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FONDAZIONE GEOMETRI ITALIANI Poste Italiane Spedizione in a.p. -45% art. 2 comma 20/b L. 662/96 aut. n. DCB/CZ/17/2004 valida dal 19/01/04 In caso di mancato recapito restituire al CMP di Lamezia Terme. Il mittente si impegna a pagare la relativa tariffa. anno I MARZO - APRILE 2009 2 numero IL PUNTO DI VISTA Ambiente e gestione del territorio Diritti, vincoli e responsabilità SOCIETÀ E COSTUME “I miei studi da geometra? Ottima preparazione Ma che fatica con Estimo…” Intervista a Piergiorgio Odifreddi BENI CULTURALI Il ‘Diamante’ di Enel Dall’unione fra tecnologia e ‘proporzioni auree’ energia solare per il parco mediceo di Villa Demidoff CITTÀ Da Audis, la Carta per la Rigenerazione Urbana delle città italiane DOSSIER A Dubai una torre rotante made in Italy rivoluziona il concetto di edificio e di immobile Intervista a Graziantonio Pallotta “Ci sono tanti tipi di bellezza quanti sono i modi abituali di cercare la felicità”. Charles Baudelaire

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201989-2009anni

MAR - APR 2009

FONDAZIONE GEOMETRI ITALIANI

Poste Italiane Spedizione in a.p. -45%

art. 2 comma 20/bL. 662/96

aut. n. DCB/CZ/17/2004valida dal 19/01/04

In caso di mancato recapito restituire al CMP di Lamezia Terme.Il mittente si impegna a pagare la relativa tariffa.

anno IMARZO - APRILE 2009 2numero

IL PUNTO DI VISTAAmbiente e gestionedel territorioDiritti, vincoli e responsabilità

SOCIETÀ E COSTUME“I miei studi da geometra?Ottima preparazioneMa che faticacon Estimo…”Intervista a Piergiorgio Odifreddi

BENI CULTURALI Il ‘Diamante’ di EnelDall’unione fra tecnologiae ‘proporzioni auree’ energia solare per il parco mediceo di Villa Demidoff

CITTÀ Da Audis, la Carta per la Rigenerazione Urbana delle città italiane

DOSSIER

A Dubai una torre rotante made in Italy rivoluziona il concetto di edifi cio e di immobile Intervista a Graziantonio Pallotta

“Ci sono tanti tipi di bellezza quanti sono i modi abituali di cercare la felicità”.Charles Baudelaire

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GEOCENTRO/magazinePeriodico bimestrale

N. 2 Marzo - Aprile 2009

DIRETTORE RESPONSABILEFranco Mazzoccoli

COMITATO Fausto Amadasi

Carmelo GarofaloBruno Razza

Mauro CappelloStig Enemark

Norbert LantschnerPier Luigi Maffei Franco MinucciMarco Simonotti

COORDINAMENTO REDAZIONE

GMPRgroup - Claudio Giannasi Tel. 051 2913901

[email protected]

A.D. e IMPAGINAZIONE Filippo Stecconi

Francesca Bossiniwww.spaziolandau.it

Con la collaborazione diFabrizio Alvisi

EDITOREFondazione Geometri Italiani

Via Barberini, 6800187 Roma

Tel. 06 42744180 Fax: 06 42005441

Segreteria: Adriana Meco

PER QUESTO NUMEROSI RINGRAZIA

Leonardo BaldassariGiuseppe ForestoElisabetta Savoldi

Giulio SicaMariangela Scotti

STAMPARubbettino

Industrie grafi che ed editoriali

Carta interni: riciclata Cyclus Print gr.115

www.polyedra.com

RESPONSABILE TRATTAMENTO DATI

Franco Mazzoccoli

PUBBLICITÀPlusservice Srl

Tel. 051 [email protected]

IN COPERTINA

A Dubai una torre rotante made in Italy rivoluziona il concetto di edifi cio e di immobile Intervista a Graziantonio Pallotta

Progettato dall’architetto Fisher è il primo edifi cio rotante della storia dell’architettura. 400 metri di altezza e 80 piani realizzati con moduli assemblabili prefabbricati ad Altamura.

(Immagine di copertina ©David Fisher Architect)

DOSSIER a pag. 56

2MARZO - APRILE 2009

16 IL PUNTO DI VISTA Ambiente e gestione del territorio Diritti, vincoli e responsabilità di Stig Enemark

30 AMBIENTE E TERRITORIO I colori nell’arte, nel paesaggio e nell’architettura A colloquio con i geni della storia

32 PROGETTI CityLife, tre torri cultura e qualità della vita per cambiare lo skyline di Milano

6 INTERVENTI Geocentro Conoscenza e creatività per nuovi valori di Franco Mazzoccoli

Albo unico dei tecnici superiori Il progetto degli Ordini in sintonia con la riforma del Ministro Gelmini di Fausto Savoldi

10 PREVIDENZA Everywhere: la tua Cassa di previdenza è ovunque tu sia di Franco Minucci

13 AVVENIMENTI L’architettura sostenibile in mostra a Ecopolis. Appuntamento alla Fiera di Roma dall’1 al 3 aprile

COPYRIGHTÈ vietata la riproduzione, anche parziale, di articoli, fotografi e e disegni senza la preventiva

autorizzazione.

Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 250 del 29 maggio 2003

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48 SOCIETÀ E COSTUME “I miei studi da geometra? Ottima preparazione Ma che fatica con Estimo…” Intervista a Piergiorgio Odifreddi

52 ESTERO Il Sudafrica e i Mondiali di calcio 2010. Un progetto per lo sviluppo del Continente

60 TECNOLOGIE E MATERIALI Componenti dell’involucro edilizio I serramenti esterni e l’isolamento acustico di Leonardo Baldassari

64 FORMAZIONE La qualifi cazione energetica degli edifi ci Raccolta preliminare dei dati e defi nizione principali parametri di Mauro Cappello

68 AZIENDE Alite Group Architettura etica ed edilizia sociale Intervista a Mauro Spagnolo

72 NORME E LEGGI Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro Cosa cambia con il nuovo Testo unico di Giulio Sica

76 COMUNICAZIONE Bando di concorso nuovo logo CNGeGL Il vincitore e i progetti premiati

80 FISCO E FINANZA Gli studi di settore in tempo di crisi Iniziative in corso e consigli utili di Giuseppe Foresto

86 MULTIMEDIA Rifi uti elettronici e ambiente Dove fi niscono i vecchi computer che non servono più?

88 REDAZIONALI Imaging Station. Da Topcon una soluzione innovativa ideale per l’utilizzo in ambito archeologico

Consolidamento dei fabbricati Un sistema innovativo da Novatek

PFGPS K800 il primo GPS made in Italy costruito intorno a Pregeo

90 NEWS

94 MEDIATECA50

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36 CITTÀ Da Audis, la Carta per la Rigenerazione Urbana delle città italiane

38 OSSERVATORIO Expo 2015. Le città italiane a fi anco di Milano Idee e progetti in cantiere

40 BENI CULTURALI Il ‘Diamante’ di Enel Dall’unione fra tecnologia e ‘proporzioni auree’ energia solare per il parco mediceo di Villa Demidoff

44 APPROFONDIMENTI Mercato immobiliare Gli standard valutativi internazionali di Marco Simonotti

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GeocentroConoscenzae creatività per nuovi valori

“Un processo senza punti di partenza né punti di arrivo in cui estro ed esattezza, pressappoco e precisione, linee rette e linee curve, incessantemente si alterano e si intrecciano” cosi come scritto dal Sociologo Domenico De Masi.La Creatività è uno degli asset più importanti ed in ogni istituzione c’è la necessità di ascoltare le nuove idee, di supportarle ed organizzarle, altrimenti si rischia di non avere innovazioni. Il segreto è quello di dare vita a nuovi Valori. Nuovo valore che va riconosciuto alla professione del Geometra che sta innovandosi con la dimostrata capacità di sapersi ricollocare, che si muove nel mondo con la FIG (Federazione Internazionale dei Geometri), riconosciuta dall’ONU.Una Federazione che rappresenta i geometri professionisti di 100 Paesi nel Mondo e che per il mandato 2007-2010, si è proposta come filo conduttore della propria attività il tema “Building the Capacity”. Tale tema fa riferimento alla necessità di costruire delle competenze nei paesi in via di sviluppo, al fine di vincere le sfide della lotta alla povertà e di gettare le basi per un futuro sostenibile. Inoltre, al tempo stesso, appropriate competenze sono necessarie nei paesi occidentali per affrontare gli ostacoli futuri in termini di sviluppo istituzionale e organizzativo per quanto riguarda il rilevamento e la gestione del territorio. In definitiva, la FIG ha intenzione di battersi per migliorare

Con il primo numero (Gennaio - Febbraio) di “GEOCENTRO/magazine” Bimestrale dei Geometri e Geometri Laureati (interamente stampato su carta riciclata) per l’anno 2009 ci siamo imposti la “sfida ambiziosa” di rinnovare radicalmente contenuti, linguaggio e veste grafica della testata nata trent’anni fa.Siamo al nostro secondo numero, Marzo-Aprile, e questa sfida per noi continua. E’ una sfida con noi stessi non con altri avversari. E’ lo spirito con il quale vogliamo affrontare l’evoluzione dei tempi e comunicare l’attenzione che la nostra categoria professionale ha nei confronti di fatti, temi, ricerche e nuove tendenze, in sostanza evolversi: sviluppando conoscenza e creatività.Il 2009, cosi come ha proclamato la Commissione Europea a Bruxelles, è l’Anno della Creatività e dell’Innovazione, che in questi tempi di crisi dichiarata possono venirci senz’altro in aiuto.La Creatività, come qualcuno ha spiegato, “non è forma ma sostanza, è la brillante risoluzione di qualsiasi problema della quotidianità”; è la risorsa più feconda dell’umanità. Oggi più che mai tutte le scoperte scientifiche e le grandi realizzazioni non sono attribuibili ad un unico autore ma al risultato di un complesso lavoro di squadra di figure professionali di diverse formazioni e specifiche competenze.

INTERVENTI

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Va sottolineato che è un vero e proprio saggio che sintetizza in modo esemplare la natura e le prospettive future della professione di geometra. Molti dei riferimenti riguardano sistemi giuridici basati sul Diritto di tipo anglosassone e possono risultare un poco alieni alla nostra esperienza in Italia. Le conclusioni cui giunge Enemark sono significative: la gestione del territorio richiede interventi normativi proposti da chi, grazie ad una adeguata formazione, ne ha conoscenza autentica. Da chi sa rappresentare lo spazio, ma al tempo stesso ne vive realmente tutte le sfumature umane e sociali, il Geometra… Un Tecnico, ma anche, a modo suo, un antropologo.Nella rubrica “Società e Costume” di questo numero pubblichiamo un’interessante intervista a Piergiorgio Odifreddi, matematico ed esperto di fama internazionale, con i suoi ricordi di diplomato geometra ed alcune riflessioni sul ruolo e l’importanza della formazione tecnica.‘Beni culturali’ ospita, invece, un articolo su il Diamante, un’innovativa e affascinante centrale ad energia solare di nuova generazione realizzata da Enel Ricerca, la cui forma si ispira al dodecaedro di Leonardo-Pacioli e alle cupole geodetiche realizzate negli anni ’50 dall’architetto americano Richard Buckminster Fuller e il cui primo esemplare verrà collocato nella cornice del parco mediceo di Villa Demidoff.Ampio spazio è dedicato alle città, con la Carta sulla rigenerazione urbana realizzata da AUDIS e ad importanti realizzazioni architettoniche, come la Torre rotante che verrà costruita a Dubai, su progetto dell’architetto Fisher e grazie agli innovativi moduli prefabbricati ed assemblabili realizzati ad Altamura dalla società del geometra e imprenditore Graziantonio Pallotta che abbiamo intervistato.Daremo, poi, conto del progetto vincitore del Bando di concorso internazionale per la progettazione del logo delle sue declinazione per il Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati e delle proposte classificatesi al secondo e terzo posto. Mi piace concludere questo intervento con la segnalazione del tema trattato nella rubrica “Ambiente e territorio”, ovvero il colore, o meglio i colori nel loro rapporto con il paesaggio urbano e gli ambiti del costruire e dell’architettura. Tema che introduciamo con delle riflessioni e osservazioni svolte nei secoli da alcuni geni della storia e al quale rendiamo, a nostro modo, un piccolo omaggio. Sulla testata di copertina di questo numero, infatti, la scritta “MAGAZINE” è di colore ROSSO.Colore che recenti studi della Università Canadese British Columbia dimostrano essere propedeutico per favorire “la memoria dei dettagli e rendere le persone più precise”.

Franco Mazzoccoli

(Direttore di GEOCENTRO/magazine)

a livello mondiale la condizione della professione sia tramite la formazione, sia tramite la pratica effettiva. Cercherà di promuovere convergenze politiche a livello internazionale e nazionale; di favorire lo sradicamento della povertà, la democratizzazione e di facilitare la sostenibilità economica, sociale ed ambientale. La FIG può sostenere la creazione di tali competenze in tre modi:

Sviluppo professionale: la FIG organizza un forum • a livello mondiale per la discussione e lo scambio di esperienze e la conoscenza di nuovi sviluppi all’interno degli stati membri. Tale forum coinvolge anche i singoli professionisti competenti nei vasti settori della topografia, del trattamento dei dati geografici e della gestione del territorio. Ecco quindi la nascita dell’attività delle 10 commissioni nell’ambito dei relativi gruppi di lavoro e seminari, nonché l’organizzazione di conferenze annuali e regionali della FIG. Il forum mondiale offre l’opportunità di partecipare allo sviluppo di molti aspetti dell’esercizio professionale e delle varie discipline (etica, standard, formazione e tirocinio, oltre a tutta una serie di varie competenze specifiche).Sviluppo istituzionale: la FIG, per meglio fronteggiare • le sfide del futuro, sostiene la creazione di competenze nell’ambito della mappatura del territorio e delle istituzioni catastali, dei collegi nazionali dei geometri e associazioni equivalenti. La FIG fornisce, inoltre, un sostegno istituzionale ai singoli paesi membri e alle regioni per ciò che concerne la creazione di competenze di base in termini di percorsi formativi e organizzazioni professionali. Queste ultime devono tener conto dei meccanismi fondamentali per la crescita professionale: standard, etica e codici deontologici al servizio dei clienti.Sviluppo globale: la FIG offre, inoltre, un forum • mondiale per lo sviluppo istituzionale in collaborazione con ONG internazionali, quali le Agenzie dell’ONU (FAO, UNDP, UNEP e l’HABITAT), la Banca Mondiale e organizzazioni dello steso tipo (GSDI, LAG, ICA, IHO, ISPRS). Tale collaborazione comprende un vasto numero di attività, come progetti comuni (La Dichiarazione di Bathurst e quella di Aguascalientes) e la creazione di politiche comuni (tramite tavole rotonde). Ciò conduce a sforzi congiunti riguardo a temi scottanti dell’agenda politica internazionale, come la riduzione della povertà o l’attuazione di uno sviluppo sostenibile.

Così la FIG gioca un ruolo decisivo nel miglioramento delle competenze nel progettare, costruire, gestire ed amministrare il territorio. Tutte attività che comprendono il proporre politiche sostenibili ed efficienti strutture catastali.Questo numero di GEOCENTRO/magazine riserva particolare spazio al testo dedicato alla tematica: “Ambiente e Gestione del Territorio” scritto dal Prof. Stig Enemark, Presidente della FIG.

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Albo unico dei tecnici superioriIl progetto degli Ordiniin sintonia con la riformadel Ministro Gelminidi Fausto Savoldi

(Presidente del Consiglio Nazionale Geometri

e Geometri Laureati e della Fondazione

dei Geometri Italiani)

di laurea o nel percorso dell’istruzione tecnica superiore.Soprattutto su quest’ultimo percorso si sta concentrando l’attenzione della categoria che plaude alle previsioni di riordino degli Istituti Tecnici. Proprio da questa riforma, che confidiamo non venga ulteriormente rinviata, parte il nostro ragionamento: gli Istituti tecnici hanno ottenuto pari dignità rispetto ai licei specialmente per far fronte alle necessità della moderna società che richiede accesso al mondo del lavoro senza attese di anni e soprattutto con conoscenze e capacità operative ottenute direttamente durante il secondo ciclo scolastico. Giusta quindi la previsione che il mondo del lavoro, imprese, professioni e industria, partecipino direttamente alla formazione dei tecnici, sin dagli ultimi anni del ciclo secondario, attuando accordi specifici con la scuola e creando il giusto raccordo tra quanto si impara e quanto si deve fare per concretamente operare.Tale previsione impone una straordinaria mobilitazione del nostro mondo professionale che sino ad oggi non ha avuto attitudine alcuna ad insegnare, lasciando questo compito al mondo della scuola e dell’università e, pertanto, accettando nei propri albi quanti venivano formati e consegnati da altri. Anche il tirocinio professionale, visto dai giovani come una inutile attesa ed un effettivo ostacolo temporale per l’inizio dell’attività, si è spesso dimostrato inefficace per non essere articolato per discipline e per non

Il progetto di raccogliere in unico Ordine professionale laureati triennali e tecnici con istruzione specialistica superiore sta prendendo piede e pare ben raccordarsi con l’imminente riorganizzazione degli Istituti Tecnici Italiani proposta dal Ministro Gelmini. Quindi, un unico Albo delle professioni tecniche intermedie che comprenderà coloro che - con una formazione post secondaria triennale inserita al livello D (4°) della direttiva europea 36/2005 sulle qualifiche professionali - intendono svolgere l’attività di Geometra, Perito agrario e Perito industriale. Alla proposta non manca il consenso delle forze politiche di entrambi gli schieramenti e confidiamo non mancherà il parere favorevole delle categorie dei laureati tecnici, sempre più consapevoli che le sezioni B dei loro Albi spesso sono zone di transito verso le sezioni A alle quali comunque creano ulteriori problemi di concorrenza sul mercato dei servizi professionali.Al di la del nome che le si vorrà dare, la nuova categoria di sicuro dovrà ricomprendere tecnici di alta specializzazione senza peraltro cancellare il nome ed il ruolo di tre storiche professioni ampiamente radicate nel mercato, attente ai bisogni della società e capaci di adattarsi all’evoluzione delle conoscenze della scienza e della tecnica. I geometri rimarranno geometri ma con conoscenze specialistiche nei settori di loro competenza acquisite nel percorso triennale

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avere alcuna forma di controllo e verifica dei risultati, ad eccezione dell’esame di Stato, anch’esso frequentemente non improntato alla seria verifica delle reali capacità operative. La categoria professionale dei geometri sta prendendo consapevolezza che il futuro se lo deve costruire o comunque deve contribuire a costituirselo. I saperi che derivano dall’esperienza e da lunghi anni di attività professionale devono essere trasferiti ai giovani perché essi stessi devono poter scegliere un’attività che li soddisfi economicamente e moralmente, scelta che non possono fare se la nostra attività non è conosciuta a fondo.Dagli Istituti tecnici usciranno dunque dei periti e soltanto una piccola parte di essi diverranno geometri partecipando alla formazione post secondaria già coscienti del lavoro che andranno a svolgere perché questo lavoro lo avranno già sperimentato negli studi professionali e nella stessa scuola dove la categoria interverrà a sostegno dell’insegnamento teorico.Ma la categoria è anche chiamata a dar vita all’Istruzione Tecnica Superiore, una vera e propria scuola di alta specializzazione nelle tre discipline fondamentali del proprio lavoro professionale: la topografia, l’edilizia e l’estimo, in alternativa ad un percorso universitario triennale che comunque richiederebbe un ulteriore periodo di approfondimento specifico sul saper fare. Una scuola gestita da fondazioni appositamente create con la partecipazione della stessa Università, degli Enti locali ed in genere del mondo delle attività edilizie, valutative e topografiche, in grado di creare specialisti al massimo livello di professionalità. Un impegno che richiederà che i migliori

e più esperti geometri si dedichino all’insegnamento sia all’interno dell’Istituto sia nei propri studi nei quali la presenza dei futuri colleghi sarà equiparata a vere e proprie ore di lezione. Un compito ed un’occasione quindi che non possiamo perdere per assicurarci un futuro che raccolga la tradizione e conservi un mercato come il nostro, capillarmente diffuso in ogni angolo del paese.La partecipazione alla formazione dei futuri colleghi costituisce per la categoria l’occasione di proporsi come aggregazione di tecnici particolarmente attenti ai problemi della protezione e tutela dell’ambiente, ai temi riguardanti il contenimento dei consumi energetici e dell’inquinamento; tutti argomenti che il percorso scolastico secondario affronterà in modo specifico in coerenza con il nuovo indirizzo “Costruzioni, Ambiente e Territorio”.Per perseguire un tale obiettivo abbiamo chiesto la collaborazione ed il coinvolgimento di tutte le strutture di categoria: i Collegi provinciali e circondariali, la Fondazione dei geometri italiani, la Cassa di previdenza e le nostre Associazioni nelle quali l’amore per le rispettive discipline si coniuga con lo spirito di dedizione tipico del volontariato. Una sfida che prende avvio proprio al compimento dell’ottantesimo compleanno dall’emanazione del regolamento professionale (11/2/1929) che, di fatto, fece nascere una professione che oggi raccoglie oltre 100.000 iscritti negli Albi ed oltre 250.000 geometri dipendenti di strutture produttive ed amministrative pubbliche e private. Una sfida che non possiamo perdere, consapevoli del nostro passato e determinati ad affrontare un futuro nel quale intendiamo essere ancora protagonisti!

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PREVIDENZA

adeguamento ed innovazione tecnologica che rappresentano un modo nuovo, più moderno ed al passo coi tempi, di concepire la Cassa di Previdenza: più vicina ai Geometri, per aff rontare e risolvere ogni esigenza legata alla loro vita professionale e familiare. E’ la sfi da del futuro: far circolare rapidamente le informazioni, consentire l’accesso a tutti gli interessati, allargare la partecipazione per aff rontare meglio le singole questioni che si propongono ogni giorno e risolverle in modo rapido ed effi ciente.Per questo Everywhere presenta novità, soprattutto dal punto di vista tecnologico. Sul piano della sicurezza, grazie alle metodologie ed alle tecnologie adottate, sono garantiti i controlli sull’utenza che richiede l’accesso ai servizi. Tutte le richieste sono veicolate al sistema centrale del nuovo applicativo che eff ettua controlli molto approfonditi. Il nuovo sistema off re anche maggiore tempestività, perché tutte le informazioni visualizzate o modifi cate dal web agiscono in tempo reale sulla banca dati amministrativa, garantendo dati sempre aggiornati. Everywhere è anche di facile manutenzione: tutti i servizi o gli applicativi rilasciati on-line sono sempre allineati operativamente con quelli in uso internamente presso gli uffi ci CIPAG, poiché interrogano direttamente il sistema centrale, così che ogni eventuale modifi ca procedurale si rifl ette in tempo reale nei servizi esterni. Anche l’usabilità delle nuove funzioni è agevolata dalla gestione modulare degli applicativi, che consente di aggiornare i servizi esterni per renderli sempre più fruibili all'utenza.Con tutte queste caratteristiche Everywhere può essere considerato il fi ore all’occhiello della CIPAG, ma anche una solida piattaforma di partenza sulla quale fondare nuovi prodotti e servizi innovativi, a sostegno della tecnica e della professionalità dei Geometri Italiani. Con il nuovo sistema è possibile, ad esempio, la visualizzazione e la variazione dei dati anagrafi ci degli iscritti e di questo servizio, attivato recentemente in occasione dell’invio dei MAV minimi 2008, si sono già avvalsi oltre 17.000 geometri.Everywhere permette la verifi ca dei contributi dovuti e pagati,

È costato molto lavoro e tanta innovazione tecnologica, ma adesso il sistema di prossimità informatica in rete della Cassa Italiana di Previdenza ed Assistenza dei Geometri Liberi Professionisti è attivo su tutto il territorio nazionale. In ognuno dei 110 collegi provinciali e circondariali d’Italia, ma sopratutto comodamente da casa o dal proprio studio, i nostri iscritti possono usufruire di Everywhere, l’infrastruttura telematica d’avanguardia che consente a tutti i Geometri, registrati nell’Area Riservata del sito web della CIPAG, il collegamento diretto con la sede centrale di Roma, per garantire funzioni operative in tempo reale relative ai nostri servizi previdenziali ed assicurativi.Le linee ispiratrici comunicate ai progettisti ed ai tecnici informatici impegnati nella realizzazione di Everywhere, si sono fondate sul concetto più avanzato di immediate availability, allo scopo di off rire sul territorio in modo facile, semplice ed estremamente fruibile tutti i sistemi di monitoraggio ed aggiornamento dati relativi alla posizione di ciascun iscritto. Non sarà necessario spostarsi per svolgere le pratiche previdenziali più complesse, né per ottenere informazioni dettagliate sulla propria situazione previdenziale e contributiva. Ovunque in Italia ed all’estero uno sportello telematico della Cassa di Previdenza sarà sempre a disposizione e annullerà le distanze con il cuore dell’elaboratore centrale contenente tutte le informazioni relative ai Geometri che hanno affi dato la loro sicurezza e serenità alla CIPAG.L’area riservata del sito, nata 10 anni fa, ha subito un completo restyling grafi co, che corrisponde ad nuova struttura logica, più navigabile e capace di incrementare il numero dei servizi off erti. Il nuovo sistema off re oggi un più agevole e preciso reperimento delle informazioni, grazie allo sviluppo di applicativi che interrogano in tempo reale la banca dati istituzionale.Questo progetto, si inquadra in una serie di iniziative di

Everywhere:la tua Cassadi previdenzaè ovunque tu siadi Franco Minucci

(Direttore Cassa Italiana Previdenza

ed Assistenza Geometri Liberi Professionisti)

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si va diff ondendo come la nuova mentalità, in cui la fruibilità immediata di sistemi informatici avanzati è legata alla presenza capillare e di prossimità, cioè alla vicinanza all’utilizzatore fi nale. Così facendo si risparmia carta, si abbreviano i tempi burocratici, si conservano meglio i dati, si comunica rapidamente con maggiore sicurezza ed effi cienza. Inoltre la disponibilità costante delle informazioni che lo riguardano consente a ciascun Geometra iscritto di controllare la correttezza dei propri dati e di valutare tempestivamente nuove opportunità previdenziali ed assistenziali, che spesso si modifi cano rapidamente a seguito del mutare del proprio quadro familiare, dell’andamento del mercato professionale, della contingenza economica e fi nanziaria del Paese. L’investimento che la CIPAG ha destinato alla realizzazione di queste nuove procedure informatiche sarà ripagato dalle economie di bilancio che si verifi cheranno per i

suddivisi per anno di iscrizione, con indicazione del reddito dichiarato ed evidenziazione di eventuali debiti riferiti alla contribuzione soggettiva ed integrativa. Inoltre è possibile la visualizzazione e la stampa del proprio estratto conto assicurativo, per i soli anni di iscrizione alla Cassa come contribuente e quindi validi ai fi ni previdenziali, con la possibilità di inoltro immediato della richiesta di rettifi ca dei dati riscontrati inesatti o mancanti. E’ disponibile, altresì, il calcolo ipotetico della pensione in relazione alla regolarità contributiva accertata al momento del calcolo e di particolare utilità, per gli iscritti, sarà la funzione off erta dal nuovo sistema per il calcolo del riscatto, comprensivi degli anni di praticantato, di iscrizione di solidarietà e di sanatoria. Il sistema verifi ca che vi siano le condizioni per l’accesso al riscatto per la singola tipologia scelta e quindi permette all’associato la selezione degli anni da riscattare per eff ettuare il relativo calcolo dell’onere, attualizzato ai criteri e ai parametri della recente modifi ca alle tabelle per la riserva matematica. Per i pensionati sarà possibile anche la visualizzazione dei dati della pensione in godimento e verifi carne gli adeguamenti, le trattenute fi scali e ogni variazione.Come ora, sarà on-line anche la possibilità di compilazione ed invio del modello 17, con il calcolo ed il pagamento dei contributi direttamente tramite web e si potrà presentare anche la dichiarazione obbligatoria di non esercizio della professione, attestante la mancata denuncia di redditi aventi natura professionale. Particolare attenzione sarà riservata alla sezione dedicata ai nuovi servizi off erti in convenzione dalla Banca Popolare di Sondrio sia per quanto riguarda le procedure per la richiesta di mutui che per la carta di credito geometri. La piena operatività dei servizi di Everywhere per i Geometri e per i Collegi è stata assicurata e l’obiettivo è l’available for you, che nel mondo oggi

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ANNO I | n. 2 | MARZO - APRILE 2009

minori costi amministrativi, di materiali e di spese postali.Con questa nuova tecnologia la Cassa Italiana di Previdenza ed Assistenza dei Geometri Liberi Professionisti si assicura una serie di servizi telematici d’avanguardia che la pongono allo stesso livello di Enti di dimensioni molto più vaste e capillari, come i due principali colossi della previdenza pubblica e privata. Everywhere è uno strumento molto affi dabile e ben dimensionato, in grado di rispondere, con criteri rigorosi di economicità, alle esigenze presenti e future della Cassa di Previdenza, capace di dialogare con altri sistemi e d’interfacciarsi con altre banche dati rappresentando così una vera “eccellenza” della CIPAG, qualunque sia il quadro ordinamentale che si dovesse presentare nei prossimi anni nel mondo previdenziale italiano. Certamente sarà un punto di forza, sul piano più generale, per mostrare effi cienza e serietà

a coloro che ancora si ostinano a dubitare della solidità della gestione delle Casse di Previdenza private. Infi ne, anche a nome del Presidente Fausto Amadasi, devo esprimere un ringraziamento a tutti coloro che hanno consentito questo brillante risultato: ai professori del dipartimento di informatica e sistemistica dell’Università “La Sapienza”, al responsabile e ai tecnici dei nostri sistemi informativi e a tutto il personale amministrativo della CIPAG coordinato dai rispettivi dirigenti. L’augurio che tutti esprimiamo è quello di poter constatare in tempi brevi l’effi cienza e la straordinaria utilità delle prestazioni che Everywhere è in grado di erogare attraverso un suo intenso utilizzo da parte dei Geometri da sempre motivati a rapportarsi con le nuove tecnologie.

Rinnovata per i geometri la polizza sanitaria integrativaLa Cassa Italiana Geometri informa tutti i propri iscritti e i pensionati, aventi titolo, che è stata rinnovata con EMAPI la copertura assicurativa di assistenza sanitaria integrativa riferita a “Grandi Interventi Chirurgici e Gravi Eventi Morbosi” e che, pertanto, dal 16 aprile 2009 avrà inizio una nuova annualità assicurativa. Si ricorda che per gli iscritti che lo desiderino, è possibile - entro il 15 maggio p.v. - estendere o rinnovare, su base volontaria, la copertura al proprio nucleo familiare ovvero ampliare o rinnovare detta copertura con la Garanzia B “Globale”. Per maggiori informazioni: www.cassageometri.it o www.emapi.it dove è disponibile anche la modulistica necessaria.È possibile contattare direttamente EMAPI al numero verde 848881166 o allo 06/44250196 (per gli abbonati al distretto di Roma e per i cellulari).

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ek Rifl ettori accesi sulla prima edizione di Ecopolis, l’atteso appuntamento dedicato al tema della sostenibilità ambientale e della Città, destinato a diventare una ribalta importante anche per la categoria dei geometri. La tre giorni romana, in programma al quartiere fi eristico dall’1 al 3 aprile prossimi, ospiterà, infatti, la terza Assemblea dei Presidenti dei Collegi provinciali e circondariali d’Italia, indetta dal nuovo Consiglio Nazionale dei Geometri e Geometri Laureati e, anche grazie a questa iniziativa, si presenta come occasione importante per rinnovare il dibattito sulla “città ideale” di oggi e di domani: non più solo un concetto fi losofi co, ma un insieme di risposte e soluzioni innovative alle problematiche attuali.Tra gli argomenti principali della manifestazione, insieme al risparmio energetico, allo smaltimento dei rifi uti, alla mobilità, al risparmio idrico e alla salubrità ambientale, spicca il tema del Green building e del costruire secondo parametri che rispettino i principi della sostenibilità: una sfi da non da poco nel complicato panorama urbanistico italiano.L’Italia rappresenta, da sempre, una sorta di laboratorio permanente per la ricerca architettonica, data la complessità del suo paesaggio, la ricchezza delle risorse naturali e del patrimonio culturale e vista l’urgenza di riscattare l’immagine di un Paese che, anche a livello internazionale, appare in soff erenza a causa di decenni caratterizzati, oltre che da opere di urbanizzazione importanti, da fenomeni di speculazione edilizia e cattiva gestione del territorio.

Il meglio di…Obiettivo della fi era romana è portare alla ribalta le migliori soluzioni studiate da aziende ed enti pubblici, anche dal punto di vista dello sviluppo architettonico.Se è vero che il paesaggio tradizionale italiano ha subito, come detto, un cinquantennio connotato anche da abusi e condoni edilizi, saccheggio delle risorse, carenze nei controlli degli

smaltimenti industriali e inquinamento delle falde, va detto che oggi si assiste ad una inversione di tendenza che vede il mondo dell’architettura italiana porre al centro della sua ricerca le più attuali tematiche ambientali, di salvaguardia e valorizzazione del territorio, riuso dei materiali e risparmio energetico.L’auspicio - che è poi il valore portante della manifestazione -è che la sensibilità ecologica passi dall’essere una promessa promozionale, spesso disattesa nella realizzazione, all’essere un caposaldo della progettazione, per garantire la qualità della vita dei cittadini di oggi e delle generazioni future.In quest’ottica sulla passerella di Ecopolis 09 vedremo, quindi, sfi lare i vincitori di due interessanti concorsi di “architettura sostenibile” scaturiti entrambi dall’obiettivo di tracciare la nuova via italiana per la realizzazione delle future metropoli verdi e a misura d’uomo.

“Sustainab.Italy” - Mibac ParcIl primo è “Sustainab.Italy”, promosso e coordinato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione generale per la qualità e la tutela del Paesaggio, l’Architettura e l’Arte Contemporanee. Lo sguardo al futuro e la realizzazione “concreta” dei progetti più innovativi sono senz’altro gli elementi distintivi di “Sustainab.Italy”, nato da una “call for paper”, una chiamata pubblica indirizzata ai migliori progetti eco-sostenibili.L’appello collettivo è risuonato come una specie di concorso misto a una dichiarazione d’intenti programmatica, alla quale hanno aderito, entusiasti, le giovani promesse dell’architettura italiana.Tra i 174 progetti pervenuti ne sono stati selezionati 41, in gran parte già realizzati, che dopo aver calcato il palcoscenico internazionale del London Festival of Architecture, saranno in mostra ad Ecopolis.Uno degli aspetti più interessanti del progetto “Sustainab.Italy” è la varietà e la ricchezza dei temi aff rontati dagli architetti, che rispecchiano la complessità della domanda sociale e testimoniano la vitalità delle idee e la capacità di risposta alle esigenze della contemporaneità. Tutto ciò senza dimenticare la nutrita partecipazione di giovani talenti, provenienti da tutta Italia, che hanno saputo farsi strada tra le più note “archistar”, a garanzia di un salutare ricambio generazionale.Ben 25 dei lavori selezionati sono già stati realizzati in Italia e all’Estero (Portogallo, Burkina Faso, Brasile, Cina) a testimonianza di come l’architettura italiana non sia più imprigionata nel falso mito delle belle idee diffi cilmente concretizzabili.

AVVENIMENTI

L’architettura sostenibilein mostra a EcopolisAppuntamento alla Fiera di Roma dall’1 al 3 aprile

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Protocollo d’intesa se fi rmato insieme a Legambiente, dal quale sono derivate numerose iniziative di successo.L’ultima in ordine di tempo è il Concorso di Progettazione Ecosostenibile che ha coinvolto tre aree del territorio italiano: i comuni di Pesaro, Foligno e Urbino e che ha visto una prima selezione dei progetti più interessanti a fi ne Gennaio.Una giuria prestigiosa, composta da professionisti del calibro di Mario Cucinella, sta scegliendo in questi giorni i nomi degli architetti che verranno premiati direttamente sul palco di Ecopolis il giorno 3 aprile.La grande partecipazione al concorso, come sottolineato dal Direttore generale di ANCAB, Livio Pilot, è legata anche al suo carattere di fattibilità e concretezza: gli architetti vincitori diventeranno progettisti delle opere, destinate ad un reale uso abitativo per i soci delle cooperative stesse.La progettazione dovrà avvenire entro i rigidi parametri economici fi ssati dalle coop e la strada obbligata per raggiungere questo risultato sarà nell’uso sapiente di diversi fattori, tra cui ad esempio l’energia prodotta da fonti rinnovabili.Anche grazie a queste interessanti iniziative Ecopolis si conferma quindi una grande fucina di idee e un’occasione di incontro privilegiata per dare visibilità alla rivoluzione architettonica in atto nel nostro paese, favorendo la comunicazione a più livelli tra i vari soggetti coinvolti, istituzioni comprese, e ponendo le basi concrete per un eff ettivo cambiamento di rotta verso una società ecologicamente orientata.

