinato dall'obbedienza e qui ebbe campo di misurarsi per quanto valeva in fatto di umiltà. Sempre se-reno: solo qualche volta mi apparve amareggiato, ma non però sconsolato, per la sua missione nel con-fessionale: nella quale si studiò di emulare quello che fu uno dei suoi maestri, Padre Guido Mattiussi. (Midiceva che quando quel dottissimo filosofo veniva chiamato a confessare, immediatamente si alzava dalloscrittoio lasciando incompiuta la pagina).

Oggi il binomio: "autorità-servizio" forma oggetto di tante sottili disquisizioni: complemento o contrap-posizione? Allora, non se ne discuteva ma il contemperamento dei due concetti era più completo.

L'esuberanza del carattere del Nostro appariva nel suo pieno vigore allorché si trattava dei suoi carigiovani (i giovani di allora!). Partecipava alle nostre gioie come ai nostri dolori: delle prime, godeva piùche delle sue; ma, quando la sventura si abbatteva sugli amici, egli si sarebbe offerto cento volte di met-tersi al loro posto.

Ricordo che in piena guerra (parlo di quella del '15-'18) riuscì incredibilmente a salvare dalla fucila-zione un militare che si era sottratto con la fuga al suo dovere... e però fu ricambiato con la più neraingratitudine.

Gli uomini? Oh!, gli uomini egli ben li conosceva al punto che, negli ultimi anni, non si meravigliavapiù come, forse, gli succedeva da giovane.

Mi disse una volta (e quel suo monito non l'ho più scordato) che recitava ogni mattina l'atto di confi-denza in Dio del Beato De La Colombière e quell'atto « lo metteva a posto ».

Bastava vederlo celebrare la Messa per capire come si può attuare in terra il colloquio tra la creaturaed il Creatore e su quale altare vada deposta la nostra umile offerta per ottenere un ricambio che superaogni nostro possibile presentimento di felicità non peritura: quella di cui egli gode ora lassù, impaziente(se fosse possibile il dirlo) di parteciparla ai suoi figlioli.

Gli dedicai una volta molti anni fa un sonetto che terminava con questa terzina.« Oh! non vedete, Padre, i vostri figli

vengono e al vostro petto da lontanosi stringono, per l'una e l'altra vita ». Piero Campostella

1883 - 1975Negli anni 1918-1919 P. Brustolili fu direttore dell'alloca Pen-sionato Universitario e della Scuola di Religione di Padova.

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NOTIZIE NOTIZIE NOTIZIE NOTIZIE NOTIZIE NOTIZIE NOTIZIE NOTIZIE NOTIZIE

L'ANNO SANTO E IL NOSTRO PELLEGRINAGGIO A ROMAÈ stato un vero successo: di spiritualità, di amicizia e, diciamolo pure,

di organizzazione. Eravamo in 58. Il viaggio in treno si è svolto moltoagiatamente, se si eccettua un fortunoso trasbordo a Bologna nel ritorno!Il Centro Giovanni XXIII, a Frascati, ci ha ospitati molto conveniente-mente; e ci ha offerto un ambiente adattissimo per l'immediata prepara-zione al pellegrinaggio penitenziale svoltasi il sabato mattina 26. Il P.Raimondo Spiazzi O. P. e il P. Carlo Martini S. J. ci hanno proposto duemeditazioni ricche di motivi scritturali e ascetici che hanno valso a met-terci nelle migliori condizioni interiori per la confessione e comunioneche abbiamo fatte nella Cappella del Centro dove è stata fatta la conce-lebrazione.

Nel pomeriggio dello stesso giorno abbiamo visitato le catacombe diS. Callista e le Basiliche per completare l'acquisto del Giubileo. Il venerdìsera e il sabato sera abbiamo preso parte al Rosario meditato e alla ViaCrucis convenientemente dirette dai PP. Domenicani e Francescani.

Un particolare ringraziamento a P. Alberto De Marco S. J. che è statointelligente e amabile regista delle nostre giornate romane.

