18 febbraio 2019 IL VALORE - Francesco Rhodio · Presidente, Valeria Piscionieri Segretaria,...

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IL VALORE News letter ai Colleghi dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Catanzaro 18 febbraio 2019 1 della Professione #40 di Antonio Bevacqua I Giovani. Se il futuro fosse una SpA, loro ne sarebbero i maggiori azionisti, i veri proprietari. Spetta a noi, dunque, agevolare il loro non facile compito di ridisegnare la professione iniziando già da domani (che è il futuro di oggi). Abbiamo incontrato Salvatore Passa- faro, trentotto anni ed una già vasta e- sperienza, che con passione si dedica da qualche anno al rilancio dell’Unione Giovani, da sempre serbatoio di nuova classe dirigente dell’Ordine. Cos’è l’Unione Giovani Dottori Com- mercialisti ed Esperti Contabili? E’ l’associazione di categoria più grande e strutturata d’Italia. Allo stato attuale abbiamo superato i 10.000 iscritti a livello nazionale e sono attive sul ter- ritorio più di 100 Unioni Locali. L’organizzazione nazionale prevede la pre- senza di un Presidente e una Giunta eletti da un’assemblea dei Presidente delle Unioni Lo- c a l i . Quest’ultime corrispondono prevalentemente ai confini degli Ordini territo- riali e sono com- poste da un’assemblea degli iscritti che elegge un Consiglio Direttivo che a sua volta elegge al suo interno il Presi- dente. Inoltre esiste anche un coordinatore re- gionale nominato dalla Giunta Nazionale su indicazione dei presidenti delle Unioni delle singole regioni. Chi può iscriversi? Possono iscriversi con la qualifica di “socio effettivo” con diritto di voto i colleghi con età inferiore a 43 anni, mentre i colleghi che supe- rano questa età possono aderire come “soci a- derenti” quindi senza diritto di voto. L’iscrizione è possibile anche ai tirocinanti. Da chi sono composti gli organismi dell’Unione di Catanzaro? Il Consiglio Direttivo è composto da 5 com- ponenti (me compreso): Andrea Iemma Vice- Presidente, Valeria Piscionieri Segretaria, Raf- faele Mussari Tesoriere e Melania Muzzi Re- sponsabile Commissione Studio. C’è un colle- gio dei probiviri che ha come Presidente Pie- tro Mollura e Alfredo Ferrarelli e Serena Ioz- zo, componenti. Contiano poi altri Colleghi che rivestono ruoli nazionali come Alessia Talarico, compo- nente della commissione nazionale “Enti no profit, associazionismo e sport” e Giuseppe Lacava componente delle commissioni nazio- nali “Responsabilità amministrativa degli En- ti” e “Processo tributario” : Entrambi stanno offrendo un importante contributo di studio. A livello locale, poi, stanno facendo un otti- mo lavoro i colleghi Maria Gabriella Sergi, Giovanna Mantella, Maria Antonietta Vi- scomi e Andrea Iemma, presenti attivamente nella commissione OCC. Quali obiettivi si prefigge l’Unione? In linea di massima le finalità sono di diver- so tipo, ma in generale riconducibili a tre gruppi principali: utela della professione con un focus particolare rivolto verso i giovani L’Unione Giovani di Catanzaro “Accrescimento professionale e miglioramento dei rapporti interpersonali tra Colleghi, il focus dell’Associazione” Intervista al Presidente Salvatore Passafaro

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IL VALORENews letter ai Colleghi dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Catanzaro

18 febbraio 2019

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della Professione

#40

di Antonio Bevacqua

I Giovani. Se il futuro fosse una SpA,loro ne sarebbero i maggiori azionisti, iveri proprietari. Spetta a noi, dunque,agevolare il loro non facile compito diridisegnare la professione iniziando giàda domani (che è il futuro di oggi).

Abbiamo incontrato Salvatore Passa-faro, trentotto anni ed una già vasta e-sperienza, che con passione si dedicada qualche anno al rilancio dell’UnioneGiovani, da sempre serbatoio di nuovaclasse dirigente dell’Ordine.

Cos’è l’Unione Giovani Dottori Com-mercialisti ed Esperti Contabili?

E’ l’associazione di categoria più grande estrutturata d’Italia.

Allo stato attuale abbiamo superato i 10.000iscritti a livello nazionale e sono attive sul ter-ritorio più di 100 Unioni Locali.

L’organizzazione nazionale prevede la pre-senza di un Presidente e una Giunta eletti daun’assemblea dei Presidente delle Unioni Lo-c a l i .Q u e s t ’ u l t i m ecorrispondonoprevalentementeai confini degliOrdini territo-riali e sono com-p o s t e d au n ’ a s s e m b l e adegli iscritti che elegge un Consiglio Direttivoche a sua volta elegge al suo interno il Presi-dente. Inoltre esiste anche un coordinatore re-gionale nominato dalla Giunta Nazionale suindicazione dei presidenti delle Unioni dellesingole regioni.

Chi può iscriversi?Possono iscriversi con la qualifica di “socio

effettivo” con diritto di voto i colleghi con etàinferiore a 43 anni, mentre i colleghi che supe-rano questa età possono aderire come “soci a-derenti” quindi senza diritto di voto.L’iscrizione è possibile anche ai tirocinanti.

Da chi sono composti gli organismidell’Unione di Catanzaro?

Il Consiglio Direttivo è composto da 5 com-ponenti (me compreso): Andrea Iemma Vice-Presidente, Valeria Piscionieri Segretaria, Raf-faele Mussari Tesoriere e Melania Muzzi Re-sponsabile Commissione Studio. C’è un colle-gio dei probiviri che ha come Presidente Pie-tro Mollura e Alfredo Ferrarelli e Serena Ioz-zo, componenti.

Contiano poi altri Colleghi che rivestonoruoli nazionali come Alessia Talarico, compo-nente della commissione nazionale “Enti noprofit, associazionismo e sport” e GiuseppeLacava componente delle commissioni nazio-nali “Responsabilità amministrativa degli En-ti” e “Processo tributario” : Entrambi stannooffrendo un importante contributo di studio.

A livello locale, poi,stanno facendo un otti-mo lavoro i colleghiMaria Gabriella Sergi,Giovanna Mantella,Maria Antonietta Vi-scomi e Andrea Iemma,presenti attivamentenella commissione

OCC.Quali obiettivi si prefigge l’Unione?In linea di massima le finalità sono di diver-

so tipo, ma in generale riconducibili a tregruppi principali: utela della professione conun focus particolare rivolto verso i giovani

L’Unione Giovani di Catanzaro“Accrescimento professionale e miglioramento dei rapporti

interpersonali tra Colleghi, il focus dell’Associazione”Intervista al Presidente Salvatore Passafaro

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dottori commercialisti, favorire e promuoveredei percorsi formativi per l’accrescimento pro-fessionale e migliorare i rapporti interperso-nali tra colleghi soprattutto dando un punto diriferimento ai giovani neo iscritti.

L’Unione di Catanzaro è stata inattivaper qualche tempo, cosa ha determina-to l’attuale rinascita?

Sicuramente la condivisione di un progettocomune e la volontà di tanti giovani colleghi disuperare alcune criticità dell’attività professio-nale investendo molto sulla collaborazione esulla qualità dei rapporti personali.

Fare parte dell’Unione Giovani vuol dire tro-vare un luogo aperto in cui confrontarsi,scambiarsi opinioni, condividere problemi etrovare soluzioni cercando di superare quelsenso di isolamento che spesso si prova inparticolar modo nel periodo di avvio dellapropria attività professionale.

Quindi è una rinascita recente?Si, siamo al secondo anno, tra qualche mese

entreremo nel terzo.In sintesi quali attività avete portato

avanti in questo periodo?Questo primo periodo è stato caratterizzato

dalla necessità di far conoscere all’esternol’esistenza dell’Unione di Catanzaro. Fin dasubito con il Direttivo ci siamo attivati per in-staurare rapporti con altre associazioni o isti-tuzioni organizzando con esse una serie di e-venti formativi come ad esempio i due conve-gni con il CONI Calabria sul terzo settore e leASD, con Sorgenia SPA sull’energia, con Con-fedilizia (con la quale abbiamo stipulato unaconvenzione sull’asseverazione dei contratticoncordati) sui temi relativi al regime fiscaledella proprietà immobiliare e sulle locazioni,con Confcommercio (con la quale stiamo perstipulare un protocollo di intesa) sulla fiscalitàgenerale e sulla proprietà immobiliare, conl’ANTI su vari temi tributari e con l’AIGA sulprocesso tributario telematico. Sempre nellostesso periodo ci siamo occupati anche di al-cune questioni più strettamente sindacali e-sprimendo la nostra posizione pubblicamentead esempio sulla questione “equo compenso”in linea con l’orientamento dell’Unione Nazio-nale oppure una battaglia importante vinta èstata quella sulla manifestazione di interesseper la creazione di una short list per professio-

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nisti pubblicata dall’AMC (l’azienda di mobili-tà urbana).

Avete fatto annullare la manifestazio-ne di interesse ….

