Sommario di Bruna Ferrini - Campo de' fiori · GIOCA CON CAMPO DE’ FIORI - FOTO CURIOSE 60...

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Editoriale di Sandro Anselmi

CARO VECCHIO LIBRO 3

Il personaggio famoso di Sandro Alessi

MARCO SIMEOLI 4PIRANDELLIANA 2017 6

Roma che se n’è andata: luoghi, figure, personaggiIL TEATRO PIETRO COSSA DITRASTEVERE E IL SOR ANGELOTABANELLI di Riccardo Cosoli 8

Vagamondo - i viaggi di Danilo MicheliIL MIO PRIMO BRASILE 10

ETRURIA MEDICAL CENTER 12

JUDO BUTOKUKAI 14

ECO RECYCLING PRESENTA PHOTOLIFE 15

Fisiomedika della Dott.ssa Chen TungCURARSI CON LA MOxIBUSTIONE 16

QUANTE COSE NON SAPEVAMO SULL’ACETO

DI MELE di Barbara Josiane Marchand 17

Ciack in Tuscia di Roberto Mocioni

PAOLO VILLAGGIO E LA TUSCIA 18

DECIDI TU di Catello Masullo e Rossella Pozza 20

PALAZZO CANFORA 21Storie locali di Francesca PelingaCENSIMENTO DELLO STATOPONTIFICIO NELL’ANNO 1853 22

Come eravamo di Alessandro SoliTEMPI SPENSIERATI 23

Bei Borghi di Chiara Castriota ScanderbegCASPERIA 24

Ricordi d’infanzia di Roberto RagoneLA PENSIONE BARTOLINI 26

A 70 ANNI DALLA MORTE DI LUIGI BARZINI,

ORVIETANO di Secondiano Zeroli 27BONAVENTURA TECCHI di S. Zeroli 27

Avventure su due ruote di Ermanno Gagliardi

REPORT COSTARICA 28

SommarioCampo de fiori • n.146/2017

In copertina: scoglio “Vela all’alba” - Conero

Foto di Paolo Lazzari (Click Gruppo Fotografico).

QUALI “LE ORIGINI DELL’ARTE

GIORNALISTICA?” di Bruna Ferrini 30

UNITER APTI di Ermelinda Benedetti 32

Le moto della nostra infanzia di Arnaldo Ricci

MOTO GUZZI 34

ROMA COM’ERA 35

BUONA ESTATE di Letizia Chilelli 36A TAVOLA CO’ ZI’ LETIZIA di L. Chilelli 36

Cosplay di Emilio Matteucci

INTERVISTA ALLA COSPLAYER GIAPPONESE

HIMEOGI 40

SANDRO LAZZARINI, IL NUOVO PRESIDENTE DEL

ROTARY CLUB FLAMINIA ROMANA di E. Benedetti41

ORIGINE DEL SISTEMA MEDICO LEGALE

di Sergio Funicello 44

DORMIRE DI PIU’ PER SOFFRIRE DI MENO

di Fabiana Poleggi 45

ANNUNCI GRATUITI 46

Parliamo di funghi di Giampietro CacchioliSHIITAKE “ELISIR DI LUNGA VITA” 48

IL FUMETTO di Daniele Vessella 49

I NOSTRI AMICI A 4 ZAMPE 49

GIANCARLO CARLONI FA 70! di A. Soli 50

RUNNERS CORCHIANO 51

Riflessioni di Massimo Marsicola

DALLO STATO DI DIRITTO ALLO STATO DEI

DOVERI 51

NEWS di Sergio Piano 52

CARA RIVISTA CAMPO DE’ FIORI 54

Ecologia e ambiente di Giovanni Francola

VERTICAL FARM 56

Social e web di Patrizia Caprioli

ATTENTI AL VOSTRO PRIFILO FACEBOOK 57

L’angolo del grafologodi Piergiuseppe Mecocci

MEDICINA E GRAFOLOGIA 58

OROSCOPO 59GIOCA CON CAMPO DE’ FIORI - FOTO CURIOSE 60MESSAGGI D’AUGURI 61AGENDA 62ALBUM DEI RICORDI 38-42SELEZIONE OFFERTE IMMOBILIARI 63

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3Campo de fiori

ditorialeEl’di Sandro Anselmi

Ipnotizzati dallo schermo di un cellu-

lare, con la testa sempre china, lontano

dai vicini e “vicini” ai lontani, passano iloro giorni e le notti. Una compulsiva ed inna-

turale voglia di isolamento, sempre crescente,li assale e li cattura, ammaliati da questo oggettoinfernale dagli immensi poteri persuasivi. Strana

misantropia… Mentre si sentono alla ribalta sve-lando anche i loro lati più personali e scoprendo,allo stesso modo, la vita privata degli altri, non siaccorgono di allontanarsi sempre di più dalmondo reale, dalla vita da vivere. Si illudono di es-sere costantemente collegati a qualcuno ed invecesono sempre più soli e persi in relazioni diverse,mai concrete. E quanti strani amori nascono

così! Non si può affidare l’anima a chi non hai maiincontrato e guardato negli occhi per godere del-l’intensità di uno sguardo ed anche di meravi-gliosi silenzi.

Altra degenerazione è quella di trovare troppospesso, su questi oggi detti “social”, aberranti im-magini che riproducono foto e filmati di maltrat-tamenti ed atti delittuosi, messi in rete soltantoper il gusto di averli ripresi e divulgati, con la falsamorale di gridare allo scandalo e la finta voglia didenunciare. Ma non sarebbe più spontaneo,umano e civile intervenire in quello stesso mo-mento per cercare almeno di evitare il fatto e ten-tare di aiutare le povere vittime? E come si puòavere interesse e perfino appagamento nel ri-guardare al cellulare queste istantanee dell’or-

rore?

Fino a qualche anno fa le uniche, innocenti di-strazioni erano date quasi esclusivamente da unasana tv, poi il caos più assoluto. Quella stessa tv èiniziata a degenerare e nel frattempo è arrivatointernet, prima sui computer fissi, poi sui porta-tili, e in fine sui cellulari, che si sono evoluti tra-sformandosi in smartphone, e sui tablet… Comeerano diversi, allora, i rapporti in famiglia e congli amici, senza dover fare continuo riferimento afacebook, twitter, instagram… che hanno inne-scato un circolo vizioso che dà dipendenza.

Sotto l’ombrellone tornate a perdervi in una

bella storia d’amore o di fantasia dei numero-sissimi romanzi che la letteratura ancora ci pro-pone, piuttosto che stare per ore connessi aguardare e leggere ciò che gli altri fanno e scri-vono! Ne guadagnerete molto di più in sentimentie cultura, riscoprendo una parte di voi che ormaiè da troppo tempo assopita e rischia addiritturadi scomparire nelle nuove generazioni che cre-sceranno fin da subito immersi in questo nuovostrano mondo. Dite dell’amore e date amore e

non riducete tutto ad un semplice “Mi piace”!

Caro vecchio libro...

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4 Campo de fiori

MARCO

SIMEOLI

sieme… inventatevi il mestiere…”) fondanel 1995 il gruppo “I Picari” insieme adAugusto Fornari, Roberto D’Alessan-dro, Andrea Lolli e Francesca Nunzirealizzando moltissimi spettacoli, pre-miatI nel 2006 con il Premio Petrolini.

Lo incontriamo in occasione del ritorno,dopo 10 anni di successi, al Globe Thea-tre di Roma in “Sogno di una Notte diMezza Estate” di Shakespeare che èpresente nel cartellone estivo del mesedi Agosto. “Si, è l’ undicesimo anno e siamo orgo-gliosi perchè è lo spettacolo più longevodel Globe Theatre, la struttura che GigiProietti ha voluto creare tanti anni facredendo in questa operazione che haportato d’estate tanti giovani a seguire ilteatro grazie anche ai prezzi accessibili.E’ lo spettacolo più rappresentato in tuttoil mondo ed in cui più di tutti ha credutoRiccardo Cavallo, che ora non c’è più, un-dici anni fa fu un suo sogno fortissima-mente voluto e che noiancora oggi siamo felici diportare avanti per lui.”

Marco è apprezzato subitodai più noti personaggi dellospettacolo e lavora in Teatro,Cinema e Televisione con lostesso Proietti, Bruno Cor-bucci, Vittorio Marsiglia,Luigi Squarzina, Carlo Liz-zani, Sergio Japino, JohnniDorelli, Gino Landi, Gior-gio Albertazzi, Pier Francesco Pingi-tore, Carlo Vanzina e molti altri. Per ilCinema ricordiamo “Stregati dalla Luna”

A ttore, regista ed autore par-tenopeo, Marco Simeoli, neiprimi anni ‘90 si diploma al

Laboratorio di Esercitazioni Scenichediretto da Gigi Proietti ed ha comecompagni di avventura Flavio In-sinna, Chiara Noschese, GiorgioTirabassi, Enrico Brignano, MassimoWertmüller, Paola Tiziana,Cruciani, Francesca Reggiani e GabrieleCirilli. Insieme a loro parte in tourneesotto le ali del grande attore romano chedurante gli anni lo chiama spesso comespalla o interprete dei suoi spettacoli(“Cavalli di Battaglia”, “C’è gente sta-sera”, “Una Serata d’Onore”, “Io Totò egli altri”, “Dramma della Gelosia”, “AMe gli Occhi Bis”, “Leggero Leggero” emolti altri) Seguendo il consiglio di coluiche reputa il suo maestro (“mettetevi in-

di Ammendola/Pistoia, “Notte primadegli Esami Oggi” di F. Brizzi, “UnEstate al Mare” di C. Vanzina; per la Te-levisione “Un Medico in Famiglia”, peril Teatro “Miles Gloriosus” di S. Di Mat-tia, “Tre Donne Alte” di Luigi Squar-zina, “Camere da Letto” di StefanoMessina, “Aggiungi un posto a tavola”di Garinei/LAndi/Dorelli, “Rumorifuori Scena” di Attilio Corsini, “Opera-zione Quercia” di Pingitore, etc…

Ad Ottobre, dopo brevi e sospirate va-canze, Marco Simeoli torna al TeatroBrancaccio con uno dei testi a cui è piùaffezionato… “Aggiungi un posto a Tavola è uno spet-tacolo che ho amato fin da bambino conJonny Dorelli protagonista. Questa voltanon faccio Totò ma ho un altro ruolo,segno dell’età che cambia…. Sarò il sin-daco del paese Crispino. In questa ver-sione Gianluca Guidi ha voluto abbassarel’età dei personaggi ma io sono felice per-ché questa è un’ altra sfida pensando achi mi ha preceduto come Paolo Panelli,Carlo Croccolo, Enzo Garinei…”

Ringraziamo Marco per questo incontroe siamo pronti per sederci sulle tribuneinconfondibili del Globe Theatre.Buona Estate a tutti !!!

Sandro Alessi

IL “SOGNO DI UNA

NOTTE DI MEZZA ESTATE”

DIVENTA REALTA’

QUESTO E’ IL LINK PER ASCOLTAREL’INTERVISTA COMPLETA:

https://www.youtube.com/watch?v=MOdghwWTbjg&feature=em-

upload_owner

Globe Theatre

Da sx: Marco Simeoli e SandroAlessi durantel’intervista

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6 Campo de fiori

Anche que-st’anno tornaa Luglio ed

Agosto la XXI edi-zione della Pirandel-liana, manifestazioneideata e curata daMarcello Amici in-sieme alla CompagniaLa Bottega delle Ma-schere. Lo splendidoscenario dei Giardinidella Basilica diSant’Alessio vedràquest’anno rappre-sentati due testi di Pi-randello : “Così è (Se vi Pare)” ilmartedì, giovedì e sabato e “Pensaci,Giacomino !” il mercoledì, venerdì e do-menica. Iniziata nel 1997 nel Teatro Ro-mano di Ostia Antica, la manifestazioneè proseguita in questo posto antico emagico con successi ripetuti risultandouna delle manifestazioni più longeve

dell’estate romana. Ancora una volta,come ci spiega il maestro Amici, Piran-dello stima, rispetta ed ama il suo pub-blico… Una scenografia nuda bastaperché inventa il teatro nel teatro : ilpubblico e lui sono il teatro ! Nella ri-correnza dei 150 anni dalla nascita dell’Autore, con due commedie scritte 100

anni fa, la Bottega ed il suo direttore af-frontano il grottesco della solitudine esi-stenziale e nuovi modi di vivere ladiversità.

Sandro Alessi

Sette giorni su sette in compagniadi Pirandello

La Bottega delle Maschere è inscena ai Giardini della Basilica di

Sant’Alessio in Roma

ECCO IL LINK PER ASCOLTAREL’INTERVISTA COMPLETA:https://www.youtube.com/watch?v=vobMfRryuvU&t=152s

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di Riccardo Consoli

Roma che se n’è andata:

luoghi, figure, personaggi

All’inizio del novecento i trasteve-rini erano molto legati alle usanzee alle vecchie tradizioni del loro

rione. Per consolidata abitudine nonamavano spaziare, i loro movimentierano limitati, piuttosto amavano respi-rare l’aria del rione non essendo ancoraaperti alle nuove invenzioni dagli ultimianni dell’ottocento. Per la maggioranzadei popolani, il divertimento non andavaoltre l’osteria, il gioco delle bocce, lamorra e, naturalmente, le scampagnatefuori Porta San Pancrazio. Molti anzianisi vantavano di non aver mai passato ilponte e questo ci riporta a Mastro Titta,il boia di Roma e al detto in uso fra glianziani dell’epoca : “ … er boia nun passaPonte … ” allusivo al fatto che all’esecu-tore di giustizia era proibito recarsi incittà per qualsivoglia motivo non diret-tamente collegato all’esercizio della suaprofessione.In quegli anni il rione Trastevere nonaveva che un Teatro situato nel Vialedel Re, proprio dove insiste l’OspizioUmberto I che aveva preso il nome daPietro Cossa, un drammaturgo ro-mano, nato nel 1830 e morto a Li-vorno nel 1881. Un Teatro Popolare,costruito parte in muratura e parte inlegno coperto, alla meglio, con tettoie dizinco. L’interno era abbastanza ampio, dispo-nendo di una galleria ai due lati e unagradinata in fondo e poteva contenerecirca 800 persone. La sala, nel suo com-plesso, non aveva grandi pretese di ap-parire bella ma, per quei tempi,considerato il gusto artistico del pub-blico, poteva definirsi decente.

Impresario e proprietario del TeatroCossa era, e tale rimase fino alla suademolizione, Angelo Tabanelli, un ro-magnolo alto e grasso, un vero gigante,personaggio che abbiamo già incontratocon Ettore Petrolini.

II Sor Angelo, con il suo vocione e unmarcato accento romagnolo, era semprepronto a gridare e minacciare tutti co-loro che gli capitavano a tiro senza, pe-raltro, scendere mai a vie di fatto. Ilclassico burbero - benefico. Piantate le tende nel rione di Trastevere,egli si preoccupò di formare una Com-pagnia per il suo Teatro ad imitazionedel Teatro Manzoni che, con la rappre-sentazione di drammi popolari, riuscivaa fare il tutto esaurito tutte le sere. E,

così, anche il Sor Angelo, pensò di far re-citare sul palcoscenico del Pietro Cossauna compagnia drammatica. Non fu difficile creare la nuova forma-zione artistica, furono scritturati: attoridilettanti, filodrammatici ansiosi di af-fermarsi, attori disoccupati o quasi sco-nosciuti, insomma, la compagnia fucreata e si esibì per parecchi anni, congrande soddisfazione dell’impresario -proprietario del Teatro e del pubblico diTrastevere. II Teatro Cossa divenne, benpresto, il ritrovo preferito dei popolanitrasteverini che, uomini, donne e bam-bini, vi si affollavano tutte le sere . Ma quale il repertorio? Innanzi tutto ilTeatro italiano, ma anche quello stra-niero, talchè, sul palcoscenico del PietroCossa si recitavano tragedie di Alfieri,

Pietro Cossa - Drammaturgo

(Roma,1830 -Livorno,1881)

Il Teatro

Pietro Cossa

di Trastevere

Petrolini nel suo libro dal titolo“Modestia a parte”, a propositodi Angelo Tabanelli, scriveva:

“… Avevo quindici anni allorquandocominciai a muovere i primi passiverso l’arte, mi recai da un agente tea-trale che, giudicandomi certamenteuno scemo, mi propose di consegnar-gli quattro scudi quale costo perquella che sarebbe stata la sua me-diazione necessaria per accreditarmipresso la compagnia di tale AngeloTabanelli …”

e il Sor Angelo Tabanelli

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9Campo de fiori

commedie del Goldoni, unitamente aSardou, Skakespeare, Giacosa e Gia-cometti, fino a giungere, con sempremaggior successo, a rappresenta-zioni come: i Due Derelitti e i Figli diNessuno.Un Teatro misto a ben vedere, tale dapoter soddisfare i gusti più svariati. Ilpubblico si divertiva, rideva, a volte sicommuoveva, sempre pronto a inveiread alta voce contro il tiranno di una tra-gedia e, per gli attori, non era gradevolesostenere il ruolo del cattivo. Certo, a partire dalla messa in scena,fino all’interpretazione degli artisti, lospettacolo lasciava spesso a desiderare,ma non si poteva pretendere di più; que-sti facevano quel che potevano, tanto piùche la paga era esigua, molto esigua e,non di rado, accadeva che una tragediasi trasformasse in uno spettacolo co-mico senza che per questo il pubblicorestasse meno soddisfatto.

Una sera si rappresenta l’Aida e nel mo-mento in cui, al suono delle trombe,avanza trionfalmente Radames vitto-rioso, seguito da uno stuolo di schiavinegri prigionieri, si vede che questi nonerano del tutto negri, in quanto avevanosì il viso nero, ma le mani erano biancheo, al contrario, le mani nere e il visobianco; non solo, sotto la veste deglischiavi, a volte troppo corta, si intrave-devano scarpe e calzoni, indumenti non

di certo africani. Ma il pubblico, comesempre, non era eccessivamente severo,una salve di fischi e basta; rumori chepotevano essere interpretati dagli attorianche per applausi poichè il favore el’entusiasmo non venivano espressi al-trimenti.Innumerevoli gli episodi comici e addi-

rittura grotteschi che si verificavano.L’impresario e gli attori non si preoccu-pavano gran che della ricerca scrupo-losa degli effetti scenici tenendo inscarsa considerazione i concetti arti-stici. Quello che maggiormente dovevarisaltare era il fatto rappresentato.Si portavano in scena i drammi più te-nebrosi, con più morti, allo scopo diesaltare la fantasia dell’uditorio che erasempre pronto ad inveire contro i mal-vagi e i cattivi e applaudire gli eroi e ibuoni.

A completamento della rappresenta-zione, il dramma era seguito da unapantomima, buffa o seria, nella qualeagivano alcuni sedicenti attori specia-lizzati nel genere, al suono di ottoni, ilpubblico ne era entusiasta, specie quellogiovane. Non mancavano le serate eccezionali or-ganizzate in onore del tale o tal altro ar-tista, che in quelle occasioni avevafacoltà di scegliere il lavoro che ritenevail suo cavallo di battaglia.

Tutto ciò può apparire oggi come unaleggenda, ma è stata una realtà. In Tra-stevere esisteva soltanto il Teatro PietroCossa e gli abitanti, o per pigrizia o perindolenza, raramente si avventuravanoaltrove, per tale motivo la sala rigurgi-tava sempre. I ragazzini che difficil-mente potevamo racimolare i tre soldiper gli ultimi posti, attendevano la finedel primo atto poiché, dopo, si potevaentrare con un soldo in meno. Questaera la regola. Nell’interno della sala, il frastuono, legrida confuse, l’incrociarsi di parole e didialoghi, le voci dei venditori di canditi ebruscolini. Tutto ciò era la consuetudinee, anche se può apparire inverosimile oquanto meno curioso per inostri tempi,il Teatro Pietro Cossa è davvero esistitoper la gioia dei ragazzi, ma anche degliadulti. Quella era la Roma e, più in particolare,il rione Trastevere dei primi anni del se-colo scorso. Oggi non si può, di certo,rimpiangere nulla di quel passato, ma ilTeatro Pietro Cossa, definitivamente de-molito nel 1930, ha rappresentato unatappa importante per quell’epoca.

All’annuncio delle recite si provvedevacon manifesti scritti a mano attaccatisui muri delle principali vie di Traste-vere e, in proporzioni più grandi, all’in-gresso del teatro. Si poteva leggereper esempio:

TEATRO PIETRO COSSAQuesta sera alle ore 6 e 9

due rappresentazioni.Si darà

lo spettacoloso dramma in sei attiI FIGLI DI NESSUNO

capolavoro nuovo per queste sceneseguirà la pantomima:

LA CASA DEGLI SPIRITI.Domani sera replica a richiesta generale.

Prezzi:Gradinate 3 soldi - Platea 6 soldi

Galleria 10 soldi

Quel Replica a richiesta generale, venivaaggiunto sul manifesto, anche se la ri-

chiesta generale non c’era affatto.

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Già ho parlato del Brasile, percorso

in lungo e largo, perché l’ho respi-rato per tre anni, ma non vi ho rac-contato il mio approccio, avvenuto,

nella grande megalopoli che è San Paolo, ca-pitale economica di una nazione che con-tiene primo e terzo mondo insieme,aggrovigliati, simbionti intorno ai grattacielidi vetro che rimbalzano luci ed ombre su unasocietà stratificata e impassibile. Eppure ilmio primo contatto con questo mostro di 20milioni di abitanti fu ammaliante.

Fortunato ad essere introdotto dalla fidan-zata “paulista” di un mio amico italiano chearrivò là mesi dopo, mi ricevette e mi alloggiòda un suo amico i primi tempi. Mi sembrò diessere in un luna-park esotico: feste, scorri-bande negli allora sconosciuti da noi”shop-ping center”, cibi stravaganti nuovi, ununiverso femminile variegato e accogliente,da far rimpiangere l’inerzia abituale della no-stra repressa adolescenza latina e cattolica.Quel sogno durò cinque mesi, ma io volevocontinuare a recitare il quel teatro, così ini-ziai a cercare lavoro. La comunità italiana ègrande là, ha un grande Circolo in centro alprimo piano del grattacielo Italia, ed un gior-nale locale, ”Il corriere italo-brasiliano”scrittometà in italiano e metà in portoghese.

Così divenni il giornalista della cronaca nellanostra colonia che conobbi bene nella suaessenza, dalle storie dei primi emigranti nel900 che sostituirono gli schiavi nelle pianta-gioni di caffè, dopo l’abolizione della schia-

vitù nel 1888, fino ai moderni industriali,nuovi investitori qui in Brasile. In mezzo, unacomunità con il 60% di presenza nello Stato,come discendenza, la maggior parte bene-stanti, con un po’ di nostalgia che veniva agalla in tradizionali, antiquati riti che non ve-nivano più rappresentati da noi. Era anchemio compito testimoniare questa evoluzioneverso il futuro senza dimenticare il passato esenza cadere in retoriche superate.

Passai il mio primo anno a San Paolo, ma fre-mevo per conoscere il vero Brasile che era in-torno a me, ricco di giungle, acque cristalline,spiagge candide, indios, altipiani aridi e in-fuocati. L’occasione venne quando scrissi unarticolo su un club di italo-brasiliani che siinoltrava nell’interno per la pesca sportiva emi invitarono a seguirli nel Mato Grosso. Ac-cettai con piacere, il viaggio durò due giorni.prima in bus, poi in barca, lungo il fiume Ara-

guaia che si congiunge più avanti al Tocan-

tins e poi sfocia sul delta del Rio delleAmazzoni. Due grandi rami del fiume for-mano un’immensa isola fluviale “Ilha do Ba-

nanal” lunga 160 km ed è lì che avevamo ilcampo base, tenuto da locali campesinos chevi abitavano permanentemente. Dal campo,con barche più piccole, ci muovevamo in-torno fino alla sera, con bottini di caccia epesca. Io stavo con loro solo osservando, cu-riosando, respirando avventura ogni istante,avvistando meravigliato fenicotteri rosa, coc-

codrilli, piranhas, capivara, e anche nuo-tando nelle anse calme del fiume.

Un giorno sono andato a pescare con un ra-gazzino indio (abitavano vicino al nostro

campo, indios Cara-

jas con i quali ave-vamo buonirapporti) tra lepozze che si forma-vano ai lati delfiume tra piene esecche, alte pochicentimetri e doverimanevano in-trappolati moltipesci, ancora vivima ormai immo-

bili per risparmiare quel poco ossigeno rima-sto e mimetizzati nell’acqua fangosa. Ebbeneli pescavamo col coltello, ma non era così fa-cile, ancora sgusciavano ed ad ogni mio falli-mento nell’affondare la lama, poiché non eroabbastanza veloce, il bimbo indio scoppiavaa ridere con una spontaneità incredibile. Era-vamo soli nella foresta, mi muovevo con cir-cospezione, ma la sua presenza infondevacoraggio in quell’ambiente non mio; non ab-biamo incontrato minacce, pericoli e alla finesiamo tornati al campo con una decina dipesci infilati in un bastone. Io dormivo sullabarca grande di appoggio ed una mattina mihanno svegliato di soprassalto grida che ve-nivano dall’accampamento; davano la cacciaad un serpente, forse un anaconda, che poisi è eclissato tra gli acquitrini. Ho pescato ilmio primo piranha, che poi ho mangiato inzuppa, ma mi divertivo di più ad andare apesca con l’arco con un mezzo- indio, che inacque basse centrava enormi razze di acquadolce. Sono contrario a caccia e pesca spor-tiva, lo dicevo apertamente a tutti,ma lì ser-viva da pane quotidiano,per sussistenza. Loropulivano, congelavano e immagazzinavano infrigo, una grande quantità di pesce nellabarca madre per poi portarselo come trofeoa San Paolo.

Siamo stati una settimana in mezzo alla na-

di Danilo [email protected]

Vagamondo – I viaggi di Danilo

Il mio primo BrasileEro sempre ben accolto

come un anello modernodella madre patria che i piùagiati avevano il privilegio divisitare una volta l’anno ingruppo con il Vice-Consoleche aveva un’agenzia di viag-gio.

