100% Fitness Mag - Dicembre 2015

80
LA MIA PENISOLA 100% FITNESS MAGAZINE Anno IX • NUMERO 11 COPIA GRATUITA DICEMBRE 2015 Come liberarsi da rancori e amarezze di Bianca Pane Chi spiega il Bail-in ai risparmiatori? di Giovanni Fontanarosa Campioni si diventa! Incontro con Sveva Schiazzano

description

La rivista per chi ama star bene e vivere la vita al 100%

Transcript of 100% Fitness Mag - Dicembre 2015

Page 1: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015

LA MIA PENISOLA 100% FITNESS MAGAZINE

Anno IX • NUMERO 11 • COPIA GRATUITA

DICEMBRE 2015

Come liberarsi da rancori e amarezzedi Bianca Pane

Chi spiega il Bail-in ai risparmiatori? di Giovanni Fontanarosa

Campioni si diventa!Incontro con Sveva Schiazzano

Page 2: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015
Page 3: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015
Page 4: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015

08Appunti

12Campioni si diventa: un pomeriggio con Sveva Schiazzano

14Gli esperti del mese

16Adesso stai attento!!!di Mariarosaria D'Esposito

18Il colore dei nostri dentidi Vittorio Milanese

20Perdono e salute: come liberarsi da rancori e amarezzedi Bianca Pane

24Il disturbo d’ansia generalizzato e il rimuginiodi Luisa Buonocore

28La ginnastica è salvacuoredi Vittorio Fabbrocini

32La presbiacusia comefenomeno socialedi Tea Maione

34In farmacia il test perl'intolleranza al lattosiodi Giuseppe De Simone

36Genitori �gli un di�cile compitodi Anna Sallustro

LA MIA PENISOLA 100% FITNESS MAGAZINEAnno IX • NUMERO 11

★ In copertinaSoa Marseglia, 2 anniveste la linea MICROBE BY MISS GRANT ★ Fotogra a diFotomania di Carmine PanarielloCorso Italia, 70 - Meta

Periodico di a�ualità a di�usione gratuitaDep. Aut. Tribunale di Torre Annunziata del 09.06.2010

★ Dire�ore responsabileGiuseppe Damiano★ EditoreGiuseppe Manzi★ RedazioneVia Camaldoli, 18Vico Equense (Na)

★ Proge�o Gra coMaurizio ManziBingwa Art [email protected]★ StampaGraca CirilloScafati (Sa)

Conta�iTel. 081.5341117Cell. 331.5063051redazione@centopercento tness.it

SOMMARIO

QUALITYPARTNERS

Page 5: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015

38Caro Babbo Natale...di Daniela Caiafa

42Sesso vs Stressdi Olga Paola Zagaroli

46La pediculosi. Quel maledetto prurito alla testa… II Partedi Carlo Alfaro

50Dieta a Natale?di Francesca Maresca

54L’alga Klamathdi Mariateresa Caiafa

58Scoliosi e Danzadi Nello Iaccarino

62Come fai le piccole cose,così farai le grandidi Ernesto Lupacchio

66Hobbes, lo statodi natura e la guerradi Domenico Casa

68Chi spiega il Bail-inai risparmiatori?di Giovanni Fontanarosa

70Come nacque il vischiodi Salvatore Spinelli

72Gragnano, alla scoperta di antiche tradizionidi Nino Aversa

76Dolce Natale!di Anna Maione

77Ghirlanda di Nataletutta da mangiaredi Imma Gargiulo

Vuoi lavorare con noi?Cerchiamo agenti pubblicitariConta�aci ai numeri331 5063051 - 320 7073526

Page 6: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015
Page 7: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015
Page 8: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015

Carne o fagioli? Saziano allo stesso modo

Una passeggiata

al giorno allunga la vita di 7 anni

Basta una camminata di mezz'ora a passo svelto per rallentare

l'invecchiamento e favorire i meccanismi di riparazione del Dna. Così si riducono

anche i rischi per il cuore. È quanto emerge da uno studio dell'università

tedesca di Saarland presentato al congresso della Società Europea di Cardiologia in

corso a Londra.

La sensazione di sazietà non dipende dal cibo ma dai nu-trienti di cui è composto: è quanto intende dimostrare l'esperimento condotto da ricercatori dell'americana University of Minnesota, pubblicato sul Journal of Food Science dell'Institute of Food Technologists per veri�care se un pasto a base di fagioli possa fornire una si-mile sensazione di pienezza rispetto a un pasto a base di carne bovina.

I ricercatori hanno somministra-to a 28 partecipanti (14 uomini e 14 donne) due 'polpettoni' come pranzi di prova, il primo composto con carne di manzo e il secondo con fagioli. Il pasto di manzo for-niva 26 grammi di proteine e tre grammi di �bra, mentre la farina di fagioli abbassava a 17 i grammi di proteine portando però a 12 i grammi di �bra. Entrambi i pasti sono stati equiparati per peso, calorie e grassi totali. Al termine del test nessuno dei partecipanti ha mostrato alcu-

na differenza nelle valutazioni dell'appetito tra i pasti nelle tre ore successive.«Gli e�etti bene�ci della �bra in-cludono il rallentamento del pro-cesso di digestione e il sostegno al controllo glicemico aumentan-do la sensazione di pienezza più a lungo. I risultati diquesto studio - si legge nel rapporto - supporta-no l'idea che le proteine di origine vegetale, con alto contenuto di �-bra, possano garantire una regola-zione dell'appetito simile a quella delle proteine animali».

Notizie tratte da Ansa.it

Page 9: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015

Quando una dieta ricca di grassi ci fa diventare obesi, si iniziano a consumare le connessioni tra i neuroni, provocando un decadimento della memoria e delle funzioni cognitive. La buona notizia è che tornare su una dieta povera di grassi e a un peso forma normale, inverte questa tendenza. Lo dimostra uno studio su cavie condotto presso il Medical College of Georgia e pubblicato nella rivista Brain, Behavior, and Immu-nity, che fornisce alcune delle prime prove dei danni provocati dal grasso. Le cellule della microglia sono costituite da macrofagi specializzati nel proteggere

L'Obesità fa male al cervello Dieta troppo grassa porta cellule immunitarie a mangiare sinapsi

i neuroni del sistema nervoso centrale ingerendo ri�uti e contribuendo, così, a garantirne la corret-ta funzione. Ma, quando i topi diventano obesi, il troppo grasso nel corpo produce un'in�ammazio-ne cronica, che stimola una risposta autoimmune da parte di queste cellule che cominciano a man-giare sinapsi e non permettono più di apprendere in modo e�cace. I ricercatori hanno sottoposto un gruppo di topi a una dieta col 10% delle calorie provenienti da grassi saturi e un secondo gruppo a una dieta in cui arrivavano al 60%.Dopo 12 settimane, nell'ippocampo di quelli di-ventati obesi si notava una riduzione di numero e funzione delle sinapsi e un aumento di citochine in�ammatorie, che le cellule della microglia produ-cono quando reagiscono eccessivamente. Dopo due mesi di dieta mostravano però di aver inver-tito la tendenza, mentre il gruppo rimasto con dieta ricca di grassi continuava a perdere sinapsi

Sono tre i tipi di stupidità, la peggiore è sovrastimarsiSe non si vuole apparire stupidi, meglio non sovrastimarsi. La stupidità, che a volte colpisce anche gli intelligenti, può essere infatti di tre tipi: quella che interviene quando si sopravvalutano le proprie capacità, quella che invece e' relativa alla mancanza di autocontrollo e in�ne l'ultima legata alla cosiddetta 'assenza mentale', cioè la mancan-za di consapevolezza di ciò che si sta facendo. Ed è la prima, tra queste, ad essere considerata la peggiore. A identi�care i tre scenari e a emettere questo 'verdetto' è una ricerca della Eotvos Lo-rand University di Budapest, pubblicata su In-telligence. Dai risultati è emerso che il 90% del-le persone era d'accordo su quali storie fossero stupide, 'puntando il dito' in primo luogo su uno scenario de�nito dagli studiosi come "�duciosa ignoranza", nel quale in un caso speci�co, come ad esempio prendendo la macchina quando ab-biamo bevuto con�dando in una pronta capacità di reazione, sovrastimiamo le nostre possibilità cadendo magari in errore. Ma ci sono altri due scenari: un secondo tipo di stupidità legata alla cosidetta "mancanza di con-trollo", quella che ci porta a rinunciare ad esem-pio a un'uscita per giocare ai videogame, e un terzo tipo che può essere de�nita dell''assenza mentale', quando non si sta prestando attenzione o non si è a conoscenza di qualcosa.

Cani e ga�i vivono il doppio rispe�o a 40 anni faCani e gatti non hanno mai vissuto così a lungo. La durata della vita di entrambi è raddoppiata negli ultimi 40 anni, tanto che oggi un gatto vive in media 15 anni, contro i 12 di un cane. Anche se, come prevedibile, i più longevi sono gli animali che vivono in casa, ben nutriti ed accuditi, il fenomeno comincia a incuriosire il mondo della ricerca, tanto che da ritagliarsi uno spazio sul sito della rivista Science.Gli stessi fattori che permettono all'uomo di vivere più a lungo possono essere applicati agli animali domestici", osserva su Sciencemag il biogerontologo João Pedro de Magalhaes, dell'università britannica di Liverpool. Potrebbe nascondersi nell'organismo e nel Dna degli animali il segreto per riuscire a rallentare l'invecchiamento anche nell'uomo, o forse ad-dirittura per bloccarlo.

Page 10: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015
Page 11: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015
Page 12: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015

12 100% FITNESS MAG • Dicembre 2015

CAMPIONI DIVENTA

INCONTRI

Il 18 e il 19 dicembre, presso lo Stadio del nuoto di Riccione, si svolgeranno i campionati italiani assoluti invernali in vasca lunga. In Penisola, anche quest’anno, si avrà l’opportunità di sostenere la giovanissima Sveva Schiaz-zano.Sveva non è solo l’atleta che molti conoscono, ma soprattut-to è una semplice adolescente che, oggi si racconta così.

D: Ciao campionessa! Tutti ti conoscono per i brillanti risultati ottenuti, noi invece voglia-mo sapere qualcosa in più di te; chi è Sveva quando non è in acqua?R: Sorride. Una ragazza di sedi-

ci anni che frequenta il quarto anno del liceo scienti�co G.Sal-vemini di Sorrento. Cosa faccio? Studio, mangio e adoro trascor-rere il tempo libero con gli amici.

D: Bene e quanto tempo libe-ro hai?R: Poco.

D: E a sedici anni quanto pesa?R: (Ci pensa) Non lo so perché ho sempre impostato così la mia vita; sono tante le volte che ho detto di no.

D: Sono molti i sacri�ci?R: Si, spesso mi è capitato di dover fare diverse rinunce; ad

Un pomeriggio con Sveva Schiazzano

All'Ulysse Wellness di Sorrento abbiamo fatto una piacevole chiacchierata con la giovanissima Sveva Schiazzano, oro nel nuoto ai Giochi Europei di Baku.Tra sogni, passioni, sacri�ci e tanta strada da percorrere.

Page 13: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015

13100% FITNESS MAG • Dicembre 2015

esempio non poter sempre usci-re il sabato con le mie amiche, non poter partecipare a tutte le feste e non poter scegliere quando viaggiare. Nonostante ciò mi ritengo molto fortunata perché, ho avuto la possibilità di fare tante esperienze, conosce-re posti nuovi ed incontrare per-sone che, come me condividono la passione per il nuoto.

D: A proposito di viaggi, qual è stato il posto più bello visto �n ora e dove ti piacerebbe andare?R: L’Olanda, ci sono stata due anni fa per gli EYOF (European youth olimpico festival), mi è pia-ciuta moltissimo e mi ha lascia-to dei bei ricordi; ma se potessi in questo momento prenderei un’aereo e andrei in America.

D: Passiamo alle tue passioni, oltre al nuoto cosa c’è?R: Amo la musica, adoro viaggia-re e stare con i miei amici.

D: Adesso se potessi scegliere cosa mangeresti?R: Ride. Una bella pizza, da buo-na napoletana.

D: Se ti invitassi al cinema, che �lm sceglieresti?R: Mi piacciono molto i �lm d’a-zione e i thriller, ne sceglierei uno che tratta questi temi.

D: Ti hanno regalato un libro, quale vorresti che sia?R: Mi piace leggere ma non ho un libro preferito, di solito scel-go i gialli.

D: è quasi Natale, cosa ti pia-cerebbe trovare sotto l’albe-ro?R: Onestamente non c’ ho an-cora pensato.

D: Nel prossimo 2016, che è l’anno olimpico, per provare a partecipare ai giochi, pensi di dover andar via dalla pe-nisola?R: No, anche se devo dire di aver ricevuto delle o�erte da impor-tanti società italiane, ma per ora non ho nessuna intenzione di la-sciare la mia “seconda casa”, la Swimming Sorrento.

D: Come mai?R: Perché presso la piscina Ulys-se, dove mi alleno quotidiana-mente, mi sento coccolata e ben seguita, esattamente come lo sono a casa.Qui a Sorrento ho la fortuna di poter usufruire non solo della piscina, dove ho il mio allena-to-re Marco Veno, ma allo stesso tempo della palestra dove c’è il mio preparatore atletico Lello Cuccurullo e in�ne del centro riabilitativo dove ho potuto cu-rare i miei infortuni. E’ da die-ci anni che sono qui, ho le mie compagne di squadra dalle quali spero di potermi separare il più tardi possibile.

Grazie Sveva ed in bocca al lupo per il futuro

★ Due momenti della premiazione dei 1500 sl a Baku, insieme alll'ungherese Janka Juhasz (2a) e alla spa-gnaola Marina Castro Atalaya (3a)

★ Nella foto sotto Sveva Schiazzano con l'allenatore Marco Veno e il preparatore atletico Lello Cuccurullo

Page 14: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015

#NATUROPATAMariateresa CaiafaNaturopata - Operatore del BenessereSpecializzata in Massaggi Olistici, Ri�essologia plantare, Fiori di Bach, Intolleranze Alimentari

338 8194524

#PSICOLOGADo�.ssa Luisa BuonocoreLaureata in Psicologia Clinica presso l’Università “La Sapienza di Roma”. Collabora con il Centro di Terapia Metacognitiva Interpersonale di Roma.

