14 Marzo 2018 S GIOVANI online il sito dedicato€¦ · Internet e dei social network». A chi...

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«Siamo qui!». Si aprono le iscrizioni all’incontro di agosto i aprono oggi le iscrizioni all’ap- puntamento in programma a Ro- ma per l’11 e 12 agosto prossimi, che vedrà papa Francesco assieme ai gio- vani italiani. L’iniziativa, promossa dal Ser- vizio nazionale per la pastorale giovanile, guarda al Sinodo dei giovani di ottobre e sarà animata dallo slogan «Siamo qui!». Un evento al quale i gruppi diocesani ar- riveranno dopo aver vissuto l’esperienza di «Per mille strade», i cammini lun- go percorsi significativi spar- si in tutta la Penisola. Per iscriversi, si legge nel sito della Pa- storale giovanile, i gruppi e le singole persone devono far riferimento alle dio- cesi o alle proprie aggregazioni laicali (associazioni, movimenti, gruppi di vi- ta consacrata). Da oggi, poi, sarà attivo il sito dedicato che permetterà di completare le proce- dure di iscrizione. Sarà possibile sceglie- re i due pacchetti, con o senza pasti. En- trambi prevedono il kit del pellegrino, l’as- sicurazione, i biglietti Atac per i trasporti a Roma e la quota di solidarietà. Nel pac- chetto «completo» è inclusa anche la «giornata alimentare» (cena del sabato, colazione e pranzo della domenica). Il programma prevede per l’11 agosto l’ar- rivo al Circo Massimo dalle 13; alle 18.30 l’arrivo del Papa e, a seguire, la Veglia di preghiera per il Sinodo; la cena, la festa e la notte bianca. Il giorno seguente i gio- vani saranno in San Pietro per la Messa e l’Angelus con il Papa. S MATTEO LIUT social network entrano nel cuo- re del Sinodo e portano lì, al cen- tro del dibattito che darà forma ai futuri cammini di accompagna- mento della Chiesa rivolti alle nuove generazioni, la voce di migliaia di ra- gazzi da tutto il mondo che altrimenti mai avrebbero potuto far sentire le proprie ragioni. Alla Riunione presinodale che si terrà dal 19 al 24 marzo prossimi a Roma, al Pontificio Collegio «Mater Eccle- siae», infatti, a fianco dei gruppi di la- voro nei quali si divideranno i 315 ra- gazzi giunti dai cinque continenti, ce ne sarà uno in più per ognuna delle sei lingue: quello dei partecipanti attra- verso Facebook. Nelle scorse settimane, infatti, la Se- greteria del Sinodo dei vescovi aveva lanciato a tutti i giovani dai 16 ai 29 anni l’invito a iscriversi a uno dei sei gruppi linguistici creati ad hoc sulla grande rete sociale. «In migliaia han- no risposto – raccontano i responsa- bili del progetto – e abbiamo gruppi anche di duemila partecipanti». Ad a- nimare il confronto online partito due giorni fa con i primi post contenti le domande che poi guideranno anche i lavori romani della prossima setti- mana, c’è un gruppo di una ventina di moderatori, tre o quattro per ogni a- rea linguistica. «Spetta a loro control- lare che i partecipanti rispettino le re- gole accettate al momento dell’iscri- zione – proseguono dalla Segreteria del Sinodo –: dare risposte di non più di 200 parole, non usare un linguag- gio inappropriato, non inviare allega- ti». E come sta andando questa prima fase di confronto? «Le domande sono state lanciate sotto forma di banner – raccontano i responsabili – e i giova- I ni stanno rispondendo. Essendo te- mi molto specifici e grazie alla pre- senza dei moderatori la discussione si sta rivelando molto profonda e pro- ficua». Qualche nota fuori posto c’è, ma non disturba il lavorio che porterà a una sintesi per ogni lingua da por- tare poi, mercoledì prossimo, al grup- po incaricato della prima stesura del documento finale. Il metodo scelto, continuano i pro- motori, «sta rivelando tutto il suo va- lore: intanto perché ha davvero allar- gato la partecipazione, come ha chie- sto il Papa, e poi perché sta permet- tendo a moltissimi ragazzi che mai a- vrebbero potuto essere presenti a Ro- ma di far sentire la propria voce. Ba- sti pensare a tutti quei giovani che vi- vono in Paesi difficili a causa di con- flitti o di coloro che non potrebbero permettersi economicamente il viag- gio; o ancora ai Paesi dalle relazioni diplomatiche complicate. Ad aiutare la discussione del gruppo italiano saranno Giulia Federica, Stel- la e Salvatore. «Sentiamo l’importan- za del compito che ci aspetta – rac- conta Salvatore – ma si tratta di una re- sponsabilità condivisa, proprio in sti- le "sinodale". Abbiamo storie diverse ma tutti abbiamo voglia di metterci al servizio dei giovani che come noi fre- quentano abitualmente il mondo di Internet e dei social network». A chi partecipa ai gruppi verrà data la possibilità