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11Campo de fiori

tura circondati e protetti dal grande fiume,unica via di comunicazione intorno per moltemiglia. Per me era questo il Brasile che avevoin testa! Tornai cambiato, visto che il miogiornale era distribuito in tutti gli stati doveesistevano discendenti italiani, scelsi di visi-tare quello più a nord col permesso del Di-rettore, e col pretesto di scrivere sullecomunità locali. Volevo decentrarmi, nonsopportavo più la borghesia paulista bene-stante, da primo mondo; cosìarrivai nello Stato di Espìrito

Santo lungo la costa, tra Rio deJaneiro e Salvador de Bahia,clima sub-tropicale, con solodue stagioni, primavera edestate.

Il vice-console locale W. Zam-progna, discendente venetomi prese a benvolere, con ilgiornale davo eco alla suagente, mi aiutò, mi ospitò e miintrodusse, tanto che alla finescelsi di rimanere, anche senzastipendio dal giornale, ma conla prospettiva di trovare un la-voro come insegnate di italiano per i discen-denti soprattutto veneti, friulani che nonconoscevano più la loro lingua madre, masolo un dialetto arcaico che da noi è in disusooggi. Poi nel bellissimo Circolo Italiano in rivaall’oceano di cui era Direttore il fratello poli-tico del Vice-console, feci anche l’istruttoredi tennis, così riuscivo a vivere, in una bellacittà di 400.000 abitanti, Vitoria capitale diStato con un porto importante, una baia si-

mile a quella di Rio, terzo Stato del Brasileper produzione di caffè. Ogni tanto inviavoun articolo sui nostri emigranti a San Paolo ela redazione del”Corriere” spediva copie delGiornale da distribuire alla nostra Comunità.Facevo ricerche sull’evoluzione degli emi-granti che vivevano lontano dalla costa, inpiccoli paesi che fondavano e chiamavanoNova Venecia, Nova Roma…

Passai un altro anno lì, poi partii per il Nord-

est a visitare la parte tropicale, il “sertao”lespiagge, a vivere le tradizioni popolari. Nelfrattempo conobbi la mia futura moglie edopo un altro anno in Brasile ci trasferimmoin Italia appena nacque mia figlia Morgana aVila Velha di Espirito Santo. Tornai moltevolte ancora là, ma ogni anno, per ritrovareluoghi e persone genuine, dovevo adden-trarmi sempre di più; l’era moderna, consu-mistica, turistica si stava mangiando gli

aspetti originali, la diversità, a favore diun’omologazione piatta.

Arrivai ai confini con la Bolivia, il Paraguay, ilPerù ma l’invasione mediatica era inesora-bile, raggiungeva gli sperduti villaggi e li tra-sformava in spot pubblicitari sintonizzati.Rimane poco di un certo mondo,le grandicittà si somigliano tutte, le differenze si as-

sottigliano, le culture si in-trecciano, con enormiripercussioni nazionalistiche,che potrebbero provocarenuovi attriti. Il sud del mondosoffre ed emigra a nord, nonpossiamo fermare questatendenza, inutili sarannomuri, confini, deportazioni: ladisperazione farà superareogni ostacolo.

Non smisi di viaggiare, conti-nuai come guida turistica,capitalizzando l’unica cosache mi piaceva fare nella vita:girare, esplorare, ricercare le

cause della mia inquietudine nel nostro spa-zio universale senza confini, e apprendendosulla strada le regole conviviali della nostraumanità, così umiliata, maltrattata da leggiinique, supertasse, ingiustizie sociali neglistretti spazi dove siamo nati, intrappolati damorali, regole e indirizzi che penalizzano lanostra dilatazione di coscienza.

Ecco cosa significa ilVIAGGIO per me: non ap-partenere, svincolarsi datutto, ribellarsi al ritmomonotono della vita,creare il momento, sen-tirsi liberi. Le nostre ra-dici contano, e sono ilsupporto per svilupparel’albero della conoscenza.Ma come si fa a vivere trale pieghe sgualcite diquesta società che ci na-sconde le essenze dietrole maschere dei politici,governanti, funzionari av-vezzi ad interessi di partee mai solidali col popoloche dovrebbe essere so-vrano!

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12 Campo de fiori

Avere un sorriso bello e sano non è più un sogno proibitivo, ma una realtà allaportata di tutti. Gli ambulatori della clinica Etruria Medical Center offronouna risposta completa alle esigenze di tutta la famiglia. Igiene, conservativa,

endodonzia, protesi, chirurgia, ortodonzia e gnatologia: per ogni intervento c’è unospecialista che opera con materiali di prima qualità e apparecchiature all’avanguardia.Potrai effettuare tutte le radiografie (Ortopanoramica, Dentascan, Cefalometria) in

sede per garantirti la massima efficienza, rapidità e qualità. Un team di Specialisti al-tamente qualificato ed uno staff preparato e cortese ti seguirà in tutto il percorso dicure, perché la tua salute è la nostra missione!

PAURA DEL DENTISTA? NO GRAZIE!Presso la nostra clinica hai la possibilità di eseguire gli interventi con il metodo dellaSEDAZIONE COSCIENTE, una innovativa tecnica anestetica in grado di mante-nere il paziente in uno stato di incoscienza apparente. Infatti egli non sente dolore,ma rimane abbastanza cosciente da collaborare alla buona riuscita dell’interventoseguendo le indicazioni del medico.

IMPLANTOLOGIA CARICO IMMEDIATO

Le tecniche per sostituire i denti mancanti sono varie e tutte so-stanzialmente valide. Il carico immediato consente di evitare alpaziente lunghe attese e diverse sedute chirurgiche. Le personeche possono usufruirne sono diverse, ad esempio gli edentulida lungo tempo o pazienti con denti paradentosici irrecupera-bili. Una giornata di carico immediato è così strutturata: al mattinoil paziente viene sottoposto all’intervento degli impianti prece-dentemente pianificati, quindi viene presa intraoperatoriamentel’impronta di lavoro e consegnata al tecnico che inizia a co-struire in laboratorio una protesi provvisoria in resina con animain metallo. A questo punto dopo aver messo le viti di guarigionee aver suturato i lembi gengivali il paziente viene mandato acasa. Nel tardo pomeriggio il paziente torna in clinica per rice-vere la protesi in resina con rinforzo metallico che viene avvi-tata agli impianti posizionati la mattina. L’anima metallica dellaprotesi è molto importante perché le conferisce la rigidità ne-cessaria affinché gli impianti siano stabili durante i mesi di oste-ointegrazione. La sera è possibile cenare con cibi morbidi efreschi. Dopo 15 giorni vengono tolti i punti di sutura e dopo4/6 mesi verrà consegnata la protesi definitiva avvitata.

ORTODONZIA INVISIBILE: L’APPARECCHIO NON SI VEDE, IL SORRISO SI NOTA!

Ortodonzia linguale: l’apparecchio in ”INCOGNITO”

Invisalign: comodo, trasparente, rimovibile

Ortodonzia estetica: brackets in ceramica

Vieni a trovarci in Via Francesco Petrarca (Cittadella della salute) oppure chiama allo 0761/514237 per prenotare la tua VISITA GRATUITA

e ricorda… “ Un giorno senza sorriso è un giorno perso” Charly Chaplin

Invisalign è una innovativa terapia orto-dontica che permette di riallineare i dentiattraverso una serie di mascherine in poli-mero trasparente e rimovibili costruite sul-l’impronta dentale del paziente. Invisalignsfrutta una tecnologia computerizzata tri-dimensionale che permette di visualizzareprogressivamente il piano di trattamentocompleto dalla posizione iniziale a quellafinale.

L’ortodonzia vestibolare è utilizzata da sempre per il trattamento dei maggioriproblemi ortodontici, l’utilizzo di brackets traslucenti in ceramica offre un’este-tica molto attraente. Questi attacchi sono disegnati per confondersi con il co-lore naturale dei denti e manterranno la loro bellezza durante l’intera duratadel trattamento senza macchiarsi o cambiare colore.

TORNA A SORRIDERE IN UN GIORNO

DENTI FISSI IN MENO DI 12 ORE

MATTINO POMERIGGIO

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13Campo de fiori

PAURA DEL DENTISTA? NO GRAZIE!Presso la nostra clinica hai la possibilità di eseguire gli interventi con il metodo dellaSEDAZIONE COSCIENTE, una innovativa tecnica anestetica in grado di mante-nere il paziente in uno stato di incoscienza apparente. Infatti egli non sente dolore,ma rimane abbastanza cosciente da collaborare alla buona riuscita dell’interventoseguendo le indicazioni del medico.

ORTODONZIA INVISIBILE: L’APPARECCHIO NON SI VEDE, IL SORRISO SI NOTA!

Ortodonzia linguale: l’apparecchio in ”INCOGNITO”

Invisalign: comodo, trasparente, rimovibile

Ortodonzia estetica: brackets in ceramica

L’apparecchio linguale è una metodica pratica-mente invisibile dall’esterno, poiché i bracketsvengono posizionati sulla superficie linguale deidenti ed è indicato per il trattamento di qualsiasiproblema ortodontico. La realizzazione dell’appa-recchio avviene attraverso un processo digitale edopo le impronte dentali, uno studio fotografico eradiologico del caso per creare il risultato finale in-dividualizzato. Tutta la macchina è dietro e men-tre lavora nessuno la vede

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e ricorda… “ Un giorno senza sorriso è un giorno perso” Charly Chaplin

L’ortodonzia vestibolare è utilizzata da sempre per il trattamento dei maggioriproblemi ortodontici, l’utilizzo di brackets traslucenti in ceramica offre un’este-tica molto attraente. Questi attacchi sono disegnati per confondersi con il co-lore naturale dei denti e manterranno la loro bellezza durante l’intera duratadel trattamento senza macchiarsi o cambiare colore.

ESTETICA DEL SORRISO FACCETTE IN CERAMICA E SBIANCAMENTO LASER

Faccette adesive in ceramica

Sbiancamento laser

Le faccette adesive in ceramica sono

un tipo di protesi in grado di restituire

un sorriso bello e sano a giovani e

adulti. Consistono in piccoli strati di ma-

teriali di composito ceramico o disilicato

di litio e possono essere impiegate per

diversi tipi di trattamento : trattamento

cosmetico della forma dei denti; tratta-

mento cosmetico del colore, detto

anche sbiancamento permanente; trat-

tamento di ricopertura di macchie da

fluorosi, antibiotici ed ipoplasie dello

smalto; chiusura di microspazi, ad

esempio piccoli diastemi; piccoli disalli-

neamenti dentali; trattamento di fratture

dei denti centrali in giovani e adulti; ri-

pristino dell’occlusione funzionale in

problemi gnatologici .

Lo sbiancamento dentale èuna procedura odontoia-trica che consente di mi-gliorare il colore dei dentirendendoli più bianchi.Prima di ogni sbianca-mento dentale è impor-tante sottoporsi ad unavisita di controllo per verifi-

care la presenza di otturazioni o corone che non cambiando co-lore dopo il trattamento si noterebbero di più, inoltre è beneeffettuare una seduta di igiene diversi giorni prima per eliminare inmodo accurato placca e tartaro presenti sui denti. La proceduradello sbiancamento laser è molto semplice e consiste nell’applica-zione di un gel a base di perossido d’idrogeno sulla superficie den-tale , il quale verrà colpito dal fascio laser attivando così le molecoledi ossigeno presenti nel gel che andranno a disgregare i pigmentiresponsabili della discromia, restituendo luminosità al sorriso.

Inoltre… TERAPIA LASER :

• Contro il dolore articolare• Per salvare i tuoi denti• Trattamento afte ed Herpes Labialis

• Estetica

• ODONTOIATRIA• GNATOLOGIA• GINECOLOGIA• DERMATOLOGIA• MEDICINA E CHIRURGIA ESTETICA

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14 Campo de fiori

SPAZI LIBERI PER DISCIPLINE VARIE ALLA PALESTRA BUTOKUKAI!

La palestra Judo Butokukai dispone di spazi liberi durante la settimana. Chi avesse bisogno di un luogo per esercitare ed insegnare la propria

attività sportiva, può contattare il 339.8999447 o il 368.3012674

A.S.D. JUDO BUTOKUKAI Dir. Tec. M. Silvano Avigliana

Cintura nera 5° DAN.

LOCALITA’ PIZZOGAROFALO SNC

CIVITA CASTELLANA (VT)

Iljudo è una disciplina varia e complessa che interessa e viene pratica da de-cine di milioni di persone in tutto il mondo senza distinzione di sesso o età.Moderno erede dell’esperienza di combattimento corpo a corpo dei guerrieri

nipponici (Samurai) viene oggi interpretato come sport, come espressione Zen(concentrazione, meditazione), come difesa personale.L’essenza pura di questa disciplina resta però il saper combattere sia pure sim-bolicamente “prima di tutto con se stesso” poi con l’avversario (chi combattesa … che se stesso e l’avversario non sono due cose separate) perché bisognasuperare il fattore difficoltà, pigrizia, insicurezza, conoscenza del proprio corpo,dare tutto se stessi allo spirito di sacrificio e acquisire con duri allenamenti forza,abilità, flessibilità e coraggio.Per combattere bisogna comunque essere preparati con cura da un maestrosullo spirito, mente e corpo. L’allievo deve portare con sé una “piccola dote”: edu-cazione, rispetto, amore per le cose belle e fiducia nel maestro.Inoltre l’individuo oggi sempre meno invogliato ad auto-determinarsi a … “dareper avere” troverà nella pratica del judo benefici sotto l’aspetto fisico, mentale(contro negatività, abitudini, pigrizia e noia), con stima di sé, interesse per le tra-dizioni e lavoro di gruppo.Il judo è una bella invenzione dell’uomo, a chi lo pratica seriamente infondeun’esperienza reale di combattimento all’interno e all’esterno di se stesso.

Il 30 Giugno 2017 nel Dojo Butokukai sisono svolti i consueti esami di cintura.Alla prsenza del maestro c.n. 5° Dan Sil-vano Avigliana, coadiuvato dalla C.N.Salvatore Giaccari e Leonardo Pal-mari. Hanno assistito numerosi parentied amici. Dal prossimo anno indosse-ranno la cintura gialla: Beatrice eDiego Cardellini, Lorenzo D’Antoni,Lorenzo Della Marchesina, Ilaria Luc-cioni e Francesco Mozzicarelli. Sa-ranno cintura verde, invece: Daniele eNicolò Agnelli, Gabriele Carosi, An-

drea Maurizio De Angelis, Cristiano Fac-chin, Alessandro Fioretti, Francesco e Riccardo Pulcini. Cintura blu per Stefano Angeletti,

Riccardo Bizzarri e Francesco Facchin. Infine, cintura nera a Rachele Mei. Congratulazione a tutti i partecipanti!!!

“Cos’è e ... perchè il judo?”

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15Campo de fiori

La cittadina di Civita Castellana ha l’onore di poterospitare la sede operativa della Eco Recycling,presso lo stabilimento della società GSA srl (socia

della Eco Recycling), dove è stato istallato il prototipodel progetto pilota denominato Photolife, un progettocofinanziato nell’ambito del programma LIFE+ (LIFE13ENV/IT/001033) ed ideato per andare incontro adun’esigenza che diventerà sempre più urgente neiprossimi anni, ovvero il corretto smaltimento di pan-nelli fotovoltaici dismessi o giunti a fine vita. L’impiantoè stato costruito all’interno di due container, uno per lasezione di pretrattamento meccanico e l’altro per lasezione di trattamento fisico.

I moduli fotovoltaici a fine vita sono en-trati da poco a far parte della classe di ri-fiuti di apparecchiature elettriche edelettroniche. Per questa categoria esisteuna normativa europea recepita anche inItalia, che prevede specifici tassi di recu-pero e di riciclaggio. In particolare è statafissata una percentuale dell’80% di recu-pero e del 70% di riciclaggio dei materialifino al 2018; limiti destinati ad au-mentare fino all’85% per il recupero eall’80% di riciclaggio dei materiali. L’enorme quantitativo di pannelli non piùfunzionanti atteso nei prossimi anni de-riva da una grande crescita delle fonti e-nergetiche rinnovabili, tra cui ilfotovoltaico, a livello mondiale sostenutain molti casi da politiche di incenti-vazione. Data l’ingente quantità di rifiuti che sarà prodotta, si intuiscela necessità di elaborare un sistema di riciclo e recupero effi-cace, in grado di separare i diversi componenti dei pannelli eriutilizzarli nei vari settori di competenza. Ad oggi non esistonoin Italia impianti di valorizzazione dedicati al trattamento deimoduli fotovoltaici a fine vita che siano in grado di recuperarei diversi componenti conservandone il loro valore; il progetto

Photolife, quindi, mira a trovare una soluzione in-novativa e sostenibile dal punto di vista tecno-logico, ambientale ed economico nell’ottica dellarealizzazione di impianti in piena scala. Il prototipo costruito è in grado di trattare, va-lorizzare e riciclare tutte le principali tipologie dimoduli sia danneggiati che integri, ma non più per-formanti, attualmente in commercio (quelli a basedi silicio, cristallino ed amorfo, a base di tellururodi cadmio e le tecnologie più recenti a base di me-talli come rame, indio, gallio, selenio ovvero iCIS/CIGS).

I risultati ottenuti durante la campagna sperimen-tale effettuata nelle fasi finali del progetto Photo-life sono stati particolarmente soddisfacentisoprattutto per la qualità del vetro recuperato. È stato realizzato un business plan per valutare la

fattibilità economica di un impianto in grado di trattare 4000t/anno di pannelli; l’esito di tale studio è risultato talmente po-sitivo che ha attirato l’attenzione di stakeholder che hanno ma-nifestato l’interesse a costruire quello che sarà il primoimpianto in Italia dedicato alla valorizzazione dei pannelli afine vita nell’ottica di una corretta gestione dei rifiuti fotovol-taici.

Il processo propostoprevede fasi di lavo-razione meccaniche,fisiche e chimiche, chevengono integrate in-sieme per recuperare:

Vetro di alta qualitàe idoneo per il reimpiegoin vetrerie o nell’indus-tria della ceramica;

Materiale plasticoriciclabile;

Alluminio da reim-mettere direttamente sulmercato;

Vetro minuto desti-nato a cementifici o amercati affini.

Il picco di produzione di questi

rifiuti è previsto intorno al 2035e le previsioni stimano un quan-

titativo pari a 1,2 Mt in Italia ecirca 3 Mt in Europa.

A Civita Castellana il prototipo del progetto per lo smaltimento deipannelli solari

ECO RECYCLING presenta

PHOTOLIFE

I DUE CONTAINER CHE CONTENGONO IL PROTOTIPO

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16 Campo de fiori - Salute e benessere 17

La gonalgia è un termine medico utiliz-zato per indicare un dolore generico alginocchio.

Data la complessità e la delicatezza dell’arti-colazione del ginocchi le cause del dolorepossono essere svariate: menischi, lega-menti, rotula, cartilagini, borse, ecc. possonoessere colpiti da processi infiammatori, artro-sici, traumi e malattie sistemiche.Oltre a dover sostenere il peso del corpo, ilginocchio ci permette di fare numerosi movi-menti e per questo è molto esposto a lesionitraumatiche, sia sportive che non.Nella sintomatologia, oltre al dolore più omeno acuto al ginocchio, troviamo anche ver-samento articolare con o senza tumefazione,gonfiore, rossore, calore, impotenza funzio-nale e limitazione articolare.Anche l’età è un fattore che influisce sull’ori-

gine della gonalgia: ad esempio nei soggettigiovani e sportivi il dolore può essere cau-sato da un trauma mentre in un anziano è piùprobabile che il dolore sia dovuto all’artrosi.Tra le cause più frequenti di gonalgia pos-siamo citare l’artrosi, fratture, lesione del me-nisco, lesione o rottura dei legamenti,sindrome femoro rotulea, instabilità della ro-tula, cisti di Baker, tendinite rotuleo, borsiterotulea.Da non dimenticare che il dolore al ginocchiopuò essere causato anche da un cattivo ap-poggio dei piedi, da problemi all’anca, da pro-blemi lombari.Nella Medicina Tradizionale Cinese la go-nalgia appartiene alla classe delle patologieda blocco (Bi Zheng 痹证) ovvero blocco a li-vello dei meridiani che attraversano il ginoc-chio.Il blocco potrebbe derivare da insufficienza diQi, da un agente patogeno esterno (freddo,

Dott.ssa Chen Tung

Fisioterapista

FisiomedikaI DOLORI DEL GINOCCHIO COME CURARE LA GONALGIA

caldo, umidità, vento) traumi distorsivi, stasidi QI e di sangue, o cattiva alimentazione cheha causato uno squilibrio a livello della milzae dello stomaco, con conseguente accumulodi umidità interna al corpo sopratutto tra i mu-scoli e le articolazioni.Per quanto riguarda la terapia è assoluta-mente necessario fare una buona diagnosi alivello di anamnesi, valutazioni obiettive eesami strumentali. Successivamente viene effettuato il tratta-mento migliore, che nella MTC consiste nellosciogliere il blocco riattivando la circolazionedel Qi e del sangue nei meridiani, disperdereeventuali agenti esterni quali freddo e/o ventoe/o umidità, ripristinare l’equilibrio del Qi dellamilza, diminuire e/o eliminare il dolore.Tutto questo viene ottenuto con l’utilizzo dellevarie tecniche della moxibustione, digitopres-sione e coppettazione, con le quali è possi-bile ottenere ottimi risultati dopo 5-6 sedute, aseconda della cronicità della patologia e dellecondizioni fisiche del paziente.

Per qualsiasi informazione e/o appunta-mento: Dott.ssa Chen Tung, Via Torquato

Tasso, Civita Castellana (VT), Tel.347.9072438, [email protected].

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Campo de’ fiori puoi trovarla

gratuitamente tutti i mesi inedicola e presso gli sponsor.

Essa viene inoltre distribuita nelleprincipali attività commerciali dellatua città (bar, ristoranti, pizzerie,tabaccherie, studi medici, farma-cie, panifici, generi alimentari).

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de’ fiori con te per rilassartiin nostra compagnia!

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Quante cose non sapevamo

sull'ACETO DI MELE!

“Medicalimento” ed “Elisir di gioventù”!

17 Campo de fiori - Salute e benessere

L' Aceto di Mele è dalla notte dei tempi conosciutoper le sue virtù medicinali eccezionali, al puntoda essere qualificato come “Elisir di Gioventù” dai

nostri avi. Facciamo il punto delle sue più grandi qualità ap-plicate alla salute.Si distingue per il fatto di essere alcalinizzante invece che aci-dificante per l'organismo. Possiede inoltre qualità antisettichenon indifferenti.

Possiede una marea di virùu per la salute: vi aiuterà ad in-terrompere il singhiozzo o a calmare i sintomi di un raffred-dore. Alcune persone lo usano per trattare problemi come ildiabete, i problemi cardiaci, un tasso di colesterolo elevatoe/o problemi di sovrappeso.Per uno stomaco in cattivo stato, bevete lentamentesorsetti di Aceto di Mele diluito in 2 dita d'acqua.Se un'infezione batterica è alla base della vo-stra diarrea, vi aiuterà a gestire il problemagrazie alle sue virtù antibatteriche. Con-tiene pectina per calmare i vostri spasmiintestinali.Se volete interrompere un fastidioso sin-ghiozzo, basterà un cucchiaio da mine-stra di aceto di mele che, stimolando inervi della gola che sono responsabilidegli spasmi, annullerà il messaggio delsinghiozzo e lo fermerà.Uno studio giapponese ha dimostrato che unconsumo quotidiano di 15 millilitri di aceto dimele ha aiutato i partecipanti allo Studio ad abbassare

il tasso di colesterolo!E' anche un perfetto alleatoper aiutare a perdere peso!Perchè? L'Acido Aceticofrena l'appetito, aumenta ilmetabolismo e diminuiscela ritenzione d'acqua nel-l'organismo. Alcuni ricerca-tori pensano che l'Aceto dimele interferisca con la di-gestione dell'Amido attra-verso il sistema digestivo, ilche vuol dire che meno ca-lorie penetrano nel sistemasanguigno.I crampi notturni possonoindicare un livello insuffi-ciente di potassio nel vostroorganismo. L'Aceto di mele èun ricettacolo di potassio!Ecco un semplice rimedio: 2cucchiai da minestra diAceto insieme a 1 cuc-chiaino di miele in un bic-chiere d'acqua tiepida.Mescolare bene e ….icrampi apparterranno alpassato!

E' anche un ottimo rimedio naturale contro l'Acne dandovi unapelle all'apparenza più sana. Le sue proprietà antibatteriche

aiutano a controllare l'acne: gli acidi malico e lattico con-tenuti nell'Aceto rendono la pelle morbida e fanno da

scrub sull'epidermide aiutando a ridurre rossori eequilibrando il pH della vostra pelle. Molti studi, tra cui quello americano del 2004 pub-blicato nel giornale “Diabetes care” rivelano che solopochi sorsi di aceto di mele potrebbero aiutare amantenere un equilibrio del tasso di zucchero nelsangue. Il consumo di 2 cucchiai di aceto prima di

coricarsi abbassano il tasso di zucchero nel sangue almattino. Alcuni ricercatori pensano che l'effetto anti-

glicemico dell'acido sia la chiave del successo.

Ora che ne sapete di più: fatene buon uso!

Un po' di cultura.Aceto deriva dalla parola latinaacētum, che ha la stessa radiceetimologica *ak-, "essere pungente", del verbo acēre,"inacidire", nonché di ācer,"aguzzo, aspro", acus, "ago",aciēs "filo della spada" (da cuiacciaio). Sempre dal latino(vīnum ācre, "vino acido") de-riva il termine francese vinaigre.

di Josiane Marchand

Naturopata

LA SUA DERIVAZIONEL'Aceto di Mele deriva dalla dop-pia fermentazione del succo dimela. Il suo aspetto è di un bel co-lore dorato con gusto acidulo edal profumo di mela. Ricordiamocomunque che ci vuole un mi-nimo di 4,5% di acido acetico perottenere la dicitura aceto!L'Aceto di Mele deriva dal Sidroche è una prima naturale fer-mentazione alcolica. Il sidro poi sitrasforma a sua volta con un'altrafermentazione che inizia quandola fermentazione alcolica ter-mina: la fermentazione acetica.Un batterio chiamato Myco-derma Aceti ne è la causa. Sitrova allo stato naturale nel Sidroe a contatto con l'ossigeno tra-sforma l'etanolo del Sidro inacido acetico e di conseguenza il

Sidro in Aceto.

