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1 MODELLO NEUROPSICOLOGICO LETTURA. La neuropsicologia cognitivista propone un modello modulare a due vie o del doppio accesso secondo il quale il buon lettore adulto utilizza due strategie di lettura: una detta dell’accesso diretto o via lessicale ed una dell’accesso indiretto o via fonologica. Attraverso la prima il soggetto riconosce globalmente la parola e la pronuncia dopo averla richiamata dal suo repertorio lessicale.

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MODELLO NEUROPSICOLOGICO LETTURA.

La neuropsicologia cognitivista propone un modello modulare a due vie o del doppio accesso secondo il quale il buon lettore adulto utilizza due strategie di lettura: una detta dell’accesso diretto o via lessicale ed una dell’accesso indiretto o via fonologica.

Attraverso la prima il soggetto riconosce globalmente la parola e la pronuncia dopo averla richiamata dal suo repertorio lessicale.

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L’accesso indiretto o via fonologica si basa sull’analisi delle singole unità che compongono la parola; ciò consente di ricostruire attraverso le regole di conversione grafema-fonema l’intera catena fonologica consentendo il recupero della parola nel repertorio lessicale.

Il lettore efficiente utilizza entrambe le strategie, ma soprattutto la via lessicale, più rapida e meno dispendiosa, ricorrendo alla via fonologica solo in presenza di parole sconosciute.

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Stadio logografico (processo associativo fra significato legato al contesto e caratteristiche visuopercettive)

Stadio alfabetico (conversione fonema-grafema con una procedura di decodifica analitico-sequenziale)

Stadio ortografico (si ha l’acquisizione di una procedura lessicale diretta senza la conversione fonologica: l’analisi delle parole è rapida in quanto basata sul riconoscimento analitico di unità ortografiche astratte, i morfemi).

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I bambini dislessici presentano:

difficoltà nel recitare l’alfabeto

nel riconoscere le lettere

nel fornire semplici rime per determinate parole

nell’analizzare e categorizzare suoni (in assenza di deficit uditivo)

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omissioni, sostituzioni, distorsioni o addizioni di parole o di parti

lentezza nella letturafalse partenze, esitazionidifficoltà a seguire la riga con conseguente

perdita di posizionestile e prosodia non adeguatainversione di parole nelle frasi e di lettere

dentro le parole

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La difficoltà di comprensione della lettura si manifesta con:

incapacità a ricordare le cose letteincapacità di trarre conclusioni o inferenze

dal materiale lettotentativi di costruire risposte a domande

specifiche sul brano letto attraverso la fantasia e le proprie conoscenze

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Le strategie iniziali di lettura sono fortemente influenzate dai metodi di insegnamento che stressano un approccio globale o un approccio fonetico alla lettura.

La conoscenza dei suoni e dei nomi delle lettere innescano naturalmente il processo di lettura partendo dai suoni iniziali e finali da loro conosciuti.

Fin dall’inizio le conoscenze segno-suono combinate con le abilità fonologiche orali sono cruciali all’apprendimento.

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Considerando che l’apprendimento della lettura nei sistemi ortografici regolari (italiano) avviene con l’acquisizione del valore fonemico delle singole lettere, non c’è necessità di insegnare ai bambini la pronuncia di intere parole, in quanto questa può essere ottenuta attraverso un processo di fusione dei suoni.

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La dislessia, nelle lingue regolari, derivano dunque da una inefficienza dei processi di decodifica fonologica che, normalmente, si basano su meccanismi stabili e ripetitivi che quindi si possono automatizzare, ma che nei dislessici risultano inaccurati e lenti.

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L’apprendimento di procedure sublessicali precede la costruzione di procedure lessicali ad accesso diretto al significato.

C’e uno stretto legame fra segmentazione fonemica e lettura che non è unidirezionale ma interattivo: le abilità metafonologiche misurate attraverso prove di segmentazione delle parole prima dell’alfabetizzazione risultano buoni predittori rispetto l’apprendimento della lingua scritta, ma dall’altro l’esperienza di lettura con sistemi alfabetici influenza lo sviluppo di abilità metafonologiche. (es. adulti illetterati, dislessici evolutivi, cinesi e giapponesi).

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Il dislessico esprime la sua difficoltà sopratutto quando istituzionalmente si richiede l’automatizzazione del processo di decodifica,(2°/3° El.).

I dati sembrano dare una prognosi migliore per i lettori più veloci anche se inaccurati piuttosto che lenti e accurati, questo perchè avrebbero maggiori difficoltà di comprensione derivanti da un sovraccarico della memoria fonologica.

