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Raffaele Pisu. Dal 1948 ad oggi Educarsi alla responsabilità ed alla pace Maggio 2011. Il “Giro d’Italia” nella Tuscia Renato Conti, 100 anni Speciale Carnevale. Tutte le foto più belle

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RaffaelePisu.

Dal 1948ad oggi

Educarsi alla

responsabilitàed alla pace

Maggio 2011.Il “Girod’Italia”

nella Tuscia

RenatoConti, 100

anni

SpecialeCarnevale.

Tutte le fotopiù belle

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2 Campo de’ fiori

Editoriale:Il sogno continua.....................................3L’intervista:Raffaele Pisu............................................5Curriculum vitae:Cecilia Amici.............................................7FESTIVAL DI SANREMO 2011:Silvia Dionisi ............................................9Quanto è lontano il terzo mondo?.....11Roma che se n’è andata:Giuseppe Berneri...............................12-13Cinema News:Gangor...................................................14Stop alle telefonate indesiderate.......15Suonare Suonare:La grande rapina ai Led Zeppelin........16-17Ecologia e ambiente:Il grande cambiamento...........................18Realizzazione accurata di un plantareCad-cam...............................................21Educarsi alla responsabilità e allapace.................................................22-23Le guide di Campo de’ fiori:San Gemini.............................................24

Come eravamo:Lucerdole e sardapicchi...........................25Il giro d’Italia nella Tuscia ................26Ass. Artistica IVNA:Laura Ammannato..................................28Zi’ Renato, 100 anni...........................29Il Fumetto:Alive .....................................................30La storia della previdenza sociale......31Le storie di Max:Roberto Vecchioni...................................32I Martiri nel Forte di Civita Castellana.............................................................33La protesi del ginocchio .....................34L’Albergo dei Tre Re............................35Il mondo del Jazz ...............................36L’angolo del Bon Ton:Addobbi floreali e musica .......................37Carnevale 2011.....38-39-40-41-42-43-44-........................................................45-46Oroscopo ............................................47Numero Unico ....................................49Messaggi.........................................50-51I nostri amici.......................................52

Roma com’era.....................................53Album dei ricordi.........54-55-56-57-58-59Annunci gratuiti..............................60-61Selezione offerte immobiliari .......62-63

Foto di copertina: Olio su tela del pittoreEraldo Bigarelli

“Omaggio al tricolore”

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CAMPO DE’ FIORI!LA RIVISTA CHE AMATE DI PIU’

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Campo de’ fiori 3

di Sandro Anselmi

Il sogno continua...l sogno continua...Campo de’ fiori otto anni dopoCampo de’ fiori otto anni dopo

I n occasione di questa ricorrenza, per me così importante, ho preferito lasciare, per questa volta, il clas-sico editoriale con le mie più serie riflessioni, per poter condividere con voi, cari amici, la gioia per l’ot-tavo compleanno di Campo de’ fiori. La cosa che più mi gratifica è il consenso di massa che, via via, la

rivista è riuscita a guadagnarsi, ed anche se ancora molti lettori amano considerarla, quasi con amore geni-toriale, la rivista di Civita Castellana, in verità essa si è estesa e radicata anche in molti altri paesi, non ulti-mo nella capitale!I moderni mezzi di informazione, quali internet, hanno amplificato la sua diffusione e, grazie al nostro sito,moltissimi lettori sparsi per tutto il mondo la seguono assiduamente, tenendosi informati tramite la nostrapagina su facebook, sempre aggiornata e che conta migliaia di amicizie.Nello stesso tempo è cresciuto enormemente il numero dei lettori che ama ricevere, in modo sicuro, la rivista direttamente a casa attraverso l’abbonamento.Mi piace sottolineare che Campo de’ fiori non ha goduto, a tutt’oggi, di alcun contributo pubblico, ed è per questo che non potrò mai smettere di ringraziare tutti gli sponsor che l’anno sostenuta, ed hanno scelto intelligentemente di pubblicizzare le loro attività per tramite le sue lettissime pagine.Questo ha permesso alla testata di mantenere la più completa autonomia, lontana dalle abusate diatribe politiche e dalle sterili polemiche.I suoi contenuti resteranno sempre quelli amati da tutti voi, ed i vostri commenti e suggerimenti saranno sempre oro zecchino! Voglio ringraziare con toni solenni i miei infaticabili collabo-ratori, sia quelli storici che quelli che si sono aggiunti nel tempo, per il loro insostituibile operato, pieno di passione e di prorompente voglia di crescere, e che hanno potuto godere, insieme a me, dei successi di questi anni. Mille grazieancora alla benevolenza dei tanti personaggi della cultura, dello sport e dello spettacolo, chehanno concesso gratuita-mente le loro intervi-ste arricchendosempre più larivista!

88ANNIANNI

Buon Compleanno!!

Campo de’ fiori sarà sempre ciò che vorrete che sia!

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Campo de’ fiori 5

RAFFAELE PISUDal 1948 ad oggi. Una carriera che dura oltre 65 ann

divisa tra teatro e tv. E come dimenticare il pupazzo Provolino!

Uno spettacolo spumeggiante e diver-tente ci induce a recarci al TeatroGhione di Roma, a due passi da

San Pietro, dove incontriamo un interpreted’eccezione che ritorna sulle scene con“Chat a Due Piazze” insieme a FabioFerrari, Lorenza Mario, GianlucaRamazzotti e Mirian Mesturino, per la regiadi Gianluca Guidi. Potremmo definirlo unicona dello spettacolo italiano ma, a veder-lo, sembra un giovanissimo pieno di entu-siasmo per quello che sempre è stato esarà il suo mondo: il teatro. Raffele Pisu, cosa si prova ad inter-pretare un nonnetto così strambo?“Un nonno simpatico perché sbaglia conti-nuamente cadendo in mille equivoci, edinoltre è convinto di essere a Cesenaticomentre è a Roma in una casa del centrodove il figlio gli fa credere di essere invacanza proprio lì.” Una carriera artistica che ha supera-to i 65 anni. “Si, praticamente si. Appena finita laseconda guerra mondiale sono tornato aBologna dove ho conosciuto SandroBolchi ed insieme ad altri ragazzi aveva-mo una gran voglia di fare teatro e,vedendo che Strehler aveva fatto il PiccoloTeatro di Milano, decidemmo insieme adEnzo Biagi, Sandro Bolchi ed altri di fare ilPiccolo Teatro della Città di Bologna e lochiamammo La Soffitta. Era il 1948 ederavamo senza una lira ma con tutti inostri risparmi riuscimmo a scritturare ilgrande Memo Benassi per iniziare colTartufo di Moliere una serie di spettacolicon la sua compagnia.” Tanti spettacoli teatrali e più di 35 filmall’attivo tra cui Il Padrone del Vapore(Mario Mattioli, 1951 con Walter Chiari,Mario Riva, Bice Valori), Padri e Figli(Mario Monicelli, 1957 con Vittorio De Sica

e Mario Monicelli), Gli Italiani sonomatti (1957), Susanna tutta panna(1957), Caravan Petrol (MarioAmendola, 1960), Italiani brava gente(Giuseppe De Santis, 1964), Non sondegno di te (Ettore Maria Fizzarotti,1965), L’Ombrellone (Dino Risi, 1966),Il Trasformista (Luca Barbareschi,2002), SMS- Sotto mentite spoglie(Vincenzo Salemme, 2007) e tanta TVcome Lui, Lei e gli Altri (1956), L’Amicodel Giaguaro (1961) sulla rete unicainsieme a Gino Bramieri e Marisa DelFrate. Hai fatto la spalla comica di TinaPica, Ugo Tognazzi, Gino Bramieri,Claudio Villa, ma non sei stato sola-mente attore comico…“Si, forse è stato un errore ma a me è pia-ciuto molto. In Italia purtroppo bisognaabituarsi a fare solo una cosa e rimaneremarchiato così. La stessa cosa è accadutaper i grandi attori : Totò era sempre Totòqualsiasi cosa interpretasse,Renato Rascelidem e rimanevano nel cuore della gentecosì. Invece se passi dal drammatico alcomico e viceversa sei ricordato un pò dimeno, ma io riesco a fare ruoli diversi, dal-l’ubriaco al nobile, senza alcun problema ecosì continuerò sempre”. Negli anni ‘60 ricordiamo tutti l’in-venzione del pupazzo Provolino,come è andata? “E’ accaduto in modo molto strano. In queitempi ero al Teatro Delle Vittorie e pre-sentavo uno spettacolo che si chiamavaVengo Anch’io (1968) con Mina e DonLurio. Il Maestro Simonetti e Castellano ePipolo portarono questo strano pupazzoper Enrico Maria Salerno, ospite della sera-ta. Lui non accettò e preferì recitare unasua poesia. Allora gli autori, disperati ,vennero nel mio camerino a chiedere

come poter risolvere la cosa. Io mi misidavanti allo specchio con Provolino e lofeci parlare come ventriloquo. Capii di averavuto successo quando alcuni giovani fuoridal teatro mi fermarono e mi dissero : ARaffae’ ammazza come sei forte co’ stòProvolino ! Se piaceva ai giovani di ven-t’anni doveva piacere a tutti. Lo presentaiin Argentina ed in Brasile dove lo vestiicome calciatore del Botafogo e li’ potevaparlar male dell’arbitro, della Fifa…” Il pupazzo successivamente trionfò nelllatrasmissione Ma che domenica amici esuccessivamente incise un disco e fu pro-tagonista di alcuni album a fumetti. In tvlo ricordiamo in Camera 22 (1966), Latrottola (1967), Senza rete (1968). Trale sue ultime apparizioni anche le fictiontra cui Non ho l’età (2001-2002), Unavita in regalo (2003), Ma chi l’avrebbedetto… (2007) e Marameo (2008). Unpersonaggio che è sempre stato all’altezzadei tempi e che finalmente il mondo delteatro ci regala di nuovo sul palco: unoccasione da non perdere assolutamente.Bentornato Pisu!

Sandro Alessi

Sandro Alessi e Raffaele Pisu

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Curriculum vitaeCecilia Amici

Questo mesev o g l i a m odedicare la

nostra rubrica degliemergenti esploran-do il fantastico mo-ndo della musica, eabbiamo scelto perquesto una giovaneartista romana, can-tante, autrice emusicista. CeciliaAmici inizia giova-nissima a studiaredanza classica emoderna, ma dopoaver raggiunto lamaturità artistica edattratta dal canto, viene ad iniziare a stu-diarlo con la Prof.ssa Amedea PerrinoNogas cominciando ad esibirsi in alcunilocali di Roma e Provincia. Nel 2000 con-segue il diploma in canto moderno dopoaver frequentato con successo l’Univer-sità della Musica di Roma avuto come

insegnanti CinziaSpata, Carl Ander-son, Saturnino,Ivano Fossati, Ge-gè Telesforo e moltialtri. Dal 1995 al 2002oltre ad affinare ilcanto, inizia a studia-re arrangiamento ecomposizione con ilM° RiccardoSantoboni scri-vendo brani proprie vincendo alcuniconcorsi e festival(Fallin’ Angels,1996-Premio Cittàdi Latina, 1997-

Roma Festival 2000 – Rock Festival2000 – New Generation 2020 – LiriFestival 2009 – Lady Rock 2010)e risul-tando finalista nel 2008 e 2009 alPremio Fabrizio De Andrè. La suamusica è un rock a tratti celtico a trat-ti arabeggiante e rispecchia in pieno la

sua personalità e la sua vocalità. Da alcu-ni anni dedica la sua esperienza ai giova-ni insegnando canto, vocal ensemble emusica d’insieme alla Scuola Popolare diMusica Donna Olimpia di Roma. Dal 2003è cantante solista del progetto Handaladi David Petrosino, ma ora aspettiamocon grande curiosità il suo primo albumda solista

Sandro Alessi

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9Campo de’ fiori

Festival di Sanremo 20Silvia Dionisi, nel backstage del concorso cano-

tante d Italia

Che emozione per la parrucchiera di CivitaCastellana Silvia Dionisi, titolare del notocoiffeur Vanità, che quest’anno, ha avutol’onore di partecipare al backstage delFestival, giunto alla sua 61° edizione.Dietro le quinte, tra il 16 ed il 17 Febbraio,insieme ad altri 9 parrucchieri della zona,soprannominati non a caso “i parrucchieridella Tuscia”, ha curato l’immagine di moltivolti noti della canzone italiana, oltre chedelle nuove proposte! “Un’esperienza indi-menticabile, che sono riuscita ad otteneregrazie all’azienda di prodotti per parruc-chieri “Meda Vita”. Due giorni intensi chemi hanno regalato grandi emozioni e sod-disfazioni”, racconta Silvia ancora tuttaeuforica e carica di adrenalina, da pochigiorni reduce dal Festival, “e se potessi citornerei molto volentieri!”Queste sono solo alcune foto tra le tanteche è riuscita a farsi con i vip che gironzo-lavano, non solo dietro le quinte, ma ancheper le strade ed i locali della città, in queigiorni tutta in fermento, piena di giornalistie paparazzi alla ricerca di scoop. Nonostante, forse, la conduzione non trop-po brillante a causa di presentatori nonprecisamente tali, è emersa una buonaqualità dei brani in gara, soprattutto tra ibig, ma anche tra i giovani.Ma il Festival, ogni anno, ci regala tantesorprese nuove, che Silvia ha potuto testi-moniarci di persona!

E.B.

Audi A6 Allroad 2.7 TDI Anno 2006 Quattro Tiptronic

Ottime Condizioni

Audi A6 Berlina3.0 TDI

Quattro TiptronicAnno 2004/20052 Unità, Ottime

Condizioni

Audi A5 Cabrio3.0 TDI

Quattro S-Tronic Anno 2010

Km 0, Full OptionalAudi A3 Cabrio 1.6 TDI Anno 2010

Ambition S-LineAziendale, come nuova

BMW X5 X-Drive 35D

anno 2009 full optional

VW Passat Variant2.0 TDI 140 cv anno 2006/2008

3 unità ottime condizioni

Audi A3 2.0 TDI 170 cv S-Tronic

Anno 2010 Come nuova BMW 535D

Touring Attiva anno 2006condizioni eccellenti

VW Touran TDI 7 posti, anno 008/2010

2 unità come nuove

Audi A3 Sportback TDIAnno 2006/2008/2010

3 unità ottime condizioni

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Campo de’ fiori 11

Quanto Ł lontano il terzo mondLaggiø non possono pensare a curare la propria vista, preoccupati di sopravviv

dopo giorno. Meno male che da noi le cose sono diverse. Diverse?

Fino al viaggio diColombo, circa, le cartegeografiche non eranomolto diverse da questa,risalente al I secolo a.C.Pare che quando ci sirese conto che l’Africaera molto più estesadella sola zona mediter-ranea, le parti inesplo-rate furono contrasse-gnate dalla scritta “Hicsunt Leones”.Non so quanto questosia vero, ma di certonell’immaginario collet-tivo l’Africa, il terzomondo, è davvero lon-

tana, terra di leoni e quello che avvienelaggiù è davvero lontano dal nostromondo e dal nostro quotidiano.Ma è davvero così lontano?Guardate nel grafico quali sono le maggio-ri cause di cecità nel terzo mondo (datoOMS 2007).Oddio, poverini. Certo la cataratta senza lachirurgia adeguata è un grosso problema,poi ci sono cose come il tracoma e l’onco-cercosi dal nome inquietante, ma che danoi esistono solo nei dizionari. Meno maleche il terzo mondo è lontano.Guardando i dati (fonte: OMS) vediamoche la cataratta è praticamente scompar-sa, ma che la DMS (degenerazione macu-lare senile), la retinopatiadiabetica ed il glaucoma,insieme, sono responsabi-li dell’ 85% delle cecitàcomplete o parziali, equesto nel mondo indu-strializzato. Cosa c’è di questo chelascia perplessi? È il fattoche, a dire dei sacri testidell’oculistica, questi ef-fetti nefasti, nell’80% deicasi, sono evitabili.Semplicemente.Una visita di controllo

ogni due anni, un buonpaio di occhiali protettivicontro gli ultraviolettinocivi ed abbiamomesso in tasca una otti-ma polizza assicurativacontro la cecità deglianni a venire.Se vediamo un po’ dinumeri, anche in assen-za di dati precisi, si stimache gli ipovedenti inItalia siano tra i due ed itre milioni. Se l’85% diqueste invalidità, sommadi quelle causate da diabete, glaucoma eDMS è prevenibile all’80%, vuol dire che sipotrebbero evitare da uno a due milioni diinvalidità visive, solo in Italia. Vi parepoco?Ed allora, mi chiedo, perché la gente nonsi controlla? Trascuratezza? Pigrizia?Fattori economici? Forse, ma sopratutto,credo, disinformazione. Le persone, ingenerale, non sanno quanto è facile farequalche test per controllare lo stato disalute dei nostri occhi. Certo, la pubblica amministrazionedovrebbe fare il suo dovere di informare ilpubblico, la tutela della salute è tra i suoidoveri specifici, ma noi dei centri ottici Lisi& Bartolomei abbiamo deciso di comincia-re a fare la nostra parte: un nostro ambu-latorio mobile attrezzato sosterà nei giorni

di mercato nei comuni del viterbese a par-tire da Aprile e chiunque potrà, gratuita-mente, farsi fare un controllo strumentaleelettronico sullo stato di salute dei suoiocchi, un oculista interpreterà i risultati enoi glieli comunicheremo. Presso tutti inostri centri, o sul nostro sito WWW.lisi-bartolomei.it potrete consultare i partico-lari dell’iniziativa con il calendario dellepresenze dell’ambulatorio mobile, e inostri optometristi saranno lieti di mostrar-vi alcuni semplicissimi ma accurati test diautovalutazione.La vista è una cosa meravigliosa. La vostravista per noi è preziosa.E per voi?

