1969 11 Comunità 68

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Giornalini della Parrocchia: 1967-1981 Don Matteo Censi

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  • SOMMARIO

    - Senza titolo - La parola del Parroco - Quattro passi indietro: notizie e curiosit di storia ronaghese: II fieno per le nostre vacche! W il console! W la libert! - Parliamo col Parroco - Opinioni in rima - Rispondiamo alle suore - Notiziario - Incontri: intervista ad Arnoldo e Rino Ghielmetti - Situazione scolastica - Ci scrivono - Pensieri scolastici.

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    COMUNIT 68 - Anno 2 n. 5 novembre 1969

    Direzione e Redazione: Via Milano n.19 Ronago - ciclostilato da manoscritto -

  • Non sappiamo quanti dei nostri lettori abbiano visto il dilagare della violenza sugli schermi delle sale cinematografiche italiane in questi ultimi anni ma certamente crediamo che tutti ne siano informati. Troppi morti per film e tutto con una freddezza ed una spietatezza che forse le prime volte ci avevano scossi ma alle quali in seguito ci eravamo forse abituati: tanto queste cose accadono solo nei film!

    Siamo per fortuna ancora dello stesso parere, ma la nostra fede ha cominciato a vacillare dopo avere visto gli episodi di questa estate, sopratutto il finanziere ucciso a Casanova ed i due coniugi investiti a Cavallasca, sempre da auto contrabbandiere in fuga. Noi tutti a Ronago abbiamo sempre considerato il contrabbando come qualche cosa di inevitabile; pi spesso di indifferente: chi vuole lo faccia; forse chi pi chi meno tutti qualche volta abbiamo rischiato per procurarci qualcosa, in pi. Non abbiamo mai pensato abbastanza che il denaro cos guadagnato ha un altro senso rispetto a quello del "sudore della fronte", che per forza di cose ci porta a deprezzare il lavoro onesto, ad avere un senso di sfiducia negli altri, a vivere una vita anormale, pi incline ad essere "viziosa".

    Ma ancor pi necessario comprendere, visti i fatti di questa estate che il "denaro facile" una droga, produce assuefazione: pi se ne ha pi se ne vorrebbe; al punto che non si esita a sacrificare una vita umana pur di raggiungere lo scopo. questo che sopratutto ci preoccupa; i morti di questa estate stanno ad indicarci che in un certo mondo a noi vicino si sta perdendo il rispetto per la vita umana e per la dignit immensa che ogni singola vita porta in s.

    Forse di questi morti siamo anche noi responsabili, perch la mentalit del " cos facile e non c' niente di male" anche la nostra, poich di troppi di questi reati abbiamo sorriso con compiacenza, perch il contrabbando non l'abbiamo mai disprezzato abbastanza. La redazione di C 68

  • Parrocchia manifestazione della chiesa

    "Dio volle santificare e salvare gli uomini non individualmente e senza alcun legame tra .loro, ma volle costituire di loro un popolo, e riun i credenti in Cristo nella Santa Chiesa". Che cosa la Chiesa? Ges stesso ci fa conoscere attraverso immagini varie la natura della Chiesa. Essa "un ovile" dove si raduna il gregge, che pur governato da pastori umani, vien condotto al pascolo e nutrito dallo stesso Cristo, Pastore buono. La Chiesa "il podere o campo di Dio", in esso piantata la vera vite, Ges, che d la vita ai tralci che rimangono in Lui. "il tempio di Dio", di cui Ges la pietra angolare e i credenti le pietre viventi che formano su questa terra un tempio spirituale. ancora "la casa di Dio", nella quale abita la Famiglia di Dio, ed la dimora di Dio con gli uomini. Da queste immagini usate da Ges stesso per presentarci la realt meravigliosa della sua Chiesa, comprendiamo come essa non formata soltanto dal Papa e i vescovi e sacerdoti, come forse siamo abituati a pensare ma siamo tutti quanti, noi credenti, popolo e pastori, a formare la santa chiesa, la famiglia dei figli di Dio. Nel mondo cos tanto diviso da barriere politiche e razziali, bello pensare che proprio nella Chiesa l'umanit realizza l'unit e la salvezza. La Chiesa si realizza nella parrocchia che deve essere la manifestazione visibile del regno di Dio tra noi. Guardando alla nostra parrocchia possiamo dire: il regno di Dio giunto tra noi? Il regno di Dio deve manifestarsi nella fede, quindi nell'ascolto della Parola di Dio, e nella testimonianza della carit: infatti da questo ci riconosceranno per discepoli di Cristo se ci ameremo gli uni gli altri.

  • Tutta l'attivit parrocchiale quindi, avendo per scopo la realizzazione del regno di Dio, deve tendere a creare le condizioni migliori perch tutti possano mettersi in religioso ascolto della parola di Dio, e perch si possa arrivare a vivere gli uni per gli altri, per essere conformi a Ges che per noi ha dato tutta la vita. La santa Messa l'azione che manifesta in modo perfetto la Chiesa; in essa infatti il popolo unito nell'ascolto della parola di Dio, con le stesse parole si rivolge al Padre, e ricevendo il medesimo pane di Vita, Ges, nella santa Comunione, realizza nell'amore la pi grande unione. Purtroppo la nostra messa non cos; anche se andiamo in Chiesa per pregare il Signore (perch ci sono quelli che vanno in chiesa solo per adempiere il precetto), quando mai siamo andati in chiesa, a messa, per sentirci uniti agli altri parrocchiani ed amarli? Certo che non sar possibile arrivare a questo se nella nostra vita, fuori della chiesa, non sappiamo amare. Se mettiamo i nostri interessi al di sopra di tutto, non sappiamo amare. Se il prossimo, cio la persona che mi vive accanto la guardo con indifferenza, o non la guardo neppure, io non so amare. Se quando penso o parlo degli altri, so cogliere solo i difetti, io non so amare. Se alla Messa non mi so unire alla preghiera di tutti, io non so amare. E se non so amare non sono cristiano.

