1. La cristianità e la Chiesa nel Quattrocento · 4 Quali erano i fattori di crisi della Chiesa?...

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1. La cristianità e la Chiesa nel Quattrocento 4 Quali erano i fattori di crisi della Chiesa? • Quali furono i primi tentativi di riforma? • In che cosa è consistito il Grande Scisma d'Occidente? • Quali furono i contenuti delle pr diCazioni di John Wycliff e di Jan Bus? • Che cosa sancì il Concilio di Basilea? x O Le radici della crisi Nella " dell cristi T d' al l'umanità doveva essere unificata in società nella quale la volontà divina fosse l'unica legge cui una dovevano richiamarsi tanto il potere spirituale quanto quello temporale. Era questo il principio dn eui si era sviluppata la teoria leocratica. secondo cui la Chiesa, in quanto istituzione divina, era superiore a qual- siasi organizzazione umana: la disubbidienza a essa coinci- deva con la disobbedienza a Dio, di cui il papa era il rap- presentante sulla Terra. I papi pretendevano di essere i veri arbitri della sorte dei re e dei popoli. ma si scontrarono dapprima con le pretese dell'imperatore h partire dal Privi- legio di Ottone del 962), poi con i nascenti Stati nazionali. Nel contempo l'identificazione delle gerarchie ecclesiastiche con quelle sociali (il fatto cioè che il clero finisse per essere percepito semplicemente una parte dell'atte della società) e il ruolo sempre più politico del Papato favorirono la armi- done dei costumi deg ecdejseld ' q I' ' d'ffu portamenti immorali come la compravendita delle cariche (Simonia) o il concubinato (nieolaismol. Ma sin dal X secolo sorsero movimenti che volevano contrastare questa deca- denza della Chiesa' il movimento chmiacense. innanzitutto, clic con Gregorio VII giunse a controllare il papato; e movi- menti popolari, come la patata, che combattevano la corru- zione del clero. Poi nel XIII secolo vennero gli ordini men- dicanti (Francescani e Domenicani), che testimoniavano i valori dell'umiltà e della povertà contrastando la diffusione delle risposte eretiche alla crisi (valdesi. calar( ecc). Nella sostanza, fin dall'Inizio del Basso Medioevo, sorse nel mondo cristiano un'esigenza di dina la «mondanizzazioncz della Chiesa e ehe fu interpretata sia da forze che restavano nell'ortodossia sia da movimenti eretici. O Il Grande Scisma d'Occidente (1378-1418) Come abbiamo visto, il papato conobbe il momento più grave della sua decadenza nell'epoca immediatamente suc- cessiva alla sconfitta di Bonifacio VIII, gli anni della cosid- detta callivilà avignonese (vedi p. 98). Dal un al osi nella sede papale di Avignone si succedette- sette papi francesi, mentre la curia assume la forma di un grande centro amministrativo e burocratico in cui si ge- stivano le rendite della Santa Sede. L'eccessivo peso delle tasse in favore della Chiesa fece crescere nei suoi confronti l'ostilità delle popolazioni, già indignate per la condotta immorale della corte papale che viveva nel lusso e nello spreco. La polemica contro i mali della Chiesa e l'aspirazione a una religiosilà più pura e interiore Si diffuse sempre più tra i fe- Parte a • La prima età moderna deli. Nacque anche una forma di mleridrour di cui furono protagoniste soprattutto le donne. Spintedà una forte paS- sione religiosa, esse Talvolta manifestarono atteggiamenti profetici e visionari e non esitarono a prendere posizione su problemi di rilievo politico, come la questione della stele papa)e: tra queste donne ricordiamo uro no Siena I 347- 1380) e frigida di Svezia (13113-13733 che furono in prima li- nea nel chiedere il ritorno della scdc papale a Roma. Finalmente nel 1377 papa Grqerie XI (1370-1378] decise i riportare la sede papale da Avignone a Roma. Certamente il pontefice fu influenzato dalle pressioni dei fedeli, in parti- colare di santa Caterina. Ma probabilmente altrettanto (Men ate im- porta fu il fatto che a Francia era impegnata nella dei Cent'anni che rendeva insicura la permanenza ad Avignone e soprattutto rischiava di compromettere una volta per tutte il concetto stesso di Chiesa «romana,: la Chiesa eioé rischiava di ridursi a strumento della monarchia francese. già c era infatti chi diceva che il papa era diven- tato il cappellano del re di Francia. Il rientro a Roma, tuttavia, non pose fine ai problemi della Chiesa. L'anno successivo Gregorio X.1 mod e il popolo ro- mano con tumulti e violenze spinse il collegio cardinalizio a eleggere un papa italiano: Urhaaa VI (1378-1389). Imme- diatamente alcuni cardinali demuiciarono le intimidazioni subite durante il conclave ed elessero un antipapa, Cleniate ffil (1378-1394), che si stabilì ad Avignone. Si dere - Th . 1 1 Q cosi il Grande Scisma d'Oorideala che divise il mondo cristiano Der eireariutiffill'anni. Dal 1375 al 1418 si ebbero contemporaneamente due papi, bb stenti appoggi politici: rimasero fedeli a Urbano VI la Ger- mania, la Boemia, la Polonia, l'Inghilterra e l'Irlanda, la Fiandra e l'Italia (a eccezione del Regno di Napoli): soslen- nem Clemente VII la Francia, la Spagna e la Scozia. In questa situazione di crisi si diffusero nuove dottrine ere- tiche che provenivano per lo più da teologi universitari e conteStavano radicalmente il papato. Le eresie: Wycliff e Hus In Inghilterra nella seconda metà del XIV secolo, si diffusero le idee di John freddi (1328-1384), teologo dell'università di Oxford. Wycliff sosteneva che la vera Chiesa era una sedete invisibile, composta da tutti i fedeli predestinati alla salvezza. Il clero, che costituiva la cosiddetta .Chiesa visibile», era invece fal- so e corrotto. Di conseguenza doveva essere privato dei suoi beni materiali. Le Sacre Scritture costituivano punto di rifeaimento dell'esperienza religiosa, mentre perde- va ogni valore la funzione della Chiesa.

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1. La cristianità e la Chiesa nel Quattrocento

4 Quali erano i fattori di crisi della Chiesa? • Quali furono i primi tentativi di riforma? • In che cosa è consistito il Grande Scisma d'Occidente? • Quali furono i contenuti delle pr diCazioni di John Wycliff e di Jan Bus? • Che cosa sancì il Concilio di Basilea?

x O Le radici della crisi Nella " dell cristi T d' al l'umanità doveva essere unificata in società nella quale la volontà divina fosse l'unica legge cui

una dovevano richiamarsi tanto il potere

spirituale quanto quello temporale. Era questo il principio dn eui si era sviluppata la teoria leocratica. secondo cui la Chiesa, in quanto istituzione divina, era superiore a qual-siasi organizzazione umana: la disubbidienza a essa coinci-deva con la disobbedienza a Dio, di cui il papa era il rap-presentante sulla Terra. I papi pretendevano di essere i veri arbitri della sorte dei re e dei popoli. ma si scontrarono dapprima con le pretese dell'imperatore h partire dal Privi-legio di Ottone del 962), poi con i nascenti Stati nazionali. Nel contempo l'identificazione delle gerarchie ecclesiastiche con quelle sociali (il fatto cioè che il clero finisse per essere percepito semplicemente una parte dell'atte della società) e il ruolo sempre più politico del Papato favorirono la armi- done dei costumi deg ecdejseld ' q I' ' d'ffu portamenti immorali come la compravendita delle cariche (Simonia) o il concubinato (nieolaismol. Ma sin dal X secolo sorsero movimenti che volevano contrastare questa deca-denza della Chiesa' il movimento chmiacense. innanzitutto, clic con Gregorio VII giunse a controllare il papato; e movi-menti popolari, come la patata, che combattevano la corru-zione del clero. Poi nel XIII secolo vennero gli ordini men-dicanti (Francescani e Domenicani), che testimoniavano i valori dell'umiltà e della povertà contrastando la diffusione delle risposte eretiche alla crisi (valdesi. calar( ecc). Nella sostanza, fin dall'Inizio del Basso Medioevo, sorse nel mondo cristiano un'esigenza di dina la «mondanizzazioncz della Chiesa e ehe fu interpretata sia da forze che restavano nell'ortodossia sia da movimenti eretici.

O Il Grande Scisma d'Occidente (1378-1418) Come abbiamo visto, il papato conobbe il momento più grave della sua decadenza nell'epoca immediatamente suc-cessiva alla sconfitta di Bonifacio VIII, gli anni della cosid-detta callivilà avignonese (vedi p. 98). Dal un al osi nella sede papale di Avignone si succedette-

sette papi francesi, mentre la curia assume la forma di un grande centro amministrativo e burocratico in cui si ge-stivano le rendite della Santa Sede. L'eccessivo peso delle tasse in favore della Chiesa fece crescere nei suoi confronti l'ostilità delle popolazioni, già indignate per la condotta immorale della corte papale che viveva nel lusso e nello spreco. La polemica contro i mali della Chiesa e l'aspirazione a una religiosilà più pura e interiore Si diffuse sempre più tra i fe-

Parte a • La prima età moderna

deli. Nacque anche una forma di mleridrour di cui furono protagoniste soprattutto le donne. Spintedà una forte paS-sione religiosa, esse Talvolta manifestarono atteggiamenti profetici e visionari e non esitarono a prendere posizione su problemi di rilievo politico, come la questione della stele papa)e: tra queste donne ricordiamo uro no Siena I 347- 1380) e frigida di Svezia (13113-13733 che furono in prima li-nea nel chiedere il ritorno della scdc papale a Roma. Finalmente nel 1377 papa Grqerie XI (1370-1378] decise i riportare la sede papale da Avignone a Roma. Certamente il pontefice fu influenzato dalle pressioni dei fedeli, in parti- colare di santa Caterina. Ma probabilmente altrettanto

(Menate

im- porta fu il fatto che a Francia era impegnata nella

dei Cent'anni che rendeva insicura la permanenza ad Avignone e soprattutto rischiava di compromettere una volta per tutte il concetto stesso di Chiesa «romana,: la Chiesa eioé rischiava di ridursi a strumento della monarchia francese. già c era infatti chi diceva che il papa era diven-tato il cappellano del re di Francia. Il rientro a Roma, tuttavia, non pose fine ai problemi della Chiesa. L'anno successivo Gregorio X.1 mod e il popolo ro-mano con tumulti e violenze spinse il collegio cardinalizio a eleggere un papa italiano: Urhaaa VI (1378-1389). Imme-diatamente alcuni cardinali demuiciarono le intimidazioni subite durante il conclave ed elessero un antipapa, Cleniate ffil (1378-1394), che si stabilì ad Avignone. Si dere-Th.11Q cosi il Grande Scisma d'Oorideala che divise il mondo cristiano Der eireariutiffill'anni. Dal 1375 al 1418 si ebbero contemporaneamente due papi,

bb stenti appoggi politici: rimasero fedeli a Urbano VI la Ger-mania, la Boemia, la Polonia, l'Inghilterra e l'Irlanda, la Fiandra e l'Italia (a eccezione del Regno di Napoli): soslen-nem Clemente VII la Francia, la Spagna e la Scozia. In questa situazione di crisi si diffusero nuove dottrine ere-tiche che provenivano per lo più da teologi universitari e conteStavano radicalmente il papato.