Hasta la vista

Paolo Balzamoresponsabile formazione einformazioneCentri Ottici Lisie Bartolomeiwww.lisi-bartolo-mei.com

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Campo de’ fiori12

Roma che se n Ł andata: luoghi, figure, pe

E ‘ certamentenato e vissutoa Roma negli

anni compresi fra il1637 e il 1701, maqueste date non sonocerte, non si conoscemolto della sua vita,salvo che fu membrodi diverse AccademieLetterarie del suo

tempo, nonché segretario della Accademiadegli Infecondi. Cortigiano di CasaRospigliosi, scrisse diversi drammi sacri ealcune commedie, ma è ricordato soprat-tutto per la sua opera principale: Meo Patacca, sottotitolato, Roma in festenei trionfi di Vienna.Un poema eroico e comico al tempo stes-so, scritto in romanesco, che può conside-rarsi a tutti gli effetti il poema epico delpopolo di Roma. Purtroppo, però, mentrel’eroe Meo, dal quale l’opera ha preso iltitolo, è ancora assai vivo nel ricordo enelle tradizioni della città, il nome del suoautore è sconosciuto a gran parte deiromani, fra l’altro, di Giuseppe Berneri,non è rimasto neppure un ritratto. Il personaggio Meo Patacca, di cui abbia-mo trattato ampiamente in altra occasio-ne, nel teatro romanesco rappresenta ungiovane popolano abile nel maneggiare learmi, indolente e attaccabrighe, certamen-te non vile, portato alla rissa e allo scon-tro, con un alto senso dell’onore, che offrei suoi servigi alla propria comunità facen-do delle buone azioni; il suo nome derivadal termine Patacca che stava a indicarequella che all’epoca era la misera paga delsoldato, una somma pari a cinque carlini.Ben poca cosa!La sua notorietà è dovuta sopratutto alpoema di cui sopra, Giuseppe GioachinoBelli lo descrive come uno sbruffone, unosmargiasso, anche se tali caratteristiche siaddicono più al suo antagonista MarcoPepe. La sua donna è Nuccia, un perso-naggio inventato ad immagine del prota-gonista; un celebre stornello ne inquadra ilcarattere:

“ … Io so’ trasteverina e lo sapetenun serve, bbello mio, che cce rugate,

so’ cortellate quante ne volete! …”Il coltello, un elemento immancabile enecessario per il Bravo che vi ricorre quan-do si presenta la necessità di fare giustizia;secondo tradizione, anche Nuccia lo rega-lò al suo ragazzo quale pegno d’amore con

il proprio nome inciso sulla lama.Il coltello, compagno fidato da teneresotto il cuscino la notte e in saccocciadurante il giorno, per Cesare Pascarellaera come un amuleto, mentre GiggiZanazzo afferma che una fanciulla si univacontrovoglia a un uomo che non avessemai avuto a che fare con la giustizia. “Meo Patacca ovvero Roma in feste nei tri-onfi di Vienna“, è scritto nel dialettoromanesco del 1600 e costituisce un’im-

portante docu-mento, vuoiper quanto at-tiene la linguaparlata a Ro-ma in quel pe-riodo, vuoi percomprenderemeglio il tipodi vita che siconduceva incittà.Giuseppe Ber-neri nella ste-sura del poe-ma dedica mo-lta cura ai par-ticolari, infatti,le descrizionidei luoghi, del-le usanze, del-le abitudini edei costumi del

popolo romano sono piuttosto dettagliate;uno spaccato della vita cittadina dell’epo-ca, in buona sostanza. L’opera narra la storia di un popolano che,nell’apprendere la notizia che Vienna èstata assediata dagli Ottomani, raduna imigliori Sgherri della città formando unapiccola armata, per portare aiuto alla cittàcristiana e, per far ciò, promuove una rac-colta del denaro occorrente per sostenerela spedizione.Del più bravo tra i Sgherri Romaneschi,Che più d’ogn’altro mentovà se fava,De sentì raccontà non vi rincreschi

Quel gran valor, per cui scialante annava.Solo, perché in natali birbanteschi

Mostrava un genio nobile, mostrava,E gran machine havé nel cocuzzòlo,Le sue grolie cantà me va a fasciolo.

Il poema testimonia anche l’atmosfera difanatismo della città di Roma assoggettataa un secolare dominio dei Papi, per cui, lamissione dell’eroe, si può leggere come

una sorta di mini crociata contro un eser-cito di infedeli all’attacco di una città cri-stiana.L’assedio di Vienna che ispirò il poema diGiuseppe Berneri è un fatto storico real-mente accaduto. Infatti, il 14 luglio 1683,il Visir Ottomano Kara Mustafa Pasha, il cuinome si ritrova nel testo come Bassà, sot-topose Vienna ad un assedio durato ses-santa giorni e la città sarebbe certamentecaduta nelle mani dei Turchi, seInnocenzo XI, Benedetto Odescalchi, 1676- 1689, non avesse chiesto l’aiuto del re diPolonia Giovanni III Sobieski, il cui inter-vento si rivelò decisivo tanto che, mentregli Ottomani si ritiravano, l’armata austria-ca entrava in Ungheria occupando la cittàdi Buda.Suddiviso in dodici canti, il poema vennepubblicato per la prima volta nel 1695,successivamente, nel 1823, venne allaluce una seconda edizione arricchita conben cinquantadue tavole incise daBartolomeo Pinelli. Nell’anno 1835, alTeatro Pallacorda andò in scena un’operadal titolo: Un pranzo a Testaccio - Il matri-monio di Marco Pepe, che prendeva spun-to da Meo Patacca interpretata nell’otto-cento da due famosi attori, tali AnnibaleSansoni e Filippo Tacconi detto il Gobbo.Questo poema è una fonte insostituibile didocumentazione storica specie per quantoattiene lo svolgimento delle feste pubbli-che a Roma, infatti l’autore descrive minu-ziosamente come si organizzano i festeg-giamenti, come sono costruiti i fuochi d’ar-tificio, come vengono sparati e quale è illoro risultato, ma anche in che misura ilpopolino prende parte alle feste, un’occa-sione questa, per i ceti più bassi, di sfo-garsi affrancandosi dalla loro miserabilecondizione. La storia d’amore fra il protagonista Meo e

di Riccardo Consoli

Giuseppe BerneriUn quasi sconosciuto Poeta Commediogra

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Campo de’ fiori 13

la sua donna Nuccia si intreccia con glieventi principali e, molto spesso, i vari per-sonaggi ripropongono tipici popolaniromani, mentre alcune delle divertentisituazioni sono arricchite da pungentiosservazioni dello stesso autore che, riser-vandosi il ruolo del narratore, aggiungespesso i propri pensieri indugiando nelladescrizione di famosi luoghi di Roma. In effetti il ruolo della città va ben oltrequello che dovrebbe essere lo sfondooccorrente all’ambientazione del poema,infatti, mentre le case di alcuni protagoni-sti sono certamente frutto della fantasiadell’autore, per i diversi luoghi di Roma,teatro dell’azione, l’autore non si limi-ta alla loro semplice citazione, ma lidescrive in maniera particolareggiataquasi a volerli rendere coprotagonistidella sua storia.E’ questo il caso di Campo Vaccino,teatro del discorso di Meo agli Sgherri,del duello con Marco Pepe e della pre-sentazione delle truppe; delCampidoglio, luogo dove Meo vinceun Torneo; del Corso, teatro delCarnevale di Roma; di Piazza Navona,dove Meo organizza la rappresenta-zione della presa della città di Buda; diCastel Sant’Angelo, dove vengonoorganizzati gli spettacolari fuochi d’ar-tificio e del Ghetto, dove avviene l’assedioa chiusura del Poema.Ma vediamo adesso di comprendere comefu pensata e scritta quest’opera che siapre con un’introduzione al tema e unadedica a Papa Clemente XI, GiovanniFrancesco Albani, 1700 - 1721, la cui pro-tezione viene invocata dall’autore affinchèlo protegga dal giudizio dei critici, a quel-l’epoca perenne incubo degli scrittori e deipoeti. Nella Roma del tardo secolo XVII, in unqualsiasi giorno, la gente è ignara di unpericolo che sta per sopraggiungere;improvvisamente entra in città un messag-gero a cavallo recante la notizia cheVienna si trova sotto assedio da partedegli Ottomani; grande tumulto fra i citta-dini, la notizia fa rapidamente il giro dellacittà, la gente è seriamente preoccupatatemendo che i Turchi possano spingersifino a Roma.Fra questi c’è anche l’eroe del poema chedecide di rivolgersi agli uomini più forti ecoraggiosi della città per formare con essiuna piccola armata con la quale muovere

verso Vienna per prestare aiuto allacittà e ricacciare indietro i Turchi.Egli riunisce un manipolo fra coloroche conosce chiedendo di reclutarealtre persone, quindi spiega ai suoiuomini come faranno a trovare ifondi occorrenti per la spedizione. Tenuto il discorso Meo fa ritorno acasa per mangiarequalcosa, quindi, siassopisce e fa unostrano sogno delquale non riesce acomprendere ilsignificato; poco

male, li vicino vive una vec-chia donna, tale Calfurnia,con fama di indovina.Meo le racconta il sognochiedendole una spiegazio-ne. Calfurnia ritiene che levarie trasformazioni di Meodurante il sogno stanno adindicare la natura di unapersona poco affidabile; l’e-roe ha una reazione violen-ta anche se, subito dopo,tenta di dare una sua per-sonale interpretazione di quello stranosogno.In città, intanto, si sparge rapidamente la

voce, anche Nuccia ne viene a conoscenzae, preoccupata, decide di andare a far visi-ta a Meo per verificare se le voci raccoltecorrispondano al vero. Tutto vero e Meo è assolutamente deciso,Vienna va difesa, Nuccia tenta di convin-cerlo ad abbandonare questo proposito,l’eroe continua a fare sfoggio del suo orgo-glio, tuttavia le parole di Nuccia e le suelacrime lo turbato parecchio, egli vagapensieroso per Roma e passa per PiazzaNavona dove c’è una magnifica fontana:

Ce so’ poi sopra quattro cantonate,Et altrettante statue, una pe’ parte;Ce stanno iofamente qui assettateSe i posti da sedè glie fece l’arte.

Questi so’ fiumi con le fogge usate,Assai famosi in tell’antiche carte:

Nilo, Gange, Danubio, e c’è di più,Detta Rio de la Platta, il gran Pegù.

Roma è ancora stordita per la notizia giun-ta da Vienna, tuttavia molte persone simostrano scettiche temendo possa trattar-si di una falsa notizia, ma Meo è di tut-t’altro avviso.

Improvvisamente giunge in città unabuona nuova, Vienna è riuscita a liberarsidall’assedio, a questo punto, si decide dispendere il denaro precedentemente rac-colto per fare fronte alla spedizione, infesteggiamenti.Le strade di Roma sono ora decorate conlanterne lampade, torce, candele e ciascu-

no prende parte aquesta atmosferagioiosa bruciando ognigenere di oggetti; ilmomento più atteso èquello dei fuochi d’ar-tificio a Castel Sant’Angelo nel corso delquale si assiste allospettacolo della Giran-dola, un gran numerodi ordigni vengonosparati dall’alto delCastello mentre un’e-norme folla si radunatutt’intorno per goderedello spettacolo.Nonostante l’ora tarda,le strade sono ancoraaffollate, è questo il

momento ideale per i monelli romani disparare le c.d. zaganelle, fra le molte rap-presentazioni ispirate ai Turchi, vi è unalunga processione in cui un figurantevestito da Gran Visir è trascinato in cate-ne, la folla prende attivamente parte insul-tandolo e lanciandogli ogni sorta diimmondizia.I festeggiamenti si protraggono; fra glieventi c’è anche un torneo che si tiene incima al Campidoglio, per l’occasione parti-colarmente affollato, a cui partecipa ancheMeo che fa meglio degli altri bravi, vincen-do la gara e regalando al pubblico unnuovo spettacolo pirotecnico.All’eroe, acclamato dalla folla, viene con-segnato in premio il palio costituito da dueterzette (pistole a canna lunga) che eglioffre a Nuccia venuta per vederlo compe-tere.Il poema si conclude con le nozze fra Meoe Nuccia.

Nuccia accetta Meo Patacca come sposo

Mentre che botte spara, e che sgherreggiaCom’una romanesca Bradamanta,

Da me ‘l suo gran valore si vagheggia,E ‘sto mio core stupido s’incanta,

In vedé, che com’io quasi guerreggia.Subbito un bel penziero me se pianta

In tel mezzo alla gnucca, e tra me stessoDico: Mia sposa, io voglio farla adesso.

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CINEMA NEWS

Italia, India, 2010.Genere: drammatico;regia: Italo Spinelli;interpreti: Adil Hussain,Samrat Chakrabarti,Priyanka Bose, Til-lotama Shome, See-ma Rahmani; sceneg-giatura: Antonio Fal-duto, Italo Spinelli; fo-tografia: Marco Ono-

rato; montaggio: Jacopo Quadri; distri-buzione: Cinecittà Luce; durata: 91minuti. Il seno nudo di Gangor viene inquadratodal fotocronista indiano Upin, propriomentre la donna è intenta ad allattare ilfiglioletto. Travolta dallo scandalo e dalleviolenze perpetrate dagli uomini del villag-gio, Gangor rimane completamente sola. Ilregista Italo Spinelli trae materia d’espres-

sione per Gangor dall’omonimo rac-conto della scrittrice indianaMahasweta Devi. Come nel testo dellacanzone “Choli ke piche kya hai (cos’-hai sotto il corsetto)?” intonata dallastar cinematografica Madhuri Dixit, alcentro del seguente lungometraggiovi è la voluttà della carne femminile,vista e malvista.In Gangor viene evitato qualsiasiluogo comune saturo di un certomisticismo tantrico alla moda, tipico ditante pellicole bollywoodiane. Ognisingola inquadratura di Spinelli, è con-cepita con cura affinché lo spettatorepossa essere rapito dall’incontro relaziona-le tra la fotografia, il paesaggio e la fieraplasticità di quei corpi incisi dal sole. Fraquesti angeli e demoni figli di una vita vio-lenta, spunta la scintilla luminosa diGangor. Il carattere simbolico o metonimi-

co che Spinelli attribuisce alla donna èquello di una Madonna contadina,basti pensare a come viene presenta-ta, ovvero mentre è intenta ad allatta-re un infante seminudo.In calce ai titoli di testa del film, nonsfigurerebbe di certo un ringraziamen-to speciale verso un autore come PierPaolo Pasolini. Infatti, molti sembre-rebbero essere gli elementi che acco-munano i due artisti: la denuncia di uncerto degrado non priva di un aspettoestetico e al contempo sacro, le conti-nue peregrinazioni del protagonista

per strade affollate solo o in compagnia ela tensione della realtà che s’incrocia con ildestino fatale della morte.Con Gangor, Spinelli passa ben oltre lamera informazione di una piaga sociale,quale quella della violenza perpetuata sulcorpo femminile in pressoché tutte leregioni del grande gigante d’argilla india-no. Se la tragedia derivata dalla miseriamateriale e morale è associata ala sequen-za in cui la ragazza viene stuprata da unbranco di bruti, il consolidamento dell’ordi-ne - oltre che di un nuovo modo di vedere- si spera possa giungere da un giudizioequo della corte giudiziaria contro gli stu-pratori. Intanto, l’irruzione repentina di ungruppo di proto femministe indiane in tri-bunale provoca nel pubblico un’intratteni-bile emozione, molto più di qualsiasi dis-solvenza su un “happy end” all’americana.

di Maria CristinaCaponi

GANGORStorie di violenze nel mondo femminile ind

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STOP ALLE TELEFONATE INDESIDERATE!

ARRIVA IL REGISTRO DELLE OPPOSIZIONI

A chi non è maicapitato di riceverequelle fastidiosechiamate con cui, ailimiti della petulan-za, ci viene chiestodi rispondere adinterminabili do-mande ai fini diricerche di mercatoo ci vengono propo-ste promozioni ditelefonia?