Si, presentando un’istanza di annullamentoin autotutela perché prevedeva come requisitidi partecipazione almeno 10 anni di iscrizioneal proprio albo professionale, cosa che a no-stro avviso era discriminante nei confronti deicolleghi più giovani e in ogni caso l’esperienzain un ambito professionale non è direttamenteproporzionale agli anni di iscrizione all’albo.Per fortuna il nuovo management dell’aziendaha condiviso le nostre posizioni procedendoall’annullamento della manifestazione di inte-resse e ripresentandola eliminando qualunquetipo di elemento discriminante.

Qual è il vostro rapporto conl’ODCEC?

Ottimo direi. Basato fin dall’inizio su un re-ciproco rispetto e su una forte collaborazione.Ne sono prova i tanti eventi organizzati insie-me come ad esempio il corso per l’abilitazioneper “Gestore di crisi da sovraindebitamento”che ha permesso a molto giovani colleghi dipoter esercitare questo tipo di attività. In ognicaso i rapporti sono molto buoni e stiamo re-gistrando una particolare attenzione da partedell’Ordine su temi e questioni di interesse deigiovani colleghi.

Che ruolo possono avere i giovani peril futuro della professione?

Un ruolo fondamentale, perché il modo incui i giovani esercitano la professione e i valoriche scelgono di condividere oggi determineràil modo in cui apparirà in futuro la professio-ne stessa.

E’ importante quindi migliorare la qualitàdei rapporti interpersonali partendo soprat-tutto dalla condivisione di buone pratiche, diprincipi e dal rispetto tra colleghi.

I dati della Fondazione Nazionale par-lano di una flessione del numero di i-scritti che interessa soprattutto i giova-ni, quali possono essere i motivi?

Sicuramente la sensazione di un mercato sa-turo e l’incertezza che avvolge la figura delDottore Commercialista visto come quel pro-fessionista chiuso in studio a caricare contabi-lità e lottare con i clienti per farsi pagare leparcelle.

IL VALORE della Professione

L’Unione Giovanidi Catanzaro

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Non è così?In parte si, ma bisogna trasmettere la consa-

pevolezza che la nostra è una professione pie-na di sbocchi e che la contabilità è solo unadelle tante attività che possiamo svolgere e i-noltre che, come peraltro indicano i dati delleindagini della Fondazione Nazionale, il mer-cato tende a premiare le aggregazioni tra col-leghi soprattutto se all’interno dello studiopossono essere espresse professionalità diver-se e specialistiche. Quindi sarebbe importantefar capire a chi si approccia per la prima voltaalla professione che deve farlo in un’ottica piùampia e con una maggiore propensione allacollaborazione tra colleghi. Anche perché laprofessione di oggi è diversa da quella di ieri esoprattutto gli ultimi anni sono caratterizzatida forti e repentini cambiamenti. Come tuttimomenti di discontinuità con il passato si ge-nerano sentimenti di ansia, dubbi, paure, manello stesso tempo, quasi sempre, aprono lastrada a nuove opportunità che richiedono u-na forte dose di resilienza per essere colte.

Sul tema specializzazioni che posizio-ne avete?

In linea di massima favorevole, bisogna peròcapire come formalizzarle dal punto di vistanormativo e come poterle spendere corretta-mente sul mercato. Bisogna approfondire estudiare bene la questione per evitare che siriveli un boomerang soprattutto per i più gio-vani (come lo è stato la riforma sulla revisionedegli enti locali). Ad esempio cosa determinail riconoscimento di una specializzazione? Lafrequenza di corsi specifici oppurel’esperienza dimostrabile in quel particolareambito? Un giovane neo iscritto all’Albo comepuò indicare l’ambito di specializzazione? Lopuò scegliere liberamente o deve prima matu-rare delle esperienze? In ogni caso il processodi specializzazione per quanto non formalizza-to è già in essere perché lo richiede il mercatoal quale non possiamo sottrarci quindi una ri-forma nel merito va comunque affrontata.

Alla fine da dove bisogna ripartire?Dal dare una nuova visione del Dottore

Commercialista che parta dal riconoscimentodella nostra funzione nel sistema Paese. Fun-zione non limitata al solo ambito fiscale, mamolto più ampia e orientata a favorire la cre-scita e il benessere della società in cui opera.

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IL VALORE della Professione

L’Unione Giovanidi Catanzaro AVVERTENZE

“Il Valore della Professione”non riveste la qualità di pubblicazione

periodica, essa è semplicementeuna news letter che viene inviata

per posta elettronicaa tutti i Colleghi iscritti all’Ordine

dei Dottori Commercialistie degli Esperti Contabili

di Catanzaro e a chiunquealtro Collega ne faccia richiesta.

A tal proposito si precisa che verràimmediatamente cancellato

dall’indirizzario di spedizionechiunque lo richieda.

Ad ogni effetto si sottolinea chela presente news letter rispetta

in ogni caso i requisitiprevisti dall’art. 3-bis

del D.L. 18 maggio 2012, n. 63,convertito nella Legge 103/2012.

Lo scopo di questa letteraè dunque quello di mantenere alta

a comunicazionee lo scambio di idee

all’interno dell’Ordine.

Sono pertanto ben accetti edanzi richiesti, collaborazioni,

interventi, discussioni e propostesui vasti temi

della nostra professionee più in generale della nostra vita.

Ogni scritto firmato esprime il pensiero di chi lo firmae, pertanto,

ne impegna la responsabilità personale

[email protected]

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L’istituto della prescrizione è disciplinatodall’art. 2934 del codice civile, ai sensi delquale ogni diritto si estingue quando il tito-lare non lo esercita per il tempo determina-to dalla legge, ad esclusione dei diritti indi-sponibili e gli altri diritti indicati dalla legge.

Ai rapporti di conto corrente, essendocontratti di durata, si applica l’art. 2946 c.c.che assoggetta l’azione di ripetizione al ter-mine di prescrizione ordinario di dieci anni.

Accertato il termine decennale di prescri-zione per la ripetizione di quanto derivantedai rapporti di conto corrente, si pone ilproblema dell’individuazione del dies a quodel termine prescrizionale.

L’articolo 2935 c.c. stabilisce che «la pre-scrizione comincia a decorrere dal giorno incui il diritto può essere fatto valere», mentrela Suprema Corte con la sentenza n.244108/2010 ha precisato che ogni qualvolta un rapporto di durata implichi pre-stazioni in denaro ripetute e scaglionate neltempo…… l'unitarietà del rapporto contrat-tuale ed il fatto che esso sia destinato a pro-trarsi ancora per il futuro non impedisce diqualificare indebito ciascun singolopagamento non dovuto, se ciò dipendedalla nullità del titolo giustificativo dell'e-sborso, sin dal momento in cui il paga-mento medesimo abbia avuto luogo;da quel momento sorge il diritto delsolvens alla ripetizione e la relativaprescrizione inizia a decorrere.

Ne deriva che il diritto di ripetizione sorgenel momento in cui si effettua un“pagamento” privo di idonea causa giusti-ficativa, intendendo per pagamento l'esecu-zione di una prestazione da parte del sol-vens a cui corrisponde uno spostamentopatrimoniale in favore dell’accipiens.

Dal singolo “pagamento” decorre la pre-

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La prescrizionenel rapporto di conto corrente

scrizione.Considerato che il rapporto di apertura di

credito in conto corrente- rapporto di dura-ta- consiste nella messa a disposizione, daparte della banca, di una somma di denaroche il cliente può utilizzare anche in più ri-prese, per l'intera durata del rapporto, ripri-stinando con versamenti, in tutto o in parte,la disponibilità iniziale, l’eventuale saldopassivo non è immediatamente esigibile, lodiventa solo dopo la sua estinzione o per laparte che eccede il limite del fido, quindi,solo i pagamenti effettuati per ricondurre ilsaldo entro il limite del fido sono qualificatirimesse solutorie.

Le rimesse solutorie attuano uno sposta-mento patrimoniale in favore della bancacon la conseguenza che, per gli stessi, il ter-mine di prescrizione di una eventuale azio-ne di ripetizione decorre dall’annotazione inconto e non dalla chiusura del medesimo.

I versamenti eseguiti su un conto il cuipassivo non supera il limite del fido nonhanno natura solutoria, ma di ripristino del-la provvista (ripristinatoria) e l’eventualecontabilizzazione di interessi passivi illegit-timi si traduce in un'indebita limitazione ditale facoltà, non in uno spostamento patri-moniale, con la conseguenza che il terminedi prescrizione decennale cui l’eventualeazione di ripetizione è soggetta decorre dalladata di estinzione del conto in cui gli inte-ressi non dovuti sono stati registrati.

