Enea Cisbani - Campo de' fiori · Enea Cisbani Grazie Grazie Grazie. Campo de’fiori 3 di Sandro...

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GrazieEnea

Cisbani

Grazie

Grazie Grazie

Campo de’ fiori 3

di Sandro Anselmi

Una madre pertutti

una vita perognuno

Viviamo un tempo in cui, la razionalizzazione e l’attività materia-le hanno bandito l’essere spirituale.La sua assenza è inerzia, è vuoto e genera confusione, con laconseguente rarefazione e perdita delle certezza fin qui acquisi-te. Come ho avuto già a dire “la vita è un dono”, ma debbo ribadi-re con forza che tutte le vite sono un dono e garantirne l’esi-stenza fin dalla nascita è un dovere inderogabile.La sacralità della vita inizia con la nascita e termina con la morte.Rispetto comunque chi, nel pieno possesso delle facoltà menta-li, sapendo di non poter migliorare o guarire da un male incura-bile e mortale, decide di voler dar fine alla propria esistenza.Bisogna però comunque difendere chi non può scegliere!Tutti quelli che hanno vicino una persona cara, disabile, non pos-sono neanche immaginare di scegliere la “non vita” per loro!L’amore, quello grande, quello vero, fa sopportare disagi, incom-prensioni, umiliazioni, fatiche, ma regala anche immense gioie,fatte di gratitudine, resa, magari, con un semplice sorriso o condue lacrime di commozione che scendono furtive.Bisognerebbe avere tanta fede per dare alla sofferenza un’ideamorale sopra il ragionamento, per tendere a conquistare unmondo dove si possa vivere nell’amore universale.

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Ritorna finalmentea teatro una delleartiste più apprez-zate degli ultimianni, Debora Cap-rioglio, che inizia aRoma la tourneedel suo nuovospettacolo, “Black

Comedy” di Peter Shaffer, con l’adatta-mento e la regia di Attilio Corsini, il deusex machina del Teatro Vittoria. Debora èpersonaggio multiforme che ha spaziatodal teatro al cinema e finanche alla televi-sione. Cominciamo la nostra intervistanotando che, nello spettacolo succede unpo’ di tutto, e tra l’altro si nota come ilregista giochi molto con l’effetto buio ! “Si, Attilio gioca soprattutto con il buio,perché in pratica tutta l’azione si svolge inun appartamento dove improvvisamenteviene a mancare la luce, naturalmentecon un effetto ricreato, perché il pubblicovede tutto quello che succede in scena,tranne i primi minuti in cui c’e’ una bellasorpresa. Comunque penso che sia unacommedia molto divertente, molto brillan-te, nella quale i protagonisti sono costret-ti a muoversi come se fossero al buio,quindi inciampano, cadono… ed il buiocrea anche una serie di equivoci diverten-tissimi. Il messaggio di questa commediaè che le persone, quando sono al buio, sicomportano in maniera completamentediversa di quando invece si trovano allaluce… vedi il caso del colonnello che allaluce è una persona tutta d’un pezzo, men-tre al buio si stiracchia o fa dei movimentiche sono poco militari…oppure come lavicina di casa che alla luce beve solo limo-nate ed al buio diventa una alcolizzata….Iosono Clea, la fidanzata del protago-nista,che, presentandosi a sorpresa a casadel fidanzato dopo cinque settimane, lotrova insieme ad un’ altra donna e da quipartono storie ed equivoci che si accaval-lano e si complicano….”Hai iniziato a fare cinema diretta daun grande regista“Ho iniziato vent’anni fa con il cinema ed ilprimo film è stato Paganini con KlausKinski. Devo dire sinceramente che è statoun incontro casuale perché io, essendomolto giovane, non avrei mai pensato difare l’attrice. In quei tempi studiavo edavrei voluto fare altre cose, invece da li è

nata tutta la miacarriera artistica.Nel 1990 l’incontrocon Tinto Brass el’interpretazione diPaprika, la diver-tente commediaSaint Tropeiz SaintTropeiz, AlbergoRoma di Ugo Chiti,Con gli occhi chiu-si insieme all’Ar-chibugi, La Mas-chera del Demo-nio, Storie d’Amo-re con i crampi, etanti altri”.Ed invece laprima interpre-tazione teatra-le?“Il mio incontrocon il teatro risaleal 1997. Ho inizia-to a lavorare conMario Monicelli efino ad oggi hosempre destinatouna parte dell’an-no alle tourneeteatrali.”Non dimenti-chiamo poi ilpiccolo schermoche è quello checi permette dientrare in tuttele case… “Ho girato moltissime fiction per la Rai eMediaset ed ho cercato sempre di alterna-re la televisione al teatro perché secondome, se si ha la possibilità, è bene bilancia-re le due cose. Il teatro regala tantissimeemozioni ed è una grandissima palestra.Ogni sera con il pubblico, che è vivo e pre-sente, esiste proprio una sinergia che sicrea tra la platea e l’attore, però è anchevero che il teatro non ti dà quella visibilitàche può dare il mezzo televisivo.”Per un’attrice è più bello recitare peril teatro o per il cinema ?“Io credo sia più bello fare teatro perchépersonalmente mi regala l’emozione disalire su un palcoscenico, anche se il cine-ma, per quanto mi riguarda, rimarrà sem-pre, nonostante tutto, il primo grande

amore.” Abbiamo raccontato di momenti pre-senti e momenti passati, ma il futurocosa riserva a Debora Caprioglio?“Dopo le vacanze estive, sicuramenteriprenderò con piacere questa commedia aNovembre e successivamente partirà unaltro progetto con Mario Scaccia, con ilquale ho gia lavorato l’anno scorso in unGoldoni, ed insieme prepareremo unFeydeau intitolato Il signore va a caccia.”Ringraziamo la bellissima attrice ed invitia-mo i nostri lettori a seguirla nelle prossimerepliche teatrali nella nostra regione, per-ché sicuramente abbiamo incontrato unaCaprioglio sempre più bella e sicuramenteall’apice della sua carriera di attrice.

di Sandro Alessi

Debora Capriogliodal cinema al teatro

La nascita dellaprima societàper azioni inItalia risalirebbeal 1400 e vienei n d i v i d u a t anelle MAONEGENOVESI, as-sociazioni traproprietari digalee alle quali

era affidato granparte del com-mercio dell’epoca.

Altri ritengono il Banco di San Giorgio,meglio la Casa di San Giorgio, come capo-stipite delle società, ma questo ente ebbecarattere di istituto pubblico solo nel 1586.La maggior parte degli studiosi ritieneinvece che la nascita delle prime societàsia da attribuire alla Compagnia delle IndieOlandesi e Inglesi le quali, all’inizio del1600, attuando frequenti collegamentinavali con l’India e la Cina per importareavorio, spezie, zucchero, seta ed altro,necessitavano di molto denaro e, perpoterlo ottenere, ebbero l’idea di richie-derlo ai cittadini (rilasciando opportune“ricevute”), ai quali corrispondevano poiun dividendo in base alle “azioni” posse-dute da ciascuno.Da quel momento le società così costituitesi sono moltiplicate a dismisura in tutto ilmondo con la conseguente emissione dimigliaia di titoli, obbligazioni, certificatietc. che oggi, esaurita la loro funzione pra-tica, rappresentano l’oggetto di una colle-zione prestigiosa, poiché tratta di docu-menti originali, testimonianza delle piùdisparate imprese relative a vari settoridell’economia, del commercio, della borsavalori, cioè tratta un campo vastissimo del-l’attività umana!In Italia la COMPAGNIA DI NEGOZIO PERIL COMMERCIO CON IL PORTOGALLO EDIL BRASILE – TORINO(1681), la COMPA-GNIA DI ASSICURATORI – VENEZIA(1709) e la COMPAGNIA DELLA CAMERAIMPERIALE DI COMACCHIO (1751), sonole prime società di cui si ha notizia.I titoli emessi da questi enti, però, nonsono stati mai ritrovati probabilmente per-

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di Alfonso Tozzi

SCRIPOFILIA: UNA PRESTIGIOSATitoli azionari ed assicurativi, obbligazio

diventano ogni giorno sempre più

ché fanno ancora parte di collezioni priva-te ed è facile prevedere che, se un giornofossero immessi sul mercato collezionisti-co, il loro valore sarebbe certamente altis-simo.Per quanto riguarda le azioni, le obbliga-zioni, ed i titoli esteri è curioso constatarecome i collezionisti italiani prendano inconsiderazione particolarmente quelli“strani”, oppure quelli firmati da personag-gi di rilievo storico come le azioni dellaSTANDARD OIL firmate da J. Rockefeller(1911) o quelle dell’ AMERICAN EXPRESSCo. Del 1866 “garantiti” dai nomi WellsFargo, i leggendari organizzatori dellelinee di diligenza nel selvaggio West.A proposito delle Standard Oil Companyrecante la doppi firma di J. Rockefeller èappena il caso di riferire che, all’inizio del2000, un certificato emesso nel 1870 èstato aggiudicato ad una cifra superiore ai120mila dollari.Si è trattato del più alto prezzo mai paga-to per un singolo documento finanziariooriginale dell’epoca.Fra i titoli esteri più richiesti e contrattati sisegnalano quelli emessi a Bruxelles nel1728, di 250 fiorini, per la PESCA DELLEBALENE – quotati oltre mille euro e quellidel 1924 della SOCIETA’ FERROVIELOCARNO – PONTE BROLLA BIGNASCO, di250 franchi svizzeri emessi a Locarno quo-tati intorno ai 500 euro.E’ bene comunque tenere presente che ilvalore di questi documento è determinatodalla loro rarità, dal “tema” e, cosa piùimportante, dalle firme dei responsabilidella emissione, ad esempio un certificatodel 1840, per la COSTRUZIONE A TORINODEL PONTE MARIA TERESA, transito apedaggio, firmato dal Conte di Cavour,viene valutato alcune migliaia di euro.A parte, comunque, le citate quotazioni èopportuno sapere che la maggior parte deititoli italiani e stranieri più recenti, sonoquasi sempre alla portata media di un col-lezionista ed è quindi una raccolta da sco-prire e da incoraggiare per la bellezza gra-fica degli stampati e per il risvolto storicoche rappresenta in quanto, attraverso diloro, è possibile ripercorrere le alternevicende economiche e finanziarie dell’Italia

e del mondo.In base a recenti aggiudicazioni d’asta, ititoli italiani sono stati trattati fra i 25 ed i75 euro, ma alcuni hanno superato questolimite come “Strada Ferrata Genova Voltri”(600), “Monte di Pietà di Pistoia” (400),“Banca Ercta” (260) e tanti altri.La scripofilia (dall’inglese SCRIP – cedola,polizza, e dal greco PHILIA – amore), alpari di tutte le collezioni, annovera episodicuriosi di una certa rilevanza, come quellorelativo alle obbligazioni attinenti la roulet-te di Montecarlo di cui ci da notizia l’illustrestorico e studioso Enrico Bay.Il 1° Novembre del 1924 apparvero sulmercato azionario delle obbligazioni di 500franchi, intestate a “Roulette diMontecarlo”. Il titolo riproduceva una roulette sormon-tata da un viso di uomo coperto di schiu-ma da barba; a tergo la dichiarazione chela società aveva per oggetto “lo sfrutta-mento del trente et quarante, ecc”.Autore della particolare emissione fu il pit-tore cubista e scultore francese MarcelDuchamp, il quale, per alimentare la suaanima del gioco, ed ottenere un congruocontante, emise delle obbligazioni di 500franchi rimborsabili all’interesse del 20%,cosa che regolarmente avvenne quando lasocietà chiuse in pareggio con l’attività.Un altro caso con risvolti purtroppo dram-matici, è quello relativo al “re dei fiammi-feri svedesi” Ivar Kreuger, il quale offrì ingaranzia un pacchetto di buoni del tesorodel governo italiano per un valore di oltre142milioni di dollari – datati Roma 15Agosto 1930. I titoli, stampati dallo stessoKreuger, costituirono una colossale truffascoperta, però, solo nel 1932 quando ilKreuger si suicidò a Parigi.Fra i collezionisti italiani di un certo spes-sore: Mario Marzi di S. Gimignano (SI),Alessandro Cavalli di Genova e StefanoBenelli di Firenze, tutti interessati ad azio-ni ed obbligazioni ferroviarie; DanieleRaimondi di Verona il quale raccoglie titoliazionari relativi alla radio e alla telegrafia eMassimo Borrelli di Napoli il quale è inte-ressato ad azioni ed obbligazioni italiane,francesi ed americane.

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A COLLEZIONE DI “ATTESTATI”ni, certificati di credito, buoni del tesoro,ù oggetto di collezione e di culto.

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Roma che se n’è andata: luoghiRenato Guttuso, pittore di vita

L’articolo di Enea Cisbani dal titolo “RenatoGuttuso e Civita Castellana” apparso sulnumero XXXVI, mi ha portato a ripensareal grande artista siciliano del quale, desi-derando scrivere qualcosa, provo ad asso-ciarlo, forse un pò forzatamente, alla tema-tica della quale abitualmente tratto.Quale il possibile legame? Mi viene sponta-neo pensare a Palazzo del Grillo del qualeho trattato in occasione della pubblicazionedell’articolo dedicato al “Marchese delGrillo”, una pittoresca dimora settecente-sca, già fortilizio mediovale, ubicata lungola salita del Grillo, strada che da quellafamiglia prese il nome.Palazzo del Grillo fu l’ultima dimora e l’ulti-mo studio di Renato Guttuso, quello piùamato dall’artista, in questo luogo, in que-ste stanze, infatti, la sua memoria si ècostruita e qui è oggi custodita.Tra l’altro, la decisione di ubicare a Palazzodel Grillo l’Archivio denota la precisa volon-tà di voler custodire in questo luogo fisico,vuoi la memoria, vuoi la storia del grandepittore; scomparso l’artista, la sua memo-ria appartiene un pò a tutti, del resto, eralo stesso Guttuso che affermava: “ …unartista basa la propria esperienza primasulla vita privata e poi sulla cultura, tantoda riuscire a capire il mondo attraverso sestesso…” Non a caso gli organizzatorihanno voluto che l’Archivio fosse fisica-mente legato al suo ultimo luogo di lavoro,l’atelier è rimasto esattamente com’era,con i tubetti ancora aperti e la tavolozzaimpregnata dai colori, quasi a voler testi-moniare un’improvvisa interruzione delle

sue creazioni.Scrive il figlio adottivo Giovanni CarapezzaGuttuso: “ …il ricordo più forte che ho diGuttuso nel suo studio è la sua presenzache si materializzava ogni giorno con orariprecisi scandendo il ritmo quotidiano delsuo lavoro …”Ma vediamo di osservare più da vicinoRenato Guttuso del quale si può verosimil-mente affermare che è il primo vero pitto-re siciliano, non solo perché nato aBagheria, ma perché egli è decisamenteimpregnato di quella inconfondibile sicilia-nità che ha caratterizzato per esempio tuttii grandi scrittori dell’isola e della quale scri-veva Leonardo Sciascia; del resto, a parteAntonello da Messina, vissuto nel periododel Rinascimento, non saprei quali altriartisti dell’isola si potrebbero citare; forseAngela Consoli, mia omonima per puracoincidenza, un’artista siciliana che, nata aCatania, da molti anni lavora ed espone aCivita Castellana.Con ogni probabilità il clima della Sicilia hainfluito non poco in tutto ciò, troppo sole,a dire degli esperti, non favorisce la pittu-ra, schiaccia i colori e sfuma i contorni, ilsole è la morte soleva dire il Principe diLampedusa. “ … beato te che quandoprendi il pennello o la matita in mano scri-vi sempre in versi. Chi dipinge è un poetache non è mai costretto a scrivere in prosa…”, questo il pensiero di Pier Paolo Pasolinisu Renato Guttuso il pittore che, meglio diogni altro, ha saputo interpretare l’animodella Sicilia.E’ lo stesso Guttuso che, attraverso i suoi

scritti, che hanno sempre accompagnato lasua attività artistica, chiarisce il camminodel suo immaginario pittorico, per esempio,quello di un artista che non vuole Maestri:“ … io imparo dall’anima mia se è vero chene ho una ! Imparo a comprendere e a sof-frire combattendo nel mondo e imparo adesprimermi. Mi affaccio a scoprire quellaverità che nessuno può indicarmi perchéessa e dentro di me, ogni scuola è vana,vana, vana …” Da giovane Guttuso comin-ciò a frequentare a Palermo una bottegaartigiana dove si dipingevano i carretti sici-liani con l’impiego di colori assolutamentevivaci, carretti variopinti, una sorta di pittu-ra naif, con i suoi rossi i suoi verdi, i suoigialli presi in prestito dai rossi, dai verdi,dai gialli dei mercati rionali di Palermo dovei venditori accatastano frutta e verdura,olive, angurie, mazzi di basilico o prezze-molo, zucche e melanzane in un ammassodi colori variopinto e senza uguali. Il primo vero importante quadro di grandeformato del pittore è “La fuga dall’Etna”, undipinto del 1939, dove Guttuso, spinto daquella necessità di naturalezza e dal desi-derio di fare del realismo una realtà con-creta, procede all’assemblamento in gran-de di molte figure riunite in un’unica azio-ne; contadini, donne e cavalli proiettati dauna forza esplosiva, colori vivissimi al limi-te dell’urlo con in evidenza tematiche con-flittuali: lavoro, violenza, aggressività,smarrimento:“ … volevo fare un quadroche potesse rappresentare al meglio la miagente impegnata in una azione quale chefosse, avrei potuto scegliere tra una rivoltao, magari, un esodo, scelsi la fuga dall’Etna…”, e ancora,“ … non è necessario che unpittore debba appartenere ad un partito oad un altro, o magari fare una guerra o una

Autoritratto - particolare

Occupazione delle terre incolte

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i, figure, personaggi

di Riccardo Consoli

rivoluzione, è piuttosto necessario che egliagisca, nel dipingere, come agisce chi fauna guerra o una rivoluzione, come chimuore insomma per qualcosa …” Nell’immediato dopoguerra in Sicilia si veri-ficarono eventi di grandissimo rilievo eimportanza sociale, tra questi le lotte con-tadine per l’assegnazione della terra, a talieventi nel 1950 Guttuso dedicò l’opera daltitolo “Occupazione delle terre incolte inSicilia”, un dipinto dalla grande vivacitàcromatica nel quale, la definizione tipologi-ca dei singoli braccianti e delle loro fami-glie, si compone in un tutt’uno:“ … la lottacontadina per l’assegnazione della terra, isingoli braccianti e le loro famiglie riuniti inuna marcia verso la speranza; fui anch’ioin Sicilia in quel periodo, partecipai alle lororiunioni, alle loro discussioni, alle loro agi-tazioni, i volti della mia infanzia si mischia-vano ai nuovi volti, ai vecchi, ai giovani,alle donne, ai bambini affamati; i contadinisi muovevano all’alba o addirittura nelcuore della notte, con i muli, gli asini, i car-retti, gli aratri, le zappe, le bandiere; qual-cuno cantava, qualcuno suonava il mando-lino o la chitarra …”. Il quadro dal titolo “Lazolfara” del 1955, costituisce una profondavariazione di un tema che, come nel casodell’occupazione delle terre, rappresenta larealtà di un terribile dramma lavorativo atinte autenticamente siciliane; nel cuoredell’isola, in quelle aree che ricordano illatifondo mediovale, si scavano le minieredi zolfo; Pirandello, che si trova in unaposizione di vantaggio essendo il figlio delpadrone di una di queste, ma anche ingrande difficoltà, scrive: “ … fuoco nelfuoco, ma fuoco infero, contro natura,demoniaco … l’universo dei contadini e deipescatori viene contaminato da una razzaintrusa, quella dei minatori e degli operai…”. La sicilianità di Guttuso, dicevo, chelega questo artista tanto strettamente allaterra natale, che lo aiuta a produrre operecosì splendidamente siciliane; il gusto deicolori copiati dai colori dei mercati diPalermo, ma che ricordano anche le cera-miche di Caltagirone o i Pupi di quel fanta-smagorico Teatro delle Marionette ancoraoggi rappresentato in Sicilia, la sregolatez-za dell’invenzione, la furia astratta; questala Sicilia di Guttuso, la mia Sicilia, agitata eforsennata e ancora, in alcuni suoi quadri,un trionfo del realismo, ma a ben vedereegli non ha dipinto altro.Renato Guttuso è il pittore che ha saputoraccontare con efficacia straordinaria ladrammaticità del genio siciliano, prova adosservare la “Vucciria” del 1974, probabil-mente il suo dipinto più famoso; siamo aPalermo nel cuore del quartiere della