Con il DPR 178/2010 è stata finalmentedisciplinata la materia, in linea con la nor-mativa prevalente in Europa; l’obiettivo èdi raggiungere un corretto equilibrio tra leesigenze degli utenti che non voglianoricevere telefonate commerciali e quelledelle imprese che, in uno scenario di mag-gior ordine e trasparenza, potranno utiliz-zare gli strumenti di telemarketing.Il Decreto del Governo prevede l’isti-tuzione del Registro delle Opposi-zioni nel quale l’utente può inserirsial fine di non ricevere più telefonateper scopi commerciali, pubblicitari odi ricerche di mercato.L’utente è l’abbonato, ossia il cittadino, lapersona giuridica, l’ente o l’associazione ilcui numero è presente negli elenchi tele-fonici pubblici. Iscriversi al Registro è semplice egratuito e potrà essere fatto attra-verso 5 modalità: modulo elettronico sulsito web, posta elettronica, lettera racco-

mandata, fax o telefonata.Il modo più veloce è senz’altro la compila-zione del web form che si trova sul sitowww.registrodelleopposizioni.it oppure lacompilazione del modulo elettronico dispo-nibile sul medesimo sito da inviare tramitee-mail all’indirizzo [email protected].È possibile anche mandare un fax con ipropri dati personali e anagrafici al nume-ro 06.54224822 o una raccomandata indi-rizzata a “GESTORE DEL REGISTRO PUB-BLICO DELLE OPPOSIZIONI – ABBONATI”.UFFICIO ROMA NOMENTANO, CASELLAPOSTALE 7211, 00162 ROMA. Per richiedere l’iscrizione è infinepossibile chiamare il numero verde800265265 comunicando i propri datipersonali. Lo stesso numero può essereutilizzato per verificare l’iscrizione effettua-ta con le altre procedure previste.

L’iscrizione è a tempo indeterminatoe può essere revocata in ognimomento con le stesse modalità utilizza-te per l’iscrizione al servizio. Decade auto-maticamente quando cambia l’intestatarioo si verifica la cessazione dell’utenza.Una volta iscritto nel Registro delleOpposizioni l’abbonato non potrà più esse-re contattato dagli operatori di telemarke-ting. In caso di violazione del diritto diopposizione l’utente potrà rivolgersiall’Autorità Garante per la Privacy;sono previste sanzioni in sede ammi-nistrativa da 10.000 a 120.000 euro.

dell’Avv. IlariaBecchetti

Iscriversi al Registro delle Opposizioni

per non ricevere più telefonate indesiderate a scopo commerciale,

pubblicitario e per ricerche di mercato, è semplice e gratuito.

Numero verde800.265265

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di Carlo Cattani

Maggio-luglio del 1973 , il “dirigibile musi-cale” dei Led Zeppelin bombarda gli StatiUniti con una gragnuola di concerti nel-l’ambito del suo nono tour nord americano: pubblico e soldi a palate ….praticamenteUN TRIONFO ! It’cool , It’s groovy ,it’ a number one : Led Zeppelin ! Cosìannunciava , già nel 1970 ,un inamidatogiornalista Inglese della BBC introducendoun’intervista televisiva a Robert Plant eJohn “Bonzo” Bonham, rispettivamentecantante e batterista della band . Nel 1973la popolarità del gruppo vola altissima ,soprattutto negli States che li aveva osan-

nati ancor prima della madrepatria , l’Inghilterra : siamo alnono tour Americano e nellostesso anno ,al terzo tourEuropeo . Da nord a sud daest ad ovest, ad ogni concerto, le arene degli States accol-gono decine e decine dimigliaia di ragazzi, spettatoriin delirio delle infuocate esibi-zioni dei quattro “un pò piùche ragazzi” Inglesi .E’ dal ’69che incidono spopolando con illoro sound alternato di hardrock ,blues e atmosfere folkeg-gianti .La loro origine ,in veri-tà, risale al 1968,quando , daciò che resta degli Yardbirds , Page eJones ,alla conclusione degli impegni con-trattuali onorati per conto del vecchiogruppo , “odono” Plant e Bonham e conloro, senza indugi ,si uniscono a formare iLead Zeppelin poi più semplicementestringati in Led Zeppelin , restando insie-me fino al 25 settembre del 1980 giornodel decesso , probabilmente per abuso dialcool , di John Bonham. Il loro primo

concerto sotto l’ insegna Led Zeppelin èdel 17 ottobre 1968 all’università delSurrey in Inghilterra . Alla metà del 1973con un “invincibile armata” di pezzi trattida cinque albums ,di cui almeno i primiquattro direttamente saliti in paradiso ,stendono le platee del globo . Le cospicuevendite dei loro dischi incoraggiano l’orga-nizzazione continua di concerti nel mondoe, in particolare i rockers degli Stati Unitisono “assetati” di Led Zeppelin a tal puntoche per il tour Americano di quel 1973 sidefiniranno due diversi periodi di “disse-tamento”, distribuendo nei mesi di mag-gio-giugno e nel mese di luglio circa unatrentina di concerti. I giornali,le radio e letv americane non restano insensibili alvolo del “Dirigibile” e loro scalette preve-dono la trasmissione intensa dei classiciZeppeliani e interviste alla band . Il cla-more dei loro concerti è notevole e nelladata del 5 maggio a Tampa stabiliscono ilrecord di presenze ad un concerto rock perun’unica band,con ben 56.800 spettatori !

La grande rapina ai Led ZeppeUn buco nel dirigibile”

Led Zeppelin dal vivo nel '73

Un esemplare della Gibson Les PaulStandard del '58"

Il poster pubblicitario delle tre serate alMadison Square Garden

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Grazie all’opera di tanti “pirati”, sono deci-ne e decine i dischi live non ufficiali”(cosiddetti bootlegs) che , con gradi diqualità varia , hanno immortalato quelfurioso periodo dei Led Zeppelin in terraAmericana e ci consentono , ancora oggi,di immaginarci lì fra quei fortunati sotto ilpalco a godere delle pose e delle vibrantie sublimi note di Plant,Page,Bonham eJohn Paul Jones . Il tour nord americanodel 1973 consuma le sue ultime battute aNew York con un week end per la “GrandeMela” , quello del 27-28-29 luglio, DAPAURA : tre grandi concerti al MadisonSquare Garden che verranno anche videoripresi e costituiranno materiale per unfilm celebrativo della band pubblicato nel’76 dal titolo “The song remains the same”. Come si diceva,tanti tanti soldi entranonelle tasche della band al suo culmine arti-stico in quell’estate del 1973.Tanti soldi aconcerto che il manager , padre-padrone,Peter Grant,un vero tipaccio con tanto digaloppini al seguito , esige in contantiogni sera dal promoter locale di turno, nondisdegnando di ricorrere a mezzi pocoortodossi per incassare il dovuto al minimocenno d’incertezza .Ma a poche ore dalconcerto del 29 luglio,ultimo volo del “diri-gibile” sulle teste dei ragazzi Americani perquell’anno, prima di invertire la rotta indirezione delle bianche scogliere di Dover,accade qualcosa che manda storta lafesta : spariscono 203.000 dollari , l’in-casso della sera precedente,da una dellecassette di sicurezza del Drake hotel, ladimora newyorkese di tutto la combriccolaZeppelin, tra Park Avenue e la 56th stra-da….. nessuno riuscirà mai a scoprire gliautori del misfatto ! Intorno a questo“buco” il giornalista e scrittore JasonBuhrmester ha scritto nel 2009 un roman-zetto dal titolo “Black dogs” , nell’edizioneoriginale, “ La grande rapina ai LedZeppelin” nell’edizione Italiana pubblica-ta da Fanucci nel 2010 . Buhrmesterambienta il suo libro a Baltimora, città nonmolto distante da New York e luogo, il 23

luglio , di uno dei concerti di quel nonotour del 73 .Il protagonista è Patrick ,unragazzo di una ventina d’anni che rientrain città dopo aver trascorso un periodo aNew York per depurarsi dalle ultime balor-daggini compiute con alcuni suoi coetanei. E’ un accanito fan dei Black Sabbath enon disdegna i Doors tuttavia, come èrisaputo, il lupo perde il pelo ma non ilvizio e nel suo esilio nella Grande Mela hal’occasione di pensare ad un colpo chepotrebbe farlo svoltare : derubare l’incas-so del concerto che i Led Zeppelin terran-no a Baltimora: un lavoretto non di pococonto ! E così eccolo girare nella sua cittàal recupero degli amici gaglioffi , qualcunoappena rimesso in libertà , ed esporre lorole intenzioni di “bucare” il Dirigibile . Lapreparazione del piano procederà tra milleperipezie e goffaggini ,facendo spostarel’obiettivo del colpo a New York ,comenella realtà dei fatti di quel luglio del ’73 ,complicandosi con un “furto intermedio”di una chitarra ....ma che chitarra, unaGibson Les Paul standard del ‘58…una rari-tà prodotta in meno di 2000 esemplari chenel piano dovrà servire per abbordareJimmy Page , e di una cassaforte dalcontenuto misterioso, il tutto perpetratoai danni di un banco dei pegni di pro-

prietà di un tal Backwoods Billy, uno psi-copatico a capo di una pericolosa gang dimotociclisti ,i “sacri spettri” ,dispensatoridi “bibbie e botte”. Riuscirà la sganghera-ta accolita di Patrick & soci a non farsi“battezzare” dal reverendo BackwoodsBilly e “suona-re” da PeterGrant ilmanager deiLed Zeppelin? 188 pagine dasfogliare sor-ridendo er i p a s s a n d oqualche noti-zia,anche sco-moda, suimitici LedZeppelin .

C . C . © -Marzo 2011.

Peter Grant , il quinto Led Zeppelin...alla cassa!

La copertina del libro

La copertina di uno dei tanti bootleg del nono tourStatunitense del '73

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Ecologia e AmbienteIl grande cambiamento

Una crisi trasversale ampia e profonda sta coinvolgendo e sconvolgendo l um

La crisi finanzia-ria di questi ulti-mi anni, non èsoltanto una crisieconomica, mauna crisi trasver-sale più ampia eprofonda, checoinvolge l’interaumanità.

Ci sono interi settorieconomici, realtà sociali, aree geografichee politiche, che non trovano più nessunaforma di espansione e crescita, si percepi-sce che qualcosa sta precipitando, si stacompletamente sbriciolando un equi-librio che per decenni ha tenutoun’integrità sostanziale e continuati-va.L’Occidente fa sempre più fatica aconfrontarsi con una globalizzazioneprepotente ed inarrestabile, priva diogni etica individuale e sociale; èavvilente far finta di non vedere, credendoche si tratti soltanto di un periodo transi-torio. E’ un qualcosa al di fuori dei solitischemi storici, credo che siamo di frontead un cambiamento epocale, di unavvicinamento alle più pure forme diespressione mai manifestate nella nostraciviltà, ma ben conosciute nel passato.Ma prima che si compia questo cambia-

mento, è necessario che l’uomo prendapiena coscienza di ciò che si sta per com-piere. La fusione di antiche e nuoveconoscenze, il mutamento di alcuniparametri geofisici, il vuoto che è inognuno di noi, il senso diffuso di unaaccelerazione del tempo a nostradisposizione, è un segno inconfuta-bilmente presente nel nostro viverequotidiano. Sempre più difficile trasferire memo-

rie, tradizioni, costumi, pratiche, nelmondo attuale.Conflitti, povertà, ingiustizie, risorse natu-rali in fase di esaurimento, malesserigenerali, si è giunti ad un punto di nonritorno, e l e popolazioni velocemente siproiettano in scenari apocalittici.Alcuni considerano che tutto questo è sol-tanto la chiusura di un ciclo e l’inizio di unanuova era, l’uomo al centro di questoevento è soltanto la sintesi di se stesso.Mi chiedo: perchè persone di elevataestensione culturale, religiosa, scientifica,filosofica e politica, non concertano tavolidi discussione per affrontare tali presagi? Cercare di delimitare, marginare continuecrisi di diversa natura, senza comprendereappieno ciò che può esserci dietro, è comecercare di respingere le onde del mare consemplici barriere fatte di sola sabbia.Proviamo a guardare al di là del muro, asostenere che non è più il tempo “del fare”ma è tempo di “diventare, di trasformare”,divenire quello che il grande Gandhi soste-neva: Dobbiamo diventare il cambia-mento che vogliamo vedere.

di GiovanniFrancola

Dobbiamo diventare il cambiamento

che vogliamo vedere.Ghandi

“ “

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REALIZZAZIONE ACCURATA DI UN

PLANTARE CAD-CAML’ortesi plantare ha subito negli ultimi anniuna notevole evoluzione. Oggi, per la suarealizzazione, sono infatti disponibili mate-riali diversificati in relazione alle esigenzedel singolo, alle utilizzazioni specialisticheed alle caratteristiche correttive.Tuttavia, grandi passi sono stati compiutianche dai sistemi di valutazione attraversoi quali, da una quantificazione statica delleforze di carico sulla superficie di appoggio,si è passati ad una valutazione dinamica,con l’ausilio di programmi computerizzati.In questo modo si è arrivati ad una miglio-re interpretazione dei difetti biomeccanicie, di conseguenza, alla realizzazione diun’ortesi maggiormente adeguata alle esi-genze del singolo.L’interpretazione dei difetti sopra citatirimane tuttavia il momento più delicato, inquanto il risultato non è dato da una sem-plice equazione matematica di univocosignificato interpretativo. Al di là delresponso della macchina, occorre infattisaper individuare gli eventuali compensidovuti ad anomalie presenti a livello dischiena, anca, ginocchio. Per questo moti-vo la lettura di un esame computerizzato el’estrapolazione delle conclusioni devonoessere sempre effettuate da un medicospecialista preparato. Soltanto grazie aduna visione a 360 gradi del problema èpossibile realizzare un plantare che nonporti ad effetti collaterali indesiderati.

Parliamo ora della realizzazione accurata diun plantare moderno. Il CENTRO ORTO-PEDICO FLAMINIO, nei suoi venticinqueanni di attività, ha sempre cercato di otti-mizzare la qualità dei suoi prodotti conmateriali e macchinari di ultima generazio-ne, fino a presentarare a tutt’oggi ancheil sistema CAD-CAM per la realizzazionedella suddetta ortesi.Da una rappresentazione tridimensionaledell’anatomia del piede, che consideraanche la deformazione delle parti mollisotto carico per mezzo di una pedana digi-talizzatrice(fig.1), troviamo il punto di par-

tenza per poter esaminare il progetto delcorrettivo.Con il computer e il programma CAD-CAMpossiamo dunque intervenire e inserire nelprogetto le modifiche adatte per potercompensare la patologia in questione.Attraverso questa rappresentazione tridi-mensionale CAD (fig 2) si può effettuareun’esecuzione la quale si realizza permezzo di una fresa computerizzata CAM(fig 3).Il grande vantaggio di questa tecnica, aparte la precisione dell’intervento corretti-vo, è la possibilità di mantenere in memo-ria il progetto e quindi ottenere, in qual-siasi momento, copie delle ortesi assoluta-mente fedeli.Il plantare è realizzato in ÈVA, un materia-le di ottima resistenza e anallergico.Inoltre possono essere scelte densitàdiverse di tali materiali in relazione all’uti-lizzo specifico.Per usi particolari sono adottabili anchealtri materiali a duplice (fig4) o triplicedensità (fig5) che garantiscono la massi-ma tenuta in condizioni di estrema solleci-tazione.

Il plantare a 2 densità è caratterizzato daun’ aria interna ad elevata portanza stu-diata per sostenere al meglio la volta lon-gitudinale mediale e, controllare il movi-mento di pronazione del piede ed even-tuali effetti correlati, come un’eccessivaintrarotazione della tibia. L’area centraleha lo scopo di ammortizzare l’ impatto conil terreno e favorire un effetto antitrauma-tico anteriormente in corrispondenza delleteste metatarsali.Il plantare a 3 densità nasce essenzial-mente per lo sportivo dove il carico appli-cato al piede è spesso esasperato. Il plan-tare è costituito da un’ area posteriore amedia portanza allo scopo di assorbire almeglio l’ impatto con il terreno (blu) ,un’area con portanza elevata per contra-stare al meglio gli effetti del movimento dipronazione, e fornire un valido sostegno al

livello metatarsale (gialla), un’ area ante-riore a bassa portanza per un miglior effet-to antitraumatico al livello delle articolazio-ni metatarso falangee (verde).

Con l’ occasione il CENTRO ORTOPE-DICO FLAMINIO vuole ringraziare tutticoloro che hanno creduto in noi in questi25 anni di attività e ci hanno consenti-to di affinare le nostre conoscenze nel set-tore della tecnica ortopedica.