di seguire in diretta le ses- sioni plenarie della Riunione presi- nodale, che lunedì mattina sarà a a- perta dal dialogo con papa Francesco. Poi tre giorni di lavori intensi nei grup- pi linguistici. Infine, nell’ultima parte della settimana, spazio alla redazio- ne del documento finale, che verrà sottoposto all’approvazione definiti- va dei partecipanti la mattina di sa- bato 24 marzo. Infine domenica 25 la partecipazione alla celebrazione del- le Palme in San Pietro. Il documento finale, poi, assieme ai contributi pro- venienti dal questionario online lan- ciato l’anno scorso e dal Seminario in- ternazionale sulla condizione giova- nile tenutosi a settembre, aiuterà la stesura dell’Instrumentum laboris che servirà come base per il confronto tra i padri sinodali a ottobre. © RIPRODUZIONE RISERVATA In ascolto La prossima settimana a Roma l’incontro globale voluto dal Papa. Con il Web il confronto si allarga 34 Mercoledì 14 Marzo 2018 Cari giovani, è bello mettere l’intelligenza, che Dio ci dona, a servizio della verità e dei più bisognosi L’appuntamento dei ragazzi italiani con il Papa: per i partecipanti da oggi online il sito dedicato GIOVANI Hackathon. Sfida digitale per il Vangelo I LARIA SOLAINI n’app che aiuta i medici a co- noscere il quadro diagnosti- co dei rifugiati tramite un da- tabase condiviso, un’applicazione per mettere in rete gli eventi legati al volontariato e un viaggio in realtà aumentata tra le religioni del mon- do. Sono le tre risposte tecnologiche proposte dai vincitori al Vhacks, il primo Hackathon ospitato dal Vati- cano. Gli studenti premiati proven- gono dall’Università di Calgary, in Canada, e dalla Georgetown Uni- versity di Washington Dc, ma a sfi- darsi nelle cosidetta "gara tra diver- se" le intelligenze sono stati 120 u- niversitari giovani di diverse univer- sità di tutto il mondo. L’idea - sposa- ta dalla Segreteria per la Comunica- zione del Vaticano - è nata da uno studente, Jakub Florkiewicz, che ha condiviso il progetto con padre Eric Salobir, domenicano e fondatore della rete Optic, e con un sacerdote appassionato di tecnologie, padre Philip Larrey. «Abbiamo invitato i ra- gazzi per vedere quale risposta tec- nologica potevano dare per poter fa- re un passo verso la soluzione di pro- blemi come il dialogo culturale - ca- ratteristica dell’ambiente in cui si svolgono gli Hackathon - e la pro- blematica più cara al Santo Padre, che sono i migranti e i rifugiati» ha monsignor Lucio Adrian Ruiz, se- gretario della Segreteria per la Co- municazione. Tre le sezioni premiate e finanziate con un assegno da 2mila dollari cia- scuno: inclusione sociale, dialogo in- terreligioso e "migranti e rifugiati": «adesso inizia la vera sfida per i vin- citori, ovvero trasformare in realtà i progetti» ha rilanciato monsignor A- drian Ruiz al termine della tre gior- ni con i giovani. Parlando con loro e guardandoli negli occhi si è percepita tutta la loro felicità e la loro emozio- ne perché «essere stati scelti dalla propria università; lavorare e impe- gnarsi in progetti per aiutare il pros- simo – ha confidato un ragazzo che arriva da New Delhi, India, in un’in- tervista al sito d’informazione Vati- can News – ti fa comprendere me- glio le necessità del mondo in cui vi- vi». «Spero che questo sia solo il pri- mo degli Hackathon ospitati dal Va- ticano e che potrà essercene uno o- gni anno», ha concluso Adrian Ruiz. © RIPRODUZIONE RISERVATA U Torino. L’allarme della Giornata Caritas «Tra gli under 34 povertà in aumento» DANILO POGGIO erano circa mille operatori e vo- lontari alla ventinovesima edi- zione della Giornata Caritas, l’or- mai tradizionale momento di formazione di tutte le componenti dell’area pastorale carità presenti nell’arcidiocesi di Torino. Il convegno, dedicato ai giovani, ha ap- profondito due aspetti diversi e comple- mentari: partendo dalle povertà e dai biso- gni è arrivato a porre lo sguardo su oppor- tunità e strumenti per accompagnare la cre- scita dei ragazzi attraverso lo slancio del ser- vizio e della fraternità. «Le povertà minorili e giovanili - spiega Pier- luigi Dovis, il direttore diocesano della Ca- ritas - sono una questione urgente, poco co- nosciuta dagli operatori stessi. In 10 anni l’incidenza di povertà tra i 18 ai 34 anni è passata da 1,9% a 10,4% ed è diminuita per gli over 65 dal 4,8% al 3,9%. Riserviamo po- ca attenzione alle povertà dei giovani, as- sommandole soltanto ai bisogni delle fa- miglie». Eppure, la crescita degli individui dovrebbe essere un impegno di tutta la co- munità: «Ecco perché il nostro arcivescovo, Cesare Nosiglia, ha invitato gli operatori