Lunedì e Venerdì dalle 10.00 alle 13.00 333.4471904

GLI ESPERTIdi questo mese

#FARMACISTADo�. Giuseppe De SimoneLaureato in Farmacia e Specializzato in Scienza e tecniche delle piante o£cinali presso l’Università Federico II di Napoli.

335.5302988

#CARDIOLOGOProf. Do�. Vi�orio FabbrociniCardiologo e Internista, è stato Libero Docente presso l’Università di Napoli, Primario ospedaliero e poi Cardiologo ambulatoriale a Napoli. Giornalista pubblicista, già Reda�ore scienti co de "IL MATTINO" di Napoli

338.4086506 [email protected]

#ODONTOIATRADo�. Vi�orio MilaneseLaureato in Odontoiatria e protesi dentiaria presso l’Università di Napoli. Socio A.N.D.I.

Martedì e Giovedì dalle 13.30 alle 15.00 338.4698121

#NUTRIZIONISTADo�.ssa Francesca MarescaLaureata in Dietistica presso l’Università di Napoli Federico II.

Martedì - Giovedì dalle 15.00 alle 16.30 334.2258132

#LOGOPEDISTADo�.ssa Mariarosaria D’EspositoLaureata in Logopedia presso l’Università Federico II di Napoli

Giovedì e Sabato dalle 9.00 alle 13.00 338.3191494

#NEUROPSICOMOTRICISTADo�.ssa Daniela CaiafaLaureata in Neuropsicomotricità dell’età evolutiva, presso l’Università Federico II

Lunedì e Sabato dalle 9.00 alle 13.00 347.5477785

#SESSUOLOGADo�.ssa Olga Paola ZagaroliSessuologa

Lunedì e Giovedì dalle 15.30 alle 17.30 335.8709595

#PSICOPEDAGOGISTADo�.ssa Bianca PaneLaureata in Filoso a e Psicopedagogia presso l’Università di Napoli Federico II, specializzata in Gestalt Counseling Bioenergetica e Terapie Olistiche

393.9315564

#AUDIOPROTESISTADo�.ssa Tea MaioneLaureata in Tecniche Audioprotesiche

Martedì dalle 9.00 alle 11.00 338.9648341

#COUNSELORDo�.ssa Anna Sallustro Laureata in “Scienze per la formazione infanzia e preadolescenza” all’Università degli studi di Salerno. Master in Counseling Pluralistico Integrato presso ASPIC Napoli. Iscri�a all'elenco counselor REICO

338.1356920

Page 15: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015

#ODONTOIATRADo�. Vi�orio MilaneseLaureato in Odontoiatria e protesi dentiaria presso l’Università di Napoli. Socio A.N.D.I.

Martedì e Giovedì dalle 13.30 alle 15.00 338.4698121

#NEUROPSICOMOTRICISTADo�.ssa Daniela CaiafaLaureata in Neuropsicomotricità dell’età evolutiva, presso l’Università Federico II

Lunedì e Sabato dalle 9.00 alle 13.00 347.5477785

Page 16: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015

16 100% FITNESS MAG • Dicembre 2015

#LOGOPEDISTA Dott.ssa Mariarosaria D’Esposito

338.3191494http://bit.ly/1c9PCsk Giovedì e Sabato dalle 9.00 alle 13.00

Adesso stai a�ento!!!

Colpisce una percentuale com-presa tra l'1 e il 5% della popola-zione infantile, con una di�usio-ne tre volte superiore in soggetti di sesso maschile: è l'A.D.H.D, più noto come disturbo dell'atten-zione e dell'iperattività.Risulta accertata la familiarità del de�cit e la sua origine biologica, individuata in uno squilibrio di al-cuni neurotrasmettitori (vale a dire le sostanze che consentono la comunicazione cellulare). La ricerca ha identi�cato, inoltre, alcuni fattori di rischio, primi tra tutti la prematurità alla nascita e l'esposizione a elevate quantità di pimbo nella prima infanzia.

Il disturbo si modifica con la crescita. Entro i sei anni domina l'iperattività; non si tratta di bam-bini solo vivaci, ma soggetti in pe-renne stato di agitazione, con al-terazione dei ritmi sonno-veglia. Il continuo movimento, talvolta a�nalistico, può arrivare a com-promettere la loro quotidianità ed i rapporti sociali. La brevità dei tempi attentivi causa sovente de�cit di memoria e alterazioni nell'acquisizione del linguaggio. Generalmente con l'inserimento alle elementari si assiste ad una riduzione dell'iperattività e si fa più evidente il de�cit di concen-trazione e mnemonico, con mar-

cate di�coltà a mantenere attive le risorse cognitive dall'inizio alla �ne di un compito.Fortemente carente l'appren-dimento didattico. Durante il periodo scolare sono frequenti, inoltre, alterazioni del comporta-mento: spesso oppositivi e pro-vocatori, entrano in con¯itto con l'adulto e si isolano dai coetanei.Nell'adolescenza il de�cit assu-me caratteristiche ancora dif-ferenti, �no alla completa riso-luzione spontanea nel 50% dei casi. La persistenza del disturbo in quest'epoca sfocia in impor-tanti alterazioni della condotta, con comportamenti antisociali, spesso uso di sostanze stufacen-ti o gioco d'azzardo.L'ADHD espone bambini e ado-lescenti all'insuccesso in due am-biti fondamentali per lo sviluppo: le prestazioni scolastiche e le re-lazioni interpersonali. L'aumento dei tempi attentivi, delle capacità mnemoniche, la ri-soluzione del de�cit di linguaggio e/o di apprendmento rappresen-tano gli obiettivi del trattamento logopedico. La diagnosi precoce ed un ap-proccio terapeutico tempestivo (talvolta anche farmacologico) sono ad oggi gli unici strumen-ti possibili per interrompere la catena evolutiva dell' l'A.D.H.D e prevenire il de�cit scolastico e sociale.

Page 17: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015
Page 18: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015

18 100% FITNESS MAG • Dicembre 2015

338.4698121

#ODONTOIATRA Dott. Vittorio Milanese

http://bit.ly/1kh4FtU Martedì e Giovedì dalle 13.30 alle 15.00

Il colore dei nostri dentiQuando si parla del colore dei denti, bisogna distinguere due tipi di colorazione:

1 Le colorazioni esterne dovu-te al fumo, al ca�è, al tè, che vengono a “incollarsi” sulla super�cie dei denti. Si posso-no eliminare in modo molto semplice con un trattamento antitartaro seguito da lucida-tura dal proprio dentista.

2 Le colorazioni interne, cioè il colore proprio del dente. I prodotti per lo sbiancamen-to dei denti vanno ad agire su questa colorazione, pro-vocando una reazione ossi-dante dei pigmenti colorati del dente.

Ci sono varie tipologie dentarie: a seconda della nostra origine (asiatica, nera o bianca) i nostri denti avranno una diversa colora-zione. Le persone di colore han-no denti più gialli, mentre quelli degli asiatici hanno un colore più tendente al rosa/grigio. In ogni caso, andando avanti con gli anni, si può osservare che i denti sem-brano ingiallirsi, semplicemente perché l’usura naturale della pel-licola che costituisce lo smalto rende per trasparenza più visibile la dentina, il tessuto giallo pre-sente giusto al di sotto. Esistono in�ne colorazioni dovute ad al-cuni farmaci, in particolare a una famiglia di antibiotici chiamata tetraciclina, ottimi antibiotici che però non vengono più prescritti nelle donne incinte e nei bambini piccoli proprio perché provocano

una colorazione interna del den-te a strati, con strisce giallo-gri-gie piuttosto sgradevoli. Esistono tre diversi metodi di sbiancamento dei denti:

1 La tecnica ambulatoriale: il chirurgo dentista realizzerà un calco, farà preparare una mascherina su misura e con-segnerà al paziente siringhe contenenti il prodotto schia-rente, spiegandogli come ap-plicarlo sulla mascherina. Il paziente la porterà da un’ora al giorno a tutta la notte, per un periodo di tempo com-

preso tra gli 8 e i 15 giorni, a seconda della concentrazio-ne del prodotto.

2 La tecnica alla poltrona: dopo aver protetto le gengive con quella che viene chiamata una diga chimica, sui denti si applica un gel schiarente dalle alte concentrazioni di perossido di idrogeno, in ge-nere la seduta dura un’ora.

3 La tecnica mista: mescola contemporaneamente una fase d’attacco alla poltrona e una fase ambulatoriale con le mascherine.

Page 19: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015

4 I principi attivi sono perossi-do di idrogeno o perossido di carbamide.

Prima di sottoporsi ad un trat-tamento sbiancante il dentista e�ettuerà una visita durante la quale valuterà se il paziente ha almeno 18 anni (prima di questa età i tessuti dentali non sono ancora maturi), non è in stato interessante e non ha né carie né malattie gengivali. Inoltre, bisogna sapere che il pe-rossido di idrogeno agisce solo sul dente naturale.Quindi non avrà nessun e�etto su una coro-na in ceramica, per esempio, o su ricostruzioni in composito. Anche se si va ad aumentare temporaneamente la porosità dello smalto, i prodotti di sbian-camento dentario non sono no-

civi per denti e gengive sane; ma è bene ricordare che gli schiari-menti non sono mai de�nitivi e si ritiene che dopo il primo sbian-camento, bisognerà rifarne uno ogni 1 o 2 anni. Concludo con due nozioni che frequentemente mi vengono chieste in studio:la prima riguarda i dentifrici co-siddetti “sbiancanti”. Questi il più delle volte contengono particelle di bicarbonato e di silicio in con-centrazione più alta rispetto a un normale. Agiscono sul dente cancellando la colorazione ester-na. Se la concentrazione è molto forte, viene chiaramente indica-to che l’utilizzo non deve essere superiore a 2 volte la settimana. I kit che si trovano nei grandi su-permercati, in farmacia o nelle parafarmacie, contengono tutti

il principio attivo che si ritrova nello studio medico, cioè il pe-rossido di idrogeno o perborato di sodio. La normativa in mate-ria, tuttavia, impone di limitarne la concentrazione, riducendone sensibilmente l’e�cacia. La seconda se i cosidetti metodi della nonna (uso di limone, bicar-bonato…) sono privi di rischi? Ri-spondo dicendo che il succo di limone dà immediatamente la sensazione di denti più bianchi, semplicemente perché provoca una demineralizzazione dello smalto che, a sua volta, assume un aspetto gessoso. Per quanto riguarda il bicarbonato in polvere, questo ha un e�etto più abrasi-vo che lucidante. Quindi formal-mente non li consiglio entrambi!Fonte: SOS dentista

Page 20: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015

20 100% FITNESS MAG • Dicembre 2015

#PSICOPEDAGOGISTA Dott.ssa Bianca Pane

http://bit.ly/1bb6qS4 393.9315564

Perdono e salutecome liberarsi da rancori e amarezzePerdonare fa bene alla salute mentale, ma anche a quella �sica.A volte, le persone che ci stanno attorno fanno o dicono cose che ci feriscono o che ci fanno sentire traditi o anche aggrediti. Altre volte, siamo noi stessi a fare qualcosa di male di cui poi ci pentiamo. Non è sempre facile perdonare, ma di sicuro è un atto che fa bene alla salute, sia mentale sia �sica. An-che se fosse solo per il nostro bene, dovremmo imparare a perdonare. Perdonare è molto più semplice a dirsi che a farsi e, in generale, è un atto che implica un grande coraggio.Spesso, il perdono può essere confuso con una forma di condono in cui si assimila ciò che è suc-cesso senza rappresaglie. Tuttavia, il perdono è molto più di questo. Perdonare signi�ca staccarsi da ciò che è successo.In qualunque caso, perdonare ha molti bene�ci per la salute del nostro corpo e della nostra mente.

Cosa signi�ca perdonare?De�nire il perdono non è semplice. Innanzitutto viene de�nito in relazione a ciò che non è: non si tratta di negare, minimizzare, scusare l’altro o di-menticare. Si tratta di un costrutto complesso che implica aspetti emotivi, cognitivi e comportamentali.Perdonare non signi�ca negare la responsabilità della persona che ti ha ferito o giusti�care il suo comportamento scorretto. Puoi perdonare la per-sona senza scusare il comportamento. Il perdono è innanzitutto un gesto d’amore che fai verso te stesso in quanto ti consente di lasciare andare i pen-sieri e i sentimenti disfunzionali per concentrarti su aspetti più positivi. La nostra cultura sembra percepire il perdono come un segno di debolezza e vulnerabilità mentre ra�or-za l’idea che sia giusta la vendetta e la rabbia.Quello che culturalmente viene meno percepito è il potere che si cela nel perdono, il profondo impatto positivo che può determinare in chi lo esercita e di quanto esso rappresenti una scelta coraggiosa. Ognuno di noi ha la capacità e il potere di perdo-nare e può esercitarlo quando vuole."Perdonare è liberare un prigioniero e scoprire che quel prigioniero eri tu". (Lewis B.)

Perdonare qualcuno signi�ca che voi state di-menticando o condonando quello che è successo? Assolutamente no! Perdonare non è lo stesso che dimenticare quello che vi è successo. L’atto che vi ha ferito o o�eso può rimanere per sempre una parte della vostra vita. Perdonare non signi�ca nemmeno che voi negate la responsabilità dell’altro nell’aver-vi o�eso. E non minimizza e giusti�ca l’errore. Voi potete perdonare la persona senza scusare l’atto.