FLASECREDENZE!

Voi pensate che l'Acetocontenga alcool? Niente di piùfalso! Non ne può contenere

visto che l'etanolo è stato trasfor-mato in acido acetico.

Provoca bruciori di stomaco?Errore! A dosi moderate re-

golarizza l'acidita ga-strica!

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Paolo Villaggio e la Tuscia

Sarebbe dovuto essere uno di tanti film scritti sulla mia listaper essere trattato prima o poi su questa rubrica, ma la mortedell’attore scrittore genovese Paolo Villaggio, avvenuta il 3 lu-glio scorso, mi ha convinto che era arrivato il momento di rac-contare dei legami cinematografici tra Paolo Villaggio e laTuscia viterbese. E’ giusto ricordare che personaggi come il cinico professorKranz, Giandomenico Fracchia, e il più famoso tragicomico ra-gionier Ugo Fantozzi metafora dell’italiano servile e sotto-messo nei confronti del potere, qualunque esso sia, erappresentante dell’ inadeguatezza culturale dell’uomo medio,sono frutto della sua fantasia.Chi non ha mai riso davanti alle sventure del ragionier Fan-tozzi e della sua sgangherata famiglia? Ma andiamo con or-dine.

Il primo film che lega Paolo Villaggio a questa terra, anche sequasi indirettamente è il film “Brancaleone alle crociate” perla regia di Mario Monicelli, del 1970 dove anche in questo Se-quel (vedi articolo su l’Armata Brancaleone pubblicato in

Campo de’ fiori n. 18/2005)…) si è deciso di ambientare la pel-licola tra il lago di Vico ed i calanchi di Civita di Bagnore-

gio.

Bisognerà aspettare il 1974 e l’uscita del film “ALLA MIA

CARA MAMMA NEL GIORNO DEL SUO COMPLEANNO” perla regia di Luciano Salce perchè questo rapporto diventi an-cora più stretto. Una commedia che narra le vicissitudini e itardivi turbamenti del trentaduenne Fernando detto “Didino”un giovanissimo Paolo Villaggio, ed il rapporto possessivodella madre contessa, fonte di causa del forte complesso Edi-pico di Didino e della sua grande difficoltà nell’ instaurare nor-

mali relazioni con l’altro sesso fino a quando non arriva l’av-venente cameriera Angela (Eleonora Giorgi), che lo fa inna-morare perdutamente, ma la possessione della madre farà inmodo che i due non creino nessun rapporto amoroso…. sfo-ciando il tutto in un finale del tutto tragico. Alcune scene delfilm, infatti, vennero girate proprio nella piazza Umberto I ed

in altre zone di Oriolo Romano.

È uno dei rari film dove al favorevole giudizio della criticaseguì un buon successo di pubblico, segnando inoltre l’iniziodella lunga e fruttuosa collaborazione cinematografica tra Lu-ciano Salce e Paolo Villaggio che li portò l’anno successivo,1975, alla realizzazione del film “Fantozzi.” Primo capitolodella fortunata serie.

CIAK

FANTOZZI “ritratto di un piccolo uomo senza qualità”

Vi starete chiedendo cosa c’entri il film di Fantozzi con la Tu-scia? Ebbene si anche per questo film, il regista Luciano Salcescelse di nuovo questo territorio, per ambientare alcunescene di questo cult-movie del cinema Italiano. Venne sceltaBarbarano Romano, per la mitica scena dove vediamo i dueragionieri Fantozzi e Filini a bordo della famosa Bianchina contanto di barchino da pesca costato “otto kili di cambiali” le-gato nel portapacchi e la loro nuvoletta, oramai entrata an-ch’essa a far parte del lessico Fantozziano, come “nuvola degliimpiegati” o meglio ancora “nuvoletta di Fantozzi”, dove men-tre percorrono la strada che li porterà nel lago per una gior-nata di pesca tra amici, tamponano rovinosamente l’autopresidenziale del “Minitre du pétrol” ferma davanti ad un pas-saggio a livello chiuso in attesa del treno..

18 Campo de fiori

Paolo Villaggio insieme a Vittorio Gasmann in una scenadel film “Brancaleone alle crociate”

La scena della saga di Fantozzi girata a BarbaranoRomano

Paolo Villaggio (al centro) in una scena del film “Alla mia caramamma nel giorno del suo complenno” girata nella piazza Umberto I di Oriolo Romano

in Tusciadi Roberto Moscioni

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Oggi il passaggio a livello non esiste più, è rimasta soltanto unavecchia e arrugginitacroce di Sant’ An-drea che ne ricordal’esistenza., visto chefaceva parte dellalinea oramai di-smessa Orte Civita-vecchia.

CURIOSITÁPaolo Villaggio viene scoperto da Maurizio Costanzo durante uno spettacolodi cabaret e lo convince a trasferirsi a Roma.Paolo Villaggio fu grande amico di infanzia del cantautore Fabrizio de Andrè,e scrisse per lui i testi di due canzoni, “IL FANNULLONE” e “CARLO MARTELLO”Fantozzi prima di diventare un libro ,1971e poi un film 1974, nasce come rac-conto a puntate per L’Europeo dal 1968 . Come interprete del ragionier Fantozzi ,Paolo Villaggio aveva pensato all’at-tore Ugo Tognazzi, poi il regista del film lo convinse che sarebbe dovuto es-sere lui ad interpretarlo.

Ad Oriolo Romano invece, furono girati gli esterni del palazzodove venne ambientata la scena dell’evasione, dalla clinica, chevenne poi tagliata nella versione cinematografica e reinseritasolo nel 2004 con l’uscita del dvd del film. Le mura esterne delpalazzo che si vedono nella scena sono quelle del palazzo Al-tieri (vedi articolo pubblicato su Campo de’ fiori n. 121 - Febbraio

2015). La scena in questione è quella dove vediamo la clinicade “Le Magnolie”, la famosa clinica identica in tutto e per tuttoa una prigione, dove di giorno è severamente vietato mangiaree bere ma di notte vengono servite succulente pietanze ai “car-cerati” a prezzi proibitivi. La scena in questione, sarà riscritta ri-girata e ampliata in “Fantozzi contro tutti” dove verràtrasformata nella famigerata clinica del cattivissimo dottor

Birkenmeyer terzo film della saga ,dove la Tuscia tor-nerà nel finale di quest’ultimo con la scena girata alLago di Vico, dove Fantozzi durante una nuotata, vienepescato da un elicottero antincendio.

Molti altri i titoli dei film girati nella Tuscia che vedonoPaolo villaggio come protagonista come: “I grandi ma-gazzini” “Ho vinto la lotteria di capodanno” , “Le nuovecomiche”, e per ultimo “Fantozzi la clonazione”, decimoed ultimo capitolo della saga girato tra l’altro a CivitaCastellana e Castel Sant’Elia nel 1999.

19Campo de fiori

Paolo Villaggio nella scena finale del film “Fantozzi controtutti” girata al Lago di Vico

Paolo Villaggio in una scena del film “Fantozzi la clonazione” girata a Castel Sant’Elia

Paolo Villaggio in una scena del film “Fantozzi la clonazione” girata in Via 4 giornate di Napoli a Civita Castellana. (Nella foto sotto, l’interno)

Dietro le quinte del film “Fantozzi” il regista LucianoSalce (primo a destra) e Paolo Villaggio (prima a sinistra)mentre in sella ad un trattore porta l’acqua per la scena(nella foto sopra)

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A cura di Rossella Pozza e Catello Masullo

A vederla, questa deliziosa ra-gazza di Civita Castellana, dalsorriso irresistibile, non dire-

sti mai che corra su bolidi a due ruote di1000 cc di cilindrata che arrivano a 317km/h (raggiunti sul rettilineo del Mugello)e che batte i suoi concorrenti maschietti.Ed invece Letizia Marchetti è effettiva-mente campionessa italiana superbike. Edire che ha cominciato ad andare in motosolo all’età di 25 anni,quando ha incon-trato quello che sarebbe diventato suomarito e che di moto è grande appassio-nato. Nel 2004 parte il primo campionatodi motociclismo femminile, e lei si iscrive,un po’ per gioco. Poi però l’anno dopoquel campionato lo vince. Peccato che ilcampionato femminile di moto interessipoco e si vada perdendo. Ma Letizia nonsi perde d’animo e si mette a gareggiarecontro gli uomini, unica donna in compe-tizione, e li batte! Quale testimonial mi-gliore per questa straordinaria campagna

per la sicurezza stradale a due ruote? Letizia Marchetti si è resa subito generosa-mente disponibile a partecipare all’iniziativa. E quando le hanno chiesto di mettersidavanti alla macchina da presa di un film da girare per lanciare la campagna, pur conqualche imbarazzo, non si è tirata indietro. L’idea parte da Walter Luigi Testa, Presidente di Yellow Fire, l’associazione dei mem-bri della Guardia di Finanza appassionati di moto. Yellow Fire è un’associazione benefica che si mette al servizio della comunità e di chine ha più bisogno. Sono alla nona edizione di “Dona un Sorriso”: In occasione del 150°anniversario dell’Unità d’Italia, il presidente Napolitano aveva donato alla Associa-zione una bandiera italiana, che è stata portata in giro per l’Italia dai motociclisti diYellow Fire in moto-staffetta, per 11 giorni, per poi tornare a Roma, dove la bandieraè ancora conservata in una teca in Campidoglio. L’Associazione ha pensato di lan-ciare una campagna sulla sicurezza stradale a due ruote, anche grazie alla spinta pro-positiva di un socio di Frosinone, il Dott. Gerardino Grimaldi, Presidente di LifeSupport Center e promotore della iniziativa di creare a Frosinone la prima città car-dio-protetta. E quale mezzo più efficace di quello cinemato-grafico? Lo ha proposto a Claudio Alfredo Alfonsi, attore,produttore, sceneggiatore e regista che si era già distintonella organizzazione di filmati a forte valenza sociale, come“Sapone di Marsiglia” sulle violenze sui minori, che ha avutol’anno scorso larga eco e successo. Detto fatto, viene prodottoe girato il cortometraggio “Decidi tu!”. Totalmente indipen-dente, finanziato con il solo contributo di generosi sponsor.Con attori professionisti e (non)attori che fanno con questofilm il loro esordio.

DECIDI TU! Una Campagna che promuove la sicurezza stradale a due ruote.

Letizia Marchetti,

campionessa italiana superbike, la testimonial della campagna

“Decidi tu!”.

Foto di Catello Masullo

Walter Luigi Testa, Presidente di Yellow Fire, con Rossella Pozza.

Foto di Catello Masullo

Il film è stato presentato in anteprima venerdì 7 Lu-glio, nella Sala Ramazzini della Caserma della Guar-dia di Finanza di Via della Batteria di Porta Furba, 34a Roma, da un progetto dello Yellow Fire Motoclubgdf, realizzato da Fenice produzioni audiovisive, lastessa che ha già realizzato altri cortometraggi sociali,come “Sapone di Marsiglia”, di cui si è detto pocanzi,dello stesso regista – Claudio Conti , scritto, prodottoed interpretato da Claudio Alfonsi, patrocinato da isti-tuzioni quali Unicef e Miur e finalista in festival na-zionali ed internazionali. Il film, girato in 4k con la nuova Red Epic fornita dallosponsor tecnico Panatronics, sostenuto da Fonda-zione Ania e da Salvagente Italia, tratta della sicurezzastradale sulle due ruote e vuole essere promotoredella divulgazione e utilizzo di defibrillatori e di kit diprimo soccorso tra i gruppi di bikers ed i motoclub. Il film è stato presentato dagli interventi appassionati

di Claudio Alfonsi e diWalter Testa ed ac-compagnato dalla ec-cezionale testimonialLetizia Marchetti edalla troupe pratica-mente al completo. Una campagna di al-tissimo profilo, da so-stenere e proporrenegli istituti scolasticidi ogni ordine egrado.

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Palazzo Canforala location del tuo evento da favola

V e lo avevamo anticipato che sarebbe stato unevento unico nel suo genere, e così è stato! La location

ha senza dubbio fatto la sua buona parte, il resto poi, lo hafatto l’organizzazione che non è stata da meno. Stiamo parlandodel Wedding Open Day di Palazzo Canfora, che si è tenuto sa-bato 24 Giugno. Sembrava quasi di essere su di una splendida ter-razza romana, di quelle che si vedono nei film. Varcato il portoned’ingresso, nell’antico atrio cinquecentesco, un tempo punto di ar-rivo delle carrozze nobiliari, una grande tavola elegantemente ap-parecchiata secondo il gusto della wedding designer BarbaraVissani, a capo del gruppo di organizzatori formato da MartinaPeri e Riccardo Canfora, introduceva gli ospiti in un’atmosferaresa fiabesca anche grazie alle luci di Claudio Strolighi, prima dioltrepassare la cancellata che immette nello splendido giardino.

Nelle sale interne del palazzo era possibile girare fra i vari esposi-tori che hanno peso parte all’evento, accompagnati, tra gli altri, dalDott. Gerry Grassi, psicologo della trasmissione tv “Matrimonio aprima vista” in onda su Sky Uno, da Paola Martinelli make up ar-tist della scuola Studio Cinema Roma e Roberto Antimi noto makeup artist di Viterbo, prima di arrivare al wedding party, con il bouf-fet offerto dal Catering Daniele e Francesco Ferrari .

Ma l’evento ha avuto il suo clou con la sfilata di alta moda, grazieagli splendidi abiti di quattro importanti atelier: Fedeli moda diNepi, che ha aperto portando in passerella tutta l’eleganza dellacerimonia; Mille e una notte di Civita Castellana, che ha sfoggiatoabiti anche per miss curvy e da uomo; Batinelli di Montefiascone,che ha oltre alla cerimonia, ha proposto anche splendidi abiti dasposa e sposo; Silvia Nobili, giovanissima stilista di Palombara Sa-bina, presente nel programma Rai “Detto Fatto” di Caterina Balivo,che ha stupito gli intervenuti con le sue originalissime creazionirealizzate con stoffe sulle quali sono stati stampati splendidi tra-monti, panorami e scorci della sua cittadina, e non solo. Le modellesono state acconciate da Lucia Concordia mentre il trucco è statocurato da Centro estetico K2 e Giulia Lazzarini.

Ad intrattenere il pubblico, tra un cambio d’abito e l’altro, la splendida voce di Tania Freson, giovanee bravissima cantante che vanta nel suo palma res anche importanti collaborazioni con artisti qualiIvana Spagna e partecipazioni a concorsi nazionali come Sanremo. Tra gli ospiti anche l’attrice SerenaBonanno, con i suoi dipinti, per immortalare i momenti più importanti della nostra vita in un quadr,

Maria Teresa Fabris, giornalista di Rai Due,Mauro Massimiliano Calandra post-pro-duction RAI e l’Avv. Gianni Collareta.

Una serata davvero impeccabile, che haaperto le porte di un luogo ricco di tanta sto-ria, nel cuore di Civita Castellana, dando l’av-vio ad una serie di altrettanto begliavvenimenti. Di Palazzo Canfora, una loca-tion perfetta soprattutto per matrimoni, maanche per feste private, ne sentiremo ancoramolto parlare!

PALAZZO CANFORACorso Bruno Buozzi, 37

01033 CIVITA CASTELLANA (VT)

Tel. 3934143184

e-mail: [email protected]

FB: Palazzo Canfora

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INDIMENTICABILI I MOMENTIPIU’ BELLI DELLA TUA VITA

Da sx: Martina Peri,Barbara Vissani eMaria e GiovanniCanfora, proprietaridel palazzo.

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Storie Locali

di Francesca Pelinga

Alla vigilia della proclamazione dell’Unità d’Italia lo StatoPontificio fece eseguire un censimento demografico:l’epoca napoleonica aveva portato ad un progresso di

documentazione della realtà sociale, economica e demografica.L’istituzione dello stato civile secondo la normativa del CodiceNapoleonico e l’impianto del ruolo generale di popolazione conil quale si gettarono le basi della moderna anagrafe comunale.Con la fine della dominazione francese nello Stato Pontificio fusoppresso lo Stato Civile Comunale e fu affidata di nuovo alleparrocchie la tenuta dei registri delle nascite,dei matrimoni edelle morti. Fu invece mantenuto, specie nei principali comuni,il Ruolo della Popolazione, ma con metodi meno rigorosi diquelli della legislazione francese. Nel clima culturale e politicodi questo periodo si senti l’esigenza di una conoscenza siste-matica e attendibile dei fenomeni demografici. Negli anni che precedettero l’unificazione nazionale nella mag-gior parte degli stati italiani fu eseguito il censimento; in Pie-monte nel 1838, in Toscana nel 1841, nel Lombardo-Veneto nel1857, nello Stato Pontificio nel 1853 ed i risultati furono pub-blicati nel 1857. L’iniziativa sembra che fu una decisione di PioIX, ma, nonostante la ripartizione amministrativa del territo-rio in comuni e provincie, fu pertanto la parrocchia l’unita ter-ritoriale di rilevazione, ed i parroci in prima persona furono gliesecutori del censimento, che però doveva essere effettuato at-traverso il reperimento diretto casa per casa. Sul piano opera-tivo furono create una serie di strutture organizzative diretteda assicurare un miglior controllo nell’esecuzione del censi-mento. L’incarico di raccogliere e coordinare i censimenti fu affidatoalle Giunte Comunali, che erano state istituite da poco, e ai Capidelle Magistrature, a cui facevano capo le Giunte, che dovevanodisporre per la legalità delle ricerche a domicilio. Dovevanoiscriversi nel censimento di un Comune tutti coloro che vi di-moravano e coloro che erano assenti momentaneamente eranoannotati come presenti gli appartenenti a determinate catego-rie come: studenti, soldati, ricoverati negli ospedali, e i dete-nuti nelle carceri. Per questi ultimi fu adottato un criteriodiverso: furono censiti sia nel luogo di residenza, sia in quelloin cui si trovavano al momento del rilevamento; lo scopo eradi conoscere la consistenza della popolazione mobile. Il censi-mento fu eseguito in ogni parrocchia per mezzo di un fascicoloa stampa recante nella testata l’indicazione dei requisiti da ac-certare per ogni persona censita; il fascicolo fu redatto elen-cando le persone per casa e per nuclei familiari e compreseronelle famiglie anche coloro che pur non avendo vincoli di pa-rentela facevano parte dell’aggregato domestico: servi, garzoni.

Ma vediamo nella nostra provincia.

CENSIMENTODELLO

STATO PONTIFICIONELL’ANN0 1853

CIVITA CASTELLANA: nu-mero delle case 464, famiglie722, popolazione 3.350 abi-tanti in campagna e 27 dimo-ranti.BORGHETTO (fraz. di CivitaCastellana): case 12, famiglie14, popolazione 68 abitanti, dicui 56 nell’abitato, 12 in cam-pagna. Le parrocchie di CIVITA CA-STELLANA: San Benedettocon 83 case, 125 famiglie e606 parrocchiani; San Grego-rio di Corte con 106 case, 172famiglie, 680 parrocchiani;Santissima Annunziata con275 case, 425 famiglie, parroc-chiani 2.064. BORGHETTO Santissima As-sunta con 12 case 14 famiglie,68 parrocchiani.

In totale nel Comune di CivitaCastellana risalutava una po-polazione stabile di 3.418 abi-tanti, vi erano 22 studenti, 70militari, 197 carcerati.

Ma vediamo alcuni paesi limi-trofi.CORCHIANO: parrocchia di S.Maria con 179 case, 180 fami-glie (di cui 12 in campagna) ,852 parrocchiani.

FABBRICA DI ROMA: parroc-chia S. Silvestro con 395 case,401 famiglie, 1.755 parroc-chiani.

VIGNANELLO: parrocchia S.Maria con 377 case, 556 fami-glie, 2.836 parrocchiani, 7 mili-tari.

CASTEL S.ELIA: popolazione

655. Parrocchia S. AntonioAbate 156 case, 164 famiglie.

GALLESE: popolazione 969.Parrocchia S. Maria 211 case,221 famiglie.

NEPI: popolazione 2.082, 8studenti, 15 militari. Parroc-chie S. Andrea con 10 case,12famiglie; parrocchia S. Crocecon 130 case,152 famiglie; par-rocchia S. Eleuterio 56 case,39famiglie, parrocchia S. Mariacon 161 case,196 famiglie; par-rocchia S. Pietro con 38 case,45 famiglie e 1 ebreo.

VALLERANO 1419 popola-zione,parrocchia S. Andrea con47 case,61 famiglie; parrocchiaS. Vittore con 228 case,267 fa-miglie.

CANEPINA: popolazione2.241, 6 militari. ParrocchiaSantissima Assunta con 330case, 346 famiglie; parrocchiaS. Michele Arcangelo con 126case,149 famiglie.

SORIANO: popolazione 4.048,27 militari, 68 carcerati. Par-rocchia S. Giovanni 239 case,239 famiglie; parrocchia S.Maria 143 case,150 famiglie;parrocchia S. Paolo 277case,310 famiglie; parrocchiaS. Pietro 150 case,165 fami-glie.

Nella provincia di Viterbo viera un Distretto e 11 governi:Viterbo, Acquapendente, Ba-gnorea, Civita Castellana,Montefiascone, Orte, Ronci-glione, Sutri, Toscanella, Valen-tano e Vetralla.

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di Alessandro Soli Tempi spensieratiCome eravamo

I RITRATTI DELLA ROMA NORD3° parte

Come accennavo nel primo articolo di TempiSpensierati il “bevifico rettore” della S. Vino-leum, Otello Ammannato, oltre ad adempiere

l’incarico domenicale della congregazione, esercitavail suo lavoro di Capostazione Roma Nord qui a CivitaCastellana.

Ed è proprio durante quel servizio che poteva ester-nare la sua bravura di caricaturista, ritraendo i suoicolleghi di lavoro, dal personale viaggiante, agli im-piegati, ai manovali delle squadre ecc. insomma tuttipassavano, immancabilmente, sotto l’ironia dei suoitratti di penna tramite le caricature, che hanno resoa distanza di anni, quei personaggi “immortali” (lo-gicamente per chi li ha conosciuti).

Mentre pubblico i volti di questo mini universo chia-mato Roma Nord, per i civitonici (‘a tranvia), mi as-salgono ricordi e rivivo situazioni che hanno toccatola mia gioventù e quella dei miei coetanei, noi, chevivevamo quella realtà, viaggiando appunto sul trenoper recarci chi a Roma, chi a Viterbo per studio.

23Campo de fiori

DIEGO

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BEI BORGHI

CASPERIA

Casperia, in precedenza denominata Aspra, è uno

dei borghi più affascinanti della sabina. Nel 1947 lacomunità di Aspra chiese e ottenne di cambiare il pro-

prio nome in Casperia, identificando erroneamente il proprioterritorio con l’antica Casperia citata da Virgilio nel VII librodell’Eneide. Difficile stabilire a quando risale l’origine della città. Sappiamocon certezza, grazie al ritrovamento di frammenti musivi, sta-tue e resti murari in opus reticolatum di un ninfeo, che il ter-ritorio era popolato in epoca romana, nella località Paranzano.Un documento datato 1109 attesta l’ampliamento dell’anticocastrum e di conseguenza l’origine del borgo attuale.Altra data importante per la storia della città è il 1254, annoin cui il papa Innocenzo IV concesse a tutti gli abitanti delborgo, sia per chi già vi abitava e sia per i nuovi arrivati, pariprivilegi e immunità.Nel 1397 la comunità di Aspra sidiede un proprio statuto, dal qualesi arguisce che il borgo, pur sottola giurisdizione della Chiesa, pos-sedeva una propria autonomia. Ilpodestà, scelto tra gli abitanti fo-restieri, era eletto dal popolo ognisei mesi e il pontefice con i suoirappresentati erano esclusi dal go-verno della città.Dal 1401 al 1592 Aspra fu gover-nata dai Savelli, dopodiché tornòad essere soggetta alla Santa Sede

fino all’unità d’Italia. Casperia, tipicoborgo medievale, è caratterizzata da unaduplice cinta muraria che racchiudel’abitato e che Giuseppe Filippucci Giu-stiniani definì:“ un vero capolavoro di ar-chitettura medioevale“.

Tra i monumenti di particolare interessevi è la chiesa parrocchiale di S. Gio-

vanni Battista. Essa mantiene l’origina-ria torre campanaria di epoca romanica.Più moderna invece è la facciata dell’edi-ficio. L’interno è suddiviso in tre navatee dietro l’altare maggiore è presente unabellissima pala di Jacopo Siculo, raffigu-

rante il Battesimo di Gesù.

L’edificio sacro più stimato sotto il profilo storico-artistico èla chiesa di santa Maria di Legarano, nei pressi del paese.Esso fu affidato per molto tempo alla compagnia di Gesù. Dopola soppressione dell’ordine nel 1773 divenne di proprietà pri-vata. La chiesa, con pianta a croce latina, raccoglie al suo in-terno numerose opere d’arte. Nell’abside principale, dietrouna nicchia, vi è la bellissima scultura lignea policromata rap-presentate la Madonna in maestà, realizzata nel 1489 da CarloDell’Aquila. Di particolare interesse è anche l’affresco dei fra-telli Torresani, famiglia di artisti attivi in sabina nel XVI secolo.L’opera, datata 1561, rappresenta il giudizio universale.

Piccola perla è anche la chiesa di S. Salvatore, facente partedel convento delle benedettine di Priscilla. La chiesa è statacompletamente rimodernata. Del complesso originario resta

però la pala d’altareraffigurante l’Incorona-zione della Vergine,eseguita dall’artista ro-mano Girolamo Batac-chioli.

Per chi volesse visitarequesto incantevoleborgo, non può per-dersi infine lo splen-dido panorama che siammira affacciandosida piazza Umberto Isulla valle del Tevere.

della Dott.ssa Chiara Castriota Scanderbeg

Il toponimoAspra è da

ricondurre all’asperitàdel territorio su cuisorge, anche se, secondoalcuni studiosi esso de-riva invece da un ipote-tico fondatore, il nobileAsprone.