Loggia dove ha sede uno dei più caratteri-stici mercati alimentari, quello dellaVucciria appunto, dal francese boucherie -macelleria, il più noto e pittoresco dellacittà, il mercato in cui maggiormente siritrovano quelle caratteristiche atmosferedella variopinta quotidianità siciliana. Il pit-tore ha saputo cogliere e riprodurre i con-trastanti sentimenti di amore e repulsioneper questo ambiente affascinante, maanche travolgente; in questo mercato icolori e i profumi della merce esposta simescolano alle grida dei venditori, al sapo-re della tradizione, all’allegria degli spetta-colini improvvisati per accattivare i clienti osoltanto per trovare un attimo di spensiera-tezza che serva a spezzare il ritmo dellagiornata di lavoro, è questo un mondo dicontraddizioni e di esagerazioni che rispec-chia il lato più aperto e gioioso dell’animosiciliano. Percorrendo i vicoli e le piazzette dellaVucciria si ritrovano gli elementi principalidella cucina siciliana, una cucina sontuosa,qui giungono i prodotti migliori di tutta l’i-sola e tutto viene esposto sui banchi deivenditori con rara e forse unica ecceziona-le abilità scenografica; su questo dipinto,molto amato dal Maestro, egli scrisse:“…nel cuore di Palermo, nel cuore del suomercato all’aperto, è questa una grandenatura morta con in mezzo un cunicolodove la gente scorre e s’incontra …”; quin-di, una teoria infinita pesci, di carni, di ver-dure; passa una sontuosa giovane donnavista di spalle, altre persone le vengonoincontro e, poi, un quarto di bue, un tran-cio di pescespada, i banchi posti daentrambi i lati, oltre ai colori vivacissimi,sembra quasi di percepire gli odori di que-sto luogo unico e travolgente. Tutto ciò nondevi sorprenderti, un noto critico ebbe adosservare come nelle opere di Guttuso l’uo-mo è il protagonista assoluto, mai tantoimportante come quando non è presentenei suoi dipinti; gli oggetti delle naturemorte, non sono mai oggetti fini a se stes-si, le ceste, i martelli, le scuri, le ruote deicarri, rinviano sempre prepotentementeall’uso che l’uomo ne fa, quella sedia inprimo piano, davanti al cassetto aperto neldipinto del 1941 dal titolo “Tavolo, sedia,gabbia e finestra” è ancora calda del sede-re della massaia che ci è stata seduta finoad un momento fa.Sul dipinto “Caffè Greco” del 1976, scrive-va l’artista:“… il Caffè Greco è un luogo diRoma a cui tutti siamo in qualche manieraaffezionati, mi ricordo le sere conPalazzeschi e De Pisis dopo cena, allora siandava sempre dopo cena; ci andavaanche Moravia poi, ad una certa ora, verso

le undici, De Pisis guardava l’orologio escappava, per me questa è un’ora freneti-ca, diceva. In questo quadro c’è un ele-mento catalizzatore, Giorgio De Chirico,anche se il fascino del luogo nasce dallagente che ci è passata, da Buffalo Bill aGabriele D’Annunzio …”. Un ricordo perso-nale mi riporta indietro di molti anni allor-quando in una delle salette interne delCaffè Greco ebbi occasione di sedere in untavolino accanto a quello dove, all’ora del-l’aperitivo, sedeva abitualmente Giorgio DeChirico accompagnato dalla moglie; ilMaestro, in età molto avanzata, sarebbemorto l’anno dopo, destò in me un gran-dissimo spontaneo senso di ammirazione alquale si aggiunse una indescrivibile sensa-zione allorquando, alzatosi dalla sedia, mifece un garbato segno di saluto con il capo.Di Renato Guttuso resta in me ancora vivoil ricordo di una trasmissione televisivaripresa dal Teatro Margherita ospite il pitto-re ; inevitabilmente gli fu rivolto, da partedel conduttore Oreste Lionello, l’invito diabbozzare un disegno a matita su un fogliodi carta, in pochi secondi tracciò unacolomba con le ali dispiegate facendoosservare come l’avesse disegnata con untratto unico, senza sollevare la matita dalfoglio di carta. Guttuso, un pittore che haillustrato anche numerosi testi letterari,ricordo la sovracopertina del romanzo “Ilgiorno della civetta”, un omaggio aLeonardo Sciascia, che osservava:“ … sem-pre la sigaretta fra le dita, una appressoall’altra consumate in poche boccate, ner-vosamente, sempre quell’onda di fumodavanti al volto, come nei suoi autoritratti…”, è rimasto sempre profondamente lega-to alla sua terra, ad un amico scriveva:“ …è inutile che ti dica come vive in meBagheria; se un giorno riuscirò a mettereordine tra i miei appunti e mi deciderò adarli ad un editore, vedrai quanto e comeBagheria entri dappertutto …”

La Vucciria

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di Carlo Cattani

Lo mistero de la musica tonante ovvero la musica Lo mistero de la musica tonante ovvero la musica ““ tratras... un rock... un rock

<………..direiche la cornamusa sia la chitarra elettricadel medioevo …… e ciò che suoniamo siauna sorta di rock all’antica ….moltoall’antica ! > Ecco, queste erano leparole finali di DIABOLUS, uno dei pipaio-li-cornamusieri dell’ensemble acustico pie-montese di sostanza e condimento“medieval e popolare” nomato “BAR-BARIAN PIPE BAND”, a conclusionedella prima parte dell’intervista pubblicatasul n°36 di Campo de’ fiori ….. “LO COL-LOQUIO CO LI MUSICI POTE RICOMIN-CIARE!”Carlo: Deiv, Clarinzia, raccontatemi delvostri primi approcci ad uno degli stru-menti che “animate”. I vostri riferimenti,le esigenze sonore …Devsko: personalmente il mio primoapproccio con una cornamusa è statodrammatico! Mi sono comprato una corna-musa Scozzese che assolutamente nonfunzionava. Dopo un paio di mesi di fru-strazioni tremende ho investito un po’ disoldi e ho comprato una cornamusaFrancese, anche questa, ahimè, di noneccellente funzionamento; da qui in poi èsuccesso il delirio di compra/vendita dicornamuse, questo mosso da una insazia-bile fame di conoscere, provare e suonareil più alto numero di cornamuse possibili.Dopo qualche anno ho iniziato a suonareinsieme ad altre persone e quindi mi sonoreso conto che suonare 200 cornamusediverse non serviva a nulla e quindi mi

sono concentrato especializzato nello studio di 2-3 tipi. Con ilpassare del tempo le mie esigenze e leconoscenze dello strumento sono cresciu-te e mi hanno portato ad intraprenderel’attività di costruzione dei miei strumentimusicali. Per TUAC e DIABOLUS il percor-so non è stato poi tanto diverso. Diciamoche forse il primo approccio con una cor-namusa deve essere libero e dal mio puntodi vista <devi fare ciò che più ti senti e nonciò che qualcuno ti dice di fare!> Clarinzia: Il tamburo è la primordialeespressione: quando l’uomo ancora nonarticolava la voce batteva sulle pelli steseal sole per conciarle o su tronchi cavi. Quelbattito deve aver risvegliato qualcosa, e daquel battito nascono tutti i tamburi delmondo. Negli ultimi anni mi sono avvicina-ta molto alla musica tecno. Ai rave i batti-ti ritmici mi hanno avvolto e assorbito get-tandomi in quell’ arcano rituale in cui cen-tinaia di piedi battono ritmicamente ilsuolo, all’unisono. Ho poi provato a suona-re quella musica che tanto mi aveva con-quistato. Davanti ad un computer, bit edelettricità mi allontanavano da quella sen-sazione primigenia. Nel frattempo, con la“BARBARICA BANDA“, anche se nonero ancora una dei suoi musici ma facevoper loro un poco di focogiocoleria, ci si sol-lazzava a sonar per “li spiriti delli boschi”… in una di queste fulgide notti ho scoper-to che tamburo e muri di casse erano l’e-

spressione della stessa forza in due epo-che diverse, la diversa traduzione dellostesso stimolo ancestrale … mi piace anco-ra ballare davanti alle casse! Ma per suo-nare, per far uscire dalla pancia quellasensazione, per me, il tamburo è lo stru-mento più appropriato!!Carlo: ragazzi, quali soddisfazioni con la“BARBARIAN” ....Madrasko: direi moltissime!! Prima ditutto quella di riuscire in ogni luogo a coin-volgere e far ballare o semplicementedivertire le persone e poi lasciarle andarea casa con qualche neurone in meno (noncapita tutti i giorni di incontrare nella piaz-za del proprio paese un branco di forsen-nati che propongono una musica di fattoinusuale, ma ad un volume spaventoso…). Lo scambio energetico che s’instaura colpubblico è fantastico! Altra grande soddi-sfazione per ciò che mi riguarda è la pos-sibilità di condurre vita semi-nomadesfruttando l’arte propria e dunque la pos-sibilità di conoscere e confrontarsi semprecon nuovi ambienti, culture e modi di per-cepire il reale. Clarinzia: … Veder ballare insieme punk edistinte signore!!! ..... suonare ovunque,indipendentemente da qualunque fonteenergetica che non sia il nostro corpo!! ...suonare afe s t e

Elegante profilobarbarico

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asportabilesportabile” ” dei dei Barbarian Pipe BandBarbarian Pipe Bandk antico... mooolto antico!k antico... mooolto antico! (lo secondo capitolo(lo secondo capitolo ))

medievali con musicisti di conservatorio edil giorno dopo in mezzo al powernoize!!!Carlo: Come avete sviluppato l’immagi-ne della band, i soprannomi e tutto il con-testo?Madrasko: l’immagine si è sviluppatapraticamente da sola. La pulsione di tuttiera verso il medioevale, l’antico e il pri-mordiale ed è stato naturalissimo svilup-pare il contesto. L’idea del costume vienedai diversi anni passati da molti di noi nel-l’ambito della rievocazione. Iniziammo difatto ad esibirci proprio a feste medioevalie celtiche. Il costume era quasi necessarioe in più ci rappresentava assai bene. Isoprannomi o nomi d’arte esistevano giàper tutti. Alcuni di noi si sono trascinati ivecchi storpiandoli e modificandoli, altri seli sono creati ex novo. Non vi è una logicacon cui uno sceglie come farsi chiamare …ognuno è libero di scegliere il nome di bat-taglia che reputa più appropriato.Carlo: la traduzione su disco delle vostrescorribande ... parlami della realizzazionedel vostro ultimo cd, del significato attri-

buito al titolo, al termine “fosfeni” Madrasko: subito dopo il promo cd“Sacra Losna” la “BARBARICA BANDA”necessitava di un’ opera che la rappresen-tasse completamente. Diverse cose eranocambiate dal promo e tutti necessitavanodi lasciare un’impronta più significativa.“FOSFENI- Spiritica FosfenicaSonatica” rappresenta di fatto la consa-crazione della “B.P.B.”, ma le cose sono incontinua evoluzione e sentiamo l’esigenzadi un nuovo cd …. stiamo lavorando allasua pre-produzione (…tuoni all’orizzon-te,dunque !). I fosfeni vengono definiticome disturbi visivi simili a deboli allucina-zioni di forma o evoluzione geometrica(spirali, linee, cerchi, etc.. ). Trovammo unarticolo in merito all’arte preistorica dovelo studioso di turno dava un’interessanteteoria. Se l’arte rupestre dei primordi fossestata originata in parte da questo stranofenomeno visivo? La questione era interes-sante anche perché è provato che neglistati iniziali di trance e con l’inizio dell’ef-fetto di certe droghe psicotrope le primevisioni che si hanno sono proprio di origi-ne fosfenica, ma a volte anche quando cisi sta per addormentare è possibile veder-li anche se debolmente. Durante la crea-zione dell’album un piccolo gruppo di“BARBARICI ragazzi” s’inerpicò sui montidella Val Camonica all’esplorazione deimolti parchi ricchi d’incisioni rupestri. Funel “Parco Nazionale delle incisioni rupe-stri” di Naquane (ndr. Il Parco è sito aCapo Di Ponte /Valcamonica/Lombardia edè possibile vedere il ciclo istoriativo rupe-stre Camuno, uno dei siti archeologici piùfamosi in tema di incisioni rupestri risalen-ti alla preistoria, che vedemmo l’incisionedegli “oranti” che sono la fila di omini benvisibile sulla copertina del cd “FOSFENI”.Passammo la notte a vagare per i boschisulle montagne in compagnia di buoni spi-riti e l’incisione degli oranti si ripresentòsotto diversissime forme per tutta la notta-ta. Successivamente contattammo deisignori del “Centro degli studi Camuni” persaperne di più (ndr: i “Camunni” eranol’antichissima popolazione della ValCamonica) e ci dissero che gli oranti erano

completi solo con un ulteriore figura diomino sdraiata sotto la fila. A quanto pareil puntino in mezzo alle gambe le identificacome donne che stanno svolgendo unafunzione per la figura sdraiata. La sipotrebbe interpretare o come una scena diparto, o un funerale o delle danzatriciattorno ad una figura in trance….ma nes-suno può dirlo con certezza. Di fatto li,anzi…le, adottammo come ottima rappre-sentazione di persone festanti. Dato che sierano presentate durante la notte in formadiciamo fosfenica per la realtà “BARBA-RIAN” loro divennero i “fosfeni” ….. edecco, dunque, l’origine del titolo per l’al-bum.Carlo: Apriamo uno spiraglio sulle“prove” della “ BARBARIAN “: dove lefate, qual’è l’apporto di ognuno per la rea-lizzazione di composizioni originali e allevostre “traduzioni” di traditionals ….comedecidete di “colorare” un brano con l’usodi un tipo o di un altro tra i tanti strumen-ti a fiato & percussione antichi a vostradisposizione? Devsko: Le prove della “BARBARIAN”avvengono un po’ ovunque; solitamente ininverno proviamo in una rimessa di tratto-ri adiacente ad un fienile ubicato in unpaesino sperso nelle campagne delBiellese ….. un posto pieno di polvere e dioggetti che avranno più o meno dai 50anni in su. Il tenue bagliore di una lam-padina e il freddo caratterizzano le “BAR-BARICHE prove ” ….. ma l’acustica delposto è perfetta per i nostri strumenti! Nelperiodo estivo, solitamente, proviamo inmezzo ai boschi o in montagna …… nonavendo necessità di corrente elettrica pos-siamo permetterci di provare ovunque!Per quanto riguarda le composizioni deipezzi, solitamente, uno dei cornamusiericompone o riarrangia un brano tradiziona-le o medioevale; le altre cornamuse loimparano e poi lo si prova insieme ai tam-buri.

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TUAC: “BARBARICAMENTE” ispirato

Campo de’ fiori12Continua da pag. 11

Se il pezzo ci piace lo teniamo, altri-menti, semplicemente, non vienepiù ripreso. Quindi, può capitare dilavorare su 2-3 pezzi e, poi, magarisceglierne uno soltanto perché soloquello “tuona” secondo il gusto“BARBARICO”. Ogni elementodella band contribuisce nella com-posizione di ogni singolo brano epuò capitare, ad esempio, che untamburista proponga di costruireun arrangiamento con una bombar-da o che un cornamusiere pro-spetti ad un tamburista un altrotipo di arrangiamento; quindi, c’èviva partecipazione attorno alla realizzazio-ne dei brani che suoniamo . Carlo: parlatemi della vostra partecipa-zioni a progetti di altri musicisti, delle rela-zioni con altri artisti . Madrasko: amiamo collaborare con altriartisti soprattutto quando ci propongonouna fusione fra la nostra musica e genericompletamente diversi. Nel passato abbia-mo collaborato con Human Clown,Verbodden Totentanz, che sono due realtàlocali ed è possibile sentire i risultati diqueste “fusioni” direttamente dal nostrosito nella sezione “ausculta”. Abbiamo col-laborato, inoltre, alla registrazione dell’ulti-mo prova discografica dei marchigianiMortimer Mc Grave – per il cd “All’attacco”dove compaiono i nostri tonanti tamburisu 3 tracks; attualmente, siamo in tratta-tiva con i Francesi Stille Volk per quantoriguarda il loro nuovo cd, ma è ancoratutto da definire. Al di fuori dell’ambitomusicale collaboriamo con focogiocolieri,artisti da strada, clown, giullari e via dicen-do. Carlo: Qualche aneddoto dalle vostrescorri (Barbariche) bande ? Madrasko: Ah ah ah….e che ti raccon-to?!? Ce ne capitano a iosa quando siamoin giro! Diciamo comunque che le scorri “Barbariche” bande sono sempre molto sti-molanti ed educative. Ah ah ah !Carlo : DEIV, sei anche un costruttore estudioso di strumenti a fiato d’epoca, dighironde e derivati: cosa chiede ad “uncostruttore de oggetti sonori” un musicistadei “vostri tanti strumenti ad ancia emanovella”? Un suono diriferimento....legni e pelli particolari...insomma entriamo, sinteticamente, inquesto affascinante settore di mirabilicostruzioni, parlando della “ricerca di unsuono perduto” da parte di chi costruiscee di chi suona . Devsko: Per quanto ci riguarda l’unicacosa che la “BARBARIAN” può chiederead un costruttore di strumenti è: VOLU-ME! Ed è quello, ad esempio, che io horicercato con la piva medioevale, lo stru-mento che nella “BARBARIAN ” utilizzia-mo per la maggiore. Ho lavorato e speri-mentato per ottenere uno strumento conun volume elevato, una stabilità assoluta,un suono accattivante e potente. Non esi-stono suoni di riferimento e pochissimi

sono gli strumenti d’epoca che ci sono per-venuti intatti e funzionanti; quindi, si lavo-ra su uno strumento in base alla propriaispirazione ed al proprio estro. Per quantoriguarda la piva medioevale l’unica cosache si sa è che è un tipo di cornamusarisalente al quindicesimo secolo; nel“Syntagma musicum” del 1619 diPraetorius (ndr: Michael Praetorius era uncompositore Tedesco, autore dell’opera intre volumi “Syntagma Musicum”: in parti-colare, il terzo volume contiene una accu-rata descrizione degli strumenti musicaliaccompagnati da chiare illustrazioni checonsentono, a cultori come il nostro DEIV,la possibilità di documentarsi per realizza-re repliche di strumenti musicali d’epocadi cui non sono rimasti esemplari. Si tro-vano dei rapporti di conicità per il “chan-ter” e delle misure sommarie dei “bordoni”proprio relative a questo tipo di corna-musa. Così, partendo da queste informa-zioni, ho intrapreso la costruzione dellapiva medioevale; la richiesta di volume daparte della “BARBARIAN” mi ha spintopoi a modificare leggermente alcune misu-re fino ad arrivare all’attuale risultato diuno strumento con elevato volume adattoa suonare in mezzo a una piazza gremitadi persone. Tieni presente, Carlo, che uncostruttore di strumenti musicali, in parti-colare di cornamuse, pive etc, non finiscemai di perfezionarsi e, quindi, cerca sem-pre di ingegnarsi per ovviare ad un pro-blema: uno ne risolve ed un altro è die-tro l’angolo! Si provano materiali e legnidiversi, si sperimenta, ma l’unica cosa chedeve esserci in uno strumento del tipo diuna cornamusa è la assoluta stabilità e laperfetta intonazione......credimi, sentiretre cornamuse scordate suonare è unacosa veramente insopportabile, strazianteanche per chi non è esperto! Carlo: L’accoglienza del pubblico ai vostriconcerti: trovi differenza nella culturaverso la vostra musica tra gli italiani e ilresto d’Europa? Devsko: Ma, l’unica cosa che abbiamocapito nel nostro girovagare è che trovipersone che ti parlano altre lingue, com-prensibili o incomprensibili che siano, vedialtri luoghi diversi dai tuoi, ma alla fine…..tutto il mondo è paese... abbiamo tro-

vato svariate accoglienze sia inItalia che fuori, alcune volte nelnostro Paese siamo stati accolti inmodo veramente eccezionale, altrein modo freddissimo e ciò è capita-to anche all’estero. Diciamo cheperò appena esci dall’Italia le cosecambiano un po’ anche perchè allafine c’è molta più cultura musicaleverso un tipo di musica come lanostra. In Francia, ad esempio,qualsiasi persona incontri sa cos’èuna cornamusa e come funziona,in Italia ciò non capita; d’altrocanto, può capitare che in Franciaa un tuo concerto la gente riman-ga immobile a sentirti e in Italia

invece una piazza intera inizi a ballare edurlarti in faccia .... dipende molto dallafesta dove vai dalla gente che trovi, ecc..A pensarci bene, però una differenza lariscontriamo sempre esibendoci fuoridall’Italia: all’estero non abbiamo mai pro-blemi con gli aspetti organizzativi e gliorganizzatori degli eventi ai quali siamoinvitati a partecipare, riuscendo ad allog-giare in posti dignitosi, mangiando bene,cosa che in Italia nei 90% dei casi noncapita. L’unica vera differenza è che se inItalia fai come noi il musicista, sei un per-ditempo e nullafacente, in Francia o inSpagna o altrove invece sei un’artista, tiviene riconosciuto che ciò che fai richiedeuno studio, richiede un impegno non dapoco.Carlo: Cosa fate nella vita “borghese” ? Devsko: La “BARBARIAN” è il nostrolavoro per circa 7 mesi all’anno. Nel mesedi Dicembre alcuni elementi della bandvanno in giro a suonare Zampogne e Pive.Per ciò che resta dell’anno, ognuno si arra-batta per vivere come gli capita; Deivcostruisce cornamuse, Diabolus va in giroper la Francia a fare tatuaggi (lui è ilnostro tatuatore di fiducia), Madrasko ven-demmia e fa il vino, Clarinzia parte e viag-gia per 2-3 mesi in giro per il mondo,insomma ognuno di noi non ha un lavorofisso in un ufficio o in fabbrica, ciascunofa quello che più gli aggrada fare in quelperiodo e poi quando è ora…….. si “piglialo ronzino ferrato e si inizia a metter aferro et foco Italia et terre forestiere .....”Clarinzia: io provo a viaggiare più cheposso !!!...beh! ora che la pacchia dellostudente è finita, nei mesi più liberi lavoroa progetti di diversa natura che ruotanointorno alla storia: per esempio, ora sonoimpegnata per un documentario sullemondine!La “BARBARIAN PIPE BAND “ vi haincuriosito? Si ? Beh, allora, pazientatequalche giorno, perché le chiacchiere nonson finite qui! I nostri “BARBARICI” amici,che ringrazio per la loro estrema disponi-bilità, torneranno sul n° 38 più forti etonanti “che pria” e chissà che non sipossa apprendere da loro qualche buonconsiglio per iniziare a suonare……. unacornamusa !!! PPEEEEEEEEEE …….. ( www.barbarianpipeband.com)(www.anciamanovella.com)