    LA SCUOLA DI CATECHISMO

    Con ottobre iniziata regolarmente la scuola di catechismo. Le lezioni sono tenute dalle reverende suore per le classi I e II elementare la domenica alle ore 13,30, mentre per le altre classi il catechismo si svolge il sabato pomeriggio alle ore 14,15. Le lezioni sono tenute da tre delle nostre giovani maestre. Durante il primo mese gli alunni hanno partecipato nella quasi totalit, e questo un successo notevole. Speriamo che la buona volont non venga meno e che con la presenza ci sia anche lo studio e l'impegno di vita. Per ottenere dei buoni risultati non basta una scuola ben organizzata e degli ottimi insegnanti, occorre sopratutto la collaborazione della famiglia. Mamma e papa sono i diretti responsabili davanti a Dio della formazione umana e cristiana dei loro figli, certamente prima ancora del parroco e delle suore. I genitori non possono accontentarsi di dire "va al catechismo"; "studia la dottrina", ma devono accertarsi che i propri figli abbiano compreso la lezione e sopratutto che la vivono.

  • Infatti il catechismo non un complesso di nozioni da studiare pi o meno a memoria, ma "Scuola di Vita". Ogni lezione si conclude con degli impegni che ogni alunno deve realizzare. Sar premura dei genitori saggi ricordare ai propri figli l'impegno della settimana, controllare se viene attuato, incoraggiare i ragazzi ad affrontare i sacrifici richiesti. Solo una collaborazione simile permetter alla scuoia di catechismo di formare dei veri cristiani.

    SIAMO GIUNTI AL TETTO

    I lavori delle opere parrocchiali proseguono alacremente. Ultimato nello scorso mese il tetto, i muratori hanno iniziato i lavori di intonacatura. Si spera di poter avere pronto il coretto entro le feste di Natale, con la speranza che poi i nostri giovani non si fermino pi sotto i platani ad ascoltare la santa Messa. stato pure rinnovato l'impianto di riscaldamento della chiesa. Il nuovo impianto ad aria calda dovrebbe assicurare un gradevole tepore in chiesa durante le funzioni ed inoltre dovrebbero essere eliminati completamente i fastidiosi rumori del vecchio impianto. Scioperi permettendolo, l'impianto sar funzionante entro la fine del mese. Continua intanto da parte della popolazione la sottoscrizione al prestito. La cifra raggiunta si avvicina ai quattordici milioni; nei prossimi mesi si spera di raggiungere il traguardo dei venti milioni.

  • Un episodio veramente eccezionale e che, per molti aspetti, forse il pi bello e commovente della storia medievale di Ronago fu la vittoria dei nostri antenati in una causa di interesse comunale nei confronti dei pi spregiudicati feudatari locali: i conti del Seprio. Il fatto avvenne nel 1155, durante l'impero di Federico I, detto il Barbarossa, essendo re d'Italia Corrado II. I conti del Seprio, residenti a Castelseprio, presso Tradate, erano potenti feudatari che gi nel secolo IX dominavano l'alta Lombardia, all'incirca da Saronno - Legnano fino all'attuale confine svizzero, giacch il territorio di Mendrisio era feudo di altri signorotti. Nell'ambito del territorio di loro giurisdizione, i conti andavano raccogliendo un tributo chiamato il "fodrum regale". Cosa fosse esattamente questo benedetto "fodrum regale" non sono riuscito a saperlo: dalle ricerche e studi fatti, mi pare di aver capito che si trattava di una prestazione in natura, probabilmente il fieno ed altro foraggio per il mantenimento dei cavalli. Forse si trattava di un foraggiamento di tipo militare e nel contempo di "rappresentanza", dovuto ai conti per parte del re. Vale a dire che quando i conti giravano in ispezione o per altro, le nostre comunit di campagna dovevano pagare a quei bei signorotti "la trasferta" ed anche mantenerli con i loro cavalli, e probabilmente dargliene ancora per riserva. Ronago era di per s dentro i confini del Contado, come confermano certi documenti, successivi per a quello del 1155. Ma i Ronaghesi sostenevano di non aver mai avuto l'obbligo di dare il "fodrum regale" ai conti. La vita di campagna era gi abbastanza dura, senza bisogno di rincarare la dose, per regalare il fieno ai conti del Seprio. Fu cos che nacque una causa fra i conti ed i Ronaghesi. Il processo avvenne a Milano e ve ne trascrivo il verbale, tradotto dal latino. "Sabato 29 gennaio. Nel consolato (= municipio) di Milano il giudice Oberto dell'Orto, console di Milano, alla unanimit con Guascone di Maggiorala e Bordolle e con Alberto da Carate e con il giudice Guercio, consoli e suoi colleghi, ha emesso sentenza