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Le modalità di evoluzione dei DSA dipendono:Livello di gravità del disturbo.Capacità di adattamento del soggetto al suo

disturbo determinata a sua volta da:Contesto ambientale facilitanteLivello di autostimaPossibilità rieducative

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Perciò i fattori determinanti un buon esito della storia di un bambino con DE sono:

Il grado di difficoltà nella decodifica.La quantità di esposizione alla lettura.Il quoziente intellettivo.L’equilibrio emotivo.

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Come tutti i processi cognitivi, anche il processo

di scrittura è un’abilità complessa che

dipende da diverse componenti. Ognuna di

queste interagendo con le altre, contribuisce in

modo specifico a realizzare ciò che noi

definiamo scrittura, cioè la capacità di

trasformare in forma grafemica

informazioni verbali ascoltate o pensate.

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Caratteristiche di questa difficoltà relative alla riproduzione dei grafemi.

Pressione sul foglio. pressione della mano sul foglio non adeguatamente

regolata (paratonia), frequenti le sincinesie, cioè atti motori in eccesso o,

comunque. non direttamente implicati nell’attività grafica.

Direzione del gesto grafico.frequenti le inversioni nella direzionalità del gesto,

che a volte procede da destra verso sinistra.

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Caratteristiche di questa difficoltà relative alla

riproduzione dei grafemi.

Posizione e prensione.

la mano scorre con fatica sul piano di scrittura

L’ impugnatura del mezzo è spesso scorretta.

la posizione del corpo è inadeguata

disimpegno dell’altra mano nella funzione vicariante.

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Caratteristiche di questa difficoltà relative alla

riproduzione dei grafemi.

Orientamento nello spazio grafico.

capacità di utilizzare lo spazio a disposizione è

molto ridotta

il bambino non possiede adeguati riferimenti per

orientarsi,

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Caratteristiche di questa difficoltà relative alla

riproduzione dei grafemi.

Orientamento nello spazio grafico.

non rispetta i margini del foglio,

lascia spazi irregolari tra i grafemi

tra le parole, non segue la linea di scrittura e

procede in salita o in discesa rispetto al rigo.

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Caratteristiche di questa difficoltà relative alla riproduzione dei grafemi.

Produzioni e riproduzioni grafiche. difficoltà notevoli anche nella riproduzione grafica

di figure geometriche livello di sviluppo del disegno spesso inadeguato

all’età la riproduzione di oggetti o la copia di immagini è

molto globale e i particolari risultano scarsamente

differenziati.

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Caratteristiche di questa difficoltà relative alla riproduzione dei grafemi.

Esecuzione di copie.

ricorrenti sono le inversioni del gesto e gli errori

dovuti a scarsa coordinazione oculomanuale, la

copia dalla lavagna risulta inoltre ancor più complessa

in quanto il bambino deve portare avanti più compiti

contemporaneamente: distinzione della parola dallo

sfondo, spostamento dello sguardo dalla lavagna al

foglio, riproduzione dei grafemi.

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Caratteristiche di questa difficoltà relative alla riproduzione dei grafemi.

Dimensioni dei grafemi. Si evidenzia uno scarso rispetto delle

dimensioni delle lettere; esse vengono riprodotte o troppo piccole o troppo grandi e, frequentemente, in modo irregolare alternando microdimensioni a macrodimensioni.

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Caratteristiche di questa difficoltà relative alla riproduzione dei grafemi.

Unione dei grafemi Il fatto che la mano non scorra adeguatamente

sul foglio e che il bambino disgrafico riesca con difficoltà a seguire con lo sguardo la propria scrittura interferisce negativamente con la fluidità del gesto, dando origine a una legatura inadeguata tra le lettere.

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Caratteristiche di questa difficoltà relative alla riproduzione dei grafemi.

Ritmo grafico.

Si evidenzia frequentemente un’alterazione del

ritmo di scrittura; il bambino scrive con velocità

eccessiva o con estrema lentezza ma la sua mano

esegue movimenti “a scatti”, senza armonia del

gesto e con frequenti interruzioni.

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Scrittura sotto dettatura.Scrittura sotto dettatura.

Discriminazione fonemica (implicata nella percezione uditiva e fonemica)

Analisi fonemica

Associazione grafema-fonema

Recupero della forma ortografica.

Scrittura spontanea.Scrittura spontanea.

Oltre a quelle definite per la scrittura sotto dettatura abbiamo:

Pianificazione comunicativa

Recupero lessicale e sintattico

Competenza argomentativa

Convenzioni ortografiche

Trascrizione e revisione del testo.

Quali sono le componenti principali della scrittura?

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Il processo di copiatura è estraneo alla scrittura, in quanto

condivide con essa solo una piccolissima parte delle

componenti, condivide invece tutte quelle implicate nelle

prassie costruttive.

Infatti oltre alle componenti visive comuni al processo di

discriminazione visiva ci sono sopratutto le componenti

che permettono di riprodurre le singole parti che

compongono il modello (grafemi) rispettandone i rapporti

spaziali.

