2 3 - Risvegliati Clown Brescia · clown terapia capisci che la terapia significa esserci, esserci...

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10° Anni di Risvegliati V.I.P. Abbiamo chiesto ad alcuni dei nostri amici claun che hanno fondato 10 anni fal’associazione “Risvegliati V.I.P. onlus” di Brescia, di condividere con noi le loro emozioni ...

Sono Brizzolotta, volon-taria claun del gruppo Ri-svegliati V.I.P. da parec-chi anni, eppure ricordo ancora nitidamente quel giovedì…. Brillantina, Paia-son ed io stiamo per inizia-re il nostro servizio pieni di entu-siasmo, quando incontriamo il papa’ di C. che ci saluta con durezza dicendoci: “Siamo stati così con-tenti di non vedervi per un anno ed ora…”.In quel momento, sapere che il trapianto non era riuscito e sen-tire la disperazione di quel genito-re mi hanno fatto realizzare per la prima volta, chiaramente, che il volontariato che avevo scelto mi avrebbe fatto entrare in contatto con sofferenze che fino ad allora non avevo avuto occasione di cono-scere. E’ stato molto difficile per me continuare il servizio in quel po-meriggio e solo grazie alla presen-za dei miei compagni sono riuscita ad entrare nelle altre stanze.

claun Brizzolotta(Anna Maria De Risio)

…. Che dire … tutto parte dalla lettura di un articolo di giornale in cui Zolletta diceva che voleva far partire un gruppo di Claun-dottori a Brescia …. e il cuore parte all’impazzata …ma …iniziano tanti ma … e alla fine mi lan-cio e chiamo…… E poi il corso base: non conosco nessuno … ogni sera a casa arrivo sfinita perché mi si smuovono un sacco di emozioni …. E poi si comincia. Non sono abituata al contatto fisico e mi sembra di essere in una gabbia di matti … ma la voglia di andare in ospedale è tanta e resisto anche se ogni tanto mi verrebbe di mollare … e poi pian piano inizio a cambiare io: divento capace di guardare negli occhi le persone, di abbracciarle di aprirmi e mostrare i miei sentimenti. E’ il mo-mento della creazione dell’associazione e un po’ titubante decido di essere socia fondatrice e di offrire la mia casa come sede legale. I primi anni riesco solo a fare il minimo: gli allenamenti e i servizi che a volte vivo con la fatica di trovare la sintonia giusta con claun sempre diversi … poi, crescendo i figli, riesco a impe-gnarmi di più, prima con cose che si possono fare da casa, come il conteggio delle ore, poi qualche animazione in più e l’aiuto alle selezioni e questo mi permettere di conoscere meglio i miei com-pagni di viaggio. Ci sono dei momenti significativi che sono come dei punti fissi che mi hanno fatto crescere all’interno di questa famiglia: la morte di Petch, l’entrata nello staff selezioni (cosa che avevo chiesto a Petch di poter fare … qualche giorno prima della sua morte), la partecipazione a Claunocchio e l’entrata nel CD. L’impegno cresce, ma cresce anche la voglia di dare il pro-prio contributo per questa splendida famiglia. Che dire mi sento strafortunata e straorgogliosa di farne parte.

claun Dispetto (Giovanna Bertolino)

Faccio fatica a raccontare: il cuore soffre ancora, gli occhi si riempiono di nuovo di lacrime, la mano trema. Continuo a scrivere perchè penso che sia giusto condividere con gli altri esperienze ed emozioni. Quel pomeriggio tutto festaiolo, c’era con noi anche un fotografo che scattava foto per il primo calendario dei Risvegliati. Tutto presagiva un servizio “normale”, fin quando, all’improvviso, dott. Bronco ha chiesto a me e a Genfry, un claun che ora non è più nel nostro gruppo, se lo volessimo

accompagnare in una stanza speciale: J., una ragazzina di circa 15 anni, sta male; da giorni è ormai in coma ed i medici hanno perso ogni speranza. I genitori avevano chiesto aiuto a Bronco e ai suoi amici:

avevamo il compito di svegliarla….. Ero titubante: non avevo mai fatto un servizio così, ma la presenza dei miei compagni mi ha incoraggiata; l’istinto ci ha portato ad interagire con Lei come fosse cosciente. Accanto a J. ci sono i suoi genitori. Non ricordo con precisione ciò che abbiamo fatto; so che ad un certo punto ho visto i ge-nitori sorridere, ma, soprattutto, ricordo che, dopo tanti tentativi, ho messo nella mano di J. una pallina morbida e colorata. Non ne sono certa nemmeno oggi, ma, in quell’istante, ho avuto la netta sensazione che le dita di J. si stringessero intorno alla mia pallina.Sono tornata a casa colma di sensazioni indescrivibili, non riuscivo (e non riesco tutt’oggi) a trovare parole adegua-te: il mio cuore era troppo scosso perchè io potessi capire. Sono andata a letto e, improvvisamente in piena notte, mi sono svegliata con l’immagine del volto di J., come se lei fosse lì con me; erano le 3.30. Dopo alcuni giorni, ho incontrato l’infermiera che ci aveva accompagnato nella stanza di J.; le ho chiesto subito di lei. La sua risposta è stata: “La notte dopo la vostra visita, verso le 3.30, è mancata!”. Pura coincidenza o ultimo estremo saluto? Grazie J.! Grazie perchè continui ad occupare i miei pensieri …. ed il mio cuore!

claun Didò(Elena Merli)

Noi che abbiamo visto il Vip-inizio ed oggi non riusciamo a vedere l’orizzonte di questo meraviglioso progetto fatto d’amore e sa-crifici, che non contempla alcuna aspettativa. Dopo dieci anni di clown terapia capisci che la terapia significa esserci, esserci con la mente ed il corpo. Non serve conoscere le più disparate tecni-che claunesche senza la consapevolezza che, il naso rosso per noi dottori claun, non è una maschera ma una parte profonda della no-stra anima, la nostra parte sana, il bambino che eravamo e che siamo ancora. Io sono Francesco ma anche dottor claun Flamingo, probabilmente lo sono sempre stato e solo la magia del naso rosso è riuscita a farmi comprendere questo picco-lissimo dettaglio. Ero una nave con le vele spiegate ferma in un porto, dieci anni fa la VIP (e con VIP intendo le persone meravigliose incontrate nel mio cammino) ha soffiato una silenziosa ma fortissima brezza. Io e il neo “gruppo Risvegliati” appena formato (oggi Associazione Risvegliati Vip Brescia Onlus) siamo partiti senza mai fermarci, riempiendo la stiva di tutto l’amore che inaspettatamente incontravamo. Oggi abbiamo molto su cui lavorare e forse noi nostalgici “stufiamo”, ma questo è il nostro anno ed io lo sento particolarmente nel cuore e nell’anima: non credo sia cosa da poco aver vissuto e partecipato, giorno dopo giorno, alla crescita di questa meravigliosa macchina che dispensa sorrisi ed oltre. Ho riletto in questi giorni le lettere, i resoconti, mails e relazioni del 2003, che dire… mi commuovono ed emozionano. In fondo ad una mia lettera avevo scritto “non permettiamo che tutto questo finisca”: ebbene, grazie a tutti voi, oggi, la VIP Italia Onlus è una realtà solida, strutturata ed amorevolmente implacabile, prati-camente un sogno durato 10 anni che si realizza. Buon anniversario V.I.P..

claun Flamingo (Francesco Penocchio)

In dieci anni si stima io abbia fatto almeno...ehmmm...tanti tanti tanti tanti servizi...e ciascuno è stato una storia meravigliosa!! Non ci sono stati due servizi uguali e i giochi che hanno reso un servizio mitico hanno fatto cilecca in quello successivo... Primo servizio: Karamell, super mega Angelo (ma quanto devo

ringraziarlo!), nella prima stanza comincia un gioco di magia e noi burbe (Dispetto, per me c’eri tu!) facciamo le retrovie, sorriso

stampato e curiosità a mille per quello che sta per accadere...finchè lui ci chiama a fare gli assistenti...vi dirò: quel passo, dalle retrovie che tengono su la parete al Servizio claun vero e proprio, spalanca un mondo, è stato il mio primo “SIIII, sono un Claun, e sono qui al tuo Servizio, per farti ridere, perchè tu possa scordarti per tre minuti dove, cosa, come e chi sei!”. A dirla tutta, poi ho scordato tutto io, perchè dopo è cominciato un gioco e poi un altro, poi un bambino e poi un altro, poi un reparto e poi un altro, ed ero troppo impegnata a imparare e a capire dovecomequando! E siamo arrivati alla fine che penso fossi solo “confusa e felice”...Da lì, ci sono stati servizi fortissimi, come quando abbiamo trascinato la Rotella nei corridoi, o quando abbiamo fatto i mimi dei film, o quando abbiamo fatto servizi tutti al femminile, …. Ci sono stati servizi difficili, come quando una bambina ci ha detto “io a Babbo Natale chiedo di farmi guarire”, o quando una mamma piange, o quando abbassano le tendine perchè non hanno voglia di vedere nessuno, …. Ci sono stati servizi commoventi, come quando una bimba si è svegliata dal coma il giorno di Natale, quando ti regalano un disegno con il tuo nome, quando un bambino, che ha voglia di raccontarsi, racconta tutta la sua storia...E più fai servizio e più ti viene voglia! Dopo 10 anni credo si possa chiamare dipendenza...

