11. Infezioni apparato genito-urinario [modalità ...

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Generalità

• Le infezioni delle vie urinarie (IVU) sono “ENDOGENE”– microrganismi diffondono dal tratto gastro-

enterico e colonizzano la zona periuretrale; quindi risalgono le vie urinarie, dall’uretra fino alla vescica ed eventualmente pelvi renale.

• Le infezioni sessualmente trasmissibili (MST) sono “ESOGENE”– microrganismi provengono da fonte esterna e

sono acquisiti durante un rapporto sessuale.

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Generalità MTS

• L’incidenza delle MTS è simile nei due sessi.

• Morbidità tende ad essere maggiore nelle donne.

• Esempi:– Danni irreversibili all’attività riproduttiva

causati da Chlamydia trachomatis e Neisseria gonorrhoeae.

– Infezioni congenite o causa di aborto da Herpes simplex e Treponema pallidum.

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Introduzione

• Le MTS rappresentano uno dei principali problemi di sanità pubblica, interessando tutti i gruppi di popolazione e tutti i gruppi sociali.

• Le principali MTS sono: Herpes genitale, clamidia, gonorrea, sifilide, infezioni da HPV,HIV, LGV.

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Gonorrea

• Gonorrea = flusso di seme (scolo).• Una tra le più comuni MTS batteriche.• Circa 70 milioni nuovi casi/anno/mondo.• Maggiore incidenza nei paesi in via di sviluppo.• Uomo unico ospite.• Neisseria gonorrhoeae (gonococco), diplococco Gram -,

aerobio.

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Gonorrea: Patogenesi

• Predilige epitelio colonnare dell’uretra, il canale cervicale, il retto (no quello squamoso come quello vaginale).

• I batteri superano la barriera mucosa, vengono fagocitati dai PMN circolanti con abbondante produzione di pus.

• A volte possono entrare in circolo.

• Non si acquisisce immunità duratura (risposta immunitaria diretta verso il ceppo causa di infezione, ma continua mutazione degli antigeni di superficie fa sì che non si abbia protezione crociata tra i vari ceppi).

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Gonorrea: Clinica

• Trasmissione : sessuale.

• Incubazione: 1-10 gg (fino a 30 gg).

• Nella maggior parte dei casi si hanno infezioni mucose localizzate che possono però talora diffondersi (anche forme di farigiti e proctite, con rapporti orali o anali).

• Frequenti sono le forme asintomatiche.

• Asintomatiche >50% donne.

• Favorisce trasmissione HIV.

• Favorisce CIN?

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URETRITE GONOCOCCICA NELL’UOMO

• Secrezione uretrale di materiale purulento, in genere abbondante .

• Può accompagnarsi a: disuria, balanite, linfoadenopatia inguinale.

• 25% secrezione scarsa (solo goccia di secreto al mattino).

• 10% completamente asintomatico.

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GONORREA ASCENDENTE NELL’UOMO

• Prostatite : febbre, brividi, disuria, dolore addominale, prostata edematosa e dolente all’esplorazione rettale.

• Epididimite: dolore ed edema scrotale monolaterale fino all’obliterazione del vaso deferente che può condurre alla sterilità.

• Infezioni delle vescicole seminali.

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GONORREA UROGENITALE NELLA DONNA

• Sedi più colpite: cervice - canale cervicale.

• Nel 75% si può associare uretrite.

• Sintomi: secrezioni purulente, disuria.

• Oltre il 50% donne infettate è asintomatico.

• 10% donne non trattate per gonorrea > sterilità.

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COMPLICANZE LOCALI NELLA DONNA

• Infezione delle ghiandole periuretrali di Skene con tumefazione locale e pus a livello dell’orifizio dei dotti.

• Infezione delle ghiandole labiali del Bartolino, per lo più monolaterale, con dolore durante la deambulazione, eritema ed edema delle grandi labbra con evoluzione in vulvite.

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GONORREA ASCENDENTE NELLA DONNA

• Il gonococco puo’ diffondere dalla cervice all’endometrio, alle tube, alle ovaie, alla cavità peritoneale con il quadro di PID (malattia infiammatoria pelvica).

• Interessamento endometriale con spotting.

• Nel 10-20% salpingite: dolore addominale, nausea, vomito, febbre, neutrofilia, aumento del rischio di infertilità, gravidanze ectopiche e dolori addominali cronici dovuti ad aderenze.

