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Giornalini della Parrocchia di Ronago: 1967-1981_Don_Matteo_Censi

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  • COMUNIT 68 - ANNO 1 n. 1

    Marzo 1968

    Direzione e Redazione: Via Milano, 19 - Ronago -

  • nato Comunit 68 da unidea di don Matteo e dallimpegno di un gruppo di giovani che quellidea hanno accolta con entusiasmo.

    nelle nostre intenzioni di dare al foglio, che avr frequenza pressoch mensile, una impostazione giovane che, per essere tale, rispecchi una posizione aperta, coraggiosa, estremamente critica, di fronte alla realt sociale che ci circonda. Amplieremo il nostro angolo di visuale, dalla vita paesana, che vede tutti noi, amici lettori, quali protagonisti diretti, ad orizzonti via via pi vasti, che proprio Ronago assumono come punto di vista.

    Questo nostro interesse per gli altri un motivo tipicamente cristiano, che risponde daltra parte, allesigenza, propria degli uomini di allacciare rapporti sociali, di conoscersi sempre di pi. E proprio quello di migliorare le nostre conoscenze lo scopo principale per cui nasce oggi Comunit 68.

    Scopriremo insieme, ad esempio, in quanti siamo; leggeremo pagine di storia che vedono i nostri padri come protagonisti nello sforzo reciproco di capirci, di saperci aprire alla comprensione e allappoggio degli altri, nel tentativo di creare una comunit neI senso pi genuinamente cristiano del termine.

    Tanto per cominciare, vi chiediamo scusa per questo discorso serio e monotono: era indispensabile per tracciare le linee essenziali che intendiamo conferire al giornale. Baster che sfogliate qualche pagina per accorgervi che il nostro tono solo semi-serio e che la polemica occasionale non condotta con sarcasmo acido, da vecchia zitella, ma con una presa in giro bonaria che non intende offendete alcuno, ma solo se possibile divertire.

  • Daltronde, non detto che questa sia la forma definitiva del nostro foglio; vorremmo che a scrivere il giornale ed a cercarne dei miglioramenti nellimpostazione non fossimo solo noi, e ci farebbe veramente piacere (lo consideriamo indispensabile) dar vita ad un vero e proprio dialogo con tutti i lettori. In particolare questa stessa pagina sar destinata ad ospitare le vostre proposte, i vostri suggerimenti, le vostre critiche, i vostri quesiti, di ogni tipo (meglio quelli di interesse locale), cui la Redazione si dar da fare per rispondere.

    Lindirizzo quello della testata (Via Milano n. 19) stampato in copertina.

    Ci resta poco da aggiungere: primo, la speranza di trovarvi fedeli al prossimo appuntamento; poi lassicurazione del nostro sforzo crescente di scrivere cose sempre pi vere, utili e divertenti; infine, lasciateci augurare al neonato simpatia e lunga vita, beh, questo dipende sopratutto da come lo accoglierete voi, amici di Ronago.

    La Redazione.

  • TEMPO DI QUARESIMA

    uno dei momenti pi ricchi per la vita cristiana. La liturgia guida i fedeli ad incontrare Cristo, morto e risorto. Il Signore vuole ripetere per ciascuno di noi lopera della salvezza. Con limposizione delle ceneri, la Chiesa ci ha richiamato in modo visivo la caducit della vita, invitandoci ad orientare i nostri pensieri verso le realt che non scompariranno. Il Signore per mezzo della liturgia vuol far rifiorire la nostra fede, vuol completare il dono di s ad ogni anima, concedendo il perdono, partecipando a noi la gioia della resurrezione. Affinch la quaresima sia per ognuno tempo di salvezza, quale deve essere il nostro atteggiamento interiore? Innanzitutto occorrer ascoltare con vero interesse la parola di Dio, ma non basta. Ogni qualvolta avvertiremo che il nostro modo di agire in contrasto con la volont del Signore, sar nostro impegno rimettere in sintonia la vita e la fede. Se vivremo cos la quaresima, la Pasqua suggeller nostra resurrezione con Cristo.

