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Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti 228 di 380 10. Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti Il termine “radiazione” può essere riferito ad una serie di avvenimenti molto complessi e differenti fra loro, sia per natura che per effetti sull’uomo. In generale indica il fenomeno per cui dalla materia viene emessa energia sotto forma di particelle o di onde elettromagnetiche, che si propagano nello spazio circostante andando a interagire o meno con cose e persone che trovano sul loro passaggio. Una prima distinzione può essere fatta in base agli effetti che provocano le radiazioni sulla materia con la quale vanno ad impattare. Su questa base si può fare una distinzione fra: radiazioni ionizzanti; non ionizzanti. 10.1. Radiazioni ionizzanti Le radiazioni ionizzanti sono dotate di un potere altamente penetrante, che permette loro di ionizzare la materia e cioè di riuscire a separare gli elettroni dagli atomi che incontrano nel loro percorso. Di conseguenza gli atomi perdono la loro neutralità (che consiste nell'avere un uguale numero di protoni e di elettroni) e si caricano elettricamente 1 . La ionizzazione può causare negli organismi viventi fenomeni chimici che portano a lesioni osservabili sia a livello cellulare che dell'organismo, con conseguenti alterazioni funzionali e morfologiche, fino alla morte delle cellule o alla loro radicale trasformazione. Sorgenti tipiche di radiazioni ionizzanti sono alcune sostanze instabili, dette radioisotopi o radionuclidi, in grado di mutare la propria composizione chimico-fisica, emettendo, per effetto di disintegrazioni del nucleo (fenomeno detto “decadimento”) radiazioni costituite da particelle (raggi α o raggi β) o onde elettromagnetiche particolarmente energetiche (raggi γ o raggi χ). La possibilità che un materiale radioattivo diventi innocuo dipende dal cosiddetto “tempo di dimezzamento”: questo valore definisce l’intervallo di tempo entro cui la metà degli atomi di una sostanza decade. In caso di contaminazione radioattiva, dell’ambiente o di un organismo, diventa importante conoscere anche il tempo di dimezzamento effettivo, ovvero l’intervallo di tempo entro cui i radioisotopi vengono eliminati, attraverso processi metabolici, chimici o fisici, prima ancora di decadere. L’esposizione a radiazioni, cui è soggetto l’uomo può essere esterna o interna. Se la fonte d’emissione si trova all’esterno del corpo, come per esempio nel caso delle radiografie, dei voli ad alte quote (radiazioni cosmiche) o di incidenti nucleari, tutti gli organi sono colpiti più meno con uguale intensità, ma la durata dell’esposizione è piuttosto breve. In caso d’irradiazione interna invece, la sostanza radioattiva è entrata nell’organismo attraverso gli alimenti, l’aria o l’acqua e continua ad emettere radiazioni, finché non viene eliminata o decade. In questo caso alcuni organi saranno colpiti più di altri: lo iodio-131, per esempio, va ad 1 Gli atomi sono costituiti da un nucleo centrale, formato da un aggregato di particelle dette protoni e neutroni, e da altre particelle, gli elettroni, che si muovono intorno al nucleo. I protoni hanno carica positiva, i neutroni nulla e gli elettroni negativa. In condizioni normali, la carica positiva dei protoni si annulla con quella negativa degli elettroni, visto che i primi e i secondi sono presenti in egual numero, rendendo l’atomo stabile e di carica complessiva nulla.

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10. Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti

Il termine “radiazione” può essere riferito ad una serie di avvenimenti molto complessi e differenti fra loro, sia per natura che per effetti sull’uomo. In generale indica il fenomeno per cui dalla materia viene emessa energia sotto forma di particelle o di onde elettromagnetiche, che si propagano nello spazio circostante andando a interagire o meno con cose e persone che trovano sul loro passaggio. Una prima distinzione può essere fatta in base agli effetti che provocano le radiazioni sulla materia con la quale vanno ad impattare. Su questa base si può fare una distinzione fra:

− radiazioni ionizzanti; − non ionizzanti.

10.1. Radiazioni ionizzanti

Le radiazioni ionizzanti sono dotate di un potere altamente penetrante, che permette loro di ionizzare la materia e cioè di riuscire a separare gli elettroni dagli atomi che incontrano nel loro percorso. Di conseguenza gli atomi perdono la loro neutralità (che consiste nell'avere un uguale numero di protoni e di elettroni) e si caricano elettricamente1. La ionizzazione può causare negli organismi viventi fenomeni chimici che portano a lesioni osservabili sia a livello cellulare che dell'organismo, con conseguenti alterazioni funzionali e morfologiche, fino alla morte delle cellule o alla loro radicale trasformazione. Sorgenti tipiche di radiazioni ionizzanti sono alcune sostanze instabili, dette radioisotopi o radionuclidi, in grado di mutare la propria composizione chimico-fisica, emettendo, per effetto di disintegrazioni del nucleo (fenomeno detto “decadimento”) radiazioni costituite da particelle (raggi α o raggi β) o onde elettromagnetiche particolarmente energetiche (raggi γ o raggi χ). La possibilità che un materiale radioattivo diventi innocuo dipende dal cosiddetto “tempo di dimezzamento”: questo valore definisce l’intervallo di tempo entro cui la metà degli atomi di una sostanza decade. In caso di contaminazione radioattiva, dell’ambiente o di un organismo, diventa importante conoscere anche il tempo di dimezzamento effettivo, ovvero l’intervallo di tempo entro cui i radioisotopi vengono eliminati, attraverso processi metabolici, chimici o fisici, prima ancora di decadere. L’esposizione a radiazioni, cui è soggetto l’uomo può essere esterna o interna. Se la fonte d’emissione si trova all’esterno del corpo, come per esempio nel caso delle radiografie, dei voli ad alte quote (radiazioni cosmiche) o di incidenti nucleari, tutti gli organi sono colpiti più meno con uguale intensità, ma la durata dell’esposizione è piuttosto breve. In caso d’irradiazione interna invece, la sostanza radioattiva è entrata nell’organismo attraverso gli alimenti, l’aria o l’acqua e continua ad emettere radiazioni, finché non viene eliminata o decade. In questo caso alcuni organi saranno colpiti più di altri: lo iodio-131, per esempio, va ad

1 Gli atomi sono costituiti da un nucleo centrale, formato da un aggregato di particelle dette protoni e neutroni, e da altre particelle, gli elettroni, che si muovono intorno al nucleo. I protoni hanno carica positiva, i neutroni nulla e gli elettroni negativa. In condizioni normali, la carica positiva dei protoni si annulla con quella negativa degli elettroni, visto che i primi e i secondi sono presenti in egual numero, rendendo l’atomo stabile e di carica complessiva nulla.

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accumularsi nella tiroide, lo stronzio-90 nelle ossa e nei denti, il cesio-137 si fissa in special modo nei muscoli, mentre i prodotti di decadimento del radon-222 attaccano soprattutto i polmoni. Le sostanze radioattive vengono usate dall’uomo in vari settori, fra i quali:

− in medicina, nella radiodiagnostica (ad es: macchine a raggi X) e nella radioterapia; − in campo industriale (impianti elettronucleari, controlli non distruttivi, misure di livello, spessore,

densità, impianti per sterilizzazione di prodotti e in vari altri settori produttivi) − nella ricerca (universitaria, industriale, medico-sanitaria), in agrobiologia, nell'archeologia, in

geologia e prospezione mineraria. Fra le sostanze radioattive presenti normalmente in natura e che maggiormente rappresentano un pericolo per la salute umana vi è il gas radon.

10.1.1. Il Radon

Il radon (Rn) è un gas radioattivo naturale che tipicamente si sprigiona dal suolo e si può diffondere nell’aria delle abitazioni liberandosi da aperture o microfratture delle fondamenta. Il radon è pericoloso per inalazione: tanto maggiore è la sua concentrazione nell’aria tanto più alta è la possibilità di sviluppare un tumore in seguito alle radiazioni emanate. In ambienti aperti la sua concentrazione nell’aria è bassissima, mentre all’interno degli edifici tende ad accumularsi rappresentando un serio pericolo per la salute. Questo gas si può liberare anche da alcuni materiali da costruzione (come ad esempio il tufo) o dall’acqua sorgiva o prelevata dal sottosuolo. La pericolosità del radon come agente cancerogeno è stata rilevata tramite studi di epidemiologia su minatori. La valutazione dell’impatto sulla popolazione generale invece presenta ancora alcuni elementi di incertezza, in quanto gli ambienti di lavoro ai quali si riferiscono gli studi appena citati presentano livelli di esposizione almeno 10 volte maggiori che gli ambienti domestici, e non è ancora stato chiarito se la pericolosità del gas sia direttamente proporzionale alla concentrazione o vi sia un qualche valore di soglia. Vi sono alcuni studi inoltre che indicherebbero una sinergia fra l’esposizione al radon e il fumo di sigaretta nel provocare il tumore polmonare, sebbene non ne sia ancora stata chiarita l’entità.

