100% Fitness Mag - Ottobre 2014

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Giovani e Alcol Fatale Attrazione di Vittorio Fabbrocini Niente panico! di Luisa Buonocore La dieta Mediterranea di Francesca Maresca Il gusto dolce della vite di Anna Maione LA MIA PENISOLA 100% FITNESS MAGAZINE Anno VIII • NUMERO 10 COPIA GRATUITA Oobre 2014 NUOVO LOOK

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La rivista free press di salute e fitness, per chi ama star bene e vivere la vita al 100%

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Giovani e AlcolFatale Attrazionedi Vittorio Fabbrocini

Niente panico!di Luisa Buonocore

La dieta Mediterraneadi Francesca Maresca

Il gusto dolce della vitedi Anna Maione

LA MIA PENISOLA 100% FITNESS MAGAZINEAnno VIII • NUMERO 10

COPIA GRATUITA

O�obre 2014

NUOVO LOOK

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08Appunti

12Igiene e sicurezza alimentaredi Carlo Alfaro & Salvatore Ercolano

16Giovani e Alcol Fatale attrazionedi Vittorio Fabbrocini

20Ingoiare il rospo... La paura di esprimere la nostra veritàdi Bianca Pane

24Parte in farmacia la raccolta dei farmaci non utilizzatidi Giuseppe De Simone

26Niente Panico!Cos’è il disturbo da Attacchi di Panico e come si a�rontadi Luisa Buonocore

28Problemi di udito?Il cervello invecchia primadi Tea Maione

30La Lombalgiadi Barbara Martino

34Quando la saliva indica illivello di salute oraledi Vittorio Milanese

36I tic nervosi nei bambinidi Daniela Caiafa

38Algodistro adi Antonio Coppola

42Plagiocefalia posturale del lattantedi Roberta Esposito

LA MIA PENISOLA 100% FITNESS MAGAZINEAnno VIII • NUMERO 10

In copertinaMariano Russogestore Palestra Futuradi Piano di Sorrentofotografato daFrancesco Ercolano

Periodico di a�ualità a di�usione gratuitaDep. Aut. Tribunale di Torre Annunziata del 09.06.2010

Dire�ore responsabileGiuseppe DamianoEditoreGiuseppe ManziRedazioneVia Camaldoli, 18 - Vico Equense

Proge�o Gra�coMaurizio ManziBingwa Art [email protected]­ca CirilloScafati (Sa)

Conta�iTel. 081.5341117redazione@centopercento�tness.it

SOMMARIO

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44Andrologo o Urologodi Olga Paola Zagaroli

46La Dieta Mediterraneadi Francesca Maresca

50Scheda toni cazione arti inferiori - Donnadi Nello Iaccarino

52Il ri uto di sottoporsi altest etilometrico. È reato?di Valerio Massimo Aiello

54Più si giudica... meno si ama!di Ernesto Lupacchio

58Le origini delle assicurazionidi Giada Ammirati

60TA-Aqua Relax

62Il lato B della crisidi Francesco Esposito

64Come eravamodi Salvatore Spinelli

66Formazione a livello direttivoper gli u�ciali dellaMarina Mercantile Italiana

68Arriva l’autunno, prendiamoci cura del nostro visodi Pierangelo De Nicola

100% FITNESS MAG CAMBIA LOOK!Come ogni anno, da ormai 9 anni, 100% Fitness Mag ANCORA UNA VOLTA si rinnova:nuovo look, nuovi colori, stessa filosofia vincente!

70Ritorno a Socratedi Domenico Casa

72I 10 peccati capitali del vostro sito internetdi Antonella Ra�one

74Gli standard di riferimento per la posta elettronicadi Catello Spinelli

76Il gusto dolce della vitedi Anna Maione

78La vignetta del mese

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Saltellare è uno dei più e�caci esercizi mai inventati, se poi aggiungi che è anche molto divertente, allenarsi diventa una goduria. I tappeti ela-stici sollecitano il corpo con un’intensità variabile a secon-da dell’altezza a cui si salta e non stressa le articolazioni.I bene�ci sono evidenti �n dal-le prime sessioni. Saltare con continuità porta a una più e�ciente capacità polmonare con un conse-guente miglioramento dell’e-liminazione delle tossine. L’aumentata capacità circo-latoria e respiratoria di fatto incrementano il metabolismo basale con un consumo che può arrivare a essere molto più alto del normale, a tutto vantaggio del dimagrimento. Il movimento di salto rapido e continuo stimola tutti gli orga-ni interni, regolarizza l’intesti-no. Questo particolare training va a rinforzare direttamente il sistema immunitario e in�ne le ossa diventano più solide, rendendolo perfetto anche per chi ha superato la mezza età... signore comprese!

SALTACHE TI PASSA

PIÙ STRESS, PIÙ ALLERGIE

APPUNTI

LA LUCE FA

INGRASSAREMeglio dormire al buio. Secondo il

Journal of Biological Rhythms dormi-re anche con un po’ di luce fa ingrassa-re. I ricercatori sostengono che le fonti

luminose durante il sonno notturno vanno a disturbare il tuo orologio biologico, che è regolato sull’alter-

narsi quotidiano di luce e buio, e possono anche mettere sottosopra il tuo meta-

bolismo.

I ricercatori dell’Ohio State Uni-versity (Usa) hanno rilevato un legame tra allergie e stress: quest’ultimo non ne è causa di-retta, ma aggrava la sintomato-logia, peggiorando le condizioni di vita dei portatori. Alleviarlo quindi non significa azzerare l’allergia, ma mitigare i sintomi più intensi. Sono stati osservati 179 sog-getti allergici per 12 settimane, il 39% dei quali ha riferito più di un episodio di acutizzazione dei sintomi durante il periodo

di osservazione. Questi stessi soggetti hanno riferito anche di essere stati sottoposti a eventi stressanti nei giorni precedenti lo scoppio delle reazioni aller-giche. Gli specialisti raccoman-dano tecniche di contenimento dello stress come la meditazio-ne, la respirazione profonda, l’a-dozione di uno stile di vita sano, l’eliminazione del fumo e della ca�eina e la richiesta di aiuto a parenti, amici e, nei casi più seri, la consultazione di uno psicote-rapeuta.

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Le frattaglie erano il fulcro della migliore cucina della terra. Negli ultimi decenni però sono scom-parse dalle nostre tavole, ma per fortuna stanno ritornando.E questa è una buona notizia!Le frattaglie hanno un’impor-tanza nutrizionale notevole. Una fetta magra di fegato è uno degli alimenti più nutrienti che possiate mangiare. È un carico di vitamine e i minerali pronti ad essere rilasciati nel vostro cor-po. Una singola porzione da 100 g contiene 23 g di proteine, 1696% del fabbisogno giornaliero di vitamina B12, oltre alle vitami-ne B1, B2, B6, zinco, ferro, rame e selenio.Bisogna stare attenti però a non esagerare con il suo consumo, in quando può portare ad un’eccessiva assunzione di vi-tamine liposolubili come la Vita-mina A. L’ideale sarebbe di atte-nersi a due porzioni da 100 g alla settimana.

CI VUOLE FEGATO

Tra i grassi di interesse nutri-zionale, meritano particolare attenzione i due “antagonisti” omega-3 e omega-6, chiamati acidi grassi essenziali poichè il nostro il nostro corpo non è in grado di sintetizzarli da sé.Le omega 6 e omega 3 com-petono per l’utilizzo degli enzi-mi coinvolti nella loro desatu-razione, in quanto comuni ad

entrambe le vie metaboli-che. Di conseguenza, una

eccessiva assunzione di omega-6 può compro-mettere la formazione degli omega-3 a parti-re dall’acido alfa-lino-lenico, e viceversa.Nella dieta tipica dei Paesi occidentali, il rapporto è molto sbi-

lanciato a favore degli omega 6 in quanto la

dieta è piena di prodotti alimentari trasformati (olio di

Omega 6 vs Omega 3

ca del Journal of Consumer Psychology. Chi è arrabbiato sceglie più facilmente cibi meno sani e più calorici ed è meno in-cline a considerare le conseguen-ze caloriche rispetto a chi è più tranquillo e sereno. Il motivo? Le emozioni negative

semi di girasole, olio di mais...) portando ad un consumo qua-si di 10:1 a favore degli ome-ga-6. Un squilibrio troppo elevato può portare a malattie cardiovascolari, cancro o ma-lattie autoimmini.Da sempre si dibatte su quale sia il rapporto tra i due grassi. Fino a poco tempo fa si ritene-va che l’ideale fosse di 3-4:1, anche se recenti studi hanno dimostrato che i nostri ante-nati avevano un rapporto di 1:1.Qualsiasi sia la risposta, per la maggior parte delle persone è importante assumere mag-giori quantità di omega 3 per bilanciare. Per questo sulle nostre tavole non deve mai mancare del pesce azzurro e pesci non di allevamento (in quanto più grassi). Una buo-na idea può essere quella di integrare olio di pesce nella nostra dieta abitudinaria.

OMEGA 3 VS OMEGA 6

VUOI DIMAGRIRE?SORRIDI!

ti fanno venire voglia di una soluzione immediata che ti faccia stare meglio subito, non in futuro. Ecco perché chi è arrabbiato, ma anche triste o depresso, mangia di più e peggio di chi è contento e in pace con se stesso.

Il cattivo umore infatti può porta-re a prendere decisioni sbagliate in fatto di cibo, lo dice una ricer-

UN GRAPPOLO DI SALUTE

Secondo alcuni ricercatori della Connecticut University

bastano 300 gr di uva al giorno per abbassare la pressione san-

guigna e ridurre del 25% il rischio di infarto.

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Gli ESPERTIdi questo mese

#CHIROPRATICADo�.ssa Barbara Martino Laureata in chiropratica all’Anglo-European College of Chiropractic in Bournemouth (Ingh.), membro dell’A.I.C.

Tu�i i giorni dalle 12.00 alle 16.00 349.1381175

#FARMACISTADo�. Giuseppe De SimoneLaureato in Farmacia e Specializzato in Scienza e tecniche delle piante o�cinali presso l’Università Federico II di Napoli.

335.5302988

#CARDIOLOGOProf. Do�. Vi�orio FabbrociniCardiologo e Internista, è stato Libero Docente presso l’Università di Napoli, Primario ospedaliero e poi Cardiologo ambulatoriale a Napoli. Giornalista pubblicista, già Reda�ore scienti�co de "IL MATTINO" di Napoli

338.4086506 [email protected]

#ODONTOIATRADo�.ssa Vi�orio MilaneseLaureato in Odontoiatria e protesi dentiaria presso l’Università di Napoli. Socio dell’A.N.D.I.

Martedì e Giovedì dalle 13.30 alle 15.00 338.4698121

#ANESTESISTADo�. Antonio CoppolaMedico, pediatra, rianimatore, anestesista specializzato nella terapia del dolore

338.1705569

#NEUROPSICOMOTRICISTADo�.ssa Daniela CaiafaLaureata in Neuropsicomotricità dell’età evolutiva, presso l’Università Federico II

Lunedì e Sabato dalle 9.00 alle 13.00 347.5477785

#NUTRIZIONISTADo�.ssa Francesca MarescaLaureata in Dietistica presso l’Università di Napoli Federico II.

Martedì - Giovedì dalle 15.00 alle 16.30 334.2258132

#PSICOPEDAGOGISTADo�.ssa Bianca PaneLaureata in Filoso�a e Psicopedagogia presso l’Università di Napoli Federico II, specializzata in Gestalt Counseling Bioenergetica e Terapie Olistiche

393.9315564

#PSICOLOGADo�.ssa Luisa BuonocoreLaureata in Psicologia Clinica presso l’Università “La Sapienza di Roma”. Collabora con il Centro di Terapia Metacognitiva Interpersonale di Roma.

Lunedì e Venerdì dalle 10.00 alle 13.00 333.4471904

#SESSUOLOGADo�.ssa Olga Paola ZagaroliSessuologa

Lunedì e Giovedì dalle 15.30 alle 17.30 335.8709595

#FISIOTERAPIA PEDIATRICADo�.ssa Roberta EspositoFisioterapista - Master in Fisioterapia Pediatrica presso l’Università di Firenze - A.O.U. Meyer.

339.8719035 roberta.esposito¦[email protected]

#AUDIOPROTESISTADo�.ssa Tea MaioneLaureata in Tecniche Audioprotesiche

Martedì dalle 9.00 alle 11.00 338.9648341

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#SPECIALE Dott. Carlo AlfaroPediatra

Dott. Salvatore ErcolanoBiologo Nutrizionista

I fattori di contaminazione degli alimenti possono essere:

1 Biologici: microrganismi patogeni (batteri, lieviti e muffe) e organismi superiori (insetti, uccelli, animali domestici e topi)

2 Chimici: fitofarmaci (insetticidi, anticritto-gamici, fungicidi, rodenticidi,erbicidi, ecc.), farmaci, metalli pesanti (Piombo, Cadmio, Mercurio, Selenio, Zinco, Cromo e Arsenio), plastiche, residui detergenti (sapone)

3 Fisici: residui di vetro o di metallo, sassolini, legno, capelli e secrezioni.

La contaminazione dei cibi rappresenta un rischio comune nella pratica alimentare domestica ed un ri-schio considerevole per la salute. Per questo motivo abbiamo preparato una semplice scheda informativa sulle principali nozioni da conoscere in materia.

Per prevenire le patologie causate da alimenti alterati è importante:• Lavarsi le mani spesso con acqua calda e sapone

(preferibilmente antimicrobico) e con la stessa frequenza lavare anche gli utensili e le superfici di cucina;

• conservare gli alimenti crudi in un luogo separato dai cibi già pronti;

• riporre gli alimenti deperibili nel frigorifero o nel congelatore entro 2 ore dall’acquisto o dalla pre-parazione, in quanto le temperature basse osta-colano la crescita e la proliferazione dei batteri dannosi;

• scongelare i surgelati non a temperatura ambien-te, bensì nel frigorifero, nel microonde o in acqua fredda;

• cuocere i cibi in maniera ottimale;• consumare il più possibile alimenti di produzio-

ne locale, oltre che per sostenere la produzione del territorio, per evitare il trasporto su lunghe distanze, spesso causa di ritardi e rischi di con-taminazione.

Igiene e sicurezza alimentare

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Refrigerazioneconsiste nel mantenere gli ali-menti a temperature tra 0 e 10° C. Gli alimenti a queste tempera-ture subiscono un rallentamento del metabolismo cellulare. Allo stato refrigerato, i microrganismi rimangono in vita ma il loro me-tabolismo viene rallentato. Anche le cellule dei tessuti ani-mali e vegetali subiscono lo stes-so effettoper cui la refrigerazio-ne oltre a mantenere il prodotto in uno stato igienico migliore, consente di prolungare lo stato di freschezza dell’alimento. Si consiglia di tenere il frigorifero di casa a temperature comprese tra 2° C e 4° C.

Congelamentoconsiste nel portare l’alimento

a temperatura di molti gradi al di sotto degli 0° C, provocan-do un cambiamento dello stato dell’acqua che da liquida diventa solida (ghiaccio). Alle tempera-ture di congelamento l’alimento non subisce una sterilizzazione (non esercita un’azione batteri-cida) ma si impedisce lo sviluppo dei microrganismi provocando il blocco di tutte le reazioni meta-boliche. Quindi tutti i prodotti prima del congelamento devono essere idonei dal punto di vista igienico e microbiologico.

Surgelamentoconsiste in un processo speciale di congelamento rapido. I pro-dotti sono sottoposti a tempe-rature inferiori ai - 18° C.

Lo scongelamentoè una fase molto delicata della preparazione di un alimento ed è consigliato nei seguenti modi:In frigorifero: lo scongelamen-to è lento però la parte esterna rimane a temperature tali da im-pedire un’alterazione del prodot-to prima che lo scongelamento sia completato. Impedire che l’acqua risultante dallo scongela-mento venga a contatto con altri alimenti all’interno del frigorifero.

Forno a microonde: lo sconge-lamento è rapido e uniforme.