Per maggiori informazioni

o appuntamenti:

Centro Ortopedico Flaminio

Tel. 0761.517744

Cell. 339.1816523

Dott. Daniele Cervoni Laureato in Tecniche Ortopediche

Fig. 1 Fig. 2 Fig. 3

Fig. 4 Fig. 5

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tia, il disagio giovanile, la figura del leader-bullo, cosa possono fare i ragazzi, i geni-tori, i docenti e le istituzioni, per combat-tere il deleterio fenomeno del bullismo.L’empatia indica una condivisione dellagioia e della sofferenza altrui. Tale condivi-sione però non è in linea con i nostri tempiaffannati, dove nessuno ha tempo per par-lare, per ascoltare e , a volte, nemmenoper pensare! Così, a poco a poco, ciascu-no si abitua ad affrontare la vita da solo. Enessuno più fa caso al fatto che sono man-cati tanti discorsi, tante spiegazioni, tantepresenze, tanti consigli. Quando un ragazzo cresce in un taleambiente impara che il mondo è diviso trai forti ed i deboli e sceglie con decisione lastrada per la quale si sente portato. E’ cosìche oggi si evidenzia, in età evoluta, lafigura del leader-bullo che non conoscepietà, anzi prova soddisfazione nel sotto-mettere, nel controllare e nell’umiliare glialtri, è aggressivo e oppositivo, astuto,violento, ha scarso controllo delle sue pul-sioni, non rispetta le regole, non ha empa-tia, ma un forte bisogno di dominio e pote-re. Inoltre non mostra sensi di colpa per leproprie azioni, non pensa affatto di dovercambiare. Anche a scuola, dove ci sono isuoi coetanei, farà subito vedere “di chestoffa è fatto”.I bulli sono le prime vere vittime delloro comportamento sbagliato.Pertanto deve essere aiutato a capirne lemotivazioni e a sostituirlo gradualmentecon un comportamento diverso. Debbonopotere contare su un adulto con il qualeaprirsi. Occorre insegnare loro il rispettoper se stessi e per gli altri. Purtroppo ilgiovane “da recuperare” spesso ha allespalle una famiglia frantumata o in diffi-coltà. Saranno allora gli insegnanti chedovranno studiarsi il modo di diventarecredibili agli occhi di quel giovane, perchésono la sua unica speranza cambiare emigliorare.Il bullismo rappresenta un modello di com-portamento sociale inquietante e spesso

Giovedì 17 Febbraio, presso la sala confe-renze della scuola media “San Leone” diCapena, si è tenuto un incontro sul tema“Educarsi alla responsabilità ed alla pace”,presentato da noi alunni della classe II A,con l’intervento del Prof. MassimoMarsicola, autore del libro “Il bullismo,come riconoscerlo e combatterlo”, cheabbiamo letto in classe con i nostri inse-gnanti. Tale percorso educativo ha volutosoprattutto farci comprendere l’importanzadella persona umana, del suo essere e delsuo agire nella società e farci riflettere sulfatto che la pace è una conquista chepassa per i pensieri e i comportamenti ditutti nell’ambito in cui ci si trova a vivere ead operare. All’incontro erano presenti laProf.ssa Donata Maria Pinzi, preside dellascuola “San Leone”, alcune nostre inse-gnanti e don Gilberto De Santis, parroco diCapena. Molti i genitori presenti in sala.Mediante le diapositive abbiamo illustratoalcune delle tematiche su cui maggior-mente abbiamo riflettuto e discusso inclasse durante la lettura del libro del Prof.Marsicola: il significato della parola empa-

così vistosamente presente da dover esse-re preso in seria considerazione. La cosapeggiore che si possa fare minimizzare ofare finta di niente o anche pensare che ilfenomeno sia passeggero, con l’idea che“tanto si risolve da sé”. Bisogna inveceagire subito per prevenire e per rimuoverequesto fenomeno e tutti sono chiamati afare la loro parte:- i ragazzi hanno il dovere di raccontareatteggiamenti violenti agli adulti;- i genitori , se necessario, dovranno met-tere in discussione il proprio comporta-mento poiché, a volte, la radice degliatteggiamenti sbagliati di un ragazzo puòrisiedere proprio in loro;- i docenti devono intervenire con decisio-ne, in modo da rimuovere immediatamen-te i comportamenti sbagliati e far assume-re con altrettanta immediatezza, compor-tamenti convenienti;- la scuola deve favorire una formazionepiù accurata, sotto il profilo pedagogico,per tutti i docenti e deve fare il possibileper risolvere il problema, essendo grave-mente dannoso per la società.La parola è poi passata al Prof. Marsicola,che ha posto l’attenzione su due punti.Il primo è l’importanza della figura delconsigliere pedagogico, che purtroppoancora non è presente nelle scuole italia-ne. Il consigliere pedagogico è una perso-na preparatissima dal punto di vista psico-logico, pedagogico e filosofico, oltre chedidattico. Conosce a fondo le problemati-che sociali ed individuali delle persone, inogni tappa dell’età evolutiva. Conosceanche il divenire delle cose. E’ quindi unapersona che sa ascoltare, comprendere,consigliare sia i ragazzi, sia i genitori, sia idocenti: un prezioso punto di riferimentoper tutti.Il secondo punto è l’empatia, che non puòessere messa in atto da chiunque, perchéè frutto della maturità di una persona. Nonbisogna solo saper condividere il doloredegli altri, ma anche la gioia. Chi sta acontatto con i giovani deve saper cogliere

Scuola media di Capena, apripista nella provincia di Roma del progetto

“Educarsi alla responsabilità ed alla pace” volto a prevenire l’odioso fenomeno del bullismo

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L’ANGOLO DEL PROF.A cura di Patrizia Caprioli

Mini-spazio dedicato a siti, portali, risorse in rete (gratis!) da poter usufruire comesupporto didattico per gli insegnanti interessati a dare sempre nuovi input ai loro

piccoli studenti.

National geographic kids: http://kids.nationalgeographic.com/kidsQuesto sito è la parte dedicate ai bambini della famosa Istituzione Scientifica

“National Geographic” dedicata alla Geografia, Archeologia e Scienze Naturali.Attraverso foto, video e giochi il bambino impara la Natura e l’inglese! Naturalmente

può essere uno spunto per l’insegnante per creare giochi in classe con l’aiuto di un proiettore!

Kindscom: http://www.kidscom.comSito con giochi per bambini per imparare l’inglese divertendosi!

il loro entusiasmo, deve saper rico-noscere, condividere ed apprezzarela loro gioia naturale.E’ poi intervenuto don Gilberto, ilquale si è soffermato sull’importanzadel dialogo all’interno della famiglia:è essenziale che i genitori dedichinopiù tempo possibile ai loro figli. E’ inoltre necessario restituire fiduciae dignità ai professori, che tanto siadoperano per i ragazzi. Ha, infine,aggiunto che si potrà creare un climadi pace tenendo fissi, nella nostravita, questi due punti: l’uomo è fattoad immagine di Dio e ogni uomo ènostro fratello.Hanno preso la parola anche due deigenitori presenti ed infine è interve-nuta la professoressa Preziosi che ci haguidato in questo percorso, lodandoci perla partecipazione e l’impegno che abbiamodimostrato per questa attività.

Il lavoro svolto ci ha portati a conosceremeglio noi stessi, i nostri sentimenti ed inostri desideri e a confrontarci tra di noi,visto che condividiamo spazi, tempi ed

esperienze. Abbiamo an-che potuto riflettere sul-l’importanza delle azionidi ciascuno di noi e sulleripercussioni che esseinevitabilmente hannosulla collettività, prenden-do coscienza del fatto cheoccorre lavorare su se stessiper dare agli altri qualcosadi buono e sperare di riceve-re altrettanto.Ringraziamo di cuore tutticoloro che ci hanno aiutatoa realizzare questo progetto,che vuole essere un primopasso verso il nostro cammi-no di crescita e maturità

personale.Gli alunni della II A

Intervista al Prof. Massimo Marsicola, autore del libro “Il bullismo. Come riconoscerlo e combatterlo”

Come nasce l’idea di questo libro?Questo libro nasce da una serie di motivazioni, l’ultima delle quali è la risposta alla sollecitazione diBenedetto XVI all’emergenza educativa ed io ho voluto dare un mio contributo perché, come tutti, vorreivivere in una società migliore.

Secondo lei gli insegnati sono in grado di prevenire e gestire il bullismo?Sì, se sono preparati da un punto di vista pedagogico e psicologico, altrimenti no. A volte accade che chiè specializzato nelle proprie discipline (matematica, lettere, lingue e così via), non lo è abbastanza perquanto riguarda la pedagogia e la psicologia. Sarebbe quindi opportuno che chi è maggiormente prepara-to nell’ambito psico-pedagogico metta a disposizione di chi non lo è, le proprie conoscenze. In tal modoognuno potrà dare una risposta efficace al fenomeno del bullismo.

Come vede la società tra 20-30 anni se il fenomeno del bullismo non viene contrastato?Il bullismo è il riflesso di una società “malata”. Se viene lasciato crescere sarà sempre più difficile debellarlo. Ognuno di noi è comeuna cellula specializzata che fa parte di quel corpo che è l’umanità. Per diventare la cellula che sono, devo prima capire la cellula chesono. Quando avrò capito questo, dovrò adoperami per diventare ciò che sono. Solo allora sarò utile, perché sarò diventato tessutoinsieme ad altre cellule. Così la mia persona diventa interattiva. Se non trovo la mia identità non sarò utile né a me stesso, né aglialtri.

Ci sono paesi in cui si manifestano con maggior frequenza atti di bullismo?Sì, sono l’Inghilterra, la Francia, gli Stati Uniti d’America, l’Australia. L’Italia non è tra i primi paesi perché il problema del bullismo èaffiorato da poco. Sarebbe meglio riuscire a prevenirlo e questo, di sicuro, è nelle intenzioni dei vostri insegnati e della vostra presi-de.

Se un ragazzo bullo leggesse questo libro, riuscirebbe a cambiare?Un ragazzo bullo, in verità, nemmeno leggerebbe questo libro, perché non è portato alla riflessione, ma all’azione. Del resto, se fosseportato alla riflessione, non commetterebbe atti che altri gli censurano. Il bullo deve essere aiutato a modificare il prorpio comporta-mento e questo libro è uno strumento per poterlo fare.

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...continua dal numero 78

ITINERARIO TURI-STICO - Adiacente alpalazzo comunale,Porta Brugi,del XII secolo,attraverso laquale si entranel quartieremedievale per-correndo la Via

Casentino che seguiva fedelmente iltragitto della Via Flaminia. Si giungecosì alla piazza occupata quasicompletamente, data la sua impo-nenza, dal Palazzo Vecchio (XII-XIII secolo) che fu la sede delCapitano del Popolo e municipi, fin-chè non fu sostituito dall’attualesede. La facciata con un grandearcone a tutto sesto e l’origina-ria scalinata in pietra cheimmette al primo piano, custo-disce gli stemmi di Eugenio IV edella famiglia Orsini. A destra latrecentesca Torre Esperia adibi-ta a carceri, coronata da uncampanile a vela che conserva,ancora oggi, l’originaria Cam-pana della adunanze forgiatanel 1318 da Mastro Matteo daOrvieto, che serviva per annun-ciare le adunanze del ConsiglioComunale, ma anche persegnalare alla popolazioneeventuali pericoli. Particolareattenzione merita l’orologio aquadrante romano del 1700fatto installare dai Principi diSantacroce. Di fronte alla piazza,adiacente la strada principale, lapiccola Chiesa di San Carlo (giàSanta Maria de Incertis), all’internodella quale è conservato un partico-larissimo ed incantevole ciboriotrecentesco, oltre a numerosi affre-schi dei secoli XIV e XV, tra cui unasplendida Madonna con Bambino el’altrettanto bella Madonna in trono.Proseguendo, si raggiunge l’estre-mità del borgo, dove si apre PiazzaGaribaldi e si arriva alla Chiesa diSan Giovanni Battista, di cui lafacciata romanica, veramente note-vole, rappresenta la parte più anti-ca: reca impressa la data di costru-zione – 1199 – e i nomi degli architetti. Nelvicino ex Convento di Santa MariaMaddalena ad attrarre è subito il chiostro.Appena fuori, una breve passeggiata sullemura consente di apprezzare il panoramainsieme con la sapienza medievale. Tornatiin Piazza Gribaldi, si può tornare verso l’u-scita riprendendo il percorso per Via del

Tribunale, parallela di Via Casentino, sicu-ramente la più antica strada della città, altermine della quale, dopo essersi saziatidei vari scorci che il percorso ci regale, si

può godere la vista delPalazzo Canova, re-sidenza estiva dell’illu-stre scultore.Infine, uscendo dallacitta’ ed attraversandola Statale Tiberina, sullato Sud-Ovest, sigiunge all’Abbazia diSan Nicolò, una delleChiese piu’ antiche esuggestive di SanGemini. Ad essa si rife-risce il primo docu-mento storico di SanGemini del 1036. Fuceduta all’abbazia di

Farfa e nel 1302Bonifacio VIIInominò l’Abate diSan Nicolò suocommissario. Andòprogressivamentein rovina ed il suoportale fu vendutonel 1936 alM e t r o p o l i t a nMuseum di NewYork e sostituitocon una fedelissimacopia ad opera delloscultore FernandoOnori di Roma.TRADIZIONI EFESTE - Dall’ultimosabato di Settem-

bre alla seconda dome-nica di ottobre SanGemini rivive il clima el’atmosfera medioevaleattraverso le rievoca-zioni storiche inonore del PatronoSanto Gemine, checade il 9 ottobre. La cittàsi veste dei colori dellebandiere che i due Rioni,Rocca e Piazza, affiggo-no alle finestre, riapronole antiche botteghe, lemostre, le taverne con ipiatti tipici. I cortei e le

manifestazioni storiche, animano le vie efanno rivivere la vita quotidiana ed istitu-zionale delle antiche famiglie nobili dellacittà. La Giostra, torneo equestre nelquale tre cavalieri per rione si sfidano algaloppo nella presa dell’anello e nel lan-cio del giavellotto sullo scudo gentilizio,chiude i festeggiamenti la domenica suc-cessiva al 9 Ottobre, assegnando il Palio

d’argento al rione vincitore. Ha inizio nel1974 per amore e passione di un gruppodi Sangeminesi, nell’intento di far riviverelo splendore dell’antico comune e dandovita al Comitato Ente Giostra. Fra le suemanifestazioni più solenni “la pesatura deiceri per l’offerta al Santo” che rievoca lacerimonia che sisvolgeva già nel1401, come testi-monia un docu-mento dell’epoca.Oltre alla Giostra,tra le feste tradi-zionali più impor-tanti del luogo varicordata l’Infio-rata, una rievo-cazione storicoreligiosa, che haluogo nel giornodel CorpusDomini. Anticamente le strade della cittàvenivano adornate di fiori per il passaggiodella processione, poi con il passare deglianni si cominciò a conferire alle infioratesempre più una forma artistica. Dal getta-re semplicemente petali di fiori sulla stra-da, si passò alla creazione di veri e propridisegni che oggi hanno raggiunto un ele-vato livello artistico. Gli infioratori di SanGemini lavorano tutto l’anno per la prepa-razione della loro infiorata raccogliendoerbe e fiori in ogni stagione. La maggiorparte del lavoro viene fatto in primavera e,nei giorni che precedono l’evento, vere eproprie squadre sono impegnate nella rac-colta dei fiori. Ci vogliono numerosi giorniper la preparazione del disegno e per ilreperimento dei fiori e delle foglie, alcuniutilizzati freschi altri fatti seccare, in mododa raggiungere le varie tonalità cromati-che. PRODOTTI TIPICI San Gemini oltre adessere famosa per le sue sorgenti d’acquaminerale, vanta ancora la produzione diprodotti artigianali, secondo le vecchie tra-dizioni, a partire dalla produzione di oliod’oliva, di prodotti da forno e da norcine-ria. Ma il piatto tipico per eccellenza sonoi picchiarelli alla sangeminese, con sugopiccante. I picchiarelli sono una pasta tira-ta a mano e della grandezza di una cordi-cella.