“L'azione di ripetizione di indebito, propo-sta dal cliente di una banca …… con riguar-do ad un contratto di apertura di creditobancario regolato in conto corrente, è sog-getta all'ordinaria prescrizione decennale,la quale decorre, nell'ipotesi in cui i versa-menti abbiano avuto solo funzione ripristi-natoria della provvista, non dalla data di

IL VALORE della Professione

di Giovanna Grande

PRATICA E DIRITTO FINANZIARIO

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annotazione in conto di ogni singola postadi interessi illegittimamente addebitati, madalla data di estinzione del saldo di chiusu-ra del conto, in cui gli interessi non dovutisono stati registrati. Infatti, nell'anzidettaipotesi ciascun versamento non configuraun pagamento dal quale far decorrere, overitenuto indebito, il termine prescrizionaledel diritto alla ripetizione, giacché il pa-gamento che può dar vita ad una pre-tesa restitutoria è esclusivamentequello che si sia tradotto nell'esecu-zione di una prestazione da parte delsolvens con conseguente spostamen-t o p a t r i m o n i a l e i n f a v o r edell’accipiens” Cass. sentenza n.244108/2010. Tale sentenza ha ripreso ilprincipio già fissato con la sentenza dellaCassazione del 13 aprile 2005 n. 7651, ovve-ro: “ Non si può pertanto ipotizzare il de-corso del termine di prescrizione del dirittoalla ripetizione se non da quando sia inter-venuto un atto giuridico definibile comepagamento, che l’attore pretende essereindebito, perché prima di quel momentonon è configurabile alcun diritto di ripeti-zione. Né tale conclusione muta nel caso incui i pagamento debba dirsi indebito inconseguenza dell’accertata nullità del nego-zio giuridico in esecuzione al quale è statoeffettuato, altra essendo la domanda voltaa far dichiarare la nullità di un atto, chenon si prescrive affatto, altra quella voltaad ottenere la condanna alla restituzione diuna prestazione eseguita: sicché questacorte ha già in passato chiarito che , conriferimento a quest’ultima domanda, il ter-mine di prescrizione inizia a decorrere nondalla data della decisione che abbia accer-tato la nullità del titolo giustificativo delpagamento ­­­­­­ma da quella del paga-mento stesso.

Chiarito che la prescrizione comincia a de-correre per ogni rimessa solutoria, si pone ilproblema della prova sulla natura delle ri-messe, al riguardo vi sono due orientamen-ti.

Secondo il primo orientamento l’onere

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della prova grava sulla banca:“la natura ri-pristinatoria delle rimesse è presunta:spetta dunque alla banca che eccepisce laprescrizione di allegare e di provare qualisono le rimesse che hanno invece naturasolutoria (cfr. Cass. Sez. I, n. 26 febbraio2014, n. 4518; con la conseguenza che, afronte della formulazione genericadell’eccezione, indistintamente riferita atutti i versamenti intervenuti sul cono indata anteriore al decennio decorrente aritroso dalla data di proposizione della do-manda, il giudice non può supplireall’omesso assolvimento di tali oneri, indi-viduando d’ufficio i versamenti soluto-ri” (Csass., sez, VI-I, 7 settembre 2017, n.20933).

“Grava sulla banca, a fronte di un rap-porto di conto corrente con apertura di cre-dito, l’onere di allegare, ai finidell’ammissibilità dell’eccezione di prescri-zione – e poi di provare, ai fini della fonda-tezza dell’eccezione, - non solo il mero de-corso del tempo, ma anche l’ulteriore circo-stanza dell’avvenuto superamento, ad ope-ra del cliente, del limite dell’affidamento.Tale attività di allegazione, per quanto“attenuata” nella relativa deduzione (e, cio-è, senza la necessità di un’allegazione ana-litica delle rimesse ritenute solutorie), deve,però, comunque recare un grado di specifi-cità tale da consentire alla controparte unadeguato esercizio di difesa sul punto, e, inmancanza, la relativa eccezione deve essererespinta, in quanto genericamente formu-lata (prima che infondata). Tale dato costi-tuisce infatti il fondamento del fatto estinti-vo della pretesa azionata in giudiziodall’attore, dal momento che solo nelle ope-razioni extra-fido può ravvisarsiun’attività solutoria, con decorso della pre-scrizione dalla data del versamento, anzi-ché dalla data di chiusura del conto. Nellaspecie, la banca, nel sollevare l’eccezione diprescrizione in primo grado, non avevaallegato, sussistendo un’apertura di creditoe quindi un affidamento, che vi erano state,nel corso del rapporto bancario, rimesse

IL VALORE della Professione

La prescrizionenel rapporto di conto corrente

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effettuate ultrafido, non più ripetibili essen-do decorsi 10 anni (art. 2033)” (Cass., sez.I, 24 maggio 2018, n. 12977).

Secondo un altro orientamento “non com-pete alla banca convenuta fornire specificaindicazione delle rimesse solutorie cui è ap-plicabile la prescrizione. Un tale incomben-te è estraneo alla disciplina positivadell’eccezione in esame. Una volta che laparte convenuta abbia formulato la pro-pria eccezione di prescrizione, compete algiudice verificare quale rimesse, per essereripristinatorie, o attuate su di un conto inattivo, siano irrilevanti ai fini della prescri-zione, non potendosi considerare quali pa-gamenti”; “non si vede per quale ragione labanca che eccepisca la prescrizione debbaessere gravata dell’onere di indicare i dettiversamenti solutori (su cii la detta prescri-zione possa, poi, in concreto operare)”.(Cass. Sez. V-I, 22 febbraio 2018, n. 4372)

In tale situazione di incertezza la Cassazio-ne con ordinanza n. 27680 del 30 ottobre2018 ha rimesso la questione alle SezioniUnite.

Oltre alle citate questioni giuridiche,l’argomento richiede la preliminare risolu-zione di problemi tecnici inerenti il calcolodel saldo al fine di verificare il superamentodel fido, in particolare:

1)-il saldo da considerare è il saldo bancadesumibile dagli estratti conto, oppure ilsaldo in linea capitale ottenuto depurando ilsaldo banca dagli addebiti delle competenzein contestazione?

Secondo la Corte di Appello di Torino, sen-tenza n. 205 del 26/01/07, occorre consi-derare il saldo indicato dalla bancasenza alcuna rettifica, in quantol’epurazione delle competenze comportereb-be dover agire a ritroso fin dall’apertura delconto, quindi agire anche nei periodi giàprescritti vanificando l’effetto della prescri-zione che impone l’intagibilità delle sommeversate, ancorché illegittimamente.

2)-Nel calcolo del saldo le operazioni van-no classificate per “data contabile”, per“data valuta” o per “data disponibilità”?

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La tecnica corretta sembra sia la classifica-zione per “data disponibilità”, tenendo con-to di tutte le operazioni effettuate anche senon ancora contabilizzate, il che comporta ilricalcolo del conto scalare che nella prassibancaria è impostato su “data valuta”;

3)-Come comportarsi in caso di parità di“data disponibilità” per operazioni di segnocontrario?

Secondo la tecnica indicata nelle procedu-re fallimentari occorre dare priorità agli ac-crediti;

4)-Come imputare le rimesse tra quotacapitale e quota interessi?

Il criterio legale dettato dal comma 2dell’art. 1194 c.c., cioè: “Il pagamento fattoin conto di capitale e d’interessi deve essereimputato prima agli interessi”, risulta e-sclusivamente applicabile ove entrambi icrediti, per capitale ed interessi, siano liqui-di ed esigibili. Nel contratto di apertura dicredito il capitale diviene liquido ed esigibi-le solo alla scadenza.

La Cassazione (sentenza n.10941 del26/5/16), dopo aver ribadito il principio se-condo cui l’applicazione dell’art. 1194 c.c. “…postula che il credito sia liquido ed esigibi-le, dato che questo, per la sua natura, pro-duce gli interessi, ex art. 1282 c.c.”, conclu-de che “…potrebbe quindi ritenersi lasimultanea ricorrenza dell’esigibilitàe liquidità di capitale ed interessi peril credito che superi il fido e per i re-lativi interessi, rimanendo differitatale simultaneità per il credito entroil fido al saldo di chiusura del rap-porto e dell’apertura di credito…”

Ne deriva che la rimessa effettuata su con-to con saldo passivo oltre il limite del fido,in cui sia il capitale che gli interessi sonoentrambi liquidi ed esigibili, va imputata inprimis agli interessi relativi all’extrafido,successivamente al capitale in extra fido eper l’eventuale parte residua assume naturaripristinatoria delle disponibilità del fidoconcesso.

IL VALORE della Professione

La prescrizionenel rapporto di conto corrente

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La nuova versione dell’art. 11 del D.Lgs.21/11/2007, n. 231 (attuazione delle direttive2005/60/CE e 2006/70/CE concernente laprevenzione dell'utilizzo del sistema finanzia-rio a scopo di riciclaggio dei proventi di attivi-tà criminose e di finanziamento del terrori-smo), per come modificato dal D.Lgs. 25 mag-gio 2017, n. 90, all’art. 11, disciplina l’attivitàdegli organismi di autoregolamentazio-ne (tale è il nostro Consiglio Nazionale), di-sponendo che, fermi titolarità e poteri di con-trollo da parte delle autorità preposte(Ministero dell'economia e delle finanze, Au-torità di vigilanza di settore, Unità di infor-mazione finanziaria per l'Italia, Direzione in-vestigativa antimafia, Nucleo Speciale di Poli-zia Valutaria della Guardia di Finanza), gliorganismi di autoregolamentazione, le loroarticolazioni territoriali e i consigli didisciplina, promuovono e controllano l'os-servanza degli obblighi previsti da parte deiprofessionisti iscritti nei propri albi ed elen-chi.

