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Quadro congiunturale e finanza aziendaleCrisi e ripresa economica – Uno scenario per l’economia italiana e territoriale
Lara PencoDipartimento di Tecnica ed Economia delle Aziende (DITEA)
Facoltà di Economia, Università degli Studi di Genova
FACOLTÁ DI ECONOMIA
UNIVERSITÁ DEGLI STUDIDI GENOVA
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Agenda
Crisi e segnali di ripresa (analisi macro) La produzione industriale Alcune riflessioni sulle imprese Focus sull’economia regionale Spunti di riflessione di attualità …
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Crisi e segnali di ripresa
Nel secondo semestre del 2009, sono emersi i primi segnali di ripresa, evidenziati dalle seguenti variabili: Il Pil; Gli investimenti; I consumi.
L’occupazione si pone come variabile “insidiosa” poiché la crisi manifesterà i suoi effetti sull’occupazione anche nel 2010.
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Stime Banca d’Italia – Eurozone Indicatore €-coin –
sviluppato dalla Banca d'Italia – fornisce una stima sintetica del quadro congiunturale corrente nell’area dell’euro.
E’ un tasso di crescita trimestrale del PIL depurato dalle componenti più erratiche (stagionalità, errori di misura e volatilità di breve periodo).
€-coin è pubblicato mensilmente dalla Banca d'Italia e dal Centre for Economic Policy Research
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Alcune variabili-chiave secondo il CSC…
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L’andamento del Pil per l’Italia Il Pil è cresciuto nel
secondo trimestre in Francia (+0,3), in Germania (+0,3) e in Giappone. Si è attenuata la crisi negli USA e UK (grazie ad una maggiore tenuta del real estate)
Paesi come Cina, India e Brasile sono in fase di recupero e di forte espansione
L’Italia segue un andamento di lenta ripresa
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L’andamento degli investimenti 2009: Caduta degli investimenti dovuta a:
Crollo domanda Capacità inutilizzata Incertezza sul futuro Condizioni del credito restrittive per le imprese
2010 ripresa dovuta a: Aumento della domanda aggregata Tremonti ter
Problema per la ripresa degli investimenti: accesso al credito
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Il commercio internazionale
Fonte Prometeia
Crescita del commercio Internazionale (rispetto al trimestre precedente)
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Un focus sul real estate USA
Il mercato immobiliare americano si è stabilizzato nel corso del secondo trimestre. Le vendite di case, sia nuove che esistenti, sono in costante aumento dallo scorso aprile e
hanno fatto segnare a luglio un balzo del 9,6 e 7,2% REGNO UNITO
Nel Regno Unito il mercato immobiliare ha invertito rotta. Secondo il dipartimento governativo Land Registry, in Galles e Inghilterra i prezzi delle
case sono aumentati dell’1,6% a luglio, dopo i lievi incrementi fatti registrare nei due mesi precedenti
EUROPA L’aggiustamento è, invece, ancora in corso nell’area euro; in molti paesi, tra cui Spagna,
Francia e Italia, nel 2000-2007 i prezzi reali avevano fatto registrare aumenti ancor più sostenuti che negli Stati Uniti. L’OCSE stima che, a fronte dell’incremento del 35,2% negli Stati Uniti, le quotazioni delle case sono aumentate dell’85,8% in Francia, del 51% in Italia e del 94,3% in Spagna
ITALIA In Italia, secondo Nomisma, i prezzi delle abitazioni, diminuiti nei primi sei mesi del 2009
del 2,5%, sono previsti calare ulteriormente sia nella seconda metà del 2009 (-6/8%) sia nel 2010 (-2/3%); il mercato immobiliare tornerà a salire solo nel 2011
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L’occupazione – una variabile “insidiosa”
In termini di Ula, si registra una variazione negativa tra primo trimestre 2008 e 2009 pari al -2%, inferiore alla diminuzione del PIl, che è stata pari al -6% (effetto labour hoarding).
Effetto negativo sulla produttività. Necessario riaggiustamento, con
cadute occupazionali ed effetti depressivi sulla domanda aggregata.
Previsioni: risalirà solo dal secondo trimestre del 2010.
Prima di nuove assunzioni, ci sarà il riassorbimento dei cassintegrati e l’allungamento delle ore di lavoro ridotte
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L’Occupazioneil Nord Ovest è penalizzato
I posti di lavoro persi nel 2009 (994.390, ma al netto delle assunzioni previste 212.790): Nord Ovest: 260.790 (al netto delle assunzioni previste
63.240) Nord Est: 250.850 (al netto delle assunzioni previste 53.390) Centro: 200.210 (al netto delle assunzioni previste 48.570) Sud e Isole: 282.540 (al netto delle assunzioni previste 47.590)
(dati Excelsior)
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L’occupazione: l’ “emorragia” delle piccole imprese
I posti di lavoro persi nel 2009: Classe 1-9: 401.590 (al netto delle assunzioni previste 73.100) Classe 10-49: 207.720 (al netto delle assunzioni previste 52.320) Classe 50-249: 148.960 (al netto delle assunzioni previste
41.320) Classe 250-499: 55.620 (al netto delle assunzioni previste
15.010) Oltre 500: 185.500 (al netto delle assunzioni previste 31.040)
Le Medie Imprese perdono meno….