L’impegno delle CooperativeIl secondo concorso/mostra ospitato da Ecopolis è invece coordinato da ANCAB - Legacoop.Tratto distintivo del progetto promosso dall’Associazione Nazionale Cooperative di Abitanti è la “fattibilità” e l’attenzione ai costi: uno dei modi di espressione della sostenibilità è, infatti, nella possibilità di realizzare opere sostenibili senza impiegare budget esorbitanti e riutilizzando gli strumenti e i materiali disponibili.ANCAB, che già da tempo si occupa di programmi edilizi per l’accesso alla casa in proprietà o in locazione, destinati a tutte le fasce sociali, negli ultimi anni ha focalizzato la propria attenzione sui processi di trasformazione urbana sostenibile.L’impatto che il mondo delle costruzioni ha sull’ecosistema è indiscutibilmente determinante, e dalle soluzioni che in questi anni verranno studiate passerà la vera rivoluzione nei comportamenti sociali.L’approccio ecosostenibile che l’Associazione ha scelto di seguire si fonda su tre principi essenziali: l’attenzione ai cittadini/abitanti, poiché lo spazio urbano deve essere inteso al loro servizio; l’attenzione al luogo, perché la costruzione non può prescindere dai fattori ambientali e dalle caratteristiche del sito di riferimento, e la capacità di coordinare tutte le fasi del processo edilizio per essere in grado di aff rontare in modo integrato le diverse problematiche: economiche, sociali ed ecologiche cui si va incontro.I primi interventi in tale direzione risalgono al 2006 e al

CNGeGLL’Assemblea dei Presidenti ad EcopolisLa partecipazione ad Ecopolis del Consiglio Nazionale dei Geometri e Geometri Laureati (presente con un proprio spazio espositivo -D/18, piano terra, Pad. 7) vedrà il suo momento principale nella giornata del 2 aprile con lo svolgimento, presso il Centro Convegni della Fiera di Roma (padiglione 10), della terza Assemblea dei Presidenti e Componenti i Consigli dei Collegi d’Italia L’evento sarà l’occasione per esaminare i vari aspetti del tema “ambiente” e prendere a livello locale le iniziative più idonee a qualifi care l’attività professionale dei geometri nel progettare interventi edili ecocompatibili e nel recupero del costruito esistente con l’attenzione al risparmio energetico.

Chi partecipa a Ecopolis

Espositori Le aziende più innovative al mondo (Multinazionali,

Grandi Imprese, PMI, Public Utilities) in grado di proporre tecnologie (nuove e consolidate) e modelli funzionali per la sfi da rappresentata dalla realizzazione della città sostenibile;

Le città che oggi si propongono come modello di riferimento in uno o più ambiti, con le loro buone pratiche, o che hanno iniziato un percorso di miglioramento della qualità urbana.

Visitatori Amministratori e livelli tecnici (riferiti ai vari ambiti

merceologici) delle principali città del mondo interessati a entrare in contatto con i players di riferimento dei vari settori;

Dirigenti e operatori delle Public Utilities; Scienziati e ricercatori operanti su progetti di ricerca

e innovazione nei settori specifi ci e al tema in generale; Progettisti, impiantisti e tecnici; Architetti, geometri, ingegneri; Energy Manager; Multiutility e ESCO; Associazioni professionali internazionali e nazionali riferite

ai vari settori; Associazioni di cittadini; Università; Enti di ricerca

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IL PUNTO DI VISTA

Al giorno d’oggi, il contesto teorico universalmente condiviso riguardo a tutti i sistemi di gestione del territorio è il raggiungimento di uno sviluppo sostenibile (nei suoi tre principi di base: sviluppo economico, sociale e ambientale e con l’aggiunta del quarto requisito di una corretta amministrazione). I Sistemi di Gestione del Territorio sono alla base della defi nizione dei diritti, dei vincoli e delle responsabilità che coinvolgono le persone, le politiche di gestione e gli spazi antropizzati.I diritti di proprietà sono solitamente legati al possesso e alla titolarità. I vincoli, invece, riguardano l’uso e le attività svolte sul territorio. Parlando di “responsabilità” ci si riferisce più che altro ad un coinvolgimento sociale ed etico e ad una propensione verso la gestione sostenibile dell’ambiente e verso una sua corretta antropizzazione.Questo nostro contributo vuole fornire un quadro generale che consenta di comprendere il concetto di “sistemi di gestione del territorio” tale da poter aff rontare i problemi connessi ai diritti, ai vincoli e alle responsabilità per ogni futura amministrazione dei vari tipi di spazi defi niti.

Today the accepted theoretical framework for all land administration systems is delivery of sustainable development. - the triple bottom line of economic, social, and environmental development, together with the fourth requirement of good governance. Land Administration Systems are the basis for conceptualizing rights, restrictions and responsibilities related to people, policies and places. Property rights are normally concerned with ownership and tenure whereas restrictions usually control use and activities on land. Responsibilities relate more to a social, ethical commitment or attitude to environmental sustainability and good husbandry. Th is paper provides an overall understanding of the concept of land administration systems for dealing with rights, restrictions and responsibilities in future spatially enabled government. PROPERTY RIGHTS“Civilized living in market economies is not simply due to greater prosperity but to the order that formalized property rights bring” (Hernando de Soto, 1993).Th e quote is from a famous article “Th e Missing Ingredient” in Th e Economist, September 1993. Th e quote may also be used as an

Ambiente e gestionedel territorioDiritti, vincolie responsabilitàdi Stig Enemark

(Presidente della Federazione Internazionale

Geometri - FIG)

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DIRITTI DI PROPRIETÀ“La vita sociale nelle economie di mercato non è semplicemente dovuta alla maggior prosperità, ma all’ordine derivante da leggi formali sui diritti di proprietà” (Hernando de Soto, 1993).Questa citazione è tratta dal famoso articolo “Th e Missing Ingredient” -L’ingrediente mancante-, nel Th e Economist, 1993. Tale citazione può essere utilizzata quale espressione dell’importanza che le organizzazioni come l’ONU, la FAO, e l’Habitat attribuiscono all’istituzione di sistemi catastali. Anche la Banca Mondiale ha riconosciuto l’importanza di costituire appropriati sistemi di amministrazione del territorio come base per lo sviluppo economico, per la coesione sociale e per la sostenibilità ambientale. L’accertamento esatto dei diritti fondiari è visto come l’elemento di fondo in un processo in cui la “terra” è sempre maggiormente il “bene fondamentale”.Nella cultura occidentale sarebbe diffi cile concepire una società priva di diritti fondiari come un motore per lo sviluppo e la crescita economica. La proprietà non è solo un “bene economico”. Consolidati diritti di proprietà forniscono un senso di identità e di appartenenza che va ben oltre e sorregge i valori di democrazia e di libertà umana. Va detto anche che, da un punto di vista storico, i diritti fondiari si sono evoluti in modo tale da incentivare il mantenimento della fertilità del suolo, gli investimenti legati al mercato dei terreni e la gestione sostenibile delle risorse.Di conseguenza, i diritti di proprietà vengono normalmente gestiti bene nelle economie moderne. Tra i diritti umani riconosciuti universalmente ci sono quelli relativi al possesso ed ai contratti d’affi tto a lungo termine. Solitamente, tali diritti sono amministrati attraverso i sistemi di registrazione catastale sviluppatisi nei secoli. Anche altri diritti, come il comodato e il prestito ipotecario, vengono spesso inclusi in tali procedure formali.Nel mondo, i sistemi catastali sono organizzati in diversi modi, soprattutto se si considera la componente della Registrazione Catastale vera e propria. Di base, se ne possono identifi care due tipi: il sistema contrattuale e il sistema basato sui diritti sul territorio. La diff erenza tra i due riguarda lo sviluppo culturale ed il contesto giuridico del paese. Il distinguo principale, comunque, sta nel fatto che solo la transazione venga registrata (sistema contrattuale) o che invece ogni diritto venga documentato e accertato uffi cialmente (sistema basato sui diritti sul territorio). Il primo sistema non è altro che un registro di proprietari che s’incentra su “chi possiede cosa”, mentre il secondo è un registro delle proprietà che illustra “cosa è posseduto da chi”. Gli aspetti culturali e giuridici dipendono dal fatto che un paese si basi su un codice legislativo derivante dal Diritto Romano (il primo caso) o su un ordinamento basato sulla Common Law di origine anglo-germanica (il secondo caso). Ovviamente, tale distinzione è legata anche alla complessa storia della varie colonizzazioni.In ogni caso, questi sistemi - legali o formali che siano - non sono utili alle tante persone i cui diritti sulla proprietà

expression of the importance that international organizations, such as the UN, FAO, and Habitat attach to building cadastral systems. Th e World Bank has also recognized the importance of establishing appropriate land administration systems as a basis for generating economic development, social coherence and environmental sustainability. Security in land rights is seen as a basic element in this process where land is increasingly seen as a key asset.In the Western cultures it would be hard to imagine a society without having property rights as a basic driver for development and economic growth. Property is not only economic asset. Secure property rights provide a sense of identity and belonging that goes far beyond and underpins the values of democracy and human freedom. Historically, however, land rights evolved to give incentives for maintaining soil fertility, making land-related investments, and managing natural resources sustainably. Th erefore, property rights are normally managed well in modern economies. Th e main rights are ownership and long term leasehold. Th ese rights are typically managed through the cadastral/land registration systems developed over centuries. Other rights such as easements and mortgage are often included in the registration systems.Cadastral Systems are organized in diff erent ways throughout the world, especially with regard to the Land Registration component. Basically, two types of systems can be identifi ed: the Deeds System and the Title System. Th e diff erences between the two concepts relate to the cultural development and judicial setting of the country. Th e key diff erence is found in whether only the transaction is recorded (the Deeds System) or the title itself is recorded and secured (the Title System). Th e Deeds System is basically a register of owners focusing on “who owns what” while the Title System is a register of properties presenting “what is owned by whom”. Th e cultural and judicial aspects relate to whether a country is based on Roman law (Deeds Systems) or Germanic or common-Anglo law (Title Systems). Th is of course also relates to the history of colonization.However, these legal or formal systems do not serve the millions of people whose tenures are predominantly social rather than legal. “Rights such as freehold and registered leasehold, and the conventional cadastral and land registration systems, and the way they are presently structured, can not supply security of tenure to the vast majority of the low income groups and/or deal quickly enough with the scale of urban problems. Innovative approaches need to be developed” (UN- HABITAT 2003). Th is should include a “scaling up approach” that include a range of steps from informal to more formalised land rights. Th is process does not mean that the all societies will develop into freehold tenure systems. Figure 2 shows a continuum of land rights where each step in the process can be formalised, with registered freeholds off ering a stronger protection, than at earlier stages.

Comparing Cadastral Systems A website has been established http://www.cadastraltemplate.org to compare cadastral systems on a worldwide basis. About 40 countries are currently included (August 2007) and the

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fondiaria sono legati agli aspetti sociali piuttosto che a quelli legali. “I diritti di proprietà fondiaria (assoluta) e di proprietà concessa (relativa) e i sistemi catastali convenzionali, così come attualmente strutturati, non possono garantire titoli certi alla maggioranza dei gruppi a basso reddito e/o fornire adeguate risposte ai problemi sempre maggiori delle realtà urbane. E’ necessario sviluppare nuovi approcci” (UN -Habitat 2003). Tutto ciò va realizzato attraverso una serie di “tappe”, passi graduali che conducano da diritti fondiari informali a titoli formalmente strutturati. Un tale processo non signifi ca certo che tutte le società debbano evolversi verso un sistema di titoli assoluti di proprietà della terra. La fi gura 2 mostra un continuum di diritti fondiari all’interno del quale ogni passo di questo sviluppo può ottenere una sua defi nizione formale, con titoli assoluti uffi cialmente certifi cati che off rano maggiore certezza di eff ettivo godimento del bene rispetto a documentati diritti parziali.

Confronto tra i Sistemi Catastali Per confrontare i sistemi catastali a livello mondiale, è stato creato il seguente sito web: http://www.cadastraltemplate.org. Attualmente vi sono inclusi 40 paesi (Agosto 2007) ed il numero è ancora in aumento. Questo sito web è il risultato diretto dell’operato del terzo gruppo di lavoro, “Catasto”, del PCGIAP (Comitato Permanente sulle Infrastrutture GIS di Asia e Pacifi co). Il sito presenta sostanzialmente un formulario che deve essere compilato dalle istituzioni catastali, presentando il proprio sistema catastale nazionale. L’obiettivo è comprendere il ruolo che il catasto riveste in ogni Stato o in ciascun NSDI (National Spatial Data Infrastructure). Ciò al fi ne di confrontare le iniziative più effi caci e migliorare i singoli sistemi catastali come componenti fondamentali di

number is still increasing. Th e web site is established as a result of one of the objectives of Working Group 3 “Cadastre” of the PCGIAP (Permanent Committee on GIS Infrastructure for Asia and the Pacifi c). Th e cadastral template is basically a standard form to be fi lled out by cadastral organizations presenting their national cadastral system. Th e aims are to understand the role that a cadastre plays in a state or a National Spatial Data Infrastructure (NSDI), and to compare best practice as a basis for improving cadastres as a key component of NSDIs. Th e Cadastral template project is carried out in collaboration with Commission 7 “Cadastre and Land Management” of the International Federation of Surveyors (FIG), which has extensive experience in comparative cadastral studies. (Steudler, et.al. 2004).It is generally accepted that a good property system is a system where people in general can participate in the land market having a widespread ownership where everybody can make transactions and have access to registration. Th e infrastructure supporting transactions must be simple, fast, cheap, reliable, and free of corruption. And the system must provide safety for housing and business, and for capital formation. It is estimated that only 25-30 countries in the world apply to these criteria.

PROPERTY RESTRICTIONSOwnership and long term leasehold are the most important rights in land. Th e actual content of these rights may vary between countries and jurisdictions, but in general the content is well understood. Rights to land also include the rights of use. Th is right may be limited through public land use regulations and restrictions, sectoral land use provisions, and also various kind of private land use regulations such as easements, covenants, etc. Many land-use rights are therefore in fact restrictions that control the possible future use of the land.

Figura 1. Mappa dei diff erenti sistemi catastali nel mondo (da Enemark 2004)Figure 1. World map of land registration systems (adapted from Enemark 2004)

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tutte le NSDI. Tale progetto viene realizzato in collaborazione con la VII Commissione FIG (“Catasto e Gestione del Territorio”), dotata di una vasta esperienza nel campo degli studi comparativi di diff erenti sistemi catastali.E’ risaputo che si ha un buon diritto fondiario laddove il comune cittadino può inserirsi nei meccanismi del mercato, essendo in possesso di titoli di proprietà riconosciuti, e può compiere transazioni e registrare i propri diritti. L’infrastruttura che deve sostenere le transazioni deve essere semplice, veloce, economica, affi dabile e scevra da corruzione. Un tale sistema deve garantire sicurezza negli alloggi, negli investimenti e nei capitali. Si ritiene che questi criteri siano applicati solo in 20-30 nazioni nel mondo.

VINCOLI RIGUARDANTI LA PROPRIETÀ La proprietà e le concessioni a lungo termine sono i diritti fondiari più importanti. Il contenuto specifi co di questi diritti può variare a seconda dei paesi e delle giurisdizioni, ma in generale esso è ben defi nito. I diritti fondiari comprendono anche i vincoli d’uso. Tali diritti possono essere limitati dalle leggi e dalle restrizioni relative al demanio statale, da vincoli d’uso di parti del territorio e da vari tipi di vincoli d’uso di proprietà privata, quali il comodato, accordi formali, ecc. Di fatto, molti diritti fondiari sono vincoli che condizionano il possibile utilizzo del territorio in futuro. Pianifi cazione dell’utilizzo del territorio e vincoli stanno diventando sempre più degli strumenti in grado di garantirne un’effi cace gestione, di fornire servizi ed infrastrutture, di proteggere e valorizzare l’ambiente urbano e rurale, di prevenire l’inquinamento e di perseguire uno sviluppo sostenibile. La pianifi cazione e le norme sulle attività del territorio possono cancellare i sistemi di gestione fondiaria e i diritti che questi ultimi sostengono. Questo confl itto si può spiegare illustrando due opposti punti di vista: l’approccio cosiddetto del libero mercato e quello della pianifi cazione centralizzata.

Libero mercato vs pianifi cazione centralizzataI sostenitori del diritto di proprietà sono dell’opinione che i proprietari non abbiano alcun obbligo verso chicchessia e debbano avere completa sovranità sui propri beni. Estremizzando questa visione, la possibilità di un governo di espropriare o di istituire vincoli d’uso (attraverso sistemi di pianifi cazione), o anche soltanto decidere la destinazione del terreno (piano catastale), potrebbe non esistere o essere fortemente limitata. I sostenitori di questa posizione argomentano che dei vincoli potrebbero essere imposti solo a fronte di un compenso pagato per la mancata opportunità di trarre profi tti (Jacobs 2007).Tuttavia, in Europa è presente anche un altro approccio. In base a questo secondo punto di vista, il ruolo di un governo democratico prevede la creazione di norme e pianifi cazioni del territorio ai fi ni della pubblica utilità. La pianifi cazione regolamentata è teoricamente ben distinta dall’idea di

Land-use planning and restrictions are becoming increasingly important as a means to ensure eff ective management of land-use, provide infrastructure and services, protect and improve the urban and rural environment, prevent pollution, and pursue sustainable development. Planning and regulation of land activities cross-cut tenures and the land rights they support. How these intersect is best explained by describing two confl icting points of view - the free market approach and the central planning approach.

The free market versus the central planning approach Th e property rights activists, most of them infl uenced by private ownership viewpoints, argue that land owners should be obligated to no one and should have complete domain over their land. In this extreme position, the government opportunity to take land

Figura 2. Continuum dei diritti fondiari (UN-Habitat, 2008)Figure 2. Continuum of land rights (UN-Habitat, 2008)

Informal land rights

Formal land rights

Registered freehold

Leases

Adverse possession

Group tenure

Occupancy

Anti evictions

Perceived tenure approaches

Customary

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esproprio di un bene privato a fronte di un compenso per un utilizzo ai fi ni pubblici. In questi ordinamenti, il presupposto storico in base al quale un proprietario terriero può fare qualsiasi cosa che non sia espressamente vietata dalle norme si tramuta nel principio secondo cui i proprietari possono fare soltanto ciò che è espressamente consentito, poiché tutto il resto è vietato. La contrapposizione tra questi due orientamenti è fortemente avvertita nelle nazioni in cerca di una stabilità economica. Il problema, tuttavia, consiste nel raggiungere il giusto equilibrio tra diritti dei proprietari e necessità e autorità del governo a regolamentare l’uso e lo sviluppo del territorio per il bene della società. Una risposta al dilemma va trovata in una politica di gestione del territorio nazionale che sappia equilibrare in modo ragionevole la facoltà dei proprietari di gestire i loro beni e quella del governo di fornire servizi e regolamentare la crescita per uno sviluppo sostenibile.

Questioni ambientaliLe politiche ambientali dovrebbero evidenziare il fatto che la crescita economica può andare di pari passo con la valorizzazione dell’ambiente. Nel loro sviluppo, le industrie devono tener ben presenti (dal punto di vista tecnico ed economico) le esigenze dell’ambiente. Ogni politica di sviluppo dovrebbe basarsi sul principio universalmente riconosciuto del “chi inquina, paga”. Le industrie dovrebbero essere situate in quei luoghi dove possano causare il minor inquinamento possibile e dovrebbero adottare le misure necessarie per prevenire al massimo tale inquinamento. Questi principi stanno alla base delle recenti iniziative sul commercio del carbone a livello nazionale e mondiale.Solitamente, le politiche ambientali includono provvedimenti che prevengono e controllano l’inquinamento dell’aria, del terreno e dell’acqua, così come norme che regolino l’inquinamento acustico e lo smaltimento dei rifi uti. Dovrebbero però essere comprese anche leggi riguardanti l’uso di tecnologie meno inquinanti. Norme simili possono essere applicate tramite l’obbligo di un’approvazione/autorizzazione preventiva per la creazione di ogni genere di industrie o attività considerate potenziali fonti di inquinamento. Tale approvazione dovrebbe garantire che le imprese soddisfi no determinati standard ambientali e tecnologici e, in tal modo, l’inquinamento di suolo, aria e acqua sia il minore possibile. Le politiche ambientali devono anche ricomprendere il trattamento delle acque di scarico attraverso protocolli che salvaguardino la qualità dei corsi d’acqua.

Sviluppo “informale” Lo sviluppo cosiddetto “informale” può prendere varie forme: l’occupazione di proprietà pubbliche vacanti, oppure l’occupazione e l’uso abusivo di proprietà privata a scopo edilizio senza le appropriate autorizzazioni da parte delle autorità preposte.

(eminent domain), or restrict its use (by planning systems), or even regulate how it is used (building controls) should be non-existent or highly limited. Proponents argue that planning restrictions should only be imposed after compensation for lost land development opportunities is paid (Jacobs 2007).Th roughout the European territory, another view appeared. In this, the role of a democratic government includes planning and regulating land systematically for public good purposes. Regulated planning is theoretically separated from taking private land with compensation and using it for public purposes. In these jurisdictions the historical assumption that a land owner could do anything than was not expressly forbidden by planning regulations changed into the diff erent principle that land owners could do only what was expressly allowed, everything else being forbidden. Th e tension between these two points of view is especially felt by nations seeking economic security. Th e question however is how to balance owners’ rights with the necessity and capacity of the government to regulate land use and development for the best of the society. Th e answer to this is found in a country’s land policy which should set a reasonable balance between the ability of land owners to manage their land and the ability of the government to provide services and regulate growth for sustainable development.

Environmental concernsEnvironmental policies should emphasise that economic growth can be achieved simultaneously with improvements to the environment. Industries must be able to absorb - constructively and economically - environmental considerations into their development. Policies may be based on the “polluter pays principle” which is internationally recognized. Enterprises should be located at a site causing least possible pollution and should adopt the measures necessary to prevent pollution to the greatest possible extent. Th ese principles are the basis of recent global/national carbon trading initiatives.Environmental policies normally include provisions to prevent and control pollution of air, earth and water, as well as provisions for noise and waste treatment. Requirements for use of the least pollution technology should also be included. Th ese requirements can be made operational through a statutory system of prior approval/authorization applying for the establishment of all kinds of plants or activities considered as potential sources of pollution. Th is approval should ensure that all enterprises meet a number of environmental and technological standards and so pollute soil, air and water as little as possible. Environmental policies may also include provisions for waste water treatment to be managed through the guidelines that safeguard the quality of watercourses.

Informal development Informal development may occur in various forms such as squatting where vacant state-owned or private land is occupied and used

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Non esiste una soluzione semplice ai problemi di prevenzione e regolamentazione dello sviluppo informale. Le questioni riguardano soprattutto il rapporto tra benessere economico a livello nazionale e grado di equità economica e sociale. Le soluzioni dei problemi hanno invece a che fare con la presenza di coerenti politiche di gestione del territorio, con un’amministrazione effi cace e con istituzioni solide. Una direzione verso le soluzioni può essere costituita dal concetto di gestione integrata del territorio come presentata in seguito, con un’attenzione particolare per le modalità di decentralizzazione, pianifi cazione unitaria e partecipazione pubblica. Sebbene alcune situazioni di sviluppo abusivo, come nel caso di realtà post-belliche, siano diffi cili da arrestare, molte altre potrebbero essere di gran lunga ridotte attraverso interventi del governo, col supporto dei cittadini. Alla base di un simile intervento è il concetto di una gestione integrata del territorio, intesa come strumento fondamentale per favorire uno sviluppo sostenibile e, al contempo, per prevenire e regolarizzare lo sviluppo abusivo (Enemark-McLaren 2008).

Gestione integrata del territorioLa gestione integrata del territorio si basa sulle politiche delineate nella più generale normativa di riferimento, compresa la legislazione relativa al catasto e alla pianifi cazione edilizia. Queste leggi stabiliscono i principi istituzionali e le procedure per le aree soggette ad accatastamento, a pianifi cazione dell’uso e ai progetti di sviluppo del territorio. Politiche territoriali più specifi che sono previste nella normativa di settore in aree quali agricoltura, patrimonio boschivo, edilizia abitativa, risorse naturali, protezione ambientale, approvvigionamento idrico, patrimonio artistico e così via. Tali leggi stabiliscono gli obiettivi nei vari settori e i dispositivi istituzionali per attuarli (concessioni, informative, patteggiamenti, ecc). In questi ambiti specifi ci si creano dei programmi di settore che comprendono la raccolta di informazioni rilevanti per poter deliberare in ciascuno di essi. Tali programmi si collocano all’interno di una più generale pianifi cazione ai livelli nazionale, statale/regionale e locale.E’ importante che un sistema integrato di controllo della pianifi cazione si basi su dati catastali appropriati e aggiornati, soprattutto quando parliamo di registro catastale, registro territoriale, registro immobiliare, registro delle costruzioni e delle abitazioni. Tali registri devono essere organizzati in modo da costituire una rete di sottosistemi integrati, connessi alle mappe catastali e topografi che, per creare un’infrastruttura di dati a livello nazionale, sia per il territorio in sé, sia per le aree urbanizzate. Nell’ambito del sistema di gestione del territorio (sistema di controllo della pianifi cazione), i vari interessi di settore dovrebbero trovarsi in equilibrio con gli obiettivi di sviluppo generale di un determinato luogo e, conseguentemente, costituire la base delle norme circa il suo futuro utilizzo

illegally for housing or any construction works without having formal permission from the planning or building authorities. Th ere is no simple solution to the problems of preventing and legalising informal development. Th e problems relate mainly to the national level of economic wealth in combination with the level of social and economic equity in society, while the solutions relate to the level of consistent land policies, good governance, and well established institutions. Guidance for solutions can be found in the concept of integrated land-use management as presented below with a focus on the means of decentralisation, comprehensive planning, and public participation. Although some occurrences of illegal development, such as in post confl ict situations, may be diffi cult to stop, many other forms of illegal development could be signifi cantly reduced through government interventions supported by the citizens. Underpinning this intervention is the concept of integrated land management as a fundamental means to support sustainable development, and at the same time, prevent and legalise informal development. (Enemark and McLaren, 2008).

Integrated Land-Use ManagementIntegrated land-use management is based on land policies laid down in the overall land policy laws including the cadastral and land registration legislation and planning and building legislation. Th ese laws identify the institutional principles and procedures for the areas of land and property registration, land-use panning, and land development. More specifi c land policies are laid down in the sectoral land laws within areas such as agriculture, forestry, housing, natural resources, environmental protection, water supply, heritage, and so on. Th ese laws identify the objectives within the various areas and the institutional arrangements to achieve these objectives through permit procedures, information policies, dispute handling, and so on. Th e various areas produce sectoral programmes that include the collection of relevant information for decision making within each area. Th ese programmes feed into the comprehensive spatial planning carried out at national, state/regional and local levels.Importantly, a mature system of comprehensive planning control needs to be based on appropriate and updated land use data systems, especially the cadastral register, the land book, the property valuation register, the building and dwelling register, etc. Th ese registers need to be organized to form a network of integrated subsystems connected to the cadastral and topographic maps to form a national spatial data infrastructure for the natural and built environment. In the land-use management system (the planning control system) the various sectoral interests should be balanced against the overall development objectives for a given location and thereby form the basis for regulation of future land-use through planning permissions, building permits and sectoral land use permits according to the various land-use laws. Th ese decisions are based on the relevant land use data and thereby refl ect the

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(attraverso permessi edilizi, concessioni e permessi vincolati per i diversi settori, conformemente alle varie normative in vigore). Tali scelte si basano su dati di rilievo e quindi rispecchiano quelle che saranno le conseguenze spaziali per il territorio e per la società stessa. In linea di massima, si potrebbe aff ermare che la loro attuazione sta alla base dello sviluppo sostenibile.

RESPONSABILITÀ SULLA PROPRIETÀ Le responsabilità inerenti la proprietà riguardano fondamentalmente l’impegno e l’atteggiamento sociale ed etico verso la sostenibilità ambientale e la corretta gestione dell’agricoltura. Gli individui e tutti i soggetti coinvolti dovrebbero trattare il territorio e la proprietà in conformità alle tradizioni culturali ed alle condotte eticamente corrette. Ciò rispecchia quanto giuridicamente e socialmente riconosciuto. Di conseguenza, nel mondo, i sistemi di gestione del territorio variano a seconda dello sviluppo storico e delle tradizioni culturali. Più in generale, le relazioni tra gruppi umani e territori in cui vivono sono in parte determinati dallo sviluppo culturale e dai sistemi di potere dei rispettivi paesi o aree amministrative.Tutto ciò ci riporta alle dimensioni culturali descritte dallo studioso olandese Gert Hofstede. In particolare alle dimensioni della “Rinuncia per dubbio”, ossia il preferire situazioni strutturate rispetto ad altre destrutturate o fl essibili, e la “Distanza di potere”, cioè il grado di disuguaglianza fra gli individui che può essere accettato socialmente (Gert Hofstede 2001). Queste dimensioni culturali sono il motore del comportamento sociale ed etico delle persone anche rispetto a come un territorio possa essere posseduto e utilizzato all’interno di una determinata cultura. Sistemi fondiari e controllo dell’uso del suolo, di conseguenza, variano nel mondo sulla base di tali diff erenze culturali.Le responsabilità sociali dei proprietari terrieri hanno una lunga storia in Europa. In Germania, ad esempio, la Costituzione insiste fortemente sul ruolo sociale del proprietario terriero. Più in generale, l’Europa sta assumendo un atteggiamento più lungimirante e globale nei confronti della gestione del territorio, istituendo sistemi integrati di dati e strutture amministrative compatibili fra loro. In altre parti del mondo, come in Australia, vengono creati “beni” separati dal concetto di “terra”, utilizzando invece il concetto di “diritti fondiari de-costruttivi”, adattando, cioè, i sistemi di gestione del territorio a transazioni di diritti prive di un approccio a livello nazionale (Williamson-Wallace 2007).

PARADIGMA DELLA GESTIONE DEL TERRITORIOGestione del territorio sottintende distribuzione e amministrazione di un bene fondamentale in ogni società: la terra. Nelle democrazie occidentali, con i loro meccanismi economici ben oliati, la gestione del territorio è un’attività di base sia per i governi, sia per il settore privato. Essa, specialmente per quanto riguarda l’amministrazione

spatial consequences for the land as well as society. In principle it can then be ensured that implementation will happen in support of sustainable development.

PROPERTY RESPONSIBILITIESProperty responsibilities relate to a more social, ethical commitment or attitude to environmental sustainability and good husbandry. Individuals and other actors are supposed to treat land and property in a way that conform to cultural traditions and ways of good ethical behaviour. Th is relates to what is accepted both legally and socially. Th erefore, the systems for managing the use of land vary throughout the world according to historical development and cultural traditions. More generally, the human kind to relationship is to some extent determined by the cultural and administrative development of the country or jurisdiction. Th is relates to cultural dimensions as described by the Dutch scientist Gert Hofstede, especially the dimensions of: Uncertainty avoidance, that is the preference of structured situations over unstructured or fl exible ones; and Power distance, that is the degree of inequality among people accepted by the population (Gert Hofstede, 2001). Th ese cultural dimensions determine the social and ethical behaviour of people also in relation to the way land can be hold and used within a given culture. Systems of land tenure and land-use control therefore vary throughout the world according to such cultural diff erences. Social responsibilities of land owners have a long heritage in Europe. In Germany, for example, the Constitution is insisting on the land owner´s social role. In general Europe is taking a comprehensive and holistic approach to land management by building integrated information and administration systems. Other regions in the world such as Australia creates separate commodities out of land, using the concept of “unbundling land rights”, and is then adapting the land administration systems to accommodate this trading of rights without any national approach (Williamson and Wallace, 2007).

THE LAND MANAGEMENT PARADIGMLand management underpins distribution and management of a key asset of any society namely its land. For western democracies, with their highly geared economies, land management is a key activity of both government and the private sector. Land management, and especially the central land administration component, aim to deliver effi cient land markets and eff ective management of the use of t land in support of economic, social, and environmental sustainability. Th e land management paradigm as illustration in fi gure 3 below allows everyone to understand the role of the land administration functions (land tenure, land value, land use, and land development) and how land administration institutions relate to the historical circumstances of a country and its policy decisions. Importantly, the paradigm provides a framework to facilitate the processes of integrating new needs

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centralizzata, ha lo scopo di fornire un mercato effi ciente e una gestione effi cace rispetto a fi nalità economiche, sociali e di sostenibilità ambientale.Il paradigma di gestione del territorio, come illustra la fi gura sottostante, permette a ciascuno di comprendere il ruolo dei vari aspetti dell’amministrazione territoriale (titolarità, valore, uso e profi ttabilità) e come le istituzioni amministrative siano espressione delle vicissitudini storiche e delle decisioni politiche di un paese. Ciò che è importante è il fatto che il paradigma fornisca una struttura tale da facilitare l’integrazione di nuove necessità nell’ambito di sistemi organizzati in modo tradizionale, senza infl uire sulla solidità di base che questi sistemi forniscono. Un tale Sistema Amministrativo costituisce la colonna della società ed è essenziale per una buona gestione, in quanto fornisce informazioni dettagliate e garantisce una amministrazione sicura del territorio. Ciò a partire dal livello base dei singoli appezzamenti di terreno, fi no all’attuazione delle politiche a livello nazionale. Questo sistema comprende tutti i diritti, i vincoli e le responsabilità.

GOVERNO E TERRITORIOUn’amministrazione può agire su un territorio qualora le istituzioni utilizzino lo spazio come chiave per organizzare le proprie azioni, non solo a titolo di informazione. Laddove i dati topografi ci riguardanti gli spazi reali siano disponibili ai cittadini e alle aziende per incoraggiarne lo spirito imprenditoriale. Google Earth è un buon esempio su come fornire informazioni facilmente accessibili all’utente. A riguardo, dovremmo considerare la possibilità che le informazioni geografi che tratte

into traditionally organised systems without disturbing the fundamental security these systems provide. A Land Administration System designed in this way forms a backbone for society and is essential for good governance because it delivers detailed information and reliable administration of land from the basic foundational level of individual land parcels to the national level of policy implementation. And the system includes all rights, restrictions and responsibilities.

SPATIALLY ENABLED GOVERNMENTSpatially enabled government is achieved when governments use place as the key means of organising their activities in addition to information, and when location and spatial information are available to citizens and businesses to encourage creativity. Google Earth is good example of providing user friendly information in a very accessible way. We should consider the option where spatial data from Google Earth are merged with built and natural environment data. Th is unleashes the power of both technologies in relation to emergency response, taxation assessment, environmental monitoring and conservation, economic planning and assessment, social services planning, infrastructure planning, etc. Th is also include designing and implementing a suitable service oriented IT-architecture for organising spatial information that can improve the communication between administrative systems and also establish more reliable data based on the use of the original data instead of copies. Spatial enablement off ers opportunities for visualisation, scalability, and user functionalities:Th is is related to institutional challenges with a range of stakeholder interests. Th is includes Ministries/Departments such as: Justice; Taxation; Planning; Environment; Transport;

Figura 3. Gestione integrate del territorio per uno sviluppo sostenibile (Enemark, 2004)Figure 3. Integrated land-use management for sustainable development (Enemark, 2004)

Land Policies

Overall Land Policies

Sectoral Land Laws and Policies

• Agricolture• Environment• Water Supply• Housing• Heritage• Natural Resources

Sectoral Programmes

Land-Use Management

• Regional and Local Spatial Planning• Construction planning

Implementation through• Planning permissions• Building permits• Sectoral land use permits

Land Information

Land Data Registers• Land Tenure• Land Value• Land Use

• Cadastral mapping• Topographic mapping• Natural resource maps• Utility mapping

Coordinated Land Information Systems

Implementation for Sustainable Development

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da Google Earth vengano combinate con altre concernenti l’ambiente naturale e urbanizzato. Ciò amplifi ca le capacità di entrambe le tecnologie al fi ne della protezione civile, della valutazione fi scale, del monitoraggio e della protezione ambientale, della valutazione e pianifi cazione economica, della strutturazione dei servizi sociali, della creazione di infrastrutture, ecc. Tutto questo include anche la costituzione e la messa in atto di un adeguato servizio IT - una struttura in grado di organizzare le informazioni geo-spaziali che possa migliorare la comunicazione fra le varie amministrazioni e fornire dati più attendibili (basati su originali, e non su copie). Accedere allo spazio off re l’opportunità di visualizzarlo, metterlo in scala, usufruirne da parte dell’utente.Sono queste le sfi de istituzionali che coinvolgono vari attori sociali in grado di vantare dei diritti. Vale a dire: Ministeri/Dipartimenti come quelli della Giustizia, del Fisco, dei Lavori Pubblici, dell’Ambiente, dei Trasporti, dell’Agricoltura, dell’Urbanistica, dell’Interno (istituzioni regionali e locali) e privati (quali aziende e singoli cittadini). Creare la consapevolezza dei benefi ci dell’istituire una base per un Sistema Integrato di Gestione dei Dati riguardanti il territorio (ILIM) richiede tempo e pazienza. Le istituzioni catastali e di mappatura del territorio svolgono in proposito un ruolo chiave. Il nocciolo del rapporto tra amministrazione e spazio amministrato è un catasto incentrato su tale spazio.