Sempre l’art. 11 del citato D.Lgs. 231/2007,al comma 2, stabilisce che “gli organismi diautoregolamentazione sono responsabilidell'elaborazione e aggiornamento di regoletecniche” che devono essere adottate, previo ilparere del Comitato di Sicurezza Finanziaria(organismo cui è demandata la materiadel contrasto al riciclaggio dei proventidi attività criminose e dell’attività deiPaesi che minacciano la pace e la sicu-rezza internazionale), “in materia di pro-cedure e metodologie di analisi e valutazionedel rischio di riciclaggio e finanziamento delterrorismo cui i professionisti sono espostinell'esercizio della propria attività, di con-trolli interni, di adeguata verifica, anchesemplificata della clientela e di conservazio-

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Le “Regole Tecniche” del CNDCEC

ne”.Gli organismi di autoregolamentazione, an-

che attraverso le le proprie articolazioni terri-toriali, devono quindi garantire l'adozione dimisure idonee a sanzionare l'inosservan-za delle predette regole e sono sentiti dallaUIF ai fini dell'adozione e dell'aggiornamentodegli indicatori di anomalia (ai finidell’indivuazione delle operazioni sospette)che li riguardino.

Gli stessi organismi di autoregolamentazio-ne, unitamente alle proprie articolazioni terri-toriali, “sono responsabili della formazione edell'aggiornamento dei propri iscritti in ma-teria di politiche e strumenti di prevenzionedel riciclaggio e di finanziamento del terrori-smo.”

E proprio in attuazione di quanto disposto,il nostro Consiglio Nazionale, nella sedutadello scorso 16 gennaio ha approvato tre re-gole tecniche, rivolte a tutti gli iscritti, riser-vandosi di promuovere nei prossimi sei mesispecifiche attività di formazione in mo-dalità e-learning e di emanare linee gui-da di natura semplificativa. Tali regole tecni-che, al termine dei sei mesi dedicati alla for-mazione, “saranno considerate vincolan-ti per gli iscritti”.

L a R e g o l a t e c n i c a n . 1(autovalutazione del rischio), concernel’obbligo di valutazione del rischio di riciclag-gio e/o di finanziamento del terrorismo con-nesso alla nostra attività professionale el’adozione di presìdi e procedure adeguati allanatura ed alla dimensione degli studi al finedi mitigare i rischi rilevati.

Per adempiere all’obbligo di valutazione laregola tecnica predisposta dal CNDCEC pro-pone l’adozione di una scala graduata in ter-mini di rilevanza e di intensità di “rischio ine-

IL VALORE della Professione

di Antonio Bevacqua

ANTIRICICLAGGIO e CFT

Il Consiglio Nazionale ha emanato regole tecniche che,decorsa l’attività di formazione prevista nei prossimi sei mesi,

saranno considerate vincolanti per gli iscritti

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rente, vulnerabilità e rischio residuo” da ap-plicare ai fattori di rischio quali la tipologiadella clientela, l’area geografica di operatività,le modalità di espletamento della prestazioneprofessionale ed i servizi offerti. Per cui, unavolta rilevati i livelli di rischio residui, si do-vrà procedere ad attivare le azioni necessariealla loro gestione e o mitigazione.

L’autovalutazione del rischio, di cui agli artt.15 e 16 del D.Lgs. 231/2007, nel rispetto dellaregola tecnica n. 1, dovrà essere effettuata concadenza triennale, la prima volta sulla ba-se dell’ultima analisi del rischio nazionale cu-rata dal Comitato di Sicurezza Nazionale(attualmente quella dell’anno 2014), aggior-nandola all’indomani della pubblicazione diquella nuova. L’analisi del rischio dovrà quin-di avere cadenza triennale, salvo effettuareaggiornamenti all’insorgere di nuovi rischi odopportunità.

La documentazione relativa all’ autovaluta-zione dovrà essere conservata ed essere di-sponibile sia per le autorità preposte(Ministero dell'economia e delle finanze, Au-torità di vigilanza di settore, Unità di infor-mazione finanziaria per l'Italia, Direzione in-vestigativa antimafia, Nucleo Speciale di Poli-zia Valutaria della Guardia di Finanza), siaper il CNDCEC e le sue articolazioni territo-riali.

A monte dell’emanazione delle Regole tecni-che, il CNDCEC ha effettuato un’attenta map-patura e classificazione delle nostre prestazio-ni professionali al fine di verificare il livello di“rischio inerente”, connesso alle stesse. Illavoro fornito dal nostro CN si rivela di gran-de utilità perché consente di verificare i varilivelli di rischio insiti nelle prestazioni le qua-li, sulla base dello studio effettuato, vengonoclassificate in:

-prestazioni a rischio non significativo;-prestazioni a rischio poco significativo;-prestazioni a rischio abbastanza significati-

vo;-prestazioni a rischio molto significativo.Le “prestazioni a rischio non signifi-

cativo” individuate dal CNDCEC sono venti-quattro:

1-Collegio sindacale;2-Apposizione del visto di conformità su

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dichiarazioni fiscali;3-Predisposizione di interpelli con richiesta

di chiarimenti circa l’applicazione di norme,ancorchè contestualizzati a casi concreti coninoltro a Ministeri e Agenzie fiscali;

4-Risposte a quesiti di carattere fiscale esocietario con cui si chiede quale sia la corret-ta soluzione in base a norme di legge dellafattispecie prospettata. Il quesito può essereastratto o contestualizzato con dati oggettivi(anagrafici e di valore). Pareri pro-veritate;

5-Incarico di curatore, commissario giudi-ziale e commissario liquidatore nelle proce-dure concorsuali (art. 182 l.f.), giudiziarie eamministrative;

6-Liquidatore di società nominato dal tribu-nale (ex artt. 2487 e 2487-bis c.c.);

7-Attività degli amministratori giudiziari exart. 2 d.lgs. 4 febbraio 2010, n. 14;

8-Commissario giudiziale nelle amministra-zioni straordinarie;

9-Incarico di ausiliario del giudice incarica-to di perizie e consulenze tecniche su incaricodell’autorità giudiziale in ambito civile (artt.61-64 c.p.c.) e penale( art. 225 c.p.p.);

10-Amministratore giudiziario (ex art. 2409c.c.);

11-Operazioni di vendita di beni mobili regi-strati e immobili nonché formazione del pro-getto di distribuzione, ex art. 2, co. 3, lett. e),l. 14.05.2005, n. 80;

12-Incarico di custode giudiziale di beni edaziende (art. 560, art. 676 c.p.c.);

13-Redazione di stime, giurate e non, su in-carico dell’autorità giudiziale (art. 193 c.p.c.);

14-Componente Organismo di Composizio-ne della Crisi ex legge n. 3/2012;

15-Docenze a corsi, convegni, master e simi-li anche mediante formazione a distanza;

16-Direzione, coordinamento e/o consulen-za scientifica per l’organizzazione di attività diformazione in aula o a distanza;

17-Partecipazione a comitati di redazione e/o comitati scientifici di riviste, periodici, librie giornali sia cartacei che sul web;

18-Redazione e aggiornamento di libri o diarticoli e saggi su giornali, riviste, libri e ban-che dati;

19-Direzione e/o coordinamento editorialedi riviste, periodici, libri, giornali cartacei e

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Le “Regole Tecniche” del CNDCEC

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on-line, banche dati;20-Gestione di rubriche tematiche e/o di

risposta a quesiti e/o chat su riviste, periodici,libri, giornali, banche dati, portali, ecc.;

21-Pareri giuridici pro-veritate redatti siaoralmente che per iscritto, anche se per il tra-mite di terze società o enti di servizio che cu-rano la gestione verso l’utente finale;

22-Componente di organismo di vigilanzaex d.lgs. 231/2001;

23-Invio telematico di Bilanci (elenco soci,verbali di approvazione di bilanci, relazionedei sindaci e dei revisori) e pratiche varie agliuffici pubblici competenti (ad esempio le“comunicazioni uniche d’impresa” e gli inviiassimilati);

24-Predisposizione presso gli uffici pubblicicompetenti (SIAE, Ministero sviluppo econo-mico, CCIAA ecc.) di pratiche di prima iscri-zione e rinnovo per la tutela di diritti (marchi,diritti di privativa, brevetti, software).

La presenza di rischi non significativinell’espletamento delle suddette attività pro-fessionali deriva, secondo l’analisi del CN, daipresìdi di mitigazione forniti dall’osservanzadi norme ed obblighi di condotta che gover-nano lo svolgimento di uffici e funzioni svolte.

Le prestazioni a rischio inerente “poco si-gnificativo” vengono così individuate:

1-Amministrazione e liquidazione di azien-de, patrimoni, singoli beni;

2-Assistenza, consulenza e rappresentanzain materia tributaria;

3-Consulenza contrattuale;4-Custodia e conservazione di beni e azien-

de;5-Valutazione di aziende, rami d’aziende,

patrimoni, singoli beni e diritti.Quelle a rischio inerente “abbastanza si-

gnificativo” sono invece:1-Amministrazione di società, enti, trust o

strutture analoghe;2-Assistenza per richiesta finanziamenti;3-Assistenza e consulenza societaria conti-

nuativa e generica;4-Attività di valutazione tecnica

dell’iniziativa di impresa e di asseverazionedei business plan per l’accesso a finanziamen-ti pubblici;

5-Consulenza aziendale;

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6-Consulenza economico-finanziaria;7-Costituzione/liquidazione di società, enti,

trust o strutture analaghe;8-Tenuta della contabilità;9-Consulenza in materia di redazione del

bilancio;10-Revisione legale dei conti.Una sola, infine, la prestazione professiona-

le “a rischio inerente molto significati-vo”:

1-Consulenza in operazioni di finanza stra-ordinaria.

