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Provincia di Barletta-Andria-TraniServizio Formazione Professionale
PROVINCIA DI BARLETTA ANDRIA TRANI
Assessorato alla Formazione Professionale
Servizio Formazione Professionale
POR FSE PUGLIA 2007/2013
Piano di attuazione 2011
(Risorse anno 2011)
Allegato A alla Deliberazione di Giunta n….. del….
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011Pag. 1
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INDICE
PREMESSA pag. 3
Parte 1 - Il contesto socio-economico della provincia di
Barletta-Andria-Trani
Pag.6
Parte 2 - L’attuazione della delega in materia di formazioneprofessionale da parte della Provincia di Barletta-Andria-Trani
2.1 - Il contenuto della delega
2.2 - Le risorse finanziarie destinate
2.3 - La predisposizione degli avvisi pubblici e la valutazione
delle proposte
2.4 - L’assistenza tecnica ed i processi riorganizzativi
pag. 10
pag. 19
pag. 23
pag. 23
Parte 3 - La programmazione per l’anno 2011
3.1 - L’Asse I “Adattabilità” pag. 26
3.2. - L’Asse II “Occupabilità” pag. 64
3.3. - L’Asse III “Capitale Umano” pag. 147
3.4 - L’Asse IV “Assistenza Tecnica” pag.
Parte 4 - Tabelle finanziarie per l’anno 2011 pag.
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PREMESSA
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011Pag. 3
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Con i l presente piano di attuazione , relativo al l’anno 2011, redatto in
esecuzione di quanto previsto nell ’art. 14 del l’accordo sottoscritto dalla
Provincia di Barletta-Andria-Trani in qualità di Organismo Intermedio con la
Regione Puglia, vengono individuate le priorità in materia di interventi
formativi da attivare nell ’ambito della provincia di Barletta-Andria-Trani e le
relative procedure di attuazione, in maniera da poter dare un indirizzo
programmatico per l ’emanazione dei singoli avvisi pubblici, in l inea con le
indicazioni del POR Puglia FSE 2007/2013 e le disposizioni attuative
emanate dalla Regione Puglia.
La programmazione degl i interventi formativi contenuta nel presente
piano ha tenuto conto del riparto finanziario per asse e per anno
concordato con la Regione Puglia e contenuto nell ’atto di programmazione
per l ’attuazione degli interventi di competenza regionale e per i l
conferimento di funzioni al le province pugliesi approvato con la
deliberazione del la Giunta Regionale n. 1575 del 4/9/2008, così come
successivamente rimodulato con nota n. 12556 del 27/12/2009 della
Regione Puglia, a partire dal l’anno 2010, a seguito della istituzione del la
sesta provincia pugl iese.
I l ruolo della Provincia, alla luce delle funzioni ad essa trasferite
dal la Regione Puglia nel rinnovato contesto costituzionale dato dalla
r iforma del Titolo V, r iveste oggi, di fatto, una ri levanza strategica decisiva
nella definizione di interventi di pol itiche attive della formazione e del
lavoro e nel la promozione del lo sviluppo locale.
L'elevata dinamicità e volatilità dei mercati e i l rapido sviluppo del le
tecnologie spingono infatti verso processi di rapido cambiamento delle
strutture produttive e organizzative, con la conseguente esigenza di
mantenere alto i l quoziente innovativo e competitivo del le imprese.
La formazione e l ’orientamento per raccogl iere queste sfide globali
devono operare secondo una strategia programmatoria unitaria, integrata e
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funzionale a perseguire l ’obiettivo della migl iore e più alta occupabilità
delle persone. In tal senso occorre cogl iere tutte le opportunità e le
condizioni favorevoli per poter integrare i s istemi lavoro, formazione e
istruzione, in coerenza con la più ampia strategia europea di costruzione
dello “spazio europeo del l’ istruzione e formazione permanente”.
La Provincia vuole, in questo contesto strategico, contribuire
attivamente al la realizzazione del disegno di innovazione strutturale
dell ’ intero sistema di offerta formativa perseguito dalla Regione Puglia.
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PARTE I
Il contesto socio-economicodella provincia di Barletta Andria Trani
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Nella redazione del presente Piano, si r itiene di poter r ibadire per
quanto concerne l ’analisi introduttiva del contesto socio-economico della
Provincia di Barletta Andria Trani la panoramica fornita con i l “Piano di
Attuazione delle risorse a valere sul POR Puglia FSE 2007-2013, Annualità
2010” approvato con Deliberazione di Giunta Provinciale n. 97 del 23/06/2010.
Gl i scenari demografici, macroeconomici e social i di sfondo infatti, non
risultano mutati in modo significativo a distanza di pochi mesi e, per questo
motivo, si ritiene ancora valida l’ introduzione del precedente Piano a cui si fa
integralmente rinvio per i l Piano 2011.
La partecipazione attiva e responsabile del partenariato istituzionale,
economico e sociale convolto nel la programmazione e attuazione della delega
regionale al le scelte strategiche e all ’attuazione degl i obiettivi del piano,
costituisce un fattore di fondamentale importanza anche nel più complessivo
contesto regolamentare della programmazione comunitaria. A tal fine si rende
tanto più necessaria una conoscenza di tipo analitico degli scenari economici e
sociali per settore e target di r iferimento per meglio individuare le l inee di
indirizzo della formazione professionale a carattere territoriale.
Pertanto si è optato, anche in una logica di semplificazione, di
concentrare lo sforzo dell ’anal isi esplorativa e descrittiva dei fenomeni socio-
economici di r i ferimento a introduzione delle singole attività previste dal Piano
e delle relative strategie e azioni operative. I l r isultato atteso è quello di
mettere a disposizione del partenariato istituzionale, economico e sociale un
contributo tecnico sia in termini quantitativi sia in termini qualitativi
proficuamente mirato e spendibi le per la progettazione e l ’attuazione degl i
interventi provinciali .
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PARTE II
L’attuazione della delega in materia di formazione professionale
da parte della Provincia di Barletta Andria Trani
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2.1 I l contenuto della delega
L’atto di programmazione approvato dal la Giunta Regionale con la
deliberazione n. 1575 del 04/09/2008 delinea, in relazione all ’affidamento di
attività formative, due tipologie di competenze, l ’una esclusivamente regionale
l’altra affidata alla responsabilità provinciale, secondo la seguente ripartizione:
- attività di competenza della Regione :
a) interventi fortemente innovativi e sperimental i, obiettivi
di particolare ri levanza sociale;
b) interventi di particolare r i levanza, innovatività e
sperimental ità, individuati con specifici atti di programma;
c) l ’apprendistato professionalizzante;
- attività di competenza delle Province :
normali interventi di formazione professionale, in ri ferimento
agli assi “adattabil ità” , “occupabil ità” , “capitale umano” .
Non sono state affidate al la competenza provinciale, in questa fase di
delega, interventi contenuti negl i assi I I I (“ inclusione sociale”), V
(“transnazionalità”) e VII (“capacità istituzionale”), in quanto la Regione Puglia
ha ritenuto, per i l momento, dato i l loro carattere di novità al l’ interno della
programmazione 2007-2013, di mantenerli al la esclusiva competenza
regionale.
Le Province, dunque, concorrono, per i tre assi innanzi indicati, e
naturalmente per la parte di ssi affidata al la responsabil ità provinciale, al
raggiungimento pieno degl i obiettivi del programma FSE 2007-2013.
Di seguito si r iepi logano le attività ad oggi affidate al la competenza del le
Province, e quelle r iservate al la competenza regionale, suddivise per assi e per
categorie di spesa, secondo lo schema dal la stessa Regione Puglia predisposto
e contenuto nel l’atto di programmazione approvato.
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Asse I – ADATTABILITA’
Potenziali beneficiari
I beneficiari degli interventi saranno prevalentemente imprese e loro associazioni, enti di formazione accreditati, persone destinatarie di assegni formativi e di servizi alle persone.
Potenziali destinatari
Gli interventi saranno diretti a tutti i lavoratori e le lavoratrici occupate, con particolare attenzione a quelli anziani e con bassa qualificazione, alle persone in contratto di apprendistato, ad imprenditori e manager, ai lavoratori autonomi, alle imprese.
Attività Attività di
competenza REGIONALE
Attività di competenza
PROVINCIALE
Attività di formazione continua aziendale, con priorità ai temi dell'innovazione e della ricerca, e alla riqualificazione e aggiornamento professionale di donne, persone con più di 45 anni e soggetti con basso titolo di studio (categoria di spesa 62)
X
Azioni per la qualificazione e il rafforzamento delle risorse umane operanti nel sistema della domanda di ricerca e innovazione (formazione di imprenditori, manager e addetti all’innovazione di PMI) tramite forme di collaborazione e di partenariato con i soggetti pubblici e privati operanti nel settore (categoria di spesa 62)
X
Formazione e sviluppo di capacità d'uso di tecnologie della comunicazione da parte degli operatori economici (categoria di spesa 62)
X
Interventi per la formazione del personale dalle aziende interessate da programmi d’investimento fortemente orientati all’innovazione (categoria di spesa 62)
X
Interventi per la valorizzazione delle risorse umane nei servizi ad elevato contenuto innovativo e tecnologico per la competitività delle varie filiere produttive, quali logistica, supply chain management, mobilità sostenibile, ecc. (cat. di spesa 62)
X
Attività formativa rivolta alle imprese finalizzata all’introduzione di sistemi aziendali di gestione ambientale e di processi produttivi per la mitigazione dell’impatto ambientale (categoria di spesa 62)
X
Interventi di qualificazione, qualificazione e specializzazione delle competenze professionali degli operatori privati presenti nei settori dei beni e delle attività culturali ed ambientali, dell’industria e dei servizi, della tutela delle acque e di risparmio idrico, della gestione dei rifiuti e delle bonifiche (categoria di spesa 62)
Interventi di riqualificazione delle competenze nel settore turistico, in particolare al fine di migliorare il posizionamento strategico dell’offerta pugliese sui mercati nazionali e internazionali, attraverso il miglioramento delle funzioni di promozione, accoglienza, ospitalità, ecc. (categoria di spesa 62)
x
X
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Azioni di formazione connesse con la realizzazione dei contratti di programma e delle altre forme di programmazione negoziata (categoria di spesa 62)
X
Analisi dei fabbisogni occupazionali, professionali e formativi del sistema produttivo pugliese (categoria di spesa 62)
X
Formazione esterna nell'apprendistato professionalizzante e azioni di supporto per lo sviluppo e l'estensione del dispositivo (categoria di spesa 62)
X
Azioni per il miglioramento della qualità del lavoro e della sua stabilizzazione con particolare riguardo alla valorizzazione professionale della persona (categoria di spesa 63) X
Interventi ed iniziative per contrastare comportamenti discriminatori e di scarsa cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro con il coinvolgimento di soggetti competenti sul tema (categoria di spesa 63)
X
Iniziative per consolidare le imprese esistenti e diffondere la nascita di cultura imprenditoriale per la creazione di nuove imprese (categoria di spesa 64)
X
Formazione, servizi e azioni integrate di riorganizzazione aziendale e di presa in carico dei lavoratori (orientamento, formazione e inserimento lavorativo) in situazioni di crisi produttiva, rafforzando il ruolo dei Centri Territoriali per l'impiego, enti di formazione, associazioni datoriali, sindacati (categoria di spesa 64)
X
Formazione e servizi alle imprese (check up aziendali, diagnosi organizzative e analisi di mercato) finalizzate in particolare a migliorare il loro posizionamento strategico e i fenomeni di internazionalizzazione, al ricambio generazionale e allo sviluppo di settori innovativi (categoria di spesa 64)
X
Interventi per il miglioramento della capacità dei sistemi produttivi locali di dialogare e competere sul piano internazionale (categoria di spesa 64)
X
Attivazione di studi e ricerche volti a favorire l'individuazione anticipata dei cambiamenti (categoria di spesa 64)
X
Asse II - OCCUPABILITA'
Potenziali beneficiari
I beneficiari degli interventi saranno prevalentemente enti di formazione accreditati, istituzioni scolastiche, enti pubblici e privati,
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imprese, servizi per l’impiego e singoli individui.
Potenziali destinatari
Gli interventi saranno diretti ai servizi per l’impiego e ai loro operatori, a persone disoccupate, inoccupate e inattive, ai migrati.
AttivitàAttività di
competenza REGIONALE
Attività di competenza
PROVINCIALE
Miglioramento della funzionalità ed operatività del Sistema Informativo Lavoro, in collegamento con la Borsa nazionale del lavoro (categoria di spesa 65) X
Azioni di qualificazione e aggiornamento professionale degli operatori dei servizi per il lavoro in materia di counseling, orientamento, osservatorio mercato del lavoro, marketing alle imprese, progettazione formativa (categoria di spesa 65)
X bando regionale concordato con
Province
Azioni di potenziamento dei servizi per il lavoro, in particolare con il sostegno all’attività dei centri per l’impiego anche attraverso la conferma delle azioni già svolte nel precedente periodo di programmazione (categoria di spesa 65)
Xattività concordata
con Province
Interventi a sostegno della qualificazione dell’incontro domanda-offerta (categoria di spesa 65)
Xbando regionale concordato con
Province
Attività promozionale e di monitoraggio dell'attività dei servizi per il lavoro (categoria di spesa 65)
Xbando regionale concordato con
Province
Azione integrate (formazione, servizi e incentivi) per agevolare l'emersione dei lavoratori non regolari, in particolare nei lavori di cura, nell'edilizia e nell'agricoltura, nei servizi (categoria di spesa 65)
Xbando regionale concordato con
Province
Azioni di qualificazione e sostegno ai disoccupati di lunga durata, ai lavoratori in CIGS e mobilità, per l'inserimento e il reinserimento lavorativo (categoria di spesa 66) X
Formazione mirata, azioni di sostegno e incentivi finalizzati all'assunzione in particolare a tempo indeterminato, e alla trasformazione a tempo indeterminato dei cd. contratti atipici interventi per la promozione della partecipazione femminile al mercato del lavoro (categoria di spesa 66)
X
Interventi di incentivazione dell’occupazione ad alta qualificazione nel sistema delle imprese anche tramite la presentazione e valorizzazione dei talenti pugliesi (categoria di spesa 66)
X
Interventi di sostegno agli accordi fra le parti sociali finalizzati all’inserimento lavorativo previo percorso di formazione mirata interventi per la promozione della partecipazione femminile al mercato del lavoro (categoria di spesa 66)
X
Servizi integrati (accompagnamento, formazione, incentivi) per lo sviluppo ed X
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il supporto ad interventi di riequilibrio delle opportunità di ingresso nella vita attiva (inclusione sociale giovanile e lavoro giovanile), anche mediante azioni di sostegno alla cooperazione giovanile, specie nelle periferie urbane (categoria di spesa 66)
Azioni di sostegno alla riqualificazione professionale delle persone con basso titolo di studio, finalizzata all'acquisizione di un livello minimo di competenze per agevolare l'ingresso nel mercato del lavoro (categoria di spesa 66)
X
Azioni di sistema (studi e ricerche) finalizzate a migliorare la conoscenza del mercato del lavoro pugliese (categoria di spesa 66) X X
Azioni integrate per l'adattamento delle competenze delle persone con più di 45 anni alle esigenze del sistema produttivo e per consentire la loro permanenza attiva sul mercato del lavoro (categoria di spesa 67)
X
Azioni per promuovere la crescita di nuova imprenditorialità basata su un uso estensivo delle tecnologie ICT (categoria di spesa 68)
X
Azioni per la promozione della formazione di cooperative giovanili e di donne (categoria di spesa 68)
X
Sostegno all'autoimprenditorialità ed alla creazione di impresa a prevalente partecipazione giovanile (categoria di spesa 68) X
Azioni finalizzate (accompagnamento, supporti alla progettazione, formazione, incentivi) alla realizzazione di progetti di nuove imprese sociali per la gestione dei beni confiscati alle associazioni mafiose ed alla malavita (categoria di spesa 68)
X
Servizi ed incentivi per formazione, consulenza e orientamento finalizzati al sostegno all’autoimprenditorialità (in forma singola o associata), in particolare per donne giovani o espulse dal mercato del lavoro, con particolare attenzione ai settori innovativi e/o della tradizione produttiva regionale (categoria di spesa 68)
X
Sostegno integrato alla creazione di imprese innovative nei settori a maggior contenuto di innovazione tecnologica e di trasferimento dei risultati della ricerca scientifica (categoria di spesa 74)
X
Introduzione e messa a regime di politiche di conciliazione per promuovere l’accesso delle donne al mercato del lavoro e alla frequenza ai percorsi formativi, attraverso lo sviluppo di servizi innovativi come il tutoraggio e i voucher di conciliazione (categoria di spesa 69)
X
Iniziative a supporto della lotta alle discriminazioni retributive e di carriera per le donne (categoria di spesa 69)
X
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Rafforzamento e qualificazione dell'offerta di servizi attraverso la formazione di nuove figure professionali, quali figure di "sostituzione" per favorire le donne lavoratrici (categoria di spes a 69)
X
Percorsi integrati e individualizzati per il recupero e la transizione al lavoro delle donne, anche in condizione di disagio sociale (categoria di spesa 69)
X
Interventi di accompagnamento, formazione, emersione per gli iimmigrati, in particolare neo ed extra comunitari anche con il supporto delle reti i stituzionali esistenti nel territorio (categoria di spesa 70)
X
Percorsi interculturali e linguistici per l’inserimento occupazionale degli immigrati (categoria di spesa 70)
X
Potenziamento dell’offerta formativa interculturale per persone immigrate attraverso la formazione delle nuove professioni sociali nel campo della mediazione interculturale e linguistica (categoria di spesa70)
X
Asse IV - CAPITALE UMANO
Potenziali beneficiari
I beneficiari degli interventi saranno prevalentemente enti pubblici e privati, enti di formazione accreditati, istituzioni scolastiche, imprese, centri di ricerca, università e singoli individui.
Potenziali destinatari
Gli interventi saranno diretti a persone in cerca di occupazione, studenti, ricercatori, imprese, centri di ricerca, università.
Attività Attività di competenza REGIONALE
Attività di competenza PROVINCIALE
Adeguamento dei sistemi della formazione professionale, dell'istruzione e del lavoro, in particolare attraverso la messa a regime del sistema di accreditamento degli organismi di formazione, e lo sviluppo del sistema delle competenze, dei crediti formativi e del repertori delle qualifiche (categoria di spesa 72)
X
Aggiornamento delle competenze degli operatori del sistema della formazione professionale (categoria di spesa 72)
X
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Prevenzione della dispersione scolastica attraverso interventi finalizzati a migliorare la funzione di inclusione sociale del sistema scolastico (orientamento, socializzazione extra-scolastica e accompagnamento) (categoria di spesa 73)
X
Azione di socializzazione extra-scolastica finalizzate a migliorare il grado di attrattività della scuola e le sue relazioni con il territorio, e prevenire la dispersione scolastica (categoria di spesa 73)
X
Azioni mirate per il contrasto alla dispersione scolastica dei minori immigrati e per elevare il grado di istruzione delle persone immigrate (categoria di spesa 73)
X
Percorsi integrati di inserimento, permanenza e reinserimento dei soggetti a rischio di dispersione scolastica e formativa (categoria di spesa 73)
X
Interventi per promuovere il successo scolastico attraverso strategie didattiche e formative orientate a migliorare le competenze di base attraverso la valorizzazione delle potenzialità dei singoli, comprese le competenze informali e non formali (categoria di spesa 73)
X
Interventi di aggiornamento delle competenze degli insegnanti finalizzate a migliorare la loro azione preventiva nei confronti della dispersione scolastica (categoria di spesa 73)
X
Ricerche e studi sul tema della dispersione scolastica e formativa, finalizzate alla conoscenza delle caratteristiche quantitative e qualitative del fenomeno: anagrafe degli studenti, banche dati, ecc.(categoria di spesa 73)
X
Formazione, anche in forma individualizzata, finalizzata alla manutenzione ed aggiornamento delle competenze di occupati e disoccupati lungo tutto l'arco della vita, di supporto ai propri percorsi professionali ed occupazionali e alle modifiche nelle caratteristiche dei sistemi produttivi locali (categoria di spesa 73)
X
Percorsi formativi e servizi successivi al conseguimento dell'obbligo scolastico fino a 16 anni, rivolti all’acquisizione di una qualifica (categoria di spesa 73)
X
Percorsi formativi, anche integrati con il sistema scolastico, per il completamento della formazione di base e per l'acquisizione di un livello minimo di competenze da parte delle persone che siano senza la qualifica o senza il diploma (categoria di spesa 73)
X
Borse di studio post laurea per attività di specializzazione in Italia ed all’estero per giovani (categoria di spesa 73)
X
Interventi di formazione di base per adulti : EDA (categoria di spesa 73) X
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Interventi integrati istruzione e formazione nei campi dell’arte, musica, cinema, sport (categoria di spesa 73)
X
Interventi di istruzione e formazione tecnica superiore I.F.T.S. (categoria di spesa 73)X
bando per IFTS interprovinciali
X
Interventi per il potenziamento delle figure direttive, manageriali e organizzative nel settore turistico (categoria di spesa 73)
X
Percorsi di stages per allievi delle scuole medie superiori (categoria di spesa 73)
X
Azioni di informazione, sensibilizzazione, educazione, comunicazione, promozione della partecipazione, finalizzate all’incremento della raccolta differenziata, a favore delle scuole, delle imprese, dei cittadini e delle cittadine, in funzione del ruolo svolto nell’ambito dell’organizzazione del lavoro domestico (categoria di spesa 73)
X
Interventi formativi per l'educazione, l'informazione e la formazione permanente sulle strategie di difesa del suolo e della mobilità sostenibile (categoria di spesa 73)
X
Sostegno allo sviluppo delle competenze delle risorse umane nei settori della ricerca e sviluppo tecnologico tramite interventi di formazione post diploma e post laurea collegati ai temi di innovazione prioritari per il sistema produttivo regionale e locale (categoria di spesa 74)
X
Borse di studio e di ricerca post laurea per attività di specializzazione a supporto del sistema regionale dell'innovazione e della ricerca (categoria di spesa 74)
X
Azioni di valorizzazione dei talenti pugliesi attraverso l’introduzione di opportunità di lavoro per ricercatori e il supporto alla mobilità dei ricercatori tra centri di ricerca e imprese (categoria di spesa 74)
X
L’atto di programmazione approvato dal la Regione Puglia, che definisce
la r ipartizione del le funzioni tra Regione e Province così come innanzi
fotografata, sancisce anche che i l conferimento alla Amministrazioni
Provinciali della delega in materia di formazione professionale abbia un
carattere graduale, e che pertanto quanto contenuto nel l’atto stesso debba
avere carattere provvisorio e debba essere rivisto a metà della
programmazione 2007-2013, ponendo riferimento gl i effettivi r isultati e le
criticità manifestatesi nel la prima fase di attuazione della delega.
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Ciò ovviamente sprona la Provincia di Barletta Andria Trani ad attuare le
funzioni delegate nel la maniera più efficace, trasparente e produttiva
possibile, in maniera da potersi presentare al l’appuntamento di metà
percorso con tutte le carte in regola per rivendicare i l conferimento più
pieno del la delega, nello spirito peraltro del la stessa legge, che nella
pienezza la conferisce e comunque nel l’ interesse del territorio.
2.2 Le risorse finanziarie destinate
Con l’atto di programmazione approvato dalla Giunta Regionale nel 2008
sono state globalmente assegnate alle cinque Province pugliesi risorse
finanziarie per un importo di 387.007.960,00 euro, su un totale complessivo di
spesa pubblica di 1.239.200,00 euro prevista nel programma approvato, per
l’attuazione di una parte degli interventi contenuti nei quattro assi per i qual i è
stata stabi l ita attribuzione di competenza a l ivello provinciale ( Adattabilità ,
Occupabil ità , Capitale Umano ed Assistenza Tecnica ), come analiticamente
risulta dal la “tabella di r ipartizione delle r isorse finanziarie” che segue sub
lettera A.
Tale importo è stato ripartito nei sei anni di possibi le operatività
del programma da parte delle Amministrazioni provinciali , e cioè dal 2008 al
2013, in ragione di un sesto per ogni anno a partire dal 2008.