Le eresie: Wycliff e Hus In Inghilterra nella seconda metà del XIV secolo, si diffusero le idee di John freddi (1328-1384), teologo dell'università di Oxford. Wycliff sosteneva che la vera Chiesa era una sedete invisibile, composta da tutti i fedeli predestinati alla salvezza. Il clero, che costituiva la cosiddetta .Chiesa visibile», era invece fal-so e corrotto. Di conseguenza doveva essere privato dei suoi beni materiali. Le Sacre Scritture costituivano punto di rifeaimento dell'esperienza religiosa, mentre perde-va ogni valore la funzione della Chiesa.

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I fedeli potevano rivolgersi a Dio senza la mediazione del derti. Per questo Wyclift tradusse in inglese la Bibbia: affinché i fedeli potessero direttamente interpretarla e vivere in po-verlà secondo le regole evangeliche. Viisyditf trovò Inizialmente il consenso della classe diligente inglese che vedeva nelle sue teorie uno strumenti() di attacco al potere e ai privilegi (soltiattulto Fiscali) della Chiesa. Ben presto però venne condannato per la radicalitò delle sue po-sizioni che alimentavano le rivendicazioni politico-sociali delle classi contadine.Le sue tesi vennero dichiarate eretiche nel 11112 e i suoi discepoli, detti lolbreli tda lolkn, cpregare»), subirono una dura persecuzione. Le tesi di Wicliff furono diffuse in Boemia all'inizio del XV secolo da Gerolamo da Praga (Jerrinm Pralskyl. Eu lui che le fece conoscere a nn Mia (1369-1915), maestro e rettore dell'università di Piaga, che divenne 11 principale esponente del movimento riformatore belerai). Come Wydif C Ilus indi-viduava nelle Sacre Scritture l'unica base della fede e criti-cava la corruzione e la ricchezza della Chiesa. La sua pred-cazione presentò contenuti nazionali. infatti, nell'epoca li Cade IV (1396-1378), clic fu contemporaneamente re di Boe-mia e imperatorp numerosi tedeschi vennero in Boemia e raggiunseroposizioni di rilievo in olitien e in economia

Poiché l'allo clero era Per lo più tedesco, la critica ai costu-mi degli ecclesiastici assunse anche l'aspetto di un'opposi-zione politica. Hus trovò quindi Sostegno Presso tutti i ceit facendo leva sul sentimento antiecclesiastico e antigenna-nico del popolo boemo. Nel 1415 si recò, con un salvacon-dotto imperiale, al Cantai° di Costanza per sostenere le sue idee Qui tuttavia venne processato. condannato e arso sul

Dopo la morte del ritommtore si formò novinezna basata che scatenò una vera e propria guerra. Decorsero molti anni e sei crociate perché la rivolta boema fosse completamente domala.

Il Concilio di Costanza La necessita dt ricomporre lo scisma e la volontà di porre un freno agli eccessi del potere papale portarono molti teo-logi ad aflèrniare che la soluzione andava affidata a un anizIllo universale. Un primo concilio tenuto a Pisa (1409) non fece però che accrescere la confusione, tanto che si giunse ad avere contemporaneamente tra papi. Dal NH al 14111 a Costanza. per iniziativa dell'imperatore Sigla smondo, radunò un secondo concilio che rimisi a ricorri- porrere lo scisma: i tre papi vennero deposti e al loro pos venne detto il cardinale Ottone Colonna. Il nuovo pontefice

to

Prese l nome di Martino V 0417-1431) e stabili definitiva-mente la sede del papato a Roma. Proprio per giustificare il suo intervento sui papi, il Conci-lio di Costanza adottò la dotuina della SuPalliaNa wad are. Secondo questa teoria, il concilio è la massima autorità del-la Chiesa, superiore a quella dello stesso papa L'idea che il concilio ecumenico rappresentasse la Chiesa nella sua interezza, e stesse per questo al di sopra del Palla, aveva fatto da tempo la sua comparsa negli scritti di im-portami teorica tra cui il filosofo inglese Cruglielma di Oc-eani 11288-1349). In tali suini si sosteneva che il concilio

riceveva il suo polere dileil2MCDIC da Dio e che dunque a esCo spettava l'infallibilità; il papa, invece. era presentato come un semplice ministro di Dio. tenuto a convocare pe-

11 concilio. Coerentemente con questa impostazione, il Concilio di Co-stanza approvò un decreto che affermava la superiorità del concilio sul papa (1415), e un altro che impegnava il ponte-fice a convocare periodDamente l Concilio (1417).

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% Concilio di Basilea e la sconfitta della teoria conciliare

Nel 1431 Martino V convocò. come previsto a Costanza, un concilio a Bagleo 11431-1447). L'assemblea iniziò dopo la mor-te di Martino V. Il nuovo pontefice Eugenio IV tentò di riaf-fermare il primato papale. ma si scontrò con l'affermazione della dottrina conciliare nella forma più radicale. 11 concilio infatti contrastò gli interventi di Eugenio IV eleggendo un antipapa, Felice V. Si apri rosi una nuova frattura nella Chiesa (Piccolo Sdanza, 14311449) che risultò comunque assai più breve lidellai TaSece-dente: Io scisma. infatti, si ricompose definitivamente dopo undici anni con l'abdicazione di Felice V. 11 papa, dunque,

SCOIL gg e mi pratica i suo primato. Ma dal punto di vista dottrinale la questione fu risolta solo nel 1870 da un concilio convocalo da papa Pio IX, che decretò il dogma

Pontefice- La chiusura dello scisma fu nitidamente un grande successo per la Chiesa e per il papato che, tuttavia, usci indebohlo da questa prova. Infatti, gli Stati approffitarono del lungo pe-riodo di crisi per intervenire nelle questioni ecclesiali e per strappare concessioni ai vari papi che si contendevano il

nt corollo della Santa Sede. Per questo, Io storico Hubert le-diu ha sostenuto che nelle scontro tra papato e movimento conciliare «il vero vincitore fu lo Stato moderno». Nella so-stanza lo scisma favorì la tendenza da palle delle monar-chi e ad adassumere il controllo delle Chiese nazionali. Quan-do esplose la Riforma protestante, dunque, l'unità della Chiesa era giù incrinata.

Parte NI La prima sia moderna

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2. Le origini della Riforma cattolica 4 Quali fattori minarono la credibilità delle istituzioni ecclesiastiche? • che cosa si intende per «Riforma

cattolica»? • In quali iniziative si concretinò? • Quale metodo intendeva utilizzare l'umanesimo cristiano? • Chi fu il rappresentante pia famoso dl questa tendenza?

o Gli abusi ecclesiastici Alla tbc dei xy secolo agli occhi dei fedeli il segno più evi-dente della grave crisi in cui versava la Chiesa era costitui-to dagli abusi ealialankt cioè da quei comportamenti immo- rali diffu roti' i r d 11 g M e h 'amiche I particolare, invece di impegnarsi nei doveri pastorali, gli ecclesiastici sembravano spesso preoccuparsi soprattutto dei propri interessi economici. Molti infatti si dedicavano alle carriere ecclesiastiche non per vocazione ma solo per assicurarsi i compensi e il pre-stigio che gli incarichi garantivano. Le grandi famiglie aristocratiche puntavano a occupare i vertici delle gerarchie ecclesiastiche e spesso vi riusciva-no, approfittando della debolezza del papato: valga per tutti l'esempio di Giovanni de' Medici che divenne cardi-nale a tredici anni. Personaggi come questi ovviamente non avevano nessuna intenzione di dedicarsi realmente al ministero che ottene-vano: di solito, infarti, assegnavano l'esercizio delle fun-zioni ecclesiastiche a un'altra persona, cui versavano una parte dei compensi che

citil'carico garantiva. Particolar-

mente grave era il fatto l'ecclesiastico non fosse ob- bligato a risiedere nel luogo in cui doveva esercitare il ministero. Ciò infatti consentiva a una stessa persona di ~dare pie :naticisi. e quindi più rendite (cumulo dei bene& di: i cardinali, per esempio, erano spesso vescovi di più diocesi. Non erano migliori le caratteristiche del basso dere che spes-so aggiungeva altri una profonda ignoranza: solo una minoranza dei preti conosceva il latino e comprendeva le parole che pronunciava sull'altare; molti amministravano i saaamenti solo per pretendere elemosine. Non stupisce, dunque, che alla fine del Quattrocento molti fedeli considerassero il clero un'associazione rapace, inte-ressata solo ad appropriarsi del suo denaro. Questa perce-zione era particolarmente forte a Roma, dove i cardinali vi-vevano in lussuosi palazzi, circondati da una corte sontuo-sa come gli altri signori rinascimentali- In proposito, lo sto-rico Giacomo Martina ha ricordato che la Roma sì ripeteva con sarcasmo: il Signore non vuole la morte del peccatore, ma che viva e paghi.,

0I tentativi di riforma Fortunatamente non tutto il Clero accettava questa situazio-ne. Fin dalla fine del Quattrocento, infatti, in tutta la Chiesa emersero iniziative per riformarla riconducendo il clero ai suoi doveri verso i fedeli. Un'intensa attività riformatrice, per esempio, si presentò nelle Congregazioni eri/nate. o ileSSCRIMIS che ripristinarono

Parte a • La prima etra moderna

le regole primitive degli ordini religiosi e riportarono le co-munità monastiche all'attività di preghiera, predicazione e pratica estetica_ Tra le congregazioni riformate, un posto di primo piano fu

ttup t dgho t 'clID" A o Cl p mi a Genova nel 19971: erano formati da laici e sacerduti che si riunivano per dedicrusi alla santificazione personale e per impegnarsi in opere di assistenza e carità. Inoltre nei primi decenni del Cinquecento nacquero congre-gazioni di sacerdoti impegnati a vivere secondo una regola

Per iniziativa di Gaetano da Thicne e Gian Metto Canti, a futuo papa Paolo N si costituirono le IN/PePSed di diedi regolari ' caval, 'tnmN'

t

Dalla volontà di rispettare in modo più rigido la Regola del-rordi ne derivò infine la scissione dell'ordine francescano, da cui ebbero origine i Cappuccini (152e1. Richiamandosi alla vita di san Francesco, il nuovo ordine si diede a un'attività di predicazione rivolta soprattutto agli umili. Inoltre i Cali- puccim impegnarono in opere di assistenza e di carità che valsero loro un grande favore Popolare- Questo movimento di rinnovamento della Chiesa è stato de-finito della riforma personale: nella sostanza, non avendo la forza di promuovere una riforma di tutta la Chiesa, questi ecclesiastici avviarono la riforma partendo da se stessi. Questi tentativi costimiscono Pavvio della Minn cattolica, cioè di un moto di riforma interno alla Chiesa, le cui radici vanno ricercate nelle aspirazioni di rinnovamento diffuse nel mondo cattolico nel tardo Medioevo. La Riforma cattolica si distingue dalla COITIeeellOrlea, costi-tuita invece dalle misure che la Chiesa assumerà per con-trastare la diffusione del protestantesimo.