Campo de’ fiori24

Le guide di Campo de’ fiori

di ErmelindaBenedetti

San Gemini

Porta Brugi L’Infiorata

Palazzo Vecchio

Chiesa di San GiovanniBattista

La giostra

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25Campo de’ fiori

Come eravamo

Appena arrivavano leprime giornate di sole,tra i passatempi e i gio-chi preferiti da noiragazzi “civitonici degli..anta”, la caccia allelucertole e ai salta-picchi, rappresentavamotivo di svago e per-ché no, tanta salute a

contatto con la natura. La campagna allo-ra era a ridosso sia del centro storico, chedel nuovo quartiere oltre il ponteClementino, ma noi diCatamello e Colonnette, erava-mo privilegiati, perché aveva-mo il campo di “caccia” davanticasa. La suddivisione in squa-dre per le “battute” era datadall’appartenenza alle cosiddet-te “bande”, che vedevano acapo il più grande di età, iofacevo parte della “banda deKinova” personaggio mitico deigiornaletti a fumetti. Le nostrearmi? Le “mazzafionde” fattecon forcelle di piante, sagomate ad archet-to, corredate da elastici piatti o a quadrel-li, che terminavano con la soletta di cuoioin cui alloggiava la pietra-proiettile, e chela tensione degli stessi, scagliava verso ilbersaglio. Non me ne vogliano gli animali-sti, ma la nostra caccia era quanto di piùecologico ci potesse essere, perché allora

le lucertole, oggi così rare, proliferavano apiù non posso, il loro habitat era inconta-minato, e i diserbanti ancora non venivanousati. Ricordo i muri di cortine che delimi-tavano le stradine di campagna e le nostreprede che correvano lungo di essi, veloci oa scatti, bisognava saper usare bene la“mazzafionda” per colpirle in pieno. Avolte il colpo troncava la coda della lucer-tola, che riusciva a fuggire, non colpita inun punto vitale, poi quella propaggine sirigenerava quasi per incanto, e il più dellevolte diveniva biforcuta. “A Sà, hai visto

quella co’ du’ code, dev’èsse’quella che avemo spizzicatol’andra vòrda”.Poi c’era un altro metodo dicaccia all’apparenza menocruento, ma assai efficace:quello del cappio fatto colfilo erba rigido e flessibile,tipo spiga verde; esso venivaposto davanti alla lucertolaquando stava immobile alsole, quindi tirato in modo

che il cappio stringendosi cat-turava l’animale che non aveva più via discampo. La caccia ai saltapicchi (ormai definitiva-mente scomparsi dai campi, per quello chedicevo sopra), consisteva e dipendevatutta dalla nostra abilità manuale, perchéappunto saltando dovevi afferrarli al volo,oppure attendere quando si posavano e

prenderli di sorpresa. Erano di due speciediverse, li riconoscevamo dalle loro alettespiegate, di colore rosa o celeste, le lorodimensioni erano abbastanza ridotte, noncerto come la cavalletta, preda più facileda catturare, perché più grande quindi piùlenta nei salti. Man mano che vado avanti in questi ricor-di “bucolici”, mi chiedo se anche voi letto-ri riuscite a provare le emozioni che stoprovando io, lo ripeto sempre e sempre loripeterò nei miei scritti. Chi è più in là con gli anni mi capisce alvolo, perché questi momenti li ha vissuti,anzi, se li ha dimenticati, eccomi qua aricordarglieli. Il problema ed il rammaricoè quello di far capire alle nuove generazio-ni quello sto dicendo, loro non hanno nes-suna colpa. Caso mai la colpa l’abbiamonoi che nel nome del progresso li abbiamoprivati delle sane corse sui prati, dei giochidi strada, delle lucertole e dei saltapicchi,costringendoli a vederli ormai solo sui libri.

di Alessandro Soli

Con le

mazzafionde,

col cappio

d’erba o a mani

nude, si correva

all’aria aperta

appena

arrivavano le

belle giornate

Lucerdole e sardapicchi Uno degli svaghi preferiti degli ...anta civitonici

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Torneranno a farcisentire i leggeri fru-scii dei loro tubolari,i ciclisti che prende-ranno parte al pros-simo “Giro d’Italia”,torneranno nellaTuscia, dopo un’as-senza di ben seianni, a farci rivive-re, sulle nostrestrade, i duelli chehanno dato sapore

e sostanza ad uno sport che, per definizio-ne, rimane da sempre associato alla faticaed al sacrificio. E quest’anno nel corsodella quinta frazione, proprio in prossimitàdi Orvieto, con 9 km di strada bianca, gliatleti in gara saranno chiamati ad un “sur-plus” di sforzo, che ricorderà loro su qualiterreni i grandi campioni del passato, siaffrontarono in epiche battaglie. Sarà,infatti, la tappa dell’11 maggio, che giun-gerà ad Orvieto, a far nuovamente palpi-tare il cuore dei tanti appassionati cheancora seguono con trepidanza questastupenda disciplina sportiva.Il giorno successivo – la punzonaturaavverrà in Piazza del Duomo – i giriniirromperanno nella provincia di Viterbo edopo aver attraversato buona parte dellavalle del Tevere, affronteranno le aspresinuosità del Monte Cimino, sulla cui cimasarà posto il G.P. della Montagna.Successivamente saranno a CivitaCastellana per poi proseguire verso l’Agro

Romano. Il duplice appuntamento apparedunque davvero imperdibile e va segnatoin lettere maiuscole sulla propria agenda.Anche perché i riferimenti che seguiranno,ci faranno comprendere appieno come l’e-vento non dovrà essere assolutamentedisatteso. Soltanto in cinque occasioni,infatti, il giro Giro d’Italia ha fatto tappa aViterbo e nella provincia: la rima volta funel ‘58, con la vittoria di Nino De Filippis,nel ‘63 si impose Beniamino Bariviera, mala punzonatura e la partenza della tappasuccessiva avvennero a Bolsena. Nel ’69, altro arrivo nel capoluogo dellaTuscia, con l’affermazione di FrancoCortinovis, poi nel ’73 Bolsena ebbe l’ono-re dell’arrivo di tappa e fu il belga RogerDe Vlaeminck, a togliare per primo il tra-guardo. Infine, dieci anni più tardi il “Giro”approdò a Montefiascone e la vittoria arri-se a Riccardo Magrini, Nella Tuscia, la“corsa rosa” è però transitata in altre quat-tordici occasioni. Nel 1909 (prima edizio-ne, vinta da Luigi Ganna), nel 1910 (vitto-ria di Luigi Galetti), nel 1912 (vinse lasquadra dell’Atala), nel 1949 (primo Coppi,secondo Bartali a 23’47’’), nel 1952 (primoCoppi, secondo Magni a 9’18’’), nel 1964(Jaques Anquietille), nel 1966 (Gianni

Motta), nel 1967 (Felice Gimondi), nel1968 (Eddy Merckx), nel 1979 (BeppeSaronni), nel 1980 e nel 1982 (BernardHynault), nel 1993 (Miguel Indurain), nel1998 (Marco Pantani), nel 2002 (PaoloSavoldelli), nel 2005 (G.B. Simoni).Sono stati dunque davvero tanti i campio-ni che hanno attraversato le nostre stradee che , con le loro imprese, hanno resoleggendaria la “corsa rosa”; adesso dob-biamo contentarci soltanto di buoni corri-dori e spesso, purtroppo, sospettai di pra-tiche poco lecite, ma andiamo ad applau-dirli lo stesso, perché anche loro sudano,faticano e si sfidano ala maniera dei “gran-di” del passato.

L 11 Maggio l arrivo ad Orvieto, il 12 passaggio a Civita Ca

Il giro d Italia nella T

di Secondiano Zeroli

Bartali Coppi

Magni

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Associazione Artistica Ivna

LAURA AMMANNATO, NON SOLO VIOLINISTA

Un nome, una garanzia. Figlia d’arte, un’intera famiglia, la sua,dedita alla vocazione artistica. Ma chi conosce Laura, chi come noi èstato, seppur brevemente in sua compa-gnia, non può far altro di accorgersi di unparticolare fondamentale : dai suoi occhitrapela inevitabilmente il gusto per l’arte.Belli, non solo esteticamente, ma soprat-tutto spiritualmente. La sua passione, lasua voglia di vivere e di far conoscere lasua arte, non passano inosservate. Lamusica è stata sin da piccola, la sua ragio-ne di vita, l’ideale che la rende artista. Dal modo come ci raccontava, del suomondo, abbiamo messo poco, ad intuirnela vera essenza. L’arte, come spiritualità, come necessità diuscire, come ella afferma, dagli schemi elasciare quindi un segno indelebile alnostro essere sociale, al nostro passaggiosu questa terra. Abbiamo riscontrato nelsuo modo di porsi, la determinazione,come necessità vitale di migliorare e diraggiungere sempre obiettivi nuovi. Ci haparlato dell’errore su una esecuzionemusicale, come fosse qualcosa di poetico,di così umano, che a volte se non ci fosse,paradossalmente, potrebbe rappresentareun nostro limite. Secondo Laura, l’artista ècolui che trova sempre l’alternativa, chenon soffre mai della disperazione assoluta,perché la musica nel suo caso è come sefosse una valvola di sfogo, una speranza di

vita, che gli infonde coraggio per affronta-re le avversità. L’alternativa, come qualco-sa di indispensabile per dar colore allavita. Ella afferma che il bello della musicaè che, non risulta imparziale, non generadiscriminazioni, arriva a tutti. Molteplicisono le sue attività e i suoi impegni, nonultimo di importanza, quello di esseredivenuta mamma da non molto tempo.Dirige il coro della cattedrale di CivitaCastellana , con assoluta dedizione e voca-zione. Ci ha raccontato della gioia mista asoddisfazione che prova, per i traguardiraggiunti con il coro e ha posto l’accento,sui bei rapporti umani che si sono venuti acreare al suo interno e vi assicuro dalmodo come lo raccontava, ha fatto venirvoglia anche a noi, di farne parte. Ha riba-dito più volte, l’importanza di essere umilee di carpire quindi insegnamenti da chiun-que ne abbia facoltà. Svolge inoltre il lavo-ro di maestra di sostegno ed è proprio inquest’ambito e grazie all’aiuto di persone

meno fortunate di noi che la sua voglia diapprendere anche i piccoli insegnamenti ,le è di conforto, come dovrebbe esserloper tutti noi. Ci ha confidato che il suoprimo amore per quanto riguarda la stru-mentazione musicale, lo ha nutrito per ilpianoforte, non a caso il suo autore prefe-rito, è Mozart. Continua dicendo che nelcorso degli anni la sua attenzione si èrivolta verso un altro sublime strumento,capace di creare atmosfere paradisiache,quali non altri che il violino. Sì, Laura è unadi quelle violiniste diplomate in conserva-torio, con la “V” maiuscola. Invita con ilsuo esempio, ad ascoltare la musica clas-sica, come foriera di ricchezze impensabi-li. La vocazione di Laura come musicista sicombina con l’altra sua passione : l’ inse-gnamento di storia della musica presso lascuola musicale comunale di Viterbo. Inoltre è impegnata con alcuni suoi amicimusicisti in un’ orchestra da camera, cheesegue brani di Vivaldi e di Bach ! Laura pensa che l’artista non debba maiarrogarsi il diritto di star eseguendo l’ope-ra per eccellenza, ma che deve solo espri-mere se stesso e quello che ne scaturiscerisulta sicuramente essere frutto del suotalento. Laura conclude con una considerazioneche ci ha fatto emozionare: “Fare musica,significa essere felici!” Lei, infatti, identi-fica la musica come una parte di se stes-sa, dalla quale è impensabile estraniarsi.Anche per noi ascoltarti Laura, sarà vivafonte di felicità. Grazie Laura, grazie musi-ca, grazie all’arte tutta!

Alfredo Mercutello

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ZI RENATO, CENTO ANNI LA VOLATA, IL TRAGUARDO

Personalmente l’ho sempre chiamato zìRenato, data la parentela con mio suoceroCarlo, col quale condivide il cognome,appunto Conti. Renato Conti il giorno 15Aprile p.v. compie 100 anni, e parlare ditraguardo, nel suo caso è più che maiappropriato. E’ un uomo eccezionale,ancora dritto come un fuso, memoria vivae pronta, sempre attivo, pensate che haguidato la macchina fino a ieri, sbalorden-do la commissione esaminatrice ad ognirinnovo, insomma un personaggio unico,qui a Civita Castellana. Ho già parlato di luiesattamente nel numero 15/2005 diCampo de’ Fiori, nell’articolo “Un solomotto: Forti e Veloci”, quando celebravo legesta della Società ciclistica civitonica,della quale zì Renato ha sempre fattoparte. Era un cultore delle due ruote, diquesto sport eroico, che lo ha visto primacorrere, poi assistere atleti e appassionati,

lasciando il testimone al figlioSergio, mio coetaneo. Parlare dellasua vita dettagliatamente è cosaimpossibile, perché cento anni nonsi possono condensare in pocherighe, cercherò difocalizzare la suafigura di atleta,ciclista d’altritempi. Sicura-mente a Civita èstato uno tra ipionieri di questosport che ha fattoscrivere fiumi diinchiostro nel rac-

contare le gesta dichi su strade polverose,viveva il dramma e lagioia della fatica con la“F” maiuscola. Chissàquanti tubolari avrà por-tato incrociati sulle spallezì Renato, quante bor-racce avrà riempito perdissetarsi, e quante volte si sarà dovutofermare per assolvere ai suoi bisogni cor-porali, dovunque, magari nascosto dietroun albero o dietro ad una siepe. Oggi havinto, è stata una volata lunga… centoanni, ha tagliato quel traguardo che pur-troppo, nemmeno i più grandi, da Binda aGirardengo, da Coppi a Bartali sono riusci-ti a tagliare. Non è però il suo ultimo tra-guardo, perché ne resta ancora uno, forsequello più difficile da raggiungere, quelloda realizzare con le braccia alzate al cielo,quello della vittoria finale, che lo porterà

campione tra i campioni. Solo allora saràcostretto a tirare i freni e scendere dallasella della sua bicicletta, auguri ZI’ RENA’.

Alessandro Soli

1928 - Zi’ Renao a 17 anni

2002- Renato Conti (al centro) con il gruppo dei “Forti e veloci”

2009 - Zi’ Renato al riposo...

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“Il Fumetto”LETTERATURA PER IMMAGINI CHE EMOZIONA

ALIVE di Tsutomu Takahashi -edito da StarComics – volume unico

Particolare e affasci-nante. Tenshu Yashiroè condannato alla penacapitale. In questomodo il lettore vienecatapultato in questomondo, senza spiega-zioni né motivazioni. Sivede solo la disperazio-ne del protagonista, unatto di redenzione?Sarà per questo che glioffrono la possibilità di

sopravvivere? Dovrà solo lavorare per loro,qualunque cosa sia. E, ovviamente,Tenshu accetta. Ma perché proprio lui? Ecosa dovrà fare? Il terrore viene amplifica-to dal dubbio. Beh, giunti a destinazione lacosa si chiarisce e si complica insieme:assieme ad un altro scampato alla mortedovrà condividere la reclusione in una

stanza dove potrà disporre di qualsiasicosa. Ma perché? Lo scopriremo solo piùtardi, l’esperimento ha inizio! Ci troviamodi fronte ad un prodotto molto curato,dove è palese l’unione di più generi.L’autore pesca a piene mani dal classicohorror nipponico, mettendoci un pizzico direality show e una buona dose di fenome-ni paranormali. L’autore non mette inscena una storia da fumetto, ma da film.La volontà cinematografica è così scontatache il film l’hanno realizzato veramente inGiappone. Di quest’opera va applauditaanche la voglia di sperimentare con il desi-derio di stupire per regalare emozioni einteresse al lettore.

Lascio l’indirizzo del mio blog:http://danielevessella.blogspot.com/

di Daniele Vessella

Cadono gli ultimi bal

Civita Castellana. Gli impietosi colpi di una ruspa demoliscono gli ultimi stabilimenti

ceramici situati nel cuore della cittadina, per aprire nuovi centri commerciali.

Queste immagini, a ricordo di un paesaggio che verrà completamente modificato.

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Ritornando poi aparlare solo dellastoria dell’INPS, èda sottolineareun’altra tappaimportante nel cam-mino di questo fon-damentale ente pre-videnziale italiano:l’introduzione del

trattamento minimo di pensione, in ottem-peranza a quanto disposto dalla legge 04aprile 1952 N° 218.In sintesi, nel calcolo della pensione divecchiaia derivante da contributi, qualorafosse risultata di ammontare inferiore aduna soglia stabilita per legge, essa dovevaessere automaticamente integrata.In effetti fu stabilito il così chiamato trat-tamento minimo.Vi furono poi tante novità previdenziali,introdotte negli anni cinquanta e sessantache mi è impossibile citarle tutte per man-canza di spazio.Non posso però, non citare, quella intro-dotta dalla legge 30 aprile 1969 N° 153che dette inizio al pagamento della cosìdetta pensione sociale che a ragion delvero, anche se è stata data in gestione all’INPS, essa è sicuramente una prestazioneassistenziale e non previdenziale.Ormai l’INPS si stava avviando ad essereanche un ente assistenziale; ad esso veni-vano attribuiti sempre maggiori responsa-bilità nel pagamento di indennità sia previ-denziali che assistenziali verso i cittadini.Nel 1978 viene istituito il servizio sanitarionazionale che entrerà a regime nel 1980:

ebbene all’ l’INPS fu affidata sia la riscos-sione dei contributi sanitari che il paga-mento delle indennità di malattia per ilavoratori interessati.Ormai si delineava sempre con più eviden-za la convergenza tra la previdenza e l’as-sistenza, affidata dal welfare italiano,all’INPS, che senza tema di essere smen-titi, era ed è, il più grande, nonché benorganizzato e ben distribuito territorial-mente, ente di diritto pubblico, operanteall’interno dello stato italiano.Qualche volta, l’Inps è destinatario di criti-che da parte di alcuni, fra i vari milioni diutenti, che probabilmente non sanno benecome questa poderosa organizzazionefunziona: questi utenti debbono sapereche l’ente in questione ( INPS ) applicasolamente le leggi emanate dal parlamen-to e dopo averle interpretate tramite unnucleo centrale di esperti, dirama verso leproprie sedi provinciali le istruzioni esecu-tive tramite messaggi e circolari. Tutti sap-piamo che il parlamento rappresenta lasovranità del popolo italiano nel decidere efare le leggi. Un’altra importante novità, fu introdottanel 1984; essa modificava il criterio divalutazione per concedere la pensioned’invalidità: questa prestazione venivaconcessa, non più in base alla riduzionedella capacità di guadagno ma a quellalavorativa.Nel 1990 viene riformato il criterio di cal-colo della pensione per i lavoratori auto-nomi, la quale prestazione viene legata alreddito annuo d’impresa.Sempre nel 1990 si decise di aumentare

l’età della pensione di vecchiaia a 65 anniper gli uomini ed a 60 anni per le donne.Non posso non ricordare l’avvenimentoche più ci riguarda da vicino: l’apertura aCivita Castellana, verso la metà anninovanta, di un ufficio territoriale Inps cheha semplificato i rapporti di tutti i cittadinidel comprensorio, evitando tanti sposta-menti verso la sede provinciale di Viterbo.Un’altra tappa importante della previdenzaitaliana è quella determinata dalla cosid-detta riforma Dini del 1995 che introdussel’età flessibile del pensionamento fra i 57ed i 65 anni mettendo in relazione gli annidi contribuzione versati con l’età anagrafi-ca del lavoratore. Sempre all’interno diquesta riforma venne anche introdotta lapensione contributiva per gli assunti dauna certa data in poi.Tutto quello che è avvenuto dal 1995 inpoi è storia recente del welfare italiano cheritengo, sia superfluo ricordarla perchéessa, è più o meno da tutti conosciuta coneffetti diretti nel tempo presente.