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L’occupazione: I settori “tradizionali” soffrono di più Chi perde di più a livello nazionale?
L’industria perde più dei servizi (industria: -357.250, al netto delle assunzioni previste – 132.800; servizi: -637.140, al netto delle assunzioni previste – 79.990)
Nell’industria, i settori che hanno perso più posti di lavoro sono quelli tradizionali e spesso riconducibili al cd Made in Italy e ai beni strumentali: Tessili, Legno e mobili, Meccanica, Minerali e Metalli, Elettronica
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Come si pone la CIG?
Le ore della CIG sono state al massimo nel 2009 (573 milioni di ore pari a 490.000 unità di lavoro)
A settembre 2009, in termini percentuali, la Cig aumenta del 95% rispetto ad agosto, meno rispetto agli anni precedenti
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PIl e Output gap
Out gap = Differenza tra PIl effettivo e potenziale Il grado di utilizzo degli impianti è sceso a livelli mai
osservati fin dal dopoguerra in tutti i Paesi, a causa della caduta della domanda.
Il dato medio sconta situazioni gravissime dell’industria.
Questo comporterà una caduta dell’occupazione nel 2009, necessario per adeguare la produttività.
Si avranno effetti sulla domanda negativi, la quale beneficerà solo dell’aumento della fiducia.
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L’andamento dei consumi
Nel 2009 i consumi sono attesi dal CSC in riduzione dell’1,7%, dopo il calo dello 0,9% registrato nel 2008. Torneranno a crescere nel 2010 (+0,7%).
Fattori di crescita: Dinamica positiva delle retribuzioni reali Maggiore fiducia Rafforzamento dei bilanci familiari grazie al minor costo della
bolletta energetica e alimentare e alla diminuzione dei tassi di interesse bancari.
Fattori di freno: contrazione dei posti di lavoro che si perpetrerà anche nel 2010.
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I consumi per settore
crescita del commercio mondiale nel secondo trimestre 2009 rispetto al precedente
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Crisi e segnali di ripresa (analisi macro) La produzione industriale Alcune riflessioni sulle imprese Focus sull’economia regionale Spunti di riflessione di attualità …
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Un focus sulla produzione industriale. Stato attuale e scenari previsionali
La produzione del manifatturiero è diminuita in giugno e si è riportata ai livelli del 1987 (CSC).A livello settoriale:
le riduzioni minori si rilevano per la produzione di beni di consumo non durevoli, in particolare alimentari e farmaceutici (domanda rigida).
con i più elevati tassi di diminuzione, invece si registrano: i beni strumentali (soprattutto macchinari e apparecchiature) i beni di consumo durevoli.
La crisi immobiliare ha invece intaccato i livelli di produzione dei settori più propriamente legati al comparto casa (mobili, apparecchiature elettriche, piastrelle).
(Prometeia)
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La ripresa c’è…ma a diverse velocitàFatturato deflazionato Export
Fonte: Prometeia
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Per i beni di investimento…
questi settori, fortemente colpiti dalla crisi (dato il drastico ridimensionamento della spesa per investimenti sui mercati mondiali), saranno quelli a mostrare le migliori capacità di recupero nel medio termine
Meccanica: recupero lentissimo
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Per i beni intermedi
il lento recupero del ciclo internazionale limiterà la ripresa dei settori produttori di beni intermedi
Nonostante il recupero atteso a partire dal 2011, i volumi di fatturato si manterranno ancora per alcuni anni significativamente al di sotto dei livelli pre-crisi
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Per i beni di consumo Consumi deboli sul mercato interno per tutto
l’orizzonte previsivo, penalizzati da vincoli di bilancio e maggiore propensione al risparmio
Si affermano nuovi stili di consumo Mercati esteri tradizionali non premianti per Auto e moto
per i beni voluttuari l’evoluzione congiunturale conferma un profilo meno
penalizzante per alimentare efarmaceutica, la cui domanda è meno sensibile al ciclo, e per i comparti a valle del sistema moda gli ultimi dati fanno emergere anche i primi effetti degli incentivi sul fatturato del settoreautoveicoli e moto
Si riduce il peso delle produzioni di beni di consumo tradizionale
Sistema moda e sistema casa: si rafforzerà la crescente “terziarizzazione delle imprese con base in Italia” , maggiormente orientate a gestire la concezione e la vendita di prodotti realizzati su scala internazionale
Alimentare, farmaceutica e chimica per il consumo: la minore ciclicità della domanda consentirà nel 2013 di mantenere e/o superare i livelli pre crisi, ma l’eccezionalità della crisi renderà più urgente affrontare i problemi che da anni condizionano alcuni comparti produttivi
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Crisi e segnali di ripresa (analisi macro) La produzione industriale Alcune riflessioni sulle imprese Focus sull’economia regionale Spunti di riflessione di attualità …
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Le imprese: la crisi ha
accentuato la selezione
Aumento delle imprese con Roi Negativo. Nella Crisi alcune imprese resistono di più…
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L’Italia va meglio di quanto si crede? Il punto di vista di alcuni studi recenti …. Rapporto Symbola-Fondazione Edison
Secondo rapporto Italia - Geografie del nuovo made in Italy realizzato da Symbola e dalla Fondazione Edison
Casi di eccellenza contagiosi per trainare l'economia reale; l’Italia è la seconda economia reale a livello europeo, dietro la Germania, nel dopo-crisi.
