1 PRIME EVIDENZE VALUTAZIONE FINALE POR PIEMONTE OB 3 Comitato di Sorveglianza 17-18 Giugno 2005.

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PRIME EVIDENZE VALUTAZIONE FINALE POR

PIEMONTE OB 3

Comitato di Sorveglianza

17-18 Giugno 2005

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Struttura presentazione

• Metodologia, principali conclusioni ed il follow up del RVI 3

• Prime evidenze dalla analisi per tema (alta formazione, interventi per soggetti “a rischio”, formazione continua, integrazione con OB2, accreditamento, PO, servizi per l’impiego) 6

• Prime indicazioni per prossimo periodo di programmazione 23

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La metodologia, le attività svolte e le tempistiche

• Le domande valutative sono state definite tenendo conto dei prossimi passi del Rapporto di Valutazione Intermedia, del documento della Commissione Europea “Guidance Paper on ESF final evaluation” dell’ Aprile 2004, della struttura del rapporto di valutazione finale del QCS del Dicembre 2004 del MdL e di una ampia interazione con l’Amministrazione Regionale che ha prodotto il documento di “definizione dell’indice e piano di lavoro” del 22 Febbraio 2005

• L’approccio del rapporto è stato per temi trasversali che diventano base per una valutazione complessiva e per casi di studio (interviste, incontri ad amministrazioni e soggetti attuatori)

• Le attività includono per la rete dei servizi per impiego interviste a 4 province e 6 centri, per accreditamento incontro con 8 agenzie formative, per la formazione continua 4 focus groups con 24 partecipanti, per gli interventi sui soggetti a rischio due focus groups (una con soggetti istituzionali e l’altro con le associazioni) ciascuno dei quali ha coinvolto circa 20 persone, per quelli di alta formazione interviste con due Università e l’Unione Industriali, per integrazione e pari opportunità incontri con i dirigenti ed i consulenti che se ne stanno occupando in maniera specifica. Sono state inoltre incontrati gli Organismi Intermediari delle Sovvenzioni, Agenzia Piemonte Lavoro e frequentemente i dirigenti della Regione che seguono le diverse misure.

• La consegna della bozza del rapporto di valutazione finale (la cui elaborazione è in corso) è prevista per Luglio 2005

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Principali conclusioni

2000 - 2006

• Realizzazioni in linea con le tempistiche e previsioni iniziali

• Crescita significativa di capacità istituzionali (deleghe, sistemi di monitoraggio, comunicazione, accreditamento, CPI, ..)

• Tracimazione sistemi e competenze ad altre aree di spesa pubblica

• Capacità di cambiamento “in corso” e di adattamento a nuove esigenze

2007 - 2013

• Identificazione vantaggi (aree, settori, ..) competitivi e concentrazione risorse

• Focalizzazione degli interventi per i segmenti a maggior rischio su sperimentazioni ad alta resa

• Integrazione programmi e strutture di governance

• Sviluppo e qualificazione “azioni di sistema”

• Sviluppo e miglioramento formazione continua e permanente

Obiettivi competizione

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Le raccomandazioni della Valutazione Intermedia (a metà 2003) e follow up della Regione

Interventi innovativi

Interventi consolidati

Azioni di contorno

Azioni strategiche

Capacità di spesa elevata

Capacità di spesa media

Capacità di spesa bassa

C2

C4

D1D2

Analisi portafoglio misure POR per rilevanza e performance finanziaria

Fonte: Vision & Value – L.S.E.

D3

D4

A1

C1A3

A2BE

F2

F1

C3

La valutazione aveva (attraverso alcuni strumenti metodologici come quello esemplificato dalla tavola) generato indicazioni sia in termini di riallocazione di priorità che di revisione di modalità organizzative. La Regione ha utilizzato la valutazione come elemento di apprendimento (anche se alcune delle ipotizzate revisioni organizzative costituiscono percorsi da completare).