10.2. Radiazioni non ionizzanti

La terra, l’atmosfera e il sole da sempre generano un fondo elettromagnetico naturale, al quale si sono aggiunti, come conseguenza del progresso tecnologico, i campi prodotti dalle sorgenti legate all’attività antropica, campi che hanno provocato un notevole innalzamento di tale fondo naturale. Gli esseri viventi hanno da sempre convissuto con tali radiazioni, evolvendosi in modo da adattarsi ad esse, proteggersi o utilizzare al meglio questi agenti fisici. La componente principale di quelle che vengono definite radiazioni non ionizzanti è costituita dalle onde elettromagnetiche comprese nell’arco di frequenza 2 0-300 GHz 3. I campi elettromagnetici si propagano come onde (onde elettromagnetiche) che si differenziano sulla base della frequenza. Le onde elettromagnetiche possono quindi essere classificate in base ad essa. Per questo motivo, le sorgenti di onde elettromagnetiche comprese nel range di frequenza 0-300 GHz, vengono suddivise in tre categorie principali: 2 Frequenza: il numero di volte in cui un fenomeno periodico si ripete nell'unità di tempo. 3 GHz: 1.000.000.000 di Hz. 1 Hz consiste in una frequenza di 1 volta al secondo.

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− sorgenti di campi a bassa frequenza (fino a 300 Hz), comunemente definiti come campi ELF (Extremely Low Frequency), dovute essenzialmente al sistema di produzione, distribuzione e utilizzo dell’energia elettrica (linee elettriche, cabine di trasformazione, elettrodomestici, ecc.) che in Italia presenta una frequenza industriale costante pari a 50 Hz;

− sorgenti di campi a radio-frequenza, comunemente definiti come campi RF (Radio Frequency - fra i 100 kHz e i 300 MHz) dovute generalmente agli impianti di ricetrasmissione radio e tv;

− sorgenti di campi a Micro Onde o MO (fra i 300 MHz e i 300 GHz) dovute agli impianti per cellulari o ai ponti radio che prevedono frequenze molto più alte, comprese tra 100 kHz e 300 GHz.

10.2.1. Impianti per le teleradiocomunicazioni

Un tema di particolare interesse nel campo dell’esposizione umana a campi ad alta frequenza è rappresentato dall’utilizzo dei telefoni cellulari, soprattutto in ragione della loro larga diffusione. A tale riguardo generalmente le preoccupazioni dei cittadini nascono molto più dalle antenne fisse per il servizio (tecnicamente indicate come Stazioni Radio Base o SRB) che dall’utilizzo del telefono in sé, nonostante quest'ultimo, in quanto molto più vicino all’utente, lo esponga a campi molto più intensi rispetto a quelli ai quali è esposto chi vive vicino ad una SRB 4. Ogni SRB serve una porzione limitata del territorio, in funzione del basso numero di telefonate che è in grado di gestire contemporaneamente. Per questo motivo, maggiore è il numero di utenti da servire, maggiore sarà il numero di antenne installate sullo stesso territorio e minore sarà però la potenza emessa da ciascuna antenna. Le potenze irradiate non variano molto da impianto a impianto e generalmente non superano i 200 W per le antenne GSM Dual Band e possono scendere fino a 50 W per le nuove antenne UMTS. Con queste potenze, la zona nello spazio nella quale si possono trovare livelli di campo superiori ai valori di tutela dell'attuale normativa (6 V/m)5 si estende per 40-80 metri davanti alle antenne, normalmente al di sopra dei tetti dei palazzi vicini, in quanto le antenne sono progettate per ottenere un’irradiazione sul piano orizzontale piuttosto che su quello verticale. Un altro tipo di impianti per telecomunicazioni presenti sul territorio riguarda quelli preposti alla diffusione dei segnali radio-televisivi. Essi ricevono il segnale da amplificare dagli studi di trasmissione tramite impianti molto direttivi e di piccola potenza, in quanto sono comunemente posti in posizione sopraelevata al di fuori dei centri abitati, in maniera da poter diffondere il segnale su aree abbastanza vaste per raggiungere il maggior numero di utenti possibile. Per questo motivo, essi vengono generalmente alimentati con un segnale elettrico di elevata potenza ed irradiano in maniera poco direttiva, generando un livello di campo elettromagnetico fra i più elevati. Vi sono infine i cosiddetti “ponti radio”, antenne dedicate alla trasmissione del segnale da un punto all’altro (e quindi non alla “diffusione” verso gli utenti) che irradiano l’energia elettromagnetica in fasci molto stretti, sia orizzontalmente che verticalmente, con potenze molto basse. Questo tipo di impianti generalmente non comporta situazioni sensibili di inquinamento elettromagnetico. Riguardo agli effetti sulla salute umana, le evidenze attualmente disponibili sulle conseguenze sanitarie associate all’esposizione a campi generati a diverse frequenze non sono uniformi. Per quanto riguarda l’esposizione a campi RF e MO, le uniche conseguenze sulla salute che siano state finora dimostrate riguardano effetti biologici di tipo acuto (es: opacizzazione del cristallino, anomalie alla cornea,

4 OMS, maggio1998, Promemoria n. 193 5 V/m: volt su metro è l’unità di misura del campo elettrico.

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alterazioni delle funzioni neurali e neuromuscolari, alterazioni nel sistema immunitario, ecc.), peraltro causati da livelli di esposizione molto più alti rispetto a quelli che si incontrano negli ambienti di vita. Gli studi epidemiologici sugli effetti a lungo termine invece sono ancora insufficienti per stabilire una collegamento di tipo causa-effetto fra questo tipo di radiazioni e l’insorgere di patologie tumorali. Secondo l’ Organizzazione Mondiale della Sanità 6 (OMS):

− L'esposizione a campi RF e MO può causare riscaldamento o indurre correnti elettriche nei tessuti corporei. Il riscaldamento costituisce la principale interazione dei campi al di sopra di circa 1 MHz. Al di sotto di circa 1 MHz, l'azione dominante è l'induzione di correnti elettriche nel corpo.

− Sulla base della letteratura attuale, non c'è nessuna evidenza convincente che l'esposizione a RF e MO abbrevi la durata della vita umana, né che induca o favorisca il cancro.

− Sono necessari ulteriori studi, per delineare un quadro più completo dei rischi sanitari, specialmente per quanto concerne un possibile rischio di cancro connesso all'esposizione a bassi livelli di campi RF e MO.

10.2.2. Impianti per la trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica

I campi elettromagnetici a bassa frequenza vengono tipicamente generati da tutti i conduttori di alimentazione elettrica, che vanno dagli elettrodotti 7ad alta tensione fino ai cavi degli elettrodomestici. Per quanto riguarda le linee preposte alla trasmissione e distribuzione di energia elettrica, esse sono classificabili in funzione della tensione di esercizio come: − linee ad altissima tensione (380-220 kV), dedicate al trasporto dell’energia elettrica su grandi distanze; − linee ad alta tensione (150-30 kV), per il trasporto e la distribuzione dell’energia elettrica; − linee a media tensione (generalmente 20-10 KV), per la fornitura ad industrie, centri commerciali, grandi condomini ecc.; − linee a bassa tensione (220-380V), per la fornitura alle piccole utenze, come le singole abitazioni. La loro frequenza è sempre 50 Hz: a questa frequenza il campo elettrico e quello magnetico risultano indipendenti; è così possibile trovare un campo elettrico molto intenso e assente quello magnetico o viceversa. In generale l’intensità del campo magnetico è proporzionale alla corrente elettrica passante nei conduttori, mentre l’intensità del campo elettrico è proporzionale alla tensione di esercizio. Il campo elettrico di queste sorgenti è facilmente schermato dalla maggior parte degli oggetti. Sono un buono schermo non solo tutti i conduttori (metalli), ma anche la vegetazione e le strutture murarie. All’interno degli edifici si avrà quindi una riduzione del campo elettrico che sarà funzione dei materiali da costruzione e della struttura. Per questo motivo non si è mai ritenuto che il campo elettrico generato da queste sorgenti possa produrre un'esposizione intensa e prolungata della popolazione. Il campo magnetico prodotto dagli impianti elettrici invece, è poco attenuato da quasi tutti gli ostacoli normalmente presenti, per cui la sua intensità si riduce soltanto al crescere della distanza dalla sorgente. Per questo motivo gli elettrodotti possono essere causa di un'esposizione intensa e prolungata di coloro che abitano in edifici vicini alla linea elettrica. Essendo l'intensità del campo magnetico direttamente

6 OMS, maggio1998, Promemoria n. 183 7 Elettrodotto: è l’insieme delle linee elettriche delle sottostazioni e delle cabine di trasformazione.