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GONORREA NEL NEONATO

• Il neonato può presentare interessamento oftalmicoe gonorrea orofaringea contratte durante il passaggio nel canale del parto.

• Secrezioni oftalmiche purulente, edema palpebrale, cheratocongiuntivite, erosioni.

• Rara nei paesi a sviluppo avanzato - 0.04/1000 nati vivi. Può portare a cecità nei PSV.

• NB: tutti i neonati sono sottoposti alla profilassi “alla Credè” (instillazione negli occhi di soluzione acquosa di nitrato di Ag all’1% o di eritromicina in collirio)

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INFEZIONE GONOCOCCICA DISSEMINATA

• Colpisce circa 0.5-3% dei pazienti

• Quadro clinico: febbre intermittente, dolori articolari (poliartriti asimmetriche che interessano per lo più polsi, dita, caviglie e ginocchia), tenosinoviti, pustole cutanee lenticolari circondate da alone eritematoso.

• Complicanze: epatite, endocardite, meningite.

• Descritti casi in associazione con infezione da HIV.

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GONORREA - TERAPIA

• Scarsa tendenza alla guarigione spontanea.

• Obiettivo: trattare il singolo e rompere catena contagio.

• Valutare e trattare il/i partner (partner notification).

• Evitare rapporti sessuali durante la terapia.

• Storicamente facile da curare.

• Oggi: antibiotico-resistenze.

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ANTIBIOTICO - RESISTENZA

• Gonococco microrganismo versatile: si adatta facilmente a mutate condizioni ambientali.

• Interazioni tra fattori genetici e effetti selettivi ambientali.• Pressione selettiva dovuta all’uso improprio degli antibiotici.

• Due meccanismi:– scarsa capacità dell’antibiotico di raggiungere il bersaglio a causa

della ridotta permeabilità dell’involucro batterico o all’inattivazione precoce dell’antibiotico.

– modifiche del bersaglio dell’antibiotico.

• Resistenze:- cromosomiche (mutazioni che si traducono in aumento concentrazioni minime

inibenti).- plasmidiche (es per la penicillina: ceppi produttori di betalattamasi).

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� Esame microscopico dopo colorazione Gram

� Esame colturale

� Amplificazione degli ac. nucleici

Diagnosi di laboratorio di infezioni gonococciche

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Vantaggi: buona sensibilità e specificità su tamponi uretrali in pazienti sintomatici. Metodo rapido ed economico.

Svantaggi: scarsa sensibilità su tamponi cervicali; notevole mancanza di sensibilità e specificità su tamponi extra-genitali.

Esame microscopico diretto dopo colorazione Gram

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Esame colturale

Vantaggi: buona sensibilità e specificità su tamponi uretrali in pazienti sintomatici.

Svantaggi: scarsa sensibilità su tamponi cervicali; notevole mancanza di sensibilità e specificità su tamponi extra-genitali.

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Amplificazione degli ac. Nucleici (PCR)

Vantaggi: Ottima sensibilità e specificità su urina, tamponi genitali ed extra-genitali.Da un unico materiale è possibile fare indagini sia per DNA di gonococco che per DNA di altri patogeni (es. clamidia)Svantaggi: Costo più elevato rispetto alla coltura, prezzi per fortuna in discesa!!!

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Clamidia

• Ag. eziologico: Chlamydia trachomatis. – Sierotipi A, B, Ba, C : tracoma

– Sierotipi D-K : infezioni genitali

– Sierotipi L1, L2, L3 : linfogranuloma venereo (LGV)

• Batterio (fino al ‘63 ritenuto virus) intracellulare obbligato, Gram -.

• Ciclo biologico complesso (corpi elementari e corpi reticolari).

• Esclusivamente umano.

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CLAMIDIA

• Più diffusa MTS batterica nel mondo.

• 90 milioni nuovi casi/anno/mondo.

• Associata ad uno spettro di malattie come uretriti, salpingiti e PID.

• Circa 50% uomini e 70% donne infezioni asintomatiche (diagnosticato solo il 10% delle infezioni?).

• A maggiore rischio: adolescenti donne (incompleta maturazione cervice).