Tal i r isorse, corrispondenti al 30,25% della dotazione del l’ intero
programma, sono state distribuite tra le cinque Province utilizzando il criterio
della r ipartizione demografica, sul la base dei dati ISTAT relativi al la
popolazione residente contenuti nel bi lancio demografico nazionale.
Successivamente con l’avvento nel 2009 del la nuova provincia Barletta-
Andria-Trani, la Regione Puglia con nota n. 12556 del 27/12/2009 ha
comunicato una diversa distribuzione delle r isorse finanziarie.
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A fronte, poi, degli Accordi sottoscritti in seguito alla D.G.R. n. 56/2010
(allegati B-C) – art. 14, la Regione Puglia, con apposita Deliberazione di
Giunta n. 193 del 10/02/2011, ha effettuato la r imodulazione del piano di
r iparto delle risorse sulla base del l’aggiornamento degl i indici demografici
ISTAT producendo la nuova distribuzione delle r isorse finanziarie su sei
province, per l’annualità 2011, così come risulta dalla tabella “Ripartizione
risorse 2011”.
Le Province sono tenute ad iscrivere nei propri bilanci di competenza le
r isorse rispettivamente a ciascuna assegnate, istituendo un capitolo in
entrata, nel quale far confluire i fondi complessivamente trasferiti dalla
Regione, correlato a quattro differenti capitoli di spesa in uscita, uno per
ciascun asse di intervento finanziato .
Al l 'atto del l 'approvazione delle graduatorie provincial i di ammissione a
finanziamento e previa comunicazione degli estremi degl i atti amministrativi
di approvazione la Regione trasferisce, in termini di cassa, a ciascuna
Provincia, una quota pari al 95% del valore del le attività autorizzate.
A seguito del la comunicazione da parte di ciascuna Provincia recante
l 'esito del le certificazioni di spesa e di chiusura del le attività, la Regione
eroga, in termini di cassa, una quota finale commisurata al raggiungimento
dell ' importo massimo riconoscibile, pari al 100 % del valore delle attività
real izzate.
Al fine di scongiurare i l mancato superamento del la soglia posta dal la
regolamentazione comunitaria con la regola del l’ n+2 (disimpegno automatico
delle r isorse), a partire dal la fine del 2009 le Province sono obbligate a
rispettare un livel lo di impegni di spesa regolato dal meccanismo dell ’n+1
delle r isorse annuali che la Regione trasferisce (i l l ivello di spesa impegnata
delle Province deve cioè aumentare ogni anno dell ’ intero importo relativo
al l’annualità precedente).
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Al la fine del 2011 ciascuna Provincia deve quindi conseguire un
l ivel lo di spesa impegnato almeno pari all ’ importo del l’ intera annualità 2010
assegnata.
2.3 Categorie di spesa - Earmarking
Per i P.O. 2007-2013 i l Regolamento Generale, confermando da un
punto di vista generale i principi fondamentali dei Fondi struttural i già
presenti nella passata programmazione, introduce tra i nuovi principi di
intervento, quello del l’earmarking, che consiste nell ’ introduzione di target di
spesa per gl i interventi delle politiche di coesione finalizzate agl i Obiettivi di
Lisbona – Orientamenti integrati per la crescita e l’occupazione, nella misura
del 60% della spesa destinata all ’obiettivo Convergenza.
Al fine di raggiungere tal i obiettivi prioritari, nel Regolamento Generale
sono previste le categorie di spesa relative all ’earmarking ( in particolare le
categorie attinenti al campo di applicazione FSE, sono quelle comprese tra i l
codice 62 e i l 74 del l’al legato IV del Regolamento Generale n. 1083/2006).
Al la luce di quanto previsto nella D.G.R. n. 1575/2008 si r iporta di
seguito un prospetto riepilogativo nel quale viene individuata l’ incidenza
massima percentuale che ciascuna categoria di spesa oggetto di delega può
avere rispetto al la dotazione massima prevista, per l ’ intera durata del la
programmazione, per ognuno degl i Assi I – I I - IV:
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011Pag. 19
Provincia di Barletta-Andria-TraniServizio Formazione Professionale
Di tal i percentuali L’Amministrazione Provinciale di Barletta-Andria-Trani
ne tiene conto nella predisposizione di questo piano di attuazione, che intende
“all ineare” le posizioni dei precedenti Piani di Attuazioni presentati.
Pertanto a fronte della suddetta volontà e dei dati riportati nella Nota
0011318 del 23/04/2010 si r iporta la distribuzione del le r isorse come da tabella
B.
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011Pag. 20
Provincia di Barletta-Andria-TraniServizio Formazione Professionale
(Tabella A)
(Tabella B)
ASSEADATTABILITA' OCCUPABILITA' CAPITALE
UMANO
CATEGORIA 62 64 66 67 68 69 70 73 TOTALE
ANNO 2011 296.326,94 123.459,06 1.173.031,84 193.531,96 257.037,99 514.075,98 15.069,23 3.337.320,00 5.909.853,00
419.786,00 2.152.747,00 3.337.320,00 95.900,00
EARMARKING 70,59% 29,41% 54,49% 8,99% 11,94% 23,88% 0,70% 100,00% 6.005.753,00
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011Pag. 21
(Tabella B)
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2.4.La predisposizione degli avvisi pubblici e la valutazione delle proposte
I l Comitato di Sorvegl ianza del POR Puglia FSE 2007-2013 in
date 23/01/200 e 08/07/2008 ha approvato i criteri di selezione
delle operazioni finanziate con le r isorse del Fondo Sociale Europeo, di
cui all ’art . 65, primo comma, lett. A del Regolamento CE n. 1083/2006.
Tal i criteri sono ovviamente prescrittivi per le Province e devono
pertanto essere rispettati.
2.5 L’assistenza tecnica ed i processi riorganizzativi
L’Autorità di Gestione e gli Organismi Intermedi devono attivare
soluzioni organizzative atte ad assicurare la verifica del la qualità e della
esaustività dei dati, ai differenti livell i di dettaglio, e real izzare i l
control lo della regolarità delle spese, che è condizione essenziale per la
certificazione del le spese ammissibil i e, quindi, per un buon
funzionamento del circuito finanziario del programma.
Al fine di rendere efficace l ’attuazione del POR Puglia FSE
2007/2013 le Province, in quanto Organismi Intermedi, debbono dotarsi
di una organizzazione conforme a quella prevista nel sistema di gestione
e controllo regionale ai sensi del Regolamento CE n. 1083/2006.
Tale Organismo deve disporre di un sistema di contabil ità,
sorvegl ianza e informativa finanziaria separati e informatizzati.
Le Province, per adempiere a questi obblighi, saranno dotate di
apposite risorse umane e strumental i a carico del l’asse “Assistenza
Tecnica”.
Sarà infatti complessivamente conferita al le Province, a carico
di tale Asse, una somma pari ad euro 17.256.960,00, di tale somma la
Regione Puglia, al fine di garantire l’uniformità dei criteri di assistenza,
utilizzerà direttamente la quota di euro 11.256.960,00 per l ’attuazione di
un programma di assistenza tecnica alle Province, attribuita attraverso
22
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una gara d’appalto regionale.
La r imanente quota di 6.000.000 euro saranno erogati
direttamente alle Province, per servizi specialistici di assistenza tecnica
da attivare da parte del le stesse.
Al la Provincia di Barletta-Andria-Trani, in particolare, per
l ’anno 2011, competerà, per tali dirette necessità, la somma di euro
95.900,00.
23
Provincia di Barletta-Andria-TraniServizio Formazione Professionale
PARTE III
La programmazione 2011
24
Provincia di Barletta-Andria-TraniServizio Formazione Professionale
ASSE I – ADATTABILITA’
25
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Attività
INTERVENTI DI FORMAZIONE, DI QUALIFICAZIONE E DI
SPECIALIZZAZIONE DELLE COMPETENZE PROFESSIONALI DEGLI
OPERATORI PRIVATI PRESENTI NEI SETTORI:
- DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI ED AMBIENTALI,
- DELL’INDUSTRIA E DEI SERVIZI,
- DELLA TUTELA DELLE ACQUE E DI RISPARMIO IDRICO,
- DELLA GESTIONE DEI RIFIUTI E DELLE BONIFICHE
Obiettivo
specifico:
a)
SVILUPPARE SISTEMI DI FORMAZIONE CONTINUA E SOTENERE
L’ADATTABILITA’ DEI LAVORATORI
Obiettivo
operativo
ACCOMPAGNARE I PROCESSI DI INNOVAZIONE E ADATTABILITA’
DELL’ORGANIZZAZIONE DE LAVORO E DEI SISTEMI PRODUTTIVI PER
ACCRESCERE LA COMPETITIVITA’ DEL SISTEMA ECONOMICO IN
UN’OTTICA
DI COESIONE SOCIALE E QUALITA’ DELLO SVILUPPO
Categoria di
spesa:
62
SVILUPPO DI SISTEMI E STRATEGIE DI APPRENDIMENTO PERMANENTE
NELLE IMPRESE: FORMAZIONE E SERVIZI PER I LAVORATORI PER
MIGLIORARE LA LORO ADATTABILITA AI CAMBIAMENTIM PROMOZIONE
DELL’IMPRENDITORIALITA’ E DELL’INNOVAZIONE
26
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1. PARTE PRIMA: ANALISI DEI FENOMENI
La declaratoria del P.O.R. prevede interventi di riqualificazione e
specializzazione nell’ambito di quattro “settori”, uno dei quali, però, per dimensioni e
per diversità delle realtà produttive che include, è solitamente considerato, nella
letteratura del settore, un macro settore.
Beni e attività culturali e ambientali
L’area della nuova provincia definita turisticamente “Puglia Imperiale”, situata
tra le province di Foggia e di Bari, vale a dire l’area geografica che comprende i comuni
di Andria, Barletta, Bisceglie, Canosa di Puglia, Corato, Margherita di Savoia, Minervino
Murge, San Ferdinando di Puglia, Spinazzola, Trani, Trinitapoli si identifica
turisticamente con quella parte della Puglia (tra Gargano e Salento) in cui sono più
evidenti i segni lasciati da Federico II.
Il territorio presenta un patrimonio ricchissimo di tesori d’arte e di storia, in cui
sono evidenti i segni lasciati dall’Imperatore Federico II: castelli e cattedrali, chiese e
santuari, monumenti, musei, palazzi e dimore storiche, aree archeologiche e siti
naturalistici, perfettamente conservati1.
1 Per quanto riguarda l’ambiente si consideri i fenomeni carsici superficiali rappresentati dai puli e dagli inghiottitoi di cui il Parco Nazionale dell'Alta Murgia, ne è massimo esempio e le coste sabbiose di S. Margherita e di Barletta. Sul versante culturale considerevole il patrimonio artistico, che potrebbe essere meta di un turismo e di massa e di nicchia. Si pensi al castello di Andria, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco e a quello di Trani). Da menzionare inoltre Barletta, dichiarata città d'arte dalla Regione Puglia nel 2005, con il l Colosso e il Castello ospitante il Museo civico che costituisce con la vicina Concattedrale di Santa Maria Maggiore un polo storico-architettonico di rilevante importanza. Sempre in territorio barlettano è situato il sito archeologico di Canne della Battaglia, luogo in cui vi fu la disfatta dei Romani da parte del generale cartaginese Annibale. Il sito ospita oltre il rudere della cittadina medioevale anche il museo. Ad Andria da visitare, oltre il Castello, la Cattedrale di arte romanica e la chiesa di Sant'Agostino costruita dai Templari. Inoltre da vedere anche Palazzo Ducale e la Torre dell'Orologio, costruita durante il dominio Angioino. La città di Trani, "città del mare e del diritto con i suoi "Ordinamenta maris", oltre al Castello Federiciano, vanta il Porto Naturale e Turistico, la "Villa Comunale", raro esempio di giardino sul mare e soprattutto la sua Cattedrale. Piacevole è il comune di Bisceglie, località balneare nota per i suoi dolmen. Da visitare anche la Concattedrale di San Pietro apostolo. Infine la città di Canosa di Puglia, antico centro prima dauno, poi romano, ove sono situati numerosi reperti archeologici di rilievo e relativi a molte epoche, come il "Ponte sull'Ofanto", l'acropoli e i diversi ipogei di epoca pagana. Da non perdere anche la città di Margherita di Savoia che possiede delle famose Terme e le saline più grandi d'Europa. E, infine, nel territorio di San Ferdinando di Puglia da visitare il Museo Civico e a Trinitapoli, il sito degli Ipogei (Parco Archeologico degli Ipogei) ed il Museo Civico di Trinitapoli che contiene alcuni reperti della zona risalenti al II millennio a.C. (età del bronzo).
27
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Oltre al turismo balneare della fascia costiera, la provincia offre dunque un
ampio ventaglio di offerte ed opportunità che va dal turismo culturale-antropologico,
ricco di folklore, sagre e riti sacri, al turismo naturalistico (ospitalità nelle antiche
masserie e prodotti tipici locali di qualità), ma soprattutto al turismo museale grazie
alla presenza di istituti di antichità e musei statali (cfr. tabella 1) e ad altri sette musei
e/o istituti similari non statali censiti dall’Istat nel 2006 (cfr. tabella 2).
Nel 2008, i visitatori di istituti di antichità e d’arte statali ammontano a poco
meno di 230mila , che rappresentano più della metà dei visitatori di tutti gli istituti
statali presenti nella regione.
Tabella n. 1 - Visitatori dei Musei, Monumenti e Aree Archeologiche Statali nella Provincia BT. Anno 2008
Denominazione Comune Paganti Non Paganti
Totale
Castel del Monte ANDRIA 91.196 76.997 168.193
Castello Svevo TRANI 19.184 22.994 42.178
Palazzo Sinesi CANOSA - 9.744 9.744
Antiquarium Zona Arch. di Canne BARLETTA 4.242 4.858 9.100
Totale BAT 114.622 114.593 229.215
Fonte: Ufficio di statistica - Ministero per i beni e le attività culturali.
L’andamento dell’industria e dei servizi
La mancanza di dati a livello provinciale ci costringe ad allargare il discorso alla Regione. In Puglia, a livello settoriale, il peso maggiore viene detenuto dal settore terziario che, a livello regionale incide per il 48,6% sul totale delle unità presenti sul territorio.
28
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Tabella n. 2 - Numero di musei non statali per categoria prevalente dei beni e/o dellecollezioni conservati nella provincia BT - Anno 2006
DENOMINAZIONE COMUNE
Categoria prevalente dei beni e/o delle collezioni
Totale MuseiArte Archeologia Etnografia e
antropologiaMinervino Murge - 1 - 1
Canosa di Puglia - 1 - 1
Bisceglie - 1 1 2
Spinazzola 1 - - 1
Margherita di Savoia 1 - - 1
San Ferdinando di P. - - 1 1
Tot Bat 2 3 2 7
Fonte ISTAT
Tale incidenza nell’ultimo triennio ha mostrato segni di vivacità di circa l’1%
annuo d’incremento. Di contro il settore agricolo perde in incidenza percentuale circa
un punto all’anno. Le attività manifatturiere perdono in termini relativi, anche se in lieve
misura, passando dal 10,6% degli anni 2007-2008 al 9,1% del 2009.
In valori assoluti, che denotano la consistenza delle imprese e, quindi, anche
dell’occupazione, l’agricoltura in Puglia perde oltre 6 mila unità locali a fronte
dell’industria che ne guadagna circa 4 mila. Le attività manifatturiere subiscono una
flessione di circa 5 mila unità mentre il settore terziario passa da 179.588 unità del
2007 a 186.954 del 2009. L’industria in senso stretto fa registrare trend crescenti in
tutte le province con una maggiore vivacità nell’area di Bari .
Le attività manifatturiere registrano cali degne di nota, specialmente nelle
province di Bari e Lecce (rispettivamente -2.132 e -1.545). In tutte le altre province le
flessioni sono nell’ordine delle 4-500 unità.
Il settore terziario è quello che fa registrare, nel triennio osservato, incrementi
di unità locali in tutte le province; il primato lo detiene l’area di Bari con +3.159 unità
locali, seguita dalla provincia di Foggia (+1.573), province di Taranto, Brindisi e Lecce
(rispettivamente +940, +856 e +838).
29
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Rispetto alla consistenza del settore economico e produttivo della Regione, a
fine anno 2009 si registra la presenza di 384.924 unità locali rispetto alle 388.154 del
2008 ed alle 384.041 del 2007. Il trend è raffigurato nel grafico 1, nel quale si evidenzia
anche la tendenza per provincia.
Grafico n 1 - Consistenze delle UL, per province valori %. – Anni 2007, 2008, 2009
0%
20%
40%
60%
80%
100%
2007 2008 2009
2009 18,58 9,73 12,48 40,14 19,07
2008 18,57 9,69 12,56 40,27 18,91
2007 18,74 9,75 12,55 40,16 18,81
LECCE BRINDISI TARANTO BARI FOGGIA
Fonte: IPRES Puglia in cifre 2009
Nel 2009 il numero complessivo delle unità locali nella Puglia si attesta
all’incirca sui valori del 2007 e ciò, probabilmente, assume il significato di un
riallineamento ai valori del trend storico, considerati gli sconvolgimenti che il 2008 ha
apportato nell’economia regionale, quale ripercussione della crisi mondiale.
La distribuzione provinciale delle unità locali nel 2009 conferma quella del 2007:
la provincia di Bari “contiene” il 40,1% (154.519, nel 2007 154.220); seguono le
province di Foggia con 73.395 (19,1%; erano 72.220 nel 2007) e Lecce con 71.505 a
fronte di 71.958 registrate nel 2007. Non abbiamo dati sulla Provincia di B.A.T.
Nel 2010 l’economia della Regione si è caratterizzata per un’iniziale caduta della
produzione e da una successiva ripresa: secondo un’indagine di Banca d’Italia presso le
imprese con almeno 20 addetti, condotta nei mesi di settembre e ottobre, il 36% delle
30
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aziende ha riportato una flessione del fatturato, flessione che ha colpito in maniera
particolare il settore metalmeccanico. Sempre nello scorso anno circa un terzo delle
imprese industriali ha realizzato minori investimenti di quelli previsti,
ridimensionamento su cui ha pesato principalmente il calo inatteso della domanda, i
fattori finanziari e l’incertezza sulle prospettive economiche future.
Tutela delle acque e risparmio idrico
La legge 36/94 “Disposizioni in materia di risorse idriche” ha introdotto in Italia
un sistema di regolazione del Servizio Idrico Integrato (SII) che ha previsto la definizione
di Ambiti Territoriali Ottimali (ATO) in cui gestire efficacemente, con apposito Piano
d’Ambito, la risorsa idrica, evitando frammentazioni gestionali.
Nel gennaio 2002, il Ministero delle Finanze e dell’Economia, con legge
28.12.2001, n.448, ha trasferito le azioni AQP alle Regioni Puglia e Basilicata nella
misura, rispettivamente, dell’87% e 13% in relazione alla popolazione residente.
Successivamente, il 30 novembre 2002, la Regione Puglia ha stipulato con l’AQP una
convenzione per l’affidamento della gestione del Servizio Idrico Integrato dell’Ambito
Territoriale Ottimale Puglia che comprende l’intero territorio pugliese2.
La Società provvede alla gestione del ciclo integrato dell’acqua ed in particolare
alla captazione, potabilizzazione, trasporto di acqua (trasferimento, sollevamento e
adduzione), distribuzione di acqua ad usi civili, collettamento e depurazione delle
acque reflue. Dai dati relativi all’anno 2008 (cfr. grafico 2)si evince che su un totale di
oltre 246 milioni di metri cubi d’acqua forniti nel 2008, la provincia di Bari ne assorbe
circa un terzo. Una più equa distribuzione si registra per le province di Lecce, Foggia e
Taranto (con proporzioni che flettono tra il 16 ed il 18% del totale); invece, il minor
consumo idrico da acquedotto si segna nel brindisino e nei comuni della BAT (poco
meno del 10% per entrambe le aree).
2 A seguito della legge 36/94 – nota come “legge Galli” – che reca disposizioni in materia di risorse idriche, la gestione del Servizio idrico integrato (acquedotto, fognatura, depurazione) viene collegata, oltre alla individuazione di Ambiti territoriali ottimali, anche alla istituzione delle relative “autorità d’ambito”.
31
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Grafico n. 2 - Consumo idrico per provinciaAnno 2008 (valori %)
Fonte: IPRES Puglia in cifre 2009
In Puglia più che altrove assume particolare rilevanza una gestione del servizio
idrico improntato a criteri di efficienza ed economicità: nella regione, infatti,
l’approvvigionamento idrico rappresenta da sempre un problema di notevoli
proporzioni
A determinare tali difficoltà in Puglia, non è soltanto il fattore climatico,
caratterizzato da scarse precipitazioni, ma anche le carenze dell’infrastruttura e le
disfunzioni nella rete idrica dell’acquedotto pugliese.
La carenza delle disponibilità idriche particolarmente rilevante per alcune aree
del territorio regionale e le difficoltà di rispettare i limiti imposti dalla normativa
sarebbero da imputare all’altissima percentuale di perdite fisiche sul totale dell’acqua
immessa (circa il 50%). Notevoli, dunque le disfunzioni di un’opera considerata una
delle più imponenti opere di ingegneria idraulica sia per estensione che per capacità.
Diverse le strategie prospettate dalle autorità territoriali per far fronte a tale
emergenza: in primo luogo soluzioni di tipo “strutturale” che vanno dalla
ristrutturazione della rete idrica all’apertura di nuovi pozzi.
32
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Tabella n. 6 - Alcuni indicatori ambientali per capoluogo di provincia .Anno 2009
Indicatore Capoluoghi provinciali Media Italia
Foggia Bari Taranto Brindisi LecceDispersione della rete idrica: Differenza percentuale tra l’acqua immessa e quella consumata per usi civili, industriali ed agricoli
35 54 35 36 44 19.0
Fonte: IPRES Puglia in cifre 2009
Si potrebbe anche agire sul fronte del diverso utilizzo dell’acqua che
implicherebbe il riutilizzo delle acque reflue urbane, opportunamente depurate, per
uso irriguo: il settore agricolo svolge, infatti, un ruolo preponderante negli usi idrici pari
a circa il 70%.
Si è calcolato che in tal modo non solo sarebbe possibile coprire il 30-40%
delle attuali necessità ma si creerebbero anche i presupposti per la creazione di una
efficiente rete di impianti di depurazione (attualmente estremamente carente), con
conseguente riduzione dell’inquinamento del suolo e del sottosuolo ed una maggiore
disponibilità di acque per uso potabile.
Per quanto attiene il servizio di “fognatura” o “allontanamento” si fa
riferimento alla raccolta dei liquami mediante rete fognante. Anche in tal caso il
maggior peso demografico della provincia di Bari la fa rappresentare con la maggiore
incidenza sul totale (34,9%); seguono, come sopra, le altre province fatta eccezione per
i comuni della BAT che staccano di circa un punto e mezzo i 20 comuni della provincia
di Brindisi (cfr. grafico 3)
La tendenza si ripete anche per quanto concerne il servizio di “depurazione”
legato al trattamento che permette di eliminare totalmente o parzialmente dalle acque
di rifiuto le sostanze inquinanti. Divergenze di un certo rilievo si registrano osservando
il dato complessivo procapite provinciale (cfr. grafico 4).
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Grafico n. 3 - Raccolta dei liquami per provincia.Anno 2008 (valori %)
Fonte: IPRES Puglia in cifre 2009
Grafico n. 4 – Depurazione per provincia. Anno 2008 (valori %)
Fonte: IPRES Puglia in cifre 2009
Il consumo di acqua per abitante nel 2008 ha visto il primato dell’area di
Taranto con 67,89 metri cubi per abitante. Seguono le province di Foggia e della BAT
rispettivamente con consumi medi individuali pari 61,79 e 60,44 mc.
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Sotto questo punto di vista le province più virtuose sono Brindisi e Lecce con
livelli pari a 59,66 e 55,70 metri cubi pro-abitante
Gestione dei rifiuti e delle bonifiche
Tema centrale delle politiche regionali è da tempo il problema della gestione
dei rifiuti. Gli interventi varati mirano in particolare al contenimento sia della quantità
sia della pericolosità dei rifiuti, all’incremento della raccolta differenziata e alla
promozione dell’economia del riuso e del riciclo.