del- la carità a partecipare all’assemblea dioce- sana di giugno, dedicata all’accompagna- mento vocazionale». E anche quando i gio- vani si propongono come volontari di carità, non sempre vengono accettati: «Forse noi adulti ci siamo mostrati troppo chiusi. Spes- so i ragazzi vengono utilizzati soltanto per un aiuto concreto e immediato, ma non vie- ne valorizzata la loro portata di innovazio- ne. Invece di introdurre giovani nei nostri gruppi, dovremmo provare ad affiancare ai nostri dei gruppi interamente giovanili e au- tonomi, seguendo l’esempio di Young Ca- ritas. Non è il giovane che serve alla carità, ma è la carità che serve al giovane». © RIPRODUZIONE RISERVATA C STEFANIA CAREDDU a una parola scritta su un post-it personale ad un progetto utile ed origina- le, elaborato in team: è il percor- so che hanno fatto le idee dei 150 partecipanti al «Creative pasto- ral lab» per diventare attività, pronte da realizzare nei diversi contesti ecclesiali, da quello spor- tivo a quello caritativo, degli ora- tori, del discernimento, della scuola e dell’università. Con impegno e un po’ di estro, concetti complessi come "so- gno", "sacrificio", "metafora", "comunità", "incontro", "servi- zio" e "guida" si sono trasforma- ti, dando vita ad uno "Sportello dei sogni", cioè un percorso di accompagnamento per scoprire i propri talenti attraverso azioni concrete. Sono nati anche l’Uf- ficio di orientamento alla vita, incentrato sulla formazione peer to peer con studenti delle supe- riori, l’Agenzia di con-creazione dove raccogliere le esigenze sul territorio e creare opportunità di lavoro per i giovani, e infine il Tour operator virtuale, ovvero un itinerario in realtà aumenta- ta con alcuni testimoni di vita che conduce ad una proposta missionaria. Sono questi infatti i frutti del Fe- stival della creatività, che si è svol- to all’Università Lateranense il 9 e il 10 marzo e ha avuto il suo clou nei laboratori, veri incubatori di idee in cui giovani, educatori, sa- cerdoti e laici si sono messi in gio- co per formulare nuovi modelli pastorali. A partire dagli input of- ferti dai relatori che hanno spin- to ad "uscire" da schemi preco- stituiti, ma anche dalle sollecita- zioni ricevute all’interno di alcu- ni spazi evocativi in cui un video, una frase o la lettura di un brano stimolavano a "vedere" con occhi nuovi. Fino alla fase di costruzio- ne del progetto, in gruppo, se- condo un processo di lavoro uti- lizzato nel management pasto- rale che fa leva sulla sinergia e sul "fare insieme". Così, nell’arco della due giorni romana, i parte- cipanti al «Creative pastoral lab» hanno dato il loro contributo al Sinodo, esprimendo con origi- nalità, come recitava lo slogan dell’appuntamento, «Quale Chiesa dai giovani». © RIPRODUZIONE RISERVATA D Roma. Un «lab» di idee pastorali Bolzano Parole e musica del vescovo per i giovani DIEGO ANDREATTA accompagnata da accattivan- ti videoclip, anche musicali, la lettera pastorale che il vescovo di Bolzano - Bressanone, Ivo Muser, ha indirizzato ai giovani al posto del tradizionale testo per la Quaresima. L’immagine di partenza è quella di u- na slackline - la fettuccia tesa fra due alberi per sfidare l’equilibrio in acro- bazia - in cui monsignor Muser vede i giovani di oggi «perché molte sono le difficoltà, i dubbi e le vertiginose contraddizioni tra le quali dovete ap- prendere l’arte di camminare in e- quilibrio avendo ben chiara la meta. Tante sono le domande che rischia- no di paralizzarvi: la vita, una famiglia, un lavoro». Nonostante questo, il ve- scovo altoatesino trova nei giovani «un profondo desiderio e una decisa volontà che vi spingono a desiderare un cambiamento, a desiderare un mondo migliore». Di qui l’invito deciso: «Abbiate corag- gio! Osate! Siate voi la chiave del cam- biamento! Non concedete spazio nel vostro cuore alla disperazione, non permettete che la rassegnazione abbia in voi il sopravvento». Muser sottolinea l’importanza di relazioni "riuscite" e di amicizie vere, richiamandosi al senso di responsabilità che significa «mette- re in pratica ciò che si è riconosciuto come buono e giusto, affinché il mon- do di domani sia un pochino miglio- re e abbia un volto più umano». Gli spunti della seconda parte della lettera spingono al volontariato e al- l’impegno per il bene comune: «Non realizzate soltanto voi stessi - conclu- de Muser - ma date una forma profon- damente cristiana alla società e al mondo. Trova così un’espressione vi- sibile ciò che chiamiamo vocazione cristiana». © RIPRODUZIONE RISERVATA È Al Sinodo la voce dei social Così partecipano per la prima volta i gruppi su Facebook