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CLAMIDIA NELL’UOMO

• Uretrite. • Epididimite.• Prostatite.• Proctite.• Secrezione uretrale

(frequente)• Talora eritema meato.• Disuria.• Dolore testicoli.

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CLAMIDIA NELLA DONNA

• Uretrite.• Cervicite.• Proctite.• Disuria.• Secrezione cervico-vaginale.• Sanguinamento post-coitale o intermestruale.• Dolore pelvico.• Dolore ai rapporti.

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COMPLICANZE

• Nell’uomo:– Edema pene.– Epididimite acuta.– Infertilità.

• Nella donna:– Dolore cronico pelvico– PID– Gravidanza ectopica– Infertilità

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CLAMIDIA NEL NEONATO

• Secrezioni oftalmiche mucose e/o ematiche (congiuntivite cronica da inclusi).

• Incidenza da 0.78 a 8/1000 nati vivi in Europa (sottostimata?).

• La maggioranza dei casi guarisce spontaneamente nei primi mesi di vita.

• E’ raccomandato lo screening in gravidanza o, in alternativa, sorveglianza dei casi sospetti (neonati con segni di congiuntivite che persiste oltre le 72 ore)

• Terapia sistemica con eritromicina o azitromicina.• Meno frequentemente: polmonite interstiziale.

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LINFOGRANULOMA VENEREO

Chlamydia trachomatis sierotipi L1-L2-L3

• Sindrome inguinale• Lesioni ulcerative • Sindrome ano-rettale

LGV oggi:

• Clinica “nuova” : proctite• Difficile diagnosi • Recenti epidemie tra MSM• Frequente associazione con HIV

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CLAMIDIA - PROBLEMATICHE

• 300.000 casi/anno/Europa (ECDC).

• In Italia non c’è obbligo di notifica (sottostima).

• Infezioni non trattate > cronicizzazione > complicanze : PID – gravidanza extrauterina –sterilità tubarica.

• > incidenza adolescenti donne.

• Necessità programmi di screening, per prevenzione, diagnosi precoce e terapia (anche del partner!).

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Diagnosi di laboratorio di infezioni da C. trachomatis

�Esame microscopico (tamponi)

�Esame colturale (tamponi)

�Metodiche di amplificazione di ac. nucleici (urina, tamponi)

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• Sensibilità variabile dal 68 al 100%

• Specificità variabile dal 87 al 100%

� E’ importante una notevole esperienza nella lettura dei preparati per potere discriminare tra fluorescenza aspecifica e specifica

Metodo rapido e poco costoso. Il tampone viene strisciato su un vetrino; lo striscio è fatto asciugare, fissato e incubato con anticorpo specifico. Diffuso in passato.

Esame microscopico

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Isolamento in colture di cellule

Linea cellulare

Terreno

dopo 48-72 h a 37 °C

100.000 cellule/vetrinodopo 24-48 h a 37 °C

Terreno addizionato di cicloeximide

Le provette sonocentrifugate

Vetrino

circolare

INOCULO

Incubazione 48 h a 37°C

Vetrino viene fissato con metanolo

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Inclusioni di C. trachomatis evidenziatecon la tecnica di immunofluorescenza

Il vetrino viene incubato con anticorpo monoclonale anti-LPS coniugato con fluoresceina

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Isolamento in colture di cellule

Considerato in passato il metodo di riferimento, ormai superato oggigiorno da PCR.

Vantaggi: •Elevata specificità•Utile per il saggio in vitro di sostanze ad azione antimicrobica nei confronti dei ceppi isolati di C. trachomatis

Svantaggi:•Sensibilità minore a quella dei test di amplificazione degli acidi nucleici.•Metodica laboriosa (personale specializzato), lenta (2-7gg), costosa

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PCR

Vantaggi:•Campioni da vari siti diversi di infezione•Metodiche automatiche•Semplicità d’uso e tempi rapidi di esecuzione•Ottimi valori di sensibilità e specificità (95-100%)•Oltre al DNA di clamidia si può cercare DNA di altri patogeniSvantaggi:•Costo

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Sifilide

• Circa 12 milioni nuovi casi/anno/mondo.

• Maggiore incidenza nei Paesi in via di sviluppo.

• Treponema pallidum, Gram -, microareofilo (praticamente anaerobio), spirocheta. Non coltivabile in vitro.

• Uomo unico ospite.

