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Anno XX - Numero 73 - Aprile-Giugno 2012

SOMMARIO

LISDHANEWS

2 - LISDHA NEWS N. 73 - APRILE-GIUGNO 2012

Detto fra noiLa neve, una pala e la solidarietà 3

Tra le righeBinari in più 4

L’Avvocato rispondePensione di reversibilità 6

L’Esperto rispondeAdattare l'ascensore si può 8Trasporti per disabili a Varese 9

Spazio ApertoAppello per una vita indipendente 10Multato a Varese sulle strisce blu, fa ricorso e il giudice gli dà ragione 10

AttualitàFarmacie al tuo servizio 11Un uomo con le ali 12A Reatech le soluzioni per vivere meglio 14

FiscoQuando spettano le agevolazioni fiscali 16

AssociazioniAiutare dietro le sbarre 18Un aiuto concreto agli anziani soli 20

EsperienzeLa vita indipendente di Carlo 22

PersonaggiLa scoperta di Frate Ave Maria 24

MobiliàVerso una legge europea sull’accessibilità 26

SegnalazioniPensioni e indennità 2012 27Le novità su congedi e permessi 27Sostegno a tempo pieno per chi ha handicap gravi 27Indennità di frequenza anche senza carta di soggiorno 27Conta solo il reddito dell’assistito 27Appuntamento a Milano con Diversitalavoro 27Vigili in carrozzina a Trani 27

LibriLe mani addosso 30Sogni Coraggiosi 30Il limite che diventa ricchezza 30

Vita da dentroUomini “di parola” o di parole? 31

Direttore Editoriale

Fabrizio Chianelli

Direttore Responsabile

Marcella Codini

Hanno collaborato

a questo numero

Chiara AmbrosioniLaura BelloniBruno BiasciRoberto BofEnnio CodiniCarlo Alberto ColettoDaniela Della BoscaMaria Cristina GallicchioFrancesco GentileEmanuela GiulianiGiuseppe GiulianiOlympia Obonyo

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LA NEVE, UNA PALAE LA SOLIDARIETÀ

Mi piace veder nevicare. Ilpaesaggio, incantevole ospoglio che sia, sotto la

candida coltre assume la medesimadignità; la frenesia rallenta, il fra-stuono mette la sordina e l’ansia divivere un poco si placa. Certo,uscire è difficile, tuttavia l’emergen-za provocata da quello che è statochiamato il “Nevone del ‘12” puòinsegnarci qualcosa di importante.

Ho scoperto, per esempio, chenelle nostre case cittadine, con unpizzico di creatività culinaria, di cuiOlympia è dotata, ed un minimo disobrietà, abbiamo cibo a sufficienzaper sopravvivere degnamente al-meno quindici giorni. Inoltre, navi-gando nel web, ho trovato molte sto-rie che parlano di solidarietà evoglia di sorridere pur nelle diffi-coltà, caratteristiche che sono sem-pre state riconosciute alla nostragente, ma che ultimamente sembra-vano scomparse. Eccone alcune:“Sono stati giorni davvero brutti –racconta un’anziana signora diPremilcuore, un paesino in provin-cia di Forlì Cesena – ma per fortu-na è andato tutto bene, merito deimiei compaesani, dal sindaco ai vo-lontari, per strada c’erano tutti. DalComune ci chiamavano, chiedeva-no se serviva qualcosa, li ho sentitivicini”. E l’edicolante aggiunge:“Nei giorni più difficili, andavo dasola a Predappio, a prendere i gior-nali, arrivare qui era tosta davvero.Tranne il primo giorno ho sempretenuto aperto, ma chi ci ammazza anoi?”. Il mutuo soccorso ha coin-volto anche i giovani, infatti, ungruppo di ragazzi, tra loro qualchegiocatore dell’Urbino calcio, si sonoinventati l’Operazione San Polo,

spalando tra le case in mezzo allatormenta e scavando un tunnel fino all’ingresso della casa di unacentoduenne e della sua badante,liberandole. Gli Spalatori solidali,infine, la sera si organizzavano suFacebook, la mattina si trovavano inpiazza per iniziare il giro del centro,e spalare, liberare gli ingressi di gio-vani ed anziani, poco importava,l’importante era liberare. Grazie,sorella neve, perché ci hai insegnatoche si può ancora essere capaci dibene e di allegria.

Ormai è primavera e vorrei la-sciarvi parole di speranza. Mi aiutazia Rina, zia dell’amica Antonietta,ma diventata un po’ anche mia, perl’affetto e le premure che ha sempreavuto verso di me.

Lo scorso 4 gennaio è mancata aottantacinque anni, dopo una vitafatta di lavoro, sacrificio, ma anchetanta gioiosa voglia di vivere soffo-cata dalla malattia, che l’ha fattamolto soffrire. Ha voluto che al suofunerale fosse letta questa poesia diPadre Faber, che aveva appesa incasa sua:

DETTO FRA NOI

di Laura Belloni

Stef

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N. 73 - APRILE-GIUGNO 2012

L’emergenza ha qualcosa

da insegnare.

LISDHA NEWS - 3

Donare un sorrisoRende felice il cuore.Arricchisce chi lo riceveSenza impoverire chi lo dona.Non dura che un istante,Ma il suo ricordo rimane a lungo.Nessuno è così riccoDa poterne fare a menoNé così povero da non poterlo donare.Il sorriso crea gioia in famiglia,Dà sostegno nel lavoroEd è segno tangibile di amicizia.Un sorriso dona sollievo a chi è stanco,Rinnova il coraggio nelle prove,E nella tristezza è medicina.E poi se incontri chi non te lo offre,Sii generoso e porgigli il tuo:Nessuno ha tanto bisogno di un sorrisoCome colui che non sa darlo.

Il valore di un sorriso

zia Rina

BINARIIN PIÙ

Senza i valichi e i trafori ferro-viari alpini avremmo avutoun’Italia migliore?

Probabilmente no. Quei collega-menti sono stati essenziali per lo svi-luppo economico. E un’Italia conmeno sviluppo economico nel XXsecolo non sarebbe stata un paesemigliore.

Certo, se pensiamo a com’erano iterritori prima che i binari trafigges-sero il Sempione o passassero ilBrennero, vediamo luoghi più belli edanche probabilmente con un miglioreequilibrio ambientale. Ma a far passa-re i binari c’è stato più guadagno cheperdita; e poi, quanto alla bellezza, leferrovie e le autostrade comunquehanno deturpato solo una piccolaparte delle Alpi.

E i costi? Sì, certo, quelle operesono costate molto; ma se consideria-mo oggi quei costi vediamo che ibenefici comunque li si misuri sonostati cento volte superiori.

E c’erano anche allora i contrari aqueste cose. Il treno stesso al suo

apparire aveva suscitato orrore inalcuni e inquietudine in molti, appa-rendo pericoloso e devastatore. Maoggi non diciamo invece che è ecolo-gico?

Alla fine nella loro storia per comenoi oggi la vediamo finora, i binarihanno sì provocato danni e hannoanche specificamente rovinato alcuniterritori particolari, ma molti mag-giori benefici hanno apportato aipopoli d’Europa sicché si può direche lo svantaggio di alcuni è statocausa di un vantaggio e non piccoloper molti.

E allora perché mai dovremmodubitare della bontà dell’idea di rea-lizzare una nuova linea ad alta veloci-tà e ad alta capacità in Val di Susa?Non è semplicemente questo unframmento di quell’andare avantidella storia verso un maggiore pro-gresso? Oltretutto, non si dice forseche persino localmente lì nella vallevi sarebbero benefici andando i trenimerci sulla nuova linea a sostituire iben più inquinanti tir? Non è stata

questa ad esempio la politica svilup-pata in Svizzera negli ultimi decennicon il consenso di tutti? Sostituire i tircon i treni.

Perché non dovremmo semplice-mente liquidare le proteste in Val diSusa come un mix di pregiudizi loca-li – o comunque di localismo esaspe-rato – e di quell’anarchismo latenteche porta molti giovani e anche menogiovani a cercare ogni occasione peropporsi al potere? E poi, non è giàtutto deciso? E non è stato tutto deci-so dopo lunghi negoziati? E non èforse vero che anche in democraziac’è un tempo per decidere, ma c’è poiun tempo per fare le cose, senza fer-marsi sempre a discutere di nuovo?

Oltretutto, in questo caso il vincolodella spesa è meno rilevante che inaltri perché qui c’è pronto un ingentefinanziamento europeo. E tra l’altroquel finanziamento ci dice che dellabontà dell’opera sono convinti nonsolo a Roma - dove, cosa rara inItalia, da tempo concordano sul puntola destra e quasi tutta la sinistra - maanche a Bruxelles, dove non è chebuttino i soldi dalla finestra (specieoggi e specie così tanti) solo per sod-disfare capricci dei politici italiani.

Dobbiamo immaginare che sbaglinotutti?

Ma poi mi chiedo: che cosa restadelle Alpi? Al tempo del traforo delSempione o del valico del Brennero iluoghi dello spartiacque erano vastispazi incontaminati e considerando ilcomplesso di una catena in quota sel-vaggia quei binari erano uno sfregiosì, ma paragonabili al segno che puòfare con un coltellino un turista sullepietre della piramide di Cheope. Maadesso, di tutta quella natura appe-na segnata dal tocco leggero deglialpeggi, che cosa è rimasto? Vado aCervinia e vedo una città. Vado in ValFormazza e fatico a trovare luoghidove non si veda un traliccio elettricoo il muro di una diga o una conduttu-ra. E ovunque strade, dalle autostradea quelle ordinarie sempre più larghefino a quelle sterrate che trovi all’im-

TRA LE RIGHE

di Ennio Codini

Divampano i contrasti a proposito della Tav in Val di Susa. L’alternativa è davvero tra tutela

dell’ambiente e sviluppo? Servono quei binari allo sviluppo del Paese?

N. 73 - APRILE-GIUGNO 2012

provviso a squarciare il prato dovefino a poco prima passava un gentilesentiero. E poi cave – perché la gentedeve pur lavorare. E poi piste da scie impianti di risalita – perché il turi-smo è importante. Che cosa restadelle Alpi?

Non è forse vero che mentre ancoracent’anni fa sulle Alpi la natura sel-vaggia era un bene abbondante ades-so è invece un bene sempre più raro?E se è più raro, non va forse valutatocon più attenzione se vale la pena disacrificarlo ulteriormente?

Però resta il fatto che il nostro svi-luppo è sempre stato legato alle fer-rovie e oggi la ferrovia appare ancheun’alternativa ecologica al trasportosu strada. E allora, come si fa a direno a un’opera che oltretutto vienepresentata come importante su scalaeuropea?

Ma poi penso alle discussioni diqualche decennio orsono a propositodel quinto centro siderurgico che sivoleva realizzare a Gioia Tauro. Uninvestimento gigantesco per unimpianto gigantesco che, si diceva,avrebbe arricchito il Sud e tuttal’economia nazionale. Poi non se n’èfatto nulla; e oggi diciamo che è statauna fortuna, perché non c’era piùfuturo per la siderurgia su quellascala in Italia; perché il legame dellosviluppo con l’acciaio si andava atte-nuando specie con riguardo allo svi-luppo possibile in un paese come ilnostro.

Perché penso a Gioia Tauro?Perché qualche tempo fa ho lettoun’intervista a Bill Gates che critica-va la propensione di molte istituzio-ni europee a investire in nuove gran-di infrastrutture per il trasportomerci. Ma per trasportare che cosa? -si chiedeva. I beni “nuovi” sui qualipuntare per un ulteriore sviluppospecie in Occidente non hanno biso-gno di questo – diceva Gates.

Ecco, nell’Italia di oggi i trenimerci potrebbero essere come già datempo è l’acciaio, qualche cosa dicui non c’è bisogno di averne moltodi più, perché lo sviluppo possibilenon ne ha bisogno.

Ma perché? In sintesi assistiamo aduna dematerializzazione dello svi-luppo possibile e desiderabile. Sivenderanno in futuro in Italia piùlibri e più giornali? Forse, molti cisperano, ma se accadrà sicuramente ilibri e i giornali in più non saranno dicarta, saranno in formato elettronicoe i libri e i giornali in tale formato,diversamente da quelli di carta, nonviaggiano sui treni merci.

Si venderanno in futuro in Italia piùauto di quelle che si vendevano dieci

anni fa? Speriamo di no. Si venderàin futuro più benzina? Speriamo dino. Avremo in futuro migliori cureper il cancro? Forse, molti ci spera-no, ma se accadrà non serviranno perquesto più treni merci. Avremo infuturo più cantieri edili? Speriamo dino. Avremo in futuro case più effi-cienti? Forse, molti ci sperano, ma seaccadrà non serviranno per questotreni merci, come non servirannotreni merci per supportare un even-tuale, possibile e auspicabile aumen-to delle comunicazione scritta adistanza che certo non avrà bisognodi più lettere da trasportare con i tir ei camion, ma solo di migliori reti ditrasmissione elettronica.

Qualche tempo fa ho comprato unnuovo televisore. Rispetto al miovecchio aveva un peso e un ingom-bro pari a un quarto. Non solo. Iltelevisore l’ho comprato nel web:niente visita al negozio. Quindi: perportare nei magazzini la stessa quan-tità di televisori è sufficiente unquarto dei vagoni ferroviari o dei tirnecessari dieci anni fa. Non solo: èsempre meno necessario costruirecol cemento spazi commerciali (cosaper cui servono treni e tir) potendosicomprare on line spendendo meno.

E allora mi chiedo: consideratoanche il fatto che la linea ferroviariaattuale in Val di Susa potrebbe con-sentire il trasporto di più merci diquante ne transitano ora, vale la penadi realizzare gigantesche opere per

affiancagliene un’altra con maggiorecapacità? Non sarebbero solo deicostosi e deturpanti binari in più? Enon sarebbe un errore così clamoro-so e drammatico da far dire che sì,abbiamo deciso, ma non è mai trop-po tardi per ripensarci?

Poi però mi domando: ma comepuò il mio ragionamento essere giu-sto, se tante persone oneste, assenna-te e in generale più competenti di mein campo economico sostengono ilcontrario?

E così dubito dei miei dubbi temen-do che qualche cosa mi sfugga.

Ma poi mi viene un sospetto. Qualè l’età di molti dei fautori della Tav?Sessanta, settant’anni. In che mondosono cresciute queste persone?Nell’Italia del boom economico,quando sviluppo voleva dire piùmotorette, più utilitarie, più strade,case nuove nelle periferie delle città,più frigoriferi, più lavatrici, tuttecose per le quali ovviamente serviva-no più treni merci e più camion. Nonsarà che semplicemente queste per-sone, pur oneste, assennate e compe-tenti, pensano quasi istintivamentealla crescita economica con nellamente l’immagine di quello che c’èstato quand’erano giovani? Non saràche, pur non potendo non vederla,sottovalutano la smaterializzazionedello sviluppo?

Dieci anni fa ero convinto che laTav fosse necessaria. Oggi, dubito.

N. 73 - APRILE-GIUGNO 2012

PENSIONEDI REVERSIBILITÀ

Ho un figlio di 27 anni invali-do al 100% con Legge 104.Sono preoccupata per il

“dopo di noi”. Mio figlio percepi-sce un piccolo reddito da lavoro el’invalidità civile (260 euro lorde).

Vorremmo sapere qualcosa sullareversibilità tenendo conto chemio marito ha un buon stipendio,mentre io sono una dipendente statale.

Mira Carnelli

Oggi la legge di riferimento inmateria di reversibilità dei figli inva-lidi al 100% e a carico del lavorato-re/pensionato è la L. 28/02/2008,n.31 a cui è seguita la circolare Inpsn.15 del 06/02/2009.

Il requisito dell’essere a caricoviene generalmente ritenuto sussi-stente quando il figlio percepisce unreddito non superiore a quello che dàdiritto alla pensione di invalidità. Ledomande relative a questa materiasono di solito specifiche e vannoviste caso per caso: la invito a chie-

dere ad un patronato che ha il doveredi darle tutta l’assistenza di cui habisogno gratuitamente.