Importanza del CatastoIl paradigma della gestione del territorio fa del Catasto nazionale il motore dell’intero sistema di amministrazione territoriale (LAS), supportando la capacità di un Paese di assicurare uno sviluppo sostenibile. Il ruolo del Catasto, così inteso, si sposa con l’evoluzione storica dei sistemi di qualsiasi nazione, nonostante approcci come quello anglo/tedesco siano più facilmente rivolti alla gestione del territorio rispetto a quelli di origine franco/latina.Questo ruolo del Catasto è rappresentato nel diagramma della fi gura 5. Esso evidenzia l’utilità di una mappa catastale a larga scala quale strumento appropriato ai fi ni, data la sua capacità di rappresentare l’uso del territorio e il legame tra questo e gli individui. Una rappresentazione catastale digitale dei livelli di urbanizzazione e antropizzazione e la comprensione delle strategie operanti nell’utilizzo del territorio per le aziende, agricole e non, per l’edilizia privata e per ogni altra forma di attività, formano il nucleo degli elementi di informazione principali che facilitano in un Paese la costruzione di strutture amministrative condivise in grado di assicurare uno sviluppo sostenibile.Il diagramma evidenzia che il livello delle informazioni catastali non può essere sostituito da quello dei dati territoriali derivanti dal sistema di rilevamento geografi co (GIS). Solo il Catasto ha il merito di poter identifi care un appezzamento di terreno, sia fi sicamente che in termini astratti, cui il proprietario possa far riferimento. Ciò equivale

Agriculture; Housing; Interior (regional and local authorities); Utilities; and civil society interests such as businesses and citizens. Creating awareness of the benefi ts of developing a shared platform for Integrated Land Information Management takes time and patience. Th e Mapping/Cadastral Agencies have a key role to play in this regard. Th e technical core of Spatially Enabling Government is the spatially enabled cadastre.

Signifi cance of the CadastreTh e land management paradigm makes a national cadastre the engine of the entire LAS, underpinning the country’s capacity to deliver sustainable development. Th e role of the cadastre as the engine of LAS is neutral in terms of the historical development of any national system, though systems based on the German and Torrens approaches, are much more easily focused on land management than systems based on the French/Latin approach. Th e cadastre as an engine of LAS is shown diagrammatically in Figure 5. Th e diagram highlights the usefulness of the large scale cadastral map as a tool by exposing its power as the representation of the human scale of land use and how people are connected to their land. Th e digital cadastral representation of the human scale of the built environment, and the cognitive understanding of land use patterns in peoples’ farms, businesses, homes, and other developments, then form the core information sets that facilitate a country building an overall administrative framework to deliver sustainable development in a country. Th e diagram demonstrates that the cadastral information layer cannot be replaced by a diff erent spatial information layer derived from geographic information systems (GIS). Th e unique cadastral capacity is to identify a parcel of land both on the ground and in the system in terms that all stakeholders can relate to, typically an address plus a systematically generated identifi er (given addresses are often duplicated or are otherwise imprecise). Th e core cadastral information of parcels, properties and buildings, and in many cases legal roads, thus becomes the core of SDI information, feeding into utility infrastructure, hydrological, vegetation, topographical, images, and dozens of other datasets.

Good governanceGovernance refers to the manner in which power is exercised by governments in managing a country’s social, economic, and spatial recourses. It simply means: the process of decision-making and the process by which decisions are implemented. Th is indicates that government is just one of the actors in governance. Th e concept of governance includes formal as well as informal actors involved in decision-making and implementation of decisions made, and the formal and informal structures that have been set in place to arrive at and implement the decision. Good governance is a qualitative term or an ideal which may be diffi cult to achieve. Th e term includes a number of characteristics e.g. as identifi ed in the UN-Habitat Global Campaign on Urban Governance. Th e characteristics or norms are as follows (adapted from FAO, 2007):

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ad una localizzazione e ad una identifi cazione (dato che le localizzazioni sono spesso ambivalenti o imprecise da altri punti di vista). Di conseguenza, il nocciolo delle informazioni catastali riguardanti singoli appezzamenti, proprietà, edifi ci e, in molti casi, vie di accesso, diviene la base dei dati delle SDI. Su di essi si fondano a loro volta classifi cazioni riguardanti infrastrutture, idrologia, patrimonio boschivo, rappresentazioni topografi che e molte altre ancora.

Amministrazione effi cienteIl termine “governance”, “governo”, si riferisce al modo in cui il potere viene esercitato dai governi nella gestione delle risorse sociali, economiche e territoriali di un Paese. Tale termine indica semplicemente i processi decisionali e quelli che consentono l’attuazione delle norme stabilite. In altre parole, il Governo è solo uno degli attori protagonisti del “governo”. Il “governo” (o gestione) coinvolge istituzioni e soggetti in grado di infl uire sulle normative e la loro applicazione, nonché le strutture formali o informali create per prendere e portare avanti tali provvedimenti. Il “Buon governo” implica una valutazione qualitativa, ovvero un ideale che potrebbe essere diffi cile da raggiungere. Tale termine presenta molte sfaccettature (identifi cate nel Manuale Universale dell’Amministrazione Urbanistica dell’UN-Habitat). I criteri di base sono i seguenti (adattamento di quelli presentati in FAO 2007): • Sostenibile e in grado di agire a livello locale: è in grado di mantenere un equilibrio fra le esigenze economiche, sociali

Sustainable and locally responsive: It balances the economic, social, and environmental needs of present and future generations, and locates its service provision at the closest level to citizens. Legitimate and equitable: It has been endorsed by society through democratic processes and deals fairly and impartially with individuals and groups providing non-discriminatory access to services.Effi cient, eff ective and competent: It formulates policy and implements it effi ciently by delivering services of high quality Transparent, accountable and predictable: It is open and demonstrates stewardship by responding to questioning and providing decisions in accordance with rules and regulations. Participatory and providing security and stability: It enables citizens to participate in government and provides security of livelihoods, freedom from crime and intolerance. Dedicated to integrity: Offi cials perform their duties without bribe and give independent advice and judgements, and respects confi dentiality. Th ere is a clear separation between private interests of offi cials and politicians and the aff airs of government. Once the adjective “good” is added, a normative debate begins. In any case, almost all kind of government includes a spatial component. In other words: Good governance and sustainable development is not attainable without sound land administration or - more broadly - sound land management.

The Global AgendaFIG is strongly committed to the global agenda as presented in the Millennium Development Goals (MDGs) (UN, 2000).

Figura 4. Paradigma di gestione del territorio (Enemark, 2004)Figure 4. Th e land management paradigm (Enemark, 2004)

Land Policy

Framework

Land Information

Infrastructures

Sustainable Development

Economic, Social & Environmental

Land Administration Functions

Land Tenure, Land ValueLand-Use, Land Development

Country Context

Institutional Arrangements

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e ambientali delle generazioni presenti e future e off re i propri servizi ad un livello il più vicino possibile al cittadino. • Legittimo ed equo: il potere gli viene conferito dalla società tramite procedure democratiche; opera con giustizia e imparzialità nei confronti di individui e gruppi, fornendo senza discriminazioni accesso ai servizi.• Effi ciente, effi cace e competente: vara politiche operative e le attua in modo sistematico, erogando servizi di alta qualità. • Trasparente, affi dabile e responsabile: è aperto e responsabile; risponde alle richieste e prende decisioni conformi alle norme ed ai regolamenti. • Partecipe e garante di stabilità: permette ai cittadini di partecipare all’amministrazione e off re la sicurezza del sostentamento, dell’assenza di criminalità e discriminazioni.• Moralmente integro: i funzionari adempiono ai loro doveri senza corruzione, fornendo suggerimenti e valutazioni obiettive e rispettando la privacy. Vi è una separazione netta tra la sfera degli interessi privati dei funzionari e dei politici e quella del pubblico interesse. Aggiungendo l’aggettivo “buon”, si passa al dibattito normativo. In ogni caso, quasi tutti i tipi di amministrazione devono includere una componente legata allo spazio geografi co. In altre parole, un “buon governo” e uno sviluppo sostenibile non si possono conseguire senza una solida amministrazione o, meglio ancora, senza una solida gestione del territorio.

Agenda MondialeLa Federazione Internazionale Geometri (FIG) si interessa vivamente all’ “Agenda Mondiale”, così come presentata attraverso “Obiettivi dello Sviluppo del Millennio” (Millenium Development Goals -MDGs- ONU 2000). I geometri rivestono, a livello mondiale, un ruolo chiave nel raggiungimento di tali obiettivi, grazie al loro ruolo professionale teso a garantire un mercato fondiario effi ciente e una gestione del territorio effi cace. Queste funzioni sostengono lo sviluppo e l’innovazione ai fi ni della giustizia sociale, della crescita economica e della sostenibilità ambientale. La FIG è anche coinvolta nei programmi di UN-Habitat riguardanti il Global Land Tool Network - GLTN - (Rete Mondiale degli Strumenti Territoriali). Tale progetto è fi nalizzato a realizzare gli MDGs attraverso una migliore gestione del territorio e tecniche amministrative in grado di alleviare la povertà e di migliorare la qualità di vita dei paesi del Terzo Mondo (UN-Habitat 2006).Obiettivi del Millenium Development:

Obiettivo 1: Sradicare la povertà estrema e la fame• Obiettivo 2: Raggiungere l’educazione elementare universale • Obiettivo 3: Promuovere l’eguaglianza sessuale e raff orzare • il ruolo delle donne Obiettivo 4: Ridurre la mortalità infantile •

Th e surveyors throughout the world play a key role in attaining the MDGs through their professional functions in support of an effi cient land market and eff ective land-use management. Th ese functions underpin development and innovation for social justice, economic growth, and environmental sustainability. FIG is also committed to the UN-Habitat agenda around the Global Land Tool Network (GLTN) that aims to facilitate the attainment of the MDGs through improved land management and tenure tools for poverty alleviation and the improvement of the livelihoods for the poor (UN-Habitat, 2006).Th e Millennium Development GoalsGoal 1: Eradicate extreme poverty and hunger Goal 2: Achieve universal primary education Goal 3: Promote gender equality and empower women Goal 4: Reduce child mortality Goal 5: Improve maternal health Goal 6: Combat HIV/AIDS, malaria and other diseases Goal 7: Ensure environmental sustainability Goal 8: Develop a Global Partnership for Development Th e eight Millennium Development Goals (MDGs) form a blueprint agreed to by all the world’s countries and the world’s leading development institutions. Th e fi rst seven goals are mutually reinforcing and are directed at reducing poverty in all its forms. Th e last goal - global partnership for development - is about the means to achieve the fi rst seven. Th e MDGs represent a wider concept or a vision for the future, where the contribution of the global surveying community is central and vital. Th is relates to the areas of providing the relevant geographic information in terms of mapping and databases of the built and natural environment, and also providing secure tenure systems, systems for land valuation, land use management and land development. Th e work of the surveyors forms a kind of “backbone” in society that supports social justice, economic growth, and environmental sustainability. Th ese aspects are all key components within the MDGs. Th e global challenge can be displayed through a map of the world (fi gure 4) using the Gross Domestic Product as the scale of showing the territory size, In surveying terms, the real challenge of the global agenda is about bringing this map back to scale.In a global perspective the areas of surveying and land administration are basically about people, politics, and places. It is about people in terms human rights, engagement and dignity; it is about politics in terms of land policies and good government; and it is about places in terms of shelter, land and natural resources. In facing the global agenda the role of FIG - the global surveying community - is threefold: (i) to explain the role of the surveying profession and the surveying disciplines in terms of their contribution to the MDGs. Such statements should also make the importance of the surveying profession disciplines better understood in a wider political context; (ii) to develop and disseminate knowledge, policies and methods towards achieving and implementing the MDGs - a number of FIG

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Obiettivo 5: Migliorare la salute delle madri • Obiettivo 6: Combattere l’HIV/AIDS, la malaria ed altre • malattie Obiettivo 7: Garantire la sostenibilità ambientale • Obiettivo 8: Valorizzare una collaborazione globale per • lo sviluppo

Questi otto MDGs formano un programma condiviso da tutti i Paesi del mondo e dalle maggiori istituzioni internazionali. I primi sette obiettivi si raff orzano vicendevolmente ed hanno come fi ne ultimo quello di ridurre la povertà in tutte le sue forme. L’ottavo, invece, riguarda i mezzi per ottenere i primi sette. Gli MDGs rappresentano una più vasta visione del futuro. Una visione per realizzare la quale il contributo dei geometri è fondamentale. La professione è in grado di fornire importanti informazioni geografi che attraverso mappe e database riguardanti ambienti urbanizzati e non. Può garantire stabili sistemi di diritto fondiario, di stima, di gestione e sviluppo territoriale. Il lavoro dei geometri è una sorta di “spina dorsale” della società: sostiene la giustizia sociale, la crescita economica e la sostenibilità ambientale. Questi aspetti sono tutte componenti essenziali al conseguimento degli MDGs.La sfi da globale può essere mostrata grafi camente attraverso un semplice planisfero (fi gura 6) che raffi guri il Prodotto Interno Lordo come misura di scala per evidenziare l’estensione di ciascun Paese. Con una metafora “topografi ca”, la vera sfi da dell’Agenda Mondiale riguarda il conseguimento di una mappa che, in quanto rappresentazione in scala dell’estensione di un territorio, lo raffi guri nei suoi termini reali.

publications have already made signifi cant contributions in this regard; and (iii) to work closely with the UN agencies and the World Bank in contributing to the implementation of the MDGs. An outcome of these eff orts relates to cooperation with UN-Habitat in developing a model for providing secure social tenure for the poorest.FIG already shares this global responsibility and has now established a focused partnership with both the World Bank and UN-Habitat to deal with these challenges. Th is will include a special focus on developing a model for providing secure social tenure for the poorest. Another outcome will be in the areas of capacity building and good governance in land administration in support of the MDGs to be presented at a joint FIG/WB high profi le conference in Washington DC in March 2009.

FINAL REMARKSNo nation can build land management institutions without thinking about integration of activities, policies, and approaches. Technology opportunities provide additional motivation. Careful management of land related activities on the ground are crucial for delivery of sustainability.Land administration systems, in principle, refl ect the social relationship between people and land recognized by any particular jurisdiction or state. Such a system is not just a GIS. On the other hand, Land Administration Systems are not an end in itself but facilitate the implementation of the land policies within the context of a wider national land management framework. Land administration activities are, not just about technical or

Figura 5. Rilevanza del Catasto (Williamson and Wallace, 2007)Figure 5. Signifi cance of the Cadastre (Williamson and Wallace, 2007)

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SDIMapping agencies and other

data providers

Parcels Properties Buildings Roads

Better decision making

Sustainable development- Economic- Environmental- Social- Governance

1. Multipurpose Cadastre(German style)

Cadastral engines...

2. Title or deeds tenure style Cadastres

(Torrens / English style)

3. taxation driven cadastre

(French / Latin / USA style)

Incorporating:

Land policy

SpatialyenabledLAS

Services to business and public

Country context

Land management

paradigm

Spatiallyenabled

government

Tenure

Value

Use

Development

Inte

grat

ed fu

nctio

ns

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In generale, rilevamento topografi co e gestione del territorio riguardano principalmente le persone, la politica ed i luoghi. Le persone per quanto concerne i diritti umani, il coinvolgimento e la dignità; la politica in termini di norme e “buon governo”; i luoghi come ripari, terra e risorse naturali.Di fronte ad un’Agenda Mondiale, dunque, la FIG (l’intera comunità dei geometri) deve: i) chiarire il ruolo della professione e delle discipline del geometra in termini di contributo ai MDGs. Una tale affermazione servirebbe a chiarire l’importanza della professione agli occhi di più ampi scenari politici; ii) sviluppare e divulgare conoscenze, politiche e metodi atti a migliorare e conseguire i MDGs -a questo proposito, già molte pubblicazioni della FIG hanno apportato contributi significativi-; iii) collaborare con le Agenzie dell’ONU e con la Banca Mondiale al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati. Un risultato di tutti questi sforzi è di certo la collaborazione con UN-Habitat per lo sviluppo di un modello in grado di garantire uno stabile diritto fondiario alle popolazioni più povere.La FIG già condivide l’impegno a livello mondiale e ha ora stabilito una proficua collaborazione, sia con la Banca Mondiale, sia con UN-Habitat, per affrontare tali sfide. Speciale attenzione verrà data alla creazione di un modello che offra la possibilità ai paesi del Terzo Mondo di avere uno stabile sistema di diritti fondiari. Altri risultati riguarderanno le competenze e la corretta gestione del territorio a sostegno dei MDGs (tali risultati verranno esposti nel corso della prestigiosa conferenza congiunta FIG/WB a Washington, nel marzo 2009).

OSSERVAZIONI CONCLUSIVENessuna nazione può costituire istituzioni per la gestione territoriale senza pensare all’integrazione delle attività, delle politiche e dei punti di vista. Le opportunità tecnologiche forniscono un’ulteriore incentivo. Un’attenta gestione delle concrete attività legate al territorio è cruciale nella creazione di sistemi sostenibili.Di fondo, i sistemi di amministrazione territoriale rispecchiano i rapporti sociali tra gli individui ed il territorio, gli stessi rapporti riconosciuti da ogni singolo stato o ordinamento giuridico. Tale sistema non è semplicemente un GIS. D’altro canto, i sistemi di amministrazione del territorio non sono fini a sé stessi, ma facilitano l’attuazione delle relative politiche, nel contesto di una più ampia struttura di gestione territoriale a livello nazionale.Le attività di gestione del territorio non riguardano solo ed esclusivamente le procedure tecniche o amministrative. Esse sono soprattutto di natura politica e rispecchiano i concetti fondamentali socialmente accettati riguardo alle persone, ai diritti, e all’essenza del diritto fondiario, delle leggi del mercato, del sistema fi scale, del controllo sull’utilizzo della

administrative processes. Th e activities are basically political and refl ect the accepted social concepts concerning people, rights, and land objects with regard to land tenure, land markets, land taxation, land-use control, land development, and environmental management.Land administration systems therefore need high-level political support and recognition.

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NORTH AMERICA

proprietà, dello sviluppo e della gestione dell’ambiente.Di conseguenza, i sistemi di gestione del territorio necessitano di una valida collaborazione politica e di un ampio riconoscimento.

Per capita in PPP US dollars

More than 25 000

20 000 to 25 000

15 000 to 20 000

10 000 to 15 000

7 000 to 10 000

4 000 to 7 000

2 000 to 4 000

Less than 2 000This square represents 100 billions US dollars

Value

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Figura 6. Planisfero in cui l’estensione dei territori si fonda su una scala basata sul PIL delle singole nazioni (fonte: UNEP)Figure 6. Map of the world where the territory size is shown based on the

Gross Domestic Product. (Source: UNEP)

WESTERN EUROPE JAPAN ANDSOUTH KOREA

composto, di modo che l’uno non si nota prima dell’altro, l’occhio e la mente si riposano su questo composto come fosse qualcosa di semplice. Non si vuole, né si può, procedere oltre. Perciò il verde si sceglie di solito per la tappezzeria delle stanze di soggiorno.

Da Wolfgang Goethe, ‘La teoria dei colori’

L’aspetto di un colore può in certa misura essere modifi cato senza agire direttamente su di esso con una mistura materiale. Basta metterlo vicino ad un altro colore che, secondo che sia simile o opposto, attenuerà o esalterà la sua intensità. Così, se si dipinge un piccolo quadrato di carta con un rosso piuttosto spento e poi lo si mette sul disco rosso pure, il primo colore sembrerà ancora più spento che se fossero visti separatamente. Ma se si mette questa stessa tinta su un foglio di carta colorata con il complementare, blu - verde, sarà esaltato al punto di sembrare brillante come il tono puro del disco. Questi sono gli eff etti del contrasto.Quando due superfi ci di colori diversi sono sovrapposte, i loro lati adiacenti si tingono reciprocamente con il complementare di ciascun colore.Questo capita in virtù di ciò che abbiamo appena accertato nel precedente esperimento, cioè: che i margini del giallo si colorano di blu - viola.A volte, quando i colori sono accesi, non solo i margini, ma l’intera superfi cie di ogni colore può essere alterata.A causa della loro vivacità, i nostri occhi non possono sopportare l’eff etto a lungo, ma lo sopportano abbastanza a lungo da poter vedere il colore secondario.L’occhio passa da uno all’altro colore, portando con sé l’elemento complementare del colore contiguo. Oltre ad un contrasto simultaneo, c’è qui un contrasto successivo.

Da Forichon, “Le Couleur”

Del farsi vivi e belli i colori nelle superfi ci.Sempre a quei colori che tu vuoi che abbiamo bellezza preparerai prima il campo candidissimo; e questo dico dei colori che sono trasparenti, perché a quelli che non sono trasparenti non giova campo chiaro, e l’esempio di questo c’insegnano i colori dei vetri, i quali, quando sono interposti infra l’occhio e l’aria luminosa, si mostrano di eccellente bellezza, il che far non possono avendo dietro a sé l’aria tenebrosa o altra oscurità.

•••••••Qual parte del colore ragionevolmente deve essere più bella.Se a sarà il lume, b sarà l’illuminato per linea diretta da esso lume, c, che non può vedere esso lume, vede solo la parte illuminata, la quale parte diciamo che sia rossa; essendo così, il lume che si genera alla parte somiglierà alla sua cagione, e tingerà in rosso, la faccia c; e se c sarà ancora rosso, vedrai essere molto più bello che b; e se c fosse giallo, vedrai crearsi un color cangiante infra giallo e rosso.

•••••••

A partire da questo numero la rubrica ‘Ambiente e Territorio’ ospita un percorso dedicato ai colori e al loro rapporto con il paesaggio urbano e quindi con i diversi ambiti del costruire e dell’architettura. Come prima tappa di questo viaggio ideale attraverso le modalità con le quali i colori hanno infl uenzato il pensiero e le opere degli uomini e sul loro utilizzo nella edifi cazione delle città, ci è sembrato utile e d’interesse raccogliere ed illustrare le rifl essioni e le ‘visioni’ di alcuni dei principali geni della storia.Da Goethe a Leonardo, da Le Corbusier, a Forichon, a Kandinsky, questi brevi brani testimoniano, da punti di vista assai diff erenti, la rilevanza e, potremmo dire, l’intimità, che i colori rivestono nella storia dell’uomo e nella sua visione del mondo.

Agli uomini il colore dona, in genere, grande diletto. L’occhio ne ha bisogno come ha bisogno della luce. Si ricordi il sollievo quando, in una giornata di foschia, il sole splende su qualche tratto di paesaggio rendendone così visibili i colori. L’attribuzione di particolari virtù terapeutiche alle pietre preziose può spiegarsi con la profondità di questo piacere inesprimibile.

•••••••L’esperienza insegna che ogni colore dona un particolare stato d’animo.Di un francese ricco di spirito si racconta: pretendeva che il tono della sua conversazione con Madame fosse cambiato dopo che lei aveva cambiato in cremisi il mobile dello studio che era blu.

•••••••Azzurro. Questo colore esercita sull’occhio un’azione singolare e quasi inesprimibile. Come colore è un’energia e tuttavia, stando alla parte negativa, è per cosi dire, nella sua massima purezza, un nulla eccitante. Esso è nell’aspetto, una contraddizione composta di eccitazione e di pace.

•••••••Verde. In esso il nostro occhio trova un autentico appagamento.Se ambedue i colori madre si equilibrano perfettamente nel

AMBIENTE E TERRITORIO

I colori nell’artenel paesaggio e nell’architetturaA colloquio con i geni della storia

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Come nessun colore rifl esso è semplice ma è misto con le specie degli altri colori.Nessun colore che rifl etta nella superfi cie di un altro corpo tinge essa superfi cie del suo proprio colore, ma sarà mista con i concorsi degli altri colori rifl essi che risaltano nel medesimo luogo: come il colore giallo a che rifl ette nella parte dello sferico c o e, nel medesimo luogo rifl ette il colore azzurro b. Dico per questa rifl essione mista di giallo e di azzurro, che la percussione del suo concorso tingerà lo sferico: se era in sé bianco, lo farà di colore verde, perché è provato che il giallo e l’azzurro misti insieme compongono un bellissimo verde.

Da Leonardo da Vinci, ‘Trattato della Pittura’

Il verde assoluto è il colore più calmo che ci sia: non si muove, non esprime gioia, tristezza, passione, non desidera nulla, non chiede nulla.Questa assoluta assenza di movimento è una proprietà benefi ca per le persone e le anime stanche, ma dopo un po’ il riposo può venire a noia. I quadri dipinti in armonia di verde lo dimostrano.Dal punto di vista musicale esprimerei il verde assoluto con i toni calmi, ampi, semigravi del violino.

•••••••Il rosso che di solito abbiamo in mente è un colore dilagante e tipicamente caldo; agisce nell’interiorità in modo vitalissimo, vivace e irrequieto.Senza avere la superfi cialità del giallo, che si disperde in tutte le direzioni, dimostra un’energia immensa a quasi consapevole. In questa agitazione e in questo fervore introversi, poco rivolti all’esterno, c’è per così dire un maturità virile.

•••••••Il rosso caldo chiaro (Saturno) assomiglia un po’ al giallo medio (contiene infatti molto pigmento giallo) e dà sensazioni di forza, energia, tensione, determinazione, gioia, trionfo (puro), ecc.Dal punto di vista musicale ricorda il suono delle

fanfare con la tuba: forte, ostinato, assordante. Il rosso medio, come il cinabro, ha la stabilità di un sentimento profondo: è come una passione che arde senza scosse, una forza sicura di sé che è facile soff ocare, ma si può spegnere nel blu come un ferro infuocato nell’acqua.

•••••••Il bianco è quasi il simbolo di un mondo in cui tutti i colori, come principi e sostanze fi siche, sono scomparsi. E’ un mondo così alto rispetto a noi, che non ne avvertiamo il suono … Il bianco ha il suono di un silenzio che improvvisamente riusciamo a comprendere. E’ la giovinezza del nulla, o meglio un nulla prima dell’origine, prima della nascita. Forse la terra risuonava così, nel tempo bianco dell’era glaciale.

•••••••E come un nulla senza possibilità, come la morte del nulla dopo che il sole si è spento, come un eterno silenzio senza futuro e senza speranza, risuona dentro di noi il nero. Dal punto di vista musicale si può paragonare a una pausa fi nale: dopo, qualsiasi prosecuzione sembra l’inizio di un nuovo mondo, perché ciò che con questa pausa è compiuto è fi nito per sempre: il circolo è chiuso.

Da Wassily Kandinsky, “Lo Spirituale nell’Arte”.

Come sottoprodotto dell’architettura appena nata si è scatenato allegramente il gusto per la policromia. Ha veramente colpito l’immaginazione il colore per il gusto del colore. Sinfonia di colori, trionfo dell’eff etto decorativo. Colori e materiali. Colore usato come ostentazione. Dato che ci siamo dentro tanto vale farlo bene. Sono saltate fuori alcune miscele gradevoli. Colori, materiali. Che sete splendenti, che rari marmi scintillanti, che bronzi e ori opulenti. Che neri alla moda, che incredibili vermigli, che lamés d’argento di Bisanzio e d’oriente! Basta. Questa roba sprofonda in un annebbiamento da narcotici. Facciamola fi nita. Presto non ne potremo più. E’ tempo di battersi per il bianco di calce e Diogene.

Da Le Corbsusier, “Th e Decorative Arts of Today”

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Secondo il calendario prefi ssato, i lavori dovrebbero concludersi nel 2014, giusto un anno prima dell’avvio dell’Esposizione universale. Un tempismo davvero ben augurale che consentirà al progetto CityLife e alle sue tre torri di stagliarsi nel nuovo skyline di Milano proprio mentre l’attenzione di tutto il mondo sarà rivolta sul capoluogo lombardo.Mentre, dunque, nel nuovo polo fi eristico di Rho - Pero saranno in pieno svolgimento i preparativi per il grande evento di Expo 2015, l’area della vecchia Fiera di Milano ritornerà, defi nitivamente, a nuova vita ospitando un progetto che la stessa società realizzatrice ha defi nito, senza timori (e probabilmente non a torto) “un nuovo modello di vita in città dove lavoro, abitazione, servizi, cultura e tempo libero trovano la loro espressione in un ambito attento all’ambiente, sicuro e di grande qualità architettonica”.

Il progettoLa Società CityLife, partecipata attualmente da Generali Properties, Gruppo Allianz, Immobiliare Lombarda (Gruppo Fondiaria-SAI) e Lamaro Appalti, si è aggiudicata nel 2004 la gara internazionale per la riqualifi cazione del quartiere storico della Fiera di Milano presentando un progetto decisamente innovativo, con forte attenzione alla componente ambientale e caratterizzato dalla presenza di tre torri dalle forme molto diverse

CityLife, tre torri cultura e qualitàdella vita per cambiarelo skyline di Milano

PROGETTI

Le tre torri e il parco

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fi rmate da tre vere e proprie ‘archistar’: Zaha Hadid, Arata Isozaki, Daniel Libeskind, ai quali si aggiunge, con un ruolo di non minore importanza, l’architetto italiano Pier Paolo Maggiora che ha sviluppato il progetto del Palazzo delle Scintille. Nel complesso, CityLife rappresenta “il più grande intervento di riqualifi cazione ambientale e urbanistico della storia di Milano” e fra le realizzazioni previste potrà vantare la più estesa area pedonale di Milano e una delle maggiori in Europa (con totale scomparsa delle auto e dei parcheggi, completamente interrati) e il terzo parco centrale milanese, caratterizzato da una intensa qualità ambientale e da una completa fruibilità da parte della città, che coprirà più del 50% dell'area, oltre al verde condominiale. All’interno di CityLife sono previste anche 5 aree residenziali con appartamenti certifi cati in classe A per il

I numeri del progettoArea del progetto:

area di proprietà della società CityLife: 255.000 mq circa• area comunale al contorno: 111.000 mq circa• area di cessione da parte di Fiera di Milano al Comune: • 65.000 mq circa

Superficie edificabile: 288.879 mq di cui a destinazione:residenziale, 51%• Slp 148.407 mqterziaria, 49%• Slp 140.472 mq

Parco e aree pubbliche: 190.000 mq circa, di cui:parco e aree pubbliche di City Life, 130.000 mq circa• area di cessione da parte di Fiera di Milano al Comune, • destinata a verde e aree pubbliche, 60.000 mq circa

Servizi e aree a valore aggiunto:Cinema, ristoranti, bar, locali, shopping di qualità, sedi di

associazioni, poste, banche, servizi alle imprese.

Parcheggi: 224.000 mq di cui:parcheggi pubblici, 27.000 mq circa• parcheggi per residenti, 147.000 mq circa• parcheggi per uffi ci e commercio, 50.000 mq circa•

Trasporti pubblici esistenti:Metropolitana 1 (stazione Amendola Fiera)• Treni Fnm (stazione Domodossola)• Tram 19 e 27• Autobus 68•

Infrastrutture e trasporti pubblici previsti:Tunnel Gattamelata• Metropolitana 5 (stazione Tre Torri)•

Tempi di realizzazione:Inizio lavori 2007• Fine lavori 2014•

A sinistra, il Palazzo delle scintille

Sotto, il Museo d’Arte Contemporanea

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ANNO I | n. 2 | MARZO - APRILE 2009

nella torsione di un volume a base quadrata che si trasforma, nella parte sommitale, in un corpo dal perimetro circolare, (evidente richiamo agli studi di Leonardo sulla sezione aurea), l’edifi cio ha una superfi cie totale di 18.000 mq e potrà contare su cinque piani complessivi di cui uno interrato.Il Palazzo delle scintille progettato da Maggiora, la cui struttura è ricavata dal recupero del Padiglione 3 della Fiera di Milano (ex Palazzetto dello Sport), di cui sono mantenute le parti architettoniche più signifi cative, nasce dall'esigenza, particolarmente sentita, di dare spazi e opportunità a bambini e giovani sotto i 18 anni. Per le sue caratteristiche e dimensioni sarà fra i più grandi centri culturali per bambini d'Europa. All'interno del Palazzo - come si legge nella scheda del progetto - saranno facilmente accessibili ai bambini e alle famiglie del

contenimento energetico e dotati dei più moderni sistemi di domotica, da servizi di sicurezza avanzata e arricchiti da aree e da strutture destinate allo sport e al benessere.

Le torriTornando alle torri, gli edifi ci, come si legge nella presentazione del progetto, saranno realizzati con tecniche costruttive d'avanguardia favorendo, nel risultato fi nale, “la disponibilità di ambienti di lavoro caratterizzati da un'alta effi cienza degli spazi e da un elevato contenuto tecnologico, con soluzioni energetiche avanzate”.La torre di Arata Isozaki, con i suoi 220 metri, sarà l’edifi cio più alto d’Italia. Come la torre realizzata da Zaha Hadid che, secondo lo stile della progettista irachena “si fonda sui concetti di movimento e dinamismo, risultanti da una torsione della edifi cio stesso, volta a valorizzare la percezione e le viste che off re rispetto agli assi urbani”, ospiterà, principalmente, uffi ci. Possibile destinazione alberghiera per la terza torre, struttura aff ascinante e caratterizzata dalla forte “iconicità” della forma curva e realizzata, come detto, da Daniel Libeskind.

Il Museo d’arte contemporanea e il Palazzo delle scintille Il primo edifi cio porta ancora la fi rma di Libeskind. Progettato con l’attiva partecipazione della Triennale di Milano, il futuro Museo d'Arte Contemporanea sarà il punto di riferimento per lo sviluppo e la valorizzazione del patrimonio culturale della città di Milano. Sviluppandosi

Gli architettiZaha Hadid. Nata a Baghdad, Iraq. Unica donna vincitrice del Premio Pritzker (2004), è un architetto che si contraddistingue per la continua sperimentazione di nuovi concetti spaziali. Tra i suoi progetti: il BMW Central Building a Lipsia e il Phaeno Science Center a Wolfsburg, in Germania; il Rosenthal Center for Contemporary Art a Cincinnati; l'ampliamento dell'Ordrupgaard Museum a Copenhagen; Opera Houses a Dubai e in Cina. Tra i progetti seguiti in Italia: il MAXXI, Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo a Roma, la stazione Alta Velocità a Napoli-Afragola e il Museo di Arti Nuragiche e Contemporanee a Cagliari.

Arata Isozaki. Nato a Oita, Giappone, è una delle fi gure storiche dell'architettura internazionale. Ha realizzato opere fondamentali dell'architettura contemporanea quali il Gunma Museum of Modern Art (1978), il Museum of Contemporary Art di Los Angeles (1986), il Soho Guggenheim Museum a New York (1992), la Kyoto Concert Hall (1995), la Nara Concert Hall (1999), il Palahockey di Torino per le Olimpiadi invernali del 2006.

Daniel Libeskind. Nato a Lodz, Polonia, è una fi gura di rilievo internazionale nel mondo dell'architettura e del design urbano. Ha vinto i concorsi per la progettazione del World Trade Center Site a New York (2002) e del Museo Ebraico a Berlino (1999). Attualmente ha in corso circa 40 progetti in tutto il mondo, a stadi diversi di avanzamento che vanno dal concept alla costruzione, tra cui il Museo Ebraico Danese di Copenhagen (2003), l'Imperial War Museum North a Manchester (2001) e l'ampliamento del Denver Art Museum (2006).

Pier Paolo Maggiora. Nato a Saluzzo, Italia, fonda negli anni '80 la teoria del "Dialogo di Architettura", che promuove la progettualità creativa fra architetti. Fra i suoi progetti più recenti: il "Progetto 100 Città", la Terza Città di Jinhua e l'EcoCity di Caofeidian in Cina; la Nuova Torre della Fiera di Milano; "Le Nuove Arche", polo fi nanziario a Verona; "LagunaVerde" la nuova centralità metropolitana torinese a Settimo; la "Torre 18" a Brescia; il Turin Health Park a Torino; il Comparto Centrale per i Giochi Olimpici di Torino 2006, con Isozaki.

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territorio mostre-gioco, uno spazio dedicato all'educazione interculturale, aule attrezzate per laboratori creativi che utilizzeranno suoni, immagini e materiali, un auditorium ed una biblioteca per bambini e ragazzi.