Quali sono i bene�ci di perdonare qualcuno?I ricercatori si sono interessati nello studiare gli ef-fetti di avere attitudine a non perdonare e a per-donare. La prova si basa sul fatto che mantenere rancori e amarezza risulta in problemi di salute a lungo termine. Il perdono, d’altro canto, o�re nume-rosi bene�ci, inclusi: pressione sanguigna più bas-sa, riduzione dello stress, meno ostilità, capacità di gestire meglio la rabbia, più basso ritmo cardiaco, più basso rischio di abuso di droghe e alcol, minori sintomi di depressione, minori sintomi di ansietà, riduzioni di dolori cronici, più amicizie, relazioni più sane, maggiore benessere religioso e spirituale, mi-gliorato benessere �siologico.

Perché noi tratteniamo rancori e diventiamo ri-sentiti e non perdoniamo?Le persone che è più probabile ci possano ferire sono proprio quelle più vicino a noi. Quando siamo feriti da qualcuno che amiamo o con�diamo può essere estremamente di�cile da superare. Anche la minima o�esa può portare a grandi con¯itti.Quando voi patite un’o�esa dalle azioni o le parole di qualcuno, sia che sia intenzionale o no, voi potete co-minciare a percepire sentimenti negativi come rab-bia, confusione o tristezza, specialmente quando è qualcuno vicino a voi. Questi sentimenti possono essere ridotti all’inizio. Ma se voi non li a�rontate subito, essi possono diventare più grandi e più po-tenti. Rancore nutrito da risentimento, vendetta e ostilità prendono piede quando vi so�ermate su eventi o situazioni penose, che si ripresentano nella vostra mente molte volte.Subito, voi potete ritrovarvi ingoiati dalla vostra stessa amarezza o senso di ingiustizia. Voi potete

Page 21: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015
Page 22: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015

22 100% FITNESS MAG • Dicembre 2015

#PSICOPEDAGOGISTA

sentirvi intrappolati e potete non vedere la via d’u-scita. È molto duro lasciar andare i rancori a questo punto e invece voi potete rimanere pieni di risenti-mento e incapaci di perdonare.

Come posso raggiungere lo stato del perdono?Il perdono è un impegno per un processo di cam-biamento. Esso può essere di�cile e può prendere tempo. Un passo è riconoscere il valore del perdono e l’importanza nelle nostre vite ad un dato tempo. Un altro è di ri¯ettere sui fatti della situazione, come abbiamo reagito e come questa combinazione ha condizionato le nostre vite, la nostra salute e il no-stro benessere.Poi, come siamo pronti, noi possiamo attivamen-te scegliere di perdonare colui che ci ha o�eso. In questo modo, noi ci tiriamo fuori dal ruolo di vittima e scarichiamo il controllo e il potere che la persona e la situazione che ci hanno recato o�esa hanno avuto sulle nostre vite.

Che succede se io non posso perdonare qualcuno?Perdonare può essere una gran bella s�da. Può es-sere particolarmente di�cile perdonare qualcuno che non ammette il torto o che non accenna ad un pentimento. Tenete in mente che il bene�ciario primo del per-dono siete voi stessi. Se vi sentite bloccati, può essere utile prendere del tempo, parlare con una persona che voi considerate saggia e compassione-vole, come una guida spirituale, uno psicologo o un imparziale membro della famiglia o amico.Può anche essere utile ri¯ettere sulle volte che voi avete ferito altri e su quelli che hanno perdonato voi. Se voi ricordate come vi siete sentiti, può aiutarvi per capire la posizione della persona che vi ha ferito. Può anche essere utile pregare, usare meditazioni guidate. In ogni caso, se l’intenzione di perdonare è presente, il perdono verrà a tempo debito.‘Occhio per occhio, e il mondo intero diventerebbe cieco’. (Khalil Gibran)

Come faccio a sapere quando ho veramente per-donato qualcuno?Il perdono può risultare in parole dette con sincerità come “ti perdono” o azioni tenere che mettano a posto la relazione. Ma più che questo, il perdono porta ad un tipo di pace che vi aiuta ad andare avanti con la vita. L’o�esa non è più al centro dei vostri pensieri o sentimenti. La vostra ostilità, risentimen-to e infelicità hanno fatto strada a compassione, gentilezza e pace.Inoltre ricordate che il perdono non è una cosa che avviene di botto. Esso comincia con la decisione, ma

poiché la memoria o un altro set di azioni o parole possono provocare vecchi sentimenti, avrete biso-gno di ricorrere al perdono più volte.

E se la persona che sto perdonando non cambia?Far si che l’altra persona cambi comportamento non è il punto del perdono. Infatti, la persona non è det-to che cambi atteggiamento o si scusi per l’o�esa. Pensate al perdono piuttosto come un modo per cambiare la vostra vita – portando a voi stessi più pace, felicità e benessere emozionale e spirituale.Il perdono sottrae all’altra persona il potere di con-tinuare a in¯uenzare la vostra vita. Attraverso il perdono, voi scegliete di non considerare più voi stessi una vittima.Il perdono è prima di tutto fatto per voi stessi e meno per la persona che vi ha fatto del male.

E se invece sono io ad aver bisogno di perdono?A meno che ciò non provochi più danno e so�e-renza, considerate di ammettere il male che avete fatto a coloro che avete ferito, parlando del vostro sincero pentimento e chiedendo perdono – senza dare delle scuse.Ma se questo sembra poco saggio perché può por-tare altro danno o so�erenza, meglio non farlo ( non è che voi chiedete scusa per sentirvi meglio). Non vogliate aggiungere sale sulla ferita dolente. Inoltre tenete a mente che non potete forzare qualcuno a perdonarvi. Essi avranno bisogno del loro tempo per perdonare.In ogni caso, noi dovremmo impegnarci a perdo-nare noi stessi. Mantenere risentimento verso sé stessi può essere deleterio nello stesso modo come mantenere risentimento verso qualcun altro.Accettate il fatto che voi, come chiunque altro, non siete perfetti. Accettate voi stessi a dispetto dei vostri sbagli. Ammettete i vostri errori. Cercate di trattare altri con compassione, empatia e rispetto. E ancora, parlare con una guida spirituale, uno psi-cologo o un amico/parente �dato può essere utile.Il perdono di voi stessi o di altri, sebbene non facile, può trasformare la vostra vita. Invece di indugiare nel senso di ingiustizia e vendetta, invece di sentirsi arrabbiati o amareggiati, voi potete volgervi verso una vita di pace, compassione, gioia e gentilezza.

‘Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi.’(Cesare Pavese. Queste sono le sue parole d’addio, riportate sul frontespizio di una copia dei Dialoghi con Leucò, ritrovata su un tavolino accanto al suo corpo senza vita).

Page 23: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015
Page 24: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015

24 100% FITNESS MAG • Dicembre 2015

333.4471904

Il disturbo d’ansia generalizzatoe il rimuginio

#PSICOLOGA Dott.ssa Luisa Buonocore

http://bit.ly/1bFShtd Lunedì e Venerdì dalle 10.00 alle 13.00

Il Disturbo d’Ansia Generaliz-zato (DAG) è il disturbo d’ansia più comune caratterizzato da: • Presenza di eccessiva ansia

e preoccupazione relative a diversi eventi o attività;

• Difficoltà nel controllare la preoccupazione;

• L’ansia è associata ad alcuni sintomi, quali irrequietezza, sensazioni di agitazione o tensione, facile a�aticamento, di�coltà di concentrazione o vuoti di memoria, irritabilità, tensione muscolare e disturbi del sonno.

Le persone che so�rono di que-sto disturbo si preoccupano co-

stantemente per circostanze quotidiane, routinarie, come questioni lavorative o economi-che, salute dei familiari, disgrazie che possono capitare ai propri figli oppure piccole cose (ad esempio far tardi agli appunta-menti). La persona che so�re di DAG vive queste preoccupazioni con angoscia, ha di�coltà a con-trollare i pensieri preoccupanti e a impedire che questi interferi-scano con le proprie occupazioni quotidiane. Chi so�re di distur-bo d’ansia generalizzato può svegliarsi durante la notte con la preoccupazione di non riusci-re a risolvere un problema o di

non essere all’altezza del lavoro che deve svolgere o può agitarsi eccessivamente nell’attendere il ritorno a casa del partner perché immagina che abbia avuto un incidente. Alcune delle persone con DAG riconoscono che le loro preoccupazioni sono eccessive, soprattutto dopo che l’evento temuto non si è veri�cato; altre ritengono che i loro timori sia-no realistici. In entrambi i casi, la persona sperimenta uno stato di angoscia e di disagio dovuto alla costante preoccupazione. Infat-ti, l’elemento principale di que-sto disturbo è la preoccupazione cronica detta anche rimuginio.

Quando l’ansia diventa persistente e

pervasiva

Page 25: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015
Page 26: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015

26 100% FITNESS MAG • Dicembre 2015

#PSICOLOGA

Il rimuginio è costituito da una catena di pensieri negativi, pre-occupanti o catastrofici, che sono rivolti a possibili minacce future. Questa la catena di pen-sieri viene attivata con l’intento di risolvere il problema, rassicu-rarsi o trovare possibili soluzioni ad un evento incerto e impre-vedibile. Vediamone insieme un esempio: “Mi preoccupo sempre, mi pre-occupo di tutto. Quando mi alzo la mattina già immagino tutte le difficoltà che posso incon-trare durante la giornata: e se la mia macchina si rompesse e arrivassi tardi al lavoro? E se sbagliassi qualcosa al lavoro? Gli altri potrebbero pensare che io sia un’incompetente. A quel punto tutti riderebbero di me, sarebbe troppo! Non po-trei sopportarlo! Poi penso…E se succedesse qualcosa a mio �glio mentre sono al lavoro?...Quando sento passare un’am-bulanza subito penso che possa essere successo qualcosa ad un

mio familiare…Questi pensieri mi distruggono, non mi fanno vi-vere bene e spesso resto a casa per evitare i pericoli del mondo esterno”

Questo modo di pensare, anche se è messo in atto con l’inten-to di prevedere, prepararsi e risolvere eventuali problemi o di�coltà, tende invece ad au-mentare la sensibilità all’infor-mazioni minacciose, aumenta il senso di vulnerabilità personale e le emozioni negative e orienta verso comportamenti negativi o soluzioni ine�caci. Infatti, per attenuare le preoccupazioni co-stanti, chi ha il disturbo d’ansia generalizzato può tentare di: distrarsi e controllare i pensie-ri (es. tenersi impegnati per di-strarsi da pensieri preoccupanti); evitare le situazioni in cui teme possa preoccuparsi (es. rinviare alcune attività per il timore di non farcela); richiedere ecces-sive rassicurazioni (es. chiedere rassicurazioni agli altri sul fat-

to che le cose andranno bene). Questi comportamenti, pur ri-ducendo momentaneamente l’ansia, a lungo andare manten-gono e rinforzano il disturbo. Nella terapia cognitivo-compor-tamentale uno dei focus princi-pali nel trattamento di questo disturbo è proprio la gestione del rimuginio, attraverso diver-se strategie che permettono di uscire dalla trappola dei pensieri negativi ripetitivi: • Psicoeducazione, che con-

siste nel fornire al paziente informazioni relative al ruolo che hanno le credenze sulle preoccupazioni nell’insorgen-za e nel mantenimento del di-sturbo;

• Individuazione e messa in discussione dei pensieri au-tomatici negativi attraverso la ricerca di prove a favore e contro queste idee disfunzio-nali;

• Messa in discussione delle credenze in merito all’incon-trollabilità e alla pericolosità delle preoccupazioni;

• Modi�ca delle credenze po-sitive rispetto all’uso del rimu-ginio, attraverso il confronto tra vantaggi e svantaggi pro-vocati dal ricorrere all’uso di pensieri ripetitivi;

• Rinforzo di nuove modalità di elaborare le preoccupazio-ni e training per aumentare la capacità di risoluzione dei problemi;

• Esposizione graduale alle situazioni temute e preoc-cupanti, per verificare e di-sconfermare i propri pensieri negativi;

• Mindfulness, ossia atten-zione consapevole rivolta ai propri processi mentali, aste-nendosi dai giudizi o dalla va-lutazione sui propri pensieri.

Page 27: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015
Page 28: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015

28 100% FITNESS MAG • Dicembre 2015

#CARDIOLOGO Professor Dottor Vittorio Fabbrocini

http://bit.ly/1gCxr2Z 338.4086506

La ginnastica è salvacuore

Giovani e anziani possono garantirsi una migliore e lunga vita a�uando una adeguata a�ività sportiva

Nei nostri articoli che mensilmente scriviamo su questo giornale e che riguardano prevalentemen-te problemi dell'apparato cardiovascolare abbia-mo sempre sottolineato l'importanza che assume l'attività �sica, la ginnastica, la palestra, il nuoto o lunghe passeggiate per coloro che hanno avuto o che hanno problemi in questo campo. Chi ha avuto problemi al cuore, come infarti, inter-venti operatori di rivascolarizzazione tipo By-pass aorto-coronarico o Angioplastica coronarica (con l'impiego del cosiddetto "palloncino" per la dilatazione della arteria coronaria occlusa) ed al-tre gravi situazione di interesse cerebrovascolare (Ictus) ne ricava un grande bene�cio. Un periodo di Fisioterapia segue sempre alle dimissioni clini-co-ospedaliere delle persone curate per queste patologie. Oggi l'attività �sica o meglio quella sportiva sta avendo una notevole importanza non solo per la

riabilitazione dopo una malattia cardiovascolare e neurovascolare, ma anche come una azione di prevenzione da quelle stesse malattie.