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proporzionale alla quantità di corrente che attraversa i conduttori che lo generano, esso varia di momento in momento in funzione della potenza assorbita (i consumi). A differenza di quanto osservato per le alte frequenze, gli studi sugli effetti dell’esposizione a campi ELF hanno avuto uno sviluppo notevole, particolarmente negli ultimi anni. Le evidenze scientifiche attualmente disponibili, e che hanno un peso dal punto di vista di sanità pubblica, riguardano soprattutto un possibile incremento del rischio di leucemia infantile. Secondo stime effettuate dall’Istituto Superiore di Sanità, “gli studi epidemiologici suggeriscono un’associazione tra l’esposizione residenziale a campi magnetici a 50 Hz e la leucemia infantile. Il nesso di causalità non è tuttavia dimostrato, sia a causa di limitazioni nel disegno degli studi e nel controllo di potenziali fattori di confondimento, sia per il carattere contrastante dei dati ottenuti mediante differenti procedure di valutazione dell’esposizione (...), sia infine a causa della mancanza di un chiaro meccanismo d’azione per l’eventuale cancerogenicità dei campi magnetici di frequenza industriale”.8

10.3. Riferimenti normativi

10.3.1. Radiazioni ionizzanti

Il quadro generale normativo inerente le radiazioni ionizzanti, ed in particolare il loro impiego, la sicurezza, i rischi connessi, e tutti gli ulteriori aspetti legati alla loro presenza, è caratterizzato dall'emanazione di una notevole quantità di Leggi e Decreti in un continuo aggiornamento in linea con le evoluzioni della scienza e della tecnologia, oltre ché della conoscenza. In linea di principio si può affermare che la prima legge quadro risulta emanata nel 1962: Legge 31 dicembre numero 1860 "Impiego pacifico dell'energia nucleare", la quale ha avuto il suo naturale sviluppo integrativo nel 1964 con la pubblicazione del D.P.R. 13 febbraio 1964 numero 185 "Sicurezza degli impianti e protezione sanitaria dei lavoratori e delle popolazioni contro i pericoli delle radiazioni ionizzanti derivanti dall'impiego pacifico dell'energia nucleare". Successivamente sono stati emanati diverse decine di decreti applicativi inerenti gli aspetti puramente tecnici delle citate norme. Fino ad arrivare al 1995, anno in cui viene pubblicato un Decreto Legislativo n. 230/95 che abroga le precedenti norme e rappresenta l'attuazione di diverse direttive EURATOM sviluppate ed emanate nel corso del periodo di attesa. Nel corso degli anni successivi, la mancata emanazione degli opportuni decreti attuativi, a cui il D.Lgs 230/95 rimanda, implica il continuo riferimento degli operatori ai decreti applicativi dell'oramai abrogato D.P.R. 185/64. Ultimamente il quadro normativo generale è stato ulteriormente integrato con il recepimento di due importanti direttive e la conseguente pubblicazione di due nuovi Decreti Legislativi (241/00 e 187/00) a modificare il D.Lgs 230/95. La principale normativa nazionale di riferimento è:

− Decreto Legislativo 9 maggio 2001, n. 257, "Disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 26 maggio 2000, n. 241, recante attuazione della direttiva 96/59/EURATOM in materia di protezione sanitaria della popolazione e dei lavoratori contro i rischi derivanti dalle radiazioni ionizzanti".

8 vedi “Rapporto ISTISAN 98/31 Tumori e malattie neurodegenerative in relazione all’esposizione a campi elettrici e magnetici a 50/60 Hz: rassegna degli studi epidemiologici”

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− Decreto Legislativo 26 maggio 2000, n. 241, "Attuazione della direttiva 96/29/EURATOM in materia di protezione sanitaria della popolazione e dei lavoratori contro i rischi derivanti dalle radiazioni ionizzanti".

− Decreto Legislativo 26 maggio 2000, n. 187, "Attuazione della direttiva 97/43/EURATOM in materia di protezione sanitaria delle persone contro i pericoli delle radiazioni ionizzanti connesse ad esposizione mediche".

− Decreto Legislativo 17 marzo 1995, n. 230, "Attuazione delle direttive EURATOM n. 80/386, 84/467, 84/466, 89/618, 90/641 e 92/3 in materia di radiazioni ionizzanti".

− Decreto Legislativo 19 dicembre 1994, n. 758, "Modificazioni alla disciplina sanzionatoria in materia di lavoro".

10.3.2. Radiazioni non ionizzanti

Come già scritto in precedenza i campi elettromagnetici possono originare nell’organismo umano correnti elettriche superficiali, il riscaldamento dei tessuti e tutta una serie di effetti associati alle esposizioni a breve termine. Questi effetti sono ben documentati e compresi, e costituiscono la base per la definizione di limiti di esposizione da parte di organismi internazionali come la Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Non Ionizzanti (ICNIRP), limiti ripresi da molti paesi per le proprie normative nazionali. E’ invece tuttora oggetto di dibattito scientifico la possibilità che questi effetti biologici si traducano, per la loro natura ed entità, in effetti sanitari, cioè in danni per la salute. Gli interrogativi riguardano soprattutto gli effetti a lungo termine (in particolare quelli cancerogeni) che sono stati suggeriti da alcuni studi epidemiologici ma sono ancora lontani dall'essere provati. In questo senso l’Italia ha attuato comunque una politica maggiormente cautelativa rispetto ad altri paesi, adottando particolari precauzioni nei confronti degli effetti a lungo termine. Difatti con la legge n. 36 del 22 febbraio 2001, “Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici.”, vengono date le definizioni di:

− “limite di esposizione: è il valore di campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico, considerato come valore di immissione, definito ai fini della tutela della salute da effetti acuti, che non deve essere superato in alcuna condizione di esposizione della popolazione e dei lavoratori ...”; − “valore di attenzione: è il valore di campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico, considerato come valore di immissione, che non deve essere, superato negli ambienti abitativi, scolastici e nei luoghi adibiti a permanenze prolungate [...]. Esso costituisce misura di cautela ai fini della protezione da possibili effetti a lungo termine e deve essere raggiunto nei tempi e nei modi previsti dalla legge”; − “obiettivi di qualità:

o i criteri localizzativi, gli standard urbanistici, le prescrizioni e le incentivazioni per l'utilizzo delle migliori tecnologie disponibili, ...”;

o i valori di campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico, definiti [...] ai fini della progressiva minimizzazione dell'esposizione ai campi medesimi;”

Vengono quindi definiti tre livelli di indicatori in funzione delle diverse esigenze di protezione. La fissazione dei diversi limiti viene demandata a decreti successivi. Il DPCM 08/07/2003 “Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50

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Hz) generati dagli elettrodotti.”, fissa i limiti di esposizione di 100 µT per l'induzione magnetica e 5 kV/m per il campo elettrico, intesi come valori efficaci. Nei luoghi adibiti a permanenze non inferiori a quattro ore giornaliere, si assume per l'induzione magnetica il valore di attenzione di 10 µT, da intendersi come mediana dei valori nell'arco delle 24 ore nelle normali condizioni di esercizio. Nella progettazione di nuovi insediamenti o aree adibiti a permanenze non inferiori a quattro ore, in prossimità di linee ed installazioni elettriche già presenti nel territorio, è fissato l'obiettivo di qualità di 3 µT per il valore dell'induzione magnetica, da intendersi come mediana dei valori nell'arco delle 24 ore nelle normali condizioni di esercizio.

Limiti

Valore efficace di campo elettrico (kV/m)

Valore efficace di induzione magnetica

(µT)

Limiti di esposizione 5 100 Valore di attenzione (mediana dei valori misurati nell’arco di 24h)

- 10

Obiettivi di qualità (mediana dei valori misurati nell’arco di 24h)

- 3

Tabella 140 - Limiti di esposizione, valori di attenzione e obiettivi di qualità per i campi elettro-magnetici alla frequenza di rete generati dagli elettrodotti

Il DPCM del 08/07/2003 “Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati a frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz” fissa i limiti per il campo elettrico, il campo magnetico e la densità di potenza per le sorgenti a radiofrequenza, riprendendo le prescrizioni del DM 381/98:

Limiti Frequenza f (MHz)

Valore efficace di campo elettrico E (V/m)

Intensità di campo magnetico (A/m)

Densità di potenza dell’onda piana equivalente (W/m2)

0,1 ÷ 3 60 0,2 -

> 3 ÷ 3.000 20 0,05 1

Limiti di esposizione

> 3.000 ÷ 300.000

40 0,1 4

Limiti di attenzione

0,1 ÷ 300.000 6 0,016 0,10 (solo per le frequenze comprese nell’intervallo

3 MHz ÷ 300 GHz)

Tabella 141 - Limiti di esposizione, valori di attenzione e obiettivi di qualità per i campi elettro-magnetici con ferquenze comprese fra 100 kHz e 300 GHz

In corrispondenza di edifici adibiti a permanenze non inferiori a quattro ore, i limiti suddetti vengono ulteriormente ridotti, indipendentemente dalla frequenza, a 6 V/m per il campo elettrico, a 0,016 A/m per il campo magnetico e, solo per le frequenze comprese tra 3 MHz e 300 GHz, a 0,1 W/m2 per la densità di potenza. Gli stessi valori vengono fissati come obiettivi di qualità da raggiungersi all'aperto nelle aree intensamente frequentate.