Le classificazioni fin qui fornite servono adeseguire la valutazione del rischio sia con rife-rimento alla figura del cliente, sia alla presta-zione professionale resa, attribuendo una se-rie di punteggi la cui modalità è puntualmen-te indicata nel documento “Obblighi di valu-tazione del rischio, adeguata verifica dellaclientela, conservazione dei documenti, deidati e delle informazioni: regole tecniche aisensi dell’art. 11, co. 2, del d.lgs. 231/2007come modificato dal d.lgs. 25 maggio 2017,n. 90”, redatto dal CNDCEC, che potrete sca-ricare accedendo al seguente link: http://w w w . c n d c e c . i t / P o r t a l / N e w s /NewsDetail.aspx?id=6c4f9eb5-227f-4094-96dc-0e3e287879ac

La Regola tecnica n. 2 (adeguata veri-fica della clientela) concerne gli obblighi dicui agli artt. da 17 a 30 del D.Lgs. 231/2007,distinguendo l’adeguata verifica in:

-adeguata verifica ordinaria;-adeguata verifica semplificata;-adeguata verifica rafforzata,oltre a trattare dell’individuazione delle Per-

sone Politicamente Esposte, del titolare effet-tivo e del ricorso a terzi per l’effettuazionedell’adeguata verifica.

La regola tecnica n. 3 (conservazionedei dati e delle informazioni) riguarda gliobblighi di conservazione della documenta-zione, in formato cartaceo o informatico.

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Le “Regole Tecniche” del CNDCEC

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Nell'attività lavorativa di un imprenditoreè prassi pressoché quotidiana rivolgersi allebanche per ottenere un finanziamento, siaesso di breve termine come un fido a revocao un anticipo salvo buon fine, sia esso dimedio-lungo termine come un mutuo o unleasing.

E altrettanto frequente è la richiestaall'imprenditore, da parte delle banche, difornire garanzie per il finanziamento con-cesso, il più delle volte mediante fideiussio-ne personale o dei propri congiunti.

Tutto ciò può avere un senso fintantochél'imprenditore in questione agisce in formaindividuale o quale società di persone; intali casi, come noto, non vi è distinzione trail patrimonio personale e quello aziendale.

La richiesta di fornire garanzie a fronte deifinanziamenti concessi, invece, diventa unadistorsione quando l'imprenditore agiscesotto forma di società di capitali. Questatipologia societaria, infatti, è caratterizzatadalla limitazione della responsabilità al pa-trimonio della società stessa per le obbliga-zioni assunte; i soci la costituiscono propriocon questo preciso scopo, al fine di evitare ilcoinvolgimento del proprio patrimonio per-sonale nelle vicende aziendali.

E allora, ci si domanda, ha senso garantirei debiti di una S.r.l. o di una S.p.A. mediantefideiussione dei soci?

Occorre pertanto impostare una precisastrategia di limitazione dei rischi derivantidal rilascio di garanzie conseguenti all'otte-nimento di credito bancario. Ma ciò, si ripe-te ancora una volta, è possibile solo attra-verso un’oculata gestione aziendale. Vedia-mo perchè.

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Il sistema delle garanzie

Intanto, per capire i motivi della richiestadel rilascio di garanzie, ripartiamo dalla for-mula che abbiamo già incontrato nei prece-denti articoli:

EL = PD x LGD x EAD x MAbbiamo già visto cioè come la perdita at-

tesa dalla banca in sede di affidamento(Expected Loss, EL) sia funzione della pro-babilità di insolvenza dell’impresa(Probability of Default, PD), del rischio diperdita del capitale affidato in caso di insol-venza (Loss Given Default, LGD), del livellodi esposizione al momento dell’insolvenza(Exposure At Default, EAD) e della vita resi-dua del debito al momento di insolvenza(Maturity, M).

Abbiamo anche visto che imprenditore (econsulente) possono agire sulla minimizza-zione della probabilità di default medianteoculate politiche quantitative e andamenta-li; ora esaminiamo la correlazione esistentetra probabilità di default (PD) e rischio dellabanca di perdita del capitale affidato (LossGiven Default, LGD).

Quest’ultima variabile può essere mini-mizzata, da parte della banca, ricorrendo aicosiddetti “sistemi di mitigazione del rischiodi credito”, che altro non sono se non la fa-mosa richiesta di rilascio di garanzie.

Vediamo in concreto quale può esserel’esito di un’istruttoria bancaria in base alladinamica congiunta di PD e LGD:

Cliente di qualità pessima: alta PD,alta LGD.

In questo caso, il cliente della banca è arischio di default e non dispone di garanziesufficienti per mitigare il rischio di perdita

IL VALORE della Professione

di Francesco Rhodio

FINANZA AZIENDALE

Nonostante sia ampiamente diffusa la convinzione contraria,è possibile per le PMI ottenere credito bancario senza il capestro

del rilascio di fideiussioni personali.È però necessario un cambiamento di mentalità gestionale.

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del capitale affidato. Risultato: l’istruttoriaavrà certamente esito negativo. A tal propo-sito, è compito del commercialista educareil cliente sul fatto che le banche non sonoenti di beneficienza per imprenditori maaziende che mirano a conseguire profitti.

Cliente di qualità medio – bassa: altaPD, bassa LGD.

In questo caso, il cliente è a rischio di de-fault ma dispone di garanzie sufficienti permitigare il rischio di perdita del capitale af-fidato. Risultato: l’istruttoria può avere esitopositivo solo grazie alla copertura offertadalle garanzie.

Cliente di qualità media: bassa PD,alta LGD.

In questo caso, il cliente NON è a rischiodi default ma NON dispone di garanzie suf-ficienti per mitigare il rischio di perdita delcapitale affidato. Risultato: l’istruttoria puòavere esito positivo se è possibile ridurre laLGD, ad esempio, attraverso le garanzie for-niti dai Cofidi o dal Medio Credito Centrale.

Cliente di qualità alta: bassa PD, bas-sa LGD.

In questo caso, il cliente NON è a rischiodi default E dispone di garanzie sufficientiper mitigare il rischio di perdita del capitaleaffidato. Qui entriamo nella comfort zone,in cui l’impresa potrà tranquillamente nego-ziare con la banca in ordine alla quantità equalità delle garanzie da fornire, al punto daarrivare, eventualmente ad ottenere finan-ziamenti liberi da garanzie (e non è affattoun’ipotesi irrealistica!).

Analizziamo ora le principali garanzie ri-chieste dal sistema bancario a fronte dellaconcessione di finanziamenti: tipicamenteesse si risolvono in garanzie reali e persona-li.

Garanzie reali: dal latino res (cosa), so-no caratterizzate dalla concessione di unagaranzia consistente in un asset ben deter-minato, tipicamente un bene immobile (per

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Il sistema delle garanziecui la garanzia è costituita dall'iscrizione diipoteca sul cespite) o beni mobili fungibili,quali titoli di credito o merci in magazzino(per cui la garanzia è costituita dalla sotto-scrizione di un pegno); esse limitano il ri-schio di aggressione al solo cespite dato ingaranzia senza estendersi ad altri asset. Losvantaggio per il concedente derivadall’essere utilizzabili una volta sola, cioèdifficilmente gli stessi beni potranno essereposti a garanzia di un altro finanziamento.Ciò vale certamente per il pegno ma ancheper l’ipoteca che, come noto, è caratterizzatadall'avere un grado di iscrizione: una voltaiscritta l'ipoteca su un immobile, l'ulterioregaranzia concedibile sullo stesso immobileassume grado inferiore rispetto al primosoggetto garantito.

Garanzie personali: tipicamente costi-tuite dalle fideiussioni, sono caratterizzatedalla concessione di una garanzia generica-mente riferita all’intero patrimonio perso-nale del garante, che in tal modo viene po-sto a presidio del finanziamento ottenuto.Lo svantaggio per il concedente è quello diessere "a prima richiesta" per cui, in caso diinadempimento del soggetto garantito, labanca escute direttamente il patrimonio delgarante senza preventivamente aggredire ilpatrimonio del garantito (vanificando inte-ramente il presupposto della costituzione diuna società di capitali).

Si comprende bene, a questo punto, che ilrilascio di garanzie personali da parte deisoci di società di capitali è totalmente in-compatibile con il motivo per cui essi stessihanno costituito una siffatta tipologia socie-taria.

Quali possono essere dunque i rimedi perovviare a quella che è una vera propria"distorsione gestionale"?

È indubbiamente buona prassi da par-te dell'imprenditore porre in essere stru-menti di protezione del patrimonio indivi-duale o familiare, quali ad esempio il fondopatrimoniale o i vincoli di destinazione exart. 2645 ter c.c., ma maggiormente rilevan-te è il fatto di introdurre, nella gestione a-

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ziendale, elementi che consentano di mi-gliorare la valutazione del merito creditiziooperata dalle banche, al fine di ridurre laprobabilità di default.

In particolare, stante l'atavica scarsa capi-talizzazione delle imprese italiane, il primopasso da compiere è quello di rinforzare ilcapitale sociale delle aziende richiedenti ilfinanziamento; ciò ha un forte impatto psi-cologico sul finanziatore (la banca), inquanto dimostra la volontà dell'imprendito-re di credere fortemente nel proprio proget-to di business, al punto da investirvi stabil-mente e irrevocabilmente una consistentequantità di denaro.