In acqua bollente, in olio caldo o in forno: metodo di sconge-lamento diretto che consente di iniziare subito la cottura, è adatto per maggior parte degli ortaggi, per qualche prodotto di carne o pesce preporzionati (bi-stecche, hamburger, lesso, filetti di pesce, ecc.)

Scongelamento in acqua fred-da corrente: è il meno sicuro.

Conservazione degli alimenti: azione del freddoIl freddo blocca la crescita mi-crobica. I microrganismi si molti-plicano in modo estremamente lento quando la temperatura scende al di sotto di certi valori, che variano da specie a specie, ma che generalmente oscillano tra 2° C per certi batteri e -18° C per altri. Il freddo determina anche un rallentamento della velocità delle reazioni chimiche e delle modificazioni della struttura e dei componenti dell’alimento. Il freddo è applicato mediante 3 procedimenti conservativi: re-frigerazione, congelamento e surgelazione:

Frutta e verdura sono alimenti che vengono spesso assunti a crudo e per questo bisogna accertarsi che siano stati adeguatamente igienizzati. Vanno seguite alcune semplici regole:

1 Riempire il recipiente contenente frutta o verdura con acqua corrente;

2 Aggiungere una tazza contenente aceto (l‘acido acetico è in grado di danneggiare le cellule batteriche compromettendo-ne la vitalità e di eliminare la presenza di eventuali pesticidi), lasciare agire per 10 minuti in questa soluzione e risciacquare abbondantemente con acqua.

3 Inoltre è possibile aggiungere succo di limone e bicarbonato di sodio, in modo da alcalinizzare per igienizzare gli ultimi residui di sporco.

Consigli su come lavare frutta e verdura

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#CARDIOLOGO

GIOVANI E ALCOL fatale a�razione

Professor Dottor Vittorio Fabbrocini

http://bit.ly/1gCxr2Z 338.4086506

Profonda impressione ha suscitato la tragica morte a Sassano, in provincia di Salerno, dei quattro ragazzi investiti da un’auto lanciata a folle velocità e piom-bata sul Bar dove questi erano seduti. L’investitore, un ragazzo ventiduenne, è risultato positivo al test alcolemico. È notorio che i giovani in Campania be-vono più dei loro coetanei di altre regioni d’Italia. Le statistiche dicono che il 33 per cento dei sedi-cenni prendono alcolici regolarmente; il 63 per cento saltuariamente. Molti alla prima sbornia non hanno compiuto ancora 13 anni. V’è poi da dire che dai geni-tori oggi non viene dato l’esatto peso allarmante così come invece viene dato per altre abitudini, droghe di vario genere. Così si passa dalla prima sbornia o sballo da ubriacatura, all’alcolismo regolare o occa-sionale, sino al cosiddetto “binge drinking” (l’aver consumato in breve tempo almeno sei “porzioni” di supercolici).

Tutto il percorso porta nel tempo all’Alcolismo cro-nico, a complicanze a carico del cervello, del cuore e del fegato. La quota di soggetti al di sotto dei 30 anni in cura per alcoldipendenza è di 9,1 per cento.

L’alcol e i suoi e­e�iL’origine del’alcol, meglio de�nito come Alcol eti-lico, ha una sua storia antica e occorre conoscerne almeno in sommi capi alcuni e�etti. Noto già nei secoli scorsi per la fermentazione di prodotti della

La recente morte di qua�ro ragazzi investiti da un’auto guidata da un amico ubriaco richiama l’a�enzione sul di­uso alcolismo anche in giovane età

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terra contenenti zucchero (uva, orzo, grano e frutti in genere). Il suo uso nei tempi e la convinzione di un prodotto che migliora le condizioni psichiche di benessere e felicità hanno contribuito a dargli una notevole di�usione. La presenza del vino e l’uso dei superalcolici (vodka, whiskey, rum e gin) fanno ormai da cornice essenziale negli incontri importanti, banchetti e brindisi augurali.

Il cammino nell’organismoL’alcol è una sostanza cosiddetta polare, con debole carica elettrica e si muove con rapidità attraversando le membrane delle cellule per semplice di�usione. Pertanto, non dovendo subire processi digestivi a mezzo di enzimi intestinali, viene assorbito in par-ticolar modo dall’intestino tenue (Ileo) 20% e poco dallo stomaco e grosso intestino 2%. Ma dipende anche dalla qualità e dai cibi ingeriti contemporaneamente: nello stomaco è rapido per i superalcolici e più lento per il vino e la birra; i cibi ric-chi di proteine e grassi ne ritardano l’assorbimento. L’alcol passa rapidamente nei vari organi ed in par-ticolar modo a livello cerebrale. Questo determina le modi�cazioni del comportamento e le alterazioni nervose.

Quanto si può bere?Secondo gli ultimi studi in proposito non esiste un consumo sicuro tra alcol e salute. Un recente lavo-ro scienti�co (Mayo Clin Proc., 2014) conclude che “Se fa bene o fa male è una questione di dose”. La quantità di dose che si può bere senza rischio è con-dizionata da molti fattori: peso corporeo, la velocità di assorbimento nel tratto gastroenterico, il sesso e

la razza. Vi sono poi soggetti più sensibili all’azione dell’alcol. Così si spiega che soggetti che bevono da anni dosi elevate di alcolici non hanno conseguenze immediate mentre altri, bevitori da qualche anno, vanno incontro rapidamente a forme di epatiti cro-niche e cirrosi da alcol o gravi miocardiopatie. Secondo l’Istituto di Ricerca per gli Alimenti e la Nu-trizione (Revisione Linee Guida del 2003) “Il corpo umano può sopportare l’Etanolo senza evidenti danni, a patto che si rimanga entro i limiti di quello che si intende oggi come consumo moderato: non più di due-tre Unità Alcoliche al giorno per l’uomo adulto (24-36 grammi di Etanolo), una-due U.A. (12 grammi) per le donne e una U.A. (12 grammi) per gli anziani.” Una Unità Alcolica equivale a 12 grammi di Etanolo. Volendo essere pratici una Unità Alcolica corrispon-de a: 1 bicchiere di vino (125 ml) di media gradazione, 1 bicchiere di birra (330 ml) di media gradazione e 1 bicchierino di superalcolico. Pertanto è consentito all’adulto 2-3 bicchieri al gior-no di vino o di birra o bicchierini di superalcolici; alla donna 1-2 bicchieri di vino o birra o bicchierini di superalcolici, mentre all’anziano 1 bicchiere di vino o birra o 1 bicchierino di superlalcolici.

Gli e­e�i positiviE’ stato rilevato che un uso quotidiano e moderato di alcolici, specie del vino rosso, si ottengono dei bene�ci in particolar modo a carico dell’apparato cardiovascolare, con un allungamento della vita, ri-duzione di episodi ischemici coronarici, insu�cienza cardiaca e ictus cerebrali. Una delle spiegazioni è che sono state trovate nelle persone che hanno questi bene�ci salutari elevati tassi di Apolipoproteina A, la proteina che tra-sporta il Colesterolo “buono”. Il vino rosso contiene sostanze antiossidanti (anti-invecchiamento) come il Resveratrolo, le Antocianine e le Procianine. Ma va anche detto che vi sono persone con parti-colari condizioni individuali di predisposizione che vanno soggetti a gravi patologie neurologiche e car-diovascolari. Per concludere, occorre certamente un maggiore controllo allorchè ci avviciniamo all’alcol, specie per i ragazzi che si avviano talvolta senza volere a gravi forme di dipendenza e intossica-zioni croniche. Che poi faccia bene o male ormai è riconosciuto che “è una questione di dose.”

I danni dell’Alcool e varie sostanze

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Il mondo di idee, concetti, im-magini e informazioni che oggi corrono veloci per raggiungere le parti più remote del globo e che possono determinare le sorti del pianeta, in fondo ci rappre-sentano ma non ci descrivono pienamente. Ebbene si. Perché per de�nirci sono necessari an-che i nostri sentimenti e le emo-zioni, le credenze e i desideri. Tutti questi fattori costituiscono la nostra verità. E si tratta di una verità imprescindibile che non può essere negata. È molto importante perché attraverso di essa noi ci de�niamo e diamo agli altri la chiave per comprendere chi siamo veramente. Pertan-to abbiamo sempre il diritto di esprimere la nostra verità, quello che pensiamo e sentiamo, così come abbiamo il diritto di respi-rare e di essere noi stessi. Que-sto ovviamente non ci autorizza a prevaricare e offendere, ag-gredire o calunniare coloro che non la pensano come noi, ma ci consente semplicemente di dire il nostro punto di vista, anche se è diverso da quello di tutti gli al-tri, anche se non è condiviso o addirittura sgradito. E farlo senza avere PAURA.

Cosa succede, e purtroppo ac-cade con frequenza, quando ci impediamo di esprimere ciò in cui crediamo in nome di un fan-tomatico bene�cio come l’esse-re più amati o benvoluti, oppure quando lo facciamo per opportu-nismo e quieto vivere o per non ledere la sensibilità altrui? Sem-

plicemente cediamo alla paura che, se fossimo noi stessi, non saremmo giudicati ‘adatti’. Que-sto cedimento non è scevro di conseguenze. Soprattutto nega la nostra essenza, ci fa crolla-re l’autostima e spesso porta con sé anche problemi di salute �sica, nella forma di disturbi psi-cosomatici (ansia, depressione, angoscia si trasformano in colite, gastrite, emicrania, astenia etc.)

La nostra cultura ha sostenuto pesantemente la strategia del “non dire”, facendoci credere che una mezza verità o una bu-gia pietosa siano meglio di una scomoda verità che, guarda caso, è la nostra. È sempre la paura

la pessima consigliera, che ci suggerisce prudenza, che ci dissuade dal fare e dal dire…

Che cosa accade se scegliamo di tacere? In ogni caso reagiamo alle persone che ci circondano; ma per in�niti motivi, tuttavia, invece di esprimere la nostra posizione, abbozziamo, glissiamo e… stiamo zitti. Abbiamo perso la partita con la paura.Quando non esprimiamo ciò che è importante per noi, non soltan-to forniamo agli altri un’immagi-ne distorta di ciò che siamo, ad esempio dando loro ad intendere che siamo d’accordo su qualcosa che aborriamo, ma, ed è molto più grave, rinunciamo alla ca-

#PSICOPEDAGOGISTA

Ingoiare il rospo…La paura di esprimere la nostra verità

Dott.ssa Bianca Pane

http://bit.ly/1bb6qS4 393.9315564

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pacità di trasformare i nostri obiettivi in realtà. Non dicendo ciò che vogliamo e ciò che ci ren-de felici, non mettiamo in moto quel meccanismo energetico che ci fa realizzare la gioia della realizzazione personale. Come logica conseguenza ci impedia-mo di ricevere dalla vita ciò che desideriamo.

Il timore che le nostre parole ci alienino l’amoreQuali motivazioni ci sembrano tanto valide e ragionevoli da far sì che ci asteniamo dal dire la nostra verità? Molte di queste ragioni ci sembrano accettabili e quasi onorevoli, come il non ferire la sensibilità o la suscet-tibilità di qualcuno, oppure non mettere in dubbio l’autorità di chi amiamo; altre lo sono meno, ma sono comode perché è più facile ‘far parte del gruppo’ per essere accettati.Eccolo lì, ancora una volta, il terrore oscuro, quello che ci fa accettare tutti i compromessi, la paura che con le nostre paro-le, che sono la manifestazione di quello che siamo, possiamo perdere l’amore degli altri. In una situazione equilibrata do-vremmo sentirci liberi di espri-mere i nostri pensieri in tutta tranquillità e senza avere la pre-tesa di convincere o prevaricare gli altri, affermando semplice-mente il nostro punto di vista, perché è il nostro. Purtroppo a volte questa modalità smette di funzionare e il risultato è che ci “imbavagliamo”.

La paura ci suggerisce che le cose che vorremmo dire non sono “adeguate” al momento o alla situazione; magari ci fa cre-dere che esprimendo il nostro punto di vista, non verremmo

più apprezzati da chi ci circonda o, peggio, costoro non ci ame-rebbero più. Temiamo di apparire ‘non in li-nea’ con gli altri e, quindi, diversi, con le indelebili stigmate che ci espellono dal branco. Così tac-ciamo e, attraverso un ferreo controllo, neghiamo la nostra verità in funzione di un appa-rente maggior vantaggio. E la nostra anima piange. Ma non �nisce qui. La paura, in-fatti, che ci ha indotto a snaturar-ci, porta con sé un grande vissuto di stress che, se irrisolto, deter-mina una frustrazione profonda e si traduce in aggressività e sbotti d’ira. Questi a loro volta portano a iso-lamento e solitudine. In questo modo, dopo esserci negati, ci ‘ta-gliamo fuori’ dalla intimità con le altre persone.

Invece di essere spontaneamen-te noi stessi, ci mettiamo dietro le sbarre del controllo e della �nzione, e �niremo sempre più soli nella torre del silenzio che ci vede prigionieri della paura di esprimerci. Quando poi ci di-straiamo e il controllo ci sfugge, perché prima o poi accade, ecco che la pressione che abbiamo cercato di contenere, esplode con tutta la sua forza: a quel punto tutto ciò che diciamo, an-che la cosa più vera e più sacra per noi, è tinta di rabbia e quindi viene percepita come pericolo-sa e negativa da chi ci ascolta. Passeremo inevitabilmente dalla parte del torto, con il risultato di interrompere la co-municazione. Quindi dobbiamo ritrovare l’amore verso noi stessi e pensare che gli altri ci amano proprio per quello che siamo e per quello che diciamo. Perché la natura stessa del sentimen-to d’amore esclude il giudizio. In caso contrario non è amore.

E ognuno di noi trae le proprie conclusioni….

La paura di non avere nulla di interessante da direUn’altra motivazione che ci fa tacere su ciò che è importan-te per noi, ha a che fare con la bassa autostima: ‘Non sono un granchè, ci sono sicuramen-te persone più colte, intelligenti e capaci di me che esprimono la loro opinione. Io non ho nulla di interessante da dire.’ È ovvio che la paura di non es-sere all’altezza, non aiuta certo il processo di espressione. Dietro questa paura c’è spesso un dram-ma antico, collocato nella prima infanzia, ed è quello di non aver percepito l’amore genitoriale in-condizionato: ‘Poiché non sono amato vuol dire che non valgo molto e, quindi, è inutile che parli, tanto nessuno mi ascolterà’. Se uno dei nostri genitori ave-va un modo di fare prevalente-mente censorio del tipo: ‘Taci tu, non capisci niente!’, è chiaro che, invece di condividere i nostri pensieri e le nostre convinzioni, impariamo a nascondere le cose che ci premono maggiormente, decidendo che non hanno valore, poiché ‘noi non valiamo’. Ci sem-bra sciocco esprimerle, perché tanto nessuno le ascolterebbe. In questo caso dovremmo prima renderci conto dell’errore macro-scopico che stiamo facendo, poi-ché ognuno di noi è in�nitamen-te capace e interessante nella sua unicità. Una volta ritrovata la �ducia in noi stessi, potre-mo permetterci di far sentire la nostra voce forte e chiara.

#PSICOPEDAGOGISTA

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#FARMACISTA Dott. Giuseppe De Simone

http://bit.ly/1ghBPqX 335.5302988

Continuano a crescere in tutto il paese le iniziative per la rac-colta dei farmaci inutilizzati da ridistribuire alle organizzazioni assistenziali e quindi a chi ne ha bisogno. La valenza sociale è evidente: in farmacia si possono raccogliere farmaci non utilizzati e ben conservati e consegnarli a organizzazioni ed enti che a loro volta li rendono disponibili a persone bisognose, liberando risorse e aiutando contempora-neamente chi ha bisogno.