…Fine…..

La storia della Previdenza Sociale iquinta ed ultima parte

di Arnaldo [email protected]

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ispirano le canzoni del professore, che hadavvero meritato la vittoria di questaSessantunesima edizione del Festival diSanremo, a dimostrazione che un vecchioleone come lui può sempre emergere suipiù talentuosi giovani.

approda al Festival di Sanremo diquell’anno, interpretato da GgiliolaCinquetti e Giuliana Valci, poiRoberto compone La pioggia e ilparco, inciso per la Durium. E’ anche l’anno in cui lo Stato lochiama ad assolvere al suo doveredi leva,ma anche quando parte peril militare la sua vena musicale nonsi esaurisce, anzi trova spunto pro-prio in quella nuova esperienza divita. Conclusa la parentesi militare,con il brano Caccia alla volpe, datoa Giuliano e i Notturni, si lega allaRi-fi Record, per la quale componeUn attimo, incisa dalla Zanicchi sulretro del quarantacinque giri giàcontenente Un uomo senza tempo, e Tunon meritavi una canzone, composta inve-ce per Fausto Leali. Qui conosce, inoltre, Bindi, anche lui sottocontratto alla Ri-fi Record, con il qualecompone altri brani: Miss love you, Unacosa normale e L’amore è come un bimbo,che rielaborata da GinoPaoli viene inciso primada Carmen Villani, poidallo stesso Paoli.Il disco più significativo diVecchioni arriva, però,con Donna felicità, porta-ta al successo dal gruppoI Nuovi Angeli. E’ il momento poi di Lucia San Siro, che primanella versione del giovanecantante emergente Ros-sano, inserita in Un discoper l’estate del ’71 con iltitolo Ho perso il conto,poi ulteriormente pulitarispetto al testo origina-rio, piuttosto forte, diven-ta uno dei classici del suorepertorio.Tematiche sempre moltoimpegnate nel sociale

Le storie di

Max Roberto VecchioLe origini del vincitore di Sanremo 2011

Andiamo a scavare,stavolta, nel passatoartistico del vincito-re del Festival diSanremo di questoanno: RobertoVecchioni. Il padre AldoVeccihoni, laureatoin legge, di origine

napoletana, si trasferisce al nord.Roberto, dunque, nasce a Milano e fre-quenta il liceo Gonzaga, dove conosce l’a-mico Andrea Lo Vecchio che, scoprendo lasua propensione per la musica, qualchedopo, lo spinge ad intraprendere seria-mente la carriera di cantautore.Nel frattempo, come tutti i giovani dellasua età, ascolta Radio Luxemburg percogliere tutte le novità musicale delmomento. Inizia a suonare la chitarra ecompone, nel 1959, il suo primo branoBirra per due e poi Impiccatela dedicata,ovviamente ad una ragazza che lo avevalasciato. Intanto, anche Lo Vecchio incideil brano Ho scelto Bach, elegante e raffi-nato e diverse sono le case discograficheche si contendono i brani dello strano duoVecchioni-Lo Vecchio. Nel ’66, Roberto, con il gruppo Pop Seven,incide la versione nostrana di Barbara Anndei Beach Boys, della quale cura la versio-ne italiana. Il brano, hit del momento,viene stampato dalla Ricordi su un qua-rantacinque giri presentato al Teatrodell’Arte di Milano, in occasione di unamanifestazione dove il musicista ha l’op-portunità di conoscere alcuni discograficidella CGD, interessati alla sua musica. Nel ’67, pur non avendo ancora consegui-to la laurea in lettere, che arriva comun-que l’anno successivo con una tesi sulterzo libro del Corpus Tibullianum, iniziaad insegnare in una scuola privata milane-se. Ma il ’68 è un anno decisivo anche perla sua carriera artistica: un brano targatoproprio Vecchioni-Lo Vecchio, infatti,

di Sandro Anselmi

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I martiri nel Forte di Civita CasIl clima malsano, lo scarso vitto,le pessime condizioni igieniche

decretarono la morte di numerosi detenuti

L’Italia per quattrosecoli e mezzo fu“calpestata e divisa”,come dice l’inno diMameli, ritrovò la suaunità e la sua indi-pendenza nel 1861. Adistanza di un secoloe mezzo vorrei revo-care alcuni eventi diquel periodo che pergli italiani furono pieni

di gloria e di amarezze e che ebbero comeprotagonista anche Civita. Come ho giàscritto in un precedente articolo, il ForteSangallo era lo Spielbberg dello StatoPontificio, e, come nella celebre fortezzadella città Brno nella repubblica Ceca,dove durante il risorgimento vi furonoprigionieri vari patrioti italiani tra cuiSilvio Pellico che narrò la sua decennaleprigionia nelle “Mie prigioni.”, nel Fortelanguirono per molti anni moltipatrioti, dal 1819 sino alla celebreamnistia del 1846. Il 16 luglio 1846 PioIX firmò “l’editto del perdono”, docu-mento subito osannato dai liberali dibuona parte d’Italia. In effetti, però, l’am-nistia interessava ben poche persone: 394carcerati e 605 profughi. Molti di essinon vollero usufruire del perdono papaleper non essere costretti a sottoscrive unadichiarazione di fedeltà. I condannati poli-tici delle prime cospirazioni e per i primimoti patriottici contro il dominio Papale,quelli ritenuti piu pericolosi, venivano rin-chiusi nel forte di San Leo, dove fu rin-chiuso anche Felice Orsini; gli altri veniva-no deportati nel nostro forte dove appa-rentemente erano trattati con umanità, main verità il clima malsano, lo scarso vitto, lepessime condizioni igieniche fecero si chedopo il 1849 i condannati politici furonorinchiusi nel Forte di Paliano. I reclusi, (cidà una descrizione di come era allora ilforte nelle sue “Memorie” Pacifico Giulini,detenuto politico in quel tempo) dopo illoro arrivo al Forte venivano portati elasciati per alcuni giorni in un locale chia-mato ’”Ingresso al bagnetto”, prima dientrare nel Reclusorio affinchè non dimen-ticassero perché erano li. Entravano poinella piccola corte (cortile minore), da cuisi passava in un piccolissimo atrio cheimmetteva nel Carcere. Vi era ancheun’ampia corte a forma di chiostro (cortilemaggiore), con una cisterna di forma otta-gonale posta al centro. Il portico aveva 24arcate, sotto vi erano undici camere perdetenuti, fra queste una era adibita acucina comune. Sul lato sinistro vi erano

alcune fosse sotterranee dette “conserve”per il grano ,alcune murate con mattoni,altre con una lastra di travertino in mododa potersi aprire in qualsiasi momento. Nelsotterraneo, dal lato sinistro vi erano lecantine e le grotte adiacenti al Forte, chenon avevano comunicazione con ilReclusorio, eccetto alcuni vani sul limita-re del pavimento verso la corte chiuse dagrate di ferro. Sempre entrando nella cortevi era una scaletta che immetteva al pianosuperiore ma era chiusa ed impraticabile.A metà del portico vi era dunque la cucinacomune e piu avanti, nell’angolo, si entra-va in un ambiente che portava ad unagrande cucina che era servita ai tempi deiPapi. Dirimpetto all’ingresso principale erasituata la cappella con due camere latera-li e a pochi passi vi era un piccolo ambien-te con un fornoeretto nel 1834dai detenuti.P r o s e g u e n d olungo il porticoprima di arrivarealla scala princi-pale vi era unaltro vano cheimmetteva in unambiente nelquale vi erano iresti di un anticoforno vicino alquale vi era unapiccolissima corte che serviva a dare luceai locali non attinenti al Reclusorio.Salendo la scala principale composta da 33gradini divisa in tre branche, sulla sinistrasi entrava in un vasto salone quadrilaterocon quattro finestre, due guardavanoverso la campagna le altre due verso lacorte principale, in una finestra murata viera una loggia. Dopo il salone si entrava inun’altra camera grande che era l’inferme-ria dei detenuti, con due finestre, unaverso la corte, l’altra verso la campagna.L’appartamento continuava con altre duecamere, una grande e una piccola, e laporta per uscire era stata murata.Retrocedendo nell’infermeria, di fronte viera un vano che immetteva nell’alloggiodel comandante del Reclusorio e così ter-minava l’antico appartamento papale diAlessandro VI.Nel portico superiore vi erano altre sedicicelle con grate alle finestre. Le celle nelportico inferiore mancavano di ventilazio-ne avendo soltanto una piccolissima fine-stra che dava sulla corte quadrilatera ealta uguale da tutti i lati; non vi era quindiaria necessaria per la ventilazione, l’aria

malsana poi produceva costipazioni, dolorireumatici e febbre malariche. L’aria diCivita era poi pessima d’estate e ancor piùd’inverno, poichè vi soffiavano venti set-tentrionali fortissimi che impedivano aireclusi di uscire dalle camere: con le porteaperte il freddo era insopportabile, sechiuse le camere erano prive di luce, e sepioveva si allagavano. La latrina era postapresso la scala principale al piano superio-re aveva un piccolo ed unico sfiatatoio chevenne fatto nel 1834, il quale andava asvaporare al centro della scala emanandocosi un odore pestilenziale. La grandecisterna era trascurata, quindi l’acqua eradi sapore pessimo e puzzolente, non vi eraneanche il lavatoio. Non deve sorprenderequindi se molti patrioti perdettero la vitanel Forte soprattutto i piu poveri, perché i

piu ricchi ottenevano iltrasferimento in carceripiu salubri,i papi poi neiprocessi per cospirazio-ne evitarono sempre diarrestare i veri capiquando questi fosseroun principe, alla peggiosi accontentarono dimandarli in esilio. Ilforte fu dunque un veroluogo di pena e di dolo-re per coloro che vi sog-giornarono, molti furonocoloro che vi morirono e

vorrei ricordarne alcuni poiché grazie alloro sacrificio oggi abbiamo un Italia unita:Vincenzo Falciatori di Montesampolo chefu la prima vittima del Reclusorio nel1821, Giuseppe Pasini di Camerino siammalò per una febbre lenta e vi morì nel1823, Luigi Tomasetti di Acquaviva dopolunghe e penose sofferenze nel 1822,Giuseppe Lombardi Saltara (Fano), VitoFedeli Recanati morì di malattia di pettocausata dall’aria malsana del Reclusorio,Ricciotti Giacomo di Frosinone nel 1827 fuseppellito di notte sotto il pavimento delduomo, Vignuzzi Sebastiano per malattiapolmonare nel 1830, Veccia Giuseppe nel1838 Grammatica Nicola Fedeli Vito diRecanati nel 1832, Bellini Sante di Perugianel 1836, Paccioni Antonio di Pofi nel1836, Raboni Giuseppe di Forli nel 1836,Fiori Alessandro di Battifre nel 1837, SimoGiorgio di Ancona nel 1837, MenichettiLuigi di Bologna nel 1840, De RossiGiuseppe Maria di Roma nel 1841, dott.Petrarca Adamo nel 1841, Natali Natalenel 1842, Benedetti Pacifico di Maceratanel 1844, Sabatini Domenico di Todi nel1844.

di FrancescaPelinga

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La Protesi del ginocchioCome funziona e come bisogna comportarsi in caso di interven

La protesi di ginocchioè ormai un interventosemplice, che garanti-sce quasi sempre otti-mi risultati. L’interven-to consiste nel sostitui-re la parte danneggiatadel ginocchio, con unaprotesi composta dauna parte metallica euna parte di plastica. Aseconda dello stato delginocchio, il medico

effettuerà una protesi totale o parziale(sostituzione totale o parziale) del ginoc-chio.

Chi può usufruire di una protesi delginocchio ?L’estremità inferiore del femore e la partesuperiore della tibia che formano l’articola-zione del ginocchio, sono normalmentericoperti di uno strato di cartilagine.Quando la cartilagine è danneggiata dainfortuni o da processi degenerativi (artro-si), si osserva una sua usura fino alla suatotale scomparsa. Le due superficie osseefanno attrito direttamente tra di loro pro-vocando dolori e diminuzione della mobili-tà. L’artrosi del ginocchio viene chiamatagonartrosi. In questo caso viene indicatala sostituzione dell’articolazione con unaprotesi. L’indicazione all’intervento viene

però valutata da paziente apaziente, secondo l’età, ilgrado di attività, lo stato disalute generale…

Dopo l’interventoIl giorno dopo l’intervento ini-zia la fisioterapia. Il pazienteviene alzato autorizzando ilcarico totale e il ginocchioviene mobilizzato medianteun mobilizzatore meccanico(Kinetec). Il fisioterapistacomincerà quindi il program-ma di riabilitazione stimolan-do il paziente a camminareanche, a volte, senza stampelle. La duratadella degenza dipende innanzitutto dellecondizioni di aiuto che il paziente trova alproprio domicilio. Il ricovero dura da 5 a10 giorni. Dopo il ricovero il paziente dovràcontinuare la fisioterapia ambulatoriamen-te o, a volte, presso una clinica di riabilita-zione.

Dopo il ricoveroUna volta ritornato a casa è raccomandatoche il paziente continui ad eseguire gliesercizi insegnati dal fisioterapista. Ilpaziente non deve tentare a guidare lamacchina fin quando non è in grado dieseguire una frenata d’emergenza.La ripresa dell’attività lavorativa è possibi-

le dopo circa 6 settimane (lavori d’ufficio)fino a 3 mesi (lavori pesanti). Il rendimen-to completo del ginocchio è ottenuto nonprima di 6 mesi dopo l’intervento.

del Dottor Patrizio Lazzarinifisioterapista

Prima Dopo

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continua dal numero 78

(Tra XVII e XVIII secolo, infatti, l’an-tica strada consolare RomanaFlaminia, quale via privilegiata perl’accesso a Roma, viene dotata dinumerose stazioni di scambio e Postae le principali strutture collocate traTerni e Roma erano ubicate neiseguenti centri urbani………) Narni,Otricoli, Borghetto, CivitaCastellana, Rignano Flaminio,Castelnuovo di Porto,Malborghetto e Prima Porta.La costruzione dell’antico Albergodei Tre Re, (1612-1791), è collo-cata agli inizi del ‘600, sotto ilPontificato di Paolo V Borghese,in una fase di grandi operazioniurbanistiche.Nel 1609, infatti, viene realizzatala variante Flaminia, per collegaredirettamente Civita Castellana con l’anticotracciato della via Romana in localitàPonzano.Durante il pontificato di Innocenzo XI,(1676-1689), la posta viene ingrandita erestaurata, interessando anche il vicinoPonte sul Treia, sotto il governatorato deipodestà Giuseppe Sacchi e GiovanniFantibassi. È di questo periodo la realizza-zione della guarnigione militare postadirimpetto alla Porta Borgiana.La costruzione dell’albergo poggia sullafondazioni di un precedente fabbricatoedificato il 23 febbraio 1292 quando laCamera Apostolica invia al Comune diCivita Castellana un decreto pontificio peril trasferimento della strada Flaminia, allo-ra poco sicura e infestata dai briganti, suuna nuova direttrice consolare e su unnuovo ponte sul Treia.Tale strada collegava Civita Castellana conuna località nei pressi di Sant’Oreste deno-minata “scardafolli”.Nel suddetto decreto si fa anche obbligoalla comunità di risarcire eventuali danniderivati ai possessori dei terreni situati albordo della strada.Il controllo del fiume Treia e dello snododella via Flaminia su Civita Castellana, èsempre stato fondamentale per il controllodel passaggio delle merci e delle personenello stato pontificio, fino al 1870.Nel 1788 il tratto Civitacastellana – PrimaPorta viene completamente abbandonatoper razionalizzare le spese di manutenzio-ne, dirottando il traffico della Flaminia sultracciato della Cassia con il nuovo percor-so Civitacastellana–Nepi–Monterosi e,quindi Baccano, La Storta e Roma.A Civita Castellana la maggior parte dei