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Alta formazione: i risultati conseguiti e lo sviluppo nel tempo della formazione mirata alla competitività del Sistema Piemonte

• Creazione delle basi per nuovi interventi regionali per la formazione del capitale umano direttamente coinvolto nell'innovazione del territorio

• Azioni di sistema per gli Atenei: “Messa in qualità” dei laboratori e azioni formative a favore del personale tecnico-amministrativo dei tre atenei piemontesi (C1.2)

• I fondi del POR hanno agevolato la transizione verso il sistema universitario riformato (C3.2)

• 1121 moduli specialistici finanziati; ne hanno beneficiato più del 40% del totale corsi offerti dal Politecnico e quasi il 25% dei corsi offerti dall'Università di Torino (C3.2)

• Diversificazione dei percorsi universitari e percorsi Post-Laurea - Master (C3.3) più che raddoppiati : 62 Master finanziati dal POR negli anni della programmazione contro i 30 presenti sul territorio negli anni 1995-1999

• Creazione delle basi per interventi di collegamento fra le università e la ricerca applicata nelle imprese piemontesi (D4)

• 300 progetti “Giovane Innovazione” finanziati nelle due bandi della D4

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Alta formazione: puntare sulla qualità degli interventi e sulle nicchie di eccellenza per aumentare la competitività regionale

• Partire nella programmazione dalla identificazione dei vantaggi (per settori, aree,..) competitivi potenziali;

• Continuare nel sostegno alle misure di Alta Formazione per la creazione di una capacità competitiva del sistema di ricerca piemontese in quanto tale;

• Identificare i fabbisogni di innovazione produttiva per interventi più efficaci di alta formazione;

• Spostare gradualmente attenzione dalla formazione alla ricerca;• Utilizzare la leva della integrazione FESR e FSE come strumento di

programmazione;• Continuare nel rafforzamento delle misure che “fanno sistema”: i rapporti fra

istruzione e impresa, le capacità di generazione di impresa da parte della ricerca – e viceversa -, i distretti tra imprese, istituzioni finanziarie e amministrazioni per promuovere la ricerca.

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Interventi per le fasce a rischio di esclusione sociale. Risultati conseguiti dal POR

• Avviamento di una Rete di Intervento Regionale fra gli assessorati di Politiche del Lavoro, Formazione Professionale, Sanità e Politiche Sociali

• A 12 mesi dall’intervento B1 il 69.2% dei target risulta occupato: efficacia dell’integrazione con la legge 68/99

• Solo il 3.5% dei giovani definiti a rischio segnalati dai servizi sociali si trova a 12 mesi dall’iscrizione ai Centri per l’Impiego in condizione di inattività

• Disabili: Azioni, Monitoraggi e Sistemi Informativi hanno portato ad una più precisa specificazione dei target e dei loro fabbisogni

• Sperimentazione di strumenti di percorsi personalizzati

• Consolidamento delle Attività di formazione professionale (B1 - Linea 1) e radicamento delle attività nel territorio a livello provinciale

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Interventi per le fasce a rischio di esclusione sociale: valorizzare relazioni con altri assi e politiche pubbliche

• Sviluppare l'integrazione tra servizi sociali, lavoro, Formazione e Sanità

• Consolidare le reti progettuali sul territorio, sia istituzionali sia tra gli attori: rafforzare la capacità delle Province di coordinare la mobilitazione degli altri soggetti

• Rafforzare le figure in grado di seguire l’utente durante il percorso di inserimento

• Sviluppare l’ integrazione tra formazione per “soggetti a rischio” con gli altri di tipi di formazione e promuovere azioni interprovinciali per migliorare la struttura di costo degli interventi

• Disegnare gli oggetti delle misure B1 tenendo conto dei gruppi svantaggiati emergenti: disabili sotto soglia (46%), donne soggette a tratta e giovani a rischio

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Formazione continua: principali realizzazioni e miglioramenti conseguiti nel corso della programmazione

• Implementazione di una pluralità di strumenti formativi per soddisfare le differenti esigenze del sistema produttivo piemontese (corsi strutturati, individuali, voucher formativi per le imprese, formazione su domanda individuale e piani formativi d’area)

• Sensibilizzazione dell'apparato produttivo alla formazione professionale e all'aggiornamento delle competenze

• Introduzione di elementi di collegamento della formazione ai bisogni territoriali (es. Piani formativi d’area)

• Incremento dotazione finanziaria misura D2 (premialità) in risposta alla crescita di domanda di formazione nella PA