  • VITA PARROCCHIALE

    Il corso di istruzione religiosa.

    Con la quaresima ripreso il corso di istruzione religiosa. Argomento: la Bibbia dai Profeti a Ges. Le lezioni sono tenute al luned sera alle ore 20 per gli uomini e per i giovani, al marted alla stessa ora per le donne e le ragazze. Purtroppo finora non molti hanno dimostrato interesse per la parola di Dio. Ci preoccupante perch la nostra fede se non sorretta dallistruzione religiosa, minaccia di paralizzarsi e morire. Rinnovo linvito a tutti a partecipare.

    Conferenze per le spose e le mamme.

    Domenica 24 marzo alle ore 15 la dott. Pandolfi terr una conferenza sui problemi medico-pedagogici riguardanti leducazione del bambino dal primo al sesto anno di vita. Largomento non mancher di interessare le giovani spose e le mamme che, spero, interverranno numerose. Luned 25 e marted 26 alle ore 20 Mons. Luigi Corti parler della vita spirituale della sposa e mamma cristiana.

    La benedizione delle case.

    pi di un anno che mi trovo in parrocchia. Posso dire di essermi ambientato. Ma purtroppo io non conosco ancora molte persone perch non mi si presentata loccasione di un incontro diretto con loro. Ho pensato che la benedizione delle case portandomi in tutte le famiglie della parrocchia pu dare loccasione propizia per fare conoscenza con tutti. Per questo ho intenzione di passare in ogni famiglia in ora comoda dopo aver preavvisato, nella speranza di incontrare tutti i componenti di ogni singolo nucleo familiare, portare la benedizione del Signore, ed allacciare rapporti di amicizia con tutti. Spero che questa iniziativa sia accolta con favore da tutte le famiglie della parrocchia.

    La Comunione Pasquale

    Tutta la parrocchia si unir la domenica 7 aprile per la solenne Comunione Pasquale. Nel pomeriggio dopo le ore 15, ci saranno a disposizione i sacerdoti per le confessioni poi alle ore 20 ci sar la Messa solenne con la Santa Comunione. Dice il Signore: Se uno mi ama, cio osserva i miei comandamenti, lo e il Padre verremo a lui;... Tutto quello che voi domanderete al Padre, ve lo dar, affinch la vostra gioia sia piena.

  • Molti di voi si saranno chiesti quale sia attualmente la situazione nel nostro Comune. Cercheremo di esporre in breve, per soddisfare questa esigenza, alcuni dati statistici relativi al Comune stesso. La popolazione al 31 gennaio 68 in Ronago ammontava ad abitanti 1245 ripartiti come segue:

    maschi = 652 femmine = 593

  • La popolazione maschile costituisce dunque il 52,5% dellintero ammontare; quella femminile il 47,5%. Si nota quindi nel nostro Comune una leggera prevalenza di sesso maschile, giustificata dalla presenza in esso di ben tre caserme. Lestensione del Comune di 210 ettari pari a Kmq. 2,10, il che comporta una densit di popolazione di 593 abitanti per Kmq., valore questo molto elevato, data lesiguit territoriale, rispetto a quello medio della Lombardia che di 296 abitanti per Kmq. e a quello medio nazionale che di 167 abitanti per Kmq. Per quanto riguarda linsediamento, sono considerati nuclei abitati i piccoli agglomerati sul tipo di Campersico, Fornace, Merlina, Serafino. Rientrano nella classificazione case sparse le seguenti localit: Vignaccia, Ronco, Dossello, costituite di case isolate e per lo pi separate dal centro e dai nuclei. Le rimanenti localit costituiscono propriamente il centro abitato. Laltitudine massima di Ronago, in centro abitato, di m. 357 s.l.m. (siamo dunque in zona collinare) ed stata rilevata in localit Ronaghino. Tuttavia il punto pi alto, compreso nel territorio del Comune, situato in localit Monte Prato a 525 m. s.l.m. Quanto a posizione astronomica, da notare che in localit Campersico passa il 9 meridiano est Greenwich; il valore della latitudine nord di circa 46.