Accade invece che, anche nelle S.r.l. piùvolenterose, l'eventuale incremento del pa-trimonio netto venga conseguito medianteaccantonamenti a riserva quali, ad esempio,i versamenti in conto capitale che, pur au-mentando il patrimonio netto della società,sono meno "garantisti" agli occhi della ban-ca finanziatrice.

Oltre all'aumento della capitalizzazione,l'imprenditore deve porre in essere accuratepolitiche di controllo della gestione econo-mica e finanziaria, al fine di tenere sottostretto monitoraggio sia la redditività dellapropria impresa sia i flussi finanziari gene-rati o assorbiti dall'attività aziendale; ciòcontribuisce al miglioramento dello scoringcomplessivo di bilancio, che costituisce, co-me noto, uno dei pilastri della valutazionedel merito creditizio.

Inoltre, grande attenzione deve essere ri-posta all'analisi dell'andamento dei rapportitra banche e impresa, al fine di caratterizza-re l'azienda come meritevole della conces-sione dei finanziamenti.

Su quanto poc'anzi enucleato, si rinvia aquanto già esposto in altri articoli apparsisu questa rivista.

In linea generale, la capitalizzazione dellasocietà associata a politiche di equilibrioeconomico e finanziario produce i seguentieffetti:

-rafforza le risorse finanziarie azien-dali e riduce la probabilità di default;

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Il sistema delle garanzie-riduce per le banche l'importo

dell'accantonamento al patrimonio digaranzia previsto dagli accordi di Ba-silea, rendendo così il cliente appeti-bile sul piano del rating attribuito;

-riduce, di conseguenza, l'importan-za per la banca delle garanzie perso-nali e reali, favorendo finanche laconcessione di finanziamenti non as-sistiti da queste ultime.

Può tuttavia accadere che la capitalizzazio-ne venga ritenuta insufficiente dalle banchein ordine all'entità dei finanziamenti richie-sti e/o che il descritto perseguimento dell'e-quilibrio economico-finanziario tramite po-litiche di scoring e di governo dei rapportibanca - impresa possa non assumere un pe-so tale da esentare l'imprenditore da richie-ste aggiuntive di garanzie.

Può allora essere perseguibile una strategi-a di sub-best, consistente nel ricorso alleprestazioni:

-dei consorzi di garanzia fidi (enti solita-mente di natura consortile o cooperativa,che a fronte del pagamento di specifichecommissioni da parte dell'imprenditore ga-rantiscono quest'ultimo nei confronti dellebanche fino a concorrenza di una data per-centuale del finanziamento)

-del fondo di garanzia per le PMI di cuialla Legge 662/1996, gestito dal Mediocre-dito Centrale, che prevede forme di garanziadiretta o di controgaranzia che arrivano finoall'80% del finanziamento concesso. È inol-tre importante ricordare che sulla parte ga-rantita dal Fondo non possono essere acqui-site garanzie reali, assicurative o bancarie.

Infine un consiglio che il commercialistapuò dare al proprio cliente può essere quellodi cambiare banca, se quella con cui essi a-bitualmente lavorano continui fermamentea chiedere garanzie di tipo fideiussorio no-nostante l’aver messo in pratica gli accorgi-menti esposti in questo articolo. Può acca-dere (e accade) che la banca con cui le a-ziende hanno lavorato per anni non sia, inrealtà, il partner finanziario adeguato.

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Il fine mutualistico delle società coope-rative si è evoluto nel tempo, soprattuttoper quanto concerne i benefici di legge ri-servati alle cooperative, e più in particolareper i benefici fiscali.

Tutta la legislazione disciplinante i bene-fici tributari, subordinava infatti il godi-mento dei benefici stessi al mantenimentodi determinati requisiti, che in genere sonosempre stati definiti come requisiti mutua-listici.

In particolare, l’articolo 26 del D.Lgs,n.1577/1947 (c.d. Basevi), indicava, che:“agli effetti tributari si presume la sussi-stenza dei requisiti mutualistici quandonegli statuti delle cooperative siano conte-nute le seguenti clausole: a) divieto di di-stribuzioni dei dividendi superiori alla ra-gione dell’interesse legale ragguagliato alcapitale ef fett ivamente versato;(successivamente l’interesse legale è statosostituito con quello dei buoni postali frut-tiferi maggiorati di due punti); b) divieto didistribuzione delle riserve tra i soci sia du-rante la vita sociale; c) devoluzione, in casodi scioglimento della società, dell’interopatrimonio sociale, dedotto soltanto il capi-tale versato”.

Allo stesso modo, l’articolo 14 del DPRn.601/1973, nel disciplinare le condizionidi applicabilità delle agevolazioni per lasussistenza dei requisiti mutualistici rinviaall’articolo 26 del D.Lgs. n.1577/1947. Invia di interpretazione autentica, l’articolo17 della Legge n.388/2000 aveva poi sanci-to che la soppressione da parte delle societàcooperative delle predette clausole ex arti-colo 26 dovesse comportare per le stessel’obbligo di devolvere il patrimonio effetti-vo in essere alla data della soppressione,dedotti il capitale versato e i dividendi e-ventualmente maturati, ai fondi mutualisti-

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I REQUISITI MUTUALISTICIDELLE SOCIETA’ COOPERATIVE

ci.In tale senso, l’amministrazione finanzia-

ria aveva precisato che il patrimonio effetti-vo dovesse essere inteso quale valore realedel patrimonio, dovendo evidenziare la co-operativa anche il plusvalore dei cespiti ri-spetto ai valori contabili iscritti a bilancio.(Vedi Circolare Ministero delle Finanze 20ottobre 2000, n.195/E).

Tale disposizione appare informata aduna chiara ratio antielusione, volta cioè adevitare che la cooperativa dopo aver accu-mulato un patrimonio godendo dei beneficifiscali ad essa riservati, lo possa in seguitoutilizzare per altre attività di tipo lucrativo.(Vedi Sentenza Cassazione del 14 luglio1997, n.6349).

Dunque con la riforma del diritto socie-tario (D.Lgs.n.6/2003) e la conseguentesuddivisione delle cooperative nelle duecategorie della mutualità prevalente e non,il legislatore ha innanzitutto ridefinito i re-quisiti mutualistici che debbono essere ri-spettati da tutte le cooperative che intenda-no appunto garantirsi lo status di coopera-tiva a mutualità prevalente.

Detti requisiti sono adesso definitidall’articolo 2514 c.c. che indica come lecooperative a mutualità prevalente debba-no prevedere nei propri statuti: a) il divietodi distribuire i dividendi in misura superio-re all’interesse massimo dei buoni postalifruttiferi aumentato di due punti e mezzorispetto al capitale effettivamente versato;b) il divieto di remunerare gli strumentifinanziari offerti in sottoscrizione ai socicooperatori in misura superiore a due puntirispetto al limite massimo previsto per idividendi di cui al punto precedente; c) ildivieto di distribuzione delle riserve accan-tonate fra i soci cooperatori; d) in caso discioglimento della società cooperativa la

IL VALORE della Professione

di Rino Rubino

LE SOCIETA’ COOPERATIVE

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previsione dell’obbligo di devoluzionedell’intero patrimonio sociale – dedottosoltanto il capitale sociale e i dividendi e-ventualmente maturati – ai fondi mutuali-stici per la promozione e lo sviluppo dellacooperazione. In pratica, sono state dunqueriviste e corrette le anzidette clausole“Basevi” di cui all’articolo 26 del D.Lgs.n.1577/1947 con l’aggiunta dell’ipotesi dicui al punto b) in precedenza non contem-plata.

Dunque il recepimento negli Statuti dellequattro clausole anzidette è la condizioneimprescindibile affinchè la cooperativapossa essere qualificata quale cooperativa amutualità prevalente.

Si rileva inoltre che nei confronti dellecooperative sociali, non trova applicazioneil disposto in ordine alla mutualità preva-lente “oggettiva”.

Ai sensi dell’articolo 111-septies. Le coo-perative sociali disciplinate dalla leggen.381/1991 e che rispettino i contenuti del-la legge stessa, sono infatti considerate amutualità prevalente a prescindere dai re-quisiti di cui all’articolo 2513.

Le stesse cooperative dovranno comun-que inserire nei propri statuti le clausole diprevalenza “soggettiva” di cui all’articolo2514 c.c.

La ragione di questa esclusione, dal fattoche la struttura di queste cooperative puòdiscostarsi dal modello protetto generica-mente inteso per il modo in cui si atteggiain esse il requisito della prevalenza. Così adesempio nelle cooperative il cui oggetto so-ciale è quello dell’inserimento dei lavorato-ri svantaggiati, nel momento in cui tali la-voratori non siano soci, l’applicazione deiparametri generali potrebbe infatti condur-re al risultato di non prevalenza della coo-perativa, con la conseguenza di escluderedai benefici relativi una società che perse-gue uno scopo esclusivamente mutualisti-co.

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I REQUISITI MUTUALISTICIDELLE SOCIETA’COOPERATIVE

“Il filo quotidiano” edito da Compact Edi-zioni segna l’esordio letterario di Teresa Mur-gida. L’autrice, di origine calabrese, ha ottenutonumerosi riconoscimenti per la sua poesia.

Questa raccolta è il frutto di un primo posto alconcorso “Metropoli in versi”, dedicato altema della città e dei luoghi del vivere, ideato epromosso da Phoenix Associazione Culturale, incollaborazione con Upter Roma, Teatrocittà ePeriodico Italiano Magazine. Il libro è un cantodelicato e puro di intuizioni elevate.