claun Finferla(Mariaelisa Lanfranchi)

Vi voglio raccontare un mio personalissimo ricordo, legato a un servizio atipico. Ricordo come qual-che hanno fa siamo

finiti a fare servizio in un reparto adulti di

un ospedale in provincia di Verona. Io, Sventola e Tananai, con il nostro solito fare burlesco, ci avvici-niamo all’uscio di una stanza e chiedia-mo allegramente “possiamo entrare?”. La risposta, per le parole usate e il tono rassegnato, ci gela lì all’ingresso. Erano le parole di una persona anziana, soffe-rente, che ci diceva che voglia di ridere non ne aveva per niente.Era un “NO” secco e deciso, che ha la-sciato me e Tananai incapaci di rispon-dere. Sventola, senza scomporsi più di tanto invece, muove alcuni passi nella stanza, si leva il naso e chiede “stai sof-frendo vero?”. Per i minuti successivi ho assistito a una scena molto toccante: un malato e una persona vestita da claun che, mano nella mano, chiacchierano come dei vecchi amici.Spesso me lo dimentico! I clown fanno ridere ma noi claun dobbiamo cercare di far star meglio chi ci sta vicino, cercan-do di capire le loro esigenze e ... magari strappargli una risata.

claun Lucchetto(Luca Torri)

Ricordo dieci anni fa quando la domenica di fine corso uno di noi entrò con tre ore di ritardo dicendo: “Cosa? Avete già ini-

ziato !?” e così nasce-vano i Risvegliati...

E’ come fosse ieri. Ho di-menticato la maggior parte delle ferite e delle difficoltà (che è normale ci siano in ogni gruppo, che si forma e cresce), perché i sorrisi e le gioie le hanno di gran lunga superate ... E’ come se il tempo non esistesse. Sento le lacrime di commozio-ne e le risate di feste condivise durante i servizi in ospedale, come il “gioco di in-ventarsi il paradiso” con quella bambina ora diventata angelo, oppure il “nascon-dino invisibile” con le ragazzine della neuropsichiatria ...E’ come fosse oggi. Partecipo poco diret-tamente negli ultimi tempi, ma assisto con passione alle varie vicende associa-tive...E’ come fosse già domani.

claun Pallola(Paola Brena)

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Ciao, o forse, dovremmo iniziare con,C’era una volta….perché, direte voi ?Innanzitutto eravamo 7, come loro, sì proprio loro: i nani di Claunocchio. Qualcuno potrà obbiettare che Claunocchio non ha i nani, vuol dire che non ha an-cora visto la favola in positivo dei claun VIP Risve-gliati di Brescia. Ma, nel dubbio, fermiamoci ai nani di Biancaneve. Quindi, secondo voi, insieme ai nani, per iniziare il racconto dovremmo avere un principe azzurro e una fanciulla da salvare…e li abbiamo, ma-gari senza mantello ma col camice bianco da dottore e magari, invece di una fanciulla, sono circa 750 bim-bi……bene……quasi quasi ci siamo!!! La nostra non è una favola, è un racconto, una storia, una poesia, un incontro di persone che hanno fatto del dono agli altri una missione.Il nostro racconto si svolge in Congo, a pochi chilometri da Kinshasa, a Kimbon-do, dove il nostro principe azzurro, Padre Hugo, prete e medico, da oltre 30 anni aiu-ta, nell’ospedale / orfanotrofio / casa fa-miglia, da lui fondato, migliaia di bambini che, per i più svariati motivi, arrivano a farsi curare. Ora, dopo, questa breve presenta-zione del principe e dei fanciulli, ecco i 7 nan….oppsss claun che partiti da Bre-scia il 31 agosto 2013, hanno raggiunto l’ospedale per due settimane di volonta-riato. Eravamo carichi di belle speranze; ci siam detti: andiamo a portare il Vivere In Positivo, e ci siamo riusciti, almeno un po’. Abbiamo incontrato la malattia, il dolore, i blackout di corrente, le docce con acqua fredda, ma, insieme a que-ste cose abbiamo trovato, Padre Hugo, altri volontari che, come noi, erano lì per fare quello che serviva; abbiamo incontrato bimbi con la voglia di vive-re, adulti con la voglia di fare; abbiamo trovato tre pasti al giorno cucinati dalle maman di Kimbondo, vere colonne por-tanti dell’ospedale. Durante la nostra permanenza non abbiamo mai lasciato il nostro Naso Rosso, sia che si facesse animazione, sia che si sistemasse una parte di impianto elettrico o si facessero i falegnami: sì, come i falegnami di Claunocchio….ma più bravi. Il nostro breve racconto finisce qui, ma Kimbondo e la sua storia continuano giorno dopo giorno, con l’aggiunta di un Naso Rosso, portato dai 7 nani claun Esquis, Finferla, Harti-ciok, Ronfy Ronfy, Rotella, Tziolupo e Uilly, semi-nato in una terra lontana, ma non tanto. Un filo rosso ci unisce, nella speranza di poter tornare in quella terra lontana, … ma non tanto !

Il 17 Agosto 2013 sono partita con Stefano, Fabio,Silvia e Dante (il capomastro) alla volta di Mocoduene (Mo-zambico) dall’altra parte del Mondo; obiettivo: ter-minare delle casette iniziate tempo fa e finanziate dall’Associazione Zuzuma di Mazzano (BS).La mia esperienza Mozambicana di un mese presso la missione di Mocoduene è stata molto significativa, la-scia un segno importante, al di là dell’obiettivo mate-riale; perchè? vi potreste chiedere; forse la risposta sta nel modo di affrontare la vita laggiù, così diverso dal nostro, ma più vero: Vita e Morte acquistano valo-ri diversi da quelli attribuiti dalla società occidentale. Nella nostra cultura la morte è una tragedia; per le persone che ho incontrato in terra Mozambicana, è un dolore che ogni famiglia affronta pesantemente

ma che fa parte della ruota della Vita. Cito te-stualmente le parole di Papà Fortunato (un si-gnore di mezza età, presente in missione per tradurre dal portoghese allo shitzua, dialetto lo-cale), il giorno triste in cui Elisette, una ragazza quindicenne che viveva presso l’internato della missione è morta di malaria: “Che differenza c’è fra morire a 15 anni e morire a 60? Una persona sa che quando nasce deve anche mo-rire, non importa quando”; sono parole dure di una persona provata dalla vita, ma che adulti e ragazzi condividono.

Non ho conosciuto famiglia che non abbia perso almeno un figlio in età infantile e/o adolescen-ziale.Lo scopo della giornata per la maggior parte della popolazione è riuscire a trovare l’acqua, e qualco-sa da mangiare; fortunatamente, almeno nei mesi invernali, Mocoduene e d’intorni forniscono frut-ta e anche ortaggi. Altra fonte di sostentamento importante per le popolazioni dell’entroterra è la

radice di Mandioca o la farina di Tapioca.Vivere un mese la loro quotidianità fa capire molte cose: evidenzia le diversità e dà modo di pensare, almeno, a me, ha fatto questo effetto. Nella missione di Mocoduene vi sono solo scuole superiori e un internato che ospita circa 150 ra-gazzi che frequentano la scuola (i più fortunati), alla quale sono iscritti circa 800 studenti.

Quando terminano le lezioni (intor-no alle 17.30), inizia a far buio e per molti di loro c’è ancora più di un’ora di strada per tornare al villaggio, e non in pullman o metropolitana, non su strade asfaltate ed illuminate, ma a piedi, su strade sterrate che por-tano in stretti sentieri nella foresta, dove l’unica fonte di illuminazione sono la luna e stelle, quando ci sono; e lì il buio è buio, quello vero!Incontrare Bambini che chiedono un bicchiere d’acqua potabile e poi

sgranano un grande sorriso dicendo: “Ora sono Fe-5

Gornja Bistra…un modo diverso di fare il Clown!

Un video sul Giardino delle Rose Blu…una parola…un amico clown che si illumina a parlarne…la mia VIP che sposa il progetto

ed il gioco è fatto! È iniziato anche per me il viaggio insieme alle Rose Blu dell’ospedale pediatrico di Gor-nja Bistra…Una struttura ospedaliera per bambini con malformazioni severe e gravi.

Quando inizi il viaggio, immagini, ne parli, cer-chi di capire, … ma nulla può valere quanto la sensazione di esserci!