Una perla nel cuore della Sabina

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Lapensione Bartolini era un grosso e tetro parallelepi-pedo a tre piani, senza concessioni alla fantasia, al-l’esterno del quale si affacciavano solo delle grandi

finestre con persiane di legno marrone, sotto un tetto spiovente aquattro, coperto da tegole che una volta erano state rosse.La tipica pensione familiare, ricavata da un edificio primo nove-cento che una volta era probabilmente diviso in appartamenti, oforse no. Le camere erano troppo grandi, e non ho memoria deibagni, ma probabilmente perché ero molto piccolo, e per me eranormale che fossero in corridoio.Quello che ricordo invece con la massima nitidezza è il saporedelle zucchine fritte a bastoncino che ci servivano a tavola. Nonsono mai più riuscito a mangiarne di così buone in tutta la miavita. Per la frittura veramente bisogna essere nati apposta.Perché vi racconto tutto questo? Dopo tutto a voi cosa importa,avrete certamente anche voi i vostri ricordi d’infanzia, anchemolto più interessanti.E magari, invece che in una pensione familiare-prezzi modici inriviera romagnola le vostre vacanze le avete trascorse in qualcherinomata località di montagna, chessò, Cortina, Val d’Aosta, MonteAmiata. Oppure al mare: Amalfi, Taormina…

Ricordo un costumino rosso di lana, da cui, quando era bagnato,scappava fuori quello che un giorno avrebbe rappresentato la miavirilità, e questo mi causava imbarazzo, e insicurezza.Ricordo che vedevo tutti gli altri ragazzi più bravi di me, più grandidi me. Più bravi a fare castelli di sabbia. Più bravi a preparare piste per le gare con le biglie colorate. Più bravi a scavare buche nella sabbia, e a coprirle con un gior-nale per farci cadere dentro qualche malcapitato.Ma la mamma mi impediva di far questo, mi rimproverava dicen-domi che erano cose riprovevoli, pericolose, perché qualcunoavrebbe potuto farsi male. Ed io sapevo che se putacaso qualcunosi fosse fatto male per colpa mia, non avrei avuto un luogo in tuttoil globo terracqueo in cui andarmi a nascondere dalla vergogna! Ho detto la parola magica: VERGOGNA!Mi sembra ora che l’unica vera occupazione di mia madre fossequella di farmi vergognare di tutto il vergognabile!Confortata per di più dal fatto che a crearla è colei che ti ha datola vita, e che fa parte di quelli che “hanno ragione”.Avete mai notato che quando siamo piccoli i nostri genitori “hannosempre ragione”, e tutto ciò che dicono è per noi una regola inos-sidabile? Non abbiamo ancora senso critico, e quando poi crescendo sco-priamo che il papà o la mamma hanno fatto o detto qualcosa disbagliato, rimaniamo molto male, perché dei nostri genitori siamosempre stati partigiani ad oltranza, e scoprire che siamo dallaparte del torto ci sconvolge il mondo fin’allora conosciuto. Poi questo ci aiuta a crescere, a formare la nostra personalità, acontestare i genitori nel loro modo di pensare e di agire, perché fi-nalmente abbiamo una volontà nostra. Ma bisogna aspettarequella amara età che si chiama “adolescenza” e che io chiamereiinvece “dolescenza” perché si soffre, come la crisalide che lascia ilbozzolo e diventa farfalla. Mi piaceva andare in spiaggia, la mattinapresto, quando c’era bassa marea, e potevi camminare per centi-naia di metri nel letto del mare, con l’acqua che ti arrivava appenaalle caviglie.Allora, con il retino ed il secchiello, il berrettino sulla testa (Met-tilo, sai, perché sennò il sole ti fa male!) mi impadronivo del mio

momento di libertà e andavo a dragare le telline nella sabbia..A quei tempi se ne trovavano tante, bastava affondare il retino nellasabbia umida e tirarlo su, sciacquarlo e trovare quelle bellissimebivalve oblunghe (che oggi, se le trovi, le compri in pescheria), al-cune veramente grandi e dorate.La soddisfazione era poi portarle in cucina e farsele preparare.Sempre che non fossero piene di sabbia.

Odiavo la cugina Gabriella! Non era una mia cugina, ma di miamadre, figlia di una sorella di mia nonna, e quindi sua zia.Lei viveva a Bellaria, con la madre vedova, più grande di me di qual-che anno, ma con la malignità tipicamente femminile delle bam-bine in età prepubere, per cui ricordo che andava in giro con soloun paio di slip da bagno, non avendo ancora sviluppato la parte su-periore.Quello che invece aveva sviluppato era quella dose di sadismo suf-ficiente a farmi imbestialire: e mi spiego meglio.La cugina Gabriella non andava a cercar telline, troppo facile! Dopouna mareggiata lei percorreva la spiaggia e raccoglieva le uova diseppia staccate dal fondo, che metteva poi in un secchiello pienod’acqua di mare e mi sventolava sotto il naso, sapendo che io nonne ero capace e che mi sarebbe tanto piaciuto farlo!Non so se avete mai visto delle uova di seppia. Somigliano ad ungrappolo d’uva, ma gli acini sono piccoli, ciascuno con dentro unaminuscola seppiolina! Seconda parola magica: FRUSTRAZIONE.

Altra fonte di frustrazione era il fatto che non sapevo nuotare. Nes-suno mi aveva mai insegnato, probabilmente perché lo ritenevaun compito da evitare. E poi, ciascuno di loro (papà e mamma)aveva imparato da solo. Anzi, mio padre lo avevano buttato dallabarca. Cosa che assolutamente a me non sarebbe capitato, essendomaledettamente rischiosa.Mia madre non so come ha imparato, ma una volta i sistemi si as-somigliavano un po’ tutti: bere o affogare. O stai a galla, o stai a galla,senza tante storie.Naturalmente, un giorno (non ricordo se mio padre o mia madre),penso più per scarico di coscienza che per vera intenzione, miprese, dicendomi:” Vieni che t’insegno a nuotare!”Per me era come se m’avessero detto: “Vieni che ti do il potere delgenio di Aladino.”Solo che lui (o lei) non conosceva le tecniche per l’insegnamento.Non sapeva che a nuotare s’impara non supini, ma sdraiati a fac-cia in giù nell’acqua. Come hanno fatto con me quando alla teneraetà di anni trentadue, sono andato a prendere lezioni di nuoto in pi-scina.Risultato, grandi bevute da parte mia, acqua salata (con cui nonavevo alcuna confidenza) nel naso, negli occhi, nelle orecchie, e seavessi avuto qualche altro pertugio disponibile, avrei riempitoanche quello. Divincolamento rapido da parte mia per salvarmi lavita (mi stavano in effetti affogando), dopodichè, scaricata la co-scienza, nessuno più volle insegnarmi i rudimenti della nobile artedel nuoto, rimandando fatalisticamente l’apprendimento (il mio)ad un imprecisato futuro, del quale nessuno sembrava darsi pen-siero.“Tanto prima o poi, col tempo, imparerà DA SOLO!”Ma… DA SOLO? Se avevo contatto con l’acqua di mare dieci o do-dici volte all’anno! Come avrei potuto imparare “DA SOLO”? Ve lodirò nella prossima puntata.

LA PENSIONE BARTOLINI

di Roberto Ragone

Ricordi d’Infanzia

2° parte

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Fuessenzialmente per merito d’unirrequieto ragioniere di Orvieto,se il Corriere della Sera, agli inizi

del ‘900, divenne uno dei più prestigiosi edautorevoli quotidiani europei. Stiamo ov-viamente parlando di Luigi Barzini, chedopo aver studiato a Perugia, perse benpresto entrambi i genitori (il padre era unsarto di buon nome) e così dovette lasciarela Rupe, per tentare a Roma l’avventuragiornalistica. Iniziò al “Fanfulla” e poi passòal “Corriere della Sera”, quasi per un colpodi fortuna. Scrisse infatti un articolo checolpì molto il segretario di redazione del“Corriere” Luigi Albertini. Il quale lo ingag-giò e lo inviò a Londra per apprendere lalingua e per trasmettere articoli che anda-vano dalla cronaca, allo spettacolo e allosport. Barzini, da studente era poco inclineallo studio, ma da inviato fece mirabilie.Imparò l’inglese, rimanendo a Londra perun anno, inviò servizi, fece foto. La sua collaborazione al giornale di via Sol-ferino durerà ininterrottamente ben 24anni. Il figlio dell’ Etruria sapeva catturarel’attenzione dei lettori con una prosa im-mediata ma ricca di particolari. Aveva la ca-pacità di suggestionare il pubblico, sino alpunto di farlo incuriosire e di ingenerare inesso l’anelito di leggere il seguito della sto-ria nelle successive edizioni del giornale.Barzini aveva inventato un modo nuovo diraccontare, un modo di scrivere rivoluzio-nario per i primi del novecento. Il successolo portò negli scenari più diversi delmondo. In Argentina condusse un’inchie-sta sull’emigrazione italiana; in Maroccoseguì la conferenza di ALGECIRAS, a cuiseguì un avventuroso viaggio in carovananell’entroterra marocchino; in Russia fu alseguito di Vittorio Emanuele III in visita allozar Nicola II. Suscitarono enormi emozionile sue corrispondenze direttamente dalfronte del sanguinoso conflitto russo-giap-ponese. Fu a Tripoli durante la guerra li-

bica, a Panama per l’inaugurazione del-l’omonimo canale, a Trieste nel periodo delmovimento irredentista. Ma la sua famaraggiunse il diapason nel 1907, quandocon il principe Scipione Borghese ed il mec-canico Guizzardi, a bordo dell’automobile“ITALA”, partecipò a quella che sarebbe di-ventata la più clamorosa avventura dellasua carriera: il raid automobilistico Pe-chino-Parigi, organizzato dal quotidianoparigino “Le Matin”. Dopo sedicimila chi-lometri, Barzini arrivò per primo a Parigi:erano trascorsi soltanto 60 giorni dalla par-tenza di Pechino. In quel lasso di tempol’intrepido orvietano aveva inondato di av-venturosi resoconti le redazioni del “Cor-riere” e del “Daily Telegraph” di Londra.Ma accanto ai reportage, Barzini aveva in-viato con grande scrupolo anche moltefoto da lui scattate con buona professio-nalità. Ed il binomio notizie-immagine èun’altra carta vincente che va ad aggiun-gersi allo straordinario modo di raccontared’un “inviato speciale” che rimarrà uniconel panorama giornalistico nazionale.Forse solo Montanelli sarà in seguito ca-pace di ricalcarne le orme. Con l’avvento del fascismo, a cui Barziniaderì, inizia la sua lenta fase calante. Diri-gerà il “Mattino” di Napoli, scriverà sul “Po-polo d’Italia”, sarà nominato senatore delregno, pubblicherà racconti e novelle.Quando cadde il Fascismo fu radiato dal-l’ordine dei giornalisti, un figlio gli morì inun lager nazista, decadde da senatore.Senza i vecchi amici che gli si erano allon-tanati, senza le protezioni di una famiglia,morì, forse suicida, a Milano il 6 settembredel 1947. La sua città natale gli ha dedicato un pic-colo largo in prossimità del Duomo.

di Secondiano Zeroli

di Secondiano Zeroli

A 70 anni dalla morte di Luigi Barzini, orvietano.

Un giornalista grandissimo

inghiottito dai tragici avvenimenti

della storia.

27Campo de fiori

“...Così, dopo la lettura delle pagine delBedini, la visione di Ronciglione mi siè arricchita e completata davanti agli

occhi della mente e anche a quelli del corpo.E, per merito di questo libro, passando fre-quentemente per Ronciglione di ritorno daRoma o diretto a Roma dal paese in cui sononato, non godo più soltanto adesso, come untempo, l’avvicinarsi delle vigne e degli albe-rati dopo la campagna romana nel dolce de-clivio che porta verso le prime case dellacittadina; non vedo più soltanto la casa degliantenati paterni e Piazza della Nave e Mon-tecavallo e i <<Cappuccini>>; non mi vienepiù incontro soltanto la Ronciglione festosa eaccogliente coi suoi balconi pieni di fiori, mavedo adesso attraverso le pagine del volumeche ho letto, anche la Ronciglione di Sant’An-drea e dei <<Torrioni>> e quella, più in là, an-tica e nuova degli opifici, delle ferriere e dellecartiere.Transitando, pur velocemente, quasi ogni set-timana, quando vicino alle rive incantate dellago di Vico, piccolo ma bellissimo – non so seve ne siano altri al mondo uguali, con quellesonde così dolci e lisce, quasi lingue sottili diterra, sotto lo strapiombo dei monti: quellesponde in cui il biondo leggero delle messis’alterna al giallo fortissimo delle stoppie, ilverde tenero dei canneti, a primavera, colviola-azzurro di certe mattine nebbiose –quando sono vicino alle rive del lago di Vico evedo, non lontano dalla strada, i resti di unmuro, ormai so, dopo la lettura di questolibro, che si tratta di vestigia etrusche, cioè diquel popolo, più antico dei Romani, che acco-muna nella lontananza delle origini il paesedove son nato, Bagnoregio, col paese degli an-tenati paterni.Molte cose dimenticherò di paesi lontani,molte dei paesi stranieri in cui tante voltesono stato e ho perfino vissuto. Ma le notizie,apprese per mezzo di questo libro su Ronci-glione, non le dimenticherò.I ricordi, che sono nel sangue, non possonosparire; e già da tempo, nei momenti di ribel-lione per qualche ingiustizia o ira, che nonmancano nell’esistenza di nessuno, sono abi-tuato a dire a me stesso, con un senso sì, dicompiacimento ma anche di timore: <<que-sto è sangue ronciglionese, della popolazioneche, con un atto folle ma generoso, osò op-porsi dalle sue mura, con pochi fucilieri, al-l’esercito straniero che in quegli anni dovevaconquistare quasi tutta l’Europa…>>.I ricordi che sono nel sangue non mentiscono,il passato condiziona in qualche modo la no-stra vita, purchè si abbia la forza di guardarepiù avanti, di non compiacersi del presente,di tenere viva l’aspirazione verso un’apertura,più su. Come chi, dopo essersi abbarbicatoalle radici di un albero, ha l’impressione di ri-salire <<per li rami>>verso la cima, che sidondola nel cielo.

Luglio 1960Bonaventura Tecchi

“Buonaventura Tecchi,tra Bagnoregio e Ronciglione

...continua dal numero precedente

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!° GIORNO - LA PARTENZA E L’ARRIVODi primo mattino partenza per Fiumicino dovealle 9,15 ho il volo per Parigi quindi connessioneper San Jose.Approfitto, come sempre, delle tante ore di voloper ritoccare il programma di viaggio e verificareche tutto sia a posto.Alle 18.00 ore locali atterro a San Jose, quindidritti in hotel dopo aver tirato un respiro di sol-lievo per le valigie arrivate senza contrattempi.

2° GIORNO - PUERTO VEJODi buon mattino, visto il fuso a mio favore,chiamo il tipo del noleggio della moto che gen-tilissimo mi viene a prendere e quindi, dopo laregistrazione dei documenti, mi dà alcuni consi-gli in merito al mio itinerario.La moto è una Suzuki dr650abbastanza datata,ma di meglio non si trova, a parte le solite BMWche in America costano una follia, ma la scelta èanche dettata dal senso pratico visto che siamoin un paese dove il limite massimo di velocità èdi 80 km orari, oltre alla pericolosità delle stradee dei ticos al volante. Poi sono solo, quindi ho bi-sogno di una moto leggera che non mi facciatrovare in difficoltà in caso di una caduta o altro.La prima cosa che faccio è l’acquisto di una SIMlocale, per evitare i soliti salassi del roaming,quindi, con un caldo umido, esco immediata-mente dalla capitale che non hanulla di rilievo da visitare.Mi dirigo, come prima tappa,verso El caribe, la costa atlantica

del paese, ed uscire dalla capitalerisulta abbastanza difficoltoso,non per il traffico che normal-mente attanaglia le capitali delcentro Sudamerica, ma per lascarsa assenza di indicazioni stra-dali ed una viabilità orribile.Finalmente riesco ad uscire dal la-birinto e trovare la Nacional 32che arriva a Puerto Limon chedista circa 150 km.Il primo tratto è molto bello per-

ché si entra in piena giungla, peccato solo chesulla tortuosa strada ci sono molti camion che sisorpassano con difficoltà, in quanto pullula dipolizia e le multe sono molto salate.Arrivati a Siquierres si abbandona completa-mente questo paesaggio idilliaco per una pia-nura anonima e molto calda, dove il traffico deicamion aumenta considerevolmente in quantoci avviciniamo al principale porto dell’Atlantico

del paese caraibico, Moin, da dove, avendoavuto tempo, si potevano effettuare anche delleescursioni sui centinaia di canali che portano altortuguero.Su strada, infatti, incontro un centro urbano chesi chiama La Venecia, e sicuramente il nome gliè stato dato per emulare la nostra straordinariacittà lagunare.In questo tratto di strada e per molti kilometri cisono tantissimi depositi per container e tuttoquesto transito di mezzi pesanti rende l’aria ir-respirabile.Poco prima di Puerto Limon una deviazione mifa evitare di entrare nel centro, in quanto il miodestino è Puerto Viejo che dista circa 60 km daqui e finalmente ecco le spiagge caraibiche del-

l’Oceano Atlantico.

Anche in questa zona ci sono moltissimi canaliche in alcuni tratti scorrono paralleli al mare for-mando delle piccole lagune.

Avventure su due ruote

I reportage del centauro Ermanno Gagliardi

REPORT

COSTARICA

1° parte

La sabbia è bianchissima, le palme altissime, iplatani, insomma siamo al caribe e la tentazionedi mettere le ruote in questa sabbia meravigliosaè tanta, complice l’assenza totale di persone.Metto la freccia ed entrò in questo paradiso.Percorro circa 15 km sul bagnasciuga e non im-maginate che sensazione straordinaria ... mi ri-corda molto l’altra sponda dell’Atlantico quandocon Antonello ed Eugenio andammo a Dakar(ndr vedi Report su Campo de’ fiori n. 139Ott./Nov. 2016 e n. 140 Dic. 2016) e percor-remmo circa 30 km sulla spiaggia prima di arri-vare al lago rosa.Peccato che uno dei tanti fiumi che sfociano nel-l’oceano mi obbliga a ritornare sulla strada prin-cipale ma ormai si sta anche facendo tardi edebbo desistere dal divertimento.Una cosa da tenere presente, viaggiando in Co-starica, è l’orario, in quanto alle 17.00 è già buio,mentre alle 5.00 di mattino già si vede. Bisognaabituarsi a questi nuovi orari, per cui, massimoalle 16.00, bisogna aver trovato la sistemazioneper la notte.Non bisogna poi dimenticare che siamo co-munque in un paese del centro Sudamerica el’aspetto criminalità non va mai sottovalutato,quindi è impensabile viaggiare di notte oltre-tutto da solo.Sulla strada passo Cahuita, nota località turistica

della costa, ma preferisco la-sciare la visita al giorno suc-cessivo perchè vogliodormire a Puerto Viejo.Raggiunto il piccolo centrovedo una bandiera italianafuori da un bar e per patriot-tismo mi fermo, quindi faccioamicizia con un simpatico ve-neziano doc che sta per tra-sferirsi qui.Considerate che in questaparte di costa vivono tantis-simi nostri concittadini chehanno deciso di cambiar vita,mentre la costa pacifica è più

Ermanno Gagliardi sul lato atlantico della Costarica

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La giornata è dedicataalla visita del vulcano

Iratzu il più alto dellaCosta Rica e dell’Ame-rica centrale, con i suoi3.452 metri.Lascio Turrialba ma an-ziché percorrere la piùveloce strada nazionaleche porta a Cartago,preferisco farne una in-terna per la Cordigliera,con tratti sterrati moltobelli nella giungla ticas.Mano a mano che si ini-zia a salire però il tempoinizia a rifare i capricci...Fermata obbligata perindossare la tuta antiac-qua... e giù, di nuovo ac-

quazzone tropicale. Quindi arrivo alla sommitàdel vulcano.C’è da pagare 15 dollari per la visita ed il tipodella biglietteria mi avvisa che il tempo è brutto,come se non me ne fossi accorto, e che proba-bilmente non si vede molto ma che faccio tornoindietro senza aver visto nulla?Decido comunque di entrare e siamo vera-mente in pochi e nei pochi attimi che il ventospazza via le enormi e minacciose nubi si intra-vede il laghetto verde nel cratere del vulcano at-tivo... straordinario! Riparto, anche perché in serata ho appunta-mento aLa Fortuna San Carlocon un amico chevive qui, per poi visitare all’indomani il vulcanoArenal a nord del paese.Il tempo si fa sempre peggiorre, entro in SanJosè, con un traffico impressionante visto il dilu-vio universale, e per trovare la strada per usciredalla città perdo non poco tempo.Arrivo a San Ramon e già sono le 16,30, do-mando ad un benzinaio quanto manca ancorae mi risponde nel modo classico del mondo la-tino, cioè non in kilometri ma in tempo: due ore!Avviso Nicola che non mi fido di percorrere dueore al buio sotto questa pioggia, quindi trovo unposto per dormire e mi fermo a San Ramon.Ho il tempo di farmi una doccia ed andare incentro per piccole compere e devo dire che lacittadina pullula di bellissima gioventù!

continua sul prossimo numero...

prenotare un bed e breakfast che il navigatoredice di essere il luogo più vicino... dista ancora42 km che percorsi in queste strade in pienasono veramente tanti.Arrivati al km 36 il navigatore mi dice di abban-donare la principale strada asfaltata per unasterrata, che con questa pioggia è diventata unafangaia incredibile. Pazienza! Mancavano solo 6km, pensavo, ma non credevo che ad un certopunto questa strada sterrata, sarebbe diventataquasi una mulattiera dai ripidi saliscendi, tantoche, credendo che il GPS mi stesse ingannando,mi fermo a suonare alla porta di una abitazioneper chiedere se veramente esistesse il B &B nellevicinanze. La signora, sotto lo scroscio d’acqua,mi conforta rispondendo in maniera afferma-tiva.Arrivato al B & B completamente bagnato esporco del tanto fango, vengo ripagato dalla sug-gestiva posizione e dal balcone della mia cameracon vista su una vallata piena di laghi e vera-mente da cartolina!Stanco ed affamato, visto che non c’è modo dimangiare nulla oltre le mie scatolette di emer-genza, mi metto a dormire.

4° GIORNO - IL VULCANO IRATZUAl mattino sembra che il tempo si sia un pocoaperto anche se rimane nuvoloso, dopo aver di-luviato tutta la notte. Quasi tutti i vestiti si sonoasciugati anche perché ho utilizzato il ventila-tore, che tutte le camere da queste parti hanno,come asciugatrice.

terreno dei gringos.Prima di cena non resistoalla tentazione di farmi unbagno nella spiaggia dasogno di fronte al risto-rante. Dopo aver gustato deglispaghetti alle sarde percena, cucinati da Luca conuna ricetta tradizionaleveneziana, e aver scam-biato due chiacchiere,preparo il letto nella ca-bana con la zanzariera, perevitare di essere divoratodalle zanzare

3° GIORNO - CA-HULLA E TURRIALBAIl giorno successivo mi alzodi buon ora e la prima cosa che faccio è un belbagno nelle calde acque caraibiche… e comenon approfittare!!Saluto la simpaticissima coppia di italiani e midirigo ancora più a sud dopo aver fatto un ulte-riore giretto per le strade polverose di PuertoViejo.RaggiungoPunta Uva, un ulteriore pezzo di pa-

radiso sui Caraibi, quindi Manzanilloultimo vil-laggio prima della laguna che separa conPanama.Questa è una vera zona di frontiera e l’impor-tante traffico di droga cerca di essere contrastatodalla tanta polizia presente. La Costarica è l’unicopaese latino a non avere esercito e quindi devecontare solo su di essa.Dopo le foto di rito torno indietro perchè devoraggiungere Turrialba per poi visitare, l’indo-mani, il vulcano Iratzu. Decido di fare tappaanche nel ridente villaggio di Cahuila, dove vivela maggior parte dei nostri connazionali resi-denti in Costa Rica.Arrivato al villaggio, si capisce subito che è metastabile di occidentali e, come Puerto Viejo, èpieno di localini, bar, pub ristoranti, e la gentegira per il meraviglioso lungomare di Playa Negrain maniera chiaramente informale e vacanziera.Adesso è giunta l’ora di lasciare definitivamenteil carnet per ritornare all’interno.Percorsi circa altri 80 km, raggiungo la devia-zione per Turrialba, ma da qui in poi inizia il fini-mondo con una pioggia torrenziale tropicale dadoversi più volte fermare. Provvedo anche a

Ermanno Gagliardi con il Vulcano Iratzu sullo sfondo

29Campo de fiori

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30 Campo de fiori

di Bruna Ferrini

Intorno a questo titolo si aggirano infi-nite domande e riflessioni. In moltihanno affrontato l’argomento ed Italo

de Feo, notissimo giornalista-scrittore emolto altro di un recente passato, non ètra gli ultimi ad avere scritto delle osser-vazioni lunghe circa 700 pagine. Moltobello il titolo del suo “librone” pubblicatonel 1962.“Venti secoli di giornalismo. Le grandifirme e i grandi reportages della storia”. La prima pagina è dedicata ad una soladomanda. Che cosa è il giornalismo?

La risposta è difficile o almeno è varia , in-definibile in una sola parola ed in effetti DeFeo le dedica le prime sette pagine e traqueste un passaggio lo riserva anche al-l’Enciclopedia Britannica. Questa annota (ed.1960) che “Il giornalismo comprende lacompilazione e lapubblicazione di gior-nali e periodici”. Sep-pur vero, osserval’autore, ben altro è illavoro giornalistico. Ericorda quanto furono“giornalisti” ancheuomini del passatocome i politici, i poeti,gli statisti , i letteratitra cui Franklin Roo-sevelt, Mark Twain,Whitman, lo stessoChurchill e molti altrinel mondo. Ed infineripiega su quanto giàaccennato: “A noisembra che dare una

definizione di giornalismo, come dare unadefinizione dell’arte, sembra un’ impresadisperata, quasi impossibile”.

Tuttavia De Feo elabora la più lineare defi-nizione: “Si vuole intendere la produzionee la trasmissione di notizie . Sono antichequanto il mondo e si perdono nella nottedei tempi”. . Con una osservazione ed uninvito quanto mai attuale: nulla è estra-neo al giornalismo quanto la noia, “qualemancanza di essenzialità che rende sterileogni opera di pensiero”. In quanto all’arte,l’autore ne ha fatto motivo di riflessione ri-salendo alle origini della comunicazione odel racconto e portando l’esempio dei leg-gendari Sumeri ( IV millennio a.C.) le cuipietre raccontavano già le imprese e lebattaglie secondo una loro tecnica “chenon tocca la sostanza”. De Feo è chiaro in

questo concetto, e giàpossiamo intravederein quelle pietre l’artenella configurazionedei disegni e delle posi-zioni. Il tutto senza pa-role!