viaggiatori che vi arrivano lasciano l’anticastrada Flaminia, la quale “essendo guastaè assai incomoda”, e prendono la “stradanuova” passando a Nepi, ed in seguito aMonterosi, Baccano e la Storta.Un cronista del tempo, Charles DeBrosses, racconta nei suoi appunti di viag-gio, che sulla Flaminia tra Roma e Modenanel 1740, viene “sballottato senza tregua”.Ma se De Brosses non si dilunga suCastelnuovo, Rignano e Civita Castellananell’ottobre 1786, viaggiando verso Romada Ancona e Narni, dopo aver lasciatoCivita Castellana e il Monte Soratte,Goethe, il grande Filosofo e PensatoreTedesco, esprime una nuova percezionedel paesaggio: “….Le zone vulcanichesono molto più basse degli Appennini, esolo i corsi d’acqua, scorrendo impetuosi,le hanno incise creando rilievi e dirupi informe stupendamente plastiche, roccioni aprecipizio e un paesaggio tutto disconti-nuità e fratture”.Civita Castellana, nel corso del XVII sec.,se nei ricordi dei vari viaggiatori era unpassaggio obbligato per arrivare a Roma,era considerata una piazza oltremodoimportante, per la presenza del LegatoPontificio e di una guarnigione dellaGendarmeria Pontificia, atte ad assicurareun regolare controllo sui passaggi di mercie persone sia verso Roma che nei territoria nord.L’Albergo aveva anche la sua Chiesa dettala “Madonella del Ponte”, tuttora esistenteanche se profondamente alterata e mano-messa nella trasformazione in residenzaagli inizi del ‘900 e posta prima dell’acces-so al ponte sul Treia.Dunque, ci troviamo in presenza di un

sistema di controllo perfettamentestrutturato: strada consolare, chie-sa, ponte a due arcate, albergo estazione di posta, caserma e portadi accesso al centro urbano. Eventisuccessivi modificheranno irrime-diabilmente questo sistema organi-co. Il ponte sul Treia, crolla definiti-vamente nel 1861 a seguito di unarovinosa alluvione dello stessofiume, che distrugge anche il PonteClementino.Mentre il ponte Clementino verràprontamente riedificato, quello sulTreia verrà abbandonato e sostitui-to modificando il percorso dellavariante del 1612, con l’attualestrada che dalla Flaminia arriva aCivita Castellana costeggiando il cri-nale di Vignale. Il ponte sul Treia,come attestano i documenti, fin

dalla sua edificazione ha sempre avutonumerosi problemi dovuti alla scarsa peri-zia con la quale venne edificato: in undocumento del 27 febbraio 1723 vengonodescritte minuziosamente alcune opere diconsolidamento ordinate dal CardinaleGiuseppe Renato Imperiali, Prefetto dellaSacra Congregazione del Buon Governo.Opere realizzate da muratori locali,Ludovico Paradisi e Girolamo Rossi, dal1723 al 1724.Nel 1790 cessa le sue funzioni di locandae stazione di posta a causa della realizza-zione della strada di Loreto.In una stampa dell’’800, vediamo, infatti, ilcelebre Albergo ormai ridotto ad un rude-re.Se cessa le sue funzioni di locanda e alber-go, la sua vera fortuna inizia nel 1791quando diventa la sede della prima fabbri-ca di ceramica di Civita Castellana.La scoperta nel 1791 di una cava di caoli-no in località Ponzano, induce due pioneridel settore ceramico Giuseppe Valadier eGiuseppe Mizzelli, a fondare la primaCeramica di Civita Castellana con l’aiutodelle finanze pontificie.

L Albergo dei Tre Redel Prof. Architetto Enea Cisbani

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Le descrizioni del carattere di BixBeiderbecke, rese da coloro chelo avevano conosciuto sonoabbastanza concordi, era unapersona distratta, introversa,timida, fatalista, ma anche gene-rosa e dotata di spiccato sensodell’umorismo.

Nato a Davenport nello Iowa il 10marzo 1903, in una famiglia bor-ghese di origine tedesca, fuattratto dalla musica fin dallaprima infanzia, ma impartirglilezioni di musica non fu mai cosafacile, egli si dimostrò un allievoparticolarmente distratto eannoiato che si affidava prevalen-temente al suo istinto naturale;iniziò con il pianoforte che suonòper anni, ma all’improvviso,senza averlo ricercato, incontrò ilJazz.

La cosa avvenne in maniera deltutto casuale, ebbe modo diascoltare alcuni dischi dellaOriginal Dixieland Jazz Band cheil fratello Charles, appena conge-dato, aveva portato a casa erimase affascinato dal cornettistaNik LaRocca.

Per la verità non si avvicinò al Jazz sol-tanto attraverso i dischi, la sua città nata-le era un porto sul fiume Mississippi e quì,di tanto in tanto, arrivava qualche musici-sta da New Orleans; tra coloro che ebbemodo di ascoltare ci fu sicuramente LouisArmstrong quando suonava nell’orchestri-na di Fate Marable che si esibiva nei bat-telli che risalivano il fiume, ma ancheHermett Hardy, un cornettista bianco cheda ragazzo aveva militato nelle fanfare diPapa Jak Laine.

La musica occupò gran parte del tempodel ragazzo, la famiglia lo mandò a com-pletare gli studi nei pressi di Chicago, manon studiò molto, era soprattutto interes-sato dallo sport e naturalmente dallamusica e molto spesso, all’insaputa deisuoi insegnanti, faceva delle scappatellenotturne a Chicago per ascoltare i NewOrleans Rhythm Kings del clarinettistaLeon Rappolo.

La sua carriera di musicista ebbe iniziocon una scrittura offertagli da Bill Grimm,la cui orchestra rallegrava gli escursionistiche facevano un giro sul Lago Michigan e,sul battello denominato Michigan City,suonò a fianco di quello che sarebbediventato uno dei suoi più validi collabo-ratori, vale a dire il trombonista Bill Rank.Appena dopo questa prima esperienza Bixsuonò in un complesso semi professioni-stico che prese il nome di: The Wolverinesnell’ambito del

quale, considerato il livello degli altri com-ponenti, egli era un solista di rilievo; que-sto complesso aveva uno stile genuina-mente Jazzistico modellato su quello deiNew Orleans Rhythm Kings ed era moltoricercato sopratutto dai giovani allorquan-do organizzavano balli studenteschi nelleUniversità dell’Indiana e dell’Ohio.

Con questo gruppo incise alcuni pezzi del

repertorio della Original DixielandJazz Band che era entrata e chesarebbe rimasta per sempre nelcuore di Bix Biederbecke; l’alloragiovanissimo Hoagy Carmichael,futuro autore di tante belle canzoni,che era diventato un sostenitoredell’orchestrina oltre che amico eammiratore di Bix, scrisse per loro ilpezzo: Riverboat Shuffle e proprioda Bix trasse ispirazione per quelloche sarebbe stato il suo maggiorsuccesso, vale a dire il celeberrimo:Stardust.

The Wolverines furono scritturati aNew York, in una grande sala daballo e, in quella occasione, Bix fececolpo sui musicisti bianchi esatta-mente come Louis Armstrong che,nel medesimo periodo esordiva nel-l’orchestra di Fletcher Henderson apochi isolati di distanza, avevaimpressionato i Jazzmen neri.

Ultimata questa esperienza, Bix sirecò a Detroit dove Jean GoldKette,che controllava varie orchestre daballo, gli offrì una allettante scrittu-ra, ma non fu questa una decisionefelice, Bix non si trovò a suo agioper cui prese il treno per New Yorkdove suonò con i California

Ramblers nella quale militavano i fratelliJimmy e Tommy Dorsey per spostarsiancora a Chicago dove entrò nell’orche-stra di Charlie Straigth.

Nella primavera del 1926, dopo aver suo-nato a Detroit e sul Lago Hudsonnell’Indiana, Bix Beiderbecke si ritrovòfianco a fianco con l’amico saxofonistaFrankie Trumbauer nelle più importanteorchestra di Jean Goldkette, la migliore diquelle bianche che suonavano Jazz; inquesta si esibivano brillanti solisti come iltrombonista Bill Rank, il clarinettista DonMurray oltre al violinista Joe Venuti ed alchitarrista Eddie Lang; c’era anche BillChallis uno straordinario arrangiatore cheammirava Bix e teneva conto del suo stilenelle partiture.

continua sul prossimo numero...

di Riccardo Consoli

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Continuiamo il nostrodiscorso sul matrimo-nio occupandoci deifiori e della musica,dettagli che non devo-no mai mancare e cheaiutano gli sposi a ren-dere il loro matrimoniounico e personalizzato.Prima di occuparci

degli addobbi veri e propri, non possiamonon parlare del “compagno” per eccellen-za della sposa:IL BOUQUETche deve essere rigorosamente regalatodallo sposo e fatto pervenire a casa dellasposa poco prima della cerimonia.La tradizione esigerebbe i classici fiori d’a-rancio che auspicano felicità e fortuna, manon è escluso anche l’uso di altri fiori comead esempio:Ruta: considerata erba “magica” che pro-cura fortuna.Mirto: nell’antica Grecia simbolo diamore.Caprifoglio: legame amoroso duraturo,messaggio di amore profondo.Camelia bianca: l’essere costanti neisentimenti.Tiglio: simboleggia l’amore coniugale.Biancospino: auspica alla sposa buonafortuna.Garofano bianco: assoluto e profondoamore.Gelsomino: vita fortunata e felice.Vi siete mai chiesti il perché la sposa ilgiorno delle nozze è “accompagnata” daifiori?E’ presto detto. In Italia questa usanzaarrivò tra il VII e il IX secolo, durante l’in-vasione dei Mori in Sicilia, ed è proprio inquesto periodo che il bouquet cominciò arappresentare la purezza e l’innocenzadella sposa.Prima, o meglio nel mondo arabo, da dovequesta usanza deriva, ornare la sposa difiori bianchi stava a significare l’augurio diuna vita piena di amore e di figli.Veniamo ora agli addobbi.Prima di tutto è utile ricordare che ènecessario contattare il fiorista a cuiverrà dato il compito di organizzare il tuttoalmeno sei mesi prima ed è altrettantoraccomandabile metterlo al corrente di chetipo di cerimonia si organizzerà e soprat-tutto se possibile, recarsi con lui nellaChiesa che si è scelta per la celebrazionedelle nozze e nel luogo dove si svolgerà lafesta vera e propria, la parola d’ordine,come sempre, è sobrietà che garantiràsicuramente anche un matrimonio raffina-to ed elegante.

I fiori in ChiesaTenete sempre in considerazione la strut-tura e la luminosità della Chiesa, fate quin-di attenzione alla navata centrale, saràquella, infatti, la parte del luogo “più espo-sta” della cerimonia ed è qui che si con-centrerà l’attenzione degli invitati; per ren-dere meno buio uno spazio è opportunoscegliere fiori bianchi o rosa.Se il luogo per il matrimonio sarà laCattedrale gli addobbi saranno classici emaestosi.Per una cerimonia in una Chiesetta dicampagna sarà bene scegliere piccolecomposizioni da mettere lungo la navata esui banchi, molto belle sono anche le com-posizioni, spesso verdi, che possono esse-re messe sulla balaustra che divide l’altaredall’area dei fedeli, l’importante è che iltutto non vada a nascondere gli sposi.Per la Chiesa in città, vale lo stessodiscorso della Chiesa di campagna, mavisto che le sue dimensioni saranno mag-giori, le composizioni di fiori saranno piùgrandi.

Una cosa gradita e anche molto elegantesarà quella di donare un fiore (meglio seun garofano bianco) da mettere all’oc-chiello ad ogni uomo invitato e un piccolobouquet (con fiori di colore diverso daquello della sposa) a tutte le signore pre-senti, prima della cerimonia in qualsiasiposto si sia scelto di celebrare il matrimo-nio.A differenza di quello che spesso sivede, le damigelle non dovranno portarealcun fiore in mano, se si vuole aggiunge-re una nota di colore, i fiori verranno por-tati come ornamento nell’acconciatura.I fiori in MunicipioQui i fiori saranno disposti sia davantitavolo dove poi gli sposi firmeranno, con-sigliata è la scelta di una bella ghirlanda eaccanto ai due lati, qui si opterò per dei

mazzi alti. Molto elegante sarà l’idea dimettere due mazzi di fiori ai lati dell’in-gresso della sala e dei piccoli mazzettinisulle sedie degli invitati.Il dettaglio non trascurabile, comunque, èquello di creare sempre equilibrio, quindil’addobbo della Chiesa o del Municipio, ilbouquet, i fiori del luogo del ricevimento ei fiori che saranno nella macchina cheaccompagnerà la sposa devono essere inperfetta armonia.

La musica in ChiesaL’ideale per l’accompagnamento musicalein Chiesa è l’organo ma purtroppo non èsempre presente, si possono quindi sce-gliere altri strumenti dai suoni molto“caldi” come il violino, l’arpa, il flauto tra-verso o la chitarra, l’importante anche inquesto caso è creare atmosfera e armonia.La musica, durante la cerimonia, serve asottolinearne i momenti più importanti:dall’arrivo della sposa, allo scambio deglianelli, senza dimenticare il toccantemomento della Comunione per arrivare poiall’uscita della “nuova coppia”.I brani sono presi in prestito dalla musicaclassica, spesso vengono suonati pezzi diWagner, Schubert, Vivaldi, Händel e Bachma nulla toglie che gli sposi possano sce-gliere altre soluzioni.La musica in MunicipioLa musica, sempre con il permesso di chiofficerà la cerimonia civile, può essereadottata anche in Comune.Anche qui servirà a sottolineare i momen-ti più importanti: quello dell’entrata dellasposa e quello della firma.La musica del ricevimentoIn questo momento la musica non devemai coprire le voci durante le conversazio-ni. Una musica molto discreta (anche se sitratta di un complesso, ed anche in questocaso, le canzoni saranno soft) sarà apprez-zata da tutti, il volume potrà essere alzatoal momento dell’arrivo degli sposi e deltaglio della torta. Se si sceglierà di ballareva ricordato che gli sposi apriranno ledanze con un primo ballo, rigorosamenteda soli. Il padre della sposa, balla con lafiglia al terzo giro di danza. Alla madredella sposa è dedicato il secondo giro didanza con il genero. Lo sposo inviterà lasua mamma a ballare al terzo giro didanza. Il suocero ballerà con la nuora alsecondo giro di danza.

(fonte: siti internet sul matrimonio e “Il magicolibro delle erbe, Consigli, rimedi e cure dal dia-rio di nonna Annina”di Letizia Chilelli.Ibiskos Editrice, Empoli)

di Letizia Chilelli

L angolo del Bon TonAddobbi floreali e musica

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Foto Eleven Focus - Corchiano

Tel. 339.5035724

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Foto di Serena Ceccarelli

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ARIETE Il mese si aprecon la magia dell’amore.Siete sempre in movimentoe sarete al top per tutto ilmese. Venere, la dea dellapassione e dell’amore vi

sussurra dolci parole: ascoltatela! Anchesul piano lavorativo tutto sembra andare agonfie vele, approfittate di questo momen-to positivo. La primavera si fa sentire!

TORO Aprile è un mesefavorevole. Venere vi aiutaa superare paure e incom-prensioni sul lavoro e infamiglia. Progettate pure

nuovi acquisti immobiliari o iniziate unnuovo lavoro nel campo ambientale oenergetico, sarà un successo! Se vi sentiteappesantite iniziate la dieta o iscrivetevifinalmente ad una palestra

GEMELLI La primaveraporta allegria e vitalità, visentirete in gran forma.Attenzione, potreste soffri-re d’insonnia per il troppolavoro o l’eccesso di ener-

gia. La fortuna vi sorride, siete circondatida amici e vi attende un periodo di nuoviincontri, non fatevi pregare per un invitoad uscire tra amici, vi farà bene distrarviun po’.

CANCRO E’ un periodo unpo’ pesante da affrontare:Marte e Mercurio non sonofavorevoli e il lavoro nerisente. Cercate di trovare

la tranquillità necessaria e controllare ilnervosismo e le crisi di panico, allontanan-do i cattivi pensieri e infondevi coraggio.Potreste soffrire di attacchi di sonnolenzadopo i pasti.

LEONE Aprile è una festacontinua, ricca di novità eincontri speciali. Non dove-te temere nulla. Anche illavoro procede a gonfievele, forse potete pensare

finalmente all’auto dei vostri sogni se otte-nete l’aumento! Le finanze sono in miglio-ramento anche grazie alla dea bendata,non abbiate paura di osare!

VERGINE State attento aldenaro e alle vostre pro-prietà. Non cedete alla ten-tazione di vendere titoliazionari senza aver riflettu-

to bene prima. Qualche equivoco con ilpartner può essere risolto facilmente sefate chiarezza con le giuste parole. Seinvece siete soli, vi aspettano nuoveavventure e amicizie soprattutto verso lametà del mese.

BILANCIA E’ un periodoburrascoso. Cercate unluogo calmo e tranquillo sedovete riflettere sui vostrirapporti personali e fami-gliari, magari una bella

baita in montagna in mezzo ai boschi.Anche il lavoro risentirà dei vostri problemipersonali, ma cercate di non disperare, iltempo può aiutarvi a superare i malumori.