La strada intrapresa esclude, in prospettiva, il sistema delle discariche, da
sostituire con impianti di compostaggio, di selezione e biostabilizzazione, di
valorizzazione della frazione secca da RD, di produzione di CDR. Nel 2009 è stato varato
un aggiornamento al Programma regionale per la tutela dell’Ambiente che prevede una
pluralità di linee d’intervento, finalizzate in particolare alla tutela aree naturali
protette, alla pulizia delle aree costiere, alla tutela della qualità dei suoli e bonifica dei
siti inquinati, allo sviluppo dell’attività di monitoraggio e controllo ambientale.
La regolamentazione della gestione dei rifiuti solidi urbani prevede una
suddivisione del territorio regionale in Ato (Ambiti territoriali ottimali). Si tratta in
particolare di 15 aree che consentono più adeguate dimensioni gestionali, definite
sulla base di parametri fisici, demografici e tecnici. I rifiuti raccolti in modo differenziato
sono avviati a recupero di materia, mentre i rifiuti indifferenziati, residuali dalle
operazioni di raccolta differenziata sono avviati a smaltimento negli impianti di bacino.
I rifiuti raccolti in modo differenziato sono avviati a recupero di materia,
mentre i rifiuti indifferenziati, residuali dalle operazioni di raccolta differenziata, sono
avviati a smaltimento negli impianti di bacino. La raccolta dei dati relativi alla quantità
di rifiuti raccolti in modo differenziato e a quella residuale avviene telematicamente,
sulla base delle informazioni fornite dai singoli comuni pugliesi con cadenza mensile
come disposto dalla L.R. 25/2007.
35
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Figura n. 1 - Distribuzione delle ATO regionali
Fonte: Ato Puglia
La Regione, inoltre, cura e coordina gli interventi di bonifica e messa in
sicurezza dei siti inquinati che presentano livelli di contaminazione pericolosa per la
salute pubblica e per l’ambiente, regolamentando le diverse funzioni attribuite agli enti
coinvolti (Province, Comuni e Agenzia regionale per la protezione ambientale),
mettendo a loro disposizione soprattutto strumenti, metodi e risorse.
Nel 2010, la provincia di BAT ha realizzato in media il 15,8% di raccolta
differenziata, valore di poco superiore alla media regionale (15,2%), ma di gran lunga
inferiore dall’obiettivo europeo per il 2012.
In particolare il comune della provincia con la percentuale più alta di raccolta
differenziata è Bisceglie con il 21%, segue Trinitanapoli, Barletta e Trani %. I dati relativi
alla città di Andria testimoniano un calo rispetto ai precedenti mesi dell’anno e si
fermano al 14%. Minervino, nell’ATO B4 è il comune della provincia di BAT, ad aver
riportato il valore più basso, circa il 2,3%. Situazione un po’ meno critica per i comuni
ex territorio foggiano, come Margherita di Savoia con il 5,3%; a seguire San Ferdinando
di Puglia con il 11% .
36
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2. PARTE SECONDA: STRATEGIE E AZIONI OPERATIVE
I fenomeni esaminati, relativi a settori o segmenti di settori economici diversi,
non sono riconducibili a denominatori comuni, da cui trarre indicazioni in termini di
fabbisogni formativi.
E’ opportuno, pertanto, piuttosto che fornire priorità di natura settoriale,
lasciare ai soggetti che presenteranno i progetti la rappresentazione delle urgenze e
delle necessità del sistema produttivo locale.
Ci limitiamo a segnalare, come priorità trasversale, le donne, gli over 45 e i
soggetti con basso titolo di studio.
1.- Moduli formativi di aggiornamento specializzazione perfezionamento
Obiettivo
Aggiornare specializzare perfezionare la professionalità del personale (dell’industria
e dei servizi, dei beni e delle attività culturali e ambientali, della tutela delle acque e
risparmio idrico, della gestione dei rifiuti e delle bonifiche) in particolari aree di
competenze
Struttura n. edizioni e parametro finanziario
Gli interventi formativi avranno in generale una durata massima di 150 ore (€ 15 x
h/all.) e coinvolgeranno complessivamente 45 lavoratori (3 corsi per massimo 15
frequentanti cadauno).
Potenziali beneficiari
Possono partecipare agli avvisi pubblici emanati dalla amministrazione Provinciale
di BAT
a) organismi di formazione accreditati, operanti nell’ambito provinciale, per
dipendenti di aziende aventi sede di lavoro o unità produttive nel territorio
provinciale BAT
b) aziende aventi sede di lavoro o unità produttive nel territorio provinciale per i
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propri dipendenti
Potenziali destinatari
Lavoratori occupati nei settori industria e servizi, beni culturali e ambientali, tutela
delle acque e risparmio idrico, gestione dei rifiuti e delle bonifiche.
Premialità nella valutazione dei progetti
-In sede di valutazione dei progetti si terrà conto della presenza tra i destinatari
dell’azione formativa di donne, over 45 e soggetti con basso titolo di studio
-Gli organismi accreditati dovranno accludere al progetto la richiesta da parte della
azienda di progettare e realizzare un intervento per il personale alle proprie
dipendenze, specificandone numero e qualifica.
3. PARTE TERZA: INDICATORI DI REALIZZAZIONE E DI RISULTATO
3.1.- INDICATORI PROVINCIALI
3.1.1.- Indicatori di realizzazione
AZIONI A FAVORE DEI DESTINATARI INDICATORI
1 Moduli formativi di aggiornamento specializzazione perfezionamento
N. di progetti (approvati, avviati, conclusi) per tipologia di interventoN. di destinatari (approvati, avviati, conclusi) per tipologia d’intervento e per caratteristiche principali (degli avviati)
3.1.2. – Indicatori di risultato
AZIONI A FAVORE DEI DESTINATARI
Dato di part. Dato atteso
Fonte
1 Moduli formativi di aggiornamento specializzazione perfezionamento
Certificazione conseguita dal 90% degli allievi iscritti
Sistema regionale di monitoraggio
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3.2.- INDICATORI REGIONALI (P.O.R.)
3.2.1.- Indicatori di realizzazione
Obiettivo specifico: b) INDICATORI
Favorire l’innovazione e la produttività attraverso una migliore qualità del lavoro
N. di progetti (approvati, avviati, conclusi) per tipologia di intervento N. di destinatari (approvati, avviati, conclusi) per tipologia d’intervento e per caratteristiche principali (avviati)
3.2.2. – Indicatori di risultato
Denominazione Dato di partenza Target FonteObiettivo specifico a): Sviluppare sistemi di formazione continua e sostenere la adattabilità dei lavoratori
Tasso di copertura dei destinatari degli interventi di formazione continua cofinanziati, rispetto al totale degli occupati (media annua) declinato per genere .
0,3 0,4%Monitweb e ISTAT, rilevazione continua delle forze di lavoro
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Attività
INTERVENTI DI RIQUALIFICAZIONE DELLE COMPETENZE NEL
SETTORE TURISTICO IN PARTICOLAREAL FINE DI MIGLIORARE IL
POSIZIONAMENTO STRATEGICO DELL’OFFERTA PUGLIESE SUI
MERCATI NAZIONALI E INTERNAZIONALI, ATTRAVERSO IL
MIGLIORAMENTO DELLE FUNZIONI DI PROMOZIONE, DI
ACCOGLIENZA E DI OSPITALITA’, ECC….
Obiettivo
specifico:
B)
FAVORIRE L’INNOVAZIONE E LA PRODUTTIVITA’ ATTRAVERSO
UNA MIGLIORE QUALITA’ DEL LAVORO
Obiettivo
operativo
ACCOMPAGNARE I PROCESSI DI INNOVAZIONE E ADATTABILITA’
DELL’ORGANIZZAZIONE DE LAVORO E DEI SISTEMI PRODUTTIVI
PER ACCRESCERE LA COMPETITIVITA’ DEL SISTEMA ECONOMICO
IN UN’OTTICA DI COESIONE SOCIALE E QUALITA’ DELLO
SVILUPPO
Categoria di
spesa:
2
SVILUPPO DI SISTEMI E STRATEGIE DI APPRENDIMENTO
PERMANENTE NELLE IMPRESE: FORMAZIONE E SERVIZI PER I
LAVORATORI PER MIGLIORARE LA LORO ADATTABILITA AI
CAMBIAMENTI PROMOZIONE DELL’IMPRENDITORIALITA’ E
DELL’INNOVAZIONE
40
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1. PARTE PRIMA: ANALISI DEI FENOMENI
La situazione regionale del turismo
La Puglia continua ad esercitare un grande fascino sui viaggiatori italiani e
stranieri. Poiché questo accade ormai da diversi anni, è legittimo pensare che non si
tratti di un’attrazione episodica. I risultati fin qui raggiunti sono da considerare
addirittura più che buoni, se si considera che il contesto di crisi economica che ha
colpito le principali potenze economiche mondiali incide negativamente sui consumi
delle famiglie e, naturalmente, anche sulla spesa per le vacanze.
Nel 2009 (cfr. grafico 1) gli arrivi turistici nella regione sono aumentati rispetto
l’anno precedente a conferma del buon andamento di crescita nel settore che portano
l’incremento rispetto al numero degli arrivi rilevati per l’annualità 2003 a trenta punti
percentuale.
Il confronto dei dati disponibili per il biennio 2009/2008 evidenziano un
aumento degli arrivi di turisti italiani di circa 70 mila individui (+3%) a fronte di una
leggera flessione nel numero di turisti stranieri di circa 5 mila unità (-1%).
Grafico n. 1
Fonte: Istat
41
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Gli ultimi dati diffusi dalla Banca d’Italia sul turismo internazionale mostrano
però una inversione di tendenza, evidenziando come nei primi sette mesi del 2010 gli
arrivi di turisti stranieri in regione siano in crescita.
Per quanto riguarda l’offerta, la regione pugliese dispone di un consistente
numero di posti letto disponibili sul territorio, posizionandosi così, con circa 230 mila
posti disponibili, tra le prime posizioni nella classifica delle regioni italiane (cfr. tabella
1).
Entrando nel dettaglio della tipologia di esercizio ricettivo, l’offerta sul territorio
si caratterizza per l’alto numero di posti disponibili in campeggi e villaggi (circa 103
mila, il 45% dell’offerta ricettiva regionale totale) seguita dalle strutture alberghiere e
con una quota considerevolmente più contenuta dagli agriturismi e bed&breakfast e
dagli altri esercizi extralberghieri (cfr. grafico 2)
Grafico n. 2
Fonte:Istat
Per una più completa comprensione dei fenomeni turistici e delle dinamiche
che interessano il territorio pugliese, riportiamo alcuni indicatori, evidenziando così il
rapporto che si genera tra la popolazione residente, il turista insediato, gli arrivi, le
presenze nelle località turistiche e la superficie territoriale di riferimento.
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Tabella n. 1 - Numero di posti letto per tipologia di struttura ricettiva Anno 2009
Strutture
alberghiere
Campeggi
e villaggi
Agriturismo
e B&B
Altri
extralberghieriTotali
Veneto 212.539 222.052 21.647 239.177 695.415
Toscana 192.757 180.266 52.937 83.775 509.735
Emilia-Romagna 296.292 86.994 13.432 37.445 434.163
Lombardia 198.582 88.992 12.371 34.231 334.176
Lazio 161.839 77.207 21.601 32.321 292.968
Puglia 85.662 102.972 20.108 21.185 229.927
Prov. Bolzano 151.261 12.455 21.135 34.065 218.916
Sardegna 101.823 63.582 15.456 18.181 199.042
Campania 114.405 62.839 10.569 10.421 198.234
Calabria 99.134 82.595 10.706 5.348 197.783
Sicilia 119.365 34.516 18.211 15.327 187.419
Piemonte 84.855 50.264 13.743 32.445 181.307
Prov. Trento 94.426 40.750 4.063 25.690 164.929
Liguria 73.989 59.994 8.310 20.049 162.342
Friuli-Venezia
Giulia 41.324 31.592 5.140 78.556 156.612
Marche 67.039 43.588 9.979 17.638 138.244
Abruzzo 50.917 42.774 8.115 5.857 107.663
Umbria 29.313 12.851 24.435 20.195 86.794
Valle d'Aosta 23.567 15.519 957 13.478 53.521
Basilicata 22.447 10.296 3.806 2.021 38.570
Molise 6.296 2.285 945 1.396 10.922
Fonte: Elaborazione Ont su dati Istat
Il primo indicatore è il tasso di turisticità3, che misura il livello di affollamento
turistico indicando il numero di turisti presenti ogni 100.000 abitanti. Tale parametro
quindi misura la capacità di un territorio di sopportare il carico turistico e si esprime
3 La sua formula è: Tasso di turisticità = ((presenze/giorni)/popolazione)*1.000 43
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attraverso il rapporto tra la popolazione residente e le presenze turistiche.
Nel panorama nazionale la regione Puglia si colloca al 17° posto, preceduta da
tutte le altre regioni meridionali ad esclusione della Sicilia. La pressione esercitata sui
residenti è senza dubbio molto bassa, e quindi, essendo il turismo una realtà ben
consolidata nella regione e non una situazione estemporanea, il disagio per la
popolazione è da considerarsi molto basso.
L’indice di utilizzazione4, invece, è una misura che rappresenta la probabilità che
ha il generico letto di una struttura di essere occupato da un cliente durante il periodo
considerato5. Se tale indice fosse uguale a 50 significherebbe che il letto è utilizzato per la
metà della sue potenzialità.
I posti letto delle strutture turistiche in Puglia hanno un indice di utilizzazione
lorda pari a circa 25, oltre 5 punti in meno della media nazionale. Quindi, nella regione, i
posti letto sono occupati solo per un quarto delle proprie potenzialità.
Analoghe considerazioni se osserviamo l’indice di utilizzazione al netto dei giorni
di chiusura degli esercizi ricettivi. Come è possibile immaginare aumenta l’utilizzazione
dei posti letto raggiungendo valori prossimi a 30. Si allarga tuttavia il ritardo rispetto alla
media nazionale, che si attesta, considerando l’indice netto, a quasi 9 punti.
Il basso utilizzo nella regione Puglia dei posti letto delle strutture alberghiere
rispetto al dato nazionale indica l’esistenza di margini di ulteriore sfruttamento della
capacità esistente, che potrebbe trovare un ostacolo nella ancora elevata stagionalità dei
flussi turistici in regione, legata alla vocazione balneare di molte mete turistiche.
Per questo se si vuole allungare la stagione turistica, si deve anche valorizzare le
aree non costiere.
La situazione provinciale del turismo
Gli ultimi dati disponibili a livello provinciale e comunale, evidenziano come nel
2008 la provincia BAT ha attratto, con circa 115 mila arrivi turistici, solamente il 4% degli
arrivi complessivi annuali registrato nella totalità delle province pugliesi (cfr. tabella 3) . 4 E’ il rapporto tra le presenze e le sue potenzialità massime teoriche che si ottengono moltiplicando i letti per i giorni del periodo considerato (anno, mese). Si definisce utilizzo lordo quando il numero dei letti viene moltiplicato per i giorni del periodo considerato (365 nel caso annuo), mentre si parla di utilizzo netto quando il numero dei letti viene moltiplicato per il numero di giornate di apertura dichiarate dal conduttore dell’esercizio. La sua formula è: Indice di utilizzazione lorda = (presenze/(posti letto*giorni))*100
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In termini relativi, in provincia, c’è una incidenza maggiore della componente
straniera, corrispondente al 18% del totale degli arrivi a fronte di una media regionale del
14%. Anche in termini di presenze turistiche sul territorio, la provincia di BAT registra
valori decisamente più contenuti in termini assoluti con circa 240 mila presenze, pari a
solo il 2 per cento del complessivo regionale, che si attesta a oltre 12 milioni di presenze
(cfr. tabella n. 2).
Per quanto riguarda la tipologia degli esercizi ricettivi, la presenza di turisti nella
provincia si orienta preferibilmente verso strutture di tipo alberghiero, che attraggono il
95 per cento degli arrivi ed il 90 per cento delle presenze complessive Resta
particolarmente basso l’utilizzo di strutture extralberghiere, vale a dire esercizi
complementari che comprendono campeggi, villaggi turistici, agriturismo, alloggi in affitto
e B&B, utilizzate da meno di 6 mila persone e prevalentemente di provenienza nazionale
(cfr. grafico 3).
A livello comunale sono i comuni di Bisceglie, Barletta e Trani ad attrarre il maggior
numero di turisti che scelgono di trascorrere la permanenza nella provincia in strutture
alberghiere (cfr tabella 3), mentre, per i pochi restanti che scelgono strutture
extralberghiere i comuni che annoverano il maggior numero di turisti sono Margherita di
Savoia e Trani (cfr. tabella 4).
Le tabelle 3 e 4 non ci danno solo indicazioni di natura quantitativa sul flusso turistico
comunale, ma ci danno anche indicazioni sulla tipologia di turismo prevalente della BAT: ci
offrono l’immagine di un turismo prevalentemente marino e quindi legato alle vacanze
estive. I primi quattro comuni per numero di turisti sono infatti località balneari.
Al fine di stimare le potenzialità ricettive della provincia riportiamo nel grafico 4 la
consistenza degli esercizi alberghieri, degli esercizi complementari (campeggi, villaggi
turistici, alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale, alloggi agro-turistici, ostelli per
la gioventù, case per ferie, rifugi alpini, altri esercizi ricettivi) e Bed and breakfast
presenti a livello comunale.
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Tabella n. 2 - Movimento turistico italiani e stranieri per provincia e macrotipologia (arrivi e presenze per esercizi alberghieri ed extralberghieri). Anno 2008 (valori assoluti e %)
ITALIANI STRANIERI TOTALE
Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze
Foggia 892.854 3.834.440 121.825 619.766 1.014.679 4.454.206
BAT 94.897 192.709 20.568 47.900 115.465 240.609
Bari 436.726 1.031.874 115.589 293.202 552.315 1.325.076
Taranto 210.298 820.261 26.556 130.363 236.854 950.624
Brindisi 231.142 1.171.435 46.340 198.295 277.482 1.369.730
Lecce 633.128 3.418.912 92.322 424.219 725.450 3.843.131
PUGLIA 2.499.045 10.469.631 423.200 1.713.745 2.922.245 12.183.376
Foggia 35,7 36,6 28,8 36,2 34,7 36,6
BAT 3,8 1,8 4,9 2,8 4,0 2,0
Bari 17,5 9,9 27,3 17,1 18,9 10,9
Taranto 8,4 7,8 6,3 7,6 8,1 7,8
Brindisi 9,2 11,2 10,9 11,6 9,5 11,2
Lecce 25,3 32,7 21,8 24,8 24,8 31,5
PUGLIA 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
Fonte: elaborazioni IPRESS su dati ISTAT
Grafico n. 3
Fonte: elaborazioni IPRESS su dati ISTAT
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Tabella n. 3 - Arrivi e presenze dei clienti italiani e stranieri negli esercizi alberghieri dei comuni della Provincia di B.A.T. - Anno 2008
Italiani Stranieri Totale
Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze
Provincia di BAT 89.762 169.841 19.823 46.176 109.585 216.017
Andria 12.758 23.816 2.166 5.072 14.924 28.888
Barletta 22.582 36.423 5.379 13.120 27.961 49.543
Bisceglie 22.055 43.089 5.282 14.958 27.337 58.047
Canosa di Puglia 7.036 10.285 613 1.335 7.649 11.620
Margherita di Savoia 4.313 21.599 337 979 4.650 22.578
Minervino Murge – – – – – –
San Ferdinando di
Puglia 113 234 10 19 123 253
Spinazzola – – – – – –
Trani 20.273 32.397 5.937 10.384 26.210 42.781
Trinitapoli 632 1.998 99 309 731 2.307
Fonte: Istat
Tabella n. 4 - Arrivi e presenze dei clienti italiani e stranieri negli esercizi extralberghieri dei comuni della Provincia di B.A.T. - Anno 2008
Italiani Stranieri Totale
Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze
Provincia di BAT 5.135 22.868 745 1.724 5.880 24.592
Andria 218 295 36 80 254 375
Barletta 816 1.958 146 354 962 2.312
Bisceglie 357 1.042 54 194 411 1.236
Margherita di Savoia 1.389 14.451 22 100 1.411 14.551
Trani 1.477 4.081 455 919 1.932 5.000
Trinitapoli 878 1.041 32 77 910 1.118
Fonte: Istat
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Grafico n. 4. - Ricettività alberghiera ed extra alberghiera nei comuni della Provincia di B.A.T. - Anno 2007
0
100
200
300
400
500
600
Alberghi n. 5 0 7 6 5 6 5 2 1
Alberghi letti 165 0 315 392 337 308 362 38 48
Eserc. Extra alber. 2 1 45 15 6 18 16 0 3
letti 33 10 323 255 53 157 558 0 64
Canosa di
Puglia
Minervino
MurgeTrani
Bisceglie
Barletta Andria
Margherita di
S.
San Ferdinando
Trinitapoli
Fonte: Istat
Le politiche per il turismo nella Provincia
Puntando sulla base della forte identità culturale del territorio e delle sue
molteplici potenzialità, ha preso avvio da alcuni anni il processo di costruzione del
Sistema Turistico Locale Puglia Imperiale, finalizzato all’elaborazione del Progetto di
sviluppo turistico che si basa sulle finalità previste dall’art 5 della Legge quadro sul
turismo n.135/016:
Ruolo centrale per la promozione del territorio è affidato all’Agenzia Puglia
Imperiale Turismo (APIT). L’Agenzia, quale soggetto attivo di riferimento per i Comuni del
Patto Territoriale, svolge un ruolo di Authority per la promozione del Sistema Turistico
Locale.
Nata dal Patto Territoriale per l’Occupazione nord barese-ofantino, nell’ambito di
6 1) sostenere attività e processi di aggregazione e di integrazione tra le imprese turistiche, anche in forma cooperativa, consortile e di affiliazione; 2) attuare interventi intersettoriali ed infrastrutturali necessari alla qualificazione dell'offerta turistica e alla riqualificazione urbana e territoriale delle località ad alta intensità di insediamenti turistico - ricettivi; 3) sostenere l'innovazione tecnologica degli uffici di informazione e di accoglienza ai turisti, con particolare riguardo alla promozione degli standard dei servizi al turista; 4) sostenere la riqualificazione delle imprese turistiche, con priorità per gli adeguamenti dovuti a normative di sicurezza, per la classificazione e la standardizzazione dei servizi turistici, con particolare riferimento allo sviluppo di marchi di qualità, di certificazione ecologica e di qualità, e di club di prodotto, nonché alla tutela dell'immagine del prodotto turistico locale; 5) promuovere il marketing telematico dei prodotti turistici tipici, per l'ottimizzazione della relativa commercializzazione in Italia e all'estero.
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un Programma pilota di azioni di sistema locali e nazionali (finanziato dal CIPE nel 2002),
l’APIT si propone di sperimentare modelli innovativi di governance del turismo e delle
funzioni ospitali del territorio, realizzando attività di promozione e pubblicizzazione del
territorio.
Grande importanza rivestono anche gli accordi stipulati in questi anni dalle
associazioni di categoria per valorizzare, sviluppare e promuovere il ricco patrimonio
culturale ed artistico della nuova Provincia.
A febbraio 2008 è stato sottoscritto il Protocollo d’intesa per costituzione del Distretto
Produttivo Turistico Federiciano "Sistema Locale Turistico". I Distretti Produttivi sono stati
istituiti con la legge della Regione Puglia n° 23 del 3 Agosto 2007 relativa a "Promozione e
riconoscimento dei distretti produttivi" e nascono dalla necessità di porre in essere nuove
strategie intersettoriali, unitamente a quelle previste dalla Regione Puglia con la
Programmazione Territoriale e Strategica 2007-2013 e con il Piano di Sviluppo Locale e
Rurale, con i Progetti Integrati territoriali (PIT) e con i Progetti Integrati Settoriali (PIS), per
superare le difficoltà economiche e di posizionamento sui mercati nazionali e
internazionali.
Altra tappa importante è stata la firma, nel luglio 2010, del Protocollo d'intesa sul
turismo della sesta Provincia Barletta-Andria-Trani, sottoscritto dalle associazioni
promotrici (Confesercenti Bat, ConfApi Bat, Confcommercio e Confcooperative).
L'obiettivo del protocollo è quello di promuovere progetti e programmi finalizzati
alla valorizzazione dell'offerta turistica nel territorio della BAT, sia promuovendo progetti
di qualificazione ambientale per le strutture ricettive e turistiche, sia attraverso la
promozione di quelle di servizio (commerciali, artigianali) e della produzione
agroalimentare tipica di questo territorio.