Erasmo da Rotterdam Alla fine del Quattrocento una componente importante del movimento di riforma cattolico fu rappresentata dall'Untine-

ille [S'iena. Questa corrente tentò di estendere gli interessi e soprattutto gli strumenti filologici dell'Umanesimo alle divine cioè alle Sacre Scritture, ricercando in una nuova aderenza a esse i fondamenti di una religiosità autentica, I protagonisti dell'Ilmanesimo cristiano volevano promuo-vere una radicale riforma della Chiesa, da attuarsi però gra-dualmente ed essenzialmente attraverso l'educazione dei fe-deli. Tra i molti rappresentanti di questa corrente, come l'inglese Tommaso Moro, l'italiano Gasparo Contarinì e il tedesco Fi-lippo- Melantone, il più famoso e influente fu &dirne da net-terai&

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3. La sensibilità religiosa all'inizio del Cinquecento

—h Da quali inquietudini era tormentet l'uomo del Cinquecento e in che modo influirono sulla sua sensibilità religiosa? • Per quale motivo e partire dal Cinquecento si acuirono le persecuzioni contro ebrei e streghe?

o Le deformazioni della sensibilità religiosa Armid• dd Onqincente l'infuriare delle malattie epidemiche, le devastazioni prodotte dalle guerre, l-instabilità sociale suscitarono negli uomini profonde angosce. La sensibilità religiosa dei fedeli, ossessionati dalla paura della morte e dal desiderio di salvezza, si fece acutissima e arrivo a mani-festazioni distorte, spesso superstiziose. I fedeli ritenevano dì dover placare in qualche modo la collera divina, consi-derata comunemente l'origine i tutti i mali. Pensavano che la boe del mondo e il giudizio universale fossero prossimi e disperavano della loro salvezza. Multi vedevano avverarsi le profezie tlell'Apocalisse di san Giovanni (ben note agli uomini del Medioevo) che prevede-vano l'avvento dell'Annoia.. La sua venuta era l'ultima prova ed era il segno che non mancava molto alla seconda discesa di Cristo e alla fine del mondo. In questo clima nelle coscienze di molti il confine tra i riti religiosi e quelli magici si fece estremamente confuso e cre- denze p fa e s- pp alla d tnin Int , a eh perché la mentalità del tempo riteneva che ci fossero delle precise corrispondenze tra gli avvenimenti del cielo e quelli della T rra. p h' [un 'n che " alt e in basso». Si consultavano dunque le stelle e si analizzavano le congiun-zioni astrali per cogliere segni della volontà divina: le cata-strofi p'ù gra ' an hese p il 1524, quando la Terra sa-rebbe entrata nella costellazIone dei Pesci.

O La persecuzione degli ebrei e la nascita del ghetto

Itincapaeità di trovare una spiegazione razionale alle av-versità che l'umanità pativa portarono i credenti a ricercare dei colpevoli anche tra gli uomini. Ebrei, zingari e streghe, persone «diverse. dal resto della comunità per religione o atteggiamenti, furono individuati come i principali respon-sabili di tutti i mali. Gli ebrei erano tradizionalmente accusati di praticare tusura, di profanare l'ostia consacrata e di uccidere fanciulli cristiani per beme il sangue. E poiché rifiutavano di convenirsi o, se lo fa-cevano, venivano comunque sospettati di segreta fedeltà ai vecchi culti, vennero sistematicamente perseguitati. Si sa ad esempio che, durante il martedì grasso, a Roma e a Ratisborta, era tradizione picchiare gli ebrei: solo in uri secondo tempo si concesse loro di pagare un riscatto per evitare tali violenze. Nel 1555 papa Paolo IV la b -' absurdum, impose agli ebrei di vivere nei ghetti e vietò loro di posse-dere beni immobili o di assumere personale cristiano. La Chiesa diede cosi legittimazione formale alla segregazione, ormai diffusa in tutta Europa

Parte e a La prima età moderna

La caccia alle streghe Ancor più temute degli ebrei erano le streghe, poiché pote-vano celarsi anche nelle persone più insospettabili. Esse erano accusate di aver tratto i loro poteri dal matrimonio con Satana che aveva loro imposto la segretezza per poter stravolgere pii] agevolmente l'ordine divino. Nella credenza popolare, le streghe e gli stregoni si riunivano - nella notte tm b d salsa d ' q • l- dev omaggio al diavolo e gli giuravano fedeltà. Secondo la tra-dizione i partecipanti a queste riunioni banchettavano, danzavano, si abbandonavano a riti orgiasticie compivano atti sacrileghi di ogni tipo, come per esempio la profanazio-ne delle ostie e la violazione di tombe. In cambio della le-deltà, il demonio concedeva loro poteri eccezionali. Fra molto facile essere sospettati di stregoneria: era sullì- dente avere a fisionomia particolare, per via di qualche difetto fisico o

un nomi di una straordinaria bellezza, o la calunnia

dion vicin N I 1484 papa Innocenzo Vill promulgò la bolla Surnmis Desiderantes in cui la stregoneria veniva condannata come forma di eresia, in quanto entrambe erano ritenute manife-stazioni del diavolo, Per questo, a partire dal XV secolo, nel contesto della crescente tensione religiosa che culminò nel-la Riforma protestante, si sviluppò una violenta repressione contro la stregoneria. Nel 1486 due teologi domenicani, Heinrich Kramer e Jacob Sprenger, pubblicarono il Mann Malegrandi (Il martella delle streghe), che conteneva un vero e proprio catalogo di tutte le possibili manifestazioni della stregoneria. E testo si diffuse in tutta Europa e ne furono stampate ben 50900 co-pie, Il Malleus Male,ficarum ispiro i verdetti di nunterosi processi contro le streghe. Infatti la strega, o più raramente Io stregone, venivano negolarmentel, processati. Sottoposti a torture, finivano per confessare e venivano condannate allo strangolamento, cui seguiva il rogo e la dispersione delle ceneri. Queste persecuzioni sono passate alla storia con il nome di caccia alle streghe: raggiunsero il loro culmine all'inizio del XVI secolo e declinarono verso la fine del XVII secolo, quando cambiò il clima culturale e religioso. t difficile sti-mare il numero delle persone coinvolte: secondo alcuni cal-coli 300000 furono le persone condannate, di cui 70000 al rogo. La repressione più violenta si ebbe in Germania, ma ovunque vi furono casi drammatici. Questi atteggiamenti di condanna non furono solo espres-sione di ignoranza popolate erano infatti anche propri degli uomini di cultura. sia chierici che laici, che li sostennero con vigore.

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r le Le origini della protesta Quali motivi sono alla base della forte avversione diffusa agli inizi del Cinquecento nei confronti della Chiesa di Roma? • Che cos'erano le indulgenze? Perché Lutero scrisse le 95 Test, Quali conseguenze ebbero? • Quali furono le motivazioni che portarono alla definitiva rottura tra Lettere e la Chiesa cattolica? • Perché 'sacro venne convocato a Worms dall'imperatore Carlo V?

o Una grande rivoluzione religiosa Agli inizi del Cinquecento in Europa vivevano circa 80 mi-lioni di persone e vi erano solo due Chiese cristiane, quella cattolica e quella ortodossa. Alla metà del secolo oltre 20 ridimi di persone avevano abban-donato la Chiesa cattolica per aderire a nuove Chiese cristia-ne in pochi decenni era avvenuta una garrite rivolurione rea-gloria passala alla storia come la Piana pretedaide sl tilt ct t f o compi che ebbe numerose cau- se. Accanto a cause di nanira politica. economica e sociale, troviamo quelle più propriamente religiose, tra cui la causa scatenante: lo scandalo delle indulgenze.

o Cause politiche, economiche e sociali la &oda oonbe il fisco remano La corte pontificia traeva le ri-sorse di CUi necessitava da un ramificato sistema di tassa-zioni e di rendite; disponeva di ingenti possedimenti in ogni Paese (ad esempio. un quinto del suolo tedesco era controllato dalla Chiesa). Per qua iri i contadini spesso ri-dotti a vivere in miseria, sentivano crescere l'ostilità verso un clero che viveva nel lusso. la nobiltà, invece, puntava a incamerare i beni e le tasse destinate a Roma rallennarione ddlo Stato co alcune aree la diffusione del pro-testantesimo coincise con IAffermazione del potere laico sulla Chiesa locale: in German A molti principi aderirono alla Riforma perché in questo modo si opponevano ai len-'Navi di eentrMizzazione da parte dell'imperatore Carlo V In altri Paesi i sovrani abbatterono la Chiesa cattolica per dar vita a Chiese nazionali da loro controllate. Coeleftl sociali La predicazione dei riformatori, daffermando i valori evangelici di povertà ed eguaglianza, d

iscd l'occa-

ie ai ontadini per rivendicare una più equa ribuzio- ne donar ricchezza. Ne derivarono rivolte violente anche molto estese.

Cause religiose La sensibirdà religiosa La religiosità cinquecentesca era segna-la dall'angoscia per la fine del mondo, che si credeva multo vicina: la maggior parte dei cristiani temeva che il proprio modo di vivere non avrebbe garantito la salvezza della pro-pria anima. la mandorle del clero I preti erano per lo più ignoranti, molti convivevano on donne nonostante la Chiesa imponesse lo-ro il celibato.

c I vescovi - e spesso i papi - si occupavano

più di altari clic di spiritualità, e ben pochi potevano essere presi ad esempio di vita ispirata al Vangelo. La ~aie teologica l teologi sostenevano dottrine in con-

Porte e • La prima età moderna

basto fra loro, causando sconcerto nei cristiani: era diffusa la speranza che si ritornasse a una religiosità pura e interio-re, fondata sulla Scrittura; ma molti interpretavano nei mo-di più stravaganti le Sacre Scritture, sovrapponendo verità religiose e superstizioni.

La causa scatenante A far precipitare la situazione fu lo scandalo delle Ittlelgerne L'imliEnetin è la diminuzione della) cioè dettodo da trascomeredi purgatorio, dm l'anima deve subire in propor-zione ai peccati COMITICSSL Viene marra a danChiesa o casione &particolari circostanze (come lAnno Santo, proda--mato dal papa In genere ogni 25 anni). Per ottenere un'indulgenza- é access:bit-o che iLpeccatore si penta, si confessi e compia qualche

inbuona. Questa ope-

ra buona-può considtrrnerecarsi in pefiegAnaggio a Roma per mutecipare alle celebrazioni dell'Anno Santo; ma anche in un'offerta fattalli Chiesa per bt costruzione di ospedali, Cat-

-) tcdrali ecc. Ed proprio gnesta possibilità che tu arn migine delln scandalo d ile indul eni Na 1517 papa Legata per raccogliere il tlenato necessario selg costruzione della cupola di San Retro a Roma. promos-se la raccolta di elemosine in cambio di_inclulgenze. In pra-tica una vera e propria vendita delle indulgenze. In Ciennarrta,7arcivescovo Alberto di &andammo arrivai al punto di offrire la vend delle indulgenze come garanzia ai banchieri per farsi fare in prestito. Si giunse perfino a sostenere che per la salvezza dell'anima fosse sufficiente pagare, dimenticando la necessità del pen-timento e della confessione O addiritura che bastasse pa-gare per far diminuire la pena delle anime del purgatorio.