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«Siamo qui!». Si aprono le iscrizioni all’incontro di agostoi aprono oggi le iscrizioni all’ap-puntamento in programma a Ro-ma per l’11 e 12 agosto prossimi,

che vedrà papa Francesco assieme ai gio-vani italiani. L’iniziativa, promossa dal Ser-vizio nazionale per la pastorale giovanile,guarda al Sinodo dei giovani di ottobre esarà animata dallo slogan «Siamo qui!».Un evento al quale i gruppi diocesani ar-riveranno dopo aver vissuto l’esperienza

di «Per mille strade», i cammini lun-go percorsi significativi spar-

si in tutta la Penisola.Per iscriversi, si legge nel sito della Pa-storale giovanile, i gruppi e le singolepersone devono far riferimento alle dio-cesi o alle proprie aggregazioni laicali(associazioni, movimenti, gruppi di vi-ta consacrata).Da oggi, poi, sarà attivo il sito dedicatoche permetterà di completare le proce-dure di iscrizione. Sarà possibile sceglie-re i due pacchetti, con o senza pasti. En-trambi prevedono il kit del pellegrino, l’as-

sicurazione, i biglietti Atac per i trasportia Roma e la quota di solidarietà. Nel pac-chetto «completo» è inclusa anche la«giornata alimentare» (cena del sabato,colazione e pranzo della domenica).Il programma prevede per l’11 agosto l’ar-rivo al Circo Massimo dalle 13; alle 18.30l’arrivo del Papa e, a seguire, la Veglia dipreghiera per il Sinodo; la cena, la festa ela notte bianca. Il giorno seguente i gio-vani saranno in San Pietro per la Messa el’Angelus con il Papa.