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1) ACQUISITA

PRECOCE• primaria• secondaria• latente precoce

TARDIVA• latente tardiva• terziaria• cardiovascolare• neurosifilide

SIFILIDE - CLASSIFICAZIONE

2) CONGENITA

PRECOCE • primi 2 anni di vita

TARDIVA • dopo i 2 anni• stigmate

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SIFILIDE - CLINICA

PRECOCE : PRIMARIA

- incubazione 10-90 giorni

- “ulcera” (sifiloma): punto ingresso treponema

- linfoadenopatia satellite

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PRECOCE : SECONDARIA

- 3-6 settimane dopo il sifiloma- batteriemia (disseminazione treponema)- rash (roseola o sifiloderma eritematoso)- papule (sifiloderma papuloso)- cute, mucose, annessi- linfoadenopatia generalizzata- sintomatologia simil-influenzale

SIFILIDE - CLINICA

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SIFILIDE - CLINICA

TARDIVA :

TERZIARIA- noduli (sifiloderma nodulare)- gomme

CARDIOVASCOLARE- aortite- angina- insufficienza aortica- stenosi coronaria- aneurisma aorta

NEUROSIFILIDE- meningovascolare- parenchimatosa (tabe dorsale-paralisi progressiva)- interessamento nervi cranici

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SIFILIDE CONGENITA: DATI DEL WHO

◊ Ogni anno 1.000.000 gravidanze sono complicate da sifilide

◊ Ogni anno la sifilide materna è responsabile:•••• 460.000 aborti o nati morti•••• 270.000 casi di sifilide congenita•••• 270.000 nascite LBW

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La sifilide durante la gravidanza può determinare:• Aborto• Nascita di un feto morto• Parto prematuro• Morte neonatale• Parto a termine con neonati con infezione clinicamente silente (da un terzo a metà dei casi): spesso i neonati non presentano i segni e i sintomi della malattia, che possono comparire dopo mesi o anni oppure rimanere silente per tutta la vita• Parto a termine con neonati con infezione clinicamente manifesta

GRAVIDANZA E SIFILIDE CONGENITA

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Diagnosi di laboratorio

Individuazione diretta del patogeno:

a) Microscopia a campo oscuro

b) Immunofluorescenza diretta su striscio

c) PCR

Indagini sierologiche:

I. Test treponemici

II. Test non treponemici

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Ulcera venera

• Ulcera genitale dolorosa.

• Adenopatia inguinale suppurativa.

• Comune ai Tropici.

• Haemophilus ducreyi, coccobacillo Gram –

• Diagnosi: isolamento colturale del batterio.

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Herpes genitale

• Rappresenta l’ulcera venerea più diffusa nei Paesi occidentali.

• Forma primaria o infezione ricorrente.

• HSV-2, più raramente HSV-1.

• 80% dei pazienti con infezione primaria da HSV-2 sviluppa episodi di ricorrenza già entro il primo anno.

• Riattivazione del virus a livello dei gangli dorsali.

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HSV

• Esistono due sierotipi, HSV-1 e HSV-2.

• Herpesviridae, sottofamiglia α-herpesvirinae.

• Genoma lineare a DNA ds.

• Capside icosaedrico, envelope glicoproteico.

• Il virus può diffondersi lungo le cellule neuronali o tramite le cellule di supporto dell’assone o del nervo, dando luogo ad un’infezione latente dei gangli sensitivi.

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HERPES GENITALE- CLINICA

• Infezione primaria: incubazione di circa 5 giorni.

• Comparsa di lesioni vescicolo-pustolose che evolvono in ulcere.

• Bruciore, dolore, febbre, linfoadenopatia regionale dolorosa.

• Può esserci meningite asettica, con rigidità nucale e cefalea.

• Il quadro si risolve in 2-3 settimane.

• Nelle riattivazioni la durata è minore (5-7 gg) e la sintomatologia è solo locale, senza febbre.

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Diagnosi di laboratorio

• Isolamento virale in colture di cellule, a partire dal materiale prelevato dalle vescicole con un tampone e collocato poi in adeguato terreno di trasporto.

• Il virus su monostrato cellulare causa comparsa di effetto citopatico.

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Verruche genitali

• Sono causate da Papillomavirus (HPV).

• Svariati sierotipi, i più frequenti 6, 11, 16, 18, 31 e 32.