  • circa la vertenza in corso fra il conte Ubertino e Guglielmo, fu Rodolfo, e Alberto e Serravele fratelli, figli del fu Olrico, conte di Castel Seprio, per parte loro e per parte di Lupese e Guifredono fu Goffredo e di Giovanni fu Bonifacio, essi pure conti. Controparte i "vicini" (= paesani) del paese di Ronago, rappresentati dai loro inviati Masso, fu Domenico, console (= sindaco) del paese, Anselmo figlio del fu Adamo del Dosso, del medesimo paese. La vertenza era questa: i conti dicevano che gli uomini del paese di Ronago dovevano dare loro il "fodrum regale" come fanno gli altri paesi del contado, cosa che i Ronaghesi negavano assolutamente e dicevano di non aver mai fatto. Dopo un'ampia discussione i conti si son trovati del tutto senza prove. Avendo poi i consoli accertato che quel paese non rientra nella giurisdizione dei conti in nessuna maniera, Oberto ha riconosciuto i Ronaghesi liberi dall'imposizione del fodro regale; con la clausola per che dodici fra i paesani giurassero che la comunit del loro paese non aveva mai usato dare il "fodrum regale". Cos, seduta stante, il predetto Masso, che il console (di Ronago), giur. Raccolti gli altri giuramenti, fu chiusa la causa. Anno 1155 dall'Incarnazione del Signore, data sopra indicata". Seguono le firme dei giudici presenti. La linearit e la solennit del verbale quasi commovente, specialmente quando il povero console di Ronago col gesto semplice ma deciso dell'uomo onesto compie il giuramento, mentre i conti prepotenti rimangono scornati. la vittoria dell'onest dei lavoratori, contro lo sfruttamento dei signorotti medievali. Rimane da fare qualche considerazione storica. Anche se il paese era piccolo, aveva una sua .entit giuridica, una sua vita organizzata di comunit, aveva il suo "console". uno ei rarissimi casi di documentazione locale della presenza di quel tipo di "comune rustico", cio di campagna, celebrato dal Carducci in un sua poesia ambientata sulle montagne della Carnia, complementare a' quellaltra poesia "II Parlamento"', ambientata a Milano; il pi fiero dei liberi comuni medievali di citt. una bella pagina che ci fa vedere il nostro paese al passo coi tempi in momenti difficili come quelli della lotta per l libert dai gioghi feudali nel secolo XII. Un'ultima considerazione: non vi pare che il nostro buon Masso, console di Ronago nel 1155, meriti l'intitolazione d'una strada? A Ronago ci sono vie contorte e ramificate (per esempio via Volta, via Milano). Accanto alla storia recente (vedi via Ambrosoli), non sarebbe bello trovare un tronco viario che ricordi la fierezza passata? A risentirci Mario Mascetti

  • Carissimo don Matteo, domenica scorsa, durante l'omelia pronunciata da uno dei missionari in occasione della giornata missionaria mondiale, ho sentito questa frase: "....voi di Ronago, che tanto dovreste essere sensibili ai problemi delle missioni perch avete uno di voi, Padre Ambrosoli, in Africa....". Sono rimasto molto male perch subito mi sono accorto di una cosa, che noi ronaghesi non facciamo niente proprio perch due di noi sono via, ci sentiamo quasi giustificati del nostro assenteismo per questo fatto. Ma forse questo il male minore. Delle due persone che fanno onore a Ronago ho constatato che ci siamo completamente dimenticati, non sappiamo niente, n quello che fanno, n come si trovano, n di cosa hanno bisogno e forse, anzi sicuramente, non facciamo niente per saperlo. Sono gente morta per noi, gente che risuscita per qualche mese ogni 7-8 anni quando torna a casa. Se fossi al loro posto mi sentirei molto triste al pensiero che tanta gente che dovrebbe esser mi amica non sa niente di me, n di come vivo, n quello che faccio, n ci che mi occorre: soprattutto se pensassi che sono missionario di Ronago, che rappresento la comunit di Ronago della quale faccio parte. Voi del giornale, e lei don Matteo, avete tante idee, perch non trovate il modo di collegare Ronago con Suor Amelia e con Padre Giuseppe, di farli sentire parte sempre viva della nostra comunit e viceversa, di svolgere cio per la comunit quello che. sarebbe compito di- ognuno di noi? Lettera firmata

    Purtroppo quanto lei scrive vero. Come parrocchia ci siamo dimenticati dei nostri missionari. A Suor Amelia, come a Padre Giuseppe, avevamo promesso che avremmo scritto, che ci saremmo interessati delle loro necessit. Poi partiti loro, i propositi restarono lettera morta. Cosa si pu fare in concreto? Se coloro che in parrocchia hanno a cuore le Missioni e i nostri Missionari :si costituissero in "Gruppo Missionario", potrebbero svolgere una attivit efficace (concordata-comune) a favore dei missionari promuovendo incontri di preghiera mantenendo un contatto epistolare con Padre Giuseppe e Suor Amelia; raccogliendo fondi a favore delle loro attivit apostoliche ed assistenziali. Quelli, tra i lettori, che sono disposti a collaborare si facciano avanti. Anche in questa attivit, se troveremo degli animatori, si pu essere sicuri che poi la parrocchia risponder con generosit. Sar grande gioia per i nostri missionari sapere che a Ronago si pensa a loro, e per loro si prega e si lavora.

  • Nella rubrica "Parliamo col Parroco" ho trovato una definizione molto bella di don Matteo "ci padre, amico e fratello". Proprio vero, eppure altrettanto strano il fatto che un padre, un amico ed un fratello lo si trovi solo la domenica a Messa e magari poi non se ne sappia pi nulla per tutta la settimana. vero che tutti sappiamo dove don Matteo sta di casa, ma non tutti, o meglio pochi, osano. Ed allora perch don Matteo non va lui stesso, osando, a trovare i suoi parrocchiani ogni tanto. Osando noi si correrebbe il rischio di essere in 500 nel salotto di don Matteo .. Lettera firmata