E’ importante tenere presente che il comparto agroalimentare e quello ambientale
rappresentano per la Sesta Provincia (BAT) uno dei principali punti di forza in virtù delle
eccellenze del territorio, della tipicizzazione delle produzioni e dell’alta specializzazione e
vocazione di alcune produzioni.
L'attività di promozione e di qualificazione dell'offerta turistica si inserisce appieno
nella Programmazione regionale in corso e alla luce del Regolamento n. 4/09 emanato
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dalla Regione Puglia in materia di sistemi turistici locali, che definisce le modalità di
costituzione e di riconoscimento dei Sistemi turistici locali.
Altri obiettivi del Protocollo d'intesa:
-costituire un tavolo permanente sulla filiera del turismo in base al regolamento n. 4/09,
-promuovere un marchio di accoglienza turistica che favorisca l'immagine delle imprese
e del territorio,
-promuovere progetti che aumentino la domanda di turisti nel territorio,
-promuovere servizi tradizionali ed innovativi alle imprese di settore.
2. PARTE SECONDA: STRATEGIE E AZIONI OPERATIVE
L’analisi dei dati e delle direttrici politiche ci porta a queste evidenze:
- la provincia ha risorse turistiche marine e dell’entroterra di grande valore,ma
soprattutto quest’ultime non sufficientemente sfruttate
- ha un flusso di turisti ancora troppo basso, riuscendo appena ad intercettare il 4% del
volume dei turisti di tutta la Puglia
-come per le altre Province il turismo della BAT, connotandosi prevalentemente come
marino, è troppo dipendente dalla stagione estiva.
Di qui la necessità di azioni di promozione ma anche di una valorizzazione
“integrata” ,da una parte di tutte le risorse ambientali, culturali, agroalimentari
dell’entroterra, dall’altra del sistema ricettivo, soprattutto dell’entroterra.
E’ questa la traiettoria in cui si muove la politica turistica della Provincia.
L’azione prevista in questo Piano supporta questo disegno strategico offrendo
l’opportunità di aggiornare e specializzare il proprio patrimonio di competenze a quanti
lavorano nel sistema turistico della Provincia.
1.- Moduli formativi di aggiornamento specializzazione perfezionamento
Obiettivo
Aggiornare specializzare perfezionare la professionalità del management e del
personale impegnato nella promozione, ricettività e pianificazione del comparto
turistico.
50
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Struttura n. edizioni e parametro finanziario
Gli interventi formativi avranno in generale una durata massima di 150 ore (€ 15 x
h/all.) e coinvolgeranno complessivamente 45 lavoratori (3 corsi per massimo 15
frequentanti cadauno).
I moduli privilegiatamente riguarderanno:
a) per il management: la pianificazione territoriale del turismo e degli eventi culturali, il
turismo congressuale, la commercializzazione e gestione di prodotti turistici anche con
l'ausilio delle nuove tecnologie multimediali, il turismo agricolo
b) per gli altri operatori: tutte le funzioni di ricettività.
Potenziali beneficiari
Possono partecipare agli avvisi pubblici emanati dalla amministrazione Provinciale di
BAT
a) organismi di formazione accreditati, operanti nell’ambito provinciale, per dipendenti
di aziende del sistema turistico aventi sede di lavoro o unità produttive nel territorio
provinciale
b) aziende del sistema turistico aventi sede di lavoro o unità produttive nel territorio
provinciale per i propri dipendenti
Potenziali destinatari
Lavoratori occupati nel sistema turistico
Premialità nella valutazione dei progetti
Gli organismi accreditati dovranno accludere al progetto la richiesta da parte della
azienda di progettare e realizzare un intervento per il personale alle proprie
dipendenze, specificandone numero e funzioni.
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2.- Moduli formativi di acquisizione specializzazione perfezionamento di abilità in lingue straniere
Obiettivo
Acquisire o specializzare o perfezionare le abilità linguistiche del management e del
personale del comparto turistico nelle lingue maggiormente parlate (inglese, francese,
tedesco)
Struttura n. edizioni e parametro finanziario
I moduli formativi avranno in generale una durata massima di 150 ore (€ 15 x h/all.) e
coinvolgeranno complessivamente 45 lavoratori (3 corsi per massimo 15 frequentanti
cadauno).
Potenziali beneficiari
Possono partecipare agli avvisi pubblici emanati dalla amministrazione Provinciale di
Bari
a) organismi di formazione accreditati, operanti nell’ambito provinciale, per dipendenti
di aziende del comparto turistico aventi sede di lavoro o unità produttive nel territorio
provinciale
b) aziende del comparto turistico aventi sede di lavoro o unità produttive nel territorio
provinciale per i propri dipendenti
Potenziali destinatari
Lavoratori occupati nel comparto turistico
Premialità nella valutazione dei progetti
Gli organismi accreditati dovranno accludere al progetto la richiesta da parte della
azienda di progettare e realizzare un intervento per il personale alle proprie
dipendenze, specificandone numero e funzioni.
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3. PARTE TERZA: INDICATORI DI REALIZZAZIONE E DI RISULTATO
3.1.- INDICATORI PROVINCIALI
3.1.1.- Indicatori di realizzazione
AZIONI A FAVORE DEI DESTINATARI INDICATORI
1 Moduli formativi di aggiornamento specializzazione perfezionamento
N. di progetti (approvati, avviati, conclusi) per tipologia di interventoN. di destinatari (approvati, avviati, conclusi) per tipologia d’intervento e per caratteristiche principali (degli avviati)
2Moduli formativi di acquisizione specializzazione perfezionamento di abilità in lingue straniere
3.1.2. – Indicatori di risultato
AZIONI A FAVORE DEI DESTINATARI Dato di part. Dato atteso Fonte
1Interventi di formazione e di accompagnamento al lavoro
Certificazione conseguita dall’80% degli allievi iscritti
Sistema regionale di monitoraggio 2 Tirocini
professionalizzanti90 % tirocini
conclusi.30% tirocinanti
assunti
3.2.- INDICATORI REGIONALI (P.O.R.)
3.2.1.- Indicatori di realizzazione
Obiettivo specifico: b) INDICATORI
Favorire l’innovazione e la produttività attraverso una migliore qualità del lavoro
N. di progetti, di richieste di tirocini (approvati, avviati, conclusi) per tipologia di intervento.N. di destinatari (approvati, avviati, conclusi) per tipologia d’intervento e per caratteristiche principali (avviati).
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3.2.2. – Indicatori di risultato
Denominazione Dato di partenza Target FonteObiettivo specifico b): Favorire l’innovazione e la produttività attraverso una migliore qualità del lavoro
Tasso di copertura delle imprese coinvolte nei progetti finalizzati ad incrementare la qualità del lavoro e i cambiamenti organizzativi sul totale delle imprese presenti nel territorio.
0 0,10%Sistemi di monitoraggio (da svilupp.), Statistiche CCIA
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Attività
FORMAZIONE E SERVIZI ALLE IMPRESE (CHECK UP AZIENDALI,
DIAGNOSI ORGANIZZATIVE E ANALISI DI MERCATO) FINALIZZATE IN
PARTICOLARE A MIGLIORARE IL LORO POSIZIONAMENTO
STRATEGICO ED I FENOMENI DI INTERNAZIONALIZZAZIONE, AL
RICAMBIO GENERAZIONALE E ALLO SVILUPPO DI SETTORI
INNOVATIVI
Obiettivo
specifico:
C)
SVILUPPARE POLITICHE E SERVIZI PER L’ANTICIPAZIONE E GESTIONE
DEI CAMBIAMENTI, PROMUOVERE LA COMPETITIVITA’ E
L’IMPRENDITORILITA’
Obiettivo
operativo
ACCOMPAGNARE I PROCESSI DI INNOVAZIONE E ADATTABILITA’
DELL’ORGANIZZAZIONE DE LAVORO E DEI SISTEMI PRODUTTIVI PER
ACCRESCERE LA COMPETITIVITA’ DEL SISTEMA ECONOMICO IN
UN’OTTICA DI COESIONE SOCIALE E QUALITA’ DELLO SVILUPPO
Categoria
di spesa:
62
SVILUPPO DI SISTEMI E STRATEGIE DI APPRENDIMENTO PERMANENTE
NELLE IMPRESE: FORMAZIONE E SERVIZI PER I LAVORATORI PER
MIGLIORARE LA LORO ADATTABILITA AI CAMBIAMENTIM
PROMOZIONE DELL’IMPRENDITORIALITA’ E DELL’INNOVAZIONE
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1. PARTE PRIMA: ANALISI DEI FENOMENI
Connotazioni del tessuto economico della provincia
L’economia del territorio si presenta caratterizzata da grandi potenzialità sul versante
dei beni ambientali, infrastrutturali e storico-culturali della provincia a cui tuttavia sembra
accompagnarsi scarsa capacità di programmazione sistemica e una debole governance
territoriale7.
In altri termini, un sistema potenzialmente forte ma concretamente debole,
duramente colpito dal declino economico che ha interessato il Mezzogiorno (tra il 2000 e
il 2006, infatti, la BAT ha registrato una perdita di oltre 4.500 occupati e un’ulteriore a
diminuzione del già basso reddito pro-capite).
A determinare questa situazione contribuiscono naturalmente le ridotte dimensioni
delle aziende locali, piccole-medie e micro-imprese, anche a conduzione familiare, che
caratterizzano il tessuto produttivo del territorio, operanti prevalentemente nel settore
dell’artigianato di alta qualità e in qualche caso anche ad elevati contenuti tecnologici che
danno luogo a veri e propri distretti produttivi:
a. Distretto lapideo-energia
Questa attività presente soprattutto nel territorio di Trani, una volta esclusivamente
imperniata sull'industria della pietra, ha oggi notevole consistenza in altri settori con
cospicue capacità di sviluppo. Tra questi, appunto, il settore edilizio, quello industriale
della lavorazione della pietra, cave per l'estrazione del prodotto, mattonifici.
b. Distretto agro-alimentare
Ruolo centrale nell’ambito dell’economia del territorio riveste poi il comparto
agroalimentare che si caratterizza per forte tipicizzazione e dell’alta specializzazione di
alcune produzioni, che contribuiscono anche ad attrarre e ad alimentare il turismo
enogastronomico e rurale. Prodotto d'eccellenza è l’olio extravergine d’oliva.
7 Rapporto Svimez 2009 sulle Economie del Mezzogiorno56
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c. Distretto moda
Il distretto moda che si colloca nel territorio Nord Barese Ofantino si caratterizza sia
per la produzione di calzature, sia per la produzione di abbigliamento: nel polo di Barletta
si fabbricano principalmente scarpe antinfortunistiche e casual, in quello di Molfetta-Trani
calzature da donna. Le imprese del Distretto operano anche nel comparto delle calzature
di articoli in pelle.
Fiorente è anche il settore artigianale relativo ai calzaturifici e tomaifici.
Altra filiera del distretto è quella dell’abbigliamento sportivo ed intimo, concentrato
nei comuni di Andria, Canosa di Puglia e Bisceglie, dove stanno emergendo con successo
anche aziende specializzate in abbigliamento casual che stanno puntando ad affermare un
proprio marchio e un proprio specifico target.
Una maggiore apertura internazionale del sistema produttivo della BAT (occorre
notare, peraltro che non si dispone ancora, di dati provinciali) sconta la scarsa
innovazione, a causa, soprattutto, di poca attenzione per la ricerca e lo sviluppo. Ma
questa è una connotazione che riguarda un po’ tutta la struttura produttiva meridionale.
Le analisi dell’IPRES8 rilevano il più debole posizionamento delle regioni del
Mezzogiorno rispetto a quello del centro-nord nel campo dell’alta tecnologia,
confermando una forte concentrazione a livello territoriale nella parte settentrionale del
paese.
Anche il primo rapporto sul sistema innovativo pugliese predisposto dal CERPI9, i dati
sulla spesa per la ricerca e per l'innovazione, così come le capacità innovative delle
imprese mostrano un sottodimensionamento del sistema scientifico e tecnologico
regionale che incide negativamente sulla competitività della Puglia e in particolare il
sistema di ricerca e sviluppo realizzato dalle imprese; sottodimensionamento in termini di
spesa e di addetti (cfr tabella 1) )10.
8 Fonte: IPRES: Capitale umano qualificato, mercato del lavoro e mobilità territoriale. Ed. Cacucci 20109 Cerpi, Primo Rapporto “Puglia: Analisi del sistema innovativo regionale” Anno 200810 Nella precedente programmazione 2000-2006?, le questioni della ricerca e della promozione e valorizzazione del capitale umano qualificato sono state oggetto di interventi specifici . Il POR 2000-2006 ha avviato un percorso di lungo periodo definendo anzitutto una strategia regionale per la ricerca scientifica. Questi ambiti sono stati integrati con i programmi formativi finanziati nell’ambito del Fondo Sociale Europeo, per un ammontare complessivo di circa 178 milioni di euro. Sulla base di questa strategia di lungo periodo e stata costituita l’Agenzia Regionale per la Tecnologia e l’Innovazione della Puglia (ARTI). L’Agenzia e costituita con L.R.
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Tabella 1 - Spesa per R&S nel Mezzogiorno e in Italia,Anno 2007 (valori assoluti e %)*
Spesa in R & S
(min. Euro)
% Spesa delle
imprese
Addetti in
R.& S.
% Addetti alle
imprese
Italia 18.231 55,4 208.376 48,9
Nord-Ovest 6.730 76,6 66.940 69,3
Nord-Est 4.019 55,6 48.702 56,7
Centro 4.283 37,7 54.103 31,7
Mezzogiorno 3.194 34 38.630 27,7
Abruzzo 289 43,2 3.291 43
Basilicata 75 24,5 1.184 24,8
Calabria 153 8,4 1.838 9,2
Campania 1.218 47,3 13.000 35,4
Molise 29 15,8 503 25,7
PUGLIA 543 27,6 7.370 24,7
Sicilia 695 25,1 8.555 20,9
Sardegna 198 13 2.888 16,8
Fonte: Elaborazioni IPRES su dati ISTAT, La ricerca e Sviluppo in Italia, anno 2007
. 2. PARTE SECONDA: STRATEGIE E AZIONI OPERATIVE
n°1 del 7 gennaio 2004 ed e un ente strumentale della Regione Puglia; diventa pienamente operativo nell’autunno del 2005. L’Agenzia nasce con l’obiettivo di promuovere e consolidare il Sistema dell’Innovazione Regionale (SIR). In attuazione della strategia regionale per la Ricerca Scientifica e lo Sviluppo Tecnologico e in coerenza con il Piano Nazionale della Ricerca e del Programma Operativo Nazionale “Ricerca” 2000-2006, vengono stipulati specifici Accordi di Programma Quadro in materia di Ricerca e sviluppo tecnologico nel corso di diversi anni. Più recente è l’Accordo di Programma Quadro in materia di Ricerca e Competitivita (luglio 2009) tra Regione Puglia, Ministero Istruzione Universita e Ricerca e Ministero Sviluppo Economico, che prevede un investimento complessivo di 405 milioni di euro. Gli ambiti prioritari di intervento sono i seguenti: aerospazio/aeronautica, ambiente, ICT, materiali avanzati, risparmio energetico, salute dell’uomo e biotecnologie, sistema agro-alimentare, sistemi avanzati di manifattura. Nella programmazione di medio-lungo periodo per il periodo 2007-2013 si rileva una maggiore concentrazione delle iniziative e delle risorse regionali dirette e/o che ricadono in Puglia in materia di Ricerca e sviluppo delle Risorse Umane qualificate. In particolare nel PO FESR 2007-2013 vi e l’Asse 1 dedicato specificamente alla promozione, valorizzazione e diffusione della ricerca e dell’innovazione per la competitivita, con una dotazione finanziaria di circa 253 milioni di euro. Un rafforzamento di tale strategia sembra delineata nel Programma Attuativo Regionale – FAS (PAR-FAS) 2007-2013 con una dotazione di risorse finanziarie di circa 180 milioni di euro, oltre naturalmente le azioni specifiche del presente Asse. Dall’analisi di questi programmi si può stimare che circa 1 miliardo di euro è stato destinato in Puglia per azioni in materia di Ricerca e Sviluppo delle risorse umane qualificate.
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Poca innovazione produce poca competitività, soprattutto sui mercati internazionali.
Ma alla radice del problema c’è la dimensione delle aziende. Micro e piccole aziende,
che rappresentano la parte più cospicua del sistema produttivo provinciale, non hanno le
risorse per affrontare i temi dell’innovazione di prodotto.
Di qui l’opportunità di avvalersi di esperti, messi a disposizione dall’azione seguente.
1.- Temporary Management
Obiettivo
Supportare e accompagnare il management in processi di innovazione dei prodotti .
Struttura n. edizioni e parametro finanziario
I consulenti che intendono fornire le proprie prestazioni si iscrivono in una long list costituita
dalla Amministrazione Provinciale di Bari in base a procedura di evidenza pubblica, dalla quale
l’azienda assegnataria del voucher può attingere.
La consulenza avrà la durata massima di 6 mesi, con un costo di 4.000,00. euro al mese.
Si prevede di coinvolgere una piccola e media impresa.
Potenziali beneficiari
Possono partecipare agli avvisi pubblici emanati dalla Provincia di BAT, per l’assegnazione di
voucher per la utilizzazione di temporary management, micro, piccole e medie imprese aventi
sede di lavoro o unità produttive operanti nella provincia di BAT
Potenziali destinatari
Management e personale occupato in aziende
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La competitività passa attraverso una strategia complessiva multifattoriale di ogni
azienda.
Significa, infatti, oltre che praticare una politica di innovazione continua dei prodotti,
attivare percorsi di ottimizzazione delle risorse umane,possedere capacità diagnostiche dei
processi organizzativi, conoscere le tecnologie più innovative, leggere il proprio mercato
nazionale e internazionale ed elaborare strategie. E’ evidente che la grande maggior parte
delle imprese della provincia BAT devono essere supportate in questi percorsi.
Di qui la opportunità offerta dal Piano 2011 mettere a disposizione delle aziende della
BAT strutture consulenziali particolarmente esperte su queste tematiche.
2.- Formazione e accompagnamento
Obiettivo
Supportare e accompagnare il management in processi di diagnosi aziendale,
innovazione dei processi e dei prodotti, di posizionamento strategico, di ricambio
generazionale.
Struttura n. edizioni e parametro finanziario
Saranno finanziati n. 4 progetti per un valore massimo per progetto di 21.000,00 con i
quali sostenere finanziariamente le prestazione di strutture specializzate nella consulenza
aziendale
Potenziali beneficiari
Possono partecipare agli avvisi pubblici emanati dalla Provincia di BAT, per l’assegnazione
di interventi di formazione/accompagnamento, micro, piccole e medie imprese aventi
sede di lavoro o unità produttive operanti nella provincia di BAT
Potenziali destinatari
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Management e personale occupato in aziende
Condizioni di ammissibilità dei progetti
- Le aziende dovranno accludere al progetto il curriculum della struttura consulenziale.
Da tale curriculum dovrà risultare, a pena di non ammissibilità, una pregressa operatività
di tale struttura nel tipo di prestazione richiesta di almeno cinque anni.
3. PARTE TERZA: INDICATORI DI REALIZZAZIONE E DI RISULTATO
3.1.- INDICATORI PROVINCIALI
3.1.1.- Indicatori di realizzazione
AZIONI A FAVORE DEI DESTINATARI INDICATORI 1 Temporary Management N. consulenti e strutture consulenziali
iscritti nella long list N. di richieste di aziende e di consulenze effettuate, per settore ed area produttiva 2 Formazione e
accompagnamento
3.1.2. – Indicatori di risultato
AZIONI A FAVORE DEI DESTINATARI Dato di part. Dato atteso Fonte
1 Temporary Management Qualità e quantità di innovazioni introdotte
Sistema regionale di monitoraggio
2 Formazione e accompagnamento
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3.2.- INDICATORI REGIONALI (P.O.R.)
3.2.1.- Indicatori di realizzazione
Obiettivo specifico: c) INDICATORI
Sviluppare politiche e servizi per l’anticipazione e gestione dei cambiamenti, promuovere la competitività e l’imprenditorialità
N. di progetti (approvati, avviati, conclusi) per tipologia di intervento N. di destinatari (approvati, avviati, conclusi) per tipologia d’intervento e per caratteristiche principali (avviati) Numero di imprese associate agli interventi (approvati, avviati e conclusi) secondo classificazione nazionale FSE
3.2.2. – Indicatori di risultato
Denominazione Dato di partenza Target FonteObiettivo specifico c): Sviluppare politiche e servizi per l’anticipazione e gestione dei cambiamenti, promuovere la competitività e l’imprenditorialità
Numero di imprese che beneficiano di interventi finalizzati all’anticipazione e all’innovazione, sul totale delle imprese presenti nel territorio
0 0,08%Sistemi di monitoraggio (da svilupp.), Statistiche CCIA
Numero di imprese coinvolte dagli interventi finalizzati alla imprenditorialità, sul totale delle imprese presenti sul territorio
0 0,08%
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ASSE II – OCCUPABILITA’
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 63
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AZIONI DI QUALIFICAZIONE E SOSTEGNO AI DISOCCUPATI DI LUNGA
DURATA, AI LAVORATORI IN CIGS E IN MOBILITÀ, PER L'INSERIMENTO
E IL REINSERIMENTO LAVORATIVO
Obiettivo
specifico:
e)
ATTUARE POLITICHE DEL LAVORO ATTIVE E PREVENTIVE CON
PARTICOLARE ATTENZIONE ALL'INTEGRAZIONE DEI MIGRANTI NEL
MERCATO DEL LAVORO, ALL'INVECCHIAMENTO ATTIVO, AL LAVORO
AUTONOMO E ALL'AVVIO DI IMPRESE
Obiettivo
operativo
SOSTENERE LA PARTECIPAZIONE AL MERCATO DEL LAVORO E
L'INSERIMENTO OCCUPAZIONALE TRAMITE L'OFFERTA DI MISURE
ATTIVE E PREVENTIVE RIVOLTE IN PARTICOLARE A GIOVANI,
DISOCCUPATI DI LUNGA DURATA, PERSONE CON BASSO TITOLO DI
STUDIO, E/O CON PIÙ DI 45 ANNI
Categoria
di spesa: 66
ATTUAZIONE DI MISURE ATTIVE E PREVENTIVE SUL MERCATO DEL
LAVORO
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 64
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1. PARTE PRIMA: ANALISI DEI FENOMENI
L’andamento del mercato del lavoro regionale e provinciale
Gli effetti critici della congiuntura economica degli ultimi anni continuano a
determinare, nel nostro Paese, pesanti ripercussioni sull’andamento del mercato del
lavoro: nel 2009, infatti, il numero degli occupati in Italia è diminuito di quasi un punto
percentuale rispetto all’anno precedente (da 58,7% del 2008, a 57,5%) ed i lavoratori
fuoriusciti dal mercato del lavoro sono stati circa 380mila in più rispetto al 200811.
I dati Istat relativi agli andamenti trimestrali dell’occupazione (cfr. grafico 1)
mostrano che la crisi ha colpito in primo luogo le regioni meridionali: già nei primi mesi
del 2009, infatti, si registra, nel Mezzogiorno e in misura anche maggiore nella regione
Puglia, un sensibile aumento del tasso di disoccupazione di lunga durata; in calo
soprattutto il numero degli occupati, tornato ai livelli di dieci anni fa: dei circa 530mila
posti di lavoro persi nell’ultimo anno e mezzo, 335 mila sono stati persi al Sud (cfr.
grafico 1).
Grafico n. 1 - Tasso di disoccupazione 15-64enni.Anni 2007-2009
Fonte: elaborazioni su dati Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro.
Il settore più colpito dalla crisi economica è stato sicuramente l’industria che ha
perso nel 2009, 94mila posti di lavoro (-145 mila nell’altra ripartizione) a cui segue il 11 Fonte: Rapporto Svimez 2010 sull’economia del Mezzogiorno
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 65
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settore dei servizi con 74.300 unità in meno (-44.700 nel Centro-Nord) ed, infine,
quello agricolo dove si registra un calo di 25mila unità. (+4.300 al Centro-Nord).