  • Questa pagina sar testimone dei nostri sforzi di accostarci alla parola di Cristo in modo nuovo rispetto alla nostra esperienza, cio con una visione personale, per trovare una risposta ai nostri problemi.

    I primi discepoli (Giovanni I 35 -43)

    Lindomani, Giovanni stava ancora l con due dei Suoi discepoli, e fissando Ges che passava disse: Ecco lagnello di Dio. I due discepoli, sentendolo parlare cos, seguirono Ges. Ges si volt, vide che lo seguivano e dice loro: Che cosa cercate?. E quelli gli dissero: Rabbi - che si traduce: maestro - Dove abiti. Dice loro: Venite e vedrete. Andarono, dunque, a vedere dove abitava e rimasero presso di lui quel giorno. Era circa lora decima.

    Gli apostoli sentono parlare di Cristo da Giovanni Battista che stato mandato per preparare le vie del Signore. Essi sono affascinati dallo sguardo e dalle parole semplici del Maestro e lo seguono senza sapere dove andranno. bastato: Venite e vedrete. Nella risposta agli Apostoli sono chiare la fede e la fiducia. C una rispondenza tra la nostra chiamata e la loro. Anche noi abbiamo sentito parlare di Cristo da diverse persone, ma per vedere dove abita dobbiamo credere, sicuri che dopo la fede avremo la luce. Andrea e Pietro, Giacomo e Filippo erano pescatori: Ges ha scelto uomini poveri e rozzi, essi hanno risposto perch erano semplici e puri di cuore. Ges chiama anche noi e ci chiede di lasciare tutto quello che abbiamo di vecchio o di infantile dentro di noi: i nostri schemi mentali consunti, un buon senso che spesso nascondo la nostra pigrizia ad impegnarci in una spiritualit che ci obbliga ad evadere dalla comoda e collaudata routine di tutti i giorni.

  • Carlo Porta (1775 - 1821)

    il pi grande poeta dialettale milanese; ebbe il dono della satira faceta ed acutissima. Dotato comera di buon senso e di amore per la sincerit aliena da tutte le finzioni, seppe fissare con segni sicuri tipi e costumi milanesi del tempo. Vissuto in un periodo storico assai travagliato - dominazione austriaca sul Lombardo Veneto - non cess mai di denunciare il malcostume della vita pubblica e le assurdit di una persistente ingiustizia sociale.

    Scritta nel 1820 questa poesia una dei capolavori portiani dove finissima arte scenica e gusto del linguaggio si compongono in un perfetto equilibrio. La nobile dama che racconta al paziente ex-frate la sua avventura di un pubblico capitombolo, viene presentata come un tipo ottuso, vanaglorioso e ridicolo. In complesso questa poesia potrebbe definirsi come la pittura esemplare di un mondo che non voleva persuadersi dei tempi nuovi, attaccato al privilegio della nobilt, infatuato dellazzurro del suo sangue, persuaso della pi stretta parentela con il Creatore supremo.

    LA PREGHIERA

    Donna Fabia Fabron De-Fabrian leva settada al foeugh sabet passaa col pader Sigismond ex franzescan, che intrattant el ghe usava la bontaa (intrattanta sintend chel ris coseva) de scolt sto discors che la faseva.

    Essendo jeri venerd de marz fui tratta da lamia divozion a Sant Cels, e vandiedi con quel sfarz che s addice a la nostra condlzion; il mio cop con larmi e i lavorin tanto al domestich quanto al vetturin.

    Tutte le porte e i corridoi davanti al tempio eren pien cepp duna faragin de gent che va, che vien, de mendicanti, de mercadanti de librett, de immagin, in guisa che, con tanto furugozz, agio non vera a scender dai carozz.