DISABILITÀ E DIVISIONE EREDITARIA

Sto affrontando un problemamolto serio per mia madre, che haperso la capacità di camminare, edè stata riconosciuta come disabilegrave dalla scheda di valutazionemedica rilasciata qualche giornofa dall’ospedale. Il nostro proble-ma è che abbiamo una casa di otto

vani disposta su due piani di cui2/3 di mia proprietà (per 1/3 usu-fruttuaria mia madre), 1/6 di miacognata, 1/6 di mio nipote. Lequote sono indivise. Io e miamadre abitiamo il piano superiore,mia cognata dopo la morte di miofratello avvenuta tre anni fa,col quale è stata sposata treanni, occupa tutto il piano inferio-re, che rappresenta il 50% nono-stante la sua proprietà sarebbe disolo 1/6. Mio nipote abita altrove enon è interessato ad abitarci.

Essendo mia madre invalidagrave a livello motorio e la casaindivisa, potrebbe pretendere diandare ad occupare il piano terranel quale vive mia cognata, così dapoter uscire di casa e non doveressere reclusa al primo pianoessendoci circa venti scalini? Checosa posso fare per far sì che miamadre passi al piano inferiore?

Lettera firmata

In questa situazione l’invaliditàpotrà essere messa in gioco solocome elemento del giudice nellavalutazione della divisione. Io leconsiglio di parlare con sua cognata e

L’AVVOCATO RISPONDE

Le preoccupazioni per il futuro

del figlio disabile.

N. 73 - APRILE-GIUGNO 2012

proporle lo scambio di abitazionefacendole capire che in caso contra-rio sarà costretto a chiedere la divi-sione e il pagamento di un indenniz-zo per il sesto da lei occupato senzatitolo.

Qualora non riesca a farla ragiona-re dovrà prendere un avvocato echiamarla per una mediazione. Seanche la mediazione risultasse nega-tiva, potrà procedere con una causadi divisione facendo ben presente lesue esigenze.

ISEE E PRIMA CASASono madre di tre figlie minori,

di cui la prima gravemente disabi-le. Sono divorziata dal loro padredal gennaio 2011. Mentre eroincinta della più piccola nel 2007,il suo papà è deceduto e quindi èstata riconosciuta giudizialmentee pertanto è orfana. A seguito ditali vicende ho perso il lavoro e hoaffrontato momenti molto duri.

Vista la situazione, ho ritenuto dicostituire un patrimonio per desti-nazione della durata di cinquan-t’anni a tutela del futuro delle miebambine. Fortunatamente (e solograzie ai miei genitori) viviamo inuna bella casa che è stata tuttaresa accessibile alle necessità dellafiglia maggiore.

Il mio problema è questo: l’indi-ce Isee, pur essendo io casalinga enon avendo altro, è di oltre 40 milaeuro a causa della rendita catasta-le (non oso immaginare a quantoarriverà con la riforma!). Mi chie-do se è possibile che io debba esse-re privata di tutte le agevolazioni

quando mi hanno cacciato dallavoro per via degli impegni legatialla figlia disabile e a quella orfa-na e affronto sacrifici enormi perlasciare loro questa casa che èl’unico modo che ho per garantireloro un futuro. Ci sono norme cheio non conosco che possano ridur-re il reale valore di questa casa infunzione della oggettiva realtàdella mia condizione?

F.G. Roma

Purtroppo non ci sono leggi speci-fiche ulteriori rispetto a quelle utiliz-zate per il calcolo Isee dove si fariferimento anche alla prima casa.

Attenzione che nel calcolo Iseeconfluisce anche il patrimonio perdestinazione di cui ha fatto cenno,almeno così mi risulta. Comunque siinformi bene prima di ometterlodalla base di calcolo.

MINORI E INDENNITÀ DI ACCOMPAGNAMENTO

Mio figlio di dieci anni è ciecoassoluto e riconosciuto invalidocivile al 100%, con Legge 104/92.Il bambino ha dovuto sostenere laterza revisione dell’invalidità, nelcorso della quale siamo stati con-vocati davanti a due soli medici,nemmeno specializzati in alcunadelle patologie di mio figlio. Mihanno detto che c’erano dei pro-blemi e che forse mio figlio nonpotrebbe percepire indennità diaccompagnamento come ciecoassoluto e l’invalidità civile per lestesse patologie. Io sono in ansiaperché se esiste questa incompati-

bilità dovrò restituire le sommeindebitamente percepite per circa50mila euro.

Iannone

La pensione di invalidità e l’inden-nità di accompagnamento sono pie-namente compatibili anche per i cie-chi assoluti. Lei comunque per tutti isuoi dubbi contatti l’associazioneciechi della sua zona, dove general-mente operano persone molto prepa-rate ed efficienti.

LISDHA NEWS - 7

è possibile inviare i propri quesiti a Lisdha news,“L’Avvocato risponde” via Proserpio,13 - 21100 Varese, e-mail: [email protected]

N. 73 - APRILE-GIUGNO 2012

GRAZIE CARMEN!Un’amica ci ha lasciato.

Carmen ci ha lasciato. Il Signore di tutti noi l’hachiamata in Paradiso. Ci manca tutto di lei, il suo splendido sorriso e lacarica di energia che sempre sapeva dare a chi laincontrava. Carmen c’è sempre stata, da prima che ilLisdha news nascesse e poi come nostra sostenitrice.E’ per questo che Bruno, suo Marito, ha voluto chegli amici e i conoscenti di Carmen per il suo funera-le non portassero fiori, ma offerte per il Lisdha news. Grazie Carmen per tutti i sorrisi che ci hai donato,grazie Bruno per il pensiero non scontato in unmomento così drammatico e inaspettato. A teCarmen e alla tua famiglia meravigliosa un grandeabbraccio, e un fiore simbolo di vita e di luce, ungirasole, che dà il nome alla nostra associazione.

La redazione

Informiamo i lettori che l’As-semblea dei soci dell’Associa-zione Il Girasole, editore delperiodico Lisdha news, si svol-gerà sabato 28 aprile 2012 alleore 17 presso lo studio dell’av-vocato Fabrizio Chianelli in viaCairoli 5 a Varese (prima convo-cazione venerdì 27 aprile alle ore 12).All’ordine del giorno, l’approva-zione del bilancio consuntivo epreventivo e un approfondimen-to dell’attività svolta e delle pro-spettive dell’Associazione.

ASSEMBLEA ANNUALEDELL’ASSOCIAZIONEIL GIRASOLE

I vostriquesiti

su internetPotete trovare

tutti i precedentiquesiti della rubrica

“L’Avvocato risponde”suddivisi per materie

sul nostro sito internetall’indirizzo:

www.lisdhanews.itrubrica “L’Avvocato

risponde”

ADATTARE L’ASCENSORESI PUÒ

Ho un problema abbastan-za grave: abito al terzopiano ma non posso usa-

re l’ascensore a causa della suaridotta dimensione. Per quantoriguarda la larghezza riesco arimediare perché la mia carrozzi-na ha le ruote principali estraibilie quindi togliendone temporanea-mente una riesco a varcare laporta. Il mio problema invece è lainsufficiente profondità di questacabina. Non posso togliere lepedane per ridurre la lunghezzadella carrozzina in quanto, acausa della mia disabilità, devotenervi appoggiati i piedi durantel’ingresso in ascensore.

Per utilizzare l’ascensore sonosempre costretta a trasferirmidalla carrozzina a una sedia (a cuiho fatto applicare 4 rotelline) e,con l’aiuto di una persona, entra-re in cabina e, all’arrivo, usciredall’ascensore e attendere che,con un secondo viaggio, l’accom-pagnatore mi riporti la carrozzi-na. E’ possibile risolvere il proble-ma? Il manutentore dell’ascenso-re mi dice che la cabina del-l’ascensore non si può modificare.

Luisa Barbieri

In effetti modificare la cabinaascensore sembra essere un tabù,ma non è vero. Grazie ad un’azionesvolta alcuni anni fa dal Ccsb(Comitato per la Città Senza Bar-riere) si è ottenuta l’emissione diuna delibera da parte del Cnr (Con-siglio Nazionale delle Ricerche) checonsente di modificare la cabinaaumentandone la profondità fino adun massimo di 20 cm ed ottenerecosì l’alloggiamento della carrozzi-na completa di pedane.

Naturalmente la modifica deveessere tecnicamente compatibilecon la disponibilità di spazio tracabina e vano ascensore.

Nel caso specifico occorre quindiindicare all’ascensorista, che spessonon ne è a conoscenza, che esiste ladelibera 960709/591 pubblicata nelBollettino Ufficiale del Cnr n. 180del 1996 e invitarlo quindi a fare gliopportuni rilievi per valutare se esi-stono impedimenti tecnici.

Si tratta cioè di rilevare le misuretra cabina e muro o tra cabina e con-trappeso per accertare se vi sia lospazio sufficiente (di solito questospazio esiste o è realizzabile spo-stando il contrappeso) e quindi lapossibilità tecnica di incassare nellaparete della cabina opposta all’in-gresso un cassonetto con le dimen-sioni indicate nella delibera, inmodo da incrementare dove serve laprofondità della cabina.

In ogni caso, e anche a vantaggiodi altri che si trovino nelle sue stes-se condizioni, riportiamo qui diseguito uno stralcio del testo dellacitata delibera:

“Limitatamente agli ascensori giàinstallati conformemente al Dpr n.1497/63 e classificati in cat. A, alsolo scopo di consentire il trasportodi disabili su sedia a ruote, si ritie-ne ammissibile, senza che ciò dialuogo a variazione della portata edella capienza dell’impianto e man-tenendo la cabina preesistente, rea-lizzare nella parete di essa oppostaall’accesso tre incassi di profonditànon superiore a 200 mm, di cui:- uno orizzontale di larghezza mas-

sima uguale a 220 mm ed altezzamassima pari a 200 mm.

- due verticali di larghezza massimapari a 220 mm ed altezza massimapari a 600 mm.

Quanto sopra può essere attuatopurché:- la superficie inferiore degli incassi

sia di resistenza non inferiore a

L’ESPERTO RISPONDE

a cura di Bruno Biasci

8 - LISDHA NEWS

È possibile inviare i propri quesiti in tema di barriere architettoniche a Lisdha news, “L’Esperto risponde” via Proserpio, 13 - 21100 Varese, e-mail: [email protected].

N. 73 - APRILE-GIUGNO 2012

Come modificare la profondità della cabina.

A sinistra posizionamento della carrozzina entrata frontalmente nella cabina, a destra posizio-namento della carrozzina entrata all’indietro per lasciare spazio all’accompagnatore.

LISDHA NEWS - 9LISDHA NEWS - 9N. 73 - APRILE-GIUGNO 2012

quella del pavi mento della cabinae sia in clinata di almeno 20°sul-l’orizzontale;

- siano rispettate le norme relativealle modifiche di ascensori e mon-tacarichi, con l’eccezione di cui alpresente parere, relative alla por-tata e alla capienza;

- la realizzazione degli in cassi nellaparete della ca bina non diminui-sca le ca ratteristiche di resistenzadella cabina stessa;

- la realizzazione degli in cassi nonpermetta la loro facile rimozionedall’interno della cabina.”

Vi è da rilevare che i costi per unamodifica di questo tipo possonoessere recuperati secondo quantoprevisto dalla legge 13/89.

COSTRUZIONE IN PROPRIODI UNA RAMPA

Vorrei sapere se posso installarea mie spese uno scivolo per supe-rare i gradini di ingresso al con-dominio nel caso in cui l’assem-blea condominiale non abbia deli-berato a favore o non abbia deli-berato affatto per la sua installa-zione. In questo caso posso farlorealizzare da un mio amico? Chenorme devo rispettare?

Giulio Bontà

La Legge 13/89 all’art.2 prescriveche l’interessato debba fare unarichiesta scritta all’Amministratoredel Condominio illustrando le pro-prie necessità, meglio se accompa-gnata da un preventivo di massima eda uno schizzo dell’opera che siintenderebbe attuare.

Il condominio ha tempo tre mesiper deliberare l’accettazione o menodi quanto proposto: in caso positivosarà lo stesso condominio ad assu-mere l’onere dell’intervento, in casonegativo invece è l’interessato chepotrà far eseguire comunque l’operama a proprie spese. Va comunqueprecisato che la rampa posta all’in-gresso dello stabile non deve inalcun modo ridurre il godimentodella struttura anche da parte di unsolo condomino.

Per quanto riguarda la realizzazio-ne dell’opera tenga conto che se sitratta di un paio di gradini la rampanecessaria non deve avere una pen-denza superiore al 12% e che quin-di la sua lunghezza non può cheessere di circa 3 metri. Se i gradinida superare sono in numero mag-giore la pendenza deve essereminore e interessare quindi unamaggiore lunghezza del manufatto.

Chiunque può costruire e instal-lare la rampa purché risponda ai

requisiti del Dm 236/89.Nel caso voglia richiedere i contri-

buti previsti dalla Regione Lom-bardia con la Lr 6/89 (scadenza1°marzo di ogni anno) tenga presen-te che occorre esibire la fattura.

COMUNE VARESE Servizi Sociali Serv. Pollicino dell'AVT

ALATHA

AMICA ONLUS

ANICI SOS TAXI

ASSOCIAZIONE INSIEME NEL FUTURO

AUSER "FILO D'ARGENTO"

COOPERATIVA SOLASA – ACLI

COOPERATIVA SOLELUNA (*)

CROCE ROSSA ITALIANA

PANACEA srl (*)

PRIVATASSISTENZA (*)

SOS MALNATE

Via Orrigoni, 5Varese

Via Savona 37 Milano

Via Verbano, 15Gavirate (Va)V.le Milano, 23VareseVia Michelino, 23Besozzo (Va)

P.za De Salvo, 9Varese

Via Speri dellaChiesa, 9 VareseVia Crispi, 130VareseVia Jean Dunant, 2VareseVia Morazzone, 11Varese

Via Magenta, 52Varese

Via Primo MaggioMalnate (Va)

0332-241111

02-422571 (centr.)335-1230779

0332-745167333-8774021

0332-282611

0332-773608339-8105527

0332-813262800-995988

0332-232613

0332-225706

0332-813163

0332-231319

0332-812804

0332-428555

[email protected]

[email protected]

[email protected]

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[email protected]

[email protected]

[email protected]

[email protected]

[email protected]

[email protected]

[email protected]

[email protected]

www.comune.varese.it

www.alatha.org

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www.anici.it

www.insiemenelfuturo.it

www.auser.it

www.aclivarese.it

www.terzeta.it

www.crivarese.it

www.paginegialle.panacea.it

www.privatassistenza.it

www.sosmalnate.it

Da lunedì a venerdì 9.00-12,30 13.30-17.00

Tutti giorni 24 ore su 24

Da lunedì a venerdì10.00 - 17.00Da lunedì a venerdì8.30 - 12.30Da lunedì a venerdì9.00 - 17.00

Da lunedì a venerdì 9.00-12.00 15.00-18.00

Da lunedì a venerdì 9.00-13.00 14.00-8.00Da lunedì a venerdì7.00 - 18.00

Tutti giorni 24 ore su 24

Da lunedì a venerdì7.00 - 18.00

Tutti giorni 24 ore su 24

Tutti giorni 24 ore su 24

Rilascia tessera che autorizza AVT al trasportoTaxi disabili Preventivo specifico su basetariffa oraria e km

Solo necessità sanitarie

Taxi disabiliLibera offertaSolo necessità sanitarieRimborso kmTessera annuale 15 €Trasporto gratuito di anzianiMezzo privo di pedana

Rimborso km + fisso

Preventivo specifico su basetariffa oraria

Solo necessità sanitarieRimborso kmPreventivo specifico su basetariffa oraria e kmIn Varese:con mezzo normale 18 €con mezzo attrezzato 23 €Solo necessità sanitarieRimborso km più eventualetempo aggiuntivo

Associazione o ente Indirizzo Telefono E-mail Internet Giorni e orario Note

(*) Accreditata dal Comune di Varese

TRASPORTI PER DISABILI A VARESEPubblichiamo un elenco di enti o associazioni che nella zonadi Varese offrono servizi di trasporto “porta a porta” rivolti apersone con disabilità.