Anche in Puglia, la congiuntura economica di questi anni ha avuto gravi
ripercussioni, determinato crolli della produzione soprattutto nel settore industriale,
nella misura del 6,8% in meno rispetto all’anno precedente. Rispetto alla situazione
occupazionale, la crisi ha causato in Puglia la perdita di 49.200 posti di lavoro. In calo,
dunque, il tasso di occupazione, attestatosi in Puglia nel 2009 al 35,8%, il valore più
basso dal 2004 (cfr. grafico 2).
Grafico n. 2 - Tasso di occupazione popolazione di 15 anni e più in Italia, nel Meridione e in Puglia -Anni vari (Valori %)
Fonte: elaborazioni su dati Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro
I dati Istat 2009 della Rilevazione sulle forze di lavoro mostrano, in Italia, anche
un incremento del tasso di disoccupazione in tutte le ripartizioni territoriali: a livello
nazionale si è passati, infatti, dal 6,7% del 2008 al 7,8% del 2009. In Puglia, il tasso di
disoccupazione in Puglia, aumenta di un punto percentuale, passando dall’11,6% del
2008 al 12,6% del 2009 (cfr. grafico 3).
In crescita anche il tasso di disoccupazione in ciascuna delle province pugliesi
(cfr. grafico 4). Non essendo ancora disponibili i dati delle Forze lavoro Istat relativi alla
provincia di BAT, né quelli relativi ai dieci comuni che compongono la provincia, è
possibile soltanto trarre qualche indicazione facendo riferimento agli indici registrati
nelle province di Bari e Foggia, a cui facevano capo i dieci comuni ora confluiti nel
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 66
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territorio della nuova provincia. Il tasso di disoccupazione più alto si registra nella
provincia di Foggia (13,6%) cresciuto nell’ultimo anno di due punti percentuali. Di poco
inferiore, il valore relativo alla provincia di Bari (11,1%).
Allarmante anche il fenomeno della disoccupazione di lunga durata, cioè delle
persone in cerca di occupazione da più di 12 mesi.
Grafico n. 3 - Tasso di disoccupazione popolazione 15-74enne in Italia, nel Meridione e in Puglia - Anni vari (Valori %)
Fonte: elaborazioni su dati Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro
Grafico n. 4 - Tasso di disoccupazione popolazione 15-74enne per provincia della Puglia.(Valori %)
Fonte: elaborazioni su dati Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 67
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Stando ai dati Istat della Rilevazione sulle forze di lavoro, (cfr. grafico 5) la
disoccupazione di lunga durata ha registrato negli ultimi due anni una crescita
generalizzata, attestandosi a livello nazionale attorno al 3,4%, tasso più alto dal 2006.
In Puglia, la disoccupazione di lunga durata (cfr. Grafico 5) è circa il doppio del
resto del Paese (6% contro 3,4% della media nazionale) connotandosi soprattutto
come disoccupazione giovanile e in modo particolare femminile.
Grafico n. 5 - Tasso di disoccupazione di lunga durata (12 mesi e oltre). Anni vari
Fonte: elaborazioni su dati Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro
Grafico n. 6 - Tasso di disoccupazione di lunga durata per sesso. Anno 2009 (valori %)
Fonte: elaborazioni su dati Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 68
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Nella regione, infatti, la disoccupazione femminile è quasi il doppio di quella
maschile (8,2% contro il 4,8% degli uomini) e colpisce soprattutto la fascia delle
giovanissime tra i 15 e i 24 enni (cfr. grafico n. 6).
Analizzando i dati a livello provinciale del tasso di disoccupazione di lunga
durata, si rilevano forti differenzazioni in ognuna delle province pugliesi rispetto alla
variabile di genere; comunque la componente femminile risulta sempre penalizzata.
(cfr. grafico 7).
Grafico 7 - Tasso di disoccupazione di lunga durata per sesso e provincia.Anno 2009 (valori %)
Fonte: elaborazioni su dati Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro
A causa della sua recente istituzione, la provincia di BAT non risulta nel 2010
ancora censita dall’Istat; l’indisponibilità di dati sufficienti relativi ai dieci comuni che
compongono la provincia di BAT non consente dunque di ricostruire lo stato della
disoccupazione di lunga durata in ambito provinciale. E’ tuttavia possibile ricavare
qualche utile indicazione relativa all’andamento del fenomeno, tenendo presenti i tassi
delle province di Bari (5,2%) e Foggia (6,6%), territorio che comprendeva i dieci comuni
confluiti nella sesta provincia. Prendendo a riferimento per il territorio di nostra
competenza i valori di Bari e Foggia, si nota che il tasso del capoluogo di regione
presenta i valori più contenuti di tutta la Puglia, mentre il tasso di disoccupazione di
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 69
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lunga durata a Foggia raggiunge quasi i picchi massimi e comunque quasi il doppio
della media nazionale (cfr. grafico 8).
Come nel resto della regione, anche nelle provincia di Bari e Foggia, il fenomeno
colpisce la componente femminile, come mostra il grafico n. 9.
Grafico 8 – Andamento tasso di disoccupazione di lunga durata. Anni 2006-2009 (valori %)
Fonte: elaborazioni su dati Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro
Grafico 9 –Tasso di disoccupazione di lunga durata per sesso.Anno 2009 - (valori %)
Fonte: elaborazioni su dati Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro
Gli effetti della crisi economica sull’occupazione nelle imprese è riscontrabile
attraverso il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni12.
12 La cassa integrazione guadagni si distingue in ordinaria (CIG ordinaria) o straordinaria (CIGS). La CIG ordinaria si verifica in presenza di crisi aziendale a causa di eventi temporanei e di breve periodo (ad es,
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 70
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Le ore di CIG ordinaria sono aumentate in maniera esponenziale in Italia,
passando dai 77 milioni del 2005 a 369 milioni dello scorso anno.
Aumenta anche la CIG straordinaria sia nei servizi che nell’industria, dove le ore
effettivamente lavorate diminuiscono, tra luglio 2008 e luglio 2009, rispettivamente del
2,4% e dell’1%. La flessione dell’attività produttiva, unita al processo di ristrutturazione
di alcuni settori industriali, già in corso da alcuni anni, ha portato ad un incremento del
ricorso alla Cassa integrazione guadagni che agli inizi del 2009 interessava a livello
nazionale 415 mila lavoratori.
Grafico 10 – Distribuzione percentuale della CIG per circoscrizione territoriale. Anno 2009
Fonte: elaborazioni su dati Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro
Di questi circa 85mila sono delle regioni meridionali, che rappresentano come
mostra il grafico n.10 circa il 20% del totale nazionale.
Anche in Puglia con il ricorso agli ammortizzatori sociali è stata in parte
attenuata la crisi occupazionale: nel 2009 sono state autorizzate circa 40,5 milioni di
ore di cassa integrazione, di cui il 67% ordinaria. Nel solo bimestre 2010 sono state
mancanza improvvisa di ordinativi per un breve periodo). L’integrazione salariale spetta ai lavoratori che appartengono a determinate categorie (principalmente operai ed impiegati) e a determinati settori produttivi. La CIGS si verifica in presenza di crisi aziendali di natura strutturale e di più lungo periodo (ad es. ristrutturazione aziendale, riorganizzazione, riconversione produttiva, fallimento, concordato preventivo, ecc.). Mentre la CIG ordinaria viene pagata per un periodo massimo di 3 mesi continuativi per ogni unità produttiva, con una proroga fino ad un massimo di 12 mesi in situazioni eccezionali, la CIGS viene concessa per un periodo massimo di 12/24 mesi.
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 71
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autorizzate 8,7 milioni di ore, di cui il 38% ordinaria.
È evidente che la dimensione strutturale della crisi economica assuma una
maggiore incidenza sulle imprese, rispetto a situazioni di crisi momentanee a partire
dall’ultimo anno. Infatti, nel corso degli ultimi due anni si può osservare un significativo
incremento di ambedue le forme di integrazione retributiva, ma con una notevole
progressione per quanto riguarda la CIGS.
Tabella n. 1 - Cassa integrazione guadagni ordinaria e straordinariaAnni vari
Ore di Cassa integrazione autorizzate (Val. Assoluti) (Val. %)
2008 2009 2010 2008 2009 2010
CIG Straordinaria 779.858 1.204.942
5.451.773 54,5 352,5 599,1
di cui: industria ed artigianato 718.858 1.072.98
44.524.28
7 49,3 321,7 529,4
CIG ordinaria 779.858 1.703.938
3.258.252 118,5 91,2 317,8
di cui: industria 847.703 1.246.526
2.353.484 47 88,8 177,6
Totale1.559.71
62.908.88
08.710.02
5 86,5 199,4 458,4
Fonte: elaborazioni IPRES su dati INPS
2. PARTE SECONDA: STRATEGIE OPERATIVE
La Banca Europea commentando i dati sui disoccupati di lunga durata ha
recentemente sostenuto
"Al fine di ridurre la disoccupazione strutturale e il rischio di erosione del capitale
umano associato ai lunghi periodi di disoccupazione sono auspicabili politiche intese a
promuovere la moderazione e la flessibilità salariale, insieme ad altre politiche attive
per il mercato del lavoro, che rendano più efficiente l'incontro tra domanda e offerta e
che rafforzino l'attaccamento al mercato del lavoro da parte dei disoccupati di lungo
periodo”
Per questo l’amministrazione provinciale intende promuovere azioni di politica
attiva di qualificazione e sostegno di questa forte componente dell’offerta di lavoro che
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 72
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versa in situazioni critiche, rappresentata dalla disoccupazione di lunga durata, dalla
CIG e dalla mobilità.
Una politica che prevede un panel differenziato di interventi.
1. Interventi di formazione e di accompagnamento al lavoro
Obiettivo
Acquisire competenze professionali certificate di immediata spendibilità nel sistema
produttivo, mediante azioni formative in presenza e sul lavoro e misure di
accompagnamento
Struttura, numero di edizioni e parametro finanziario
L’azione prevede l’attivazione di 1 corso, della durata massima di 1.200 ore, delle
quali almeno il 20% di stage, con 15 allievi per corso ed con un finanziamento di 15
euro x h/allievo. L’azione interesserà complessivamente 15 unità. Il percorso
formativo sarà completato con una obbligatoria azione di accompagnamento al
lavoro, sotto forma di tirocinio o di counselling alla creazione d’impresa.
L’intervento si articolerà pertanto nelle seguenti fasi sequenziali:
- la selezione dei partecipanti, mediante colloqui individuali, sulla base della
propensione personale del candidato e delle specifiche competenze d’ingresso, se
previste nel progetto;
- il percorso formativo frontale della durata di 960 ore, preceduto dalla
analisi/bilancio delle competenze;
- lo stage della durata di 240 ore, finalizzato alla realizzazione di una esperienza di
alternanza tra formazione e lavoro ed alla conoscenza diretta del mondo del lavoro;
- una azione di accompagnamento al lavoro, alla conclusione del corso, che
preveda la promozione e l’attuazione, per almeno il 50% degli allievi che
concludono il corso, di tirocini lavorativi della durata minima di tre mesi presso
aziende operanti nel settore professionale di riferimento del corso o l’attuazione di
una azione di assistenza/tutoraggio alla creazione d’impresa, della durata di 200
ore, per l’avvio di attività imprenditoriale, singola o associata.
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Potenziali beneficiari
Possono partecipare agli avvisi pubblici emanati dalla amministrazione Provinciale
di BAT organismi di formazione accreditati, operanti nell’ambito provinciale, con la
collaborazione, a seconda delle caratteristiche della fase di accompagnamento:
a) delle aziende che ospiteranno gli stages ed i tirocini,
b) di strutture operanti nel campo della job creation da almeno tre anni o di
strutture dell’associazionismo cooperativo per la fase di
counselling /accompagnamento /tutoraggio alla creazione d’impresa.
Potenziali destinatari
Lavoratori con ammortizzatori, in mobilità o che hanno cessato un’attività
imprenditoriale senza sostegno al reddito, disoccupati di lunga durata iscritti nelle
anagrafi dei Centri per l’Impiego della provincia di BAT.
Vincoli o premialità nella valutazione dei progetti
La collaborazione con strutture che operano nella job creation o
dell’associazionismo cooperativo è considerata vincolante ai fini dell’ammissibilità
del progetto.
Sarà assegnata una premialità ai progetti che prevedono l’attuazione di tirocini per
più del 50% degli allievi che concludono il corso.
2. Tirocini professionalizzanti
Obiettivo
Acquisire competenze professionali di immediata spendibilità nel sistema
produttivo mediante esperienza formativa on the job.
Struttura, numero di edizioni e parametro finanziario
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L’azione va realizzata in collaborazione con i Centri per l’Impiego della provincia
di BAT. Il tirocinio avrà la durata di 6 mesi. Al tirocinante verrà riconosciuto un
contributo di 4.500,00 euro, erogato in tranches mensili di 750 euro.
In caso di assunzione a tempo indeterminato durante l’effettuazione dello
stage, il sostegno al reddito percepito dal lavoratore si trasforma in bonus a
favore dell’impresa per la parte residua di mensilità spettanti, a partire dal
momento dell’assunzione. Il tirocinio viene realizzato sulla base di un progetto
che prevede la presenza di un tutor aziendale e la definizione delle competenze
da acquisire. L’azione interesserà 12 unità.
Potenziali beneficiari
Possono partecipare agli avvisi pubblici le aziende, produttrici di beni e servizi,
aventi sede di lavoro o unità produttive nella provincia di BAT.
Potenziali destinatari
Lavoratori con ammortizzatori o in mobilità, o che hanno cessato un’attività
imprenditoriale senza sostegno al reddito, disoccupati di lunga durata iscritti nelle
anagrafi dei Centri per l’Impiego della provincia di Bari.
3. PARTE TERZA: INDICATORI DI REALIZZAZIONE E DI RISULTATO
3.1.- INDICATORI PROVINCIALI
3.1.1.- Indicatori di realizzazione
AZIONI A FAVORE DEI DESTINATARI INDICATORI
1 Interventi di formazione e di accompagnamento al lavoro
N. di progetti (approvati, avviati, conclusi) per tipologia di interventoN. di destinatari (approvati, avviati, conclusi) per tipologia d’intervento e per caratteristiche principali (degli avviati)
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2 Tirocini professionalizzantiN. di progetti (approvati, avviati, conclusi) per tipologia di interventoN. di destinatari (approvati, avviati, conclusi) per tipologia d’intervento e per caratteristiche principali (degli avviati)
3.1.2. – Indicatori di risultato
AZIONI A FAVORE DEI DESTINATARI Dato di part. Dato atteso Fonte
1Interventi di formazione e di accompagnamento al lavoro
Certificazione conseguita dall’80% degli allievi iscritti
Sistema regionale di monitoraggio 2 Tirocini professionalizzanti 90 % tirocini
conclusi.30% tirocinanti assunti
3.2.- INDICATORI REGIONALI (P.O.R.)
3.2.1.- Indicatori di realizzazione
Obiettivo specifico: e) INDICATORI
Attuare politiche per il lavoro attive e preventive con particolare attenzione all'integrazione dei migranti nel mercato del lavoro, all'invecchiamento attivo, al lavoro autonomo e all'avvio di imprese
N. di progetti, di richieste di tirocini (approvati, avviati, conclusi) per tipologia di intervento.N. di destinatari (approvati, avviati, conclusi) per tipologia d’intervento e per caratteristiche principali (avviati).
3.2.2. – Indicatori di risultato
Denominazione Dato di partenza Target FonteObiettivo specifico e): attuare politiche del lavoro attive e preventive con particolare attenzione all'integrazione dei migranti nel mercato del lavoro, all'invecchiamento attivo, al lavoro autonomo e all'avvio di imprese
Tasso di copertura della popolazione servita dalle politiche attive e preventive sostenute dall’obiettivo (media annua), declinato per genere
0,8 0,8%Monitweb e ISTAT, rilevazione continua delle forze di lavoro
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Tasso di incidenza degli interventi finalizzati al lavoro autonomo e all’avvio di imprese sul totale di quelli realizzati dall’obiettivo
0 14,1%Monitweb (da svilupp.)
Tasso di inserimento occupazionale lordo dei destinatari per target group prioritari dell’obiettivo (immigrati, popolazione in età matura ecc.), declinato per tipologia di rapporto di lavoro
21,7% 33,3%
Specifiche indagini campionarie sugli esiti occupazionali dell’azione (indagini di placement)
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Attività
INTERVENTI DI SOSTEGNO AGLI ACCORDI FRA LE PARTI SOCIALI
FINALIZZATI ALL’INSERIMENTO LAVORATIVO PREVIO PERCORSO DI
FORMAZIONE MIRATA, INTERVENTI PER LA PROMOZIONE DELLA
PARTECIPAZIONE FEMMINILE AL MERCATO DEL LAVORO
Obiettivo
specifico: f)
MIGLIORARE L’ACCESSO DELLE DONNE SULL’OCCUPAZIONE E RIDURRE
LE DISPARITA’ DI GENERE
Obiettivo
operativo
SOSTENERE L’ACCESSO DELLE DONNE AL MERCATO DEL LAVORO
Categoria
di spesa: 66
ATTUAZIONE DI MISURE ATTIVE E PREVENTIVE SUL MERCATO DEL
LAVORO
Strategie e azioni relative alla attività di cui alla presente scheda, sono riportate, per analogia di analisi, destinatari e contenuti, unitamente alle attività destinate allo stesso target di persone (donne) nell’ambito della categoria di spesa 69
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Attività
SERVIZI INTEGRATI (ACCOMPAGNAMENTO, FORMAZIONE, INCENTIVI)
PER LO SVILUPPO ED IL SUPPORTO AD INTERVENTI DI RIEQUILIBRIO
DELLE OPPORTUNITÀ DI INGRESSO NELLA VITA ATTIVA (INCLUSIONE
SOCIALE GIOVANILE E LAVORO GIOVANILE), ANCHE MEDIANTE AZIONI
DI SOSTEGNO ALLA COOPERAZIONE GIOVANILE, SPECIE NELLE
PERIFERIE URBANE
Obiettivo
specifico: e)
ATTUARE POLITICHE DEL LAVORO ATTIVE E PREVENTIVE CON
PARTICOLARE ATTENZIONE ALL'INTEGRAZIONE DEI MIGRANTI NEL
MERCATO DEL LAVORO, ALL'INVECCHIAMENTO ATTIVO, AL LAVORO
AUTONOMO E ALL'AVVIO DI IMPRESE
Obiettivo
operativo
SOSTENERE LA PARTECIPAZIONE AL MERCATO DEL LAVORO E
L'INSERIMENTO OCCUPAZIONALE TRAMITE L'OFFERTA DI MISURE ATTIVE
E PREVENTIVE RIVOLTE IN PARTICOLARE A GIOVANI, DISOCCUPATI DI
LUNGA DURATA, PERSONE CON BASSO TITOLO DI STUDIO, E/O CON PIÙ
DI 45 ANNI
Categoria di
spesa: 66
ATTUAZIONE DI MISURE ATTIVE E PREVENTIVE SUL MERCATO DEL
LAVORO
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1. PARTE PRIMA: ANALISI DEI FENOMENI
La disoccupazione giovanile
Il target più penalizzato in tutta l’Unione Europea dall’attuale congiuntura
economica è quello dei giovani ed in particolare quelli con età compresa tra i 15 e i 24
anni: nel primo trimestre del 2009 il tasso di disoccupazione per la fascia di età 15-24
nell’Europa dei 27 è arrivato al 18,3%. (+3,7% rispetto allo scorso anno) che
corrisponde a 5 milioni di giovani disoccupati. In tutti gli stati membri inoltre si è il
tasso di disoccupazione giovanile è stato superiore al tasso di disoccupazione registrato
per il totale della popolazione.
Nel nostro Paese, secondo il Rapporto Isfol 2009, il tasso di disoccupazione
giovanile è cosi elevato da collocare l’Italia al terzo posto, dopo Estonia e Lituania. La
situazione peraltro registra nell’ultimo biennio un peggioramento: in questo arco di
tempo, infatti, si verifica un ulteriore calo dell’occupazione giovanile (-2,5%), dovuto in
buona parte alla maggiore permanenza dei giovani nel circuito dell’istruzione e della
formazione, ma anche al preoccupante aumento del tasso d’inattività. Una recente
indagine Eurostat che ha riguardato i Paesi dell’Unione Europea13, ha confermato che il
Sud dell’Italia è ai primi posti per il tasso di disoccupazione giovanile (cfr. grafico 1).
In Puglia, come nel resto del territorio nazionale, la fascia più penalizzata è
quella dei giovani tra 15 e 24 anni: secondo i dati Istat relativi alle Forze lavoro, nel
corso del 2009 si è calcolata un’ulteriore flessione del tasso di occupazione giovanile (-5
punti percentuali circa) (cfr. grafico 2).
Rispetto alla variabile di genere, la partecipazione delle donne al mercato del
lavoro risulta fortemente penalizzata rispetto alla componente maschile, in tutte le
fasce d’età considerate, anche se il gap appare ben più marcato per la fascia tra i 25 e i
34 anni.
13 È quanto emerge dai dati 2008 dell’Eurostat (l'Ufficio statistico dell'Ue) che ha pubblicato le cifre relative all'occupazione delle regioni dei 27 stati membri della UE. Il campione di riferimento sono i giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni.
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Grafico n. 1 – Tasso di disoccupazione 15-24enni. Anno 2009
Fonte: Eurostat e Istat
Grafico n. 2
Fonte: elaborazioni su dati Istat, Forze di lavoro
Per quanto concerne la struttura demografica, nella provincia di BAT la categoria
di giovani di età compresa tra i 15 e i 34 anni è costituito da 103.676 unità, circa il 40%
del totale della popolazione in età lavorativa (cfr. grafico 3). Rispetto alla variabile di
genere non si rilevano differenze significative se non una leggera preminenza della
componente maschile nella fascia dei giovanissimi.
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 81
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Grafico n. 3
Fonte: DemoIstat
A causa della sua recente istituzione, la provincia di BAT non risulta,
nell’anno 2010, ancora censita dall’ISTAT, né esistono stime relative a tutti i
dieci comuni che compongono l’ambito provinciale relative al 2009.
L’indisponibilità di dati non consente, dunque, di conoscere per quest’anno
la situazione occupazionale delle fasce giovanili.
E’ tuttavia possibile, fare riferimento per il 2009 ai valori relativi alle province di
Bari e di Foggia che ricomprendevano i dieci comuni confluiti nella provincia di BAT, ma
anche i dati forniti dall’IPRES (Istituto Pugliese Ricerche Economiche e Sociali) relativi al
2008.
L’esame dell’attuale situazione occupazionale nelle due province di riferimento
consentirà non tanto di pervenire ad una stima del tasso occupazionale nella provincia
di BAT, quanto piuttosto di osservare l’andamento del mercato del lavoro del territorio
nell’arco dell’ultimo biennio.
Prendendo a riferimento per il territorio di nostra competenza i valori di Bari e
Foggia, si nota che il tasso di occupazione giovanile del capoluogo presenta per
entrambe le fasce d’età i valori più elevati di tutto il territorio regionale; al contrario, la
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provincia di Foggia presenta il tasso di occupazione giovanile più basso di tutta la
regione, in entrambe le fasce d’età considerate (cfr. grafico 4).
Grafico 4 - Tasso di occupazione per classe d'età e provincia. Anno 2009
Fonte: elaborazioni su dati Istat, Forze di lavoro.
Nel biennio 2008-09, il tasso di occupazione giovanile presenta una contrazione
in entrambe le province di riferimento e in ciascuna delle classi d’età considerate
(grafico 5). La situazione occupazionale dei giovanissimi perde in tutte e due le province
circa tre punti percentuali, mentre risulta molto più consistente il calo dell’occupazione
dei giovani 25-34 a Bari (-4,1 punti percentuali contro 2,1 di Foggia).
Grafico n. 5
Fonte: elaborazioni su dati Istat, Forze di lavoro.
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Nel 2008, il tasso di occupazione giovanile della provincia di BAT si attestava al
27,5% per la fascia dei giovanissimi e al 61 % circa per la fascia dei 25-34 anni (cfr.
grafico n. 6). Stimando un decremento di 3 punti nella fascia dei più giovani, il tasso di
occupazione scenderebbe a 24, 5, mentre quella dei 25-34enni si attesterebbe intorno
al 57%.