Gli e�etti della ginnasticaV'è persino chi nel campo medico sostiene che l'at-tività sportiva è come una medicina. Ad esempio una adeguata ginnastica o lunghe passeggiate a passo svelto favoriscono l'abbassamento dei va-lori alti della Pressione arteriosa, come quelli della Glicemia nei diabetici per una migliore utilizzazione del Glucosio nel Circolo sanguigno. Nella Rivista cardiologica (Circ Heart Fall 2015;8:1 5-7) è stato pubblicato un lavoro scienti�co che conferma come l'esercizio �sico migliora la per-formans cardiorespiratoria nello scompenso car-diaco in particolari condizioni. Nello stesso lavoro scienti�co è stato anche valutato positivamente

Page 29: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015
Page 30: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015

30 100% FITNESS MAG • Dicembre 2015

#CARDIOLOGO

l'e�etto dell'allenamento sulla qualità della vita (Minnesota test). Identiche conclusioni sono sta-te riportate recentemente da un'altra Ricerca, at-tuata per lungo tempo da studiosi italiani (Int. J. Cardiol.2015;201:293-299), riguardante la riduzione dell'incidenza di malattie cardiache con l'attività �sica e l'uso della dieta mediterranea nel corso della vita. I ricercatori hanno seguito 1.677 sogget-ti maschili di età 40-50 anni, indenni da malattie cardiovascolari, sino ai 90 anni.

L'impegno cardiovascolareE' ormai ben chiaro nel campo medico che l'atti-vità sportiva, in rapporto all'impegno muscolare, è in grado di modi�care condizioni di vari organi e apparati, volti a rispondere alle maggiori esigenze metaboliche sotto sforzo. Si tratta di modi�che che non hanno nulla di patolo-gico, cioè di malattia. Oltre ad un impegno musco-lare e osteoarticolare, che varia dal tipo di sforzo eseguito, gli apparati che maggiormente vengono sollecitati e interessati sono quello respiratorio ed in gran parte quello cardiovascolare. Il cuore può avere un ingrandimento dell'organo (Cuore di atleta) e una riduzione della frequenza cardiaca a riposo (eventi frequenti specie in chi pratica attività agonistica). In tali casi si può avere contemporaneamente un aumento di calibro del circolo coronarico.

Le attività sportiveL'attività �sica viene ad interessare tutto il mondo dello Sport con i suoi vari aspetti e con i suoi "livelli". V'è una attività ludico-motoria, quella praticata da persone non tesserate con la Federazione Spor-tiva o Enti di promozione sportiva. Il suo scopo è di mantenere il benessere psico-�-sico: nuotare in piscina, giocare a tennis, a calcet-to, andare in palestra, camminare per boschi o in montagna, costituiscono una attività motoria ama-toriale per ragazzi ed adulti. Una seconda attività sportiva, quella agonistica, riguarda coloro che praticano uno sport in modo continuativo ed esclu-sivamente in modo organizzato dalle Federazioni sportive nazionali e i Giochi della Gioventù. In�ne v'è un'attività non agonistica che coinvol-ge circa il 99 % delle persone (adulti e ragazzi) e comprende attività sportiva in ambito scolastico, tesserati ad una Federazione oppure ad un Ente di promozioni sportive.

Il certi�cato medicoLe disgrazie che negli ultimi tempi si sono veri�-cate con il decesso improvviso di atleti e giovani sportivi sui campi di gioco ha messo in allarme non solo il mondo sportivo ma anche quello governativo con decisioni di obbligare coloro che praticano uno sport - a secondo del livello - di una certi�cazione sullo stato di salute. Importante è anche la obbli-gatorietà di avere sui campi di gioco Unità Mediche di Rianimazione. Sono stati emanati a tal proposito vari Decreti ministeriali.L'attività sportiva agonistica è regolata dal Decreto del 18 febbraio 1982, che impone agli at-leti una serie di accertamenti cardiologici (visita, elettrocardiogramma a riposo e dopo sforzo, eco-cardiogramma, eventuali altre indagini) e la certi-�cazione di buona salute redatto da un Medico specialista in Medicina dello Sport. Per l'attività ludico-motoria non è richiesta la certi�cazione medica. Tuttavia alcune Strutture sportive (Piscine, Palestre) chiedono la certi�ca-zione del Medico (quello di famiglia va bene) per tutelarsi. La necessità della certi�cazione medica è invece per coloro che praticano un'attività non agonistica ma organizzata nell'ambito scolasti-co, tesserato presso una Federazione o un Ente di promozione dello Sport. Occorre in tal caso una certi�cazione del medico specialista in Medicina dello Sport.

Page 31: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015
Page 32: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015

32 100% FITNESS MAG • Dicembre 2015

#AUDIOPROTESISTA Dott.ssa Tea Maione

338.9648341http://bit.ly/1gXjdO7 Martedì dalle 9.00 alle 11.00

La presbiacusia come fenomeno sociale

Si è concluso il 1 dicembre 2015 nella sala congres-suale del Grand Hotel La Pace in Sant’Agnello, mo-deratore il dott. Cappiello Francesco, l’interessan-te Corso di aggiornamento, rivolto ai medici di base della Penisola Sorrentina, che li ha visti partecipi per la quasi totalità, “La presbiacusia come fenomeno sociale: cause, implicazioni e soluzioni”.Nelle due giornate i relatori hanno sottolineato come Il fenomeno dell’ipoacusia si evidenzia sempre più come vero e proprio fenomeno sociale. Il 12 % della popolazione italiana, infatti, è a�etta da problemi più o meno evidenti riguardanti l’udito."La presbiacusia è un problema sociale che investe oltre al malato, la famiglia e tutto il contesto in cui l'anziano svolge la sua quotidianità. L'anziano a�etto da presbiacusia, infatti, se non giustamente trattato, può andare incontro a depressione e ad una demenza senile più repentina. Una famiglia attenta, pertanto, è importante così come lo è una diagnosi precoce".“Il 25% della popolazione, ha più di 65 anni e de-gli over 65, il 33% ha problemi di udito; la perdita dell'udito, purtroppo, è un fattore che in�uenza anche il decadimento cognitivo delle persone che ne sono a�ette e pertanto, va trattato con la giusta attenzione".La Presbiacusia (présbys ‘vecchio’ e ákousis ‘udito’) rappresenta l’insieme dei disturbi della funzione udi-tiva che si manifestano con l’avanzare dell’età e si identi�ca con la senescenza �siologica dell’apparato

uditivo, caratterizzata da una progressiva, bilaterale e simmetrica ipoacusia neurosensoriale. Essa per il progressivo prolungamento della vita media, in particolare nel mondo occidentale, attualmente, rap-presenta la causa più frequente di sordità nell’adulto.L’eziopatogenesi riconosce fattori genetici (geni localizzati sui cromosomi 10, 11, 14, 18) e fattori non genetici (esposizione al rumore, patologie cardio-vascolari, radicali liberi responsabili di alterazioni di microstrutture cellulari a causa di una riduzione del ¦usso sanguigno). L’opinione più accreditata circa l’eziopatogenesi della presbiacusia è multifattoriale, in quanto le alterazioni involutive colpiscono ogni struttura dell’apparato uditivo, dalla membrana del timpano sino alle aree corticali primarie e secondarie del lobo temporale.

SINTOMATOLOGIAL’ipoacusia è il sintomo principale. Anche se il peg-gioramento della soglia uditiva è già osservabile dopo i 20 anni, clinicamente l’ipoacusia inizia a mani-festarsi intorno ai 50 anni, con una ridotta capacità di percepire i suoni di tonalità acuta, quali il campanello di casa o la suoneria del telefono. Con il passare degli anni compare una ridotta intellezione dei messaggi vocali, inizialmente in ambiente rumoroso poi in tut-te le condizioni (tipicamente viene a§ermato sento i suoni ma non capisco le parole); l’ipoacusia giunge a livelli di grave entità in un numero ridotto di casi.

Page 33: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015
Page 34: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015

34 100% FITNESS MAG • Dicembre 2015

#FARMACISTA Dott. Giuseppe De Simone

http://bit.ly/1ghBPqX 335.5302988

In farmacia il test per l'intolleranza al la�osio

L’intolleranza al lattosio è una delle più di�use e note intolleranze alimentari unitamente a quella per il glutine. Nella maggior parte dei casi è dovuta ad una carenza soggettiva dell’enzima necessario per digerire il lattosio, lo zucchero naturalmente presen-te nel latte. Di solito si manifesta con sintomi a carico dell’apparato intestinale come aria, dolori, diarrea e crampi. La diagnosi de�nitiva si fa con il breath test e l’unico possibile approccio alla cura è il controllo della alimentazione. Essere intolleranti al lattosio signi�ca so�rire di una carenza più o meno marcata di lattasi, che serve per la digestione dei latticini: lo zucchero del latte che per essere assorbito dall’intestino dev’essere scom-posto nei due zuccheri semplici che lo compongono, glucosio e galattosio. La carenza enzimatica può essere totale o parziale, ma in ogni caso quel che accade è che il lattosio non modi�cato viene fat-to fermentare dai batteri intestinali. L’azione della ¯ora batterica è la causa dei disturbi gastrointesti-nali. Tutti i sintomi dell’intolleranza al lattosio sono aspeci�ci e potrebbero quindi essere causati con la medesima intensità anche da malattie ben più gravi.

Inoltre, come sempre quando ci sono di mezzo mal di pancia e cattiva digestione, è piuttosto comune che ci sia anche stanchezza dopo i pasti o incapacità a riposare bene. Tutti questi segnali, anche sommati tra loro, non dirigono in modo univoco la diagnosi verso una intolleranza.Bisogna quindi rivolgersi al medico che, con la visi-ta e la ricostruzione della storia clinica dei sintomi, può collegare l’assunzione degli alimenti contenenti lattosio con il disturbo. Da oggi la conferma la si può ottenere in farmacia. La diagnosi arriva dal breath test: un metodo non invasivo che si esegue in modo semplice e sicuro. A digiuno si so�a in uno speciale “boccaglio” per la “raccolta del respiro”. L’apparecchio misura la quantità di idrogeno nell’aria espirata. Una volta e�ettuata questa misurazione, si somministra una bevanda contenente lattosio in quantità nota: a questo punto ogni 30 minuti per le 3 ore successive si dovrà so�are nel boccaglio e ogni misura della quantità di idrogeno verrà correlata con la misurazione a digiuno. La fermentazione del lattosio non digerito produce proprio idrogeno, per-tanto nei soggetti intolleranti si veri�ca, rispetto alla prima misura, un aumento della quantità di questa sostanza nel respiro. È necessario per eseguire il test essere a digiuno da almeno 8 ore e non aver assunto antibiotici da almeno 2 settimane. La sera prima del test si mangia normalmente, prediligendo comunque alimenti semplici, che non fermentino nell’intestino, consumando del riso in bianco condito con olio extravergine di oliva e del pesce alla griglia o al forno. La terapia per l’intolle-ranza al lattosio consiste nella dieta ad esclusione: tutti i cibi che contengono lattosio, per lo più latte e derivati, vanno evitati. Oggi il lattosio viene anche utilizzato spesso come additivo dall’industria alimen-tare, per esempio nel prosciutto cotto, nelle salsicce, nei dadi per il brodo e nel pancarrè. In farmacia sono dipsonibili delle compresse a base di lattasi che pos-sono essere assunte proprio per digerire il latte se vogliamo consumare latte e latticini. Info Farmacia Elifani 0818786605.

Page 35: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015
Page 36: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015

36 100% FITNESS MAG • Dicembre 2015

#COUNSELOR Dott.ssa Anna Sallustro

338.1356920 Counselor / Educatrice

Genitori �gli un di�cile compito

Sempre più spesso mi imbatto in genitori che hanno grandi dif-�coltà nel gestire i propri �gli. Bambini, preadolescenti e ado-lescenti che sembrano agli occhi dei genitori, piccoli mostri pronti a divorare tutte le lore energie, nel grande compito di crescerli. Se ci mettiamo dalla parte dei mostri ci rendiamo conto delle loro paure, i loro timori, i loro di-sagi nel crescere, nel rapportarsi ai propri coetanei, nell'interagire con gli adulti e sopratutto i loro bisogni di sicurezza, approvazio-ne, attenzioni.

Dunque qual'è la strada da se-guire?Il mestiere del genitore è impe-gnativo e di�cile, come spesso si dice, il più di�cile. È sicuramente un compito tutt’altro che sempli-ce in questa società, complessa e non facile da vivere, dove l’azio-

ne educativa diventa sempre più di�coltosa, dove si tenta a dare tanto in termine di cose materiali e poco in tempo, attenzioni, pre-senza, inoltre, i genitori nel loro rapporto con i �gli sono spesso soli o mal consigliati.

E il mestiere di essere �gli? I �gli non sono oggetti da mo-di�care o usare, ma persone da aiutare nella crescita. Loro han-no già le tante di�coltà che in-contrano nell’apprendere e nel relazionarsi con il mondo adulto al quale piano piano dovranno accedere. Crescere sereni di-penderà da quanto aiuto la �gu-ra adulta saprà dargli, di quante esperienze ripetute farà con il genitore, di sentirsi riconosciuti con le emozioni, esigenze e desi-deri propri. Soddisfare il bisogno di riconoscimento di un bambino signi�ca percepire i suoi segnali,

verbali e non verbali, compren-derli e attribuire loro un senso. Tutto questo vi sembrerà scon-tato, al contrario si tratta di un compito per il genitore tutt’altro che semplice, che presuppone una grande capacità di attenzio-ne e di ascolto verso se stessi e gli altri, una capacità che noi tutti abbiamo ma che troppo spesso dimentichiamo di allenare. Dare supporto ai genitori, ascol-tarli, avere uno spazio a disposi-zione per confrontarsi, consente di recuperare �ducia nella pro-pria capacità di farcela, aiuta a capire meglio gli eventuali mo-menti di di�coltà e a porsi come �gure autorevoli ed a�ettive che favoriscano la crescita. Nel di�-cile compito di genitore: bisogna saper chiedere anche aiuto.