10 - LISDHA NEWS N. 73 - APRILE-GIUGNO 2012

S PA Z I O A P E R T O

Mi chiamo Elena Wenk, ho 43anni e sono affetta daAtrofia Muscolare Spianale

(Sma 2). Ho l’invalidità dell’100% enon sono in grado di svolgere auto-nomamente tutte le normali funzioniquotidiane come alzarmi dal letto,sedermi in carrozzina, andare inbagno, farmi la doccia, prepararmida mangiare, uscire di casa, coricar-mi, ecc..

Mia madre è deceduta e mio pa-dre è ultra 80enne, ho un fratello

adottivo malato psichiatrico euna sorella cheabita piuttostolontano e ha“la sua vita”,cioè un marito,un lavoro, unacasa e tre figlidi cui occupar-si. Attualmentequindi non hopraticamente

nessuno su cui contare, se non l’aiu-to di due assistenti personali assuntecome badanti che fanno i turni gior-no, notte e festività. Nella mia situa-zione ci sono milioni di casi di disa-bili adulti che, come me, non posso-no più contare sulle loro famiglie.

Se non ci garantite il contributoeconomico finanziando i progettipersonalizzati per la Vita Indipen-dente secondo la legge 162/98, checosa avete previsto per noi? Civolete tutti rinchiusi in istituti ovolete eliminarci come ai tempi delnazismo in cui i disabili erano con-siderati solo un peso economicoper la società e vite non degne diessere vissute?

Tenete conto che molti di noi hannostudiato, sono anche laureati, ma nonavendo un assistente che li accompa-gni sul posto di lavoro, per loro cisono ancora meno possibilità di tro-vare o mantenere un occupazione diquante non ce ne siano per chi nonha disabilità. Non vi rendete conto

che con un’adeguata assistenza per-sonale molte persone invalide po-trebbero anche essere produttive edessere così un arricchimento e unarisorsa per la società?

L’articolo 3 della DichiarazioneUniversale dei Diritti Umani sanci-sce che “Ogni individuo ha dirittoalla vita, alla libertà ed alla sicu-rezza della propria persona”. Inriferimento a questo diritto è super-fluo ricordare che la ”Vita” è sacraanche in caso di grave infermità, che la ”Libertà” non è certo essererinchiusi in un istituto e che la “sicu-rezza della propria persona”, perun/a disabile, non è essere ab-bandonati a se stessi rischiando dimorire di incuria perché ci avetetagliato i fondi che ci garantiscono di pagarci un’assistenza autoges-tita a domicilio. Siamo in tanti esiamo uniti in movimenti e associa-zioni che difendono i nostri di-ritti, primo fra tutti il diritto allaVita Indipendente delle persone condisabilità che è quello che li riassu-me tutti, quindi non potete più igno-rarci.

Ora siamo in attesa di sapere levostre intenzioni riguardo alle nostrevite!

Elena Wenk

Dotato di contrassegno disabili,nel 2010 sono stato multato,in via Cairoli a Varese, per

aver sostato in un parcheggio con lestrisce blu, unico disponibile in quel-la circostanza, senza aver pagato ilparcometro. Questo in quanto ilComune di Varese fa riferimento aduna Sentenza del 2009 (n° 21271)della Corte di Cassazione, chesostanzialmente dice che il codicedella strada non prevede esenzioni a

favore di persone che detengono il“permesso disabili” per quantoriguarda i parcheggi a pagamento.Un orientamento, quello del Comunedi Varese, che oltre a risultare deltutto “opinionistico”, consentitemi iltermine, in quanto non si basa su unalegge dello Stato, non viene adotta-to dalla maggioranza degli altriComuni.

Il ricorso che ho presentato avversola multa è stato accolto dal Giudice

di Pace che, con sentenza n° 887 del2011, ha annullato l’ordinanza d’in-giunzione del Prefetto di Varese, unaposizione avvalorata anche dallaRisoluzione adottata dalla Camera,nella seduta della 9° Commissionedei Trasporti, Poste e Telecomunica-zioni del 5 ott 2010 n° 7-00400.

L’evento di cui sono stato vittima èespressione della consuetudine dicolpire sempre il più debole per otte-nere dei risultati altrimenti difficilida concretizzare, anche perché que-ste apparenti agevolazioni altro nonsono che un modo per rendere un po’più vivibile un’esistenza già cospar-sa di impedimenti e di difficoltà.

Michele Gallo, di Varese Cantautore - impiegato e disabile

APPELLO PER UNA VITA INDIPENDENTE

MULTATO A VARESE SULLE STRISCE BLU,FA RICORSO E IL GIUDICE GLI DÀ RAGIONE

Pubblichiamo la lettera inviata da Elena Wenk, affetta dadistrofia muscolare, al Ministro del Lavoro e della PoliticheSociali e al Presidente della Regione Lombardia, in cui si chiede il finanziamento dei progetti personalizzati di Vita indipendente previsti dalla L. 162/98.

Sull’annosa questione della possibilità di parcheggiare aVarese sulle strisce blu da parte di persone munite di contras-segno disabili, finalmente la nota positiva che ci arriva da unnostro lettore, che in seguito ad una multa ha presentatoricorso e il Giudice di pace gli ha dato ragione.

LISDHA NEWS - 11N. 73 - APRILE-GIUGNO 2012

Una delle preoccupazioni mag-giori di una persona riguardacertamente la salute propria e

dei suoi cari. Se da un lato il medicodi famiglia è indispensabile per dia-gnosi e ricette e per prescrizioni dimedicinali particolari, oltre che per lacompilazione di impegnative per gliesami, dall’altro anche un farmacistapuò diventare un alleato validissimo.La cosa si fa anche più interessante sepensiamo che le farmacie, ora, offro-no servizi aggiuntivi oltre alla “sem-plice” vendita dei farmaci.

Abbiamo chiesto alle farmacie di Va-rese quali fossero i servizi che i pazien-ti potevano trovare presso di loro.

Tutte le farmacie intervistate, elen-cate nel box, eseguono misurazione dipressione e danno consigli professio-nali in merito a piccoli disturbi, infor-mazioni sui farmaci e sul modo cor-retto di assumerli, oltre a consigli diordine generale per mantenere unbuono stato di salute.

La Farmacia Gagliardelli è l’unicafarmacia in Varese ad offrire tutti itest e servizi qui di seguito elencati,mentre la Farmacia Internazionale èl’unica ad offrire un servizio di con-segna dei farmaci a domicilio in casidi richiesta giustificata (persone congravi problemi di mobilità) oltre adoffrire un servizio domiciliare difisioterapia e fra poco anche uninfermiere, sempre per attività adomicilio dell’interessato.

Tempo fa era iniziata anche in duefarmacie varesine la collaborazionecon uno psicologo, ma l’iniziativa poiè stata sospesa.

Il servizio forse più interessante è lapossibilità di prenotazione delle visi-te come Cup. Questa possibilità èofferta dalle farmacie Baraldi, Far-macia di Bosto, Castoldi, Centrale,Internazionale, Farmacia di San Fer-mo e Montanari. Per prenotare le visi-te, però, può volerci qualche minutodal momento che non sempre il serverdell’Ospedale risponde in tempi bre-vi: un’attesa minima e in ogni modomolto inferiore alle code che si posso-no creare presso il Cup dell’Ospedale.

L’autoanalisi del sangue (glicemia,colesterolo, Hdl, Trigliceridi), effet-tuata senza prelievo vero e proprioovviamente, ma attraverso l’analisi diuna goccia di sangue da parte di uncomputer apposito, viene offerta dalle

farmacie Baraldi, Belforte, Castoldi,Centrale, Internazionale, Montanaried Europa.

Il test della celiachia può essereeffettuato presso le farmacie Baraldi,Belforte, Castoldi e Montanari, ma glialimenti specifici per celiaci possonoessere ordinati presso ogni farmacia.

Il test per le intolleranze alimenta-ri viene effettuato presso le farmacieBaraldi, Castoldi, Europa, Farmaciadi Bosto. Internazionale e Farmacia diSan Fermo.

Il test per l’Helicobacter Pyloriviene effettuato solamente dallaFarmacia Gagliardelli.

Le preparazioni galeniche (le pre-parazioni di farmaci personalizzati apartire dai principi attivi) vengonorealizzate presso le farmacie Baraldi,Belforte, Farmacia di Bosto, Castoldi,Europa, Internazionale, Montanari eSant’Ambrogio.

Servizi di telemedicina (come hol-ter pressorio, monitoraggio aritmiecardiache, elettrocardiogramma) so-no disponibili, oltre alla farmaciaGagliardelli, solo presso la farmaciaInternazionale ed Europa.

Analisi chimiche di acqua, alimen-ti, aria, terreno e altro sono offertedalla farmacia Baraldi, Centrale,Internazionale, Farmacia di SanFermo ed Europa.

Il noleggio di stampelle, bilanciapesa-bimbi, tiralatte, apparecchiaerosol, ecc., viene offerto da quasitutte le farmacie elencate.

Dana Dalla Bosca

Consegna a domicilio di farmaci, prenotazioni di esami,test per intolleranze alimentari e celiachia, telemedicina,sono alcuni dei servizi offerti dalle farmacie. Ecco la situa-zione a Varese.

FARMACIE AL TUO SERVIZIO

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LITÀ

Farmacia Gagliardelli, via Milano 25 - Tel. 0332 288112 - www.farmaciagagliardelli.itFarmacia Santambrogio, via Ausonio 2 - Tel. 0332 227021 - www.farmaciasambrogio.itFarmacia Baraldi, via Adriatico 6 - Tel. 0332 262360 Farmacia di Belforte, viale Belforte 69/d - Tel. 0332 334368Farmacia di Bosto, via Sant’Imerio 23 - Tel. 0332 235134Farmacia Castoldi, via Caracciolo 23 - Tel. 0332 221147 - 0332 225367Farmacia Centrale, corso Matteotti 48 - Tel. 0332 280370Farmacia della Brunella, via Salvo D’Acquisto 2 - Tel. 0332 289300Farmacia Montanari, via Dalmazia 61 - Tel. 0332 331247 Farmacia Europa, via Gasparotto 66 - Tel. 0332 286191Farmacia Internazionale, via Volta 2 - ang. Piazza Monte Grappa - Tel. 0332 283482 - www.farmaciainternazionalevarese.comFarmacia di San Fermo, via Pergine 5 - Tel. 0332 331302Farmacia Sociale, piazza Carducci 2 - Tel. 0332 283463

DOVE TROVARLE

12 - LISDHA NEWS N. 73 - APRILE-GIUGNO 2012

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Èil 5 febbraio 1977. Un giova-notto è in moto sulla stradaverso la Valcuvia. Vive in pro-

vincia di Milano ma appena può rag-giunge i luoghi dove ha trascorsogran parte dell’infanzia, dalla nonnamaterna a Brenta. Quel giorno il ven-tiseienne Oliviero Bellinzani lo ricor-derà per sempre:

«E’ una data che non posso dimen-ticare. Tra Cittiglio e Laveno, un voloin moto e i miei sogni…sgretolati escomparsi in un attimo».

Per Bellinzani è una vita da ricomin-ciare.

«All’ospedale mi sono risvegliatocon una mandibola fratturata e unagamba in meno, ma nessuna voglia dirassegnarmi alla semplice sopravvi-venza. Appena mi è stato possibilesono tornato a cercare ciò che amavodi più: l’andar per montagne».

- Fino a quel momento, l’unica dif-ficoltà per immergersi nella naturaera quella di salire in moto per fug-gire da Milano…

«Vero. Il mio desiderio di ricomin-ciare a vivere cozzava con la “dipen-denza”. Stampelle e protesi. Masoprattutto chi avrebbe avuto lavoglia di portarmi in giro per aiutarmia coltivare la mia passione?».

- Una passione che ha spazzato viail primo amore: l’atletica leggera.

«Da ragazzino ero un gran talentonell’atletica leggera. A livello scola-stico ho ottenuto ottimi risultati.

Forse mi è solo mancato qualcuno in grado di “educare” le mie dotinaturali».

- E chi ti ha insegnato il camminarein montagna con una gamba sola?

«E’ una frase che ripeto stesso: chiragiona con due gambe non può inse-gnare a chi ne ha una sola. La miaprima uscita dopo l’incidente è stataun calvario con una legnata finale.Ho convinto mio padre e due amiciad accompagnarmi ai piedi del monteNudo. Un 1235 mt in Valcuvia cheavevo salito più volte, anche di corsa.Non so come, ma sono arrivato incima. Poi, per non ripercorrere il sen-tiero di salita mi sono avventurato inun’alternativa che comprendeva unacresta piuttosto semplice se fatta conla gambe, da brividi se affrontata conle stampelle. Mio padre mi era davan-ti e di fianco pronto eventualmente aprendermi al volo. Scendendo sulsentiero caddi quattro o cinque volte.All’arrivo alla macchina ero stravolto

L’alpinista speciale Oliviero Bellinzani si allena nella suaValcuvia per entrare nel Club 4000 del Cai. Tanti sogni realiz-zati e da realizzare… con una gamba sola. “Io non mi sentoun uomo senza una gamba, ma un uomo e un alpinista conuna gamba”.

UN UOMO CON LE ALI

Qui e nella pagina a fianco Oliviero Bellinzani in alcune delle sue imprese.

È

N. 73 - APRILE-GIUGNO 2012

ma felice. Quella sofferenza mi avevacomunque dato la risposta che cerca-vo. Con l’allenamento e gli ausili giu-sti potevo continuare ad andare inmontagna».

- Parlavi di legnata…«Al ritorno a casa trovai ad attender-

mi mia madre che guardandomi conun’espressione sconsolata mi disse:“non te ne sono già capitate abbastan-za?”».

- Nonostante tutto questo “ottimi-smo” che ti circondava non ti seiarreso.

«Al contrario. Il mio primo sport èstata la corsa. Nei miei pensieri c’èsempre stata la ginnastica. Anelli,sbarre, cavallo. Sogni e pensieri chemiscelati con la voglia di riscatto e la determinazione mi hanno porta-to a camminare e poi grazie aGiovanni Ponti del Cai di Gallarate,dai primi anni del ‘90 anche adarrampicare».

- Hai “domato” Monte Bianco,Grand Capucin, Cervino, PizzoBadile e una lista interminabile di4000 metri. Sogni ancora?

«Guai se non lo facessi. Il sogno dioggi è quello di entrare a far parte delClub 4000 del Cai che comprende glialpinisti che hanno salito almeno 30vette superiori ai 4000 mt. Sono abuon punto».

- La tua cima più alta?«I 4765mt del Monte Bianco saliti

in solitudine. Anche se parlare di soli-tudine sulla via per la vetta del MonteBianco fa un po’ sorridere. C’è piùtraffico che in tangenziale! »

- C’è una cima tra quelle che hairaggiunto che ti ha dato preoccupa-zioni. Paura di non farcela?

«Tutte. Ogni vigilia di una salita o diuna gara mi assale il pensiero di nonessere all’altezza. Spero nel cattivotempo o altro per giustificare una miarinuncia. Poi, al mattino, preoccupa-zioni e pensieri svaniscono. Testabassa e via che si va. Ed ogni volta èuna gioia immensa. Vetta o gara chesia».

- Ami la natura, ma da un po’ ditempo arrampichi anche in pale-stra.

«Ho conosciuto il Direttore Tecnicodella Lezard di Tradate, Gianfran-co Ranzato. Tesserarmi alla Fasi(Federazione Arrampicata SportivaItaliana) è stato praticamente automa-tico. In palestra o all’aperto anchel’arrampicata sportiva mi permette di

affinare la tecnica e perché no, misu-rarmi con altri atleti in gare e dimo-strazioni».