La struttura, dall’esterno, è un “normale castel-lo” del 1600 alle porte di Zagabria, ma i suoi abitanti sono inimmaginabili…sono bambini, ragazzi, adul-ti che sono stati assemblati in un modo diverso dal normale! Entrarci il primo giorno è devastante…ti si smontano tutte le certezze che hai come clown e come persona; poi però, nello stesso istante, i mille pezzettini in cui sei ridotto si riassemblano e ti trovi a guardare occhi che ti parlano, mani che ti tocca-no, PERSONE meravigliose che sanno che tu sei lì per loro…e così conosci le Rose Blu!Le giornate a Gornja Bistra hanno una durata fuori dal tempo: sono cadenzate dalle necessità dei ragazzi e soprattutto dalle pappe e quindi si struttura la propria giornata su quella degli ospiti, per riuscire a dare ad ogni Rosa Blu ciò di cui ha bi-sogno: l’AMORE…e lo fai facendo il clown, con il Naso Rosso che ti supporta.…a volte sei un clown muto, che usa lo sguardo, il contatto, il sorriso, …ma sei un clown…una bolla di sapone, un carillon, una marionetta, il paracadute che diventa il loro cielo…e inizi a notare un sorriso sghembo o una mano che ti cerca perché ti ha rico-nosciuto, e lì capisci che il servizio che stai facendo ha senso! Non puoi fare gags, non puoi fare micromagie o palloncini, ma puoi fare il clown con il cuore ed im-pari quanto ognuno di noi possa dare, anche sen-za coprirsi dietro oggetti che spesso sono solo uno scudo nel donare tutto ciò che si è davvero! Così è nato il progetto: da un manipolo di clown di V.I.P. Parma (KI, Rivel, Prilli, Kirikù, Innamoratola, Baila e Monciccì) che si sono avventurati, che sono stati ammaliati e ci hanno creduto!Oggi il progetto è diventato un progetto di V.I.P. Italia ed è condiviso da tutti i 3000 clown federa-ti a V.I.P.; il sogno cresce…e vedrete: riusciremo a Clowntagiare il Giardino delle Rose Blu!

claun Monciccì(Simona Fanni) -V.I.P. Parma-

I Claunpour Kimbondo

KIMBONDO, 8000 Kmper un racconto d’Amore

Esperienza di missionein Mozambico.

Trova un posto tranquillo in un momento tranquillo della tua giornata, e accomodati in una posizione tranquilla, preferibilmente seduto o sdraiato per facilitare la sensazione di comodità nel corpo. Dopo almeno un paio di lunghi e lenti respiri, chiudi gli occhi. Immagina il suono di un battito d’ala alle tue spalle. Im-magina la presenza di un essere, per te, spirituale, alle tue spalle. (Immagina liberamente secondo il tuo credo o non cre-do). Soffermati sulle immagini e le sensazioni che provi; specialmente quelle di tenerezza.Immagina ancora di sentire il battito d’ali. Apri gli occhi e riprendi la tua attività quotidiana. In un momento e spazio “riservato” appoggia la mano destrasul petto sopra il tuo cuore. Chiudi gli occhi e ascolta il batti-to del tuo cuore. Immagina il cuore come simbolo della tua capacità di vita e d’amore. Immaginati di darti una carezza al cuore: sii grato\a di amarti.

Il sorriso è una risposta involontaria e spontanea, ma può anche essere volontariamente provocato. Se il sorriso è fatto in contrasto con lo stato emotivo interiore (ad esempio sor-ridere ad un superiore mentre si prova rabbia con il medesimo), lo “sforzo” del sorriso può essere nocivo (ad esempio alcuni studi hanno dimostrato un aumento degli indici di stress). Invece i sorrisi, pur volontariamente fatti, ma non contrastanti la propria persona, facilitano il benessere psicologico.Ecco dunque la dieta dei sorrisi: il primo giorno trovate una situazione in cui fare 1 sorriso (ad esempio sentire un amico\a o avvicinare un vicino di casa, vedere un film comico, legge-re una barzelletta), il secondo giorno fare 2 sorrisi voluti, il terzo giorno 3 sorrisi, il quarto giorno 4 sorrisi, e cosi in crescendo per una settimana fino a 7 sorrisi “pilotati”; poi la secon-da settimana andate in decrescendo: 7 sorrisi,il primo giorno, 6 sorrisi il secondo giorno, 5 sorrisi il terzo giorno, 4 sorrisi il quarto giorno fino ad 1 sorriso “volontariamente pilotato”. Dopo due settimane la “dieta” è finita, ma vedrete, la voglia di sorride vi rimarrà addosso.

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lice” lascia il segno, se si rap-porta poi alla grande infelicità che regna nella nostra società consumistica.Passare il sabato pomeriggio con i Bimbi senza televisore, Play Station e nient’altro di oc-cidentale e sorridere giocan-do solo con persone che non parlano nemmeno la stessa lingua, vi assicuro è un’espe-rienza unica.La magia che il Naso Rosso, ha portato è indescrivibile, Bimbi e Adulti sono scoppiati in sonore risate; hanno iniziato poi a gi-rare per la missione facendo i Clown, strappando altri sorrisi …. Il sorriso è diventato con-tagioso, CHE EMOZIONI! …. e questo grazie a tutti voi, che indossando quel NASO ROSSO eravate con noi partecipi indi-retti di questa esperienza . Vivere dal vivo l’esperienza di scuola rurale nelle comunità, dove le lezioni si svolgono se-duti a terra sotto un albero, è stato come salire sulla macchi-na del tempo.Quante cose diamo per sconta-te noi occidentali: l’acqua che scorre dai rubinetti, un pranzo caldo, una casa, l’assistenza sanitaria; noi Mulunghi (come chiamano gli uomini bianchi i locali in lingua shizua) siamo fortunati, ma ormai pensiamo che tutto sia scontato e dovu-to e quindi non appreziamo più nulla! Spero di tenere nel mio ani-mo per più tempo possibile le emozioni che ho vissu-to in Terra d’Africa, e forse il Mal d’Africa è proprio questo: EMOZIONI VERE !!

In queste ultime settimane, il nostro gruppo si è arricchito della presenza di alcu-ni nuovi claun; due di loro hanno condiviso con noi le loro prime emozioni.

Ciao a tutti, sono Ciaccapo (e’ meglio spiegare che si legge con l’accento sulla prima ‘a’?)...Comunque, sono una degli ultimi arrivati nei Risvegliati V.I.P. di Brescia e, in effetti, mi sento proprio così: RISVEGLIATA! Ho partecipato al corso base clown a Cremona il 27-28-29 Settembre e... cosa posso dire? … solo spettacolo! Il primo giorno ero un po’ timorosa, non sapevo

cosa avremmo fatto, non conoscevo nessuno, mi accompagna-va una strana sensazione di insicurezza e durante gli esercizi mi

guardavo attorno per capire se sbagliavo (scoprirò solo dopo che anche per altri era stato così...). Poi, in poco tempo, tra un gioco e un bans, una risata e una condivisione, mi sono sentita più a mio agio. Le camminate clown, il creare una storia dal nulla, l’utilizzo della fantasia, mi hanno sciolta e non mi sono più confrontata o paragonata con gli altri: eravamo tutti uguali, tutti belli, tutti bravi, tutti felici ..... e, in fretta, è arrivata domenica. Aver ricevuto il Naso Rosso, come una bimba che aspetta con gli occhi chiusi l’arrivo di Babbo Natale, è stato per me l’emozione più grande...immensa: non riuscivo a stare ferma...ed ho pianto, ho pianto tanto, abbiamo pianto tanto, tutti … e ci siamo abbracciati forte.E’ stato come se il naso dato ad ognuno di noi, fosse uno solo! Un solo naso che ci terra’ uniti per sempre. Qualcuno ha detto ‘dal naso al cuore’ ed e’ proprio questo.... Questo naso si e’ fatto spazio ed e’ entrato nel mio cuore... ed anche in questi primi giorni post-corso, anche se non lo indosso, fa parte di me. Auguro a me stessa e a tutti i claunini che hanno vissuto con me questa meravigliosa esperienza, di riuscire a portare a tutte le persone che incontreremo un po’ di questa energia positiva.... Ringrazio tutti per avermi accolto in questa grande famiglia e, soprattutto, claun Pastisù per avermi fatto conoscere l’Associazione. PS: così, se combino qualche guaio, sapete a chi dare la colpa!Un abbraccio forte a tutti.

Quando alle selezioni tutti i Claun dicevano che il Corso Base sa-rebbe stata un’esperienza indimenticabile e che, soprattutto, si sarebbero versati fiumi (esagero) di lacrime, non ci credevo.Quando il venerdi pomeriggio sono arrivato in quel di Cremo-na, dentro di me pensavo: “Ma che ci sono venuto a fare? Sarò in grado di farlo?”; poi, quando abbiamo iniziato con Geppetto

(il nostro formatore) e tutti gli altri futuri Claun, i dubbi e le per-plessita sono svanite, anche grazie alla bravura del coordinatore.