Battiti barbarici

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Il Colosseo vIsto Cos�Su quell’incredibileespressione della roma-nità che è l’AnfiteatroFlavio, molto è statoscritto e molto ci sareb-be ancora da chiarire.Questo ulteriore contri-buto non ha certo lapretesa di aggiungereinformazioni nuove suun monumento cosìsignificativo, quanto la

voglia di evidenziarne le particolarità, disottolineare alcuni degli aspetti che lohanno reso così unico al mondo e, perchéno, di sfatare alcuni miti che ad esso sonocollegati.L’Anfiteatro Flavio, meglio noto comeColosseo, viene concepito dalla dinastia deiFlavi come opera meravigliosa, straordina-ria, per il popolo, dopo le nefandezze diNerone. E’ quello che Riegl1 definisce“monumento intenzionale”, ovvero ilColosseo nasce per stupire, nasce per esse-re monumento. Non a caso la sua inaugu-razione, nel giugno dell’80 d.C., sotto l’im-peratore Tito, vide il susseguirsi di spetta-coli circensi, di combattimenti tra gladiato-ri, di battaglie navali che si protrassero perben cento giorni!!! E perché non stupirci, sepensiamo che un’opera così imponente,benché non totalmente completa il giornodell’inaugurazione, fu realizzata in diecianni o, secondo alcuni illustri studiosi, addi-rittura in soli quattro!La rapidità con cui fu costruito quello che sipuò definire il più grande monumento dellaRoma imperiale è dovuta alla perfezione deicalcoli statici, strettamente legati all’usoappropriato di materiali di ottima qualità,alla tecnica edilizia romana ormai giunta alivelli eccelsi, ad una straordinaria organiz-zazione del cantiere, suddiviso in quattrosettori, che venivano realizzati contempora-neamente. Ma soprattutto c’era la grandevolontà dell’imperatore Vespasiano diristrutturare l’intera città di Roma per ripor-tarla al suo splendore, dopo le devastazionidel terribile incendio del 64, sotto Nerone!Così, mentre Nerone, subito dopo l’incen-dio, iniziò la costruzione della sua domusaurea, una residenza così grandiosa da farsembrare piccola la stessa Roma,Vespasiano, salito al trono, iniziò la parzia-le demolizione della domus del suo prede-cessore, destinando ad uso pubblico i ter-reni che la circondavano. E fu proprio pro-sciugando il laghetto artificiale fatto scava-re da Nerone all’interno della sua residen-za, nella valle tra Palatino, Esquilino edOppio, che fu possibile erigere l’anfiteatro,con un notevole risparmio di tempo per losterro delle fondazioni da una parte, e, dal-l’altra, dando un chiaro segnale al popolo

sulla diversitàpolitica delnuovo imperato-re.Sfatiamo quindiuna delle piùerronee creden-ze popolari,quella per cuiNerone facevatrucidare i cri-stiani al Colos-seo: quando ilmonumento fuinnalzato, il fa-migerato impe-ratore romanoera già morto!!Difficile dire se,Nerone a parte,i cristiani sianostati martirizzatio no al Colos-seo, perché nonci sono ad oggi documenti che possanoavallare tale teoria, ne altri che possanosmentirla.Il Colosseo fu il primo anfiteatro a quattroordini sovrapposti: tre ordini di ottantaarcate l’uno individuate da semicolonneaddossate a pilastri e un alto attico confinestre incorniciate da lesene, il tutto chesi sviluppa per un’altezza di oltre 48 m eche poggia su una grande platea di calce-struzzo, una sorta di “ciambella” di fonda-zione profonda circa 8 m!!Purtroppo l’alzato dell’anello esterno è leg-gibile solo nel lato settentrionale, l’unicoche si conserva nella sua interezza!Quello che sorprende del Colosseo è la tec-nica costruttiva unita ad una sapiente cono-scenza dei materiali. Il grande anello ester-no infatti è costituito da una grande inte-laiatura di pilastri ed archi di travertino, chesottendono le volte di sostegno della caveaed il riempimento degli spazi tra i pilastri èuna muratura di blocchi di tufo e di operalaterizia, tecnica questa che, aldilà delladiversità dei materiali, concettualmente èanaloga a quella moderna dell’intelaiaturain cemento armato e muratura di tampona-mento!!All’interno, le gradinate della cavea eranosuddivise orizzontalmente in quattro setto-ri, dove gli spettatori potevano assistereagli spettacoli, a seconda della loro posizio-ne sociale. Sugli ampi gradini del primo set-tore si trovavano i sedili dei senatori, i cuinomi erano incisi nei gradini stessi. Le ottogradinate del secondo settore erano desti-nate ai cavalieri. Procedeva poi il popolo nelterzo settore e nel quarto, in cui i posti asedere erano costituiti da strutture lignee.L’arena, un piano ligneo smontabile per faremergere le scenografie e per il solleva-

mento delle fiere e dei macchinari, ospitavaprincipalmente tre generi di spettacoli: lenaumachie, ovvero le battaglie navali, icombattimenti tra gladiatori (munera eludi) e le venationes, ovvero le cacce di ani-mali feroci.Per le naumachie era necessario trasforma-re l’arena in un lago artificiale, dove far gal-leggiare le navi, ma questo richiedeva note-voli sforzi per cui, già sotto Domiziano, sipreferì destinare altri siti alle battaglienavali e costruire, al disotto dell’arena, icomplessi ambienti ipogei di cui ancoraoggi si vedono i resti, ovvero quei locali diservizio agli spettacoli dove venivano rico-verati gli animali ed i macchinari scenogra-fici. I combattimenti tra gladiatori avveniva-no perlopiù a coppia e potevano anche ter-minare con la morte del vinto! Proprio aridosso dell’anfiteatro, troviamo i resti delLudus Magnus, la scuola dei gladiatori,dove i combattenti di diversa provenienza siallenavano, seguendo una ferrea disciplina.Ben più famose ed apprezzate erano levenationes per cui i condannati e i prigio-nieri politici dovevano combattere controbestie feroci con l’ausilio o meno delle armi.Non mancavano le rappresentazioni sceni-che, che potevano anche prevedere lamorte dei “cattivi”, interpretati dai condan-nati. E poi ancora competizioni atletiche,giochi di abilità, mimi….Quanto doveva presentarsi imponente emagnifico con le gradinate e le scale rive-stite di lastre di marmo ed il rivestimentoesterno in intonaco a simulare un bugnatomarmoreo!!1 Storico dell’arte e professore all’Università diVienna (1858-1905)

continua sul prossimo numero…

diCristinaCollettini

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Scopri l’ArteF i o r e n z aCafà nascea Gela egià all’etàdi 5 anni siaccorge disaper di-p i n g e r e ,tanto chea scuola las c e l g onoa f f i n c h édecori deifazzolettinicon dei fio-

rellini.Questa passione cresce con lei, così deci-de di frequentare la Scuola D’Arte ma, unavolta adulta, questa spinta verso l’arte e lapittura le crea non pochi problemi.L’ambiente, la mentalità, il pregiudizio cheincontra nel suo paese, la isolano, la por-tano ad essere considerata, in quanto arti-sta, diversa e poco affidabile, tanto da tro-vare un ambiente ostile anche all’internodelle mura domestiche. Lei ha sempre dovuto difendere la suaidentità di artista e, proprio per questo,spesso è entrata in crisi con se stessa e, lasua arte, più volte, ha rischiato di morire. All’età di diciotto anni, dopo avere esordi-to in teatro come protagonista in una com-media di Cekof “L’Orso”, parte da Gelaverso Catania dove vive per sette anni edove pensa di poter trovare un ambientepiù aperto nei riguardi dell’arte.Questo non avviene e da Catania si dirigeverso il “continente” e, nelle città del nordItalia, va in cerca di un riconoscimentocome artista. Incontra cantanti comeRochy Roberts, Gilda Giuliani, Cristian,Gino Santercole, Michele, Giulie and Giuliee cavalca i palcoscenici d’Italia e esterifacendo la cantante corista e la ballerina.Si sposa e ha tre figli Alessio, musicista -attore, Mattia, aspirante attore e Gloriache ha ereditato, oltre alla passione per larecitazione, anche quella per la pittura.

La passione di Fiorenza resta sempre lapittura e, dopo venticinque anni, riprendein mano i suoi pennelli e cerca di esprime-re tutto il suo essere, tutto il suo intimosentimento verso se stessa e verso il pros-simo sulla tela. E’ a questo punto della suavita che scopre il paese di Calcata, doveattualmente vive e lavora.Lo scopo della sua vita diventa comunica-re agli altri le sue conquiste attraverso l’ar-te, perché l’arte è un mezzo per andareoltre le barriere costituite dagli uomini, econ essa si acquisisce tutto il coraggio percreare qualcosa che ancora non c’è, mache potrà essere, soltanto se un giorno gliuomini lo vorranno.Pur amando la natura e i paesaggi,Fiorenza è maggiormente ispirata dai volti,dalle persone, dalle loro storie, dai lorodrammi, dalle loro debolezze e dalla loronatura umana.I suoi ritratti esprimo tutto ciò che di piùinteriore c’è nel soggetto scelto.Fiorenza prima di ritrarre un soggettocerca di comprenderne l’animo, cerca dicarpirne lo spirito, proprio perché l’essereumano prima di essere corpo, è spirito.Secondo Fiorenza Cafà, l’uomo dà troppaimportanza al corpo e trascura ciò cheinvece lo rende vivo e, spesso, trascuran-do lo spirito, fa si che il suo corpo vada inbalia degli eventi e del volere altrui. E’ pro-prio questa considerazione che ha spintoFiorenza, fin da giovane, a liberarsi daicondizionamenti e dai pregiudizi subiti nelsuo paese. E’ proprio questa considerazio-ne che ha reso libero lo spirito di Fiorenza.Un essere umano deve conoscere se stes-so in quanto tale, per poter essere padro-ne della propria esistenza e la compren-sione verso il prossimo, è la miglioremedicina per lo spirito. E’ per questo che idipinti di Fiorenza spesso sono volti alsociale, all’uguaglianza tra i popoli, all’ac-cettazione del diverso.A Calcata, in una grotta scavata nel tufo,crea “L’isola che non c’era”.In quest’ambiente magico, dove tutto si

esprime attraverso l’arte, ogni Sabato gliartisti possono esprimersi davanti ad unpubblico sempre più numeroso che liascolta, li comprende e li aiuta ad “essere”.Di lei dice Maria Teresa Prestigiacomo:Tra i pittori del mondo, c’è chi si trinceranella torre d’avorio dell’arte, c’è chi invece,come la pittrice Fiorenza Cafà, è specchiodel mondo con la produzione artistica incui la denuncia sociale è uno dei temi scot-tanti dell’umanità che ella affronta.La pittrice veicola tali messaggi con com-mossa partecipazione senza ricorrere ascene violente o scandalose bensì con l’a-nimo di un poeta che racconta una delletante storie tristi della terra e che affliggo-no l’umanità come la fame nel mondo e lapovertà dei bambini del terzo mondo. Cafàè anche un’abile ritrattista, una ritrattistapsicologica che sa cogliere l’anima unita-mente ai tratti distintivi del personaggio darappresentare, i suoi dissidi interiori, i suoidubbi amletici. La sua tecnica è funzionaleal messaggio che l’artista intende veicola-re; la sua tavolozza composta in prevalen-za di nuances terragne, viranti verso gliocra o verso il giallo cotto, mira all’atmo-sfera intimista che Fiorenza Cafà intendecarpire dal suo vissuto quotidiano, concompiaciuta complicità verso i deboli.Oggi Fiorenza, oltre a lavorare come pittri-ce a Calcata, sta coronando un altro deisuoi sogni.Girerà, proprio in questi giorni, insieme alregista Luciano Bottaro, il film “La congre-ga delle sei lune”, dove interpreterà unruolo come attrice secondaria e moltedelle scene del film verranno girate proprioall’ “isola che non c’era”. Il film verrà proiettato nei cinema d’essai ene verrà realizzato un DVD.

Evangelisti Cristina

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Fiorenza Cafà

300, Usa. Regia: ZackSnyder; interpreti:Gerard James But-ler, Lena Headey,David Wenham,Vincent Regan, Do-minic West, MichaelFassbender, TomWisdom, RodrigoJunqueira Reis San-toro, Andrew Tier-nan, Andrew Plea-

vin; sceneggiatura: Kurt Johnstad,Zack Snyder; fotografia: Larry Fong;produzione: Warner Bros. Pictures,Hollywood Gang Productions,Atmosphere Entertainment MM,Legendary Pictures, Virtual Studios;distribuzione: Warner Bros.; genere:storico; durata: 117 minuti.“Il mondo saprà che degli uomini liberi sisono opposti ad un tiranno, che pochi sisono opposti a molti e che…persino un

dio-re può sanguinare”.Come torre a difesa della città, Leonida e isuoi 300 spartani combattono per la pro-pria terra, per i figli e per le legittimespose contro i nemici della patria.L’impresa di questo manipolo d’uomini ètalmente epica da poter assurgere addirit-tura a motivo omerico. Ma per chi avesseobliato la leggendaria battaglia delleTermopoli del 480 A. C, in cui il re sparta-no insieme ai suoi uomini tenne testaall’immenso esercito persiano comandatoda Serse, può rinfrescare la sua memoriarecandosi al cinema e assistere così allaproiezione di 300, l’ultima pellicola delregista Zack Snyder. Attenzione, però, laseguente pellicola evita qualsiasi intentostoriografico filologicamente esatto, masegue appieno la graphic novel del fumet-tista americano Frank Miller, già acclama-

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di M.Cristina Caponi

to autore di un ciclo di episodi della serieDaredevil e del discusso Sin City.D’altronde, già da diverso tempo negli stu-dios hollywoodiani si vociferava su un pro-getto cinematografico dal titolo 300 spar-tans, che avrebbe visto impegnati il registaMicheal Mann dietro alla macchina dapresa e l’attore George Clooney nelle vestisuccinte del protagonista. Ma, di tale ideanon se ne seppe più niente fino al momen-to in cui Snyder non girò in studio, con1300 piani su fondo blu-computer graphic,questo peplum dalle tinte pulp. Ad onordel vero, già prima di 300, un dimenticatolungometraggio del 1962 aveva narrato legesta avvenute al passo delle Termopoli;ma, stavolta tutto appare considerevol-mente diverso a partire dal successo chetale film riscuote ai botteghini. Dopo glistratosferici incassi americani, infatti, tale opera si appresta a scalare le vette del boxoffice italiano. Naturalmente 300 beneficiadel ritrovato interesse del pubblico per ilgenere epico-storico, dopo i recenti fastid’alcuni film come Il gladiatore, Troy eAlexander; nonostante ciò, le cause delsuo successo non dipendono unicamenteda suddetta politica di marketing. Di sicu-ro, gli strali polemici provenienti da piùfronti non hanno fatto altro che accresce-re la sua fama. Infatti, la pellicola è accu-sata di un’eccessiva ostentazione d’attiviolenti, per cui nelle scene di battaglia siassiste ad una vera e propria mattanza ele immagini si saturano di una tinta rossa-stra, rossastra come il sangue sgorgatodalle migliaia e migliaia di membra squar-tate e riverse a terra. Se non avete unostomaco resistente è meglio che evitiate direcarvi al cinema. Francamente, trovosimili critiche sciocche e pretenziose, poi-ché ritengo d’uopo accettare il film perquello che veramente è: un divertimentfine a se stesso, il cui punto forza è pro-prio lo story board, tratto dalle tavole del-l’omonimo fumetto di Frank Miller. La seconda diatriba è intrinsecamente col-legata alle rimostranze del governo irania-no, che si dichiara parte lesa, in quanto ilpopolo persiano viene dipinto in manierapoco lusinghiera. Difatti, lo stesso re Serse(un irriconoscibile Rodrigo Junqueira ReisSantoro) è tratteggiato, sin dal suo ingres-so in scena su uno stupefacente trono,come un uomo lascivo, effeminato e cor-rotto moralmente. A livello registico, il lungometraggio rispec-chia i canoni del cinema post moderno; inprimo luogo, per via del suo montaggiofrantumato e atomizzato che crea un ritmoelettrico e conferisce un certo pathos all’a-zione. A volte, tuttavia, Snyder ricorre confin troppa sollecitudine alla tecnica del ral-lenyi; buona, invece, la scelta di abbinare

alle scene belliche una colonna sonora tipi-camente rock. Inoltre, si riscontra unanetta preponderanza, per buona parte delfilm, del primo o primissimo piano.È possibile, oltretutto, rintracciare nelleimmagini un rimando sia alle antiche pit-ture vascolari sia ad alcune opere diTurner o di Delacroix. Negli ambienti, sep-pur tutti sbalorditivamente ricostruiti alcomputer, si percepiscono echi dell’atteg-giamento romantico secondo cui l’uomo sismarrisce di fronte alla contemplazionedella natura. Un merito del regista è indubbiamentequello di essere riuscito a scovare un castd’attori dalle eccellenti doti recitative, sep-pur costituito, per lo più da attori, emer-genti e, del tutto o quasi, sconosciuti. N’èla riprova la buona performance di GerardJames Butler (precedentemente visto in Ilfantasma dell’Opera) e di Lena Headey.Purtroppo, una pecca della versione italia-na è senza ombra di dubbio il doppiaggio,per cui vi è un’insistente enfasi durante idialoghi e, nel caso del re Serse, il suotono di voce risulta a dir poco bislacco epoco confacente a tale personaggio.Infine, uno dei meriti della pellicola, pre-sentata allo scorso Festival di Berlino, è lasua capacità di crearsi una nicchia all’in-terno dell’immaginario collettivo. I concetti che l’opera tenta di esprimeresono quelli d’orgoglio, onore, forza ecoraggio, per cui lo spettatore non puòsostenersi neutrale, ma tende a parteggia-re con i suoi eroi sullo schermo; identifi-candosi con loro. Dopotutto, 300 non fache esaltare l’eterna lotta fra il bene e ilmale. Ad uno Spartano sarebbe piaciuto…

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Campo de’ fiori18

di Giovanni Francola

Che cosa significaEmission Trading ?