- Però i tuoi ripetuti appelli ai gio-vani amputati di avvicinarsi all’al-pinismo sono caduti nel vuoto.

«Come quelli con cui, per diversianni, cercavo compagni di avventura.E’ comprensibile. I genitori sononaturalmente portati a proteggere ipropri figli. Figuriamoci gli amputati.Lo sono stati anche i miei con me. E’un peccato. Ciò che offre l’alpinismoo anche il semplice escursionismo èla base dell’attività motoria: cammi-nare, saltare e correre. Impari a muo-verti, a cadere. Insomma, è quanto dipiù completo un giovane, amputato enon, può praticare».

- A proposito di giovani. Ogni annosono 30.000 i giovani che in seguitoad incidenti stradali diventanodisabili. Informazione e sensibiliz-zazione sembrano tempo perso.

«Assolutamente no. Quando incon-tro gli studenti lo dico e lo ripeto: nes-suno vi deve legare o limitare ilvostro entusiasmo. L’importante èche siate consapevoli in ogni momen-to di ciò che state facendo. E racco-mando ai docenti di saper riconosce-re e sviluppare i talenti».

- La tua storia racchiude insegna-menti che nella scuola sono andatisbiadendo…

«Dici? Io non voglio essere unesempio per nessuno. Solo mi piace-rebbe essere utile a chi vorrebberipercorrere ciò che ho vissuto io.Vorrei poter dire ad un amputato dinon perdere tempo ed energie nelcommiserarsi o pensare ai proprilimiti. Io non mi sento un uomo senzauna gamba. Io sono un uomo e unalpinista con una gamba. Non si puòcombattere le barriere culturali se poice ne costruiamo una su misura. Cisono passato e so di cosa parlo. Oggiho 56 anni e ancora non conosco imiei limiti. Continuo a cercarli. Avreidovuto passare gli ultimi trent’annidella mia vita a ripetermi cosa e comefare senza provare?».

- In questo non ti sembra determi-nante la cura del momento in cui,guariti dall’incidente, dall’ospeda-le si rientra a casa?

«Assolutamente si! Io ringrazioall’infinito l’Ospedale di Varese.

Medici e infermieri. E non dimenti-co quel medico dell’Ospedale diCittiglio che vedendomi arrivare inquelle condizioni disperate urlò a colleghi e collaboratori di trasferirmi

con urgenza al Reparto di Riani-mazione di Varese altrimenti nonavrei potuto farcela. Strutture, uominie donne a cui devo la vita. Tutto ilresto è stato un lungo e difficile “faida me”. Una parola, un’informazio-ne, un supporto psicologico. Ricordoancora il mio ingresso nel laboratoriodell’Inail di Budrio (Bologna). Era il1977. Dovevano prendermi le misureper la mia prima protesi di legno.Nessuno mi rivolse la parola. Mi sem-brò tutto molto freddo ed io mi sentiiun mobile da riparare.

Successivamente le cose miglioraro-no. Trovai aiuto e conforto. Ma quelprimo impatto fu davvero deprimen-te. Oggi è diverso. Assistenza e ausilisono decisamente diversi. Ma ilmomento di cui stiamo parlando è unpassaggio vitale».

Buona vita all’uomo con unagamba. E chi vuole arrampicare conlui: [email protected].

Roberto Bof

L’appuntamento per le personecon disabilità, le loro fami-glie, le collettività, alla ricerca

di soluzioni per una migliore quali-tà della vita è a Reatech Italia dal 24al 27 maggio prossimi. L’evento,

organizzato nei padiglioni di FieraMilano (Rho), propone un formatfortemente innovativo che pone alcentro dell’attenzione il disabilecome persona, mettendo da partel’approccio sanitario e superando la

dicotomia “normodotati-disabili”.La manifestazione presenterà il

meglio delle soluzioni tecnologiche,ma soprattutto servizi, opportunità,momenti di riflessione e formazio-ne, occasioni di incontro e socializ-zazione pensati per favorire accessi-bilità, inclusione e autonomia.Reatech Italia si propone quindi dirappresentare un modo nuovo di

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14 - LISDHA NEWS

L’appuntamento dedicato alle persone con disabilità è a Fiera Milano dal 24 al 27 maggio prossimi.

A REATECH LE SOLUZIONI PER VIVERE MEGLIO

N. 73 - APRILE-GIUGNO 2012

GIOVEDI’ 24 MAGGIO

Ore 9.00 - 18.00 - Auditorium Centro Congressi Stella PolareVII Convegno Nazionale sulla qualità della vita per le disabilità: prospettive, valori e strategieA cura di Fondazione Sospiro

Ore 9.00 - 18.00 - Sala MartiniCentro Congressi Stella PolareLa Terapia occupazionale: cura per la persona, scienza nella RiabilitazioneA cura di Aito/Simfer

Ore 10.00 - 12.00 - Sala ReatechPadiglione 4La governance del welfareA cura di Provincia di Milano

Ore 13.30 - 16.30 - Sala Marco FabioSartori - Padiglione 2L’autismo questo sconosciuto: nuovimodelli interpretativi e abiltativiA cura di Istituto Sacra FamigliaOre 14.00 -18.00 - Sala GammaPadiglione 2, 2°piano

Disabilità e famiglia: affetti ed effettiA cura di Istituto Besta, in collaborazionecon Centro di Bioetica dell’UniversitàCattolica

VENERDI’ 25 MAGGIO

Ore 9.00 – 18.00 - Sala MartiniCentro Congressi Stella Polare

La Terapia occupazionale: cura per lapersona, scienza nella RiabilitazioneA cura di Aito/Simfer

Ore 9.00 – 18.00 - Auditorium Centro Congressi Stella Polare

VII Convegno Nazionale sulla qualitàdella vita per le disabilità: prospettive,valori e strategieA cura di Fondazione Sospiro

Ore 10,00 - 13.30 - Sala Marco FabioSartori - Padiglione 2Convegno nazionale assistenti socialiA cura di Inail

Ore 10.00 - 13.00 Sala da 96 posti padiglione 4La medicina della disabilitàA cura di Istituto Sacra Famiglia

Ore 14.00 - 17.30 - Sala Marco FabioSartori - Padiglione 2Progetto AFAA cura di Inail

Ore 14.30 - 16.00 - Sala ReatechPadiglione 4Accesso libero allo spettacolo e alla culturaL’importanza dell’Accessibilità a Teatro, Cinema e alle LettureA cura di Blindsight Project

Ore 10. 00 - 12.30 - Sala GammaPadiglione 2, 2°pianoAttività Fisica AdattataA cura di Fondazione Don Gnocchi

Ore 14.30 - 18.00 - Sala GammaPadiglione 2, 2°pianoAmbienti domestici e sicurezza: organizzazione e qualità della vitaA cura di Anmil Onlus - AssociazioneNazionale fra Lavoratori Mutilati eInvalidi del Lavoro

Ore 16.30 - 18.00 - Padiglione 2I Falsi InvalidiA cura di Anmic

I CONVEGNI

concepire il momento fieristico: nonuna semplice vetrina espositiva, maun evento partecipato, un momentodi incontro utile ed interessante maanche ricco di momenti divertenti edi svago.

La rassegna si articolerà in areeespositive nell’ambito delle quali siparlerà di problematiche e opportu-nità legate all’istruzione e alla for-mazione professionale; saranno inmostra le soluzioni domotiche per la migliore fruizione degli spazidomestici e pubblici; si potrannoesplorare le ultime novità in campodi ausili per la mobilità individuale;le proposte su misura di ogni esi-genza in campo automotive e inambito riabilitativo.

Parte integrante dell’area espositi-va saranno gli spazi dedicati all’in-trattenimento, alla cultura, allo sporte al turismo accessibile. Sarà inoltrepossibile sperimentare i beneficiemotivi e motori che scaturisconodal contatto con il cavallo nelle areededicate all’ippoterapia, realizzatein collaborazione con Anire, l’As-sociazione Nazionale Italiana diRiabilitazione Equestre e di Equita-zione Ricreativa e all’onoterapia, re-alizzata con Asintrekking; conosce-re i vantaggi del metodo terapeuticobasato sul rapporto uomo-animalegrazie alla pet-therapy; in collabora-

zione con la Federazione ItalianaSportiva Automobilismo PatentiSpeciali, provare le auto di presti-giose case automobilistiche adattatenelle officine di allestimenti specia-li; testare il percorso per handbikegrazie ai mezzi messi a disposizio-ne dal Comitato Organizzatoredel Giro d’Italia di Handbike. Sulfronte del turismo accessibile inve-ce l’Associazione di volontariatoHandy Superabile proporrà la ri-costruzione di una vera e propriaspiaggia per vivere l’esperienza diun “mare senza barriere”, dove nonmancheranno dimostrazioni diimmersioni subacquee guidate, gra-zie alla presenza di istruttori profes-sionali.

Inoltre in un’area giardino dedica-ta ai giochi e percorsi di vita pertutti saranno organizzati momenti diintrattenimento, spettacoli e attivitàper i giovanissimi.

Non mancheranno occasioni diformazione e informazione cheReatech Italia ha messo a punto incollaborazione con le principaliAssociazioni e Istituzioni, dandovita ad un interessante calendario di convegni, seminari, tavole roton-de, workshop dedicati al mondodella disabilità, alle problemati-che più urgenti, ma anche alleopportunità e alle soluzioni innova-

tive già disponibili sul mercato. La manifestazione è alla prima

edizione nel nostro Paese, ma puòcontare sull’esperienza di ReatechBrasile, l’evento che viene organiz-zato da undici anni con successo aSan Paolo, e sul patrocinio delleistituzioni che hanno creduto eapprezzato questo progetto proprioper la sua vocazione di acceleratoredi una nuova prospettiva sociale:Regione Lombardia, il Comune e laProvincia di Milano, la FondazioneDon Carlo Gnocchi, l’Istituto CarloBesta, l’Istituto Eugenio Medea-Associazione La Nostra Famiglia,Si.Di.Ma-Società Italiana Disabili-ty Manager, la Fand e la Fish.

Anche Lisdha news sarà presentealla rassegna con un proprio spazioespositivo.

LISDHA NEWS - 15N. 73 - APRILE-GIUGNO 2012

Test driveLato Padiglione 2 (esterno)a cura di Guido Simplex Mare “senza barriere”Padiglione 2 a cura di Handy Superabile

Mostra ‘’NO! contro il dramma degli incidenti sul lavoro’’ (scatti di Riccardo Venturi)Padiglione 2a cura di ANMIL

Circuito Automobilistico per auto e kartLato Padiglione 2 (esterno) a cura di Fisaps

Handbike Padiglione 4 - a cura di ComitatoOrganizzatore del Giro d’Italia di Handbike

IppoterapiaPadiglione 4 - a cura di Anire,l’Associazione Nazionale Italiana di Riabilitazione Equestre e di Equitazione Ricreativa

OnoterapiaPadiglione 4a cura di Asintrekking

SABATO 26 MAGGIO

Ore 10.00 - 13.30 - Sala GammaPadiglione 2, 2°pianoDisabilità, inclusione attiva e sicurezza sul lavoro: le tutele di qualità per la qualità della vitaA cura di Anmil Onlus - AssociazioneNazionale fra Lavoratori Mutilati eInvalidi del Lavoro

Ore 10.00 - 13.30 Sala Marco FabioSartori - padiglione 2Appropriatezza in Riabilitazione a tutela del cittadinoA cura di A.I.F.I. - Associazione ItalianaFisioterapisti

Ore 10.00 - 12.30 - Sala da 96 posti padiglione 4Dall’inclusione a Universal Design alla qualità di vita nel tempo libero e nel tempo del lavoroA cura di Istituto Besta

Ore 14.00 - 16.00 - Sala da 96 posti padiglione 4La centralità del rapporto

Persona-bisogniA cura di Istituto BestaOre 16.30 - 18.30 - Sala da 96 posti padiglione 4Età evolutiva: strumenti, modelli, esperienzeA cura di Fondazione Don Gnocchi

Ore 14.30 - 17.00 - Sala Gamma 2°piano - padiglione 2Dire, Fare, IntegrareA cura di FADIS

DOMENICA 27 MAGGIO

Ore 10.00 - 12.00 - Sala Gamma 2°piano - padiglione 2Il Disability Manager: facilitatore diautonomia, opportunità e accessibilità”A cura di Sidima - Società ItalianaDisability Manager

Ore 14.00 - 15.30 Sala Gamma 2°piano - padiglione 2

“Love Ability” Amore senza barriereSessualità come tabù nella disabilità. L’esperienza dell’assistenza sessualeall’estero.A cura di Diversamente Agibili

LE INIZIATIVEE GLI EVENTI

16 - LISDHA NEWS

Èstato chiesto all’Agenzia delleEntrate se è sufficiente il ri-conoscimento dell’invalidità

civile per fruire delle diverse agevo-lazioni previste dalle norme tributa-rie in favore dei disabili ed in parti-colare quelle relative all’acquisto eall’utilizzo di veicoli destinati a per-sone con handicap.

Riguardo alla certificazione medicaattestante la disabilità è stato pre- pcisato (circolare n.21/2010 del-l’Agenzia delle Entrate) che è possi-bile prescindere dall’accertamentoformale dell’handicap da parte dellacommissione medica prevista dallalegge n.104/92 qualora sia già statoottenuto il riconoscimento dell’inva-lidità da parte di altre commissionimediche pubbliche (ad esempio lacommissione per il riconoscimentodell’invalidità civile, per lavoroo di guerra) se dalla certificazionerisulti chiaramente l’handicap al qua-

le è ricollegata l’agevolazione fiscale.Per chiarire, è stato affrontato lo

specifico caso delle agevolazionifiscali previste per l’acquisto di vei-coli destinati a persone disabili, ecioè detrazione dall’Irpef del 19%,Iva agevolata al 4%, esenzione dalbollo auto e esenzione dall’impostadi trascrizione sui passaggi di pro-prietà.

Queste sono riconosciute esclusi-vamente ai disabili:• con ridotte o impedite capacità

motorie;• con grave limitazione della capaci-

tà di deambulazione o affetti dapluriamputazioni;

• con handicap psichico o mentaletitolari dell’indennità di accompa-gnamento;

• non vedenti e sordi.Per fruire di tali specifiche agevo-

lazioni però non è sufficiente la cer-tificazione che attesti genericamen-

te che il soggetto è invalido contotale e permanente inabilità lavora-tiva e con necessità di assistenzacontinua (poiché non è in grado disvolgere i normali atti quotidianidella vita). Occorre invece che nellostesso sia indicata la specifica disa-bilità richiesta dalla normativafiscale per fruire della specifica age-volazione. Per le agevolazioni rela-tive ai veicoli destinati ai disabiliperciò è necessario che nel certifica-to di invalidità si faccia esplicitoriferimento:

- nel caso di soggetti affetti da disa-bilità motoria, alla grave limitazionedella capacità di deambulazione oalle ridotte o impedite capacitàmotorie permanenti,

- per i soggetti affetti da disabilitàpsichica, alla natura psichica o men-tale della patologia e alla gravitàdella stessa, nonché all’attribuzionedell’indennità di accompagnamento.

FIS

CO

Per usufruire della agevolazioni il verbale di invalidità civile deve contenere la natura dell’handicap. Non è possibile detrarre l’acquisto di una piscina per fini terapeutici. Si puòfruire degli sgravi anche se il veicolo destinato a disabili è acquistato e utilizzato all’estero.

QUANDO SPETTANOLE AGEVOLAZIONI FISCALI

N. 73 - APRILE-GIUGNO 2012

È

dichiarazione dei redditi

LISDHA NEWS - 17LISDHA NEWS - 17

ACQUISTO DI UNA PISCINAPER FINI TERAPEUTICI

Non è invece possibile inserire trale spese sanitarie, che consentono difruire della detrazione dall’Irpefpari al 19% del loro ammontare, icosti per l’acquisto una piscina perlo svolgimento di idrokinesitera-pia da parte di una persona disabile(circ. 20/2010 Agenzia delleEntrate).

