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Dimensioni del problema

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Anziani

nell’ULSS 20 nel 2002 il 19.2% della popolazione superava i 65 anni e il 9% i 75

il 30% degli anziani sono disabili (Min. Sanità)

le patologie croniche sono aumentate del 50% negli ultimi 10 anni

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Bambini e anziani residenti nell’ULSS 20 dal ’97 al 2002

0

10000

20000

30000

40000

50000

60000

70000

80000

90000

1997 1998 1999 2000 2001 2002

< 15 anni> 65 anni> 75 anni

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NUMERO DI RESIDENTI NEL COMUNE DI VERONA CON ETÀ UGUALE O

SUPERIORE AI CENTO ANNI.

68

4 6

6 7 5 6 4 69 10

7

41

12

312628

19

87

34 3833 35 33

05101520253035404550

1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002

Maschi Femmine

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Anziani – patologie

diagnosticate Studio Argento – Veneto

(Istituto Superiore di Sanità)

• ipertensione 56%• artrosi/artrite 43%• m. cardiovascolari 27%• diabete 18%• mal. respiratorie 14%

• osteoporosi 13%• ictus 9%

• tumori 5%

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Le malattie croniche

Le malattie non trasmissibili:• m. cardiovascolari• cancro• diabete• obesità oggi sono alla base del 60% dei decessi

http://www.epicentro.iss.it/default.htm

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Malattie cardiovascolari

responsabili del 44% dei decessi in Italia (al I° posto tra le cause di morte in Italia)

cardiopatia ischemica 28% dei decessi(prima causa di morte)

accidenti cerebrovascolari 13% dei decessi(al terzo posto, dopo i tumori)

www.cuore.iss.it/reg_cardio/mal-cardio.htm

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Malattie cardiovascolari

Il 23.5% della spesa farmaceutica italiana (pari all’1.34% del prodotto interno lordo) è destinata a farmaci per il sistema cardiovascolare.

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Ipertensione

• Il 33% degli uomini e il 31% delle donne italiane sono ipertesi (> 160/95 mmHg) oppure sotto trattamento farmacologico specifico

• 19% e il 14% sono in una situazione limite (sistolica 140-159 e diastolica 90-95)

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Ipertensione

• L’ipertensione è un importante fattore di rischio per la cardiopatia ischemica e il principale per la malattia cerebrovascolare

• Il rischio di ictus aumenta 10 volte se i valori di pressione sistolica sono >= 160 mmHg di pressione sistolica e/o 95 mmHg di diastolica.

• La pressione arteriosa a sua volta è associata a valori elevati di BMI, alla sedentarietà, al fumo di tabacco e ad un consumo eccessivo di sale o di alcol nella dieta.

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Obesity* is rising among U.S. adults: 1996

CDC 2003 Nutrition and physical activity

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Obesity* is rising among U.S. adults: 2001

CDC 2003 Nutrition and physical activity

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Obesità

epidemia mondiale di obesità OMS: globesità

16 milioni di italiani sono obesi (circa un quarto della popolazione, tra cui il 24% dei bambini)

aumento del 25% in Italia tra il 1994 e il 1999

www.epicentro.iss.it/problemi/obesita/obesita.htm

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Diabete

nel mondo vi sono 177 milioni di diabetici (OMS)la cifra è destinata a raddoppiare entro il 2025

prevalenza del 10% negli anziani

associazione con malattie cardiovascolaripotenzialmente mortali

Who - Global strategy on diet, physical activity and health – Fact sheet

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Diabete

• In Italia si stima che siano affette da diabete circa 3 milioni di persone, destinate pressochè a raddoppiare entro il 2025.

• La malattia attualmente colpisce il 3-5% della popolazione adulta, e il 10% o più nell’età avanzata.

• Questa patologia è attualmente responsabile secondo il Ministero della Salute del consumo del 15-20% delle risorse sanitarie totali, e il costo pro capite di un diabetico è pari a circa tre volte quello dei non diabetici.

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Sedentarietà• Un’adeguata attività fisica è fondamentale per prevenire

l’epidemia mondiale di malattie croniche • Almeno il 60% della popolazione mondiale è al di sotto dei livelli

di attività raccomandati (30’ al giorno di attività moderata) • Il rischio di mal. cardiovascolari è pari a 1.5 volte nelle persone

che non praticano i livelli di attività raccomandati

www.who.int/dietphysicalactivity/publications/facts/pa/en/

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Sedentarietà

Nel mondo si stima che circa il 17% degli adulti siano completamente sedentari.