L’assottigliamento della calotta polare, ilritiro dei ghiacciai, le diminuzioni delle neviperenni e l’aumento delle precipitazioni edi manifestazioni meteorologiche estreme,non sono altro che le conseguenze dei cosìdetti gas serra.Ma studi e ricerche non bastano per risol-vere il problema, occorre anche mettere inatto degli strumenti per contrastare quelloche è considerato la priorità delle prioritàambientali, “riduzione di CO2” (anidridecarbonica).Con l’adesione del trattato di Kyoto tutti ipaesi firmatari si sono impegnati a ridurretali emissioni per mezzo dell’ “emissiontrading”, che serve a finalizzare uno scam-bio di crediti di emissione di gas serra tra ipaesi aderenti.In parole povere, una nazione che abbiaraggiunto una diminuzione delle proprieemissioni superiore all’obbiettivo da rag-giungere, potrà cedere tali crediti (in cam-bio di denaro) a paesi che non sono statiin grado di abbattere sufficientemente leproprie emissioni fissate; un vero mercatodove, come mercanzia, si vendono delle“quote di emissione”.Sicuramente, questo strumento porteràmolte nazioni ad intraprendere politicheenergetiche e dinamiche di sviluppo, sem-pre più sostenibili e meno inquinanti. Ci auguriamo che questo possa, in qualche

modo, sollecitare lepersone a modificareanche i comportamen-ti della vita di tutti igiorni per il risparmioenergetico, così dasentirci parte del gran-de cambiamento dirotta per salvare ilnostro pianeta da unsurriscaldamento inar-restabile.Quando dico “politicheenergetiche”, intendoche è arrivato ilmomento di fare mag-giori investimenti sumix di energie rinnovabili, per far fronte,poi, nel corso degli anni, a spese ben mag-giori come ad esempio essere costretti abonificare intere aree o, peggio ancora,vedere processi irreversibili su tutto l’am-biente.Pensando al fatto che ben l’83% degli ita-liani dichiara di essere preoccupato deimutamenti climatici in atto, occorre chevenga diffusa nel tessuto sociale unanuova coscienza ambientale, fatta di pic-

cole cose e di comportamenti più accetta-bili.Quante volte passando su strade di cam-pagna vediamo, ai bordi delle strade,buste di spazzatura o, meglio, resti di elet-trodomestici che non fanno altro che oscu-rare quello che di più bello Madre Naturaci ha donato. Crediamo davvero che, una volta che cisiamo liberati di quegli oggetti ingombran-ti, la nostra casa sia rinnovata o il nostrogiardino più in ordine? Non sarebbe meglio riflettere sul fatto che,se il nostro paese si mostrasse più pulito earmonioso, senza quegli orrendi rifiuti dacontorno, acquisterebbe un valore mag-giore anche la nostra casa, il nostro giar-dino e soprattutto il nostro vivere quoti-diano?Appunto, anche piccole azioni dettate dalbuon senso possono contribuire, in unacerta misura, a ottenere grandi benefici,sia in termini paesaggistici che in salute diluoghi a noi cari.

Campo de’ fiori 19CENTRO DI CONSULENZANeuropsichiatrica, Psicologica, Logopedica,PsicopedagogicaVia Tasso 6/A - Civita Castellana (VT)T. 0761.517522Cell. [email protected]

La disgrafia è un distur-bo specifico dell’ap-prendimento che simanifesta come difficol-tà a riprodurre sia isegni alfabetici chequelli numerici; essariguarda quindi esclusi-vamente il grafismo enon le regole ortografi-che e sintattiche, seb-bene influisca negativa-mente anche su taliacquisizioni a causa

della frequente impossibilità di rilettura edi autocorrezione.Nei dettagli la disgrafia si manifesta conqueste difficoltà relative alla riproduzionedei grafemi, che possono essere presentianche solo in parte.Orientamento nello spazio grafico.Il bambino non possiede adeguati riferi-menti per orientarsi, non rispetta i marginidel foglio, lascia spazi irregolari tra i grafe-mi e tra le parole, non segue la linea dellascrittura.Direzione del gesto grafico.Sono frequenti le inversioni nella direzio-nalità del gesto che si evidenziano sia nel-

l’esecuzione dei singoli grafemi, sia nellascrittura autonoma, che a volte procededa destra verso sinistra.Produzioni e riproduzioni grafiche.Il bambino disgrafico presenta difficoltànotevoli anche nella riproduzione grafica difigure geometriche; anche a livello di svi-luppo del disegno è spesso inadeguatoall’età.Dimensione dei grafemi.Si evidenzia uno scarso rispetto delledimensioni delle lettere; esse vengonoriprodotte o troppo piccole o troppo gran-di.Unione dei grafemi.Abbiamo già detto che la mano non scor-re adeguatamente sul foglio e che il bam-bino disgrafico riesce con difficoltà aseguire con lo sguardo la propria scrittura;ciò interferisce negativamente con la flui-dità del gesto.Ritmo grafico.Si evidenzia frequentemente un’alterazio-ne del ritmo della scrittura; il bambinoscrive con velocità eccessiva o con estre-ma lentezza, ma la sua mano eseguemovimenti a “scatti”, senza armonia delgesto e con frequenti interruzioni.Pressione sul foglio.

La pressione della mano sul foglio tal-volta è troppo forte, talvolta ètroppo debole, in quanto è spessopresente una paratonia, cioèun’alterazione in eccesso o indifetto del tono muscolare.Esecuzione di copie.La copia della lavagna risultacomplessa in quanto il bambinodeve riportare avanti più compiticontemporaneamente: distinzionedella parola dallo sfondo, sposta-mento dello sguardo dalla lavagnaal foglio, riproduzione dei grafemi.Posizione e prensione.Il bambino che presenta disgrafiascrive in modo molto irregolare, lasua mano scorre con fatica sulpiano di scrittura e l’impugnaturadel mezzo è spesso scorretta. Ilgomito non viene appoggiato sultavolo, il busto è eccessivamenteinclinato.Fin dalla scuola dell’infanzia èpossibile individuare la presenzadi situazioni problematiche che sievidenziano in un’attività graficascarsamente strutturata, difficoltàad usare lo spazio, uso di limitatischemi di riferimento, con conse-

guenti situazioni stereotipate.Questa ridotta qualità delle prestazioni puòdipendere da un vero e proprio handicapma, talvolta, da altri fattori:Da un ritardo globale che non è quindi rife-rito solo agli aspetti grafici, ma che coin-volge le varie capacità espressivo-comuni-cative, motorie e cognitive; da povertà diesperienze vissute in ambito familiare;dalla presenza di un disturbo specifico diapprendimento.In ciascuna delle tre situazioni la strettacollaborazione fra scuola e famiglia rappre-senta un’insostituibile risorsa. Il pareredell’esperto è sempre necessario per fareun’analisi adeguata e impostare un pro-gramma di recupero mirato.

La Disgrafia

a cura della Dott.ssaAnna Maria Sambuci -Logopedista

Bambino 2° elementare - 7 anniprima dell’intervento

Stesso bambino dopo circa 4 mesi di interventospecifico di riabilitazione

Campo de’ fiori 21

lonna. In seguito fu ardentemente contesa,fino a quando non tornò, direttamente, sottoil controllo della Chiesa, nel 1441, per gode-re di un periodo di tranquillità, grazie anchealla concessione di Papa Nicolò VParentuccelli, che permise al comune didotarsi di uno statuto. Innocenzo VIII (1489-1492) diede Soriano, in Vicariato perpetuo,al cardinale Rodrigo Borgia, che, eletto Papacol nome di Alessandro VI, mise il paesenelle mani del cardinale Giovanni BattistaOrsini. Tale famiglia però nel 1497 passò alservizio di Carlo VIII Re di Francia, contro ilvolere della Santa Sede, ma, in territoriosorianese, le truppe Pontificie vennero scon-fitte da quelle degli Orsini, annientate, a lorovolta, da Cesare Borgia, detto il Valentino.Fuggiti gli Orsini, nel 1503, la Rocca fu affi-data da Giulio II della Rovere, successore diAlessandro VI, ai nipoti, che ottantacinqueanni dopo la vendettero ai Caraffa. Venne,poi, acquistata dagli Altemps, che nel 1715vendettero tutto il feudo agli Albani, ai qualirimase fino ad Agostino Chigi, discendentedegli Albani, il quale, nel 1848, rinunciò aidiritti feudali in favore della Santa Sede, purrimanendone proprietario. Il 12 settembre1870 Soriano fu liberata dalle truppe italianeche procedevano alla occupazione di Roma.

ITINERARIO TURISTICO Così ricca distoria, Soriano non può non essere anchericca di monumenti. Arrivando da sud, si può accedere al paesetramite Porta Romana, costruita dal princi-pe Carlo Albani nel XVIII secolo, come silegge dalla targa in peperino.Incastonato tra gli stetti vicoli dell’anticoborgo medievale, ancora in ottimo stato, èpossibile ammirare il simbolo di Soriano: ilCastello Orsini, voluto da Papa Niccolò IIIOrsini, ed edificato, nel XIII secolo, su unpreesistente castello appartenuto aiGuastapane-Pandolfi. In uno stile piuttostolineare, ma allo stesso tempo maestoso,anche per via dei numerosi stemmi marmo-rei incastonati sulle facciate, é formato dalpalazzo, unito ad una torre rettangolare, diepoca precedente, tramite alcuni fabbricatipiù piccoli e cortili. È completamente circon-dato da un antemurale merlato. All’interno èrimasta interamente invariata solo la salad’armi, al pian terreno. Annessa al palazzo èuna cappella privata, all’interno della quale ècustodito un prezioso altare in peperino, pre-cedentemente appartenuto alla chiesa dellaSantissima Trinità del Cimino. Palazzo Albani Chigi si compone dellescuderie e della residenza. Fu realizzato dalVignola, per volontà del Cardinale CristoforoMadruzzo. I lavori iniziarono nel 1561,ma lamorte, sopraggiunta nel 1578, non gli per-mise di vedere finito il suo progetto, amplia-to, poi, dalla famiglia Albani, nel XVIII seco-lo. La due costruzioni sono state, original-

STORIA Il centrourbano di Sorianonel Cimino vantauna posizione deltutto particolare.Mentre, infatti, glialtri paesi della zonasorgono, solitamen-te, su un altipianotufaceo, Soriano sierge sulla cima ton-deggiante e sui fian-chi di uno dei collidel gruppo dei Monti

Cimini, a 509 metri sul livello del mare,immerso nel verde della natura e circondatoda castagneti secolari.Come per tutto il territorio circostante, trac-ce di insediamenti umani sono da far risalireal paleolitico, ma le vere e proprie origini diSoriano sono etrusche o fenicie. Con tuttaprobabilità, furono proprio gli Etruschi adassegnare questo nome al paese: “surusianus” significa, infatti, luogo boscoso. Essoè stato successivamente identificato conSurrina Vetus, riedificato dai Romani, cheavevano sterminato gli Etruschi, e messo alcentro di importanti vie di comunicazione.Divenne sempre più popoloso nel Medioevo,dove piccoli castelli erano circondati dapoche case o borghi rurali, favoriti dalla pre-senza di monasteri, soprattutto benedettini,anch’essi attorniati da villaggi di artigiani econtadini. Proprio a questa epoca apparten-gono i primi documenti che trattano diSoriano. Innanzitutto il Chronicon, nel qualeè riportata la donazione del Fundus Seriani edel Fundus Corbiani al MonasteroBenedettino di Sant’Andrea in Flumine, daparte di Carlomanno, nel 747. Dopo l’occu-pazione dei Goti, dei Longobardi e deiSaraceni, entrò a far parte dello StatoPontificio, che assegnò alcuni fondi e chieseai Benedettini e ne diede altri alla Diocesi diTuscania. Ma, nel 1278, la famiglia Orsinicacciò la famiglia Guastapane, tacciata dieresia. Orso Orsini portò a termine i lavori dicostruzione della Rocca, che lo zio, PapaNiccolò III, scelse come residenza estiva e,sembra, vi morì nel 1280. La loro suprema-zia terminò nel 1366, quando Paolo Orsini,per mezzo del Cardinale Egidio Albornoz,vendette il Castello alla Santa Sede, conimmediata protesta dei Benedettini, che nerivendicavano la proprietà, messi a tacerenel 1373 da Gregorio XI, il quale stabilì uncompenso a favore dell’ordine clericale.Tornata in mano alla Chiesa, fu occupata daiBretoni, schieratisi con il Cardinale Roberto

di Ginevra,eletto anti-papa colnome diC l e m e n t eVII, attraver-sando cosìuno dei suoiperiodi peg-giori. SoloMartino V,nel 1420,riuscì a cac-ciarli e affi-dò il paese alfratello Gior-dano Co-

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Le guide di Cdi Ermelinda Benedettifoto Mauro Topini

Soriano nel Cimino

mente, unite dalla magnifica FontanaPapacqua, ossia “regina delle acque”, ali-mentata da una sorgente limitrofa. Diversigruppi scultorei adornano l’intera vasca:undici mascheroni con zampilli, le statuedelle quattro stagioni, il gruppo centrale configure di animali, satiri, bambini, il dio Pan,sotto l’immagine di una donna dalle zampedi capra e l’austero gruppo del Mosè, insie-me ad altri ebrei, che fa sgorgare acqua dauna roccia. Sempre a proposito di fontane,vale la pena ricordare la Fontana di dentroo Fontana vecchia, così chiamata perdistinguerla, probabilmente, da un’altra nontroppo lontana. Risale al XV secolo, ma nel1873 fu spostata dal sito originario all’attua-le sede. Per quanto riguarda le chiese, invece, primafra tutte è il Duomo, dedicato al protettoredel paese, San Nicola Da Bari. In stile neo-classico, é stato costruito nel 1791, su pro-getto di Giulio Camporese, nella piazza prin-cipale, dove si ergevano prima le due picco-le chiese della SS. Annunziata e di SanEutizio. L’ordine dorico nella parte inferiore equello ionico nella parte superiore occupano,per intero, la facciata. Lateralmente si ergo-no due torri e massicci campanili. Ha unapianta a croce greca, divisa in tre navate,con una grande cupola decorata da rosoni instucco. La chiesa di Sant’Eutizio vennecostruita in epoca medievale, proprio soprala catacomba del Santo, un pellegrino cri-stiano martirizzato a Soriano nel 300 d.C., incorrispondenza della quale si trovava, in pre-cedenza, una struttura romanica dedicata aSan Nicola. Venne poi ristrutturata e modifi-cata nel 1718 per opera degli Albani, deiquali porta lo stemma incastonato sulla fac-ciata, a ordine unico, in peperino. L’interno èad una sola navata, con tre altari su ciascu-na delle due pareti laterali e conserva beni dinotevole rilievo, tra cui un busto in argentodi Sant’Eutizio e un crocifisso ligneo barocco.La chiesa di San Giorgio risale all’XI seco-lo ed é, infatti, in stile romanico. Di piantarettangolare, è a navata unica, con un absi-de fregiato da piccoli bassorilievi, come tuttala facciata. È affiancata da un campanilequadrato di dimensioni ridotte ed è comple-tamente in peperino. La chiesa dellaSantissima Trinità deve il suo nome all’im-

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Campo de ’ fiorimagine della Madonna col Bambino, del1300, detta della S.S. Trinità e conservata alsuo interno, benché la costruzione risalgaalla metà 1700. La più antica di tutte le chie-se ivi presenti è la chiesa dellaMisericordia, rimaneggiata più volte nelperiodo rinascimentale. La chiesa dellaMadonna del Poggio è affiancata da unpiccolo convento, costruito insieme ad essanel 1609, che appartenne prima ai

Carmelitani poi a Francescani. Eretta sui restidi una precedente chiesa più piccola, è anavata unica, con un pregevole altare baroc-co ed un coro, scolpiti in legno di noce. Lafacciata, anch’essa barocca, è in peperinorosso, tipico locale.Ma a Soriano non ci sono solo monumentida visitare. Molto interessanti sono, infatti,anche le escursioni sul monte Cimino, a1053 m sul livello del mare, all’ombra dicastagni secolari, o sulla ricca faggeta.Proprio queste zone boschive, intorno la cen-tro abitato, nascondono secoli di storia e dimistero. Corviano e la Selva di Malanofurono due luoghi abitati fin dalla preistoria epoi successivamente occupati dagli etruschi,come mostrano chiaramente resti di capan-ne neolitiche e villanoviane o i diversi tipi ditombe, ancor oggi visibili. La contradaFornacchia, a 5 km dal centro, con resti ditombe, mura, grotte e cunicoli, prende ilnome dalle antiche fornaci di laterizi esisten-ti. Notevole è la chiesa della Madonna delCarmine, edificata tra il 1636 e il 1644.Altre piccole chiese di periferia, costruite perpermettere ai contadini di presiedere allefunzioni religiose, senza doversi recare inpaese, sono la chiesa di Santa Lucia, apochi metri di distanza dal Castelletto diFratta e la chiesa di Sant’Angelo, citatada Alessandro VI in una bolla del 1494 e poidistrutta e ricostruita nel 1596 per volontà diOnofrio Cozzi. Del territorio comunale di Soriano fanno

parte anche le frazioni di Chia e diSant’Eutizio. Chia, abitata sin dal periodopre-etrusco, fu molto importante in epocamedievale, durante la quale venne eretto ilCastello di Collecasale, di cui oggi sonovisibili soltanto i resti, con la cinta muraria el’alta torre pentagonale. Essa compare spes-so nei carteggi di quell’epoca, sotto il nomedi Icea o Cheggia. Sant’Eutizio, invece, deveil nome al martire cristiano decapitato acausa delle persecuzioni ordinate daDiocleziano, e si sviluppa proprio intorno alsantuario a lui dedicato.

TRADIZIONI E FESTE Festa diSant’Antonio Abate Festeggiamenti inonore del Santo protettore degli armenti, il17 di gennaio, animati dalla processione allaquale prendono parte numerosi animali,accompagnati dai propri padroni, che ricevo-no la santa benedizione fuori della chiesapresso la quale arriva la processione, a cuisegue la santa messa.Carnevale Sorianese Sfilata di carri alle-

gorici e di gruppi mascherati per le vie prin-cipali del paese. Festa di Sant’Eutizio Martire Grandiosi

festeggiamenti in onore del Santo Patrono diSoriano, che coinvolgono anche la limitrofafrazione di Sant’Eutzio, dove sono conserva-te le reliquie del martire. Circa tre giorni difesteggiamenti, dal 13 al 15 maggio, dove laparte religiosa, con santa messa e solenneprocessione, è affiancata da concerti e spet-tacoli, che si concludono con uno strabilian-te gioco di fuochi d’artificio.Soriano Estate Spettacoli teatrali, musica-

li, cinematografici, mostre, gare sportive,escursioni guidate a piedi e a cavallo anima-no i due mesi estivi di luglio ed agosto,offrendo momenti di svago e relax.Sagra delle castagne Spettacolare rievo-

cazione storica del fallito tentativo di conqui-sta del Castello di Soriano, da parte delSignore di Vignanello, Pier Paolo Nardini,sconfitto dai sorianesi durante la battagliadel Fosso del Buon Incontro, il 7 novembre1489. Tale rievocazione è stata successiva-mente affiancata dalla sagra che rendeomaggio al tipico frutto dei Monti Cimini: lacastagna. Nelle prime due settimane diOttobre, per tanto, il paese viene diviso inquattro contrade: Papacqua, Rocca, con isuoi abilissimi spadaccini, Trinità, con unfolto gruppo di bravissimi sbandieratori, eSan Giorgio, che si sfidano per la conquistadel palio, rievocando la Prova degli Arcieri ela Giostra degli Anelli. Altre suggestive rap-presentazioni, quali l’inquisizione e la con-danna a rogo della strega Giovanna Dabaldi,l’uccisione del drago da parte di San Giorgio,stralci di vita quotidiana dell’epoca e soprat-tutto il magnifico corteo storico, che coinvol-ge più di 500 figuranti in sfarzosi costumimedievali e rinascimentali, contornano e

impreziosiscono la manifestazione, una tra lepiù belle del suo genere, in tutto il Lazio.Natale a Soriano Concerti di musica sacra

e di cori polifonici si alternano nelle variechiese del paese. Un curatissimo presepestatico a grandezza naturale viene allestitonella piazza principale di Soriano e unamostra di presepi artistici, all’interno delCastello Orsini, rimane per tutto il periodonatalizio, fino al giorno della befana.SAPORI TIPICI Soriano vanta dei piatti deltutto particolari. Prime tra tutti le sutrine,una sorta di sottilissime crepes, da noi cono-sciute con altri nomi, in base ai diversi luoghiin cui sono preparate, da riempire con peco-rino o addirittura marmellata e servire calde.Gli gnocchi col ferro devono, invece, que-sto particolare nome alla preparazione, nellafase finale della quale viene utilizzato unferro di calza, che gli permette di assumerela forma di un piccolo foglio arrotolato, diffi-cile da immaginare se non lo si vede. Infine,gli spaghetti con la ricotta, dove il dolcee il salato vengono fusi insieme. Gli spaghet-ti, infatti, una volta lessati vengono conditicon della ricotta, alla quale sono statiaggiunti acqua, zucchero e cannella.