Il primo giorno, nonostante si sia concluso dopo le 22.00, è passato molto ve-locemente; il secondo ed il terzo giorno sono stati quelli che mi hanno emozio-nato maggiormente al punto (che sinceramente non pensavo) di piangere; in particolar modo quando, domenica pomeriggio, Geppetto ci ha fatto simulare una nostra giornata tipo e, alla fine, mentre noi tutti dormivamo, sono passati i Claun a farci indossare il Naso Rosso (pelle d’oca). Concludendo non pensavo proprio di vivere un’esperienza così toccante dal punto di vista emozionale, ma, allo stesso tempo, divertente, interessante, coinvolgente, trascinante, esplosiva, …. insomma: UNICA 1 Un forte abbbbbbbbraccccccio a tutti da

Nuovi arrivi !!!

claun Ciaccapo(Federica Boldini)

claun Cucicuci(Francesco Cucinotta)

Gocce di GiOiA

claun Pallola(Paola Brena)

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MEDITAZIONE : UN BATTITO D’ALI

LA DIETA DEI SORRISI

A volte la gioia arriva da sola improvvisamente, a volte lentamente e spontaneamente, a volte bisogna farla crescere con un po’ di impegno. Qui alcuni esercizi inventati del tutto liberamente coniugando alcune tecniche di psicoterapia con le modalità claun.Da soli, questi esercizi, non bastano, ma come “gocce” possono aiutare la “gioia”…

claun Didò(Elena Merli)

Giocando in ospedale ...

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Ed ecco un giochino per i pi˘ gran-di... per colorare questi disegni dovete seguire le indicazioni pre-senti sul disegno: il risultato dei calcoli fatti corrisponde al colo-rare da usare per quello spazio! Buon divertimento!

-Ma la mela quando si toglie lamaglietta resta a TORSOLO nudo?

- Il cielo è terso....è medaglia di bronso!!!-E ricorda che...una rondine non fa prima-vera...fa CIP!

-Un’anguilla dice ad un’altra anguilla....”Dai, stai tranguilla!!!”

- “Sai qual è il colmo per un Mango?”“No”“Mango io!!!”

Pagine a cura diclaun Lucchetto

(Luca Torri)

Trova la differenza e colora

Le calde fredduredi Rotella e Violetta

Colora e scopri che animale si nasconde Cosa viene dopo il Natale??? Scopriamolo assieme. Fai questo cruciverba e nella colonna centrale gialla troverai la risposta alla domanda!

Aiuta i topini ad uscire dal labirinto!

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Giochi di prestigioUNA BANANA A METÀCon un semplice gesto magico e la forza della mente riuscirai a tagliare a metà (senza toccarla) una ba-nana !OCCORRENTE:Una banana e uno spillo.PRESENTAZIONE:Presenta al tuo pubblico la nuova magia parlando dei tuoi “poteri mentali” e a dimostrazione del-le tue facoltà prendi la banana e mettila sul tavolo dicendo che ti servirà per il tuo esperimento. “Concentrati” per qualche secon-do e con le mani (senza mai toccar-la) mima un colpo sul frutto. A que-sto punto fai sbucciare la banana che sarà tagliata in due metà! PREPARAZIONE:Prendi lo spillo e inseriscilo nella metà della banana. Muovendolo sù e giù (senza rompere la buccia) ta-glia a metà dall’interno la banana che cosÏ preparata è pronta per la tua nuova magia!

STUZZICADENTERESISTENTE!Stupisci i tuoi amici mostrando come con la magia rendi uno stuzzicadente indistuttibile.

OCCORRENTE:Due stuzzicadenti e uno tovagliolo/strofinaccio con risvolto

PRESENTAZIONE:Chiedete ai vostri amici di darvi uno stuzzicadenti. Prendete un tovagliolo e, con movenze da prestigiato-re, nascondetevi sotto lo stuzzicadenti. Chiedete ora ai vostri amici di spezzare lo stuzzicadenti sotto il to-vagliolo in quanti pi˘ pezzi riescono a ridurlo. Dopo aver pronunciato una formula magica scuotete in aria il fazzoletto e, magicamente, lo stecchino cadr‡ a ter-ra perfettamente rigenerato!

PREPARAZIONE:Il trucco Ë molto sem-plice. Prima di met-tere lo stuzzicadenti scelto dai vostri ami-ci sotto il tovagliolo dovete inserire il se-condo stuzzicadenti all’interno del risvol-to del tovagliolo stes-so. Lo stuzzicadenti deve penetrare per intero nel risvolto in modo che non possa essere notato da nes-suno all’esterno. Successivamente, portate il tova-gliolo cosÏ preparato davanti al pubblico. Quando poi vi viene dato lo stuzzicadenti, fate in modo che tutti osservino la sua integrit‡, anche perchÈ in questo modo gli spettatori non faranno caso allo tovagliolo. Successivamente coprite per bene lo stecchino con il tovagliolo, avendo cura, perÚ, di far spezzare lo stuz-zicadenti che era inserito nel risvolto. E cosÏ, magicamente, sembrer‡ che lo stecchino spez-zato si sia rigenerato (anche se in realt‡ resta nel ri-svolto, ma nessuno, tranne voi, ne Ë al corrente). A fine gioco, ovviamente, rimuovete i pezzetti di legno nel risvolto.

TROVA L’UOVOCon le tue grandi doti di mago sa-prai indovinare l’uovo

OCCORRENTE:Un capello biondo.

PRESENTAZIONE:Mostra al tuo pubblico sei bicchierini con appog-giati sopra di essi sei uova (i bicchieri sono usati in questo effetto come eleganti portauovo). Mostrandoli in fila uno di fianco all’al-tro, chiedi ad una persona del pubblico di scelgliere mentalmente una delle uova quindi, mentre esci dalla stanza, di prendere quest’uovo, poggiarlo sulla propria fronte, dopodichÈ rimetterlo al proprio posto. Rientrando nella stanza, quando tutto Ë stato eseguito , osservando per qualche secondo le uova, potrai indovinare, senza ombra di dubbio, quello che Ë stato scelto.

PREPARAZIONE:Ti serve un capello biondo che dividerete in sei pezzi di circa due centimetri. Questi pezzetti vanno appoggiati sul filo del bordo dei bicchieri quando vi appoggiate le uova in modo che, se qualcuno dovesse prendere l’uovo e spostarlo dalla sua posizione, il ca-pello cada in terra. E’ così che tu riuscirai a indovi-nare la scelta quando rientrerai nella stanza. Guarda in quale dei sei bicchieri manca il capello, quello sar‡ l’uovo che Ë stato scelto in precedenza. Volendo potrai ripetere l’effetto una seconda volta, stando attento al fatto che se quando rientrerai mancherà ancora e solo il capello della volta prima, vuol dire che lo spettatore ha fatto la medesima scelta.

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Il riciclaun ...

claun Giokabalù(Annarita Braga)

COLORA E TROVA LA DIFFERENZA!

RISOLVI IL LABIRINTO

Senza troppe spiegazioni…. un po’ di idee per riciclare divertendosi e ognuno poi ci aggiunge la propria fantasia!!!!! PRONTI ... VIAAAA!!!

1.Un simpaticissimoportalettere da muroMah guarda un po’ questa pallina da tennis cosa è diventata?....È bastato fare un tagliet-to per la bocca e incollarci due occhi!!!! Bel-lissimo!!!

2. Luci e lucine meraviglioseChe ne pensate di queste luminose idee per decorare la vostra casa?? Semplice, procura-tevi delle candeline e dei vasetti di vetro…. Ed ecco fatto, diventano lanterne!

3. Lanterne in ghirlandaQuesta invece è una fantastica ghirlanda fat-ta con le capsule vuote della macchinetta del caffè?!?! Meravigliosa!

4. Bellissimi gioielliSempre utilizzando le capsule del caffè, quan-ti bellissimi gioielli si possono creare??? Mol-teplici, perché molteplice è la fantasia!Date un’occhiata!! È sufficiente schiacciarle utilizzando il fondo di una tazza e poi assem-blarle a piacere, utilizzando colla a caldo o anellini per la bigiotteria!!! Davvero affasci-nanti!!

5.Tende frusciantiCon lo stesso riciclo delle cialde, un’ultima idea: tende fatte con le cialde unite con del filo di nylon! Incantevole! Sbizzarritevi e la-sciate volare la vostra fantasia!!!