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MATTEO LIUT

social network entrano nel cuo-re del Sinodo e portano lì, al cen-tro del dibattito che darà forma ai

futuri cammini di accompagna-mento della Chiesa rivolti alle nuovegenerazioni, la voce di migliaia di ra-gazzi da tutto il mondo che altrimentimai avrebbero potuto far sentire leproprie ragioni.Alla Riunione presinodale che si terràdal 19 al 24 marzo prossimi a Roma,al Pontificio Collegio «Mater Eccle-siae», infatti, a fianco dei gruppi di la-voro nei quali si divideranno i 315 ra-gazzi giunti dai cinque continenti, cene sarà uno in più per ognuna delle seilingue: quello dei partecipanti attra-verso Facebook.Nelle scorse settimane, infatti, la Se-greteria del Sinodo dei vescovi avevalanciato a tutti i giovani dai 16 ai 29anni l’invito a iscriversi a uno dei seigruppi linguistici creati ad hoc sullagrande rete sociale. «In migliaia han-no risposto – raccontano i responsa-bili del progetto – e abbiamo gruppianche di duemila partecipanti». Ad a-nimare il confronto online partito duegiorni fa con i primi post contenti ledomande che poi guideranno anchei lavori romani della prossima setti-mana, c’è un gruppo di una ventina dimoderatori, tre o quattro per ogni a-rea linguistica. «Spetta a loro control-lare che i partecipanti rispettino le re-gole accettate al momento dell’iscri-zione – proseguono dalla Segreteriadel Sinodo –: dare risposte di non piùdi 200 parole, non usare un linguag-gio inappropriato, non inviare allega-ti». E come sta andando questa primafase di confronto? «Le domande sonostate lanciate sotto forma di banner –raccontano i responsabili – e i giova-

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ni stanno rispondendo. Essendo te-mi molto specifici e grazie alla pre-senza dei moderatori la discussionesi sta rivelando molto profonda e pro-ficua». Qualche nota fuori posto c’è,ma non disturba il lavorio che porteràa una sintesi per ogni lingua da por-tare poi, mercoledì prossimo, al grup-po incaricato della prima stesura deldocumento finale.Il metodo scelto, continuano i pro-motori, «sta rivelando tutto il suo va-lore: intanto perché ha davvero allar-gato la partecipazione, come ha chie-sto il Papa, e poi perché sta permet-tendo a moltissimi ragazzi che mai a-vrebbero potuto essere presenti a Ro-ma di far sentire la propria voce. Ba-sti pensare a tutti quei giovani che vi-vono in Paesi difficili a causa di con-flitti o di coloro che non potrebberopermettersi economicamente il viag-gio; o ancora ai Paesi dalle relazionidiplomatiche complicate.Ad aiutare la discussione del gruppoitaliano saranno Giulia Federica, Stel-la e Salvatore. «Sentiamo l’importan-za del compito che ci aspetta – rac-conta Salvatore – ma si tratta di una re-sponsabilità condivisa, proprio in sti-le "sinodale". Abbiamo storie diversema tutti abbiamo voglia di metterci alservizio dei giovani che come noi fre-quentano abitualmente il mondo diInternet e dei social network».A chi partecipa ai gruppi verrà data lapossibilità di seguire in diretta le ses-sioni plenarie della Riunione presi-nodale, che lunedì mattina sarà a a-perta dal dialogo con papa Francesco.Poi tre giorni di lavori intensi nei grup-pi linguistici. Infine, nell’ultima partedella settimana, spazio alla redazio-ne del documento finale, che verràsottoposto all’approvazione definiti-va dei partecipanti la mattina di sa-bato 24 marzo. Infine domenica 25 lapartecipazione alla celebrazione del-le Palme in San Pietro. Il documentofinale, poi, assieme ai contributi pro-venienti dal questionario online lan-ciato l’anno scorso e dal Seminario in-ternazionale sulla condizione giova-nile tenutosi a settembre, aiuterà lastesura dell’Instrumentum laboris cheservirà come base per il confronto trai padri sinodali a ottobre.