CURIOSITA’: Ma lo sapevate che aSoriano nel Cimino…Ci sono numerose leggende: la Vecchiettadel carnaiolo, che avvisò i sorianesi del-l’imminente attacco del signore diVignanello; il fantasma di Mercello, ilmestro di camera della moglie del perfidoGiovanni Caraffa, che lo uccise nelle segretedel castello di soriano perché sospettava cheamoreggiasse con la sua consorte; il sassodella donzella, sotto il quale si raccontache una giovane donna cristiana fu seppelli-ta per essersi rifiutata di sposare un guerrie-ro pagano; la grotta Rottezia, nelle vici-nanze della SS. Trinità, dentro la quale sitrova una chioccia tutta d’oro con dodici pul-cini, che nessuno ha mai trovato,perchèmorto di paura poco dopo esservi entrato.Il più anziano del paese è Galati Assuntanata il 01.02.1908, la coppia sposata da piùanni è quella formata da Cosimo Santini eAnna Carosi, il numero attuale degli abitantiè di 8539 e i nuclei famigliari sono 3480, 4sono le convivenze.

01100 ViterboPiazza Verdi, 2/A - Tel./Fax 0761.347651e-mail: [email protected] Commerciale Tuscia - Tangenziale OvestTel. 0761.390013e-mail: [email protected]

01030 Vallerano (VT)Via Don Minzoni, 58 - Tel./Fax 0761.751551e-mail: [email protected]

01033 Civita Castellana (VT)Via Giovanni XXIII, 28-28A - Tel./Fax 0761.517951e-mail: [email protected]

00169 RomaCentro Commerciale Casilino - Via Casilina, 1011

Tel. 06.23260306, Fax 06.23279988e-mail: [email protected]

Centro Commerciale Torresina - Via A.Barbato, 31Tel. 06.61663133

63037 Porto D’Ascoli (AP)Centro Commerciale Portogrande

Via Pasubio, 144Tel./Fax 0735.753665

e-mail: [email protected]

Quanto sono belli gli occhi dei bambini, grandi e limpidi!Ma così grandi e trasparenti a 12 anni hanno assorbito più raggi U.V.dannosi, di quanti ne assorbiranno per il resto della vita, e gli effetti

delle radiazioni dannose si accumulano sempre.Occhiali da sole per bambini: uno scudo contro gli U.V.

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MORTI DUE VOLTECimitero di Civita Castellana

I lavori di ristrutturazione di alcuni loculi cimiteriali sonoiniziati in data 16 Ottobre 2006 e dovevano essere portati a termine dopo 120 gior-

ni. Dal mese di Dicembre la ditta appaltatrice ha abbandonato i lavori lasciando il cantiere nel completo abbandono. Le autorità pre-poste alla custodia del cimitero intimano ai parenti dei defunti di non entrare nel

cantiere, minacciando denuncie.

TRAPPOLE TESE SUI MARCIAPIEDI DI VIA GIORGIO LA PIRACivita Castellana - Via Giorgio La Pira. Buche, erbacce, escrementi di cani ... questo è l’attualestato del nuovo comprensorio di espansione edilizia (C1).

CASA PROTETTA PER GLI ANZIANIA QUANDO LA PROSSIMA

INAUGURAZIONE?La RSA di Via San Giovanni di Civita

Castellana, che non è ancora stata utiliz-zata, nonostante le varie inaugurazioni, è

oramai preda di atti di vandalismo.Visti anche i tentativi di occupazione, è

stata dotata di un impianto d’allarme che,a detta di chi abita nelle vicinanze, si atti-

va a qualsiasi ora del giorno e dellanotte, arrecando un evidente disturbo.

Quante altre generazioni di anzianidovranno aspettare per potersi servire di

questa struttura?

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Fabrica di Roma capitale del Teatro Amatoriale

Sabato 21 aprile u.s. al Teatro Comunale“Palarte” di Fabrica di Roma, si è conclusacon una spettacolare Serata di Gala laprima edizione della Rassegna Nazionaledi teatro amatoriale intitolata ad AnchiseMarcelli. La manifestazione patrocinata dalComune di Fabrica di Roma e dalla localePro Loco ha avuto un successo di pubblicoe di critica senza precedenti per questoterritorio. Alla base di tanti consensi, unaorganizzazione impeccabile, che è riuscitaa selezionare 7 compagnie teatrali a livelloamatoriale su ben 42 iniziali partecipanti.Nell’arco di otto settimane si sono esibitein questo nuovissimo ed invidiabile spazioculturale rappresentato dal Teatro Palartele seguenti compagnie: Teatro Faul diViterbo con “Quaranta ma non li dimo-stra” di Titina e Peppino De Filippo,Teatro dell’Accadente di Lucca con“Eva contro Eva” di Mary Orr e ReginaldDenham, La Filodrammatica parteno-pea di Verona con “La fortuna con la EffeMaiuscola di Eduardo De Filippo”, INunseponnoguardà di CivitaCastellana con “Arlecchino servitore didue padroni” di Carlo Goldoni, Teatro glistrilloni di Torino con Plaza suite di NeilSimon, Piccolo Teatro di Terracina G.Nofi con “La cena dei cretini di FrancisVeber, I Ma chi ‘mmo ffa fa diGiugliano con “Non ti pago” di EduardoDe Filippo. Ce n’era per tutti i gusti daiclassici napoletani dei De Filippo, all’umo-rismo anglosassone di Neil Simon, allacommedia dell’arte del grande CarloGoldoni. La manifestazione annoverava trai componenti della giuria, in qualità di pre-sidente, l’illustre Magdi Allam ViceDirettore del Corriere della Sera, che haassegnato il Premio Anchise Marcelli-Migliore Spettacolo- alla pièce “La cena deicretini” del Piccolo Teatro di Terracina. Trai tanti premi riconosciuti, seguendo lo stileHollywoodiano delle “nominations”, contanto di buste e relativi spot proiettati suschermo, vanno menzionati quello per laMigliore Attrice Protagonista andato aGabriella Gilarducci del Teatrodell’Accadente di Lucca, per “Eva controEva” e quello per il Migliore AttoreProtagonista assegnato a Francesco Solidei Nunseponnoguardà di CivitaCastellana, acrobatico e pirotecnico inter-prete di “Arlecchino servitore di duepadroni”. Durante la serata di Gala si è esi-bita la giovane cantautrice RobertaGiallo, artista dotata di un sound partico-

larissimo, una voce con tonalità da vera“vocalist”.Inoltre molto applaudita l’esibizione deltrio Emiliano Di Vozzo (chitarra),Roberto Mattioni (tenore), CostanzaBiaggini (viola) che hanno incantato ilpubblico presente riproponendo arie clas-siche del ‘700 napoletano. Una serata daricordare , grazie e soprattutto all’impegnoprofuso da Carlo Ciaffardini e ClaudioRicci, veri e propri “deus ex machina”,nonché presentatori della manifestazione,non dimentichiamo però tutti gli altri di cuinon elenchiamo i nomi, per non correre ilrischio di tralasciarne qualcuno.Voglio infine riportare il pensiero espressodal Vice Direttore del Corriere della seraMagdi Allam al termine delle premiazioni:“Il teatro è importante, soprattutto quelloamatoriale, perché mosso da passioni svi-scerate, che fanno supplire col lavoro el’impegno alla mancanza di mezzi e difondi e, come in tutti i campi il lavoro

paga.”

Alessandro Soli

foto Eleven Focus

Al centro Magdi Allam - Presidente della giuria

Da sx Carlo Ciaffardini e Claudio Ricci

Francesco Soli - Migliore attore protagonista(Arlecchino)

Da dx il Sindaco di Fabrica diRoma Giuseppe Palmigiani,Magdi Allam , il vice sindacoFrancesco Pierantonelli,l’Assessore alla cultura Augusto Vigi

Nel buio della sala,al cinema Flaminio oal Teatro Florida,locali storici qui aCivita Castellana,sembrava di esserecircondati da unesercito di roditori,tanto forte e ripetiti-vo era il rumore dichi, come noi, sgra-nocchiava con avidi-tà, ciò che ho scritto

nel titolo.Bruscolini (semi di zucca bruscati e salati),noccioline (le classiche arachidi america-ne), lupini (le cosiddette fusaje, comedicono a Roma, conosciute fin dall’antichi-tà), le mosciarelle (castagne sgusciate eessiccate) e le cainelle (in italiano carrube,per intendersi quelle a forma di bananaessiccate, dolciastre, dal seme duro comela pietra, già cibo nobile per i cavalli) face-vano parte del rito cinema degli anni ’50-’60. Già, rito cinema, perchè dopo gli spin-toni all’ingresso per entrare tra i primi, lafila per il biglietto, l’attesa per l’inizio dellaproiezione, si consumava il sogno attesoper una settimana: uno dei pochi passa-tempi a nostra disposizione, specialmentenei piovosi pomeriggi invernali.Ma torniamo ai “cartoccetti”, genuini con-tenitori adoperati dalla “bruscolinara”, nelbanco fuori dal cinema. Erano di “cartastraccia” (carta paglia) arrotolati a conocon la punta ripiegata, atti a contenere ibruscolini rigorosamente soppesati emisurati col cucchiaio che ne quantificavaanche il prezzo.Per i lupini, invece, un piccolo “sgomma-rello” (mestolo) dal fondo forato per farsgocciolare l’acqua del contenitore, cheriusciva, però, a far bagnare ugualmente il

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CCoommee eerraavvaammoo

Bruscolini, noccioline, lupini, mosciarelle e cainelle

di Alessandro Soli

Personaggio misteriosoDi lato è riportata la fotodeformata di un famoso

cantante. Sai dire di chi si tratta? I primi tre che indovine-ranno e si recheranno

presso la redazione, rice-veranno un simpaticoomaggio offerto dalCentro Parati Selli.

cartoccetto. Problemi nonesistevano perle noccioline,per le moscia-relle e le cainel-le, perché veni-vano vendute apeso, per igrandi, e pernoi ragazzi,invece, “a occhio” perbilanciare ilguadagno delbanchetto. Puòsembrare ana-cronistico parla-re di questecose, ma dove-te pensare chealmeno due otre generazionisi sono confron-tate con quantosopra, provandole stesse sensa-zioni, e vivendosituazioni similiper svariatianni.Poi il progresso,le leggi e la cul-tura dell’igiene,ci hanno regala-to il “pop-corn”(mais soffiato), il sottovuoto, il “tutto incellophane”, le “cric-croc” (patatine fritteche di patate hanno solo il nome). Neabbiamo sicuramente guadagnato in prati-cità, ma il sapore e la genuinità si sonopersi lungo la strada, dove non c’è più ilbanchetto della “bruscolinara” soppiantato

dai tecnologici distributori automatici postiall’interno dei locali.Una cosa, però, è rimasta tale e quale,oggi come allora: il cric cric cric, ripetitivorumore di chi sgranocchia con avidità i pro-dotti - passatempo durante lo spettacolo eche ti fanno perdere, magari, qualche bat-tuta nel dialogo tra i protagonisti.

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Il 3 Aprile u.s. si è tenuta una conferenzastampa, presso l’ospedale Andosilla di CivitaCastellana, sull’attività svolta, nell’anno2006, dal reparto di Endoscopia Digestivadiretto dal Dott. Gino Giuri.Secondo recenti dati ISTAT e del Ministerodella Sanità le malattie dell’apparato dige-rente risultano al 1° posto come morbilità,al 2° posto per mortalità ed al 1° posto pernumero di dimissioni e per giornate didegenza, sia ordinaria che di day-hospital.L’ospedale di Civita Castellana che ha un’u-tenza di circa 100 mila abitanti (compren-dente il viterbese, il reatino e il nord dellaprovincia di Roma), dispone di una struttu-ra di Endoscopia Digestiva che può soddi-sfare qualitativamente e quantitativamentela richiesta in tema di prevenzione, diagno-stica, terapia mininvasiva e sorveglianzadelle patologie di pertinenza gastroenterolo-gica. Ad oggi, presso il nostro nosocomio possia-mo contare 2 chirurghi dediti all’attivitàendoscopica per il 60% circa del loro orariodi servizio, 4 infermieri professionali opera-tivi per il 65% dell’orario teorico. Inoltre sono disponibili 2 sale per endosco-pia diagnostica ed operativa, pienamente

rispondenti alle nor-mative di legge erecentemente dotatedi aria condizionata,4 gastroscopi, 4colonscopi, 1 macchi-na per la disinfezione(la seconda saràdisponibile dal mesedi Agosto), 2 elettro-bisturi.Nell’anno 2006 il reparto ha effettuato 1294gastroscopie, con un incremento del 21%rispetto all’anno precedente e 1090 colon-scopie, con un incremento del 31% rispettoall’anno precedente. Il Dott. Giuri ha espresso i suoi ringrazia-menti a tutti coloro che, con la loro collabo-razione, hanno consentito alla nostra strut-tura il raggiungimento di questi risultati: laU.O.C. di appartenenza, la DirezioneSanitaria di Presidio, la U.O. di Anatomia edIstologia Patologica, la Farmacia Interna,l’U.O. E-Procuremente e la Demax, l’U.O.Ingegneria Clinica e la S.I.G.E., il C.U.P. e ivertici dell’Azienda. Un grazie particolareall’Associazione Onlus “UNA MANO AL TUOOSPEDALE” che, facendo leva sulla genero-

sità della cittadinanza e di numerose azien-de, ha fornito aiuti in arredi, attrezzaturesanitarie, per centinaia di migliaia di euro.Per quanto è stato destinato alla struttura diEndoscopia Digestiva: un videogastrosco-pio, un videocolonscopio e l’impianto di con-dizionamento d’aria per le due sale operati-ve, tutta la riconoscenza va alle ditte cera-miche AZZURRA e IEMMECI. Con orgoglioe riconoscimento il Dott. Giuri ringrazia icomponenti del team endoscopico : le infer-miere Sabrina Angeletti, Silvia Della Porta,Giorgia Eusepi, Cristina Lemme, MariaCristina Menichelli, Adalgisa Ricci, al collegaAlessandro Savio e al coordinatore infermie-ristico Giovanni Piergentili.

Struttura Semplice di Endoscopia Digestivadi Civita Castellana

Corsi professionali e amatoriali per tutti i livelli di:

Sbarra a Terra AcrobaticaLaboratorio CoreograficoFlamenco Canto

Alla HONEY iniziano i Alla HONEY iniziano i grandi appuntamenti digrandi appuntamenti difine anno accademicofine anno accademico2006/20072006/2007

26 e 27 MAGGIO26 e 27 MAGGIOAncora un evento di Danza Classica di eccezionale valore artistico.Ancora un evento di Danza Classica di eccezionale valore artistico.Presso i locali della scuola, uno dei più grandi Maestri del mondoPresso i locali della scuola, uno dei più grandi Maestri del mondo

sarà ospite per uno stage di perfezionamento della tecnica classicasarà ospite per uno stage di perfezionamento della tecnica classicacon musica al piano.con musica al piano.

Maestro ospite Maestro ospite VICTOR LITVINOVVICTOR LITVINOV (Maitre de ballet: Les ballets Russes de Montreal; (Maitre de ballet: Les ballets Russes de Montreal; Les Grand Ballets Canadiens, Teatro dell’Opera di Roma; Arteballetto Reggio Emilia, Arena di Verona, National Ballet ofLes Grand Ballets Canadiens, Teatro dell’Opera di Roma; Arteballetto Reggio Emilia, Arena di Verona, National Ballet of

Canada, Balletto diToscana, Teatro San Carlo di Napoli, Stuttgart Ballet, Badiches Staatstheater Karlsruhe, GreekCanada, Balletto diToscana, Teatro San Carlo di Napoli, Stuttgart Ballet, Badiches Staatstheater Karlsruhe, Greek

National Opera di Atene, Theather Regensbourg)National Opera di Atene, Theather Regensbourg)

Pianista accompagnatore GIANCARLO CAPPELLOPianista accompagnatore GIANCARLO CAPPELLOClassi Intermedio-AvanzatoClassi Intermedio-Avanzato

2 GIUGNO ore 21:002 GIUGNO ore 21:00Appuntamento con “EUTERPE E TERSICORE” spettacolo di musica e danza in collaborazione conAppuntamento con “EUTERPE E TERSICORE” spettacolo di musica e danza in collaborazione con

l’Accademia di Musica Muzio Clementi. Lo spettacolo, avente il patrocinio del Comune di Civita Castellana,l’Accademia di Musica Muzio Clementi. Lo spettacolo, avente il patrocinio del Comune di Civita Castellana,avrà luogo in occasione della manifestazione “PLAYFAIR giornate ecologiche sul fiume Treja” in avrà luogo in occasione della manifestazione “PLAYFAIR giornate ecologiche sul fiume Treja” in

Via Flaminia al Km 54,630. Parteciperanno allo spettacolo la Compagnia di Balletto Honey, Via Flaminia al Km 54,630. Parteciperanno allo spettacolo la Compagnia di Balletto Honey, Artisti Professionisti del mondo ballettistico e Orchestra Sinfonica dal vivo.Artisti Professionisti del mondo ballettistico e Orchestra Sinfonica dal vivo.

Direzione Artistica: Maestro Fabrizio Bartoli -settore danza, Maestro Paolo Matteucci - settore musicale.Direzione Artistica: Maestro Fabrizio Bartoli -settore danza, Maestro Paolo Matteucci - settore musicale.