Le 85 Tesi di Lutero La tradizione vuole che il 31 ottobre 1517 Marfill Luters (1983-1596), un monaco tedesco che viveva a Wittenberg in Sas-sonia, abbia affisso alla landa della chiesa del castello della sua città R3 %i con cui contestava gli abusi presenti nella predicazione delle indulgenze. Le affermazioni teologiche contenute nelle Tesi erano complessivamente moderate: Lutero non negava infatti il valore delle indulgenze, si limitava a dire che la loro effi-cacia era ristretta al perdono delle pene inflitte dalla Chiesa. L'opinione pubblica apprezzò invece il tono pole-micamente antiromano, irriverente e dissacratotio delle Tesi, che portava allo scoperto l'ostilità anticlericale di una nazione che era stanca d'assistere al saccheggio delle proprie risorse a opera del fisco romano.

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\ O Gli scritti riformatori del 1520 Nel corso delle dispute con altni teologi inviati da Roma, Lutero si era portato su posizioni sempre meno compatibili con quelle della Chiesa cattolica: proprio nel '52.3 ebbe mo-do di precisare il suo pensiero con tre opere fondamentali: Alla nabdtti cristiana di nazione tedesca, La cattivitti babi-lonese della Chiesa e La libertà del cristiano. A suo avviso, Poiché la Chiesa di Roma aveva tradito il Vangelo, il cri-stianesimo andava riformato essenzialmente sulla base di Ire ornar,

Il Ihrso esame I cristiani hanno il diritto e il dovere di esa- niberaniente la Bibbia ala non ardi in faprctarla .4enSa l'aiutord-ell'insegnamerrtu detta Chiesa, m seguendo soltanto la propria COSCrffird.-E tutte-le verità fel-Q-rosé non contenute nella Bibbia vanno scartate. Per yuestu Lutero riconobbe valore solo di due dei sette sacramenti: il bat-tesimo e la commuonr,Secondo lui, irTfatti. erano Wi anici di cui parlava la Bibbia. Tutti gli altri sacramenti (cresima, matrimonio, confessione, unzione degli bbeerrnrdine sa-ernitratel ano gtattrInterliat 4.alla_Chirsa nei corso dei c'etZi. Allo stesso modo, erano da considtrarst formckli

superstizione il culto dei santi, delle reliquie e delle imma- - gini sacre, I La Mosiffizaziime per sola fede Che cosa «rende giusto» l'uomo

agli occhi drD1-07-Chre «giustifica. la salvezza?

La tesi 36 A al riguardo illuminante: d'erchts il papa, le cui ricchezze oggi sono più opulente di quelle degli apul[vdsri- mi non costruisce una sola basilica di San Pietro con i propri soldi invece che con quelli dei poveri fedeli?». Queste parole erano attese da tempo. dai principi che mal tolleravano la lega di finanze prodotta dalla tassazione ro-mana; dalla piccola nobiltà che guardava alle immense proprietà ecclesiastiche come a una soluzione per le proprie difficoltà economiche; dalle masse contadine che inisu rava-no la propria miseria sul lusso dei prelati e il proprio fervo-re religioso sulla corruzione del clero; dagli intdleil uali che ritenevao la Chiesa una rozza avversaria della cultura mianistic

na.

\ Il La rottura con Roma Agli inizi la Curia romana nonvi intervenne. La polemica però infuriava e a Lutero fu inviata l'ingiunzione di ptnsentarsi a Roma entro 60 giorni (4 agosto 15i8). Lutero al-lora si rivolse al suo principe-Pederico di Sassunii. ché onerteee dal papa che la discussione delle Tesi avve-

m Germania. A questa richiesta, Leone X rispose so-spendendo drfàito íl processo; erano infatti in corso le trattative per l'elezione dell'imperatore e Pederico era il candidato del papa. Quando però venne eletto imperatore Carlo V, cessò ogni interesse del papa per Pederico. Il pro-cesso riprese e Lutero venne condannato. 1115 ghigni. 1s23 Leone X emano la bolla Enurge nomine con la quale dava a Lutero 60 giorni di tempo per ritrattare, pena la scomfiriica, Per tutta risposta Lutero, il io dicembre del 1510 a Wittenberg, diede pubblicamente fuoco ad alcuni volumi di diritto canonico. nonché alla stessa oli papale.

Per Lutero, l'uomo non é libero4é portato .a compimeli ma-le, a ihànò che Din non intervenga decidendo di salvarla.Sola la fede salva l'uomo dall'inferno, non k sue opere buone che sono comunque sempre imperfette. e quindi vi-ziate dal peccato. La fede è un dono, una pasta di Dio. An-che se Lutero non volle riconoscerlo, secondo questa conce-zione la salvezza é di fiuto frutto della prodeslinazionm P, Dia infatti che ha stabilito, da sempre, il destino di ogni uomo: coloro che si salveranno e quelli che saranno dannati. Secondo 11 cattolicesimo, invece, la salvezza di un uomo non dipende dalla sala fede in Dio; occorrono anche le opere boom. Al riguardo san Giacomo apostolo è molto chiaro: .La fede senza le opere è morta», I cattolici pensano dunque che l'uo-mo sia libero e che perciò possa scegliere se coniportarsi bene o male. Il sacerdozio universide Tutti i credenti sono sacerdoti dl se sturi Secondo Lutero per diventare sacerdoti non serve -il-sacra-

scento dell'ordine, come affermano i cattolici: basta essere elti dalla conninftà come pastori, chiamati a organizzare i

riti religiosi. Il sacerdote, qu p...UTEnon è in una condizione diversa dal laico: i pastori sono uguali a lutti gli altri. cri-stiani e si possono sposare. In base dunque a questi tre prindpi Intero non riconobbe l'autoriM della Gasa: anzi la considerò guidata dal demonio. Per questo aveva bruciato la bolla del pontefice che lo invi-tava a ritrattare. Nemmeno un mese dopo questo gesto, il 3 gennaio 1521, la bolla Dern Rornanum Pontificem sancì la scomunica di lutern,

O La Dieta di Worms Dopo la scomunica papale, spettava all'autorità laica e quindi all'imperatore arrestare l'eretico Lutero e consegnar-lo a Roma. Tuttavia, se il pontefice aveva accantonalo ogni cautela. non cosi poteva fare Carlo M al quale non era pos-sibile ignorare il vasto consenso che Lutero aveva raccolto. Convocato da Carlo V. Lutero giunse a Worms il 16 apri-le 1521 e il giorno sccessivo comparve di fronte alla dieta e all'imperatore; gli venne chiesto se era disposto a ritrattare ed egli inaspettatamente chiese un giorno di tempo per riflettere. TI giorno seguente Pronunciò la fa-mosa risposta: .Se non sarò convinto mediante le testi-monianze della Scrfltura e chiare motivazioni razionali - poiché non credo né al papa ne ai concili da sali, es-sendo evidente che hanno spesso errato -lo sono visito dalla mia coscienza e prigioniero della parola di Dio a moLivo dei passi della Sacra Scrittura che ho addotto. Perciò non posso né voglio ritrattarmi, poiché non si-curo e salutare agire contro la propria coscienza. Dio mi aiuti. Amen», Carlo V concesse a Lutero di allontanarsi, ma rimase deciso ad agire contro dl lui: non ebbe però il tempo di occuparsi ulteriormente del problema, poiché le questioni internazio-nali richiedevano tutta l'attenzione dell'imperatole- in as-[enZ2 di Carlo V, nessun nobile tedesco simosse per arresta-re Lutero: Federico di Sassonia organizzò addirittura mi fal-so rapimento per setirane Lutero o

savo stizia imperiale. Il

4 maggio il monaco venne nasco in vo nel castello di War-tburg dove sarebbe rimasto nascosto per quasi un anno,

Parte Et a La prima eta moderna

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2. Le lotte religiose in Germania 4 Che cosa sostenne Lutero nella dottrina dei due regni? Quali conseguenze sociali ebbe la predicazione di

tutore? • Da quali rivendicazioni venne sostenuta la rivolta dei contadini e come si concluse? • Perché si costftui la lega di Smalcalda e che cosa determinò?

>0 La dottrina dei due regni A Wartburg Lutero visse un'intensa stagione di lavoro, in cui intraprese M traduzione in tedesco della Bibbia. Ma il peso della sovrumana responsabilità che si era assunto, sce-gliendo la strada del fr tira c I CI' a I pp 'm va-le sue notti erano popolate da incubi e da allucinazioni che si sommavano ai tormenti causati da vari disturbi fisici. Intanto nel movimento riformatore le agitazioni sociali si fa-cevano sempre più minacciose: frati e monache abbandona-vano i monasteri; le celebrazioni liturgiche venivano sempli-ficate e molti preti cacciati dalle parrocchie; numerosi agita-tori spingevano le masse contro le chiese e i conventi, distrug-gendo le immagini sacre e suscitando la reazione dei principi. Preoccupato da questa situazione, Lutero decise di abban-donare il suo sicuro rifugio così da contrappone il suo pre-stigio agli eddlali come definì i predicatori più radicali, che con la loro opera di «profeti del diavolo» compromettevano la Riforma Lutero infatti era convinto che la Riforma poteva avere successo solo se i principi l'avessero appoggiata. La sua vi sione t ben espressa nella domini td dueseph_aiesa e Sta-to - sostenne - sono separati, allo stesso modo in cui la vi-ta interiore é distinta da quella esteriore. Il cristiano inte-riormente riconosce solo la legge evangelica: t questo il re- gi% della Chiesa /vi cristiano e tenuto a ubbidire all'autorità politica, anch'essa voluta da Dio per garantire l'ordine nel mondo: é questo il topo delb Stato. Diversamente l'umanità sarebbe vittima del-Thio enza generata dal peccato.

O La rivolta dei cavalieri e dei contadini I primi a prendere l'iniziativa furono i cavalieri. La piccola nobiltà, infatti, vide nella contestazione luterana l'occasio-ne per impadronirsi dei principati ecclesiastici, dando cosi vita a quel fenomeno noto come sealatizzazinit La rivolta dei cavalieri si sviluppò tra il ma e il 1523 e fu repressa da una lega di principi e vescovi. Anche i contadini interpretarono la libertà cristiana procla-mata da Lutero in una prospettiva terrena. Si trattava di una class c'ale para cd nnente taggiata I cui nd' ni non erano migliorate neanche con la Riforma: nelle re-gioni infatti in cui la proprietà ecclesiastica era stata abolita, le decime venivano ora versate ai padroni laici. Per questo i contadini aderirono ai movimenti riformatori più estremisti, quelli che sostenevano la necessità di impor-re b't I orda di ' o soli terra. e qu t 'g 'ficava m primo luogo eliminare ogni ingiustizia così da rendere tutti glia omini uguali. Tra i diversi predicatori si distinse Thonas lAintzer 11489-1525), i cui discorsi infiammarono gli animi in diverse re-

Parte u la prima ed moderna

Un apludio SU rivolta aro leeltadinl M ilsmaiela raffigurala) In un'boislana w Unii • Mn. cid rii «colo.

plani della Germania. Mantici rifiutava la teoria dei due re-gni di Lutero e riteneva che ogni cristiano dovesse lottare

queste affermazioni, Lutero non esitò a definire Muntici nil diavolo in carne e ossa.. L'odio dei contadini esplose nei saccheggi dei castelli, dei monasteri e delle chiese, nella persecuzione dei nobili e del clero: una serie di scorrerie che sconvolsero la Germania per circa un ami , tra 'I 1524 il 1525 L'unico elemento di coesione fu rappresentato da un docu-mento, i Il semi, che riassumevano le rivendicazioni del movimento. In questo documento la richiesta di scegliere li-beramente il parroco si accostava alla tradizionale difesa dei diritti di caccia e pesca, al rifiuto delle decime e degli hhl'-ghi feudali: il tutto sulla base di appropriati rifelimenti blia Temendo per l'avvenire della Riforma, Lutero si schierò contro i contadini, spingendo i nobili a stroncarne la rivolta con durezza. La nobiltà naturalmente accolse volentieri questo invito. A Frankenhausen, il IS maggio 1525, gli eserciti di una lega di principi massacrarono 5000 contadini e non fu che l'inizio di una repressione che avrebbe fatto circa 100000 vittime. Il 27 maggio Whintzer, dopo aver subito atroci torture, venne decapitato. La sconfitta dei contadini sanciva la piena affermazione dei principi tedeschi, anche rispetto all'imperatore che aveva completamente abdicato al suo molo di garante del-l'ordine. Dai principi dipendeva il futuro della Chiesa pro-testante.