Come funziona la raccolta di farmaci inutilizzati?La normativa di riferimento è la Finanziaria del 2008, che in due commi autorizza il recupero dei medicinali in corso di validità, integri e correttamente con-servati. Le confezioni avanzate ed inutilizzate da privati vanno

Parte in farmacia la raccolta dei farmaci non utilizzati

alle organizzazioni assistenziali o umanitarie, riconosciute dalle Regioni e Province autonome.Questo tipo di raccolta riguarda prevalentemente farmaci etici, quelli con ricetta. Quindi è im-portante che vada assicurata la continuità della tracciatura anche in questa seconda “vita” del me-dicinale, così come già avviene normalmente. E il farmacista in farmacia è l’attore più adatto a gestire tale genere di iniziative: perché può sensibilizzare il giu-sto target di pazienti e perché può fare da �ltro al momento della restituzione.La legge prevede che possano essere recuperati soltanto i far-maci non scaduti e in confezioni integre: per sicurezza, si sele-zionano quelli che hanno anco-ra 8-12 mesi di validità �no alla scadenza. I medicinali �niscono

in un contenitore sigillato che non può essere aperto dal far-macista e reca colori e scritte che lo di�erenziano nettamente da quello per la raccolta dei farmaci scaduti. Quando viene restitui-to un medicinale inutilizzato, il farmacista verifica l’integrità della confezione e appone un timbro particolare. È un atto di trasparenza con cui si garantisce al cliente che la confezione non tornerà in alcun modo sullo scaf-fale. A ritirare periodicamente il contenitore provvedono le asso-ciazioni di assistenza con cui già si opera nella Giornata di raccolta del Farmaco: per ogni farmacia la sua onlus. Le confezioni passa-no quindi una seconda selezione, vengono caricate nel sistema di tracciabilità speci�co e in�ne in-viate ai bisognosi.

Nelle farmacie dove il progetto è già partito in un mese vengo-no recuperati circa 170 farmaci. Possono esserci anche farmaci già dispensati dal SSN.C’è sempre più gente che non può permettersi nemmeno di pagare il ticket. Lo si vede nelle farmacie: l’anziano porta la ricet-ta del suo medico, chiede quanto deve pagare in tutto e poi dice “allora ci vediamo la prossima settimana, quando avrò ritirato la pensione”. Un’ altra bella ini-ziativa della farmacia italiana, di grande utilità sociale. ★

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#PSICOLOGA

Niente Panico! Cos’è il disturbo da A�acchi di Panico e come si a�ronta

Dott.ssa Luisa Buonocore

http://bit.ly/1bFShtd Lunedì e Venerdì dalle 10.00 alle 13.00

Il caso di Giovanni è un tipico esempio di un Distur-bo da Attacchi di Panico. Un attacco di panico è caratterizzato da un stato di intensa paura o disagio intenso che raggiunge il picco nel giro di circa 10 minuti, in cui si manifestano almeno 4 tra questi sintomi: palpitazioni o tachicardia, sudorazione, tremori, sensazione di so�ocamento, sensazione di as�ssia, dolore o fastidio al petto, nausea o disturbi addominali, sensazione di sbandamento, di testa leggera e di svenimento, derealizzazione (sensa-zione di irrealtà) o depersonalizzazione (sensazione di distaccamento da se stessi), paura di perdere il controllo o di impazzire, paura di morire, torpore o formicolio, brividi o vampate di calore. A�nché si possa fare diagnosi di disturbo di panico, l’attacco dev’essere seguito dalla preoccupazione persistente di avere altri attacchi di panico e da preoccupazioni relative alle implicazioni e alle con-seguenze dell’attacco di panico (per es. perdere il controllo, impazzire, morire d’infarto, etc.).

Al disturbo di panico, spesso si associa una condizio-ne psicopatologica chiamata Agorafobia. L’agora-fobia è caratterizzata dall’ansia di trovarsi in luoghi o situazioni dai quali sarebbe di�cile (o imbaraz-

“Giovanni era al cinema quando ebbe il suo primo attacco di panico: all’improvviso avvertì una forte sensazione di vuoto mentale e tutto intorno a lui iniziò a girare. Si sentiva come se fosse fuori dal mondo e come se tutto fosse irreale. Giovanni iniziò a temere che stesse per accadere qualcosa di molto brutto, che stesse impazzendo e che di lì a poco avrebbe perso il controllo. Iniziò a respirare con fatica e i battiti del suo cuore iniziarono ad accelerare… fu costretto ad uscire di corsa dal cinema. Giovanni si sottopose subito a diversi esami medici che esclusero la pre-senza di patologie organiche e lo orientarono verso una diagnosi di attacco di panico. Da allora Giovanni ebbe altri attacchi simili e iniziò ad evitare le situazioni in cui sarebbe stato di�ci-le o imbarazzante chiedere aiuto nel caso che si fosse sentito nuovamente male. Non andava più al cinema, nei locali a�ollati, non guidava più per paura che l’attacco potesse ripresentarsi alla gui-da. Di conseguenza la sua vita divenne sempre più limitata e questo lo faceva so�rire molto”.

333.4471904

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zante) allontanarsi, o nei quali potrebbe non essere disponibile aiuto, in caso di attacco di panico. I timori agorafobici riguardano solitamente situazioni quali l’essere fuori casa da soli, l’essere in mezzo alla folla o nel tra�co, essere in ascensore, viaggiare in auto-mobile o con altri mezzi di trasporto. Le situazioni temute vengono evitate, a�rontate solo in presenza di qualcun altro oppure sopportate con molto disa-gio o con l’ansia di avere un attacco di panico.

Non è possibile individuare un’unica causa del distur-bo di panico, sono diversi sono i fattori che rendono una persona vulnerabile allo sviluppo di attacchi di panico. Uno di questi è l’Anxiety Sensitivity, un atteg-giamento catastro�co, di paura rispetto alle sensa-zioni di attivazione neurovegetativa dell’organismo (tachicardia, dolore al petto, etc.) che tendono ad essere erroneamente interpretate come pericolose e in grado di produrre conseguenze disastrose come la morte o la pazzia. Alcuni studi hanno evidenziato che determinati atteggiamenti genitoriali in età evo-lutiva possono contribuire allo sviluppo dell’Anxiety Sensitivity nel bambino: genitori che favoriscono il comportamento da malato del bambino, che manife-stano attenzione preoccupata quando il bambino è

ansioso o tendono ad evitare che i bambini facciano esperienze autonomizzanti.L’attacco di panico rappresenta uno di quei disturbi che intacca maggiormente il funzionamento sociale e lavorativo della persona e che necessita dunque di un tempestivo intervento: più l’intervento è precoce minori saranno i rischi di cronicizzazione del disturbo e maggiori le probabilità di una remissione totale. Oltre che attraverso una terapia farmacologica, o in congiunzione a questa, il Disturbo da Attacchi di Panico può essere trattato attraverso una psicote-rapia cognitivo-comportamentale che può essere individuale o di gruppo con una cadenza settimanale.Il protocollo prevede, dopo una prima fase di va-lutazione e di inquadramento del caso, una fase di psicoeducazione nella quale si aiuta il paziente a comprendere precisamente cos’è l’attacco di pa-nico e a distinguere l’ansia come reazione norma-le dell’organismo di fronte a situazioni di pericolo dall’ansia patologica.

L’obiettivo della terapia sarà quello di aiutare il pa-ziente ad a�rontare le situazioni temute: questo av-verrà in maniera graduale e solo dopo aver appreso delle tecniche di gestione dei sintomi ansiosi. Le principali tecniche utilizzate a questo scopo sono le tecniche di respirazione e il rilassamento muscolare progressivo. Recentemente si stanno sempre più utilizzando le tecniche di mindfulness, una pratica di consapevolezza deriva dallo yoga che viene uti-lizzata trasversalmente in diversi disturbi con obiet-tivi terapeutici di�erenti. Nel disturbo di panico il ruolo della mindfulness è quello di far prendere alla persona consapevolezza dei propri stati interni e di acquisire un nuovo modo di rapportarsi a questi stati mentali attraverso una presa di distanza da essi.Una volta preparato il paziente attraverso le tec-niche di gestione dei sintomi, si inizia con la fase dell’esposizione alle situazioni temute. Tutte queste tecniche di intervento nel complesso permettono che avvenga una ristrutturazione cognitiva dei pen-sieri disfunzionali connessi all’ansia (paura di morire o impazzire) proprio perché il paziente, a�rontando le situazioni temute, sperimenta che in realtà le con-seguenze catastro�che non si veri�cano.

Il protocollo presentato è solo uno dei modi possi-bili di a�rontare questo problema ma sicuramente quello di più comprovata e�cacia tanto da essere inserito nelle linee guida dell’Organizzazione Mon-diale della Sanità. ★

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#AUDIOPROTESISTA Dott.ssa Tea Maione

338.9648341http://bit.ly/1gXjdO7 Martedì dalle 9.00 alle 11.00

Problemi di udito?Il cervello invecchia primaGli anziani con perdita dell’udito so�rono prima di declino cogniti-vo rispetto ai coetanei sani. Que-sto è uno dei problemi di salute più sottovalutati. Ma la perdita di udito potrebbe non avere e�etti soltanto sulla vita sociale e sul-la qualità di vita, ma anche sulla funzionalità del cervello accele-rando il declino cognitivo tipico della terza età. Ad avvalorare l’ipotesi è uno studio pubblicato sulla rivista Jama Internai Medici-ne. A condurla un gruppo di ricer-catori del Johns Hopkins Center on Aging and Health di Baltimora (Usa) che ha seguito per sei anni quasi 2.000 anziani.Tutti all’inizio dello studio aveva-no normali capacità cognitive, ma nel corso del periodo di osserva-zione le cose sono notevolmen-te cambiate e i ricercatori hanno constatato una perdita genera-lizzata delle funzioni cognitive. Il declino, tuttavia, non si veri�cava alla stessa velocità in tutti i vo-lontari. In particolare, quelli che avevano disturbi uditivi (più della metà dei volontari) avevano una probabilità del 24 per cento più alta di perdere colpi.In concreto, secondo i ricercatori, un anziano con problemi uditivi impiega 7,7 anni per perdere il 20 per cento delle capacità co-gnitive (misurate su una partico-lare scala denominata Modi�ed Mini-Mental State Examination) mentre per osservare lo stesso cambiamento in una persona che ci sente bene, occorre aspettare quasi 11 anni.Numeri che fanno sentenziare

ai ricercatori: «i nostri risultati dimostrano che la perdita di udito è associata a un’accele-razione del declino cognitivo, la nostra scoperta sottolinea quanto sia importante che i medici discutano con i pazienti delle loro capacità uditive per evitare che la soluzione del pro-blema sia rimandata troppo nel tempo quando ormai grave».Sulle cause di questa associazio-ne, per ora, ci sono solo ipotesi. Una potrebbe essere molto in-tuitiva: gli anziani che ci sentono poco sono più isolati socialmen-te. Ed è noto che vivere in solitu-dine aumenta il rischio di perde-re le capacità cognitive. Un’altra ipotesi è che la scarsa capacità uditiva costringe il cervello a con-centrarsi molto di più sui suoni. Così facendo, sottrae “energia” alla capacità di pensare e ricor-dare. Ma, per il team, non è esclu-so che ci possano essere danni

cerebrali che provochino conte-stualmente la perdita dell’udito e il declino delle facoltà mentali.La questione resta sul tavolo dei ricercatori, che promettono di approfondire il problema e di esplorare un altro aspetto: se gli apparecchi acustici per restitui-re l’udito possano avere qualche e�cacia per prevenire il declino cognitivo nelle persone che ci sentono poco.Quel che è certo è che la que-stione è di massima importanza. Il numero di anziani afflitti da problemi cognitivi è destinato a salire vertiginosamente, raddop-piando ogni 20 anni come conse-guenza dell’invecchiamento della popolazione mondiale.Capire quali possano essere le condizioni che ne facilitano la comparsa e come si possa con-tenere il problema è una priorità.

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La chiropratica si occupa della cura e della prevenzione dei di-sordini muscolo-scheletrici che interessano il corpo umano e visto che il detto “prevenire è meglio che curare” vale anche per la colonna vertebrale, anche quest’anno nel mese di ottobre, considerato “il mese della pre-venzione”, sara’ possibile parte-ciapare all’iniziativa della settima-na della chiropratica.Durante le ultime 2 settimane di ottobre, e precisamente dal 20 al 24 e dal 27 al 31, sara possibile e�ettuare check up e controllo gratuito della schiena e di tut-to il sistema muscolo-scheletrico presso il mio studio.Nello scorso articolo ho parlato della cosiddetta cervicale che insieme alla lombalgia rappre-senta una delle patologie mu-scolo-scheletriche più comuni. Entrambi queste patologie pos-sono avere bene�co dai tratta-menti chiropratici ritardardando-ne il sorgere o il peggioramento, ragion per cui questo mese l’ar-gomento trattato è la lombalgia.

LombalgiaCon il termine lombalgia s’inten-de l’in�ammazione della parte inferiore della schiena: in parti-colare le vertebre lombari, l’ar-ticolazione sacro-iliaca, il sacro e il coccige. Spesso si presenta con un dolore particolarmente intenso e con un senso di estre-ma rigidità lungo tutta la regione lombare. L’80% delle persone so�re al-meno una volta di disturbi alla schiena che possono essere ri-conducibili ad una disfunzione del sistema muscolo scheletri-

co. Anche se bisogna sottoline-are che la presenza di patologie viscerali, addominali o pelviche può riferire dolore nella regione lombare e lombosacrale.Il mal di schiena è un sintomo non una malattia e spesso i problemi, se di origine meccanica, sono causati dall’alterazione della nor-male mobilità e funzionalità della colonna vertebrale. La schiena è una struttura complessa fatta di 33 vertebre, più di 30 muscoli, numerosi legamenti, molteplici giunture e dischi intervertebrali. Quindi, sono molte le strutture che possono causare fastidi se sono lese o colpite. La lombalgia acuta, conosciuta come “colpo della strega”, è caratterizzata da un tipo di do-lore causato da una lesione di queste strutture anatomiche accompagnata da fenomeni in-�ammatori. L’in�ammazione e il dolore fanno parte del processo di guarigione e cessano, quindi, a guarigione completata. La lombalgia cronica, invece, è un dolore sordo e costante che si prolunga senza interruzione per almeno 6 mesi alternando momenti di miglioramento e di peggioramento. Le cause del mal di schiena cronico sono as-sociate a fattori bio-psico-sociali, ossia all’intersecarsi di elementi biologici, psicologici e sociali. Il fattore biologico riguarda le strutture anatomiche da cui na-sce il dolore, quello psicologico è una conseguenza della perdita di autonomia e di movimento mentre il fattore sociale si riferi-sce alla perdita di abitudini e stili di vita che questi ultimi possono comportare.

La lombalgia come sopra accen-nato ha molteplici cause. L’appa-rato muscolo-scheletrico è prin-cipalmente colpito su vari livelli: quello meccanico (faccette arti-colari, capsule, legamenti), quello muscolare (lombo-sciatalgia) e quello legato al disco interverte-brale (discopatia). Naturalmente tutte queste componenti sono collegate tra di loro per cui ogni livello non può essere conside-rato a se stante, quindi ogni in-tervento non può essere isolato alla singola struttura, ma deve considerare tutte le componen-ti biologiche (muscoli, legamenti, vertebre e dischi) e non ultimo fattori psicologici e sociali.

Fa�ori meccanici Le faccette articolari delle ver-tebre (articolazioni zigoapo�sa-rie) sono protette dalla capsula articolare e lubri�cate dal ±uido sinoviale. Quando sono sottopo-ste a traumi (movimenti sforzati, e bruschi della colonna quali ca-dute, rotazione del busto, solle-vare pesi senza riscaldamento) o se i muscoli intorno ad esse

#CHIROPRATICA

La Lombalgia

Dott.ssa Barbara Martino

http://bit.ly/1ddlb6M 349.1381175

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non sono tenuti in allenamento (troppo tempo seduti o in piedi) basta un piccolo movimento che s’irritano e s’in�ammano. Quan-do questo avviene i movimenti si riducono e quelli permessi sono spesso dolorosi e ridotti a causa anche dello spasmo dei muscoli adiacenti. Tutto ciò si traduce spesso nell’assumere una posi-zione antalgica, in altre parole lo spostamento del tronco dalla parte opposta al dolore. Il dolo-re acuto a livello del rachide è quindi un segnale d’allarme per un’avvenuta lesione, una reazio-ne di difesa, uno stimolo a cam-biare posizione che ha un ruolo protettivo e adattativo il quale impedisce i movimenti che pos-sono danneggiare ulteriormente la colonna vertebrale.