Le spese sostenute per l’acquisto ela realizzazione di una piscina,ancorché utilizzata per scopi tera-peutici, non sono infatti ricompresetra le spese sanitarie per le quali èriconosciuta la detrazione d’impo-sta.

In sostanza possono essere inclusefra le spese sanitarie agevolabili icosti sostenuti per i trattamenti diidrokinesiterapia, ma non quellidestinati alla realizzazione o l’ac-quisto della strutture nella quale taleterapia viene svolta.

ACQUISTO ALL’ESTERO DI AUTOVETTURE DESTINATE A DISABILI

E’ possibile fruire delle specificheagevolazioni fiscali previste perl’acquisto di autovetture da parte disoggetti disabili anche se il veicoloè acquistato ed utilizzato all’estero.

Infatti le spese per l’acquisto deimezzi necessari all’accompagna-mento, alla deambulazione, allalocomozione ed al sollevamento deisoggetti portatori di handicap - fracui rientrano anche quelle destinateall’acquisto dell’autovettura - soste-nute all’estero da soggetti fiscal-mente residenti in Italia sono sog-gette allo stesso regime applicabilea quelle sostenute in Italia.

In particolare l’acquisto dell’auto

destinata ai disabili consente dibeneficiare della detrazione dal red-dito delle persone fisiche (Irpef)pari al 19% del costo sostenuto, unasola volta e per un solo veicolo in unperiodo di quattro anni, su un

importo massimo di spesa di18.075,99 euro, a condizione che lostesso sia utilizzato in via esclusivao prevalente a beneficio del disabi-le per cui è stato acquistato.

Naturalmente nel medesimo qua-driennio non è possibile fruire con-temporaneamente della detrazioneper un veicolo acquistato in Italia e per uno acquistato all’estero.

Occorre conservare la documenta-zione relativa alla spesa sostenutache, se in lingua originale, dovràessere corredata da una traduzionegiurata in lingua italiana. La tradu-zione può essere eseguita e sotto-scritta direttamente dall’acquirentenel caso la ricevuta d’acquisto siastata redatta in inglese, francese,tedesco o spagnolo.

Nel caso in cui i veicoli acquistaticon le agevolazioni siano cedutiprima di due anni dal loro acquistoè dovuta la differenza fra l’impostaprevista in assenza di agevolazioni equella agevolata applicata.

Francesco Gentile

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La Circolare n. 20/E del 13/5/2011dell’Agenzia delle Entrate ha forni-to dei chiarimenti in tema di detra-zione delle spese sanitarie, conriferimento ai cosiddetti dispositivimedici. E’ possibile beneficiaredella detrazione pari al 19% qualo-ra questi rientrino nella classifica-zione nazionale dei dispositivimedici e la dicitura “Dispositivomedico” riportata sui documenti diacquisto non è sufficiente per bene-ficiare della detrazione. La detra-zione è infatti riconosciuta alle se-guenti condizioni:- che nella fattura/scontrino risulti

il nome e/o il codice fiscale delsoggetto che sostiene la spesa;

- che nella fattura/scontrino risultila descrizione del dispositivomedico.

Per ciascuna tipologia di prodottooccorre conservare la documenta-zione da cui risulti che possiede lamarcatura CE.Possono essere considerati dispo-sitivi medici, se in possesso del marchio CE, ad esempio: occhiali,

apparecchi acustici, termometri,siringhe, apparecchi per aerosol,pannoloni per incontinenti, lenti acontatto e i relativi liquidi, prodot-ti per dentiere, contenitori perurine, feci, test di gravidanza-ovu-lazione-menopasa; strisce/strumentiper determinazione del glucosio-colesterolo-trigliceridi ecc.

DISPOSITIVI MEDICISI DETRAGGONO SOLO SEg

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Dei circa 67.000 detenuti inItalia circa 120, che scontanouna pena di durata inferiore ai

5-6 anni, risiedono nella “Casa cir-condariale dei Miogni” nel cuore diVarese.

È un carcere “piccolo” ma che sof-fre di molti dei problemi che assedia-no le altre carceri: sovraffollamento,strutture vecchie, mancanza di lavo-ro all’interno… All’impegno deglioperatori che ci lavorano e del cappellano si unisce quello dell’Associazione Assistenti Volontari s.Vittore Martire che cerca di incontra-re i detenuti nelle loro esigenze, daquelle più concrete al bisogno di con-tatto umano, di essere ascoltati, dibuttar fuori la loro sofferenza.

Ne parlo seduta ad un tavolino conPaolo Acchini, presidente dell’Asso-ciazione.

- Come è nata l’associazione?«Negli anni ’60 arrivò a Varese

come prevosto Mons. Manfredini,uomo attento alla realtà sociale e tra itanti problemi che affrontò ci fuanche la situazione del carcere varesi-no e la necessità di trovare qualcunoche entrasse in questo”mondo” ancheper fare da ponte tra la comunitàesterna e i detenuti. Nacque così il“Gruppo carcere” che nel 1975 si tra-sformò in associazione (con sedeoggi presso gli Uffici della CaritasDecanale - piazza Canonica 8,Varese)».

- È cambiato nel tempo il vostroapproccio con il carcere?

«I primi volontari sono entrati inuna realtà molto povera perché neiprimi tempi non c’era nessuno che sioccupasse dei detenuti. Hanno fatto

da tramite tra la realtà esterna e ladura realtà interna. A quel tempoc’erano anche le donne in detenzione,ora non più.

Agli inizi come figure operantiall’interno c’erano la polizia peni-tenziaria, il direttore, il medico, ilcappellano e i volontari. Poi con iltempo sono entrate altre figure diriferimento come ad esempio gli edu-catori, gli agenti di rete ed altri.

Mutando la realtà interna anche ilvolontario ha dovuto cambiare un po’il suo approccio perché ha dovutorapportarsi con queste nuove figure.Oggi sono tante le persone con ruolidiversi che operano dentro l’Istituto edi può dire che in fondo il detenuto“dà lavoro”.

Va detto però che se per certi aspet-ti nel carcere il detenuto è “oggetto diattenzione”, poi quando esce a voltesi trova nel nulla, abbandonato esolo».

Tra i tanti tipi di volontariato presenti nella provincia varesinaesiste anche quello a favore dei carcerati la cui condizione divita è troppo spesso rimossa dalla gente comune. Ne parlia-mo con Paolo Acchini presidente dell’Associazione AssistentiVolontari s. Vittore martire di Varese.

AIUTARE DIETRO LE SBARRE

Paolo Acchini

N. 73 - APRILE-GIUGNO 2012

- Perché ha deciso di fare il volon-tario in questa realtà?

«Circa 12 anni fa in un convegnoCaritas Dino, uno dei volontari stori-ci insieme alla moglie, ha espresso il bisogno di trovare forze nuove per l’associazione. E io ho detto di sìsenza sapere dove sarei andato a fi-nire.

Per un anno ho partecipato da ester-no agli incontri mensili dell’associa-zione e nel frattempo è andata avantila richiesta per poter entrare comevolontario.

Dopo un anno, appunto, ho ricevutol’autorizzazione a entrare in Istituto.Per un breve tempo ho affiancatoDino per imparare come muovermi ecosì ho iniziato il mio cammino».

- Quali sono le attività che svolgetecome associazione?

«Sono diverse: la redazione di ungiornalino che riporta articoli scrittidai detenuti, un corso di chitarra, unodi inglese, uno di italiano per stranie-ri, la catechesi insieme al cappellano,l’animazione della Messa domenica-le.

Chi poi è volontario con l’articolo78, che offre più libertà di movimen-to dentro il carcere, ha la possibilitàdi avere colloqui con i detenuti perdialogare con loro e per rispondere,per quanto possibile, alle loro neces-sità materiali (vestiti, articoli perl’igiene personale, cancelleria, fran-cobolli…). Aiutiamo soprattutto chinon ha familiari ed è solo in tutto eper tutto.

Poi, sempre previo accordo con laPolizia penitenziaria, a volte mante-niamo i rapporti esterni con le fami-glie ed è capitato che accompagnassiun detenuto fuori in permesso o neitrasferimenti in qualche comunitàquando non aveva nessuno che potes-se farlo».

- C’è una diversità con gli altri tipidi volontariato?

«Qui si ha a che fare con un mondonel mondo. L’ambiente è chiuso, conmolte ristrettezze, si deve accettare disottostare a tante regole, vincoli. Nonsi può pensare ad esempio di portareall’interno quello che si vuole (anchese si tratta di cose innocenti), di tele-fonare come si crede….

Non si deve dare troppo confidenzaal detenuto ma si devono mantenerele giuste distanze.

Seguire certe regole però è ancheper il bene della persona che incontri.Se sono troppo “esuberante”, se con ilmio carattere prendo troppo spazio,posso anche far del male ad una per-sona che è costretta a stare dentro una

cella praticamente tutto il giorno.Perché alla fine io esco da lì ma luino.

Poi bisogna anche tenere conto chela persona nel carcere non è libera etalvolta per “sopravvivere” cambia,modifica la sua personalità.

Mi è capitato di trovare alcune serealla mensa dei poveri alcune personeche avevo incontrato in carcere e gliho chiesto se stavano meglio fuori,magari dormendo sotto un ponte oquando stavano dentro. Loro rispon-dono sempre che la libertà è la cosapiù importante, preferiscono stare suuna strada che in un ambiente dovedevi chiedere il permesso per qualsia-si cosa, anche la più banale».

- Di cosa ha più bisogno ora ilmondo del carcere?

«Qui a Varese la possibilità di lavo-rare sarebbe fondamentale: l’oziodistrugge l’anima e il corpo. Vivere22 ore in una cella a fare nulla (dueore si passano camminando in un pic-colo cortile) spegne la vita, spegne leforze. Quando mi è capitato diaccompagnare fuori un detenuto misono accorto che non aveva energia,nemmeno fisicamente, si stancavasubito».

- Cosa fate per sensibilizzare l’opi-nione pubblica sulla “questionecarcere”?

«Ad esempio partecipiamo ai corsisulla legalità durante i quali le variefigure che operano nel carcere incon-trano alcuni studenti che poi entreran-no nell’Istituto penitenziario perconoscerne la struttura e le attivitàche in esso si svolgono. I giovani cosìsono aiutati da un lato ad entrare in unaltro “mondo” che non è poi così“lontano”, dall’altro capiscono che

quando entri nell’illegalità sai che tiaspetta una realtà di questo tipo pro-babilmente.

Poi facciamo testimonianze nelleparrocchie o là dove ce lo chiedono».

- Come coprite le spese per aiutarei detenuti?

«La nostra è una onlus e c’è la pos-sibilità di devolvere il 5x1000 (codicefiscale 95016360125). Il comune diVarese ha dato un piccolo contributofino ad ora. Poi ci sono le offerte digruppi, di privati, delle parrocchiedove portiamo la nostra testimonian-za».

- Cosa diresti a chi non conosce larealtà del carcere e la giudica consuperficialità?

«È vero ci sono reati di tanti tipi ealcuni gravissimi però è anche veroche ognuno ha una dignità, è un fra-tello, un figlio di Dio che va aiutato acapire cosa ha commesso ma anche avivere dignitosamente. E quando ci sitrova in una realtà così pesante dasopportare non è facile migliorare.

Si condanna il fatto ma sulla perso-na bisogna tenere vivo un margine direcupero su cui lavorare».

Emanuela Giuliani

L’ingresso del carcere di Varese.

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Tanta voglia di concretezza sicoglie ascoltando le parole diEzio Bianchi, presidente del-

l’Auser di Varese, un associazioneche conta moltissimi circoli in tuttaItalia, veri fulcri di iniziative, sortisoprattutto per aiutare gli anzianisoli.

“Attraverso il nostro progetto Fi- lo d’Argento, il numero verdedell’Auser, cerchiamo di aiutarequanti si rivolgono a noi per proble-mi concreti, come ad esempio lanecessità di essere accompagnatiper fare degli esami o ricevere laspesa a casa o semplicemente perchéhanno bisogno di compagnia”.

Con una rete di circa 250 volontariAuser si propone di dare una rispostaa queste richieste di aiuto che l’entepubblico non riesce e riuscirà ancorameno in futuro a soddisfare. Solonella città di Varese le chiamate alnumero verde sono state oltre 2000che arrivano a più di 12.000 se con-sideriamo tutto il territorio provin-ciale. “Le chiamate telefoniche –commenta Bianchi – rappresentano

in genere il primo momento di rela-zione tra il cittadino anziano cheesprime un disagio o un bisogno egli operatori volontari del servizio.Questa interazione si traduce nella“presa in carico del problema” enella ricerca della soluzione miglio-re per il cittadino, una soluzione chespesso si traduce in una pluralità diinterventi. Tanto che alle richiestecorrispondono spesso molte più pre-stazioni di servizio. Ne è un esempiola richiesta di più servizi consecuti-vi e in date prefissate per accompa-gnamento a strutture sanitarie.”

La maggior parte della chiamateriguarda i problemi di trasporto.

L’anziano in difficoltà non sa a chi chiedere per il trasporto, perchévive solo o perché i familiari sono allavoro. E’ vero che esistono numero-si servizi di trasporto gestiti da enti e associazioni, ma i loro costi risulta-no proibitivi per molte persone. Ilservizio è realizzato attraverso imezzi dell’associazione o quelli pri-vati dei volontari. In alcuni territo-ri Auser ha la possibilità anche di

Accompagnano gli anziani solie fanno loro compagnia:

sono i volontari dell’Auser, un’associazione attiva in tutta

Italia che si fa promotrice ditante interessanti iniziative.

UN AIUTO CONCRETOAGLI ANZIANI SOLI

N. 73 - APRILE-GIUGNO 2012

Qui sopra e in basso alla pagina a fianco: anziani allo stadio di Masnago accompagnati dai volontari Auser in collaborazione con la Varese Calcio.

trasportare persone in carrozzina attraverso pulmini idonei.

Il desiderio dell’associazione èquello di fare “rete”, lavorando conaltre associazioni e coinvolgendo singoli e famiglie sul territorio.

“Teniamo molto a valorizzare lacollaborazione intergenerazionale –commenta Bianchi – ed è per questoche a Natale abbiamo lanciato per laprima volta a Varese l’iniziativa“Aggiungi un nonno a tavola” cheha riscosso notevole successo, cosìcome tre anni fa avevamo realizzato ilprogetto “Dal calamaio al compu-ter” che ha coinvolto bambini eragazzi di vari istituti scolastici che sisono incontrati con un gruppo dianziani. Nelle elementari il gruppodi anziani ha raccontato ai bambiniquali erano i giochi della loro infan-zia. Alle medie si sono confrontati imezzi di comunicazione di un tempocon quelli attuali. Alle superiori iragazzi si sono improvvisati inse-gnanti e hanno spiegato agli anzianil’utilizzo del computer. Tale è statol’entusiasmo che un ultranovantenne,commentando il fatto che l’iniziativaconsentisse solo una conoscenza dibase del computer ha esclamato:“Tanto ci sarà tempo nei prossimianni!”

Tempo fa Auser a lanciato anche ilprogetto “Abitare insieme” nato dal-l’idea di favorire una soluzione posi-tiva al problema dell’alloggio di stu-denti universitari che risiedono lonta-ni dalle sedi accademiche, concilian-do questo bisogno con alcune neces-sità delle persone anziane: compa-gnia, sicurezza, ascolto aiuto in pic-cole incombenze quotidiane, contri-buto economico. Quest’iniziativa,sperimentale a Varese, in altre cittàd’Italia ed Europa, ha consentito amolti studenti di trovare alloggiopresso l’abitazione di anziani a frontedi un contributo alle spese di gestionedella casa.