• Alcuni rallentamenti nel trend di spesa in larga parte attribuibili ad aspetti di carattere tecnico

• Sperimentazione e consolidamento del sistema di formazione continua ad iniziativa individuale dei lavoratori nell’ambito di strategie di LLL

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Formazione continua: possibili aree di miglioramento per aumentare la capacità moltiplicativa dell’intervento FSE verso il raggiungimento degli standard di Lisbona di LLL

• Disegnare meccanismi di attivazione di ulteriore risorse (nazionali, locali, private) con il FSE come moltiplicatore di risorse

• Sviluppare la programmazione collegandola ai bisogni dei territori selezionati (esperienza dei piani formativi di area da mantenere e sviluppare)

• Rendere più stringente il collegamento tra formazione e progetti di sviluppo di impresa

• Valorizzare i CPI come soggetti della programmazione e progettazione • Ampliare il sistema di formazione finanziata mediante i voucher

all’impresa e ai lavoratori, semplificando le procedure ma mantenendo adeguati livelli di controllo formale e di merito

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Integrazione tra Obiettivo 2 ed Obiettivo 3 – I risultati raggiunti

La principale forma di integrazione è quella tra Misura D3 (POR) e 4.2a (Docup) e le misure di assistenza D3, D4 e E1 (POR); tra i risultati (al 31 Dic 2004):•668 nuove imprese create con la misura D3 (111% dell’obiettivo) di cui il 50% in aree ob. 2;•869 posti di lavoro creati in tutta la Regione di cui 430 nelle aree ob. 2; •183 imprese finanziate dalla misura 4.2.a DOCUP.Inoltre, va notato che la misura D4 (“Miglioramento delle risorse umane nel settore della Ricerca e Sviluppo Tecnologico”) appare concentrarsi (68% degli investimenti) nelle aree Obiettivo 2.In generale, il livello di concentrazione (pari a circa il 32%) appare non particolarmente significativo ed il coordinamento delle due strutture di governance da sviluppare.

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Metodologie per programmare e valutare integrazione di programmi

Fonte: Vision & Value

OGGETTI

DESTINATARI

TEMPISTICHE

Una maggiore integrazione comporterebbe una più articolata programmazione (e verifica) dei aspetti di continuità sia sotto il profilo dei destinatari, che degli oggetti (formativi o finanziari o di servizio) che dei tempi degli interventi contemplati dalle due programmazioni.

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Integrazione tra Obiettivo 2 ed Obiettivo 3 – I miglioramenti in vista della programmazione 2007-2013

• Migliorare le indagini settoriali per l’individuazione dei settori produttivi più competitivi e con maggior valore aggiunto;

• Realizzare analisi dei fabbisogni formativi territoriali più sistematiche;

• Calibrare maggiormente l’offerta formativa (e consulenziale) su settori maggiormente competitivi;

• Creare reti di collaborazione tra i vari soggetti coinvolti nella creazione d’impresa;

• Sviluppare sistemi informativi integrati tra i due Fondi;

• Sviluppare il collegamento dei sistemi di governo;

• Concentrare le risorse sui vantaggi competitivi.

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La qualità dei sistemi formativi – Accreditamento – Alcuni dei risultati raggiunti

• Sulla base dei dati regionali risultano accreditate 811 Sedi operative e 419 Organismi;

• Delle Sedi operative che esercitano le loro attività sul territorio piemontese il 64,4% è accreditato per la Formazione, il 23,7% per la Formazione e l’Orientamento ed il 3,5% per il solo Orientamento;

• Dei 419 Organismi il 76,2% (317) è accreditato per la formazione, il 22,5% (62) per la formazione e l’1,2% (5) per l’orientamento;

• Dall’avvio del sistema dell’accreditamento le procedure di sospensione, revoca, decadenza vede coinvolte 126 strutture;

• A dicembre 2004 le nuove sedi operativi risultano essere 480 su un totale di 906 sedi.