Page 37: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015
Page 38: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015

38 100% FITNESS MAG • Dicembre 2015

...tutte le lettere dei bambini scritte per babbo Natale iniziano così... solitamente, poi, continua-no dicendo “sono stato bravo e vorrei....” La consapevolezza dei bambini dell'essere stati bravi o meno deriva dalle esperienze che vivono e dal grado della loro autostima. Ma come si crea l'autostima di un bambino e come si distrug-ge? Per formarla ci vuole tanto tempo ma per annientarla basta poco. Quando continuamente si ripete a un bambino sei cattivo, sei stupido, sei scostumato ecc... a scuola, a casa il bambino real-mente crede di non valere niente e di essere cattivo!!!!L'autostima rappresenta un fat-tore di primaria importanza nella costruzione e nel mantenimento del benessere sociale ed emo-tivo. Un bambino con un buon livello di autostima riuscirà più fa-cilmente a formare delle relazioni positive rispetto ad un bambino che so�re di profondi sentimenti di scarso valore personale. L'autostima è legata al sentirsi degni d'amore e al sentirsi ca-paci. Molti bambini danno poco valore alle loro abilità e non dare peso ai loro successi. Molti si arrendono facilmente e di con-seguenza ottengono dei risultati molto inferiori alle loro capacità. Se il bambino so�re di bassa au-tostima, difronte a cento perso-ne che gli dicono che è stato bra-vo crederà a quell'unica persona che gli dice che avrebbe potuto fare di più. Poi ci sono bambini che ottengono buoni risultati ma che hanno una continua paura di fallire che può annullare in loro la creatività e la capacità di

sperimentare. L'autostima non dipende dalla riuscita in sé, ma dalla presenza di un forte senso di valore personale che permetta di a�rontare sia i fallimenti sia i successi. Ma come si sviluppa l'autosti-ma? Il bambino piccolo si basa principalmente su criteri esterni per confermare il proprio valore personale e la propria competen-za. Quindi le persone signi�cati-ve della sua vita: genitori, nonni, insegnanti devono dimostrargli amore e approvazione.I sette componenti principali che possono portare ad alti livelli di autostime sono: conoscenza di sé, il sé e gli altri, accettazione di sé, autonomia, espressione di sé, �ducia in se stessi in�ne consa-pevolezza di sé.Tutti questi elementi possono essere “coltivati” e “curati” an-che, forse soprattutto, a scuola. Si parla tanto dell'importanza di creare un'atmosfera di classe che favorisca l'autostima. Ciò rispec-chia un'educazione che abbrac-cia lo sviluppo cognitivo, emoti-vo e �sico e non solo il successo scolastico �ne a se stesso.Gli insegnanti si trovano in un'ot-tima posizione per far crescere l'autostima dei bambini, incorag-giando il confronto attivo che di-mostri l'importanza del contribu-to di ogni bambino. Ogni sguardo, commento, azione ha il potere di contribuire al suo concetto di sé e al suo valore personale.I bambini con scarsa autostima hanno bisogno di essere seguiti maggiormente e da personale quali�cato. Un modo per aiutarli è l'utilizzo dell'immaginazione,

347.5477785

#NEUROPSICOMOTRICISTA Dott.ssa Daniela Caiafa

http://bit.ly/1bjyYJp Lunedì e Sabato dalle 9.00 alle 13.00

Caro Babbo Natale...questo è un potente strumento. I bambini possono essere inco-raggiati a utilizzare questa ri-sorsa naturale in modo positivo ed e�cace. Si possono incorag-giare i bambini ad immaginare problemi, decisioni, dilemmi e sensazioni. Non bisogna analiz-zare o decodi�care le risposte date, ma semplicemente osser-varle ed esplorarle, parlandone è possibile o�rire al bambino di vedere la soluzione o permettere un cambiamento di prospettiva che prima sembrava impossibi-le. Bisogna creare una relazione caratterizzata da:• genuinità e trasparenza, espri-

mere, quindi, i veri sentimenti;• accoglienza e considerazione

dell'altra persona come indivi-duo diverso separato da noi;

• sensibilità nel vedere il mondo dell'altra persona e lei stessa come lei si vede.

Così l'altra persona : • vivrà e capirà degli aspetti di sé

che aveva represso;• sarà più integrata;• sarà più autonoma e sicura di

sé;• riuscirà ad esprimere se stessa; • diventerà più comprensiva;• riuscirà ad a�rontare meglio i

problemi della vita........

Caro Babbo Natale aiutaci a stare attenti quando parliamo con i bambini non diamo sem-pre tutto per scontato e cer-chiamo di non essere super�-ciali, ogni nostra parola ha un peso nei bambini che credono in noi e in tutto ciò che gli di-ciamo. Buon Natale a tutti!!!

Page 39: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015
Page 40: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015
Page 41: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015
Page 42: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015

42 100% FITNESS MAG • Dicembre 2015

#SESSUOLOGA Dott.ssa Olga Paola Zagaroli

335.8709595http://bit.ly/1euymof Lunedì e Giovedì dalle 15,30 alle 17,30

Ricordo una pubblicità che di-ceva “far bene l’amore fa bene all’amore”. In realtà, far bene l’amore fa bene a tutto: all’a-more, al corpo, alla salute, alla mente, alla persona e alla cop-pia…rende più felice, fa dormire meglio e fa vivere più a lungo!Alcuni di questi bene�ci deriva-no dal rilascio di alcuni ormoni (come l’ossitona, conosciuto anche col nome di “ormone dell’amore”, il che la dice lun-ga sulle sue funzioni) e di altre sostanze (come le endorfine, neurotrasmettitori responsabili

del rilassamento) che il nostro organismo produce e rilascia durante l’orgasmo.

Ma, come abbiamo detto tante volte, per arrivare all’orgasmo c’è bisogno che il corpo e la mente siano predisposti a soddi-sfare tutte le fasi della risposta sessuale precedenti l’orgasmo stesso. Dovremmo quindi esse-re pronti a provare desiderio verso l’altro, a raggiungere uno stato di eccitazione su�ciente (il che implica erezione nell’uo-mo e lubriªcazione nella donna),

a vivere in modo grati�cante e coinvolgente i preliminari per poi arrivare al plateau ed in�ne all’orgasmo. Quante volte ci capita di rinun-ciare a tutti i bene�ci che il fare l’amore comporta, perché la routine, lo stress, il quotidiano e pensieri di ogni tipo ci impon-gono di dire “non ora…ho mal di testa”. Questo è vero per le donne quanto per gli uomini, a pensarci bene, forse, è una del-le poche cose che ci accomu-na davvero… per fare sesso (e bene) non vogliamo pensieri.

Sessovs Stress

Page 43: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015
Page 44: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015

44 100% FITNESS MAG • Dicembre 2015

Il punto è che la vita ci porta ad avere preoccupazioni in molti ambiti del nostro vivere quo-tidiano e questo spesso va ad in�ciare anche i contesti in cui potremmo trovare giovamento e godimento. Molti disturbi e disfunzioni sessuali hanno una forte componente psicologica, e spesso questa risulta essere addirittura l’unica causa.

Questo ci ha fatto molto ri¯et-tere sull’in¯uenza che la mente ha sulle risposte che il corpo produce. Sebbene questa que-stione sia nata con la psicologia, ricordiamo che gli studi di Freud si sono incentrati sull’isteria come manifestazione di repres-sioni femminili, oggi si sa che non è più solo un problema di “somatizzazione”, ma è un’in-¯uenza più sottile e di�usa, che agisce in modo più mascherato e che spesso ci danneggia senza che ce ne rendiamo conto. Per attenuare e controllare i disturbi della sfera sessuale e le problematiche ad essi colle-gate sia come cause che come e�etti di tali disturbi, la psicolo-gia e la psicosessuologia hanno messo a punto alcune tecniche di rilassamento che si sono ri-velate essere particolarmente signi�cative ed e�caci. Due tra queste meritano a mio avviso particolare attenzione: una è il training autogeno e l’altra è la mindfulness.

Il training autogeno è stato idea-to agli inizi del secolo scorso dal neurologo tedesco Johannes Heinrich Schultz, che sostene-va che lo stato di rilassamento fosse un ottimo strumento per superare problemi di tipo ses-suale, psicologico e �sico.Questa tecnica, conosciuta come tecnica di rilassamento,

ha in quest’ultimo il suo punto di partenza, che ci potrà con-durre, seguendo il metodo con costanza, a un vero e proprio cambiamento �siologico, capa-ce di mettere a riposo il sistema neurovegetativo, e psichico con ristrutturazione della personali-tà. Attraverso le sei tappe fon-damentali del training autogeno possiamo ottenere dei bene�ci concreti come la prevenzione di alcuni disturbi psicosomatici, la riduzione del carico eccessivo di distress, miglioramento della concentrazione, della memoria e dell’autocontrollo, capacità di superare momenti di stanchez-za durante la giornata, riuscire a migliorare le prestazioni �siche. Tutti questi bene�ci �sici e psi-cologici vanno a favorire e mi-gliorare molte delle componenti che entrano in gioco quando ci troviamo a vivere un momento di intimità e sessualità. Anche con la mindfulness si possono ottenere questi ed al-tri risultati. Infatti, questo proto-collo, ideato da Jon Kabat-Zin nel 1979 presso l’università del Massachusetts per aiutare i malati terminali, strutturato in otto incontri durante i quali si praticano diversi tipi di medita-zione, porta a raggiungere gradi di consapevolezza di�cilmente raggiungibili attraverso qualsiasi altro metodo.

“Mindfulness” infatti, si tradu-ce col termine consapevolez-za, che si raggiunge attraverso tecniche di meditazione “for-mali” e tecniche di meditazione dette “informali” che entrano e si sperimentano nel quotidiano della nostra vita. Mindfulness è quindi una modalità di prestare attenzione, momento per mo-mento, in modo intenzionale e non giudicante, al �ne di risol-

vere (o prevenire) la so�erenza interiore e raggiungere un’ac-cettazione di sé attraverso una maggiore consapevolezza della propria esperienza che com-prende: sensazioni, percezioni, impulsi, emozioni, pensieri, pa-role, azioni e relazioni.

Migliorare questa modalità di prestare attenzione permette di cogliere, con maggiore prontez-za, il sorgere di pensieri negativi che contribuiscono al malesse-re emotivo. Una gran quantità di pensieri negativi deriva dalla critica che il soggetto fa a se stesso per il fatto di sentirsi an-sioso, depresso o a disagio. Ai pensieri negativi (primari) che alimentano i disagi emotivi, si aggiungono ulteriori pensieri improduttivi (secondari) su di sé. Questo meccanismo di autoac-cusa e autobiasimo genera una spirale che dà origine al ruminio depressivo. La persona si pone così in una condizione di nemica di se stessa, anziché di alleata di se stessa.

L'allenamento della consape-volezza permette di affinare l'attenzione verso questi mec-canismi che deteriorano l'umore e depotenziano le capacità di ri-presa psicologica permettendo maggiori possibilità di esplora-zione, espressione e cambia-mento di tali contenuti.

Per eventuali informazioni e approfondimenti potete con-tattarmi dal lunedì al venerdì al 3358709595 o scrivermi all’indi-rizzo: [email protected]

#SESSUOLOGA

Page 45: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015
Page 46: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015

46 100% FITNESS MAG • Dicembre 2015

#PEDIATRA Dott. Carlo Alfaro

http://bit.ly/1dzh7MF Pediatra

La pediculosiquel malede�o prurito alla testa…

Le uova, dette lendini, sono di colore chiaro, hanno una forma a pinolo e misurano circa 1 mm. Le femmine del pidocchio deposita-no le lendini alla radice dei capelli o dei peli, in gran parte dietro le orecchie e sulla nuca, e le fis-sano grazie a una sorta di colla resistentissima che secernono. Possono deporle anche sulla fine peluria degli indumenti, partico-larmente su quelli di lana. Dalle uova deposte in circa 7-15 giorni nascerà una nuova generazione di parassiti. Nel corso di un mese, ogni femmina depone sull'ospite dalle 80 alle 300 uova. Le lendini, che rimangono attaccate ai ca-pelli, seguono la crescita di que-sti ultimi. Misurando la distanza delle lendini dal cuoio capelluto, si può calcolare approssimati-vamente da quanto tempo è in corso l'infestazione, dato che i capelli umani crescono circa 1 cm al mese.

A livello di indumenti, i parassiti aderiscono a maglie, canottiere, corpetti e mutande, ma anche nel cavallo dei pantaloni e nelle maniche delle giacche, oltre che agli effetti letterecci. I sintomi: prurito del cuoio capelluto, ri-gonfiamento delle linfoghiando-le della nuca, presenza di piccoli puntini bianchi (uova, o lendini) sul capello, difficili da togliere perché adesi. Possibili complica-zioni: infezione secondaria della pelle dovuta ai graffi per l’intenso prurito nella zona interessata, ma

non portano alla diffusione di al-tre malattie. Come riconoscer-li? Attraverso un'accurata ispe-zione del cuoio capelluto. Le più facili da individuare sono le len-dini, che solitamente si ritrovano attaccate ai capelli della nuca e a quelli intorno alle orecchie, dove le condizioni di temperatura e umidità sono più favorevoli alla schiusa. I pidocchi presenti sul cuoio capelluto e sui tessuti di biancheria e abbigliamento pos-sono essere difficili da scovare. Può essere necessario, utilizzan-do guanti monouso, esplorare la testa sotto una luce forte, magari con una lente d’ingrandimento. Vanno ripartiti i capelli in ciocche fino al cuoio capelluto, cercan-do sia il movimento dei pidocchi sia le loro uova, con particolare attenzione nella parte superiore del collo e dietro alle orecchie, i posti dove è più comune si tro-vino le uova.

Il trattamento è consigliato anche se si trova un solo uovo. In commercio esistono polveri, shampoo, lozioni o spray. Dopo l’uso dell’insetticida, bisogna pas-sare un pettine a denti fitti per eliminare le uova e i pidocchi uccisi. È opportuna una seconda applicazione 7 giorni dopo la pri-ma, per uccidere i pidocchi nati dalle uova schiuse dopo il primo trattamento. Le sostanze chimi-che alla base di tutti i prodotti topici si suddividono in 3 cate-gorie:piretrine naturali, piretroidi

SECONDA PARTE

(piretrine di sintesi), malathion. A questi va aggiunto Il dimeticone, derivato dal silicone, che, se ap-plicato sul cuoio capelluto e per tutta la lunghezza dei capelli, ri-coprendo il pidocchio completa-mente ne favorisce l’eliminazione per soffocamento. Quest’ultimo principio attivo essendo ben tol-lerato e privo di effetti collatera-li è indicato per i bambini molto piccoli ed in gravidanza.