SCORPIONE Questo è unmese di forti cambiamentinel lavoro e nella vita dicoppia. Venere nei Pesci viaiuta a prendere delle deci-sioni che rimandate da

tempo. Siete molto dinamici e la forza nonvi manca ma attenti a non strafare però,anche i più forti possono crollare. Non tra-scurate la persona che amate!

SAGITTARIO Sarà unmese molto effervescente!Marte in Ariete vi rendebrillanti e imprevedibili,attenti a non partire in orbi-

ta, siete super carichi di energia e vitalità.Sentirete il bisogno di fare attività fisica,che vi aiuterà a scaricare la fatica accu-mulata. Ascoltate i consigli di chi vi è vici-no e vi vuole bene.

CAPRICORNO Il mese dipresenta in salita, conMarte e Venere ostili:attenti sul lavoro e in fami-glia, cercate di essere

meno cupi e di parlare maggiormente deivostri sentimenti: non tutti vi leggono ilpensiero! L’economia domestica vi preoc-cupa, fate attenzione alle spese eccessive.Se non sapete quale strada prendere,respirate profondamente.

ACQUARIO Grazie all’aiu-to di Marte e Venere poteteosare voli pindarici e nuoveavventure. Non nasconde-tevi dietro un parapetto ebuttatevi, è il momento

giusto per affrontare le vostre paure e ini-ziare una nuova vita o una nuova relazio-ne. Il lavoro dei mesi scorsi sta dando isuoi frutti, approfittatene per svilupparenuovi progetti.

PESCI Siete pieni di ener-gia e forza, anche in ecces-so. Potete concedervi qual-che spesa, le finanze e ilsuccesso non mancano in

aprile grazie a Venere che risplende di unaluce abbagliante, state nuotando in unmare cristallino! Le influenze negative sistanno finalmente allontanando.

Oroscopodi Aprileby Cosmo

Il bullismo. Come riconoscerlo e combatterloè un libro unico nel suo genere.

Un manuale guida per cercare di arginare questo

male dilagante!

E’ possibile averne una copia acquistandolo nelle librerie

della zona o presso la nostra redazione.

Potete anche ordinarlo versando l’importo di € 10.00,

sul c/c postale n. 42315580,

intestato ad Associazione Accademia Internazionale d’Italia.

E’ un’occasione da non perdere, soprattutto per gli insegnanti, che possono inserirlo nel proprio programma di studio annuale,

ma anche per i genitori e per tutti gli educatori sociali.

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Campo de’ fiori48

AGENDATutti gli appuntamenti piø importa

ESPOSIZIONE NAZIONALE DELLE ARTICONTEMPORANEE - PREMIO CENTRO

2011Dare spazio a dodici

artisti nazionali ed interna-zionali è questo lo scopo

della mostra – eventoBeyond the city walls.

Attraverso eventi collatera-li, workshop e dibattiti Beyond the city walls apre uno

scorcio profondo sulfenomeno artistico definito come“post-graffitismo”. L’iniziativa si inaugura il prossimo26 marzo con opere site specific inedite, create dagliartisti per le suggestive sale rinascimentali di PalazzoOrsini, in occasione della seconda edizione della

manifestazione ESPOSIZIONE NAZIONALE DELLEARTI CONTEMPORANEE “La città e l’umano”,

Premio Centro 2011, dedicata al 150^Anniversariodell’Unità d’Italia e premiata dal Signor Presidente della

Repubblica Italiana: Giorgio Napolitano. Il Comune diBomarzo in quest’occasione offrirà agli artisti un periododi residenza e uno spazio gratuito svincolato dal sistema

artistico e da logiche di mercato, per la realizzazione delleloro opere. L’esposizione intende illustrare i risultati delle

ultime ricerche e al contempo l’evoluzione di stili, di diver-si generi e forme espressive: dalla pittura all’installazione,

dal lettering alla grafica, dall’illustrazione al video.Artisti : 2501 - Alessandro ETNIK Battisti -

Alexander BISERama Becherer - Bersercher - AlanDe Cecco “Soda” - Joys - Made 514 - Francesco

Pogliaghi - Sergio Sees - Ale Senso - Tawa - Fabio Weik

presenta Evelina Nazzari e Gaia Riposati

in BASSA MAREAdi Roberto Russo, regia Fabrizio Bancale, scene da opere

di Pizzi Cannella, allestimento scenico Angelo Cortese, aiuto regia Flaminia Chizzola, aiuto scenografo Bruno Do

Nascimento Ferreira ufficio stampa Cecilia Riposati

18 marzo - 3 aprile 2011 ARTIFICIO

Vicolo della Campanella, 4 00186 ROMA

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49Campo de’ fiori

CARTOLINA DI ABBONAMENTO ANNUALE

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effettuerò il pagamento con c/c postale n. 42315580 intestato alla Associazione Accademia Internazionale D’Italia - P.zadella Liberazione n. 2 - Civita Castellana

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Castellana (VT)

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Il carbone se non coce tegne

Chi sta nel miele si lecca le dita

Se piove i quattro aprilanti, piove quarantagiorni duranti

Presto e bene è cosa che non conviene

Saggezza popolare by Simonetta

Salute assistimi, invidia crepa

Disse la merla al tordo:sentirai la botta se non sei sordo

Meglio faccia roscia che panza moscia

Vi proponiamo

nuovo alcune

insersioni

pubblicitarie di

vecchie attività

commerciali,

pubblicate sul

celebre numero

unico di Civita

Castellana.

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50 Campo de’ fiori

La Redazione di Campo de fiori si associa agli auguri

Tanti auguri a Martina Carosiche il 13 Marzo ha festeggia-to il compleanno, da mamma,papà, il fratellino Matteo, i

nonni, gli zii e i cugini.

Un augurio speciale a Vita e Totòper il loro

50° anniversario di matrimonio. Con tanto affetto dai vostri figli, i

generi, la nuora e i nipoti

Tanti auguri anonna VeraRapiti checompie glianni il 1°

Aprile daifigli, la nuora,

il genero, inipoti e ipronipoti.

Tanti auguri ad Anna MariaAltissimi che il 27 marzo

festeggia il suo .......esimocompleanno. Auguri dai nipotiDamiano, Aurora e da tutta la

sua famiglia.

Tanti auguri dibuon complean-no al bersaglie-

re VincenzoAnellini che l’11

Marzo hacompiuto glianni, dalla

moglie Elsa edi figli Fabrizio

ed Alessia.

Alla piccola AsiaRidolfi che il 5Aprile compie 5anni, tutti noiauguriamo di

andare incontroad un futuro

sempre migliore!Sei la gioia di

mamma epapà..bravissi-ma!!! Auguronida tutti noi di

buon compleanno

Tanti auguri aFrancesco

Silvestri cheil 27 Marzo compie 11anni. Buon

compleanno dalla mammaLoretta, il papà Massimoed i nonni Mario, Aida e

Maria Rita.

Auguri di buon compleanno a Silvia Pieri,che il 17 Marzo ha com-piuto i magnifici 18 anni,da mamma e papà, peruna lunga vita serena e

gioiosa! Tanti augurianche dai fratelli

Giuliano, Christian edEmanuele, dal fidanzatoStefano e in particolare

da “Pepe”

Buon compleanno aSantino Pieri che il

13 Marzo ha compiu-to gli anni. Ti augu-riamo con tutto il

cuore di festeggiarecento di questi gior-ni. Renata ed i figliGiuliano, Christian,Silvia ed Emanuele

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Campo de’ fiori 51

Tanti auguri al piccolo Iacopo

Anzellini che il 30Marzo compie 7

anni, dai nonni, daglizii Fabrizio, Angelo,Massimiliano e da

Alessia.

Congratulazioni a Daniele Calamantiche il 24 febbraio si è laureato inScienze dell’Investigazione e la

Sicurezza.Ti auguriamo i migliori successi

Dottore!!La tua famiglia e i tuoi amici:

Agnese, Noemi, Letizia, Stefano,Francesco e Pablo.

Caro papà Luca emamma Alessandra volevo farvi tantiauguri perchè il

10 Aprile insieme almio battesimo saràcelebrato il vostro

matrimonio. La vostraprincipessa Giulia.

Tanti auguri a nonnaElena Marinozzi

Ricci che il prossimo22 Marzo compirà

la bellezza di99 anni; dalla figlia

Annunziata, dal figlioArnaldo, dal genero

Domenico, dallanuora Anna, dai nipo-ti Stefania, Roberto,

Alessandra,Alessandro, dagli amici, dai conoscenti e parenti tutti

Cara FABIANA

CAMMILUCCI che hai compiutoi famosi 40 anni

il 15 marzo2011.....gli augurisono una forma-lità... ciò che iodovrei dare a teè un qualcosa di

così immensoche però tu sai regalarmi con un tuogesto... ed è per questo che non c’è

occasione più importante del tuocompleanno per ricordare quanto èspeciale l’amicizia che ci lega! Tifaccio i miei più grandi, sinceri e

affettuosi auguri di buon complean-no!!! TI VOGLIO TANTO BENE!

Tantissimiauguri a

Syllwia Lidwache il 23

febbraio èdiventata diun anno più

donna! Oltrea rinnovartigli auguri, ti

ricordiamo che saremo sempre vicini a te , sportivamentee non. Il Maestro Giuseppe Pistola e tutta la ASD Yama

Arashi G.p.!

Tanti tanti auguri anonna Guerrina, che il26 marzo compie gli

anni… Buon compleannodai nipoti Damiano,

Aurora, Alessio,Federico e da tutta la

sua famiglia

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Campo de’ fiori52

MI CHIAMO ALDO, SONO“GRANDE” MA HO SOLO 9

MESI, SONO CRESCIUTO INCASA MA PURTROPPO

ORA...MI TROVO IN PENSIONE, SOLO...

AFFETTUOSO E BUONISSIMO CON TUTTI,

RITA 339 1123663 MI TROVO IN PROVINCIA

DI VITERBO, GRAZIERita STORRI-Presidente3391123663

ARGO E TOTO’....BELLISSIMI CUCCIOLI

DI TAGLIAMEDIO/GRANDE,

TROVATI IN CONDIZIONI A DIRPOCO DISPERATE,

LI ABBIAMO ACCUDITI E

CURATI, ORA STANNO BENE

MA...BISOGNA DARELORO LA COSA PIU’

IMPORTANTE..AMORE ELIBERTA’, SI

TROVANO A CIVITACASTELLANA VT

Tel. 339 1123663

Tel. 339.1123663www.incrociamolezampe.org

RIPROPRONIAMO DANDYCANETTO PER BENE... CERCO

UNA CASA SENZA ALTRICANI PERCHÈ NON SO COMEPOTREI REAGIRE... DA SOLOSONO BUONISSIMO: VADO AGUINZAGLIO E SONO UBBI-

DIENTE. MI PIACEREBBERIMANERE NEL VITERBESE

PERCHÈ LE MIE SALVATRICIPOTESSERO VENIRMI A TROVARE....GRAZIE.

Tel. 3391123663

LAIKA...ABBANDONA-TA DAL SUO

“AMATO” PADRONE...INCINTA,

RITROVATA INUNA DISCARI-CA IN CONDI-

ZIONI PIETOSE,

DENUTRITA EDEBILITATA,

CI SIAMOPRESE CURADI LEI E DEI

SUOI CUCCIO-LI ORA TUTTI

ADOTTATI,SI TROVA NEL BOX DI UNA

PENSIONE, A CIVITA CASTELLANA VT,Tel. 339 1123663

MAYA...LUPETTA

GIOVANISSIMA,CIRCA UN ANNODI VITA, QUAN-DO L’ABBIAMOTROVATA ERAAPPENA UNACUCCIOLETTA

DI 3 MESI, SCHELETRICA E

IMPAURITA,DA ALLORA

VIVE NEL BOX DI UNA PENSIONE!!! MAYACERCA IL CALORE DI UNA FAMIGLIA, E’UNA CAGNOLINA MOLTO MOLTO AFFET-

TUOSA, NON PUO’ PIU’ STARE RINCHIUSA,E’ ARRIVATO IL MOMENTO DI CERCARE

PER LEI UNA SITUAZIONE PIU’ DIGNITOSA,SE LA MERITA VERAMENTE..

SI TROVA IN PROVINCIA DI VITERBO...RITA 339 1123663

ORSETTO CESAREcucciolone di una bontà disar-mante. E’ maschio, ha circa 2anni, pesa quasi 60kg, ha unocchietto che non vede e una

lieve zoppia. Cerchiamo per luiuna famiglia che abbia uno spa-

zio recintato e che lo ami persempre. Va d’accordo con gli altri

cani (ha paura dei suoi simili,nonostante la sua mole, perché

già lo hanno aggredito!!) . Tel. 3391123663

DOLCE E’ VOLATA SUL

PONTE: lettera d’addio a

Dolce, cane di tutti...

e di nessuno. DOLCE NON ERA UN CANE

QUALSIASI, DOLCE ERA IL CANE,ERA IL CANE DI TUTTI...E DI

NESSUNO..MA ERA LA NOSTRAMASCOTTE...PER LEI ABBIAMO LOTTATO, PER LEI E CONLEI, SIAMO CRESCIUTE... ERA STATA ADOTTATA IL 18 SET-

TEMBRE 2010. LEI ERA UNO SPIRITO LIBERO...AVEVAFAME DI LIBERTA’....MA PER QUESTA SUA STRAMALEDET-TA FAME DI LIBERTÀ, HA TROVATO LA MORTE, IN QUEL-

LO CHE ERA DIVENTATO IL SUO GIARDINO, IL 18 FEBBRAIO 2011...

DOLCE CARA, ORA PUOI CORRERE FELICE....MAI PIU’ NESSUNO PROVERA’ A TARPARTI LE ALI...CORRI

DOLCE....CORRI A PERDIFIATO...ORA SEI LIBERA...PER SEMPRE..ADDIO ... ANZI,ARRIVEDERCI..

E PERDONACI, SE PUOI..

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Campo de’ fiori 53

Roma com’era

Visita il nostro sito

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Roma. Fine ‘800.

Ponte degli Alari tra Piazza Pia e Lungotevere degli Altoviti.La struttura metallica del ponte, tipica di numerosi altri monumenti ed edifici dell’epoca,sembra contrastare le architetture barocche e rinascimentali dello scenario circostanre.

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Campo de’ fiori54

Album de

Campo de’ fiori

Civita Castellana, Piazza della Liberazione. Carnevale 1968.Primo da sx: Arnaldo Ricci.

Civita Castellana. Carnevale anni ‘70. Da sx: Rino, Giovanni e Lino De Florio.

Civita Castellana. Carnevale anni ‘80. Pilota dell’ape Maurizio Iammella.

Campo de’ fiori

Campo de’ fiori

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55Campo de’ fiori

dei ricordi

Civita Castellana. Carnevale. anni ‘70. Da sx: Danilo Brandi, Giovanni De Florio, Peppe Brandi. Foto del Sig. Giovanni De Florio.

Campo de’ fiori

Civita Castellana.

Festa da balloanni '50.

Foto della Sig.ra

Miriam Vincenti(Mimì)

Campo de’ fiori

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Campo de’ fiori56

Campo de’ fiori

Civita Castellana. Carnevale 1980. Gruppo mascherato “Tarzan la vergogna della giungla”. Foto del Sig. Ermanno Todini

Album de

Fabrica di Roma. Carnevale 1978. Antonia e Carmelita

Campo de’ fiori

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Campo de’ fiori 57

Civita CastellanaFine anni ‘40.

In piedi da sx: AlinaCalamanti, Pola Barboni,

Pierina Scatolini, Orlando Mei.

In basso da sx: OlivieroPulcini, Elio Cavalieri,

Angelo Mascioli, GiovanniMozzicarelli.

Campo de’ fiori

dei ricordi

Torneo A.C.L.I. di Civita Castellana. Anno 1981. Squadra 1° classificata “Bar Sangallo - Off. Corazza”.In piedi da sx: Alfredo Abballe, Carlo Fantera, Alberto Conti, Maurizio Rita, Maurizio Mascarucci, Claudio Corazza.

In basso da sx: Roberto Profili, Ermanno Todini, Giacinto Chiani, Marco Pallozzi, Angelo Angeli. Foto A.S.D Fabrica Calcio

Campo de’ fiori

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Campo de’ fiori58

Campo de’ fiori

Corchiano.Anni ‘60.

Da sx: Pia Fiaschetti,Maria Nardone,

Rosella Pieri,Giovanna Cristiani

Album de

Carnevale di Ronciglione, 1978. Gianluca Federici con ilcostume della mascherata “Panciovilla” Corchiano 1955. Walter Agostini con la mucca Facciabella

Campo de’ fiori

Campo de’ fiori

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Campo de’ fiori 59

dei ricordi

Civita Castellana - 1932. Prima elementare, classe 1925. Maestra Masria Antonietta Buglioni Cucchi. 1. Franco Cucchi, 2. Renzo Bufalini,3. Stefano Stefanini. Foto del sig. Franco Cucchi

Civita Castellana - i maestri delle elementari festeggiano la loro decana Maria Antonietta Buglioni Cucchi.1.Alvaro Zenoni, 2. Flaminia Ceccaelli, 3. Angelo Costantini

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Campo de’ fiori60

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