Passando oltre, entra ingioco Erodoto definitoil “padre della storia”perché viaggiò moltovolendosi rendereconto della realtà sulposto e lasciando rela-zioni su incontri, sco-perte, popolazioni tracui: “gli Agatirsi con ledonne in comune, iNeuri o lupi mannari,gli Argipei e gli Issedoni

che dormivano sei mesi l’anno come lemarmotte, le Amazzoni popolo di valchi-rie, gli Iperborei rassomiglianti ad abomi-nevoli uomini delle nevi”. Tutteinvenzioni? De Feo non crede proprio escrive: “Quando Erodoto narra di esseregiunto ai confini del mondo … ove non puòproseguire per i fiocchi che cadono dalcielo” non ci vuole molto a capire che è ar-rivato alla steppa russa”. “Sicuramente un inviato speciale di ogginon potrebbe dire molto più...” conclude.

Quali “LE ORIGINI DELL’ARTEGIORNALISTICA”?

Se lo chiede Italo De Feo in un libro di 26 capitoli

ITALO DE FEOItalo De Feo (Mirabella Eclano, 30 aprile1912 – Roma, 6 marzo 1985) è statouno scrittore, critico letterario, saggista egiornalista italiano. Ha conseguito nel1952 il premio Saint Vincent per il gior-nalismo e nel 1956 il premio del Presi-dente della Repubblica. Ha insegnato ecollaborato a diverse riviste e molti gior-nali, acquistando una varia esperienzae una tecnica che aveva come presup-posto l’esatta informazione e la seriacultura. Tra molto altro, ha pubblicato”L’Italia deinostri nonni”. Fu tra i primi a ricono-scerne il merito e la collaborazione cheancora oggi sostiene i giovani con orgo-glio ed amore. Era il padre della giornalista ed ex sena-trice Diana De Feo, nonché suocero del-l'ex conduttore del TG1 e del TG4 EmilioFede.

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31Campo de fiori

Passa poi a ricordare Pla-tone e a morte di Socratecosì come questi la de-scrive nei Dialoghi. Nel li-brone ne sono riportatedue pagine stupende, ma ilnostro spazio non può reg-gerne la lunghezza. Ne ri-cordiamo la breve chiusuradello stesso Platone: “fu lafine dell’amico nostro: unuomo , noi possiamo dirlo,di quelli che allora cono-scemmo il migliore; e senzaparagone il più savio e il piùgiusto”.

Prosegue la storia del gior-nalismo con l’autore che ciricorda gli “Annali” dell’an-tica Roma. Lo affermano

Cicerone e Servio nel “De Oratore” dovescrivono: ”Allo scopo di conservare tutti glieventi pubblici, il pontefice massimo (Pu-blio Mucio 133 avanti Cristo) metteva periscritto tutti i fatti dell’anno su di una ta-vola bianca che teneva nella propria di-mora (Annales maximi)… pur di essereintesi, ritennero che vi sia una sola lode aldire: l’essere concisi”. Così, si contentarono del solo raccontare,mettendo in evidenza la necessaria brevitàdella notizia. Ed arriviamo a Catone il vecchio.De Feo apre si di lui con un’osservazioneche ci meraviglia. Ecco perché. “La tradi-zione ci conserva alcune particolarità degliantichi annalisti, come l’ostinazione di Ca-tone il vecchio nel racconto che egli fecenelle “Origines” dell’antica storia di Roma,a tacere i nomi delle persone riferendo gliavvenimenti“. E per chiarire la sua osser-vazione, si riferisce a Concetto Marchesidel quale riporta un brano della sua Storiadella Letteratura Latina . vol. 1 ed Princi-pato, Messina. “Catone è tutto compreso della concezionedello Stato della comunità politica costi-tuita; i magistrati e i generali valgono perl’ufficio che la comunità ha loro conferito,non per il nome che portano”. Per curiosità, aggiungiamo quella che ap-pare una critica di Plinio al riguardo: “ Ca-tone soppresse i nomi dei generali ericordò invece quello di un elefante cheaveva bravamente combattuto nelle

schiere cartaginesi”. Nome rimasto ignotoper noi e per la storia, lasciando un incol-mabile vuoto.

E giunge anche Benedetto Croce a riflet-tere sul contenuto d’arte del pensiero gior-nalistico: quale uomo di scienza e dicritica, cerca di vedere chiaro in se stessoe di soddisfare se stesso nell’immagine enel pensiero che forma (scrivendo, nda) eche comunicherà agli altri disposti ad ac-cettarli. Concetto che si ritrova negli “Ora-tores” ovvero nei giornalisti del passato ilcui maggior pregio era la “ facondia” (ma-gniloquenza, nda) quasi a confermare cheil racconto giornalistico può contenerel’arte come “categoria dello spirito”. Infondo, ciò che conta è narrare i fatti umaniaffinchè se ne abbia notizia e partecipa-zione, evitando la noia (è De Feo e nonsolo a ricordarcelo). Noia: così estranea e pericolosa per arri-vare al fondo pagina! Non l’ha conosciutaErodoto, che si suol dire il primo giornali-sta che del mondo dell’ poca ha dato noti-zie recandosi sul posto. “Egli rende contodelle terre fertilissime digrano, del nostalgico scor-rere dei fiumi, della ma-niera con la quale icontadini attaccano i ca-valli, parla della sauna odello sconosciuto bagno divapore, studia le società se-grete, descrive la manieradi scalpare un nemico, diricamare le camicie”. La narrazione era fatta per“singulos dies” ,giorno pergiorno in una specie di “giornale murale”, un archi-vio per il futuro. AncheGiulio Cesare non usò lun-ghe descrizioni delle suegesta: preferì i “Commen-tari”, un modo riassuntivo, diremmo oggi,per raccogliere gli eventi delle guerra gal-lica. Cicerone ne descrive la pura bellezza:“Nudi, schietti, belli sono quasi svestiti diogni ornamento … perchè niente è più gra-dito nella storia di quella pura e luminosabrevità”. E con quale “arte” lo racconta Ci-cerone! E se esisteva in lui, perché igno-rarla oggi? Se la prima riga di questa miabreve relazione è stata concepita come es-senziale, la conclusione può essere quella

di De Feo: il giornalismo è anche arte.Peccato che le notizie molto spesso non losiano e che diventi imperativo nascon-derne tra le righe lo sgomento! Impor-tante è riuscirci… senza annoiare.

Non annoiavano gli “Avvisi” che più tardi,nel 1566 circa, facevano i papi a comin-ciare da Pio V e VI. Con la lotta alle corti-giane che non potevano abitare la stradaperché ..” Non è bene comportar che le piùbelle strade di Roma santa siano abitatedalle meretrici. Città che per specchio delmondo tutta dovrà essere monda da viciiet peccati a confusione d’infedeli et here-tici”.

A Napoli, scriveva versi Giovanni dellaCarriola, un poeta-novellante che cantavadi Marzia Basile, moglie di un certo Domi-zio e madre di una bambina , che fu presad’amore per un altro uomo. Temendo lagelosia del primo, ne inscenò con l’amantel’uccisione. Gli offrì una bella e sontuosacena dicendo: “Mangia, marito mio,…buone ha vivande e prezioso vino. Addor-

mentossi il me-schino con pena …Ecco l’amante conl’aguzzino e l’assal-tarono con ira etempesta; l’iniquamoglie gli tiene latesta”. Dopo di che,cercò di imbrogliaretutti dando la colpaad una serva e pian-gendo: “Ditemi perpietà un miserere”.Alla fine, al caderche fece la mannaia:“Gesù, Gesù…. Gri-dano i circostanti…a piangere comin-ciarono tutti quanti.

La bella donna, sì tenuta cara, perse ad untempo la beltà e gli amanti”. Morale d’epoca: “Chi al male si confida,questo aspetta, morir con strazi, tormentoe vendetta”.

E chiudo qui, proprio per non incorrere nelgrave errore della noia e nelle varie peri-pezie del giornalismo moderno e politicodegne di ben altra storia.

E giunge anche BenedettoCroce a riflettere sul conte-nuto d’arte del pensierogiornalistico, quale uomo discienza e di critica.

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32 Campo de fiori

UNITER APTI

Hanno deciso di ri-

spolverare il passatoinsieme, un passato

per alcuni più recente, per altri unpo’ meno, ma che comunque, inqualche modo, li accomuna. Sitratta degli ex alunni del liceo clas-sico di Civita Castellana, un temposede distaccata del Mariano Bu-ratti di Viterbo, oggi, ormai daqualche anno, entrato a far partedell’Istituto di scuola superiorecomprensivo intitolato a Giu-seppe Colasanti, che hanno de-ciso di costituire una bellaassociazione, per condividere nonsoltanto i ricordi del passato maanche passioni ed iniziative.

L’associazione, nata il 4 Aprile2017, è stata ufficialmente pre-sentata il 16 Giugno 2017 pressola curia vescovile di Civita Castel-lana. Sono intervenuti, per l’occa-sione, il Vescovo S.E. RomanoRossi, il sindaco Gianluca Angelellied il Preside dell’Istituto ColasantiProf. Bonelli. Essa si chiama Uni-ter Apti (letteralmente “unitamente formati”), citazione ov-viamente classica, ripresa da un passo del De rerum Natura diLucrezio, e ne è presidente Filippo Belloni, mentre AntonioSpaziano ricopre la carica di Vice-presidente, Barbara Pasto-relli quella di segretario e Patrizia Cancilla quella di tesoriere.

L’associazione conta già quasi cento iscritti, un numero sen-z’altro destinato a crescere se si considera il fatto che il liceoclassico è uno degli istituti di scuola superiori più vecchi dellacittadina e che ha formato negli anni centinaia di alunni dellazona (provenienti non solo dalla stessa Civita Castellana, ma

anche dai limitrofi paesi di Fa-brica di Roma, Corchiano, Car-bognano, Gallese, Vignanello,Nepi…), molti dei quali sonodiventati oggi stimati e rino-mati professionisti, tra le vec-chie guardie, e tanti altri sonodestinati a diventarlo, tra lenuove leve.

Nei diversi incontri tenutisi,sono già emerse interessantiproposte per l’organizzazionedi eventi culturali che possanocoinvolgere tutta la popola-zione, per valorizzare le nostreradici classiche, fondamentodell’associazione stessa, maanche di eventi a più ampiospettro come concerti musi-cali o ancora escursioni pae-saggistico-naturalistiche opartecipazioni a mostra di pit-tura, scultura, fotografia, pro-poste nella capitale.L’associazione intende aprirsia collaborazioni con altre re-altà culturali già esistenti perpoter offrire manifestazioni di

spessore.

È attivo anche il sito dell’associazionehttps://uniterapti.jimdo.com/ e la pa-gina facebook Uniterapti attraverso laquale potersi iscrivere all’associazionee tenersi aggiornati su tutti gli eventi.

La neofondata associazione che

riunisce gli ex alunni del

Liceo Classico di Civita Castellana

di Ermelinda Benedetti

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34 Campo de fiori

Le moto della nostra infanzia

Questa moto entrò in produ-zione a Mandello nel 1928 efu subito successo per l’intro-

duzione del cosiddetto telaio elastico

che dava maggior conforto per chi laguidava; essa è famosa anche perl’impresa compiuta sempre nel 1928da Giuseppe Guzzi. Giuseppe fu pro-tagonista del raid con partenza daMondello e destinazione finale CapoNord che è ubicato nella parte più anord della Norvegia; il viaggio in motoebbe una durata di 28 giorni com-prese le soste. La moto fu chiamataNorge in onore alla prima trasvolatadel Polo Nord compiuta nel 1926 daldirigibile Norge, dirigibile progettatoe realizzato in Italia nel 1924 dall’al-lora Colonnello Nobile.La moto Norge era dotata di un mo-tore monocilindrico a 4 tempi di 1498cm cubi di cilindrata con un cambio atre marce. Sia i freni anteriori che po-steriori erano a tamburo; la sua velo-cità massima era di 100 Km/h.Nel periodo che va dal 1928 al 1939 laGuzzi mise in produzione ben 9 mo-delli di moto : la sport 14 di 498 cm3

nel 1929, la GT16 di 499 cm3 nel 1931,la Sport15 di 498 cm3 nel 1931, laGT17 di 499 cm3 nel 1932, la GTS di498 cm3 nel 1934, l’Alce di 498 cm3

nel 1939, l’Airone di 248 cm3 nel 1939.Per motivi di spazio descriverò solo idue modelli, secondo me più impor-tanti del periodo sopra detto; l’Alce el’Airone.

Questa moto della Guzzi chia-mata Alce, nacque nel 1939,essa fu concepita e progettata

principalmente per scopi militari; in-fatti il più importante cliente ed utiliz-zatore fu l’ Esercito Italiano….a queitempi chiamato Regio Esercito in siglaRE; l’acronimo era stampigliato sul pa-rafango della ruota anteriore, come sipuò notare in numerose foto.L’alce fu una moto derivata dalla pre-cedente GT17 e rimase in produzionedal 1939 al 1945…anche se dopo il1943 , ne furono costruiti pochi esem-plari a causa dei continui bombarda-menti che danneggiavanocontinuamente le strutture produttive; comunque in totale ne vennero prodotte in nu-mero di 6390 esemplari..principalmente date in dotazione all’esercito (la maggior parte aiBersaglieri) alla Milizia Stradale (nome della Polizia Stradaledi allora) ed alla Polizia dell’africaOrientale Italiana.La moto Alce fu costruita inminor esemplari anche in ver-sione civile…..essa non si disco-stava di molto da quella militare.

Nella versione biposto è stato inserito un manubrio fra i due selliniche fa da appoggio al passeggero seduto dietro. Inoltre fu concepita anche la versionemotocarro da trasporto… utilizzata per scopi militari.

E’ ovvio che non poteva man-care la versione motocarroz-zetta che poteva portare tremilitari…molto simile a quellatedesca di quei tempi…ed ol-tretutto ancora piu veloce!.....èsolo la quantità di esemplariprodotti che fu di un rapportodi 1 a 100 comparato conquelle della BMW Germanica.

…Continua sul prossimo numero…

di Arnaldo [email protected]

Carlo Guzzi

2° parte

Moto GuzziN

on nascondo che mipiacerebbe parlare ditutti i modelli di questo

importante marchio italiano…fino ad ora, ne sono stati pro-dotti ben 50!...mi è impossi-bile trattarli tutti!...diconseguenza scriverò di quelliche hanno avuto, secondome, il maggior successo.

Moto Guzzi GT 500 Norge Moto Guzzi Alce

Moto Guzzi Alce utilizzata principalmente

dai bersaglieri motociclisti

Moto Guzzi Alce versione motocarro…

chiamata anche Trialce

Moto Guzzi Alce del

1942 versione militare

del Regio Esercito

Sidecar Motoguzzi

del regio Esercito

2° Guerra Mondiale

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35Campo de fiori

Roma com’era

Ostia, 1924.

“Il mare di Roma”.Così è considerato

il lido di Ostia, giàaffollatissimo neiprimi del ‘900,

frequentato soprat-tutto dagli abitantidella capitale checercavano lì, ieri

come og gi, un po’ direfrigerio al caldodella grande città.

Sullo sfondo lo sto-rico stabilimento“Al Pontile” di

Ostia, aperto pro-prio il 10 Agosto1924, in occasionedell'inaugurazionedella linea fer rovia-ria che congiungeva

Ostia a Roma. Progettato dall'ar-

chitetto Giovan Battista Milani, era considerato all’epoca il più

maestoso di tuttaEuropa.

Sviluppato su trepiani, era intera-

mente realizzato inlegno (salvo le mura

portanti). Vi erano al suo in-terno Caffè, Risto-

rante e Sala daBallo, ma anchesale per le cure,campi da tennis,

ampie ter razze, ca-merini e perfino il

cinematografo.

Campo de fiori

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L’angolo del Collezionista

BLOGCome sempre, prima di salutarci, vi rinnovo l’invito nel salottino del mio blog:http://bonbontonmania.blogspot.it/ con tante idee, consigli e ricette per es-sere sempre al passo con i tempi, perché ricordiamo che l’educazione, ilbuon gusto e la buona cucina, non passano mai di moda!!!

Tutti d’Estate amiamo letture “più leggere”, vi immagino, cari lettori, al mare, inmontagna, al lago, in campagna o anche semplicemente a casa, magari sul di-vano o in giardino, sorseggiando una bella bibita fresca..

Ovunque voi siate, vi auguro di trascorrere una serena Estate e vi lascio in compagniadi una delle mie scrittrici preferite che ha saputo “fermare” la descrizione di questa sta-gione con parole che evocano colori e ricordi…

di Letizia Chilelli

S arà Es ta t eSarà Estate - finalmente.

Signore - con ombrellini -Signori a zonzo - con Bastoni da passeggio -

E Bambine - con Bambole -Coloreranno il pallido paesaggio -

Come fossero uno splendente Mazzo di fiori -Sebbene sommerso, nel Pario -

Il Villaggio giaccia - oggi -

I Lillà - curvati dai molti anni -Si piegheranno sotto il purpureo peso -Le Api - non disdegneranno la melodia -

Che i loro Antenati - ronzarono -

La Rosa Selvatica - diventerà rossa nella Terra palustre -L’Aster - sulla Collina

Il suo perenne aspetto - fisserà -E si Assicureranno le Genziane - collari di pizzo -

Finché l’Estate ripiegherà il suo miracolo -Come le Donne - ripiegano - le loro Gonne -

O i Preti - ripongono i Simboli -Quando il Sacramento - è terminato -

EMILY DICKINSON

Un ultimo consi-glio prima di chiu-dere: riscoprite ilpiacere della let-tura, soprattutto inquesta stagionepoiché come diceItalo Calvino: “IlBuon Lettoreaspetta le vacanzecon impazienza. Harimandato alle set-timane che passeràin una solitaria lo-calità marina omontana un certonumero di lettureche gli stanno acuore e già pregustala gioia delle siesteall’ombra, il frusciodelle pagine, l’ab-bandono al fascinod’altri mondi tra-smesso dalle fitterighe dei capitoli”.

Buona Estate!

36 Campo de fiori

A tavola cò zì Letizia

Tour enogastronomico

tra le tipiche ricette regionali di una volta

Di Letizia Chilelli

Er cocomero m’briaco!

Direttamente dal quaderno delle ricettedella mia mamma, eccovi questa rinfre-scante preparazione da servire come unpiacevole e gustoso dopo pasto!

Ingredienti: - Cocomero,- Liquore che più gradite (è raccomandatoun buon amaro, visto che si serve a finepasto).

In cucina:- Siringhe.

Procedimento:Preparate in anticipo il vostro cocomeroche “ubriacherete” grazie a delle iniezionidi liquore (circa 6-7 per un frutto di di-mensione media, il numero varierà a se-conda dei vostri gusti) che praticherete invarie parti, lo deporrete in un luogo fre-sco, meglio se in frigorifero e lo serviretetagliato a fette su di un vassoio “guarnito”con del ghiaccio. Con questo metodo si può preparareanche il melone.

Consiglio PraticoSe volete utilizzare come originale

coppa, dove poter servire una fresca ma-cedonia, la metà di un melone, taglia-tene una piccola fetta sul lato opposto,

in questo modo eviterete che la “calotta”rotoli sul piano di appoggio

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38 Campo de fiori

Civita Castellana.

Anno 1943.

Da sx: Roberto Rossi,

Ivano Rossi,

Candido Rossi,

Tommaso Rossi (Ngilò),

Antonia Merlini.

Sullo sfondo, la casetta

della ceramica

Marcantoni dove ‘Ngilò

faceva servizio.

Foto della sig.ra

Antonella Rossi.

Campo de fiori

Civita Castellana. Fine ‘800. Foto archivio Roberto Felicetti.

Album de i r i cord i

Campo de fiori

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39Campo de fiori

Civita Castellana. Anni ‘50. Giardino dell’Istituto d’arte “U. Midossi”.

In piedi da dx: Luigina Mancini, .... In basso da dx: Renzo D'Antoni,

Giuliana Valeri, Italia ..., e Sandra Rotondi

Civita Castellana. 26 Aprile 1952.

Da sx: Enzo e Giuseppe Massccesi

Campo de fiori Campo de fiori

Campo de fiori

INVIATE LE VOSTRE

VECCHIE FOTOa [email protected] o

tramite WHATSAPP al

328.3513316. In alternativa

potete recapitarle presso la

nostra redazione in

Via Giovanni XXIII, 59 Civita Castellana.

Vi saranno immediatamente

restituite.

Meta anni '40.

Laura Ciampicacigli,

insieme ad Elvira e Andreina.

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40 Campo de fiori

Il 7 Luglio, sulla motonave Sabazia II del Lagodi Bracciano, il passaggio della campana

Intervista alla

Cosplayer Giapponese

Himeogi

D. Come ti chiami, quanti anni hai e inquale paese vivi?R. Mi chiamo Himeogi, ho 22 anni, E sonouna “nomade digitale”. Quindi non vivo inun luogo determinato. Adesso sono aLondra.

D. Come è nata la tua passione, e cosa tiha portato, o ti ha spinto ad essere per ilCosplay?R. La mia passione per il Cosplay è iniziataquando avevo cinque anni. Vidi il mioprimo anime preferito, Sailormoon,quell’anime mi aveva dato una forte attra-zione. Mia madre mi comprava il costumee gli accessori di Sailormoon. In queltempo pensavo che vestirsi come un per-sonaggio che mi piaceva era un pòstrano... ma poi quando sono cresciuta, hosaputo che questo si chiama Cosplay.

D. I tuoi Cosplay, li crei tu, o li compri giàfatti?R. In un primo momento affittavo i mieicostumi perché non avevo abbastanzasoldi per comprarli. Frequentavo all’epocala scuola elementare. Più tardi, quandoero al liceo, ho comprato costumi tradizio-nali giapponesi come yukata, kimono, uni-formi scolastiche e alcuni sono fatti daimiei amici e mio fratello. Da due anni aquesta parte, invece, sono in grado di cu-cirli da sola.

D. Sei un modello professionale o un di-lettante?R. Non oso dire che sono un cosplayerprofessionista perché io non sono un mo-della di Cosplay per qualsiasi società digioco. Faccio Cosplay per Hobby e fino adora sono 14 anni che vado avanti così.Posso essere considerata una veterana delcosplay.

D. Hai un fotografo che ti segue ovunquetu vada?R. Io di solito assumo fotografi sul posto.

D. Quanti Cosplay hai fatto fino ad oggi?R. Dal 2002 al 2017, ho avuto 204 costumiCosplay.

D. Partecipi da sola o con un gruppo?R. Ho un gruppo cosplay, sono tutti mieiamici.

D. Hai mai avuto problemi durante unafiera Cosplay?R. Purtroppo nei festival ho spesso pro-blemi prima dell’esibizione cosplay.

D. Hai mai partecipato ad un concorso Co-splay e al World Cosplay Summit?R. Il world cosplay awards ancora no e rara-mente partecipo ai concorsi cosplay. Fre-quento, invece, spesso i festival cosplay inCina, Francia, Australia e Giappone.

D. Come è cambiata la tua vita da quandosei Cosplay?R. Prima di essere cosplay ero ancora unaragazza normale. Quando sono entrata inquesto mondo, invece, ho trovato dei fan inrete e purtroppo anche anti fan. Prima misentivo spesso stanca quando gli anti-fan midavano problemi, ma ora non mi interessapiù quello che fanno, e mi sento più felice.

R. Il tuo sogno Cosplay?D. Il mio sogno cosplay è realizzare tutti imiei personaggi preferiti, dei quali attual-mente ho ancora solo le immagini.

CosplayCosplay

Ecco qualche immagine della 5° edizione delComixpoli (7/8/9 luglio 2017) a Ladispoli allaquale ha partecipato anche il nostro collabo-ratore Emilio Matteucci, cospleyer già daqualche anno.

5° edizione del COMIXPOLI di LADISPOLI

di Emilio Matteucci

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41Campo de fiori

Sandro Lazzarini,

il nuovo Presidente del

Rotary Club Flaminia Romana

Non poteva iniziare in modo migliore l’anno di

presidenza al Rotary Cub Flaminia Romana 2080 diSandro Lazzarini. Il passaggio delle consegne dal

presidente uscente, il Dott. FrancoCetrelli, al noto immobiliarista diCivita Castellana, è avvenuto in unasplendida e calda serata di Luglio, abordo della motonave Sabazia II, alargo del Lago di Bracciano, chefino all’ultimo momento, causa laforte siccità di questi mesi, ha la-sciato gli ospiti nell’incertezza chepotesse essere navigato. Ed invece,è riuscito a regalare una serata me-morabile!

Prima di cedere il collare, il Dott.Cetrelli ha voluto ringraziare tutti imembri del club e le rispettive fa-miglie, che lo hanno sostenuto du-rante la sua carica, insignendo, inparticolar modo Jennifer Mitchel eMauro Barlozzini dell’onorificenzadi Paul Harris Fellow (massimaonorificenza rotariana che deve ilsuo nome a Paul Harris il fondatoredel Rotary). Subito dopo, il neopre-sidente, con enfasi, ha brevementeillustrato le intenzioni per il nuovoanno: innanzitutto ha ribadito lavolontà di portare avanti due im-portanti progetti già iniziati neglianni precedenti, quello degli “ortiurbani”, rivalorizzando gli appezza-menti di terreno lungo la Via Fla-minia messi a disposizione dal Comune di Civita Castellana,e quello del Community Shop, inaugurato la scorsa prima-vera accanto ai locali della locale CRI, in collaborazione coni ragazzi diversamente abili dell’Associazione “Il Girasole”.Ha poi anticipato un nuovo ed interessante progetto da svi-luppare, anche con il supporto dei giovani membri del Ro-taract, rivolto ai ragazzi degli ultimi due anni degli istitutidi scuola superiore: vari work shop che possano aiutarli adorientarsi nella loro scelta universitaria e professionale. Èstata manifestata, inoltre, l’idea di mettere in palio unaborsa di studio sebbene sia ancora da definire per qualemerito possa essere elargita. Tra i vari propositi c’è anchequello di organizzare a breve un viaggio internazionale perconoscere soci rotariani di altri paesi. Particolare attenzione

sarà rivolta anche allo sport,prendendo parte alla prossimaMaratona di Roma, in pro-gramma l’8 Aprile 2018, du-rante la quale, attraverso ilRotary Foundation, sarà possi-bile raccogliere fondi.