Lombo - sciatalgiaCon il termine lombo-sciatalgia s’intende un dolore causato dal nervo sciatico che ha origine nella colonna lombare e che si estende �no ai glutei, agli arti inferiori e parte dei piedi. Si dif-ferenzia dalla lombalgia perché in quest’ultima il dolore è localiz-zato soltanto nella zona lombare e sacrale. La compressione del nervo sciatico può essere cau-sato da strappi muscolari a livel-lo paravertebrale, da contratture muscolari, da ernie del disco e da

schiacciamento del disco inter-vertebrale.La lombo-sciatalgia è un disturbo molto comune, dovuto allo stile di vita adottato quotidianamente (molte ore seduti in u�cio, as-senza di attività �sica, posizioni scorrette), tanto che si calcola che circa il 40% della popolazio-ne so�ra o abbia so�erto di que-sta patologia. Questo disturbo può essere sia mono sia bilate-rale, cioè può manifestarsi sia in uno sia da entrambi i lati spesso accompagnato da dolore, distur-bi circolari, mancanza di forza alla caviglia e al piede e sensazioni alterate, intorpidimento e formi-colio dell’arto interessato.

Discopatia Con il termine “discopatia” s’indi-ca la patologia che va a carico del disco intervertebrale e occorre quando i dischi della colonna ver-tebrale appaiono leggermente schiacciati o di spessore ridotto. Sforzi eccessivi così come postu-re statiche prolungate portano a continue compressioni della colonna causando una riduzione del contenuto idrico dell’anello �broso con conseguente riduzio-ne del suo spessore.Durante il riposo notturno i nu-clei polposi si reidratano riacqui-stando lo spessore originale, se però gli sforzi sulla colonna sono

eccessivi e ripetuti il disco va in-contro a un rapido processo d’in-vecchiamento e degenerazione dando origine alla discopatia. Le conseguenze più gravi di una discopatia sono legate alla riduzione della capacità ammor-tizzante del disco e alla contem-poranea perdita dei normali rap-porti tra una vertebra e l’altra. I sintomi di una discopatia sono: dolore aggravato da piegamen-ti, starnuti, colpi di tosse; dolore radiante a una o entrambe le gambe con sensazione di formi-colio e/o insensibilità; dolore con pendenza del tronco da un lato; riduzione della mobilità. L’insieme di questi processi con il passare del tempo favorisce l’ernia del disco vertebrale di cui poi parleremo in un altro articolo.

Terapie e tra�amento Nella lombalgia e/o sciatica lo scopo della chiropratica è resti-tuire l’integrità funzionale all’ar-ticolazione il cui funzionamento è alterato. Il chiropratico, dopo un attento esame neuro�siolo-gico e un’analisi delle radiogra-�e, riduce l’irritazione dei nervi con un aggiustamento speci�co nell’area interessata, riducendo così i sintomi dolorosi e favoren-do un ristabilimento più rapido. La manipolazione è un piccolo movimento preciso e indolore, esercitato su una giuntura spina-le, attraverso il quale si ripristina il movimento naturale; esso ap-porta bene�ci terapeutici mec-canici e neurologi, aumentando coordinazione, forza, ±essibilità e resistenza della schiena. Per ottenere risultati duraturi contro il dolore è necessario un approccio integrato di manipo-lazioni insieme con lo stretching per aumentare l’elasticità musco-lare, e particolari esercizi attivi, utili ad aumentare il tono mu-scolare. ★

#CHIROPRATICA

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338.4698121

#ODONTOIATRA Dott. Vittorio Milanese

http://bit.ly/1kh4FtU Martedì e Giovedì dalle 13.30 alle 15.00

Ma di cosa si tratta?La saliva è uno dei più impor-tanti sistemi di difesa della sa-lute della nostra bocca e la sua composizione ha un pH neutro (valori da 6.5 a 7.5), che subisce variazioni quotidiane a causa del cibo; tuttavia il suo valore viene normalmente ripristinato nel giro di un paio d’ore dall’ingestione di alimenti e bevande.Quando il pH salivare subisce variazioni estreme e persistenti in senso acido o basico, denti e gengive possono ammalarsi più facilmente. Un ambiente della bocca acido (valore pH basso) può, per esempio, essere indice di una più intensa attività della placca batterica, che attacca lo smalto dei denti, indebolendolo e portando al potenziale innesco di un processo cariogeno. Quando il

pH salivare sale a livelli basici (va-lore pH alto), il calcio contenuto nella saliva tende a cristallizzarsi sui denti, andando a formare il tartaro o placca mineralizzata, nocivo per le gengive. Il test del pH salivare è costituito da una semplice cartina tornasole che, a contatto con la saliva, cambia la sua colorazione per indicare il valore del pH.Un test semplice ma utile per tenere sotto controllo la salute non solo della cavità orale, ma di tutto il nostro organismo. Mante-nere sana la propria salute orale è il primo passo per mantenere sana la salute di tutto il corpo, sono molte le correlazioni tra malattie sistemiche, cardiologie, del sangue conseguenti o favo-rite da una scarsa o trascurata salute orale. Per questo le viste periodiche, almeno annuali, dal tuo dentista ti garantiscono non solo la possibilità di mantenere, in salute, la tua bocca e i denti ma anche di prevenire patologie importanti che possono degene-rare in situazioni gravi a volte non più risolvibili.Due importanti novità caratteriz-

zano però questa 34° edizione. Oltre alle viste gratuite, infatti, quest’anno ai cittadini viene data la possibilità di sottoporsi ad un test gratuito del pH salivare. Inoltre, una volta effettuata la visita e misurato il pH salivare, il dentista ANDI potrà suggerire al proprio paziente, se ritenuto ne-cessario, un percorso di preven-zione con una serie di prestazioni odontoiatriche o�erte a tari�e privilegiate.

Quando la saliva indica il livello di salute orale

Per prenotare la “TUA VISITA GRATUITA DI CONTROLLO ANDI-MENTADENT” puoi contattare direttamente lo Studio del Dr. Vittorio Milanese al 081.5321561 oppure al 338.4698121. Per saperne di più naviga il sito www.obiettivosorriso.it.

Tra le novità di questa 34° edizione del Mese della Prevenzione Dentale la possibilità di essere so�oposti, gratuitamente, al test del pH salivare.

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347.5477785

#NEUROPSICOMOTRICISTA Dott.ssa Daniela Caiafa

http://bit.ly/1bjyYJp Lunedì e Sabato dalle 9.00 alle 13.00

I tic sono movimenti involontari e convulsi, normal-mente sono caratterizzati da ripetute e rapide scos-se muscolari, dette anche spasmi, che si ripetono in determinate situazioni. In genere interessano i muscoli del viso o delle spalle: ammiccamenti con gli occhi, smor�e della faccia, corrugamento della fronte, scosse del capo, movimenti verso l’alto delle spalle. Si riscontrano più frequentemente nei maschi (l’incidenza è tre volte di più che nelle femmine); si presentano quasi sempre durante l’età scolastica, dai sei ai dieci anni. Solitamente scompaiono entro breve, raramente sono sintomo di una patologia più complessa, la sindrome di Tourette. Circa il 20% dei ragazzi ha questo problema, i tic si manifestano per scaricare l’ansia di fronte a si-tuazioni imprevedibili. È quasi sempre un sintomo di uno stato emotivo allertato che il bambino evi-denzia difronte le sue di�coltà ludiche, relazionali o scolastiche. Ed è più evidente quando il bambi-no è preoccupato, teso, sotto stress o percepisce aspettative esagerate nei suoi confronti. In e�etti i tic sono l’espressione esterna, involontaria, di una tensione emotiva. Di solito si veri�cano in soggetti normali, svegli, sen-sibili; sono più a rischio i bambini timidi e coscien-ziosi, anche se i tic possono presentarsi anche in bambini instabili e turbolenti. I tic tendono a sparire nel giro di due - tre mesi, massimo in un anno. Solo nel 3% dei casi i tic non si risolvono e persistono in età adulta. I tic sono classi�cati: Tic motori semplici comprendono: smor�e del viso, movimenti del collo, colpi di tosse, segnali di ammiccamento; tic vocali semplici includono: raschiarsi la gola, sbu�are, tirar su col naso, grugnire,Tic motori complessi comprendono: battere i piedi, e�ettuare movimenti mimici, saltare, toccare, odo-rare un oggetto;Tic vocali complessi riguardano la ripetizione di parole, fuori contesto.

Nei casi più gravi, possiamo assistere alla coprolalia (usare parolacce) e l’ecolalia (ripetere come un’eco frasi, parole o suoni sentiti per ultimi).

Come aiutare un bambino a¢etti da tic?

★Molto utile è far praticare uno sport che piace al bambino, che lo rilassi e lo aiuti a scaricare le tensioni.

★Cercate di far rilassare il bambino a livello ge-nerale. I tic sono un barometro della tensione in-terna; assicuratevi che vostro �glio abbia del tempo libero, non sia soverchiato da più attività organizzate. Se è molto auto-critico, lodatelo per i suoi compor-tamenti e fate sì che riprenda �ducia in sé stesso.

★Fate  nta di niente davanti ai tic quando si ve-ri cano. Quando un bambino presenta dei tic, non concentrate l’attenzione su di lui; se gli fate nota-re il suo difetto tutte le volte, reagirà con maggior tensione e ansia, piuttosto che con l’accettazione del suo comportamento, creando un circolo vizioso. Non lasciate che fratelli o altri lo prendano in giro: assicuratevi che tutti si comportino in questo modo.

★Identi cate e rimuovete i fattori determinan-ti tensione. Provate a tenere, a sua insaputa, un diario dei tic, per segnarvi quali fatti sono avvenuti prima degli spasmi abituali; da qui dovreste essere in grado di risalire a quegli eventi che scatenano le crisi. Diminuite comunque la pressione psicologica esercitata in merito ai suoi risultati scolastici, alla pulizia della sua camera, alle performance sportive. Evitate medicine a base di efedrina, per esempio i decongestionanti nasali, che possono favorire la comparsa dei tic.

★Non parlate dei tic, quando non si veri cano. Se il bambino ha dei periodi senza tic, non sollevate il problema. Solo se il discorso parte dal bambino che vi chiede informazioni in merito, siate disponibili a parlarne; spesso il bambino se ne vergogna. Rassi-curatelo che tutto �nirà presto e che riprenderà il controllo di questi spasmi involontari.

★Evitate qualsiasi punizione per i tic. Alcuni ge-nitori credono che basti fare la voce grossa per spa-

I tic nervosi nei bambini

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ventare il bambino e impedirgli di avere i tic: non c’è nulla di più falso. Del resto non servono nemmeno massaggi o esercizi di rilassamento ai muscoli fac-ciali; né osservazioni allo specchio, perché darebbero comunque risalto al problema.

★Fate  nta di niente davanti ai tic quando si ve-ri cano. Quando un bambino presenta dei tic, non concentrate l’attenzione su di lui; se gli fate nota-re il suo difetto tutte le volte, reagirà con maggior tensione e ansia, piuttosto che con l’accettazione del suo comportamento, creando un circolo vizioso. Non lasciate che fratelli o altri lo prendano in giro: assicuratevi che tutti si comportino in questo modo.

★Identi cate e rimuovete i fattori determinan-ti tensione. Provate a tenere, a sua insaputa, un diario dei tic, per segnarvi quali fatti sono avvenuti prima degli spasmi abituali; da qui dovreste essere in grado di risalire a quegli eventi che scatenano le crisi. Diminuite comunque la pressione psicologica esercitata in merito ai suoi risultati scolastici, alla pulizia della sua camera, alle performance sportive. Evitate medicine a base di efedrina, per esempio

i decongestionanti nasali, che possono favorire la comparsa dei tic. ★Non parlate dei tic, quando non si veri cano. Se il bambino ha dei periodi senza tic, non sollevate il problema. Solo se il discorso parte dal bambino che vi chiede informazioni in merito, siate disponibili a parlarne; spesso il bambino se ne vergogna. Rassi-curatelo che tutto �nirà presto e che riprenderà il controllo di questi spasmi involontari.

★Evitate qualsiasi punizione per i tic. Alcuni ge-nitori credono che basti fare la voce grossa per spa-ventare il bambino e impedirgli di avere i tic: non c’è nulla di più falso. Del resto non servono nemmeno massaggi o esercizi di rilassamento ai muscoli fac-ciali; né osservazioni allo specchio, perché darebbero comunque risalto al problema.

Se dopo un anno, ancora, non si attenuano i sinto-mi allora bisogna rivolgersi ad uno neuropsichiatra infantile per escludere patologie per valutare una terapia psicomotoria che aiuti il bambino a gestire e superare il suo disturbo.

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#ANESTESISTA Dott. Antonio Coppola

L’Algodistro�a (anche conosciuto come Morbo o Atro�a di Sudek, distro�a da ri�esso simatico (RSD), sindrome complessa del dolore regionale (CRPS), osteoporosi transitoria), è una patologia complessa non del tutto conosciuta. Oggi il meccanismo più accreditato è quello di una disfunzione del sistema nervoso simpatico. Quest’ul-timo per varie cause verrebbe ipersollecitato e alte-ra come conseguenza i normali processi �siologici dell’osso e dei tessuti molli circostanti. L’osso tende a riassorbirsi creando cosi un quadro di osteoporosi dando spazio all’in�ltrazione d’acqua che aumenta cosi la pressione all’interno dell’osso e indebolisce la sua struttura.Colpisce con maggior frequenza l’estremità degli arti (piede e mano) ma può interessare anche il gi-nocchio e l’anca, gomito e spalla. Può interessare un osso in parte o totalmente o più ossa coinvolgendo anche l’articolazione o più articolazioni sino a tutto il distretto anatomico. È spesso scatenato da un evento traumatico anche banale ma altre cause sono da interventi chirurgici con immobilizzazione dell’arto, dall’assenza di carico, da a�ezioni del sistemo nervoso, da vasculopatie or-ganiche o funzionali e da casi idiopatici dove insorge spontaneamente. La sua evoluzione non è propor-zionata all’intensità o severità del trauma iniziale.

SintomiI sintomi variano notevolmente e dipendono dalla zona e l’area colpita. All’inizio possono essere sia subdoli sia estremamente intensi. Sono caratterizzati da dolore più o meno intenso, talvolta intollerabile sottocarico e talvolta anche a riposo, gon�ore rossore e calore, formicolio, brucio-re, impotenza funzionale del distretto colpito e una sudorazione anomala della zona interessata. Nel tempo e nelle forme più estese i tessuti si al-terano, la pelle diventa sottile, secca e atro�ca, si modi�cano il numero dei peli, il tono muscolare di-minuisce e le articolazioni si irrigidiscono. Possibile anche la presenza di crampi spontanei

DiagnosiLa diagnosi spesso viene fatto in ritardo. Le radio-gra�e convenzionali sono spesso negative all’inizio del processo in quanto non sono in grado di rilevare le modi�che qualitative dell’osso.

Indispensabile eseguire una Risonanza Magnetica Nucleare (RMN) con STIR che mette in evidenza l’edema dell’osso coinvolto.Se non trattata tende facilmente a cronicizzarsi è può divenire estremamente debilitante. Inoltre l’osso essendo indebolito di calcio diventa meno resistente al carico e quindi può deformarsi provocando cosi un danno permanente. Come talvolta insorge spon-taneamente può anche risolversi spontaneamente in tempi molto lunghi (8-15 mesi).

Tra�amentoEsistono diversi protocolli per trattare l’Algodistro�a. L’obiettivo comune è di restituire un normale ±usso sanguigno nell’osso e tessuti circostanti e un norma-le rapporto di calcio nell’osso. Par fare questo l’osso ha bisogno di stimoli adeguati.Risulta molto utile il carico controllato, il lavoro mu-scolare e mobilizzazione delle articolazioni coinvolte, i campi magnetici pulsanti, la camera iperbarica, i blocchi del simpatico, i farmaci contro l’osteoporosi, i vaso dilatatori, ginnastica vascolare e i drenaggi linfa-tici. Utili anche i farmaci antidepressivi che agiscono sul componente a�ettivo ed emotivo del dolore.La terapia quindi serve ad abbreviare il decorso della malattia e ad evitare un danno permanente da rigi-dità articolare.