Come formulazione, il solo uso dello shampoo non è consigliabi-le in quanto il tempo di contatto con il cuoio capelluto è molto breve e poi perché il principio attivo si diluisce con l’acqua ren-dendolo meno efficace. Convie-ne abbinare lozione e shampoo.Sta aumentando il fenomeno della resistenza ai farmaci: in tal caso si deve scegliere un altro prodotto, di un’altra classe, per debellare l’infestazione.

Tagliare i capelli non è un’a-zione necessaria, se non per il fatto che i capelli corti facilitano il trattamento della pedicu-losi. Una parte importante del trattamento è la rimozione delle lendini dopo l’applicazione del prodotto. Questa operazione può essere fatta manualmente o aiutandosi con un pettine fitto bagnato di aceto caldo. L'aceto grazie al ph acido discioglie la so-stanza adesiva che fissa le lendini al capello. Prima di fare questa operazione, si è trovato che stro-

Page 47: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015
Page 48: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015

#PEDIATRA

finare l’olio d’oliva nei capelli o fare passare il pettine di metallo attraverso la cera d’api contribu-isce a rendere le uova più facili da rimuovere. I pettini di metal-lo sono più forti e più efficaci di quelli fatti di plastica. Importante anche la bonifica ambientale: lavare tutti i vestiti e la biancheria da letto in acqua a 60 gradi con del detergente, ripetendo il trat-tamento dopo 7-10 giorni, ossia il tempo di incubazione delle uova. A volte, gli insetti o le loro uova si nascondono in posti come i tappeti, che pure vanno puliti regolarmente.

Per la prevenzione, se un mem-bro della famiglia è affetto da pediculosi bisogna controllare la testa a tutti, e avvertire immedia-tamente la scuola del bambino, in

modo che anche gli altri compa-gni di classe siano controllati. Per prevenire la pediculosi bisogna invitare i bambini ad evitare la condivisione di pettini, spazzo-le, cappelli, sciarpe e indumenti. Non serve trattare preventiva-mente i soggetti che non hanno ancora contratto i parassiti, è anzi controproducente perché potrebbe indurre resistenza per un futuro trattamento.

I bambini infetti non dovreb-bero essere ammessi a scuola fino a quando i pidocchi sono stati completamente debellati. Non servono prodotti preventivi capaci di impedire al pidocchio di infestare una persona. Le ragioni della recrudescenza delle pediculosi sono molte-plici: le attuali abitudini di vita

con aumentata permanenza in posti affollati (luoghi di lavoro, scuole, mezzi di trasporto, pale-stre), l'uso massiccio di prodotti antipediculosi che sta rendendo i pidocchi sempre più resistenti. I metodi naturali come l’aceto, la maionese, i balsami non sono efficaci nel debellare la pedicu-losi, tuttalpiù possono alleviare i sintomi come prurito ed irrita-zione cutanea.

E c’è una novità: è allo studio di un equipe americana un pet-tine-phon, ossia un pettine a denti fitti in grado di emanare aria calda a 60°, che passando tra i capelli sarebbe in grado di distruggere il 98% delle lendini e l’80% dei pidocchi adulti.

Page 49: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015
Page 50: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015

50 100% FITNESS MAG • Dicembre 2015

#NUTRIZIONISTA Dott.ssa Francesca Maresca

334.2258132http://bit.ly/19ubheb Martedì e Giovedì dalle 15.00 alle 16.30

Dieta a Natale?

La giusta via, come sempre, sta nel mezzo, per cui il criterio an-cora una volta è la moderazione.Ciò non significa pranzare il gior-no di Natale con 70 g di pane e 100 g di carne ai ferri con insalata mista, ma semplicemente evitare gli eccessi.Nessun alimento è proibito in modo assoluto, quindi devo sempre chiedermi: • Quanto ne mangio? • Con che frequenza lo mangio,

cioè quante volte? • In che momento della giornata

lo mangio?Se le feste di Natale iniziano a Novembre (o prima) con i panet-toni nel cellophane e terminano a Febbraio con l'offerta dei pan-doro 3x2 (o viceversa), è facile scoprire a gennaio, nella calza della Befana, un pieno di chili di

troppo accompagnato da tanti sensi di colpa, se non addirittura da problemi di digestione, o va-lori ematochimici alterati. In realtà le feste sono pochi giorni ben precisi che, se anche portano a mangiare più del solito, non possono essere la causa di tutto ciò.Natale, Santo Stefano, ultimo dell'anno e primo dell'anno sono i giorni di festa in cui consiglio di:• Non stare a dieta: i risultati si vedono da un percorso globale e non dal sacrificio estremo realiz-zato nel giorno di festa• Non rinunciare mai alla pri-ma colazione, ma visto che vi aspettano pranzi pantagruelici, rendetela leggera: una tazza di the, un paio di biscotti, una spre-muta senza zucchero;• Prima del cenone non saltare gli altri pasti o il metabolismo ne risentirà. Preferite un pranzo leggero a base di carne bianca e verdure cotte, uno spuntino a base di frutta poco zuccherina (Da scegliere: mele, pere, arance, frutti di bosco, ananas, kiwi. Da evitare invece: uva, fichi, bana-ne, cachi, castagne, frutta secca). per arrivare a sera leggeri ma non affamati;• Bere tantissima acqua tut-to il giorno. Durante il cenone concedetevi un paio di bicchieri di vino o di spumante, evitando però aperitivi e sgarri nei giorni di pausa. Evitate le bevande gas-sate, anche quelle ipocaloriche che comunque gonfiano senza nutrire;• Assaggiare un po' di tutto senza consumare porzioni ec-cessive o doppie;

"Sono a dieta, ma sta arrivando il Natale... come faccio?" Ovvero è possibile seguire una dieta a Natale? Le tentazioni nelle festività sono tante! Rinunciare a tutto o esagerare? ...

Page 51: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015
Page 52: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015

#NUTRIZIONISTA

• Eventualmente evitare il pane se si è mangiato qualche crostino ed un po' di primo;• Dopo pranzo approfittare del tempo libero per fare quattro passi a piedi, ad esempio per andare a prendere un caffè;• Se ci sembra di aver veramente esagerato è possibile terminare la giornata con una cena leg-gera a base di vegetali (es. una scodella di passato di verdura o della frutta o una macedonia...) • Nei giorni non festivi ripren-dere la solita alimentazione .• Se al termine delle festività sono avanzati del panettone e/o del pandoro, si potrà consu-marne una fettina la mattina per colazione (giusto per finirlo, ma evitando ovviamente di com-prarne altri).-Inoltre, visto che durante le fe-

stività si ha più tempo libero, è molto importante incrementare l'attività fisica (passeggiare, scia-re, ballare...).

Ultimo punto ma non meno im-portante nei giorni non festivi imparate a dire NO: se La zia vi porta il dolce tipico, in ufficio si mangia il panettone e a casa si deve per forza mangiare il pan-doro possiamo decidere che for-se un “no” in certi casi è meglio! Nessuno ci obbliga a mangiare e suona quasi impossibile che ogni volta che ci viene offerta una fetta di pandoro noi ne abbiamo voglia. Cominciate a rifiutare gentilmente.Andare a far visita a parenti e amici non implica necessaria-mente dover mangiare mezzo pandoro e bere un bicchiere di

spumante. Se non volete offen-dere, usate delle scuse plausibili: devo fare gli esami del sangue e devo tenermi, devo fare dei test per verificare l’allergia alle uova o alle noci, non riesco a digerire. Se la buttate sulla salute nessuno potrà dire niente. Certo, la buona volontà è fondamentale, ma co-minciate ad abituarvi a dire: “No grazie, ne ho appena mangiata una fetta in ufficio, o da mia so-rella”, senza pensarci troppo.

Il mantenimento del peso e dei valori ematochimici, sarà per questo periodo un ottimo risul-tato: a gennaio chi è a dieta potrà così riprendere il percorso della perdita di peso dal punto in cui ha lasciato a fine dicembre.

Page 53: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015
Page 54: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015

54 100% FITNESS MAG • Dicembre 2015

L’alga Klamath

338 8194524

#NATUROPATA Mariateresa Caiafa

http://bit.ly/100x100-mtc

L’alga Klamath è di tipo verde-azzurro e il suo nome deriva dall’origine nell’omonimo lago, l’Upper Klamath nell’Oregon situato negli Stati Uniti, ed è talmente ricco di alghe da poter soddisfare l’intero fabbisogno dell’emisfero occidentale dato che la crescita avvie-ne in pochissimi giorni. Oltre ai suoi benefici per la salute generale, questa microalga ha anche parecchi effetti positivi sull’energia mentale, sull’attenzione, sull’umore e sull’ansia per questo è definita un super cibo per il cervello.Non ci dimentichiamo che le alghe sono state la pri-ma forma di vita sul pianeta e sono tutt’h responsabili del 90% delle fotosintesi sulla Terra e dato che l’alga Klamath cresce spontaneamente in un ambiente ricco di minerali, le permette di sviluppare un profilo nutrizionale unico. In particolare:• elevate quantità di clorofilla, pigmento dotato di

proprietà depurative e protettive, presenta anche funzioni antitumorali dato che ogni anno vengo-no rilasciate nell’atmosfera tonnellate di prodotti chimici, metalli pesanti e sostanze cancerogene che rischiano di accumularsi nei nostri tessuti e al sistema nervoso, l’alga Klamath si lega a queste sostanze e ne favorisce l’escrezione, impedendo loro di danneggiare il DNA;

• uno spettro completo e bilanciato di ben 13 vita-mine. Una delle più elevate fonti di vitamine del gruppo B e di vitamina K (fondamentale per le ossa). Possiede la più alta concentrazione di vi-tamina B12 assimilabile, essenziale per l’energia e la salute del sistema nervoso e cardiovascolare;

• oltre 60 minerali, tra macrominerali (ferro, calcio ecc.) e oligoelementi (boro, cromo, vanadio ecc.) in una forma organica completamente assimilabile;

• acidi grassi essenziali Omega-3 e Omega-6 nella proporzione ottimale;

• alta quantità e qualità di betacarotene associato ad altri 14 carotenoidi, in quella che è probabilmente la più ampia orchestra di sostanze antiossidanti;

• proteine complete: è l’unico cibo con tutti i 20 aminoacidi in proporzioni che li rendono comple-tamente assimilabili;

• ricca di fìcocianine (10-15% del peso a secco), una delle più potenti sostanze antinfiammatorie na-turali;

• contiene feniletilammina, una molecola che svolge una potente azione di stimolo cerebrale e neuro-logico;

• ha una parete cellulare priva di cellulosa, che la rende completamente digeribile e, grazie anche alle proporzioni ottimali di tutti i suoi nutrienti, per-fettamente assimilabile;

• previene o rallenta la perdita di leucociti quan-do si è soggetti a raggi x o chemioterapia e accelera la restaurazione dei normali livelli del sangue;

• elimina i metalli pesanti dal corpo umano, come cadmio, piombo e mercurio senza effetti collaterali della chelazione;

• effetti terapeutici per chi soffre di ulcera gastrica, ulcera duodenale e gastrite cronica con conseguenza eliminazione dei sintomi come dolori di stomaco, pesantezze, bruciori di stomaco ed eruttazioni;

• permeabilità intestinale.Inoltre, è una fonte preziosa di feniletilamina (PEA), un’anfetamina naturale endogena che aiuta l’umore, definita anche la “molecola dell’amore” perché au-menta la produzione di endorfine naturali, le stesse che il nostro corpo produce quando ci innamoriamo o facciamo esercizio fisico. Aumenta la libido o riduce stress e ansia. ll dosaggio consigliato per gli adulti è di 1 grammo se si tratta di polvere e il momento migliore per prenderla è la mattina a stomaco vuoto. In caso di sovraddosaggio si possono verificare episodi di diarrea, disturbi gastrici, mal di stomaco o nausea.

Page 55: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015
Page 56: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015
Page 57: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015
Page 58: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015

58 100% FITNESS MAG • Dicembre 2015

Scoliosi e Danza

#FITNESS LSM - PT Nello Iaccarino

[email protected] IACCARINO

La Danza, secondo Wikipedia, è una delle tre Arti sceniche princi-pali nell'antichità insieme al Tea-tro ed alla Musica, si esprime con il movimento umano secondo un piano prestabilito o improvvisato: la Coreogra�a.La Danza è l'espressione dell'a-nima attraverso il corpo; quel corpo che è capace di tradurre appieno i sentimenti. La Danza nel tempo si è di�eren-ziata in molteplici forme quali:1. Danza Classica;2. Danza Moderna;3. Danza Contemporanea;4. Danza di Carattere;5. Ecc.

Coloro che si avvicinano a

quest'Arte sono, nella quasi totalità dei casi, di sesso fem-minile. Bisogna poi distinguere anche chi si avvicina ad essa per uno studio a livello amatoriale o a livello professionale.

Siccome l'incidenza della scoliosi è maggiore nel sesso femminile (rapporto 5:1) rispetto a quella maschile, ci si può porre il proble-ma su una probabile evoluzione infausta della patologia in rela-zione al livello ambito. Ricordo che la scoliosi è un dismor�smo-che ha una sua evoluzione nelle 4 dimensioni (nei 3 piani dello spazio e nel tempo).Essa ha la sua massima incidenza nella pubertà (generalmente an-

ticipata nelle femmine), perchè durante tale periodo auxologica-mente si veri�ca un allungamen-to staturale secondo le leggi di Godin. Ne consegue che, se c'è diagnosi di scoliosi strutturata (e non atteggiamento scoliotico), il soggetto ha bisogno di una rieducazione posturale-proprio-cettiva che pone problemi agli Educatori. Questi Professionisti sicuramen-te si avvarranno della preziosa collaborazione di un Chinesio-logo o di un Terapista per tene-re sotto controllo la/le curva/e scoliotica/che e la sua/loro evo-luzione minimizzando sia i danni estetici che funzionali. Le giovani che ambiscono allo studio della Danza a livello professionale, ov-viamente, devono calibrare i loro allenamenti sia in frequenza, vo-lume, intensità, densità, ipermo-bilità articolare. Devono anche tenere sotto controllo i livelli di estrogeni e di cortisolo. Personalmente sono convinto che in Penisola Sorrentina gli Insegnanti di Danza siano molto bravi e conoscono bene queste problematiche, tuttavia si auspi-ca una stretta collaborazione tra tutti gli interessati: Danzatrici, Genitori, Insegnanti, Chinesiolo-gi, Terapisti, Medici.