La scrittura si nutre di semplicità estrema: èproprio nella capacità di osservare il mondo eintroiettare le emotività umane e divine, che lapoetessa ci offre una parte di sé, delle sue emo-zioni più intime e vere.

La poesia con la quale ha vinto il concorso dipoesia è in un foglio di mare:

Mi rannicchio in un fogliotra un punto e una virgola-punto le ginocchia al mento-

Sotto i miei piedialghe d’inchiostro,meduse silenti di versi.

Chiudo gli occhitra i flutti di una frase.Mi trascina al largouna vela bianca di parole.

Sul fondo di un librosono lontana,divento conchigliasono spuma che scrive.

Maria Teresa Murgi-da è nata a Catanzaronel 1976.Vive a Vallefiorita, inprovincia di Catanza-ro.Lavora e gestisce uncentro per la primainfanzia.La scrittura è da sem-pre il punto fermo delsuo quotidiano.

IL VALORE della Professione

POESIAa cura di Rino Rubino

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IL VALORE della Professione

CONVEGNI & FORMAZIONE

... è già tempo di bilanci ...

E’ già tempo di bilanci e l’Ordine, unitamentealla Fondazione, presentano l'evento“BILANCIO 2018. LA REDAZIONE DELBILANCIO E I RIFLESSI FISCALI”.

Il convegno avrà luogo martedì 26 febbraio apartire dalle ore 9,00 a Catanzaro presso lasala congressi dell'Hotel Guglielmo, in Via Aza-ria Tedeschi n. 1.

La partecipazione al convegno darà diritto a n.5 crediti formativi validi ai fini della FPC de-gli iscritti agli Ordini dei Dottori Commercialistie degli Esperti Contabili.

Relatori saranno il Prof. Pierpaolo Ceroli ela Dott.ssa Agnese Menghi.

Il Prof. Ceroli è partner fondatore dello Stu-dio Associato CMNP (Milano – Ancona), Dotto-re Commercialista, Revisore Legale dei Conti,CTU e Giornalista Pubblicista. Collabora stabil-mente con Il Sole 24 Ore e Radio24. E’ autore dinumerosi libri e pubblicazioni in materia fiscalee societaria nelle principali riviste e quotidiani di

settore. Svolge altresì attività di convegnistica.Le sue aree di specializzazione: Societario, Bi-

lancio e analisi, Contenzioso tributario, Interpel-li, Pianificazione fiscale ed Operazioni straordi-narie.

La Dott.ssa Menghi è collaboratrice delloStudio Associato CMNP (Milano – Ancona), eDottore Commercialista, iscritta presso l’ODCECdi Milano. Grazie alla collaborazione con lo Stu-dio e con Il Sole 24 Ore, ha partecipato alla reda-zione di numerose pubblicazioni in materia fi-scale; ha svolto, inoltre, in più occasioni attivitàdi convegnistica.

Le sue aree di specializzazione: Imposizionediretta e indiretta, Fiscalità internazionale, Ac-certamento e Contenzioso tributario, Bilancio eanalisi.

Matteo Maggiorese, come sempre, sarà ilriferimento commerciale del Gruppo Il Sole24 ore.

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Straordinario l’evento tenutosi, sabato 9 febbraio 2019, pressoil ristorante Abbruzzino, stella Michelin, ed allestito dal-la Fondazione Italiana Sommelier -Calabria. Ci sono appunta-menti imperdibili, così quando la sommelier Laura Boccuto, cheha organizzato, mi ha girato la locandina “Cirò e il gagliop-po, un’altra armonia” con la partecipazione di Matteo Gallel-lo redattore di Porthos, ho prenotato e ho pensato “que la fêtecommence …” già la festa del 50° anniversario della DOC Ci-rò “settima doc creata in Italia”…Leggi l’articolo su:www.vinocalabrese.it/cirogallello/Ecco la serata attraverso una galleria di immagini dei fantastici piattidi Luca Abbruzzino e delle etichette in abbinamento:Triglia, nduja, arance e curcuma: rosati Il fegò di Rocco Pirito eCirò Rosato di Tenuta del Conte;Brasato di manzo, cavolo viola e cipolla rossa: rossi CaraconessaMelissa di Fezzigna e Cirò classico Gemme di Dell’Aquila;Plin di coniglio, burro e sugo di arrosto con polvere di ani-ce nero: rossi Cirò classico superiore di Cataldo Calabretta e CiròAris classico superiore di Sergio Arcuri;Maiale, Topinambur, cacao e pera: rossi Cirò Riserva di ‘A vita eCirò classico superiore di Cote di Franze;Dessert Pitta ‘Nchiusa con ‘OX vino da uve stramature di ‘A vita.

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IL VALORE della Professione

di Roberto Polisicchio

Il Cirò e la finezza mediterranea

TEMPO LIBERO DI QUALITA’

Antonio e Luca Abbruzzino

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IL VALORE della Professione

Venerdì 8 febbraio, hopartecipato alla presenta-zione presso la libreriaUBIK di Catanzaro Lidodel libro “Gli Ignoranti”.Vino e libri: diario di unareciproca educazione Por-thos Edizioni con MatteoGallello e alla fine degu-stazione dei vini di Traclòe della cantina Menat.

Ho acquistato una copia, e Matteo uno dei co-autori, ha scritto prima di autografare la miacopia “dedicarsi al lavoro con etica e passione”.parto proprio da qui per parlare di un libro cheho scoperto con un po' di ritardo e che comescrive Sergio Rossi, a pag. 287, “racconta ilpiacere e la gioia insite nel far bene il propriolavoro, qualunque esso sia, cercando di trasfor-mare ogni impedimento in opportunità … cer-cando l’equilibrio tra ciò che si vorrebbe fare eciò che non si può fare…”.

Un sorprendente e bellissimo testo con un beldialogo tra un famoso autore francese di fumettiÉtienne Davodeau e il vignaiolo che producevino con metodi biodinamici Richard Leroyper capire a vicenda le reciproche attività e so-prattutto il senso del “bien-vivre”.

I curatori Italiani sono i citati Sergio Rossi eMatteo Gallello nonchè Ottavio Gibertini e San-dro Sangiorgi, e proprio quest’ultimo nelle pagi-ne finali descrive la “rivoluzione biodinamica e ivini naturali”.

La traduzione del testo originale in francese èdi Raffaella Garruccio.

Durante la brillante con-versazione tra NunzioBelcaro (di Ubik) e Mat-teo Gallello ho appreso ilcontenuto ed individuato,per come si legge anchenella seconda di copertinache tra degustazioni divini e letture di fumetti,incontri con produttoribiodinamici e autori difumetti”, Étienne e Ri-chard scopriranno che iloro lavori hanno a chefare con quell’indefinibileche ci rende “esseri uma-

LETTUREa cura di Roberto Polisicchio

ni”.Erano anni che non leggevoun libro a fumetto, confesso:mi ha attirato tanto sia pertale motivo e sia perché par-la di vigna, potatura, letame,zolfo, vino: l’ho letto conincredibile curiosità nel sen-so più nobile del termine.In appendice tre testi di

Sandro Sangiorgi e Sergio Rossi sulla viticoltu-ra biodinamica, (pag. 275) il mercato del fu-metto francese (281) e il making di questo volu-me (287).

Questa nuova edizione contiene un’intervistaall’autore e una fantastica conversazione pubbli-ca svolta presso il Centre Saint-Louis di Romatra lo stesso autore, Sangiorgi, Andrea Satta,Raffaella Garruccio e Giampolo Gravina (nda, diquest’ultimo ho parlato nella newsletter n. 3 del22 dicembre 2016 pag. 6).

In chiusura dell’evento, prima di far assaggiarei loro vini, hanno preso la parola Nicola Finot-to dell’azienda Menat con sede a Melissa e can-tina a San Nicola, che ha parlato del metodo tra-dizionale di vinificazione in qvevri della Georgia,vale a dire i tradizionali otri in argilla aggiungen-do che la cantina utilizza questo metodo per ivini bianchi e rosati.

Era presente anche Gianni Lonetti che traun assaggio l’altro del loro vino, mi ha detto daquest’anno saranno sul mercato.

Bruno Traclò di Bova che ha descritto i suoivigneti ed il vino che abbiamo degustato, in salac’era anche Carmine Traclò.

Due chicche di vino!

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Capitolo VIII (Parte prima)

Volti lungo il cammino

Il vento non riuscì a calmarsi. Continuò a sve-gliarmi per tutta la notte, e all'indomani trovaiun mare più schiumoso che mai: impossibileraggiungere la Colonna in barca, e mi venne as-sicurato che con quel tempo era quasi impossibi-le anche fare il viaggio via terra. Per forza di cosedovetti aspettare.