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EINSIstt &Mb" alla li l O CM alleate ah Mar l

l Nowa babbeo tailmea aal1524 remare mentariatb deeita mare treetirmemaam, prelati« mimi. 12111•114M Ti" ill•biell•a• qua Melma. i ratozmnelaa ~sta ammala.

La piccola nobiltà era schiacciata dalla crescita di potere della grande nobiltà.

Lo scontro tra Lutero e la Chiesa viene letto come un'occasione per impadronirsi delle Proprietà ecdesiashohe confmcate

La Molla dei cavalieri fu repressa immediabmenta da un'alkanza tra leudalità laica ed ecdeslaslim.

I contadini erano pressali dalle dure serviti] imposte dai signori e dalla progressiva limitazione dell'uso collettivo delle terre comuni.

1. ll messaggio religioso di totem viene assodato a una prospetba di cambiamento sociale so questa terra: aeare un nuove ordine soda-k più giusto ispirato allo legge di Dio.

La rbolta dei contadini tu stroncata duramente da una lega di gin dpi sostenuti e incoraggiati dallo stesso Suino.

L'ora dei principi Soltanto nel 5529 Carlo V potè riprendere a interessarsi delle questioni tedesche, e lo fece durante una Dieta con-vocata a Spia. Qui acconsenti al mantenimento del culto luterano laddove s'era già affermato, ma ne vietò ogni td-imitare diffusione; inoltre, in ogni regione doveva essere garantita piena libertà per i riti cattolici. Infincipi e le cit-tà riformate protestarono an forza un'Ira Maestb dem-ne-n: da qui lanefinizinne data loro dagli avversari di spro-testanda. lasnmia successiva Dieta tenutasi ad Papista (ISSO), si cerca di giungere a un compromesso teologico, condizione per la fine del contrasto politico. Poiché non era prudente per Lutero re-cani ad Angusta (in quanto rischiava l'arresto), i luterani presentarono un documento redatto da Filippo Melantone, amico e collaboratore di Lutero. Questo documento. però, non venne approvato. La Confassro augustano, come fu naia-

rnato, si articolava in due parti: nella prima veniva descritta la dottrina luterana in modo moderato, nel tentativo di atte-nuare gli elementi di novità e di maggior contrasto: nella se-conda venivano identificati gli abusi da correggere, tra i quali il celibato ecclesiastico, i voti religiosi e reuearestia. Mentre i teologi cattolici ritenevano insufficienti le conces-sioni del documento, quelli protestanti lo trovarono troppo conciliante. La Confessio augustana fu rullino tentativo di riconciliazione tra cattolici e luterania Carlo V prese atto di questo fallimento e decise di ribadire le posizioni assunte al-l'epoca della Dieta di Worms, che implicavano l'obbligo da restituire alla Chiesa i beni che erano stati secolarizzai Per far fronte alle minacce di Carlo V i principi protestanti e 11 città imperiali diedero vita alla Lega dl Siiiakalda (1511), che presto poth giovani dell'alleanza della Francia, dell'In-&Alterna e della Danimarca: il protestantesimo era ormai diventato una grande potenza politica.

La Riforma protestante e llinlet 1l

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3. La Riforma in Svizzera 4 Quale esperienza di riforma si ebbe a Zurigo con Zwingli? • Chi erano gli anabattisti? Perché entrarono in

conflitto sia con i cattolici sia con i protestanti? • Per quali aspetti le dottrina di Lutero e quella di Calvino si differenziano? • Quale concezione del potere politico espresse Calvino?

O La Riforma di Zwindll La Riforma in Svizzera si diffuse a partire da Zungo con la pnedicazione di Midi /Muli (1 484-15314 Di Lutern Zwingli condNideva la polemica nei confronti della Chiesa romana. la giustificazione per sola fede e dunque la predestinazione. Non accettava invece la dottrina eucaristica_ Per Zwingl i, in-fatti, Fescarestla eco un semplice rito in cui si ricordava 'Ci-ma cena, senza la presenza reale di Cristo. Così come non condivideva N concezione del battesimo che considerava una semplice cerimonia di Miziazione alla Chiesa e non un sacramento. L'aspetto pero più caratteristico della posizione zwingliana era il patriottismo: Zwingli aveva partecipato come cappel-lano alle battaglie combattute dagli Svizzeri e aveva assi-stito ai drammi della guerra. Ora auspicava &e la Svizzera cessasse di inviare mercenari negli eserciti stranieri e at-tuasse una politica pacifica nel nome degli ideali cristiani. Aderendo alla Riforma, nel 1521 Zwingli abbandonò quindi la carica di parroco e si mise al servizio della città di Zurigo che gli affidò u compito di riformare la Chiesa locale. I riti cattolici vennero vietati, i beni ecclesiastici furono secolariz-zati in favore di organismi assistenziali municipali, le forme del culto profondamente rinnovate, abolendo le immagini sacre e la messa. In quello stesso anno, infine, nacque un tribunale matrimo-niale, con I compito di vigilare sulla moralità pubblica: ai cittadini venne imposto di prendere parte periodicamente al culto e ai fidanzati fu vietato di attardarsi nelle strade. Sul piano politico, la Riforma acquisi l'adesione di Berna, ma i cantoni cattolici (Lucerna, Uri. Zug, Schwyz e Unterwalden) si opposero in quanto non intendevano rinunciare ai redditizi ar-ruolamenti pp c cma guerra civile,nella quale i protestanti vennero sconfitti. Lo stesso Zwingli mori durante la battaglia di Kappel, l'Il ottobre 1531. Dopo pochi anni la Chiesa riformata di Zurigo confluì nel calvinismo 0549).

13L'anabattlamo Zwingl i aveva chiesto al Consiglio cittadino zurighese di in-trodurre la Riforma. (Mesto atteggiamento di sottomissione non venne condiviso dagli anabattisti, i cui capi (Konrad Grebel e Felbc Mantz) volevano invece dar vita a una comu-nità riformata indipendentemente dall'approvazione dell'au-torità civile. Per gli anabattisti la Chiesa doveva essere ristretta alla limi-tata cerchia dei veri credenti, di coloro che vivono la propria fede come autentici santi. In particolare, rifiutavano il sim

batte- infantile: per questo vennero chiamati in modo dispre-

giativo anabaltisti. cid ribartezzatori.

Parte 8 M La prima aia moderna

Il battesimo aveva infatti valore solo se ricevuto da aditi M, in quanto doveva essere espressione di una piena conversione. Infine gli anabattisti rifiutavano assolutamente la violenza. Chi non accialava la loro dottrina era semplicemente allon-tanato. Apparentemente innocui, gli anabattisti costituivano perii una grave minaccia politica: rifiutavano il servizio militare e vietavano ai loro fedeli di accedere a qualunque carica pub-blica. Inoltre, proclamavano la piena libertà religiosa e quindi so-stenevano la tolleranza. Il Consiglio cittadino di Zurigo cominciò presto a persegui-tarli e a condannarli a morte per annegamento. Coloro che si rifugiarono in Germania furono repressi da luterani e cattoli-ci, per una voi ta d'accord o. Un caso clamoroso fu quello del Rapo a Minstee: nel 1534, in questa cittadina tedesca della Westfalia, gli anabattisti tenta-rono di dar vita a una comunità di eletti in cui la proprietà privata era abolita, il denaro mantenuto solo per il commer-cio esterno, il lavoro rigidamente diviso e introdotta la poli-gamia. Cinta d'assedio dagli eserciti di una lega di principi, dopo sedici mesi la città verme espugnata e i suoi abitanti massacrati. L'anabattismo riuscì comunque a sopravvivere grazie a Me. no Simons (1999-1561), da cui deriva il nome illefiftellati dei suoi seguaci. Simmons infatti ripudiò ogni estrunismo e riorganizzò le comunità che ripresero a svilupparsi.

O La Riforma di Calvino n francese Jean Cavia i 509-1564), LI cui nome viene italianiz-iato in Calvino,nel 1536 diede alle stampe la sua opera fonda-mentale, Istituzione della reIrrpone crEstzana, che avrebbe pro-gressivamente anicchito nelle successive edizioni, fino a quella finale del 1559. Si tratta della più completa e chiara esposizione della teologia protesimi.. Calvino condivideva di Lutero la giustificazione per sola fede

sorad'caliz I tem d II predestfitarione, secondo cui

ltanto coloro che erano stati scelti da Dio, gli eletti, pote-vano salvarsi. Sosteneva infatti che il ben operare, inteso co- me agire virtuoso che si T el aver segno della predestinazione tli Dio. Da qui la valorizzazione della professione e del successo ecenonice. Per quanto riguarda il rapporto con l'autorità politica. Calvi-no riteneva che il cristiano non potesse obbedire al sovrano quando la sua legge sci vieti di obbedire a Dio.. n cristiano cra cosi chiamato a una missione non solo spirituale, ma an-che politica. Per quanto riguarda i sacramenti, Calvino considerava va-lidi solo il battesimo e I Leticareslia. Nei confronti di quest'ul-

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6. In italia non s fu una vera diffusione del caivinsma Qui la religiOne di Cde no diede luogo a sporadici gruppi collegat a Ginevra e influenzò la (Illesa valdese presence tella zona rord-occidentale

4. In Francia si instaurarono numerose comunità calsnine, i cui Cedei ppero il nome di augonatti. e nusorono a sopravovere e a diffondersi anche dopo la repressione imposta dal re a partire dal 1934

4. La dotbna cabansta si affermo in scose per opera di l Peti% e assunse

nome 41.presbrrenanesimo. per ddefenziarsi dalla Chiesa anglicana

3. La Chiesa anglsana accolse le concezioni teologiche di salvino, mantenendo un ordinamento fondare 411a gerarchiadei vesoon tipico della chiesa di Roma

2. Nei Paesi Baie sono il dominio asburgieo il calvinismo si dimise nonostante la repressione molale ddl irnperanse per mantenere questi terrdon legati alla lede "ridica

I. sinev india Urti prima cumunrtà calsnrsta che divenne modello per muele alte comusta rrlonmare

4 La diffusione del calvinismo La canina indica l'espansione del calvinismo in Europa e da qui verso le colonie d'A

al SIVIlitO dei n'Agiati europei.

lima, però, assunse una posizione intermedia tra quella di Zwingli e quella di Lutero. Calvino infatti riteneva che attraverso il pane e il vino eu - cartstico si realizzasse un'effettiva comunione spirituale con Cristo, ma non ne ammetteva la presenza reale sotto la specie del pane e del vino.