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No, non posso invitare da noi Simon!” La mamma pensa che sia per la loro modesta casa, e non insi-ste. Ogni tanto prepara almeno qualche torta per ringraziare dell’ospitalità al figlio, grata anche del fatto che ora non sia così “dispersivo” e “girovago”. Passano mesi. Al rientro dal colloquio con la maestra, la mamma è agitata e si confronta con il marito: “La maestra è scontenta e preoccupata per Tomà: lo vede apatico, passivo e poco partecipa-tivo. Non è più propositivo e simpatico, neanche con i compagni. Qualche volta si è perfino addormentato in classe. Dice anche che è ca-lato il suo rendimento sco-lastico. Mi chiede quali pro-blemi abbiamo in famiglia.” Il papà non si fa prendere da allarmismi, e propone un controllo medico per toglie-re ogni dubbio: porterà lui stesso il figlio dalla pedia-tra. Fatta la visita ed i dovuti esami di controllo, risultano alterati alcuni elementi: la curva di crescita, il coleste-rolo ed i globuli bianchi; ma niente di così preoccupante e patologico. Lo stesso Tomà insiste che “Va tutto bene. Non rompe-temi le ****. Devo andare da Simon.”“No: non va affatto bene-rispondono i genitori-. Pas-si lo scarso risultato a scuola, ma la volgarità e la maleducazione no!” Oltretutto, Tomà non sarà malato, ma non è neanche in piena salute, a loro parere. Che fare? Intanto “In punizione a casa per tre settimane! Senza pc e senza tv! Poi si vedrà.”. Nei giorni seguenti la mamma di Tomà chiede un appuntamento alla mamma di Simone per “parlar-si tra donne” e sentire cosa ne pensa lei... in fondo suo figlio ha passato così tanto tempo da loro, e lei non l’ha nemmeno conosciuta direttamente. Al ritorno dall’incontro, la mamma ha i nervi a fior di pelle e si confida con il marito: “Ma chi si crede di essere quella? Mi ha detto che “noi” non faccia-mo abbastanza per nostro figlio, “povero senza ne-anche un tablet o un smartphone, è isolato”. Dice “Tomà è un tipo tranquillo, non ha dato nessun problema: tutto il tempo semplicemente in inter-net.” Capisci? Tutto il tempo in internet! E’ come un

pesce nella rete!”. “E allora noi lo togliamo dalla rete e lo rimettiamo in mare!”. Quasi sentenzia il papà. La mamma ri-mane un po’ ammutolita, ma anche rincuorata: in

fondo per Tomà, ancora un ra-gazzino, poteva andare anche peggio; con tutto quello che si sente succedere in internet: adescamenti, manipolazioni, furti, oltraggi, bullismi ecc!Tomà nei giorni successivi è molto arrabbiato: non solo per avere la punizione, ma so-prattutto perché senza pc ed internet si sente perduto. Vor-rebbe spiegarsi con Simon, ma si rende conto che non solo questi non lo ha più cer-cato, ma che in effetti anche quando era con lui non erano mai “stati insieme”, nel senso che neanche si parlavano.I genitori intanto sono impe-gnati alla stesura di un pro-gramma riabilitativo: “attività occupazionale”, come bricola-ge con papà e collaborazioni domestiche con la mamma, “attività diversiva”, quali libri e cinema, “attività ricreativa-sportiva”, come nuoto e pas-seggiate e giochi all’aperto, ed infine “attività riequilibratrice di avvicinamento ponderato”, cioè utilizzo di internet sem-pre “scortato” da un adulto. Quest’ultimo aspetto è il più delicato: il tempo a disposizio-ne dei genitori è poco, ma la “navigazione” è ormai diventa-

ta una necessità, non solo un’abitudine, e coinvol-ge un po’ tutti, anche i “piccoli”. Alla soluzione del problema interviene un prozio anziano. Rimasto vedovo da qualche anno soffre di solitudine e non sa usare il pc. Tomà è così “assunto” come insegna-te. In questo modo entrambi possono “navigare” in compagnia: l’uno, Tomà, per le capacità tecniche, è il “timoniere”, l’altro, il prozio, per maturità e sag-gezza è però il “capitano”!

claun Pallola (Paola Brena)

Disegno realizzato da Cristina Braga

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Le avventure diIl nuovo compagno

Tomà, un ragazzino come tanti altri, non troppo bello, non troppo brutto, qualche volta ha meno voglia di andare a scuola... più o meno come tutti!Oggi in particolare, che il tempo è un po’ nuvoloso e che non ha finito bene i compiti, Tomà vorrebbe star-sene tutto il giorno a poltrire sotto le coperte.Tornato da scuola è però entusiasta: “Mamma oggi abbiamo fatto l’interclasse: un lavoro di piccoli gruppi formati con alunni della clas-se inferiore e con quelli della classe superiore. Faremo un giornalino! Nel mio gruppo c’è un ragazzo simpaticis-simo: è più grande di me, si chiama Simone, ma per gli amici è “Simon” e sa un sacco di cose!” Altrettanto entusia-smo la settimana dopo: “Dai mamma, fammi andare da Simon a casa sua... dobbia-mo fare delle ricerche per gli articoli del giornalino!”. La mamma, preferisce prima prendere informazioni e ri-manda l’eventuale disponi-bilità. Due settimane dopo, quando il papà rientra a cena e domanda dove sia il figlio, la mamma è orgogliosa di rispondere: “Tomà si è fer-mato a cena dal suo nuovo amico Simone, un ragazzo per bene delle famiglia più “In” della città”. Così passano due, tre, quattro,.. sei setti-mane in cui Tomà trascorre anche due o tre pomeriggi in casa dell’amico.Cosa combina Tomà con il nuovo amico Simon? Stu-diano. Studiano e lavorano al computer, Così è quan-to sembra a chi sta in casa di Simone: alla mamma, quando, tra un impegno e l’altro, passa da casa a cambiarsi, o alla sorella maggiore, che in effetti una

volta resasi conto che Tomà è “troppo giovane” per poter suscitare i sui interessi, non si accorge di niente, o altrettanto ai due coniugi collaboratori domestici,

rispettivamente governan-te e autista\giardiniere, che per loro ruolo e loro cultura non si “impicciano” degli af-fari dei “padroni”. Così per settimane e settimane Tomà e Simone giocano\studiano al computer. Tomà a casa: “Mamma, sai che le maestre si sono com-plimentate con il nostro gruppo perché è quello che ha fatto il giornalino più ricco. Un sacco di articoli e fotografie. Tutto merito di Simon e del suo computer! Dovrei anch’io avere un pc mio... “. Ma in casa di Tomà è inutile fare questo discorso: un’uni-ca televisione per la fami-glia ed un unico computer dei “grandi”, utilizzabile dai figli finché sono “piccoli” solo sotto la supervisione dei genitori . Tomà pro-va allora con il padre: “Dai papà.. non sei aggiornato... sei “antico”! Non esisti: non sei nemmeno su facebo-ok! Dovrei anch’io avere un pc mio...”. Il papà starebbe quasi pensando che forse Tomà è abbastanza grande, ma punto sul “vivo”, invece di cedere alle richieste del figlio, si irrigidisce e dice un secco “NO”. Dentro di sé pensa che

“sono ben altri gli “antichi”, e “l’esistere”-nel valore dell’esistenza- dipende da ben altro”. Tomà ha invece così la scusa buona per stare più tem-po a casa di Simone. Anche a dormire da lui. Quando “la signora Tomà” sente il dovere di ricambiare l’invito a Simone, Tomà reagisce seccato: “Assolutamente no.

OrtopediaChirurgia

Pediatria ovestSCRIVICI ...Dai, scrivici anche tu!In chirurgia, in ortopediaed in pediatria ovest trovi le cassette,oppure con una mail all’[email protected]

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Generated by CamScanner

Il nostro spettaco-lo “Claunocchio”

visto con gli occhi dei piccolispettatori

I tuoi messaggi, i disegni, i consigli, ecc...verranno pubblicati sui sitidella nostra associazione.

Hey amico la lezione continua…sei pronto a realizzare un polipo gigante con i palloncini? Allora che aspetti…prendi…Occorrente: 2 palloncini lunghi ed 1 tondo da modellare - Pompetta - Pennarello neroRealizzazione: 1. Per realizzare il corpo del polipo gonfia 2 o più palloncini dalla for-ma dritta e fermali con un nodo. Mettili vicini per poterli intrecciare.(Fig. 1) e (Fig. 2) 2. Ora gonfia un pallone tondo per realizzare la testa. (Fig. 3)3. Annoda la testa al corpo. (Fig. 4)4. Schiacciando con le mani modella le zampe a tuo piacimento. (Fig. 5) 5. Con il pennarello nero disegna occhi e bocca ed il polipo è pronto. (Fig. 6)

Che ne dici di muoverti un pò con il bans (ballo) del “Pesciolino dance”? Ecco il testo:Muahahahahahla paura, viene dal mare...ah no stiamo scherzando... siete pronti per la Pesciolino dance? Ti insegno un ballo se lo vuoi così puoi farlo insieme a noinon è difficile vedrai 2 secondi e imparerai...ci vorrà un po’ di fantasia e presto come per magiati basta un tuffo e già sarai in fondo al mare allora daisaluta i polipi gluglugluglu...le ostriche così...tutte le anguille e poi...i pesci intorno a noooiMetti le mani sopra ai fianchi,culetto indietro e testa avanti...muovi la coda su e giù, soffia forte e fai glu glu...ora non sei più un bambino ma nuoti come un pesciolino...fai le bolle con la bocca e poi sotto a chi tocca.Metti le mani sopra ai fianchi,culetto indietro e testa avanti...muovi la coda su e giù, soffia forte e fai glu glu...ora non sei più un bambino ma nuoti come un pesciolino...fai le bolle con la bocca e poi sotto a chi tocca.gluglugluglugluglugluglu gluglugluglugluglugluglugluglugluglugluglugluglu glugluglugluglugluglugluSaluta il pesce palla...riprendi fiato a galla...fai ciao a quei delfini...e infine al pescecane, terrore dei bambini!Hey, metti le mani sopra ai fianchi,

Realizzare un polipo con i palloncini

Pesciolino dance!!

claun Cotton Fiocc(Monica Candioli)

culetto indietro e testa avanti...muovi la coda su e giù, soffia forte e fai glu glu...ora non sei più un bambino ma nuoti come un pesciolino...fai le bolle con la bocca e poi sotto a chi tocca.