Victor Litvinov

Campo de’ fiori 31

La televisione a Civita Castellana

Sono trascorsi ben 53anni dall’inizio ufficialedelle trasmissioni televisi-ve da parte della Rai. Laprima trasmissione delservizio ufficiale televisi-vo italiano iniziò esatta-mente Domenica 3Gennaio 1954 alle ore11.00 (le trasmissioni

sperimentali a circuito chiuso, erano peròiniziate nel 1940, interrotte durante la guer-ra e poi riprese ). Questa data segnò, per noi italiani, l’iniziodi una nuova era e si può affermare, senzatimore di essere smentiti, che gli usi ecostumi di tutti gli italiani, da qui, iniziaro-no a subire un tale processo di radicalecambiamento, che neanche l’evento dellaSeconda Guerra Mondiale era riuscito ascatenare!Il giorno d’inizio delle regolari trasmissioni,il sevizio della Rai riusciva a coprire sola-mente il 36% della popolazione italiana e,Civita Castellana, era compresa nel raggiod’azione delle trasmissioni!Io non avevo ancora sette anni e ricordoche stavo giocando con i miei coetanei apiazza Marconi (i capannoni), quando unragazzino, un po’ più grande, ci informò chein un negozio di elettricità, in via BrunoBuozzi, era in esposizione un apparecchiofunzionante che sembrava un piccolo cine-ma. Ci precipitammo immediatamente avedere! Fu uno stupore indescrivibile. Dopopochi giorni i bar più importanti si dotaronodi questo rivoluzionario apparecchio, chia-mato successivamente televisore. Era comeandare al cinema, le sedie non bastavano enoi bambini rimanevamo per ore in piedi,cercando di non fare confusione, altrimentici avrebbero mandato via. Quando le fami-glie più agiate iniziarono ad acquistare iltelevisore e la notizia del nuovo acquisto sidivulgava, la gente diceva in dialetto: “haivisto? pure i Pingo Pallino se so combrati aTelevisione”.L’apparecchio costava più o meno una deci-na di stipendi medi di allora; questo signifi-ca circa dodici/quindicimila euro attuali!Nonostante il prezzo iniziale elevatissimo, iltelevisore fu acquistato da un numero sem-pre maggiore di famiglie e, in poco meno didue lustri, quasi il 90% delle famiglie italia-ne si dotarono dell’apparecchio TV. Per dirlocon il linguaggio attuale, chi aveva il televi-sore era “in”, chi non lo aveva era “out”.La Rai trasmetteva a fasce orarie ben preci-se, in un solo canale. Nelle ore di assenzadi programmi veniva trasmessa una imma-gine fissa chiamata monoscopio, grazie allaquale i tecnici potevano effettuare tutte le

regolazioni e tarature, nel caso sene fosse verificata la necessità. Spesso il televisore aveva mal fun-zionamenti e bisognava chiamareun tecnico specializzato che, datol’elevato costo di acquisto dell’ap-parecchio, rendeva la riparazionesempre conveniente rispetto allasua sostituzione. Con quello checostano oggi i televisori, invece,nella maggior parte dei casi, incaso di mal funzionamento convie-ne acquistarne uno nuovo!Le cose andarono avanti così finoal 1961 e, quando il 4 Novembredello stesso anno, iniziarono le tra-smissioni ufficiali del secondocanale, vi furono ulteriori aggiu-stamenti relativi al modo di guar-dare la TV.Innanzitutto si replicò la corsasfrenata all’istallazione della scato-letta all’interno del televisore,nonché della nuova antenna chepermetteva la visione del secondo;Il lavoro non si poteva fare da soli,perché richiedeva una certa pre-parazione tecnica; si dovevanecessariamente chiamare un bravotecnico.Nelle famiglie subentrò un nuovoproblema: la scelta del canale davedere la sera! Allora giù litigate infamiglia a rotta de collo (come dicono imarchigiani), finché qualcuno faceva valerele sue ragioni di scelta. Intanto il benesse-re economico iniziava ad essere percepitoed anche i prezzi degli apparecchi TV ini-ziarono a scendere notevolmente, fino adarrivare a circa tre o quattro stipendi medidi allora. Molti comprarono, come secondoapparecchio, quello da 14 pollici (da pocosul mercato), per utilizzarlo quando siverificavano discordanze di vedute con ipropri familiari. Sono indimenticabili, per ibambini di allora, i filmetti della “TV deiragazzi”, che tanto ci piacevano, primo fratutti Rin Tin Tin, che aveva come protago-nisti un cane ed un bambino di nomeRusty, il tenente Rip Masters ed il sergenteO’ Hara; da ricordare anche Jim della giun-gla ed anche Lassie, oltre a tanti altri.Gli episodi di questi filmetti televisivi, eranotalmente entrati nella nostra cultura dibambini che, se qualche coetaneo avevaanche una vaga assomiglianza con qualcu-no dei personaggi dei film, gli era subitoassegnato il soprannome relativo!Un nostro coetaneo assomigliava moltissi-mo al sergente O’ hara, di conseguenzanon sfuggì a tal soprannome; non possodirlo con certezza, ma suppongo che lo

abbia ancora oggi. Posso dire invece con assoluta certezza cheCivita Castellana, nel 1963, aveva raggiun-to, in proporzione ai suoi abitanti, il recorddi primo comune del Lazio in ordine di dif-fusione di ricevitori TV.Prima di chiudere l’articolo voglio ricordarei circa 15 minuti della trasmissioneCarosello, dove veniva condensata tutta lapubblicità televisiva di allora; a noi ragazzi,ormai alla soglia della pubertà, piacevamoltissimo. Essa veniva ripetuta tutte lesere alle ore 21 circa, dopodichè, i bambinipiù piccoli, dovevano andare a nanna.Il Carosello diede il via all’era della pubbli-cità in televisione e fu mandato in onda,per la prima volta, esattamente il giorno 3Febbraio 1957. La sigla che introduceva la trasmissioneCarosello, serviva alle ragazze, che d’estateandavano a passeggio, come segnale che siera raggiunto l’orario massimo, consentitodai genitori, per il rientro a casa.Vi fu poi l’avvento della TV a colori, neglianni Settanta, che migliorò notevolmente laqualità dell’immagine ma, a mio avviso, nonebbe lo stesso impatto di radicale cambia-mento socio culturale della TV in bianco enero degli anni Cinquanta.

diArnaldo Ricci

in questa foto sono ritratti Vittorio Veltroni (padre dell’attualeSindaco di Roma), Lidia Pasqualini e Niccolò Carosio.

La foto è stata scattata probabilmente nel 1940, anno di iniziodegli esperimenti della EIAR (la Rai di quei tempi).

Come potete notare, la televisione sperimentale veniva chiamata Radiovisione.

Campo de’ fiori32

�La Corrida�sbarca a Corchiano

Un quartetto formidabilesi è presentato, Sabato31 marzo, alla IV punta-ta dell’edizione del 2007dello storico e sempreamato programma diCanale 5: “La corrida.Dilettanti allo sbaraglio”,condotto dal divertenteGerry Scotti, spalleggia-to dalla bella MichelaCoppa.

Il gruppo, capeggiato dallo spumeggianteMauro Sanna di Corchiano, era compostoda due ballerini professionisti di Viterbo,Simone Notaio e Valeria Palma, allievi delNuovo Centro Danza e…Fitness, della pro-fessoressa Caterina Di Filippo, e da unagiovane aspirante attrice di Corchiano,Luana Boria. L’esibizione, in diretta televi-siva in prima serata, sotto gli occhi dimilioni di spettatori italiani, dato che è unodei programmipiù seguiti dellatv, è avvenutasulle note delcelebre pezzodi Liza Minelli,New York NewYork. Mentre lacoppia di balle-rini mostravauna coreografiabrillante, Luanainterpretava ilsimbolo pereccellenza dellacittà america-na, la Statuadella libertà, eMauro, negliabiti di un per-fetto turista,scattava foto a più non posso, muovendo-si da una parte all’altra della scena.Questo particolare originale, diverso, inno-vativo è stato l’elemento che ha permessodi far decidere agli autori del programmadi volerli come concorrenti; con tutta pro-babilità, infatti, se Mauro e Luana si fosse-ro presentata senza Simone e Valeria oviceversa, sarebbero stati scartati, mentrela fusione delle due coppie ha dato a tuttie quattro questa stupenda opportunità.

Anche il pubblico ha certamente apprezza-to questo cocktail, i cui ingredienti sonostati la simpatia di Mauro e Luana e la bra-vura di Simone e Valeria, che ha fatto gua-dagnare loro un posto in finale e il terzopremio, senza nemmeno un colpo di cam-panaccio o un fischio, ma solo applausi. Il loro obiettivo è stato raggiunto, non-ostante Sanna ne fosse convinto fin dall’i-nizio e il loro motto “la Tuscia non prendefischi alla corrida” non è stato tradito, vin-cendo così anche la scommessa fatta conil proprietario del ristorante Le Rupi, cheoffrirà loro un pranzo. “Ma la soddisfazio-ne più grande é stata, comunque, quella dipartecipare al programma e di avere i cin-que minuti di gloria che tutti i dilettantivorrebbero. Su 4.800 provini effettuati, sono stati scel-ti solamente 120 partecipanti, tra cui noi”,mi confessa orgoglioso Mauro, il quale,dopo due lunghi anni di preparativi, è

riuscito a coronare il suo sogno. Mauro aveva presentato la domanda dipartecipazione nel Gennaio del 2006 e aNovembre ha ricevuto la convocazione peril provino. Solo qualche giorno prima deldebutto, è arrivato l’invito ufficiale, che loha fatto saltare di gioia. Qualche anno faaveva partecipato al programma di RaiUno, “I raccomandati”, presentando duepersonaggi, che, anche in quel caso, trion-farono, ma non partecipando lui in prima

persona. Questa volta, invece, non è statosolo l’ideatore dello sketch ma anche unodei protagonisti.Mauro è un vulcano di idee e ha già inmente un nuovo minispettacolo da propor-re a “La corrida”, non prima di due anni,per regolamento, anche se é già in cercadi cinque ragazze, che lo accompagnino inquesta nuova avventura. Nel frattempo sta cercando di formare ungruppo musicale rock tutto al femminile,da poter presentare ad uno di questi pro-grammi televisivi che lasciano spazio allenuove leve. Per questo progetto è allaricerca di una batterista, una chitarra elet-trica e un basso e chiunque fosse interes-sata può contattarlo, anche tramite lanostra redazione. Corchiano e tutti i paesilimitrofi, che hanno visto la loro perfor-mance, ha accolto con calorosi applausi ecomplimenti i quattro, reduci dalla serata,nonostante l’incredulità iniziale.

L’umiltà e lavoglia di diver-tirsi e di fardivertire sonostate la spintaper partecipare.Mauro cogliel’occasione diquesta breveintervista perringraziare ladottoressa DiFilippo per lacollaborazioneofferta, metten-do a disposizio-ne due bravissi-mi ballerini, chesi sono esibitisu un pezzosuonato e can-

tato dal vivo, dall’orchestra del program-ma, diretta dall’inossidabile maestroPregadio, già compagno di risate del for-midabile Corrado, e i suoi tre partner, chelo hanno accompagnato in questa avven-tura tanto desiderata. Per chi non avesseavuto l’opportunità di gustare in diretta laloro rappresentazione, è possibile vederlasul sito internet ufficiale del programmatelevisivo: www.lacorrida.it, dove rimarràper tutto l’anno.

diErmelindaBenedetti

Campo de’ fiori 33

L’Istituto d’Arte di Civita Castellana1893...

Nel 1893, grazie ad una geniale intuizionedell’Avv. Ulderico MIDOSSI, nasce a CivitaCastellana l’Istituto Statale d’Arte per laCeramica, e la prima sede della scuola fuun aula posta al piano terra dell’attualePalazzo Arcivescovile in Piazza Matteotti.L’obiettivo principale del corso era quellodi formare una nuova generazione di tec-nici ceramisti versati non soltanto nellequestioni tecniche, ma anche in quelleprettamente formali, estetiche e geometri-che, secondo un modello formativo e cul-turale ripreso dalle scuole d’arte che allorasi andavano diffondendo capillarmente neiprincipali paesi europei.Nel volgere di pochi anni la scuola aumen-ta il numero degli iscritti e si afferma alivello regionale e nazionale, tanto che nel1909 il Ministero dell’Industria –Commercio ed Agricoltura invia a CivitaCastellana il professor Anselmo deSimone, per stilare un dettagliato rapportosullo stato di salute dell’industria ceramicalocale, e per verificare l’esistenza dellecondizioni necessarie per l’istituzione diuna Scuola Professionale per la Ceramicariconosciuta dalle autorità governative.Nel 1910 la sede della scuola si trasferiscenel palazzo Andosilla in via Ferretti, dovevengono creati i primi laboratori per laceramica.Nel 1914, dopo un lungo iter amministrati-vo, viene istituita con Regio Decreto n.544del 3 Maggio, la “Regia ScuolaProfessionale per la Ceramica” diCivita Castellana e nel Novembre del 1914il comune acquista l’ex Chiesa di SanGiorgio posta nell’attuale via Gramsci e latrasforma, con l’aggiunta di nuovi locali,nella sede storica dell’Istituto d’Arte, dovetuttora l’istituto vive ed opera.I primi insegnanti furono Ugo FAVALLI,disegno geometrico, Bruno FLAMINI,cultura generale, Enzo VINCIGUERRA,aritmetica e contabilità, Luigi ANTONEL-LI, disegno professionale e plastica,Ulderico FINESI, tecnologia ceramica eprimo Preside della scuola.Presidente del Consiglio d’Amministrazionel’Avvocato Ulderico MIDOSSI.La lunga storia della scuola dal 1893 adoggi vede un continuo avvicendarsi didocenti e illustri ceramisti: comeGiuseppe SBRANA, importante cerami-sta fiorentino e Carlo LORENZETTI, giàdocente di plastica nella Scuola d’ArteApplicata di Venezia.Non soltanto ceramisti, ma anche grandiartisti vi hanno insegnato: nel 1939Renato GUTTUSO, tra il 1940 e il 1945

Luigi MONTANARINI e in anni piùrecenti Luciano VINARDI, importantescultore e mosaicista e Ugo LEVITA, pit-tore surrealista celebrato a livello naziona-le ed europeo.E’ la Scuola che ha formato grandi pittoridi levatura internazionale tutti civitonici:Luigi PAOLELLI, Giuseppe BERTOLI-NI BERG e Alessio PATERNESI.Dal 1893 ad oggi, numerosi i dirigenti sco-lastici che si sono avvicendati nella suaconduzione: Ulderico FINESI, 1913-1921, Luigi VISANI, 1921-1925,Tarquinio BIGNOZZI, 1925-1926,Virgilio CAROTTI, 1926-1938, RenzoDAZZI, 1938-1945, Alfredo CRESTONI,1945-1963, Tommaso PECCINI, 1963-1966, Francesco JUVARA, 1966-1967,Salvatore CASTAGNA,1967-1976,Giuseppe GAROFOLI, 1976-1977,Sergio LERA, 1977-1983 e 1984-1986,Vincenzo GRELLA, 1983-1984, SavinoMONGELLI, 1986-1990, AndreaRANDO, 1990-1994, Franco CHERICO-NI, 1994-2000 e 2005-2007, CarmeloGIORDANO, 2000-2001, Mario BEC-CHETTI, 2001-2003, Bernardino DEMARINO, 2003-2005. Nelle industrie ceramiche civitoniche, iquadri tecnici e dirigenziali attuali sonousciti dalla scuola, indiretta conferma dellavalidità e bontà del percorso formativo eculturale proposto dai suoi docenti.Nell’Istituto d’Arte hanno poi insegnatoimportanti ceramisti locali: ValentinoPAOLELLI, Beniamino TOFANAC-CHIO, Fernando PATRIZI, CosimoETTORRE, Ciro PANE, Carlo BRUNEL-LI, Dino BRIZZI, Carlo BERNARDI,Franco GIORGI, Franco VALERI, AlfioDE ANGELIS e Fernando PIERGENTI-LI. I suoi studenti, negli anni ’70 e ‘90

hanno brillato nei concorsi di ceramicaartistica promossi dalla città di Faenza:Leonardo ZACCARDINI, primo premionel 1968, Mara SCACCIAFICHI, MariaRita COLAMEDICI, Fabrizio TOMEI eSandra SAPORA.Nel 2000, l’Istituto d’Arte viene trasforma-to in Istituto d’Istruzione Superiore “U.Midossi”, comprendente, inoltre, la sezionedell’Istituto Tecnico Industriale e la ScuolaMedia. Nel periodo 2002-2004, la sede storica invia Gramsci, grazie alla fattiva azionedell’Amministrazione Provinciale, vieneinteressata da importanti lavori di ristrut-turazione che modificheranno totalmente ilprimitivo assetto originario.La sede di via Gramsci è oggi dotata dimoderni laboratori per la ceramica con larecente dotazione di nuovi miscelatori eimpastatori per le argille e gli smalti, diuna nuova cabina per lo spruzzaggio deipezzi e una sala decorazione con impiantodi areazione e trattamento dell’aria.La nuova biblioteca e l’aula multimediale ecomputer completano l’offerta formativa.Con la presidenza Chericoni, l’Istitutod’Arte si afferma come polo formativodella regione Lazio e come nuova sede delMuseo Storico della Ceramica Civitonica.Una scuola aperta alle novità come larecente attivazione della sede distaccata diVignanello.E’, dunque, una vicenda culturale edumana lunga e gloriosa, tanti i docenti e ipresidi che si sono avvicendati, comenumerose le generazioni di studenti chehanno percorso i suoi spazi.L’Istituto d’Arte non è “una”, ma “la” scuo-la per eccellenza di Civita Castellana.E’ la sua storia e il suo grande patrimonioche deve essere attentamente preservato.

di Enea Cisbani

1925 Regia Scuola Professionale di Civita Castellana

La redazione di Campo de’ La redazione di Campo de’

A BARBARANon so come si scrive una lettera di

questo genere, mi mancano le parole matrovo la forza per esprimere la gioia diquanto sta per accadere nella mia vita.Sì il 30 Giugno ti sposi. I miei pensieri

vanno a molti anni fa, quando eri piccola.La tua grazia, il tuo affetto, i tuoi baci

sono sempre vivi nei miei ricordi.Dopo, crescendo, mi hai dato le prime

soddisfazioni nel campo scolastico,ti sei diplomata, poi ti sei iscritta all’uni-versità. Conoscendo la situazione fami-

liare (non troppo rosea) hai fatto inmodo di prendere tutti gli anni la borsadi studio, cercando, così, di non pesaresul budget familiare ed affrontando deisacrifici, non indifferenti, nello studio.Condividevi con noi i tuoi “30 e lode” e

alla fine ti sei laureata con “110 e lode”.Ti sei messa subito in cerca di un lavoro,anche se umile, facendo la baby sitter.

Adesso, sempre per non pesare allafamiglia, fai la commessa.

Mi hai chiesto sempre poco dandomitanto, sei molto modesta anche nel

chiedere le cose per il tuo matrimonio.D’altra parte io mi sento in colpa per nonpoterti dare di più. Una cosa voglio, purnella nostra umiltà: che quel giorno sia

indimenticabile. Sai che non sono apertoa complimenti, ma di una cosa sono sicu-ro: TI VOGLIO BENE.Auguro a te e aMassimo una vita insieme tanto felice.

Ti voglio bene. PAPA’

MessaggiTanti auguri di BuonCompleanno a Camilla

Ciasco che il 26 Maggio compie 10 anni,

da parte di papà Pippo,

nonna Gaggia, zia Anna e dai cuginiAlessio e Roberta.

Complimenti a Shadi diCaserta che il

26/02/2007 è divenuta dottoressa

a pieno titolo.Un abbraccio da parte di

Maria Cristina eMassimo

Buon compleanno aIvanho di Caprarola che

l’8 Maggio compie 20 anni. Tantiauguri dalla fidanzataSerena, zia Cristina e

nonna Anna e dall’amicoLillo.

Vivissime congratulazioni adIlaria Francescangeli di

Corchiano che il 18 Aprile si è laureata in

Biologia. Un abbraccio dalletue care amiche

Eleonora, Tamara eValentina.

fiori si associa agli augurifiori si associa agli auguri

Tantissimi auguri a SamueleNardi che il

30 Marzo ha compiuto 3 anni, dalla bisnonna Lella, la

mamma Romina, il papàGraziano,

dai nonni, gli zii e i cuginetti.

PerMelissa

Natili ……tanti

auguri da Enrico, Letizia e Diego per iltuo Battesimo che riceverai il 6 Maggio.

Con tanto affetto

Tanti auguri aLucrezia Fabriziche ha compiuto

un anno il 28Aprile, dalla

mamma, il papà, inonni e gli zii.

Tanti auguri a MarianoAdriani e Silvia Fastampa

che si uniranno in matrimo-nio il 13 Maggio, dagli amici

della sezione.

Tantissimi auguri di BuonCompleanno a nonno MarioDomizi che ha compiuto 94anni il 22 Aprile, dai figli, i

generi, la nuora,i nipoti e pronipoti.

Tantissimi auguri a FedericoAnselmi che ha compiuto glianni il 20 Aprile, da mamma,papà, la sorella Cecilia, gli zii,

le nonne, la cugina e dallaredazione di Campo de’ fiori.

Tanti auguri di Buon

Anniversario a Vito Maggio e

AlessandraFrancola

che festeggiano36 anni di

matrimonio,dalle figlie e dal genero

Buon Compleanno aFrancasca Calamanti che il21 Maggio compie 3 anni.

Tantissimi auguri dai genitori Claudia e Danilo,dalla sorella Chiara e il

fratello Stefano.

Tantiauguri

al piccoloSimone

Ulisse cheil

24 Maggiocompie 5 anni,

con tantoaffettoe amore

da nonna Vincenza,nonna Adalgisa e

Kety

La redazione di Campo de’ fiori si associa agli auguri La redazione di Campo de’ fiori si associa agli auguri

MessaggiTantissimi auguri a Flora Iaffei che ha

festeggiato il compleanno il 29 Aprile, dallefiglie, i generi e i nipoti.