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In attuazione dei principi della Legge quadro 36/01 la Regione Marche ha emanato infine la Legge n. 25 del 13 novembre 2001 “Disciplina Regionale in materia di impianti fissi di radiocomunicazione al fine della tutela ambientale e sanitaria della popolazione” che fra le altre: − prevede il rilascio di una concessione edilizia per l’installazione di nuovi impianti o per la modifica di impianti preesistenti sia per emittenti radiofoniche e televisive sia per stazioni radio base per telefonia mobile; − prevede che i Comuni adottino dei regolamenti per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti; − vieta l'installazione dei sistemi radianti relativi agli impianti di radiodiffusione 9 su:

o edifici destinati ad abitazioni, a luoghi di lavoro o ad attività diverse da quelle specificatamente connesse all'esercizio degli impianti stessi;

o ospedali, case di cura e di riposo, edifici adibiti al culto, scuole ed asili nido, parchi pubblici, parchi gioco, aree verdi attrezzate e impianti sportivi;

o in zone classificate dagli strumenti urbanistici come zone di interesse paesaggistico-ambientale, storico architettonico, monumentale ed archeologico.

− vieta l'installazione di impianti per telefonia mobile su: o immobili vincolati o individuati dai Comuni come edifici di pregio storico-architettonico; o ospedali, case di cura e di riposo, edifici adibiti al culto, scuole ed asili nido, parchi pubblici,

parchi gioco, aree, verdi attrezzate e impianti sportivi.

10.4. Analisi dei dati

10.4.1. Monitoraggio delle radiazioni ionizzanti

Il controllo della radioattività ambientale in Italia è regolamentato dall'art. 104 del Decreto Legislativo 17 marzo 1995 n. 230. La struttura attuale di controllo prevede 3 livelli così suddivisi:

1) reti locali: sono reti delegate al controllo attorno a centrali nucleari ed ad altri impianti di particolare importanza;

2) reti regionali: sono reti delegate al controllo generale dei livelli di radioattività sul territorio regionale;

3) reti nazionali: sono reti che hanno il compito di fornire il quadro dì riferimento generale della situazione italiana.

Dopo l'incidente nucleare di Chernobyl, a seguito della circolare n. 2 del 03/03/87 del Ministero della Sanità, sono stati istituiti in ogni Regione d'Italia (e nello specifico presso le ARPA) i Centri Regionali di Riferimento per il Controllo della Radioattività Ambientale (CRR). II compito dei CRR è quello di analizzare l'andamento spazio-temporale delle concentrazioni di radionuclidi nelle matrici10 dei diversi comparti ambientali interessati alla diffusione della radioattività e al trasferimento di questa all'uomo. Di seguito si riportano i risultati delle attività di controllo per il 2003 effettuate dall’Unità Operativa Ambientale del Dipartimento Prov.le di Ancona dell’ARPAM su: 9 Impianti di radiodiffusione: le antenne preposte alla diffusione dei segnali radio-televisivi. 10 Matrice ambientale: elementi fisico, chimico o biologico che compone un ambiente (ad es: aria, acqua, substrato geologico, flora, fauna, ecc.)

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Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti 236 di 380

1) particolato 11 atmosferico; 2) campioni alimentari; 3) campioni di acqua potabile.

Si riportano anche i risultati della campagna regionale di monitoraggio del gas radon nelle abitazioni, effettuata dal CRR di Ancona negli anni 1991-1993 e viene altresì riportata l'attività svolta nel corso dell'anno 2003, in questo settore.

10.4.2. Particolato atmosferico

Per il monitoraggio della radioattività dovuta a radionuclidi presenti nel particolato atmosferico, è stata attivata dal mese di marzo 2003 una stazione di prelievo situata ad Ancona in via Colombo n. 106. Il sistema adottato prevede l’aspirazione di aria con un campionatore ad alto volume (50-200 l/min) raccogliendo il particolato presente su filtri appositi, che vengono sostituiti ogni 24 ore. Dopo aver lasciato trascorrere almeno 5 giorni dal termine dell'aspirazione per permettere il decadimento di gran parte dell'attività dovuta a radionuclidi di origine naturale, ovvero quelli con breve tempo di decadimento, i filtri vengono dapprima sottoposti a misure di radioattività beta totale e successivamente ad analisi di spettrometria gamma, secondo quanto previsto dalla Raccomandazione della Commissione Europea n. 2000/473/Euratom del 08/06/2000. Le misure di radioattività beta totale vengono effettuate, per un tempo di misura pari a 60 minuti con un contatore proporzionale a basso fondo. In Tabella 142 si riportano i valori medi mensili e la concentrazione media annuale di radioattività beta totale misurata nel corso dell’anno 2003. I valori vengono riportati in mBq 12 per m3.

Mese Concentrazione di attività (mBq/m3)

Deviazione standard 13 (mBq/m3)

marzo 0,34 ± 0,11

aprile 0,28 ± 0,14

maggio 0,39 ± 0,15

giugno 0,53 ± 0,20

luglio 0,35 ± 0,15

agosto 0,58 ± 0,17

settembre 0,50 ± 0,22

ottobre 0,53 ± 0,17

novembre 0,83 ± 0,27

dicembre 0,41 ± 0,19 Media annuale 0,50 ± 0,24

Tabella 142 - Concentrazione media mensile e annuale di radioattività beta totale artificiale per l'anno 2003, fonte: ARPAM

In Figura 63 si riportano gli stessi valori sotto forma di grafico evidenziando anche gli intervalli relativi alla deviazione standard. 11 Particolato: termine generale che indica le sostanze presenti in aria sottoforma di particelle solide o liquide 12 mBq: si fa riferimento al Becquerel, unità di misura dell'attività nucleare adottata a livello internazionale e corrispondente alla disintegrazione di un nucleo al secondo. 13 Deviazione standard: è il grado di dispersione dei valori che concorrono a generare una media. Maggiore è il suo valore e maggiore è la dispersione dei dati concorrenti.

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Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti 237 di 380

Concentrazione media mensile di attività beta totale artificiale

0,00

0,20

0,40

0,60

0,80

1,00

1,20m

arzo

april

e

mag

gio

giug

no

lugl

io

agos

to

sette

mbr

e

otto

bre

nove

mbr

e

dice

mbr

e

mB

q/m

3

Figura 63 - Concentrazione media mensile e annuale di radioattività beta totale artificiale per l'anno 2003

Questi valori risultano estremamente bassi e in particolare il valore medio annuale risulta circa 1400 volte più basso rispetto al limite derivato di concentrazione di attività pari a 0,74 Bq/m3, valore previsto in base alla normativa italiana. Nel corso del 2003 non sono state eseguite misure di spettrometria gamma sui filtri a causa della non disponibilità del rivelatore al germanio utilizzato normalmente allo scopo.

10.4.3. Alimenti

II controllo della radioattività negli alimenti viene effettuata da ARPAM sulla base di campioni prelevati dagli organi di vigilanza, quali le Aziende Sanitarie Locali, l'Ufficio di Sanità Marittima ed Aerea del Ministero della Salute, i NAS dei Carabinieri oppure inviati da singoli privati che necessitano di ottenere certificati che attestino il livello di radioattività dei loro prodotti destinati all'esportazione. In data 28/04/03 è stato emanato il Decreto n. 21 del Dirigente del Servizio Veterinaria, Igiene, Sicurezza e Qualità Nutrizionale degli Alimenti della Regione Marche in cui viene fissato il piano di campionamento regionale per il controllo della radioattività negli alimenti. Nel suddetto Decreto vengono definite per ogni matrice i seguenti dati:

1) i prodotti alimentari da campionare 2) la periodicità di campionamento 3) la quantità da prelevare 4) i punti di prelievo consigliati 5) le ASL interessate al campionamento

il numero totale di prodotti alimentari da campionare, nell'arco di un anno, da parte dei Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende Sanitarie Locali della Regione Marche è pari a 163. Le analisi vengono effettuate presso il laboratorio del CRR mediante spettrometria gamma utilizzando dei rivelatori al germanio.

