Ricchezza e povertà: leconomia diventa politica materiali Capitolo terzo.

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Ricchezza e povertà: l’economia diventa politica materiali Capitolo terzo

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Ricchezza e povertà:l’economia diventa politica materiali

Capitolo terzo

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La nascita del mercato moderno

Nell’antico regime l’importanza degli Stati risiedeva nella potenza militare, nell’estensione territoriale e nell’abbondanza di popolazione.

A partire dal Seicento soprattutto in Gran Bretagna e Olanda la potenza e la ricchezza del Paese è legata strettamente all’attività del commercio internazionale

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Commercio mondiale

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Il commercio internazionale inglese

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La mano invisibile

Per Adam Smith il mercato (commercio) è una realtà in cui opera una miriade di soggetti, nessuno dei quali è in una posizione dominante. Tra loro si realizza una condizione di concorrenza perfetta: infatti “il singolo mira solo al suo proprio guadagno ed è condotto da una mano invisibile … a perseguire un fine che non rientra nelle sue intenzioni … Perseguendo il suo interesse, egli spesso persegue l’interesse della società in modo più efficace di quanto intende effettivamente perseguirlo”.

Egli ritiene che l’espansione del commercio (in regime di concorrenzialità e di libertà) creino le condizioni per lo sviluppo economico

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La libera concorrenza

Le teorie che volevano il mercato libero da qualsiasi vincolo (liberismo) spesso si accompagnavano alle idee di libertà politica (liberalismo).

Agli Stati si chiedeva una sempre maggiore libertà sia politica che economica.

La Gran Bretagna fu il primo stato a seguire una politica liberistica e a limitare i propri interventi diretti nell’economia prevalentemente ad una funzione di arbitro tra datori di lavoro e manodopera.

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La nazione “industriale”

Con l’inizio del XIX secolo cominciò ad apparire evidente l’importanza del progresso economico per definire la gerarchia degli Stati

La Gran Bretagna oltre al primato nei commerci era anche la prima potenza industriale

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Indici della crescita

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La supremazia inglese

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La ferrovia

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Il progresso

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Le esposizioni universali

L’esposizione universale di Londra 1851

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Gli interni del Crystal palace

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La seconda rivoluzione industriale

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Le industrie

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Principali cambiamenti dovuti alla rivoluzione industriale

Sviluppo delle comunicazioni

Inurbamento

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Lo sviluppo ferroviario in Europa

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Fasi dello sviluppo economico

Tutte le società, per le loro caratteristiche economiche, possono essere classificate in una di queste cinque categorie:

la società tradizionale, la fase delle condizioni preliminari per il decollo

Il decollo Il passaggio alla maturità Il periodo del grande consumo di massa [Rostow]

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La crisi agraria

Prezzi del grano e del mais tra il 1878 e il 1887 (in lire per quintale) in Italia

1878-1880

1881 1882 1883 1884 1885 1886 1887

grano 31,68 26,36 25,42 23,11 21,52 21,24 21,28 21,48

mais 22,41 19,01 20,55 17,38 14,94 14,10 15,51 13,41

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I cicli economici

L’economia capitalistica presenta un andamento a onde successive di espansione e di depressione

La crisi rappresenta la fase dell’inversione di tendenza rispetto allo sviluppo

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Innovazione

La parola chiave per comprendere questa nuova età dello sviluppo economico è:

Innovazione

L’innovazione, molto semplicemente (è) l’introduzione di una nuova funzione di produzione, e ciò comprende sia il caso di una nuova merce, sia nuove forme di organizzazione …

Poiché dal punto di vista economico la produzione non è altro che la combinazione di servizi produttivi è la stessa cosa dire che l’innovazione combina i fattori in modo nuovo, o che consiste nel dar vita a “nuove combinazioni”

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La grande depressione

1873-1896 non si tratta di una crisi di portata eccezionale, ma è in grado di modificare gli equilibri precedenti

Dopo gli anni 70 finisce il predominio economico inglese basato sul cosiddetto imperialismo del libero commercio

Stati Uniti e Germania crescono la loro capacità

produttiva

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Il protezionismo

Per reagire alle difficoltà i paesi più industrializzati, tranne la Gran Bretagna, proteggono i loro prodotti con dazi doganali.

Prima della I guerra mondiale nell’Europa continentale il livello medio dei dazi era del 19%, in Giappone oltre il 25%, oltre il 40% negli USA

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Spinte contrastanti

Le tecnologie rendono le economie più interdipendenti

Gli Stati nazionali mirano a mantenere i loro vantaggi competitivi

Lo Stato è chiamato ad intervenire nella politica e nell’economia

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Le maggiori potenze industriali prima del ‘29

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Il 1929 e la grande crisi

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La crisi si estende in Europa

In Europa vengono meno i presti che gli Usa hanno fatto, tra questi i debiti connessi alla prima guerra mondiale (Germania in particolare)

Il mercato finanziario di Londra risente della crisi. Nel 1930 la sterlina ha perso il 30% del suo valore nei confronti del dollaro

Tendenza generalizzata alla svalutazione Italia, Olanda, Belgio, Svizzera, Francia restano

fedeli al gold exchange standard

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Soluzioni

Risposte tradizionali: Lo Stato controlla i meccanismi economici

secondo il pensiero liberista:

Bilanci in ordine Tagli alle spese Deflazione

La crisi continua

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Il New Deal

I Democratici vincono le elezioni con Fraklin Delano Roosvelt che si insedia alla Casa Bianca nel febbraio 1933.