Lo scopo è quello di combattere lasolitudine in modo attivo, facendodialogare e interagire persone di

generazioni diverse, convinti che glianziani siano soprattutto una risorsa.“Perché di anziani che vivono incompleta solitudine e anche in condi-zioni di indigenza ce ne sono davverotanti, anche nella città do Varese, enon riusciamo purtroppo ad avereuna mappa completa di questo feno-meno”. Settimanalmente una volon-taria contatta le persone seguite perverificare i loro bisogni. Ora, alcunidi loro hanno cominciato ad incon-trarsi una volta la settimana nei localidella sede varesina dell’associazionein piazza De Salvo, per passare deimomenti insieme.

A Saronno Auser ha dato vita a“Alzhauser Caffè” un’iniziativa cheoffre alle famiglie la possibilità diportare nella sede Auser il propriofamiliare ammalato di Alzheimer unamezza giornata la settimana.

Progetti diversi che nascono dallafantasia dei singoli circoli, ma chedesiderano offrire risposte concrete abisogni molto sentiti dalla popolazio-ne e che si rivolgono spesso ad anzia-ni ma non esclusivamente. Ad esem-pio da una “costola” dell’Auser ènata “Universauser” che offre a per-sone di tutte le età iniziativa di socia-lizzazione e formazione (corsi di lin-gue, informatica, momenti culturali,gite ecc). A Cardano al Campo opera“Filo rosa Auser” contro i maltratta-menti in famiglia verso le donne e iminori.

Marcella Codini

IL NUMERO VERDE SEMPRE ATTIVO.In Lombardia il Filo d’Argento, ossia il numero verde di aiuto agli anzianiattivato dall’ Auser (800 995 988) è attivo 24 ore su 24 per 365 giorni l’an-no e offre: - consegna a casa della spesa, dei pasti, dei farmaci; - compagnia domiciliare e telefonica; - trasporto protetto verso centri socio-sanitari per visite e terapie; - informazioni sui servizi attivi nel territorio; - disbrigo pratiche e certificati (al Comune, all’Asl ecc.); - possibilità di partecipare alle iniziative di sostegno e culturali dell’Auser.

Momenti di festa alla sede Auser.

La sede dell’Auser di Varese in piazza De Salvo 9.

22 - LISDHA NEWS N. 73 - APRILE-GIUGNO 2012

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La tematica del “dopo di noi”,spesso fonte di angoscia, sifonda sull’assunto che, finché

i genitori di una persona disabilesono in vita e godono di una discre-ta salute, debbano non solo prender-si cura del proprio figlio/a, ma

anche vivere assieme a lui/lei in unostato di fatto sostanzialmente immu-tato ed immutabile dove l’età adul-ta, per il figlio o la figlia in questio-ne, spesso sembra non arrivaremai… Certamente, gli aiuti econo-mici per chi decida di andare a vive-re da solo sono scarsi se non quasiinesistenti; tuttavia, credo che il fat-tore determinante per le scelte divita sia spesso, in ultima analisi, uncerto tipo di mentalità. Al contrario,amare i propri figli significa ancherischiare con loro, affrontare nuovesfide insieme a loro per aiutarli esostenerli anche e soprattutto nellaconquista della loro autonomia, findove è possibile. L’esperienza diCarlo e della sua famiglia è davveroemblematica a questo riguardo. Ilcoraggio, l’ingegnosità e la lungimi-ranza di questa bella famiglia unita,infatti, sono stati il terreno buonodove è potuto germogliare anche ilprogetto di vita indipendente delloro amato figlio.

- Ciao Carlo, davvero bella la tuacasa, da quando abiti qui?

«Circa dieci anni fa si è presentatal’opportunità di acquistare questavilletta in centro Bobbiate (Varese),proprio di fronte alla chiesa, in unaposizione davvero strategica edanche vicino ai miei; così, grazieanche a loro, l’ho comperata.Successivamente, ho dovuto appor-tare varie modifiche per renderlaaccessibile e, siccome è abbastanzaampia, è stato possibile ricavareanche un appartamentino in cui oggivive Doyna, una signora di origineucraina che mi assiste e collaboranelle faccende domestiche, assiemealle sue due figlie Elena di sedicianni e Maryia di dodici».

- Ti sei affidato a qualche espertoper la realizzazione delle modifi-che per renderla accessibile?

«A dire la verità, i vari interventisono stati realizzati grazie all’aiutodi miei amici e conoscenti e la pro-

Carlo Marcotti, rimasto tetraplegico a seguito di un incidente stradale, da circa sei anni vive dasolo. Il sostegno dei familiari, la solida rete di amicizie e conoscenze ed il prezioso aiuto diDoyna, un’assistente ucraina che vive con le sue due figlie in un’ala della sua villetta, gli hannoconsentito di “spiccare il volo” e realizzare questo importante traguardo.

LA VITA INDIPENDENTEDI CARLO

Carlo con il papà Giulio, la mamma Luisa assieme a Doyna e le sue due figlie Elena e Maryia a Cervia.

Carlo con il fratello Alberto.

LISDHA NEWS - 23N. 73 - APRILE-GIUGNO 2012

gettazione si è spesso basata su ideemie, frutto della mia esperienza edinventiva. Possiamo dire che, anchee soprattutto al fine di contenere icosti, tutto ciò che era possibile rea-lizzare “in casa” è stato fatto.

Abbiamo così acquistato vari con-gegni e materiali e poi li abbiamoassemblati. Ad esempio, a seguito diricerche anche via web, ho trovato ecomprato alcuni attrezzi per rendere“accessibile” il bagno, che sono statimontati grazie al prezioso aiuto dimiei amici. Così ora posso beneficia-re di un’imbracatura speciale aggan-ciata ad una carrucola comandatatramite dei pulsanti che mi sollevadal letto e mi trasporta in bagno sinoal “letto-doccia” dove, con l’aiuto diDoyna, mi posso lavare. Sempre conl’aiuto di miei amici, abbiamo ese-guito vari lavoretti, come l’elettrifi-cazione delle tapparelle o l’automa-zione del cancelletto pedonale d’in-gresso. Per l’abbattimento delle bar-riere architettoniche e l’acquisto ditaluni ausili, ho ottenuto anche deicontributi il cui ammontare è statoquantificato in percentuale sull’im-porto delle fatture, oltre a pagarel’Iva ridotta pari al 4%. Comunque,l’idea di fondo è stata quella di rea-lizzare un compromesso tra ciò cheoffre la domotica ed l’“home-made”!»

- Come ti muovi in casa?«Ho una carrozzina elettronica che

grazie ad una consolle con un grup-po di controllo mi permette sia dimuovermi sia di agire sui congegniper l’automazione presenti in casa.

Anch’essa è stata modificata da unamico perito elettronico in base allemie specifiche esigenze. In talmodo, pur essendo tetraplegico,grazie ad una residua mobilità del

braccio sinistro ed alla tecnologia,riesco ad avere una grande autono-mia. Pensa che con la mia carrozzinaelettronica posso viaggiare tranquil-lamente anche per strada e per-correre sino a 30-40 km in un giorno.

Esco quindi da solo, ma ben equi-paggiato: con un riscalda-giacca chemi tiene al caldo ed una borsa convari attrezzi tra cui quelli che servo-no a riparare la carrozzina.

Così posso fare la spesa e sbrigarele commissioni personalmente!»

- Carlo, hai mai lavorato?«Per circa dieci anni, fra il 1984 ed

il 1994, con grande soddisfazione,ho fatto l’agente di commercio pres-so l’officina meccanica Terziroli; poiper motivi vari ho dovuto smettere.In ogni caso, come detto, ho una vitapiena con tanti interessi, fra cuianche quello di restaurare motod’epoca che poi vengono esposte inalcune mostre».

- Certamente la tua famiglia e larete di amicizie che hai saputocreare sono molto importanti…

«Riconosco anche che sono statofortunato. Ho due genitori che mivogliono bene e che mi hanno sem-pre sostenuto ed un fratello, Alberto,che abita anche lui nello stesso rionee mi aiuta molto. Inoltre, come detto,ormai da qualche anno, vivono inun’ala della villetta anche Doyna e lesue due figlie. Si è creato così unambiente in cui posso avere il miospazio e la mia autonomia senza perquesto essere privo di assistenza.Doyna, infatti, oltre alle faccendedomestiche ed a cucinare, mi aiutaanche a lavarmi e vestirmi. Allo stes-so tempo, però, può prendersi curadelle sue bambine che vanno ancoraa scuola e anche lei dispone di uno

spazio privato. Da circa un annoabbiamo anche tre galline: Lina,Cenerina e Caterina che ci regalanoottime uova e sono oggetto di scher-zose conversazioni. Abbiamo, infat-ti, creato un “polendario” in cui ognigiorno le bimbe scrivono il numerodi uova prodotte ed abbiamo persinoinstallato un termometro per rilevarela temperatura all’interno del polla-io… come vedi, il bello è che ilclima che si respira è quello di unafamiglia! »

- Progetti?«Sempre. Al momento, di tipo agri-

colo: dopo le galline, avrei intenzio-ne di coltivare il terreno sul retrodella casa realizzando un orto e pian-tando degli alberi da frutto…»

- Complimenti davvero. C’è unsegreto dietro questo successo?

«Personalmente, ho sempre cercatodi guardare ai momenti di difficoltàcome a delle opportunità, a dellesfide e mi è sempre stato utile il divi-dere un problema grosso in tanti piùpiccoli e più semplici da affrontare erisolvere. Mi stimola anche moltofare ogni sera il bilancio della gior-nata e delle attività svolte. Di proble-mi ne ho ancora, però dico a me stes-so che se sono riuscito a superare ladifficoltà più grossa - quella cioè diricominciare daccapo dopo l’inciden-te stradale che all’età di diciannoveanni mi ha reso tetraplegico - credoche tutto il resto del percorso nonpossa che essere “in discesa”… Inogni caso, oggi, desidero che questavita più stabile ed armoniosa che confatica, impegno e coraggio sono riu-scito a conquistare, anche grazie allaformidabile rete di sostegno familia-re ed amicale, duri nel tempo».

Maria Cristina Gallicchio

Carlo nella sua casa tecnologica; a sinistra il bagno con l’imbracatura con la carrucola e il letto-doccia.

La nostra attenzione questavolta si concentra su frate AveMaria, che ha dato la sua testi-

monianza di fede poco lontano daVarese, nell’Eremo di Butrio in pro-vincia di Pavia e ci ha fatto compa-gnia nel viaggio sulle strade delmondo fino al 1964. Una figura cheè quindi vicina a noi, un venerabilein attesa della beatificazione chepossiamo non solo immaginare maanche vedere, con i nostri occhi,navigando su internet. Cesare Pisano nacque nel 1900 aPogli di Ortovero presso Savona.Trascorse serenamente la sua fan-ciullezza fino a quando, in un giornoqualsiasi, mentre giocava con gliamici, un compagno lo rese ciecosparando con un fucile che tutti pen-savano scarico. Cesare fu subitoospitato in un istituto di don LuigiOrione, assistito e confortato da unasuora Missionaria della Carità. Ilprimo periodo, dopo l’incidente, fudi grande sconforto, come si leggenella bella biografia di frate AveMaria “Si può essere felici” scrittadal confratello Flavio Peloso. Lapresenta con entusiasmo il cardinaleAngelo Sodano affermando. “Frate

Ave Maria, a partire dalla cecitàsubita a 12 anni, aveva provato levertigini del non senso, la desolazio-ne della sofferenza e ancor più del-l’inutilità. Illuminato dalla fede,dopo l’incontro con don Orione, spe-rimentò che si può essere felici. Incompagnia di Dio divenne la perso-na più amabile, apparentementeingenua e priva di problemi, eppureviveva tra tanti fastidi e privazioni,nel completo nascondimento. Ilmondo dell’invisibile per lui, cieco,era divenuto componente naturaledella vita quotidiana, anzi, la suarealtà quotidiana stessa; gli eradivenuto percettibile, ovvio …e neparlava familiarmente, come noisiamo soliti fare con le realtà percet-tibili e ordinarie della nostra vita”.Dopo lo sconforto venne quindi lavocazione e la nuova fiducia, da luiriposta soprattutto nella VergineMaria. Nel 1923 Cesare Pisano entrò tra gliEremiti della Divina Provvidenza(ramo religioso maschile fondato daDon Orione), e venne destinato all’Eremo di S.Alberto di Butrio dove,rivestito l’abito religioso, prese ilnome di frate Ave Maria.

Rimasto cieco da bambinoper un colpo di fucile

sparato da un compagno,passò dalle vertigini del non

senso ad una vita gioiosaanche grazie all’incontro

con don Orione.

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LA SCOPERTADI FRATE AVE MARIA

N. 73 - APRILE-GIUGNO 2012

Frate Ave Maria in una foto dell’epoca e nella statua che lo ritrae all’Eremo di Butrio.

Interno dell’Eremo di Butrio dove visse Frate Ave Maria.

E ora, prima di continuare a parlaredi frate Ave Maria, due parole sul-l’eremo, in quanto luogo dove creb-be la sua vocazione, la cui costruzio-ne è legata a sant’Alberto. Questi nel1030, andò ad abitare in solitudine lìvicino e guarì miracolosamente ilfiglioletto muto di un marchese dellazona. Il nobile, in segno di ricono-scenza, fece costruire una chiesaromanica, dedicata alla Madonna,nella quale sant’Alberto e i suoiseguaci eremiti iniziarono a celebra-re l’Ufficio divino. Nacque unacomunità e un monastero che co-nobbe grande potenza sia spiritualeche temporale: in quel luogo sog-giornarono anche Federico Bar-barossa e Dante Alighieri. I monaciseguivano la regola benedettina,mantenendo sempre viva la vocazio-ne eremitica. La decadenza iniziòverso la metà del XV secolo e dopotre secoli di abbandono e di distru-zione materiale, nel 1810, con l’av-vento delle leggi napoleoniche l’ere-mo fu soppresso e requisito dalgoverno. Il secolo scorre nel silenzioe arriviamo al 1900 – proprio l’annodi nascita di frate Ave Maria – quan-do la cura dell’eremo venne alloraaffidata a don Orione, fondatoredella Piccola Opera della DivinaProvvidenza, che gli diede nuovavita ripopolandolo e nel 1921 tra-sformò l’Eremo di Sant’Alberto diButrio nella casa degli Eremiti dellaDivina Provvidenza.

E vediamo ora come la vita di donOrione si intreccia con quella di frateAve Maria. Don Orione accolse dipersona Cesare al suo arrivo all’ere-mo e scelse questo speciale nome peril novizio in quanto aveva visto in luiun devoto alla Madonna, che, dopoaver abbandonato la vita mondana, siera ritirato in un eremo per dedicarsialla vita contemplativa. La profondavocazione del frate trapela dalleparole pronunciate subito dopo lavestizione religiosa: “Io non ho altrodesiderio se non quello di adempieresempre la santissima volontà di Dio.E’ la sola cosa che mi rende felice”.Negli anni successivi pur nella ceci-tà, il valore spirituale dell’anima difrate Ave Maria trapela dalla suacostante, sorridente e umile bontà.La lunga esperienza meditativa, lasaggezza delle sue parole, l’aspettodi chi è rapito da Dio, attiravano lavenerazione di tante anime che desi-deravano incontrarlo per parlargli e“assorbire” la sua luce, per trarredalla sua conversazione beneficio,conforto e incitamento al bene. Efrate Ave Maria accoglieva tutti,

senza risparmiarsi. Era vicino eattento al prossimo, come dimostrala sorprendente iniziativa di festeg-giare prima il 25esimo e poi il50esimo anniversario della sua ce-cità. “Il primo novembre, festad’Ognissanti, mia sorella cecità cor-porale compie mezzo secolo – dissein quell’occasione.- Pensando agliinestimabili Beni che mi vennero dalei, invito i miei più cari non a unbanchetto, non a un brindisi, ma auna riunione spirituale in qualunqueluogo ci troviamo corporalmente,per ammirare in silenzio ciò che haoperato la mano del Signore, che inme ha tolto il meno prezioso percostringermi a cercare e trovare ilnecessario in grande abbondanza,ciò che è pure il vero ed unico pre-zioso. Come io avrei saputo con gliocchi aperti alla luce del sole, comeavrei potuto capire - materialonecom’ero - che vi è una Luce infinita-mente più vera, capace di far l’uomofelice anche nella maggiore priva-zione dei beni terreni?”. E nella per-gamena di ricordo di quello stranogiubileo scrisse: “Convertisti in lucele mie tenebre e in gioia la mia tri-stezza, sicché la mia luce, l’unicamia gioia sei Tu solo, o Gesù Figliodi Dio!“.