    Limbarazz era tal che in quella appunt chero gi quasi con un piede abbass, me urtoron contro un prt s sporch, s unt chio per schivarlo e ritirar el pass, diedi nel legno un sculaccion s grand che mi stramazz in terra di rimand.

  • Come ma rimaness in un frangent di questa fatta facil da suppor: e donna e damma in mezz a tanta gent nel decor compromessa e nel pudor pi che cert che se non persi i sens fu don del ciel che mi guard propens.

    E tanto pi che appena, sorta in pi sentii da tutt i band quej mascalzoni, a ciuffolarmi dietro il va via v! Risa sconc, improperi, atti buffoni, quasi foss donna a lor egual in rango, cittadina.. merciaja... o simil fango.

    Fatta maggior dem, subit impongo al mio Anselm chel tacess, e el me seguiss, rompo la calca, passo in chiesa, giongo a piedi dellaltar del Crocifiss, me umilio, me raccolgh, poi a memoria f al mio Signor questa giaculatoria:

    Mio caro buon Ges, che per decreto dellinfallibil vostra volont mavete fatta nascere nel ceto distinto della prima nobilt, mentre poteva a un minim cenno vostro nascer plebea, un verme vile, un mostro:

    io vi ringrazio che dun s gran bene abbiev ricolma lumil mia persona, tant pi che essend le gerarchie terrene simbol di quelle che vi fan corona godo cos di un grad ch riflession del grad di Troni e di Dominazion.

    Volendo poi accompagnar col fatt le parole, onde avesser maggior pes, e combinare con un po declatt la mortificazion di chi mha offes e lesempio alle damme da seguir ne contingenti prossimi avvenir,

    sorto a un tratt dalla chiesa, e a quej pezzent, rivolgenden in ton de confidenza, Quanti siete, domando, buona gent? Siamo ventun, rispondon, Eccellenza! Caspita! molti, replico... Ventun?... Non serve: Anselm?. Degh on quattrin per un.

  • Signori! State ponendo i vostri occhi su questa pagina? Voi non sapete chi scrive! Voi non sapete quanto velenifere siano queste parole! Chi scrive un sovversivo e le sue parole non possono essere altro che sovversive; quindi voltate oltre e lasciate che il vostro cuore e la vostra mente si cullino nellinnocenza fin qui goduta e restino lontano dagli obbrobri che io andr ad elencare. Tanti anni fa, forse cento o forse duecento; arrivai in questo paese. Arrivai di notte, con la luna piena, spinto dal gelido vento svizzero, buttato fuori da una comunit di quel paese perch, dopo soli pochi mesi di cagnesco vivere assieme, fui dichiarato spiritualmente indesiderabile. Ecco il ben servito che mi accompagn in quel giorno:

    GIUSEPPE SCARNIGLIA

    ci lascia

    Cittadini, piangete sulle disgrazie di coloro che avranno la sfortuna di trovarselo tra i piedi.

    Con questa carta di identit arrivai quella notte ai confini della madre patria ed entrai in questo paese. Esso maccett con labbaiare furioso dei suoi cani e con il sonno dei suoi abitanti. Nessuno saccorse di me, perch prima che lalba spuntasse io gi mero rifugiato nella calda mente del primo sfortunato che incontrai; e cos ho vissuto finora, vagando di testa in testa, di cuore in cuore, tra gli uomini di questa contrada. Ho ascoltato e visto, ma sempre sono rimasto nellombra; poi, un giorno, udii una cosa molto, molto interessante. Era domenica, di febbraio. Cera gi un tiepido sole che aveva rammollito la terra e permesso alle pallide primule di annunciare la fuga dei rigori invernali. Solo un poco di vento infastidiva i freddolosi e li faceva. ancora rannicchiare nei loro goffi cappotti; ma era buona cosa questo vento, perch rendeva limpida laria e pi scintillanti i colori della natura che cominciava a prendere vita. Ed io godevo di tutto questo beatamente rinchiuso nelle cervici dellultimo mio affittuario. Ma quel giorno labbandonai. Troppo bella era la natura ed io la volevo godere; egli non la poteva godere perch soffocato dalle stupide occupazioni degli uomini; per questo lo lasciai. Troppo interessante era ci che avevo udito! Scrivere qualcosa di diverso, di strano, magari anticonformi sta, bonariamente sovversivo, non certo per insegnare, ma per dare dello svago, era ci che veniva offerto ed io non ho potuto rifiutare. lo, Giuseppe Scarniglia, nato chiss dove ed abitante abusivo delle menti altrui per tanti anni, racconto