Algodistro�a

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#FISIOTERAPIAPEDIATRICA Dott.ssa Roberta Esposito

Il termine “plagiocefalia” può sembrare allarmante quando si sente per la prima volta in riferimento al vostro bambino. Studi recenti dimostrano che, in seguito alla raccomandazione dell’Accademia Ame-ricana di Pediatria (AAP) di utilizzare la posizione supina nel sonno per ridurre il rischio della morte improvvisa in culla (in inglese SIDS), si è assistito a un aumento dell’incidenza di bambini a�etti da plagiocefalia occipitale posturale. Si tratta quindi di un disturbo molto comune e facilmente curabile.La plagiocefalia (dal greco plàgios = obliquo e Ke-phalè = testa) è una deformazione del cranio con un modellamento obliquo cranio-facciale.

Si distingue in due tipi: • Plagiocefalia posturale • Plagiocefalia sinostosica o craniosinostosi (mal-

formazione della struttura cranica per fusione precoce di una o più suture craniche)

Di pertinenza �sioterapica è la plagiocefalia posturale. La plagiocefalia posturale è causata da una pressione prolungata sulla stessa zona del cranio in epoca pre e/o post natale. Esistono alcuni fattori di rischio per l’asimmetria cranica quali per esem-pio la prematurità, primiparità, anomalie dell’utero, alterazioni muscolo scheletriche ecc. Di natura congenita (pressione intrauterina) o ac-quisita (posizione durante il sonno) la plagiocefalia posturale può essere associata a: • torcicollo posturale controlaterale • contrattura secondaria del trapezio• immaturità nel controllo assiale antigravitarioQuesta conformazione del cranio non deve essere fonte di preoccupazione per i genitori, perché non

Plagiocefalia posturale del la�ante

339.8719035http://bit.ly/100robesp [email protected]

comporta problemi nello sviluppo del cervello del bambino. Ha un impatto solamente di natura estetica che tende comunque a migliorare spontaneamente nel corso del tempo. Tuttavia una diagnosi precoce e un intervento tempestivo fanno si che il risultato estetico sia migliore. Buoni risultati si ottengono se si interviene prima dei 3 mesi di età.Non sono necessari interventi chirurgici o procedure invasive (salvo che non si tratti di una craniostenosi), ma attraverso alcune semplici accortezze ed esercizi è possibile preservare la rotondità della testa del vostro bambino.Durante il sonno non è necessario utilizzare parti-colari cuscini che aumenterebbero semplicemente il rischio SIDS. Piuttosto prestate attenzione ad al-ternare la posizione del capo durante il sonno in modo tale che il vostro bambino non trascorre molte ore con la testa ruotata nello stesso lato. Durante la veglia riducete al minimo le ore che il vostro bam-bino trascorre sulla schiena, prediligendo l’attività a pancia sotto, promuovendo l’inseguimento visivo e i movimenti del capo. Se alla plagiocefalia è associato anche un torcicollo posturale è opportuno bene�-ciare di alcuni esercizi di allungamento muscolare. Per i bambini che hanno un’età superiore ai 3 mesi e che presentano un moderato appiattimento della testa, alcuni medici prescrivono l’uso di un caschetto che ha il vantaggio di ottenere buoni risultati in tempi brevi ma lo svantaggio di essere molto costoso e di necessitare di rimodellamenti nel corso del tempo.

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#SESSUOLOGA Dott.ssa Olga Paola Zagaroli

Periodicamente mi capita che nello stesso periodo molte persone mi facciano la stessa domanda e che poi, “quasi per caso”, lo stesso argomento venga fuori anche tra colleghi! La domanda che pongo nel titolo fa proprio riferimento a quanto mi è accaduto nei mesi scorsi. Così ho deciso di parlarne anche con tutti voi. Cerchiamo di capire dunque quali sono i punti in comune delle due �gure e quali invece di�eriscono. L’urologo si occupa delle patologie dell’apparato ge-nito-urinario, cioè reni, ureteri, vescica, prostata, orga-ni genitali esterni, mentre l’andrologo focalizza la pro-pria attenzione sulla salute maschile, con particolare riferimento alle disfunzioni dell’apparato riproduttore e urogenitale, quindi testicoli, vescichette seminali, prostata, pene, avendo particolari competenze anche dell’aspetto endocrinologico della funzione riprodut-tiva. Dunque, la principale di�erenza tra un androlo-go ed un urologo consiste nel fatto che l’andrologo tratta principalmente l’area sessuale e riproduttiva del maschio e, anche quando a�ronta problemi di tipo uro-genitale o urologico, si occupa prevalente-mente delle possibili conseguenze che questo tipo di problemi possono causare alla sfera riproduttiva. In linea di massima alcune patologie sono comuni sia all’andrologo che all’urologo (varicocele, �mosi, in�ammazioni delle ghiandole genitali), mentre altre patologie sono a se stanti (patologie prostatiche, renali e vescicali); infatti molti urologi si occupano anche di andrologia e molti andrologi sono specia-listi in urologia, ma le due �gure sono comunque distinte, soprattutto nella speci�cità degli esami che eseguono. Se, per esempio voleste sapere se il vostro seme è fertile, dovreste rivolgervi ad un andrologo esperto, perché per questo tipo di esame c’è bisogno di una pratica particolarmente lunga e quindi di una notevole esperienza per poter avere una risposta precisa e attendibile. Anche gli esami ormonali che sottendono all’attività riproduttiva e che rivestono una notevole importanza per fare diagnosi di infer-tilità, vanno prescritti e interpretati preferibilmente dall’andrologo che in genere ha più dimestichezza nel praticare le cure e le tecniche adatte a correggere l’infertilità di coppia.I sintomi principali in seguito ai quali è consigliabile rivolgersi ad un urologo sono: bruciori, dolori o dif-�coltà alla minzione, presenza di sangue nelle urine, perdite involontarie di urina, dolori o alterazioni ad organi del tratto urinario o genitale maschile. Sono

diverse le indagini diagnostiche di cui l’urologo può far uso: dall’esame clinico che consiste nella palpa-zione dell’addome e delle logge renali, esplorazione rettale per la palpazione digitale della prostata e esa-me degli organi genitali esterni maschili; agli esami strumentali quali: ecogra�a a reni, vescica, prostata e testicoli, esame radiogra�co con e senza mezzo di contrasto, TAC, RM e uro±ussimetria; esami di labo-ratorio quali esame delle urine; esame del sangue.L’andrologo si occupa principalmente di seguire lo sviluppo dell’apparato genitale maschile dalla nasci-ta sino alla vecchiaia. Alla nascita, l’andrologo può essere consultato per l’attribuzione del sesso o per evidenziare anomalie congenite, alla pubertà può es-sere consultato per trattare problemi più seri, come pubertà precoci o ritardate. Attorno ai 20 anni, in�ne, può essere consultato per controllare lo sviluppo sessuale ed evidenziare qualsiasi tipo di problema come le infezioni sessua-li. Quando si supera una certa età, l’andrologo vie-ne spesso consultato per problemi di disfunzione erettile, ma anche per prevenire e trattare i sintomi dell’andropausa, fenomeno legato all’invecchiamento dei tessuti ed al calo del testosterone. Quindi, come abbiamo visto, ci sono molte somiglianze, ma anche alcune di�erenze sostanziali tra le due �gure.Per quello che riguarda la collaborazione con il ses-suologo, sono importanti entrambe le �gure. Infatti, sebbene il sessuologo si interessi soprattutto della sfera psicologica che riguarda i disturbi della sfera sessuale, è ovvio che non può prescindere, in molti casi, da una veri�ca delle funzionalità �siologiche dell’apparato uro-genitale. Generalmente consiglio sempre ai miei pazienti un controllo dall’urologo, pre-ferendo questa �gura a quella dell’andrologo, per avere una visione generale di tutto l’apparato, per poi procedere, ove occorresse, alle speci�che indagini. In realtà, come abbiamo visto, ogni urologo è anche andrologo e viceversa, ma mentre l’andrologo è più interessato alla capacità riproduttiva del paziente, l’urologo tende a vedere più il quadro generale, ed è appunto per questo che in una indagine preliminare può essere preferibile.Detto tutto ciò rimane palese che per qualsiasi tipo di disturbo voi possiate avere è sempre consigliabile rivolgervi in prima istanza al vostro medico di base che più di ogni altro saprà indicarvi qual è lo specia-lista più indicato al caso speci�co. ★

Andrologo o Urologo? 335.8709595http://bit.ly/1euymof Lunedì e Giovedì

dalle 15,30 alle 17,30

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#NUTRIZIONISTA Dott.ssa Francesca Maresca

334.2258132http://bit.ly/19ubheb Martedì e Giovedì dalle 15.00 alle 16.30

La Dieta MediterraneaLa dieta mediterranea, oggi rico-nosciuta come patrimonio cultu-rale immateriale dell’umanità, è tra i regimi alimentari più di�usi al mondo ed è nota e apprezzata soprattutto per i numerosi bene-�ci che apporta all’organismo. In realtà più che un vero e proprio programma dietetico, si tratta di uno stile alimentare fatto di regole e abitudini ispirate alla tradizione mediterranea.

Come nasce questo stile ali-mentare? Negli anni 50 Ancel Keys, un nutrizionista americano, si ac-corse che le popolazioni del ba-

cino mediterraneo erano meno suscettibili ad alcune patologie rispetto agli statunitensi. Da que-sta osservazione nacque l’ipotesi che la dieta mediterranea fosse in grado di aumentare la longe-vità di chi la seguiva. Lo studio-so condusse numerosi studi che confermarono le sue ipotesi e pertanto, a partire dagli anni ‘70 si cercò di di�ondere le abitudini alimentari tipiche della dieta me-diterranea anche negli Stati Uniti.

Ma in cosa consiste precisa-mente la dieta mediterranea? Molto spesso si è soliti associa-re questo regime alimentare al

consumo di pane e pasta ovvero di carboidrati, ritenuti, comune-mente, nemici della linea. Ora, premesso che i carboidra-ti sono nutrienti essenziali che devono essere assunti in giuste quantità, la dieta mediterranea, in realtà, comprende alimenti vari ed eterogenei. “Protagoni-sti” della tradizione alimentare mediterranea sono l’olio d’oliva, i cereali (soprattutto pasta, riso e pane), il vino, i legumi, la frutta e tutti gli ortaggi. Ma l’alimentazione mediter-ranea non è solo vegetariana; l’aggiunta di giuste quantità di prodotti animali (carne, con par-

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ticolare riguardo a quella non bovina, latte, uova, pesce, for-maggi) assicura una dieta valida, equilibrata, adatta a qualsiasi età e in grado di ridurre considere-volmente il rischio delle principali malattie, cause di morte nella no-stra epoca.

I cereali e i loro derivati sono chiamati prevalentemente a sod-disfare il nostro fabbisogno ener-getico. E l’abitudine tutta italiana di una costante presenza sulla ta-vola del pane, in tutte le sue innu-merevoli varietà regionali, e della quotidiana comparsa della pasta come prima portata e come ful-cro di uno dei due pasti principa-li si accorda perfettamente con questa esigenza nutrizionale.

Legumi, altri ortaggi, verdu-re, frutta e grassi vegetali (soprattutto olio d’oliva), oltre a integrare l’apporto proteico as-sicurato dai cereali, forniscono quantità adeguate di fibra ali-mentare, vitamine e sali minerali.

L’importanza delle carni, in particolare di quella bovina, è ridimensionata, e il fabbisogno di proteine nobili e ferro è sod-disfatto principalmente con carni “alternative” (pollo, coniglio, ma-iale magro, tacchino, ecc.), pesce e uova. Il latte e i suoi derivati sono importanti soprattutto per l’apporto in calcio.

Inoltre tutti gli alimenti previsti devono essere assunti secondo i principi base riassunti nella ben nota piramide alimentare. Come si può constatare dalla �gura, la piramide alimentare illustra chia-ramente quale dovrebbe essere il consumo ideale a settimana dei diversi alimenti in una dieta sana e bilanciata.

La lettura dello schema è semplice: gli alimenti al vertice della piramide vanno consumati sporadicamente e in quantità limitate mentre alla base troviamo i cibi migliori che possono essere as-sunti quotidianamente e in quantità più abbondanti. Precisamente l’impostazione corretta dello schema prevede che gli alimenti vengano consumati quotidianamente secondo pro-porzioni ben de�nite

La piramide alimentare

★ almeno 5 porzioni di fru�a e verdura★ 2-3 porzioni di grassi (olio d’oliva)★ 2-3 porzioni di la�icini (formaggio, la�e e yogurt)★ 1-2 porzioni di proteine (carni bianche, pesce e uova)★ una porzione di carboidrati semplici (zuccheri e dolci)

Nonostante sia convinzione comune il contrario, molti stu-di scienti�ci hanno dimostrato che la dieta mediterranea è un ottimo alleato della nostra linea, un regime alimentare che per-mette di mantenere il peso cor-poreo purchè ovviamente non si ecceda con il consumo di grassi e zuccheri. Pertanto è opinione

di�usa anche tra i dietologi che, se seguito correttamente, que-sto modello nutrizionaleresta il più indicato come dieta dima-grante anche per quei soggetti che abitualmente seguono un regime alimentare ricco di grassi.

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SCHEDA TONIFICAZIONE ARTI INFERIORI - DONNAScheda Allenamento tonificante arti inferiori per soggetto di sesso femminile valida 1 mese.

1ª SETTIMANA (FREQUENZA TRISETTIMANALE)

Allenamento “A”

Allenamento “B”

Allenamento “C” (Circuito da fare in sequenza e ripetere 2 volte)

2ª SETTIMANA○ Aggiungere 1 serie agli allenamenti “A” e “B”; ○ Allenamento “C” ripetere il circuito 3 volte;

3ª SETTIMANA: ○ come 1ª;

4ª SETTIMANA: ○ Togliere 1 serie agli allenamenti “A” e “B”○ Allenamento “C” ripetere il circuito 1 volta.

#FITNESS LSM - PT Nello Iaccarino

[email protected]

Serie Ripetizioni RecuperoCyclette (ritmo blando) 5’Leg Extension 4 5 1’Leg Curls 4 5 1’Gluteos 6 5 1’Stretching

Serie Ripetizioni RecuperoCyclette (ritmo blando) 5’Step 6 10” (vel. max) 1’Tapis Roulant 6 10” (vel. max) 1’Stretching

Serie RipetizioniDecubito LateraleElevare Gamba Tesa 1 20 per lato

Affondi Laterali - Corpo Libero 1 40 per latoCarponiElevare Arto Inferiore Dietro Alto 1 20 per lato

Stretching

N.B. Scheda proposta su Sog-getto Femminile Ginoide (rapporto Vita / Fianchi < 0.80), con almeno 6 mesi di esperienza Palestra e propone schema 2:1.

Le sedute allenamenti, per essere fattibili, devono essere svolte in contesto tranquillo e non affollato; se ci sono esercizi la cui esecuzione non è chiara o nota, avvalersi di un Istrut-tore Qualificato. Infine è buona norma ab-binare allenamento ed ali-mentazione specifica.