I serviziCityLife, che si confi gurerà come un vero e proprio nuovo quartiere, sarà caratterizzato da funzioni commerciali, di servizio e di intrattenimento, che lo renderanno “un sistema urbano attivo durante tutto l'arco della giornata, ottimamente servito dai mezzi pubblici”. Al suo interno troveranno spazio, ristoranti, bar e locali di divertimento, esercizi commerciali per lo shopping di qualità, fi tness, sedi associative, uffi ci postali, banche e servizi alle imprese.

Trasporti e viabilitàUno dei punti qualifi canti di CityLife, almeno ad esaminare il progetto, riguarda il sistema trasporti-viabilità, elemento quanto mai rilevante specie in una realtà come Milano. Il progetto, come sostiene la società realizzatrice “crea e si inserisce in un innovativo sistema che gestisce in modo ottimale trasporti, traffi co e parcheggi”. Grazie a tale

sistema, l’accesso agli edifi ci sarà interamente interrato e collegato al nuovo tunnel Kennedy-Gattamelata (i cui lavori sono già iniziati). I parcheggi saranno in grado di servire completamente abitanti, lavoratori e utenti di CityLife e di assorbire buona parte anche delle esigenze esterne.Al complesso verrà, poi, garantita una strategica centralità rispetto ai mezzi di trasporto grazie alla vicinanza della fermata MM1 (metropolitana), della stazione Nord e alla progettata fermata Tre Torri della MM5 che per la prima volta serve direttamente un progetto di questo genere al momento della sua realizzazione.

Lo spazio CityLifeDurante l’intera fase di realizzazione il progetto sarà visibile all'interno dello Spazio CityLife di Piazza Cordusio a Milano, un luogo aperto a chiunque abbia interesse a conoscere meglio le caratteristiche del nuovo quartiere. Nello Spazio CityLife sono esposti i plastici relativi al progetto, è proiettato un fi lmato che ne illustra le principali caratteristiche ed è disponibile ulteriore materiale informativo.

Sopra, il Centro CityLife

A sinistra, gli architetti del progetto

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Riqualifi cazione Architettonica Ambito Ex Bafi le, Nuovo Centro Culturale - Caorle (Studio Macola)

la volontà di innescare un processo culturale. “In un momento come quello attuale - spiega sempre Marina Dragotto - la crisi che attraversa anche il settore delle costruzioni può, paradossalmente, rappresentare un’occasione unica per impostare in modo nuovo e virtuoso le politiche di programmazione in ambito urbano, ridando alle città un ruolo centrale nel Paese. Pensiamo a cosa significa oggi la competizione fra i territori. Sempre di più ci si misurerà sulla qualità dei centri urbani. Sulla loro dotazione di servizi e su come sapranno interpretare il rapporto con l’ambiente ponendo attenzione alle tematiche energetiche e privilegiando uno sviluppo, come si dice, sostenibile”Come procedere? Gli obiettivi che Audis, con la Carta, intende portare all’attenzione degli operatori indicano in che direzione andare. I nostri centri urbani impoveriti dal progressivo svuotamento di funzioni (con focus sulle parti di città costruite tra gli anni ’50 e ‘70), vanno ‘riequilibrati’ attraverso interventi e azioni diffuse di rigenerazione che, oltre a migliorare la qualità della vita nelle zone interessate, hanno il vantaggio di ‘bloccare lo spreco di territorio’. I mutamenti che hanno interessato le città italiane non si possono, insomma, né ignorare, né subire. Vanno, invece, governati convertendoli in occasioni di progresso urbano. Chiamando a raccolta esperti e competenze provenienti dalle diverse discipline, riconoscendo, nella programmazione, il ruolo insostituibile delle decisioni condivise e favorendo, in definitiva, l’interesse collettivo.Volendosi proporre come uno strumento di lavoro per i diversi attori, la Carta individua, poi, gli ‘elementi di qualità’, ai quali fare riferimento nella fase di programmazione e realizzazione degli interventi. Quei parametri che, una volta definiti, nel loro

C’è una grande patrimonio in Italia che aspetta di essere valorizzato. Sono le tante aree urbane dismesse o dismettibili presenti nelle nostre città, porzioni di territorio anche molto significative per la loro posizione, che, perduta la funzione originaria, vivono oggi situazioni di abbandono, sotto utilizzo e, in parte, degrado, ma che grazie ad interventi di rigenerazione possono tornare a nuova vita e contribuire al ridisegno dei centri urbani.È proprio a queste aree, al loro futuro utilizzo e, soprattutto, alle modalità d’intervento che si devono e si possono mettere in campo, che guarda la Carta della Rigenerazione Urbana predisposta da Audis, l’Associazione Aree Urbane Dimesse, attiva da oltre dieci anni sulle tematiche della riqualificazione urbana e che vede tra i suoi soci numerosi Enti locali, Associazioni, Università e soggetti privati operanti in diversi settori. Approvata nel giugno del 2008 e presentata nell’ambito di diverse importanti manifestazioni nazionali dedicate ai temi dello sviluppo urbano (Expo Italia Real Estate di Milano, Constructa, dove è stata allestita anche una mostra con una selezione svolta da Audis di progetti di riqualificazione urbana e Urbanpromo, a Venezia) la Carta, come spiega Marina Dragotto, Coordinatrice di Audis, è nata, in primo luogo “dall’esigenza di creare uno strumento in grado di portare a sistema l’esperienza decennale (e il relativo patrimonio di idee e pratiche) maturata da Audis e di proporsi come punto di riferimento per un confronto con i soggetti pubblici e privati che operano nella città sul futuro dei nostri centri urbani”.Se è vero che, l’obiettivo naturale dell’operazione è l’adozione della Carta da parte dei soggetti sopra citati (il primo ad avvalersene è stato il Comune di Brindisi), altrettanto importante appare

CITTÀ

Da Audis,la Carta per la Rigenerazione Urbanadelle città italiane

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A lato, Palazzo per uffi ci in via Borgognone, ex poste italiane - Milano (Mario Cucinella Architects)

Sotto, Eataly altri cibi, ex Carpano - Torino (Negozio Blu Architetti e Giovanni Bartoli)

insieme determinano la qualità di una trasformazione urbana e consentono una valutazione trasparente dei processi a tutti i soggetti interessati.Secondo la qualità urbanistica ogni progetto di rigenerazione deve essere inquadrato in una logica definita dagli strumenti di pianificazione e programmazione strategica di ampia scala evitando così che prevalga la logica interna dei singoli progetti a scapito della collettività e della qualità urbana.Occorre poi garantire, sia per gli interventi ex novo, sia per le rigenerazioni, una qualità architettonica che raccolga la sfida della contemporaneità e dei nuovi stili di vita, includa l’utilizzo delle nuove tecnologie compatibili con l’ambiente e favorisca l’integrazione e la continuità con la storia e l’identità dei luoghi interessati (qualità culturale).Gli spazi pubblici - si sostiene ancora nella Carta di Audis - devono tornare ad essere elemento costitutivo del tessuto urbano. Soprattutto per le aree dismesse o da dismettere, la qualità dello spazio pubblico ha una funzione di rilievo. E’ infatti necessaria per riavviare i processi di identificazione e integrazione sociale e per la riappropriazione del luogo. E’ inoltre elemento indispensabile per la ricucitura e la fluida circolazione con il contesto urbano.E altrettanto importante è garantire la qualità sociale (che significa benessere per residenti e ‘city users’) considerando nella progettazione la sostenibilità sociale delle trasformazioni previste e l’impatto che avranno sul contesto in cui devono inserirsi.Sempre in relazione con il contesto di riferimento (ed in particolare per le aree urbane dismesse) va considerata la qualità ambientale degli interventi tenendo conto della crescita sostenibile della città e della salute dei cittadini.

Più in generale, il tema della tutela dell’ambiente deve essere affrontato anche dal punto di vista della qualità energetica cogliendo l’opportunità di un’operazione di rigenerazione per trasformare, laddove possibile, gli edifici da consumatori a produttori di energia attraverso l’utilizzo di tecnologie che riducano consumi e inquinamento.Ultima ma non certo meno importante, la qualità economica. Sotto questo aspetto un intervento a scala urbana deve essere caratterizzato dalla capacità di produrre occasioni di sviluppo auto propulsivo duraturo nel tempo e crescita economica dell’area urbana in cui si inserisce. Occorre poi prevedere un adeguato equilibrio tra qualità tecnica, tempi, efficienza attuativa e costi. Una trasformazione urbana con alta qualità economica, infatti, genera benefici per tutti gli attori in campo, attira investimenti e, in definitiva, produce sviluppo e nuove opportunità di lavoro.Infine la qualità paesaggistica che deriva dall’insieme delle qualità raggiunte negli ambiti già citati, nei casi in cui la loro composizione crea un rinnovato ‘senso del luogo’.Nel caso specifico delle aree dismesse, particolare rilievo hanno i fattori tempo e gradualità: gli abitanti, le amministrazioni e gli attori coinvolti devono essere sollecitati a riappropriarsi del ‘paesaggio abbandonato’, a volte negato e rimosso, perché i suoi caratteri distintivi possano essere giustamente individuati, valutati e confrontati con le nuove esigenze.La Carta di Audis ha già riscosso fra gli amministratori e gli operatori privati un forte interesse e fra le iniziative future dell’Associazione si sta pensando di istituire un Premio Audis da assegnare a quei progetti realizzati in Italia che meglio sapranno raccogliere la sfida della qualità.

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Expo 2015Le città italianea fi anco di MilanoIdee e progettiin cantiere

OSSERVATORIO

Come in parte previsto, l’Expo 2015 si sta concretamente dimostrando un grande catalizzatore di energie creative e progettuali. Sono, infatti, tante e qualificate le proposte di collaborazione giunte agli organizzatori della manifestazione praticamente da tutte le principali città italiane.Con l’obiettivo di cogliere le indubbie opportunità di sviluppo che l’evento (a sei anni dal suo svolgimento) è già in grado di preannunciare, amministrazioni locali, regionali e associazioni si candidano a supportare Milano, mettendo in campo idee e progetti che, attraverso i temi dell’Expo (“Nutrire il pianeta. Energie per la vita”), puntano a valorizzare le eccellenze presenti sui loro territori. La fotografia è quella di un ‘cantiere aperto’ ed in continua evoluzione. Con incontri di delegazioni ufficiali ed annunci di accordi e protocolli che si susseguono a ritmo incalzante. Nelle righe che seguono riportiamo quanto registrato dai media negli ultimi dodici mesi e i soggetti che ufficialmente o sul piano degli intenti si sono proposti. Si tratta, come detto, di una lista probabilmente parziale e certamente in costante evoluzione che non include le città lombarde che insieme ad altre realtà, come è noto, hanno affiancato Milano già nella fase di candidatura.

RomaLe due grandi metropoli spesso in competizione sono questa volta impegnate sullo stesso fronte.I due sindaci, Gianni Alemanno e Letizia Moratti, hanno infatti firmato lo scorso gennaio un protocollo d’intesa che prevede l’impegno, da parte della città di Roma, a mettere a disposizione dell’evento le proprie eccellenze culturali, artistiche e turistico - ricettive, nonché a favorire la nascita di sinergie tra la Fiera di Roma e l’Expo.

FirenzeL’Expo è anzitutto cultura e in questo Firenze è un punto di riferimento. Da qui è nata, nell’ottobre del 2008, la partnership tra Milano e le istituzioni culturali pubbliche e private di Firenze, nell’ottica della reciproca valorizzazione delle eccellenze culturali.Firenze sarà ‘coinvolta’ in occasione di eventi, manifestazioni, incontri ufficiali, forum e dibattiti tematici, happening internazionali ed altre iniziative previste nel periodo di preparazione dell’Expo.

GenovaIl capoluogo ligure è stata una delle prime città non lombarde a proporsi e a siglare un accordo di collaborazione con Milano. Questi gli elementi essenziali: il porto di Genova intende mettere in campo un’area di circa settecento ettari, oltre al polo urbano dell’Expo costruito da Renzo Piano per le ‘Colombiadi’ del ‘92. Nella sostanza, si punta a un piano di razionalizzazione del porto di Genova in grado di accogliere tutti quei visitatori che potranno spingersi fino al mare, trovandosi di fronte un’offerta articolata di proposte presentate dalla città portuale. E’ inoltre allo studio l’organizzazione di una edizione speciale del Salone della Nautica e il potenziamento del piano delle crociere per consentire ai crocieristi visite all’Expo.

NovaraLa città piemontese ha dato vita al comitato ‘Novara verso l’Expo 2015’. Dopo Milano, si tratta del primo comitato istituito ad hoc per Expo 2015.Novara ha inoltre offerto il suo supporto a Milano (sottoscrivendo un accordo di partnership nel settembre del 2008) partendo dal proprio know how specifico nel settore della risicoltura, in particolare nel campo della ricerca di innovative metodologie di coltivazione.

Milano

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ParmaParma e Milano hanno attivato un tavolo di coordinamento finalizzato a valorizzare tutte le eccellenze locali, a partire dalla sede dell’Authority Europea per la Sicurezza Alimentare.Sarà inoltre interessato il sistema ricettivo dell’area parmense, peraltro già inserito nel dossier presentato dal Comitato di Candidatura, in grado di garantire un elevato numero di posti letto da dedicare ai visitatori dell’Expo. Avrà un ruolo importante anche la struttura fieristico-congressuale di Parma, che vanta eventi di eccellenza anche nel settore agro-alimentare, tra cui Cibus e Cibus Tec, che potranno rientrare nell’offerta di attività collaterali all’Expo quali momenti di ulteriore approfondimento della tematica scelta per l’Esposizione Universale.

TorinoAltra città partner di progetto nella fase di candidatura, ma anche punto di riferimento della Fondazione delle Province del Nord-Ovest, che ha avviato un confronto con il Comitato organizzatore dell’Expo 2015, per una partecipazione concertata dell’intero macro-territorio all’evento e la promozione della food valley italiana.

VeronaLa cooperazione con Verona, a quanto risulta, riguarderà la ricettività, le iniziative turistiche e l’attività della Fondazione Arena. Inoltre, l’ente fieristico Veronafiere si è reso disponibile ad ospitare eventi fieristici milanesi nel periodo Expo.

TriesteIl Friuli Venezia Giulia si candida a diventare la Porta verso Est dell’Expo 2015 e a giocare un ruolo importante nell’ambito dei rapporti con le realtà dell’Europa centro-orientale e dell’Asia, promuovendo le opportunità che si determineranno grazie all’Expo.Con l’accordo conseguito lo scorso ottobre con Milano, infatti, la città di Trieste si impegna a collaborare all’organizzazione dell’Expo mettendo a disposizione le proprie eccellenze culturali, artistiche e turistico - ricettive, con particolare riferimento al traffico crocieristico e di collegamento marittimo con i Paesi del Mediterraneo e dell’Estremo Oriente.

PalermoAnche il Sud non resta a guardare, e il capoluogo siciliano ne è il primo esempio. Lo scorso novembre Palermo e Milano hanno stretto un’alleanza fondata sulla valorizzazione delle eccellenze turistiche, enogastronomiche, di arte, cultura ed eventi della città siciliana nel contesto dell’Esposizione Universale.

Emilia-RomagnaLa Regione Emilia-Romagna ha raggiunto nello scorso mese di gennaio un accordo di collaborazione con la Regione Lombardia per la valorizzazione del sistema delle reciproche

eccellenze regionali e la definizione di attività condivise a supporto dell´Expo 2015.Sarà avviata una attività congiunta nei campi della ricerca e innovazione nel settore agro-alimentare e dell´educazione e sicurezza alimentare, temi centrali di Expo 2015.

AnciL’associazione metterà a disposizione dell’Expo ‘Res Tipica’, struttura costituita dalle Associazioni delle Città di Identità per la promozione delle identità territoriali e per la valorizzazione del patrimonio enogastronomico italiano. La collaborazione dell’Anci in prospettiva Expo si fonda essenzialmente sul binomio enogastronomia e turismo per promuovere le specificità del territorio italiano.

LAVORI IN CORSOBariLa Fiera del Levante, una delle principali fiere italiane e del Mediterraneo, si è dichiarata disponibile a collaborare con Milano ed in particolare avanzando l’ipotesi di creare in terra pugliese una sezione decentrata dell’Expo 2015.

NapoliLa Regione Campania ha manifestato la disponibilità a collaborare per la migliore riuscita dell’Expo. Sono al lavoro anche i Comuni di Napoli e Milano per definire accordi di collaborazione reciproci in occasione di due grandi eventi internazionali dei prossimi anni che le riguardano: il Forum delle culture a Napoli nel 2013 e l’Expo 2015 a Milano.

VeneziaSi è svolto a maggio 2008 l’incontro “Expo 2015, Venezia porta d’Oriente” che ha portato alla firma del protocollo d’intesa per la costituzione del Comitato Venezia per l’Expo 2015. Tra i promotori, Expo Venice, Unindustria di Venezia e Vega Parco Scientifico Tecnologico di Venezia, con l’appoggio di Eni.

I numeri dell’Expo 201529 milioniI visitatori previsti

181Gli espositori presenti

200 ettariLa superfi cie che accoglierà l’Expo

20 miliardi di euroGli investimenti previsti in infrastrutture

70.000I posti di lavoro creati nel periodo 2010-2015

7.000Gli eventi organizzati in occasione dell’Expo

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Il ‘Diamante’ di EnelDall’unione fra tecnologiae ‘proporzioni auree’energia solareper il parco mediceodi Villa Demidoff

BENI CULTURALI

- università) e, soprattutto, per l’alto valore storico-fi losofi co e insieme tecnologico che caratterizza l’opera.Costituito da una struttura geodetica in acciaio di otto metri di diametro, ricoperta sulla calotta superiore e nel lato orientato a sud, da trentotto pannelli fotovoltaici di silicio policristallino e caratterizzata da rapporti e dimensioni ‘auree’ (che seguono, cioè, le proporzioni presenti in natura), il Diamante si inserisce all’interno di un tradizione millenaria che ha visto i principali ingegni dell’umanità (Platone, Keplero, Fidia, Le Corbusier, Bach, per citarne solo alcuni) confrontarsi con il mistero della cosiddetta ‘sezione aurea’, fonte di fascino e motivo di studio per le sue proprietà geometriche e matematiche e la frequente riproposizione in svariati contesti naturali, apparentemente slegati tra loro. Fatte le dovute proporzioni (è proprio il caso di dirlo …) un suo antecedente illustre si può ritrovare negli studi compiuti dal frate matematico Luca Pacioli nel “De Divina Proportione”, opera fondamentale per lo studio della ‘sezione aurea’ e della sua evoluzione - il primo vero trattato al riguardo dopo i testi pitagorici e gli “Elementi” di Euclide - pubblicata nel 1509 (quest’anno ricorre il

Del diamante ha il nome e, in parte, il fascino, lo stile. Non la forma che, invece, gli deriva da una coraggiosa sintesi ‘evolutiva’ del dodecaedro di Leonardo - Pacioli e delle cupole geodetiche create, sul fi nire degli anni ’50 del secolo scorso, dal visionario architetto americano Richard Buckminster Fuller.Avveniristica realizzazione di Enel Ricerca (in collaborazione con la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Pisa) il Diamante è una centrale ad energia solare di ultima generazione pensata appositamente per operare ‘in armonia’ con luoghi e scenari ad alto contenuto architettonico, monumentale e naturalistico. Proprio come lo stupendo parco mediceo di Villa Demidoff a Pratolino dove entro la fi ne dell’anno troverà posto (nell’ambito di un accordo con la Provincia di Firenze) il primo esemplare che fornirà energia pulita per l’illuminazione del complesso.E ‘armonia’ è probabilmente la parola chiave dell’intera operazione Diamante che fa centro, oltre che per l’originalità della già citata ‘destinazione d’uso’ (in rapporto con arte e natura), per la forma della partnership che ha reso possibile il progetto (privato - pubblico

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cinquecentesimo anniversario) e nelle celebri illustrazioni di poliedri eseguite, nell’occasione, da Leonardo da Vinci. In particolare nel dodecaedro (o meglio ‘duodecedron elevatus’) che Leonardo - Pacioli (ispirandosi ai solidi platonici ed euclidei) ‘videro’ e riprodussero con 90 lati e 180 angoli che formano 60 triangoli equilateri in piramidi pentagonali ed esagonali. Di grande fascino e suggestione, come detto, anche la cornice che ospiterà il Diamante, il Parco di Villa Demidoff , all’interno del quale l’architetto e scultore Bernardo Buontalenti realizzò, alla fi ne del sedicesimo secolo, per Francesco I de’ Medici, un giardino delle meraviglie, una cittadella di arte e tecnologia animata dalle energie della natura con giochi artifi ciali, automi e

IdrogenoIdrogeno

ElettrolizzatoreCella a combustibile Accumulo idrogeno

=48 V cc

=48 V cc

=48 V cc

=48 V cc

=220 V4 kWH2O

H2

Ossigeno

=48 V cc

=48 V cc

=48 V cc

=48 V cc

Cella a combustibile

=220 V4 kW

Accumulo idrogeno

IdrogenoIdrogeno

Elettrolizzatore

Ossigeno

H2OH2

scherzi d’acqua che rispecchiavano - a quanto sembra - la personalità e gli interessi del Granduca, amante delle stranezze naturali e dell’alchimia.La realizzazione del Diamante (la cui energia elettrica prodotta è in grado di soddisfare le esigenze di un piccolo condominio e può essere usata immediatamente o accumulata sotto forma di idrogeno e utilizzata di notte o nelle giornate senza sole) si inquadra nelle iniziative del progetto ‘Ambiente e innovazione’ che vede Enel destinare 7,4 miliardi di euro nel campo dell’applicazione e dello sviluppo tecnologico delle energie rinnovabili e si inserisce in un programma che impegna gli Enti coinvolti ad attivare percorsi virtuosi di diff usione e valorizzazione delle fonti di energia rinnovabili.

GIORNO

NOTTE

Gli

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Fase 1: l’energia proveniente dal sole è catturata dai pannelli fotovoltaici e convertita in energia elettrica a bassa tensione (48 Vcc).

Fase2: L’energia così prodotta è disponibile per alimentare le utenze, per esempio di un gruppo di abitazioni.

Fase3: La parte di energia non utilizzata dall’abitazione è inviata ad un elettrolizzatore che la usa per dividere l’acqua in ossigeno e idrogeno. L’idrogeno così prodotto è inviato ad un serbatoio di accumulo.

Fase 1: L’energia, prodotta durante il giorno e immagazzinata sotto forma di idrogeno nel serbatoio di accumulo, è utilizzata mediante una cella a combustibile che trasforma l’energia chimica contenuta nell’idrogeno in energia elettrica.

Fase2: L’energia elettrica prodotta dalla cella a combustibile garantisce l’alimentazione continua delle utenze dell’abitazione.

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“Una soluzione innovativa in armonia con ambiente paesaggio e arte”

Intervista all’Ingegner Gennaro De Michele, Responsabile Politiche di Ricerca e Sviluppo Enel

Il Diamante si ispira alle cupole geodetiche progettate sessant’anni fa dall’architetto americano Richard Buckminster Fuller, ma i riferimenti concettuali della sua forma risalgono sino ai solidi platonici e al mitico dodecaedro che tanto aff ascinò sia il matematico Luca Pacioli sia Leonardo da Vinci. Come vi è venuta l’idea di puntare su un progetto così squisitamente insolito?“L’idea è nata da una diffi coltà: inserire in un contesto artistico o naturalistico un impianto di generazione solare senza deturpare il paesaggio, anzi arricchendolo di una struttura piacevole e facilmente armonizzabile al

Sopra: il Diamante (rendering)

A fi anco: Gennaro De Michele, Responsabile Politiche di Ricerca e Sviluppo Enel

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contesto. Abbiamo pensato a vari tipi di strutture che usando la proporzione aurea fossero in grado di ottenere questa armonia.Accanto a questa esigenza ce n’era un’altra di tipo tecnologico/funzionale derivante dalla necessità di prevedere un accumulo energetico per sopperire alla mancanza del sole nelle giornate di brutto tempo e di notte. Per risolvere questo problema abbiamo pensato ad una produzione di idrogeno per via elettrochimica usando l’energia elettrica prodotta dai pannelli solari, a un suo accumulo in appositi contenitori e al suo impiego in celle a combustibile in grado di produrre energia elettrica con elevata effi cienza. In pratica si produce elettricità e idrogeno con i pannelli solari quando c’è il sole e elettricità dall’idrogeno quando il sole non c’è.Dal punto di vista architettonico abbiamo pensato ad una struttura chiusa, in grado di contenere i serbatoi dell’idrogeno e che permettesse di alloggiare in maniera adeguata i pannelli fotovoltaici sulla sua superfi cie.E’ questo il Diamante, una struttura in cui tutti i rapporti sono aurei e fi nanche la disposizione dei contenitori dell’idrogeno rispetta questo tipo di proporzione”.Dai tempi di Fuller quale è stata l’innovazione tecnologica contenuta nel Diamante che ritiene più signifi cativa per il suo funzionamento?“A parte la standardizzazione della struttura che consente l’impiego di molti materiali (nel Diamante viene usato l’acciaio inossidabile ed è facilmente montabile e smontabile), la maggiore novità da un punto di vista funzionale è quella relativa all’accumulo dell’idrogeno. Fino ad un paio di anni fa l’idrogeno poteva essere accumulato o ad altissima pressione (400 bar) o a bassissima temperatura quasi prossima allo zero assoluto. Con le nuove tecniche degli idruri metallici l’idrogeno può essere assorbito su vari materiali, appunto gli idruri metallici, a pressioni relativamente basse (10 bar) e a temperatura ambiente; questo consente un impiego molto più semplice di questo vettore energetico che diventa così un importante accumulatore di energia”.Dopo l’installazione nel Parco di Pratolino vedremo altri Diamanti?“Dipende. L’installazione nel Parco di Pratolino, che sarà completata quest’anno, è molto importante poiché permetterà di verifi care la funzionalità della centrale solare e dei sistemi di accumulo e di trovare se possibile tecnologie di minor costo e di pari funzionalità per la realizzazione di altri Diamanti.

Infatti l’elevato costo è l’unico limite della diff usione di questo nuovo tipo di centrale.Altro campo su cui Enel sta lavorando per trovare soluzioni più armoniche per produrre energia da fonti rinnovabili è quello del mini eolico che potenzialmente potrebbe avere numerose applicazioni anche in siti urbani, purché gli impianti siano ben armonizzati nei contesti architettonici delle nostre città”.Il Diamante fa parte del progetto ‘Ambiente e innovazione’ con il quale Enel è impegnata nella ricerca sulle fonti di energia rinnovabili. Dal vostro punto avanzato di osservazione qual è, ad oggi, la soluzione sulla quale sembra più opportuno puntare per soddisfare nel futuro il fabbisogno energetico delle città?“Non esiste una soluzione unica ma bisogna ricorrere a più tecnologie. Nel medio termine saranno ancora i combustibili fossili impiegati in centrali a emissioni zero a dare il contributo più importante. Senza dimenticare l’energia nucleare che sta vivendo a livello mondiale una sorta di rinascimento.Tra le energie rinnovabili si punta sull’eolico, al momento la fonte il cui sfruttamento è il più economico, e sul solare fotovoltaico e termodinamico. Ma un ruolo fondamentale avranno il risparmio e l’effi cienza energetica specialmente nel settore dell’edilizia, dove sono presenti margini di miglioramento veramente importanti”.

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In questi ultimi anni in Italia gli interventi normativi nel settore immobiliare e i provvedimenti in materia fiscale hanno posto l’enfasi sul problema delle valutazioni. Il processo di armonizzazione dei principi contabili, avviato nella contabilità e negli strumenti di informativa finanziaria con gli International Accounting Standards (IAS/IFRS), pone una prospettiva di unificazione delle procedure di valutazione e della pratica professionale estimativa. La stima degli immobili è legata alle situazioni e all’evoluzione del settore immobiliare, che a sua volta si sviluppa in relazione al sistema economico, all'ordinamento giuridico e ai rapporti sociali esistenti in ogni Paese. Nell’opinione pubblica del nostro Paese è poco diffusa una cultura valutativa, intesa come il complesso delle manifestazioni e dell’atteggiamento comune verso il tema delle stime degli immobili. Ciò è dovuto in gran parte alla scarsa trasparenza del mercato immobiliare italiano, legata a un problema complesso che investe un diffuso comportamento dei contraenti. Il carente livello di informazione si riflette nell’attività professionale in quanto riduce il campo di osservazione dei dati di mercato necessari per eseguire valutazioni appropriate. Di per sé la scarsa trasparenza conduce a inefficienze nel funzionamento del mercato immobiliare, nel quale il ruolo dei valutatori deve essere maggiormente compreso ed apprezzato dagli utilizzatori dei servizi di valutazione, dalle autorità e dal pubblico in generale.Il nostro Paese si avvale di un sistema valutativo che opera con stime convenzionali regolate per legge e con stime catastali e fiscali automatiche. In pratica non vi è una prassi valutativa uniforme e condivisa, né vi sono controlli di qualità delle stime, nonostante la professionalità e l’esperienza manifestate nella pratica estimativa dai valutatori italiani.Di recente importanti iniziative sono state avviate per colmare il divario che separa le nostre stime da quelle degli altri paesi. Le più importanti iniziative di carattere professionale sono: la

costituzione dell’associazione Geometri Valutatori Esperti (2000) e i corsi di formazione in Estimo e valutazioni immobiliari (dal 2005); la pubblicazione del Codice delle valutazioni immobiliari III di Tecnoborsa (2006) che prefigura uno standard valutativo nazionale; la costituzione dell’associazione E-valuations: Istituto di Estimo e Valutazioni dei valutatori qualificati (2007); l’istituzione della società Crif-certification services per la certificazione dei valutatori che operano nel settore bancario (2008). Si tratta di iniziative fondamentali per l’esercizio dell’attività estimativa e per l’efficienza e il consolidamento dei mercati immobiliari.In questo contesto gli standard valutativi internazionali e nazionali mirano a qualificare la figura del valutatore esperto, attraverso l’appartenenza ad un’organizzazione professionale, formata da professionisti con comprovate competenze nel settore immobiliare, i quali seguono un iter formativo e sono sottoposti a prove di verifica. In questo senso gli standard prescrivono modelli di prestazioni uniformi e di qualificazione della pratica professionale valutativa. Ai valutatori è affidato il compito di applicare nelle stime immobiliari standard di qualità, di competenza, di esperienza e di condotta a seguito delle indicazioni dei clienti, dei potenziali utenti e delle istituzioni.

Gli standard di valutazione Già negli anni Settanta, i rapidi cambiamenti economici avevano indotto gli operatori del settore immobiliare di tutto il mondo ad attribuire una crescente importanza alle stime professionali degli immobili, e di conseguenza a porre l’accento sulla necessità di adottare standard riconosciuti a livello internazionale. Era netta la coscienza che la mancanza di standard avrebbe potenzialmente portato a una situazione di incomprensione tra le organizzazioni nazionali e a disparità con i Paesi dove erano assenti standard nazionali. Negli ultimi venti anni il mondo delle valutazioni immobiliari si è profondamente trasformato nelle regole di valutazione, nelle metodologie di stima e nell’informatizzazione delle procedure di stima. La globalizzazione dei mercati di investimento e le recenti vicende del mercato immobiliare hanno rivolto una particolare attenzione alle stime professionali. In generale uno standard è un insieme di predefinite caratteristiche di una determinata categoria di processi noti e accettati o dati per scontati. Nel linguaggio giuridico, uno ‘standard di fatto’ è indotto dalla frequenza di certe caratteristiche che ricorrono tanto spesso da diventare processi uniformi e generalmente condivisi. Uno ‘standard di diritto’ è uno standard obbligatorio per legge o fissato da accordi fra associazioni o imprese, ma non vincolante per i professionisti, che possono scegliere se conformare ad esso i loro servizi o meno.Uno ‘standard valutativo’ è un complesso di regole uniformi e condivise di natura metodologica e applicativa, raccolte e presentate in modo sistematico. Gli standard valutativi internazionali derivano da standard di fatto legati alla prassi professionale e consistono di norme comuni universalmente accettate. La loro origine e il costante legame con l’attualità

APPROFONDIMENTI

Mercato immobiliareGli standardvalutativi internazionalidi Marco Simonotti

(Professore ordinario di Estimo all’Università di Palermo)

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l’Appraisal and Valuation Standard (Red book, RICS); l’European Valuation Standards (EVS). Gli standard valutativi internazionali si collocano nell’intersezione tra gli standard contabili e gli standard catastali internazionali, i primi provvedono a definire le stime contabili degli immobili e degli altri cespiti aziendali, i secondi si occupano delle stime fiscali e catastali degli immobili (Schema 2). Se in un’estrema sintesi si volessero rappresentare i contenuti degli standard valutativi, ci si potrebbe riferire a due concetti

inducono nel tempo aggiornamenti, revisioni e modifiche in accordo con l’evoluzione del settore professionale (Schema 1).L’applicazione degli standard valutativi si svolge in un contesto nel quale operano le organizzazioni dei valutatori e sono previsti un sistema educativo e di formazione, un modo di selezione dei valutatori e un aggiornamento continuo.A livello internazionale esistono numerosi standard di valutazione tra i quali: l’International Valuation Standards (IVS); l’Uniform Standards of Professional Appraisal Practice (USPAP);

Schema 1 - Cronistoria degli standard di valutazione

1792 Surveyors Club (UK)

1868 Institution of surveyors (Londra)

1900 Scientifi c management (USA): la best practice e i costi standard

1910 Giurisdizione USA: la rilevazione dei dati immobiliari

1932 American Institute of real estate appraisers (AIREA) Chicago: il sales comparison approach

1934 National Association of Assessing Offi cers (NAAO) Chicago: Associazione nazionale dei valutatori catastali

1935 Il primo Corso di studio dell’AIREA

1936 American Society of Appraisers (ASA), Washington DC

1946 Royal Institution of Chartered Surveyors (RICS)

1959 International Association of Assessing Offi cers (IAAO) Kansas City, Missouri: Associazione internazionale dei valutatori catastali

1966 National Association of Real Estate Appraisers (NAREA) Alexandria, Minnesota

1974 Il primo Red book della RICS per le stime ad uso contabile

1977 The European Group of Valuers’ Association (TEGoVA) (Belgio, Francia, Germania, UK)

1981 International Valuation Standard Commettee (IVSC) Londra: organizzazione non governativa membro delle Nazioni unite

1989 The Appraisal Foundation: l’Uniform Standards Of Professional Appraisal Practice (USPAP);

1990 Appraisal Institute (AIREA+ Society of Real Estate Appraisers)

1995 RICS Appraisal valuation and manual: standard obbligatorio per i membri del RICS nel UK

1999 Il Bleu book del TEGoVA: European Valuation Standards (EVS)

2000 Geometri Valutatori Esperti (GEOVAL)

2000 Il Codice delle valutazioni immobiliari di Tecnoborsa, Roma

2000 Istituto Italiano di Valutazioni immobiliari IsIVI (membro TEGoVA)

2001 International Accounting Standard Board (IASB)

2001 The appraisal of real estate, Appraisal Institute (2001)

2002 Regolamento comunitario per l’applicazione degli International Accounting Standard IAS/IFRS

2004 IAAO: Standard on Mass Appraisal of Real Property

2005 TEGoVA: European Valuation Standards (edizione 2005)

2005 RICS: Appraisal and Valuation Standard (edizione 2005)

2005 USPAP: Uniform Standards of Professional Appraisal Practice (edizione 2005)

2006 Tecnoborsa: Codice delle valutazioni immobiliari (edizione 2006)

2007 IVSC: International Valuation Standards (edizione 2007)

2007 E-Valuations: Istituto di Estimo e Valutazioni, Torino: Associazione di valutatori qualifi cati

2008 Crif-certifi cation services, Bologna: certifi cazione delle competenze secondo la norma ISO 17024

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fondamentali: la best practice e la rilevazione dei dati di mercato.Per best practice s’intendono in genere le esperienze più significative o dai migliori risultati in un dato contesto. Secondo l’ambito, le migliori pratiche possono essere definite come raccolta di esperienze formalizzate in regole che possono essere osservate, come quelle dettate dagli standard. Nella gestione dei processi, il concetto di best practice è legato all'idea manageriale che asserisce l’esistenza di un processo più efficace nel raggiungere un particolare risultato di qualunque altro processo. La best practice garantisce il raggiungimento degli obiettivi nel massimo dell’economia e della qualità. La rilevazione e la raccolta dei dati e delle informazioni di mercato è la base materiale degli standard valutativi. Si reputa, infatti, che la stima del valore di mercato di un immobile si deve fondare sui dati di mercato reali. Per compiere stime veritiere non esiste altra via che quella della rileva zione e della rac colta dei prezzi veri laddove si formano. Ai fini della valutazione, il dato di mercato è un dato complesso costituito da una parte economica relativa al prezzo effettivamente corrisposto e da una parte tecnica relativa alle caratteristiche posizionali, strutturali, tipologiche e tecnologiche dell’immobile. Questo grado di dettaglio è imposto dalla naturale segmentazione del mercato immobiliare, che suddivide gli immobili in sottomercati circoscritti e localizzati. La rilevazione dei dati immobiliari concorre a garantire condizioni di trasparenza e di equità al mercato immobiliare, consentendo il conseguimento di un presupposto di efficienza economica e il contenimento di effetti distorsivi. Gli standard valutativi internazionali, basati sulla best practice e sulla rilevazione dei dati, non contemplano l’expertise immobiliare, fondato su un giudizio sintetico formulato da un

valutatore in modo mediato in base all’esperienza e a situazioni di mercato antecedenti. Questo giudizio è generalmente compatibile e ve rificabile con i giudizi manifestati da altri valutatori per lo stesso immobile nella medesima situa zione, ma non consente la formalizzazione in regole da osservare necessaria per la best practice e non prevede la rilevazione diretta dei dati di confronto. Le valutazioni prospettate dagli standard valutativi si avvalgono pienamente dei principi e delle norme dettati dalla metodologia estimativa, si basano su procedure ripetibili che permettono la definizione di processi uniformi, di analisi quantitative e di controlli di qualità, ed evitano errori e complicazioni impreviste.Gli standard valutativi mirano a garantire il risultato della stima attraverso un insieme di condizioni:

la prima condizione riguarda le basi di valutazione ossia • i criteri di stima che comprendono il valore di mercato e i valori diversi dal valore di mercato (costo, valore di investimento, ecc.);la seconda condizione riguarda i procedimenti di stima, • ossia gli strumenti metodologici attraverso i quali giungere alla valutazione;la terza condizione riguarda le regole minime di presentazione • del rapporto di valutazione;la quarta condizione attiene il codice di condotta del • valutatore.