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Le componenti effettrici della scrittura sono quelle che influiscono sulla sua realizzazione.

I movimenti della mano non sono indispensabili alla scrittura:

La scrittura può essere effettuata anche con effettori diversi dai movimenti della mano: si può infatti scrivere con il piede, scegliere i tasti con il capo, attraverso la fissazione dello sguardo o un qualsiasi movimento del corpo.

Recupero allografico: è quella che permette la scelta della forma del grafema nella memoria dei diversi tipi o fonti di lettere conosciuti.

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Le componenti effettrici della scrittura sono quelle che influiscono sulla sua realizzazione.

Il recupero dei pattern grafo-motori è la componente che permette di attivare i movimenti che permetteranno la rappresentazione delle diverse forme grafemiche attraverso un meccanismo di rievocazione motorio.

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Ognuno degli aspetti della scrittura (grafia, copia, scrittura sotto dettatura e scrittura spontanea) hanno componenti diverse:

Specifiche (analisi fonemica, associazione grafema-fonema, recupero della forma ortografica, convenzioni ortografiche, trascrizione e revisione del testo),

Comuni ad altri processi cognitivi (discriminazione visiva, prassie costruttive, comprensione e produzione verbale).

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La conoscenza di ciò è importante affinché la sensibilità di insegnanti e genitori

produca obiettivi e aspettative, e dunque richieste, funzionali e non accessorie (cioè a rischio frustrazione).

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• A scuola si ricorda sempre che la comprensione di ciò che si legge è il primo e necessario atto di conoscenza?

• Quanta è la sicurezza di avere dato e dare messaggi espliciti e non fuorvianti in questo senso?

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• Le due abilità, quella di correttezza e rapidità nella lettura a voce alta, e quella di comprensione della lettura silente, sono due abilità distinte.

• L’automatizzazione dei processi di decodifica può essere condizione necessaria ma non sufficiente ai fini della comprensione.

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• Pare che i cattivi lettori imparino a leggere meglio a voce alta, ma questo non risolve i loro problemi di comprensione.

• Nei casi di deficit di lettura l’attenzione degli insegnanti è maggiormente volta al miglioramento della decodifica, a scapito dell’attivazione di strategie volte a una migliore comprensione.

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• E’ evidente l’importanza di una costante attività di controllo e di pianificazione dell’attività di comprensione.(Metacognizione)

• Il lettore maturo deve essere in possesso delle seguenti conoscenze metacognitive:

1. Gli scopi della lettura,2. Le strategie da porre in atto al fine di raggiungere

una buona comprensione del testo, 3. Le caratteristiche dei diversi tipi di testo.

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1. Non è ovvio che il lettore sappia automaticamente quali sono gli scopi della lettura, e sia in grado di usarli per un approccio più funzionale ad essa.

2. Ci sono strategie che adeguano il modo di leggere al contesto (lettura analitica, scorsa rapida, la rilettura, la lettura selettiva).

3. Sono necessarie le conoscenze generali sui diversi tipi di testo (individuazione del genere letterario, utilizzazione di indizi quali il titolo, sottotitolo, sottolineature o evidenziazioni in corsivo o grassetto, fino alla capacità di formulare un giudizio sulla complessità del brano.

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Si è dimostrato che i cattivi lettori hanno difficoltà a:• Concettualizzare la lettura come ricerca di significato,• Verificare continuamente la loro comprensione per

accertarsi che stanno cogliendo il significato,• Compiere inferenze e organizzare il contenuto,• Rilevare i passaggi più importanti e ordinarli una volta

presenti in memoria,• Completare un testo incompleto, formulare ipotesi,

associare un disegno a un messaggio,• Utilizzare strategie per dare significato al testo quando

questo non è esplicito,• Adattare la scelta delle strategie alle varie esigenze che

pone la lettura del testo.

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Quanta difficoltà è da attribuire alla complicatezza dei libri di testo adottati a scuola?

La comprensione del testo è già complicata di suo, è auspicabile non infierire con la scelta di testi i cui contenuti non rientrano nelle esperienze fruibili dall’alunno.

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Quali sono le attività da approfondire per una buona comprensione del testo:

• La realizzazione di inferenze semantiche,• La capacità di anticipare il testo nella

sua evoluzione,• Cogliere la struttura del testo,• Cogliere le informazioni principali,• Selezionare tali informazioni,• Verificare.

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Indicazioni Bibliografiche.“Insegnare a leggere e scrivere con il metodo

FOL” Erickson“Strategie semplici di lettura” di Luciana

Ferraboschi e Nadia Meini - Erickson 2001-“Lettura e Metacognizione” di Rossana De

Beni e Francesca Pazzaglia – Erickson 1998 -