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Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti 238 di 380

Attualmente nell'Unione Europea è in vigore il Regolamento (CE) n. 616/2000, che proroga fino al 2010 il Regolamento (CEE) n. 737/90 relativo alle condizioni di importazione di prodotti agricoli originari da paesi terzi, a seguito dell'incidente verificatosi presso la centrale nucleare di Chernobyl; Nel suddetto Regolamento vengono riconfermati i limiti di radioattività massima cumulata di Cs-134 e Cs-13714, già previsti dal precedente Regolamento 737/90, che sono pari a: − 370 Bq/kg per i prodotti lattiera caseari nonché per le derrate alimentari destinate all'alimentazione particolare dei lattanti durante i primi 4-6 mesi di vita; − 600 Bq/kg per tutti gli altri prodotti interessati. Dal momento che il Cs-134 ha un tempo di dimezzamento fisico di 2 anni, esso risulta completamente decaduto in tutti i campioni alimentari analizzati (visto che sono trascorsi 17 anni dall'incidente nucleare di Chernobyl), per cui i livelli di concentrazione di attività di questo radionuclide, nei suddetti campioni, sono sempre inferiori all’errore strumentale. Al contrario il Cs-137, che ha un tempo di dimezzamento fisico di 30 anni, risulta essere ancora presente in taluni campioni, come per esempio i tartufi ed i funghi. Su scala regionale, i livelli di concentrazione di attività di Cs-137 nei campioni prelevati da privati nel corso dell'anno 2003 sono compresi tra 5,34 Bq/kg (riferiti al peso fresco) e 247,99 Bq/kg (riferiti al peso secco), per quanto riguarda i funghi del tipo "boletus edulis", mentre per quanto riguarda i tartufi i livelli di concentrazione di attività per il Cs-137 sono compresi tra 0,78 Bq/kg per il tipo "tuber aestivum vitt." e 14,02 Bq/kg per il tipo "tuber melanosporum vitt.". Tali livelli di concentrazione dì attività risultano comunque inferiori al limite di 600 Bq/kg fissati dal regolamento europeo precedentemente citato. In Tabella 143 si riportano i risultati delle analisi eseguite sui campioni alimentari prelevati dai Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende Sanitarie Locali della regione, per i quali viene indicata la località di prelievo, il radionuclide analizzato, la concentrazione di attività AC espressa in Bq/Kg o Bq/l per il latte vaccino e l’incertezza estesa UAc anch’essa espressa in espressa in Bq/Kg o Bq/l, con un fattore di copertura K=2. Quando il valore della concentrazione di attività AC è preceduto dal simbolo "<" significa che la concentrazione di attività è inferiore alla Minima Attività Rilevabile (M.A.R.) che è un indice della sensibilità strumentale. Il valore della M.A.R. è diverso per ogni misura e per ogni radionuclide, in quanto dipende dal tempo di conteggio, dalla massa del campione, dal fondo strumentale e dall'efficienza del sistema di misura. Quando la concentrazione di attività è inferiore alla M.A.R. non viene riportata l'incertezza estesa UAc. Viene riportato solamente il valore di concentrazione di attività relativo al radionuclide Cs-137, mentre per quanto riguarda il latte viene riportata anche la concentrazione dì attività del K-40 15(come controllo di qualità dei metodo usato), così come previsto nella raccomandazione europea 2000/437/Euratom del 08/06/2000.

Categoria Prodotto Località Data Radionuclide AC

(Bq/Kg o Bq/l)

UAc (Bq/Kg o Bq/l)

Carne bovina Vitellone Falconara M.ma 27/11/2003 Cs-137 < 0,67 n.a.

Grano duro locale Osimo 28/07/2003 Cs-137 < 0,97 n.a. Cereali

Grano duro locale Jesi 14/07/2003 Cs-137 < 0,56 n.a.

14 Cs-134 e Cs-137: radioisotopi di origine artificiale 15 K-40: isotopo radioattivo del potassio

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Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti 239 di 380

Categoria Prodotto Località Data Radionuclide AC

(Bq/Kg o Bq/l)

UAc (Bq/Kg o Bq/l)

Grano tenero locale Senigallia 01/04/2003 Cs-137 < 0,26 n.a.

Grano tenero locale Ripe 01/04/2003 Cs-137 < 0,45 n.a.

Farina G.T. "0" Monsano 22/01/2003 Cs-137 < 0,13 n.a.

Farina G.T. "0" Sassoferrato 01/12/2003 Cs-137 < 0,64 n.a. Derivati dei cereali

Pasta integrale G.D. Monsano 22/01/2003 Cs-137 < 0,14 n.a.

Arance Fabriano 02/05/2003 Cs-137 < 0,07 n.a.

Arance (AN) Camerano 12/04/2003 Cs-137 < 0,12 n.a.

Arance (MC) Ancona 11/04/2003 Cs-137 < 0,17 n.a.

Arance Osimo 05/12/2003 Cs-137 < 0,36 n.a.

Arance (Sicilia) Jesi 02/12/2003 Cs-137 < 0,93 n.a.

Arance Fabriano 05/03/2003 Cs-137 < 0,25 n.a.

Kiwi (Italia) Osimo 02/05/2003 Cs-137 < 0,19 n.a.

Mele Ancona 11/07/2003 Cs-137 < 0,09 n.a.

Mele Fabriano 15/10/2003 Cs-137 < 0,64 n.a.

Mele (MC) Ancona 11/04/2003 Cs-137 < 0,30 n.a.

Mele (FO) Ancona 22/01/2003 Cs-137 < 0,11 n.a.

Mele (Locali) Ancona 08/04/2003 Cs-137 < 0,20 n.a.

Mele (TN) Monsano 29/09/2003 Cs-137 < 0,39 n.a.

Mele Genga 04/12/2003 Cs-137 < 0,52 n.a.

Mele (Locali) Castelfidardo 28/02/2003 Cs-137 < 0,22 n.a.

Mele (Locali) Castelfidardo 24/04/2003 Cs-137 < 0,10 n.a.

Mele (Locali) Osimo 24/05/2003 Cs-137 < 0,11 n.a.

Mele (AP) Fabriano 03/09/2003 Cs-137 < 0,50 n.a.

Pere (FO) Ancona 21/02/2003 Cs-137 < 0,13 n.a.

Pere (Emilia-Romagna) Jesi 20/06/2003 Cs-137 < 0,37 n.a.

Pere (FO) Ancona 21/02/2003 Cs-137 < 0,16 n.a.

Pesche (locali) Jesi 07/07/2003 Cs-137 < 0,32 n.a.

Frutta

Susine (Emlia-Romagna) Ancona 31/07/2003 Cs-137 < 1,23 n.a.

Latte crudo Jesi 12/08/2003 Cs-137 < 0,86 n.a.

Latte crudo Jesi 12/08/2003 k-40 47,59 n.a.

Latte crudo Jesi 03/12/2003 Cs-137 < 0,28 n.a. Latte vaccino

Latte crudo Jesi 04/12/2003 k-40 49,28 n.a.

Miele (locale) Ancona 23/09/2003 Cs-137 < 0,83 n.a. Miele

Miele (locale) Ancona 23/09/2003 Cs-137 < 0,50 n.a.

Pesce Alici (adriatico) Ancona 17/09/2003 Cs-137 < 0,59 n.a.

Spezie Pepe nero Genga 25/02/2003 Cs-137 1,03 0,34

Carote biologiche (AP) Ancona 10/10/2003 Cs-137 < 0,30 n.a.

Bietola Ancona 21/03/2003 Cs-137 < 0,22 n.a.

Bietola (AP) Ancona 26/02/2003 Cs-137 < 0,17 n.a.

Bietola (locale) Loreto 24/02/2003 Cs-137 < 0,01 n.a.

Bietola (FO) Ancona 23/04/2003 Cs-137 < 0,21 n.a.

Bietola (locale) Castelfidardo 24/04/2003 Cs-137 < 0,19 n.a.

Ceci Agugliano 29/04/2003 Cs-137 < 0,04 n.a.

Vegetali

Cicoria (locale) Ancona 22/01/2003 Cs-137 < 0,13 n.a.

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Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti 240 di 380

Categoria Prodotto Località Data Radionuclide AC

(Bq/Kg o Bq/l)

UAc (Bq/Kg o Bq/l)

Fagioli (Cina) Fabriano 17/06/2003 Cs-137 < 0,42 n.a.

Fagioli (FO) Numana 29/01/2003 Cs-137 < 0,18 n.a.

Fagioli (PG) Castelfidardo 25/02/2003 Cs-137 < 0,05 n.a.

Fagioli (Argentina) Fabriano 30/04/2003 Cs-137 < 0,23 n.a.

Finocchi (locali) Camerano 12/04/2003 Cs-137 < 0,09 n.a.

Insalata Agugliano 01/03/2003 Cs-137 < 0,01 n.a.

Insalata (locale) Chiaravalle 16/01/2003 Cs-137 < 0,19 n.a.

Insalata Jesi 19/11/2003 Cs-137 < 0,05 n.a.

Insalata (locale) Ripe 12/05/2003 Cs-137 < 0,14 n.a.

Insalata Ancona 17/10/2003 Cs-137 < 0,46 n.a.

Insalata (locale) Loreto 25/02/2003 Cs-137 < 0,17 n.a.

Insalata (locale) Ancona 08/04/2003 Cs-137 < 0,08 n.a.

Insalata Ancona 21/03/2003 Cs-137 < 0,11 n.a.

Insalata (BO) Ancona 14/11/2003 Cs-137 < 0,66 n.a.

Lenticchie (Canada) Fabriano 23/01/2003 Cs-137 < 0,16 n.a.

Lenticchie (FO) Numana 29/01/2003 Cs-137 < 0,13 n.a.

Lenticchie Falconara M.ma 04/04/2003 Cs-137 < 0,15 n.a.