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In ascolto

La prossima settimana a Roma l’incontro globalevoluto dal Papa. Con ilWeb il confronto si allarga

34 Mercoledì14 Marzo 2018

Cari giovani, è bello mettere l’intelligenza,che Dio ci dona, a servizio

della verità e dei più bisognosi

L’appuntamento deiragazzi italiani con il Papa:per i partecipanti da oggionline il sito dedicato

GIO

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Hackathon. Sfida digitale per il VangeloILARIA SOLAINI

n’app che aiuta i medici a co-noscere il quadro diagnosti-co dei rifugiati tramite un da-

tabase condiviso, un’applicazioneper mettere in rete gli eventi legati alvolontariato e un viaggio in realtàaumentata tra le religioni del mon-do. Sono le tre risposte tecnologicheproposte dai vincitori al Vhacks, ilprimo Hackathon ospitato dal Vati-cano. Gli studenti premiati proven-gono dall’Università di Calgary, inCanada, e dalla Georgetown Uni-versity di Washington Dc, ma a sfi-darsi nelle cosidetta "gara tra diver-se" le intelligenze sono stati 120 u-niversitari giovani di diverse univer-sità di tutto il mondo. L’idea - sposa-ta dalla Segreteria per la Comunica-

zione del Vaticano - è nata da unostudente, Jakub Florkiewicz, che hacondiviso il progetto con padre EricSalobir, domenicano e fondatoredella rete Optic, e con un sacerdoteappassionato di tecnologie, padrePhilip Larrey. «Abbiamo invitato i ra-gazzi per vedere quale risposta tec-nologica potevano dare per poter fa-re un passo verso la soluzione di pro-blemi come il dialogo culturale - ca-ratteristica dell’ambiente in cui sisvolgono gli Hackathon - e la pro-blematica più cara al Santo Padre,che sono i migranti e i rifugiati» hamonsignor Lucio Adrian Ruiz, se-gretario della Segreteria per la Co-municazione. Tre le sezioni premiate e finanziatecon un assegno da 2mila dollari cia-scuno: inclusione sociale, dialogo in-

terreligioso e "migranti e rifugiati":«adesso inizia la vera sfida per i vin-citori, ovvero trasformare in realtà iprogetti» ha rilanciato monsignor A-drian Ruiz al termine della tre gior-ni con i giovani. Parlando con loro eguardandoli negli occhi si è percepitatutta la loro felicità e la loro emozio-ne perché «essere stati scelti dallapropria università; lavorare e impe-gnarsi in progetti per aiutare il pros-simo – ha confidato un ragazzo chearriva da New Delhi, India, in un’in-tervista al sito d’informazione Vati-can News – ti fa comprendere me-glio le necessità del mondo in cui vi-vi». «Spero che questo sia solo il pri-mo degli Hackathon ospitati dal Va-ticano e che potrà essercene uno o-gni anno», ha concluso Adrian Ruiz.

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Torino. L’allarme della Giornata Caritas«Tra gli under 34 povertà in aumento»DANILO POGGIO

erano circa mille operatori e vo-lontari alla ventinovesima edi-zione della Giornata Caritas, l’or-

mai tradizionale momento di formazionedi tutte le componenti dell’area pastoralecarità presenti nell’arcidiocesi di Torino. Ilconvegno, dedicato ai giovani, ha ap-profondito due aspetti diversi e comple-mentari: partendo dalle povertà e dai biso-gni è arrivato a porre lo sguardo su oppor-tunità e strumenti per accompagnare la cre-scita dei ragazzi attraverso lo slancio del ser-vizio e della fraternità.«Le povertà minorili e giovanili - spiega Pier-luigi Dovis, il direttore diocesano della Ca-ritas - sono una questione urgente, poco co-nosciuta dagli operatori stessi. In 10 annil’incidenza di povertà tra i 18 ai 34 anni èpassata da 1,9% a 10,4% ed è diminuita pergli over 65 dal 4,8% al 3,9%. Riserviamo po-

ca attenzione alle povertà dei giovani, as-sommandole soltanto ai bisogni delle fa-miglie». Eppure, la crescita degli individuidovrebbe essere un impegno di tutta la co-munità: «Ecco perché il nostro arcivescovo,Cesare Nosiglia, ha invitato gli operatori del-la carità a partecipare all’assemblea dioce-sana di giugno, dedicata all’accompagna-mento vocazionale». E anche quando i gio-vani si propongono come volontari di carità,non sempre vengono accettati: «Forse noiadulti ci siamo mostrati troppo chiusi. Spes-so i ragazzi vengono utilizzati soltanto perun aiuto concreto e immediato, ma non vie-ne valorizzata la loro portata di innovazio-ne. Invece di introdurre giovani nei nostrigruppi, dovremmo provare ad affiancare ainostri dei gruppi interamente giovanili e au-tonomi, seguendo l’esempio di Young Ca-ritas. Non è il giovane che serve alla carità,ma è la carità che serve al giovane».