Nello IACCARINO

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È noto (anche perché la questione è stata già trat-tata nelle precedenti edizioni) che guidare dopo aver fatto un uso smodato di sostanze alcoliche è un re-ato disciplinato e punito dagli artt. 186 e 186bis del codice della strada.Sappiamo, altresì, che la normativa attuale italiana stabilisce come valore/limite il tasso di alcolemia di 0,5 g/litro: il conducente che oltrepassa tale limite viene, quindi, de�nito “in stato di ebbrezza” e come tale è soggetto ai diversi provvedimenti sanzionatori che variano a seconda del tasso alcolemico riscon-trato al momento del fermo. In particolare:

a) guida con tasso alcolemico compreso tra 0,5 e 0,8 g/l: ammenda da 500 a 2000euro

e sospensione patente da 3 a 6 mesi;

b) guida con tasso alcolemico tra 0,8 e 1,5 g/l: ammenda da 800 a 3200 euro, arresto �no a

6 mesi e sospensione patente da 6 mesi a 1 anno;

c) guida con tasso alcolemico tra 0,8 e 1,5 g/l: ammenda da 1500 a 6000 euro, arresto da 6

mesi ad 1 anno, sospensione patente da 1 a 2 anni, sequestro preventivo del veicolo e con�sca dello stesso (salvo che appartenga a persona estranea al reato).Cosa succede, però, se l’automobilista fermato si ri�uta di sottoporsi al test etilometrico?Ri�utarsi di sottoporsi al test etilometrico costitu-isce un reato previsto e disciplinato dall’art. 186 comma 7 CDS. In particolare il ri�uto (ingiusti�cato) di sottoporsi alla prova etilometrica dopo essere stato in passato addirittura depenalizzato, cioè sog-getto alla sola sanzione amministrativa, è ora punito con le stesse sanzioni previste per la più grave delle ipotesi della ‘guida in stato di ebbrezza’ (art.186 co.2 lettera c).In particolare il diniego sarà sanzionato con l’am-menda da euro 1.500 a euro 6.000 e l’ arresto da 3 mesi ad 1 anno; inoltre verrà comminata la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida da 1 a 2 anni, con ritiro immediato (su strada) e applicazione della sospensione caute-lare prefettizia (sino ad un anno), oltre alla con�sca del mezzo utilizzato, salvo che appartenga a persona estranea alla violazione, nel qual caso non si darà luogo alla con�sca. In caso di recidiva speci�ca nel

biennio sarà applica la revoca della patente.La normativa di riferimento si rinviene nell’evolu-zione avutasi in seguito alle modi�che introdotte con la legge 24 luglio 2008 n.125, con le norme del luglio 2009 (legge n.94/2009) e con le recenti del 2010 (legge n. 120/2010) tutte dirette a ra�orzare l’art. 186 del CDS ed a introdurre sanzioni più rigide di carattere sia amministrativo che penale al �ne di contrastare il fenomeno del c.d. drive drinking.Se la precedente normativa stabiliva, quindi, che il conducente del veicolo poteva ben vantare un interesse a ri�utare di sottoporsi all’alcool test, accettando l’irrogazione della semplice sanzione amministrativa, nella consapevolezza che senza la misurazione strumentale egli poteva, tutto al più, essere riconosciuto colpevole della meno grave delle ipotesi di guida in stato di ebbrezza” (art.186 co.2 lettera a) adesso il ri�uto di sottoporsi al test dell’al-col è pari�cato, sotto il pro�lo sanzionatorio, alla più grave delle ipotesi di guida in stato di ebbrezza (art.186 co.2 lettera c).Alla stesa pena soggiace, inoltre, l’automobi-lista che �nge di non riuscire a soªare nell’e-tilometro. In particolare quando il soggetto abbia volutamente ridotto al minimo l’espirazione, al �ne di boicottare o, comunque, falsare la veri�ca, in assenza di una accertata patologia determinante l’insu�ciente prova spirometrica, e lo strumento non sia stato posto in grado di indicare la percen-tuale alcolica presente nell’organismo, va ritenuta integrata l’ipotesi di reato ex art. 186 comma 7 CDS.È quanto recentemente statuito dalla Corte di Cas-sazione che con la sentenza n. 10925 del 6.3.2014 ha a�ermato il principio secondo cui l’espirazione insu�ciente dolosa viene equiparata al ri�uto di sottoporsi all’alcol test comportando pertanto il medesimo trattamento sanzionato.In conclusione l’ingiusti�cato diniego di sottoporvi al test dell’etilometro vi comporterà l’irrogazione auto-matica della più grave delle sanzioni previste per la guida in stato di ebbrezza. Preservate, quindi, sempre la possibilità di incorrere in una sanzione meno gra-ve rispetto a quella più severa accettando l’invito a sottoporvi al test dell’alcool, sempre che non abbiate assunto alcolici in maniera davvero esagerata. ★

Il rifiuto di sottoporsi al test etilometrico. È reato?

#DIRITTO Valerio Massimo Aiello

339.4095882 Avvocato praticante abilitato al patrocinio Consiglio Ordine Avvocati di Torre Annunziata. Studio penale: Corso Italia, 261 Sorrento (Na)

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#WELLNESS Ernesto Lupacchio

http://bit.ly/1couZMz Central Fitness Club 1, 2, 3

In uno dei seminari sul tema della “leadership” a cui ho partecipa-to qualche anno fa, raccontarono una storia per lanciare un messag-gio: Troppo spesso e con estre-ma leggerezza giudichiamo le persone, in«uenzati dalle ap-parenze, senza guardare oltre e senza esaminare bene ogni singola situazione. Un errore che facilmente commettiamo un po’ tutti, creando magari anche incomprensioni nei rapporti quo-tidiani, con amici, familiari, colle-ghi o con i nostri a�etti e amori, errore che porta spesso anche a pentirsi. Ho cercato il racconto su internet e come ho già fatto qual-che altra volta vorrei condividerlo con voi, insieme ai pensieri di Jim Rohn, per la propria crescita personale:

Più si giudica…meno si ama!

Quante volte nella nostra vita mangeremo o avremo mangiato i biscotti della persona al nostro �anco senza saperlo? Prima di arrivare a conclusioni a¢rettate e inopportune, pri-ma di pensare male delle per-sone, guardiamo attentamen-te le situazioni, molto spesso, non sono come sembrano!

“Una ragazza stava aspettando il suo volo in una sala d’attesa di un grande aeroporto. Siccome avrebbe dovuto aspettare per molto tempo, decise di comprare un libro e un pacchetto di biscotti. Si sedette nella sala VIP per stare più tranquilla.

Accanto a lei c’era la sedia con i biscotti e dall’altro lato un signore che stava leggendo il giornale. Quando lei cominciò a prendere il primo biscotto, anche l’uomo ne prese uno, lei si sentì indignata ma non disse nulla e continuò a leggere il suo libro. Tra se pensò ma tu guarda, se solo avessi un po’ più di coraggio gli avrei già dato un pugno... Così ogni volta che lei prendeva un biscotto, l’uomo accanto a lei, senza fare un minimo cenno ne prendeva uno anche lui. Continuarono �no a che non rimase solo un biscotto e la donna pensò, ahh…adesso voglio proprio vedere cosa mi dice quando sa-ranno �niti tutti! L’uomo prese l’ultimo biscotto e lo divise a metà! Ahh, questo è troppo pensò e cominciò a sbu�are indignata, si prese le sue cose, il libro, la sua borsa e si incamminò verso l’uscita della sala d’attesa. Quando si sentì un po’ meglio e la rabbia era passata, si sedette in una sedia lungo il corridoio per non attirare troppo l’attenzione ed evitare altri dispiaceri. Chiuse il libro e aprì la borsa per in�larlo dentro quando, nell’aprire la borsa, vide che il pacchetto di biscotti era ancora intatto nel suo interno. Provò tanta vergogna quando capì che il pacchetto di biscotti che

aveva sgranocchiato non era il suo ma di quell’ uomo seduto accanto che però aveva diviso i suoi biscotti con lei con piacere senza sentirsi indignato, ner-voso o superiore, al contrario suo che aveva sbu�ato e si era sentita o�esa”.

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#WELLNESS

Godiamoci la vita, perché è molto breve, amiamola piena-mente e cerchiamo di essere sempre felici e sorridenti, viviamo la nostra vita inten-samente. La nostra felicità può dipendere dalla nostra capacità di produrre pensieri e giudizi allinea-ti con il presente e in sintonia con la nostra natura, che può essere molto diversa da quella a cui la nostra mente inconsapevolmente tende. Ciò che caratterizza l’esse-re umano è l’AMORE, la GIOIA, la GRATITUDINE. E’ necessario imparare a capire che il nostro carattere, i nostri

Nella vita ci sono cose che diªcilmente è possibile recuperare: Una pietra dopo averla lanciata Una parola dopo averla pronunciataUn’opportunità dopo averla persa Il tempo dopo esser passato L’amore per chi non lotta

E ricordiamoci: Prima di discutere…RespiriamoPrima di parlare… AscoltiamoPrima di criticare…EsaminiamociPrima di scrivere…PensiamoPrima di far male…SentiamoPrima di arrenderci…ProviamoPrima di morire…VIVIAMO!

comportamenti, i nostri stati d’a-nimo, i nostri giudizi non sono im-mutabili come le nostre impron-te digitali, perché c’è sempre la possibilità di crescere e maturare nuove visioni della vita. “Non desiderare che le cose siano più facili…Desidera piuttosto di DIVENTARE UNA PERSONA MIGLIORE.”

“Dedichiamo più spa-zio al miglioramento di noi stessi, così da non avere tempo per criti-care gli altri.” ★

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Qualsiasi attività umana comporta una lunga serie di avvenimenti frutto dell’imprevisto, delle circostanze e del costante lavoro di milioni di uomini.Qualsiasi avventura che ognuno di noi intraprende ogni giorno, comporta dei rischi; uno dei bisogni più antichi e primari di ciascuno di noi e quello di proteg-gersi contro i pericoli.Le prime forme di assicurazioni rimandano all’antico Egitto 2700 A.C.; dove fu istituita una cassa mutua per le spese funebri dei tagliapietre. Con la mutua-lità ogni associato pagava un contributo creando un fondo comune dal quale attingere per risarcire gli associati colpiti da un evento dannoso.Tra le avventure che maggiormente hanno in±uen-zato l’esigenza di strumenti contro gli imprevisti tro-viamo principalmente la navigazione. Proprio la tutela dei viaggi in mare, ha a�nato nel cor-so dei secoli, i primi modelli di protezione, generando qualcosa di molto simile alle moderne assicurazioni il cui �ne principale è stato proteggere la libera iniziati-va degli individui dai rischi e dall’imprevedibilità degli eventi.Inizialmente oggetto di tutela sono le merci che viaggiano per mare; soprattutto per la forza bru-tale del mare che ha generato le prime richieste di assicurazione. Per queste ragione si può facilmente immaginare che le prime Compagnie Assicurative sono nate nelle città marinare e ±uviali: Genova, Venezia e in par-ticolare Firenze, dove nel XIV sec. nasce la �gura dell’intermediario che relaziona le due parti principali: l’assicurato e gli assicuratori. Gli uomini d’a�ari Fiorentini sono i primi ad ideare strategicamente di non separare l’assicurazione dal commercio, dalla �nanza e dalle banche. Cosicche l’assicurazione diviene una parte essenziale.Proprio la lingua italiana in cui sono scritti i contratti anche di Amsterdam e Londra sono indice del pre-dominio che essi rappresentavano. Nei secoli successivi la competenza delle assicurazio-ni si a�na grazie all’introduzione dell’informazione dei rischi, uno dei fondamenti essenziali delle assicu-razioni che permette varie tari�e secondo la natura della merce e del loro lavoro.Grazie a tutto ciò nel 1424 nasce a Genova la prima

società di assicurazioni che si chiamava: TAM IN MARI QUAM IN TERRA per trattare garanzie sui trasporti.Col passare del tempo si istituiscono, nel XVII-X-VIII sec. le società di assunzione contro gli incendi e quelle sulla vita umana; infatti in seguito al grande incendio di Londra del 1666 che devastò la capitale distruggendo tredicimila case e ottantasette chiese, tra cui St.Paul; si impose per queste tragiche circo-stanze la necessità di proteggere la collettività dai rischi e dalle catastro�. Sorgono così le prime Compagnie di Assicurazione contro gli incendi tra cui la Friendly Society Fire Of-�ce nel 1684. Nel 1762 nasce a Londra l’assicurazione per la persona sulla vita in seguito alla scoperta delle scienze matematiche e della conoscenza dei principi sul calcolo delle probabilità; infatti nel 1693 vengono pubblicate le prime tavole di mortalità che all’epoca,-stimavano la speranza di vita media in 33 anni contro gli 84 per le donne e i 79 per gli uomini di oggi.Le Assicurazioni ramo vita vengono poi sancite per Regio Decreto dal Re di Inghilterra Giorgio III trovando quindi un importante legittimazione isti-tuzionale. Nel secolo successivo si di�ondono in tut-ta Europa e, nello stesso periodo nascono anche le prime Compagnie negli Stati Uniti. In Italia le prime compagnie Assicurative sorgono nel 1825 a Milano, Torino e Napoli.Oggi il panorama assicurativo si e di�uso e allargato con un o�erta sempre più ampia ed articolata tanto da soddisfare ogni e qualsiasi tipo di esigenza.

#ASSICURAZIONI Giada Ammirati

Agenzia Assicurativa Ammirati081.8071955

Le origini delle ASSICURAZIONI

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TA-AQUA RELAXLa ra�natezza in giardino

Spesso l’ispirazione per la proget-tazione si fonda su di un aspetto in particolare più che su altri, per la risistemazione di questo giardi-no sono stati i tre colori dominanti esistenti nello spazio circostante a far trovare l’equilibrio e la gra-zia nella realizzazione dell’invaso d’acqua.

Il verde del prato e delle piante, che invade l’intero luogo, il bian-co ri±ettente delle tipiche costru-zioni dell’isola e l’azzurro, che si ritrova negli in�ssi dell’abitazione formando linee di colore che si combinano direttamente con il cielo.

La vasca in STYREPS, realizzata dalla Tecnoambiente di Meta, si

contestualizza con lo speciale rivestimento in malta naturale di colore bianco che, con i giusti ri±essi del cielo e con le varie incli-nazioni dei raggi solari ri±ette un fantastico colore azzurro-verde mai uguale a se stesso, con punte cromatiche che si diversi�cano in continuazione sotto il dolce mo-vimento dell’acqua.

La vasca, di due metri per cinque, dispone di idromassaggio per ri-tonificare e purificare la pelle sotto l’e�etto dei getti d’acqua, di nuoto controcorrente che sem-bra inserirsi perfettamente con la particolare dimensione della va-sca e che permette una nuotata forti�cante e appagante.Inoltre la vasca dispone di pompa

di calore per il riscaldamento (o refrigerazione) con la quale può essere variata e regolata la tem-peratura dell’acqua.

Così, dal verde, dal bianco e dall’azzurro è venuta fuori una vasca relax riuscitissima che si innesta nel processo di sempli�-cazione di un giardino funzionale per godere i momenti profondi con i propri cari e gli amici intimi.Momenti di relax fatti di ra�na-tezza, purezza e freschezza.

Tutto per sentire il proprio animo pienamente soddisfatto.

#WELLNESS Tecnoambiente s.r.l.

http://bit.ly/ILfIdn

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Ormai il disco è uguale dappertut-to, la cantilena è la stessa chiun-que la canti: politici, amministra-tori, faccendieri e incantatori di popolo.L’altra facciata, ovvero la B come nei vecchi dischi in vinile è incre-dibilmente poco “valutata” ma ha comunque il suo fascino. Il lato “B”uono della crisi c’è e può ri-tenersi una grande opportunità per tutti.Certo! Sono cosciente di essere provocatorio per molti o forse troppo ottimista per altri, ma pre-ferisco e vi invito a “cavalcare” la galoppante crisi anzichè subirla.Uno degli aspetti che sottolineo piacevolmente ed è una conse-guenza della crisi stessa è che mai come oggi il denaro ha costi bassissimi, certo le garanzie da o�rire sono molto spesso anco-ra smisurate ma è pur vero che i tassi di interesse sono ad un minimo storico. Strada spianata hanno oggi “grazie” alla crisi, le giovani coppie, single, o qualsia-si persona che cerca autonomia o voglia di costruire qualcosa o semplicemente cerca di espri-mersi interpretando i propri spazi.

A secondo degli obiettivi o delle ambizioni, o per meglio dire del-le possibilità, due stanze, cucina e bagno (salvo centro storico o location di prestigio) non hanno costi proibitivi, nè fuori da ogni logica commerciale come qual-che anno fa succedeva. La crisi in e�etti ha sgon�ato un bel pò i prezzi e anche le pretese stesse.Ovviamente occorrono sacri�ci sia per l’acquisizione, sia per l’e-ventuale ristrutturazione e non ultimo l’arredo.