La sua nuova politica economica prende il nome di New Deal

Manovre monetarie di inflazioneControlli sulle attività bancarieProgramma di assistenza ai poveriFinanziamento di lavori pubblici

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Il capitalismo democratico

«Un nuovo capitalismo che prevedeva la regolamentazione dell’attività economica e la mediazione da parte dello Stato tra le parti sociali senza mutare l’assetto istituzionale del paese»

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John Maynard Keynes

Nel 1936 pubblica la Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta.

Contesta la mano invisibile

Introduce il concetto di moltiplicatore

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L’idea di risparmio come “vizio”

Bisogna distinguere tra consumi e investimenti. I consumi sono in funzione del reddito. … investimenti non sufficienti determinano una serie di effetti a cascata su altre sfere. Se mancano gli investimenti crollano i consumi

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Il ruolo dello Stato

Lo stato è chiamato ad intervenire per regolare e guidare l’economia.

Se gli investimenti subiscono una flessione, i consumi debbono aumentare e viceversa in modo da mantenere alta la domanda e così eliminare le depressioni e mantenere costantemente una situazione prossima al “boom economico”

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Le imposte

Per sostenere il consumo lo stato adopera le imposta per redistribuire il reddito a favore delle classi popolari che hanno una forte propensione al consumo.

Le imposte dovranno servire anche a

sostenere l’investimento riducendo innanzi tutto il tasso d’interesse.

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Il ruolo dello stato

Lo stato interviene inizialmente soprattutto nella politica sociale:

Per la necessità di agevolare il meccanismo del mercato (assistenza nel campo dell’istruzione)

Per moderare o prevenire gli effetti collaterali negativi dell’industrializzazione (sanità e igiene pubblica)

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L’ampliarsi della competitività economica Lotta contro l’analfabetismo

La formazione culturale

Tutela e qualificazione della manodopera

L’ampliarsi dei servizi/terziario

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Livelli di alfabetizzazione in Italia secondo il censimento 1861

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Livelli di alfabetizzazione della popolazione rurale nel 1861

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Le quindici maggiori città europee (Russia esclusa) tra 1400 e 1800

1400 1500 1600 1700 1800

Parigi 275.000 Parigi 225.000 Parigi 300.000 Londra 575.000 Londra 948.000

Bruges 125.000 Napoli 125.000 Napoli 275.000 Parigi 500.000 Parigi 550.000

Genova 100.000 Milano 100.000 Londra 200.000 Napoli 300.000 Napoli 430.000

Venezia 100.000 Venezia 100.000 Venezia 151.000 Amsterdam 200.000 Vienna 247.000

Granata 100.000 Granada 70.000 Siviglia 135.000 Lisbona 180.000 Amsterdam 217.000

Milano 90.000 Praga 70.000 Lisbona 130.000 Madrid 140.000 Dublino 200.000

Siviglia 75.000 Lisbona 65.000 Milano 120.000 Venezia 138.000 Lisbona 195.000

Firenze 55.000 Tours 60.000 Palermo 105.000 Roma 135.000 Berlino 172.000

Gand 55.000 Genova 58.000 Praga 100.000 Milano 125.000 Madrid 168.000

Lisbona 55.000 Firenze 50.000 Roma 100.000 Vienna 114.000 Roma 153.000

Bologna 45.000 Gand 55.000 Toledo 80.000 Palermo 100.000 Palermo 139.000

Londra 45.000 Palermo 55.000 Firenze 76.000 Lione 97.000 Venezia 138.000

Napoli 45.000 Roma 55.000 Rouen 70.000 Marsiglia 90.000 Milano 135.000

Toledo 45.000 Bologna 50.000 Granata 69.000 Bruxelles 80.000 Amburgo 130.000

Barcellona 40.000 Londra 50.000 Madrid 65.000 Siviglia 72.000 Lione 109.000

Fonte: P. Bairoch - J. Batou - P. Chèvre, La population des villes Européennes: banque des données et analyse sommaire des résultats, Genève 1988, pp. 272-283.

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Tassi di urbanizzazione (popolazione urbana sul totale)

1800 1850 1910 1970

% % % %

Inghilterra e Galles 23 50 75 78

Francia 13 20 39 68

Belgio 18 34 57 71

Germania 10 16 49 68

Italia 31 42 62 66

Russia 6 8 20 54

Portogallo 16 16 16 29

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I caratteri della rivoluzione industriale Ph. Deane, La prima rivoluzione industriale, Il Mulino, Bologna 1982, p. 11

Applicazione sistematica e diffusa della scienza moderna e della conoscenza empirica al processo di produzione per il mercato

La specializzazione dell’attività economica rivolta alla produzione per il mercato e non all’autoconsumo o al mercato locale

Il trasferimento di popolazione dalle zone rurali a quelle urbane

L’aumento delle dimensioni e la spersonalizzazione dell’unità tipica di produzione, in modo che essa viene ad essere fondata sempre meno sulla famiglia o su gruppi di famiglie e sempre più sulle società per azioni o sulle imprese pubbliche

L’impiegao intensivo ed estensivo delle risorse di capitale Nascita di nuove classi sociali ed occupazionali create dalla

proprietà o dal rapporto con i mezzi di produzione diversi dalla terra, in particolare con il capitale