Origano foglie Ancona 19/03/2003 Cs-137 < 1,20 n.a.

Papavero semi Osimo 19/03/2003 Cs-137 < 0,31 n.a.

Piselli (locali) Chiaravalle 22/05/2003 Cs-137 < 0,11 n.a.

Pomodori Loreto 24/02/2003 Cs-137 < 0,01 n.a.

Pomodori Jesi 20/06/2003 Cs-137 < 0,24 n.a.

Pomodori Ancona 16/05/2003 Cs-137 < 0,18 n.a.

Pomodori (LT) Fabriano 03/09/2003 Cs-137 < 0,32 n.a.

Pomodori (Sicilia) Falconara M.ma 20/11/2003 Cs-137 < 0,63 n.a.

Verza (locale) Falconara M.ma 15/01/2003 Cs-137 < 0,16 n.a.

Zucchine Ancona 20/03/2003 Cs-137 < 0,50 n.a.

Tabella 143 - Analisi eseguite su campioni alimentari, fonte:ARPAM

Per tutti i campioni alimentari prelevati dalle Aziende Sanitarie Locali, è possibile vedere come i livelli dì concentrazione di attività relativi al Cs-137 siano sempre inferiori alle M.A.R., tranne per un campione di pepe nero prelevato a Genga, il cui valore è appena superiore alla M.A.R. e risulta pari a 1,03 Bq/kg, quindi ben al di sotto del limite di 600 Bq/Kg.

10.4.4. Acqua potabile

Nel corso dell'anno 2003 sono stati prelevati dal Servizio igiene degli Alimenti e della Nutrizione dell'Azienda U.S.L n. 7 di Ancona 65 campioni di acqua potabile. In Tabella 144 viene riportato l’elenco dei campioni di acqua potabile analizzati, indicando la località, la data di campionamento, il radionuclide e il valore di concentrazione di attività AC. Essi sono stati sottoposti dal ARPAM a controllo della radioattività di origine artificiale, mediante analisi di spettrometria gamma, senza

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Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti 241 di 380

effettuare alcun pretrattamento sui campioni. I livelli di concentrazione di attività di Cs-137 rilevati sono tutti inferiori alle Minime Attività Rilevabili (MAR.) e variano tra 0,004 Bq/l e 1,04 Bq/l. Essi dipendono, come già detto in precedenza, dalla quantità di campione analizzato e dal tipo di rivelatore utilizzato, a parità di tempo di conteggio utilizzato. Tali livelli risultano inferiori al valore di 11 Bq/l che rappresenta il livello derivato di concentrazione di attività per ingestione, riferito al radionuclide Cs-137 per la classe d'età maggiore di 17 anni. Tale dato è stato tratto da una pubblicazione dell'Istituto Superiore di Sanità che, su incarico della Commissione dell'Unione Europea, ha calcolato i livelli di riferimento derivati di concentrazione di attività per ingestione di acqua potabile, relativi ai vari radionuclidi e alle diverse classi d'età, utilizzando il valore di dose totale indicativa di 0,10 mSv16/anno (definito dalla Direttiva Europea 98/83/CE), i coefficienti di dose della Direttiva Euratom 96/29 ed opportune ipotesi sui consumi annuali17.

Località Data Rn Ac (Bq/l) Numana via Azalee 07/05/2003 Cs-137 < 0,30

Loreto via Carpine 08/05/2003 Cs-137 < 0,34

Osimo Aspio 12/05/2003 Cs-137 < 0,32

Castelfidardo P.zz S. Pellico 27/05/2003 Cs-137 < 0,32

Osimo Stazione 27/05/2003 Cs-137 < 0,30

Loreto Stazione 28/05/2003 Cs-137 < 0,32

Castelfidardo via Brancondi 04/06/2003 Cs-137 < 0,28

Osimo Passatempo 04/06/2003 Cs-137 < 0,39

Falconara Guastaglia 18/06/2003 Cs-137 < 0,27

Massignano 18/06/2003 Cs-137 < 0,30

Loreto via Carpine 19/06/2003 Cs-137 < 0,27

Castelfidardo via G. Da Fabriano 24/06/2003 Cs-137 < 0,33

Osimo Passatempo 24/06/2003 Cs-137 < 0,33

Loreto via Altotting 25/06/2003 Cs-137 < 0,34

Massignano Ancona 04/07/2003 Cs-137 < 0,32

Castelfidardo P.zz S. Pellico 09/07/2003 Cs-137 < 0,30

Osimo Passatempo 09/07/2003 Cs-137 < 0,29

Falconara Guastaglia 10/07/2003 Cs-137 < 0,29

Loreto via Rosario 10/07/2003 Cs-137 < 0,33

Loreto via Altotting 23/07/2003 Cs-137 < 0,51

Castelfidardo Sede CIGAD 24/07/2003 Cs-137 < 0,71

Osimo Aspio 24/07/2003 Cs-137 < 0,63

Osimo Centro 04/08/2003 Cs-137 < 0,56

Numana via Milano 05/08/2003 Cs-137 < 0,71

Loreto via Montorso 06/08/2003 Cs-137 < 0,52

Falconara Guastaglia 22/08/2003 Cs-137 < 0,76

Massignano Ancona 22/08/2003 Cs-137 < 0,54

Falconara Guastaglia 29/08/2003 Cs-137 < 0,55

Massignano Ancona 29/08/2003 Cs-137 < 0,41

16 Sievert: unità di misura dell'equivalente di dose e dell'equivalente di dose efficace; 1 Sv = 1 J.kg-1. 17 Vedi S. Risica, S. Grande, Council Directive 98/83/EC on the quality of water intended for human consumption: calculation of derived acitivity concentrations, Rapporti ISTISAN 00/16, Roma, 2000

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Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti 242 di 380

Località Data Rn Ac (Bq/l) Osimo Aspio 01/09/2003 Cs-137 < 0,80

Numana via Azalee 09/09/2003 Cs-137 < 0,71

Loreto via Altotting 11/09/2003 Cs-137 < 0,15

Massignano Ancona 18/09/2003 Cs-137 < 0,45

Loreto via Asdrubali 25/09/2003 Cs-137 < 0,89

Falconara Guastaglia 26/09/2003 Cs-137 < 0,82

Massignano Ancona 26/09/2003 Cs-137 < 0,73

Castelfidardo Sede CIGAD 30/09/2003 Cs-137 < 1,04

Osimo Passatempo 30/09/2003 Cs-137 < 0,37

Massignano Ancona 17/10/2003 Cs-137 < 0,30

Osimo Aspio 20/10/2003 Cs-137 < 0,88

Falconara Guastaglia 23/10/2003 Cs-137 < 0,35

Loreto via Rosario 23/10/2003 Cs-137 < 0,90

Massignano Ancona 23/10/2003 Cs-137 < 0,92

Castelfidardo via Battisti 28/10/2003 Cs-137 < 0,15

Loreto via Asdrubali 06/11/2003 Cs-137 < 0,88

Massignano Ancona 06/11/2003 Cs-137 < 0,20

Sirolo via Giulietti 11/11/2003 Cs-137 < 0,83

Osimo Centro 13/11/2003 Cs-137 < 0,32

Massignano Ancona 17/11/2003 Cs-137 < 0,35

Falconara Guastaglia 20/11/2003 Cs-137 < 0,30

Castelfidardo Sede CIGAD 24/11/2003 Cs-137 < 0,36

Massignano Ancona 24/11/2003 Cs-137 < 0,16

Osimo Padaglione 24/11/2003 Cs-137 < 0,31

Falconara Guastaglia 25/11/2003 Cs-137 < 0,28

Loreto via Rosario 26/11/2003 Cs-137 < 0,35

Osimo Aspio 01/12/2003 Cs-137 < 0,36

Sirolo via Giulietti 02/12/2003 Cs-137 < 0,31

Loreto Stazione 03/12/2003 Cs-137 < 0,42

Massignano Ancona 04/12/2003 Cs-137 < 0,20

Massignano Ancona 12/12/2003 Cs-137 < 0,22

Castelfidardo via G. Da Fabriano 15/12/2003 Cs-137 < 0,09

Osimo Passatempo 15/12/2003 Cs-137 < 0,02

Loreto via Altotting 17/12/2003 Cs-137 < 0,011

Massignano Ancona 17/12/2003 Cs-137 < 0,008

Falconara Guastaglia 18/12/2003 Cs-137 < 0,004

Tabella 144 - Analisi eseguite su campioni di acqua potabile, fonte:ARPAM

10.4.5. Radon

Per quanto riguarda il gas radon, la normativa attualmente vigente in Italia prevede la misura della concentrazione in aria solo per i luoghi di lavoro. Tale normativa fissa anche un livello di azione pari a 500 Bq/m3, come valore medio di esposizione annuale per i luoghi di lavoro sotterranei ed in zone ad alto rischio radon, che devono essere individuate dalle Regioni (entro il 31/08/2005), secondo quanto previsto dall'art. 10-sexies del D. Lgs. n. 230/1995 e s.m.i.