Un cielo senza nuvole, un bel sole splendente,caldo come in un'estate inglese, ma la tramonta-na ruggente era fredda e sgradevole. Non esistecondizione atmosferica più pericolosa per la sa-lute. La gente di Cotrone, quelle poche personeche non erano rimaste a casa o al riparo sotto iportici, andava pesantemente ammantata e michiedevo come potessero indossare tali indu-menti sotto un sole così caldo. Teoricamenteconsapevole del pericolo che stavo correndo, ma,alla prova dei fatti, senza pensarci più di tanto,

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sfidai il vento e il sole tutto il giorno: ne guada-gnarono il mio album di schizzi e i miei ricordi.Prima di tutto, diedi uno sguardo alla Cattedra-le, un edificio brutto e privo di interesse, sia dadentro che da fuori. Come tutte le chiese cala-bresi, è imbiancata dalla porta all'altare, le co-lonne non meno delle pareti: un interno freddo edeprimente. Non vidi nessuna immagine con unminimo pregio: una rappresentazione di Cristo,con orribili ferite, era ripugnante quasi quanto lasua esecuzione artistica. Questo realismo di bas-so livello sembra indicare l'influenza spagnola.C'è una copia bronzea in miniatura della statuadel sommo apostolo in San Pietro a Roma, e sot-to c'è un'iscrizione per informare i fedeli che, perordine di Leone XIII, nel 1896, un'indulgenza ditrecento giorni è concessa a chiunque ne baci ilpiede di bronzo e dica una preghiera. Questa co-municazione è abbastanza comune e senza pre-tese, eppure non manca mai di destare un picco-lo turbamento in una mente eretica. Mentre sta-vo lì vicino, un contadino eseguì tale rito misti-co: a giudicare dal suo povero volto malarico,pregò molto seriamente e spero che l'Indulgenzagli abbia giovato. Probabilmente ripeté una sem-plice formula imparata a memoria. Avrei preferi-to che potesse pregare spontaneamente per tre-cento giorni di cibo sano e sufficiente, e per tantianni di governo onesto e capace nel suo paesepesantemente oppresso.

Quando viaggio, visito sempre i cimiteri: mipiace vedere come un popolo commemora i suoimorti, perché le pietre tombali sono molto signi-ficative. Il cimitero di Cotrone si trova sulla rivadel mare, a una certa distanza dal porto, lontanodalle abitazioni: una collina spoglia si affacciasulle sue tombe, e la strada che vi passa è quellache porta a Capo Colonna. Sulla strada passaiper una piccola chiesa in rovina: distrutta, mi fudetto, da un terremoto tre anni prima. La suaposizione solitaria la rendeva interessante, e lacupola con piastrelle colorate (come quella delDuomo di Amalfi) era rimasta intatta, una mac-chia vivace in contrasto con le colline grigie didietro. Il cimitero era indicato da un alto murodi cinta. Suonai una campanella al cancello e fuiammesso da un uomo dal comportamento e dallinguaggio molto più raffinati rispetto alla mediadella gente di quella regione. Mi dispiacque dav-vero che sulla poltrona del Sindaco quella matti-

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Lungo lo Ionio: appunti di un’escursione nel Sud d’ItaliaGeorge Robert Gissing

di Ferdinando Grande

Ferdinando Grande è nato a Catanzaro ma vive aBelfast dove lavora nel supporto tecnico per le retidella Cisco Systems.

Laureato in Lettere Classiche, è titolare di unMaster in Didattica dell'Italiano per parlanti nonnativi ed un Master of Science in eLearning Techno-logies dell'Università dello Hertfordshire(Inghilterra).

Specializzato in glottologia è un attento studiosodel dialetto calabrese.

Ha insegnato presso il Centro Italiano di Cultura diMosca, all'Università Linguistica Statale V. Brusov diYerevan (Armenia) e presso gli Higher Colleges ofTechnology di Abu Dhabi, oltre ad aver ricoperto ilruolo di responsabile per la didattica presso il Conso-lato d’Italia a Gyumri (Armenia).

Per noi sta curando la pubblicazione, a puntate,della traduzione del racconto di viaggio sulla costaionica dello scrittore inglese George Gissing.

INTRODUZIONE: Anche Gissing è costretto a fare iconti con la tramontana di Crotone sotto un solecaldo come quello di un’estate inglese. Come al soli-to le parti più belle e interessanti del suo raccontosono quelle dedicate alla rappresentazione dellepersone conosciute lungo il viaggio. Qui ci fa incon-trare con piacere il custode del cimitero e due gio-vanissimi caprai crotonesi di più di un secolo fa.

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na non ci fosse seduto lui. Ma come guida per ilcampo santo fu piacevolissimo. Era da nove anni- mi disse - che ricopriva l'incarico di custode, ein tale periodo, lavorando con le sue mani, esenza alcun aiuto, aveva trasformato quel postoda uno squallido campo selvatico in un bellissi-mo giardino. Ammirai sinceramente i risultatidel suo lavoro e le mie lodi lo rallegrarono mol-to. Mi chiese espressamente di osservare i gera-ni: ce ne erano di dieci specie diverse, molte del-le quali di dimensioni straordinarie e con magni-fici fiori. Vidi anche rose in grande abbondanza,alte bocche di leone, cespugli di rosmarino emolti altri fiori a me sconosciuti. Continuando aconversare, il giardiniere mi illustrò un po' lasua storia personale: in precedenza era stato ser-vitore di un signore di Cotrone, con il quale ave-va viaggiato in lungo e in largo per l'Europa: sì,era stato anche a Londra, di cui parlava con oc-chi espressivamente grandi e scuotendo la testacon uguale espressività. Che qualcuno andassedalla Calabria all'Inghilterra gli sembrava abba-stanza comprensibile, ma si meravigliava che ioavessi pensato che valesse la pena venire dall'In-ghilterra in Calabria. Era molto raro che potessemostrare il suo giardino a qualcuno di un paeselontano: no, il posto era troppo povero, gli allog-gi troppo grezzi, c'era bisogno di un certo corag-gio, e rise, scuotendo di nuovo la testa.

Le tombe comuni erano contrassegnate da unapiccola croce di legno e, dove era stata posta an-che una lapide, per lo più vi erano rappresentatiun teschio e delle ossa incrociate. Intorno alcampo c'era una serie di cappelle mortuarie, cu-pe e brutte. Un'eccezione a questa opaca magni-ficenza nella morte era la lapide di marmo, fissa-ta da poco sul muro, in memoria di un Luciferodi quella famiglia, ancora eminente, a cui appar-teneva il vescovo sacrilego(1). La rappresenta-zione era una buona imitazione di quelle nobilitavolette sepolcrali che abbondano nel museo diAtene: una figura che si congeda dagli altri comese stesse andando in viaggio. I Lucifero avevanomostrato buon gusto nella scelta di questa anticasimbologia greca: non è mai stato concepito nes-sun ornamento migliore per una tomba, né unoche possa essere ugualmente commovente. Aipiedi della lastra di marmo era stata scolpita unacivetta: un uccello, mi informò il mio amico,molto comune da quelle parti.

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Quando mi congedai, il gentile amico mi donòun grande mazzo di fiori, accuratamente selezio-nati, rammaricandosi molto che la stagione, or-mai inoltrata, non permettesse una maggiorescelta. La sua semplice buona indole e la sua in-telligenza mi conquistarono fortemente. Mi pia-ce pensarlo ancora tranquillamente felice, tra lesue mura del suo giardino, mentre si prende cu-ra dei fiori che crescono sopra i morti di Cotro-ne.

Tornando di nuovo in città, mi fermai a osser-vare più da vicino la chiesetta in rovina e, men-tre ero così assorto, due ragazzi, che conduceva-no un gregge di capre, si fermarono a guardarmi.Quando uscii di nuovo sulla strada, il più giova-ne di questi si avvicinò con modestia e mi pregòdi dargli un fiore a sua scelta: una rosa. Lo feci,con grande soddisfazione per lui e non minoreper me: fu una cosa piacevole trovare un ragazzoche per strada chiedesse qualcosa di diverso daisoldi. I calabresi, tuttavia, si distinguono per ilrispetto che hanno di sé stessi: sono molto diver-si dai nativi del distretto napoletano. Poco dopovidi che l'amico più grande si era appropriato delfiore, che teneva al naso mentre camminava afatica. Dopo inutili rimostranze, l'altro si avvici-nò di nuovo a me, mostrando una certa vergo-gna: gli avrei fatto un altro regalo? Questa voltanon una rosa, non si sarebbe azzardato a chie-derlo, ma questo piccolo e indicò un ramoscellodi geranio. Il ragazzo mostrava una grazia chemi spinse a parlargli, anche se trovavo il suo dia-letto molto difficile. Vedendoci in buoni rappor-ti, il ragazzo più grande si avvicinò e di colpo fe-ce una domanda strana: quando sarebbe stataricostruita la chiesa in rovina sul fianco dellacollina? Naturalmente, risposi che non ne sape-vo nulla, ma questa risposta venne consideratasemplicemente evasiva e, dopo un minuto o due,il ragazzo mi interrogò di nuovo. L'avrebbero ri-costruita l'anno seguente? Allora cominciai a ca-pire: avendomi visto esaminare le rovine, il ra-gazzo aveva dato per scontato che io fossi un ar-chitetto, lì per lavoro, e non credo di essere riu-scito a convincerlo che non fosse così. Quandodisse addio si girò a osservarmi con un sorrisomalizioso, come per dire che naturalmente mi e-ro rifiutato di parlargli di una questione così im-portante come la costruzione di una chiesa, mache a lui, comunque, non si poteva darla a bere.[Continua…]

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Lungo lo Ionio:appunti di un’escursionenel Sud d’Italia

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CATANZARO D’ALTRI TEMPI

IL VALORE della Professione

di Rino Rubino