Tanti auguri a Enrico D’Alessio cheil 5 Maggio compie 33 anni e auguri

per il nostro 5° anniversario dimatrimonio,

da Lety

Tanti auguri a Gabriele Benedettiche ha compiuto 2 anni il 30 Marzo,da nonna, nonno, mamma, papà, ziaSimona, zio Roberto e zio Fabrizio.

Tanti auguri a Diego D’Alessioche il 31 Maggio compie 2 anni.

Da mamma Letizia e papà Enrico

Tanti Auguri a Benedetta Costa che il 23 Aprile ha compiuto 6 anni. Da mamma, papà, nonni,

zii e il cuginetto Simone.

Tanti auguri a Elisa che il 18Maggio compie gli anni, datua sorella Flavia e Sara.

Tanti auguri a RiganelliValeria che il 22 Maggiocompie 4 anni. Auguri damamma, papà e i nonni.

Tanti auguri di Buon Compleannoa Marco Riganelli che il 6 Maggio

festeggia il suo compleanno, con unforte abbraccio e benedizione danonna Vincenza, Simone e Cheti

Campo de’ fiori38

Una “Fabrica” di ricordiStorie e immagini di Fabrica di Roma

di Sandro Anselmi

E’ arrivata la mite stagione, ed è più fre-quente vedere i panni stesi ad asciugare alsole.Fare il bucato, oggi, per la donna moder-na, è un lavoro facile: ha la lavatrice, ilsapone in polvere, lo sbiancante, l’ammor-bidente, spesso, l’ asciugabiancheria!

Sto passando davanti al vecchio lavatoiovicino casa di mia madre, oramai abban-donato e, come in un vecchio film, mi siripresentano immagini di donne, con lemaniche arrotolate, che fanno il bucato inun chiassoso chiacchierio. Si davanoappuntamento alla fontana, vecchie e gio-vani, zitelle e maritate, per scambiarsi lenotizie e discutere di tutto, ma proprio ditutto. C’era la cronaca nera, la rosa, il gos-sip… quello era luogo di aggregazionedove discutere, senza censure, lontano dalgiudizio degli uomini, che non potevanoassolutamente entrare e avevano, invece,il bar e il circolo per chiacchierare.

Non si poteva certo dire che “i panni spor-chi si lavano in casa”!Anche se il lavoro di per sè era pesante,risultava sempre meno duro di quello soli-tario e monotono della casa, e c’era unclima di distensione, quasi di ricreazione.Arrivavano di buon ora o nel primo pome-riggio, con la bagnarola o la bacinella sullatesta, protetta da un panno arrotolato(curojo), ed il loro tipico ancheggiaredonava eleganza al loro portamento.L’uso delle vasche veniva regolato dall’or-dine di arrivo, e così, arrivato il proprioturno, incominciavano a lavare nella vascagrande, dove i panni venivano abbondan-temente insaponati con il sapone grezzo eduro, ricavato dagli scarti del maiale che,liquefatti nell’acido, bolliti e poi fatti raf-freddare, solidificavano e così venivanosezionati a pezzi. Seguiva il risciacquonella vasca più piccola, dove lo sciaborda-re dell’acqua diguazzata bagnava inevita-bilmente la parannanza. Lì si esibiva in

pubblico tutto il guardaroba, dai vestiti allabiancheria intima, e poteva essere ancheumiliante dover lavare i panni del marito odel padre davanti ad occhi curiosi, forsenemici o rivali.Terminato il rituale, si sistemavano il cari-co sulla testa, ora più grave per l’acquache i panni avevano assorbito, e si avvia-vano verso casa, con il busto dritto per nonperdere l’equilibrio.Avrebbero poi steso i panni ad asciugaresul lungo filo zincato nella parte più vento-sa del cortile, e poi stirati con il ferro scal-dato sul fuoco.Le più esigenti ritiravano i panni ancoraumidi per ottenere una stiratura migliore.Alla fontana succedevano, perciò, moltecose, ma quello che più importava alledonne, oltre lavare i panni, era informarsied informare, consigliare ed essere consi-gliate, per tornare così a casa, alleggeritedalle notizie confidate e gravate dallenuove, appena apprese.

Le comari lavandaieLe comari lavandaie

Campo de’ fiori40

Cari amicila storia di Noel si arricchisce sempre più di nuove avventure.

Conservate gli inserti e... buona letturadai vostri Cecilia e Federico

soggetto e testo Sandro Anselmi

continua sul prossimo numero...

L’angolo misteriosoNella foto qui accanto è

riportato un particolare diuna Via di Civita

Castellana. Sapresti diredi quale Via si tratta. I

primi tre che, chiamandoin redazione, daranno larisposta esatta riceveran-no un simpatico omaggio

offerto dalla profumeria Paolo e Concetta

Campo de’ fiori 41

CIVITONICI ILLUSTRI

Il maestro Gianninidi Enea Cisbani

Gabriele GIANNINI nasce a Viterbo il 6Novembre 1921.Nel 1939, consegue il diploma di Maestropresso l’Istituto Magistrale “Santa Rosa” diViterbo.Frequenta per tre anni il ConservatorioMusicale per la classe di Violoncello.Nel Giugno del 1940, allo scoppio dellaSeconda Guerra Mondiale, parte volonta-rio, come Ufficiale Alpino e successiva-mente dei Bersaglieri, per il Fronte Greco-Albanese, teatro bellico di inaudita ferociae violenza, dove numerose sono state leperdite in termini di mezzi e uomini perl’Esercito Italiano.

Si distingue in varie operazioni belliche chegli valgono numerosi riconoscimenti comeMedaglie e Croci di Guerra.Ritornato in Italia, il 21 Marzo 1944 vienepreso prigioniero dai Tedeschi e portatonel campo di concentramento diBukenwald, dove il 30 Aprile 1945 vieneliberato dagli Inglesi e dagli Americani.Rientrato in Italia, a Viterbo, nel 1945vince il Concorso Magistrale e viene nomi-nato Maestro nella sede di Canepina, doverimane fino al 1949, quando viene trasfe-rito presso la Scuola Elementare di CivitaCastellana in via Gramsci.Nel 1948, si sposa con la sua collegaVinciguerra Novella, da cui ha tre figli.Gli anni trascorsi presso la Scuola Elementare di Civita Castellana, sono anni

intensi e proficui: in unaCivita devastata dalle tra-gedie della Guerra, lascuola è un indiscutibilepunto di riferimentomateriale e culturale e lenuove generazioni il “futu-ro” stesso del nostro cen-tro.Le varie testimonianzedegli alunni che lo ebberocome maestro, lo ricorda-no come un innovatore,attento sì alla formazionedi base, ma anche apertoa nuovi stimoli e esperien-ze formative, come l’orga-nizzazione di spettacoli erecite scolastiche.Durante gli anni di scuolaorganizza e cura l’organiz-zazione di numeroseopere musicali come“Cenerentola”, “La piccolaOlandese” e “il Sabato delVillaggio”.Nell’anno scolastico1961/’62 realizza il film“Ali nel Cielo”, di cui èstata ritrovata recente-mente una vecchia copia,attualmente in fase di stu-dio e analisi.Organizza colonie estiveper i bambini Civitonici,prima a Canepina poi a

Tagliacozzo.Realizza con i suoi alunni Presepi monu-mentali nella Sala Cicuti dell’edificio scola-stico, tanto da richiedere una notevole eintensa preparazione specie nei lunghipomeriggi invernali.Organizza il coro della scuola, che riscuoteil consenso unanime delle famiglie.Nel 1964, viene distaccato presso ilPatronato scolastico.Nel 1965 costituisce a Civita Castellana lalocale sezione dei Bersaglieri intitolata alconcittadino ALDO COSTANTINI, Ufficialedei Bersaglieri, morto nel 1943 sul FronteRusso.Dal 1965 al 1974 è Presidente provincialedel Circolo dei Bersaglieri.Nel Settembre 2000, è l’indiscusso promo-tore della realizzazione del Monumento alBersagliere in località San Giovanni, in unazona di Civita Castellana oggetto di unadensa urbanizzazione: nasce il “Largo deiBersaglieri”, con la creazione di una SteleCelebrativa, opera dello scultore civitonicoFranco Gradassai, dall’intenso modellato,che ricorda le sofferenze e i sacrifici deiBersaglieri nei vari teatri di Guerra.Negli ultimi anni di vita professionale,viene distaccato presso la Regione Lazio inservizio presso il Comune di CivitaCastellana.Muore il 7 Maggio 2003.

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info pubb.0761.513117

TORNEO INTERNAZIONALE DI SIVIGLIAIl 30 Marzo si è svolto nella città di Siviglia,in Spagna, un importante torneo internazio-nale di Karate a cui hanno partecipato le rap-presentative nazionali del Marocco,Portogallo, Italia e le squadre regionali spa-gnole.Tra i convocati per l’Italia, un atleta dellapalestra Okinawa Sporting Club: l’istruttoreFabio Mercuri, che insieme ad altri atleti ita-liani ha gareggiato nella specialità del Kumitesportivo (combattimento). La squadra italia-na ha disputato un’ottima gara, infatti gliatleti hanno dominato una serie d’incontri ehanno ceduto il passo, in semifinale, sola-mente alla forte nazionale, già titolata a livel-lo mondiale WKF, del Portogallo, conquistan-do un importante terzo posto. Da sottolinea-re l’ottima prestazione dell’atleta civitonicoche domina tutti gli incontri e perde di misu-ra contro il forte atleta portoghese (con delledecisioni arbitrali molto discutibili). Dopo la

bella figura dei Campionati Italiani, si affac-cia nuovamente sul panorama internazionalecon un’ottima prestazione. CONVOCAZIONE AZZURREL’impegnativo lavoro del Maestro CarloMercuri e dello staff tecnico continua a daregrandi soddisfazioni al club civitonico, infattidopo gli importanti risultati riportati in camponazionale, sono arrivate le prime convocazio-ni azzurre ai due atleti dell’ Okinawa SportinClub: Fabio Mercuri e Gianluca Bernardi.I due atleti sono stati convocati al radunodella nazionale italiana FIAM che si è svoltoad Ariccia (RM) il 22 Aprile in previsione deiprossimi Campionati Italiani WKC che si ter-ranno a Giugno. Ma gli impegni internaziona-li non finiscono qui, infatti Gianluca Bernardi,a Maggio, sarà impegnato a rappresentarel’Italia in una gara internazionale di Kumitetradizionale (combattimento) che si terrà inCroazia. Il Maestro Mercuri e tutti gli atletifanno una grande in bocca al lupo ai duecompagni!!!!

Stiamo cercando collaboratori ed istruttori per discipline difitness, arti marziali, ballo etc...

PER INFORMAZIONI TEL 0761.518132/338.1759194

Campo de’ fiori 43

L’angolo ... cin cin di Letizia Chilelli

Occupiamoci ora dell’Equilibrio gustativo,che è il risultato dell’interazione tra le variesostanze che formano la struttura delnostro vino.

Il vino, in base all’equilibrio, viene definito:- Poco equilibrato-Abbastanza equilibrato-EquilibratoPOCO EQUILIBRATOIn questo vino abbiamo la predominanzadelle sensazioni morbide (ricordiamo datedagli zuccheri, alcooli e polialcooli), suquelle dure (acidi, tannini e Sali minerali).ABBASTANZA EQUILIBRATOIn questo caso si riscontra la prevalenza disensazioni morbide su quelle dure o vice-versa.EQUILIBRATOQui, vi è una giusta proporzione tra le sen-sazioni dure e quelle morbide compatibil-mente con la tipologia del vino preso inesame.

Arriviamo cosi, ad analizzare l’Intensitàgustativa, che è data da una stratificazio-ne di sensazioni soporifere, tattili e retro-nasali olfattive.

Il vino verrà definito:-Carente -Poco intenso-Abbastanza intenso-Intenso-Molto intensoCARENTEVino con scarsissime sensazioni gustativee gusto-olfattive.POCO INTENSOQui vi sono sensazioni gustative e gusto-olfattive ridotte.Non è da riferirsi una nota negativa se par-liamo di vini che debbono avere caratteri-stiche di particolare leggerezza gustativa.ABBASTANZA INTENSOIl vino ha caratteristiche gustative e gusto-olfattive discrete e equilibrate.INTENSOLe sensazioni sono buone e ben caratteriz-zate.MOLTO INTENSOIn questo caso il nostro vino ha profondee intense sensazioni date dai componentiodorosi e dall’elevato contenuto di sostan-ze estrattive.

La persistenza gustativa invece, si “occu-pa” delle sensazioni retronasali olfattive

dovute alle componenti odorose. In pocheparole ci fornisce la “lunghezza del gusto”.Il nostro vino verrà definito:-Corto-Poco persistente-Persistente-Molto persistenteCORTOIn questo vino la persistenza gusto-olfatti-va si avverte per meno di due secondi.POCO PERSISTENTELa persistenza è misurabile tra i due e iquattro secondi.ABBASTANZA PERSISTENTEQui il tempo di persistenza va dai due aisei secondi.PERSISTENTEQui i secondi sono sei-otto.MOLTO PERSISTENTEIl nostro vino ha una persistenza gusto-olfattiva superiore agli otto secondi.Nel prossimo numero ci occuperemo diQualità gustativa e di Armonia complessi-va del nostro vino, ponendo così fine alladescrizione degli aggettivi che si usano per“spiegare”le nostre tanto amate bottigliedi vino. (Bibliografia “Tecnica della degu-stazione”A.I.S edizione 2001)

L’equilibrio gustativo

Campo de’ fiori44

CARTOLINA DI ABBONAMENTO ANNUALESI desidero abbonarmi a : Campo de’ fiori (12 numeri) a € 25,00

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stesso. L’incaricato dovra inoltre esibire un documento di riconoscimento.

Campo de’ fioriè la più grande vetrina per i tuoi affari.

La pubblicità su Campo dè fiori arriva e “porta bene” ed entra nelle case di milioni di lettori.

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Soprannomi fabrichesiGalotta - Fafì - Petatella - Tic Toc - Boccaletto -

Cannavota - Palummella - Melloroso -

Megajò - Nanà - Paccaciccia

Quanno canta merlosu a na cerqua nera

forza pastore che ecco primavera.

Proverbio Corchianese

Protegge i tuoi valoriSilvia Malatesta - Via S. Felicissima, 25

01033 Civita Castellana (VT)Tel.0761.599444 Fax 0761.599369

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Foto da leggereCIVITA CASTELLANA. La foto chemostriamo assume una importanza stori-ca, almeno sotto l’ aspetto dei ricordi, inquanto è l’ ultima che ritrae il grosso pinoche si trovava all’ incrocio di Via Romacon la Circonvallazione Falerii Veteres.Infatti si vedono degli operai di una dittaspecializzata che hanno iniziato la pietosaopera di abbattimento dell’albero il qualeera prossimo al raggiungimento dei 100anni di vita. Un albero, che insieme al suogemello, abbattuto un paio di anni orso-no, era diventato un simbolo di quellazona ed era finito su migliaia di fotografiescattate dai turisti che hanno ripreso daquel lato il maestoso Forte Sangallo. L’intervento si è reso necessario in quantoda qualche tempo l’ albero si era inclina-to pericolosamente da un lato e rischiavadi cadere da un momento all’ altro. A noinon rimane che archiviare questa fotoper lasciarla in ricordo alle generazionifuture.

Mario Sardi

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Album dei

Se vi riconoscete in queste foto, venite in redazione e riceverete un simpatico omaggio. Se desiderate vedere

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i ricordi

e pubblicate le vostre foto, portatele presso la redazione di Campo de’ fiori, esse vi verranno subito restituite.

Civita Castellana 1977, sono stati riconosciuti: Enza Luce, Stefano Censi, Mauro Compagni, Stefano Proietti, Danilo Cingolani, Luigina, Roberta,Roberta Midossi, Marina Antonelli, Roberta Peruzzi, Maria Pia Prato, Fusaro, Rosalba Prezzavento, Maurizio Catalani, Dimitri Vitali,

Angelo Angelelli, Francesco Urbanetti, Maurizio Ceccani, Maestra Daniela Cimarra.

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Poesie e Preghiere di Alberto Carluccio

Ai lettori più affezio-nati e più attenti diCampo de’ fiori, nondovrebbe esserenuovo il nome diAlberto Carluccio,dato che le paginedi questa rivistahanno già, prece-dentemente, ospita-to alcune sue poe-sie. Abbiamo pensa-to bene, dunque, didargli il giusto spa-zio nella rubrica

relativa ai poeti di questo numero.Invito il signor Carluccio in redazione perconoscerlo di persona e poter, poi, scrive-re questo breve articolo. Inizia a raccon-tarmi, in modo piuttosto dettagliato, la suavita, soffermandosi, prima di tutto, sucome ha conosciuto il paese di CivitaCastellana, essendo lui di origine pugliese.Alberto rimane orfano di padre all’età disoli quattro anni e, terminato il primo annodi scuola media, deve abbandonare, amalincuore, gli studi, anche se neimomenti di meno lavoro, soprattutto lasera, aiutato da qualche maestro, cheaveva scoperto la sua sete di conoscere,cerca di studiare. Non più bambino, quin-di, ed essendo l’unico maschio rimasto incasa, deve fare le veci del capofamiglia.Così, nel 1943 decide di ospitare un picco-lo gruppo di soldati italiani, di ritornodall’Albania. Tra di loro vi è anche ilSergente Maggiore Arcangelo Santini diCivita Castellana. Il giovane si innamora diuna delle sue due sorelle e, per acconsen-tire al fidanzamento ufficiale, Alberto sireca nel paese di origine del futuro cogna-to, per conoscere la sua famiglia. L’annosuccessivo i due si sposano e si trasferi-scono a Civita Castellana. Nel frattempoAlberto si arruola nei carabinieri e vienemandato a Roma. Data la vicinanza con lasorella, spesso capita a farle visita e strin-ge nuove amicizie, grazie alle quali cono-sce Milena Ciucani, la donna che diventeràsua moglie per tutta la vita. Terminata larafferma, si congeda e aiuta la famiglia diMilena nella gestione di uno dei miglioriristoranti della zona in quel tempo, “Il ber-sagliere”, frequentato spesso da personag-gi famosi. Nasce il loro primo figlio, Antonio, ma nel1959 lasciano il ristorante e Alberto intra-prende il lavoro di rappresentate, chesvolge per quasi trenta anni. Nell’arco dipoco tempo, hanno la loro secondogenita,Anna Rita e sembrano trascorrere una vita

tranquilla. Una vicenda tremendamente luttuosa,però, ha segnato la storia del signorCarluccio e di tutta la sua famiglia: lascomparsa del figlio, medico specializzatoin odontoiatria, amato e stimato da tutti,tanto da essere ancor oggi, a dieci annidalla scomparsa, ricordato attraverso untorneo organizzato dal circolo di tennis diCivita Castellana.Il signor Carluccio ha iniziato a scrivereassiduamente, in particolar modo, dopoessersi ritirato in pensione, come spessoaccade a chi non lo fa per professione. È un autodidatta e, nonostante il lavoro,non ha mai smesso di leggere e di studia-re, dedicandosi soprattutto alla letteraturae alla storia, materie dalle quali è statosempre affascinato. Proprio questo amoreper il sapere, per il conoscere, lo ha spin-to a ricostruire tutta la storia di CivitaCastellana, suo paese adottivo, benché siarimasto molto attaccato alla sua terra d’o-rigine, con documenti anche inediti ocomunque conosciuti da pochi, che hareperito in varie parti d’Italia. È stato sempre grande appassionato dipoesia popolare, tanto da cimentarsi luistesso nello scrivere poesie. Esse traggono spunto da diverse fonti diispirazioni, ma sono, per lo più, una sortadi riflessioni personali, se così si possonodefinire, quasi filosofiche, con un pizzico disaggezza e verità acquisite negli anni,messe in versi, basate su ciò che vede,prendendo spesso di mira i comportamen-ti degli uomini o esperienze vissute inprima persona. Del tutto singolari sono le preghiere rivol-te a Dio, che considererei più supplichegridate dalla sua stessa anima, essendo luiun fervido credente, come si dichiara.Usa un linguaggio molto forbito, che rendei suoi componimenti ancor più altisonanti,quasi imponenti, maestosi. E proprio per questo, date le sue umili ori-gini, afferma lui stesso: “Non so neancheio come mi vengano. Nascono in modospontaneo nella mia mente, soprattuttodurante il sonno o, per meglio dire, duran-te la veglia notturna, dato che non dormomolto”. Non riesce a trattenere la commozionementre mi recita alcuni suoi versi, che ose-rei definire una commistione di dolce eamaro, di tenero e grintoso, quasi rabbio-so, non solo per i contenuti ma soprattut-to per il lessico, che conferisce loro un par-ticolare risalto.