I procedimenti estimativiIn ambito internazionale, i procedimenti estimativi basati sulla rilevazione dei dati rappresentano quelli impiegati più di frequente nella stima degli immobili svolta nell'ambito professionale e in quelli fiscale e amministrativo. I dati immobiliari sono rilevati direttamente dai valutatori o reperiti in banche dati. Il campione dei procedimenti estimativi basati sulla rilevazione dei dati è il market comparison approach (MCA) che si può definire come procedimento emblematico degli standard valutativi internazionali e nazionali.Il MCA si basa sulla rilevazione dei prezzi di mercato veri e delle caratteristiche di immobili simili a quello da valutare (Geocentro n. 1 del 2003 e n. 2 del 2004). Il MCA è indicato tra i procedimenti estimativi più accreditati per la stima del valore di mercato degli immobili negli EVS e negli IVS ed è richiamato negli standard contabili internazionali per la determinazione del valore equo (fair value). Il MCA è un procedimento di stima del valore di mercato che opera in presenza di pochi dati di compravendita di immobili. Si fonda sul principio secondo il quale il mercato fisserà il prezzo dell’immobile oggetto di stima allo stesso modo come ha formato i prezzi degli immobili simili rilevati. Il MCA nasce negli Stati Uniti intorno al 1920 per esigenze giurisdizionali, per le quali era richiesto ai valutatori di fornire una prova documentale del valore rassegnato, a tal fine erano considerati utili i dati di compravendite di altri immobili simili a quello da stimare.

IAAO:STANDARD on MASS

APPRAISAL of REAL

PROPERTY

IASB:INTERNATIO-

NALACCOUNTINGSTANDARD

RICS:APPRAISAL

and VALUATIONSTANDARD

TEGoVA:EUROPEANVALUATION

STANDARDS

IVSC:INTERNATIONAL

VALUATIONSTANDARDS

USPAP:UNIFORM STANDARD

of PROFESSIONAL PRACTICE

Tecnoborsa:CODICE delleVALUTAZIONIIMMOBILIARI

Schema 2 - Relazione degli standard valutativi internazionali congli standard catastali e contabili

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L'applicazione del MCA si svolge attraverso una procedura sistematica che consiste nel confrontare le unità immobiliari rilevate a quella oggetto di stima e nell’apportare una serie di aggiustamenti monetari ai prezzi di mercato noti, sulla base dei prezzi marginali (adjustments) attribuiti a ciascuna caratteristica. I prezzi marginali esprimono la variazione del prezzo di mercato di un immobile al variare in aumento o in diminuzione della caratteristica presa in considerazione. L’impiego del MCA richiede lo studio preliminare del metodo e non può essere improntato se non se ne conoscono i principi e i criteri metodologici di applicazione. Ciò è dovuto al fatto che il metodo esamina dati quantitativi e qualitativi disomogenei con criteri matematici e tecnici. Per questo si può avvalere degli strumenti informatici di calcolo e di schemi uniformi di presentazione dei risultati della stima. Nel nostro Paese, le stime immobiliari hanno assecondato nel corso degli anni una prassi valutativa basata sulla stima monoparametrica nelle sue molteplici varianti. Come è noto la stima monoparametrica consiste nell’utilizzo di un solo parametro, rappresentato solitamente dalla superficie commerciale (o da un’altra unità di consistenza degli immobili). La diffusa applicazione di questo procedimento di stima si è allontanata dalla sua formulazione originaria, che si basa sulla rilevazione dei prezzi di mercato recenti di immobili simili di confronto per i quali si rileva il parametro di stima. Il valore di mercato dell’immobile da stimare si calcola moltiplicando la media dei prezzi, ponderata per i parametri degli immobili di confronto, per il parametro dell’immobile da stimare. Nel tempo, nell’applicazione del procedimento originario, si è innescata una deriva metodologica legata alle stime convenzionali svolte dalla pubblica amministrazione in tema di concessione edilizia, di equo canone, di tariffa di estimo e recentemente di valore normale. I valutatori hanno spesso assecondato questa deriva per sopperire nei singoli casi di stima a carenze nella rilevazione dei prezzi di mercato e nella completa conoscenza del mercato immobiliare. Inoltre una serie di circostanze strutturali legate alla mancanza di trasparenza del mercato, alla ridotta competitività e alla legislazione fiscale, hanno contribuito alla decadenza metodologica del procedimento di stima monoparametrica.Nelle sue attuali applicazioni, il procedimento di stima monoparametrica considera un parametro di stima e, nella sua variante più diffusa, prende in considerazione anche altre caratteristiche immobiliari, come ad esempio lo stato di manutenzione, l’epoca di costruzione, la dotazioni di impianti, l’esposizione, ecc. La stima di queste caratteristiche non avviene in base al loro prezzo marginale come nel MCA, ma si svolge con l’impiego di coefficienti correttivi definiti per ogni caratteristica (maggiori o minori di uno secondo l’occorrenza). In mancanza di misure quantitative e di riferimenti particolareggiati al mercato locale, i coefficienti correttivi sono fissati soggettivamente o tratti dalla manualistica commerciale, che in genere ne riporta un repertorio unico per tutte le situazioni di mercato e fermo alla data di pubblicazione. I coefficienti sono applicati al valore

unitario assegnato all’immobile da valutare in modo apodittico con un expertise o ricorrendo alle quotazioni immobiliari riportate nelle pubblicazioni di settore. Nel primo caso il valore unitario è stabilito con un vero e proprio expertise come se si trattasse della stima di un’opera di arte. Nel secondo caso il valore unitario è tratto dalle raccolte di quotazioni immobiliari disponibili. Occorre ricordare che nella realtà immobiliare italiana le quotazioni sono indicazioni di valori unitari riferiti ad ambiti di mercato dai contorni approssimativi, senza il grado di dettaglio richiesto nella stima immobiliare. In genere le quotazioni non indicano chiaramente le fonti di indagine, le modalità di rilevazione e di elaborazione dei dati e non forniscono indicazioni applicative; per questi motivi sono inadatte alla stima immobiliare professionale, talvolta per loro esplicita ammissione. In definitiva nella stima monoparametrica si ritiene che non sia necessaria la rilevazione dei dati di mercato, ma soltanto l’allibramento del valore unitario o della quotazione prescelti all’immobile da valutare, con l’eventuale intervento dei coefficienti correttivi. La mancanza di rilevazioni dei dati di mercato, le stime soggettive nella determinazione del valore unitario e nell'assegnazione dei coefficienti rendono il metodo empirico e quindi non soggetto alla possibilità di dimostrare i risultati ottenuti. In queste varianti il procedimento di stima monoparametrica non è più idoneo ai propri compiti estimativi né può essere omologato dagli standard valutativi. Tuttavia in questo decadimento, il procedimento di stima originario conserva la sua validità metodologica: nella manualistica estimativa scientifica il procedimento propone la stima del valore unitario eseguendo la media ponderata dei prezzi degli immobili simili e imponendo la rilevazione dei prezzi di mercato e dei parametri degli immobili di confronto. Seppure la rilevazione riguardi soltanto la caratteristica immobiliare che funge da parametro, il procedimento basa la sua forza sulla rilevazione dei dati recenti e su condizioni di uniformità nelle altre caratteristiche diverse dal parametro scelto, cioè a sostanziale parità delle altre condizioni. La rilevazione dei dati offre la possibilità di dimostrare in modo documentato i risultati della stima ed è quindi in queste precise circostanze metodologiche che la stima monoparametrica è omologabile secondo gli standard valutativi nazionali e internazionali.Negli ultimi tempi, il crescente interesse mostrato dal mondo professionale ai temi degli standard valutativi, della qualità del servizio e delle moderne metodologie di stima ha favorito l'evolversi della formazione e della preparazione professionale e al contempo ha elevato le aspettative della clientela. Infatti, le prospettive degli investimenti immobiliari appaiono rivolte verso una maggiore selettività delle scelte e verso una rigorosa previsione dei prezzi e dei redditi di mercato, dei costi e dei saggi di redditività. Tali previsioni sono realizzabili solo se si impiegano i dati di mercato, metodologie estimative scientifiche e si assecondano i principi e le norme degli standard nazionali e internazionali. È auspicabile che nel prossimo futuro i professionisti, gli operatori del settore e i funzionari pubblici promuovano il diffondersi di stime immobiliari probanti.

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“I miei studi da geometra?Ottima preparazioneMa che fatica con Estimo…”Intervista a Piergiorgio Odifreddi

SOCIETÀ E COSTUME

Piergiorgio Odifreddi

Piergiorgio Odifreddi è Docente ordinario di matematica presso l’Università di Torino ed esperto di fama internazionale negli ambiti della filosofia ed in particolare della logica e dell’informatica. E’ autore di numerose pubblicazioni editoriali dedicate sia alla matematica, sia al rapporto scienza e religione. In questa intervista rilasciata a GEOCENTRO/magazine racconta le origini della sua formazione, il percorso intellettuale che lo ho portato ad essere uno dei più brillanti pensatori nella discipline di sua competenza e ci parla del ruolo della tecnica negli ambiti del progettare e del costruire.

Odifreddi, le chiediamo di fare, con la prima domanda, un piccolo e personale ‘fl ash back’. Lei, come è noto, si è diplomato presso l'istituto Tecnico per Geometri di Cuneo, sua città natale. Cosa ricorda in particolare di quella fase della sua formazione?“I ricordi sono vivi, perché appartengono all’adolescenza, che è il periodo più tormentato e difficile della vita di un uomo. Ricordo le levatacce mattutine per andare a lezione, le materie che mi piacevano (matematica, costruzioni, topografia) e quelle che proprio non capivo (estimo, in primis). Ma anche le incombenze extra-scolastiche, dal primo amore alle gare di atletica (dalla corsa campestre agli 800 e i 1.000 metri in pista, tutte discipline

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v nelle quali sono stato campione provinciale studentesco, con la maglia dell’Istituto appunto)”. A 23 anni era già laureato in matematica e a 31 aveva già vinto il suo primo premio assegnatole dall'American Mathematical Society. Quanto l’ha aiutata e, possiamo dirlo, ispirata, la sua formazione da geometra in quella fase di avvio della carriera e poi, successivamente?“Gli studi all’Istituto per Geometri sono stati un’ottima preparazione per la matematica: in fondo, appartengono alla stessa sfera, scientifica e razionale. E comunque all’università non ero certo l’unico ad arrivare da un istituto tecnico: non saprei quantificare le percentuali, rispetto ai liceali, ma certamente eravamo in molti, e ci siamo difesi bene direi”. In questi ultimi anni c’è stato molto dibattito in Italia intorno al destino della scuola tecnica e ad un certo momento è sembrata prevalere l’ipotesi di un suo parziale superamento. Eppure è dimostrato che proprio la scuola tecnica italiana - specie quella degli anni ’60 e ’70 - sia stata una vera e propria fucina di talenti. Cosa consiglierebbe ai nostri

legislatori in questa materia?“Non sembra che i nostri legislatori siano particolarmente disposti ad ascoltare la “voce del popolo”, e sembrano anzi singolarmente immuni alle sue opinioni. Detto ciò, io suggerirei anzitutto di permettere al liceo scientifico di diventare veramente tale, abolendo il latino e travasando le sue ore alle scienze. E per quanto riguarda gli istituti tecnici, di non adagiarsi soltanto sulle materie di più immediata applicabilità, ma di ampliare lo sguardo all’intero panorama scientifico”.“Se la matematica e la scienza prendessero il posto della religione e della superstizione nelle scuole e nei media, il mondo diventerebbe un luogo più sensato e la vita più degna di essere vissuta”. E’ una sua frase. Ce ne vuole spiegare il senso?“Intendevo dire che una buona parte dei guai personali e interpersonali al mondo derivano dall’atteggiamento irrazionale e fondamentalista fomentato dalle religioni. Un’educazione alla razionalità e al pensar chiaro, invece che un indottrinamento all’irrazionalità e alla confusione mentale tipica non soltanto delle religioni, ma anche delle filosofie idealiste e metafisiche, sarebbe

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delleun ottimo antidoto verso la guerra da una parte, e

l’infelicità dall’altra”.Lei, banalizzando, specialmente quando si parla di religione, passa per essere, quasi inevitabilmente, oltre che un ateo convinto anche un ‘paladino’ della scienza. Le sta bene questa immagine oppure no?“Non mi dà nessun fastidio: essere un paladino della scienza significa solo stare dalla parte di ciò che c’è! Mi darebbe molto più fastidio essere un paladino delle cause perse, cioè di ciò che non c’è. Ma naturalmente essere paladini della scienza non significa stare contro l’umanesimo, in particolare le arti: senza la letteratura, la pittura, la musica, il gioco, la vita sarebbe molto più noiosa e triste! Io ce l’ho solo con le forme deleterie di umanesimo, e solo quando esse pretendono di essere altro da ciò che sono: ad esempio, non ho niente contro la letteratura fantastica (di cui la teologia, come diceva Borges, era un ramo), purché non pretenda di venirci a dire che essa non è fantasia ma (la vera) realtà. Tutto qua”. Sul ruolo della scienza e ancor di più della tecnica alcuni importanti fi losofi sono stati molto critici arrivando a dire, non proprio in termini positivi, che nell’età contemporanea avrebbero preso il posto di Dio e della religione. Che ne pensa?“Non mi sembra che ci siano templi della tecnica, o ordini monastici che si ispirano ad essa. Credo che ciò che dà fastidio a quei filosofi sia che il pensiero dominante oggi è costituito da discipline e metodi che essi non comprendono e non conoscono, e che soprattutto non permettono di barare e stabiliscono in maniera precisa chi ha ragione e chi ha torto nelle dispute: l’esatto contrario di ciò che succedeva nelle loro filosofie”.

Heidegger, nel suo noto discorso ‘Costuire-abitare-pensare’, a seguito di un’analisi aff ascinante dei signifi cati etimologici dei primi due termini, arriva prima a dire che ‘costruire è propriamente abitare’ e poi, soprattutto, che costruiamo perché abitiamo (il mondo) e non viceversa. Cosa resta, secondo lei nel modo attuale di pensare e costruire edifi ci, della profondità di queste rifl essioni. Dove sta andando oggi l’architettura?“Temo di non essere in grado di rispondere a questa domanda. Anzitutto, non capisco bene le parole di Heidegger: “costruire è abitare” è analogo a dire che “coltivare è mangiare”, e potrà anche essere vero in qualche senso, ma a me sembra parecchio oscuro (o, più semplicemente, confuso). Dove stia andando l’architettura, poi, non lo so: mi sembra che vada in molte direzioni diverse, a seconda dei committenti e degli architetti, e non sono sicuro che ad esempio Piano e Gehry vadano nella stessa direzione. Anzi, a me sembra che vadano in direzioni opposte, ma questo contribuisce alla ricchezza espressiva dell’architettura”. Un’ultima domanda. Matematica e Logica, che certamente si sono dimostrate ‘strumenti’ fondamentali per lo sviluppo della concezione del mondo e la comprensione della vita, potranno essere d’aiuto all’uomo per recuperare un rapporto se non virtuoso perlomeno equilibrato con il pianeta che abita. Un pianeta che oggi, a quanto dicono gli scienziati, anche a causa dello ‘strapotere’ della tecnica è a rischio di sopravvivenza? “Forse, più che la matematica e la logica, potranno essere le scienze della natura, a partire dall’ecologia, a fornire gli strumenti per calmierare le storture della tecnica”.

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Il nuovo stadio di Johannesburg dove si giocherà la fi nale dei prossimi campionati mondiali di calcio, seppure segnato e contaminato dalle linee post moderne dell’attuale architettura, ha la forma aff ascinante e soprattutto inequivocabile di un manufatto di cultura africana. Ed è ovviamente giusto che sia così. Quando l’11 luglio del 2010 scenderanno i campo i giocatori delle nazionali che si contenderanno il titolo più ambito, la Coppa del Mondo, i media di tutto il pianeta rimanderanno la sua ‘icona’ verso i quattro angoli del globo e insieme alle solite immagini di rito di queste occasioni passerà, c’è da prevederlo, anche un altro messaggio. L’Africa ce l’ha fatta. O meglio ce la può fare.Sì perché i mondiali di calcio del 2010 che vedranno, appunto, come Paese organizzatore il Sudafrica (quasi certamente lo Stato economicamente più avanzato del Continente africano), sono ormai da tempo diventati un evento che ha assunto signifi cati che vanno ben oltre quelli strettamente calcistici.A sottolinearlo, d’altra parte, è stato per primo lo stesso governo Sudafricano che dopo aver ricordato come, per la prima volta nei 100 anni di storia della FIFA, i Campionati avranno luogo nel continente africano, ha sottolineato come “l’assegnazione dei Mondiali 2010 non rappresenta soltanto una vittoria per l’intero continente, ma anche una vittoria per i fautori dell’unità africana nell’arena globale”.Il Sudafrica, come è noto, ha vinto la gara per l’assegnazione dei campionati mondiali di calcio nell’ormai lontano 2004 presentando un progetto molto ambizioso ed un master plan che prevedeva, solo per quanto riguarda gli impianti sportivi, la realizzazione (fra costruzioni nuove e restyling) di 10 stadi. E come corollario, l’ammodernamento del sistema ricettivo e, soprattutto, delle infrastrutture.Insomma una vera e propria impresa capace di fare da volano allo sviluppo non solo del Paese ospitante ma anche di gran parte dell’Africa.

Il Sudafricae i Mondialidi calcio 2010Un progetto per lo sviluppodel Continente

ESTERO

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I principali progetti di Sudafrica 2010Th e Dreamfi elds Project, Tshisahulu VillageVenda, Limpopo

Royal Bafokeng Sports Palace, PhokengRustenburg, North West ProvinceDesigner: BSP Consortium

Superstadio, AttridgevilleTshwane, PretoriaDesigner: MSN Architects

Soccer City Nasrec PrecinctJohannesburg, GautengDesigner: BUEP Architects

Rea VayaRegione Metropolitana di Johannesburg, GautengDesigner: Ikemeleng Architects

Greater Ellis Park Development, DoornfonteinJohannesburg, GautengDesigner: Albanico & Sack & Mzumara Architects e Urban Designers in collaborazione con MMA architects

Aeroporto internazionale King Shaka e Dube Trade PortLa Mercy, Kwazulu-Natal,Designer: OMM Design Workshop

Moses Mabhida Stadium and PrecinctDurban, Kwa-Zulu Natal,Designer: Ibhola Lethu Consortium

Stadio di Green Point, Green PointCittà del Capo, Western Cape,Designer: Stadium Architects

Stazione di Città del Capo (lavori di ristrutturazione) Città del Capo, Western Cape,Designer: Makeka Design Laboratory, Comrie Wilkinson, Jakupa

Th e Jabula BallJohannesburg, GautengDesigner: SharpCITY

Calcio di Speranza (Football for Hope) - 20 Centres For 2010Vari siti in AfricaDesigner: Architettura per l’Umanità

Non è un caso, infatti, che il Presidente sudafricano Th abo Mbeki, abbia così descritto l’evento del 2010: “Vogliamo, in nome del nostro continente, organizzare un evento che generi un moto di fi ducia dal Capo al Cairo. Un evento atto a creare opportunità sociali ed economiche in tutta l’Africa. Vogliamo fare in modo che un giorno gli storici parlino dei Mondiali di Calcio del 2010 come di un momento in cui l’Africa si è alzata in piedi, lasciandosi defi nitivamente alle spalle secoli di povertà e confl itti. Vogliamo dimostrare che il momento dell’Africa è arrivato”.A poco più di un anno dall’appuntamento la scommessa sembra ormai vinta. Almeno per quanto riguarda la parte delle opere. A dimostrarlo, anche l’esito della visita ‘sul campo’ svolta nell’ottobre scorso (e ampiamente documentata dai media) dal Presidente della FIFA Joseph Blatter che, dopo avere praticamente fatto il giro del Paese e osservato lo stato di avanzamento dei lavori, ha sciolto anche gli ultimi dubbi. Con grande sollievo del Sudafrica e, viene da dire, anche dei numerosi sponsor che hanno puntato molto sui mondiali di calcio.Per il Sudafrica, come detto, l’operazione rappresenta “la più grande e sostenuta spinta agli investimenti mai registrata nella storia economica del Paese, destinata a continuare ben oltre il maggiore evento mondiale del 2010” e l’organizzazione dei Campionati “un potente impulso al consolidamento di una nazione unita nella sua diversità e su valori di uguaglianza e solidarietà umana, a base non-razziale e non-sessista”.Complessivamente tra il 2006 e il 2010 le risorse investite dal governo sudafricano dovrebbero raggiungere - almeno secondo gli intendimenti - la cifra di oltre di 59 miliardi

Città del Capo

di dollari destinati oltre che agli impianti sportivi alle infrastrutture, ai servizi di trasporto merci su rotaia, alla produzione di energia, alle comunicazioni, agli aeroporti e al miglioramento dei porti d’ingresso. Nonché all’aumento delle spese per salute, edilizia abitativa, sicurezza ed educazione.Il lascito della Coppa del mondo, secondo le previsioni,

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ANNO I | n. 2 | MARZO - APRILE 2009

L’Afrikaans Language Monument (Paarl)

Un'economia in forte sviluppoIl Sudafrica sta entrando nel decimo anno di ininterrotto ciclo di crescita economica collocandosi nel gruppo E7, o dei 7 emergenti, che comprende le nazioni con le economie più forti del Sud del mondo. A partire dal 1999 il reddito nazionale ha fatto registrare un aumento del 22%, di cui hanno benefi ciato tutti i contribuenti.L’occupazione cresce più velocemente che in qualunque altro periodo passato, a partire dagli anni ’60. Gli investimenti in beni strumentali sono aumentati nettamente dal 2002, di oltre il 10% all’anno. La previsione di crescita economica è del 5% annuo nel 2009 e 2010.Il Sudafrica è impegnato a sostenere il NEPAD (New Partnership for Africa’s Development) e lo sviluppo africano. Il continente è infatti un partner commerciale primario per il Sudafrica.Sin dal 1994, l’interscambio con il continente è cresciuto del 659%, con le esportazioni verso l’Africa passate dagli 1,3 miliardi di dollari nel 1994 ai 7,6 miliardi nel 2006, mentre nello stesso periodo sono del pari aumentate le importazioni, da 400 milioni di dollari a 4,2 miliardi.Il Sudafrica è la singola maggior fonte di investimento diretto in Africa.Sul fronte interno, l’investimento come percentuale del PIL ha già superato il 21%, dal 15% nel 2002. Questo risultato si deve alla crescita degli investimenti in beni strumentali, che ha superato l’obiettivo del 10% fi ssato dal programma economico nazionale noto come Accelerated and Shared Growth Initiative of South Africa, ASGISA.

riguarderà principalmente (ma non solo), l’ammodernamento della vasta rete di trasporti pubblici a benefi cio dei maggiori centri urbani e dei loro utenti, nonché opere riguardanti: sistemi di mobilità all’interno delle città; collegamenti tra aeroporti e centri cittadini e l’integrazione dei vari sistemi di trasporto; sistemi autobus a corsa rapida; strutture preferenziali a favore di veicoli ad alto numero di passeggeri; servizi di call center e sistemi informatici e di telecomunicazioni a supporto delle infrastrutture progettate.Nell’autunno scorso i mondiali del Sudafrica sono stati presentati, attraverso una mostra, anche alla Biennale d’Architettura di Venezia. Nell’occasione il Vice Ministro ai Beni Artistici e Culturali della Repubblica del Sudafrica, sig.ra Ntombazana Botha, illustrando i contenuti dell’esposizione, ha evidenziato come un evento globale come la Coppa del mondo della FIFA 2010 sia stata l’occasione per dare luogo a nuove forme d’architettura e vita urbana in Sudafrica.Molto suggestivo un passaggio del suo intervento nel quale il campo da calcio, è stato prima descritto come “un elemento che accomuna (il momento dello sport) con il contesto rurale, urbano e delle township nella vita sudafricana di tutti i giorni” e allo stesso tempo “un importante luogo d’integrazione sociale”. Infi ne, quasi un simbolo che, in questa singolare prospettiva, diventa “l’epicentro di processi multipli di conquista, agonismo e gioco, nel processo di ristrutturazione delle città sudafricane, esplorando le nuove identità multiple e i criteri di spazialità che ne risultano in Sudafrica”.

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A Dubai una torre rotantemade in Italyrivoluziona il concetto di edifi cio e di immobileIntervista a Graziantonio Pallotta

DOSSIER

particolarità dell’edifi cio è, come diceva lei, quella di essere rotante, o girevole. Per la precisione a ruotare sono i piani dell’edifi cio che possono muoversi autonomamente e a velocità variabili consentendo, potenzialmente, a chi vi abita di orientare il proprio spazio secondo i momenti della giornata, in relazione alle stagioni o semplicemente a proprio piacere. Attraverso la rotazione dei piani l’edifi cio cambia costantemente forma, diciamo ogni due, tre minuti dando vita nel complesso ad una fi gura dinamica che dal punto di vista estetico ed architettonico non ha precedenti”. Estremamente suggestivo, non c’è dubbio. Calandosi nella situazione, ogni giorno, all’interno del mio appartamento o uffi cio posso scegliere come e che velocità farlo girare…“Tecnicamente sì. E’ possibile programmare anche una velocità di rotazione che consente di muoversi di 360° nell’arco di appena quattro ore. Nella realtà però, si prevede di stabilire una certa regolarità attraverso un regolamento condominiale e i tempi di rotazione media consentiranno di fare, diciamo il giro completo, nell’arco di 24 ore”. Cos’è esattamente che fa muovere i diversi piani?“Il movimento è garantito da un sistema di rotazione prodotto dalla Bosch, leader mondiale nel settore. E’ l’elemento fondamentale della torre. Un semplice ed innovativo

Graziantonio Pallotta è Amministratore unico del Gruppo Gedi, partner, insieme all’architetto italo-israeliano David Fisher, della società Rotating Tower Industries Italia che realizzerà, a Dubai, il primo edifi cio rotante della storia dell’architettura. Una torre di circa 80 piani destinata a modifi care profondamente non solo il concetto di immobile, visto che sarà caratterizzata da un movimento costante, ma anche la concezione stessa degli ‘skyscrapers’ di nuova generazione e i sistemi per la loro costruzione. In questa intervista, oltre ad illustrare le caratteristiche principali della torre, a partire dai moduli che compongono i piani della torre realizzati dalla sua azienda ad Altamura, racconta ai lettori di GEOCENTRO/magazine l’incontro con l’ideatore del progetto e le motivazioni che lo hanno spinto ad accettare questa sfi da che contribuirà a raff orzare nel mondo il marchio del made in Italy.

Geometra Pallotta, siete protagonisti di quello che è, probabilmente, il progetto più innovativo nel panorama architettonico attuale, la torre rotante, pietra miliare dell’architettura dinamica. Ce ne vuole parlare?“Il progetto, ideato dall’architetto David Fisher, prevede la realizzazione, nei pressi di Dubai, di una torre di 80 piani per un’altezza complessiva di oltre 400 metri. La

Graziantonio Pallotta

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innovazione del progetto risiede proprio nelle modalità di realizzazione dei moduli che verranno costruiti, o meglio prefabbricati e assemblati completamente nel nostro nuovo stabilimento ad Altamura, facendo della torre rotante di Dubai il primo edifi cio realizzato in fabbrica. Ogni modulo ha una superfi cie di 40 metri quadrati e viene rifi nito con pavimento, rivestimento, controsoffi tto, predisposizione agli impianti e, addirittura l’arredo. Una volta completato viene caricato su un container che percorrerà il tragitto tra la nostra fabbrica e il porto su un sistema di rotaie in

ingranaggio a catena o corona collegato con sedici motori per ogni piano e collocato sulla parte centrale dell’edifi cio, il suo ‘cuore’, ovvero un cilindro di calcestruzzo fi sso del diametro di circa 32 metri che ospita anche i servizi, gli impianti, gli ascensori e le scale. Intorno a questa sorta di ‘tronco’ o spina si sistemano, abbracciandolo, i piani della torre costituiti a loro volta da diversi moduli in acciaio. Complessivamente il diametro di ogni piano sarà di 64 metri”. E qui entrate in campo voi, giusto?“Sì, e mi permetta di dire che uno dei fattori principali di

La Torre rotante

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esigenze. Per semplifi care possiamo dire che si va da un taglio minimo di 100 metri quadrati, per poi passare ai 200 e ai 300 metri quadrati sino a prevedere un piano occupato da un unico appartamento che a Dubai già chiamano la ‘villa degli sceicchi’. Queste tipologie da oltre 1.200 metri quadrati saranno collocate agli ultimi piani della torre e dotate, ovviamente, di tutti i confort del caso ospitando per esempio una piscina e la sala cinema privata. Oltre a residenze la torre ospiterà un albergo e degli uffi ci ”.Il progetto e la struttura stessa della torre prevedono una forte attenzione alle tematiche dell’eco-sostenibilità e del risparmio energetico …“E’ vero. La torre sarà il primo grande edifi cio che non

ferro riducendo al minimo l’inquinamento, un aspetto a cui siamo molto attenti così come al fattore occupazionale che, sul territorio, vedrà interessati anche geometri, periti, ingegneri. Dal porto i container prenderanno il mare a bordo di navi che li trasporteranno sino a Dubai dove, una volta scaricati, raggiungeranno il sito della torre”.Quindi, praticamente, a Dubai non ci sarà un vero proprio cantiere?“Se si intende un cantiere in senso classico, no. Come dicevo prima la prefabbricazione dei moduli consente di operare in modo completamente nuovo lavorando prima di tutto in sicurezza e, inoltre, con un notevole risparmio in termini di tempi e riguardo al numero di addetti necessario alla realizzazione dell’opera, 90 a fronte dei circa 2.000 mediamente utilizzati per opere

simili. Sul luogo, in sostanza, una volta ricevuti i moduli ci si limita ad assemblarli a terra sino a formare l’intero piano che è composto da 16 elementi. Questo viene poi sollevato grazie ad un apposito sistema di tiraggio sino alla cima del cilindro in calcestruzzo dove viene eff ettuato il fi ssaggio, il tutto in un paio di ore. E così a scendere sino ai piani inferiori. Secondo i nostri calcoli, dall’inizio dei lavori, previsto a breve, con questo sistema la torre sarà completata in 36 mesi.” Come verranno organizzati i piani o meglio cosa ospiteranno?“La loro composizione per moduli consente la massima fl essibilità nel creare ambienti diversi a seconda delle

A destra, la sezione di un piano della torre

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ANNO I | n. 2 | MARZO 2009

solo produce tutta l’energia di cui ha bisogno direttamente da sorgenti naturali ma è anche in grado di fornirne agli edifi ci adiacenti. Ogni piano verrà rivestito con facciate continue in vetro e ricoperto da pannelli fotovoltaici che, anche grazie alla rotazione del piano stesso, saranno in grado di raccogliere una consistente quantità di energia solare. Inoltre per ogni interpiano dell’edifi cio è prevista una pala eolica di nuova generazione effi ciente e a basso impatto estetico”.Non ci ha ancora parlato del colore della torre …“A dare colore alla torre sarà il sistema di illuminazione dal momento che l’edifi cio è praticamente rivestito di pareti in vetro trasparente. Abbiamo già eff ettuato uno studio e l’eff etto nel cielo notturno di Dubai sarà di grande fascino”.Il Gruppo Gedi è specializzato in restauri e in opere nel settore ospedaliero, come siete arrivati su questo segmento di mercato, quello dell’architettura dinamica?“Ci siamo entrati cinque anni fa e per merito dell’architetto Fisher. Questo, come è noto, è un progetto dell’architetto Fisher ed è stato l’incontro con lui a mettere in moto tutto. Un incontro in qualche modo casuale nel senso che in occasione di un altro progetto relativo ad un villaggio con albergo e campi da golf che avevamo intenzione di realizzare ad Ostuni cercavo, come si dice, un architetto di fama mondiale, oltre che bravo, ovviamente. Così ci siamo conosciuti, è venuto qua e dopo avere parlato di Ostuni mi ha fatto vedere il progetto di edifi cio rotante sul quale stava lavorando. Devo dire che sono rimasto veramente aff ascinato. E così siamo partiti. Ripensando a quei giorni lui dice sempre che sono stato l’unico costruttore coraggioso a capire l’innovazione di questa nuova tecnologia”.Dopo Dubai quale sarà la nuova tappa? Dove pensate di realizzare la seconda torre rotante?

“Mi piacerebbe molto farne una in Italia. E in quel caso non ci sarebbe bisogno di uno studio per scegliere i colori, no? Verde, bianco e rosso. A parte le battute, sì possiamo dire che si sta lavorando perché la prossima torre rotante sia in Italia. Comunque mi faccia anche dire che l’esperienza di Dubai è certamente eccitante. Se uno non vede quella città davvero non riesce ad immaginarsi che cosa è in questo periodo … Piena di gru e di nuovi progetti”.E come Gruppo Gedi, quali sono i vostri prossimi obiettivi?“Il primo obiettivo è, naturalmente, portare avanti questo progetto. Poi, certo, continueremo a sviluppare anche le altre nostre attività nel restauro, negli ospedali albergo e, in genere, nell’immobiliare. Punteremo molto sull’estero. Vogliamo vedere altri mercati e per questo stiamo trattando in altre nazioni europee per sviluppare nuovi progetti”.Un’ultima domanda, lei è geometra. Quanto e come pensa che la sua formazione tecnica l’abbia infl uenzata e aiutata nella sua attuale attività imprenditoriale?“E’ stata fondamentale. Mi ha consentito di partire con una base importante e soprattutto di arricchire e completare l’altra mia esperienza determinante quella maturata crescendo nei cantieri. La fusione fra questi due tipi di esperienza, insieme alla passione per il lavoro, è secondo me il massimo che un imprenditore può avere. E credo proprio che sia stato questo ‘mix’ a darmi, oltre che gli strumenti, il coraggio per credere in questo progetto”.

L’Architetto: David FisherHa iniziato la sua carriera a Firenze, dove, dopo la laurea, ha insegnato Architettura nella facoltà di Ingegneria. Negli ultimi 30 anni ha focalizzato la sua attività sulla progettazione di edifi ci con una particolare relazione con la natura operando a Londra, Mosca, Hong Kong, Parigi, Dubai. Si è inoltre occupato di restauro di monumenti antichi e di progettazione di edifi ci pubblici. Estremamente eclettico ha, in sostanza, maturato un’esperienza a 360° nel mondo delle costruzioni: da insegnante a progettista, dalla preparazione di studi di fattibilità al fi nanziamento di grandi progetti, dal project management al mercato immobiliare, dal design di prodotti, alla costruzione e sviluppo di grandi impianti industriali.Fisher, considera l’architettura una combinazione di fattibilità, funzionalità ed ingegneria. Attualmente la sua attività è concentrata

su due temi: un approccio industriale, con lo sviluppo di unità prefabbricate e la Dynamic Architecture, secondo la quale il design tridimensionale incontra una quarta dimensione, il Tempo.Secondo Fisher, il Tempo è la dimensione più importante della vita poiché strettamente legata alla relatività. Il suo nuovo grattacielo, la Rotating Tower, “forgiata dalla vita, progettata dal tempo”, viene considerato l’inizio di una nuova era dell’architettura.