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Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti 243 di 380

A differenza di quanto avviene in altri Paesi, in Italia non esiste né una normativa riguardante l'esposizione al radon nelle abitazioni né una normativa specifica sulla radioattività naturale applicabile ai materiali da costruzione. Esiste però sin dal 1990 la raccomandazione europea 90/143/Euratom concernente la tutela della popolazione contro l'esposizione al radon negli ambienti chiusi. Tale raccomandazione fissa: 1) per gli edifici esistenti un livello di azione di 20 mSv/anno, considerati equivalenti a 400 Bq/m3 di concentrazione media annua di gas radon; 2) per gli edifici da costruire un livello di progettazione (cioè un valore da non superare) di 10 mSv/anno, considerati equivalenti a 200 Bq/m3 di concentrazione media annua di gas radon. Nelle Marche la concentrazione media regionale di gas radon, ottenuta nell'indagine effettuata nel corso degli anni 1991-1993 dal CRR, in collaborazione con l'ANPA (oggi APAT) e l'Istituto Superiore di Sanità (ISS), è risultata pari a 29 ± 2 Bq/m3. Tale livello risulta essere fra quelli più bassi rilevati nelle varie regioni d'Italia. La media nazionale è infatti pari a 70 ± 1 Bq/m3. Tale indagine è stata effettuata su un campione di 239 abitazioni, dislocate in 12 comuni della Regione. Il 90% delle abitazioni prese in esame ha presentato livelli inferiori a 50 Bq/m inoltre non si è evidenziata alcuna situazione di superamento del valore di riferimento di 400 Bq/m3, suggerito dalla Raccomandazione 90/143/EURATOM della Commissione Europea, per gli edifici esistenti.

10.4.6. Impianti radiotelevisivi

In Tabella 145 si riporta il numero di siti sede di impianti radiotelevisivi (RTV), il numero di impianti stessi (in quanto può capitare che uno stesso sito ne ospiti diversi), il numero di impianti normalizzato rispetto alla superficie e alla popolazione, la potenza totale installata e la potenza media per impianto. Vengono riportati i valori relativi alla Provincia di Ancona riferiti all’anno 2003, confrontati con i valori relativi alla Regione Marche e all’Italia riferiti però all’anno 2002. Questo confronto risulta accettabile in quanto il numero di impianti e la potenza complessiva installata dovrebbero risultare abbastanza stabili da un anno all’altro. I valori relativi al territorio italiano e della regione marche sono stati ricavati dall’Annuario dei Dati Ambientali 2003 edito da APAT, mentre i dati relativi alla Provincia di Ancona sono stati forniti da ARPA Marche, a cui la Legge Regionale 25/01 ha conferito le funzioni di controllo dei livelli di esposizione ai campi elettromagnetici prodotti dagli impianti di radio-telecomunicazione e di mantenimento del “Catasto regionale degli impianti irradianti campi elettrici magnetici ed elettromagnetici” (vedi articoli 10 e 6 della 13 L.R. 13 novembre 2001 n. 25). La situazione italiana deriva in realtà da una media basata sui dati di tutte le regioni per le quali sono disponibili (Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Trentino Alto Adige, Friuli, Veneto, Emilia-Romagna, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia e Basilicata), in maniera tale da poterli confrontare con quelli della Provincia di Ancona.

Territorio Anno N. siti

impianti N.

impianti N. impianti per unità di

superficie (n./km2) N. impianti/10.000

ab. P tot (kW)

Provincia di Ancona 2003 114 248 0,13 5,53 251

Marche 2002 308 1.334 0,14 9,10 553

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Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti 244 di 380

Territorio Anno N. siti

impianti N.

impianti N. impianti per unità di

superficie (n./km2) N. impianti/10.000

ab. P tot (kW)

Italia 18 2002 5.687 21.994 0,10 5,64 11.738

Tabella 145 - Impianti RTV, fonte: ARPAM e APAT

Come si vede anche da Figura 64, la densità degli impianti in Provincia di Ancona (0,13 impianti per km2) risulta analoga al valore regionale (0,14 impianti per km2) e di poco superiore a quello nazionale (0,10 impianti per km2). Per quanto riguarda il numero di impianti rispetto alla popolazione, si vede come il valore relativo alla provincia di Ancona (5,53 impianti ogni 10.000 ab.) sia poco più basso di quello nazionale (9,10 impianti ogni 10.000 ab.) e minore di quasi il 40% rispetto al corrispettivo valore regionale (5,64 impianti ogni 10.000 ab.). Bisogna notare però come la categoria “impianti radio-televisivi” comprenda antenne di tipologie e potenze irradiate molto diverse le une dalle altre (così come spiegato nel paragrafo 10.2.1) e che quindi una calcolo della densità o del numero di antenne in funzione della popolazione non sia da solo sufficiente per valutare un fenomeno complesso come quello dell’esposizione ai campi elettro-magnetici. E’ utile quindi conoscere la reale situazione dei superamenti dei limiti di legge nelle zone circostanti ai singoli siti sede di installazioni radio-televisive.

0,00

0,02

0,04

0,06

0,08

0,10

0,12

0,14

n./k

mq

Provincia diAncona

Marche Italia

Densità impianti RTV

0,001,002,003,004,005,006,007,008,009,00

10,00

n./1

0.00

0 ab

.

Provincia diAncona

Marche Italia

Num. di impianti RTV ogni 10.000 ab.

Figura 64 - Densità impianti RTV Figura 65 - Impianti RTV ogni 10.000 ab.

In Tabella 146 si riportano il numero di pareri preventivi e delle attività di controllo su impianti RTV effettuati da ARPAM per l’anno 2003 nell’ambito delle funzioni che le sono state conferite dalla normativa regionale. I pareri preventivi riguardano la modifica o l’installazione di nuovi impianti. Le attività di controllo sono suddivise in: − verifiche strumentali, cioè utilizzando strumenti di misura direttamente presso i siti di installazione degli impianti; − calcoli teorici, cioè utilizzando modelli di calcolo in grado di valutare l’intensità dei campi elettro-magnetici nello spazio circostante le sorgenti. Tipo di attività Numero

18 I valori n. di siti, n. di impianti e P tot. non sono riferiti a tutto il territorio nazionale, ma risultano da una somma dei valori relativi a quelle regioni (vedi Annuario dei Dati Ambientali 2003 edito da APAT) per cui erano disponibili alla stesura di questo documento.

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Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti 245 di 380

Pareri preventivi 2

Interventi di controllo (con verifiche strumentali) 26

Interventi di controllo (con calcoli teorici) 72

Tabella 146 - Attività di controllo su emittenti radio-televisive, Fonte: ARPAM

In seguito alle attività di controllo sono state verificate delle situazioni di superamento dei limiti di esposizione, la cui situazione aggiornata all’anno 2003 viene riportata in Tabella 147. Vengono riportate: − il nome della località in cui vi è il sito sede di installazioni di tipo RTV presso cui è stato verificato il superamento dei limiti di legge; − il tipo di superamento, in quanto il DPCM 08/07/2003 prevede diversi limiti di esposizione in funzione della frequenza del campo elettro-magnetico ma anche della presenza o meno di edifici con permanenze prolungate di umani nelle vicinanze (vedi paragrafo 0). Sito Tipo di superamento Stato del risanamento

Ancona - Località Massignano 6 V/m programmato

Ancona - Località Massignano 20 V/m programmato

Ancona - Località Montagnolo 6 V/m programmato

Ancona - Località Montagnolo 20 V/m programmato

Ancona - via Panoramica 6 V/m programmato

Senigallia - Località Scapezzano 6 V/m concluso nell’anno 2003 con la delocalizzazione delle emittenti in due nuovi siti: Monte Solazzi e via delle Cone

Tabella 147 - Situazione superamenti limiti di emissione delle emittenti RTV, Fonte: ARPAM

Dalla tabella si evince come si siano situazioni di superamento in quattro siti diversi: − Ancona - Località Massignano − Ancona - Località Montagnolo − Ancona - via Panoramica − Senigallia - Località Scapezzano In tutti e quattro è stato superato il limite di attenzione di 6 V/m (inteso come valore efficace del campo elettrico) da considerarsi all’interno, su balconi, su terrazzi e in cortili di edifici adibiti a permanenze di persone per più di quattro ore giornaliere. Per i siti in località Massignano e Montagnolo è stato rilevato anche il superamento del limite di esposizione di 20 V/m (inteso come valore efficace del campo elettrico) relativo ai campi con frequenze comprese fra i 3 MHz e i 3 GHz. Per i siti nei pressi di Ancona il risanamento è stato programmato, mentre per il sito in località Scapezzano nei pressi di Senigallia è stato già concluso con la delocalizzazione delle emittenti in due nuovi siti presso il Monte Solazzi e in via delle Cone.