INCONTRO A UDINE DEGLI EX ALUNNIRESIDENTI NEL FRIULI

Ci siamo incontrati in quasi 50 nel pomeriggio di sabato 7 giugno at-torno a P. Messori e a P. Merlin. C'erano quelli della vecchia guardia eE articolarmente gradito un bel gruppo di giovani e giovanissimi. Alcuni

-iulani, da sempre; altri, ex-padovani ormai acquisiti dal Friuli. Tra gli

_ _ signore. Molto gradita la presenza deH'ing.P. Messori ci ha tenuto una interessantissima meditazione sui più vivi eattuali problemi della fede e della Chiesa, in questi momenti così difficili;ricchi di contestazione, ma anche di nuovi fermenti vivificatori. Poi, nellaCappella del Seminario, la S. Messa concelebrata dai PP. Merlin e Messori.

Ci siamo poi ritrovati per una riunione conviviale; e anche qui in unaatmosfera vivace e allegra sono riaffiorate le discussioni ed i ricordi dianni ormai lontani, di Padri che ci hanno accompagnato e purtroppo cihanno lasciato. Ci siamo resi ancora una volta conto di quanto queglianni abbiano inciso nella nostra vita e di quanto contribuiscano a man-tenere la nostra serenità.

Un grazie vivissimo ai PP. Merlin e Messori e ci auguriamo di averliancora tra noi. I. e.

PELLEGRINAGGIO AL SANTUARIO DI MONTE BERICOAbbiamo voluto deporre ai piedi della Madonna le opere compiute nel-

l'anno di attività 1974/75 dell'Antonianum e abbiamo voluto chiederle, conumile preghiera, che le volesse rendere feconde di bene e di ricchezzaspirituale per le anime nostre.

Il giorno dedicato alla Madonna del Carmelo, alle ore 19, in più di 60abbiamo assistito alla S. Messa concelebrata all'altare maggiore di MonteBerico dai PP. Merlin, Covi, Messori. Dopo il vangelo P. Messori ci hatenuto un'importante meditazione, nella quale ci ha voluto rievocare ilperiodo vicentino di S. Ignazio di Lojola, in quest'anno nel quale laCompagnia di Gesù ha tenuto la sua 32a Congregazione Generale. Ci hafatto chiedere alla Madonna la stessa grazia che chiedeva S. Ignazio aLei: che ci ponga accanto a Gesù; specialmente in questi momenti cosìdifficili.

Ci siamo poi ritrovati per una riunione conviviale, perfettamente orga-nizzata dal caro Gianfranco Toniolo, che ha regalato a ciascuno di noiuna ceramica recante lo stemma degli Ex, appositamente fatta confe-zionare.

CONCORSO FOTOGRAFICOII "Centro d'Arte fotografica" della Scuola di Religione bandisce un

concorso fotografico: "Vacanze" (due categorie: figura - paesaggio).Gli iscritti al "Centro", come gli abbonati o no a questo periodico sono

invitati ad inviare al "Centro d'Arte fotografica" della Scuola di Religione(Via Donatelle, 24 - Padova) le più belle foto in bianco e nero o anchea colore positive (non diapositive). Formato non inferiore a 18x24 cm.

Termine ultimo il 30 novembre p. v.In un foglio unito si scriva: nome, indirizzo dell'autore e il titolo della

foto.Se le foto saranno sufficienti per numero e qualità verrà allestita una

mostra fotografica presso la Scuola di Religione; diversamente le fotoverranno esposte a turno nella "bacheca" riservata al "Centro d'Arte foto-grafica", che si trova nell'atrio della S.d.R.

Una commissione di esperti sceglierà le due foto migliori che verrannopubblicate nelI'Antonianum e a ciascuno dei due autori verrà assegnatoun bel premio.

NUMERO DEL NOSTRO CONTO CORRRENTE POSTALELe nuove norme postali proibiscono di allegare il conto corrente postale

proprio: ecco perché non Io ritrovate qui riprodotto. Preghiamo, tuttavia,coloro che non avessero ancora provveduto all'iscrizione, all'abbonamento,alla sottoscrizione all'agenda a volerlo fare col c.c.p. 9-782 intestato a:Associazione Ex Alunni Antonianum - Padova - via Donatelle, 24.