David Fisher

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Il tema di questo articolo è altrettanto importante: l’isolamento acustico, e lo affronteremo per gradi, approfondendo i singoli aspetti.Per progettazione acustica di un edificio si intende l’individuazione e il soddisfacimento delle condizioni di benessere acustico, vale a dire tutti quegli atti necessari per poter rendere le condizioni acustiche adatte alle attività che si svolgono all’interno.Il punto da cui partire è la consapevolezza che un edificio deve essere in grado di limitare, in maniera passiva, la trasmissione dei rumori al suo interno, al fine di ridurre l’esposizione umana al rumore.Il riferimento legislativo fondamentale è la legge quadro sull’inquinamento acustico (Legge n. 447 del 26/10/1995) che, attraverso diversi decreti attuativi, identifica i parametri da rispettare per salvaguardare il benessere acustico ambientale. Uno di questi decreti è il DPCM del 05/12/1997 (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) il cui scopo è quello di fissare criteri e metodologie per il contenimento dell’inquinamento da rumore all’interno degli ambienti abitativi in modo da ridurre l’esposizione umana al rumore.Per alcuni anni si verificarono dubbi interpretativi sull’applicazione del Decreto, sino al 26/06/2001 quando una nota del Ministero dell’Ambiente, rispondendo ad un quesito di Assoacustici, specificò l’applicabilità del DPCM collegandola alla data del rilascio della Concessione Edilizia. Da quel momento fu chiarita l’applicabilità del Decreto e conseguentemente entrarono in vigore i limiti elencati dal Decreto stesso.Quali sono i tipi di rumore da limitare?

i rumori aerei provenienti dall’esterno1. i rumori aerei provenienti da altre unità abitative2.

TECNOLOGIE E MATERIALI

Componentidell’involucro edilizioI serramenti esternie l’isolamento acusticodi Leonardo Baldassari

Nella prima parte, pubblicata sul numero 1 di GEOCENTRO/magazine abbiamo iniziato ad esaminare ed illustrare le caratteristiche dei serramenti esterni riferite al singolo requisito a cui essi devono rispondere.Abbiamo visto che i requisiti che i serramenti esterni devono soddisfare in fase di progettazione di un edificio sono molteplici e complessi, per cui si è ritenuto fosse importante conoscerli per meglio calibrare la scelta dei prodotti disponibili sul mercato, per stimolare la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti da parte delle aziende produttrici e, non ultimo, per consigliare adeguatamente i Committenti nella scelta del prodotto più idoneo al singolo caso.Nella prima parte abbiamo affrontato essenzialmente sei aspetti riconducibili ai serramenti esterni:

sono elementi di rilievo nella composizione dei prospetti • degli edifici; intervengono nella ventilazione naturale degli ambienti • interni;consentono l’illuminazione naturale degli ambienti • interni;consentono l’affaccio delle persone e la visione degli • spazi esterni;consentono di regolare l’ingresso e l’uscita di persone • gradite o meno;sono la causa delle maggiori dispersioni termiche • specifiche di un edificio.

In particolare, per quest’ultimo punto, abbiamo elencato decreti, leggi e norme vigenti, approfondito i metodi di calcolo della trasmittanza termica, descritto i tipi di telai presenti sul mercato differenziandoli secondo il materiale con cui sono realizzati. Inoltre abbiamo enumerato le tipologie di vetro correnti con l’intento di dare modo al lettore di affrontare la scelta dei prodotti per i singoli casi-cantieri con un solido punto di partenza.

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i rumori da calpestìo3. i rumori provenienti da impianti a funzionamento 4. continuo o discontinuo

E’ facile affermare che solamente il primo tipo (rumore aereo proveniente dall’esterno) riguarda direttamente i serramenti esterni. Infatti essi sono un componente dell’edificio e come tali hanno il compito di opporsi alla trasmissione dei rumori esterni al suo interno.Per quanto concerne i rumori aerei provenienti dall’esterno, il DPCM 05/12/1997 prevede un indice dell’isolamento acustico di facciata minimo consentito a seconda della categoria degli edifici. Questo indice, denominato D2m,nT,w, si differenzia in base alla destinazione d’uso degli edifici stessi.Essendo l’indice D2m,nT,w l’isolamento acustico di facciata minimo consentito, bisogna progettare i componenti esterni opachi e trasparenti del nostro edificio in modo che le singole facciate, nel loro complesso, ci conducano ad un isolamento pari o maggiore ai numeri indicati nella tabella 1, espressi in decibel (dB), secondo la destinazione d’uso dell’edificio che stiamo progettando.

tabella 1

categoria destinazione D2m,nT,w

A Edifi ci adibiti a residenza o assimilabili 40

B Edifi ci adibiti ad uffi ci o assimilabili 42

C Edifi ci adibiti ad alberghi, pensioni ed attività assimilabili 40

D Edifi ci adibiti ad ospedali, clinichecase di cura e assimilabili 45

E Edifi ci adibiti ad attività scolastiche a tutti i livelli e assimilabili 48

F Edifi ci adibiti ad attività ricreative o di culto o assimilabili 42

G Edifi ci adibiti ad attività commerciali o assimilabili 42

Così come per quanto descritto riguardo l’isolamento termico, anche per l’isolamento acustico i serramenti esterni sono il punto debole del sistema edificio; risulta perciò di fondamentale importanza conoscere le prestazioni acustiche del serramento per poter attingere a un dato affidabile e realistico quando è necessario stimare l’isolamento acustico normalizzato di facciata in fase di progettazione dell’edificio. E’ facile comprendere i motivi che ci portano ad affermare ciò.

Le prestazioni acustiche di un serramento si determinano attraverso prove di laboratorio atte a fornire un valore numerico con relativa unità di misura che costituisce l’indice di valutazione del potere fonoisolante Rw. Semplificando molto, il potere fonoisolante di un serramento (di una qualsiasi struttura) è definito come la differenza tra il livello di rumore che si trova all’esterno ed il livello di rumore che ritroviamo nello spazio interno separato dal serramento stesso. Con un breve esempio potremmo affermare che se in ambiente esterno misuriamo 100 decibel e in un ambiente interno misuriamo 60 decibel, semplificando un po’ i calcoli potremmo dire che il potere fonoisolante è di 40 dB. Ma per quale motivo affermiamo che il serramento è il componente debole della facciata ?Innanzitutto in un edificio i serramenti esterni sono il componente a contatto con l’esterno con minore massa; in altri termini la loro “leggerezza” poco si oppone al passaggio di rumore aereo proveniente dall’esterno.Un secondo motivo è dato dal fatto che i serramenti esterni, salvo rare eccezioni, sono composti da ante mobili, (sono cioè apribili) e quindi generano innumerevoli perdite a livello di permeabilità all’aria attraverso i punti di contatto fra telaio fisso e anta mobile.In fase di progettazione è necessario individuare stratigrafie di pareti opache esterne e sistemi di serramenti in grado di garantire che l’insieme della facciata abbia un indice di isolamento acustico uguale o maggiore ai valori riportati in tabella 1. Siccome le componenti opache hanno valori di isolamento acustico considerevolmente più elevati, non bisogna incorrere nell’errore (purtroppo frequente) di richiedere al produttore di serramenti di consegnare e installare finestre che abbiano i valori di isolamento acustico tabellati; così facendo costringeremmo un eventuale Committente ad acquistare prodotti molto più performanti (e quindi più costosi) del necessario.Una progettazione acustica, in quanto tale, ci aiuta a definire i prodotti secondo le loro caratteristiche morfologiche e fisiche e, conseguentemente, ci aiuta a definire la tipologia di serramento che ha il miglior rapporto qualità (prestazione)/prezzo.Nella valutazione del serramento esterno da installare nel nostro cantiere concorrono diversi aspetti da considerare:

Tipo di vetro• Tipo di telaio• Tipo di attacco alla muratura (posa in opera)•

Tipo di vetro La definizione del tipo di vetro nella progettazione acustica deve necessariamente tener conto anche degli altri requisiti che il componente trasparente deve

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che le prestazioni acustiche dei vetri stratificati sono insufficienti a soddisfare i requisiti elencati nella tabella 1. L’industria vetraria nell’ultimo decennio ha sviluppato una serie di nuovi prodotti in grado di rispondere alle esigenze normative e progettuali.Sono stati immessi sul mercato vetri stratificati accoppiati utilizzando speciali polivinilbutirrali (pvb) con caratteristiche di isolamento acustico potenziato. In altri termini il pvb di nuova generazione permette un contatto intimo fra le facce delle lastre componenti smorzando l’ampiezza della vibrazione e aumentando, di fatto, il loro potere fonoisolante. In gergo questi nuovi film di pvb vengono denominati “acustici” e si identificano con “A” posta dopo la composizione. (vedi tabella 4)

tabella 4

vetro nome composizione Rw

Stratifi cato acustico 33.1A

2 lastre da mm 3 con interposto un fi lm

di pvb acustico da mm 0.3836 dB

Stratifi cato acustico 44.1A

2 lastre da mm 4 con interposto un fi lm

di pvb acustico da mm 0.3838 dB

Stratifi cato acustico 55.1A

2 lastre da mm 5 con interposto un fi lm

di pvb acustico da mm 0.3839 dB

Una volta identificate le composizioni necessarie, si procede alla formazione del vetrocamera, formato da due lastre di diversa composizione unite da una intercapedine di aria disidratata o riempita di gas argon. E’ inutile ricordare che il ricorso al vetrocamera è soprattutto un’esigenza legata all’isolamento termico, ma che aiuta, in particolari

soddisfare, vale a dire l’isolamento termico, la sicurezza nell’utilizzazione, la resistenza ai tentativi di effrazione.Le proprietà di isolamento acustico dei prodotti vetrari sono elencate nella norma UNI 12758-2004 in cui vengono identificate le vetrazioni per l’isolamento acustico per via aerea, nonché le descrizioni di prodotto e la determinazione delle proprietà.I produttori di vetro sottopongono a prove di laboratorio pannelli della dimensione di mm 1230x1480; non va dimenticato che le effettive dimensioni dei vetri possono variare i risultati di prova, anche se in modo non sensibile.Nel mercato i prodotti disponibili sono molteplici.Partiamo dai più semplici, i cosiddetti “float” o monolitici o singoli, che sono disponibili a partire da mm 3 sino a mm 12 e oltre. Questi vetri sono composti da materiali omogenei e quindi rispondono alla “legge della massa”, vale a dire che per ottenere prestazioni di isolamento acustico migliori è necessario aumentare la massa (cioè lo spessore) in modo proporzionale. Commentando la tabella 2 si può affermare che le prestazioni acustiche dei vetri float sono ampiamente insufficienti a soddisfare i requisiti elencati nella tabella 1; infatti le destinazioni d’uso che richiedono meno performance acustiche (A e C) indicano un livello minimo di isolamento acustico di facciata pari a 40 dB.

Per l’analisi accurata dei dati è necessario sapere che un aumento di 3 dB del potere fonoisolante di un divisorio corrisponde al dimezzamento dell’intensità del suono nell’ambiente interno. In altri termini se poniamo un suonatore di tromba all’esterno di un vetro e misuriamo l’intensità del suono nell’ambiente interno, ad esempio pari a 30 dB, è verosimile che due suonatori di tromba ci porterebbero a misurare 33 dB di intensità del suono e non 60 dB come potrebbe suggerirci una visione superficiale. Una tipologia di prodotti vetrari che ci aiuta a migliorare le prestazioni acustiche è il “vetro stratificato”. Sono prodotti composti da due o più lastre di vetro float unite fra loro mediante l’interposizione di uno o più strati di materiale plastico, generalmente polivinilbutirrale (pvb). Si ottengono così lastre accoppiate di materiali disomogenei che rispondono alla legge “massa-molla-massa” migliorando la prestazione acustica grazie alla loro particolare elasticità.Anche in questo caso, parimenti a quanto descritto precedentemente, commentando la tabella 3 si può affermare

tabella 3

vetro nome composizione Rw

stratifi cato 33.12 lastre da mm 3

con interposto un fi lm di pvb da mm 0.38

32 dB

stratifi cato 44.12 lastre da mm 4

con interposto un fi lm di pvb da mm 0.38

34 dB

stratifi cato 44.22 lastre da mm 4

con interposti due fi lm di pvb spes. da mm 0.76

35 dB

stratifi cato 55.12 lastre da mm 5

con interposto un fi lm di pvb da mm 0.38

35 dB

stratifi cato 55.22 lastre da mm 5

con interposti due fi lm di pvb spes. da mm 0.76

36 dB

tabella 2

vetro spessore Rw

fl oat mm 4 30 dB

fl oat mm 6 31 dB

fl oat mm 8 32 dB

62

situazioni, anche la progettazione acustica.Nella tabella 5 possiamo notare come alcune delle più diffuse composizioni di vetrocamera possono esserci d’aiuto nella soluzione del problema dell’isolamento acustico di facciata.

Tipo di telaioUna volta definita la composizione del vetro occorre procedere alla scelta del telaio che, oltre a rispettare tutti i requisiti già elencati nel numero precedente, deve essere in grado di accogliere il vetro individuato e sopportarne il peso della movimentazione dell’anta mobile nel tempo.Due considerazioni sono da porre subito all’attenzione del lettore:

la prima è che, in linea di massima, durante le prove di • laboratorio i telai realizzati con profili “pieni” tendono a mantenere la prestazione del vetro installato, mentre i telai realizzati con profili “cavi” tendono a peggiorare le prestazioni del vetro installato;la seconda è che telai dotati di 3 o 4 guarnizioni risultano • più performanti dei profili con sole 1 o 2 guarnizioni.

Un importante Laboratorio di Prove italiano recentemente ha pubblicato un articolo nel quale sono stati analizzati i dati raccolti su una campionatura di oltre 300 test effettuati; ne è scaturito che per quanto riguarda i telai in legno dotati di vetrocamera con Rw maggiore o uguale a 40 dB, poco più della metà dei campioni ha raggiunto un indice di valutazione del potere fonoisolante pari o superiore a 40 dB, a conferma del fatto che la tenuta del prodotto serramento nel suo complesso non può essere identificata con quella della superficie vetrata quando l’abbattimento acustico del vetro raggiunge valori importanti.Si deduce che più i vetri scelti sono performanti e più il sistema telaio+vetro non riesce a mantenere le prestazioni del vetro, anche se il telaio è realizzato con profilo “pieno” di legno.

tabella 5

composizione Lastra esterna Lastra interna Rw note

4(12)4 Float 4 mm Float 4 mm 32 Intercapedine mm 12 di aria disidratata

44.1A (20)62 lastre da mm 4

con interposto un fi lm di pvb acustico da mm 0.38

Float 6 mm 40 Intercapedine mm 20 di aria disidratata

44.1A (12)64.22 lastre da mm 4

con interposto un fi lm di pvb acustico da mm 0.38

Una lastra da 6 mm accoppiata con una lastra da 4 mm con interposto

un fi lm di pvb da mm 0.7643 Intercapedine mm 12

di aria disidratata

64.2A (20)44.2AUna lastra da 6 mm accoppiata

con una lastra da 4 mm con interposto un fi lm di pvb acustico da mm 0.76

2 lastre da mm 4 con interposto un fi lm di pvb acustico da mm 0.76 47 Intercapedine mm 20

di aria disidratata

64.2A (20SF6)44.2AUna lastra da 6 mm accoppiata

con una lastra da 4 mm con interposto un fi lm di pvb acustico da mm 0.76

2 lastre da mm 4 con interposto un fi lm di pvb acustico da mm 0.76 51

Intercapedine mm 20 contenente gas

esafl oruro di zolfo

Per quanto riguarda i profili “cavi” realizzati tramite estrusione di alluminio o P.V.C. la situazione è ancora peggiore: infatti, da una recente ricerca si deduce che nell’80% dei casi la prestazione complessiva è peggiore di 3 dB rispetto alla prestazione del solo vetro. Significa che un serramento di questo tipo viene attraversato da un’intensità di rumore doppia rispetto al rumore che attraverserebbe il solo vetro se fosse installato senza telaio.

Tipo di attacco alla muraturaAltro aspetto fondamentale nella valutazione delle prestazioni acustiche dei serramenti esterni è la modalità di posa in opera del telaio, che è ancorato alla muratura sui due lati verticali e sul traverso superiore, ed è ancorato alla soglia o al davanzale in corrispondenza del traverso inferiore.Una installazione non corretta può portare alla formazione di ponti acustici che vanificano le prestazioni, potenzialmente elevate, della finestra. Cura particolare va posta nella installazione degli infissi dove spesso l’attacco con la muratura, mascherato dai listelli coprigiunto, costituisce una intercapedine vuota o riempita da materiali “trasparenti al rumore” attraverso la quale il rumore si trasmette facilmente, pregiudicando le prestazioni fonoisolanti della finestra. Per questo motivo l’utilizzo di materiali sigillanti più o meno idonei risulta una discriminante fondamentale al fine di poter mantenere e garantire una buona prestazione del serramento.Il Progettista è invitato a richiedere al Produttore certificati rilasciati da laboratori accreditati dove siano descritti tipi di telaio, tipi di vetro e materiali usati per la posa in opera, con il relativo ciclo lavorativo. Solo ricreando in cantiere la stessa situazione provata in laboratorio si potranno ragionevolmente ritenere soddisfatte le medesime prestazioni acustiche dell’infisso.

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La qualifi cazioneenergetica degli edifi ciRaccolta preliminaredei dati e defi nizioneprincipali parametridi Mauro Cappello

FORMAZIONE

Prosegue, con questo secondo articolo che illustra la lezione n.2, la pubblicazione del corso curato da Mauro Cappello, sul tema della qualificazione energetica degli edifici. Corso che ha l’obiettivo di fornire gli elementi di base ai tecnici che intendono lavorare nel settore.Mauro Cappello, ingegnere, attualmente ispettore presso l’Unità di Verifica degli Investimenti Pubblici del Ministero dello Sviluppo Economico è stato consulente del Ministro dei Lavori Pubblici e del Vice Ministro delle Infrastrutture e Trasporti e ha organizzato la 1ª Conferenza Nazionale sui lavori pubblici. È autore di diverse pubblicazioni specialistiche.

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che tale allegato è periodicamente modificato dagli Enti preposti, pertanto il tecnico dovrà accertarsi che la versione da lui consultata sia corredata dell’ultimo aggiornamento. Un metodo veloce e sicuro per la determinazione del parametro GG è scaricare l’elenco dei comuni italiani accompagnati dai rispettivi valori di GG, direttamente dal sito dell’ENEA: http://clisun.casaccia.enea.it/Pagine/GradiGiorni.htm#GradiGiorni (vedere Figura n.1).

Per quanto riguarda i valori da attribuire alla temperatura esterna nei singoli mesi di riscaldamento ed all’altitudine, si deve fare riferimento alla norma UNI 10349 “Riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Dati climatici”. Come si vede nello stralcio della tabella n.2, per ogni comune compaiono 13 valori numerici che rappresentano, il primo l’altitudine s.l.m., gli altri le temperature esterne medie mensili per la località. Quando l’edificio in studio si trova in una località non contemplata dalla norma UNI 10349 allora si deve scegliere una località di riferimento, quindi applicare la formula dettata dalla citata norma UNI con gli opportuni coefficienti.

Parametri geometrici: confine ambiente riscaldato, zona termica, superficie disperdente (S), volume

riscaldato (V) e fattore di forma (S/V)

La prestazione termica dell’edificio risulta fortemente influenzata anche dalle caratteristiche geometriche che esso presenta, in particolare è necessario introdurre le

La stima della prestazione energetica degli edifici è un’attività molto complessa che può tuttavia essere svolta in modo agevole se è preceduta da un’attenta organizzazione del lavoro. Il passaggio fondamentale della procedura è rappresentato proprio dalla raccolta, organizzazione ed elaborazione dei dati fondamentali per procedere al calcolo. L’obiettivo della presente lezione è illustrare le regole di raccolta dei dati e la definizione dei parametri necessari allo sviluppo del calcolo.

tabella 1

Simbolo Defi nizione

GG Gradi giorno della località

Te Temperatura esterna

h Altitudine località

Dati climatici: necessità e fonti di riferimento

Come noto, tra due ambienti posti a diversa temperatura si ha un passaggio di calore che avviene da quello più caldo verso l’ambiente più freddo. E’ noto altresì che l’intensità del calore scambiato è direttamente proporzionale alla differenza di temperatura. Ne consegue che ponendo costante la temperatura degli ambienti interni di un edificio (fissata dalla norma a 20°C), a parità di caratteristiche costruttive, la quantità di calore scambiata sarà maggiore quanto più bassa è la temperatura esterna (in tali condizioni infatti si ha una maggiore differenza di temperatura).La semplice nozione termotecnica che abbiamo richiamato ci permette di comprendere l’influenza delle condizioni climatiche del luogo in cui ha sede l’edificio posto in studio. L’ambiente esterno è considerato attraverso alcuni parametri che sono: i Gradi Giorno (GG), la temperatura esterna (Te) e l’altitudine sul livello del mare (h). La definizione di GG viene introdotta dal d.P.R. 412/1993 che all’art.1 lett. z) afferma “per gradi-giorno di una località si intende la somma, estesa a tutti i giorni di un periodo convenzionale di riscaldamento, delle sole differenze positive giornaliere tra la temperatura dell’ambiente, convenzionalmente fissata a 20 °C, e la temperatura media esterna giornaliera, l’unità di misura utilizzata è il grado-giorno (GG).” Per la determinazione del parametro GG, ci si deve riferire all’allegato A) del d.P.R. 412/1993 recante elenco dei comuni italiani e rispettivi valori di GG, tuttavia è doveroso segnalare

tabella 2 - Stralcio della norma UNI 10349 recante valori dell’altitudine e delle temperature esterne medie mensili

CS Cosenza 238,0 8,1 8,8 11,3 14,4 18,1 23,1 26,0 25,8 22,7 17,8 13,4 9,4

CT Catania 7,0 10,7 11,2 12,9 15,5 19,1 23,5 26,5 26,5 24,1 19,9 15,9 12,3

CZ Catanzaro 320,0 8,3 8,7 10,4 13,4 17,0 21,7 24,4 24,8 22,3 17,9 13,7 10,1

Figura n.1

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ANNO I | n. 2 | MARZO - APRILE 2009

m2anno oppure in kWh/m3anno”. Per determinare il valore dell’indice di prestazione energetica limite degli edifici (EPlim) è necessario conoscere preventivamente sia il valore dei GG relativi alla località sede dell’edificio sia il valore del fattore di forma S/V (da calcolare con le cautele descritte nel precedente paragrafo). Ipotizziamo che l’edificio sia posto nel Comune di Brescia (GG 2.410 Zona climatica E) e sia caratterizzato da un valore del fattore di forma S/V=0,367 [m-1]. Il valore di EP deve essere ricavato per interpolazione partendo dai dati delle tabelle di cui all’allegato C del D.Lgs. 192/2005 ss.mm.ii. (ovvero dalle tabelle dell’allegato C del D.Lgs 311/2006). Trattandosi di edificio in classe E1, nuova costruzione, e volendo già osservare prudenzialmente i limiti previsti dal 1 gennaio 2010 decidiamo di utilizzare la tabella 1.3 pur potendosi utilizzare la meno severa tabella 1.2. La figura n. 3 illustra la rappresentazione grafica delle tabelle in argomento, in particolare si vede come disponendo in ascissa i valori dei GG ed in ordinata i valori dell’EP tratti dalla tabella, si determina una spezzata in sei tratti, corrispondenti ognuno ad una singola zona climatica. Nel caso del nostro edificio, trovandosi in corrispondenza di 2.410 GG, esso ricade nella zona E di cui la figura n. 4 costituisce un particolare. L’interpolazione avviene in due fasi, ovvero prima di tutto sfruttando la similitudine dei due triangoli, in particolare ABC e quello minore in esso contenuto, quindi ripetendo la stessa operazione con i triangoli più in basso, alla fine giungeremo alla determinazione dei due valori EPlim(0,9) ed EPlim(0,2). Svolgendo i calcoli si avrà EPlim(0,9) = 97,62 [kWh/m2K] quindi EPlim(0,2)= 38,39 [kWh/m2K]. I valori

definizioni di: “Confine ambiente riscaldato” e “Zona termica”. La norma UNI 13790 “Prestazione termica degli edifici - Calcolo del fabbisogno di energia per il riscaldamento” al punto 5.3 fornisce la seguente definizione “Confine ambiente riscaldato: è costituito da tutti gli elementi edilizi che separano l’ambiente riscaldato dall’ambiente esterno o dalle zone adiacenti riscaldate o ancora dagli ambienti non riscaldati” mentre per la zona termica recita: “Zona termica: nel caso in cui l’ambiente riscaldato sia mantenuto ovunque alla stessa temperatura e quando gli apporti interni e solari sono relativamente piccoli od uniformemente distribuiti in tutto l’edificio, si applica il procedimento di calcolo relativo ad una zona termica singola.Non si richiede divisione in zone termiche:

quando le temperature di regolazione delle singole • zone non differiscono mai più di 4 K e ci si attende che i rapporti apporti/perdite differiscano tra di loro di un valore minore di 0,4 (per esempio tra le zone a Nord e a Sud);è probabile che le porte che dividono le singole zone • siano frequentemente aperte”

I concetti di confine ambiente riscaldato e zona termica sono necessari per procedere alla corretta definizione di tre importanti parametri fondamentali: superficie disperdente; volume riscaldato e fattore di forma S/V, i cui valori oltre ad essere richiesti nel modello di attestato di qualificazione energetica di cui al D.M. 19/2/2007 ss.mm.ii. (vedere precedente lezione), sono necessari per procedere alle fasi successive di calcolo. Prima di lanciarsi nei calcoli delle superfici e dei volumi è fondamentale esaminare l’edificio nel complesso e porsi una serie di domande sulla destinazione d’uso dei locali, sulla possibilità di adottare il calcolo ipotizzando una o più zone termiche, ecc. Come si vede dalla figura n.2-a l’edificio consta di due piani fuori terra, un sottotetto e di un vano interrato, inoltre esiste anche un corpo scala. Avendo assunto informazioni sappiamo che il sottotetto ha funzione di locale tecnico ed il vano interrato è destinato alla funzione cantina pertanto dovranno essere considerati locali non scaldati, esattamente come per il vano scale, e non partecipano al computo della superficie disperdente e del volume scaldato (vedere figura n.2-b e figura n.2-c).

L’indice di prestazione energetica limite (EPlim): definizione, significato e modalità di calcolo

La definizione dell’indice di prestazione energetica viene recata dall’Allegato A del D.Lgs. 192/2005 secondo il quale con l’EP si “esprime il consumo di energia primaria totale riferito all’unità di superficie utile o di volume lordo espresso rispettivamente in kWh/

Figura n.2-cVolumi scaldati (V)

Figura n.2-bSuperfi ci disperdenti (S)

Figura n.2-aSistema edifi cio

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Figura n.3 - Rappresentazione grafi ca delle tabelle Allegato C

Figura n.4 - Particolare zona E

2101 2410

34

88

46,8

B

C 116

EPlim (0,9)

EPlim (0,2)

3000

così determinati corrispondono ad EPlimite per due edifici che trovandosi nel comune di Brescia, abbiano rispettivamente i valori di S/V pari a 0,9 e 0,2 mentre il nostro edificio è caratterizzato da un valore di S/V=0,367 [m-1] ne consegue che è necessario svolgere un ultimo passaggio. Facendo la proporzione tra il segmento EPlim(0,9)-EPlim(0,2) e la differenza tra i rispettivi fattori di forma, così come tra il valore EPlim (0,367)-EPlim(0,2) ed i rispettivi fattori di forma, si troverà il risultato EPlim(0,367)=52,52 [kWh/m2K].Lo sviluppo numerico svolto ci permette di osservare quanto sia importante il fattore geometrico dell’edificio, infatti se l’edificio fosse particolarmente compatto

LE PROSSIME LEZIONI DEL CORSO

3 Fisica del calore e definizione delle principali grandezze termiche;4 Fabbisogno energetico primario dell’edificio secondo la norma UNI 13790;5 Cenni sull’impiantistica termica;6 Materiali isolanti: tipologie e caratteristiche.

Si segnala ai lettori interessati che sul sito www.filotecna.eu sono disponibili esercitazioni sui temi trattati oltre ad ulteriori materiali di approfondimento. [email protected]

ed avesse un fattore di forma pari a 0,2 il suo EPlim (ovvero il suo massimo consumo per metro quadro) sarebbe pari ad appena 38,39 [kWh/m2K] mentre in caso di S/V pari a 0,9 il parametro EPlim arriverebbe addirittura a 97,62 [kWh/m2K]. Spesso non si riflette mai abbastanza, in sede di progettazione, sul fatto che la forma dell’edificio influirà pesantemente anche sul suo consumo di energia, avendo solamente a cuore il solo fattore estetico! Potrebbe costituire utile esercizio per il lettore non solo ripetere i calcoli qui svolti, ma provare a definire il valore dell’EPlimite utilizzando la tabella 1.2 dell’Allegato C del decreto.

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180

400 900 1400 1900 2400 2900 3400

S/V=0,9

S/V=0,2

(GG)

80

160

60

140

40

120

20

100

A BC

D

FE

sia attraverso l’impiego di materiali e tecnologie costruttive all’avanguardia, sia grazie ad un’accurata analisi del rischio e della redditività del progetto, fi no all’elaborazione di soluzioni in grado di creare valore aggiunto e ottenere il miglior risultato dall’investimento, fatto in proprio o consigliato al cliente”. Quali sono gli ambiti di competenza e le specializzazioni delle società del gruppo?“Alite Group è una società di partecipazioni che si rivolge direttamente alle imprese e agli enti pubblici, off rendo servizi immobiliari singolarmente o come sistema, prevalentemente nei settori direzionale, commerciale, turistico e industriale. Siamo attivi in tutto il territorio nazionale attraverso le sedi operative di Bologna, Firenze, Roma e Perugia. Alite Group off re servizi professionali e di qualità, investendo in relazioni strategiche basate sulla trasparenza, la consapevolezza del mercato e la dinamicità di azione. Il nostro gruppo è formato da tre società: Alite RE, Nexus Engineering e Tecomm.Alite Re ricerca, analizza ed acquisisce aree ed immobili non residenziali, in proprio e per conto terzi. In tale

Alite GroupArchitettura eticaed edilizia socialeIntervista a Mauro Spagnolo

AZIENDE

Guidata dalla volontà di coniugare in ogni progetto bellezza, funzionalità e rispetto dei più moderni canoni di effi cienza energetica, Alite Group si presenta come un nuovo modello di riferimento per il mercato immobiliare italiano. Una struttura di medie dimensioni con una capillare presenza sul territorio, che ha fatto del proprio codice etico il pilastro della fi losofi a aziendale e il punto di riferimento dell’operatività del gruppo.Di questa interessante realtà imprenditoriale e delle caratteristiche che fanno la forza del gruppo e delle sue società, ci parla in questa intervista il Presidente di Alite Group, Mauro Spagnolo.

Presidente, “Building evolution” è il payoff del vostro gruppo. In che modo rispecchia la fi losofi a aziendale?“Nel creare questo payoff abbiamo cercato, prendendo spunto dalla cultura anglosassone, di sintetizzare con due parole la nostra fi losofi a aziendale: proprio la traduzione letterale di questi termini, “evoluzione nel costruire”, sintetizza la nostra missione.Il gruppo basa la propria off erta di servizi sull’innovazione,

Mauro Spagnolo

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ambito vengono realizzate sia operazioni di valorizzazione fi nalizzate a un riposizionamento degli immobili sul mercato, sia operazioni di sviluppo mediante la realizzazione di nuovi complessi a destinazione terziario e industriale. In qualità di agency colloca sul mercato le superfi ci da vendere o locare sia per singolo asset che in forma frazionata.Nexus Engineering off re un servizio integrato di engineering e general contractor, proponendosi alle imprese, agli enti pubblici e privati nonché ai liberi professionisti, quale unico interlocutore in grado di gestire tutti i processi operativi legati alla valorizzazione, costruzione e riqualifi cazione di complessi immobiliari. La società è in possesso dell’attestazione SOA ed opera con sistema di qualità certifi cato UNI EN ISO 9001:2000.Tecomm è un’azienda di prodotti e servizi che sviluppa e gestisce anche attività commerciali nel settore del wellness, del design e dei prodotti alimentari di eccellenza. Fonda il proprio sviluppo sulla ricerca e sulla creazione di prodotti, selezionati e certifi cati, in grado di soddisfare le aspettative del mercato di riferimento”.

Dunque si tratta di settori distinti, ma fortemente complementari. Come si è costruito un team di professionalità così sfaccettato?“L’azienda è nata dalla fusione delle società Spagnolo Engineering Srl e Interior Design & Foniture Srl costituitesi nel 1999 e operanti la prima nel settore della progettazione, la seconda nel general contractor, entrambe con sede operativa in Umbria, ma con un ambito operativo allargato alle regioni del centro Italia.Nel 2003, considerando lo sviluppo ma anche il consolidamento delle attività, le due aziende si sono fuse in Alite Group srl. Da allora la società ha subito una continua metamorfosi ed evoluzione, consolidando la propria competenza e professionalità nel core business immobiliare, e ampliando progressivamente i propri orizzonti attraverso la diff erenziazione dei servizi off erti. Il nostro gruppo vanta oggi una struttura organizzativa con risorse umane giovani e motivate, collaboratori che condividono i valori aziendali e lavorano con determinazione e professionalità al raggiungimento degli obiettivi prefi ssati”.

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Beauty Palace è probabilmente uno dei progetti più esemplifi cativi dell’operatività Alite. Ce ne vuole parlare? “Beauty Palace, è un nuovo format retail, basato sull’idea di concentrare in un unico contenitore, appositamente ingegnerizzato, prodotti e servizi dedicati al benessere psico-fi sico della persona. La struttura, che prevede la possibilità di avere superfi ci variabili, si propone come una risposta concreta alle esigenze del consumatore ed una provocazione per le richieste di diff erenziazione del mercato retail. Realizzato come progetto pilota nella città di Perugia, Beauty Palace è una realtà commerciale in fase di ottimizzazione e messa a regime. Il format verrà successivamente proposto e sviluppato nelle principali città italiane. Beauty Palace rappresenta un esempio dell’operatività e della coesione delle società del gruppo: un progetto che è stato ed è importante per la nostra azienda, ma che allo stesso tempo rientra, come dicevo prima, in una diversifi cazione della nostra off erta rispetto al core business immobiliare”. Professionalità, qualità, trasparenza e dinamismo sono elementi del vostro company profi le. Come si traducono in realtà?“Alite Group opera, attraverso ogni membro del suo team, con la massima condivisione e attenzione alle procedure aziendali, le disposizioni normative e i regolamenti applicabili. A tale scopo abbiamo redatto il nostro Codice Etico, pilastro della nostra fi losofi a aziendale.

Nel lavorare con la massima professionalità Alite Group persegue la qualità e l'eccellenza, ottimizzando le opportunità d'investimento e valorizzando le attività di ricerca e sviluppo, al fi ne di essere pro-attiva nei confronti di un mercato in continua e costante evoluzione. Inoltre il gruppo persegue obiettivi di trasparenza nello scambio d'informazioni e nel rapporto con i propri interlocutori e investitori, creando e raff orzando la fi ducia delle aziende con le quali opera”.Quali sono i principali interlocutori e i partner di Alite?“Alite si rivolge ad aziende private, liberi professionisti, enti pubblici e privati. Ad essi può proporsi come unico interlocutore nei settori di investimento immobiliare, in grado di individuare, analizzare, progettare, realizzare, valorizzare e gestire opportunità d'investimento strategiche, sia nel settore dell'edilizia che nei servizi fi nanziari legati alla proprietà. Il nostro modus operandi si basa sulla costruzione di un rapporto di partnership con il cliente lavorando con lui all’ottenimento del miglior risultato”.Una capogruppo, tre società e quattro sedi che, da Roma a Bologna, si distribuiscono in tutto il Centro-nord Italia. A quali esigenze risponde e che vantaggi comporta questa struttura? “Essere presenti in una regione, viverla, ti aiuta a capirne i limiti e i vantaggi e questo ci consente di garantire la massima assistenza e professionalità verso il cliente.