Page 59: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015
Page 60: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015
Page 61: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015
Page 62: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015

62 100% FITNESS MAG • Dicembre 2015

#WELLNESS Ernesto Lupacchio

http://bit.ly/1couZMz Central Fitness Club 1, 2, 3

Come fai le piccole cose, così farai le grandi

È quello che con forte convinzio-ne e grande trasporto dico sem-pre nei vari corsi di formazione che organizzo e ripeto spesso ai miei clienti nelle lezioni e sedute di Personal Coach.Le piccole cose fanno la dif-ferenza, le piccole scelte che quotidianamente la vita ci pone sono importanti tanto o forse più di quelle grandi, perché solo se impariamo "a scegliere" ve-locemente e seguendo il nostro cuore, sbaglieremo il meno pos-sibile e vivremo ogni istante della nostra vita con pienezza.

Vivi come se dovessi morire domani.Impara come se dovessi vivere per sempre.M. Gandhi

Vivere scegliendo, VIVERE con consapevolezza è questa la vera s�da di ciascuno di noi! Perché la vita non accade a te ma accade per te (Jim Carrey).Da sempre l'uomo ha paura del-la morte e si preoccupa di vive-re il più a lungo possibile, ma in realtà quello che lo spaventa è a�rontare la vita, perché la vera minaccia da combattere non è la morte, bensì l'errore di una vita non completamente vissuta. La preoccupazione principale dovrebbe essere dì vivere vera-mente e non semplicemente so-

pravvivere, perché la vita é un brivido che vola via, é tutto un equilibrio sopra la follia (Vasco Rossi)Ricordate il �lm l'Attimo fuggen-te? "Andai nel bosco perché volevo vivere con saggezza e in profondità, succhiando tutto il midollo della vita, per sbaraglia-re ciò che non era vita e per non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto". Vivere la vita al 100%, in modo intenso, profondo, gustando-ne ogni più piccolo momento, forgiandola a nostra immagine come fosse un'opera d'arte e poi restare incantati dinanzi alla sua meraviglia: questo signi�ca vivere veramente. Ecco alcuni suggerimenti per vi-vere la tua vita al 100%.

1 Decidi cosa vuoi ottenere dalla vita.

Scrivi una lunga lista di cose che vuoi realizzare, imparare, posti da visitare e poi fai in modo che da semplici sogni diventino dei veri obiettivi con relativa scadenza. Se non sai cosa vuoi, non riusci-rai mai a ottenerlo!

2 Rischia. Chi non si accontenta di so-pravvivere ma vuole vivere veramente ha il coraggio di ri-schiare quando è il momento giusto; del resto, "una nave in porto è al sicuro, ma una nave non è fatta per stare in porto".

Page 63: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015
Page 64: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015

64 100% FITNESS MAG • Dicembre 2015

#WELLNESS

4 Sii folle. Lo ha detto anche Steve Jobs nel suo discorso all'U-niversità. Le persone di suc-cesso hanno la capacità di sorprendere, ma soprattutto non temono di apparire folli. Bensì sanno fare tesoro della propria straordinarietà.

5 Non smettere di provare meraviglia.

Finchè ciò accadrà potrai crescere e provare sempre nuove ed intense emozioni, che danno colore alla vita.

6 Dai più di quanto ricevi. Donare è una delle azioni che maggiormente fa sentire vivi, perché mette ciascuno in contatto con gli altri esseri umani e con il proprio cuore.

7 Prenditi una vacanza. A che serve ottenere dei ri-sultati se non ti fermi un atti-mo per osservare e godere di ciò che hai ottenuto? Alcune persone vivono come "mac-chine macina successi"; non si fermano mai, mai uno sva-go, mai un giorno di vacanza. Concedersi anche una breve vacanza serve per depurare

la mente da scorie emotive e riprendere la quotidianità con maggiore slancio e chiarezza di idee.

8 Sogna in grande! Spesso i sogni che si realizza-no sono quelli più ambiziosi, perché sono quelli a cui te-niamo di più, quelli che deter-minano il corso della nostra e magari dell'altrui vita (pensa a Martin Luther King, Steve Jobs, Muhammad Alì e tanti altri). Più il sogno è grande ed importante e meno ci conce-deremo il "lusso" di fallire.

9 Ama senza paura Avrai sempre due possibili-tà: L'amore o la paura. Sce-gli l'amore e non permette-re mai alla paura di metterti contro il tuo cuore gioioso (Jim Carrey)

10 Fai sempre la di�eren-za e dai valore aggiun-to a ciò che fai.

Non accontentarti mai di essere una "frase fatta", perché TU SEI POESIA.Che senso ha vivere senza lascia-re un segno?(Tratto da un art. di Roberto Re)

3 Ridi. La vita ha più gusto per chi sa ridere. Spesso le persone di successo sono dotate uno spiccato senso dell'humor che le rende particolarmente a�ascinanti e permette loro anche di uscire da situazioni spiacevoli.

Page 65: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015
Page 66: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015

66 100% FITNESS MAG • Dicembre 2015

Hobbes, lo stato di natura e la guerra

#FILOSOFIA Domenico Casa

Consulente filosofico [email protected] 339.3318463

Mentre i venti di guerra so�ano da ogni parte e in tutte le direzioni, ci si chiede: ma la guerra è davvero "la levatrice della storia" e, pertanto, inevitabile? La risposta potrebbe essere ambivalente. Perché, se da un lato è vero che gli uomini aspirano alla tran-quillità e alla pace, sotto altri aspetti non riescono a fare a meno di combattersi e uccidersi. Gaston Bouthoul, sociologo francese, in "L'uomo che uc-cide", oltre all'imbecillità della guerra, sosteneva che essa è "un infanticidio di�erito". Quando l'uma-nità non riesce a sostenere il peso delle generazio-ni giovani, non potendole eliminare direttamente, farebbe ricorso a un boia considerato impersonale, ovvero alla guerra.Si sa anche che Eraclito ed Hegel erano sostenitori della naturalezza e necessità dei con¯itti. Ma nessu-no come Hobbes (1588 – 1689) è andato alle radici, cioè alla scoperta delle cause della più grande delle perversioni umane. A di�erenza di Aristotele e di coloro i quali, come Tommaso d'Aquino, Locke, Rousseau, erano convinti della bontà originaria dell'uomo, essere sociale per natura, la condizione umana, secondo il �losofo inglese, sarebbe radicata nell'egoismo e nell'avidità che rendebbero l'uomo "homo homini lupus". Nello "stato di natura" a-razionale, ognuno pensa a sé, alla soddisfazione dei propri bisogni a discapito di quelli degli altri, teso ad a�ermarli anche a costo della vita altrui e non vi sono leggi che pongano un freno alla propria espansione e all'assassinio. Per-tanto, secondo Hobbes, esso è un "bellum omnium contra omnes", una guerra di tutti contro tutti, in

quanto tutti vogliono a�ermare la superiorità del proprio sé e del gruppo di appartenenza. Dallo stato di natura si esce soltanto attraverso un patto che limita la libertà di tutti, nel senso che indica ciò che è possibile e ciò che è non è lecito fare. È lo stato delle leggi e delle costituzioni a porre un limite ai con¯itti interni ed esterni. Se fosse così, però, sarebbe tutto paci�co, cioè produttore di pace.Ma la realtà è un pò diversa. Perché, contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, lo stato di natura non è alle nostre spalle, in una fantomatica preisto-ria. Esso non è mai del tutto superato. È presente nelle nostre società quando le leggi non vengono rispettate e vi si può regredire in ogni momento della vita individuale e collettiva, così come nei rapporti interni ad uno stato e nelle relazioni tra gli stati, per a�ermare, contro ogni legge, la propria supremazia (mors tua vita mea) e i propri interessi (sono que-sti che muovono la storia, secondo Marx, e non le ideologie e le credenze religiose che fanno solo da supporto o da infantile e irrazionale giustiªcazione). Si pensi, da noi, alle ma�e, alla circolazione dei ri�uti tossici. Si pensi al petrolio e alle fonti energetiche tradizionali. Tutto ruota in questo tempo intorno ad esse, dal terrorismo ai con¯itti nell'area medioren-tale. Pertanto, non è per ordine divino o in nome di qualche alta "visione del mondo" che avvengono i crimini e i con¯itti. Sembrerebbe che non vi sia via d'uscita dal sempre risorgente "stato di natura". A meno che un concerto tra gli stati non li induca a cedere qualcosa del loro egoismo e a spendere buona parte delle risorse di questo mondo piccolissimo - armato �no ai denti con gli strumenti di distruzione di massa - per una educazione seria e profonda e per costruire solidi deterrenti alle guerre, �no a ritenerle un tabù in-violabile, portando alla ragione la convinzione che nell'era delle armi nucleari non è possibile salvarsi da soli. E al superato adagio "mors tua vita mea", sostituire con urgenza l'altro "vita tua vita mea", se non si vuole assumere la responsabilità di ridurre la terra a un mucchio di cenere per tutti.

Page 67: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015
Page 68: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015

68 100% FITNESS MAG • Dicembre 2015

Chi spiega il Bail-in ai risparmiatori?

Laureato in Economia AziendaleConsulente Finanziario iscritto all'albo nazionale

#ECONOMIA Giovanni Fontanarosa

338.4716155

In questo periodo giornali e tele-visioni non fanno altro che parla-re di Bail-in.

Cosa signi�ca questa parola inglese?La parola “Bail-in” in inglese si-gni�ca “garanzia interna” ed è il contrario di “Bail-out” che significa “garanzia esterna” (non è la traduzione letterale, è il signiªcato in Economia).

Si ha quindi, un “bail-out” quan-do una società, normalmente privata, viene in un certo modo protetta, o garantita, da un’altra società, o ente, generalmente pubblico. In altre parole, si evita il fallimento di un’azienda pri-vata con i soldi della collettività (Stato).Si veri�ca inversamente un “Bail-in” quando una società privata viene protetta o garantita dai sol-di che recepisce dall'interno del proprio sistema. Praticamente una società privata per evitare il fallimento preleva i soldi dai soci.

Il bail-in è il meccanismo di salvataggio di un Paese, del si-stema bancario o di una banca "dall'interno". L'espressione si contrappone quindi al bail-out, cioè il salvataggio dall’esterno. Nella crisi ormai pluriennale che attanaglia l'area euro, i primi in-terventi sono stati all'insegna del bailout, come avvenuto con il coinvolgimento dei singoli Stati o dei fondi europei nel salvatag-

gio delle banche irlandesi, inglesi, spagnole e tedesche. Con l'aggravarsi della crisi, sia ne-gli Usa che in Europa ha prevalso l'idea di coinvolgere gli investitori privati nei salvataggi per non far ricadere l'intero costo dei defau-lt bancari sulle spalle dei contri-buenti.

Cosa ha che fare tutto questo con noi risparmiatori? Quando parliamo di società pri-vate ovviamente ci si riferisce an-che ad Istituti bancari che sono aziende private a tutti gli e�etti.Dal 1 Gennaio 2016, entrerà in vigore la direttiva europea 2014/59/Ue sulla risoluzione delle crisi bancarie, una vera e propria rivoluzione per le ban-che europee, comprese quelle italiane, ma soprattutto per i risparmiatori e i titolari di conti correnti.

Se �no ad oggi le banche sono state salvate con soldi pubbli-ci, da Gennaio 2016 nel caso in cui una banca sia in difficoltà, non interverrà più lo Stato, ma dovranno farsi carico delle perdite i privati come gli azio-nisti, obbligazionisti ed in�ne i correntisti. Continueranno ad essere ga-rantiti solo i depositi fino a 100mila euro.In questi giorni controllate con attenzione, come bisognerebbe fare sempre, le prossime comu-nicazioni bancarie online o in

busta. Entro �ne anno, per leg-ge, dovrebbero comparire, ed i dipendenti in banca mostrarvi, informazioni sull'introduzione del “Bail-in”. Casi di fallimenti bancari non sono rari, per esempio, il Go-verno di Cipro, nel 2013 è inter-venuto con un prelievo forzoso su tutti i conti correnti bancari di persone comuni che si sono visti prelevare il 10% circa su tut-ti i depositi superiori ai 100mila euro e il 6,75% per tutti gli altri. Il governo ha preso (non in prestito ma preso veramente) 4.2 miliardi di dollari dai conti correnti banca-ri per curare "il sistema bancario".

Notizia invece di pochi giorni fa il salvataggio e�ettuato in extre-mis da Bankitalia delle 4 banche italiane in di�coltà: Banca Mar-che, Banca Etruria, Carife e Cari-Chieti. I correntisti sono stati per l'ultima volta protetti in pieno, gli obbligazionisti ordinari anche ma gli azionisti e obbligazionisti su-bordinati hanno perso ben oltre 700 milioni di euro!

È bene quindi, da oggi, informarsi della solidità del proprio istituto bancario prima di depositare i propri risparmi.

Page 69: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015
Page 70: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015

70 100% FITNESS MAG • Dicembre 2015

“Non ho parenti, amici –disse tra se-eppur mi chiamano, mi chiedo perché”,

poi con la testa da dubbi invasa,decise di tornarsene a casa.

Si rimise a letto ma non dormì,le voci erano con lui, ancora lì,

erano voci di perseguitati,di miseria, di bambini a§amati.

Udite quelle grida di dolorequalcosa si risvegliò nel suo cuore,

rivide così tutto il suo vissuto,la pietà che non aveva mai avuto.