    vero che il parroco un estraneo? Forse ci sono alcuni che considerano il sacerdote come un impiegato parrocchiale al quale si ricorre in occasione di determinate pratiche: un battesimo, un matrimonio od un funerale, ecc Questi si comportano pressappoco come quando vanno in ufficio comunale: pagata l'eventuale tassa se ne vanno per i fatti loro. Un'altra categoria di parrocchiani, vede nel parroco sopratutto uno che comanda (. o tenta di comandare). Loro preoccupazione quella d'ascoltarlo quel tanto possibile per non inimicarselo, con la speranza che non cerchi di tirare troppo la corda, e che li lasci un po' in pace. Esistono tanti'parrocchiani che pensano cos? Certo per loro il parroco tutto eccetto, che "amico, fratello e padre". L'esperienza insegna per che nelle nostre parrocchie c' ancora tanta famigliarit col parroco, tante volte lo si fa partecipe delle proprie gioie e dei propri affanni, e si cerca di condividerne le ansie di bene. Possibilit di incontrarsi col parroco ce ne sono: non solo alla domenica a Messa. Ci sono le adunanze che non sono affatto propriet riservata di pochi; e poi il parroco ci sta sempre a far una chiacchierata con tutti. Certo, chi scrive vorrebbe qualcosa di pi. "Perch non va lui stesso, osando, a trovare i suoi parrocchiani." Un incontro con le famiglie sarebbe occasione per meglio conoscersi, e sopratutto darebbe al parroco la possibilit di mettersi in sintonia con tutta la sua parrocchia. possibile realizzare questo? S potrebbe programmare un incontro con le singole famiglie. Nel giro di due o tre anni, si potrebbero visitare tutte. Questo sistema sa molto di burocrazia: una cosa imposta, che pu essere subita come una scocciatura o quasi. Non posso, nemmeno presentarmi, cos allimprovviso in una casa con un banale "allora come va?" Allora, se una famiglia ritiene utile incontrarsi col parroco, trover il modo di farlo... e viceversa.

  • "Siccome buonsenso ed educazione sono affossati per contestazione la vita d'oggi pura follia!" sentenzia grave, mio nonno Taddia.

    "C' chi non sa pi in cosa sperar da quando "il sistema da rifare": o nevrastenici o insoddisfatti per troppe parole ma pochi fatti....

    Questo accade in un mondo in malora, invece da noi va.... peggio ancora: tra "Pappagoni" mal amministrati non siam pi "vincoli" ma "sparpagliati".

    Pur non divinando come Sibilla c' da temere che il nuovo sia ormai pronto al lancio del "sasso" (se addirittura non sar un masso!)

    Ricordo i miei tempi, sembrano ieri, (c'era paura dei Carabinieri!) quando bastava un sol Appuntato per metter a posto qualche agitato....

    Ex popol d'Eroi, di Geni, di Santi or siamo un popolo di comandanti: tutti comandano, tutti han ragione ma che vi regna la confusione.

  • Esempio modesto: "Lotta ai rumori" lo Stato ordina in tutti i settori, eppur accade in modo evidente che dei rumor non gli frega un bel niente

    poich giornalmente, al primo albeggiare, piomba dall'alto per farci arrabbiare con un fragore a dir poco infernale, un elicottero tutto.....statale!

    Salza, sabbassa, atterra burlone (tanto chi paga il Pantalone) romba, starnazza, senza rispetto per tanta gente che ancora sta in letto.

    Si dice che i voli lei deve fare Perch il contrabbando da fermare: ma bellItalia e amate sponde, passan lo stesso milioni di bionde!

    Per sua natura lingegno privato superiore a quello di Stato: un elicottero, dieci o cento quindi denaro buttato al vento.

    Conclude il nonno, faccia semiseria: La vostra fine sar in Siberia, nellordine nuovo che il fu baffone cre per la sua contestazione ..

    Zaccheo

  • Ottobre, le scuole riaprono i battenti, gli alunni ricominciano quel processo di apprendimento che li condurr ad esplorare i diversi rami del sapere umano, a conoscere la societ in cui vivono, a prendere coscienza di se stessi, dei propri diritti e doveri. dalla scuola che usciranno i futuri cittadini fattivamente operanti nella collettivit, essa che si assume il compito di indirizzare il giovane verso il suo avvenire. Da ci si comprende limportanza che essa assume in ogni moderna societ preoccupata della propria sempre migliore continuit.

    Fatte queste premesse, il passare a vedere come anche nel nostro paese venga affrontato il problema della scuola dal livello elementare a quello superiore, appare interessante e non inutile. Attualmente le elementari sono frequentate da 81 alunni suddivisi in cinque classi. Siccome, dato il numero complessivo degli iscritti, gli insegnanti sono solamente tre, si ricorsi al sistema delle "pluriclassi" cio si sono affidate ad una sola maestra due classi anzich una come sarebbe norma. Ci comporta un certo disagio sia da parte degli alunni che da parte del personale insegnante, ma, viste le passate esperienze, si deve dire che i risultati sono egualmente soddisfacenti. Nondimeno bisogna augurarsi che le competenti autorit scolastiche si premurino di predisporre affinch si abbia un quarto insegnante con notevole vantaggio per tutti.

    Il problema attuale delle elementari di Ronago quello dell'orario. Fino ad ora si sempre praticato quello diviso di tre ore mattutine e le restanti pomeridiane. Ora, grazie anche a certe confuse disposizioni, esso pu essere cambiato col, cosiddetto, orario unico, che consiste nel riunire un unico blocco di quattro, le ore di insegnamento, lasciandone altre al facoltativo desiderio di impegnarsi in ulteriori attivit. A decidere il mutamento , come avvenuto in altri centri, la cittadinanza interessata che attraverso il Consiglio comunale ha dato parere negativo.