Metti le mani sopra ai fianchi,culetto indietro e testa avanti...muovi la coda su e giù, soffia forte e fai glu glu...ora non sei più un bambino ma nuoti come un pesciolino...fai le bolle con la bocca e poi sotto a chi tocca.

glugluglugluglu Uno dei tanti video tratti da youtube: www.youtube.com/watch?v=RuBlGZK45Vo

Questi golosi dolcetti aromatizzati sono ottimi

assieme d una buona tazza di tè oppure per dare

un tocco profumato alla prima colazione.

Per realizzare questi biscotti utilizzeremo i fiori

della lavanda, di colore viola che si presentano

raggruppati in piccole spighe.

Se preferite, potete preparare questi biscotti sce-

gliendo tra la farina integrale o la sola farina

00.Ingredienti: 150 g di farina 00, 150 g di farina

integrale, 140 g di burro, 140 g di zucchero di

canna , 1 uovo, 2 spighe di lavanda (Lavandula

angustifolia), 1 pizzico di sale, 1/2 cucchiaino di

lievito per dolci

Procedimento:

Lascia che il burro diventi morbido tenendolo a

temperatura ambiente. Amalgama velocemente

tutti gli ingredienti in una ciotola. Rimuovi l’im-

pasto dalla ciotola e forma una palla, ricoprila

con la pellicola trasparente e lasciala riposare in

frigorifero per almeno mezz’ora. Stenderi con il

mattarello l’impasto su una teglia ricoperta da

carta da forno e, con l’aiuto di uno stampino con

la forma che ti piace di più, forma i biscotti. In-

forna a 180 °C (attenzione a non scottarsi!!!!!) per

15/20 minuti fino a quando saranno ben dorati.

Sforna i biscotti integrali alla lavanda, lasciali

raffreddare su una gratella e mettili in una sca-

tola di latta dove si conserveranno bene anche

per tre settimane.

Questa bontà è un dolce tipico di que-

sta stagione, ricoperto da una golosa

glassa all’arancia.

Torta senza burro (ottimo per la dieta

e alla salute!!!), ma con un profumato

olio extravergine ai limoni biologici

di Sicilia.

Volendo potete omettere lo sciroppo, ot-

terrete una torta più semplice, forse più

adatta alla prima colazione.

Ingredienti: 300 g di farina 00, 250 g

di zucchero, 3 uova, 1 arancia bio

55 ml di olio extravergine di oliva

mezzo bicchiere di latte, 1 bustina di

lievito per dolci

Preparazione:

Lavate bene l’arancia, tagliatela a

pezzi con tutta la buccia, eliminando

gli eventuali semi e frullatela nel mi-

xer. Nella ciotola amalgamate la fa-

rina con lo zucchero, le uova, l’olio, il

Biscottini Integrali alla lavandaPan d’arancia

lievito, il latte e infine l’arancia

tritata. Versate il composto in una

tortiera o in uno stampo ben olia-

ti (oppure rivestiti con carta for-

no) e infornate a 180°C per circa

40 minuti.

Nel frattempo bollite per qualche

minuto delle scagliette di buc-

cia d’arancia con uno sciroppo

di acqua e zucchero. Bucherellate

la torta con uno stuzzicadenti

e versatevi sopra lo sciroppo

con le scorze.

Lasciatela raffreddare pri-

ma di servirla.

Buon appetito bellezzeeee

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claun Giokabalù (Annarita Braga)

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Sinceramente non volevo accettare quando a Settem-bre il Preside mi ha chiamato per assegnarmi una sup-plenza per l’intero anno: la scuola si trova nell’estrema periferia della città, l’edificio è vecchio e fatiscente, la zona non è servita da nessun mezzo pubblico e gli alunni che dovrebbero frequentare (dico “dovrebbe-ro” perché di fatto la maggior parte di loro trascorre le giornate in giro) - tutti lo pensano - sono dei “pochi di buono”. Alla fine ho accettato: dovevo pur lavorare e un anno di servizio, non avrebbe fatto altro che rafforzare la mia esperienza.Sono entrato a scuola, nella speranza che non mi ve-nisse assegnata la classe Terza C perché mi avevano detto che era frequentata da un gruppo di bulli e di teppisti irrecuperabili, che mi avrebbero sfidato in continuazione, approfittando della mia inesperienza, e impedendomi di lavorare.Che classe mi ha assegnato il Preside? La Terza C !!Non parlo di Simon Martin, il leader del gruppo, e nemmeno delle sue intense amicizie: le lascio solo im-maginare.Penso non si faccia fatica nemmeno ad ipotizzare che razza di accoglienza mi abbiano riservato i miei nuovi alunni (tutti maschi) il primo giorno di scuola e a quali tipo di sfide sia stato sottoposto nelle prime settima-ne.Per fortuna, in mio aiuto, è intervenuto il collega di scienze che, per preparare la “Settimana della scien-za”, mi ha incaricato di pensare ad un esperimento particolare da assegnare alla mia classe. Non so come mi sia venuta l’idea: per tre settimane ciascuno dei ragazzi avrebbe dovuto prendersi cura di un sacchetto di farina di tre chilogrammi. Non si sarebbe trattato però di un semplice sacchetto; esso avrebbe rappresentato un bambino appena nato e i ragazzi avrebbero dovuto accudirlo come se fosse stato reale. Il bambino non avrebbe dovuto sporcarsi, perdere peso, essere abbandonato né affidato ad altri; di tut-to quanto fosse successo al bambino di farina sarebbe sempre stato unico responsabile il “padre” adottivo. Come ha reagito la mia classe quando ho comunicato l’idea? ... Si può intuire e leggere nel libro.Capivo che stavo chiedendo ai miei alunni un’opera

troppo grande: non erano abituati e pen-savano di non pote-re compiere imprese di questo genere.Alcuni hanno subito iniziato a lamentar-si, a fischiarmi e a deridermi, ma è sta-ta la luce di interesse e di sorpresa che ho colto nella maggior parte di loro, che mi ha portato ad insiste-re; li ho convinti e l’esperimento ha avuto inizio.Nel giro di pochissimi giorni, la relazione con i loro bambini di farina è diventata per i miei ragazzi l’occa-sione per capire che intorno a loro c’erano anche altre persone a cui prestare attenzione; nella loro nuova ve-ste di genitori, seppure per gioco, hanno cominciato a vedere con occhi diversi la vita, senza giudicare sem-pre negativamente il mondo degli adulti. Accudire un bambino, anche se di farina, ha permesso ai miei alunni di scoprire il senso del dovere e, pren-dendosi cura di qualcun altro, hanno imparato a cre-dere in se stessi. Non è stato sempre facile: ho vissuto alcuni momenti davvero difficili.Mi piacerebbe molto raccontare altri dettagli, come, ad esempio, la reazione della mia classe quando ho an-nunciato che il tempo dell’esperimento si era esaurito, ma, purtroppo, non ce la faccio: la prossima settimana li accompagnerò in gita (se la sono proprio meritata!) e devo ancora preparare tutta la documentazione …

Adesso che le cose fra me e loro vanno molto meglio, mi sento di mandare ai miei coraggiosi alunni un orgo-glioso ringraziamento, e non posso certo dimenticar-mi del mio collega di scienze, che mi ha insegnato a non smettere mai di dare fiducia ai ragazzi.Mi piacerebbe potesse avere anche lui un Naso Rosso.Anzi, gliene regalo subito uno! Che ne dite?

in Bibliotecacon i Claun

claun Sonnolento(Michele Riva)18

Per capire meglio il significato di questa canzone, è in-teressante leggere cosa ha dichiarato Emma durante un’intervista riguardo questo suo ultimo album:”«Ho iniziato a lavorare a questo disco piena di dubbi, paure, incertezze. L’unica consapevolezza era quella di voler uscire allo scoperto, non volevo più nascondermi, vole-vo solo accettarmi ed accettare ogni parte di me. Sono cresciuta e siete cresciuti anche tutti voi. Ho imparato a non negarmi la gioia di essere quella che sono per paure delle critiche, ho imparato a cantare anche un po’ per me stessa e questo non è un male, ho imparato ad amarmi odiandomi di meno, ho imparato a non perdere me stessa per stare dietro i preconcetti a volte pesanti, ho impa-rato a camminare con la schiena dritta non per parare meglio i colpi ma per aprirmi meglio al mondo… a voi. Vi presento Schiena».Il brano “Dimentico tutto” guarda al futuro, dopo le de-lusioni del passato e il ritornello è davvero molto orec-chiabile nonché carico di grande significato: «E intanto dimentico tutto, dimentico tutti, i luoghi che ho visto, le cose che ho detto, i sogni distrutti. La storia non è la memoria, ma la parola, non vedi che cosa rifletti, sopra un mare di specchi si vola»”. L’autore e l’interprete del brano ci invitano a goderci ogni momento felice, senza pensare al domani, gettandoci alle spalle i fallimenti del passato: ”Se il tempo lo stringi in mano, il giorno dura un secondo, tu sempre più lontano, e tutto il bene sei tu, perché il destino ci spezza, e perché non vuoi più, più nessuna tristezza”. E’ un brano assolutamente positivo che ci invita a di-menticare le cose brutte per cogliere il meglio da ogni situazione. Anche noi clown VIP (Viviamo in positivo) cerchiamo di essere sempre positivi e regalare sorrisi a tutti bambini, infermieri, dottori e genitori. Per vivere bene bisogna mettere da parte tutto ciò che ci fa stare male, tutto ciò che c’è di negativo e vivere pienamente ogni singolo istante.