• I quadri clinici principali sono rappresentati da condilomi acuminati o piani.

• Diagnosi clinica (eventualmente istologica).

• IMPORTANTE: sierotipi 16, 18 e 31 di HPV sono associati con il carcinoma della cervice uterina!

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HPV

• Capside icosaedrico, no envelope.• Genoma a DNA ds.• Non sono presenti in liquidi biologici quali sangue o

sperma. • Il rischio di contrarre una infezione da HPV aumenta

con il numero dei partner sessuali, ed è massimo tra i giovani adulti (20-35 anni).

• L’uso del profilattico non pare avere azione protettiva completa in quanto l'infezione è spesso diffusa anche alla cute della vulva e del perineo.

• Disponibile un vaccino transgenico contenente due proteine del capside virale degli HPV 16 e 18 (responsabili del 70% dei tumori al collo dell'utero).

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HIV

• L’infezione da HIV è cronica e progressiva.

• Porta alla forma conclamata di AIDS (costellazione di malattie rappresentate da infezioni opportuniste, da neoplasie e da manifestazioni neurologiche), conseguenza dell’immunodepressione causata da HIV-1 o HIV-2.

• Tre fasi: infezione primaria, infezione cronica-asintomatica, AIDS conclamato.

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HIV- Infezione primaria

• Condizione con sintomatologia nel 40-90% dei casi.

• Iniziale impennata della viremia.• Calo dei linfociti T CD4+, aumento dei T

CD8+. • Dopo il calo della fase viremica scompaiono

anche i sintomi clinici non caratteristici, simili a quelli da mononucleosi.

• Diagnosi: esclusivamente laboratoristica.

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HIV- Fase cronica-asintomatica

• L’infezione primaria è seguita da una lunga fase di latenza (mediamente 10 anni).

• Livelli ematici relativamente stabili di replicazione virale e di linfociti T CD4+.

• A livello del tessuto linfatico il virus invece si replica attivamente e causa un progressivo deterioramento anatomico-funzionale.

• Si arriva man mano ad un aumento della viremia e alla caduta dei linfociti T CD4+ sotto le 200.000 cellule/ml.

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HIV- AIDS conclamato

• Fase finale dell’infezione.• In assenza di terapia il paziente va a morte in 2-3

anni.• Il rischio di morte aumenta con conta dei T CD4+

sotto le 50.000 cellule/ml.

Terapia combinata con inibitori nucleosidici e non nucleosidici della transcriptasi inversa e inibitori

della proteasi virale hanno significativamente ridotto progressione, morbidità e mortalità

dell’infezione da HIV.

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HIV

• Famiglia dei Retroviridae, genere Lentivirus.• HIV-1 ubiquitario, HIV-2 soprattutto Africa (e

Sud America).• Capside icosaedrico, envelope.• La proteina virale gp120 si attacca alla

molecola CD4, che funge quindi da recettore virale.

• Tropismo selettivo per T CD4+, e per le altre cellule CD4+ (monociti/macrofagi, cellule dendritiche).

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HIV

• Dopo l’attacco il virus penetra nella cellula per fusione delle membrane virali e cellulari.

• I due filamenti di RNA virali vengono retro-trascritti a DNA ad opera della transcriptasi inversa virale.

• Il DNA si integra nel DNA cellulare grazie all’integrasi virale.

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Diagnosi di laboratorio

�Ricerca di anticorpi specifici.

�Ricerca antigeni virali sierici.

�Ricerca di HIV RNA.

�Ricerca del DNA provirale di HIV.

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Ricerca anticorpale

• Il periodo medio di siero-conversione è di circa 25 giorni.

• Due fasi: test di screening e nel caso di positività test di conferma.

• Se test conferma dubbio è necessario un secondo prelievo o ricerca di ac. nucleici.

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Ricerca di antigeni virali sierici

• La comparsa di antigene capsidico virale p24 viene messa in evidenza con test sierologici immunoenzimatici.

• Precede la siero-conversione, metodo adatto per diagnosi precoce.

• Test “combo” o di quarta generazione: contemporaneamente vengono ricercati anticorpi anti HIV1/2 e antigene p24.

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Ricerca degli ac. nucleici

• Dimostrazione del DNA provirale con PCR sui monociti isolati da sangue periferico (sens. 96-99%).