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A nostro avviso, il vantaggio che la capillarizzazione comporta è sicuramente dato dal network che si viene a creare e dall’interscambio di diff erenti professionalità”. Oltre allo sviluppo e alla gestione di immobili strumentali, di recente siete entrati anche nell’ambito del social housing con il progetto Casa.Flex. Come è nata questa iniziativa?“Casa.Flex è un progetto nato dalla collaborazione con partner specializzati nella progettazione e costruzione immobiliare. La partnership si è recentemente trasformata in un vero e proprio Consorzio, che porta il nome del progetto e ne gestisce ogni sviluppo. Casa.Flex è il frutto dell’expertise comune, che ci ha permesso di cercare e ideare una risposta concreta alle moderne esigenze abitative, in cui economicità ed effi cienza energetica sono caratteristiche imprescindibili”. Come funziona e quali sono le caratteristiche principali di Casa.Flex?“Casa.Flex è una nuova tipologia abitativa, basata sull’ottimizzazione dei processi di realizzazione e sulla possibilità di riduzione dei costi e dei tempi di costruzione derivanti dall’utilizzo di una struttura seriale, che può successivamente essere personalizzata secondo le singole esigenze. “Una casa per tutti, a ciascuno la sua casa” è il payoff con cui abbiamo cercato di sintetizzare proprio questa caratteristica del progetto.L’abitazione si compone di un nucleo fi sso ‘core’, che contiene i servizi e tutti i componenti delle reti impiantistiche, e di una serie di moduli funzionali liberamente assemblabili, che costituiscono gli altri ambienti dell’alloggio. Attraverso la realizzazione industriale a secco i moduli funzionali possono essere aggregati insieme, variando le dimensioni volumetriche e le planimetrie degli ambienti che si vanno a realizzare. Grazie a questo procedimento costruttivo inoltre i componenti sono già in origine progettati e costruiti secondo i più moderni principi di risparmio ed effi cienza energetica, e la manutenzione degli alloggi si rende molto più facile ed economica nel tempo.Si tratta di una tipologia abitativa industrializzata molto fl essibile che risponde direttamente alle esigenze di housing sociale di Stato e Regioni, impegnati nella costruzione di migliaia di alloggi nei prossimi anni. Ma, allo stesso tempo, è un prodotto di alta qualità che soddisfa anche specifi che richieste degli operatori privati, interessati a soluzioni residenziali sempre più effi cienti e personalizzate”.In considerazione del periodo di stasi che il mercato sta attraversando, qual è la strategia di Alite per il 2009?“In questo momento diffi cile per tutte le realtà aziendali, stiamo puntando sull’innovazione e sul nostro consolidamento nei mercati di riferimento. Le conseguenze della crisi sui mercati fi nanziari e gli interrogativi relativi agli impatti nell’economia reale sono ovviamente al centro di quasi tutte le attuali discussioni inerenti ai progetti futuri, e proprio per questo il nostro obiettivo è quello di migliorare l’effi cienza aziendale, proponendo servizi distintivi e di alta professionalità”.

Salute e sicurezza nei luoghi di lavoroCosa cambiacon il nuovo Testo unico di Giulio Sica

(Avvocato, esperto di Diritto immobiliare)

NORME E LEGGI

Con l’approvazione del Decreto Legislativo n. 81 del 2008, si è giunti al riassetto ed alla riforma delle disposizioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro. L’obbiettivo della legge come si evince nella relazione introduttiva è stato quello di procedere al riassetto ed alla riforma delle disposizioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro, e ciò non solo attraverso una riorganizzazione della normativa ma anche mediante una rivisitazione della materia nel rispetto delle previsioni dell’art. 117 della Costituzione, il cui terzo comma attribuisce alla competenza ripartita di Stato e Regioni la materia della tutela e sicurezza del lavoro.L’obbiettivo di unificare e riorganizzare l’intera normativa prevenzionistica se si prescinde dalla delega contenuta nell’art. 24 della legge n. 833 del 1978, risale e agli anni Novanta, in coincidenza con l’avvio del processo di trasposizione, nel nostro ordinamento, dell’imponente normativa comunitaria che, ancora oggi, disciplina la materia.Dopo l’entrata in vigore del dlg.s n. 626 del 1994, che ha recepito la direttiva-quadro n. 89/391 CEE ed altre direttive, il quadro legislativo nazionale sin da subito si era dimostrato non all’altezza per assicurare un sufficiente livello di tutela giuridica

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per i lavoratori. Infatti il legislatore sin da subito cominciò un opera di revisione della legge introducendo rilevanti modifiche e integrazioni attraverso il dlg.s n. 242 del 1996. La copiosa attività del legislatore, nel corso degli anni, non ha fatto altro che continuare a sovrapporsi, il più delle volte senza alcun coordinamento, alla normativa preesistente.L’impianto del decreto legislativo n. 81 del 2008, nasce dalle ceneri della bozza dei lavori svolti dalla commissione “Biagi Treu” del 1997, con le opportune maturazioni e i necessari adattamenti e aggiornamenti richiesti dall’evoluzione del dato legale e fatto salva la possibilità di interventi correttivi e integrativi in corso d’opera. Tra le ragioni che sono alla base del nuovo testo unico c’è stata anche la ferma volontà dell’Italia di volersi munire di uno strumento legislativo in grado di porre le condizioni per il raggiungimento dell’obbiettivo fissato dall’Unione Europea per ogni Stato Membro, della riduzione degli infortuni sul lavoro del 25% entro il 2012. In particolare il D.lgs n.81 ha rimodulato il campo di applicazione “oggettivo” e “soggettivo” della normativa in materia di sicurezza e tutela della salute sul lavoro, in attuazione dei criteri e principi direttivi di cui alle lett. b) e c) dell’art. 1 comma 2, della delega 123/2007.Con riferimento al campo di applicazione “oggettivo”, l’art. 3 comma 1, del nuovo testo di legge ha statuito espressamente l’applicabilità della normativa antinfortunistica “a tutti i settori di attività privati e pubblici”, cosi come già previsto dal D.lgs. 626/1994. Pur avendo confermato il principio generale di applicabilità della normativa de quo a tutti i settori di attività, anche il D.lgs 81/2008, come il D.lgs 626/1994, ha fatto salva

la previsione di discipline specifiche e differenziate per determinati settori e ambiti lavorativi peculiari. Il nuovo campo di applicazione “soggettivo” è invece definito dal combinato disposto dell’art. 2, comma 1 lett. a), che amplia la nozione di “lavoratore” e il novero di soggetti equiparati ex lege, e dall’art.3, che estende il campo di applicazione “a tutti i lavoratori e lavoratrici, subordinati ed autonomi”.Per quanto concerne la sicurezza del lavoro nell’appalto l’art 26 comma I della nuova norma statuisce (così come previsto dall’art. 7 del D.lgs 626/1994), in capo al datore di lavoro che abbia affidato dei lavori all’impresa appaltatrice o a lavoratori autonomi all’interno della propria azienda o di una singola unità produttiva della stessa, nonché nell’ambito dell’intero ciclo produttivo dell’azienda medesima di verificare: a) l’idoneità tecnico - professionale delle imprese appaltatrici o dei lavoratori autonomi in relazione ai lavoratori da affidare in appalto o mediante contratto d’opera o di somministrazione; b) di fornire agli stessi soggetti dettagliate informazioni sui rischi specifici esistenti nell’ambiente in cui sono destinati ad operare e sulle misure di prevenzione e di emergenza adottate in relazione alla propria attività.In aggiunta a quanto già previsto dall’art. 7 del Dlgs 626/1994, la norma in esame specifica che la verifica di cui al punto a) andrà eseguita con le modalità previste da un apposito D.P.R. da emanarsi entro il 15 maggio 2009 acquisito il parere della Conferenza per i rapporti permanenti tra lo Stato, le Regioni e le Province e le provincie autonoma di Trento e Bolzano. Fino all’entrata in vigore del D.P.R., la verifica è invece

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eliminare o, ove ciò non è possibile, ridurre al minimo i rischi da interferenze; tale documento va allegato al contratto di appalto o di opera. In particolare ai contratti stipulati prima del 25 agosto 2007 ed ancora in corso al 31 dicembre 2008, il documento di valutazione andava allegato entro tale data.Il comma 4 dell’art. 26, fermo restando le disposizioni vigenti in materia di responsabilità solidale per il mancato pagamento delle retribuzioni e dei contributi previdenziali e assicurativi, l’imprenditore committente

risponde in solido con l’appaltatore, nonché con ciascuno degli eventuali subappaltatori, per tutti i danni per i quali il lavoratore, dipendente dell’appaltatore o dal subappaltatore, non risulti indennizzato ad opera dell’INAIL o dall’ IPSEMA. La responsabilità del committente non si estende ai danni conseguenza dei rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o sub appaltatrici.Il testo unico ha confermato la scelta operata dal legislatore della Finanziaria 2007 di circoscrivere l’obbligo solidale ai committenti che abbiano la qualità di imprenditori: tale scelta produce l’effetto di escludere dall’ambito di applicazione di questa norma di tutela, i dipendenti degli appaltatori e subappaltatori nonché i lavoratori autonomi che acquisiscono commesse da pubbliche amministrazioni e di organizzazioni non imprenditoriali. La responsabilità solidale è inoltre estesa ai dipendenti degli eventuali subappaltatori.Per quanto concerne l’onere di indicare nei contratti i costi

eseguita attraverso l’acquisizione del certificato della Camera di commercio e industria e artigianato.Il comma 1 dell’art. 26 riproduce sostanzialmente quanto già previsto nelle precedenti normative cosi come integrate e modificate dalle leggi successive. Tale disposizione ribadisce, infatti l’estensione degli obblighi già previsti in capo al datore di lavoro nel caso in cui questo affidi lavori a imprese appaltatrici o a lavoratori autonomi “nell’ambito dell’intero ciclo produttivo dell’azienda”. La nuova normativa conferma, pertanto, la rilevanza di

un criterio funzionale, che si inserisce accanto al criterio topografico per delimitare l’ambito di operatività degli obblighi previsti in capo al committente. Il comma 2 dell’art. 26 prevede in capo ai datori di lavoro, l’obbligo di cooperare all’attuazione delle misure di prevenzione e protezione dai rischi sul lavoro incidenti sull’attività lavorativa oggetto dell’appalto, e di coordinare gli interventi di protezione e prevenzione dai rischi cui sono esposti i lavoratori, informandosi reciprocamente anche al fine di eliminare rischi dovuti alle interferenze tra i lavoratori delle diverse imprese coinvolte nell’esecuzione dell’opera complessiva.La nuova formulazione del comma regola peraltro l’espressa previsione di tale obbligo ai subappaltatori.Il comma 3 della norma in esame, statuisce in capo al datore di lavoro, l’obbligo (già previsto dall’art. 3 della legge 123/2007) di promuovere la cooperazione e il coordinamento elaborando un unico documento di valutazione dei rischi che indichi le misure adottate per

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nullità ai sensi dell’art. 1418 c.c.”: è bene ricordare che l’azione di nullità può essere fatta valere da chiunque vi abbia interesse (art.1421 c.c.) ed è imprescrittibile (art.1422 c.c.). E bene evidenziare che dal tenore letterale della norma si evince che il testo dell’art 26 cita i tre tipi contrattuali artt. 1559 (somministrazione), 1655 (appalto), 1656 (sub-appalto) e 1677 (appalto con prestazione periodica e continuativa), evidenziando con riferimento all’art. 1559 c.c. un dubbio se tale norma ricomprenda anche la somministrazione di lavoro di cui al D.lgs 276/2003 Certamente stando al tenore letterale della norma possiamo affermare che è esclusa in tale caso.Nell’ambito dei contratti d’appalto pubblici, il decreto in esame dispone, al comma 6 dell’art. 26, riaffermando già quanto previsto dall’art. 8 della legge 123/2007, che nella predisposizione delle gare di appalto e nell’anomalia delle offerte nelle procedure di affidamento di lavori pubblici, di servizi e di forniture, gli enti aggiudicatori sono tenuti a valutare che il valore economico sia adeguato e sufficiente rispetto al costo del lavoro e al costo relativo alla sicurezza, il quale deve essere specificatamente indicato e risultare congruo rispetto all’entità e alle caratteristiche dei lavori e dei servizi e delle forniture. A tali fini il costo del lavoro sarà determinato periodicamente, in apposite tabelle, dal Ministro del Lavoro, sulla base dei valori economici previsti dalla contrattazione collettiva stipulata dai sindacati, delle norme in materia previdenziale e assistenziale, dei diversi settori merceologici e delle differenti aree territoriali. In mancanza di un contratto collettivo applicabile, il costo del lavoro sarà determinato in relazione al contratto collettivo del settore merceologico più vicino a quello preso in considerazione. Per quanto concerne l’esclusione del ribasso d’asta per la parte dell’offerta relativa ai costi della sicurezza sul lavoro, non ribadita nella nuova norma, compare nell’art. 8 della legge 123/2007 tutt’ora in vigore. Infatti tale principio era stato previsto dalla legge 327/2000 e successivamente abbandonato con l’entrata in vigore del codice dei contratti (D.lgs 13 aprile 2006 n. 163) a favore del più generale principio della “adeguatezza” dei costi per la sicurezza. Concludendo si può affermare che i criteri direttivi sopra esposti trovavano almeno in parte, riscontro in norme già esistenti: ad esempio quanto al criterio di cui al punto 1, il D.P.R. 25 gennaio 2000, n. 34 già prevede, nell’art. 17 lett. l), che al fine della qualificazione per lo svolgimento di lavori pubblici le imprese non devono aver commesso violazioni gravi, definitivamente accertate, attinenti l’osservanza delle norme poste a tutela della prevenzione e della sicurezza sui luoghi di lavoro: il senso del criterio distintivo era pertanto quello di estendere il requisito di qualificazione dell’impresa ad ogni tipologia di appalto e subappalto pubblico.

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della sicurezza nell’ambito degli appalti privati il comma 5 dell’art. 26 prevede che nei singoli contratti di sub appalto, di appalto e di somministrazione anche qualora in essere al 15 maggio 2008, di cui agli arrt. 1559, 1655, 1656, e 1677 cc, devono essere specificatamente indicati, a pena di nullità ai sensi dell’art. 1418 c.c. i costi relativi alla sicurezza del lavoro con particolare riferimento a quelli propri connessi allo specifico appalto.Per quanto concerne i contratti stipulati prima del 25 agosto 2007, i costi relativi alla sicurezza del lavoro devono essere indicati entro il 31 dicembre 2008, qualora gli stessi contratti siano ancora in corso a tale data. A tali dati possono accedere su richiesta, il rappresentate dei lavoratori per la sicurezza e gli organismi locali delle organizzazioni sindacali dei lavoratori più rappresentative al livello nazionale. Queste indicazioni colmano un vuoto normativo in materia, nonostante quanto già previsto nell’art. 3 della legge 123/2007 (oggi abrogato). Con il Dlg.s 81 è stata introdotta la previsione “a pena di

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COMUNICAZIONE

Bando di concorsonuovo logo CNGIl vincitoree i progetti premiati

Il sistema di identità visiva proposto risulta nel complesso efficace nelle applicazioni e adattabile alle differenti esigenze comunicative. In particolare la giuria rileva come le soluzioni permettano di distinguere i piani della comunicazione istituzionale, del Consiglio Nazionale, e periferica, delle segreterie provinciali; piani rinforzati dalla differenziazione cromatica”. Gli autori della proposta, hanno maturato, nel corso delle loro attività, numerose esperienze professionali realizzando progetti per importanti soggetti privati come, per esempio, Nordica e in occasione di mostre. Michele Bonotto ha conseguito il diploma di laurea in Disegno industriale presso lo IUAV di Venezia. Miriam Nonino ha conseguito il diploma di Maestro d’arte e di maturità d’Arte Applicata presso l’Istituto Statale d’Arte G. Sello di Udine.

Le motivazione degli autori“Non occorre cercare per forza la novità, la sorpresa a tutti i costi, l’originalità, l’effetto.Occorre invece trovare l’idea forte che sta dietro a un fatto, a un evento, a una marca, quello che la rende unica e riconoscibile”.Bob Noorda

“Complicare è facile, semplificare è difficile”.Bruno Munari

La proposta si sviluppa dalla creazione di un monogramma, elemento grafico in cui le iniziali CNG si uniscono a creare un unico corpo, metafora del rapporto di collaborazione di tutti gli iscritti. L’unione delle tre iniziali crea un segno distintivo e originale che dialogando con una forma rettangolare, in un rapporto regolato dalla geometria, diviene simbolo di alcune caratteristiche peculariari della professione del Geometra: regola, equilibrio, ordine. A supporto del monogramma interviene la parte tipografica che lo spiega ed esplicita. Nella prima riga CN come Consiglio Nazionale e nella seconda G come Geometri e Geometri Laureati, pariteticamente rappresentati dall’organo del Consiglio.La campitura piena, costruita in rapporto modulare con monogramma e lettering, provvede al bilanciamento e alla coesione delle parti, mantenendole in equilibrio.Il processo creativo seguito ha tenuto conto della necessità di rispondere con un sistema di identità coordinata alle esigenze di comunicazione sia del Consiglio Nazionale che del Sistema dei Collegi Provinciali (110) e dei Collegi Circondariali (5). Operando contestualmente sul monogramma, attraverso l’individuazione di tre colori istituzionali e sul binomio tipografia/campitura, regolato da precise indicazioni costruttive che mantengono chiara la gerarchia, otteniamo un’immagine riconoscibile, univoca ed efficacie.

Dopo avere esaminato e valutato, per gradi, le 117 proposte progettuali giunte da tutta Italia in risposta al Bando di concorso internazionale emesso, nell’autunno scorso, dal Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati per la progettazione del nuovo logo e delle sue declinazioni anche verso il sistema Geometri dei Collegi provinciali, il 2 dicembre scorso la Commissione giudicatrice, riunitasi a Roma, ha stabilito la graduatoria finale selezionando la proposta vincitrice e premiando la seconda e terza classificate.Composta da Franco Mazzoccoli (Presidente di commissione, Vice presidente Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati); Francesco E. Guida (Direttore A.I.A.P. - Associazione Italiana Progettazione per la comunicazione visiva); Denis Santachiara (Designer); Nicola Dusi (Ricercatore dell’Università Modena-Reggio Emilia e Docente di semiotica); Gyula Ivan (Rappresentante F.I.G. - Federazione Internazionale Geometri) la Commissione ha selezionato come prima classificata la proposta presentata da Michele Bonotto (Belluno) e Miriam Nonino (Udine) con le seguenti motivazioni:“La proposta interpreta graficamente le aspettative del Consiglio Nazionale dei Geometri e dei Geometri Laureati, proponendo un monogramma, costruito geometricamente, al tempo stesso istituzionale, non legato ad alcuna tendenza, gradevole e fresco per qualsiasi tipo di ‘audience’. Le tre lettere, organizzate all’interno di un quadrato, risultano correttamente leggibili, enfatizzando le principali iniziali dell’istituzione; la composizione geometrica inoltre comunica perfettamente i concetti di unità, legame tra gli associati e con il territorio, restituendo in modo non descrittivo l’idea della geometria come elemento fondativo del mestiere di geometra.

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Collegio ProvincialeGeometri e Geometri Laureatidi Udine

Collegio ProvincialeGeometri e Geometri Laureatidi Roma

Collegio ProvincialeGeometri e Geometri Laureatidi Crotone

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Pantone 132 C+ Nero

Bianco/Nero

DestinatarioNome dell'AziendaIndirizzo Carica

monogramma

Declinazioni del marchio CPGGL

Immagine coordinata CNG

monogramma + logotipo CNGGL

LA PROPOSTA VINCITRICE: ELEMENTI E SVILUPPO

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2a Proposta classificata di Francesco Maria Bandini (Milano)

Le motivazioni della Commissione“La giuria ha inteso premiare in questa proposta l’eleganza formale e cromatica del marchio e delle sue declinazioni. Il segno interpreta l’istituzione e la categoria professionale che essa rappresenta in modo non descrittivo, restituendo l’idea della manipolazione della materia prima del costruito. Inoltre la giuria ha valutato molto positivamente l’interessante soluzione sia per l’applicazione del timbro professionale che per il logotipo in cui non viene enfatizzata l’istituzione ma l’intera categoria dei Geometri”.

3a Proposta classificata di Alessandro Tartaglia (Foggia) e Carlotta Latessa (Foggia)

Le motivazioni della Commissione“La proposta si è segnalata per l’adozione di un linguaggio innovativo, molto colto e aggiornato, consapevole dell’evoluzione più recente del progetto di identità visiva. L’elemento geometrico, citazione degli strumenti del misurare, risulta essere non un semplice marchio ma base per un codice visivo originale. Un sistema aperto e modificabile, in cui vengono proposte interessanti soluzioni per le applicazioni”.

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FISCO E FINANZA

Gli studi di settorein tempo di crisiIniziative in corsoe consigli utilidi Giuseppe Foresto

(Componente della Commissione Ministeriale

per gli Studi di Settore)

La crisi economica è l’argomento di maggior attualità, fonte di gravi preoccupazioni, insicurezza e timori, ma anche di appassionate discussioni sul come uscirne senza danni irreparabili.Sono continui ed accesi i dibattiti televisivi, si leggono giornalmente articoli sui giornali e sulle riviste, s’intervistano economisti di fama internazionale, politici, amministratori, si interrogano le persone al mercato, quasi a voler esorcizzare la paura incombente.Alle comprensibili preoccupazioni per i danni che ne deriveranno al sistema produttivo, con le inevitabili ricadute sulla perdita di posti di lavoro, si aggiunge il timore per i prossimi adempimenti fiscali. Prevedibile, oltre che doveroso, che un problema così grave attirasse l’attenzione dell’Agenzia delle Entrate per gli aspetti immediati e del prossimo futuro riguardanti il gettito fiscale e della SOSE per gli indubbi riflessi sul sistema di accertamento fiscale messo a punto con gli studi di settore.Sui giornali, al proposito, si sono lette notizie e interpretazioni d’ogni genere quasi che il pericolo maggiore dal quale difendersi fossero gli studi di settore e non già la grave crisi che attanaglia l’intera economia mondiale.Certamente l’incapacità di adeguare la pretesa fiscale alle nuove, ridotte capacità produttive aggraverebbe in misura intollerabile la criticità della situazione.Pare opportuno ricordare, a questo punto, che gli studi di

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settore, per definizione, forniscono risultati in un contesto di “normalità” della gestione e non c’è dubbio che già dall’anno 2008 si è entrati in un periodo in cui, paradossalmente, la normalità è rappresentata dagli effetti della crisi economica.L’esigenza è quindi quella di comprendere, nel modo più approfondito possibile, il fenomeno in atto e le ricadute che esso potrà avere sugli operatori economici, al fine di sapere dove e come intervenire per garantire agli studi di settore un’adeguata rappresentatività e raggiungere un principio di equità nella pretesa fiscale.

Iniziative dell’Agenzia delle Entrate e della SOSEGià all’inizio di novembre il problema è stato posto all’attenzione della Commissione degli Esperti, convocata in riunione straordinaria, per prendere atto della situazione e formulare un programma d’intervento sugli studi. Inizialmente si è valutato se era più opportuno sospendere temporaneamente l’efficacia di tutti gli studi o raccogliere elementi e dati che consentissero di analizzare lo stato di crisi e determinare quindi, nel modo più mirato possibile, un equo correttivo per ognuno dei settori interessati dagli effetti della crisi.Dopo aver dibattuto a lungo sui vantaggi e gli svantaggi delle due iniziative, la Commissione ha

deciso per l’applicazione della seconda ipotesi, essendo penalizzante, anche per molti contribuenti, sospendere l’efficacia di tutti gli studi.La riunione è terminata con l’approvazione da parte della Commissione di un documento intitolato: Riflessioni in merito alla crisi economica e ai suoi possibili riflessi sul sistema “studi di settore”, che è integralmente pubblicato sul sito dell’Agenzia delle Entrate e che può essere da tutti consultato per una più chiara e completa informazione. In seguito, in occasione dell’ordinaria annuale riunione, la Commissione ha affrontato, il giorno 11 dicembre 2008, la validazione di sessantanove studi di settore che erano stati assoggettati ad “evoluzione”.Non sembrando giustificato procedere alla validazione degli studi evoluti dopo aver approvato il documento sopra richiamato, riferito agli effetti della crisi, dopo un lungo dibattito, i membri della Commissione si sono pronunciati per l’astensione, rimandando ogni decisione al prossimo marzo, quando si terrà la programmata riunione per analizzare i primi dati raccolti sugli effetti della crisi. I nuovi studi “evoluti” saranno però pubblicati sulla G.U. anche per consentire ai contribuenti di esercitare la prevista facoltà di richiederne l’impiego per gli anni precedenti, nel caso risultassero più favorevoli rispetto a quelli “non evoluti”.Il documento conclusivo approvato dalla Commissione con titolo “Parere della Commissione degli Esperti sugli studi in evoluzione per il periodo d’imposta 2008”, è integralmente pubblicato sul sito dell’Agenzia delle Entrate e può essere da tutti consultato per una più completa informazione.La raccolta di ogni elemento utile a misurare l’entità dell’impatto della crisi economica sui processi produttivi delle piccole e medie imprese e delle professioni, sarà pertanto fondamentale per la futura operatività della SOSE, dell’Agenzia delle Entrate e della Commissione degli Esperti.E’ stata quindi esplicitamente sollecitata la partecipazione attiva degli Osservatori Regionali e la collaborazione delle associazioni interessate e delle categorie professionali per raccogliere il maggior numero di utili segnalazioni.In merito alla legittimità di intervenire sugli studi di settore già validati, si è espressamente pronunciato il Legislatore con il Decreto Legge 185/2008 che all’articolo 8 ha previsto la possibilità di intervenire su tutti gli studi successivamente al 31.12.2008.

La raccolta dei dati per valutare la crisi Per rendere più tempestiva la procedura e più diffusa la raccolta è stato predisposto dalla SOSE un questionario che potrà essere compilato, su base volontaria, e permetterà alle imprese e ai professionisti di trasmettere tutte le

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informazioni che riterranno utili.I questionari, differenziati per comparti di attività economica, dal 5 febbraio sono pubblicati e scaricabili dal portale della SOSE. Sono state attivate altre fonti informative quali banche, istituti di ricerca, esperti del mondo universitario ecc.Fin dal prossimo mese di marzo si potrà così dar corso all’elaborazione dei dati raccolti per fornire, prima del periodo dichiarativo, alcune utili indicazioni. La macchina si è messa in moto e speriamo che produca

i risultati auspicati.Prima delle dichiarazioni dei redditi è fondamentale che, dalla diretta fonte degli Organi Statali preposti, sia trasmesso, ai contribuenti ed agli operatori, un chiaro messaggio di consapevolezza della criticità del periodo e d’impegno per rivedere parametri e livelli di congruità al fine di non appesantire ulteriormente le conseguenze della recessione economica.

Le professioniSi deve anche tener conto che spesso, discutendo di studi di settore e in particolare con i colleghi, emerge una scarsa conoscenza dei criteri e delle metodologie che sono alla base della loro elaborazione.La struttura organizzativa delle imprese e la specifica, approfondita conoscenza dei rispettivi processi produttivi, facilitano gli imprenditori nell’apprendimento degli studi di settore che sono strettamente connessi alle realtà economiche della gestione.Per i professionisti, non specialisti del settore, le

procedure rimangono spesso poco conosciute. È quindi utile fornire alcune delucidazioni che, se sono importanti nella normalità della vita professionale, diventano indispensabili per esprimere valutazioni oggettive in un momento di particolare criticità.Per avere piena conoscenza della metodologia utilizzata nella costruzione del programma “Ge.Ri.Co.” che riguarda le professioni in genere, e in particolare quella del Geometra, è indispensabile rivolgere la propria attenzione a tre aspetti: la congruità, la coerenza e la normalità economica.

L’inserimento nel programma Ge.Ri.Co. dei valori contabili ed extra-contabili consente di eseguire tre diverse analisi che verificano la posizione del contribuente in ordine alla sua normalità statistica:

l’analisi della congruità;• l’analisi della coerenza;• l’analisi della normalità economica.•

Le analisi di congruità e di coerenza sono quelle tradizionalmente utilizzate per l’applicazione degli studi di settore, mentre l’analisi della normalità economica è stata introdotta solo dall’anno d’imposta 2006.

Analisi della congruità“L’analisi della congruità è condotta, sulla base dei soli dati dichiarati dal contribuente, individuando una specifica funzione di ricavo per ciascuno dei cluster definiti dallo studio di settore e, tramite essa, si determinano i livelli minimi e puntuali di ricavi o compensi attribuiti dal software alla specifica attività svolta.”Come più volte ricordato il calcolo della congruità, per

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la nostra professione ed escludendo l’incidenza degli indicatori di normalità trattati più avanti, è fondato esclusivamente sul numero degli incarichi riguardanti le diverse attività svolte, per le quali sono stati incassati compensi nell’anno.Al proposito è opportuno affermare ancora una volta l’assoluta necessità che il questionario dello studio di settore, allegato alla dichiarazione dei redditi, sia compilato personalmente dal contribuente geometra, almeno nel campo che riguarda le prestazioni svolte - righi da D01 a D21 del modello - poiché solo chi ha eseguito le prestazioni è in grado di determinarne specie, quantità ed incidenza sul compenso totale.Può capitare, a volte, di emettere una fattura riassuntiva, comprendente prestazioni diverse, con un solo imponibile; è ancor più evidente, in questo caso, che solo chi ha direttamente eseguito le prestazioni e ne conosce qualità ed entità, è in grado di ripartire con corretta discrezionalità i relativi importi. “Nelle circolari n. 110/E del 21 maggio 1999 e n. 148/E del 5 luglio 1999, è stato precisato che i contribuenti non congrui alle risultanze derivanti dall’applicazione degli studi di settore devono adeguarsi “….” tenendo conto del valore che nella applicazione Ge.Ri.Co. viene indicato quale ricavo di riferimento puntuale…”Tuttavia, nelle stesse circolari, risulta altresì evidenziato che l’adeguamento del ricavo all’interno del c.d. “intervallo di confidenza”, è comunque da ritenersi un ricavo o compenso “possibile”, ferma restando la facoltà dell’Ufficio di chiedere al contribuente di giustificare per quali motivi avesse ritenuto di adeguarsi al livello del valore minimo cioè il livello di ricavi o compenso inferiore a quello di riferimento puntuale.Da ultimo, nella circolare n.5 del 23 gennaio 2008, al paragrafo 4, è stato evidenziato che l’attività di accertamento sulla base degli studi di settore deve essere prioritariamente rivolta nei confronti di quei contribuenti che si posizionano al di fuori dell’intervallo di confidenza, cioè quei contribuenti “non congrui” che, sulla base delle risultanze della contabilità, hanno dichiarato un ammontare di ricavi o compensi inferiori al ricavo o compenso minimo di riferimento derivante dall’applicazione delle risultanze degli studi di settore.Nella suddetta circolare è stato inoltre precisato che i contribuenti che si collocano “naturalmente” all’interno del c.d. “intervallo di confidenza” devono considerarsi generalmente in linea con le risultanze degli studi di settore, poiché i valori rientranti all’interno del predetto “intervallo” hanno un’elevata probabilità statistica di costituire il ricavo/compenso fondatamente attribuibile ad un soggetto esercente un’attività avente le caratteristiche previste dallo studio di settore.”La conoscenza del contenuto delle circolari richiamate, che sono qui riportate in minima parte, consentirà al contribuente di condurre l’eventuale contraddittorio

con i funzionari dell’Agenzia delle Entrate in modo più corretto e approfondito. Analisi della coerenza.“La correttezza dei comportamenti del contribuente monitorata da Ge.Ri.Co. dipende, in definitiva, da valutazioni che riguardano tre distinti aspetti: la congruità dei ricavi o dei compensi, la “normalità” economica e la coerenza degli indicatori economici. Ciascuno di tali aspetti viene considerato autonomamente dal software, per cui si può avere la non congruità (con o senza applicazione degli indicatori di normalità economica) accompagnata dalla coerenza e, viceversa, l’incoerenza unita alla congruità (è anche possibile, ovviamente, la non congruità accompagnata dalla non coerenza).Per quanto concerne in particolare l’aspetto relativo alla coerenza, Ge.Ri.Co. è in grado di verificare la regolarità dei principali indicatori economici caratterizzanti l’attività svolta dal contribuente (i quali sono predeterminati, per ciascuna attività, dallo studio di settore approvato). La regolarità di tali indicatori viene valutata rispetto ai valori minimi e massimi assumibili con riferimento a comportamenti normali degli operatori del settore che svolgono l’attività con analoghe caratteristiche.Le anomalie riscontrate negli indici di coerenza potranno essere utilizzate per la selezione delle posizioni da sottoporre a controllo, pur in presenza di ricavi o compensi congrui.”Nello studio di settore che riguarda la nostra professione, i parametri che determinano la coerenza sono:

L’incidenza dei costi sui compensiIl dato percentuale per ritenersi coerente deve collocarsi tra “valori minimi e massimi assumibili con riferimento a comportamenti normali degli operatori del settore che svolgono l’attività con analoghe caratteristiche”, come sopra definito.Il contribuente deve rivolgere la massima attenzione sulle spese effettuate e registrate che devono essere inerenti all’attività svolta e che, in caso di normalità della gestione, non devono eccedere i parametri predeterminati (righi G05+G06+G07+G08+G09/compensi). Casi particolari che oggettivamente e per validi motivi non consentissero di rispettare detti parametri possono essere oggetto di preventiva segnalazione.

La resa orariaIl parametro della resa oraria è determinato nel seguente modo: compensi dichiarati, al netto delle spese per prestazioni di collaborazione coordinata e continuativa e dei compensi corrisposti a terzi per prestazioni direttamente afferenti l’attività professionale, diviso il numero degli addetti moltiplicato per il numero delle ore e delle settimane di lavoro dichiarate.

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La resa del capitaleRappresenta il rapporto tra i compensi e il valore dei beni strumentali.Anche in questo caso è opportuno segnalare le motivazioni che potrebbero causare l’esigenza del possesso di beni strumentali di particolare valore.

Analisi della normalità economicaIndicatori di normalità introdotti per gli studi dei professionisti approvati a decorrere dal periodo d’imposta 2007.Per la maggior parte degli studi relativi alle attività professionali, approvati in evoluzione a decorrere dal periodo d’imposta 2007, si applica, alternativamente, uno dei seguenti indicatori di normalità:a) rendimento orariob) rendimento giornalieroDi seguito si riportano le definizioni di rendimento orario e di rendimento giornaliero contenute nella circolare n. 44/E del 29 maggio 2008.Sono formule semplici, che dovrebbero essere conosciute, ma che spesso sono trascurate con possibili sgradevoli conseguenze.a) Rendimento orarioL’indicatore “rendimento orario” è calcolato come rapporto tra le variabili “Valore aggiunto” e “Ore annue lavorate”. Il “Valore aggiunto” è definito sottraendo dai compensi dichiarati le spese per prestazioni di collaborazione coordinata e continuativa, i compensi corrisposti a terzi per

prestazioni direttamente afferenti l’attività professionale e artistica, i consumi e le altre spese.Per ogni studio di settore è stata individuata una griglia di valori massimi ammissibili per tale indicatore suddivisi per cluster e distribuzione territoriale.Sulla base di questi valori massimi, lo studio di settore calcola, per ogni contribuente, il valore minimo ammissibile per la variabile “Ore teoriche del professionista”.Qualora tale valore risulti superiore a quello della variabile “Ore dichiarate da professionista”, il numero delle “Ore dedicate all’attività” viene incrementato di un valore pari alla differenza tra le “Ore teoriche del professionista” e le “Ore dichiarate dal professionista”.Il nuovo valore, così determinato, delle “Ore dedicate all’attività” costituisce il parametro di riferimento per la riapplicazione dell’analisi della congruità e per la determinazione dei maggiori compensi da normalità economica.

Omissis…b) Rendimento giornalieroL’indicatore “rendimento giornaliero” è calcolato come rapporto tra le variabili “Valore aggiunto” e “Giornate annue lavorate”. Il “Valore aggiunto” è definito sottraendo dai compensi dichiarati le spese per prestazioni di collaborazione coordinata e continuativa, i compensi corrisposti a terzi per prestazioni direttamente afferenti l’attività professionale e artistica, i consumi e le altre spese.Per ogni studio di settore è stata individuata una griglia di valori massimi ammissibili per tale indicatore suddivisi per cluster e distribuzione territoriale.Sulla base di questi valori massimi, lo studio di settore calcola, per ogni contribuente, il valore minimo ammissibile per la variabile “Giornate teoriche del professionista”.Qualora tale valore risulti superiore a quello della variabile “Giornate dichiarate del professionista”, il numero delle “Giornate dedicate all’attività” viene incrementato di un valore pari alla differenza tra le “Giornate teoriche del professionista” e le “Giornate dichiarate dal professionista”.Il nuovo valore, così determinato, delle “Giornate dedicate all’attività” costituisce il parametro di riferimento per la riapplicazione dell’analisi della congruità e per la determinazione dei maggiori compensi da normalità economica.Non si rammenta mai abbastanza che una conoscenza più approfondita della procedura Ge.Ri.Co. e del funzionamento dei vari indicatori si ottiene solo compilando personalmente il programma, in modo da comprendere “i meccanismi” di elaborazione ed evitare errori ed omissioni. Il professionista potrà, in questo modo, utilizzare lo strumento anche ai fini della gestione interna del proprio ufficio, per “conoscersi meglio” e misurare il livello della propria efficienza economica in rapporto ad attività professionali con caratteristiche analoghe.