Pentito allora in maniera seria per aver ignorato la miseria

avendo invece cumulato tanto,si sciolse in un disperato pianto.

Le lacrime del povero mercanteche pianse in maniera imponente,si sparsero tutte su un cespuglio

di ªori completamente spoglio.

Al mattino erano ancora làma con una sola particolarità,

esse eran splendenti come perle:erano il VISCHIO, belle a vederle.

#POETA Salvatore Spinelli

Poetahttp://bit.ly/1fk7XnN

Si racconta che su un alto monteviveva da solo un vecchio mercante,

taccagno, sordidamente avaroche adorava solo il dio denaro.

Aveva anteposto l’avariziaad una salutare amicizia,

in piena notte, e non era raro,si alzava per contarsi il denaro.

La sua specialità era l’imbroglioe lo faceva anche con orgoglioe se rovinava la povera gente,

non gliene importava proprio niente.

Insomma un incallito farabuttoche la gente spogliava di tutto,nel frattempo lui accumulavae il suo tesoro si controllava.

Presso un Natale il nostro mercante,sistemato bene il suo contante,una sera non potendo dormire

prese la decisione di uscire.

Essendo però poco abituato,rimase parecchio impressionato,

udiva canti di bambini, suonie risate da tutte le direzioni.

So§ermandosi poi su quell’ascoltoil nostro mercante s’incuriosì molto,

in strada non c’era anima vivama quel frastuono sì che lo sentiva.

Poi si sentì chiamare per nome,lui non capì ne il perché ne come,ma ciò che per lui era poco bello,quella voce lo chiamava fratello.

“Aiutami, fratello, dammi una mano”-diceva la voce, vicina ma lontana-

ho i ªgli piccoli da sfamare, sono malato e non so come fare”.

Come nacque il vischio

In occasione delle prossime feste natalizie, mi preme augurare a tutti i lettori di

trascorrerle in pace e serenità.

Page 71: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015
Page 72: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015

72 100% FITNESS MAG • Dicembre 2015

fb.com/nino-aversa

#TREKKING Nino Aversa

[email protected] 334.1161642

Gragnanoalla scoperta di antiche tradizioni

Appena fuori dalla Penisola Sorrentina ci sono iti-nerari di notevole interesse storico dove si possono ancora scoprire le tracce evidenti nel territorio ma, soprattutto, si può collegare la storia della Costiera Amal�tana alla costa del Golfo di Napoli.La cattiva abitudine di non andare oltre il territorio locale non ci permette di scoprire l’interessante zona della piana Vesuviana che da Stabia arriva alla città di Napoli , attraversata da una storia di notevole im-portanza data anche dalla presenza delle città romane di Pompei, Oplontis, Stabiae, Nuceria e Neapolis. La zona visitata ultimamente è quella della Valle dei Mulini di Gragnano che conserva, ancora ben visibili, i resti degli antichi mulini usati per la produzione di farina e poi per macinare il grano duro per produrre la famosa Pasta di Gragnano.Ma i particolari incontrati in questo itinerario ci porta-no all’antico collegamento di Gragnano con il Ducato di Amal�. Infatti questo territorio, insieme alla zona di Pimonte e Lettere, delimitava il con�ne a nord dell’an-

tica Repubblica Marinara di Amal� difendendola con le forti�cazioni delle quali ancora sono visibili i ruderi sulle alture.I mulini utilizzati mille anni fa in questo luogo sono identici a quelli della Valle delle Ferriere di Amal� usati per la produzione della carta. La loro struttura è formata da una torre piezometrica dove giungeva la poca acqua del �ume che non permetteva l’utilizzo della ruota verticale. Quindi, lungo le due sponde della valle, sostenevano i canali nella loro perfetta penden-za. La caduta dall’alta torre dava all’acqua la velocità e la potenza adatte a far girare una ruota orizzontale posta nella parte bassa del mulino. Questa era colle-gata alla macina in pietra che, ruotando, permetteva di macinare il grano e trasformarlo in farina.Queste strutture sono state utilizzate �no al secolo scorso ma, tuttora, Gragnano resta la regina incontra-

Page 73: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015
Page 74: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015

74 100% FITNESS MAG • Dicembre 2015

#TREKKING

stata della produzione di pasta artigianale.Ma la sorpresa maggiore di questo itinerario inizia proprio dal fondo valle quando si inizia a salire lungo un bosco di castagne che ci porta lontano dalla realtà dove si aprono ampi panorami dipinti dai mille colori delle varie coltivazioni locali, dagli ulivi alle viti, dagli orti al bosco di castagni. Il luogo diventa �abesco e, tutto intorno, si scorgono archi di antichi acquedotti e costruzioni medievali. Giunti sulla cima della collina si entra in una Macchi-na del Tempo. Un borgo medievale cinto da antiche mura con le tracce di un antico castello, una chiesa costruita sulla sua struttura e stradine lastricate da ciottoli. Si tratta del Borgo di Castello, una forti�-cazione medievale costruita per difendere il Duca-to di Amal�. Le strutture ancora leggibili rendono il luogo carico di storia. La chiesa conserva antiche lapidi longobarde e delle famiglie Marini e Medici. Le

colonne interne provengono da antichi templi romani e greci ed altri marmi sparsi nell’edi�cio richiamano all’antico splendore del luogo. Sotto l’altare di marmo è ra�gurata la croce di S.Giovanni, il simbolo della repubblica e dell’attuale città di Amal�. Anche le case intorno all’edi�cio sacro conservano le forme antiche ed i materiali impiegati per la loro costruzione sono di storica provenienza.Per completare l’esperienza sensoriale abbiamo pre-ferito anche assaggiare i vari tipi di pasta prodotti da abili artigiani e, perciò, ci siamo rivolti all’osteria Antico Borgo dove Ciro ci ha deliziati di tutti i prodotti del suo territorio che lui amabilmente e con tanta passione ci ha descritto e preparato.Un altro itinerario interessante è andare a scoprire la produzione della pasta direttamente in una delle fabbriche locali. Abbiamo la disponibilità della Fabbrica della Pasta per visitare il laboratorio di produzione ed il museo degli antichi sistemi utilizzati e di assaggiare la loro pasta presso la Locanda della Pasta allestita con un museo contadino e di antichi attrezzi di produzione. Le varietà di pasta destano meraviglia , molti formati sono addirittura sconosciuti e molti altri hanno un loro motivo di esistere. Per esempio, la famosa “pasta ammiscata” è nata dal fatto che, quando la pasta si essiccava lungo le strade cittadine, nel momento di portare le strutture al coperto per l’arrivo di mal-tempo o umidità, molti pezzi si staccavano dalla pasta stesa sulle canne ed alcuni bambini li raccoglievano, in modo sparso, per utilizzarlo nelle loro povere fa-miglie. Logicamente questa azione faceva in modo di avere una pasta formata da tanti pezzi provenienti da formati diversi che si “ammiscavano”.Il piacere di una bella compagnia completa questa esperienza sensoriale fatta di profumi, sapori, bei panorami e informazioni interessanti e ci porta ad organizzare altre uscite sul territorio per completare la conoscenza di un luogo carico di storia.

Page 75: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015
Page 76: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015

76 100% FITNESS MAG • Dicembre 2015

#FOODCROSSINGhttp://bit.ly/QWy93W

Anna Maione

Esperta in comunicazione multimediale dell’enogastronomia

DOLCE NATALE!

Una delle decorazioni natalizie più usata per addobbare le case durante le feste di Natale è la ghir-landa di natale, tradizionalmente di forma rotonda e realizzata in legno, agrifoglio, stoffa e tanti altri materiali. La tradizione della ghirlanda ha una storia lontana. Nel XVI secolo si di�use tra i cri-stiani, divenendo un simbolo del periodo che precede il Natale; il cerchio è, �n dall’antichità, un segno di eternità e unità; indica il sole e il suo ciclo annuale senza mai esaurirsi; la corona è inoltre segno di regalità e vittoria. Basta pensare all'Impero romano dove gli atleti venivano adornati di co-rone di alloro che venivano poi ap-pese anche alle porte di casa per segnalare le vittorie conseguite.Pare che sia proprio questa usan-za ad essere stata ripresa in primis

negli Stati Uniti, dove la ghirlanda di Natale è una decorazione mol-to popolare che si è poi di�usa anche in altri paesi, tra cui anche l'Italia. Era invece uso delle popolazioni germaniche in epoca pre cristiana realizzare ghirlande con quattro candele. Queste quattro candele simboleggiavano le quattro do-meniche precedenti il Natale: il capofamiglia accendeva ogni do-menica una di queste candele e si riuniva in preghiera con la famiglia e i propri cari.La tradizione vuole che la orma circolare richiami idealmente il simbolo dell’immortalità divina. La forma circolare infatti simbo-leggia ciò che ha un inizio ma non ha �ne, in ultimo la corona è da sempre simbolo di imperatori e re: un copricapo che sta a simbo-

leggiare il ruolo di comando.Durante il Medioevo per la realiz-zazione delle ghirlande si utilizza-va anche il rosmarino, tradizional-mente legato alla Madonna. Una leggenda narra che la Madonna era solita stendere ad asciugare le fasce di Gesù proprio sul rosmari-no. Un altro aneddoto legato alla ghirlanda di Natale racconta che una vigilia di Natale, quando Gesù venne a benedire gli Alberi di Na-tale, notò che l'albero di una casa era coperto da ragnatele, tessute da strani ragni.Quando benedisse l'albero, Gesù trasformò le ragnatele in bellissi-me ghirlande d'oro e d'argento.Da allora noi le usiamo per deco-rare i nostri abeti a Natale. Per questo numero natalizio io e Imma abbiamo deciso di por-tare la tradizione della ghirlanda di Natale a tavola! Vi proponiamo quindi la ricetta di una ghirlanda tutta da mangiare!

Page 77: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015

77100% FITNESS MAG • Dicembre 2015

Imma Gargiulo

Chef Patron del Ristorante Femmena Conduttrice di "Conserve di Casa" su Alice TV

© FOTO DI ANNA MAIONE

Riscaldare il forno in modalità ventilata a 160°.Sbattere le uova e lo zucchero �no a renderli spumosi. Aggiun-gere la scorza d’arancia ed il li-quore. Pian piano con le fruste in movimento aggiungere il succo d’arancia e l’olio.Mescolare poi con le spezie ed un pizzico di sale �no utilizzando una velocità moderata per evita-re di disperdere sulle pareti del recipiente le polveri. Aggiungere poi la farina setaccia-ta con il lievito. Lavorare il composto �no ad ave-re una consistenza omogenea e densa; a questo punto mescola-re le gocce di cioccolato con un cucchiaio.Imburrare ed infarinare uno stampo da ciambella grande e riempirlo con l’impasto. Cuocere in forno per 40 minuti. Tenere il forno chiuso almeno per i primi 20 minuti di cottura. dopo 30 minuti controllare con uno stecchino l’interno del dolce; se uscirà pulito il dolce è pronto. Sfornarlo e lasciarlo riposare 10 minuti prima di sformarlo. Lasciarlo su di una griglia solle-vata dal piano di lavoro �no a che non diventa freddo. E’ importante lasciare il dolce a testa in giù. Preparare poi la glassa mesco-lando lo zucchero a velo con il succo di limone, tanto quanto ne occorrerà per avere una consi-stenza densa ma colante. Aggiungere poi il ribes e le altre guarnizioni mentre la glassa è an-cora fresca; questo farà aderire il tutto.

★ 300gr farina 00★ 3 uova★ 100ml succo d’arancia★ 1 bustina di lievito per dolci★ 250gr zucchero granulare★ 100gr olio all’arancia★ Scorza delle arance★ 2 cucchiai di liquore alle

arance★ 1 cucchiaino di cannella★ 2 cucchiaini di currie dolce★ Gocce di cioccolato

Per la glassa e �nitura★ Zucchero a velo★ Succo di limone★ Ribes★ Rosmarino★ Mirtilli rossi disidratati

Ingredienti

ProcedimentoGHIRLANDA DI NATALE TUTTA DA MANGIARE

Abbinamento Abbiamo abbinato a questo dol-ce l'Astrum, la Birra di Natale del Birri�cio Sorrento. Cosa si inten-de per Birra di Natale ve lo faccio raccontare direttamente da chi la produce, Giuseppe Schisano.“La tradizione delle Birre di Na-tale nasce nell’ 800 dall’usanza dei Birrai Belgi di produrre una Birra “speciale” da bere in fami-glia durante le festività natalizie. Man mano il consumo fu esteso ai dipendenti del Birri�cio �no a diventare un ambito regalo per i migliori clienti. Non è facile de-scrivere e classi�care queste Bir-re che nascono dalla creatività e dall’interpretazione che ogni sin-golo Birraio ha del Natale. Il bello di queste Birre sta nel fatto che sono tutte diverse, l’una dall’altra, senza possibilità di paragoni, van-no bevute e basta!Con la nostra Astrum, dal color mogano, ci siamo ispirati a questa tradizione ma ovviamente l'abbia-mo interpretata secondo i "sento-ri" del nostro Natale. Su un corpo importante si innestano, piacevol-mente preannunciati all’olfatto, i sentori di cannella, chiodo di ga-rofano e anice stellato in un gioco di alternanze che richiamano alla mente i dolci della nostra tradi-zione: in particolare Roccocò e mustacciuoli. Le sensazioni boc-cali sono ricche e persistenti ma mai stucchevoli grazie anche ad un amaro che le conferisce sec-chezza sul �nale che richiama il sorso successivo. Una dotazione importante di alcol le permette di abbinarsi agevolmente ai dolci.Oltre ai dolci l’Astrum può ac-compagnare un buon sigaro al cospetto di un camino, del cioc-colato fondente o molto più sem-plicemente l’allegria e la serenità dei pranzi di Natale trascorsi in famiglia..”Buon Natale

Page 78: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015
Page 79: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015
Page 80: 100% Fitness Mag - Dicembre 2015