  • con la mia mente e con il mio cuore quello a cui ho assistito. Il lampione ubriaco del paese molto scontento. Il vino bevuto allosteria era schifoso; perfino un cagnotto aveva trovato dentro e per di pi quello sciancato dun oste voleva

    avere ragione. Secondo lui il cagnotto doveva esserci perch il vino era genuino; genuino vino duva, con il cagnotto quale garanzia aveva detto quel traditore e con un calcio nel didietro aveva buttato il lampione in istrada a schiarirsi le idee. Ma queste non si schiarivano: poteva cos predicare loste della malora e dire che il vermiciattolo trovato nella brodaglia era il diretto prodotto della succosa polpa dellacino, ma si era ancora ben lontani dalla chiarificazione. Ora se ne sta sulla pizza, appoggiato al muro. Vede un passante che va frettoloso per i fatti suoi: lei, scusi, lei che ubriaco fradicio forse mi pu capire gli dice scusi se lho fermato, ma in questo paese ci si pu intendere solo con i brilli. Ecco, vede, io sono sanissimo, ma nessuno lo vuole capire; forse lei che sbronzo pu capire che non vanno bene i cagnotti nelle tazze di vino Il povero passante cambia colore: come, lui, lampione ubriaco fradicio, viene a dirmi che sono pieno di vino subito pensa e fa un cenno come per mandarlo al diavolo.. Ma continua lallampata ferraglia ma non si scusi, non importa se si trova in quella

    condizione, non se ne vergogni. proprio con un tipo come lei che voglio discutere questa sera; sono certo che mi comprender e che sar sincero perch il vino verit e lei, scusi, nel vino ci affoga tutte le sere. Qui il mondo caro amico deve cambiare, altrimenti si va a finire male. Tanto per cominciare tutta questa gente sana deve essere eliminata; solo gli ubriachi, come lei, hanno il diritto di vivere con noi lampioni. Eh si! perch con lei ci si in tende benissimo e di certo lei non mi dice i cagnotti sono la garanzia del buon vino. Il malcapitato non sa pi cosa fare; gli sembra dessere in un altro mondo e vorrebbe andare via, ma la luce anonima del suo interlocutore lo chiude come in una gabbia e lo soggioga. Approva, dice di si, sostiene ogni affermazione che esce dal fascio di luce ed ha uno strano desiderio di sapere come tutto vada a finire. Le ore lentamente battono al campanile vicino: luna, le due, le tre.; una leggera nebbiolina si spande