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MULTIMEDIA

Rifi uti elettronicie ambienteDove fi nisconoi vecchi computerche non servono più?

Secondo le ultime stime ufficiali, nello scorso anno i personal computer nel mondo hanno superato la cifra, che si può definire, senza esitazioni, storica, del miliardo. Si tratta, per di più, di una stima ad oggi ormai per difetto, visto che la crescita annuale calcolata è di circa il 12%. Milione più o milione meno, poco cambia, dal momento che le previsioni hanno già fissato la data del nuovo ‘record’, due miliardi, nel 2014.Se poi si considera che il dato tiene conto solo dei computer attualmente in uso, una domanda sorge immediata e, si potrebbe dire, inquietante: dove sono andati (e soprattutto dove andranno) a finire i pc dismessi e, con loro, i vecchi cellulari, insomma tutti quelli che si possono definire rifiuti elettronici? E inoltre, cosa si sta facendo per contenere l’impatto sull’ambiente di una mole così rilevante di rifiuti contenenti, come è noto, materiali altamente tossici?La risposta, come spesso accade, è articolata. Conviene, intanto, introdurre un altro elemento di rilievo per il tema. Nella sola Italia gli oggetti hi-tech (principalmente personal computer, cellulari e lettori mp3) che, ancora funzionanti, vengono dismessi, perché obsoleti, e abbandonati nelle cantine e nei solai degli utenti domestici e nei magazzini delle grandi aziende o addirittura,

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gettati nei cassonetti della spazzatura sarebbero -secondo dati diffusi da un ente di ricerca- circa 18 milioni.Si tratta, come si capisce, di un dato allarmante che segnala un ulteriore aspetto del problema. Non solo, come si nota dai dati riportati sopra, la diffusione degli oggetti tecnologici, e quindi il loro utilizzo e ricambio corre a velocità sino a qualche anno fa insospettabili e non previste. A rendere più complessa la gestione del fenomeno degli attuali e futuri rifiuti elettronici (o e-waste, come vengono definiti in ambito internazionale, attraverso il termine inglese) concorre anche una ancora scarsa educazione e consuetudine degli utenti nel loro rapporto con le nuove tecnologie riguardo ai cicli di vita dei prodotti e alla loro destinazione una volta che non vengono più ritenuti idonei. Cosa si sta facendo, si diceva, per affrontare questa vera e propria emergenza? L’Unione Europea in realtà si è mossa da tempo e la normativa in materia è stata recepita anche dalla maggioranza degli Stati membri. In Italia il decreto di riferimento (n.151/05) è entrato in vigore già dall’estate del 2007 e fra le diverse norme previste ha stabilito, in primo luogo, che chi dovrà disfarsi di un pc o di un elettrodomestico dovrà farlo presso uno dei punti di raccolta RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) gestiti da Consorzi dei produttori (dei suddetti prodotti). E per questi ultimi ha stabilito l’obbligo di organizzare e gestire un sistema per il riciclo dei prodotti immessi nel mercato e giunti a fine vita.In base alla normativa, quindi, tutti i soggetti che producono, importano e commercializzano con marchi propri nel territorio italiano apparecchiature elettriche ed elettroniche devono, secondo i criteri stabiliti, provvedere al ritiro dei RAEE dai Centri di Raccolta; occuparsi del trasporto e conferimento degli stessi presso gli impianti di trattamento; prevedere attività di riciclo e recupero dei materiali nonché di smaltimento delle componenti non riutilizzabili in completa sicurezza per l’ambiente e la salute dei cittadini. Oltre ai coinvolgimento dei Produttori, la normativa (a regime) chiama in causa anche altri soggetti coinvolti nel ciclo dei RAEE (Distributori e Comuni) attribuendo loro compiti specifici.Se i primi sono chiamati a ritirare gratuitamente i RAEE, i Comuni devono mettere a disposizione dei cittadini e dei punti vendita Centri di Raccolta idonei, le cosiddette “isole ecologiche”.Problema risolto dunque? Ambiente salvo?Non proprio ma almeno la linea è tracciata. Anche se è vero che sul territorio italiano si stanno sviluppando (e questo è certamente un dato positivo) aziende di diverse dimensioni che ricevono i rifiuti elettronici, li trattano, ne neutralizzano le componenti nocive e, spesso, riciclano i materiali per altri utilizzi e persino per

produrre, per esempio, ‘nuovi’ computer da collocare sui mercati dei Paesi emergenti (Cina e India in primis), secondo quanto sostengono i media e le associazioni ambientaliste, il sistema è ancora in fase di rodaggio e molto dipenderà anche dalla capacità degli utenti di assumere, per quanto li riguarda, un comportamento maggiormente virtuoso e di responsabilità.Se poi si guarda ad altre realtà al di fuori dell’Europa il fenomeno torna a dipingersi di tinte fosche. Secondo, infatti, una recente inchiesta, molte imprese americane della cosiddetta industria dell’e-waste (particolarmente sviluppata negli Stati Uniti, dove le tecnologie interessate sono molto più mature che in Europa e di conseguenza più alta è la presenza di rifiuti elettronici) avrebbero scelto di indirizzare gran parte della spazzatura elettronica prodotta sul loro territorio verso Paesi meno progrediti (in Africa, ma anche in Asia) e privi di leggi capaci di tutelare l’ambiente, alimentando, così, un business che rischia di accelerare drammaticamente il degrado del pianeta. La strada da percorrere, come si capisce, è ancora lunga.

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Imaging StationDa Topconuna soluzione innovativaideale per l’utilizzoin ambito archeologico

Lo sviluppo delle tecnologie informatiche avvenuto negli ultimi due decenni ha portato alla nascita di nuove discipline che sono andate progressivamente ad affi ancarsi a quelle umanistiche come la Virtual Archaeology in Archeologia, la cui applicazione ha portato numerose innovazioni nei tradizionali metodi di indagine e di ricerca. Anche nell’ambito del rilievo archeologico l’impiego di metodologie informatiche integrate, ad esempio la fotogrammetria digitale, la foto modellazione, la scansione laser e la modellazione 3d, ha trovato ampia diff usione soprattutto negli studi sulle ricostruzioni dei contesti archeologici. Uno dei settori di punta della Nonsolomuri S.r.l., società che si occupa di indagini archeologiche in Italia e all’estero, è proprio quello del rilievo con l’ausilio delle nuove tecnologie, gestito con attrezzature hardware e software in costante aggiornamento. Il caso presentato si riferisce al rilievo di una tomba a camera del III sec. a.C., rinvenuta nel comune di Tiriolo in Calabria (prov. Catanzaro); scavato e rilievo sono stati seguiti dalla Nonsolomuri S.r.l. (il contenuto di questa comunicazione non riguarda i dati scientifi ci dello scavo, ma esclusivamente il dato tecnico del rilievo strumentale e delle sue elaborazioni).La tomba consiste in una struttura di forma rettangolare (m 2,70 x m 4,00 ca) costruita in grossi blocchi squadrati e lavorati, di natura geologica diversa: calcare e arenaria. Sulla fronte, nei blocchi angolari sono state scolpite due semicolonne scanalate. La struttura si è conservata per un solo fi lare sui lati sud, est ed ovest mentre presenta, a nord, due grossi blocchi residuo del secondo fi lare. Sul fondo, in posizione centrale si trova una teca scavata nel terreno, foderata con laterizi.

REDAZIONALE

La restituzione in 3d ha seguito un preciso iter metodologico. Il rilievo è iniziato innanzitutto con la creazione di una poligonale intorno ai quattro lati del manufatto, agganciata alla topografi a del sito eff ettuata con il DGPS. Dalle diverse stazioni sono state eff ettuate scansioni con Stazione Totale TOPCON IS - Imaging Station (distribuita in Italia dalla società Geotop s.r.l.), secondo una maglia di 1 cm.Da ogni stazione è stata eff ettuata una scansione sia dell’esterno, sia dell’interno della struttura. La nuvola di punti ottenuta, in formato dxf, è stata successivamente elaborata con una tecnica di reverse engineering che ha consentito di restituire in maniera fedele l’oggetto reale in modello 3d.

Tale tecnica funziona ricevendo come input i dati metrici di un oggetto reale e restituisce come output un modello 3d vettoriale. E’ stata cosi generata mesh 3d ad alta defi nizione della tomba attraverso una elaborazione di oggetti piani di forma triangolare connessi tra loro. Una volta ottenuta la mesh 3d della tomba il modello è stato mappato con una texture ricavata da foto ad alta risoluzione realizzate sul campo che ha conferito al modello un notevole grado di verosimiglianza con il soggetto reale. Infi ne, è stato realizzato sia un sistema di visualizzazione basato sulle singole immagini foto realistiche (rendering) sia output in QuickTime VR object, che consente una modalità di visualizzazione più libera rispetto alla staticità di un’immagine.

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Consolidamentodei fabbricatiUn sistema innovativoda NovatekIniezioni colonnari di resine espandenti realizzate in terreno precompattato mediante dilatazione idraulica radiale (brevetto internazionale depositato). Un sistema di ultima generazione.Fino ad ora lo stato della tecnica di consolidamento con resine espandenti prevedeva l’esecuzione di iniezioni sotto le fondazioni dei fabbricati. Queste iniezioni, a rapida o lenta espansione, erano eseguite a libera diff usione direttamente nel terreno: sia appena sotto il piano fondale che più in profondità. Il costante impegno di Novatek nella ricerca di soluzioni sempre più effi caci ha portato alla realizzazione di un metodo all’avanguardia che garantisce il consolidamento del terreno in modo uniforme fi no in profondità al di sotto del piano fondale, permette di confi nare le iniezioni di resina espandente ed evita inutili quanto dannose dispersioni in zone limitrofe.Questo sistema prevede l’esecuzione di iniezioni colonnari di resina espandente realizzate in terreno precompattato mediante dilatazione idraulica radiale.

REDAZIONALE

Iniezioni colonnari: il procedimentoFasi esecutive:

esecuzione di un foro passante attraverso la fondazione;• realizzazione di un preforo sottostante alla fondazione • senza asportazione di terreno mediante aste giuntabili e punte a perdere. La profondità del foro viene determinata in fase esecutiva sulla base della resistenza dinamica riscontrata;compattazione del terreno che circonda il foro mediante • allargamento della sezione trasversale secondo direzioni radiali uscenti rispetto all’asse di sviluppo da eseguirsi mediante idoneo dilatatore idraulico;inserimento di un tappo nella fondazione e successiva • iniezione di resina espandente per riempire il foro precompattato fi no alla realizzazione della struttura colonnare defi nente il palo in resina con un contestuale sollevamento della struttura soprastante di uno o più millimetri.

Finalità del procedimento:consolidamento ed incremento di portanza del terreno • sottostante le fondazioni, in modo verticale ed uniforme fi no in profondità;trasferimento graduale del peso dell’edifi cio in strati di • terreno più profondi;riempimento di cavità, fessurazioni e microvuoti • eventualmente presenti;ripristino della superfi cie di contatto tra terreno • e fondazioni;sollevamento della struttura soprastante.•

Iniezione della resina

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EVENTI

I protagonisti di questa impresa sono alcuni designer americani e, a quanto sembra, i primi frutti del loro lavoro si vedranno il prossimo mese di maggio quando un prototipo sperimentale di “Waterpod” dovrebbe solcare le acque dell'Hudson River di New York.La struttura (che nel formato base, dopo la sperimentazione, misurerà una superfi cie di 200

Anche quest’anno, inoltre, la manifestazione, attraverso le tante iniziative a carattere convegnistico proposte sarà l’occasione per aff rontare i temi di maggiore attualità negli ambiti della fi nanza, sviluppo e riqualifi cazione del territorio, retail, social housing ed eco-sostenibilità.Nel 2008, EIRE ha fatto registrare numeri veramente signifi cativi con la presenza di 388 espositori su una superfi cie di 37.000 mq, visitati da oltre 20.000 operatori italiani ed esteri, segnando una crescita rispetto alle presenze della

"Waterpod", prototipo di casagalleggiante ed ecologicaSperimentazione a New York

Sono partiti pensando una soluzione capace di dare una risposta in ambito abitativo all’ansia da surriscaldamento globale (leggi scioglimento dei ghiacciai) e, dimostrando, come si dice, una certa inventiva, hanno progettato “Waterpod”, un inedito prototipo di isola artifi ciale capace di ospitare una sorta di abitazione galleggiante.

EIRE 2009, alla Fiera di Milanoin mostra i principali progettiurbani e immobiliari italiani

Dal 9 al 12 giugno prossimi nella nuova Fiera Milano si svolgerà la quinta edizione di Expo Italia Real Estate (EIRE), il principale appuntamento a livello nazionale dedicato agli operatori del settore immobiliare italiani ed esteri e alle pubbliche amministrazioni.Come nelle precedenti edizioni all’interno dei padiglioni della Fiera verranno presentati i principali progetti urbani ed immobiliari italiani e alcune interessanti realizzazioni proposte da soggetti pubblici e privati di ambito internazionale.

metri quadrati) sarà, come detto, una sorta di isola artifi ciale a tripla cupola, realizzata su una chiatta industriale impiegando materiali di riciclo come legno, plastica e tessuti. Sarà alimentata da un sistema ibrido solare/eolico e verrà dotata di un impianto per purifi care l'acqua, così da destinarla alle coltivazioni verticali e idroponiche di bordo.

scorsa edizione del 30%. In quasi 100 tra convegni istituzionali, seminari, conferenze stampa ed eventi negli stand, sono stati aff rontati i temi di maggiore attualità del settore, tracciando le linee guida per il futuro dell’industria immobiliare. Sono state presentate in anteprima numerose ricerche e surveys da parte di OSMI, Nomisma, Università Bocconi, Gabetti, mentre sono stati annunciati, sempre in anteprima, alcuni deal, nuovi development e alleanze con operatori internazionali.

TENDENZE

NEWS

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Skyfarming E l'orto fi niscesul tetto dei grattacieli

Lanciato il satellite “Ibuki”Misurerà nello spazio gasresponsabili dell’effetto serra

Si chiama “Ibuki” ed è il primo satellite al mondo con il compito di studiare, nello spazio, i gas responsabili dell'eff etto serra.A lanciarlo è stato il Giappone nel gennaio scorso dall’isola di Tanegashima. Costato 159 milioni di dollari, supporterà gli scienziati nel calcolo della densità del diossido di carbonio e del metano derivanti da quasi la metà

della superfi cie terrestre.Sono, infatti, 56 mila i punti d'osservazione sulla terra sui quali “Ibuki” si concentrerà, inclusa l'atmosfera sopra i mari dei Paesi in via di sviluppo dove mancano punti di osservazione nonostante il crescente volume di emissioni.Il satellite, a quanto risulta, opererà per cinque anni, registrando dati ogni tre giorni.

Le chiamano già skyfarming, ovvero 'fattorie del cielo'. L’idea è semplice ma, a suo modo, indubbiamente geniale e prevede la realizzazione di torri agricole a basso costo e altrettanto basso impatto ambientale all’interno delle quali potrebbero trovare posto allevamenti di bestiame di piccolo taglio e, nei piani alti, colture di vario genere. Il tutto in ambito urbano o, più precisamente, metropolitano.Lanciata ormai cinque anni fa, un po’ provocatoriamente, da un docente statunitense della Colombia University, la proposta è stata, infatti, abbracciata da alcuni architetti che hanno realizzato progetti che, a loro volta, sono stati accolti, a quanto risulta, con un convinto entusiasmo da alcune amministrazioni statunitensi.Come per esempio quelle di San Francisco e di New York, dove pare che il Presidente di quartiere di Manhattan abbia già ordinato la redazione di un studio di fattibilità.Altro aspetto interessante, così come si vanno confi gurando le skyfarming saranno “zero waste”, ovvero tenderanno ad utilizzare al massimo le risorse e, soprattutto, a riciclare gli scarti in modo da limitare al massimo la produzione di rifi uti.Al momento l’idea è stata sperimentata solo in piccoli edifi ci di comunità ecosostenibili ma c’è già chi prevede che nell’arco di pochi anni, nella sola New York potrebbero sorgere almeno quindici “fattorie verticali” in grado di produrre, complessivamente, cibo per circa 75.000 persone.

AMBIENTE

ARCHITETTURA

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ANNO I | n. 2 | MARZO - APRILE 2009

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Oltre alla rilevanza per l’area geografi ca di riferimento e l’ambito nazionale è anche importante ricordare che il progetto di Mestre si inserisce nel contesto territoriale

Inaugurato il Passante di Mestre

Una buona notizia per gli automobilisti ed in generale per gli abitanti del Nord Est. Dopo un’attesa di oltre trent’anni, nel febbraio scorso è stato inaugurato il Passante di Mestre. L'opera, come è noto, collegherà tra loro i tratti della A4 da Milano a Venezia e da Venezia a Trieste nonché la A27 da Venezia a Belluno. La lunghezza complessiva del tracciato è di 32,3 chilometri. Riguardo alle gallerie sono presenti 8 tratti per uno sviluppo complessivo di 646 metri. L’opera prevede, inoltre, 4 viadotti, 14 ponti, 15 sovrappassi, 22 sottopassi.

Ikea inaugura a Corsicoimpianto di geoscambio

Copre oltre il 50% dei consumi energetici necessari per raff reddare e riscaldare il negozio e per le sue dimensioni si caratterizza come uno tra gli impianti di geoscambio a bassa entalpia (ovvero che sfrutta direttamente il calore naturale) più grandi d’Europa.Da sempre attento alle tematiche dell’ambiente il gruppo svedese Ikea questa volta ha puntato sulla valorizzazione dell’energia geotermica e nel suo nuovo centro

Da Giroptic, la prima fotocamera digitale panoramicaImmagini e video a 360°

Dall’azienda francese Giroptic, arriva un’interessante proposta nell’ambito delle fotocamere digitali, ovvero una macchina

di interscambio dei corridoi europei Barcellona-Kiev-Adriatico. Il costo complessivo dell’opera, a quanto risulta, è stato di circa 900 milioni di euro.

di Corsico (in provincia di Milano) ha inaugurato, di recente, questo impianto che funziona grazie a 304 sonde geotermiche in grado di produrre, a seconda delle stagioni, aria calda o fredda per il grande supermercato del mobile sfruttando il gradiente termico presente tra la superfi cie (più fredda) e una profondità di 125 metri (più calda).Alla realizzazione dell’impianto ha collaborato anche la Provincia di Milano. Nei piani di Ikea è prevista la prossima realizzazione di un impianto ancora più grande nel territorio di Parma.

FONTI RINNOVABILI

TECNOLOGIA

INFRASTRUTTURE

di ultima generazione capace di produrre foto e video, panoramici, a 360°, con la sola pressione di un pulsante.La nuova fotocamera, indirizzata per le sue caratteristiche principalmente a settori immobiliare e turistico,

funziona grazie ad una speciale ottica ed un sistema di lenti brevettato, accoppiato ad un sensore digitale da 8 Mp. Il sistema di interfaccia è composto da uno schermo lcd da 1,5" e dai comandi che consentono di impostare i parametri di scatto.

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Il museo del Pradonavigabile in 3Dcon Google Earth

Google non fi nisce davvero di stupire. Da qualche settimana, infatti, il colosso statunitense ormai celeberrimo per il suo motore di ricerca e per le applicazioni come Google maps o Google Earth, ha reso disponibile, proprio attraverso quest’ultimo programma (scaricabile gratuitamente), un’applicazione in 3D che farà la gioia degli appassionati di arte ed in particolare di pittura.Come annunciato al mondo dalla stessa società di Mountain View “grazie alla tecnologia di Google Earth, è possibile navigare tra le riproduzioni dei capolavori del Prado di Madrid osservandoli fin nei minimi dettagli, come il tocco delle pennellate o le crepe nella vernice. Le immagini di queste opere hanno una definizione di circa 14.000 milioni di pixel, ovvero circa 1.400 volte superiore rispetto a quella di una fotocamera da 10 megapixel”. Sempre grazie a questa funzione di Google Earth si potrà, inoltre, vedere una spettacolare riproduzione in 3D del Museo.

ARTE

Risorse idriche sotterraneeL'Italia si allinea alla normativa europea

limitazione degli scarichi indiretti. Con la nuova normativa vengono stabilite dunque norme di qualità e valori soglia e si incoraggia a sviluppare metodologie basate su un approccio comune al fi ne di fornire criteri per valutare il buono stato chimico dei corpi idrici sotterranei e stabilire, nel contempo, come standard comunitari, norme di qualità per i nitrati, i prodotti fi tosanitari e i biocidi, in coerenza con le direttive già presenti nell'ordinamento.

L’Italia si allinea alla normativa europea per quanto riguarda la protezione delle acque sotterranee dall’inquinamento e dal deterioramento.Nel gennaio scorso, infatti, il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legislativo che attua nel nostro ordinamento la direttiva CE in materia, la 2006/118 che a sua volta completa il quadro di riferimento aggiungendo disposizioni e criteri per la valutazione del buono stato chimico dei corpi idrici, l'individuazione e l'inversione delle tendenze dell'aumento dell'inquinamento, la

ACQUA

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MEDIATECA

“La gestione e l’amministrazione

della Parrocchia”

“Archetipi di Territorio”Alla ri-scoperta

del senso dei luoghi

Pubblicato a cura delle Edizioni Dehoniane Bologna (EDB) il volume “La gestione e l’amministrazione della Parrocchia” è stato realizzato dagli Economi delle grandi diocesi. A partire dall’Istruzione in materia amministrativa, emanata dalla Conferenza Episcopale Italiana nel 2005, - come si legge nel libro - gli Economi delle diocesi di Torino, Milano, Padova, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Palermo hanno pubblicato questo manuale per accompagnare tutte le comunità parrocchiali italiane nell’amministrazione e nella gestione dei beni ecclesiastici e delle loro attività.L’opera redazionale è stata affidata ad esperti, collaboratori e operatori delle Curie Diocesane che, a partire dalla loro esperienza e competenza, hanno predisposto i vari capitoli, poi rivisti collegialmente dagli Economi in occasione di alcune giornate di studio.Il testo illustra autorevolmente le questioni giuridiche (canoniche, civili e tributarie) che più interessano la parrocchia e si rivolge ai professionisti (fra i quali i geometri), oltre che ai parroci e ai loro collaboratori.Il volume, come si legge nella premessa di Monsignor Mauro

Rivella, Sottosegretario della Conferenza Episcopale Italiana e Direttore dell’Ufficio Nazionale per i problemi giuridici, “costituisce una preziosa estensione e una traduzione nella prassi dei principi contenuti nell’Istruzione in materia amministrativa. Il carattere pratico del testo, frutto di un lavoro condiviso a livello nazionale da operatori ed esperti di alcune grandi diocesi, ne indica insieme i pregi e limiti, esso nasce, infatti, dall’esperienza concreta e mantiene un carattere di esemplarità, ma non vuole e non può sostituirsi al diritto particolare e alle disposizioni diocesane, intendendo piuttosto favorire l’adozione sul territorio nazionale di prassi virtuose, allo scopo di favorire una corretta amministrazione delle risorse affidate alle nostre Chiese per la loro missione di evangelizzazione e testimonianza”.

Già dal titolo, “Archetipi di Territorio”, il volume scritto da Anna Marson, urbanista e docente di Tecnica e pianificazione urbanistica presso l’Università IUAV di Venezia per le edizioni Alinea, rivela in buona misura il tema affascinante affrontato dall’autrice che tanta curiosità ha suscitato non solo tra gli addetti ai lavori.Di fronte alla constatazione di una perdita di senso collettivo, per ciò che attiene alle trasformazioni del territorio, alle distruzioni dell'ambiente che esse operano e alle forme prive di identità che esse generano nel territorio post-urbano (sprawl, conurbazioni periferiche, frammenti seriali di funzioni disperse sul territorio), provocando assenza di benessere se non addirittura effetti negativi quali regole, si chiede l’autrice, sono state violate? Qual è il senso dei luoghi che abbiamo perso?Il testo - come si legge nell’introduzione - si assume il rischio di provare a dare delle risposte. Indaga gli elementi essenziali che danno vita e mantengono in vita il territorio che ci ospita: acqua, terra, fuoco e aria. Riflette sui principali costrutti funzionali e simbolici che compongono e mettono ordine al modo con cui gli esseri umani organizzano (o meglio organizzavano, fino a tempi assai recenti) i loro insediamenti: centro, limite, campagna, selva. Suggerisce, infine, quattro movimenti utili e necessari a ritrovare gli archetipi, ovvero i tipi originari sottratti alle contingenze dell'incerto tempo presente: limitare, rallentare, dare forma, ritrovare.

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“Elementi di Geomatica”Un testo di inquadramentoda Mario A. Gomarasca

Classici da leggere“Economia all’idrogeno”

di Jeremy Rifkin

In tempi di crisi energetica (e non solo) e a fronte del programma economico lanciato da nuovo presidente degli Stati Uniti Barack Obama che pone molta attenzione alle questioni ambientali e quindi alle alternative all’uso massiccio e preponderante del petrolio, il libro “Economia all’idrogeno - La creazione del Worldwide Energy Web e la redistribuzione del potere sulla terra” scritto nel 2002 da Jeremy Rifkin (e pubblicato in Italia da Mondadori) torna di straordinaria attualità. Un’attualità che prescinde dall’esito ancora incerto del dibattito su “idrogeno sì, idrogeno no”. O meglio sulla possibilità che l’idrogeno possa o meno rappresentare la fonte di energia decisiva per il futuro dell’umanità.Il testo di Rifkin, che ha ottenuto negli anni un grande successo fra i lettori sia negli Stati Uniti, sia in Europa,

affronta, infatti, gli scenari possibili del futuro energetico planetario e ipotizza alcune possibili soluzioni. Il tema è affrontato con il supporto di dati e la soluzione lanciata da Rifkin ai problemi del settore energetico-petrolifero - come è noto - consisterebbe, molto in sintesi, nel creare “una grande rete di interconnessione mondiale chiamata EWW ‘Energy Worldwide Web’(concettualmente molto simile al WWW che ha caratterizzato lo sviluppo di Internet), dove tutti gli utenti nelle proprie abitazioni sono produttori ed utilizzatori di energia pulita, fornitori di energia per gli altri e produttori allo stesso momento per se stessi”. Le teorie dell’economista americano, che certamente non hanno soltanto estimatori ma pure tanti critici, hanno intanto trovato una prima (seppure parziale) applicazione in Puglia dove, grazie ad un progetto nato dalla collaborazione tra il Ministero dell’Ambiente, la Regione Puglia, l'Università dell'idrogeno di Monopoli e lo stesso Rifkin, è stata avviata la costruzione di distributori di idrogeno, metano e idrometano (una miscela di idrogeno e metano). L'idrogeno viene ottenuto da fonti rinnovabili in loco.

Geomatica, come noto, è un neologismo, sempre più diffuso che include tutte le discipline del rilevamento territoriale e ambientale, e sottolinea che in esse l’Informatica gioca un ruolo determinante.La Geomatica comprende la Topografia nelle sue espressioni più moderne (strumentazione elettronica di misura, tecniche sofisticate di analisi dei dati e di compensazione delle reti, tecniche di posizionamento satellitare, …), la Fotogrammetria analitica e digitale, il Telerilevamento da satellite e da aereo, la Cartografia Numerica, i Sistemi Informativi Territoriali, i Sistemi di Supporto alle Decisioni, fino ai Sistemi Esperti e l'Ontologia.Per conoscere meglio questo interessante argomento e, in particolare, i suoi ambiti di applicazione si segnala un testo di inquadramento generale realizzato ormai qualche anno fa

ma ancora attuale di Mario A. Gomarasca, ricercatore del CNR di Milano ed esperto, appunto di Geomatica.“Elementi di Geomatica”, questo il titolo del volume, contiene in forma semplice e comprensibile anche ai non esperti i concetti di base della Geomatica e delle discipline che la compongono, descrivendo al contempo, in modo rigoroso ma sintetico, i principali strumenti e metodi connessi alle molteplici tecniche oggi disponibili.Il volume (edito dall’Associazione Italiana di Telerilevamento) è rivolto non ai super-

specialisti, ma alla vasta schiera di tecnici e studiosi che utilizzano la Geomatica, o parte di essa, nel corso della loro quotidiana attività professionale o di studio per la gestione del territorio naturale e costruito (geometri, ingegneri, geologi, agronomi, architetti, urbanisti, operatori nel campo dei beni architettonici e ambientali, funzionari degli enti territoriali, etc.), e agli studenti di primo livello e di master, che sempre più numerosi affrontano tematiche in cui le discipline del rilevamento giocano un ruolo determinante.

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ANNO I | n. 2 | MARZO - APRILE 2009

“L'Architettura montanaUn esempio di sostenibilità

e rispetto del paesaggio”

“Casa ermetica o traspirante?”L’architettura biologicavista da Luca Giordano

L'architettura montana costituisce un modello del tutto attuale di architettura sostenibile: i materiali che utilizza sono spesso ricavati dalle risorse naturali rendendo le costruzioni montane sempre rispettose dell'ambiente e in forte organicità e sinergia con il contesto naturale e paesaggistico. Frutto di una lunga ricerca sul campo (più di 10.000 foto scattate e circa 900 disegni-schizzi di particolari costruttivi eseguiti "dal vero"), il volume curato da O. Tronconi, M. Prugnetti, C. Pessina e V. Puglisi per la Maggioli Editore, illustra e analizza le caratteristiche dell'architettura montana dell'arco alpino.Più di mille edifici rilevati nel dettaglio ed altri 800 esaminati, permettono - come si legge nel volume - di avere una visione complessiva dei manufatti montani, della loro collocazione e più in generale del territorio circostante.Dopo una necessaria introduzione sui particolari distintivi, i valori espressivi ed ambientali nonché i processi storici che sono all'origine di questa speciale espressione di architettura, gli autori analizzano in modo approfondito i materiali e le soluzioni tecnologiche/costruttive alla base di questi esclusivi

manufatti architettonici che connotano il paesaggio montano.Ciò che ne esce è “un modello ideale di sostenibilità che integra gli ‘aspetti-problemi’ ambientali con quelli economici, tecnologici e sociali, e partendo da questi presupposti determina risultati di rilevante valore estetico”. Ma anche “una sontuosità di particolari e soluzioni creative che ci consegna un patrimonio ricco e articolato che non presenta quei caratteri di stucchevole ripetitività che invece si percepiscono nell'architettura dei contesti urbani”.

Grazie all’accresciuta attenzione all’ambiente, anche la casa, come per esempio gli alimenti che vengono dotati e poi venduti con il proprio marchio di qualità, è ormai diventata una merce, per così dire, speciale, che il mercato, al consumatore ecologicamente attento, comincia ad offrire con le dovute certificazioni. Per questo, consumo energetico, materiali, impianti e comfort abitativo devono rientrare in un calcolo tecno-scientifico e istituzionalizzato e non possono più per così dire, essere considerati degli optional. Il compito che si è assegnato Luca Giordano,

autore di questo volume dal titolo così suggestivo, “Casa ermetica o traspirante?” (edizioni Alinea) è quello di darne una valutazione critica, professionale e utile praticamente, riaffermando quella dimensione umanistica che il tecnicismo dominante schiaccia. Come procedere? Intanto, come sostiene l’autore, invece di cercare di dominare la natura, è più opportuno porsi l’intento di imparare da lei e dialogare con lei quanto più possibile. Per esempio attraverso l’approccio dell'architettura o costruzione bioecologica che studia i flussi del mondo naturale e cerca di incorporarne, nelle sue progettazioni, i principi che ne sono alla base.Il progettista o il committente bioecologico dedica un’attenzione ed una sensibilità particolare alle persone, alle cose negli edifici ed ai loro movimenti applicando la metafora dei processi metabolici ad ogni progetto architettonico in essere. Va considerato quindi, per esempio, anche il verde, il giardino come parte dell'edificio, del paese, della città, nel tentativo costante di creare un dialogo equo e sostenibile tra essere umano, architettura e natura. La casa, insomma, come l'essere vivente va visto come un organismo in cui ogni cosa deve fluire, traspirare e respirare liberamente per permettere la buona salute. Alla base di questo atteggiamento di stima e rispetto per la natura c'è un orientamento filosofico che non considera gli essere umani separati dal resto del mondo vivente, ma fondamentalmente inseriti nell'intera comunità vivente della biosfera, e da essa dipendenti.

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REDAZIONALE

PFGPS K800il primo GPS made in Italycostruito intornoa Pregeo

Unica nel suo genere, GPSKIT.IT, una nuova società del gruppo S.C.S. survey CAD system, propone una linea di strumenti GPS assemblati in Italia per la Topografia e la Cartografia.L’idea del made in Italy, non è nata solamente per proporre un prodotto assemblato in casa e a basso costo, ma soprattutto per ridisegnare un sistema GPS Topografico completamente diverso ed innovativo rispetto ai sistemi GPS standard importati dall’estero e progettati per la grande cantieristica.Infatti, il sistema GPS K800, è un prodotto pensato per il territorio italiano, in gran parte costituito da colline e montagne, e pensato per una Normativa Catastale che già da molti anni, in pratica da quando uscì Pregeo 8, ha stabilito le regole per l’utilizzo razionale del GPS per la redazione di Frazionamenti e Tipi mappali.Ecco che la sapiente fusione di tre elementi fondamentali: Hardware, Software di altissima precisione e Metodo di rilievo e calcolo ha permesso di ottenere il sistema K800 estremamente competitivo nel prezzo, nelle modalità operative e nelle precisioni di rilievo. In molti casi pratici, diventa estremamente più razionale di sistemi più costosi sui quali si è investito molto sull’hardware, ma poco sul Software di gestione e di calcolo Topografico.In pratica, installando una stazione fissa sul tetto dello Studio, il Topografo può eseguire rilievi da solo nel raggio di 20 Km e oltre. Tutti i rilievi tra loro sono georiferiti in coordinate assolute, anche catastali, e quindi ogni Punto Fiduciale viene rilevato una sola volta e poi riutilizzato in più libretti con grande risparmio di tempo e notevole incremento della precisione. Inoltre è possibile unire tra loro rilievi eseguiti in tempi diversi senza dover riposizionare la stazione o ricercare un punto noto.L’elaborazione in Post-Processing, permette l’uso simultaneo di più stazioni tra loro georiferite con precisione millimetrica.

Tali stazioni fisse possono essere Pubbliche gratuite o di Colleghi o dell’Utente stesso. In questo caso ogni punto rilevato, viene iperdeterminato da ogni Stazione GPS fissa e poi mediato tramite l’elaborazione con il software PFCAD incrementando la precisione che diventa subcentimetrica anche in condizioni sfavorevoli. Questa tecnica permette inoltre di ottenere buoni risultati anche in fondo valle, quando i valori PDOP si alzano e i satelliti diminuiscono drasticamente compromettendo l’uso del GPS stesso.Molti ci chiedono: cosa significa assemblato in Italia? Perché costa poco? I sistemi satellitari stanno cambiando rapidamente. Un GPS acquistato oggi, anche il più costoso, subisce un deprezzamento istantaneo. Conviene, secondo la nostra idea, investire il minimo per ottenere effettivamente quello che serve oggi. La dinamica commerciale è simile a quella dei computer, con prezzi di mercato stabili o in decremento e, di contro, prestazioni sempre più elevate. La prossima disponibilità di satelliti europei, cinesi, giapponesi porterà all'eliminazione della doppia frequenza ed al crollo generalizzato dei prezzi con sicuro aumento delle prestazioni. Inoltre, acquistando direttamente dai produttori mondiali di componentistica GPS e vendendo direttamente all’Utente Finale, sono abbattuti tutti i costi della complessa rete di vendita utilizzata dagli altri produttori di sistemi GPS. Anche il GPS sta diventando un figlio della globalizzazione e un prodotto alla portata di tutti. Per ulteriori informazioni e delucidazioni tecniche contattateci su [email protected] - www.gpskit.it

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Nel prossimo numero

TECNOLOGIE E MATERIALI

Componenti dell’involucro edilizio:i serramenti esterni e gli schermi solari

… E tanti altri interessanti articoli sui temi

del progettare, del costruire, dei beni culturali

e sulle novità più signifi cative per la categoria

dei geometri: normativa, fi sco e fi nanza,

previdenza, innovazione …

AMBIENTE E TERRITORIO

I colori delle città/2

SOCIETÀ E COSTUME

La ‘fabbrica’ di SolomeoSpirito imprenditorialeetica del lavoro e ‘genius loci’ Intervista a Brunello Cucinelli

CITTÀ

Rigenerazione urbanaI lavori in corso

OSSERVATORIO

Expo 2010 di Shangai: “Città migliore, vita migliore”

FORMAZIONE

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