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La qualità dei sistemi formativi – Accreditamento – Un possibile percorso di sviluppo

Standard minimi

Differenziazione

Innovazione

Sedi Processi Risultati AREA ANALISI

POSSIBILI OBIETTIVI

L’ulteriore percorso di sviluppo dell’intervento della Regione nelle politiche di miglioramento dell’offerta significherebbe un ampliamento graduale di obiettivi e strumenti (come da raffigurazione) messi a disposizione dei momenti di programmazione più operativa.

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La qualità dei sistemi formativi - Accreditamento - I miglioramenti in vista della programmazione 2007-2013

• Fare leva sulle strutture e sull’esperienza dell’accreditamento per rendere sistematica un’azione di miglioramento continuo dell’offerta;

• Introdurre elementi di differenziazione e accompagnare l’introduzione di nuove proposte formative per come leva di innovazione;

• Spostare il sistema dei controlli verso i risultati e rendere più organico il collegamento tra strutture di governo della Regione con gli strumenti di misurazione della resa degli interventi formativi.

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Le Pari Opportunità in Piemonte: risultati conseguiti dal POR

• Asse E: diversificata e ampliata la gamma di azioni: maggiore attenzione alla valorizzazione delle donne occupate (Direttive che incidono sulla Linea 7, Progetto interregionale “Universidonna” come strumento complementare di promozione e valorizzazione)

• Mainstreaming e Formazione: dal 2002 al 2004 il tasso di presenza femminile nelle attività di formazione professionale attivate del POR è aumentato dal 46,4 al 47,2. Nel 2004, a 12 mesi dalla qualifica, il tasso di occupazione in senso stretto (E1) è il più alto di tutte le Misure del POR (91,5), mentre la quota di inattivi è la più bassa (1,1).; Progetto interegionale “Integrare le PO nella formazione e nel lavoro”

• Conciliazione e supporto alle famiglie: aumentate le risorse (e la domanda) dei Voucher e degli altri servizi di conciliazione attivati dalle risorse del POR (flessibilità sostegno); sinergia con nuove risorse regionali destinate ai servizi di supporto e aggiuntive alle risorse del POR (es. micro-nidi)

• Supporto alle fasce deboli: creati nuovi strumenti (nuove azioni 3.3 e 3.4), progetto interregionale “Vie d’Uscita”

• Sensibilizzazione alla cultura di parità: intensificate e integrate maggiormente le attività di comunicazione tra operatori e verso la società civile (particolare attenzione alla sensibilizzazione delle aziende – convegno “Tempi Moderni”)

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Pari Opportunità: verso una maggiore integrazione e sinergia tra strumenti e obiettivi• Coordinare le risorse POR che si rivolgono al sostegno delle fasce deboli (disabili, anziani,

soggetti a rischio di esclusione sociale). Allargare il concetto (e le strategie) di “fascia a rischio” ai giovani (uomini e donne) disoccupati.

• Continuare con le azioni di sostegno alle famiglie, incentivando e premiando le aziende che adottano strumenti di conciliazione e di supporto alle donne lavoratrici

• Intensificare e affinare l’audit dei bisogni formativi e di supporto alla conciliazione per meglio definire l’offerta. Studiare le relazioni tra forza lavoro autoctona e immigrata per favorirne la migliore distribuzione e sinergia all’interno dei comparti produttivi in un’ottica di aumento della competitività del sistema.

• Arricchire il Piano di comunicazione di azioni di sensibilizzazione rivolta agli uomini per agire sullo sviluppo di una cultura di parità all’interno delle famiglie

• Insistere sulla trasmissione di know-how e di competenze “gender sensitive” alle Province e agli enti attuatori (Agenzie formative in primis) su tutti i livelli territoriali

• Definire insieme alla domanda le attività di valorizzazione delle donne occupate in settori strategici per la competitività del sistema

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I Centri Per l’Impiego – I risultati raggiunti

• In una prima fase sono stati completati gli investimenti logistici. Sono stati, inoltre, fornite risorse formative necessarie per avviare le attività secondo standard professionali

• I Centri stanno raggiungendo livelli di operatività significativi1; l’utenza dei Centri è in maggioranza femminile (il 71% degli intervistati e il 73% dei destinatari di azioni), in fasce di età superiori ai 30 anni (70% dei sottoposti a colloquio ed il 63% dei beneficiari di azioni), con scolarità normalmente non elevate (69% delle persone intervistate non possedevano titolo superiore alla licenza media). Rilevante è la presenza di soggetti “a rischio” (l’8% degli intervistati e il 27% di quelli destinatari di supporto) e gli stranieri (8% dei contatti e 19% delle persone oggetto di azioni)