10.4.7. Stazioni radio base

In Tabella 148 si riporta il numero di siti sede di Stazioni Radio Base (SRB), il numero di impianti stessi (in quanto può capitare che uno stesso sito ne ospiti diversi), il numero di impianti normalizzato rispetto alla

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Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti 246 di 380

superficie e alla popolazione e la potenza totale installata. Vengono riportati i valori relativi alla Provincia di Ancona riferiti all’anno 2003, confrontati con i valori relativi all’Italia riferiti però all’anno 2002. La situazione italiana deriva in realtà da una media basata sui dati di tutte le regioni per le quali sono disponibili (Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Umbria, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Sardegna), in maniera tale da poterli confrontare con quelli della Provincia di Ancona.

Territorio Anno N siti impianti

N. impianti

N. impianti per unità di superficie (n./km2)

N. impianti/10.000 ab.

P tot (kW)

Provincia di Ancona

2003 153 178 0,09 3,97 21

Italia 2002 21.723 18.491 0,10 5,11 2.153

Tabella 148 - Impianti SRB, fonte: ARPAM e APAT

Come si può vedere in Figura 66 il numero di impianti sul territorio della provincia di Ancona è più basso (0,09 impianti per km2) rispetto alla media italiana (0,10 impianti per km2). Per quanto riguarda il numero di impianti rispetto alla popolazione totale si può vedere come il valore riferito alla Provincia di Ancona sia minore (3,97 impianti ogni 10.000 ab.) rispetto a quello Italiano (5,11 impianti ogni 10.000 ab.).

0,00

0,02

0,04

0,06

0,08

0,10

0,12

Provincia di Ancona Italia

D ensit à imp iant i SR B

Figura 66 - Densità impianti SRB

0,00

1,00

2,00

3,00

4,00

5,00

6,00

N./k

mq.

Provincia di Ancona Italia

Num. di impianti SRB ogni 10.000 ab.

Figura 67 - Impianti SRB ogni 10.000 ab.

E’ interessante notare come la potenza media degli impianti SRB in provincia di Ancona e in Italia risulti analoga (vedi Figura 68) e poco elevata. Come già spiegato nel paragrafo 10.2.1 gli impianti di questo tipo non presentano grosse differenze gli uni dagli altri nelle caratteristiche del campo elettro-magnetico generato e sono generalmente caratterizzati da potenze che non superano i 200 W.

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Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti 247 di 380

0

20

40

60

80

100

120

Provincia di Ancona Italia

Potenza media impiant i SRB

Figura 68 - Potenza media impianti SRB

Inoltre si può calcolare come la potenza totale degli impianti SRB (circa 21 kW) installati nella provincia di Ancona sia minore di quasi 12 volte rispetto a quella degli impianti RTV (circa 251 kW). I pareri preventivi e gli interventi di controllo effettuati da ARPAM nell’anno 2003 sugli impianti SRB in Provincia di Ancona sono riassunti in Tabella 149. Nessuna delle attività di controllo ha evidenziato un superamento dei limiti di legge. Tipo di attività Numero

Pareri preventivi 98

Interventi di controllo (con verifiche strumentali) 46

Interventi di controllo (con calcoli teorici) 27

Tabella 149 - Pareri preventivi e interventi di controllo su impianti SRB, Fonte: ARPAM

10.4.8. Impianti per la trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica

L’emissione di onde elettro-magnetiche a bassa frequenza è principalmente dovuta al sistema di produzione, distribuzione e utilizzo dell’energia elettrica. L’intensità del campo magnetico è proporzionale alla corrente elettrica passante nei conduttori, mentre l’intensità del campo elettrico è proporzionale alla tensione di esercizio. Per quanto riguarda la rete di trasporto e distribuzione, l’entità del campo elettro-magnetico generato è generalmente proporzionale alla tensione della linea. In Tabella 150 si riportano i km di terna19 relativi alle linee per il trasporto di corrente elettrica a 220 kV e 380 kV in provincia di Ancona, nelle Marche e in Italia. Vengono riportate anche le lunghezze normalizzate rispetto alla superficie territoriale.

Lunghezza (km) 220 kV

Lunghezza (km) 380 kV

Lunghezza/Superficie (km/100 km2) 220 kV

Lunghezza/Superficie (km/100 km2) 380 kV

Ancona 15 68 0,8 3,5 Marche 99 220 1,0 2,3 Italia 11.705 9.891 3,9 3,3 19 Terna: termine usato con riferimento alle linee elettriche che trasportano energia con tre diversi conduttori o fasci di conduttori.

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Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti 248 di 380

Tabella 150 - Linee elettriche (terne) ad altissima tensione, Fonte: GRTN

Come si può vedere anche dalla Figura 69 la densità di linee elettriche a 220 kV (0,8 km ogni 100 km2 di territorio) in Provincia di Ancona risulta minore del corrispettivo valore regionale (1 km ogni 100 km2 di territorio) e nazionale (3,9 km ogni 100 km2 di territorio). Per quanto riguarda le linee elettriche con tensione di 380 kV si vede invece come per la provincia di Ancona vi sia un valore (3,5 km ogni 100 km2 di territorio) di poco superiore (circa il 6%) a quello nazionale (3,3 km ogni 100 km2 di territorio) e superiore anche al corrispettivo regionale (2,3 km ogni 100 km2 di territorio).

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

3,0

3,5

4,0

km/(1

00 k

m2)

Ancona Marche Italia

Densità linee elettriche 220 kV

Figura 69 - Densità linee elettriche 220 kV, Fonte: GRTN S.p.a.

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

3,0

3,5

km/(1

00 k

m2)

Ancona Marche Italia

Densità linee elettriche 380 kV

Figura 70 - Densità linee elettriche 380 kV, Fonte: GRTN S.p.a.

I pareri preventivi e gli interventi di controllo effettuati da ARPAM nell’anno 2003 sugli elettrodotti in Provincia di Ancona sono riassunti in Tabella 151. Nessuna delle attività di controllo ha evidenziato un superamento dei limiti di legge. Tipo di attività Numero

Pareri preventivi 3

Interventi di controllo 24

Tabella 151 - Pareri preventivi e interventi di controllo su elettrodotti, Fonte: ARPAM

10.5. Scheda di sintesi degli indicatori

Indicatore Tipo Disponibilità

dei dati Fonte

dei dati Stato Tendenza Paragrafo

Radioattività - particolato atmosferico

P D ARPAM ☺ - 10.4.2

Radioattività - alimenti P D ARPAM ☺ 10.4.3

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Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti 249 di 380

Indicatore Tipo Disponibilità

dei dati Fonte

dei dati Stato Tendenza Paragrafo

Radioattività - acqua potabile

P D ARPAM ☺ 10.4.4

Radioattività - Radon P I (Dati

disponibili riferiti agli anni

1991-93)

ARPAM ☺ - 10.4.5

Impianti RTV (Numero, Numero di siti in cui sono installati, Potenza , n. impianti/km2, n. impianti/1000 ab.

D D ARPAM Errore. L'origine riferimento non è stata trovata.

Superamento dei limiti di legge per i campi elettro-magnetici generati da impianti RTV

P D ARPAM Errore. L'origine riferimento non è stata trovata.

Attività di controllo su impianti radio-televisive

R D ARPAM ☺ - Errore. L'origine riferimento non è stata trovata.

Impianti SRB (Numero, Numero di siti in cui sono installati, Potenza , n. impianti/km2, n. impianti/1000 ab.

D D ARPAM ☺ - 10.4.7

Superamento dei limiti di legge per i campi elettro-magnetici generati da impianti SRB

P D ARPAM ☺ - 10.4.7

Attività di controllo su impianti SRB

R D ARPAM ☺ - 10.4.7

Linee elettriche (sviluppo in km, in valore assoluto e i rapporto alla superficie)

D D GRTN S.p.A.

☺ - 10.4.8

Superamento dei limiti di legge per i campi elettro-magnetici generati da linee elettriche

P D ARPAM ☺ - 10.4.8

Attività di controllo su sorgenti di campi elettromagnetici a bassa frequenza

R D ARPAM ☺ - 10.4.8

Tabella 152 - Sintesi degli indicatori - tematica "Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti"

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Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti 250 di 380

Disponibilità dei dati

Stato degli aspetti ambientali

Tendenza degli aspetti

ambientali D Indicatori

disponibili e di buona qualità

☺ Positivo Trend in miglioramento nel tempo

ND Indicatori non disponibili

Intermedio Trend stabile

I Dati insufficienti per una valutazione compiuta

Negativo Trend in peggioramento nel tempo

- Incerto/sconosciuto - Non applicabile/disponibile

Tabella 153- Legenda

Indicatore aggiunto, mancante o modificato Motivazioni

Aggiunto “Radioattività - Particolato atmosferico” -

Aggiunto “Radioattività - Alimenti” -

Aggiunto “Radioattività - Acqua potabile” -

Aggiunto “Radioattività - Radon” -

Modificato “Linee elettriche” Riportate le lunghezze delle sole linee elettriche a 380 kV e 220 kV per mancanza di dati omogenei e completi delle linee a voltaggio minore.

Tabella 154 - Variazione agli indicatori rispetto a quelli approvati dal forum