Lazzarini ha, poi, presentato lanuova squadra, che lo accom-pagnerà in questo suo anno dipresidenza: Pietro Bevilacqua,vicepresidente, già responsabiledei ragazzi del Rotaract (di cuiAlessandro Lucentini è il nuovopresidente, succeduto al fratelloAndrea, quest’ultimo insignitodella Paul Harris Fellow), con iquali ci sarà una doppia affilia-zione in quanto, entro l’anno,un giovane sarà nominatomembro del Rotary Club Flami-nia Romana 2080; GiovannaMazzarella, tesoriere e respon-sabile delle pubbliche relazioni;Mauro Barlozzini, segretario;Jennifer Mitchel, prefetto e giàideatrice dei vari progetti. Tra lealtre cariche, Roberto Zavagninisarà il responsabile della com-missione dell’effettivo, con il

compito di selezionare i nuovi soci da inserire nel gruppo,e Alberto Serraglini, invece, sarà il responsabile dell’am-ministrazione.

È stato, infine, presentato un nuovo membro che è effetti-vamente entrato a far parte del prestigioso club: FabrizioMassaini, imprenditore locale da anni impegnato nel set-tore ambiente e sicurezza sul lavoro, con la passione per imotori, che senz’altro saprà dare il suo apporto nel miglioredei modi.

La serata è proseguita con un ricco buffet e tanta buonamusica disco, prima di tornare sulla terra ferma.

In bocca al lupo al nuovo presidente Sandro Lazzarini ed atutto il suo staff!

Il 7 Luglio, sulla motonave Sabazia II del Lagodi Bracciano, il passaggio della campana

Da sx: Sandro Lazzarini il neopresidente in carica ed il Dott. Franco Cetrelli, presidente uscente.

Da sx: Mauro Barlozzini, Franco Cetrelli, JenniferMitchel e Sandro Lazzarini.

Da sx: Roberto Zavagnini, Sandro Lazzarini eFabrizio Massaini

di Ermelinda Benedetti

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42 Campo de fiori

Ronciglione - Carnevale 1927. Il bambino a sx è il Prof. Francesco Maria D’Orazi.

Album de i r i cord i

Fabrica di Roma. Anno 1951. Da sx: Letizia Alfieri, Furio Cencelli, Giulio Cencelli, Vittorio Alfieri, Giantommaso Cencelli.

Campo de fiori

Campo de fiori

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43Campo de fiori

30 Agosto 1956. Don Domenico Anselmi, in uno dei suoi viaggi in

America, insieme a Giuseppe Morelli (a sx) e Teodore Jr. Alfonsetti

(a dx), in casa del Dott. Teodore Alfonsetti

(parente di Arduino Agostini)

Castel Sant’Elia. 3 Settembre 1953.

Silverio e Guido Dei, rispettivamente all’età di 2 e 4 anni, per una

foto ricordo in sella alla mitica Vespa, in occasione della festa

patronale di Sant’Anastasio.

Campo de fiori

Corchiano.

Primi anni ‘50.

La statua

della Madonna Assunta

portata in processione

a traino di una moto.

Questa statua, a cui la

popolazione corchia-

nese è particolarmente

devota, veniva portata

in processione, per le

vie del paese, anche in

occasioni speciali,

come, ad esempio, per

invocare la pioggia in

periodi di forte siccità.

Campo de fiori

Campo de fiori

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45

... continua dal numero precedente

E’alla fine del medioevo, all’incirca nelXV secolo, che la figura del medico le-gale assume importanza e si distingue

il medico con riconoscimento dell’esercizio le-gale della professione in contrapposizione aquello illegale o della da ciarlatani.Aseguito di una morte sospetta, che interessòun certo Azzolino di Domenico, abbiamo,sempre in questa città, un’autopsia che oggichiameremmo medico legale fatta da 5 me-dici di cui due fisici(Bartolomeo di Varignanae Giacomo Rolandino) e tre chirurgi (Gio-vanni da Brescia, Pace degli Angeli e TommasoGrinci), che dettero responso, sotto giura-mento, negativo per morte non naturale. Si ri-corda che, senza tale ordine, la dissezione aifini diagnostici era , all’epoca, vietata. AntonioBeniveni elaborò, siamo nell’umanesimo(1440/1502)“De Abditis Morborum Causis“che fu pubblicata dal fratello che effettuòanche qualche rimaneggiamento, l’opera diundici volumi comprendente anche lo studiodel cadavere e la sua importanza per arrivarealla causa oscure della malattia e poterla me-glio studiare. Tutto ciò preparava il terreno allavoro del grande Vesalio.La cosa ebbe ripercussioni anche in senso me-dico legale. Si formarono i primi medici “spe-cialisti” che si riunirono in gruppi (mediciplagarum o medici delle ferite).Molti erano esperti in medicina autoptica e po-tevano agire solo su ordine delle autorità in oc-casioni di morti violente. L’esperienza inmedicina autoptica trova la sua motivazionenel fatto che in Bologna, ad esempio, lo studiodell’anatomia crebbe moltissimo come docu-mentato da un documento del 1/3/1302 pre-sente nell’archivio di stato di Bologna. Facevacosì la sua apparizione, la “chirurgia legale” perlo studio, la valutazione della letalità e suaquantizzazione di ferite anche non mortali. In Cina, nello stesso periodo, abbiamo riscon-tro preciso di un protocollo sulla criteriologia eper lo studio delle lesioni personali oltre che,nell’ambito del sopralluogo giudiziario, precisedisposizioni sulla rimozione del cadavere e re-pertazione, oltre ad autentici testi di medicinalegale. Sempre a proposito del sopralluogo giu-diziario nella penisola italica in epoca medioe-vale i “comuni” prevedevano che esso

avvenisse alla presenza di un notaio, di un fun-zionario comunale e un medico. In Francia ein Inghilterra nel medioevo fino al XV secolo ivagabondi erano marchiati con la lettera T(thief), gli spergiuri con la P sulla tempia (per-juerer) e i reati minori con la F (fluer de lis) equesto a scopo preventivo e, nel caso, se que-ste marchiature fossero state notate, in occa-sione di atti delinquenziali, di ridurre la ricercadal colpevole all’interno di un gruppo che di-veniva circoscritto.Il primo testo che ci illustra l’uso delle cono-scenze mediche ed entomologiche in campocriminale è attribuito al cinese Song Ci(1186/1249 d.C.) nel quale si illustra un casorisolto a proposito di una decapitazione effet-tuata usando una falce e risolta con l’equipa-razione di ugual metodo e arma su animali.Differisce anche lo strangolamento dall’anne-gamento (come fare diagnosi differenziale) oindica le varianti tra omicidio, suicidio e stran-golamento.

Il Codice visigota ha rappresentato la storiadel Monarche gotica in Spagna. Il re visigotospagnolo Chindasuiath istituì il codice origi-nale tra il 642 e il 643 e modificato nel 654comprende elementi di diritto canonico dellaChiesa cattolica. Il codice era costituito da do-dici libri; il sesto trattava omicidio, lesioni, fe-rite e mutilazioni, aborto, e avvelenamenti;l’ottavo: violenza. e lesioni, che comprendevagli attacchi, e saccheggio di proprietà, lesioniagli animali, incendio doloso e incendiario; illibro undici riguarda i medici e i loro pazienti.L’Alemannia codice di leggi, in confronto adaltri codici di leggi medievali si occupò essen-zialmente della difesa del personale dellachiesa e dei loro diritti. Tra il 724 e il 730 Lan-tfrid rivisto le leggi esistenti dei alemanni inquello che divenne noto come Lex Alamanno-rum Lantfridus. Questo codice sembra esserestato promulgato nel 730.E ‘diviso in legge clericale, Diritto ducale elegge d’iniziativa popolare. Capitolo 3.1 dellalegge clericale si rivolge a un fuggitivo che hacercato rifugio in una chiesa: “lo fuggitivo incerca di rifugio in una chiesa deve essere ri-mosso con la forza, o essere ucciso all’internodella chiesa. Invece, gli inseguitori dovrebberoassicurare il sacerdote che la colpa del fuggi-

del Prof. Sergio Funicello

[email protected]

ORIGINE DEL SISTEMA MEDICO LEGALE

tivo è perdonato. “Nel capitolo 3.3 sanzioni perla violazione del manicomio sono fissati a 36solidi da pagare alla chiesa e un ulteriore 40solidi da versare alle autorità per violazionedella legge. Capitolo 56,1, inoltre illustra le san-zioni per la violenza contro le donne non spo-sate, mentre 56.2 indirizzi sanzioni per laviolenza contro le donne sposate, le sanzionidi cui sono raddoppiati rispetto a quelli con-tro le donne non sposate (oggi da ridere la dif-ferenza allora non era altro che lo specchiodella mentalità culturale).L’inizio di questo periodo non è davverochiaro, ma è generalmente accettato di esserealla fine del XV secolo o all’inizio del XVI secolo.La maggior parte degli storici concordanoquesto periodo si è conclusa con la nascitadella rivoluzione industriale, che ha avuto ini-zio in Gran Bretagna nel 1750 circa, mentrealtri usano l’inizio della Rivoluzione Francesenel 1789.Nel 1530, l’imperatore Carlo V, sovrano delSacro Romano Impero, ha pubblicato l’editto“Carolina’ (Constitutio Criminalis Carolina),voluto dai vari stati nel suo impero, con loscopo di mettere ordine negli abusi avvenutinella amministrazione della giustizia. Questoè considerato come il primo corpo di DirittoPenale tedesco ed è a volte indicato come il‘Halsgerichtsordnung.’

Il ”Carolina’ inquadrava l’omicidio, omicidiocolposo, la rapina, l’incendio doloso, l’omoses-sualità e la stregoneria come crimini gravi. Unodegli editti dichiarato: “Ciò che provoca dannicon qualcuno da incantesimo, sarà punito conla morte, e la punizione sarà dal fuoco.” Que-sto editto, infine, ha gettato le basi per i mas-sacri di streghe con processi celebrati tra il1580 e il 1680. E ‘stato anche la base per l’usodella tortura per ottenere una confessione.Il “Carolina’ prevedeva anche il coinvolgimentodi un medico esperto che riferisse i fatti ondeorientare i giudici nei casi di omicidio, feri-mento, avvelenamento, impiccagione, l’anne-gamento, l’infanticidio, e l’aborto come purealtre circostanze di lesioni.Questo codice penale è stato utilizzato in Sviz-zera nel XVI secolo; tuttavia, è stata rimossanel 1799 da un nuovo Codice penale svizzerodove fu reintrodotto, con decreto in data 28giugno 1803.E ‘stato solo nel 1849 che il Carolina è stato ri-mosso definitivamente dal Codice penale sviz-zero. I primi lavori scientifici in medicina legaleè apparso alla fine del XVI secolo. Il primo èstato scritto da Giovanni Filippo Ingrassia(1510-1589), un medico siciliano, chiamato“Constitutiones di Capitula Necro Uirisdictio-nes Negii Promedicatus Officii”, poi nel 1564quello del chirurgo francese, Ambroise Paré(1510-1590) che scrisse un trattato sulle fe-rite mortali, dal titolo “De rapports et des mai-jens d’embaumer. Les corps mortis”,pubblicato a Parigi nel 1575 e di cui parliamoin altra sede.

Tratto da “Storia medicina legale” di S . Funicello in fasedi pubblcazione

44 Campo de fiori

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Credo che siamo tutti d’accordo con quanto pensavaOscar Wilde, il dolore è un'esperienza che nessuno dinoi vorrebbe sperimentare, ma è possibile misurare

quanto è alta la nostra soglia del dolore? E soprattutto è possi-bile alzare questa soglia? Sicuramente il training autogeno e letecniche di respirazione e concentrazione sono i metodi più co-nosciuti, togliere la concentrazione dal dolore ed indirizzarla suqualcos’altro aiuta ad alleviare la sofferenza e questo è valido siaper il dolore fisico che per i malesseri di altro genere, infatti, piùsiamo concentrati su noi stessi e più la nostra soglia del doloreè bassa.Ma altre possibilità ci arrivano dal Canada, infatti secondo unostudio svolto nell’università di Toronto: per alzare la soglia deldolore, bisogna dormire di più. Lo hanno sperimentato ini-zialmente su i topi, è stata testata la loro resistenza immergendola coda in acqua a temperatura sempre crescente: è stato osser-vato che i topi più stanchi e che dormivano di meno avevano unaresistenza nettamente inferiore. L’esperimento è stato poi ripetuto su alcuni volontari, divisi in trecategorie: la prima categoria la notte prima ha potuto dormireper 8 ore, la seconda ha dormito 4 ore e la terza categoria ha ri-posato sempre per 8 ore, ma con frequenti interruzioni delsonno durante la fase REM.L’esperimento consisteva nel tenere la mano su una superficieche si riscaldava poco a poco, finché non avessero sentito do-lore.Ne è risultato che: i soggetti che avevano dormito la metà to-glievano la mano il 25% del tempo prima dei colleghi con 8 oredi sonno. Quindi, se in media chi dorme bene sente dolore dopo1 minuto, chi riposa per sole 4 ore resiste 45 secondi; le personeche avevano dormito 8 ore, ma disturbate durante la fase REM,facevano ancora peggio: il 32% del tempo in meno.Questo mette in evidenza, quanto sia importante la fase REMquando si dorme e visto che il sonno di tipo REM si concentraprevalentemente durante la seconda fase del riposo (cioè versola mattina), chi va a dormire tardi e si alza presto risentiràmolto della privazione del sonno e risulterà anche più in-tollerante al dolore.Quindi, riassumendo: la soglia del dolore è quel livello diintensità dello stimolo che divide il doloroso dal non do-loroso, un buon riposo notturno predispone il cervello aregistrare come “normale” lo stato di sofferenza aumen-tando considerevolmente il livello di resistenza, ne deriva unnotevole miglioramento della qualità vita.

di Fabiana Poleggi

Dormire di più per soffrire di meno

“Posso simpatizzare conqualsiasi cosa tranne

che con la sofferenza”

(O.Wilde)

Non dimenticatevi dei piedi; i piedi freddi possonomantenervi svegli. A questo riguardo, un metodoinfallibile per farli scaldare è distendervi comple-tamente, anziché stare raggomitolati, in modo che

il sangue li irrori facilmente. In inverno tenete unacoperta vicino al letto, nel caso ci siano vistosi cali di

temperatura durante la notte.

11 CONSIGLI PER RIPOSARE AL MEGLIOCercate di andare sempre a dormire alla stessa ora, il nostro or-ganismo ha bisogno di routine e gli orari irregolari interferi-

scono con il nostro orologio biologico.Aspettate almeno 3 ore dopo i pasti, prima di andare a letto. Ladigestione non funziona durante il sonno e uno stomaco pienodisturba la qualità del sonno.Mantenete la camera in oscurità. La luce può disturbare il ciclobiologico.Evitate di dormire con la TV o la musica accesa. Se ne avete bi-sogno per dormire, regolare il timer in modo che gli apparecchisi spengano quando presumete che sarete addormentati.

Non sonnecchiate durante il giorno. Può disturbare il vostrociclo di sonno e rendervi difficile dormire di notte.Dormire in un'altra posizione. Si può pensare che sia impossi-bile controllare in quale posizione si dorme, perché si è inco-

scienti durante il sonno, ma è possibile e fa tutta la differenza.Quando si dorme, o quando ci si sveglia durante la notte, fare unosforzo cosciente per seguire questi passaggi fino a quando ci si abi-

tua ad essi.Mantenere il corpo in una posizione in cui la testa e il collo sianodritte. Non utilizzare un cuscino troppo piatto quando siete gi-

rati sul fianco, perché fa appoggiare la testa al materasso senzadarle appoggio, ma togliete il cuscino quando dormite supini, in

modo che la testa sia in linea retta con la spina dorsale.Evitate di dormire sulla pancia. Può essere difficile mantenerela testa allineata e ciò favorisce i dolori muscolari. Girate il materasso ogni tre o quattro mesi, e cambiatelo dopo7 anni. Fate esercizio. Se siete sedentari, la mancanza di esercizio fi-sico può ridurre la qualità del vostro sonno. Il corpo umano usa

il sonno per ritemprarsi e recuperare le energie. Se non c’èniente da recuperare, il ciclo de sonno può interrompersi. Ungiorno di esercizio fisico, come camminare o nuotare, o ancora me-glio, degli esercizi regolari, possono darvi un sonno più profondo e

benefico.Usate pigiami o camicie appropriate a seconda del clima.

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Il contributo dato da Kwung all’agricoltura ècommemorato in un tempio a Qingyuan e il suonome è ancora celebrato con feste in tutta laprovincia dello Zhejiang. Questo è quanto rife-risce la leggenda ma la prima documentazionescritta della coltivazione dello shiitake è ripor-tata nel libro della Long Quan compilato da HeZhan nel 1209 durante la dinastia Sung . Lacoltivazione dello shiitake è descritta anche dalcinese Wang Ceng nel suo “Libro dell’Agricol-tura” nel 1313 e successivamente è stata rac-colta in un libro di un orticoltura giapponesenel 1796: il primo libro sulla coltura shiitake inGiappone. Nelle cucine dell’Asia orientale Shii-take ha molti impieghi sia fresco che secco; inGiappone, viene servito nella zuppa di miso,utilizzato come base per una specie di dashi ve-getariano e come ingrediente in molte zuppe epiatti a vapore. Nella cucina cinese vienespesso sorseggiato nei piatti vegetariani comela Delizia di Budda; in Thailandia può essereserviti fritto o cotto a vapore. Nel 1960, epide-miologi giapponesi, valutando l’incidenza dellediverse patologie nel loro paese, rilevarono che,in uno studio di due isolati distretti di monta-gna, le malattie degenerative erano quasi sco-nosciute. Il governò quindi inviò in quelle zoneun gruppo di ricercatori per individuare il mo-tivo della ridotta incidenza rispetto al restodella popolazione. Scoprirono così che l’indu-stria principale dei due distretti era la coltiva-zione dello Shiitake e che gli abitanti loutilizzavano per la loro alimentazione quoti-diana. Da qui nasce la grande fama dello Shii-take in tutto il mondo e il notevole sviluppodella sua coltivazione fino ai giorni nostri. Sonoancora in corso ricerche, con il metodo scienti-fico della medicina occidentale, per valutare seil consumo di funghi shiitake influenzi il sistemaimmunitario, possieda proprietà antibatteri-che, antivirali o antitumorali senza che ancorasi siano registrati risultati irrefutabili. [4] Il me-todo di coltivazione consolidatosi nella tradi-zione consisteva nell’accatastare tronchiintagliati di Shii (Castanopsis cuspidata ) acui sovrapporre altri tronchi su cui era già inatto la crescita spontanea dello Shiitake.

Oggi invece la produzione, adottando tecnicheindustriali, avviene in ambienti controllati incui l’umidità, la temperatura, la luce e la venti-lazione sono costanti. Il substrato è compostodi paglia di frumento o segatura, alla qualeviene aggiunto carbonato di calcio, gesso e zuc-

chero. Anche se richiede un investimento ini-ziale più alto, questo metodo è più veloce, ga-rantisce grandi quantitativi di prodotto rispettoalla coltura tradizionale sui tronchi, determi-nando così un calo dei prezzi al dettaglio conconseguente forte espansione del mercato. Oggila Cina è la più grande esportatrice di Shiitakee nella sola città di Qingyuan si concentra il50% della coltivazione mondiale (2.000 t. ca.).

Lentinula edodes(Berk.) Pegler, 1976 (Lenti-nus edodes)Cappello circolare o reni-forme (diametro 5–12 cm)prima convesso, poi appia-nato, umbone poco evidente,con cuticola di colore bruno-ocraceo o bruno - violaceo, ri-

coperta didecorazioni(verruche)biancastre,disposte incircoli chescompaiono

con l’età; margine sottile e ondulato a maturità. Lamelle adnate, poi libere.bianche, infine ocracee,bruno-rossastre quandofratturate o incise.Gambo (3-5 x 1-1,5 cm.)robusto, tozzo, centrale oeccentrico, bianco nella parte superiore,bianco-ocra striato nella zona inferiore con

anello effimero,costituito da resi-dui della cortina,di colore bianca-stro o bruno noc-ciola. Carne biancastradall’odore tenue e

sapore acidulo. Habitat: Fungo saprofita -parassita che in natura cre-sce in inverno e in prima-vera su ceppi o tronchimorti o morenti (quercia,faggio, castagno, acero, car-pino, ontano, pioppo, gelso,liquidambar) preferendo iluoghi ombreggiati di bo-schi e foreste vicino ai corsid’acqua.

[1] MTC : argomento introdotto nel numerodi maggio 2016. [2] Shii : Castanopsis cuspi-data (sinonimo Quercus cuspidata ), nomicomuni Castagno falso di rame, Chinquapingiapponese, è una quercia sempreverde il cuifrutto, commestibile, si cuoce bollito o arrostocome le castagne. Il genere Castanopsis è esclu-sivo delle regioni temperate e tropicali dell’Asiaorientale e sud-orientale (Cina, Giappone, Tai-wan, Indocina, Indonesia, Nuova Guinea). [3]Per i Giapponesi è umami : “gusto gradevolee salutare” , “sapore saporito “, è uno dei cin-que gusti fondamentali (insieme con dolcezza,acidità, amarezza e sapidità) [4] E’ accertato,invece, che il consumo di funghi shiitake crudio cotti male può causare una reazione aller-gica denominata “dermatite shiitake”; eru-zione cutanea eritematosa che si manifesta intutto il corpo compreso il viso e il cuoio capel-luto, circa 24 ore dopo il loro consumo.

Denominato anche Lentinus edodes (dall. lentinus: alquanto tenace ma pieghe-vole, e da gr. edodè : alimento) Shiitake

é un fungo usato da secoli nella Medicina Tra-dizionale Cinese (MTC) [1] tanto che durantela dinastia Ming fu definito “elisir di lungavita”. Conosciuto in tutto il mondo con il nomedi Shiitake dall’unione di due parole giappo-

nesi Shii [2] (quercia ) eTake (fungo), perchécresce spontaneamentesui tronchi di quercia. Di origine asiatica attual-mente Shiitake è il fungocommestibile più diffuso,coltivato e consumato almondo dopo il prataiolo(Agaricus bisporus -Champignon) perché haun ottimo sapore [3]; maé ancor più apprezzato e

famoso per le proprietà eccezionali, medicinalie curative, che gli vengono attribuite. Anticheleggende tramandano che in Oriente il suo con-sumo e la conseguente coltivazione siano ante-cedenti la coltivazione del riso ma documentistorici degli archivi giapponesi raccontano cheChuai, il bellicoso 14° imperatore, apprezzòmolto gli Shiitake offertigli dai Kumaso tribùbarbara che stava cercando di sottomettere sul-l’isola di Kyushu nel secondo secolo d. C. Si ri-tiene che presso l’antica corte imperialeShiitake venisse usato anche come afrodi-siaco. La coltivazione dello Shiitake ebbe peròinizio in Cina tra le montagne della provinciadello Zhejiang, grazie a un taglialegna di nomeWu San-Kwung. Per provare la sua scure,Kwung menò un fendente contro un tronco sucui crescevano questi funghi. Qualche giornodopo, notò che altri funghi erano cresciuti pro-prio dove la scure aveva colpito; meravigliatointaccò di nuovo il tronco in diversi punti eovunque ottenne lo stesso risultato. Era natacosì la tecnica di coltivazione dello Shiitake.Una volta però, continua la storia, la crescitanon si verificò. Il taglialegna ci rimase così maleche se la prese con l’albero colpendolo ripetu-tamente con la scure. Quando tornò sul posto ,si accorse con ancor più meraviglia che il troncoera completamente ricoperto di funghi. Avevascoperto il metodo“colpisci e pianta”, poi adot-tato dalla tradizione, secondo cui i tronchi ven-gono colpiti in molti punti in modo tale che lespore abbiano più aperture in cui germinare;tecnica in uso ancora oggi in alcune zone del-l’Oriente.

Parliamo di Funghi con Giampietro Cacchioli - MICOLOGO

Shiitake “elisir di lunga vita” - Lentinula edodes.

Gli argomenti di seguito trattati hanno finalità esclusivamente informa-tive, in nessun caso esortative né mediche. Pertanto le seguenti informa-zioni non permettono di acquisire le competenze indispensabili per il lorouso che, quando inappropriato, può causare danno alla salute umana.

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49Campo de fiori

di Cecilia e Federico Anselmi

I nostri amici a 4 zampe

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CIVITACASTELLANA

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SEGUGIO ITALIANO A

PELO RUVIDO.MASCHIO

GIOVNE.

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Il FumettoLetteratura perimmagini che

emoziona

di Daniele Vessella

FEMMINA.INCROCIO TRAPASTORETEDESCOE COLLIE.

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1 volume, concluso

Un traghetto, un incontro. Sigarettatra le labbra, una ragazza parla di sé,affermando di possedere una me-

moria prodigiosa, di poter abbracciare con iricordi le origini della vita stessa. Lei è Ema-non… Tratto dal romanzo di Shinji Kajio, ilmanga in un volume unico illustrato da KenjiTsuruta rivela splendide tavole a colori e ciimmerge in una storia in bilico tra senti-menti e fantascienza. (Trama tratta dal sito

dell’editore).

Originale e particolare. Un’opera che creada subito un’empatia con i personaggi, nondandogli volutamente un nome. Lo stessoanagramma di Emanon significa “no name”,quindi tutti possiamo essere rappresentatidagli attori di questa storia che unisceespressività ad argomenti fantascientifici,senza cadere nei clichè del genere. La tramasi concentra sulla malinconia di un incontro,ponendosi quelle domande che hanno fattonascere la filosofia relativa all’esistenzaumana. Ce ne fossero di storie così, che cifanno esplorare mondi nuovi, senza dimen-ticare delle responsabilità verso il mondo,visto che siamo tutti connessi con un uniconucleo chiamato Terra.