    La situazione della scuola media dell'obbligo un po' meno rosea. Coloro che frequentano questi corsi debbono recarsi nei paesi vicini e, causa la mancanza di collegamenti con mezzi pubblici, si dovuto ricorrere a mezzi di fortuna. A Uggiate esiste la sezione staccata della scuola media di Valmorea, la quale altro non se non l'oratorio adattato alla bisogna, ma pur sempre carente di attrezzature e di insufficiente capienza. Situazione disagiata, come si vede, che si spera cessi in un vicino futuro affinch la frequenza diventi agevole senza creare difficolt agli studenti e rispettive famiglie.

  • Le scuole medie sono lo scoglio sul quale gran parte della popolazione scolastica di Ronago si arena. Molti sono, infatti, coloro che o non terminano oppure non proseguono gli studi. Ci non dovuto ad incapacit o ad impossibilit materiale a continuare, ma unicamente ad una mancanza di volont, per cui si attratti da obiettivi pi semplici ed immediati, che danno una subitanea soddisfazione, sopratutto economica. Tutto questo fa si che estremamente esiguo sia il numero di coloro i quali intraprendono gli studi superiori: ci certamente non pu essere un bene considerando il fatto che oggi esistono a Como istituti per tutte le possibilit sia cerebrali che finanziarie. Non si pu quindi che sperare in una futura maggior presa di coscienza.

  • LETTERA APERTA A COMUNIT' 68

    Sabato sera, 18 ottobre, 'mentre ascoltavo il Padre missionario, mi colp questa sua.frase " . i cristiani non sostengono lopera del sacerdote, anzi, lo osservano e lo criticano mettendone, il pi delle volte, in rilievo le mancanze" o perlomeno quello che non secondo il loro modo di pensare, senza cercare di aprire un dialogo costruttivo.

    Andai a rileggere alcuni articoli di Comunit 68 (N. 4, anno 1969) e precisamente: "Senza Titolo", "Parrocchia da rinnovare", "Parliamo col parroco". Vi trovai la stessa affermazione e la spinta necessaria per scrivere, per parlare con tutti i parrocchiani di Ronago che avranno la cortesia di leggere quanto .segue.

    Mi sono chiesta: possibile che noi parrocchiani di Ronago siamo tutti cosi? Ammetto che .tra noi ci siano persone che osservano ed hanno sempre e solo da ridire sull'opera del sacerdote, ma penso che ci siano anche persone che lo approvano, che partecipano alla vita della parrocchia compiendo i loro doveri religiosi. E, forse, sono la maggioranza. Ora faccio mio l'invito del Parroco e anch'io dico a coloro che soltanto criticano di NON CHIUDERSI IN SE STESSI, DI NON FERMARSI ALLA CRITICA espongano i motivi che determinano il loro atteggiamento "di opposizione", il loro modo di pensare. Con un colloquio onesto e sincero da ambo le parti sono sicura che qualcosa di valido si possa realizzare. Alla seconda categoria di persone, coloro che approvano, io dico la stessa cosa: NON CHIUDETEVI IN VOI STESSI, perch pensate di avere la coscienza a posto. Esprimiamo il nostro consenso al Parroco, per le :grandi e piccole cose, usciamo dal nostro silenzio, facciamogli sentire che non solo: cio che non andiamo in chiesa per abitudine, che ci interessiamo dei problemi parrocchiali per incominciare a risolverli insieme.

  • COME?, direte voi. Su Comunit 68 N. 4, nell'ultima parte dell'articolo "La Parola del Parroco, Parrocchia da rinnovare?" ci sono diversi suggerimenti. Ognuno secondo le sue capacit, i suoi problemi, pu presentare una richiesta, pu dare la soluzione di un problema. Io propongo una cosa molto semplice, possibile a tutti: ESPRIMIAMO IL NOSTRO GIUDIZIO SULLA SETTIMANA SPIRITUALE, tenuta lo scorso mese. Se invieremo i nostri giudizi a Comunit 68, essi serviranno al Parroco non solo per fargli sentire la nostra presenza (spirituale), come dicevo sopra, ma anche perch egli potr meglio determinare la sua attivit futura; serviranno a tutti i lettori di Comunit 68 che restano in silenzio. Scriviamo quindi: a) Se non vi piaciuta e perch. b) Se avete seguito solo le prime sere e perch, c) Se avete qualche suggerimento da dare. d) E soprattutto se siete stati contenti.

    Ad un'ultima categoria di persone: a chi non si vuole impicciare di nulla, dico solo: Spero siate in pochi, perch altrimenti non ci sar neanche un biglietto nella buca delle lettere per Comunit 68, ma soprattutto perch spero vi venga il desiderio di abbandonare la vostra etichetta, dato che triste sentirsi soli.

    Cordiali saluti a tutti Rosa Grisoni Alberio

    Amici della redazione, permettete qualche nota in risposta ad uri articolo letto sul numero di ottobre.