Grafico n. 6
Fonte: Ipres
Il fenomeno dell’inattività
Destano allarme anche le dimensioni che sta assumendo in Italia il fenomeno
dell’inattività giovanile. Vengono definiti NEET (Neither in Education nor in Employment
or Training) quei giovani fra i 15 e i 29 anni che risultano né occupati, né impegnati in
percorsi formativi.
Secondo il Rapporto annuale dell’Istat in Italia, nel 2009, più di due milioni di
giovani (il 21,2 % della popolazione tra i 15 e i 29 anni) non lavora e non frequenta
nessun corso di studi. Le dimensioni assunte in questo ultimo anno dal fenomeno
dell’inattività sono senz’altro da ricondurre alla difficile congiuntura economica del
nostro Paese che ha causato, nel solo 2009, un incremento del numero di giovani
inattivi di circa 126 mila unità.
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 84
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La stragrande maggioranza (oltre un milione) di questi giovani si concentra nelle
regioni meridionali, ma sono in crescita anche gli inattivi al Nord (85 mila in più) e al
Centro Italia (circa 27 mila in più). Spesso sono i giovani che perdono il lavoro che
vanno a ingrossare le file dei Neet. Nonostante lo status di NEET sia spesso transitorio,
va rilevato come questo gruppo di persone è da considerarsi ad elevato rischio di
marginalizzazione dal mercato del lavoro; inoltre quanto più si protrae la permanenza
in questo stato, più difficile si dimostra il loro successivo inserimento nella vita attiva o
nel sistema formativo.
La situazione del giovane inoccupato non è identificativa solo di chi è alla ricerca
di un’occupazione ma non la trova, ma soprattutto di colui che rinuncia
volontariamente a tale ricerca per lo scoraggiamento che deriva dalle difficoltà
incontrate nella ricerca, soprattutto se in possesso di un basso titolo di studio. Lo stato
d’inattività, in altri casi, si esprime come un vero e proprio disinteresse per il lavoro,
soprattutto in contesti socio-culturali caratterizzati da fenomeni di devianza, micro-
criminalità, povertà culturale e materiale.
Tali considerazioni trovano conferma nei dati Istat relativi alle motivazioni
dell’inattività giovanile: nei giovani Meridionali, infatti si osserva una sovra
rappresentazione del fattore “scoraggiamento” e di quello relativo alla “mancanza di
interesse per il lavoro” sia nella fascia dei 15-24 anni, ma soprattutto in quella 25-34
anni. Sorprende invece che lo studio e la formazione sia considerato motivo di
inattività più dai giovani del Meridione, rispetto ai giovani del Centro-Nord, in
entrambe le fasce d’età (cfr. tabella 1).
I dati confermano anche che lo stato di inattività è fortemente condizionato dal
livello di scolarità: in tutte le circoscrizioni geografiche, infatti, a bassi livelli d’istruzione
corrispondono alti tassi d’inattività. Al Sud, tuttavia, si continua ad essere inattivi o si è
diventati inattivi anche con il possesso di un titolo di studio superiore, diploma o di una
laurea, più che nel resto del Paese. Sembra, dunque, che i giovani del meridione
vivano un senso di profondo scoraggiamento dato dalla consapevolezza che non sarà
sufficiente il titolo di studio ad aprirgli le porte del mercato del lavoro.
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 85
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Tabella n. 1 - Non forze di lavoro per motivo inattività, per ripartizione geograficae classi di età - Anno 2009
CLASSI DI
ETA’
Scoraggiamento
Inabilità, problem
i di salute
Motivi familiar
i
Studio, formazion
e professio-
nale
Mancanza di
interesse per il
lavoro
Altri motiv
i
Totale (v.a.)
NORD15-24 18 24 47 1.427 10 59 1.58425-34 27 30 205 133 22 83 499
CENTRO15-24 9 9 17 697 5 29 76625-34 18 13 99 107 11 43 291
MEZZOGIORNO15-24 155 35 65 1.547 27 132 1.96225-34 226 58 331 269 53 207 1.144
ITALIA15-24 181 68 130 3.671 41 221 4.31225-34 270 101 635 509 86 333 1.935Fonte: elaborazioni su dati Istat, Forze di lavoro.
In Puglia, il fenomeno dell’inattività sembra presentare dimensioni maggiori
(72,7%) rispetto alla media nazionale (70,9%) ed anche qui colpisce in modo particolare
la fascia dei giovanissimi ed in particolare la componente femminile.
Non essendo disponibili i dati 2009 relativi alla provincia di BAT, è tuttavia
possibile fare riferimento agli ultimi valori disponibili riferibili all’anno 2008, mentre
per il 2009 si può ricavare qualche indicazione dagli indici registrati nelle province di
Bari e Foggia. Il tasso più alto d’inattività si registra nella provincia di Foggia (77,7%) e
di poco inferiore, il valore relativo alla provincia di Bari (71,2%).
Nel 2008, nella provincia di BAT, il tasso d’inattività dei giovanissimi presentava
il valore più alto (64,2%) tra tutte le fasce d’età considerate “attive” e il fenomeno
assumeva proporzioni ancora più preoccupanti se venivano considerati unitariamente
anche i valori della fascia dei giovani 25-34 enni (cfr. grafico 7). Malgrado tali
proporzioni, tuttavia il problema dell’inattività giovanile della provincia appariva
nell’anno precedente più contenuto del resto del territorio regionale (cfr. grafico 8).
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Grafico n. 7
Fonte: elaborazioni su dati Istat, Forze di lavoro.
Grafico 8 - Tasso d'inattività per classe d’età. Anno 2008
0
20
40
60
80
100
BAT 64,2 33,8 37,4 44,6 83,4
Puglia 71 33,4 33 38,6 85,7
ITALIA 69,1 23,1 19,1 23,9 84,4
15-24 25-34 35-44 45-54 55 e oltre
Fonte Elaborazione su dati ISTAT,Rilevazione sulle Forze di lavoro
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2. PARTE SECONDA: STRATEGIE OPERATIVE
Ad una problematica, in cui si intrecciano criticità strutturali del sistema
produttivo e del mercato del lavoro, criticità di carattere ambientale e criticità di
carattere generazionale, non si può rispondere “solo” un “corso”, ma anche con
azioni di orientamento (prima) e accompagnamento (dopo) il percorso formativo. Al
target di questa attività non è sufficiente “insegnare” ma è necessario anche fornire
sollecitazioni per rimotivare e supportare scelte formativo-professionali.
L’intreccio di problemi di cui è portatore questo target, pertanto, suggerisce
la messa in opera di una strategia multifattoriale.
1. Interventi di orientamento, formazione e accompagnamento alla imprenditorialità
Obiettivo
Acquisire conoscenze e competenze operative relative all’avvio di un’attività
imprenditoriale, singola o associata.
Struttura, numero edizioni e parametro finanziario
L’azione prevede l’attivazione di 2 corsi, della durata di 400 ore (300 ore di formazione
e 100 ore di counselling/accompagnamento/tutoraggio), con 15 allievi per corso e con
un finanziamento di 15 euro x h/allievo. L’azione interesserà complessivamente 30
unità.
L’intervento si articolerà nelle seguenti fasi sequenziali:
- selezione dei partecipanti, mediante colloqui individuali, sulla base della propensione
personale alla imprenditorialità e della valutazione dell’idea imprenditoriale proposta
all’atto della candidatura da ciascun candidato, il quale dovrà già essere in possesso
delle competenze tecnico-professionali necessarie per attuarla (qualifica,
specializzazione, perfezionamento, diploma di scuola media superiore, esperienza
lavorativa, ecc.);
- percorso formativo della durata di 300 ore sulla creazione d’impresa, preceduto dalla
analisi/bilancio delle competenze dei singoli partecipanti; la formazione in presenza
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dovrà necessariamente prevedere, a pena di inammissibilità, un modulo formativo di
orientamento al mercato ed uno relativo alle misure, nazionali e regionali, che
favoriscono l’avvio di attività imprenditoriale, singola o associata;
- una azione di counselling/accompagnamento/tutoraggio, della durata di 100 ore, per
la redazione del business plan e per la creazione della impresa, da attuare con la
collaborazione di strutture che operano nel campo della job creation da almeno tre
anni o di strutture dell’associazionismo cooperativo.
Potenziali beneficiari
Possono partecipare agli avvisi pubblici emanati dalla Amministrazione Provinciale di
BAT gli organismi di formazione accreditati, operanti nell’ambito provinciale.
Potenziali destinatari
Giovani inoccupati e disoccupati fino a 34 anni, iscritti nelle anagrafi dei Centri per
l’impiego della provincia di BAT.
Vincoli o premialità nella valutazione dei progetti
La collaborazione con strutture che operano nella job creation o dell’associazionismo
cooperativo è considerata vincolante ai fini dell’ammissibilità del progetto.
A parità di punteggio saranno considerati preferenziali i progetti finalizzati alla
imprenditorialità di tipo cooperativo.
Il 25% delle risorse disponibili verranno utilizzate per progetti specificamente rivolti a
destinatari di aree urbane periferiche disagiate.
2 - Tirocini professionalizzanti
Obiettivo
Acquisire competenze professionali certificate di immediata spendibilità nel sistema
produttivo mediante esperienza formativa on the job.
Struttura, numero di edizioni e parametro finanziario
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 89
Provincia di Barletta-Andria-TraniServizio Formazione Professionale
L’azione va realizzata in collaborazione con i Centri per l’Impiego della provincia di
Bari. Il tirocinio avrà la durata di 6 mesi. Al tirocinante verrà riconosciuto un
contributo di 4.500,00 euro, erogato in tranches mensili di 750 euro.
In caso di assunzione a tempo indeterminato durante l’effettuazione dello stage, il
sostegno al reddito percepito dal lavoratore si trasforma in bonus a favore
dell’impresa per la parte residua di mensilità spettanti, a partire dal momento
dell’assunzione. Il tirocinio viene realizzato sulla base di un progetto che prevede
la presenza di un tutor aziendale e la definizione delle competenze da acquisire.
L’azione interesserà 12 unità.
Potenziali beneficiari
Possono partecipare agli avvisi pubblici le aziende, produttrici di beni e servizi, aventi
sede di lavoro o unità produttive nella provincia di BAT.
Potenziali destinatari
Giovani inoccupati e disoccupati fino a 34 anni, iscritti nelle anagrafi dei Centri per
l’impiego della provincia di BAT.
3 - PARTE TERZA: INDICATORI DI REALIZZAZIONE E DI RISULTATO
3.1.- INDICATORI PROVINCIALI
3.1.1.- Indicatori di realizzazione
AZIONI A FAVORE DEI DESTINATARI INDICATORI
1
Interventi di orientamento, formazione e accompagnamento alla imprenditorialità
N. di progetti (approvati, avviati, conclusi) per tipologia di interventoN. di destinatari (approvati, avviati, conclusi) per tipologia d’intervento e per caratteristiche principali (degli avviati)2
Tirocini professionalizzanti
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 90
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3.1.2. – Indicatori di risultato
AZIONI A FAVORE DEI DESTINATARI
Dato di part.
Dato atteso Fonte
1
Percorsi di orientamento, formazione e accompagnamento nella progettazione e creazione di impresa singola o associata.
ConclusioneFrequenza 80% iscritti, con costituzione di imprese
Sistema regionale di monitoraggio
2 Tirocini professionalizzanti90% tirocini conclusi 30% tirocinanti assunti
3.2 - INDICATORI REGIONALI (P.O.R.)
3.2.1 - Indicatori di realizzazione
Obiettivo specifico: e) INDICATORI
Attuare politiche per il lavoro attive e preventive con particolare attenzione all'integrazione dei migranti nel mercato del lavoro, all'invecchiamento attivo, al lavoro autonomo e all'avvio di imprese
N. di progetti (approvati, avviati, conclusi) per tipologia di intervento.N. di destinatari (approvati, avviati, conclusi) per tipologia d’intervento e per caratteristiche principali (avviati).
3.2.2. – Indicatori di risultato
Denominazione Dato di partenza
Target Fonte
Obiettivo specifico e) : attuare politiche del lavoro attive e preventive con particolare attenzione all'integrazione dei migranti nel mercato del lavoro, all'invecchiamento attivo, al lavoro autonomo e all'avvio di impreseTasso di copertura della popolazione servita dalle politiche attive e preventive sostenute dall’obiettivo (media annua), declinato per genere
0,8 % 0,8 %
Monitweb e ISTAT, rilevazione continua delle forze di lavoro
Tasso di incidenza degli interventi finalizzati al Monitweb
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 91
Provincia di Barletta-Andria-TraniServizio Formazione Professionale
lavoro autonomo e all’avvio di imprese sul totale di quelli realizzati dall’obiettivo
0 14,1% (da svilupp.)
Tasso di inserimento occupazionale lordo dei destinatari di Fse per target group prioritari dell’obiettivo (immigrati, popolazione in età matura) declinato per tipologia di rapporto di lavoro
21,7%
33,3%
Specifiche indagini campionarie sugli esiti occupazionali dell’azione (indagini di placement)
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 92
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Attività
AZIONI DI SOSTEGNO ALLA RIQUALIFICAZIONE PROFESSIONALE DELLE
PERSONE CON BASSO TITOLO DI STUDIO, FINALIZZATA
ALL'ACQUISIZIONE DI UN LIVELLO MINIMO DI COMPETENZE PER
AGEVOLARE L'INGRESSO NEL MERCATO DEL LAVORO
Obiettivo
specifico: e)
ATTUARE POLITICHE DEL LAVORO ATTIVE E PREVENTIVE CON
PARTICOLARE ATTENZIONE ALL'INTEGRAZIONE DEI MIGRANTI NEL
MERCATO DEL LAVORO, ALL'INVECCHIAMENTO ATTIVO, AL LAVORO
AUTONOMO E ALL'AVVIO DI IMPRESE
Obiettivo
operativo
SOSTENERE LA PARTECIPAZIONE AL MERCATO DEL LAVORO E
L'INSERIMENTO OCCUPAZIONALE TRAMITE L'OFFERTA DI MISURE
ATTIVE E PREVENTIVE RIVOLTE IN PARTICOLARE A GIOVANI,
DISOCCUPATI DI LUNGA DURATA, PERSONE CON BASSO TITOLO DI
STUDIO, E/O CON PIÙ DI 45 ANNI
Categoria di
spesa: 66
ATTUAZIONE DI MISURE ATTIVE E PREVENTIVE SUL MERCATO DEL
LAVORO
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 93
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1. PARTE PRIMA: ANALISI DEI FENOMENI
I livelli di scolarità e il mercato del lavoro
Un dato ormai consolidato nel nostro attuale mercato del lavoro è che le
possibilità occupazionali diminuiscono in presenza di un basso titolo di studio o di
qualifiche professionali.14 Le analisi congiunte sulla crisi economica, il capitale umano
e il mercato del lavoro, realizzate dall’Isfol, evidenziano infatti che nell’attuale
mercato del lavoro lo stato occupazionale aumenta nei lavori che richiedono un
titolo di studio e qualifiche professionali elevati. Questa tendenza trova conferma
nelle connotazioni del nostro attuale mercato del lavoro, caratterizzato dalla
presenza di alcune categorie particolarmente penalizzate, vale a dire i giovani con un
basso livello di scolarizzazione e gli over 50, le cui competenze in molti casi non
rispondono ancora/più alle richieste di un mercato del lavoro in continua evoluzione.
Il Rapporto in questo senso fornisce indicazioni incoraggianti sul sistema
nazionale di istruzione e formazione, che presenta livelli di scolarizzazione sempre
maggiori. Il tasso di passaggio dalla scuola media inferiore al secondo ciclo, ormai da
diversi anni, ha superato il 100% ed anche nel Mezzogiorno si osserva un deciso
processo di crescita della scolarizzazione. Nelle regioni del Sud, infatti, la frequenza
della scuola dell'obbligo è ormai totale, come anche il tasso di passaggio alla scuola
secondaria superiore, dopo la licenza media. Il fenomeno della disoccupazione
giovanile nel nostro Paese continua, tuttavia, a presentare dimensioni preoccupanti,
soprattutto se in presenza di un basso titolo di studio. Tale tendenza, pur comune a
ciascuna delle diverse ripartizioni territoriali, appare connotare fortemente le
regioni del meridione, dove il tasso di disoccupazione dei giovani con un basso titolo
di studio, si presenta molto al di sopra della media nazionale.
Dalla tabella. 1 emerge, dunque, con chiarezza che la disoccupazione nel
Mezzogiorno colpisce in modo particolare i giovani (15-34enni) con un basso livello
14 Fonte: Rapporto Isfol 2009
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 94
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di scolarizzazione. Tra le due fasce d’età, la più penalizzata sembra essere quella dei
15-24enni in possesso della sola licenza elementare: in questa fascia d’età, infatti, , è
disoccupato quasi un ragazzo su due, contro 1 ragazzo su cinque, nella fascia dei 25-
34enni.
Tabella 1 - Tasso di disoccupazione per titolo di studio, età e ripartizione geografica. Anno2009
CIRCOSCRIZIONI
TITOLI DI STUDIOTasso di disoccupazione, anni
15-24 25-34 35 e oltre Totale
NORD
Licenza elementare 30,9 12,4 6,6 7,5Licenza media 21,5 7,6 4,8 6,5Diploma 2-3 anni 19,0 7,3 4,3 6,2Diploma 4-5 anni 14,8 5,0 2,8 4,5Laurea breve, laurea, dottor.
23,4 7,0 1,7 3,7
Totale 18,2 6,4 3,7 5,3
CENTRO
Licenza elementare 16,6 12,6 6,8 7,4Licenza media 27,2 11,3 6,5 8,8Diploma 2-3 anni 23,0 8,6 6,3 8,3Diploma 4-5 anni 23,3 8,0 3,9 6,7Laurea breve, laurea, dottor.
32,6 11,9 2,7 5,8
Totale 24,8 9,8 4,8 7,2
SUD
Licenza elementare 40,8 22,0 12,1 13,6Licenza media 34,2 19,3 10,3 14,3Diploma 2-3 anni 36,1 19,6 8,0 13,9Diploma 4-5 anni 36,9 16,0 5,5 12,3Laurea breve, laurea, dottor.
41,2 20,4 2,8 8,3
Totale 36,0 18,1 7,6 12,5
ITALIA
Licenza elementare 32,9 17,0 8,8 9,9Licenza media 27,2 12,3 6,8 9,4Diploma 2-3 anni 22,9 9,1 5,1 7,6Diploma 4-5 anni 24,2 9,0 3,8 7,2Laurea breve, laurea, dottor.
29,6 11,6 2,2 5,5
TOTALE 25,4 10,5 5,0 7,8Fonte Elaborazione su dati ISTAT,Rilevazione sulle Forze di lavoro
Stesso andamento si rileva in ambito regionale (cfr. grafico 1). In Puglia, infatti,
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011
CLASSCLASS
CLASSCLASS
95
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nel 2009 circa la metà delle persone in cerca di occupazione (96.000 su 180.000)
hanno al massimo la licenza media. Più funzionali all’ingresso nel mercato del lavoro
sembrano invece i percorsi brevi, come i diplomi della durata di 2-3 anni: si tratta in
particolare di percorsi professionalizzanti realizzati negli istituti professionali o nel
canale della formazione professionale integrata.
Grafico 1 - Disoccupati per titolo di studio in Puglia. Anno 2009 (dati in migliaia)
Fonte Elaborazione su dati ISTAT,Rilevazione sulle Forze di lavoro
Non disponendo di informazioni relative allo stato formativo dei giovani della
provincia di BAT è tuttavia possibile fare riferimento per il 2009 ai valori
relativi alle province di Bari e di Foggia che ricomprendevano i dieci comuni
confluiti nella sesta provincia, ma anche agli ultimi dati disponibili (2008)
della provincia di BAT.
Prendendo a riferimento per il territorio di nostra competenza i valori di Bari
e Foggia, si nota che lo stato occupazionale dei giovani è fortemente condizionato dal
titolo di studio posseduto; soprattutto nella provincia di Foggia, circa la metà dei
giovani in cerca di occupazione ha conseguito al massimo la licenza media a fronte di
circa un ragazzo su tre della provincia di Bari (cfr. grafico 2).
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 96
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Grafico n. 2
Fonte Elaborazione su dati ISTAT,Rilevazione sulle Forze di lavoro
Nel 2008, sulla base dei dati disponibili, la provincia di BAT presentava valori
più in linea con quelli della provincia di Bari: i ragazzi in cerca di occupazione con al
massimo la licenza media erano poco più di un terzo.
Grafico n. 3
Fonte Elaborazione su dati ISTAT,Rilevazione sulle Forze di lavoro
Più funzionale all’ingresso nel mercato del lavoro sembrano dunque i
percorsi brevi, come i diplomi della durata di 3/4 anni: si tratta in particolare di
percorsi professionalizzanti realizzati negli istituti professionali o nel canale della
formazione professionale integrata.
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 97
Provincia di Barletta-Andria-TraniServizio Formazione Professionale
Relativamente alla situazione occupazionale dei giovani laureati, una ricerca
Svimez ha rilevato che a tre anni dalla fine del percorso di studi, circa la metà
(46,4%) dei laureati che hanno studiato al Sud è ancora disoccupato. Disoccupato
anche il 43,3% dei laureati con il massimo dei voti a fronte del 30,8% del Centro-
Nord, dove oltre l'80% dei laureati fuori corso da più di tre anni ha comunque
trovato un'occupazione.
2. PARTE SECONDA: STRATEGIE OPERATIVE
La natura del fenomeno critico rilevato (basso titolo di studio) comporta
strategie obbligate: attivazione di processi formativi, per acquisire competenze
che agevolino l'entrata nella vita attiva, avendo l'accortezza di usare metodologie
e approcci formativi per una popolazione comunque adulta e con un precario
bagaglio di apprendimenti formali.
1. Interventi di formazione e di accompagnamento al lavoro
Obiettivo
Acquisire competenze professionali certificate di immediata spendibilità nel sistema
produttivo, mediante azioni formative in presenza e sul lavoro e misure di
accompagnamento.
Struttura, numero di edizioni e parametro finanziario
L’azione prevede l’attivazione di 1 corso, della durata massima di 1.200 ore, delle quali
almeno il 20% di stage, con 15 allievi per corso ed un finanziamento di 15 euro x
h/allievo ed interesserà complessivamente 15 unità. Il percorso formativo sarà
completato con una obbligatoria azione di accompagnamento al lavoro, sotto forma di
tirocinio o di counselling alla creazione d’impresa.
L’intervento si articolerà pertanto nelle seguenti fasi sequenziali:
- la selezione dei partecipanti, mediante colloqui individuali, sulla base della
propensione personale del candidato e delle specifiche competenze d’ingresso, se
previste nel progetto;
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 98
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- il percorso formativo frontale della durata di 960 ore, preceduto dalla analisi/bilancio
delle competenze;
- lo stage della durata di 240 ore, finalizzato alla realizzazione di una esperienza di
alternanza tra formazione e lavoro ed alla conoscenza diretta del mondo del lavoro;
- una azione di accompagnamento al lavoro, alla conclusione del corso, che preveda la
promozione e l’attuazione, per almeno il 50% degli allievi che concludono il corso, di
tirocini lavorativi della durata minima di tre mesi, presso aziende operanti nel settore
professionale di riferimento del corso, o l’attuazione di una azione di
assistenza/tutoraggio alla creazione d’impresa, della durata di 200 ore, per l’avvio di
attività imprenditoriale, singola o associata.
Potenziali beneficiari
Possono partecipare agli avvisi pubblici emanati dalla amministrazione Provinciale di
BAT organismi di formazione accreditati, operanti nell’ambito provinciale, con la
collaborazione, a seconda delle caratteristiche della fase di accompagnamento:
b) delle aziende che ospiteranno gli stages ed i tirocini,
b) di strutture operanti nel campo della job creation da almeno tre anni o di strutture
dell’associazionismo cooperativo per la fase di counselling /accompagnamento
/tutoraggio alla creazione d’impresa.
Potenziali destinatari
Inoccupati e disoccupati con basso titolo di studio (non superiore al diploma di scuola
secondaria di primo grado) iscritti nelle anagrafi dei Centri per l’Impiego della provincia
di BAT.
Vincoli o premialità nella valutazione dei progetti
La collaborazione con strutture che operano nella job creation o dell’associazionismo
cooperativo è considerata vincolante ai fini dell’ammissibilità del progetto.