L'organizzazione della Chiesa di Ginevra Costretto a spostarsi frequentemente per sfuggire alle persecu-zioni. nel luglio del l53 Calvino passò per Ginevra, dove in-tendeva fermarsi solo per una notte. Nel 1534, respinta una tentata invasione del duca dì Savoia. Ginevra aveva aderito alla Riforma. Gughelmo Farel, pionie-re della Riforma ginevrina, approfittò della presenza di Cal-vino in città per chiedergli di aiutarlo. Fu rosi che Calvino divenne pastore e predicatore della Chiesa ginevrina. Nel 1537 Calvino scrisse un catechismo in lingua francese, cui allegò una professione di fede che rulli i cittadini di Gi-nevra erano «tenuti a seguire sotto giuramento.. Pala resi-lio. infischia, l e elezioni del 1538 assegnarono l a maggioranza ai suoi avversa e Calvino fu cospetto ad abbandonare la città. Nel 1541 i gin

ri evrini lo richiamarono, ritenendolo l'uomo più

adatto a salvaguardare l'autonomia della città di fronte alle mire del duca di Savoia. A questo punito, Calvin° poté agire senza ostacoli: espulsetutti i dissidenti e fece approvare dal consiglio cittadino le Ordinanze esdesiaidie, nelle quali veniva delineata l'organiz-zazione della Chiesa di Ginevra secondo la vocazione di ognuno.

o La diffusione del calvinismo Con Calvino ci troviamo di fronte a una secondo genera-zione di riformatori, a una seconda fase nella diffusione del-la Riforma. Non solo Calvino era multo più giovane di Lu-tero e Zwingli, ma ebbe modo di tener conto dei limiti del-le loro esperienze: la sua teologia era più sistematica e la sua Chiesa più salda. Con lui la Riforma riprese slancio, mentre il cattolicesimo riorganizzava le sue fila e il luteranesimo si rinchiudeva. nell'immobilismo delle Chiese regionali, rigidamente sot-i toposte all'autorità secolare. La dottrina e l'attivismo sono quindi le ragioni del space, so del calvinismo che si diffuse, nel volgere di pochi de-cenni, in Francia, in Germania, nei Paesi Bassi, in Senza, in Polonia e in Ungheria.

o

La Riforma protestant6

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4. La diffusione della Riforma Quali motivi spinsero Enrico VIII a separarsi dalla Chiesa di Roma? • Quale atto sancì questa separazione?

• Perché questa decisione fu generalmente bene accolta in Inghilterra? • Quale diffusione geografica ebbero in Europa le confessioni protestanti?

Y. La Riforma nell'Europa del Nord La Riforma luterana si diffuse rapidamente in tutta l'Europa del Nord, in genere per la volontà dei monarchi di im- possessarsi dei beni ecclesiastici, che non per la fervida at-tività dei predicatorL Dove incontrò resistenze fu per motivi legati al mantenimento dell'identità nazionale, come in Ir-landa. Ma il caso più clamoroso fu quello inglese. In Inghilterra Endrarall (1509-1547) dapprima promosse una ri-forma della Chiesa ispirata alle concezioni dell'Umanesimo aistiano. Questa riforma, volta per lo piú a colpire gli abusi del clero, fu attuata in accordo con l'autorità romana, In quell'epoca Enrico VIII compose uno scritto polemico contro Lutero, ottenendo da Leone X il titolo di defensor Mei. Questa situazione mutò nel 1527 quando il monarca richiese l'annul-lamento del suo matrimonio con Caterlaart~azia di Car-lo V, per sposane Jona B~.atenna infatti nonaveva dato un erede masRffifi-ma solo un'unica figlia, Maria. La ri- chieistfi -annullar:tanto si basava sui tatto chell m. rrimo- nio tra Enrico e Cm-ernia era stato reso possibile da una di-spensa di Giulio 11, in quanto Caterina era stata la cognata di Enrico, avendone sposato il fratello Arturo poi deceduto. E questo - sosteneva ora Enrico - aveva violato la legge di-vina che impediva il matiimonio tra fratelli e sorelle (secon-do il diritto canonico dell'epoca, sposando suo fratello Arta - ro, Caterina era dive tata, di fatto, sua sorella). alleata ClementeVII, he certo non avrebbe voluto perdere un alleato-Cosi inidortante, non piatEvb-peraz ignorart lanzuteste dreaterma-e drsuo nipote:I-Imperatore Carlo V. Non era miro= - di SUE per lui anmdlare questo matrimonio come avrebbe di certo fatto in altre circostanze. Di fronte alle esitazioni di Cle-mente VII. Enrico VIE impose al clero di riconoscerlo come «protettore e capo supremo della Chiesa di Inghilterra., con la limitazione espressa dalla clausola wer quanto la legge di Dio lo consente. (1531). Inoltre l'anno seguente fece proclamare nullo il matrimonio con Caterina tingono. Infine, reagì alla minaccia di scomunica del papa con l'Atto cisupremazia 0534), COn annate il Parlamento Io riconosceva cometunico e supre- mo capo della Chiesa di Ingbiltermat — John FigellehrveseoVo di Rochester, e Tommaso Moro vennero giustiziati insieme a tutti coloro che si rifiutarono di ricono-scere il nuovo ordinamento. Da questo momento, la più san-guinazia ferocia fu riservata a tutti gli oppositori del regime. Enrico VIII, d'altronde, sapeva che la sua politica poteva con-tare su un diffuso consenso nel Paese: infatti la vendita delle terre requisite alla Chiesa costituiva un'occasione di profitto perl'aristocrazia, per i piccoli proprietari e per i mercanti. Sul piano teologico, la Chiesa anglicana si mantenne so-stanzialmente fedele al cattolicesimo. La svolta avvenne durante il regno di Separa« VI (1547-1553) quando con il

nuovo testo liturgico, il ara* ef marmo prayer (1349), venne introdotta la teologia calvinista. La Chiesa anglicana si presentava cosi come un ibrido di diverse concezioni teologiche, nel quale la teologia calvini-sta conviveva con un orranamento ephrepainta, fondato sulla gerarchia dei vescovi, tipico della Chiesa romana, Una minoranza di circa duemila ecclesiastici, che andò a formare la tendenza puritana. non condivise questa scelta e di conseguenza venne espulsa dalla Chiesa anglicana, I ps Mani, termine che designa i calvi nisti inglesi, erano infatti favorevoli a un ordinamento presbiteriano, a una Chiesa cine guidata dagli anziani, i presbiieri, eletti dai fedeli.

O Le Riforma nell'Europa centrale N Paesi I3 sel, 'I M m ,'d'ff se provvedimenti assunti di C I V p ' p re al questo territorio direttamente sottoposto alla sua autorità, il rispetto della fede cattolica. Ma le dure persecuzioni, cui vennero sottoposti i luterani e gli anaballisti, non riuutu-no comunque a sradicare l'eresia.

I degli anni Trenta del XVI secolo, della sostanziale tolleranza di Fran-cesco L ti suo atteggiamento venne profondamente modifi-cato quando si rese conto che gli umetti erano pronti alla difesa intransigente della fede anche contro l'autorità dello Stato, cori aveva insegnato Calvino. A partire dal ma, Francesco

come I predispose dunque una severa politica di

persecuzione del protestantesimo, Nonostante ciò, il calvi-nismo continuò a diffondersi e, alla metà del secolo, gli ugonotti erano circa un quinto della popolazione.

La Riforma nell'Europa orientale In Rossi; Alberto di Hohenzollern impose alPaese la fede Iute-rana.Nel resto dell'Europa orientaleauttavia,l'assenza di farti monarchie impedì l'identificazione tra fede religiosa e autorità statali. Non si verificò quindi l'imposizione della Riforma da parte dei sovrani come nell'Europa del Nord. Luterani e calvi-nistiiinirono quindi col convivere in questarea con tutte quel-le minoranze religiose che, perseguitate nei loro Paesi, trova-vano nell'Europa orientalel'unicopossibile rifugio.

La Riforma nell'Europa del Sud La Spagna, forgiata a un intransigente cattolicesimo dalla guerra secolare contro gli Arabi, non costituì un terreno fa- vorevole alla diffusione del protestantesimo. Anche in Naia il protestantesimo non riuscì ad affermarsi.

Parte VII La prima età moderna

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Battesimoed eucarestia.

Cristo presente ma solo nel momento della «cena del Signore. (consustatuf a-zione).

credente deve essere sempre fedele allo Stato, indipendentemente dalla fede del pfindpe.

La chiesa, costituita su base nazionale, si affida allo Stato per difendersi

gMlglg

Nessuno i samenb hanno solo. Battimani() ricevuto da aduth un valore

aa commemorativo o peda-

gogico nei confronti degli anim pi semplia.

ma ed eucanSia.

Iene celebrata nella cena del Signore. come semplice ricordo del sacrifido d

mi Casista.

Viene celebrata nella cena del 9gnore. come sempli-ce ricordo del sacrifico di Cristo.

si nega la presenza reale di Cristo nel pane e nel Inno; .semplice comune spirituale

Nella Stato devono vivere solo cedenti Se lo Stato non crishano. ilcredente deve opporsi e ribellarsi.

Lo Stato si adegua elle disposidoni della Chiesa.

Nello Stato devono vivere solo cre- Il credente rifiuta il servizio militare e le cariche pubblf che.

La Chiesa e lo Stato procedono di comune accordo.

La Chiesa costituita dalla oo-

émuniti dei cederai (i sani/ é totalmente autonoma dal-bStato.

Tuttavia, per circa un ventennio la Riforma poté godere delle incertezze e delle debolezze dei suoi avversari; da un lato per la scarsa determinazione con cui i vari governi del-la Penisola perseguitavano le nuove eresie, non ignorando i vantaggi che ne potevano derivare; dall'altro, la richiesta dell'imperatore di un concilio impediva che la repressione si scatenasse con determinazione. Ciò rese possibile il diffon-dersi del movimento evangelico, caratterizzato dalla speranza dì poter modificare dall'interno la Chiesa cattolica. I circoli più importanti dell'evangelismo italiano si raccol-sero a Roma attorno alla figura del cardinale GaspareContali-

ai. Gli evangelici finirono poi travolti negli anni Quaranta del XVI secolo dalle severe misure repressive assunte dal papato per fronteggiare la diffusione del protestantesimo. Con la diffusione delle Chiese protestanti l'unità dell'Occi-dente nella fede cattolica era tramontata defmitivamente Era venuto così meno uno dei cardini della civiltà. medieva-

le, la respublica christiana, che costituiva il fondamento

dell'unita dell'impero. Si rafforzarono invece le monarchie nazionali, mentre iniziava un'epoca caratterizzata dalli.-

tollerava e dalle guerre M ragione.

I Disegni wrtirlm enbeattelke Dirigo VIII nomine prap.1. • re

Edvircie VI usa ~Io si trono. tlienia 1112•11a.

ione gerarchica imperniata sui vesoavi: aia, cioè il complesso dei vescovi, svolge

una funzione primaria nella struttura della Chiesa

rano d'Inghd¢na é il capo della Chiesa nazio-

Irale anglicana

o di Canterbury e la più alta carica sale-siaslica. Viene mantenuta una struttura gerarchia] ePscoPe- le. come quella della Chiesa cattolica

Rffieffniento alla Sane Saldare in cui sono °ameno- ti tutti gli articoli di fede necessai ella salvezza. La Bibbia viene tradotta in inglese che diventa anche la lingua liturgka. Si afferma la giustificazione persole fede e h Prede- stinazione. I sacramenti riconoscid sono due; il battesimo e reucaresha. Cessa il culto dei santi.