Lascio l’indirizzo del mio blog:http://danielevessella.blogspot.com/

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Giancarlo Carloni fa 70!

Era una promessa che avevo fatto almio amico, nonché coetaneo Gian-carlo Carloni, quella di dedicargli un

ricordo sul nostro mensile. L’occasione eraghiotta, perché proprio l’ 8 Giugno u.s. ha com-piuto 70 anni. E’ da sempre un vero personag-gio del mondo del calcio, una carrieralunghissima, prima come calciatore (a livelloprofessionistico), poi come allenatore. Ma lastampa, quella ufficiale, mi ha preceduto cele-brando in due pagine le sue gesta “ Carloni mi-ster 70- La mia vita per il calcio una passioneinfinita” elencando tutte le squadre e i misterche si sono succeduti nella sua carriera. Io mi li-miterò invece a focalizzare Giancarlo come loconosco, da amico e coetaneo. I miei ricordivanno ai giochi d’infanzia fatti a Catamello, ilquartiere dove siamo nati, e dove giocavamo a“scalino” con le figurine dei calciatori, quelle fi-gurine dove anche lui sarebbe finito effigiato. Ilnascondersi tra i vagoni della Roma Nord, par-cheggiati dietro la stazione, il correre su e giù perVia della Repubblica dove abitavamo. A giocarea pallone era il più bravo di tutti e si vedeva chequello di calciatore sarebbe stato il suo futuro. Ilpapà Arnaldo era stato portiere del Civitacastel-lana fin dagli anni ’30/40 anche lui era bravo, masoprattutto era amico del mitico Masetti por-tiere della Roma, che fu l’aggancio per intro-durre appunto Giancarlo nella gloriosa società

capitolina. A soli sedici anni già faceva parte degli allievi giallorossi (1963) per poi passare alla Pri-mavera (1964) poi alla prima squadra 1967-68. Era un difensore grintoso e “tignoso”, marcatore sì,ma con l’eleganza tipica del fuoriclasse nel suo ruolo, quando da terzino divenne centrale e stopper.Voglio volutamente fermarmi qui, perché come dicevo sopra, è stato scritto tutto di lui, voglio peròribadire ed elencare i “ maestri” che ha avuto nel suo curriculum da Oronzo Pugliese ad Helenio Her-rera, a Carletto Mazzone. E voglio soprattutto pubblicare la foto che sintetizza il suo valore calcistico,scattata a Spoleto nel 1967 dove era in ritiro con questo squadrone ricco di campioni indiscussi.

Sandro Soli

Dall’album privato del calciatore ed allenatore civitonico

Dal quartiere Catamello di Civita Castellana ai campi sportivi di tutta Italia!Ritiro pre campionato a Spoleto - 1967. In piedi dasx: Ginulfi, Bet, Sirena, Taccola, Benitez, Spinosi,Cordova, Carpenetti, Scaratti, Pizzaballa, Herrera.In basso da sx: Peirò, Losi, Carloni, Salvori, Nobili,Giudo, Capello, Ferrari, Liguori, Santarini, Polselli.

Carloni e la sua famiglia

A.S.D. ROMA CAMPIONATO SERIE A 1967-1968.In piedi da sx: Biancone (segretario), Ginulfi, Scaratti, Cappelli, Carpenetti,Capello, Sirena, Carloni, Taccola, Robotti, Pizzaballa. Seduti: Ferrari, Cor-dova, Losi, Evangelisti (Presidente On.), Pugliese (allenatore), Pelagalli,Peirò, Jair. A terra: Minaccioni (massaggiatore), Cherebini, Pini, Consoli, Ossola, Imperi. Giancarlo Carloni ed il

presidente della RomaSensi

Da sx.: Carloni, Liedholm, Ginulfi.

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51Campo de fiori

Sono in dodici e li accomuna la stessapassione, quella per la corsa o footing,che dir si voglia. Roberto Ortenzi,

Mario Moretti, Alesssio Cioccolini, Re-nato Agostini, Claudio Spiriti, AndreaMoretti, Vittorio Romoli, Valdimiro Lo-renzi, Marzio Marini, Augusto Lisi, Gior-gio Di Clemente, Attlio Placidi primacorrevano ognuno per conto proprio, poile loro strade hanno iniziato ad incrociarsied è così nel Maggio 2016 hanno deciso di“fare squadra”. Nata principalmente daun’idea di Roberto Ortenzi e Renato Ago-stini, oggi si chiamano “Runners Cor-chiano”, poiché, oltre alla passione perquesto sport, li accomuna anche il fatto diabitare tutti nello stesso piccolo paese inprovincia di Viterbo, Corchiano appunto.Partecipano a tutte le più importanti ma-ratone della zona ed attualmente sono im-pegnati nella 15° edizione del“Corrintuscia”, con le sue ventisette tappein programma tra le province di Viterbo,Terni, Grosseto e Roma, divisa per catego-rie in base all’età, nella quale sono già benposizionati!

A sostenerli in questo loro percorso c’èl’Erboristeria di Civita Castellana “L’er-bavoglio” di Giovanna Mazzarella, moltodi più di un semplice sponsor. Nella corsa,come in tutti gli sport del resto, contanomolto la tecnica e l’allenamento, ma con-tano molto anche l’alimentazione ed unostile sano di vita ed in queste ultime due

I SEGRETI DIUNA BUONA CORSAVademecum dei “Runners Corchiano”

Abbiamo chiesto loro cosa c’è alla base diuna buona riuscita in questo sport. Pochiaccorgimenti, ma fondamentali:

ALLENAMENTO: il fisico deve avere la giu-sta preparazione atletica. Allenarsi almenotre o quattro volte la settimana è necessa-rio (durante il periodo estivo è bene evitarele ore più calde della giornata ed allenarsiin notturna).

CONOSCENZA DEL CORPO: anche co-noscere il corpo umano ed in particolare ilproprio corpo, può essere d’aiuto per ca-pire come comportarsi durante e dopo unagara.

ALIMENTAZIONE: mangiare in modocorretto, senza appesantirsi ma assu-mendo soprattutto carboidrati e tutto il ne-cessario per il fisico, specie in prossimità diuna gara, è indispensabile.

INTEGRATORI: il cibo non è sufficiente perassumere tutto ciò di cui il fisico ha bisogno,è importante dare il giusto apporto attra-verso prodotti di integrazione soprattuttodi derivazione vegetale per fronteggiare adesempio il calo del picco glicemico e il recu-pero durante e dopo la corsa.

Tra le raccomandazioni dei nostri atleti,anche quella di utilizzare sempre completisportivi e scarpe di alta qualità, che facili-tino la traspirazione della pelle, sottopostaad una eccessiva sudorazione; e quella dievitare il “fai da te”! Saper correre nella ma-niera corretta è molto importante, per evi-tare danni al fisico che potrebberodiventare irreparabili.

RUNNERSCORCHIANO

Maratoneti perpassione

e con criterio!

di Ermelinda Benedetti

cose nei prodotti naturali di Giovannahanno trovato un valido aiuto ed un in-sostituibile alleato. Ed i risultati si ve-dono e come!

I “Runners Corchiano” sono una squadradavvero affiatata ed in armonia ed èanche per questo che siamo certi taglie-ranno ancora numerosi traguardi!

“Non chiedetevi cosa il vostro Paese

può fare per voi, chiedete cosa

potete fare voi per il vostro

Paese“. Questa frase, pronunciata nel di-scorso d’insediamento alla presidenza degliStati Uniti d’America da J.F. Kennedy il 20gennaio del 1961, ha in sé una carica rivo-luzionaria straordinaria che pochi, dopo 60anni, a mio parere hanno colto. Con essaviene evocato un sovvertimento, un cam-biamento di prospettiva e di indirizzo: sichiede al singolo di dare il suo contributoper migliorare “lo stato” e la società civile,per migliorare le condizioni di tutti. Al sin-golo viene riconosciuta la dignità e la possi-bilità di dare un contributo al benessere,lasciando intendere che il benessere di tuttipassa per la disponibilità ed il lavoro ope-roso di ciascuno. E se di per sé questo cam-biamento di prospettiva è rivoluzionario, nesottende un altro ancora più rivoluzionario:si passa da una prospettiva nella quale il sin-golo è depositario di diritti, ad una prospet-tiva nella quale è richiesto a ciascuno dioperare in base a dei doveri. In una espres-sione: si passi da un tipo di società basatasui diritti ad una società basata sui doveri.La svolta sarebbe di 180 gradi, e sarebbeepocale. Non si tratta di abolire lo stato didiritto, ma di superarlo con un tipo di statoove accanto ai diritti – pochi, chiari, univer-sali, irrinunciabili – siano chiari anche i do-veri. E’ importante altresì richiamare il fattoche il presidente Kennedy era un democra-tico e un progressista. Come pure è impor-tante sottolineare che la società civilefunziona quando attiva tutte le risorse chepossiede al suo interno. Queste fanno si-nergia come altrettanti organi e sviluppanoattività compatibili con il progresso dell’in-tero corpo sociale. Una società che passaper la realizzazione della personalità di cia-scuno, mutuabile dalla psicologia umani-stica, sarebbe una società felice e farebbefelici tutti i suoi cittadini. I doveri di base aiquali penso io sono i seguenti: conosci testesso, istruisciti, prendi in mano la tuastessa vita, realizzati professionalmente,metti a disposizione degli altri tutti i tuoi ta-lenti. Fin qui la speculazione filosofica. Oraspetta ai professori di diritto individuare idoveri attorno ai quali innestare i virtuosi-smi cui ho fatto cenno.

Riflessioni

Dallo stato di dirititto

allo stato dei doveridi Massimo Marsicola

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52 Campo de fiori

NEWS NEWS

di Ermelinda Benedetti

Non sono più riuscita a contare i bis finali concessi dal Maestro Piovani

al pubblico. Ma erano inevitabili, visti gli applausi incessanti al termine diogni brano! Un’ovazione che il premio Oscar conosce bene e di cui anche

il pubblico viterbese ha voluto omaggiarlo. Domenica 2 Luglio è stato il suo spet-tacolo musicale, intitolato “La musica è pericolosa”, ha concludere l’XI edizionedi Caffeina, importante manifestazione culturale viterbese. In una piazza san Lo-renzo gremitissima, a cui fa da sfondo il bellissimo palazzo papale della metà delXIII secolo, il Maestro Nicola Piovani non ha solo deliziato il pubblico con alcunidei suoi brani più belli, ma ha anche saputo intrattenerlo tra una piéce e l’altra,raccontando aneddoti della sua vita, partendo dall’incontro con il regista Fede-rico Fellini, da tempi lunghissimi, ai suoi primi passi mossi nella cabina di regiadella Rai come tecnico del suono, passando per la collaborazione con l’attoreMarcello Mastroianni a cui fece incidere un brano brasiliano, fino al suo rapportocon Roberto Benigni. Non poteva certo mancare un accenno alla sua infanzia, almomento in cui “scoprì” con stupore il suo affascinamento per la musica, e conesso, il legame a Corchiano, il piccolo paese della provincia viterbese di cui eraoriginario suo padre, e nel quale trascorreva le vacanze estive. Fa rivivere ai pre-senti il suo ricordo nitido di quando, in occasione delle feste religiose, in paesesuonava la banda musicale: tutti si affacciavano dalle finestre delle proprie casee lui, insieme ai suoicoetanei, attendeva tre-pidante l’arrivo dei mu-sicanti che si sentivanoarrivare da lontano. E fuproprio grazie a quel ri-cordo che nacque anchela sigla introduttiva deglispettacoli di RobertoBenigni. La banda musi-cale, che gran bellacosa! Queste e moltealtre reminiscenze delpassato sono raccoltenel suo primo libro,edito da Rizzoli, intito-lato proprio come lospettacolo portato inscena, “La musica è pe-ricolosa”, una espres-sione, tra l’altro, coniatadel regista Fellini. È sen-z’altro piacevole leg-gere le pagine scrittedal Maestro, ma èancor più avvincentesentire ciò che hascritto raccontato da luiin persona! Quindi viraccomandiamo di nonperdere le ultime repli-che di questo nuovo la-voro di Nicola Piovani.

Nicola Piovani e la sua “musica pericolosa”Chiude l’edizione 2017 di Caffeina a Viterbo con il nuovospettacolo musicale, ammaliando il pubblico

02/08/2017 La musica e’ pericolosaPorto turistico Marina di Capo d’Orlando (ME)03/08/2017 La musica e’ pericolosaZafferana Etnea (CT) - Anfiteatro Comunale05/08/2017 Viaggi di UlisseVelia Teatro Ascea (SA)06/08/2017 La musica e’ pericolosaSabaudia - Arena di Sabaudia12/08/2017 Piovani dirige PiovaniSulmona - Muntagninjazz Festival17/08/2017 La musica e’ pericolosaLido Caicco - Santa Cesarea Terme (LE) 18/08/2017 La musica e’ pericolosaPiazza Plebiscito - Ceglie Massapica26/08/2017 Piovani dirige PiovaniPodebrady (Repubblica Ceca)

FABRICA DI ROMA

TRA I PIU’ BEI “BORGHI D’ITALIA”

IN ONDA SU TV2000

Fabrica di Roma è stata scelta tra gli 8.000 co-muni della nostra penisola, per la trasmis-sione “Borghi d’Italia” di Tv2000 (canale 28

del digitale terreste). Le riprese per la messa inonda di sabato 29 e domenica 30 Luglio, sono stategirate il 18 Giugno nel giardino del Palazzo Comu-nale della cittadina, un tempo residenza dei contiCencelli, nobile famiglia locale. A rappresentare lacittadina ed in particolar modo a far conoscere alpubblico le ricette tradizionali del luogo, AntonellaPastorelli, titolare della storica trattoria che portail suo nome e dalla quale sono passati, in tutti que-sti anni, numerosi personaggi noti, attori, registi,medici, avvocati e non solo. Antonella è stata, inol-tre, affiancata da un giovane fornaio, anche lui fa-brichese e figlio d’arte, Emanuel Paesani, dellafamiglia Marinelli, proprietaria di uno dei primipanifici della cittadina, che festeggia, tra l’altro,quest’anno, 70 anni di attività. Antonella ha pre-sentato alcune delle sue specialità, mentre Ema-nuel, tra le altre cose, ha riscoperto un’antichissimaricetta locale: il pane con le nocciole. Tutta latroupe televisiva, impegnata nelle riprese, è statamolto contenta dell’accoglienza ricevuta e del la-voro svolto, che potrà essere apprezzato da tuttidurante la puntata di sabato sera e la replica di do-menica pomeriggio. Un breve viaggio turistico dicirca trenta minuti tra le bellezze della cittadinadella Tuscia, ricca di storia, arte, cultura e buoncibo.

E.B.Foto di Pietro Sciosci

Antonella Pastorelli ed Emanuel Paesani,tra i protagonisti fabrichesi della trasmissione

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53Campo de fiori

NEWS NEWS

Anche Civita Castellana ha avuto ilsuo evento dell’ anno, la “WhiteDinner”.

Grazie alla geniale e creativa mente di SandraColamedicicon la collaborazione dell’ Ammi-nistrazione Comunale, il giorno 7 Luglio 2017si è tenuta questa esclusiva cena, nella cen-tralissima Piazza Matteotti.White Dinner cioè (cena in bianco), infatti,tutti gli ospiti erano rigorosamente vestiti dibianco, cosi come i tavoli, le sedie, le tovaglie

i bicchieri, le posate, e tutto quanto serve per preparare la tavola e per mangiare.Alla manifestazione hanno preso parte circa 500 persone in una Piazza Matte-otti addobbata per l’ occasione. I pasti sono stati forniti (su prenotazione) da alcuni ristoranti locali. La manife-stazione è stata un grandesuccesso, vista la grande par-tecipazione di persone nonsolo Civitoniche ma anche dipaesi limitrofi, che hanno so-cializzato e si sono divertitecon la musica di una piccolaorchestrina che ha allietato laserata. Nei vari anni la manifestazionesi è svolta nelle location piùbelle della capitale francese,dal Ponte Des Arts, ai giardinidella Torre Eiffel, davanti almuseo del Louvre e al Palazzodi Versailles e tante altre an-cora.Con il passare degli anni, la“White Dinner” ha acquisitocosi tanta notorietà da diven-tare un evento mondiale, in-fatti si celebra nella vecchiaeuropa oltre che a Parigi, Lon-dra, Barcellona, Milano e Na-poli, anche a Washinton, NewYork e in altre dodici città ame-ricane, in Canada, in Australiae anche in paesi Africani comeil Ruanda e la Costa D’ Avorio. Una manifestazione da ripe-tere assolutamente, sperandoche anche a Civita diventi tra-dizione.

WHITE DINNERA CIVITA CASTELLANA

ORIGINI DELLA WHITE DINNERORIGINI DELLA WHITE DINNERMa scopriamo come nasce quello che è di-ventato un vero e proprio evento mondiale.L’ idea nasce a Parigi nel 1988 a dieci amiciche una sera decise di mangiare in luogoproibito della città dettandosi però regoleprecise, si doveva vestire rigorosamente dibianco per riconoscersi dalla folla.Chiunque veniva invitato doveva portareun ospite e arrivare con mezzi pubblici, por-tando con se un tavolo da pic nic, un cestoda pic nic (con il pasto) e una tovaglia, na-turalmente tutto in bianco.Gli uomini e le donne siedono uno di fronteall’ altra e gli ospiti non possono sedersifino a quando le persone nella loro fila nonhanno messo tutti i loro tavoli.Devono bere vino o champagne e devonolasciare  il posto (la piazza, il ponte, ecc.),prima di mezzanotte, discretamente, comesono arrivati, portando via con loro tutti i ri-fiuti, per non lasciare traccia dell’ evento.

di Sergio Piano

Da sx: Andrea Lucentini,Matteo Paolocci e Sandra

Colamedici, promotoridell’evento

Il comitato della “Madonna de’ la Vittoria” del rione Borgo diFabrica di Roma, il giorno 25 giugno si è riunito a pranzo per sa-lutare il parroco don Terzilio Paoletti (don Chicco), in vista della

sua nuova destinazione. A lui sono state donate in ricordo unatarga e una pergamena con queste parole di ringraziamento.

Quando Don Chicco ha annunciato per la prima voltail suo trasferimento siamo rimasti tutti sbalorditi , in-creduli, smarriti, dispiaciuti e pieni di rabbia, tantarabbia nei confronti di una decisione che era statapresa senza prima ascoltare il parere della nostra co-munità. Abbiamo ritrovato i medesimi sentimenti neivolti delle persone alle quali Don Chicco ha annunciatola “triste novella” nei giorni successivi soprattutto neglisguardi dei nostri figli e dei nostri nipoti che si sonosentiti abbandonati.Con dignità, contenimento e discrezione abbiamo vis-suto il nostro dispiacere per il trasferimento del nostroParroco rassegnati ed obbedienti come lui ha volutoche fossimo.E così tra pochi giorni diremo arrivederci a Don Chiccodopo dieci anni di lavoro fatto insieme.Lui andrà via portando con sé le sue poche cose malascerà a noi una enorme ricchezza.Accanto ad una intesa attività pastorale Don Chicco haportato avanti in questi dieci anni, una preziosa atti-vità di recupero, salvaguardia, conservazione e valo-rizzazione di beni artistici, storici e culturali dellanostra cittadina.Dimenticarlo sarà impossibile perché ogni gruppo, ogniassociazione, ogni particolare architettonico ben cu-rato e valorizzato ci parleranno di lui, testimonierannola sua eredità.Caro Don Chicco ognuno di noi conserverà di te unricordo tutto suo, particolare, unico e personale, cosìcome particolare, unico e personale è stato il suo rap-porto con te.Ciao Don.Grazie per l’aiuto che ci hai dato nel percorso di fedeGrazie perché in te c’è sempre stato oltre che il parrocola personaGrazie per la tua capacità di ascoltareGrazie perché ogni volta che abbiamo parlato con teabbiamo imparato qualcosaGrazie per tutto quello che lasci in eredità alla nostracomunità parrocchiale.Un po’ invidiosi di coloro che ancora devono accogliertifra loro ti facciamo gli auguri più affettuosi per il tuo fu-turo.

Associazione “ Madonna de’ la Vittoria ,,Fabrica di Roma 25 giugno 2017

IL COMITATO “MADONNA DE’ LAVITTORIA” DI FABRICA DI ROMA

SALUTA DON CHICCO

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54 Campo de fiori

Siamo in piena estate, tempo di va-canze e di mare. Al mare fanno infattipensare le immagini inserite per i

mesi di Luglio ed Agosto nel Calendariodella Rivista “Campo de’ fiori”, il “Calen-dario della Solidarietà”.Proprio così si può chiamare lo splendidocalendario che ormai da otto anni la rivi-sta “Campo de’ fiori” puntualmente pub-blica in occasione delle festività natalizie,grazie anche alla generosa sponsorizza-zione di varie ditte di Civita Castellana edintorni. L’iniziativa si distingue dalle altreconsimili per l’originalità della stampa, masoprattutto per la finalità umanitaria che

si propone. Ad illustrare i singoli mesi sono le migliori foto scelte tra quelle che hannoinviato i numerosi fotoamatori civitonici, partecipanti al concorso “12 scatti per il2017”: sono scorci della cittadina o della campagna falisca (come l’albero di Nataleche illumina con migliaia di piccole luci la piazza del Comune, i coriandoli che pio-vono come petali durante la sfilata dei carri allegorici, la cupola della cattedralenella controluce dell’alba con il Soratte sullo sfondo), elementi dell’ambiente naturale(il candido cigno nelle acque del lago, la meravigliosa farfalla Papilio Machaon, ilgrappolo di rosse melograne) oppure immagini di terre lontane ed esotiche (le vetteinnevate delle Dolomiti che splendono al sole, le scogliere che si immergono in unmare di trasparenze cristalline, il calar del sole su un paesaggio tropicale). Tutto questo attento lavoro di selezione, di elaborazione e di impaginazione è finaliz-zato a promuovere una sottoscrizione a favore di una delle associazioni di volonta-riato che operano nel comprensorio di Civita Castellana. Naturalmente la scelta variadi anno in anno in modo da poter garantire per cosìdire una “giustizia distributiva”. Il ricavato delle offerte dei cittadini quest’anno,come è scritto sul calendario, è stato destinato allanostra Associazione, l’A.T.A.M.O. (Associazioneper la Tutela ed Assistenza ai Malati Oncologici)ONLUS, che fa da supporto ai malati, curandoprincipalmente l’assistenza a chi viene sottopostoa cure chemioterapiche presso il presidio ospeda-liero di Civita Castellana ed il trasporto gratuitoper coloro che debbono recarsi all’Ospedale di Vi-terbo per le cure radioterapiche. Noi, volontari e componenti del Consiglio Direttivo dell’ATAMO, abbiamo ringra-ziato personalmente per la scelta di quest’anno Sandro Anselmi, ideatore e principaleanimatore della Rivista, ma, poiché Sandro tende sempre a minimizzare i propri sa-crifici ed i propri meriti, riteniamo opportuno, con questa breve nota, esprimergli pub-blicamente la nostra gratitudine. La solidarietà espressaci da Sandro, dalla Rivista edai cittadini, ai quali tutti siamo grati, ci incoraggia a continuare con lo stesso entu-siasmo e con la stessa dedizione nell’opera che l’ATAMO svolge nel comprensorio daoltre un decennio.

Il Consiglio Direttivo dell’ATAMO ONLUS di Civita Castellana

IL CALENDARIO SOLIDALE 2017 DI CAMPO DE’ FIORI

L’ASSOCIAZIONE A.T.A.M.O. DI

CIVITA CASTELLANA, A CUI ERA

STATO DONATO, RINGRAZIA LA

RIVISTA PER I FONDI RACCOLTI

ATTRAVERSO DI ESSO

PUBBLICHIAMO CON PIACERE LALETTERA CHE QUESTA MAMMAHA VOLUTO INVIARE ALLA NO-

STRA REDAZIONE PER RINGRAZIAREPUBBLICAMENTE LA SCUOLA E LEINSEGNANTI CHE HANNO AIUTATOLA SUA BAMBINA AFFETTA DA DSA.

Sono una mamma che lavora a

tempo pieno e ho una figlia di 8

anni affetta da una grave forma

di DSA.

Purtroppo nel momento che alla mia

bambina è arrivata la certificazione

della ASL sono cominciati seri attriti

con la scuola presso la quale frequen-

tava la terza elementare. Tali attriti con

il trascorrere dei mesi ci hanno co-

strette a prendere in considerazione

verso la meta’ di maggio di cambiare

scuola, anche perche’ mia figlia risen-

tiva a livello emotivo della tensione

piu’ che evidente.

Mi sono rivolta alla scuola Dante Ali-

ghieri di Civita Castellana e li’ ho tro-

vato disponibilita’, comprensione,

competenza e professionalita’.

In meno di una settimana la preside la

professoressa De Angelis, la vice pre-

side la Professoressa Cipriani e la

Maestra Crestoni sono riuscite a disbri-

gare tutte le formalita’ burocratiche,

sono riuscite a inserire la mia bimba al-

l’interno della Don Bosco.

Solitamenete ci si rivolge ai giornali per

criticare, denunciare.... lamentarsi.... io

mi rivolgo a voi per ringraziare. La

scuola Pubblica funziona, è formata

da personale altamente qualificato che

affronta situazioni inusuali con pas-

sione credendo in cio‘ che fa!

La classe dove è stata inserita la mia

bambina è una classe con bambini che

si sono immediatamente dimostrati di-

sponibili e carini con lei.... cio ‘vuol dire

che vivono in un ambiente sano sereno

e questo e’ tutto merito delle singole

persone che lavorano all’interno di

questa scuola.

Grazie, grazie di cuore a tutti voi per

tutto cio’ che avete fatto per me e la

mia bimba

Una mamma

Cara rivista Campo de’ fiori... Scriveteci a [email protected]

WWW.CAMPODEFIORI.BIZ

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55Campo de fiori

WWW.CAMPODEFIORI.BIZVISITA IL NOSTRO SITO COMPLETAMENTE RINNOVATO!

Dopo il restyling totale della rivista, in occasione del 15° anno, abbiamo voluto regalare a

tutti i nostri fan un cambio totale di look anche del sito,più ricco di contenuti e facile da visitare!