Per riflettere: *Sei in grado di cogliere il lato positivo delle cose?*Ti ricordi di vivere pienamente ogni istante prezioso della tua vita?*Come dice Emma, hai imparato a non negarti la gioia di essere quello che sei per la paura delle critiche?Se ti va puoi inviarci le tue riflessioni all’indirizzo e-mail: [email protected], oppure inserirle nelle cassettine che trovi all’ospedale nei reparti di Chirur-gia, di Ortopedia e di Pediatria Ovest. claun Cotton Fiocc(Monica Candioli)

Il sorriso non lo perder maiqualunque cosa ti accadaqualcosa ti inventerainon la vedi ma è la tua stradae quando ti accorgeraiti sembrerò un’altra storiae quella che lasceraie non si toglie piùl’avere della pauraa meno che tu non ricordi com’eraqua a subirci ancora tante voltequesta vita è fortetrova le risposteE intanto dimentico tuttodimentico tuttii luoghi che ho visto, le cose che ho dettoi sogni distruttila storia non è la memoria, ma la parolanon vedi che cosa riflettisopra un mare di specchi si volaIl tramonto lo guarderaicome fosse l’ultimo al mondoe negli occhi che rimarraicome fossi l’unica al mondoe se il tempo lo stringi in manoil giorno dura un secondotu sempre più lontanoe tutto il bene sei tuperché il destino ci spezzae perché non vuoi piùpiù nessuna tristezzaqua a subirci ancora tante voltequesta vita è fortetrova le risposteE intanto dimentico tuttodimentico tuttii luoghi che ho visto, le cose che ho dettoi sogni distruttila storia non è la memoria, ma la parolanon vedi che cosa riflettisopra un mare di specchi si volaIo, lei, voila mia vita e la tua vitaqui morirei domanidai non dire cosìguarda in alto con la testa fammi di sìqui ora adesso poi so che cos’è che vuoil’alluvione su di noistringimi più che puoifuori il tempo sta finendonon parlare se non vuoichiudi gli occhi d’ora in piùd’ora in poiqua a subirci ancora tante voltequesta vita è fortetrova le risposteE intanto dimentico tuttodimentico tuttii luoghi che ho visto, le cose che ho dettoi sogni distruttila storia non è la memoria, ma la parolanon vedi che cosa riflettisopra un mare di specchi si volaE intanto dimentico tuttodimentico tuttii luoghi che ho visto, le cose che ho dettoi sogni distruttila storia non è la memoria, ma la parolanon vedi che cosa riflettisopra un mare di specchi si vola.

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Spesso giornali e tv ci raccontano di truffe, di vario genere, messe in atto da malintenzionati. A noi, in particolare, sta a cuore mettervi in guardia da chi si spaccia per Federazione VIP ViviamoInPositivo Italia Onlus ma di positivo non ha pro-prio nulla.Queste persone si trovano per strada o nei centri com-merciali di tutta Italia e si presentano come clown dottori, volontari di clownterapia, e raccolgono soldi in nome delle associazioni, ma in realtà non sono volontari di alcun chè e il denaro raccolto finisce uni-camente nelle loro tasche. Ecco allora alcune indicazioni su come smascherare questi “falsi” clown: Al nord Italia ci sono spesso persone provenienti dal sud Italia (e viceversa).Ogni claun che si rispetti è orgoglioso di indossare il camice di VIP ITALIA (unico per tutte le 54 asso-ciazioni sparse in tutta Italia), che è bianco con la manica sinistra a righe gialle e quella destra a righe verdi; il colletto è rosso; sulla tasca riporta il simbolo di VIP Italia e sul retro compare la scritta di VIP ed il nome del claun.Ogni claun “vero” espone il proprio tesserino di rico-noscimento che riporta il nome claun, il nome ana-grafico e la foto di riconoscimento, nonche’ il nome del comitato locale a cui è associato.L’unica raccolta autorizzata di fondi viene fatta durante la G.N.R (Giornata del Naso Rosso) che si svolge a Maggio, nello stesso giorno e in tutte le piazze italiane (www.giornatadelna-sorosso.it).Altre raccolte fondi, eventualmente organizzate a livello locale, sono sempre pubblicizzate sul sito delle associazioni federate VIP Italia Onlus (www.risvegliaticlown.org )Mi raccomando aiutateci a denunciare queste truffe che scredi-tano l’attività dei veri volontari claun.

CACCIA LA TRUFFA

Cluan Strabucco (Cristina Casali)

Hei tu hai midollo?Quando Riccardo è nato ho pensato come mamma di doverlo amare, accu-dire, educare.Mai avrei pensato, quando aveva 3 anni, di dover combattere al suo fian-co contro una grave malattia, la leu-cemia. I medici mi parlarono dei trat-tamenti chemioterapici che avrebbe dovuto fare;qualora questi fossero falliti ci sa-rebbe stata l’alternativa “paracadu-te”, il trapianto di midollo osseo. Ho convissuto i primi 4 mesi di terapie con la paura che quel paracadute do-vesse aprirsi, come ultima risorsa. Ma la malattia si era fatta più catti-va ed ostinata di quanto previsto e il paracadute andava cercato,trovato e testato. E così,all’interno di una spe-ciale banca dati,è iniziata la ricerca nel mondo di un donatore di midollo compatibile con quello di Riccardo e in un paio di mesi ne è stato trovato uno. Ma la vita è imprevedibile e piena di complicazioni,come l’improvviso ritiro del primo candidato donatore. Nono-stante nei successivi mesi la battaglia si fosse fatta più dura tra l’intensifi-carsi delle terapie e l’isolamento dal mondo sempre più rigido,non ho mai provato rabbia per la persona che aveva rinunciato.Non ero io giudice delle vite altrui ma solo mamma che attendeva un dono,il più grande dono.In silenzio e in fiducia. E così qual-che mese dopo ancora il donatore mi-gliore per Riccardo è stato individuato e la porta del centro trapianti si è aperta per lui. Ed anche per me che durante i 33 giorni di permanenza,in totale isolamento,ho realizzato che Riccardo stava rinascendo per la se-conda volta,nuovamente tra le mie braccia ma grazie ad una persona,a noi sconosciuta,che gli aveva regalato il più grande gesto d’amore,parte del proprio midollo. Ho scoperto che quel tanto temuto paracadute era diventato un ombrello,a protezione di Riccardo che ora è un bellissimo bimbo di 7 anni alla scoperta della vita.

Cosa devo dire alle persone per far capire che, con una semplice puntura potrebbero salvare una vita? Di quella giornata ricordo lo sforzo dei clown di girare per Brescia cercando donatori, metterci la faccia e provocarci, invece di stare a casa e aspettare che qual-cosa accada tramite qualcuno. L’evento “Ehi, tu! Hai midollo?” ha concluso la sua terza edizione nazionale. In que-sti anni la solidarietà e la voglia di fare del bene stanno regalando speranza e possibilità di farcela a tutti coloro che sono in attesa di un trapianto di midollo osseo e non hanno un donatore compatibile in famiglia. La collaborazione tra i volontari di Vip Italia Onlus e di ADMO ha prodotto, seppur con sfumature diverse, una sinergia uni-ca nel suo genere. Dato nazionale di EHI TU HAI MIDOLLO: + 4500 ragazzi tipizzati e 1290 promesse di donazione. Dato di Brescia, dove si è preferito raccogliere “solo” promesse di donazione per lasciare il tempo alla persona di meditare sulle sue effettive intenzioni, il risultato vede +90 persone che hanno dato la loro promessa di ti-pizzazione.Hanno supportato con il loro inconfondibile sound i volontari ADMO e i claun dei Risvegliati VIP Brescia scesi in piazza…. Gli Appel! che hanno creato un’atmosfera di festa e di vitalità che ben si accompa-gnava allo scopo della giornata.Piazza Loggia, 28 settembre 2013

Bianca Sciarra

20 2121

disegno by

ArziVip!