MATRIMONIMarco Baccolo e Silvana Lizzini; Giani Sorio e Margherita Cavalla;

Matilde De Besi (di Alessio) es Antonia Tissi; Patrizia Ramigni (di Leone)e Maurizio Previati; Giorgio Linda e Francesca Filiferro; Rìnaldo Pietro-grande e Cristina Rotundo; Alberto Pietrogrande e Paola Fagginato.

NOZZE D'OROLuigi de Zuccato e Renata Palombo, circondati da 3 figli e 3 figlie, da

generi e da nuore e da una schiera di nipoti, nella chiesa dell'Antonia-num, dove 50 prima aveva benedetto le loro nozze il P. Magni.

I NOSTRI MORTI

Dott. ing. Antonio Sguotti. Ca-rissimo Congregato Mariano edEx-Alunno. Di profonda fede, digrande bontà, di instancabile at-tività. Ha ricoperto molte carichepubbliche, a testimonianza dellastima di cui godeva.

Il sorriso radioso e buono diNeri Patrassi.

Dott. Alberto Maggia; Generale Raffaele Bucchi, papa di Renato e Anna-maria; Contessa Marisa Marcelle del Majno, moglie di Alessandro e madredi Marco, nostri ex-alunni; Teresa Bettanini Todeschini, madre di Gregorioe Toi; La mamma di Bruno, Giorgio e Sergio Barbieri; la moglie delsignor Mario Alfieri; il rag. Gabriele Frigo.

ISCRITTI ALL'ASSOCIAZIONE EX FINO AL 30 GIUGNO 75II elenco

Agnati dr. Achille, Altichieri aw. Luciano, Ambrosetti dr. ing. Luigi.Baggio dr. ing. Edoardo, Barbe dr. Marcelle, Baroni dr. Mario, Barusco

dr. prof. Giorgio, Bauce dr. prof. Alcide, Besenzon dr. Camillo.Cantarutti dr. prof. Ferdinandp, Cantele dr. Francesco, Carbognin dr.

prof. Giovanni, Castagna Bernardi rag. Giulio, Castellani Antonio, CavinatoCarlo, Cinetto cav. Guelfo, Cojazzi dr. prof. Luigi, Covi rag. Luigi.

Daniele Giuseppe.Fabbri Colabich comm. Piergiovanni, Falerno dr. ing. Castone, Fantecchi

dr. Arturo, Favaretti rag. Giampietro, Favaretti Giorgio, Ferrara comm.Antonio, Ferri dr. ing. Francesco, Ferro dr. prof. Angelo, Filippi rag.cav. Castone, Filippi avv. Silvio, Fontana dr. Aldo, Fornaroli prof. Ettore,Franceschetto dr. Giuseppe, Fritegotto rag. Giulio, Funghi dr. Lelio.

Gamba Antonio, Gasperini avy. Valentino, Geremia Guglielmo, Ghislottidr. ing. Tino, Giacomelli avv. Vittorio, Giacometti avv. Zefferino, Giordanidr. rag. Michele, Giro Pierfrancesco, Giron dr. Giampietro, Giudice aw.Pietro, Giuriate rag. Franco, Gloria aw. Roberto, Gobbato rag. cav. An-tonio, Grasselli avv. Giorgio.

Kertely dr. ing. Ivo.Lazzarin prof. Antonio, Lion rag. Bruno, Lion dr. Paolo, Locateli! cav.

Pietro, Lorenzoni dr. prof. Gian Giorgio, Lorenzoni dr. Renzo, Lorini cav.Bruno, Levato rag. Giovanni, Lotti dr. Francesco, Lovo dr. Paolo, Longodr. prof. Plinio, Lubian rag. Ugo.