    Il "Colloquio con le suore" apparso sotto la rubrica "INCONTRI", sull'ultimo numero di "C.68", stato, a mio parere, uno dei pi interessanti e dei pi letti. Se mi permesso, vorrei fare qualche appunto su quanto stato scritto. Anzitutto, presentando le nostre Suore, gli autori dell'articolo, in una delle prime righe, dicono che esse sono "forse troppo dimenticate". Non so fino a che punto sia vera questa affermazione: io sono .convinta che le Suore "sono molto amate!" Anche se esse non lo sanno e pochi lo fanno loro capire, le nostre Suore sono stimate. Quando le vediamo in chiesa, le guardiamo con ammirazione e compiacimento perch sappiamo che pregano anche per tutti noi. Possiamo veramente dire che sono "lampade viventi", e questo ci fa piacere. Noi, cos presi dalle preoccupazioni di ordine materiale, abbiamo chi supplisce in

  • uno dei doveri pi grandi che quello della preghiera. Care Suore, cercheremo, d'ora innanzi, di non lasciarvi cos sole, di parlare di pi con voi, di sorridervi. Quando vi porteremo i nostri bambini o verremo a riprenderli, non ce ne andremo cos di fretta; come facevamo finora, quasi ci si scambiasse una cosa materiale, ma saremo pi comunicative, cercheremo di trovare il tempo anche per un colloquio costruttivo che far bene ai nostri bambini, a noi mamme e a voi Suore. Vorrei mettere in rilievo un'altra frase dell'articolo in questione. " sarebbe auspicabile una maggiore collaborazione tra Scuola Materna e famiglie. Per ora l'interesse dei genitori nei confronti dei bambini prevalentemente di ordine materiale." Perch non si da avvio a degli incontri, tra Suore e genitori? Abbiamo dei genitori che non hanno una preparazione adeguata al loro compito, perch non hanno avuto la possibilit di farsela. Incontri a carattere educativo, ben preparati e condotti con spirito di responsabilit e di collaborazione, farebbero tanto bene. Sarebbe interessante e utilissimo che gli educatori, cio in questo caso genitori e Suore, studiassero insieme i problemi della formazione del bambino, ne osservassero la personalit, le inclinazioni, il comportamento e insieme programmassero un piano di educazione da condursi assieme, in stretta collaborazione, con continue verifiche. Infine vorrei richiamare l'attenzione su di un altro problema messo in luce dall'intervista alle Suore: quello dell'oratorio, "piaga dolente di quasi tutte le parrocchie. Sono cambiati i tempi: non c' forse tanto da cambiare anche in fatto di oratorio femminile? Lascio alle giovani la risposta e le proposte. Una mamma Un'ultima lettera: All'articolista di "Pensieri dalle vacanze" vorrei dire che stato fortunato a trovare una signora di 50 anni che ha parlato con lui in gita, anche se di cose cos semplici come il cibo o il tempo. Qualcuno che conosco ha trovato moglie proprio parlando del tempo "per attaccar bottone". Non penso si possa pretendere che col primo venuto si possa parlare di religione o di problemi intimi, ci vuole del tempo per conoscersi almeno un po .

    lettera firmata

  • Gioved 9 ottobre sono state conferite le medaglie d'oro e la Croce al Merito a EMILIO BOTTINELLI, ANDREA GHIELMETTI, FEDERICO LAMBRUGHI, insigniti nel corso della stessa cerimonia del diploma di Cavaliere dell'Ordine di Vittorio Veneto. Le stesse onorificenze sono state conferite alla memoria a GIOVANNI MARCHETTO e FRANCESCO DE BASTIANI per meriti di guerra. Queste medaglie premiano altres tutta la popolazione ronaghese che pag un alto tributo in sangue (12 suoi figli non tornarono) nella 1 gu erra Mondiale.

    Il 29 giugno la cantoria ronaghese,guidata dal maestro Clerici, ha ottenuto una grande ovazione a Gironico, ove stata eseguita la Messa coi nuovi canti. Lo stesso successo ha ottenuto, sempre sotto la guida del maestro Clerici, poco tempo fa a Camnago Faloppio.

    Sabato e domenica 6 e 7 ottobre, al campo sportivo si sono svolte, patrocinate da Don Matteo, questa volta in veste di ufficiale di gara, le Olimpiadi dei Ragazzi, imperniate in 6 prove: salto in lungo, salto in alto, corsa veloce, corsa campestre, lancio del giavellotto e lancio del peso. La parte del Leone l'ha giocata ANDREINO QUADRANTI che si aggiudicato la maggior parte delle gare in programma. Risultati di rilievo si sono avuti nel salto in alto dove ANDREINO si imposto con la misura di m.1,35 e nel lancio del giavellotto ove ERCOLINO ha colto la vittoria con un magistrale lancio di m.20,65.

    Il Presidente della Repubblica,su proposta del Ministro per l'Interno on.le Restivo, interessato dal senatore Martinelli, ha conferito la onorificenza del cavaliere dell'ordine al merito della Repubblica Italiana al sig. Mario Bruno Quadranti, vice-sindaco di Ronago. questo un piccolo ma meritato riconoscimento per la dedizione e la passione con cui il sig. Quadranti segue la vita amministrativa comunale. Al neo-cavaliere le congratulazioni dei ronaghesi.

    Ora che la strada dei Mulini stata sistemata (Selva Mara compresa) apprendiamo dal prof. Enzo Luraschi, Presidente dell'Amministrazione Provinciale che la pratica relativa alla classificazione del valico di Crociale da pedonale ad automobilistico gi arrivato a Roma, presso il competente Ministero delle Finanze. Si spera cos che fra non molto anche le auto potranno passare il cancello del "varco di morne", alleggerendo la fila che nelle ore di punta si forma al Marcetto. Ronago potr vantare di essere lunico comune italiano della zona frontaliera ad avere due valichi automobilistici. battuto solo da Novazzano che ne avr tre automobilistici (Marcetto Brusata - Mulini) e uno pedonale (Pignora).