• Utile se test di conferma sierologico dubbio e per stabilire infezioni in neonati da madri HIV positive.

• Ricerca di RNA su plasma: sens. 100%, ma spec. 97%. Implicazioni sociali ed emotive!

• Utile per screening di sacche di sangue per trasfusioni o quantizzazione della carica virale.

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Ureaplasma urealyticum

• 14 sierotipi.

• Batteri piccoli, dell’ordine dei Mycoplasmatales, privi di parete batterica.

• Colonizzano dopo la pubertà le vie genitali maschili e femminili.

• Alcuni sierotipi in particolare possono causare uretriti non-gonococciche.

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Mycoplasma homins

• Comunemente presente nelle vie genitali maschili e femminili.

• Può essere agente della febbre puerperale.

• Come U. urealyticum viene isolato in laboratorio su adatti brodi di coltura, a partire da tamponi cervicali, vaginali o uretrali.

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Trichomonas vaginalis• Protozoo flagellato di forma ovale con 5 flagelli.

• Esiste solo in forma di trofozoite e non presenta forma cistica. Si moltiplica per fissione binaria.

• T. vaginalis in buona parte dei casi è asintomatico o dà come unico sintomo secrezioni vaginali acquose maleodoranti.

• Nei casi di trichomoniasi si verifica irritazione ed infiammazione dell'epitelio della vagina o dell'uretra, più raramente della prostata, causata dall'assostile del parassita.

• I sintomi più comuni sono prurito, bruciore e minzione dolorosa.

• Diagnosi di laboratorio: diretta su vetrino a fresco (protozoo mobile) o coltura.

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Vaginosi batterica

• Condizione clinica caratterizzata da perdite vaginali maleodoranti, prurito ed irritazione delle pareti del canale vaginale.

• Odore amminico (di “pesce”).• Raramente edema ed arrossamento.• Aumento da 10 a 100 volte di popolazione anaerobia

residente (es. Gardnerella vaginalis, Bacteroidesspp., Mobiluncus spp.).

• Diagnosi: almeno 3 di 4 segni (perdite grigiastre, pH>4.5, odore di pesce, presenza di cellule indiziarie o sentinella - cellule squamose con batteri aderenti ai margini).

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Generalità IVU

• Le infezioni delle vie urinarie (IVU) sono molto più frequenti nelle donne rispetto agli uomini:– Uretra femminile più corta (batteri raggiungono

meglio la vescica).

– Secrezioni prostatiche ad azione antibatterica.

– Epitelio periuretrale nella donna (specie in quelle con IVU ricorrenti) colonizzato da batteri causa di IVU.

– Il coito favorisce la penetrazione nell’uretra femminile dei microrganismi che colonizzano la zona periuretrale.

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Generalità IVU

L’incidenza di IVU nosocomiali è simile nei due sessi, essendo il cateterismo il principale

fattore predisponente.

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Introduzione

• La maggior parte delle IVU è di origene ascendente, cioè sono infezioni causate dalla risalita lungo le vie urinarie di microrganismi di origine fecale, che prevenitivamente hanno colonizzato la zona periuretrale.

• Le infezioni ematogene, cioè quelle di origine ematica che possono interessare i reni, sono alquanto rare.

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Infezioni ascendenti

Le più frequenti sono:

• cistite (infezione della vescica urinaria)

• pielonefrite (infezione del rene e del calice)

• uretrite (spesso MST)

Le prostatiti di solito sono considerate a parte dalle IVU, ma prostatite cronica può dare IVU ricorrenti.

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Cistite

Flogosi della mucosa causata dalla replicazione dei batteri.

Caratterizzata da:– Disuria (dolore alla minzione)

– Pollachiuria (minzione frequente)

– Ematuria

– Batteriuria

– Leucocituria

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Pielonefrite

Infiammazione a carico della pelvi e del parenchima renale.

Caratterizzata da:– Dolore lombare

– Febbre

– Talvolta vomito e diarrea

– Segni e sintomi di cistite

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Prostatite

Infiammazione a carico del parenchima prostatico. Caratterizzata da:– Dolore sacrale e perirettale irradiato ai testicoli

– Possibile febbre

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IVU: patogeni

IVU non complicate: E. coli 80%, P. mirabilis 10-20%, Enterococchi, streptococchi gruppo B. IVU complicate: P. aeruginosa, P. mirabilis, Klebsiella, Enterobacteriaceae e solo 20% E. coli.