A questi vanno aggiunti coloro che praticano attività fisica al di sotto dei livelli raccomandati (almeno 2.5 ore di attività moderata alla settimana) pari al 31% - 51%,con una media globale del 41% nelle diverse aree mondiali.

www.who.int/dietphysicalactivity/publications/facts/pa/en/

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Sedentarietà

• La sedentarietà contribuisce in grande misura alla spesa sanitaria – nel solo 2000 sono stati stimati costi, in USA, di circa 75 miliardi di dollari

• Aumentare l’attività fisica non è un problema individuale ma dell’intera società e richiede un approccio di comunità, multisettoriale e multidisciplinare

www.who.int/dietphysicalactivity/publications/facts/pa/en/

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Sedentarietà

In Italia nel 2002 • il 20% della popolazione ha dichiarato di praticare con

continuità uno sport, • il 10% di praticarlo saltuariamente, • il 29% di svolgere attività fisica regolare (cammino,

bicicletta, nuoto) pur non praticando sport,• il 41% si è dichiarato sedentario.L’aumento della sedentarietà rispetto all’anno precedente

riguardava particolarmente bambini e anziani.

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Livelli di attività fisica praticati

I giovani e lo sport nel Veneto Fondazione Corazzin 2002

62.4% praticano uno o più sport

• 65.3% tra 15 e 19 anni• 63.5% tra 20 e 24 anni• 59.6% tra 25 e 29 anni

• 70% dei maschi• 55% delle femmine

37.6% non praticano sport

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Conseguenze della sedentarietà

Si stima che la sedentarietà sia responsabile di:

• 1.9 milioni di morti all’anno nel mondo• 10-16% dei casi di:

diabetecancro della mammellacancro del colon

e di circa il • 22% dei casi di cardiopatia ischemica

www.who.int/dietphysicalactivity/publications/facts/pa/en/

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Conseguenze della sedentarietà

• Il rischio relativo di malattia coronarica nei sedentari rispetto ai non sedentari è pari all’1.5-2.4; viceversa, numerosi studi confermano una cospicua riduzione della mortalità associata con l’attività fisica

• L’incidenza del diabete in soggetti con ridotta tolleranza al glucosio può essere ridotta di oltre il 50% attraverso un intervento integrato sull’alimentazione e l’attività fisica

• Individui sedentari presentano inoltre una probabilità di sviluppare ipertensione del 30-50% superiore alle persone attive.

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I costi della sedentarietà

La sedentarietà è una delle dieci cause principali di mortalità e disabilità nel mondo.

(who, “Move for health – World health day resource booklet”, 2002)

L’attività fisica produce una riduzione dei costi sanitari diretti e anche di quelli indiretti attraverso un aumento della produttività.

(www.who.int/hpr/physactiv/economic.benefits.shtml)

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I costi della sedentarietà

In USA:• nel 1995 i costi associati con la sedentarietà e l’obesità

sono stati circa il 9.4% della spesa sanitaria nazionale;• nel 2000 è stata calcolata una spesa sanitaria dovuta

all’inattività intorno ai 75 miliardi;• per $ 1 investito si verifica un risparmio di $ 3.5 sui

costi medici ($ 500/anno a persona);• i programmi di a. fisica sul posto di lavoro possono

ridurre le assenze per malattia del 6-32% e i costi sanitari del 20-55% e aumentare la produttività del 2-52%.

(www.who.int/hpr/physactiv/economic.benefits.shtml)

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I costi della sedentarietà

In Canada:• La sedentarietà incide per circa il 6% sulla

spesa sanitaria totale• In aziende con programmi di a. fisica per i

dipendenti si può ottenere un risparmio di $513 annui a persona

(www.who.int/hpr/physactiv/economic.benefits.shtml)

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I costi della sedentarietà

In Italia secondo il Ministero della Salute:

• Per i danni diretti e indiretti che derivano da stili di vita scorretti lo stato spende circa 60 miliardi di euro/anno

(Ministro della Salute, Conferenza su “Stili di vita salutari”, Milano, 3 - 4 Settembre 2003)

• Il 23.5% della spesa farmaceutica italiana (pari all’1.34% del prodotto interno lordo) è destinata a farmaci per il sistema cardiovascolare

(Relazione sullo stato sanitario del paese, 2000)

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I costi del diabete

USA (CDC 2004): • 132 miliardi $ totali all’anno in costi diretti e

indiretti• costo pro capite nel 2002 13.243$ contro i

2.560$ di una persona non affetta da diabete Italia (Ministero della Salute 2003): • costo pro-capite 3 volte superiore a quello dei

non diabetici; i diabetici, che rappresentano il 3-5% della popolazione, consumano il 15-20% delle risorse sanitarie totali

(www.cdc.gov/nccdphp - www.ministerosalute.it)