  • Il cambio della guardia

    II giorno 21 del mese scorso ha preso servizio quale nuovo Comandante del Posto di Polizia Frontaliera in Ronago, il Brigadiere di PS Emilio Zedde in sostituzione del suo collega Brg. R. Filacchione trasferito a Como S/GC. Come auguriamo a questi un buon proseguimento nel suo impegnativo servizio, altrettanto facciamo col Brg. Zedde, per il quale tuttavia necessita aggiungere un "bentornato a Ronago". I nostri auguri al nuovo comandante glieli facciamo anche per una particolare ragione: perch possa riuscire, in doverosa collaborazione con la. G. di F. a portare uno snellimento, improrogabile, nel quotidiano e, specialmente, serale traffico di frontiera. Snellimento quanto mai urgente, poich la situazione in questi ultimi tempi notevolmente peggiorata, contrariamente a quanto avviene in altri valichi! Ricordiamo che quando il Brg. Zedde prestava .servizio quale Guardia di PS in questo stesso valico, veniva effettuata una doppia fila di auto in entrata, nelle giornate festive o di intenso traffico, nonostante lo spazio doganale d'allora fosse alquanto pi ridotto dell'attuale. Comunque quelle che erano file eccezionali, oggi sono superate in "lunghezza" dalle quotidiane, mentre il sistema dei controlli non migliorato per niente! Infatti, ogni sera al rientro degli operai, la fila arriva ben oltre il centro di Novazzano, per cui oltre ad intralciare il traffico locale provocando ingorghi, irrita decisamente la popolazione, la quale poi, non ci lesina lazzi pi o meno mordaci. Quaranta - sessanta minuti di fila, tutte le sante sere, per poter tornare a casa dopo nove ore di lavoro, sono veramente tante, troppe! (Si ha infatti sentore di "contestatari" in agitazione onde organizzare .. rimostranze.) Quindi, Brigadiere, buon lavoro e auguri!

  • Intervista ad Arnoldo e Rino Ghielmetti

    II nostro giornale, a cui vogliamo dare un'impronta sempre pi "ronaghese", non pu lasciare in disparte quelle persone, ormai divenute personaggi, che sono glorie tuttaltro che trascurabili e che portano il nome di Ronago all'alta dignit di paese d'origine di pi di un fuoriclasse del mondo calcistico. Questa volta abbiamo pensato d'incontrarci non con un personaggio soltanto ma con una famiglia che annovera ben tre campioni: la famiglia Ghielmetti di cui il padre, signor Arnoldo, ha molte cose da raccontare, molti ricordi ormai avvolti in un passato che rievoca con nostalgia, molta passione per il gioco del calcio che oggi segue come spettatore interessatissimo, non potendo pi essere ovviamente attore. Il figlio Rino si trova attualmente nel pieno della propria attivit, mentre Roberto costituisce la speranza di cos gloriosa famiglia.

    Sono accolto con molta cordialit e non ho alcuna difficolt a iniziare il discorso, perch gi padre e figlio sono entrati in argomento. Rino mi dice: "Guarda che qui il campione sono io; mio padre che l'ha mai visto giocare?!". "Non offendiamo ribatte il padre - non sai cosa mi dice la gente che ti vede allo stadio? = se tuo figlio sapesse giocare come giocavi tu! =" "E a me sai cosa dicono invece? = altro che tuo padre!='' Ferito nel proprio orgoglio il sig. Arnoldo attacca e racconta con compiacenza la storia della sua carriera: "Giocai la mia prima partita con Chiasso a Sangallo. Avevo allora 17 anni ed era gi una bella soddisfazione andare a giocare cos lontano. Rimasi col Chiasso sino a vent'anni e poi, a Roma, dove assolvevo il servizio militare, giocai con l'Avia in prima divisione; vinsi il campionato militare e giocai in B con la Mater. Tornato a Ronago giocai nell'Albiolo in prima divisione. Qui termina la mia carriera di centrattacco, ma il calcio l'ho nel sangue: fui allenatore dell'Astro di Olgiate che portai in promozione. Anche oggi per me la domenica non domenica se non vedo la partita.

  • Rino non per nulla impressionato dalla luminosit della storia del padre calciatore, sicuro di avere da parte sua pi strabilianti fatti da narrare. "Iniziai a 12 anni nei ragazzi del Mendrisio, poi vinsi il campionato ticinese con i Bojs A. A 16 anni partecipai in Germania al torneo di Francoforte in cui ottenemmo il primo posto; l'anno seguente conquistammo al medesimo torneo il terzo posto. Feci con il Mendrisio due anni in seconda divisione, poi con il Chiasso in B dove giocai 4 partite come riserva. Dopo il servizio militare il Chiasso mi fece fare mezzo campionato con le riserve, poi mi prest al Mendrisio. Ora sto giocando il secondo campionato in B con il MendrisioStar, come titolare, sempre in prestito dal Chiasso. Ho sempre giocato come terzino. - C' molta differenza tra gli inizi della carriera calcistica ai tempi del padre e quelli del figlio? Sig. Arnoldo: "Certo! Ai miei tempi si partiva in bicicletta con la valigia. Immancabilmente sulla strada di S. Fermo si bucava. Si tornava tardi la sera e il luned mattina si doveva ripartire presto per andare a lavorare. Rino: "Le difficolt degli inizi sono le stesse: con la sola differenza che oggi si va in macchina invece che in bicicletta". - Sig. Arnoldo, c' qualche episodio della sua vita di calciatore che Le rimasto particolarmente impresso nella memoria? "Si, quando con la Roma feci due gol contro la difesa della nazionale italiana: vincemmo 2 a 0". - E tu Rino cosa ricordi con maggior piacere? La vittoria contro i campioni di Germania, nella finale del torneo di Francoforte". - Sig. Arnoldo, contento di suo figlio? quali consigli gli da riguardo al gioco?