  • sulla piazza a rendere, ogni cosa meno distinta ed a dare allambiente unatmosfera di gialla incertezza. Il soliloquio del lampione con la sua ammutolita preda continua. La societ deve essere differente! Troppe sono le cose sbagliate! Per esempio, perch solo i lampioni devono starsene a far luce? Il cambio ci vuole: una volta noi ed una volta voi uomini. Cos provereste un po a restare sempre qui, in piedi, al freddo ed al caldo, con il vento e la pioggia, a rendere un servigio che ha come sola paga le pedate dei passanti ubriachi ed i regali dei cani randagi, per non dire di qualche macchina che ti viene a dare dei bacetti in fronte. lo ci metterei in modo speciale gli osti, tutti gli osti della malora e li lascerei l, per un mese intero, cos capirebbero che si ha anche il diritto di brontolare quando si trovano dei cagnotti nel vino. Il passante al colmo dellimbesuimento. Gi si vedo con un vestito metallico che lo tiene l impalato per delle notti intere e con una lampadina che gli pende dal naso come la candela dei bambini raffreddati ed intorno a lui decine di gatti pellagrosi danzanti sulle loro zampe monche, mentre le streghe sguercie e sciancate fanno consulta. Ma il lampione incalza e quasi sembra essere giunto al serrate finale. La vostra societ ha bisogno di noi lampioni; innestateci quindi nella vostra vita. Noi soli, che guardiamo dallalto e tutto udiamo, conosciamo le vostre magagne ed i relativi rimedi. Avete mai visto il ghigno di un salumiere quando, la sera, fa i conti e pensa a tutte le fregature date ai clienti? Io si e, se potesse venire fra di noi, io, che sono pratico di energia elettrica trasformerei la sua affettatrice ed il suo registratore di cassa in altrettanti forni crematori. Avete mai visto la tristezza delle mogli quando, la sera, sono sole in casa ad attendere con il cuore i mariti che si stanno sbronzando allosteria, come ha fatto lei questa sera, caro signore? lo si; e, se potessi venire fra di voi, metterei nelle vostre tazze limmagine delle vostre donne tristi e nel vino il sapore dei loro cuori amareggiati. Cos ritornereste immediatamente ai focolari domestici. e gli osti della malora fallirebbero con i loro cagnotti nelle tazze. Ormai, lui, il passante non ode pi nulla; completamente in un altro mondo. Sente per qualcosa di fresco sul viso, si scuote e riapre gli occhi che non si ricorda daver chiuso! Si guarda attorno e si trova seduto vicino ad un lampione, al lampione dei discorsi matti; ma questo non parla pi. La sua luce spenta perch lalba la gi vinta col suo chiarore; una motoretta passa veloce, qualche imposta si apre sbatacchiando e lontano un gallo fa chicchirich. Lentamente si avvia verso casa ne varca la soglia con la testa ronzante per le parole udite dal lampione a cui non riesce a credere. Ancora due passi e il mattarello giustiziere della moglie si abbatte sul suo capo a saldo della notte trascorsa fuori casa di certo allosteria pensa la donna. Ritornano i sogni, rivede il lampione con la sua societ mista, i suoi salumieri e, soprattutto, le moglie tristi con il cuore in attesa del consorte amico del vino. Fate attenzione, signori, quando la sera passate sotto i lampioni di questa contrada.

  • Una teoria atomica basata su speculazioni astratte, esisteva presso gli antichi filosofi greci: Leucippo (500 A.C.) e Democrito (400 A.C.) furono i primi ad immaginarla, ammettendo che tutte le sostanze fossero formate di particelle piccolissime: gli atomi.

    Questa idea degli atomi, come elementi costitutivi di tutta la materia, fu riproposta dal fisico inglese Dalton allinizio del 1800. Da allora ha avuto un tal numero di conferme nel campo della chimica e della fisica, che deve essere ormai considerata come un fatto provato in modo indiscutibile.

    Tutto quanto ci circonda e noi stessi, siamo costituiti da particelle piccolissime: gli atomi; tutto ci che conosciamo il ferro, il rame, lalluminio ecc. ha come elemento costitutivo latomo. Latomo non per un edificio compatto; a sua volta formato da particelle elementari molto piccole in confronto alle dimensioni atomiche: gli elettroni, i neutroni, i protoni. I protoni e i neutroni costituiscono il nucleo, il quale la parte centrale dellatomo e reca praticamente tutto il peso dellatomo, mentre gli elettroni ruotano intorno al nucleo.

  • Abbiamo quindi sostanzialmente visto due cose: 1. tutto ci che ci circonda costituito da atomi; 2. tutti gli atomi sono costituiti essenzialmente da tre tipi di particelle: i neutroni, i

    protoni, gli elettroni. Ci si potrebbe allora chiedere: che cos che distingue il ferro dal rame, dallalluminio, se tutte queste sostanze hanno allorigine come elementi costitutivi le stesse particelle? La risposta questa: ci che distingue il ferro dal rame, dallalluminio, cio ci che distingue latomo di ferro da quello di rame e di alluminio, il numero di particelle elementari che costituiscono latomo di ciascun elemento: ogni atomo si distingue da un altro per il diverso numero di protoni, neutroni e elettroni.