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’CSTEFANIA CAREDDU

a una parola scritta su unpost-it personale ad unprogetto utile ed origina-

le, elaborato in team: è il percor-so che hanno fatto le idee dei 150partecipanti al «Creative pasto-ral lab» per diventare attività,pronte da realizzare nei diversicontesti ecclesiali, da quello spor-tivo a quello caritativo, degli ora-tori, del discernimento, dellascuola e dell’università. Con impegno e un po’ di estro,concetti complessi come "so-gno", "sacrificio", "metafora","comunità", "incontro", "servi-zio" e "guida" si sono trasforma-ti, dando vita ad uno "Sportellodei sogni", cioè un percorso diaccompagnamento per scoprire

i propri talenti attraverso azioniconcrete. Sono nati anche l’Uf-ficio di orientamento alla vita,incentrato sulla formazione peerto peer con studenti delle supe-riori, l’Agenzia di con-creazionedove raccogliere le esigenze sulterritorio e creare opportunitàdi lavoro per i giovani, e infine ilTour operator virtuale, ovveroun itinerario in realtà aumenta-ta con alcuni testimoni di vitache conduce ad una propostamissionaria.Sono questi infatti i frutti del Fe-stival della creatività, che si è svol-to all’Università Lateranense il 9e il 10 marzo e ha avuto il suo clounei laboratori, veri incubatori diidee in cui giovani, educatori, sa-cerdoti e laici si sono messi in gio-co per formulare nuovi modelli

pastorali. A partire dagli input of-ferti dai relatori che hanno spin-to ad "uscire" da schemi preco-stituiti, ma anche dalle sollecita-zioni ricevute all’interno di alcu-ni spazi evocativi in cui un video,una frase o la lettura di un branostimolavano a "vedere" con occhinuovi. Fino alla fase di costruzio-ne del progetto, in gruppo, se-condo un processo di lavoro uti-lizzato nel management pasto-rale che fa leva sulla sinergia e sul"fare insieme". Così, nell’arcodella due giorni romana, i parte-cipanti al «Creative pastoral lab»hanno dato il loro contributo alSinodo, esprimendo con origi-nalità, come recitava lo slogandell’appuntamento, «QualeChiesa dai giovani».

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Roma. Un «lab» di idee pastorali

BolzanoParole e musicadel vescovoper i giovani

DIEGO ANDREATTA

accompagnata da accattivan-ti videoclip, anche musicali, lalettera pastorale che il vescovo

di Bolzano - Bressanone, Ivo Muser,ha indirizzato ai giovani al posto deltradizionale testo per la Quaresima.L’immagine di partenza è quella di u-na slackline - la fettuccia tesa fra duealberi per sfidare l’equilibrio in acro-bazia - in cui monsignor Muser vedei giovani di oggi «perché molte sonole difficoltà, i dubbi e le vertiginosecontraddizioni tra le quali dovete ap-prendere l’arte di camminare in e-quilibrio avendo ben chiara la meta.Tante sono le domande che rischia-no di paralizzarvi: la vita, una famiglia,un lavoro». Nonostante questo, il ve-scovo altoatesino trova nei giovani«un profondo desiderio e una decisavolontà che vi spingono a desiderareun cambiamento, a desiderare unmondo migliore». Di qui l’invito deciso: «Abbiate corag-gio! Osate! Siate voi la chiave del cam-biamento! Non concedete spazio nelvostro cuore alla disperazione, nonpermettete che la rassegnazione abbiain voi il sopravvento». Muser sottolineal’importanza di relazioni "riuscite" e diamicizie vere, richiamandosi al sensodi responsabilità che significa «mette-re in pratica ciò che si è riconosciutocome buono e giusto, affinché il mon-do di domani sia un pochino miglio-re e abbia un volto più umano». Gli spunti della seconda parte dellalettera spingono al volontariato e al-l’impegno per il bene comune: «Nonrealizzate soltanto voi stessi - conclu-de Muser - ma date una forma profon-damente cristiana alla società e almondo. Trova così un’espressione vi-sibile ciò che chiamiamo vocazionecristiana».

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Al Sinodo la voce dei socialCosì partecipano per la prima volta i gruppi su Facebook

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