Onu-Wto L'indice di competitività Onu-Wto, il Trade performance index, colloca l'Italia al
secondo posto, dietro la Germania, nella classifica dei paesi più competitivi nel commercio mondiale.
Goldman Sachs Report, Goldman Sachs che tre anni fa aveva cinicamente liquidato l'Italia («le rimane il
cibo e un po' di calcio»), ha pubblicato un report dal titolo significativo: L'Italia va meglio di quanto si creda.
RIFERIMENTO AL QUARTO CAPITALISMO, ALLE COLONNE DELL’ECONOMIA ITALIANA, AI CAMPIONI NASCOSTI….
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Un focus sulla Liguria
Situazione economica GENERALE La Liguria, nel 2008 e nei primi mesi dell'anno in corso, ha
risentito in misura progressivamente crescente della crisi economica internazionale, mostrando un marcato indebolimento di larga parte dei comparti di attività economica.
Alcune caratteristiche strutturali della regione, come l'elevata terziarizzazione del tessuto produttivo e la limitata apertura al commercio estero, hanno ritardato il manifestarsi degli effetti più incisivi del deterioramento del contesto macroeconomico esterno.
Gli effetti potranno sentirsi in modo ritardato (beni strumentali).
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L’industria (in senso stretto e costruzioni) in Liguria nel 2008 INDUSTRIA IN SENSO STRETTO
A partire dall'autunno 2008, i livelli di domanda e produzione hanno evidenziato una marcata caduta.
I due terzi delle imprese industriali regionali (che hanno preso parte alla rilevazione della Banca d'Italia) hanno risentito della crisi; per la metà di queste l'impatto sull'andamento aziendale è stato giudicato rilevante.
Rispetto all'anno precedente le esportazioni hanno decelerato e la redditività delle aziende si è ridotta; la spesa per investimenti ha ristagnato.
COSTRUZIONI Il settore delle costruzioni ha risentito del rallentamento del mercato
immobiliare, nel quale le compravendite sono diminuite e i prezzi sono rimasti stazionari in termini reali; l'attività di ristrutturazione e recupero di edifici si è ridotta.
Nel comparto delle opere pubbliche l'attività è rimasta stagnante, ma alcuni avanzamenti nell'iter progettuale e nelle procedure di gara relative ai principali programmi di investimento sembrano indicare potenzialità di crescita.
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I servizi in Liguria nel 2008
Nel comparto dei servizi gli andamenti sono stati differenziati per settore; gli effetti della crisi sono comunque stati avvertiti in minor misura rispetto all'industria.
Le vendite al dettaglio di beni durevoli si sono ridotte; la GDO ha conseguito un modesto incremento del fatturato, limitato al comparto degli alimentari e dei prodotti di largo consumo.
Le presenze turistiche presso le strutture ricettive regionali sono rimaste sostanzialmente stabili; è proseguita la crescita della quota dei visitatori di provenienza estera, la cui spesa negli ultimi dieci anni è aumentata in misura superiore alla media nazionale.
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Un focus sulla Liguria – il rapporto banca-impresa Nel primo trimestre del 2009 è proseguito il
rallentamento dei prestiti bancari a residenti in Liguria. La dinamica del credito regionale continua a risultare
lievemente superiore alla media nazionale. La crescita dei prestiti alle famiglie consumatrici si è
portata al 3,0 per cento su base annua (4,0 per cento a dicembre).
I prestiti alle imprese hanno rallentato attestandosi al 3,5 per cento nel mese di marzo; la decelerazione, dovuta essenzialmente alle aziende aventi oltre 20 addetti, ha riguardato tutti i settori di attività economica, risultando più marcata nel terziario.
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Andamento dei prestiti bancari in Liguria(variazioni percentuali sui 12 mesi)
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Spunti di riflessione di attualità …
Alcune riflessioni dal G20:E’ presto per una exit strategy, occorre
attendere che la ripresa sia effettiva ed omogenea nei diversi Paesi;
La priorità resta il sostegno all’economia e non sono auspicabili strette di liquidità (coerente con il FMI).
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Spunti di riflessione di attualità …
Circa la Liguria, si profila un quadro denso di luci e ombre: Nella crisi, l’high tech e l’Ict regionale hanno resistito; Si è avuta una selezione che ha condotto alla
fuoriuscita le imprese marginali; Gli effetti della crisi si ripercuoteranno sui beni
strumentali in modo ritardato; In termini generali, la ripresa è spesso
ostacolata dal problema dell’accesso al credito
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