    Cos ci sono: nel ferro 26 elettroni, 26 protoni, 30 neutroni nel rame 29 elettroni, 29 protoni, 35 neutroni nellalluminio 13 elettroni, 13 protoni, 14 neutroni.

    Parlando dellatomo e dei suoi costituenti abbiamo detto che i neutroni e i protoni costituiscono il nucleo, mentre gli elettroni ruotano attorno a questo. Vediamo ora di darne una rappresentazione pi particolareggiata. La prima rappresentazione che si fece della struttura dellatomo fu quella di pensare allatomo come ad un piccolo sistema planetario in cui al posto del sole ci fosse il nucleo ed al posto dei pianeti ci fossero gli elettroni. In verit la configurazione dellatomo differisce in maniera sostanziale e profonda da questa. In un sistema planetario, qualunque orbita sarebbe possibile nel senso che, se una perturbazione esterna spostasse un pianeta dalla sua posizione di equilibrio questo modificherebbe la sua orbita, raggiungendo un nuovo equilibrio. Di un sistema planetario possiamo inoltre conoscere in ogni momento la posizione e la velocit di ogni pianeta. Invece gli elettroni di un atomo, hanno un numero fisso e determinato di possibilit di ruotare attorno al nucleo, cio non si pu cambiare come si vuole lorbita di un elettrone. Inoltre (secondo il principio di indeterminazione di Heisenberg) non possiamo conoscere la posizione in un certo istante, tuttalpi possiamo localizzare un certo volume (una specie di piccolissima camera daria) entro il quale abbiamo la probabilit del 95% di trovarlo. Riguardo alle dimensioni dellatomo e delle particelle elementari, possiamo dire che se una goccia dacqua assumesse le dimensioni della terra, un atomo di acqua avrebbe la dimensione di una nocciola mentre le particelle elementari non raggiungerebbero il millimetro.

  • COLLOQUIO CON BRUNO QUADRANTI

    Ci siamo incontrati con il signor Quadranti per uno scambio di idee intornoa certi temi di attualit, che sentivamo in modo particolare vicini alla nostra sensibilit. Volevamo ricercare con il vice-sindaco i motivi per cui si era giunti fin dallestate scorsa ad accantonare lidea, della costruzione di un Centro sportivo intercomunale, dislocato nei paraggi della frazione Ca 'nova di Uggiate. Il termine con cui, sprofondato nella poltrona del salottino, ha accompagnato un diplomatico sorriso, stato chimere. Il progetto, secondo il nostro cordiale interlocutore, fallito per limpossibilit finanziaria di realizzarlo, stato, insomma, un sogno di mezza estate, nato dalle vedute piuttosto ambiziose degli amministratori uggiatesi, interessati ad ottenere la compartecipazione alle spese alquanto ingenti dei paesi circonvicini, non curanti della difficolt per il reperimento dei fondi. Peraltro, allinsignificante contributo del CONI e alle difficolt per la manutenzione, si aggiunge, nel nostro caso specifico, la lontananza del luogo scelto. Siamo daccordo: non ci resta che esprimere il nostro rammarico per il fatto che lorganizzazione delle attrezzature (si fa per dire) sportive, che, non dimentichiamolo, significano tanto per leducazione e lo svago dei giovani, sia lasciata alle parrocchie, e allentusiasmo poco sostenuto e perci poco costante, degli sportivi.

    Un calice di vino rosso segna il passaggio della nostra conversazione ad un altro tema. Ci rivolgiamo ora allesperto aziendale, per chiedergli delucidazioni intorno alla designazione della commissione interna rappresentante le maestranze nella ditta Ambrosoli.