#ARREDAMENTO Francesco Esposito

Interior Designer

Il LATO B della crisi

Direi inoltre che proprio “grazie” alla crisi o se vi pare alle tenden-ze socio-economiche chi dispone della seconda casa resasi ormai onerosa, tende ad immetterla sul mercato in �tto o magari in con-to vendita agevolando proprio chi cerca la prima. Per chi è o sta per arrivare alla fase del progetto d’arredo, a par-te i �nanziamenti in sede in soli 24 ore, esistono e comunque sussistono ampie agevolazioni �scali che spronano chi proget-ta e chi vive il progetto stesso. A me il compito di far in modo che il design e soprattutto quel-lo italiano entri nelle vostre case con orgoglio e onore a quanto sa fare l’industria italiana nel mondo dell’arredamento.

Oggi tutto quanto concerne l’ar-redo rientra in agevolazioni che si trasformano in stupende oppor-tunità, dalla poltrona per la non-na che può avere un’iva agevolata alla cucina componibile per la neo sposina, �no al nuovo divano per chi ha semplicemente voglia di piccoli “ritocchi” d’arredo.

Quindi! A scanso di equivoci sarà planetaria, sarà provinciale, bre-ve o interminabile, lascerà la scia come una stella cometa o forse ci farà sognae come una stella cadente, io preferisco il lato “B” di questa crisi. E voi?!?

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Come eravamo parecchi anni fa,si stava meglio o peggio, non si sa,

ma voglio cimentarmi nel paragonepoi ad ognuno la sua decisione.

Ieri l’acqua del rubinettoera il solo dissetante perfetto,

oggi no, e si sta quasi malese non è Coca o acqua minerale.

Ieri per farla un pò frizzantinaci si aggiungeva l’idrolitina

e quando si apriva la bottigliaspruzzi d’acqua per tutta la famiglia.

Noi costruivamo carretti a rotelleperché c’erano soltanto quelle,

e in discesa, d’euforia pieni,scoprivano che non c’erano i freni.

Spesso finivamo contro un muroe il bernoccolo era sicuro,

poi la mamma, rifugio agognato,provvedeva con un panno bagnato.

Prima la scuola durava di meno oggi la scuola è a tempo pieno,ieri dopo mangiato, a giocare,oggi invece si torna a studiare.

Ieri, noi, eccitati come pazziaspettavamo la Ti Vu dei ragazzi,oggi tra palestra, scherma e ballo

i ragazzi rischiano lo sballo.

Che fosse città, paese o contradapalestra di vita era la strada,di andarci ognuno era pronto

ma con rientro prima del tramonto.

Quando i figli si attardavanoeran le mamme che li chiamavano,

quel coro di voci, uno spettacoloche rimbalzava in ogni vicolo.

Oggi con il telefonino, si sa,la mamma sa il foglio dove sta,

purtroppo, però, non sa che cosa fae allora il vantaggio dove sta?.

Giocando o correndo a più non possopotevamo romperci qualche osso,

litigando si rompeva qualche dentema nessuno denunciava l’incidente.

La colpa era solo di noi stessiirrefrenabili come ossessi,

nessuno mai si lamentava perchéoggi toccava me, domani a te.

Mangiando pane olio e saleieri mai nessuno è stato male,

la frutta si mangiava intera, tutta,oggi si mangia a succhi di frutta.

A Tavola, ieri, oltre a mangiareci s’intratteneva a parlare,

oggi a tavola non si parla più,si messaggia, si guarda la Ti Vu.

Le calorie, ieri le bruciavamoperché giocavamo e correvamo,quasi nessuno era in sovrappeso,oggi quasi nessuno non è obeso.

Anche al di fuori della famigliasi beveva dalla stessa bottiglia,

e non per questo ci si ammalava,sicuramente ci s’immunizzava.

Ieri niente cellulari personaliné Ti Vu a novantanove canali,playstation, videoregistratori,

motorino, computer e palmari.

Nonostante ciò eravamo feliciperché eravamo tanti amici

che insieme con gioia infinita,d’istinto affrontavamo la vita.

Chi di scuola non voleva sapereieri imparava un buon mestiere,

oggi, sono quasi tutti laureati,sì, ma con tanti disoccupati.

I valori ieri eran sacrosanti,oggi quasi smarriti tutti quanti,

i genitori ieri eran rispettati, oggi son puntualmente contestati.

Se a scuola ci rimproveravanoi nostri genitori approvavano,oggi, invece, per i professori sono fastidi se non dolori.

Ieri ci si contentava di poco,oggi avere tutto è quasi un gioco,

oggi più si ha più si vuol averealtrimenti si finisce col bere...

Ma con quel poco che abbiamo avutoognuno di noi, comunque è cresciuto

superando dure prove, fallimentie non possiamo che essere contenti.

Altre cose si potrebbero elencarema si rischierebbe di tediare

chi oggi indietro non vuol guardaredicendo: “Fermati, lascia stare!”.

Perciò a chi ha letto chiedo ancora,è meglio oggi oppure allora,

della risposta questa è l’essenza: ognuno emani la sua sentenza.

#POETA Salvatore Spinelli

Poetahttp://bit.ly/1fk7XnN

Come Eravamo(anni 50-60-70-80)

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STUDIO GRAFICOCorso Italia, 37180063 Piano di Sorrento (Na)

T 081.5341117C 331.5063051@ [email protected]

La nuova veste grafica del100% Fitness Magazineè ideata e realizzata da:

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Gli u�ciali di navigazione e/o di macchina (ex aspiranti capitani) della marina mercantile italiana, per poter essere ammessi pres-so le Direzioni Marittime Italiane a sostenere l’esame per il conse-guimento del titolo direttivo che gli permetterà poi di imbarcare da 1° Uªciale di Coperta e/o di Macchina ed in seguito da Co-mandante e/o Direttore di Mac-china (vecchio esame di patente di Capitano di Lungo Corso e/o di Macchina) devono frequentare un corso addizionale, fermo re-stando gli stessi requisiti in fatto di periodi di navigazione. Infatti con decreto dirigenziale del dicembre 2013 un nuovo ed im-portante requisito si è aggiunto: per poter presentare la domanda di ammissione all’esame di grado suddetto, l’u�ciale, sia di coperta che di macchina, è tenuto a fre-quentare un corso teorico-prati-co, rispettivamente di 300 ore e

570 ore. Il processo che ha por-tato all’introduzione di tali corsi formativi per il livello direttivo è alquanto lungo e complesso, ed è connesso alle regole internazio-nali dell’IMO e a quelle dell’Unione Europea.

Basta qui, ricordare solo la con-trapposizione tra la filosofia del nostro sistema scolastico di istruzione, la cui preoccupazio-ne è ra�orzare la preparazione di base �no al conseguimento di un diploma di scuola secondaria superiore, e la richiesta interna-zionale (esplicitata dall’IMO) di personale con alte competenze speci�che a seconda della nave su cui è destinato .La formazione pre-esame di gra-do, suddetta, deve essere eroga-ta da soggetti ben precisi stabiliti dal decreto del dicembre 2013. Infatti: “Il corso di formazione di cui all’art. 1 è tenuto presso

poli formativi accreditati dal-le Regioni o presso gli istituti tecnici nautici che sono già autorizzati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti allo svolgimento del modulo di allineamento... omississ”.

L’istituto di istruzione di II° grado paritario ACMA ENTERPRISE - Settore tecnologico-indirizzo Trasporti e Logistica di Torre del Greco può svolgere i suddetti corsi di formazione per il livello direttivo, essendo un istituto che ha già svolto diverse edizioni del cosiddetto modulo di allinea-mento (quest’ultimo è un corso di formazione destinato ai diplo-mati non nautici, superato il quale possono “allinearsi” ai diplomati nautici e cominciare il percorso professionale in qualità di allievi u�ciali).

L’istituto si avvale di laboratori attrezzati e dotati di moderni si-mulatori nonché di docenti con notevole esperienza.Il primo corso di formazione per il livello direttivo partirà il 20 otto-bre 2014 con una strutturazione di tipo modulare e terminerà in di-cembre per la coperta,in gennaio per la macchina, essendo diverse le durate. Lezioni teoriche saran-no completate da esercitazioni pratiche, secondo le durate e la scansione temporale ricavate da una precisa normativa nazionale e internazionale, tenuta nel debito conto nella progettazione didat-tica dei corsi.

#FORMAZIONE

Formazione a livello direttivo per gli u�ciali della Marina Mercantile Italiana

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Il Viso è il nostro “biglietto da visita”, averne cura, mantenendo la pelle fresca, tonica ed elastica, può contribuire, assieme ad altri fattori, a tenere un approccio po-sitivo con se stessi e con il mondo esterno. Sul viso vediamo ri±essi i nostri stati d’animo, le emozioni, che fanno parte del nostro esse-re e della nostra vita, i segni che questi lasciano sulla sua super�ce fragile e vulnerabile.La pelle del viso è la parte più delicata, la più esposta del no-

ARRIVAL’AUTUNNO prendiamoci cura del nostro VISO

stro corpo, che in autunno tende ad evidenziare in misura mag-giore le proprie problematiche da stress, sia emotivo che �sico, perché sottoposta maggiormen-te a fattori logoranti quali quelli provenienti dalla disidratazione, causata dall’esposizione al sole durante l’estate appena trascorsa e quelli causati dagli sbalzi di tem-peratura tipici di questa stagione, tutti elementi che provocano un ispessimento dello strato corneo riducendo l’elasticità e la tonicità

della pelle che in alcuni casi ap-pare spenta e di colore grigiastro o alterata nella propria colorazio-ne, con l’evidenziarsi di macchie antiestetiche, man mano che si riduce l’abbronzatura.L’autunno quindi è il momento giusto per tutelare la pelle del viso, il momento in cui essa ha maggiormente bisogno di esse-re curata per farle recuperare un aspetto più sano e luminoso, at-traverso delle strategie mirate che agiscano sia dall’interno che

#BELLEZZA Pierangelo De Nicola

Responsabile SPA ULYSSE - Sorrento081.8073581

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dall’esterno, vediamo come:premesso che, a�nchè possiamo mantenere intatta la bellezza del nostro viso e esibire una pelle sempre rilassata e luminosa, medici estetici, dermatologi ed estetiste ne raccomandano la cura quotidiana, at-traverso la detersione, da e�ettuare mattina e sera, l’idratazione, applicando creme di qualità dopo la detersione e l’utilizzo, prima di uscire, di creme pro-tettive contro i raggi UVA-UVB, per intervenire sugli inestetismi e le alterazioni delle condizioni ottimali della pelle del viso, ci viene in aiuto la scienza dell’a-limentazione, esortandoci ad apportare nutrimen-to alla pelle attraverso l’assunzione di tre elementi per essa fondamentali: Vitamine, Betacarotene e Omega 3. In particolare:

★ La Vitamina Cche aiuta la produzione di collagene, la troviamo in alimenti come uva, peperoni, ribes, broccoletti di rapa, rughetta, agrumi, cavol�ori;

★ Il Betacarotene che si trasforma in vitamina A, un potente antiossi-dante contro l’invecchiamento della pelle, lo troviamo nel peperoncino piccante, patate dolci, cavolo, carote, spinaci, prezzemolo, mango, papaia;

★ Gli Omega 3 che sono acidi grassi molto importanti per l’idrata-zione della pelle e li troviamo nel pesce e nella frutta secca.

Le terapie ed i trattamenti estetici invece, agi-scono localmente e direttamente sulla pelle del viso, aiutandola ad ossigenarsi, rigenerarsi, nutrirsi, in par-ticolare attraverso:★ una pulizia del viso che è alla base di ogni tratta-mento, peeling, gommage o scrubbing atti a rimuo-vere le cellule morte che occludono i pori;★ trattamenti idratanti, che vanno eseguiti a rego-la d’arte e con prodotti di qualità, a�nchè raggiunga-no anche gli strati più prpfondi del derma ★ trattamenti speci�ci come le maschere, che van-no personalizzati dall’estetista, a seconda del tipo e delle condizioni della pelle del proprio viso e possono essere nutrienti, puri�canti, anti-age, vitaminizzanti.

La pelle del viso merita una cura attenta e particolare, perché aiuta a sentirci piu belli, qualunque sia la nostra età o il nostro stato d’animo, proviamo a prenderla in considerazione.

www.facebook.com/100x100FitnessMagazine

Ci trovi anche su

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70 100% FITNESS MAG • Ottobre 2014

#FILOSOFIA Domenico Casa

Consulente filosofico [email protected] 339.3318463

Socrate: “Chi era costui? Su di lui sono state scritte pagine su pagi-ne da riempire numerosi sca�ali. Ma la �gura e il pensiero del primo �losofo ateniese sono a�dati alle testimonianze dei suoi discepoli. È il destino dei grandi maestri dell’umanità, da Buddha a Gesù, i quali anziché dedicarsi alla scrit-tura, amavano comunicare attra-verso il dialogo costante. In più, da quello che conosciamo, Buddha, dopo l’illuminazione, così come Socrate e Gesù, erano uo-mini di strada. Quanto a Buddha, sappiamo che egli girò per circa cinquant’anni, per insegnare la via della libera-zione dal dolore. Abituati, poi, a contenere e rinchiudere, Socrate nei libri, e Gesù nelle chiese, resta di�cile immaginarli diversamen-te, nel loro perenne girovagare.Forse ciò vale in maniera parti-colare per Gesù che, secondo ipotesi recenti, durante gli anni che la pietà popolare lo ha voluto relegare nella bottega del padre, avrebbe girato molto, spingendosi per�no in Oriente, in India, per ap-prendere insegnamenti secolari, e dove, in seguito, si sarebbe re-cato anche l’apostolo Tommaso, autore dello straordinario Quinto Vangelo, non inserito nei quattro testi “canonici”.

Il nostro, è un periodo di confu-sione di idee, perchè ciascuno di noi, anche il più sprovveduto, ha la pretesa di essere in possesso della verità e di imporla all’intero universo. Un tempo di abili so�sti i quali confondono l’uso della pa-rola, per quanto accorto, scaltro e, talvolta, furbesco, con la verità. Chi ha anche una minima familia-

rità con la �loso�a, sa bene che essa non distribuisce verità. Al contrario, confuta chiunque vo-glia presentare la propria opinione come verità assoluta e inconfu-tabile.

La �loso�a è, per sua natura, pen-siero libero e critico e non riposa giammai in alcun dogma che le farebbe perdere la sua credibili-tà. Essa, come ha insegnato So-crate, si con�gura invece come ricerca incessante, in cui la verità si identi�ca con la ricerca stessa. Questa non avrà mai un esito, una �ne, poiché coincide con la storia stessa dell’umanità.

Abbiamo detto che Socrate era un �losofo di strada (strada che in Platone si trasformò in Acca-demia e in Aristotele in Liceo), ed era solito discutere con chiunque per condurlo sulla via della ricerca. Era anche un abile dissimulatore. Di fronte ai luoghi comuni, ai pre-giudizi, al “si dice”, alle opinioni dif-fuse di diversa natura, egli soleva bloccare l’interlocutore di turno, chiedendogli a bruciapelo: “Cos’ è ciò che stai dicendo? Sei pro-prio certo che è così? Non credi che intorno a tale argomento, vi

siano altre possibilità e sfumatu-re?” Incalzato e messo alle strette, l’interlocutore cedeva, entrando in contraddizione con se stesso. Talvolta andava totalmente in cri-si. Nel “dialogo” socratico, questo è il momento dell’ “ironia”.

Socrate intende davvero mette-re in crisi l’interlocutore per farlo giungere alla consapevolezza del-la propria ignoranza, nonostante abbia fatto sfoggio di “cultura”, ovvero di parole come gusci vuoti. Ma, a quel punto interviene, con la “maieutica”. Con pazienza ed empatia, �no all’amore, cerca di indurre alla ri-cerca della verità, benché questa sia sempre relativa, cioè legata al tempo e allo spazio.