Sarà assegnata una premialità ai progetti che prevedono l’attuazione di tirocini per più
del 50% degli allievi che concludono il corso.
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 99
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2. Tirocini professionalizzanti
Obiettivo
Acquisire competenze professionali certificate di immediata spendibilità nel sistema
produttivo mediante esperienza formativa on the job.
Struttura, numero di edizioni e parametro finanziario
L’azione va realizzata in collaborazione con i Centri per l’Impiego della provincia di
Bari. Il tirocinio avrà la durata di 6 mesi. Al tirocinante verrà riconosciuto un
contributo di 4.500,00 euro, erogato in tranches mensili di 750 euro.
In caso di assunzione a tempo indeterminato durante l’effettuazione dello stage, il
sostegno al reddito percepito dal lavoratore si trasforma in bonus a favore
dell’impresa per la parte residua di mensilità spettanti, a partire dal momento
dell’assunzione. Il tirocinio viene realizzato sulla base di un progetto che prevede la
presenza di un tutor aziendale e la definizione delle competenze da acquisire.
L’azione interesserà 11 unità. .
Potenziali beneficiari
Possono partecipare agli avvisi pubblici le aziende, produttrici di beni e servizi, aventi
sede di lavoro o unità produttive nella provincia di BAT.
Potenziali destinatari
Inoccupati e disoccupati con basso titolo di studio (non superiore al diploma di scuola
secondaria di primo grado) ) iscritti nelle anagrafi dei Centri per l’Impiego della
provincia di BAT.
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 100
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3. PARTE TERZA: INDICATORI DI REALIZZAZIONE E DI RISULTATO
3.1.- INDICATORI PROVINCIALI
3.1.1.- Indicatori di realizzazione
AZIONI A FAVORE DEI DESTINATARI INDICATORI
1
Interventi di formazione e di accompagnamento al lavoro N. di progetti (approvati, avviati,
conclusi) per tipologia di interventoN. di destinatari (approvati, avviati, conclusi) per tipologia d’intervento e per caratteristiche principali (degli avviati)2 Tirocini professionalizzanti
3.1.2. – Indicatori di risultato
AZIONI A FAVORE DEI DESTINATARI Dato di part. Dato atteso Fonte
1 Interventi di formazione e di accompagnamento al lavoro
Certificazione conseguita dall’80% di allievi iscritti
Sistema regionale di monitoraggio Sistema regionale di monitoraggio
2 Tirocini professionalizzanti
90 % tirocini conclusi.30% tirocinanti assunti
3.2.- INDICATORI REGIONALI (P.O.R.)
3.2.1.- Indicatori di realizzazione
Obiettivo specifico: e) INDICATORI
Attuare politiche del lavoro attive e preventive con particolare attenzione all'integrazione dei migranti nel mercato del lavoro, all'invecchiamento attivo, al lavoro autonomo e all'avvio di imprese
N. di progetti (approvati, avviati, conclusi) per tipologia di interventoN. di destinatari (approvati, avviati, conclusi) per tipologia d’intervento e per caratteristiche principali (avviati)
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 101
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3.2.2. – Indicatori di risultato
Denominazione Dato di part.
Target Fonte
Obiettivo specifico e): attuare politiche del lavoro attive e preventive con particolare attenzione all'integrazione dei migranti nel mercato del lavoro, all'invecchiamento attivo, al lavoro autonomo e all'avvio di imprese
Tasso di copertura della popolazione servita dalle politiche attive e preventive sostenute dall’obiettivo (media annua) declinato per genere
0,8 0,8%
Monitweb e ISTAT, rilevazione continua delle forze di lavoro
Tasso di incidenza degli interventi finalizzati al lavoro autonomo e all’avvio di imprese sul totale di quelli realizzati dall’obiettivo 0 14,1%
Monitweb (da svilupp.)
Tasso di inserimento occupazionale lordo dei destinatari di Fse per target group prioritari dell’obiettivo (immigrati, popolazione in età matura) declinato per tipologia di rapporto di lavoro
21,7% 33,3%
Specifiche indagini campionarie sugli esiti occupazionali dell’azione (indagini di placement)
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 102
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Attività
AZIONI INTEGRATE PER L'ADATTAMENTO DELLE COMPETENZE DELLE
PERSONE CON PIÙ DI 45 ANNI ALLE ESIGENZE DEL SISTEMA
PRODUTTIVO E PER CONSENTIRE LA LORO PERMANENZA ATTIVA SUL
MERCATO DEL LAVORO
Obiettivo
specifico: e)
ATTUARE POLITICHE DEL LAVORO ATTIVE E PREVENTIVE CON
PARTICOLARE ATTENZIONE ALL'INTEGRAZIONE DEI MIGRANTI NEL
MERCATO DEL LAVORO, ALL'INVECCHIAMENTO ATTIVO, AL LAVORO
AUTONOMO E ALL'AVVIO DI IMPRESE
Obiettivo
operativo
SOSTENERE LA PARTECIPAZIONE AL MERCATO DEL LAVORO E
L'INSERIMENTO OCCUPAZIONALE TRAMITE L'OFFERTA DI MISURE
ATTIVE E PREVENTIVE RIVOLTE IN PARTICOLARE A GIOVANI,
DISOCCUPATI DI LUNGA DURATA, PERSONE CON BASSO TITOLO DI
STUDIO, E/O CON PIÙ DI 45 ANNI
Categoria di
spesa: 67
MISURE CHE INCORAGGINO L’INVECCHIAMENTO ATTIVO E
PROLUNGHINO LA VITA LAVORATIVA
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 103
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1. PARTE PRIMA: ANALISI DEI FENOMENI
La situazione del mercato del lavoro degli over 45
La transizione verso economie di mercato aperte impone alle imprese di adattarsi
al libero mercato e di rispondere alle esigenze di ammodernamento delle competenze
della loro forza lavoro per accrescere la competitività.
Contemporaneamente si è ampliato il divario sociale ed economico tra coloro che
possiedono le competenze necessarie per il libero mercato e quelli con un bagaglio di
competenze scarse o obsolete. In un mercato del lavoro segnato, dunque, da
un’esasperata competitività e flessibilità gli over 45 sono considerati, in tutti i Paesi
dell’Unione europea, una delle categorie di lavoratori più esposte al rischio
disoccupazione.
La debolezza della loro posizione nell’ambito del mercato del lavoro è infatti da
ricondurre principalmente proprio alla carenza/inadeguatezza delle competenze
professionali possedute cui spesso, sempre più di frequente, le aziende sopperiscono o
con l’ingresso di nuove competenze, provenienti le nuove leve di lavoratori o con il
ricorso ad operazioni di outsourcing.
Secondo gli studi Ires, lo stato di disoccupazione degli over 45 si accompagna
spesso a non solo al possesso di competenze professionali ormai inadeguate rispetto alle
nuove richieste del mercato, ma anche ad una bassa scolarità e a condizioni retributive
inferiori alla media nazionale.
L’analisi territoriale mostra che questa fascia di lavoratori si concentra in modo
particolare nelle regioni meridionali, dove spesso gli uomini over 45 rappresentano, da
un punto di vista occupazionale, il cardine principale intorno a cui ruota la sussistenza
della famiglia nel suo complesso (crf. tabella 1).
Anche in Puglia, come in tutte le regioni meridionali, la partecipazione dei
giovani e delle donne al mercato del lavoro è particolarmente bassa e la posizione
occupazionale del capofamiglia si presenta più critica che altrove: un eventuale
indebolimento dello stato occupazionale degli uomini over 45, infatti potrebbe,
soprattutto nei periodi di alternanza tra lavoro e non lavoro, far scivolare tutto il nucleo
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 104
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familiare in situazioni di indigenza.
Tabella 1 - Ripartizione geografica e modelli familiari Italia - Anno 2009
Nord ovest
Nord est Centro Sud Isole Totale
Lavora solo l'uomo 25,2 21,3 28,2 51,8 54,8 34,6 Lavorano entrambi 71,5 75,2 67,8 42,7 40,5 61,3 Lavora solo la donna 3,4 3,5 4 5,5 4,6 4,2 Totale 100 100 100 100 100 100
Fonte: EU SILC 2009
Grafico n. 1
Fonte Elaborazione su dati ISTAT,Rilevazione sulle Forze di lavoro
In Puglia, questa situazione è resa ancor più critica dall’ulteriore diminuzione
nel corso del 2009 del tasso d’occupazione degli over 45, attestatosi al 56,6% mentre
quello degli over 55 è sceso al 13,9%. Valori che collocano la Puglia all’ultimo posto tra
le Regioni del Sud, dopo la Campania (cfr. grafico 2).
Il tasso occupazionale al Sud è poi fortemente dipendente dal livello di
scolarità posseduto (cfr tabella 2). I dati Istat confermano che al Sud, nel 2009, risulta
occupato soltanto il 32,2% degli over 45 in possesso della licenza elementare, (rispetto
al 56,6% dei lavoratori del Nord o al 49,1% dei lavoratori del Centro Italia) e circa la
metà (52,6%) di coloro che posseggono la licenza media (rispetto al 75% dei lavoratori
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 105
Provincia di Barletta-Andria-TraniServizio Formazione Professionale
del Nord o al 70,4% dei lavoratori del Centro Italia).
Grafico 2 - Tasso di occupazione degli over 45 nelle regioni meridionaliAnno 2009 - (valori %)
Fonte Elaborazione su dati ISTAT,Rilevazione sulle Forze di lavoro
Tabella 2 - Tasso di occupazione degli over 45 per titolo di studio e ripartizione geografica. Anno 2009 (valori %)
CLASSI DI ETÀ
Licenza elementar
e
Licenza media
Diploma 2-3 anni
Diploma 4-5 anni
Laurea dottorato Totale
NORD45-54 56,6 75,0 79,7 87,5 92,2 79,955-64 20,9 31,8 36,8 49,0 63,1 35,2
CENTRO45-54 49,1 70,4 76,9 84,0 91,5 77,255-64 22,6 34,3 40,7 51,3 66,6 39,3
MEZZOGIORNO45-54 32,2 52,6 65,8 72,8 90,3 58,755-64 18,0 32,9 38,1 52,7 68,1 34,3
ITALIA45-54 42,2 66,2 76,8 82,3 91,5 72,255-64 20,0 32,6 37,7 50,7 65,6 35,7Fonte Elaborazione su dati ISTAT,Rilevazione sulle Forze di lavoro
Nell’ambito della provincia di BAT la popolazione over 45 era costituita al 1°
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011
Popolazione di 15 anni e oltre per titolo di studio, classe di età e
106
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gennaio 2010 complessivamente da 97.744 unità (cfr. grafico 3).
Grafico n. 3
Fonte: DemoIstat
L’indisponibilità per l’anno 2009 di dati relativi allo stato occupazionale degli
over 45 della provincia di BAT si farà riferimento agli ultimi valori disponibili
(anno 2008) e per il 2009 dagli indici registrati nelle province di Bari e Foggia, a
cui facevano capo i dieci comuni ora confluiti nel territorio della nuova
provincia.
Nel 2008, nella provincia di BAT, il tasso di occupazione dei 45-64enni si
attestava al 44,7% con forti differenzazioni rispetto alla variabile di genere che vede la
componente femminile in una condizione di sensibile ritardo rispetto alla componente
maschile (cfr. grafico n. 4). Infatti, considerando la fascia dei 55-64enni, il dato
provinciale che emerge indica che il 36,6% della popolazione residente risulta
occupata, ma tale percentuale scende al 15,1% se si considera il dato della sola
componente femminile. Tale differenza diventa peraltro ancor più evidente
confrontano i dati delle persone tra i 45 e i 54 anni, laddove la percentuale degli
occupati passa dall’85% registrato per la componente maschile a poco più del 22% per
quella femminile.
Osservando l’andamento dell’occupazione nell’ultimo biennio anche delle altre
due province pugliesi di riferimento si rileva che la BAT presenta un tasso
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 107
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d’occupazione degli over 45 sensibilmente inferiore: 51,4% a fronte del 60,1 di Bari e
del 57,8 della provincia di Foggia (cfr. grafico n. 5).
Grafico n. 4
Fonte: elaborazioni su dati Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro
Grafico n. 5
Fonte: elaborazioni su dati Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro
C’è inoltre da considerare che la situazione occupazionale dei 45-54enni a Bari
mostra nel 2009 un calo (-3 punti percentuali circa) mentre si registra un sensibilissimo
aumento per la fascia degli over 55.
Andamento inverso, invece, anche se più contenuto, nella provincia di Foggia: a
fronte di un lievissimo incremento del tasso di occupazione degli over 45 (+1 punto
percentuale) , si registra una lieve flessione degli over 55 (cfr. grafico 6)
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 108
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Grafico n. 6
Fonte: elaborazioni su dati Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro
Molto evidente, rispetto alla variabile di genere, è il divario dello stato
occupazionale della componente femminile: nelle due province infatti lavora circa una
donna su tre uomini in entrambe le fasce d’età (cfr. grafico 7).
Grafico n. 7
Fonte: elaborazioni su dati Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 109
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2. PARTE SECONDA: STRATEGIE OPERATIVE
Una delle possibilità per ridimensionare i rischi di fuoriuscita dalla vita attiva degli
over 45 è data dalla formazione professionale, in grado di “adattare” il bagaglio di
competenze possedute alle nuove performances lavorative richieste.
.
1. Interventi di formazione e di accompagnamento al lavoro
Obiettivo
Sostenere la permanenza nella vita attiva e facilitare il reingresso nel mercato del lavoro
di soggetti disoccupati over 45 mediante processi formativi di riqualificazione delle
proprie competenze.
Struttura, numero di edizioni e parametro finanziario
L’azione prevede l’attivazione di 1 corso, della durata massima di 1.000 ore, delle quali
almeno il 20% di stage, con 15 allievi per corso e con un finanziamento di 15 euro x
h/allievo. L’azione interesserà complessivamente 15 unità. Il percorso formativo sarà
completato con una obbligatoria azione di accompagnamento al lavoro, sotto forma di
tirocinio o di counselling alla creazione d’impresa.
L’intervento si articolerà pertanto nelle seguenti fasi sequenziali:
- la selezione dei partecipanti, mediante colloqui individuali, sulla base della
propensione personale del candidato e delle specifiche competenze d’ingresso, se
previste nel progetto;
- il percorso formativo frontale della durata di 800 ore, preceduto dalla analisi/bilancio
delle competenze;
- lo stage della durata di 200 ore, finalizzato alla realizzazione di una esperienza di
alternanza tra formazione e lavoro ed alla conoscenza diretta del mondo del lavoro;
- una azione di accompagnamento al lavoro, alla conclusione del corso, che preveda la
promozione e l’attuazione, per almeno il 50% degli allievi che concludono il corso, di
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 110
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tirocini lavorativi della durata minima di tre mesi, presso aziende operanti nel
settore professionale di riferimento del corso, o l’attuazione di una azione di
assistenza/tutoraggio alla creazione d’impresa, della durata di 200 ore, per l’avvio di
attività imprenditoriale, singola o associata.
Potenziali beneficiari
Possono partecipare agli avvisi pubblici emanati dalla Amministrazione Provinciale
di BAT organismi di formazione accreditati, operanti nell’ambito provinciale, in rete con
aziende.
Potenziali destinatari
Disoccupati over 45 anni, iscritti nelle anagrafi dei Centri per l’Impiego della provincia di
BAT, che intendano riqualificare le competenze di cui sono in possesso
Vincoli alla ammissibilità dei progetti
La collaborazione con strutture che operano nella job creation o dell’associazionismo
cooperativo è considerata vincolante ai fini dell’ammissibilità del progetto.
Sarà assegnata una premialità ai progetti che prevedono l’attuazione di tirocini per più
del 50% degli allievi che concludono il corso.
3. PARTE TERZA:
INDICATORI DI REALIZZAZIONE E DI RISULTATO
3.1.- INDICATORI PROVINCIALI
3.11.- Indicatori di realizzazione
AZIONI INDICATORI
1 Percorsi formativi di riqualificazionen. di progetti approvati, attivati e conclusin. di destinatari previsti, ammessi alle prove finali e ritenuti idonei
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3.1.2.- Indicatori di risultato
AZIONI Dato partenza
Dato atteso Fonte
1 Percorsi formativi di riqualificazioneCertificazione finaleconseguita da 80% iscritti
Sistema di monitoraggio regionale
3.2.- INDICATORI REGIONALI (P.O.R.)
3.2.1.- Indicatori di realizzazione
Obiettivo specifico: e) INDICATORIAttuare politiche del lavoro attive e preventive con particolare attenzione all'integrazione dei migranti nel mercato del lavoro, all'invecchiamento attivo, al lavoro autonomo e all'avvio di imprese
N. di progetti (approvati, avviati, conclusi) per tipologia di intervento N. di destinatari (approvati, avviati, conclusi) per tipologia d’intervento e per caratteristiche principali (degli avviati)
3.2.2. – Indicatori di risultato
Denominazione Dato di partenza
Target Fonte
Obiettivo specifico e) : attuare politiche del lavoro attive e preventive con particolare attenzione all'integrazione dei migranti nel mercato del lavoro, all'invecchiamento attivo, al lavoro autonomo e all'avvio di imprese
Tasso di copertura della popolazione servita dalle politiche attive e preventive sostenute dall’obiettivo (media annua) declinato per genere
0,8% 0,8%
Monitweb e ISTAT, rilevazione delle forze di lavoro
Tasso di incidenza degli interventi finalizzati al lavoro autonomo e all’avvio di imprese sul totale di quelli realizzati dall’obiettivo
0 14,1% Monitweb (da svilupp.)
Tasso di inserimento occupazionale lordo dei destinatari per target-group
Specifiche indagini campionarie sugli esiti
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prioritari età matura) declinato per dell’obiettivo (immigrati, popolazione in tipologia di rapporto di lavoro
21,7% 33,3% occupazionali dell’azione (indagini di placement)
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Attività AZIONI PER PROMUOVERE LA CRESCITA DI NUOVE IMPRENDITORIALITA’ BASATA SU UN USO ESTENSIVO DELLE TECNOLOGIE ICT
Obiettivo specifico: e)
ATTUARE POLITICHE DEL LAVORO ATTIVE E PREVENTIVE CON PARTICOLARE ATTENZIONE ALL'INTEGRAZIONE DEI MIGRANTI NEL MERCATO DEL LAVORO, ALL'INVECCHIAMENTO ATTIVO, AL LAVORO AUTONOMO E ALL'AVVIO DI IMPRESE
Obiettivo operativo
SOSTENERE LA NUOVA IMPRENDITORIALITA’ IN PARTICOLARE NEI SETTORI STRATEGICI INDICATI NEL DOCUMENTO STRATEGICO REGIONALE E DELLA PROGRAMMAZIONE REGIONALE A FINALITA’ STRUTTURALE
Categoria di spesa: 68
SOSTEGNO AL LAVORO AUTONOMO E ALL’AVVIO DI IMPRESE
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1. PARTE PRIMA: ANALISI DEI FENOMENI
L’uso della tecnologia ICT
La crescente attenzione della Regione per le tecnologie ICT è testimoniato dal
fatto che la Puglia si è dotata di recente di un Centro di Competenze nel settore
dell’Information and Communication Tecnology (Ict): si chiama Daisy-Net, società
consortile a cui partecipano le Università di Bari, Foggia e del Salento, il Politecnico di
Bari e già 32 aziende locali - ma il numero è destinato a crescere - grandi, medie e
piccole. Ha sede a Tecnopolis ed ha per obiettivo fornire risposte concrete e rapide al
bisogno di innovazione delle imprese del territorio.
Dei sei centri nati al Sud, organizzati su basi regionali, Daisy-Net (acronimo di
Driving Advances of Ict in South Italy - Net, http://daisy-net.com) è l’unico in Puglia nel
settore dell’Ict. Il Ministero dell'Università e della Ricerca, infatti, su indicazione Ue nel
2006 ha voluto la realizzazione dei Centri di Competenza come un tipo di Polo di
Innovazione. Quello Ict-Sud si compone di cinque nodi, nelle regioni dell'obiettivo 1:
Calabria (capofila), Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia. Daisy-Net rappresenta un polo
di innovazione ed è un laboratorio pubblico-privato attivo anche nei Distretti produttivi
per trovare alle imprese il giusto modello di business, anche trasformando i problemi
ambientali, sociali ed industriali in nuove opportunità, nonché le relative tecnologie
idonee a perseguirlo. Il centro pugliese ha già visto approvarsi un progetto nell’ambito
del bando “Industria 2015”, il disegno di legge del 2006 che stabilisce le future linee
strategiche per lo sviluppo e la competitività del sistema produttivo italiano. Il progetto
verte sulla gestione della logistica per rafforzare il Made in Italy e la sua certificazione,
in particolare nel settore portante dell’agroalimentare.
Un interessante quadro dell’attenzione delle aziende pugliesi per le nuove
tecnologie ICT è quello che si ricava dai risultati dell’indagine condotta dalla School of
Management del Politecnico di Milano, su un campione statisticamente significativo di
circa 400 imprese della Puglia con un numero di addetti inferiore a 500 addetti.
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Dall'indagine emerge che gli imprenditori del Sud sono attenti e sensibili alle tematiche
ICT: nel 2008 infatti le PMI locali hanno speso 320 milioni di Euro in IT e le imprese
pugliesi sono in linea con la media delle PMI italiane, anche se più della metà è ancora
immatura in termini di utilizzo di tali tecnologie. Per quanto riguarda la dimensione
complessiva del mercato It della Puglia, calcolato come somma degli acquisti di
componenti hardware, di licenze software e di servizi It da parte delle imprese fino a
500 addetti nel corso del 2008, ammonta a circa 320 milioni di euro, a fronte di una
spesa media per addetto pari a circa 460 euro. Circa il 55% del mercato It è relativo
all’acquisto di dispositivi hardware. Il restante 45% fa riferimento all’acquisto di licenze
software, relative a tutte le applicazioni pacchettizzate utilizzate nelle imprese e
all’acquisto di servizi It, che possono essere relativi all’infrastruttura It dell’impresa o al
parco applicativo.
Le microimprese, con un numero di addetti inferiore a 10, rappresentano la
fetta più rilevante del mercato, pari a circa il 55%, mentre rappresentano circa il 95%
del totale delle imprese operanti in Puglia. Le imprese con numero di addetti compreso
tra 10 e 49 pesano invece circa il 30% del mercato It, mentre il restante 15% è
costituito dalle imprese con un numero di addetti compreso tra 50 e 500.
Focalizzando l’attenzione sulle imprese “lungimiranti”, emergono alcune
“condizioni” comuni favorevoli allo sviluppo dell’innovazione basata sulle Ict: una
elevata sensibilità del vertice nell’utilizzo di tali tecnologie, la presenza all’interno
dell’impresa di un Pivot Ict, un “innovatore” in grado svolgere un ruolo di collegamento
tra il business, la funzione It e i fornitori, e infine la presenza di una direzione It con
competenze non solo tecnologiche ma anche gestionali e di business. I settori in media
più “maturi” sono quelli della chimica-gomma-plastica, del metalmeccanico-elettrico e
dei servizi finanziari e assicurativi. Al contrario, costruzioni, commercio e trasporti sono
quelli caratterizzati da un livello di maturità Ict inferiore, soprattutto a causa del peso
rilevante delle imprese di dimensioni minori, in cui l’adozione di tali tecnologie è
ancora bassa.
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Dall’analisi emerge come una percentuale consistente di imprese (pari al 25%)
utilizzi sistemi sviluppati ad hoc “datati” (con un anno medio di adozione che risale al
2000) e quindi poco flessibili rispetto ai cambiamenti che si dovessero rendere
necessari. Al contrario, la percentuale di imprese che ha adottato sistemi gestionali
“evoluti” (Erp internazionali, gestionali verticali e gestionali nazionali), caratterizzati da
un livello più elevato di flessibilità, risulta essere inferiore rispetto alla media nazionale
(22% rispetto al 29%). Solo il 14% delle Pmi ha integrato il sistema gestionale
attraverso l’utilizzo di applicazioni “evolute” quali, ad esempio, la Business Intelligence,
il Crm, le applicazioni Mobile &Wireless, le applicazioni Intranet ed Extranet, ecc. Negli
altri casi di adozione si osserva un utilizzo di tali applicazioni confinato ad alcuni ambiti
specifici, senza un chiaro progetto di integrazione con il resto del parco applicativo.