  • "Sono soddisfatto, Rino gioca bene (anche se non gli do mai la soddisfazione di dirglielo). perfetto nel controllo dell'uomo: con lui non c' niente da fare. Non perde palloni; li passa come richiede il gioco moderno. Se ha un difetto forse la mancanza di grinta (che invece sembra avere sue fratello, Roberto, che ora gioca nella "Libertas Como" e che merita di essere ricordato)". Rino: "Non vero: Roberto scorretto e si fa ammonire; io restituisco le botte senza farmi vedere". - Rino, quali sono le tue aspirazioni per il futuro? "Giocare in A col MendrisioStar".

    Ed ora rivolgo un'ultima domanda ad entrambi i miei gentilissimi ed illustri interlocutori: - Volete dire due parole a tutti quei ragazzini che sognano la carriera calcistica e la gloria degli stadi? Mi rispondono d'accordo, questa volta: bello giocare e i ragazzini fanno bene a desiderare di far qualcosa nel mondo del calcio, ma oggi come ieri, questa una vita che richiede sacrificio. Senza sacrificio non si fa niente". "Io, dice Rino, sono impegnato quattro volte la settimana per gli allenamenti; la sera devo andare a letto presto; devo rinunciare al fumo e a tante altre cose". "L'unico inconveniente - aggiunge la mamma - che gli uomini se ne vanno sempre la domenica e lasciano sole le mogli".

  • Sotto questo titolo presentiamo i temi svolti da due scolari delle scuole elementari. Ringraziarne le insegnanti per la collaborazione offertaci ed invitiamo gli altri alunni a far meglio, cos da poter essere scelti la prossima volta!

    II primo ottobre sono cominciate le scuole. Al mattino, appena arrivata a scuola, mi sono guardata intorno e ho visto ancora le mie compagne dell'anno scorso. C'erano delle bambine che non vedevo da tanto tempo e certe che avevo visto il giorno prima. Io pensavo di gi alle belle giornate che avremmo passato insieme, ed ero contenta. Cominciai a salutarle una per una. Chiesi loro come e dove avessero passato le vacanze. Chi mi rispondeva che era andata al mare, in montagna, altre a Venezia e, le pi sfortunate erano rimaste a casa. Appena entrati in classe abbiamo salutato la maestra e siamo andate a Messa. Eravamo contente di avere ancora la maestra dell'anno scorso. Per dirla in poche parole non si vedeva nessuno con il muso lungo, eravamo tutti contenti di aver cominciato le scuole. stato molto bello ritrovarci ancora per una volta tutti insieme.

    Arrighi Giacomina classe 5a 10 Ottobre 1969

  • II pomeriggio di mercoled, ottenuto il permesso del direttore, le maestre decisero di farci fare una passeggiata. Il tempo era sereno, il sole brillava, si capiva proprio che era un pomeriggio splendido d'autunno. Ci circondavano campi arati, campi verdi che sembravano tappeti, e c'era un gran silenzio. Soltanto qualche canto d'uccello interrompeva quella quiete. Avevamo imboccato un sentiero molto stretto dove le ragnatele facevano ornamento agli alberi. Si vedevano molti alberi spogli che si preparavano al sonno invernale. Ogni tanto la maestra ci faceva tacere per ascoltare il dolce fruscio dell'acqua che scorreva lungo i lati del sentiero e il cinguettio degli uccelli. Tutto quello che ci circondava sembrava un quadro dipinto da un pittore con i colori pi belli. Sull'aia delle case c'erano galline, conigli e poi piccioni che, avendo paura di noi, si posavano sui tetti delle case. Ci fermammo a guardare il panorama. Scorgemmo il laghetto che ormai diventato una palude e paesini come Seseglio. Dall'altra parte si scorgeva Balerna. Non riuscimmo a vedere Chiasso perch era nascosto da una montagna. Arrivammo sino al valico. Davanti a noi si vedevano mucche che pascolavano e si sentiva lo scampanio dei campanelli che avevano legato al collo. I contadini, coperti da un grosso cappello, stavano rivoltando il fieno. Sostammo per qualche minuto. Poi riprendemmo la strada del ritorno. Quello che mi ha colpito di pi stato quell'aria che ci circondava, che faceva ondeggiare i fili d'erba, e quel sole d'oro che faceva brillare le foglie facendole trascolorare. Quando siamo arrivati, tutti sospirammo: "Che bel pomeriggio d'ottobre abbiamo trascorso".

    Regazzoni Viviana classe 5a 17 ottobre 1969

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    Alcuni esempi? AVETE DEI BIMBI VIVACI? Durante i loro giuochi possono, inavvertitamente, far del male al compagno... oppure buttare dal balcone o dalla finestra oggetti e causare danni ai passanti...Andando a scuola possono far cadere un ciclista od un motociclista AVETE UN CANE? ... Pu mordere, scappare, attraversare strade IN BICICLETTA, voi, o i figli, potete urtare un pedone, o qualche altro ciclista, scontrarvi con moto... A SCIARE: un attimo di distrazione, un virtuosismo non riuscito ecc.. pu farvi investire chi... vi stava applaudendo LA DOMESTICA, con quanti elettrodomestici ha a che fare! Ma anche il solo ferro da stiro pericoloso!... PRATICATE SPORT, come dilettanti o soltanto giocate a bocce? Quanti infortuni possono capitare!... ANDATE A CACCIA? Si pu sbagliare mira... o selvaggina!... Pu partire accidentalmente un colpo!...E allora?... ANIMALIDOMESTICI: gatti che possono graffiare, galline e conigli ecc. che possono scappare dal recinto ed attraversare strade!... PER STRADA, anche a piedi possibile essere causa di cadute di qualche ciclista o motociclista...

    E ALLORA CHI PAGA? ECCO: per questi e per tanti altri infortuni

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    (Fratelli GAVIOLI - Ronago) sub-AGENZIA

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