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Infezioni ematogene

• Nel corso delle infezioni batteriche sistemiche la presenza di batteri in circolo comporta il passaggio degli stessi attraverso il rene.

• Nella maggioranza dei casi ciò non comporta danni specifici al rene, ad esclusione dell’ascesso stafilococcico da S. aureus e la tubercolosi renale (inf. secondarie).

• In corso di leptospirosi si può avere danno primitivo del rene, causato dal passaggio delle spirochete.

• Ci sono poi patogeni che si possono ritrovare nelle urine, senza che ciò comporti infezione renale (es. Salmonella typhi).

• Il rene infine filtra antigeni riscontrabili a livello urinario e utilizzabili a scopo diagnostico (es. antigene urinario Legionella).

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IVU: i patogeni

• E. coli, Klebsiella spp., Proteus spp., Enterobacter spp. sono:– Bacilli Gram -

– Appartenenti al gruppo delle Enterobacteriaceae

• E. coli, Proteus edEnterobacter sono mobili per flagelli.

• Klebsiella presenta una spessa capsula polisaccaridica ed è priva di flagelli.

• Oltre endotossina (LPS) alcune Enterobacteriaceae, specie E. coli, possono produrre enterotossine e citotossine.

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Rene

Uretere

Vescica

VescicaVescica

Uretra

Uretra

Ano

Prostata

Femmina Maschio

Invasione del parenchima•polisaccaride K (E.coli)•danno causato da:

�Ischemia�Lisozima�Radicali O2 tossici�Emolisina (E.coli)

Risalita alla vescica•Facilitata da:

�adesine [pili P -(E.coli)]�Uretra corta�Rapporti sessuali

Risalita al rene•Facilitata da:

�adesine [pili P -(E.coli)]�ostruzioni meccaniche�patologie neurologiche�gravidanza�riflusso

ProstataL’ostruzione porta

al ristagno

urinario

Urina residua

Cenni di patogenesi

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Escherichia coli uropatogeno

Proteine della membrana esterna

protettive nei confronti della lisi mediata dal

complementoCitotossineα-emolisinafattore citotossiconecrotizzante

Sistemaaerobactinasideroforo

Capsula polisaccaridica

Membrana esternacon LPS (contenente il lipide A e i polisaccaridi O)

Fimbrie adesive conmolecole di adesioneRecettori

Cellula epitelialedell’ospite

Cellula epitelialedell’ospite

Cellula dell’ospite lisata

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Diagnosi di laboratorio

1. Raccolta campione. Attenzione! Con minzione spontanea si ha contaminazione da parte dei batteri uretrali (terzo distale dell’uretra) e/o vaginali. Ideale sarebbe raccolta mediante puntura sovrapubica o catetere. Per limitare al massimo il problema: accurata detersione ed eliminazione del primo mitto.

2. Invio RAPIDO al laboratorio (i batteri….crescono!)

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Esame microscopico

• Circa il 90% dei pazienti con IVU sintomatiche presenta piuria, cioè più di 10 leucociti/mm3 di urina.

• Questo però NON è un dato prognostico di infezione, essendo presente in altri stati infiammatori.

• Più specifica è la ricerca di cilindri (derivati da proteine che gelificano all’interno del tubulo renale assumendone la forma) che si manifestano, non sempre però, nei pazienti con pielonefrite acuta.

• La colorazione di Gram di uno striscio del sedimento urinario è indicativa quando si vede, ad alto ingrandimento, almeno un batterio/campo. Questo vuol dire che la carica batterica è di almeno 105

microrganismi/ml di urina e correla abbastanza bene con la coltura.

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Urinocoltura

Per la validità del referto:• Considerare la carica batterica (>105). Contaminanti

danno cariche fino a 103.• Se la conta batterica è intermedia tra 103 e 105 e il

paziente è asintomatico si può ripetere l’esame. • La popolazione deve essere MONOMORFA(più

specie è sinonimo di contaminazione).• Se il paziente ha conta intermedia, ma è sintomatico e

con una unica specie isolata, la batteriuria si può considerare reale e significativa.

• Attenzione! Segnalare eventuale potere antibatterico residuo.