Organizzazione in cui ciascuna chiesa locak data dagli .anziani. o presblten, NEW direttamen-te dai fedeli. 4G organismi superiori a quesla AN -tura di base sono; il presbiterio, che B il consiglio composto dagli anfani delle varie comunit; il si-nodo, composto dai delegati dei diversi presbilet, assemblea generale, che 2 l'organo supremo

La Riforma protestante

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nAz, ( P ,t)( - ?J 'b ,c", dir

1. La Riforma cattolica 4 Quali istanze di rinnovamento spirituale erano presenti nella Chiesa? • Quali nuovi ordini religiosi sorsero?

• Quali futuri santi operarono per la Riforma cattolica? • Quali erano le caratteristiche della Compagnia di Gesù?

o La Riforma cattolica La Riforma protestante avevalu fertu al cattolicesimo un durissimo colpo. Occorsero quindi diversi anni prima che la Chiesa cattolica si riprendesse. Già da tempo, tuttavia, era-no presenti elementi di rbooramento spirituale, come il movi-mento detto della riforma personale, formato da gruppi di laici e di sacerdoti impegnati nella santificazione personale e in opere di assistenza e carità, Nel contempo erano sorti nuovi ordini religiosi, come i Teatini, i Sornaschi, i Bamahi-ti ie i Frati Minori Cappuccini. A queste esperienze se ne aggiunsero presto altre come la rif rma d I Carta I p d' ta Teresa d'Arda e di san Giovanni della Croce, il movimento evangelico del cardina-le Gaspare Contarini e soprattutto la Compagnia di Gesù di sant'Ignazio di Loyola. Si tratta della cosiddetta Vibra cattolka, che precedette e accompagnò la Conburilonna: la reazione della Chiesa catto-lica al protestantesimo che ebbe d suo culmine nel Concilio di Trento.

o La Compagnia di Gesù Strumento prezioso della Controriforma fu la Compagnia di Gesù, fondata nel 1534 dallo spagnolo 'pada di Loyob 0491-15561, le cui principali caratteristiche sono;

`,.• l'obbedienza al papa, un voto speciale che si aggiunge ai voti ordinari (povertà, castità, obbedienza); la Ionnazione otale, che prevede un lungo periodo di studi di ben diciassette anni (fatto assai raro tra i religiosi dell'epoca);

▪ 1•90•0111•11 (la prosecuzione dell'opera degli apostoli nella diffusione della fede) con la disponibilità a in- traprendere l'attività ' la - q al - p d I mondo.

Il nuovo ordine si presentava dunque come una compagnia di uomini scelti a disposizione del papa, pronti a divenire missionari, insegnanti, confessori nelle corti oppure dotti polemisti contro i protestanti. A partire dalla fine degli anni Cinquanta del XVI secolo, però, le iniziative nell'ordine si concentrarono soprattutto nel campo dell'Istruzione. Era questo un settore strategico infatti, per mezzo dell'istruzione, i Gesuiti miravano a con-trollare la formazione della classe dirigente casi da orien-tarla in senso cattolico. I risultati non si fecero attendere. Alla morte del suo fonda-tore (1556) l'ordine contava già più di mille membri, orga-nizzati in dodici province; i collegi erano una ottantina e molti Gesuiti insegnavano nelle più importanti miversiL1 del tempo.

Parla B E La prima età moderna

La lunga attesa del concilio L'esplosione del protestantesimo colse impreparati i verti-ci della Chiesa cattolica. I papi di quel periodo - Leone X (1513-1521) e Clemente VII (1523-1530), entrambi appar-tenenti alla famiglia de' Medici - erano troppo occupati dalle vicende politiche per comprendere la gravità della situazione. Il pontificato dell'olandese Adriano N aveva

15231- E • P " sti fed l' I I-t f- CeSiMO, in particolare l'imperatore Carlo V, a sollecitare mi-sure straordinarie, come ad esempio un concilio. Nella Chiesa cattolica, tuttavia, prevaleva il timore che un concilio potesse minare l'autorità papale ridando Nato al conciliarismo (la teoria secondo cui il concilio esprime la massima autorità della Chiesa, superiore a quella dello stes-so papa). Del resto anche per i protestanti un concilio era fonte di preoccupazione, per le concessioni che avrebbero dovuto fare ai cattolici. Quando divenne papa il cardinale Alessandro Farnese, che assunse il nome di Paola III (1534-1549), sembrò che le pres-sioni imperiali avessero successo. Non si trattava di un car-dinale austero e moralista, bensì di un politico spregiudica-to, ben conscio però dell'urgenza di una riforma all'interno della Chiesa. Paolo M costituì una commissione clic indicò i temi sui quali il concilio avrebbe dovuto esprimersi: la pre-cisazione delle verità di fede c il rinnovamento dell'orga-nizzazione della Chiesa.

• Stampa ~PII nenie chi! righ~ un dalla aiput• rcleon.fniqumb all'epoca da 0.••••••• leslogl geoult1 e protestanti.

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2. II Concilio di Trento .4 Perché il concilio si svolse e Trento? Quanto durò? • Quali papi si succedettero durante il Concilio di Trento?

• Quali strumenti utilizzò le Chiesa per reprimere le eresie? • Quali decreti vennero approvati dal Concilio

di Trento?

ii Lo svolgimento del concilio (1545-63) contrapposizione alla domina del sacerdozio universale: [osi Tra l'elezione di Paolo III e la convocazione del concilio co ' ' ' end za la validità dell'emerse; in quanto

passarono undici anni, quasi trenta da quando Lutero aveva in essa vi é realmente la presenza del colpo e del sangue di iniziato a predicare. Ma la stessa scelta del luogo aveva ri- Cristo sotto le specie del pane e del vino ltransustiumiazionei

eh' Ungh tra ' . all f nn ireile ché si trovava a metà strada tra Roma e la Germania. Il concilio si apri il 13 dicembre meS, alla presenza di circa 0I decreti dl riforma 30 vescovi (su 500 che avevano titolo per parteciparvi]. Una L'approvazione dei decreti di riforma fu particolarmente prima fase si concluse nel 1549, dopo che i lavori si erano travagliata: le misure disciplinari colpivano infatti gli inte- trasferiti a Bologna per un'epidemia scoppiata a Trento. ressi soprattutto dei vescovi, ovvero degli stessi padri con- i] concilio prese aTrento ne11551 sono à papato diQuiell1(1550- ciliari. 1555). Alcuni rapprenntenti protestanti fecero una breve appari- • Venne imposto per i vescovi e Per i parroci l'obbligo die ma abbandonartelo i lavori quando le loro richieste Veliner0 . gn' or

respinisiublocco.Nel i.55z ci fil una nuova sospensione salo, come sappiamo, mon prelati si limitavano a perce- Sotto Paolo IV (1555-1559) il concino non fu pie' convocato: il pile le rendite derivanti dai benefici ecclesiast, senza nuovo papa lo riteneva uno strumento troppo lento e poco eff- curarsi dei compiti spirituali). In particolare, poi, i ve- cace. Sotto il suo pontificato l'inquisizione fu atlivissima, si scovi vennero esortati a visitare annualmente le porne- moltiplicarono i processi, venne pubblicato lio•cedeiliripreiliti chic delle loro diocesi. coti da vigilare sulla fedeltà delle

PoS9). Si trattava di un elenco di opere olmi venivano vietati la comunità cristiane alla Chiesa cattolica. vendita e il ponnso: in quell'elenco, continuamente aggiorna- e Si stabili di istituire un seminino in ogni diocesi, dove i to, finirono testi eretici ma anche libri ritenuti. indecenti_ futini sacerdoti avrebbero dovuto formarsi ponendo fine Il concilio ebbe la sua ultima sessione a padre dal 1562, re- alla confusione teologica. gnante Pio IV 11559-1565i la bolla Benedirne Deus del 4 di- • Fu costituita una commissione che redasse il Canin° cernie iséb convalidò tutti i decreti approvali durante i lavori rimano (1565) contenente in forma semplice e chiara la e concluse il concilio. En durato in tutto adotto ami. I piovve- dottrina cattolica. dimeni del Condlio di Trento possono essere così niggruppad: • Si decise di murali/1am b sta religiosa ribadendo la con- • decreti dotti-inali, relativi alle verità religiose: danna della Chiesa per quei fenomeni di malcostume

• decreti di riforma, relativi all'organizzazione della Chie- che erano motivo di scandalo come la convivenza del

sa e del clero. clero con donne e la compravendita di beni spirituali.

o I decreti dottrinali Nella redazione dei decreti, soprattutto di quelli riguardanti la dottrina, il concilio volle riaffermare integralmente tutte le verità di fede che erano state contestate dalle nuove dot-ane. • 1111bero manie della Bibbia venne dichiarato illegittimo,

in quanto Dio aveva assegnato alla Chiesa il compito della corretta interpretazione delle Sacre Scritture. Così come venne confermata la validità delle indulgenze, del culto dei santi, delle reliquie e delle immagini sacre.

• La detbina delle ciusehrepoes per sola fede venne respin-ta: accanto alla fede venne infatti ribadita la necessità delle opere buone. Onesto perché, si precisò, il peccato originale non aveva affatto dintorno il libero arbitrio dell'uomo, lo aveva solo indebolito.

• Si ribadì il valore di tutti e sette i sacramenti (battesimo. eiseere-stb, cresimo, matrimonio, confessione, unzione degli infermi ondine menden/e), da non intendersi come meri simboli. ma conte effettivi strumenti di grazia. Tra' crema ti s noli-neò in particolar modo l'importanza dell'ordine sicerdobile, in

parte a i La prima era moderne

• Una inekateeM temilo di Traete, dipinto • 'mele minata MI ~le) Io*, Marne del LOIllelb. 111 dipinte rappresenta ina delle ellsnle Mutati d1 Cartello. la noi del M MOS MIO, pese 1d svelale nelle navate calata. MI

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Dio concede la Grazia al Solo Dio e in grado c5 saliere il credente, che coopera credente concedendogli la mediante le opere buone. Graziai k opere non influisco-

no in alcun modo sulla sakrez- za che dipende mduseamen- te dalla fede.

DD si nvdge al vedente per meno della Bibbia. Il credente può interprebda da solo, senza raiuto della Chiesa. f ~Onta la pretesa della (Illesa di dete-nere il monopolio delVinterpre-tazione delle Sacre Sordine

Il pecato originale non ha compromesso del tutto la natura umana. l'ha soltan-to indebolita Cuomo man-tiene il libero arbioio.

due;ramele sono al massimo

eucarestia e battesimo 'Secondo alcuni dormiate& essi hanno solo unvalme simbalko.

INDEX LIBRORV M P R OHIBITORVM,

cumRegulis

nonkotos per Patrns Trirlentina Sysorlo deleekos, eudoritarc Santliss.

D.N.Pii MI, Pont. Max. compro barus.

E O M A E.

ApudPaulum Manch" Afdi F.

M D Infili. MI SE D IBVS 'Ora I kONANI•

ontano e cont

genuto nella Bibbia.

ma anche nei decreti del-la Chiesa. !interpretazio-ne della Sacra Soittura é riservata ella Chiesa.