  • Ci viene precisata, con rara competenza, la situazione giuridica di tale organismo: ad esso attribuita una semplice funzione consultiva, pu cio essere ascoltata dal datore senza per che abbia potere decisionale; comunque essa ha il compito, molto importante a nostro avviso, di riferire ai dirigenti bisogni e i motivi di insoddisfazione dei lavoratori rappresentati. La situazione contrattuale tale che tutte le tre categorie rappresentate nella ditta (dolciari, metalmeccanici, chimici) sono sottoposte allo stesso trattamento, il quale, sempre secondo il signor Quadranti, si presenta alquanto favorevole. Da parte nostra, pure ammettendo i meriti padronali, auspicheremmo, da parte dei lavoratori, una maggiore sensibilit riguardo ai problemi sindacali, come gi, nel pomeriggio dello stesso giorno, osservava giustamente il signor DeBastiani, da noi interrogato sullo stesso argomento. Il discorso ha infine investito una questione pi vasta. La conversazione si svolta intorno al problema della vitalit del nostro sistema statale. Lopinione del nostro interlocutore in merito, che esso denunci un regime di costante passivit economica, la cui ragione pu essere attribuita agli oneri impressionanti causati da gli investimenti sociali, cos pesanti da gravare in maniera troppo sensibile sulle disponibilit destinate agli investimenti produttivi. Per investimenti sociali si intende limpiego di quella parte del reddito nazionale destinata a scopi previdenziali, primo fra tutti alla piena occupazione, quindi si pu identificare con quella quota di cui usufruiscono le classi meno abbienti. Per fare un esempio, i requisiti di un investimento sociale, possono essere riconosciuti allinstallazione degli impianti Alfa-sud, di Napoli dove si avuto di mira loccupazione di una parte della mano dopera della regione. Spesso operazioni economiche nel Mezzogiorno finanziate dallo Stato hanno dato vita a speculazioni poco oneste da parte dei beneficiari (gli imprenditori). Costoro, dopo avere beneficiato gratuitamente del terreno e delle opere murarie, spesso introducevano nelle nuove fabbriche macchinari dalla tecnica sorpassata e in cattive condizioni, provenienti dagli stabilimenti del Nord. Dopo qualche tempo dichiaravano il fallimento, per limproduttivit, degli impianti, mentre a settentrione gli affari prosperavano grazie agli stanziamenti della Cassa del Mezzogiorno. Bisogna per, secondo il nostro parere, evitare facili generalizzazioni intorno al malcostume di certi strati della nostra Societ, particolarmente la burocrazia, nel pensiero del nostro interlocutore, continuando a nutrire la, pi completa fiducia in criteri operativi che offrano almeno accettabili garanzie di sicurezza per le classi pi povere, e che quindi, rappresentino anche al vaglio di una valutazione morale uno stadio pi elevato di giustizia nei confronti di una societ strutturata esclusivamente su basi economiche.

  • Questo naturalmente in contrasto con le tesi di chi vorrebbe sacrificato sullaltare di una ragion di Stato economica identificabile con il pareggio dei vari bilanci laspetto etico della vita sociale. Pure ci nello spirito di documenti sociali di ispirazione cristiana, quali ad esempio lenciclica Lo sviluppo dei popoli di cui riportiamo qualche significativo passo. Essere affrancati dalla miseria, trovare con pi sicurezza la loro sussistenza, la salute, una occupazione stabile, una partecipazione pi piena alle responsabilit, al di fuori da ogni oppressione, al riparo da situazioni che offendono la loro dignit di uomini; godere di una maggiore istruzione; in una parola, fare; conoscere; e avere di pi; per essere di pi: ecco laspirazione degli uomini di oggi, mentre un gran numero di essi condannato a vivere in condizioni che rendono illusorio tale legittimo desiderio.

    Tutto sommato, un incontro interessante, un colloquio pieno di spunti estremamente attuali con un uomo vivo e intelligente.