Ermelinda Benedetti

Alberto Carluccio

E’ primaveraEcco la rondine che nello spazio svetta:col cinguettio ci annuncia molto fieracol cuore in gola, con l’anima dilettal’arrivo della dolce primavera.Si nota la campagna d’amor feconda, con l’uccellin che sopra il prato canta,di grano il campo ondeggia come l’ondadal consumato amor ognun si vanta.E’ primavera… primavera d’amorChi amor non ebbe a dar… provi domaniad amar.In ogni parto: si notano coloriCon la foresta di apparenza doma,ma ricolma di virtù, non senza odoripien d’ardore… rimette la sua chioma.Ogni fiore sente odor di sposiDal sol dator di vita essi sbocciatiA rallegrar l’altar con i festosiCon l’adorato mostrasi devoti.E’ primavera… primavera d’amorChi amor non ebbe a dar…provi domaniad amar.E ancora Lei: dall’alto del suo regnoBoccioli nascenti e poi rigonfiSbocciare fa: prendendo serio impegnoAd affidarli al ciglio senza inganno.A primavera… tutto si risvegliaSul monte la ginestra, a valle il giglio,con densità si sentono le vogliee tutto un ammirar color vermiglio.E tu fanciulla…che ancor l’amor proteggiVagando intorno cerchi di sfuggireAlle sue norme, all’impietose leggiChe ella dall’alto…è pronta a stabilire. E’ primavera…primavera d’amorChi amor non ebbe a dar…provi domaniad amar.

PreghieraSignore mio Dio: fa ch’io capisca edintenda, fa ch’io sempre conservi la forza da teassegnatami.Quel coraggio indiscussoche mi spinge a perdonare e chiedereperdono,fai che in me, mai sparisca la tua impron-ta,custodia e guida della mia esistenza.Non abbandonarmie sostienimi sempre con la tua grazia,e fa al momento ch’io stia per lasciare questa vita per l’eterna,con serenità e meriti,abbracci la sorte.Amen

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Lourdes, si parte!Anche quest’anno ripartire per Lourdes?Questa è la domanda che ci è posta datanta gente, come se non avessero capitoil significato della partecipazione deivolontari al Pellegrinaggio del TrenoBianco.Quante storie, tanto diverse le une dallealtre, tante persone incontrate durante ipellegrinaggi, vivono, infatti, ai marginidella società e chiedono quotidianamenterisposte concrete ai loro bisogni.Noi UNITALSIANI ci siamo fatti compagnidi strada dei più deboli “malati, bambini epoveri”. Lourdes è la città dove parlano ildolore e la speranza, dove ognuno si sentepiccolo ed impotente di fronte alla malat-tia; e sono loro i cosiddetti “diversamenteabili” che danno a noi “normali” un esem-pio di vita. Mai nessuno potrà restare indif-ferente al messaggio fortemente religiosodopo essersi inginocchiato di fronte allaGrotta di Massabielle. Allora possiamo direche i sentimenti che ci conducono aLourdes sono diversi per ognuno di noi;ma al momento del ritorno tutti sentonoun’amarezza nel cuore nel dover lasciarequel posto pieno di tranquillità e amore.Allora andiamo e diamo testimonianza ditutto ciò che abbiamo visto.I nostri prossimi Pellegrinaggi: LOURDES,LORETO, FATIMA, TERRA SANTA, SANGIOVANNI ROTONDO, POMPEI, BANNEUX(Belgio).

U.N.I.T.A.L.S.I. gruppo di Corchiano

La manifestazione “Playfair 2007 Giornate Ecologiche sul FiumeTreja”, che si terrà a Civita Castellana dal 1° al 3 Giugno, in un’area di 15ettari di grande pregio naturistico-ambientale, è organizzata dai comuni diCalcata, Castel Sant’Elia, Civita Castellana, Faleria, Magliano Romano,Mazzano Romano, Monterosi, Nepi, insieme al Parco Regionale Valle delTreja; l’evento è inserito fra le attività del programma per il recupero e lavalorizzazione del territorio del Bacino del Treja. Tale programma nascenel Dicembre 2006 con la firma da parte di tutti i Sindaci dei comuni, diuna convenzione che sancisce un’unità d’intenti quali il recupero, la valo-rizzazione, lo sviluppo e la tutela del territorio comprendente le forre delFiume Treja. I comuni facenti parte del Bacino del Treja hanno avviato nel2002 un processo di Agenda 21 locale ed il progetto è stato cofinanziatodal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio. L’obbiettivo princi-pale delle Amministrazioni è quello di raggiungere lo sviluppo sostenibileattraverso la più ampia partecipazione della popolazione nei processi deci-sionali, e quindi sensibilizzare, informare e formare i cittadini alle temati-che del rispetto ambientale. Il grande successo dello scorso anno delladomenica ecologica sul fiume Treja, ci ha fatto conoscere le grandi poten-zialità e bellezze del nostro territorio. Gli amministratori dei comuni delBacino hanno voluto organizzare l’evento denominato “Playfair 2007”.Immersi nel verde paesaggio delle forre sulle sponde del fiume Treja, sisvolgeranno manifestazioni ed iniziative totalmente gratuite, rivolte soprat-tutto ai bambini, ma piacevoli anche per i grandi, finalizzate a far cono-scere divertendosi, la forra sul fiume. Uno spettacolo naturalistico unico,accompagnato da piacevoli degustazioni di prodotti alimentari tipici e dal-l’esposizione di manufatti artigianali locali.

PROGRAMMAVenerdì 1 Giugno - giorno dedicato alle scuoleOre 9:00 gli alunni partecipanti delle scuole primarie dei comuni del baci-no (oltre 2500) consegneranno agli organizzatori il fumetto precedente-mente distribuito in classe “Luigino e le giornate ecologiche sul fiumeTreja”. I 12 disegni più rappresentativi saranno poi inseriti nel calendarioBacino del Treja 2008. Inoltre sarà poi indetto un concorso di pittura deno-minato “EkoMurales”, dove ai bambini, divisi per classi, sarà dato un fogliodi cartone per dare libero sfogo alla loro creatività ambientalista. Visitedidattiche alle aziende agricole biologiche della zona.Sabato 2 Giugno - festa della RepubblicaOre 10:00 alla presenza di tutti i sindaci e degli ospiti, si aprirà la fiera agroalimentare e artigianale, a seguire la conferenza“Cause delle mutazioni climatiche”, con relatori d’eccezione coordinati dal Colonnello Mario Giuliacci metereologo del TG5.Nel pomeriggio dalle ore 13.00 alle ore 16:00 la manifestazione sarà ripresa in diretta radio televisiva su SKY 915, con la tra-smissione “Radio Radio lo Sport”, condotta da Ilario Di Giovanbattista e con la partecipazione di Franco Melli, dove si parleràin particolare del Fair Play nello sport. In serata lo spettacolo di musica e danza classica e contemporanea “EUTERPE & TER-SICORE” con la partecipazione della banda musicale della città di Civita Castellana.Domenica 3 Giugno - mostra caninaOre 9:00 esibizione canina amatoriale con iscrizione gratuita. Ore 11:00 Mostra di foto storiche locali organizzata da Campo de’ fiori. Esposizione di una fattoria didattica, dimostrazione di volo di aquiloni, manifestazioni ricreative e di svago con giocolieri ed arti-sti di strada. Sarà inoltre presentato il motorino ecologico alimentato con pannelli solari. In serata premiazioni e concerto dichiusura.Domenica 1 Luglio - Treja CupOre 14:00 partenza - decennale della corsa con imbarcazioni di fortuna lungo il fiume Treja

SPAZIO GRATUITO FINO AD ESAURIMENTO STAND, PER ESPOSITORI DI PRODOTTI ALIMENTARI E ARTIGIANALI TIPICI LOCALI

BACINO DEL TREJA Programma per il recupero, lo sviluppo e la valorizzazionedel territorio del Bacino del Treja

Playfair 2007 Giornate Ecologiche sul Fiume Treja

Località Campo Travagliano - Via Flaminia Km 54,630 - Civita Castellana (VT)presso l’ Azienda Agricola Biologica Cattani Gino

Per informazioni www.playfair.it - INGRESSO GRATUITO

a sx Angelo Di Livio giocatore della Nazionale Calcio,testimonial della manifestazione

Domenica ecologica sul Fiume Treja di Giugno 2006

da sx Sen.Giulio Marini, Prefetto AlessandroGiacchetti, Sindaco Massimo Giampieri,

Vicesindaco Francesco rbanetti

Vicesindacodi Civita

CastellanaFrancesco Urbanetti

www.playfair.it

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Album de

INDOVINELLOHa tanti denti e non mangia mai.

Chi è?

Avete risolto l’indovinello ??Il primo che indovinerà e ne darà comuni-cazione in redazione, riceverà un simpatico

omaggio offerto dallaGIOIELLERIA SPERANDIO

Civita Castellana. Prima elementare 13.02.1976, nati nel 1969 - Maestra Maria Laura Moscatelli1- Guido Palomba, 2- Marco, 3- Daniela Cisbani, 4- Massimo Donno, 5- Massimiliano Cerri, 6- Domenico,7- Peppe Marchetti, 8- Paola Talia, 9- Sabrina Lanzi, 10- Tamara Armini, 11- Franco Matori, 12- Iammella,

13- Monia Rossi, 14- Bianca Maria Leopardi, 15- Fabrizio, 16- Marco Nizzoli, 17- Roberta Fasoli, 18- Leda Peruzzi.

Campo de’ fiori 53

Se vi riconoscete in queste foto, venite in redazione e riceverete un simpatico omaggio.

Se desiderate vedere pubblicate le vostre foto, portatele presso laredazione di Campo de’ fiori,

esse vi verranno immediatamente restituite.

dei ricordi

Fabrica di Roma 11 Giugno 1946 classe V elementare, insegnante Anna Camurri - foto della Signora Verena Baldassi

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Giras liGiras liil diario dei

questa pagina è dei ragazzi speciali

DANIELE VESSELLA: DANIELE VESSELLA: sceneggiatore di fumettisceneggiatore di fumetti

Ho rotto gli argini il 27 aprile 1982, aMagliano Sabina. Pochi anni dopo il mioguscio diventa diverso, facendomi divenireun ragazzo diversamente abile, per ragio-ni ancora ignote. All’età di 14 anni la miavita incrocia il mondo Disney ed è amore aprima vista, tanto che inizia a nascere inme il desiderio di diventare un disegnato-re disneyano. Negli anni successivi, fre-quento ragioneria, ma i conti nonfanno decisamente per me: misentivo ingabbiato in una scuolache non coglieva il mio spirito arti-stico, le mie ali erano incollate alcorpo e non riuscivo a volare.Appena terminati i cinque anni disuperiori, la colla si scioglie e voloalla Scuola Romana dei Fumetti inun mondo dettato dalla fantasia…un mondo che mi appartiene e mirappresenta. Lì, spero di concre-tizzare la mia passione sul dise-gno. Ma Massimo Vincenti, sce-neggiatore e direttore della SRF,mi sconsiglia quella strada perchéchi legge un fumetto pretende undisegno perfetto e i miei non pos-sono esserlo, a causa delle diffi-coltà motorie alle mani. Però,valutando qualche mio scritto, misuggerisce di puntare sulla sce-neggiatura: lì la mia disabilità nonsi vede e posso combattere adarmi pari con le persone cosiddet-te normali. Accetto il consiglio diMassimo storcendo un po’ il naso:io volevo diventare un disegnatoree non sapevo neanche cosa fosseuna sceneggiatura, ma mi bastavaentrare nel mondo dei fumetti e in quelloDisney… in un modo o nell’altro. Durante icorsi di sceneggiatura, mi appassionosubito nell’essere il direttore d‘orchestra diuna storia, appendo la matita al chiodo, eil 22 agosto 2003 raggiungo il mio obbiet-tivo: la Disney mi approva un soggetto einizio a collaborare con loro come sceneg-giatore. Con la scrittura ho un rapporto

quasi fisico, perché non parlando, è l’unicomodo per farmi conoscere come sono real-mente. Io mi sono “sposato” con le ideescritte e, per questo, mi vorrei divertire ilpiù possibile con loro svestendole lenta-mente e, sotto ogni lembo che scopro pertrovare nuove idee, deve esserci una sor-presa che mi spinga a proseguire la ricer-

ca. È una specie di gioco, se arrivassi allafine, il gioco terminerebbe e io non vorreimai smettere di “giocare” con le idee. Senon si è più curiosi di scoprire, cosa rima-ne dopo? Null’altro che un appagamentoche, col tempo, porta alla noia e se c’ènoia si abbandona quella caccia al tesoroper cercare altre necessità. Questo, è unlusso che non posso concedermi perché

creando storie plasmo mondi nei qualiposso immergermi e isolarmi dalla realtà…Chi mi vede dall’esterno, vede solo unragazzo che non cammina e non parla… unragazzo diverso dagli altri, ma dietro quel-la facciata c’è un mondo formato da sogniche riflettono le mie innumerevoli sfaccet-tature composte da infinite sfumature. Ilmio mondo non può passare attraverso le

parole. Io non sono più abituato aparlare… a dire delle cose, me lacavo meglio a scrivere dove ho tro-vato la mia dimensione per raccon-tare e raccontarmi. In questo, ifumetti sono un veicolo straordina-rio perché, abbinando immagini eparole, è un mezzo completo. Manel mio arco non ci sono solo i per-sonaggi Disney. Infatti, nella miafaretra ci sono due fumetti storiciper Le Nuvole, sotto l’etichetta dellaBlacksmoking e per espandere lamia scrittura a 360 gradi, sto prepa-rando, insieme a delle disegnatrici,tre progetti con personaggi miei daproporre in Francia. Uno di questi,mi rappresenta più degli altri. Dopotutto quello che ho scritto finora,sarebbe strano il contrario! Dunque,la storia (attualmente, è sulle manidella bravissima Ketty Formaggioper i disegni) racconta buona partedel mio essere. Praticamente,Arlena, la protagonista che diventa-ta disabile, vorrebbe fuggire dallasua triste quotidianità e ci riescefinendo tra le pagine di un libro“magico” che ha scelto nella libreria

SOGNA TRA LE PAROLE. E’ un po’come una fuga da una vita che fa schifoper cercare la felicità in una realtà alterna-tiva... e la libreria ha proprio questo com-pito: donare la felicità a chi l’ha perduta,attraverso i suoi libri. In sostanza, è unluogo magico che solo i più puri di cuorepossono vedere e rappresenta l’ultimaspiaggia per chi non riesce ad essere feli-ce... Chissà…

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La Madonna di Lourdes in Pellegrinaggio

Il Presidente U.N.I.T.A.L.S.I., Diella,consegna al Papa la corona della

Madonna di Lourdes

In occasione della PeregrinatioMariae che coinvolge tutte le dio-cesi d’Italia, la Statua dellaMadonna di Lourdes, benedettada Papa Benedetto XVI l’11Febbraio 2007 nella Basilica diSan Pietro, sarà ospitata anchedalla Diocesi di Civita Castellana,in collaborazione con l’U.N.I.T.A.L.S.I. Diocesana, neigiorni 4 – 5 – 6 Giugno presso laCattedrale.

Questo evento sarà un importan-te momento di preghiera edun’occasione in cui tutti coloroche, avversati dal male, confida-no nell’infinita bontà dellaMadonna di tutti.Portare una preghiera, una sup-plica, anche per coloro che nonpossono, è un dovere cristiano diciascuno di noi.

Alla fine della PeregrinatioMariae, la Statua verrà collocatanella struttura Salus Infirmorumdell’ U.N.I.T.A.L.S.I. a Loudes.

Sandro Anselmi

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DECEDUTI

Civita Castellana

25.03.2007 Francesco Sacchetti28.03.2007 Ubaldo Petrelli08.04.2007 Rodolfo Vitali

15.04.2007 Giovanna Smargiassi22.04.2007 Antonino Aschi

22.04.2007 Francesco Ruberti24.04.2007 Vincenza Mancini

NATICivita Castellana

29.03.2007 Zouyen Zakaria01.04.2007 Flaminia Mecarelli

02.04.2007 Alessandro Ceccangeli07.04.2007 Leonardo Pellegrino

08.04.2007 Alessandro Lagrimanti10.04.2007 Maria Viola Del Priore

11.04.2007 Mirko Brugnoni14.04.2007 Tommaso Antonini23.04.2007 Gabriele Sorignani

25.04.2007 Sara Peruzzi

MATRIMONICivita Castellana

31.03.2007

Fabio SmargiassiGeorgeta Haidin

Al di sotto del braccio di tufo che sorreggeil borgo medievale di Ronciglione, si trova-no strade oramai abbandonate. In esse,fino al Cinquecento, transitavano i pelle-grini che dal nord scendevano verso Romaper il giubileo.Oggi la polvere e le sterpaglie si sonoimpadronite di questi luoghi.Quando il traffico abbandona le sovrastan-ti vie cittadine, si ode un leggero scrosciodi acque: è il Rio Vicano che, scendendodal lago, sembra guidarci verso struttureurbanistiche oramai trasformate in monu-menti dimenticati.Questo emissario del Lago di Vico è sorve-gliato dall’alto da un maestoso ponte in

ferro, costruito nel 1929 ad operadi abilissimi maestri “ferrazzoli”viterbesi, coordinati dall’espertocostruttore Francesco Perugini, chefinì i suoi giorni tragicamentedurante la costruzione della struttu-ra.Su due spalle in muratura, distantiun centinaio di metri, poggiano ela-borati piloni in ferro imbullonati conmaestria.Da questi sostegni prendono vitadue arcate collegate a cerniera che, adun’altezza di circa 50 metri dal fosso, siincurvavano emettendo suoni metallici alpassaggio del treno.Tuttora spicca un cavo di acciaio tra le dueincurvature: era stato utilizzato per tra-sportare il ferro sagomato da fissare adaltri pezzi in modo da creare quello cheall’epoca era il fiore all’occhiello dell’inge-gneria ferroviaria.

Questa imponente struttura, che dal 1994non è più utilizzata, da rumorosa innova-zione tecnologica si sta pian piano trasfor-mando in un muto cumulo di ferraglia eruggine. Ora il ponte non è altro che unmonumento alla memoria di chi, con tantosudore, lo costruì e morì con il sogno dinon vederlo mai abbandonato a se stesso.

Monumento Ronciglionese

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Farmacie Civita Castellana aperte nei giorni festivi di Maggio 200701 Maggio - Municipale Santa Felicissima - Tel. 0761.514680

06 Maggio - Municipale S.Felicissima - Tel. 0761.514680 - reperibile Farmacia Versace Sassacci al n. 339.585518713 Maggio - Farmacia Filizzola C.so Bruno Buozzi - Tel. 0761.513087

20 Maggio - Farmacia Municipale Via Ferretti - Tel. 0761.513002 - reperibile Farmacia Versace Sassacci al n. 339.585518727 Maggio - Municipale Santa Felicissima - Tel. 0761.514680

Farmacie Corchiano e Fabrica aperte nei giorni festivi di Maggio 200701 e 06 Maggio - Farmacia Minelli di Corchiano - Tel. 0761.572103

13 Maggio - Farmacia Liberati di Fabrica di Roma - Tel. 0761.56911420 Maggio - Farmacia Minelli di Corchiano - Tel. 0761.572103

Benzinai Civita Castellana aperti nei giorni festivi di Maggio 2007

01 Maggio - Tamoil Via Flaminia, IP circonvallazione, AGIP Via Terni06 Maggio - Tamoil Via Flaminia, IP circonvallazione, ERG Via Nepesina, Q8 Via Terni

13 Maggio - API Via Flaminia Borghetto, ENERPETROLI S.S. 311 Nepesina, TOTAL Via Terni20 Maggio - SCHELL Via Flaminia, AGIP Via Belvedere Falerii Veteres

27 Maggio - ESSO Via Flaminia, API Via Corchiano

Vita CittadinaVita Cittadina

Civita Castellana - processione del Venerdì Santo (foto Mauro Topini)

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