Dopo aver vissuto per 39 anni unavita riconosciuta straordinaria persantità, preghiera e penitenza, all’inizio del gennaio 1964, viste le pre-carie condizioni di salute, frate AveMaria viene trasportato all’ ospedaledi Voghera, dove muore il 21 genna-io, proclamato santo dal popolo, cheaccorre in massa ai funerali. La leg-genda dice che, alla sua morte, glispuntò dal petto un giglio candidissi-mo, che affondava le radici nel suocuore e portava sulla corolla, a carat-teri d’oro la scritta “Ave Maria”.Questo era il segno della sua santità,ottenuta col materno aiuto di Maria.Le sue spoglie, venerate nell’eremoche lo ha visto diventare santo, sonooggi meta di pellegrinaggio.“La vita di frate Ave Maria ha ilvalore di una conferma evangelica –conclude il cardinale Sodano -. Nonè un sogno, non è una compensazionepsicologica: si può essere felici quan-do si incontra Dio, quando il suoSpirito, accolto in un cuore umile,diventa presenza interiore che cor-regge e sorregge, indirizza la nostrapovera umanità in una relazione conDio che riscatta dalla vanità tutte lealtre relazioni: con le cose, con i pro-getti, con il tempo, con le persone,con noi stessi”.

Chiara Ambrosioni

LISDHA NEWS - 25LISDHA NEWS - 25N. 73 - APRILE-GIUGNO 2012

VERSO UNA LEGGE EUROPEA SULL'ACCESSIBILITÀ

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26 - LISDHA NEWS N. 73 - APRILE-GIUGNO 2012

Nel dicembre scorso ha avutoluogo il Forum Europeo sullaDisabilità a cui hanno parteci-

pato i leader di tutte le Istituzionidell’Unione Europea. Tra gli argo-menti trattati vi è stato quello relativoalla preparazione, nel 2012, di unalegge europea sull’accessibilità.

La strategia europea in materia didisabilità ha stabilito un programmaambizioso per i prossimi dieci anni el’Unione vuole mantenere il proprioimpegno per offrire ai disabili la pos-sibilità di esercitare tutti i loro dirittie di partecipare pienamente alla vitasociale ed economica del propriopaese.

Nell’autunno del prossimo anno laCommissione presenterà una leggeeuropea sull’accessibilità per garanti-re che i disabili abbiano accesso, suun terreno di parità con gli altri, al-l’ambiente fisico, ai trasporti e ai ser-

vizi di informazione e comunicazione.L’accessibilità è considerata infatti

la condizione preliminare per consen-tire ai disabili di esercitare pienamen-te i diritti sanciti dalla ConvenzioneOnu sui Diritti delle Persone conDisabilità, dal Trattato dell’UnioneEuropea e dalla Carta dei DirittiFondamentali.

Oggi, nell’Unione Europea, unapersona su sei - circa 80 milioni dicittadini - è affetta da una disabilità -da leggera a grave - mentre oltre unterzo dei cittadini oltre i 75 anni èportatore di disabilità che in qualchemisura lo limitano. Cifre chesono destinate ad aumentare con ilprogressivo invecchiamento dellapopolazione.

La maggior parte di queste personetroppo spesso non riesce a partecipa-re pienamente alla vita sociale edeconomica, a causa di barriere fisiche

o di altro tipo, ma anche di discrimi-nazioni.

Abbattere dunque queste barrierenon solo è un dovere sociale, ma puòanche creare nuove opportunità dimercato.

Uno studio realizzato in GranBretagna dal Royal National Instituteof the Blind ha dimostrato ad esem-pio che una catena di supermercati,dopo avere investito 35.000 sterlineper rendere accessibile il proprio sitointernet, ha registrato entrate supple-mentari per oltre 13 milioni di ster-line all’anno.

In Germania un altro studio hadimostrato che una maggiore offertadi strutture accessibili aumenterebbegli spostamenti dei disabili, garanten-do al settore turistico tedesco unincremento del fatturato compreso tra620 milioni e 1,9 miliardi di euro.

Ci si attende che nel campo dell’ac-cessibilità alle strutture, ma in parti-colare nello spazio urbano, si crei unasempre maggior unificazione delleprescrizioni e dei relativi simboli ecodici. Ciò vale, nel campo dei nonvedenti, per quanto riguarda i percor-si tattili: solo in Italia vi sono attual-mente due sistemi di codfica (Loges eVettore) quando sarebbe auspicabileadeguarsi ad uno standard unico eu-ropeo che però non è ancora definito.

Il contrassegno arancione per il par-cheggio riservato ai disabili è un altroesempio di difformità rispetto al con-trassegno blu in vigore nell’UnioneEuropea. Un disabile che va all’este-ro potrebbe trovarsi in difficoltà.

Un altro aspetto che deve essereunificato è quello relativo alle caratte-ristiche tecniche che devono avere i luoghi nei quali la persona disabile o non disabile ha diritto di accedere.In questo campo da alcuni anni è in “iter” presso il Ministero unaProposta di Legge promossa dalGruppo di Lavoro del Craba (Co-mitato Regionale Abbattimento Bar-riere Architettoniche) e realizzatatenendo conto appunto della normati-va vigente in diversi paesi europei.

Bruno Biasci

Nell’Unione Europea una persona su sei è affetta da disabilità.

Dopo tredici anni anche in Italia saràpossibile adottare il ContrassegnoUnificato Disabili Europeo (Cude), perla circolazione e la sosta dei veicoli previsto dalla Raccomandazione delConsiglio europeo del 4 giugno 1998 egià in vigore in 15 Paesi.E’ stato infatti approvato in via definiti-va dal Senato il Decreto Legge n. 1720-B del 29 luglio 2010 riguardante alcunedisposizioni in materia di sicurezza stra-dale tra cui la modifica della norma delCodice della Privacy che rendeva impos-sibile l’adozione del Contrassegno euro-peo anche in Italia in quanto esistevanodubbi e perplessità legate alla garanziadella tutela o meno della privacy deldisabile. Con l’adozione del ContrassegnoUnificato Disabili Europeo la personadisabile potrà circolare e veder ricono-sciuti i suoi diritti non solo se viaggia in

auto per l’Europa, ma anche se circola ososta in altri Comuni italiani. Il rilascio del Contrassegno è demanda-to ai Comuni di residenza e ognuno ha lesue regole; è accaduto che persone disa-bili siano state multate, benché munitedi contrassegno, in zone a traffico limi-tato o in parcheggi riservati di altre città.In un caso c’è voluta una Sentenza (n.719/2008) della Suprema Corte diCassazione per cancellare un ricorsofatto dal Comune di Roma che volevaconvalidare la multa fatta a un disabilein quanto il contrassegno esibito erastato emesso a Milano.Adesso manca solo la modifica del rego-lamento attuativo del Codice dellaStrada che si spera avvenga quantoprima. L’iter approvativo prevede,comunque, l’acquisizione del parere delConsiglio di Stato.

B.B

A QUANDO IL CONTRASSEGNO BLU EUROPEO?Consentirà di vedere tutelati i propri diritti intutta Europa, ma anche di evitare multequando si circola in un altro Comune d’Italia.

Ogni anno vengono ridefiniti,collegandoli agli indicatoridell’inflazione e del costo

della vita, gli importi delle pensioni,assegni e indennità che vengonoerogati agli invalidi civili, ai ciechicivili e ai sordomuti e i relativi limi-ti reddituali previsti per alcuneprovvidenze economiche.

Riportiamo nella tabella gli impor-ti delle provvidenze e limiti di red-dito comparati con quelli del 2011.

TIPO DI PROVVIDENZA

281,46

260,27

260,27

260,27

260,27

260,27

260,27

807,35

487,39

243,10

189,63

467,43

289,36

267,57

267,57

267,57

267,57

267,57

267,57

827,05

492,97

245,63

193,26

480,53

15.305,79

15.305,79

15.305,79

15.305,79

15.305,79

4.470,70

4.470,70

Nessuno

Nessuno

Nessuno

Nessuno

Nessuno

15.627,22

15.627,22

15.627,22

15.627,22

15.627,22

4.596,02

4.596,02

Nessuno

Nessuno

Nessuno

Nessuno

Nessuno

2011 2012 2011 2012

Importo Limite di reddito *

Pensione ciechi civili assoluti

Pensione ciechi civili assoluti (se ricoverati)

Pensione ciechi civili parziali

Pensione invalidi civili totali

Pensione sordomuti

Assegno mensile invalidi civili parziali

Indennità mensile frequenza minori

Indennità accompagnamento ciechi civili assoluti

Indennità accompagnamento invalidi civili totali

Indennità comunicazione sordomuti

Indennità speciale ciechi ventesimisti

Lavoratori con drepanocistosi o talassemia major

* È importante tener presente che nel calcolo del reddito vanno considerati soltanto i redditi personali del richiedente.

PENSIONI E INDENNITÀ 2012

LISDHA NEWS - 27N. 73 - APRILE-GIUGNO 2012

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Due circolari Inps (6/3/2012n.32) e Dipartimento Fun-zione Pubblica (3/2/2012 n.1)

danno indicazioni operative sullaconcreta applicazione delle novitàintrodotte dal Decreto 119 del 18luglio 2011 che ha parzialmente rior-dinato la normativa in materia dicongedi – parentali e straordinari - epermessi per l’assistenza a personecon disabilità grave.

Sul sito Handylex Carlo Giacobinicommenta il contenuto delle due cir-colari, ripercorrendo le principaliinnovazioni introdotte dal DecretoLegislativo 119/2011. Ecco alcunedelle novità.- Prolungamento del congedo pa-

rentale (art. 33, Decreto Legisla-tivo 26 marzo 2001, n. 151): il dirit-to al prolungamento del congedoparentale (entro il compimento del-l’ottavo anno del bambino) spettaalla madre lavoratrice o, in alterna-tiva, al padre lavoratore, per ogni

minore disabile in situazione digravità per un periodo massimototale non superiore a tre anni.

- Permessi giornalieri: sono conces-si anche prima dei tre anni di vitadel bambino, in alternativa allealtre agevolazioni.

- Beneficiari dei congedi retribuiti(biennali): viene ridefinita la pla-tea dei beneficiari e imponendo unordine di priorità tra gli stessi(coniuge, genitori, figli, fratelli esorelle).

- Referente unico: il congedo straor-dinario e i permessi lavorativi (art.33, Legge 104/92) non possonoessere riconosciuti a più di un lavo-ratore per l’assistenza alla stessapersona disabile.

- Indennità per il congedo straor-dinario: va essere calcolata conriferimento alle voci fisse e conti-nuative dell’ultima retribuzione e iperiodi di congedo non rilevano aifini della maturazione di ferie, tre-

dicesima mensilità e trattamento difine rapporto.

- Assistenza a più familiari disabili:vengono ristrette le possibilità dicumulare i permessi giornalieri incapo allo stesso lavoratore.

- Assistenza a parenti non convi-venti: il lavoratore che usufruiscadi permessi per assistere personaresidente in un comune situato adistanza superiore a 150 Km rispet-to a quello di residenza del lavora-tore, deve attestare, con titolo diviaggio o altra documentazioneidonea, il raggiungimento del luogodi residenza dell’assistito.

Su ognuno di questi punti insi-stono le due Circolari del Dipar-timento Funzione Pubblica e del-l’Inps entrando nel merito e fornen-do indicazioni operative. Sul sitoHandyLex.org - www.handylex.org -viene proposto un commento com-parato e riportati i testi di entrambi iprovvedimenti.

Dopo il decreto 119 approvato l’estate scorsa.

LE NOVITÀ SU CONGEDI E PERMESSI

Una sentenza arrivata in tempirecord, che potrebbe segnareun importante precedente per

future azioni legali. Il Tar del Lazioha accolto il ricorso collettivo pro-mosso dal Coordinamento scuoleelementari di Roma, con cui 13famiglie contestavano l’assegna-zione di un numero di ore di soste-gno inferiore al necessario per i lorofigli, affetti da handicap gravi.

Secondo le diagnosi funzionalidelle Asl, questi bambini - che fre-quentano scuole d’infanzia o ele-mentari - avrebbero avuto diritto alrapporto “1 a 1” (un insegnante disostegno per il totale del temposcuola di ciascun alunno disabile),ma a causa della mancanza di perso-nale idoneo - effetto dei tagli agliorganici degli anni scorsi - hannoricevuto meno ore del dovuto.

Con questa sentenza, la III sezionebis del Tar del Lazio ha ribadito lanecessità di rispettare il rapporto 1 a1 per bambini con handicap partico-larmente gravi, integrando il nume-ro degli insegnanti, dove occorra,attraverso la flessibilità organizzati-va o l’assunzione con contratti atempo determinato di altri insegnan-ti di sostegno. Contro i provvedi-menti degli istituti sull’assegnazio-ne delle ore, dovuti anche agli orga-nici stabiliti dal ministero dell’Is-truzione e dall’Ufficio scolasticoregionale, i ricorrenti si erano oppo-sti lamentando la violazione dell’ar-ticolo 38 della Costituzione (dirittoall’educazione dei disabili), fortianche della sentenza della Cortecostituzionale del 26 febbraio 2010,che aveva dichiarato illegittimo ilrigido limite fissato dalla Finanzia-ria del 2008 al numero degli inse-gnanti di sostegno.

«Spetterà all’amministrazione, ora,integrare il numero delle ore disostegno per questi bambini - spie-gano gli avvocati Marco Tavernesee Maurizio Rossi dello studio legale

Tavernese, che hanno patrocinato ilricorso - Se non lo farà spontanea-mente, intraprenderemo ulterioriazioni legali». I ricorrenti hannorinunciato alla richiesta di risarci-mento proposta (mille euro per ognimese di mancato sostegno con rap-porto 1 a 1) e il Tar ha condannatol’amministrazione resistente allespese di lite. Esulta il Coordina-mento scuole elementari di Romache, con sottoscrizioni volontarie

negli istituti, ha raccolto oltre 4milaeuro per le spese legali: «Questo è ilprimo ricorso collettivo effettuato evinto presso il Tar del Lazio - spie-ga Bruna Sferra, una delle insegnan-ti promotrici - Il Coordinamentovaluterà ora la possibilità di fare unnuovo ricorso per le altre famiglieche negli ultimi due mesi ne hannofatto richiesta».

(Fonte: Sara Grattoggi La Repubblica 7/3/2012)

NOTIZIE BREVI

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28 - LISDHA NEWS N. 73 - APRILE-GIUGNO 2012

Sì del tribunale amministrativo al primo ricorso collettivodei genitori. E il Coordinamento scuole elementari valuta disottoporre al Tar i casi di altri bambini.

SOSTEGNO A TEMPO PIENOPER HANDICAP GRAVI

Con la sentenza del 16 dicembre 2011,n. 329 la Corte Costituzionale hadichiarato l’illegittimità costituzionaledi due norme che impediscono la con-cessione dell’indennità di frequenzaai minore stranieri con disabilità se nonsono in possesso della carta di sog-giorno.Già in precedenza la Corte era interve-nuta in modo del tutto analogo, in mate-ria di concessione di altre provvidenzeeconomiche agli invalidi civili purextracomunitari. Con la sentenza del 14gennaio 2009, n. 11 si era espressa sullapensione di inabilità agli invalidi civilial 100%.

Con la precedente sentenza del 29 luglio 2008, n. 306 si era invece pro-

nunciata in materia di indennità diaccompagnamento.

Sul sito internet HandyLex.orgwww.handylex.org è pubblicata, oltre al testo della sentenza, una analisi diMassimiliano Gioncada.