Il peccato originale ha cancel- I lato ogni travia di bene nel- Nome (uomo non ha il libe-ro arbitrio, t servo del male

sacramenti sono gru-ment efficaci di salvesa esano M numero di sette.

Fg,

di fede sono contenute nella Scimmia e nella trattone ape- I) Il libero rame della Bibbia é o stolica tramandata dalla Chiesa, che ha il compito di interpretare zar- 2) La dottrina dille indulgenze, il cultoti e delle immagini soni rettamente le Scritture e insegnare la Verità. validi.

Le buone opere sono necessarie per ottenere la salvezza. Viene respinta la domina della giustificazione per sola fede.

Tetti nette sacramenti conferiti nella Chiesa cattolica sono strumenti Si itafterma la validità di tutti e sette i sacramenti. della Grazia, istituiti da Gesù Cristo.

Si riafferma il Magistero ecclesiastico e il compito, affidate ai sacardot di predicare la Parola di Dio e di amministrare i Sacramenti ai fedeli.

La Chiesa t una istituzione divina.

Evitare che i prelati potessero limitarsi a percepire le rendile 4rivan dai benefici ecclesiastici, senza curarsi dei compiti spirituali.

Vigilare sulla fedeltà e la moralità del parroci e delle comunità parrai chiali.

Porre fine alla confusione teologica e formare alla vera dottrina i Iter ri sacerdoti.

nc,-,trintross.

Obbfigo per i vescovi e sono sten assegnati

di edere nelle località in cui

Obbligo per i vescovi di visitare annualmente le parrocchie della loro diocesi.

Ione di un seminario per ogni diocesi.

Costituzione di una commissione che avrebbe redatto il Catechismo Esporre in modo dile

chiaro e dalli

semplisia ce i fondamenti della doarina atto

romano. ca. anche per ere .

Condanna di forme di vita scandalose del dere. Meroo

oraclizzare la vita religiosa. soprattutto la simonia e la convivenza d

cln delle d.

La Riforma cattolica e la Contrar-dorma 1111 UnIbl

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3. La Chiesa nell'età della Controriforma Quali aspetti caratterizzarono la Chiesa post-tridentina? • In oh modo agirono i missionari verso le popolar oni locali? • Quale fu l'influenza della Chiesa sulla cultura? • Perché con la Controriforma si aprì un fase definita «dell'intolleranza»?

(I La Chiesa dopo Trenta • Concilio di Trento ricondusse la Chiesa al suo principale compito: la cura 411 e Tuttavia l'influenza politica del- la Chiesa, anche se ridimensionata dalla Riforma protestan-te. restò molto forte. In questa prospettiva, la caratteristica principale della Chie-sa post-tridentina fu la progressiva affermazione della ml' magi dd papato. Questo accentramento era funzionale: • all'esigenza di affrontare il protestantesimo; ▪ a quella di piegare le resistenze all'attuazione dei decreti

conciliati, opposte dagli ecclesiastici, interessati al man-tenimento dei privilegi, e dagli Stati.

Questa riorganizzazione autoritaria, però, contraddisse il ruolo del vescovo, esaltato dal concilio. Inoltre, stringendo-si attorno al papa e alla gerarchia, la Chiesa della Controri-forma assunse l'aspetto di una cilladeso associala, diffidente verso ogni forma di innovazione. Ciò fu particolarmente evidente nel campo della cultura: infat-ti, dopo essere stata per secoli k massima promotrice dello sviluppo culturale e artistico, la Chiesa assunse un atteggia-mento di severa censura nei confronti degli intellettuali, Il caso più drammatico in questo senso fu la condanna del set-[antenne Gaika Giaci (1564-I 642} che fu obbligato ad abiu-rare 122 giugno 1633) la teoria copemicana. La condanna del più celebre scienziato cattolico era un segno dell'intransigen-za con la quale l'Inquisizione romana intendeva svolgere la propria funzione: in questo senso rappresentava un messag-gio intimidatorio, preoccupante per tutti gli intellettuali.

1:1 L'attuazione del concilio Pur tra molte contraddizioni papato e vescovi si impegnam-no nell'attuazione del concilio, In quest'opera, però, si di-stinsero soprattutto gli ordini religiosi che in molte aree si sostituirono al clero locale nella cura delle anime. Furono infatti necessari molti anni prima che dai seminali uscisse un clero adeguatamente preparato, Nel frattempo, l'Inquisizione venne potenziata e trasformata nella Sada Raduna Inquisizione (154.2). chiamata poi, con una successiva riforma del la Sante Uffilio. Il primo importante provvedimento di attuazione dei decre-ti consiliari fu la PIOSSie Met fildeatiba, emanata da Pio IV nel 1564: era una sintetica professione di fede del cattolicesimo e venne imposta a tutti i vescovi e ai parroci. Il papa successivo, Pia V (1566-1572), un domenicano in-transigente ascetico, si impegnò in primo luogo nella rifor-ma della corte pontificia: ne limitò le spese e colpi gli abu-si della Curia. Inoltre, prosegui nell'opera di divulgazione della dottrina cattolica in forma semplice c chiara attraver-so la pubblicazione del Catechismo romano (1566) e del

Par48M La prima Ma moderna

Messale. Infine, diede grande impulso all'azione dellInqui-sizione e promosse, con spirito da crociato, la repressione dei protestanti e la costituzione di una lega contro i Turchi che vennero sconfitti nella significativa, ma non decisiva,battaglia di Leparte, (1571). Gregario XIII (1572-1585), seppur con maggiore moderazione, prosegui l'azione di Pio V; approvò In statuto dell'oratorio di Filippo Neri e nel 15$32 promosse la rikrina dd calendario. Tra i molti che seppero incarnare con zelo e dedizione l'idea-le dell'uomo di fede delineato dal concilio, si distinse Cada Sonante, arcivescovo di Milano (1560-1584).

Lo slancio missionario I missionari si avventurarono sulle nuove rotte aperte dalle grandi scoperte geografiche e la conquista di nuove popola-zioni al cattolicesimo venne vissuta come contrappeso alla Riforma protestante. Oltre alle mete tradizionali delle missioni - Europa orienta-le. Africa settentrionale e Medio Oriente - cominciarono viaggi verso l'America Latina, il Canada, le colonie porto-ghesi in Africa e in India, la Cina e il Giappone. Si avviò an-che un'azione di riconquista verso limava Sanata. Specie nelle colonie spagnole e portoghesi i missionari. decisi a rispettare la libertà e gli usi degli indigeni, dovettero battersi contro gli interessi coloniali. Infatti, mentre parte dei missio-nari dava voce alle ragioni delle popolazioni oppresse, altri ri-tenevano che la conquista e l dominio militare fossero la con-dizione necessaria perla conversione delle nuovcpopulazioni, La preparazione dei missionari si fece sempre più accurata:

pred- .. t - t di. I lingu dell • d ti- nati; ciò consenti la redazione di libri di preghiera e di ca-techismi nelle lingue indigene e l'adattamento della predica-Lione ai costumi e alla culture locali. Infine. nel 1622, Gregorio XV Istituì la congregazione cardi-nalizia De propaganda Me, al fine di coordinare le varie ini-ziative missionarie.

o I missionari gesuiti Protagonisti di questo slancio missionario furono sia i tradi-zionali ordini (Francescani. Domenicani, Carmelitani, Ago-stiniani), sia quelli di più recente costituzione. Tra questi merita d'essere ricordata la Compagnia d Geste, che si distinse per l'opera innovativa di %muco Sande nell'Estremo Orien-te e di neo Cadde in Germania. Ai missionari gesuiti va poi attribuita una delle più coraggio-se iniziative di evangelizzazionm la fondazione delle Taccia-nes soprattutto in Paraguay, ma anche in alcune zone dell'Ar-gentina, dell'Uruguay, della Bolivia e del Brasile.

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In queste aree, i missionari tentarono di superate i gravi limi- imposti alla loro opera di evangelizzazione dal fatto che il

cattolicesimo era la religione dei colonizzatori, che sottopo-nevano gli indigeni a uno sfruttamento cosi brutale da indur-li a vivere nella foresta. In aperto contrasto con chi vessava gli Indios, i Gesuiti fonda-rono dei villagt (il primo nel 1620) nei quali gli indigeni, libe-rati dalle servitù verso i colonizzatori, esercitavano libera-mente un mestiere e coltivavano i campi. Le reducciones erano delle comunità rigidamente organizzate da un regolamento che indicava l'orario di lavoro, il tempo li-bero e quello da dedicare alla preghiera; ogni famiglia colti-vava un appezzamento di terreno da cui traeva le risorse per soddisfare i propri bisogni: era altresi tenuta a impegnarsi nella coltivazione delle terre comuni, amtivemo cui si faceva fronte alle spese pubbliche. L'amministrazione sia spirituale che economica delle comu-ni era controllata dm Gesuiti. L'iniziativa ebbe rapidamente successo; nel corso del secolo si fondarono decine di villaggi, con una popolazione com-plessiva di circa 1S0000 indigeni. Nel Wall sto*, Però, i co-lonizzatori approfittarono della momentanea soppressione della Compagnia di Gesti per impadronirsi di questi fiorenti villaggi. Venne cosi soffocata una delle esperienze Più origi-nali di evangelizzazione.

131 L età dell intolleranza La Cancorifonna avviò un'epoca caratterizzata dall'acuirsi della confliqualilil cedessionak, sia a livello internazionale -cioè In Stati cattolici e protestanti - sia nell'ambito delle

singole nazioni. Quest'epoca culminò nella guerra dei Trenran-(16111-411).

L'intolleranza. dunque, fu un fenomeno europeo e non una peculiarità del mondo cattolico. Con l'obiettivo di affermare

posti() degli la propria autorità, le Chiese fecero sistematicamente ricorso agli strumenti coercitivi del potere statale. A pro Stati cattolici, Io storico Giacomo Martina ricorda; «La fre-quenza settimanale alla messa e l'osservanza del precetto pa-squale erano rigidamente controllate dai parroci, che cono-scevano e seguivano di persona il loro gregge. A Pasqua i fe-deli dovevano consegnare al partono, all'atto della comunio-ne da lui ricevuta, le schede distribuite durante la Quaresima: un attento controllo permetteva di individuare gli inadem- pienti, che erano denunziati pubblicamente e, in casoche, di ulte- riore negligenza, sottomessi al giudizio del vescovo, che po-teva infliggere loro pene spirituali e materiali, divieto di fi-danzamenti, di matrimoni. di esercitare l'ufficio di padrino. In caso estremo si arrivava all'interdetto, alla scomunica e al

Tutto eh) era possibile soprattutto grazie alla solidarietà del-l'autorità civile. Lo Stato, infatti, non si limitava a persegui. tare l'eresia e a riconoscere i privilegi della Chiesa: faceva propria la legge della Chiesa e spesso imponeva, attraverso apposite norme, il rispetto dei precetti religiosi. L'alleanza tra autorità civile e religiosa rese obbligatoria, sia nell'Europa cattolica che protestante, l'adesione alla fede dominante. Insomma, garanti la vittoria del mnformisnur si può facilmente immaginare, peraltro, a quale prezzo sotto il profilo dell'autenticità dell'esperienza cristiana.

V I muti Mia •~Min di irinidachtgu

Parte e a La prima ala moderna