Nella home page, aggiornataogni mese, troverete l’ul-timo numero della rivista

da sfogliare on line, con un sem-plice click sulla copertina, e poi unasezione interamente dedicata allebellissime foto in bianco e nero del-l’Album dei ricordi, tratte dal no-stro ricco archivio storico, con unaattenzione speciale anche al Car-nevale, evento particolarmentesentito a Civita Castellana. Non poteva certo mancare l’archi-vio della rivista, dal numero 1 alnumero in corso, le tantissime in-terviste ai personaggi famosiospitati sulle pagine della testata emolto altro ancora che vi lasce-remo scoprire visitandolo!Con la “foto della settimana”siete chiamati direttamente anchevoi lettori ad inviarci una foto dapubblicare nella home page delsito, tramite l’indirizzo [email protected]!Così impostato il sito è molto benfruibile anche attraverso smar-tphone e tablet.

BUONA NAVIGAZIONE!

Non dimenticate di tenervi aggiornati su tutte le inizia-tive e le novità della rivista, attraverso la nostra paginafacebook Campo de’ fiori rivista e se non avete ancoramesso il vostro “Mi piace” correte a farlo, invitandoanche i vostri amici!

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Negli ultimi tempi si parla molto di“agricoltura verticale”, molti addettiai lavori, scienziati, ambientalisti e

agricoltori puntano sul fatto che potrebbe es-sere il nuovo metodo di coltivare ortaggifrutta e non solo.Ideare nuovi sistemi di coltivazione, integratea strutture come grattacieli o in apposite ar-chitetture specifiche, stando a ciò che sosten-gono in molti si potrebbe ridurrenotevolmente la ricerca di suolo utile per col-tivare, ricerca questa legata al fatto della so-vrappopolazione che è in atto sul nostropianeta.Coltivare immense aree comporta un consi-stente aumento di inquina-mento, uno sfruttamentomaggiore di risorse naturalie soprattutto una maggioredeforestazione e desertifica-zione.Convertire terreni naturali interreni agricoli, comportaanche uno stravolgimentodell’abitat naturale di di-verse specie animali selva-tici con conseguenze a volteincalcolabili e pericolose.Si ipotizza anche un benefi-cio sotto l’aspetto di ridu-zione del trasporto e larefrigerazione dei prodotti

di Giovanni Francolaemail: [email protected]

&ECOLOgIA

AMbIEntE

alimentari, poiché con l’agricoltura verticalei raccolti sarebbero più vicini ai consumatori.Si avrebbero così alimenti a chilometri zeroe una notevole diminuzione di inquina-mento atmosferico causato dalla quantità dicombustibili fossili utilizzati.

Un altro aspetto da non sot-tovalutare sarebbe quello diuna sospensione tempora-nea di produttività di ter-reni sfruttati per decenni,dando così modo di rigene-rarsi e ritornare al loro statopre-agricolo.L’agricoltura verticale asso-ciata ad altre tecnologie epratiche socioeconomiche,potrebbe consentire ad areeurbane di espandersi note-volmente rimanendo alquanto autosufficienti,grandi centri urbani che tro-vano al loro interno maggior

produzione di alimenti fornendo così anchenuovi posti di occupazione di lavoratori agri-coli e di tutto l’indotto che si verrebbe acreare. A mio avviso da non sottovalutare il fatto distima che entro il 2050 l’80% della totale po-polazione mondiale vivrà nelle aree urbane.Interessante è l’aspetto anche legato la soste-nibilità ambientale ed energetica che ruota in-torno a questo nuovo modo di fareagricoltura, infatti le aziende agricole verti-cali potrebbero sfruttare i gestori di metanoper generare parte delle proprie necessitàenergetiche trasformaregl i scarti di rifiutiorganici prodotti dalla coltivazione in biogase di conseguenza sfruttarlo per ricavarne ap-punto energia.Non sono certo pochi i benefici e l’interesseche si sta creando attorno a questi nuovi me-todi di coltivazione, resta soltanto il fatto dicapire fino a che punto saranno di concretoaiuto per le molteplici sfide che l’uomo dovràaffrontare nel prossimo futuro.

VERTICAL FARM ovvero “AGRICOLTURA VERTICALE”

Quale futuro e che benefici avremo?

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57Campo de fiori

&SOCIAL

WEb

di Patrizia Caprioli

[email protected]

Spesso mi capita di ricevere richiested’amicizia da persone che in realtà hogià tra i miei Amici di Facebook. La

prima cosa che mi viene in mente di fare èquella di contattare tramite messaggio pri-vato il mio amico con il profilo suo originaleper domandargli il perché ha creato unnuovo account su Facebook, se mi rispondeche l’ha creato per errore o per qualsiasialtro motivo passo oltre, in caso contrarioprima di comunico che sicuramente glihanno clonato il profilo e poi io stessa av-viso il Social Network che quel profilo èsenz’altro falso!

Purtroppo, soprattutto tra i giovanissimi,dilaga la moda di clonare il profilo dei

propri amici più che altro per fare cyber

bullismo, non comprendendo quanto malepossono fare alla persona presa di mira. Magli adulti che ci clonano il profilo hanno in-tenzioni ancora molto più pericolose: loscopo è quello di rubarci dati personali, sca-ricarci il credito del telefonino o inviarcispam commerciale oppure virus nascosti inemail.

Uno dei trucchi più frequenti è quello cicreare profili di belle ragazze o bei ra-

gazzi che ci contattano per poi rubarci l’in-dirizzo email oppure aprire chat su Skipesenza veli.

Come ci accorgiamo che il profilo face-book che stiamo vedendo è falso?

Facile, se è una persona che conosciamo locontattiamo subito come sopra scritto, senon la conosciamo e ci ha inviato una ri-chiesta d’amicizia andando sul suo Diariovediamo che l’attività del suo profilo èscarsa e poco chiara.

Come ci possiamo difendere?

Innanzitutto facciamo in modo che la lista

dei nostri amici non sia visibile: andiamosul alto Diario, clicchiamo sul campo Amici,sotto si presenterà la lista di tutti i nostriamici, in alto della lista ci sono due pulsanti:Trova amici e Modifica privacy, cliccate suquest’ultima voce e poi dalla schermata chevi si apre scegliete dal menù a tendina la pa-rola Amici.

Limitate la visibilità della foto

del vostro profilo per evitare chepersone non autorizzate scaricanola foto per clonarla; andate sullastessa foto e quando questa si èaperta sul lato destro troverete trepulsantini, Tagga foto, Aggiungiluogo e Modifica, cliccate su que-st’ultima voce e dal menù a ten-dina dove trovate la scritta Tuttimettetela su Amici, confermate eduscite.

Attenti al vostro profilo Facebook!

Dilaga la moda di clonareprofili facebook. Come difenderci? E comeaccorgersi se quelo chestiamo guardando è vero?

la vignetta del mese

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Unitamente si è d’accordo nel sostenereche la scrittura è un prodotto del cer-vello e le teorie e gli argomenti che vo-

gliono dimostrarlo sono numerosi ma spessocontrastanti. Il Moretti intravide nel funzionamento del cer-vello la chiave di tutte le spiegazioni della scrit-tura, ma non essendo medico non riuscì aspiegarne interamente le ragioni. In ogni casodal punto di vista della grafologia teoreticasiamo alquanto lontani dall’aver intuito comelavora la mente e l’insieme delle strutture ce-rebrali implicate per rendere unica e irrepeti-bile la scrittura in ciascun individuo. Il grafologo non è un indovino ma attraversol’analisi di ogni segno tracciato su un foglio, co-glie le tendenze psicologiche dello scriventesia esso bambino, adolescente, adulto o an-ziano. I più recenti studi grafologici hanno per-messo di elaborare un corpo teorico escientifico consistente e le sue applicazionihanno sempre evidenziato le interconnessionicon la psicologia, la psichiatria e la medicina, equanto sia indispensabile una maggior atten-zione da parte di queste discipline verso lagrafologia. La Grafologia deve confrontarsi con le altrescienze al fine di verificare i propri metodid’indagine. La medicina studia com’è fatto ilcorpo. La Grafologia indaga quali sono le strut-ture portanti della scrittura e descrive i criteridi normalità della stessa, i cosiddetti valori co-muni dei segni. La scienza medica si occupa dicome funziona un organismo in tutte le sueparti; la neuropsicologia applicata al feno-meno della scrittura indaga su come e perchél’uomo scrive. La medicina studia i motivi e imodi per i quali e nei quali qualche cosa nonfunziona nell’organismo. Allo stesso modo, lagrafologia, ricerca le alterazioni dello scriventeutilizzando sia l’osservazione empirica sia lastatistica. Come la medicina deve elaborareuna diagnosi con la conseguente terapia,anche la grafologia, sia pur in maniera minore,attraverso la grafo-terapia individua le pato-logie psichiche che sottendono alle alterazionidi altra natura.

del Prof. Piero Mecocci

L’angolo del grafologo

GRAFOLOGIA E MEDICINA

Gli studi degli ultimi anni sui si-stemi emozionali e i rapporti conla personalizzazione comporta-mentale evidenziano che è statorivisto quasi completamente ilconcetto di emozionalità e lecorrelazioni con gli aspetti co-gnitivi della mente.La grafologia deve attingere aqueste fonti per dare una spie-gazione neurobiologica dellinguaggio scritto e dei signifi-cati psicologici correlati. Il Mo-retti ha sempre cercato dicomprendere come opera il cer-vello per dare una spiegazione aisegni grafologici e ciò è partico-larmente difficile poiché il cer-vello è notoriamente definitocome la struttura più complessadell’universo. I neuro scienziati che si occu-pano del sistema nervoso, se-guono il “metodo scientifico” checonsiste in quattro fasi essen-ziali: osservazione, replicazione,interpretazione, verifica. Par-tendo dall’ipotesi che esiste unacorrelazione tra la presenza diun fenomeno e le sue cause, peresempio tra l’incapacità di par-lare e le lesioni del lobo frontale,l’osservazione attenta e ripetutaci fornisce risultati attendibili.Moretti aveva delle conoscenzeanatomiche e quindi era a cono-scenza che il cervello è la sededelle funzioni mentali. Alcunisuoi scritti rendono evidentecome lesioni in un emisfero ce-rebrale producono convulsioninell’altro lato del corpo, quindisconsigliava esplorazioni e feritenell’area parietale del cranio pernon provocare paralisi dal latocontro laterale.

Quale rapporto intercorre tra le due discipline?

Fondamentale è il presuppo-sto che lo scritto sia il risultato

di un complesso lavoro d’inter-connessione tra i sistemi emo-

zionali e neocorticali.

EMISFERO CEREBRALE SINISTRO: DA QUI PARTE L’IMPULSO PER LA SCRITTURA

La zona preposta alla scrittura è situata nel-l’emisfero sinistro ed è in comunicazione con learee acustiche, visive e motorie, attraverso uncavo calloso che fa da trasmissione. L’emisfero si-nistro è collegato a quello destro, dove ha sede lafinzione che regola il senso dello spazio, essen-ziale per una corretta scrittura. Stando agli studisui due emisferi, quello destro definito cervelloartistico, appare molto sviluppato e coglie nellaloro interezza situazioni e configurazione di strut-ture articolate. È quindi adatto ad una compren-sione del mondo di tipo globale-olistico. Quellosinistro, definito anche cervello logico, è prepo-sto per la traduzione delle percezioni e delmondo circostante in rappresentazioni logiche efonetiche e nella comunicazione con la realtà in-terpretando il mondo in chiave logico-analitica. IlSegno, è considerato il mattone della scrittura epoiché è un prodotto del cervello, esso manife-sta in modo inconfondibile la qualità della mate-ria vivente. L’uso che l’uomo fa di questa materiavivente, è espresso dal gesto scrittorio; il movi-mento rappresenta la vita e mediante la formacostruisce ed esprime la sua personalità. La partepiù importante dell’organismo è la mente. I pen-sieri, gli affetti, i ricordi, gli istinti hanno sede nellamente. Rimane quindi da individuare quali sonole correlazioni tra il prodotto grafico e le attivitàneuronali responsabili da cui derivano i compor-tamenti.

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59Campo de fiori

Oroscopo di Agostoby Cosmo

GEMELLIUn mese chevi vede sem-pre più de-

t e r m i n a t inella vostra

nuova avventura. L’atten-zione che mettete nellecose che fate, vi ripagaanche economicamente.Avrete la forza di affron-tare ogni situazione colgiusto atteggiamento,anche con il coraggio di as-sumervi le responsabilità.

CANCROSarete rico-nosciuti peril valore che

possedete, di-ventando forti e

stabili nell’affrontare le si-tuazioni che la vita vi ponedavanti. Finalmente ini-ziate a vedere i risultati ditanto impegno profuso inquesti mesi; la vostra sa-lute, sia fisica, sia quellapsichica ed emotiva, ne ri-ceverà giovamento.

LEONEC’è sempreuna buonaenergia du-

rante il vostromese di nascita,

una grande forza e deter-minazione per otteneretutto ciò che desiderate.Tutto è possibile e la fidu-cia che avete ritrovato inquesti mesi sarà la vostraarma principale contro chivi ha combattuto fino allafine.

VERGINEVi sarà chie-sto di mol-lare il

controllo, ele-mento molto

forte nella vostra strutturadi nascita: la mente diven-terà lo strumento delcuore! Questo ribalta-mento potrebbe farvi vi-vere un momento di crisiperché vi sembrerà di nontrovare più sintonia tra ciòche pensate e che fate.

BILANCIASiete il segnodella ricercadell’armonia

in tutte le cosee finalmente tro-

verete una buona dose didistacco da quelle situa-zioni del passato emotiva-mente provanti. Ci voleva,perché la continua ricercadel distacco dalle situa-zioni, attraverso unosforzo interiore, vi rendealtamente ansiosi!

ARIETEDurante ilmese perce-pirete l’esi-

genza diesprimere le vo-

stre qualità in modo crea-tivo. V’innamorerete diquello che farete, dedi-cando tempo a ciò che viappassiona, aumentando ilvostro buon umore. Saràun mese d’innamoramentifacili, ma anche di storie dafar diventare importanti.

TORORitrovereteuna buonastabilità emo-

tiva, anche sedovrete prendere deci-sioni “sentimentali” im-portanti che vi porterannoa vivere emozioni pro-fonde ed a diventare con-sapevoli di essere arteficidella vostra felicità. Unostimolo interiore vi por-terà ad innamorarvi, anchesolo della vita.

SCORPIONEAgosto saràun mese diforte realiz-

zazione per-sonale. Le

decisioni prese in questimesi, stanno dando i lorofrutti. Molti sogni inizianoa realizzarsi, anche se finoa qualche tempo fa, eravateconvinti che questo nonfosse possibile. È un buonmomento per ristrutturare lavostra vita!

SAGITTARIOÈ tempo dic a m b i a r estrada e avere

una visione piùampia della vita.

Nuove idee da portare a pro-getto, sogni chiusi nel cas-setto per essere realizzatirichiedono un cambio distrategie. Deciderete del vo-stro futuro e farete sceltemolto importanti che realiz-zerete da settembre in poi.Seguite le vostre intuizioni!

CAPRICORNO Sentite la ne-cessità diamare e di

condividerecon la persona che

amate le vostre emozioni,confidando sia le gioie, sia idolori e le paure che avete ri-servato dentro di voi. Rac-conterete finalmente tantisegreti che in questi anni,sono diventati solo pesi chevi impediscono il pieno go-dimento della vita.

ACQUARIOLa relazioneè al centro deivostri pen-

sieri. Vivretelegami stabili, me-

rito anche di un riconosci-mento ufficiale. Quel checonta è la voglia di intra-prendere un percorso di vitainsieme. Per le coppie giàformate, si tratta di stabiliz-zare ancor di più l’unione. Isingle potrebbero avere leore contate!

PESCIOttimo mo-mento per ilsettore lavo-

rativo. I rico-n o s c i m e n t i

professionali vi mettono inuna posizione di primopiano, con un conseguentemiglioramento di autostimae delle condizioni economi-che. Ottimo periodo ancheper la salute: dedicheretemolto più tempo al benes-sere del vostro corpo.

ABBONATI A CAMPO DE’ FIORI - CARTOLINA DI ABBONAMENTO ANNUALE

Desidero abbonarmi a Campo de’ fiori (11 numeri) a € 25,00

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effettuerò il pagamento su c/c postale n. 42315580 intestato ad Associazione Accademia Internazionale D’Italia - Via Giovanni XXIII, 59 - Civita Ca-stellana (VT). E’ necessario, successivamente, spedire questa cartolina con allegata copia del bollettino postale, debitamente pagato, a Campo de’ fiori

rivista - Via Giovanni XXIII , 59 - 01033 Civita Castellana (VT) o per e-mail a [email protected]

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Autorizzo il trattamento dei miei dati personali secondo quanto disposto dalla legge n. 675 del 31.12.1996 in materia di “Tutela dei dati personali”. Titolare del trattamentodei dati è Campo de’ fiori - Via Giovanni XXIII, 59 - 01033 Civita Castellana (VT)

Data_____________________Firma__________________________________

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60 Campo de fiori

Indovina il nome di questa via di Civita Castellana e vinci un abbonamento annuale alla nostra rivista!

Il primo che indovinerà chiamando il numero 328.3513316 sarà il vincitore!

La foto pubblicata sullo scorso numero diCampo de’ fiori raffigurava Via Rio Maggiore

a Civita Castellana (VT). Il primo ad indovinare è stata

la Sig.ra CLAUDIA GIORGETTI,che si è aggiudicata

un anno di abbonamento alla nostra rivista.

GIOCA CON

CAMPO DE’ FIORI

Il Personaggio Misterioso

Indovina il nome di questo personaggio famoso

e vinci un abbonamento annuale alla nostra rivista!

Il primo che indovinerà chiamando il numero 328.3513316sarà il vincitore!

La foto pubblicata sullo scorso numero di Campo de’ fiori raffigurava Cristian De Sica.

La prima ad indovinare è stata il Sig. RENATO ROSSI, che ha vinto un anno

di abbonamento alla nostra rivista.

I VINCITORI DEI NOSTRI GETTONATISSIMI GIOCHI, POSSONO INVIARCI LA PROPRIA FOTO ALL’INDIRIZZO E-MAIL [email protected]à pubblicata insieme al nome nel numero successivo della rivista!

L’ANGOLO MISTERIOSO

FOTO

CURIOSERiceviamo e

pubblichiamo

Avete mai notato, v iag-giando i macchina, cheforma strana hanno gl i

alber i che si trovano su lc ig l io del la strada?

Un nostro lettore ci hainviato del le foto cuo-

riose in cui si vede benecome le automobi l i , masoprattutto i camion,

passando continuamentesotto d i essi, “pett inino”

gli arbusti lungo lestrade.

Dal lato stradale, queste piante sono potate tutto l’anno!

sotto l’ombrellone

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61Campo de fiori

Inviate i vostri

messaggi d ’augri a

[email protected]

o tramite WhatsApp

al 328.3513316

Messaggi d ‘auguri

Congratulazionialla grande masempre piccola

FrancescaMassaccesi

per aver raggiunto losplendidotraguardo

della laureain EconomiaAziendale all’Università di

Perugia il 18 Luglio, da nonna Margherita, dal papà Mauro, dalfratello Alessandro e da mamma

Elsa che veglia da lassù!

Tantissimi auguri a Fernando eTatiana che sono convolati a

nozze il 7 Luglio 2017! Auguri dai cognati

Tanti tanti auguridi BUONE VACANZE a tutti i

nostri lettori dalla REDAZIONE DI CAMPO’ DE’ FIORI!!!

ARRIVEDERCI A SETTEMBRE...

Tantissimi auguri di buoncompleanno a

BeatriceMongiello cheil 1° Agostocompie glianni, dalla

mamma, dalpapà e dai

nonni!!!

Tanti augurialla piccola

Giulia Morelliche il

4 Agosto ha compiuto

5 anni, daparte dellazia Flavia,dei nonni,

degli zii, del fratellino, dellamamma e del papà.

Tantissimi auguri alla

piccola Margot

Fogliettache il 23 Lu-glio ha com-piuto 3 anni

da nonno Angelo,

papà Anto-nio, mamma Maria e

nonna Gala.

Tanti auguri dibuon

compleanno a Matteo Viviani

che il 19 Ago-sto compie isuoi meravi-

gliosi 18 anni, dallanonna Aurelia, da zia Giusy e zio

Diego e da Cristian!!!

Auguri aSau Mattia

Nicola che il 20 Lu-glio ha com-piuto 7 anni,dalla mammae dal papà!

“Cari Federico eFederica, viauguriamo

sempre addizioni emoltiplica-zioni, mai

sottrazioniné divisioni!”Tanti cari auguri, zia Anna Maria,zio Silvio, Agnese, Letizia, Alessio

e Daniele.

Tantissimi auguri a

Giuliana Valeriche il 10 Ago-sto compie 63anni dalla fa-miglia, dagliamici e dallaredazione di

Campo de’fiori!

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62 Campo de fiori

AGENDATutti gli appuntamenti più importanti

Dal 12 al 15Agosto 2017

FESTA DELLABIRRA

Magliano Sabina Torna il consueto appun-tamento con la birra al-l’Ecostello di MaglianoSabina (RI) - Giardini Pub-blici. Quattro giorni pergustare fiumi di birra nonpastorizzata e non filtrata accmpagnati da stinco di ma-iale, pollo arrosto, Wurstell, hamburgerr, hot dog, sacherrtorte e strudel di mele. Tanta buona musica dal vivo allie-terà le serate, dalle 20.00 in poi. Non perdete la migliorfesta della birra di tutto il centro Italia, organizzata se-condo la migliore tradizione tedesca!

Dal 25 al 27

Agosto 2017

VITERBO GUITAR

FESTIVAL

Viterbo

dal 4 al 13

Agosto 2017

ESTATE

FALERIANA 2017

Faleria (VT)

Prosegue l’Estate Faleriana con ntanti eventi in pro-gramma:- 4/5/6 Agosto - Piazza Garibaldi SAGRA DEL CINGHIALE- 10 Agosto - San Lorenzo a San Biagio ESCURSIONEASTRONOMICA- 11 Agosto - Polo culturale dell’Ospedaletto SERATA “SIDE FALERIA SE...”foto, aneddoti e gara “Quanto si de Fa-leria?”- 12 Agosto Piazza della Collegiata SERATA TEATRALE“NON TI PAGO” a cura del lab. teatrale amatoriale di Ri-gnano Flaminio.- 13 Agosto - Piazza Garibaldi KARAOKE IN PIAZZA.

25 Agosto CHITARRA: LE SCELTE DELL’INTERPRETAZIONE.Lezione teorico-pratica sulle possibilità individuali di lettura.26 Agosto - Chiesa S. Pellegrino CONCERTO DEL DUO D’AU-GELLO- GIANNOLA27 Agosto - Chiesa San Pellegrino CONCERTO DEGLI ALLIEVIDEI CORSI INTERNAZIONALI DI MUSICA “CITTA’ DI VITERBO”ANNO VII27 Agosto - Sala Anselmi, Via Saffi MOSTRA NAZIONALE DI LIU-TERIA CHITARRISTICAdal 25 al 27 Agosto CHITARRA docenti Andrea Pascussi e An-tonio D’Augelloinfo: www.viterboguitarfestival.it

PIETRO SARANDREA ALL’EVENTO‘’IL RESPIRO DELL’ARTE‘’ DI RONCIGLIONEDal 2 al 4 giugno 2017, nel centro storico di Ronciglione (VT),all’interno del campanile di S. Andrea (antica collegiata deiS. Pietro e Caterina) del XIII secolo, si è svolta una manife-stazione artistica dal titolo: ‘’Il respiro dell’arte, tre giorni dicreatività dal vivo‘’. Ad essa hanno partecipato molti pittorie scultori, creando non solo opere di ogni genere, ma parti-colari attrazioni tra i ruderi di questo affascinante luogo.

Pietro Sarandrea in questo periodo è stato protagonista divarie performance: ha dipinto una modella nel suo stile sim-bolico astratto; ha dimostrato ancora una volta il suo aspettotelepatico facendo un ritratto psicoanalitico con un’altra pit-trice, e infine ha portato in scena il ‘’Tantra body painting‘’con me medesima, che ha suscitato un grande interesse dipubblico. Partecipando a questo evento ho provato una sen-sazione piacevolissima, dolcissima e di benessere, dovel’energia e la frequenza del colore entrano nelle mie vibra-zioni ed emozioni. Il ‘’Tantra body painting‘’ consiste nel por-tare i colori sul mio corpo attraverso un massaggio,innalzando l’ energia sessuale (Kundalini).

Il Tantra fa parte di una filosofia orientale, che l’artista ha ab-bracciato insieme allo yoga e al vegetarianesimo, dopo unlungo percorso.

La mostra è stata organizzata dall’ artista scultore RinaldoCapaldi, anche lui protagonista di questo evento.

Paola Lamonica

L’artitsta conla modella econ il quadroeseguito

L’artistamentre ese-gue il tantrabody pain-ting

L’artistamentre ese-gue una per-formance

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Campo de’ fiori è distribuito a Civita Castellana, Corchiano, Fabrica di Roma, Vigna-

nello, Vallerano, Canepina, Vasanello, Soriano Nel Cimino, Vitorchiano, Bagnaia, Viterbo,

Montefiascone, Carbognano, Caprarola, Ronciglione, Sutri, Capranica, Cura di Vetralla,

Blera, Monte Romano, Tarquinia, Civitavecchia, Orte, Gallese, Magliano Sabina, Colle-

vecchio, Tarano, Torri in Sabina, Calvi nell’Umbria, Stimigliano, Poggio Mirteto, Otricoli,

Narni, Terni, Amelia, Nepi, Castel Sant’Elia, Monterosi, Anguillara, Trevignano, Brac-

ciano, Canale Monterano, Mazzano, Campagnano, Sacrofano, Olgiata, Faleria, Calcata,

S.Oreste, Nazzano, Civitella San Paolo, Torrita Tiberina, Rignano Flaminio, Morlupo, Ca-

stelnuovo di Porto, Riano, Ostia, Nettuno, Anzio, Fregene. A Roma nei teatri, nei migliori

alberghi e locali, sui taxi e in tutte le stazioni MET.RO. Spedito a tutti gli abbonati in Ita-

lia e all’estero, inviato ad Istituzioni Culturali e sedi Universitarie italiane e straniere, a

personaggi politici, della cultura, dello sport e dello spettacolo.

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