Quanti fondamentalismi, intol-leranze, odi, conflitti, fino alle guerre, combattute sempre in nome di qualche verità (?) e che minacciano l’umanità, facendo pensare che gli uomini non siano ancora usciti da stadi e condizioni infantili, si potrebbero superare se si ritornasse a Socrate e all’umile riconoscimento che nessuno è in possesso di alcuna verita, ma tutti ne siamo alla ricerca. ★

Ritorno a Socrate

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1Iscrizione mail obbligatoria

Praticamente è come chiedere all’u-tente di �rmare un contratto a scatola chiusa. Approdare sulla vostra pagina e

vedere la �nestra che chiede di iscriversi alla newsletter e/o mettere “Mi Piace” su Facebo-ok allontana l’utente e la sua voglia di scopri-

re il vostro sito. La richiesta è legittima ma come sempre sono i modi che contano:

proponete l’iscrizione tramite mail in maniera discreta e dopo aver con-

quistato la �ducia dell’uten-te con i contenuti.

I 10 PECCATI CAPITALI del vostro sito internet

#WEB Antonella Ra�one

Sales & Accounting @ Justwebsrlantonella.ra¥[email protected]

Oggi vediamo quali sono le scelte, di cui spesso siete inconsapevoli, che possono spingere gli utenti che visitano il vostro sito ad ab-bandonare la navigazione e clic-care su un altro sito web. Nell’epoca del content marketing (ovvero lo studio dei contenuti per acquisire e mantenere clienti) fac-ciamo tanto per creare contenuti di qualità che attirino l’attenzione degli utenti nel mare magnum del web ma poi capita che, a causa dell’ inesperienza, si �nisca per perdere per strada l’utente. Spesso accade che su un sito vi siano elementi che rischiano di distrarre i navigatori e sortisco-no quindi l’e�etto contrario a quello sperato. Ecco quindi, le 10 mos-se da non compiere se volete che l’utente rimanga sul vostro sito internet per più di qual-che secondo.

2Video e musica imposte

Per l’utente non c’è niente di peg-gio di essere bombardato improvvi-samente e senza preavviso da video, audio e musiche varie mentre spulcia un sito on line. Anche se l’intento è attirare la sua attenzione o guada-

gnare qualche soldino, questa tecnica spesso è contro-

producente.

3Navigazione complicata

“Non scoraggiare il consumato-re” è la regola d’oro del marketing.

E anche nella comunicazione multi-mediale funziona in maniera simile con gli utenti: non si deve mai scoraggiare

l’interazione con la piattaforma, è fondamentale realizzare percorsi

semplici che rendano facile la scoperta dei contenuti

sul sito.

4Pop-up e indagini

I pop-up con le pubblicità allontano gli utenti e se a questi si aggiungono anche i

sondaggi praticamente avete realizzato un cocktail letale. La qualità dei vostri contenu-ti non può bastare davanti a questi elementi ed è così messa duramente alla prova. Fer-matevi un secondo e mettetevi nei panni dei vostri stessi utenti: voi come vi com-

portereste se appena approdati su un sito vi tartassassero proponen-

dovi pubblicità e richieste di info?

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5Link che si aprono nella

stessa �nestraMolto spesso capita che un sito rimandi a un’altra pagina tramite un link che si

apre nella stessa pagina di navigazione. L’e�etto è l’allontanamento dell’utente dal vostro contenuto e dalla vostra piattafor-

ma. È importante fornire a chi vi legge degli approfondimenti che vadano

oltre i vostri contenuti ma non bisogna farlo nel vostro

stesso spazio.

6Troppo testo in homepage e

troppi contenuti visualiLa vostra homepage deve essere diretta ed interessante: se appena arrivato sulla home

del sito l’utente si trova tanto testo e poche immagini che attirino la sua attenzione sarà auto-maticamente indotto a giudicare noiosa la vostra pagina e ad abbandonarla immediatamente. Allo

stesso tempo però troppi elementi gra�ci e visuali �niscono per ostacolare la fruizione dei contenuti. Quindi è fondamentale trovare

il giusto equilibrio per attirare l’attenzione dell’utente e saperla mantenere viva

per consentirgli la scoperta piena della vostra creatività.7

Movimenti eccessiviRealizzare siti con elementi che

garantiscono dinamicità può essere una buona soluzione per attirare l’at-

tenzione e incuriosire ma non bisogna mai esagerare: ad esempio il vostro logo in homepage che salta e zom-petta davanti agli occhi dell’utente

lo potrebbe molto infastidire, quindi meglio non osare

troppo.

8Diªcoltà a reperire info di

contattoOramai sito internet e mail sono en-

trati in piena regola nelle nostre agen-de, per questo è fondamentale de-dicare una parte del nostro spazio online alle info di contatto. È altresì

importante che questo spazio sia facilmente reperibile nella na-

vigazione dell’utente.

10Mancato rispetto del tempo

dell’utentePotreste avere 180 fantastiche nuove foto della vostra attività, ma non tutte

devono andare sul vostro sito web. Oltre-tutto, costringere il visitatore a visualizzar-

le tutte signi�ca appesantire il sito che impiegherà più tempo a caricare. Tutti

sappiamo che il tempo è il bene più prezioso dei nostri utenti, per-

ché sprecarlo così?

9Troppi annunci pubblicitari

Ospitare banner pubblicitari può essere sicuramente motivo di pre-

stigio per un sito internet ma è anche vero che se questi diventano troppi

infastidiscono il percorso dell’utente e veicolano un messaggio sbagliato:

“mi interessano i soldi della pub-blicità e non la tua soddisfa-

zione”, e non c’è nulla di più sbagliato.

Avete trovato uno o più di questi errori sul vostro sito? Per evitare scelte sbagliate, la cosa migliore sarebbe a�darsi ad un consulente che vi segua in tutto il pro-cesso di creazione e pubblicazione del vostro proget-to web e vi consigli sulle pratiche migliori da mettere in atto per valorizzare la vostra presenza online. ★

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Apriamo una piccola parentesi per chiarire il significato degli standard di riferimento della po-sta elettronica:

POP: Post O�ce Protocol, è il protocollo di accesso non inte-rattivo, ad una casella di posta elettronica, consente all’utente di consultare la posta anche in assenza di una connessione in-ternet. Decisamente in voga, più che altro per necessità, fino a qualche tempo fa, quando cioè le connessioni ad internet erano lente, occasionali e costose, l’ac-cesso in modalità POP consentiva e consente all’utente di scaricare, materialmente svuotare la casella di posta, ed archiviare e gestire la propria posta in modalità locale su uno o anche più dispositivi.

IMAP: Internet Message Access Protocol, oppure Interactive Mes-sage Access Protocol è il proto-collo di di accesso ad una casella di posta elettronica che consente ad uno o più dispositivi (Personal Computer, Tablet, Smartphone) ed a uno o più utenti (persone) di accedere in maniera interattiva ad essa e quindi di condividere la stessa casella di posta fra dispo-sitivi e/o persone diverse, presup-pone l’utilizzo di una connessione ad internet sempre attiva e pre-feribilmente a�dabile e veloce.Decisamente più funzionale ed in linea con le esigenze attuali, so-prattutto in funzione della varietà di dispositivi di cui più o meno ognuno di noi è dotato (Posta-

zione Fissa in U�cio, Notebook, Tablet, Smartphone etc).

Tutti i Service Provider ormai of-frono la possibilità ai propri utenti di utilizzare sia il protocollo IMAP che il POP ed ecco brevemente alcune delle principali di�erenze fra i due protocolli:quando si utilizza il POP3, il client si connette per scaricare i nuovi messaggi e poi si discon-nette. Con l’IMAP il client rimane connesso e risponde alle richieste che l’utente fa attraverso l’inter-faccia; questo permette di rispar-miare tempo se ci sono messaggi di grandi dimensioni.Il protocollo POP assume che un solo client (utente) sia connes-so ad una determinata mailbox (casella di posta), quella che gli è stata assegnata. Al contrario l’IMAP permette connessioni simultanee alla stessa mailbox, fornendo meccanismi per con-trollare i cambiamenti apportati da ogni singolo utente.Attraverso l’uso di attributi ogni singolo client può tenere traccia di ogni messaggio, per esempio per sapere se è già stato letto o se ha avuto una risposta. Alcuni utenti, con il protocollo IMAP, possono creare, modi�care o can-cellare mailbox (di solito associate a cartelle) sul server. L’IMAP è principalmente utilizza-to nelle grandi network come uni-versità o aziende, dove un utente cambia postazione spesso: con il POP3, sarebbe necessario sca-ricare i messaggi ogni volta che

si cambia pc, mentre con l’IMAP si possono scaricare solo i nuovi messaggi o accedere ad un mes-saggio speci�co senza dover sca-ricare gli altri.

In sintesiPOP = gestione da parte di un singolo utente o di un singolo di-spositivo per volta, la posta è ar-chiviata e gestita dal/dai dispositi-vi, nessuna sincronizzazione con il server, nessuna sincronizzazione fra i vari dispositivi, backup della posta gestito dall’utente, in caso di rottura del/dei dispositivi la po-sta viene perduta.IMAP = gestione simultanea da parte di più utenti o dispositivi, sincronizzazione fra i dispositivi, archiviazione messaggi e backup della posta gestita dal server, la posta può non risiedere sui dispo-sitivi, maggiore ±essibilità e ver-satilità di utilizzo, minori perdite di tempo, in caso di rottura del/dei dispositivi non si perde alcun messaggio.

Perché è preferibile utilizzare il protocollo IMAP invece del POPL’IMAP è da preferire al POP proprio per la sua versatilità, la possibilità di utilizzare più di un dispositivo, e quindi utilizzare in-di�erentemente computer �sso, portatile, computer di casa, tablet, smartphone, etc. per interagire con la propria posta elettronica.

...continua

#WEB

Gli standard di riferimento perla POSTA ELETTRONICALa di�erenza tra POP e IMAP

Catello Spinelli

Microsistemifacebook.com/microsistemi [email protected]

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#FOODCROSSINGhttp://bit.ly/QWy93W

Anna MaioneEsperta in comunicazione multimediale dell’enogastronomia

Succosa, saporita, fresca e dalla conformazione particolare, l’uva ha origini antichissime. Il suo con-sumo viene infatti raccontato �n dai tempi di Greci e Romani ed in-torno ad esso sorgono numerosi miti, leggende e curiosità.Più che di un frutto vero e pro-prio, in realtà, quando si parla di uva si fa riferimento ad un’infrut-tescenza, ossia ad un raggrup-pamento di frutti riuniti in quello che comunemente viene de�nito grappolo (su quest’ultimo trovia-mo il raspo, le foglie e gli acini, o bacche, che possono essere di colore scuro o chiaro, a seconda della qualità dell’uva). Il raspo, conosciuto anche come

IL GUSTO DOLCE DELLA VITE “L’autunno è la stagione più dolce e quello che perdiamo in fiori lo guadagniamo in frutti” Samuel Butler

rachide, rappresenta l’ossatura lignea del grappolo ed è suddivi-so in ramicoli sui quali spuntano i chicchi d’uva. Buccia, polpa e semini sono invece le parti che compongono gli acini. Sappiamo che esistono diverse tipologie di uva: quella utilizza-ta durante la vendemmia, nota come uva da vino (la bevanda a cui questo frutto deve la sua ce-lebrità sin dai tempi più antichi), procede a braccetto con l’uva da tavola, frutto consumato in quan-to tale, sia fresco che secco. Tra le principali specie di viti utiliz-zate per la produzione dell’uva c’è la vitis vinifera, autoctona dell’Eu-ropa e dell’Asia meridionale e ma-dre di tutti i vitigni destinati alla produzione sia di uva da vino che di uva da tavola, e la lambrusca, originaria della parte settentrio-nale del continente americano (oltre agli utilizzi di§erenti, ciò che diversi�ca le due razze è l’immu-nità dalla �lossera, un virus che attacca solo ed esclusivamente i vitigni della Vitis vinifera). Simbolo di benessere e salute per

i nutrizionisti e di bellezza e gio-vinezza per l’industria cosmetica, l’uva è tra i frutti più nutrienti e bene�ci per il corpo umano, piena di energia ed elementi essenzia-li. I numerosi zuccheri semplici contenuti nell’uva risultano infatti leggeri e facilmente assimilabili, inoltre essa contiene �bre e mine-rali classici quali magnesio, calcio, fosforo e molto potassio. Buona anche la concentrazione vitaminica, in particolare di quella A, B, B1, B6 e C. Ma l’elemento più salutare contenuto nell’uva è il Resveratrolo, un fenolo non ±avonoide con grandi proprietà salutari che si trova nella buccia. Esso ha ottime proprietà an-tinfiammatorie, antibatteriche, antiossidanti e diuretiche. Nella gravidanza aiuta una sana cresci-ta del feto e, secondo le ultime ricerche, gode anche di proprietà antitumorali.

Curiosità: a me ha incuriosito ap-prendere che per i madrileni l’uva ricopre lo stesso valore simbolico che per noi hanno le lenticchie!

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Noi usiamo mangiare queste ultime a Capodanno (rigorosa-mente dopo la mezzanotte!) per augurarci buona fortuna, mentre i capitolini consumano dodici chic-chi d’uva per ciascuno degli ultimi dodici secondi dell’anno. Si tratta di un’usanza che con il passare del tempo è stata abbracciata anche dai turisti che trascorrono gli ul-timi giorni dell’anno in Spagna e che, per salutare l’anno nuovo, in-gurgitano gli acini (senza scartar-ne i semini, per rispettare in pie-no la tradizione, ma soprattutto perché la parte lignea del chicco ha ottimi e§etti sull’ organismo).

TORTA ALL’OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA, LIMONE E UVA NERAINGREDIENTI (Utilizzerò come unità di misura una tazza da the da 250ml)• 1/2 tazza OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA • 1 tazza FARINA 00• 1/2 tazza MANDORLE TOSTATE • 1/4tazza FARINA DI MAIS • 1 ½ cucchiaino LIEVITO in polvere per dolci • 1 pizzico SALE • 2 UOVA GRANDI (50/60gr)• 2/3 tazza ZUCCHERO • BUCCIA DI LIMONE grattugiata • 1/3 tazza LATTE INTERO • 200 gr UVA NERA

PROCEDIMENTO Rivestire con carta forno una teglia rettangolare 22x22, oliarla ed infarinarla per staccare la torta dalla carta senza sciuparla.Accendere il forno a 180° prima di iniziare la lavorazione. Lavare l’uva eliminare i semi e farla asciugare per bene. Miscelare le farine, il lievito, le mandorle a pezzi (delle dimensioni preferite) ed il sale. Lavorare le uova a temperatura ambiente con lo zucchero e la buccia di limone grattugiata. Montare il tutto con le fruste o in planetaria. Quando si avrà un composto spumoso aggiungere un po’ per volta l’olio �no a completo assorbimento. Aggiungere poi la miscela di farine alternandole con il latte. Farine, latte, farine, latte, farine. Riempire lo stampo ed inserire metà degli acini d’uva.Mettere in forno per una iniziale cottura. Dopo 15 minuti togliere la torta dal forno ed aggiungere i rimanenti chicchi. Questo accor-gimento permetterà di avere dei chicchi sia sul fondo della torta che sulla super�ce. Infornare la torta per altri 20/25 minuti, o �no a quando la torta risulterà asciutta all’interno. Una volta cotta la torta andrà lasciata riposare su di una griglia per almeno 10 minuti prima di essere estratta. Sarà più buona e mangiata fredda. A noi è piaciuto spolverizzare la super�ce della torta alla seconda cottura delle briciole di mandorle non tostate e dello zucchero. Io l’ho provata e.. garantisco! Buon Appetito! ★

RICETTASono felice di comunicarvi che da questo numero in avanti le ricette della Rubrica Food Crossing saranno proposte e preparate dalla mia cara amica Imma Gargiulo, conduttrice del programma Conserve di Casa su Alice tv e chef patron del Ristorante Femmena a Sorrento.La ricetta di questo mese vanta tre protagonisti d’eccezione: olio extra vergine d’oliva, limone e, naturalmente, UVA. Eccola!

© FOTO DI ANNA MAIONE

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LO SGUARDO DELLA RANA DARDO

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