Maggia dr. Alberto, Maggia or. ing. Marcelle, Magnano di S. Lio ing.Pasquale, Malipiero dr. Gianmaria, Mancini comm. Guido, Marasco dr.Egidio, Marchetti dr. ing. Antonio, Marcon dr. Antonio, Massignan dr.prof. Luigi, Mariotto geom. Giovanni, Martini Giacomo, Martini dr. Zeno,Massacra dr. Dante, Mazzo nób. cav. Silvio, Mazzucato Giorgio, Mazzucatodr. comm. Saturno, Mazzucato Vittorino, Meneghetti dr. Giorgio, Mene-ghini aw. Giulio, Meneghini dr. ing. Mario, Menin dr. Luigi, Menini aw.Bruno, Mingatti rag. Edoardo, Mingatti cav. Giovanni, Mingatti dr. Gian-Carlo, Mingatti Paolo, Miola dr. Mariano, Missalia Italo, Missaglia cav.Orione, Monnet cav. Augusto, Montanari cav. Valentino, Montesi comm.dr. Leonardo, Morassutti dr. ing. Giovanni, Morassutti comm. Giuseppe,Morassutti comm. Stanislao, Motta dr. prof. Antonio, Mulachiè dr. prof.Alessandro.

Nalin dr. Edoardo, Nalin avv. Ettore, Narpozzi dr. prof. Antonio, Negrorag. Ugo, Nicolini dr. Mariano.

Orzali dr. comm. Vittorio.Paganoni dr. Ernesto, Paganini dr. ing. Giorgio, Pallaro avv. Guido,

Panelli rag. Ginq, Panzerini dr. ing. Girolamo, Pardatscher Ferri dr. Kurt,Pavan dr. Giorgio, Pechini dr. arch. Gianfilippo, Peraro geom. Pietro, Pe-rin cav. Antonio, Fertile prof. Giovanni, Peruzzi rag. Ennio, Peruzzi rag.cav. Mario, Pesavento dr. Castone, Piacentini dr. Carlo, Piatto rag. Giu-seppe, Piatto dr. ing. Mario, Piccoli d,\ prof. Giuliano, Piussi comm. An-tonio, Poliedri dr. Pietro, Ponchia Ivano, Portolone dr. ing. Lorenzo,Piardi dr. Walter, Porrà dr. Mario, Puchetti dr. prof. Orio, Puggina dr.Annibale, Puglisi dr. Alfredo, Puragliesi dr. ing. Giorgio.

Ramigni geom. Giorgio, Rasi dr. prof. Alberto, Rasi dr. proc. Pieran-drea, Ravagnan dr. Giampaolo, Ravagnan dr. ing. Giancarlo, Reposo dr.prof. Antonio, Rizzo cav. rag. Gino Rodighiero dr. Vincenzo, Romanellidr. Michele, Romaro dr. ing. Giorgio, Ronconi Antonio, Ronconi dr. Gior-gio, Ronca dr. ing. Enea, Ruzzante cav. rag. Antonio.

Saggin dr. ing. Francesco, Saggin dr. M_ario Junior, Santinello dr. Gio-vanni, Santi dr. Francesco, Sartorelli f.lli, Sattin dr. Paolo, Scalco dr.Ernesto, Sembeni dr. ing. Vittorio, Sgaravatti dr. Alberto, Sguotti dr. ing.Antonio, Silvestrini dr. Danilo, Simonetti Antonio, Sivieri dr. Arnaldo,Smania dr. ing. Amedeo, Sormani dr. Giuseppe, Sturare rag. Remigio,Susini dr. Giovanni.

Talaretti geom. Italo, Testali dr. Renzo, Toniolo dr. Giuseppe, Toniolodr. prof. Lucio, Toniolo rag. Luigi, Toniolo dr. ing. Alberto, Toniolo dr.prof. Gianfrancesco, Torresini dr. Antonio, Torresini rag. Federico.

Vanzo dr. Giorgio, Vasoin dr. Luigi, Vedua Angelo, Vianello dr. Attilio.Zaccaria dr. Mario, Zaccaria dr. prof. Vittorio, Zambelli dr. ing. Vit-

torio, Zancan dr. prof. Lanfranco, Zannini dr. prof. Luigi, Zanovello rag.Giulio, Zatta prof. Luigi, Zillo dr. Alberto, Zocca dr. Arrigo.

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