Staff ADMO

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Una bella storiella da recitare, che ne dite di giocare? Inserisci il tuo bel nome e quello di un tuo amicone dove trovi la scritta NOME1 e NOME2, perché no diventa il protagonista di questa bellissima storia ambarabacicicocò!Scena 1Due bambini, Nome1 e Nome2, come ogni mattina, si recano alla loro scuola. Entrano e vanno in salone a giocare con i loro compagni. Quel giorno scoprono che nel salone c’è uno scivolo tanto alto, ma così tanto alto che buca il soffitto della scuola e arriva fino al cielo. Nome2 è molto curioso e comincia a salire sulla scala dello scivolo: sempre più in alto, sempre più su.Nome1 (preoccupato): Stai attento! Fai molta attenzione!Nome2: Va bene! Perché non sali anche tu?Scena 2 – IN CIELOVOCE NARRANTE: I due bimbi salgono sulla scala e arrivano in cima. Lassù trovano un personaggio stranissimo che li ha visti e li sta aspettando.Nome1: Chi sei?BRUCO (timido): Sono Bruco Bruchino.Nome1: Accipicchia, come sei strano! Quanti piedi hai?BRUCO:Eh, ne ho tanti…Nome1: Hai mangiato troppo?Nome2: (preoccupato): Che paura! Guarda come allunga quelle antenne! Andiamo via, torniamo in classe!BRUCO: Non abbiate paura, bambini: ora vi accompagno in un posto bellissimo!ROSABIANCA (nuvoletta): Salite su di me. Vi do un passaggio.BRUCO: Questa è la mia amica Rosa-bianca. Saliamo su.Nome1: Adesso salgo.Nome2: Anche io.BRUCO: Fatemi un po’ di posto.Nome1: Nome2, spostati un po-chino.Nome2: Non posso, se no cado.ROSABIANCA: Ci siamo?BRUCO: No! Io non ci sto tutto quanto!MARGHERITA (nuvoletta) : Ser-ve aiuto?ROSABIANCA: Oh, cara Mar-gherita vieni ad aiutarci. Attaccati dietro.BRUCO: Finalmente possiamo partire.Scena 3 – ESTERNO CASTELLOVOCE NARRANTE: Le due nuvolette volano in alto nel cielo, trasportando i nostri tre amici e, dopo un lungo viaggio, arrivano sulla cima di un bellissimo Arcobaleno: lassù c’è il Castello delle Meraviglie, il posto bellissimo di cui aveva parlato Bruco Bruchino.Nome1: Grazie nuvolette, grazie per il pas-saggio!Nome2: Ciao Rosabianca! Ciao Margherita!

ROSABIANCA: Buon viaggio.MARGHERITA: Ciao, ciao!Nome2: Dove siamo?BRUCO: Al Castello delle Meraviglie.Nome1: Che bello! Ma il portone è chiuso.BRUCO: Adesso busso e mi faccio aprireNome2: Nessuno ci apre.BRUCO: RiprovoNome1: Niente da fare.BRUCO: Bussiamo tutti insieme.ORDINUS e CAUSUS (due dinosauri fuori campo): Chi bussa alla porta del Castello delle Meraviglie?BRUCO: Sono Bruco Bruchino e queste sono i miei amici Nome1 e Nome2. Voi chi siete?ORDINUS (uscendo): Io sono Ordinus.CAUSUS: Io sono Causus.Nome1 (timoroso): Ci fate entrare?ORDINUS: Neanche per sogno! Siete troppo disordinati: prima di entrare dovrete sistemare per bene i vostri grembiulini.CAUSUS: Io non vi farò entrare neanche se sarete perfetti.ORDINUS: Stai zitto tu: io li farò entrare!CAUSUS: E io li lascio fuori.ORDINUS: Fai silenzio!CAUSUS: Stai zitto tu!ORDINUS: Chi ti credi di essere ?CAUSUS: Adesso ti faccio vedere io!ORDINUS: Ah si? E cosa vuoi fare?CAUSUS: Adesso lo vedrai!Scena 4 – INTERNO CASTELLOVOCE NARRANTE: Mentre Ordinus e Causus litigano tra loro, quatti quatti i nostri amici sono entrati nel Castello e s’incamminano per scoprire da dove arriva quella bellissima mu-sica. Dopo un lungo cammino si ritrovano in

un salone dove ci sono una grande orchestra e un sacco di persone che ballano.Nome1: Nome2, balliamo an-che noi.Nome2: Dai Nome1, andiamo a divertirci.BRUCO: Anch’io voglio balla-re! Ma… ma… non ci riesco! Ho troppi piedi! M’inciampo sem-pre! Ahia, mi sono pestato un piede. Ahia, mi sono pestato un altro piede. Ahi! Ohi! Ahi, Ahi!

Ohi, ohi, ohi!Nome2: Cosa ti capita, Bruco Bruchino?BRUCO: Non riesco a ballare perché mi pesto i piedi! Ho bisogno di riposare.Nome1: Andiamo a cercare un letto.RE: Cara moglie, Regina Fiordaliso, hai visto cosa è capitato?REGINA: Caro marito, Re Girasole, mi sembra che qualcuno si sia fatto male.RE: Come mi dispiace!REGINA : Ehi, voi due: venite un po’ qua. Cosa è successo?

CIACK SI GIRA! Il castello delle meraviglie!

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Nome2: Il nostro amico si è fatto tanto male ai piedi.RE: Bisogna subito rimediare. Servitori?SERVITORI: Comandi, Maestà.RE: Andate a chiamare il Giullare Campanel-lino.SERVITORI: Obbediamo, Maestà. Giullare Campanellino? Giullare Campanellino?GIULLARE: Eccomi Maestà.RE: Hai sentito cosa è successo?GIULLARE: Sì, Maestà.RE: Cosa si può fare?GIULLARE: Posso curare il Bruco con i miei cerotti speciali.RE: Ottima idea. Vai subito a cu-rare il Bruco.GIULLARE: Corro, Maestà.REGINA: Che bravi bambini! Caro marito, cosa ne dici se facciamo un bel ritratto di questi duebimbi?RE: Sono d’accordo, cara moglie.REGINA: Servitori?SERVITORI: Comandi, Regina.REGINA: Andate immediata-mente a chiamare il Pittore Macchiolino.SERVITORI: Obbediamo, Regina. Pittore Macchiolino? Pittore Macchiolino?PITTORE: Comandate, Regina.REGINA: Voglio un bel ritratto di questi due bambini.PITTORE: Lo farò subito, Regina. Vado a prendere gli attrezzi.RE: Cara moglie, cosa ne dici se li facciamo posare tra due armature?REGINA: Ottima idea, caro marito.RE: Servitori!SERVITORI: Comandi, Maestà.RE: Andate a prendere due grandi armature e portatele qui.PITTORE: Eccomi, sono pronto.SERVITORI: Ecco le armature.REGINA: Bene tutto è pronto, mettiti al lavo-ro, Macchiolino.VOCE NARRANTE: I bimbi si mettono in posa e il pittore comincia il suo quadro ma, senza farsi notare da nessuno, ogni volta che Mac-chiolino abbassa lo sguardo le armature si muovono qua e là: sono armature stregate!RE: Ma quelle armature si muovono!REGINA: E’ vero! Si spostano di qua e di là!PITTORE: Come faccio a dipingere con le ar-mature che si muovono?RE: Quale stregoneria è mai questa?REGINA: Chi ha mai visto delle armature muoversi? Ci sarà un incantesimo.RE: Servitori?SERVITORI: Eccoci, Maestà.RE: Andare subito a chiamare Maga Maribò.SERVITORI: Ubbidiamo, Maestà. Maga Mari-bò? Maga Maribò?MAGA: Comandi, Maestà.RE: Fai subito una magia per togliere l’incan-tesimo a quelle due armature.

MAGA (maldestra, sbaglia incantesimo) Subito, Maestà. Acca balacca, balacca, balacca!RE: Sei sempre la solita sbadata. Guarda cos’hai combinato: hai fatto addormentare i due bambini!MAGA: Scusate tanto. Sono proprio una pa-sticciona. Adesso aggiusto le cose.RE: Sarà meglio!MAGA: Zumpappero, zumpappà … le armatu-re si fermino qua.RE: Guarda, guarda. Ecco la causa di questo incantesimo: sono quei due folletti.FOLLETTI: Pietà! Volevamo solo scherzare! Pietà!

RE: Servitori?SERVITORI TUTTI: Eccoci Maestà!RE: Portate via quei due fol-letti.SERVITORI TUTTI: Subito Maestà! Andiamo via!FOLLETTI: Pietà! Volevamo solo scherzare! Poveri noi! Pietà!RE: eh per questa volta sare-te graziati cari folletti bric-concelli! Per frvi perdonare dovete organizzare una bella

festa per quando si sveglieranno i nostri pic-coli amici!! Su, su, svelti!FOLLETTI: Urrà!!! Svegli tutti che si fa fe-sta!!!PITTORE: Oh, finalmente posso dipingere il mio quadro. Ecco fatto!RE: Molto bene, possiamo riprendere le danze. TUTTI: Urrà!

Redazione:claun Cotton Fiocc (Monica Candioli)claun Esquis (Alessandra Binacchi)claun Giokabalù (Annarita Braga)claun Lucchetto (Luca Torri)claun Pallola (Paola Brena)claun Sonnolento (Michele Riva)claun Strabucco (Cristina Casali)

Presidente:claun Tziolupo (Paolo Brunelli)

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