INDENNITÀ DI FREQUENZAANCHE SENZA CARTA DI SOGGIORNO

In due sentenze successive, il TribunaleAmministrativo Regionale del Veneto ha annullato ben due RegolamentiComunali - quelli delle città di Vicenzae di Verona - ribadendo che nel calcola-re la compartecipazione alla spesa perl’accesso alle prestazioni sociali, eroga-te a domicilio o in ambiente residenzia-

le, rivolte a persone con gravi disabilitào ultrasessantacinquenni non autosuffi-cienti, ci si debba riferire al solo redditopersonale dell’assistito e non a quellofamiliare.

Commenti sull’importante vicenda, di particolare rilevanza e attualità sonoriportati sul sito www.handylex.org.

Due importanti sentenze del Tar del Veneto hanno stabilito chenella compartecipazione alla spesa dei servizi a favore di personecon disabilità grave o anziani non autosufficienti va tenuto contosolo del reddito personale dell’assistito.

CONTA SOLO IL REDDITO DELL’ASSISTITO

Lo ha stabilito una sentenza della Corte Costituzionale.

LISDHA NEWS - 29N. 73 - APRILE-GIUGNO 2012

Torna a Milano Diversitala-voro, il progetto promosso daUnar (Ufficio Nazionale

Antidiscriminazioni Razziali), Fon-dazione Sodalitas, Synesis CareerService e Fondazione Adecco per le Pari Opportunità, che si ponel’obiettivo di favorire l’inserimento nel mondo del lavoro di laurea-ti/diplomati con disabilità e/o di origine straniera. A partire da que-st’anno, le categorie di persone a cuiè rivolto l’evento includerà anche itransgender. L’ottava edizione nazio-nale di Diversitalavoro si terrà il 5

giugno dalle 10 alle 16 nella sededella Banca Popolare di Milano,piazza Meda 4, Milano.

«Cerchiamo talenti a cui offrire pariopportunità nel mondo del lavoro» èil motto che anima il progetto natonel 2008 e che vanta già importantirisultati nelle edizioni di Milano eRoma.

Durante l’evento, giovani con disabilità e persone di origine straniera potranno incontrare iresponsabili delle risorse umane epresentare il proprio curriculumvitae in risposta alle opportunità

di inserimento pubblicate sul sitowww.diversitalavoro.it.

Tra le aziende che hanno aderitoall’ edizione 2012 vi sono: Allianz,Bnl Gruppo Bnp Paribas, Bosch,Danone, Dell, Henkel, Ibm, IntesaSanpaolo, Jt International, L’Oréal,Mazars, Pirelli, Roche.

La giornata sarà inoltre occasioneper la cerimonia di consegna delriconoscimento “Diversity & Inclu-sion Award 2012” alle aziende chehanno inserito all’interno del proprioorganico giovani selezionati nelcorso delle edizioni di Diversitala-voro 2011.

Per tutte le informazioni, è possibile con-sultare il sito www.diversitalavoro.it oppure

scrivere un’e-mail a: [email protected].

Uopo i Comuni di Modica(Ragusa) e Lecce, anche dalComune di Trani (Bt) arriva

una lezione di civiltà con l’iniziativapromossa dall’Associazione Uildm(Unione Italiana Lotta alla DistrofiaMuscolare) e realizzata dall’Asses-sorato alla Polizia Municipale.

Tre «sentinelle in carrozzina» con ilcompito di segnalare ai vigili urbanieventuali infrazioni e ostacoli. Prima di scendere in campo le tre per-sone seguiranno un breve corso diformazione e, una volta operative,avranno un filo diretto con una pattu-glia della Polizia Municipale incari-cata di verbalizzare le situazioni irre-golari segnalate.

Il progetto sarà rinnovato nell’annoin corso, perfezionato e finanziato, daparte del Comune di Trani, per copri-re le spese per l’acquisto di cellularicon relativa scheda, assicurazione erimborso spese.L’iniziativa rappresenta, secondo ilPresidente dell’Uildm di Trani,un’occasione per creare una maggio-re sensibilità civica e quindi unamigliore cultura verso la persona condisabilità, ma anche un’opportunitàd’inserimento lavorativo per i disabi-li, facendo notare che la persona con

disabilità non è solamente una spesa,ma può essere una risorsa per il terri-torio diventando una possibilità dicrescita per la città. Si tratta anche diun servizio educativo, di sensibilizza-zione ed informazione nei confrontidei comuni cittadini che spesso sirivelano superficiali e disattenti neiconfronti di certe regole.

Nell’occasione l’AmministrazioneComunale ha rivisto numerosi pro-getti per l’abbattimento delle barrierearchitettoniche della città utilizzandola diretta esperienza degli interessati.Dopo i «vigili nonni» e i «vigilijunior», dunque, ora anche i vigili incarrozzina a servizio della città diTrani, un’esperienza di coinvolgi-mento dei disabili nelle attività dellapolizia municipale che in Italia hapochi precedenti.

Sorveglieranno parcheggi riservati, scivoli, accessi e percorsipreferenziali per disabili.

VIGILI IN CARROZZINA A TRANI

APPUNTAMENTO A MILANO CON DIVERSITALAVOROIl 5 giugno una giornata per favorire l’inserimento lavorativodi giovani con disabilità, o stranieri o transgender.

Anche quest’anno si ripropone Expo-sanità, la Mostra internazionale alservizio della sanità e dell’assistenzache, arrivata alla soglia dei trent’anni,si conferma uno degli eventi inter-nazionali più importanti dedicati aquesto settore. Con cadenza bienna-le, da tempo Exposanità ha fattoconoscere il suo nome, proponendosicome una vetrina di tecnologia e cul-tura, nell’ambito sanitario e assisten-ziale riconosciuta e apprezzata nelmondo.Exposanità, che si terrà a Bologna dal16 al 19 maggio 2012, si rivolge atutti gli operatori del settore, maanche a tutte le persone con disabilitàe alle loro famiglie.Tutte le tecnologie assistive più inno-vative saranno presentate nei quattrogiorni di esposizione, nel corso deiquali si avrà modo di approfondirel’importanza dell’attività di preven-zione, diagnostica e terapia, che tro-veranno il giusto spazio tra i padiglio-ni bolognesi. Come ogni anno il salone Horus, areadedicata a handicap, ortopedia eriabilitazione, farà conoscere tutte lenovità dell’assistenza protesica eausili: dagli adattamenti auto, conpiste per provare auto adattate, allacomunicazione, con un’area dedicataagli ausili cognitivi, dal tempo liberocon una panoramica sul turismoaccessibile, all’assistenza domiciliaree ai progetti per l’inserimento lavo-rativo.

EXPOSANITÁ 2012A Bologna dal 16 al 19 maggio

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30 - LISDHA NEWS

Rosita Sartori nasce a Soave(Vr) il 3 dicembre 1982 pre-matura (26 settimane) e pesa

poco più di un chilo. Ha un deficitmotorio (tetraparesispastica) che lacostringe a muoversi da sempre incarrozzina.

“Incontrare Rosita – racconta nellaprefazione don Roberto Visentini – èincontrare un sorriso che contagia,un fiume d’amore capace di travol-gerti. Rosita è una persona fragile,

ma i suoi occhi sono attraversati dauna bellezza che viene da lontano, daoltre, da una dimensione spiritualeche la rende feconda di bene, forseperché la sua esistenza è stata segna-ta dalla sofferenza, la sua vita è riccadi risorse inattese.”

Il volume è la tesi di laurea di Rositache racconta il percorso di una vitadove il “venerdì santo” fatto di soffe-renza si è trasformato in “pasqua”,ossia luce, ricchezza, risorsa.

N. 73 - APRILE-GIUGNO 2012

“Mi arrivano suoni elettronici eparole sconosciute, ecco chisi anima intorno: macchine

e fantesche”. “Suoni, parole e manistraniere su di me che maneggiano ilcorpo, penetrano l’anima”. “Daallora in poi non ho più contatoquante mani profane mi abbianoinvasa, sfogliata senza badare al miocuore”. Sono alcune delle profonderiflessioni del libro “Le mani addos-so“, dove la disabile toscana PaolaNepi racconta la storia della suamalattia, la distrofia muscolare, anno-tando pensieri, emozioni, sentimenti,

disagi, difficoltà, disperazioni e spe-ranze. Un libro intenso, scritto conl’ausilio di un solo dito, l’unica partedel corpo che la donna riesce a muo-vere, un dito che ha battuto paziente-mente sulla tastiera per mesi. Le manidel titolo sono quelle che quotidiana-mente, da anni, toccano, curano, assi-stono Paola: “Mani esperte, devote,mani disposte ma sincere. La miacarne nelle loro mani, il cuore altro-ve… mani materne, mani matrigne,mani benedette, mani maledette,mani necessarie, mani indispensa-bili”. La malattia ha colpito Paola

quando aveva appena nove anni, nonlasciandola più. Tanti i momenti distruggente dolore nel testo:“Crescevo e sognavo, non speravo.Inconsapevole, sentivo che la bestiache mi aveva azzannata non miavrebbe più mollata. La speranza diun miracolo la lasciavo a mia madre,sperare per me sarebbe stato solo unvizio, ma sognare me lo potevo per-mettere, sognare e continuare a starenei miei panni”.

Per informazioni 055-9669731.(Fonte: Redattore Sociale del 09-03-2012)

IL LIMITE CHE DIVENTA RICCHEZZAAutobiografia di Rosita Sartori.

Rosita Sartori, Il limite chediventa ricchezza, EdizioniSimmigraf.

SOGNI CORAGGIOSILa lotta di un medico italiano contro la sclerosi multipla.

E’ l’intenso libro di Paola Nepi, malata di distrofia musco-lare. Scritto con l’ausilio di un solo dito, racconta emo-zioni, speranze e paure, soffermandosi sull’invadenzadelle mani che l’assistono.

“LE MANI ADDOSSO”

Paola Nepi, Le mani addosso, Edizioni della Meridiana.

Questa è la storia di oltre ses-santamila italiani, e di oltre tremilioni di persone nel mondo.

Sono i malati di sclerosi multipla.Aumentano. Sono in maggioranzagiovani, le donne sono più degliuomini. Questa è la storia della spe-ranza che adesso li accompagna edegli ostacoli sempre nuovi erettidalle cattedrali del potere sanitario e

della burocrazia: è il viaggio assiemea loro del professor Paolo Zamboni,chirurgo, professore dell’Universitàdi Ferrara. Uno scienziato famoso peril suo metodo: con un catetere e unpalloncino sblocca le vene del cervel-lo che molti malati di sclerosi hannoostruite. Non un miracolo, ma unaterapia per una delle cause di unamalattia misteriosa, progressiva,finora senza rimedi.

Zamboni ha i movimenti ostacolatida un male rarissimo, ma come chi-rurgo ha continuato a lavorare con lasua équipe. Quando la moglie è statacolpita dalla sclerosi, si è buttato a

studiare le strade del male misteriosoe finora senza rimedi. Ha operato lamoglie. I pazienti stanno meglio,recuperano una vita che si stava fer-mando. Ci sono migliaia di testimo-nianze in tanti paesi. Tanti medicistanno operando privatamente con ilmetodo Zamboni, scienziati lo stu-diano. Lui Zamboni, lotta perché ilsuo metodo sia riconosciuto dallasanità pubblica per cui lavora e in cuicrede.

Un’indagine accurata di un grandeinviato che racconta la battaglia ap-passionata e indignata di Paolo Zam-boni contro la malattia e la burocrazia.

Marco Marozzi, Sogni coraggiosi,Mondador.

UOMINI “DI PAROLA”O DI PAROLE?

Achi non è successo di esserestato tradito nella fiducia odeluso da “amici” incostanti?

La cosa ci fa soffrire ma finchésiamo forti e sani avvertiamo rela-tivamente il problema dell’inaffida-bilità.

Al contrario poter fare affidamentosu qualcuno diventa una necessitànon prorogabile per chi è malato,non autosufficiente, solo.

Di solito sono i familiari a rispon-dere a questa sacrosanta esigenza maquando questi, per un motivo o perun altro, vengono a mancare, alloraappare ancor più urgente la presenzadi qualcuno di cui fidarsi.

È una questione di sopravvivenzanon solo fisica ma anche psicologi-ca. Non si può resistere a lungo inbalia degli eventi, di mani insicureche un giorno ci sono ma quello suc-cessivo non si sa. La precarietà puòessere un momento di transizionenella vita ma, soprattutto per chidipende dagli altri, deve ad un certopunto essere risolta.

Perché dico questo? Perché, cometanti, respiro nell’aria la ricerca dipersone “di fiducia” che rassicurinoil prossimo con la loro fedeltà, con illoro esserci nei momenti sereni comein quelli duri.

Ho provato a cercare su Google laparola “affidabilità”: la maggiorparte dei risultati scovati dal motoredi ricerca erano riferiti all’affidabili-tà degli investimenti finanziari, delleautomobili, di certe tecnologie, di un

test di gravidanza…Per Wikipedia l’affidabilità è “la

capacità di rispettare le specifichetecniche di funzionamento neltempo”, in altri termini di non gua-starsi.

Al guasto però che il suo contrario,l’inaffidabilità, crea nelle relazioniumane, nessuno fa riferimento.

Ogni giorno ingoiamo insicurezza:per la crisi economica, la mancanzadi lavoro, la carenza di leader credi-bili, le continue truffe riportate daimass media. A tutto questo vannopoi aggiunte le nostre personali espe-rienze di delusione, di amicizie spa-rite nel nulla, di promesse rinviate…

Quello in cui siamo caduti è unvuoto di fiducia. Anzi una voragine!

Sembra di non potersi più fidare dinessuno perché tutti ti deludono.

È una sensazione che, una voltaimpressa nell’intimo, difficilmente sicancella e trova sempre aggancinella realtà per ringiovanirsi.

Bastano l’amico che non è mai inorario o che bidona l’appuntamentocon facilità o l’impiegato della pub-blica amministrazione che ti perde idocumenti… Mille piccoli eventiche però accrescono l’impressione dinon poter più fare affidamento sualcuno.

La reazione di solito è quella di nonchiedere più nulla e di nascondere leproprie fragilità. O anche di ottenerecon la “forza” quello che non è statodato con amore.

In ogni caso il nostro sguardo sulmondo e sugli altri cambia, si vedo-

no più avversari che alleati, più osta-coli che mani tese. E cambia anchela percezione che abbiamo di noistessi perché si inizia a pensare dinon essere “degni” dell’attenzionedell’altro.

È possibile sanare questo cane chesi morde la coda, questa situazionesociale che però si ripercuote senzapietà nel cuore delle persone, infi-ciando il tessuto vitale delle nostrerelazioni?

Non ho soluzioni. Il problema èsempre stato presente tanto che nellibro biblico dei Proverbi leggiamo:“Molti proclamano la propria bontàma una persona fidata chi la trova?”(Pr 20, 6).

Mi viene però una domanda: “Iosono una persona affidabile?”. Saròmoralista (e mi va bene così!) ma aquesta domanda devo rispondere.

Perché spesso il nostro non è tantodisinteresse ma superficialità: nonentriamo nel mondo dell’altro, nonci rendiamo conto degli strascichiche i “bidoni”, i cambiamenti di pro-gramma, gli impegni disattesi lascia-no. E quando diventiamo inaffidabi-li? Di solito quando assolutizziamo inostri desideri e le nostre necessità,cioè quando siamo troppo presi danoi stessi.

Su questo bisognerebbe riflettere.Ho scritto questo articolo al negati-

vo. In effetti forse era meglio sottoli-neare tutte le cose positive che ilpotersi fidare reca con sé. Ma questepotremo scoprirle nella pratica tuttele volte in cui ci sforzeremo di esse-re degni di fiducia e ritorneremo adare fiducia.

LA VITA DA DENTRO

di Emanuela Giuliani

“Molti proclamano la propria bontà

ma una persona fidatachi la trova?”

(Pr 20, 6).

N. 73 - APRILE-GIUGNO 2012

G. G

iuliani

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