• Dalle interviste effettuate presso i CPI emergono alcune criticità (quantità di risorse umane, sistemi informativi, ma soprattutto autonomia per poter seguire il proprio modello di sviluppo organizzativo aldilà degli standard iniziali) ma soprattutto la volontà di rafforzare il proprio ruolo continuando il progetto di cambiamento organizzativo avviato

• Dalle interviste effettuate con le Province emerge la consapevolezza della necessità di completare lo sviluppo dei Centri e di definire strumenti efficaci di governo dell’intera rete pubblica – privata di servizi per l’impiego.

1 Le elaborazioni presentate sono LSE – V&V su dati RAE e su una base informativa ancora da completare.

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I Centri Per l’Impiego – I miglioramenti in vista della programmazione 2007-2013

• Procedere nello sviluppo organizzativo anche in funzione delle peculiarità dei diversi territori e centri;

• Differenziare le diverse figure professionali per tipologia di utenza e di servizio utilizzando le più recenti iniziative di formazione e analisi di fabbisogni;

• Completare lo sviluppo del Sistema Informativo e della Borsa Continua Regionale, migliorando la connessione tra i centri (nonché tra centri e utenti) e la qualità dei sistemi gestionali all’interno di ciascun centro;

• Sviluppare i sistemi di governo della rete dei servizi pubblici e privati per l’impiego;

• Aumentare la capacità di proposta attiva dei Centri rispetto alle funzioni di “accoglienza” della domanda (persone e imprese);

• Sviluppare le relazioni tra Centri e Imprese;• Allargare (in particolar modo laddove vengono già presidiate le fasce a rischio) le

fasce di utenza (persone) coperte (fasce di età più giovani, a scolarità più elevata)• Sviluppare il ruolo dei CPI nell’ambito del prossimo ciclo di programmazione

(quale soggetto istituzionalmente preposto a “leggere” i fabbisogni su base territoriale).

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I Centri Per l’Impiego – Il percorso di sviluppo della rete

MARKETING

SISTEMI INFORMATIVI

PROGRAMMAZIONE E VALUTAZIONE

GOVERNO DELLA RETE

CONDIZIONI LOGISTICHE E RISORSE UMANE

DIFFEREN-ZIAZIONE ORGANIZ- ZATIVA

SVILUPPO “COMMER- CIALE”

Lo sviluppo della rete implica una sequenza di attività (esemplificata nella rappresentazione). Rispetto ad esse l’avanzamento risulta differenziato ed il percorso di completamento evidenzia priorità logicamente diverse nelle diverse aree territoriali.

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Prime indicazioni per il prossimo periodo di programmazione1. Realizzare attraverso una combinazione di analisi

(sull’evoluzione di scenari internazionali) e di partenariato una identificazione di “vantaggi” (aree, settori, ..) e di possibili aree di intervento (fattori di competizione territoriale)

2. Rafforzare azioni di alta formazione ed orientarle alle azioni di miglioramento della competitività

3. Collegare la formazione continua ad azioni di sviluppo territoriale e ai progetti di sviluppo delle imprese

4. Utilizzare la spesa FSE su formazione permanente e formazione continua per attivare altri investimenti in LLL

5. Identificare azioni di alta resa (elevato tasso di copertura, grande qualità, migliore struttura di costo) nell’ambito degli interventi a carattere più generale (ed in particolare per quelli destinati a soggetti “a rischio”)

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Prime indicazioni per il prossimo periodo di programmazione (cont.)

• Rendere più strategico l’intervento di Pari Opportunità• Completare il percorso di sviluppo della rete dei servizi per

l’impiego• Sviluppare e qualificare gli interventi di qualificazione

dell’offerta• Rafforzare l’integrazione i sistemi di “governance” su

formazione e sviluppo locale• Continuare a valorizzare i programmi UE come opportunità di

sviluppo di capacità istituzionali