In particolare, il 10% delle imprese con un numero di addetti compreso tra 250
e 500 utilizza applicazioni di Business Intelligence, contro una media nazionale
superiore al 30%. Le applicazioni Mobile&Wireless più diffuse sono quelle più semplici
di Mobile Office, seguite dalle applicazioni di gestione del magazzino e di automazione
della forza vendita, in particolare nel commercio e in alcuni comparti del
manifatturiero. Solo nei casi più evoluti, le applicazioni Intranet supportano la gestione
documentale e la collaborazione tra i dipendenti. In tutti gli altri casi si limitano a
fornire informazioni e servizi generici ai membri dell’organizzazione.
Migliore è la situazione delle PMI della Puglia, con riferimento all’infrastruttura
Ict. Se, da una parte, circa 1 impresa su 4 utilizza un’infrastruttura “Conservativa”
(basata su tecnologia proprietaria), coerentemente con la maggiore diffusione di
sistemi sviluppati ad hoc che spesso si basano su tali infrastrutture, dall’altra si
evidenzia una percentuale contenuta di infrastrutture “Embrionali” e una diffusione di
infrastrutture “Evolute” in linea con i dati rilevanti a livello nazionale.
L’indisponibilità di dati specifici relativamente al settore ICT, riferibili alla sola
provincia di BAT, ci consente di far nostre le conclusioni dell’indagine Istat
relativamente al loro utilizzo da parte delle imprese di piccole e medie dimensioni,
date le caratteristiche strutturali del tessuto economico e produttivo locale.
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2. SECONDA PARTE: STRATEGIE OPERATIVE
L’elemento più significativo del quadro delineato è dato dalla constatazione
che la minore maturità nella diffusione/utilizzazione dell’ICT è legata
prevalentemente alle dimensioni aziendali (abbiamo notato come anche la variabile
settoriale in ultima analisi fosse riconducibile a quella dimensionale). Ed è appunto la
creazione o il rafforzamento di micro e piccole aziende che è la finalità prioritaria di
questa azione.
1. Interventi di formazione e di accompagnamento al lavoro
Obiettivo
Sviluppo di competenze per la creazione o il rafforzamento di micro e piccole imprese
basate sull’uso estensive delle ICT.
Struttura, numero di edizioni e parametro finanziario
L’azione prevede l’attivazione di 1 corso, della durata massima di 1.000 ore, delle
quali almeno il 20% di stage, con 15 allievi per corso e con un finanziamento di 15
euro x h/allievo. L’azione interesserà complessivamente 15 unità. Il percorso
formativo sarà completato con una obbligatoria azione di accompagnamento al
lavoro, sotto forma di tirocinio o di counselling alla creazione d’impresa.
L’intervento si articolerà pertanto nelle seguenti fasi sequenziali:
- la selezione dei partecipanti, mediante colloqui individuali, sulla base della
propensione personale del candidato e delle specifiche competenze d’ingresso, se
previste nel progetto;
- il percorso formativo frontale della durata di 800 ore, preceduto dalla
analisi/bilancio delle competenze;
- lo stage della durata di 200 ore, finalizzato alla realizzazione di una esperienza di
alternanza tra formazione e lavoro ed alla conoscenza diretta del mondo del lavoro;
- una azione di accompagnamento al lavoro, alla conclusione del corso, che preveda la
promozione e l’attuazione, per almeno il 50% degli allievi che concludono il corso, di
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tirocini lavorativi della durata minima di tre mesi, presso aziende operanti nel settore
professionale di riferimento del corso, o l’attuazione di una azione di
assistenza/tutoraggio alla creazione d’impresa, della durata di 200 ore, per l’avvio di
attività imprenditoriale, singola o associata.
Potenziali beneficiari
Possono partecipare agli avvisi pubblici emanati dalla Amministrazione
Provinciale di Bari organismi di formazione accreditati, operanti nell’ambito
provinciale, in rete con aziende leader nel settore informatico.
Potenziali destinatari
Disoccupati in possesso di diploma o laurea.
Vincoli alla ammissibilità dei progetti
La collaborazione con strutture che operano nella job creation o dell’associazionismo
cooperativo è considerata vincolante ai fini dell’ammissibilità del progetto.
Sarà assegnata una premialità ai progetti che prevedono l’attuazione di tirocini per
più del 50% degli allievi che concludono il corso ed ai progetti che prevedono come
campo di attività i beni culturali.
3. PARTE TERZA: INDICATORI DI REALIZZAZIONE E DI RISULTATO
3.1. INDICATORI PROVINCIALI
3.1.1.- Indicatori di realizzazione
AZIONI A FAVORE DEI DESTINATARI INDICATORI
1Interventi di formazione e di accompagnamento al lavoro
N. di progetti (approvati, avviati, conclusi) per tipologia di interventoN. di destinatari (approvati, avviati, conclusi) per tipologia d’intervento e per caratteristiche principali (degli avviati)
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3.1.2. – Indicatori di risultato
AZIONI A FAVORE DEI DESTINATARI
Dato di part. Dato atteso Fonte
1
Interventi di formazione e di accompagnamento al lavoro
Conclusionefrequenza80% iscritti
Sistema di monitoraggio regionale
3.2 INDICATORI REGIONALI (P.O.R.)
3.2.1.- Indicatori di realizzazione
Obiettivo specifico: e) INDICATORIAttuare politiche del lavoro attive e preventive con particolare attenzione all'integrazione dei migranti nel mercato del lavoro, all'invecchiamento attivo, al lavoro autonomo e all'avvio di imprese
N. di progetti (approvati, avviati, conclusi) per tipologia di interventoN. di destinatari (approvati, avviati, conclusi) per tipologia d’intervento e per caratteristiche principali (degli avviati)
3.2.2. – Indicatori di risultato
Denominazione Dato di partenza Target FonteObiettivo specifico e): attuare politiche del lavoro attive e preventive con particolare attenzione all'integrazione dei migranti nel mercato del lavoro, all'invecchiamento attivo, al lavoro autonomo e all'avvio di imprese
Tasso di copertura della popolazione servita dalle politiche attive e preventive sostenute dall’obiettivo (media annua) declinato per genere
0,8% 0,8%
ISTAT, rilevazione continua delle forze di lavoro
Tasso di incidenza degli interventi finalizzati al lavoro autonomo e all’avvio di imprese sul totale di quelli realizzati dall’obiettivo
0 14,1%
Sistema regionale di monitoraggio
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Tasso di inserimento occupazionale lordo dei destinatari per target group prioritari dell’obiettivo (immigrati, popolazione in età matura), declinato per tipologia di rapporto di lavoro
21,7% 33,3%
Specifiche indagini campionarie sugli esiti occupazionali dell’azione (indagini di placement)
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Attività INTERVENTI DI SOSTEGNO AGLI ACCORDI FRA LE PARTI SOCIALI
FINALIZZATI ALL’INSERIMENTO LAVORATIVO PREVIO PERCORSO DI
FORMAZIONE MIRATA, INTERVENTI PER LA PROMOZIONE DELLA
PARTECIPAZIONE FEMMINILE AL MERCATO DEL LAVORO
Obiettivo
specifico: f) MIGLIORARE L’ACCESSO DELLE DONNE SULL’OCCUPAZIONE E RIDURRE
LE DISPARITA’ DI GENERE
Obiettivo
operativo SOSTENERE L’ACCESSO DELLE DONNE AL MERCATO DEL LAVORO
Categoria
di spesa:
66
ATTUAZIONE DI MISURE ATTIVE E PREVENTIVE SUL
MERCATO DEL LAVORO
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Attività
INTERVENTI PER LA PROMOZIONE DELLA PARTECIPAZIONE FEMMINILE
AL MERCATO DEL LAVORO
INTRODUZIONE E MESSA A REGIME DI POLITICHE DI CONCILIAZIONE
PER PROMUOVERE L’ ACCESSO DELLE DONNE AL MERCATO DEL
LAVORO E ALLA FREQUENZA AI PERCORSI FORMATIVI, ATTRAVERSO
LO SVILUPPO DI SERVIZI INNOVATIVI COME IL TUTORAGGIO E I
VOUCHER DI CONCILIAZIONE
RAFFORZAMENTO E QUALIFICAZIONE DELL'OFFERTA DI SERVIZI
ATTRAVERSO LA FORMAZIONE DI NUOVE FIGURE PROFESSIONALI,
QUALI FIGURE DI "SOSTITUZIONE" PER FAVORIRE LE DONNE
LAVORATRICI
PERCORSI INTEGRATI E INDIVIDUALIZZATI PER IL RECUPERO E LA
TRANSIZIONE AL LAVORO DELLE DONNE, ANCHE IN CONDIZIONE DI
DISAGIO SOCIALE
INIZIATIVE A SUPPORTO DELLE LOTTA ALLE DISCRIMINAZIONI
RETRIBUTIVE E DI CARRIERA DELLE DONNE
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Obiettivo
specifico f)
MIGLIORARE L’ACCESSO DELLE DONNE SULL’OCCUPAZIONE E RIDURRE
LE DISPARITA’ DI GENERE
Obiettivo
operativo
SOSTENERE L’ACCESSO DELLE DONNE AL MERCATO DEL LAVORO
Categoria di
spesa: 69
MISURE PER MIGLIORARE L'ACCESSO ALL'OCCUPAZIONE ED
AUMENTARE LA PARTECIPAZIONE SOSTENIBILE DELLE DONNE
ALL'OCCUPAZIONE PER RIDURRE LA SEGREGAZIONE DI GENERE SUL
MERCATO DEL LAVORO E PER RICONCILIARE LA VITA LAVORATIVA E
PRIVATA, AD ESEMPIO FACILITANDO L'ACCESSO AI SERVIZI DI CUSTODIA
DEI BAMBINI E ALL'ASSISTENZA DELLE PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI
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1. PARTE PRIMA: ANALISI DEI FENOMENI
Le donne e il mercato del lavoro in Europa e in Italia
Le donne rappresentano, in tutti i Paesi europei, uno dei target più deboli del
mercato del lavoro (cfr. tabella 1).
Tabella 1 - Tasso di occupazione in Europa per numero di figli anno 2009 - (valori %)
Paesi Numero di figli Totale0 1 2 3
Italia 65 60,6 54,6 42,6 60,2 UE 27 76,7 72,4 69,2 55 72 Francia 81,3 79 78,4 58,2 77,4 Germania 81,6 76,8 70,3 51,1 76,4 Olanda 82,5 80,8 80,1 70,2 80,2 Regno U. 82,7 76,1 71,4 50,4 75,2Spagna 71,3 65,2 61,1 52,2 65,9
Fonte: Eurostat Labour Force survey 2009
La situazione dell’occupazione femminile15 nel vecchio continente presenta alcune
caratteristiche peculiari, sintetizzate dalla Relazione sulla parità di opportunità tra uomo e
donna 2009 della Commissione europea in otto punti:
crescita annuale e costante dell’occupazione femminile, con ritmo superiore a quella
maschile, anche tra gli over 55;
sensibile e progressiva riduzione del divario di genere nel tasso di occupazione ma
persistenza di tale squilibrio nelle classi giovanili, che non spiegandosi solo col fattore
istruzione (più elevata tra le donne) - chiama in causa dinamiche discriminatorie;
segregazione settoriale e professionale costante, e in alcuni paesi perfino in aumento.
Ciò sembrerebbe indicare che le donne continuano a lavorare in settori e professioni
dove già si riscontra una forte presenza femminile;
persistente divario di genere nella retribuzione, stabilmente assestato sul 15% dal
2003;
15 Fonte: ISFOL, Mercato del lavoro e politiche di genere 2009-2010, I Rapporto sull’occupazione femminile in Italia, Roma 2011.
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drastico calo del tasso di occupazione delle donne con figli piccoli a carico (-13,6 punti
in media), e parallelo aumento invece di quello maschile. Infatti il tasso di occupazione
delle donne con figli a carico è appena del 62,4%, contro il 91,4% degli uomini, con uno
scarto di ben 29 punti percentuali;
prevalenza femminile nel part time e nei contratti atipici: oltre tre quarti dei lavoratori
a tempo parziale sono donne (76,5%), un dato che corrisponde a una donna su tre,
rispetto a meno di un uomo su dieci. Anche il ricorso a contratti d'impiego a tempo
determinato è più frequente tra le donne (il 15,1%, ovvero un punto in più rispetto agli
uomini);
frammentarietà e minore rimuneratività delle carriere professionali delle donne : più
brevi, più lente e meno vantaggiose.
Da un punto di vista meramente quantitativo, secondo i dati Istat 2009 le donne in
Italia rappresentano circa la metà delle forze di lavoro (appena il 30,6% nel
Mezzogiorno). Il tasso di occupazione femminile nel nostro Paese è sceso negli ultimi
mesi al 46,4%, collocando l’Italia all’ultimo posto in Europa. Il 30,6 % rispetto al 69% di
quella maschile.
Grafico 1 - Tasso di occupazione maschile e femminile dei 15-64enni per ripartizione territoriale. Anno 2009 - (Valori %)
Fonte Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro
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Dall’analisi delle diverse ripartizioni territoriali (cfr. grafico 1) si osserva che la
partecipazione femminile al mercato del lavoro risulta inferiore a quella maschile in
tutto il territorio nazionale.
Le donne e il mercato del lavoro in Puglia
Secondo l’indagine Cesos del 2008 “Il lavoro femminile in Puglia”, il tasso
d’occupazione delle donne tra 15-64 anni è aumentato di circa 41 mila unità, ad un
tasso medio annuo dello 0,2%, in linea con l’andamento registrato nel Mezzogiorno a
fronte di una flessione dell’occupazione maschile. Molto ragionevolmente questo
andamento è dovuto al processo di flessibilizzazione del mercato del lavoro e al
progressivo e continuo sviluppo dei lavori cosiddetti “atipici” che hanno contribuito ad
accrescere la propensione delle imprese ad incrementare l’occupazione femminile.
Nonostante questo trend positivo la presenza femminile nel mondo del lavoro
pugliese continua a presentare ancora forti squilibri rispetto alla componente maschile
ed accusa un ritardo rispetto alla media nazionale di oltre 17 punti percentuali: nel
2009 il tasso di occupazione femminile della Puglia non raggiunge il 30% rispetto al
47% circa della media italiana, come ci attesta la tabella 2.
Tabella n. 2 - Occupati in complesso e tasso di occupazione (15-64 anni) per sesso e regione
Anno 2009 (valori assoluti in migliaia e valori in percentuale)
Occupati Tasso di occupazione
Maschi Femmine Maschi e femmine
Maschi Femmine Maschi e femmine
ITALIA 13.499 9.151 22.650 68,6 46,4 57,5Puglia 821 403 1.224 50,2 29,2 44,9
Fonte: elaborazioni su dati Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro
.
Nelle province di Bari e Foggia il tasso di occupazione femminile, che varia in
relazione alle fasce d’età, si attesta nel 2009 rispettivamente al 33,2 e al 38,3% (cfr.
tabella 3).
Il differenziale dell’occupazione tra maschi e femmine nel periodo 2004-2008
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oscilla per Bari dal 37,6% del 2005 al 33,7% del 2008 e per Foggia dal 39,2% del 2005
al 34,8 dell’anno precedente (cfr. grafico 2). Leggermente più contenuto nel 2009 sia
nella provincia di Bari che di Foggia attestandosi rispettivamente al 31,5% e al 36,1%.
Tabella 3 - Tasso di occupazione per classe d'età, sesso e area geografica.Anno 2009
Area
geografica
Totale (Maschi e Femmine) Femmine
15-24 anni
55 e oltre
15-64anni Totale
15-24 anni
55 e oltre
15-64anni Totale
Foggia 13,0 14,5 41,6 33,2 7,6 6,8 23,6 18,2Bari 20,6 15,7 47,2 38,3 16,4 7,4 31,5 24,8Taranto 20,1 10,6+ 43,9 35,0 13,8 6,7 26,9 20,9Brindisi 20,2 10,5 42,8 33,7 14,2 6,1 28,5 21,7Lecce 16,7 13,9 45,0 34,9 13,1 8,3 31,4 23,5PUGLIA 18,4 13,9 44,9 35,8 13,6 7,3 29,2 22,6ITALIA 21,7 15,5 57,5 44,9 17,0 9,7 46,4 34,7Fonte: elaborazioni su dati Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro
Grafico 2 - Andamento del differenziale dei tassi di occupazione tra maschi e femmine
Fonte: elaborazioni su dati Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro
Le donne e il mercato del lavoro in Provincia di BAT
Secondo le stime Istat aggiornate al I gennaio 2010, la popolazione femminile
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nella provincia di BAT ammontava a 132.156 unità. La distribuzione rispetto alle
diverse fasce d’età quella riportata nel grafico 3.
Grafico 23- Popolazione femminile in Provincia BAT (1.1.2010)
Fonte: DemoIstat
Passando ad esaminare l’analisi del mercato del lavoro femminile della
provincia di BAT, l’indisponibilità anche in questo caso di dati sullo stato occupazionale
delle donne induce a prendere come riferimento utile l’ultimo indice disponibile,
riferibile all’anno 2008.
Nel 2008 solo il 27,5% delle donne in età lavorativa (15-64enni) aveva una
occupazione: valore al di sotto della media regionale (30,2), ma soprattutto molto
distante da quella nazionale (47,2%) (cfr. grafico 3).
La lettura del mercato del lavoro in un’ottica di genere
Osservando le caratteristiche qualitative del nostro mercato del lavoro si continua
a rilevare la presenza di elementi che caratterizzano, in un’ottica di genere, la
debolezza “strutturale” della presenza delle donne nel mercato del lavoro:
gap di genere, differenziali percentuali tra uomini e donne, in tutti gli indicatori
del mercato del lavoro (tassi di attività, tassi di occupazione, tassi di
disoccupazione, inattività);
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Grafico n. 3 - Tasso di occupazione femminile (15-64 anni) Anno 2008
Fonte: elaborazioni su dati Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro
una specificità di genere nello scivolamento dall’occupazione all’inattività;
una strutturale segregazione di genere nel mercato del lavoro, per settori e
professioni (orizzontale e verticale);
una stretta correlazione di genere tra occupazione e presenza di figli, con
andamenti diversi per uomini e donne;
una discontinuità occupazionale femminile legata all’evento maternità;
forti squilibri tra uomini e donne nella gestione dei tempi di lavoro e di cura.
Alcuni di questi squilibri sono spesso correlati alla condizione familiare delle donne,
soprattutto quelle d’età compresa tra i 29 e i 49 anni. Questa fase, infatti, rappresenta
nella vita di una donna un momento cruciale sia per lo sviluppo dei percorsi di carriera,
sia per le scelte di maternità e in molti casi, corrisponde ad un arresto, definitivo o
momentaneo, del percorso lavorativo (cfr. tabella 4)
Al 2010, dunque, la maternità continua ad essere il principale motivo di
abbandono del lavoro da parte delle donne, che comporta una perdita secca dal
mercato del 16%. Le donne che lavoravano subito prima della nascita del figlio e che
subito dopo non lavoravano più, motivano l’abbandono del lavoro per poter stare con
il figlio in più dell’87% dei casi; mentre nel restante 13% avevano perso il lavoro.
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Tabella n. 4 - Transizioni lavoro – non lavoro a seguito della maternità
Immediatamente prima della maternità
Subito dopo la maternità
LAVORAVA NON LAVORAVA TOTALE
LAVORAVA 38,6 20,7 59,3NON LAVORAVA 3,8 36,9 40,7
TOTALE 42,4 57,6 100Fonte: Isfol Plus 2009
Le donne che hanno lavorato prima e dopo la nascita del figlio hanno usufruito
di un periodo di maternità garantita in oltre l’85% dei casi, mentre il restante 15% non
era sotto contratto durante il periodo di maternità. Le donne che non hanno lavorato
né prima né dopo la nascita del figlio nel 22% dei casi dichiarano come motivo
l’assenza di possibilità occupazionali, a fronte di un 78% che ha fatto questa scelta per
motivi personali o familiari.
Secondo un’indagine Isfol relativa alle determinanti dell’inattività femminile16
infatti, la condizione genitoriale e il “prendersi cura dei figli” risulta uno dei motivi
prevalenti dell’interruzione del lavoro, seguito dalla “scadenza del contratto” o
“licenziamento/ chiusura dell’azienda” (cfr. tabella 5).
Tabella n. 5 - Motivi interruzione della precedente attività lavorativa e attuale condizione. Anno 2008
Motivo prevalente per il qualeha smesso di lavorare
Attuale condizione prevalente ex lavoratrici
In cerca di occupazione Inattive Totale
Licenziamento, chiusura dell’azienda 16.60 12.60 14.00
Scadenza contratto a termine 35.30 17.30 23.80Prendersi cura dei figli 18.60 45.90 36.10Altro 21.40 10.50 14.40Non risponde 8.10 13.70 11.70
Totale 100,0 100,0 100,0Fonte: Isfol Indagine sull’attività femminile, 2008
Stesse conclusioni si ricavano anche dall’indagine “Isfol Plus 2009” (cfr. tabella 6)
16 Indagine CATI condotta nel 2007 su un campione di 6000 donne residenti in Italia tra i 25 e i 45 anni.
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sulla discontinuità occupazionale delle donne con figli: le analisi, infatti, confermano
che la maternità determina una netta caduta di partecipazione al mondo del lavoro.
Nella scelta dell’interruzione dell’attività lavorativa tuttavia incidono simultaneamente
più fattori: l’assenza di una rete familiare di sostegno, la non condivisione dei carichi
familiari e la carenza di servizi disponibili ed economicamente accessibili di supporto e
cura.
La caduta di partecipazione a seguito di maternità è più elevata nel nord dove
più elevata è l’occupazione femminile e più ridotta al sud dove i tassi di occupazione
delle donne sono più bassi. Pertanto non esiste alcun condizionamento extrasistema
che determini una variazione significativa a questa condizione.
Tabella n. 6- Transizioni lavoro – non lavoro a seguito della maternità
Fonte: Isfol Plus 2009
Rispetto alle classi di età l’incidenza maggiore si registra nella fascia 30-39, ossia
il momento in cui la donna viene simultaneamente compressa da esigenze di cura di
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figli e di anziani. In questa condizione il calcolo del costo opportunità di restare al
lavoro o affidarsi a terzi diventa dirimente, parallelamente alla valutazione della
disponibilità, accessibilità e fruibilità dei servizi di cura.
La questione degli strumenti di conciliazione è quindi un tema strettamente
legato alla partecipazione femminile. La tabella 7 evidenzia il rapporto tra donne non
occupate e conciliazione. Ossia donne che sarebbero disposte a lavorare se si
realizzassero una serie di condizioni.
Da uno studio realizzato dal Cesos nel 2009 sulle donne pugliesi inoccupate si
ricava che circa i 2/3 del campione sarebbe invece disposte a lavorare. L’indagine,
inoltre, mette in luce inoltre che la donna rappresenta una risorsa potenziale
inespressa che potrebbe al contrario dare un ampio contributo alla crescita del
prodotto interno lordo, se inserita in un mercato del lavoro stabile dal punto di vista
della sicurezza del rapporto di lavoro e flessibile dal punto di vista degli orari.
Secondo un’indagine di Confartigianato del 2009, l’82% delle imprenditrici
pugliesi intervistate sostiene che il problema maggiore è rappresentato dalla difficoltà
di conciliare l’impegno lavorativo e la cura della famiglia. Un problema talmente grave
che l’88% delle intervistate ritiene impossibile assentarsi dal lavoro per dedicarsi ai figli
o delegare ad altri le proprie mansioni nel periodo della maternità.
Il 63% del campione è drastico: la passione per il lavoro costringe a rinunciare
alla famiglia.
Per risolvere il problema il 91% chiede di aumentare i servizi alla famiglia, come
gli asili nido.
Stesse conclusioni si ricavano dall’indagine ISFOL PLUS del 2009: dalla tabella 7
infatti si ricava che l’assenza o l’insufficienza di un adeguato sistema di welfare sembra
rappresentare non solo un ostacolo al miglioramento delle condizioni di vita e di
indipendenza delle donne, ma si configura come vera e propria azione discriminatoria
che, di fatto, rende più difficile la loro partecipazione attiva al mercato del lavoro.
Tabella n. 7 - Disponibilità a lavorare qualora si verificassero determinate condizioni (donne
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in età 15-74 anni) - Anno 2009
Fonte: Isfol Plus 2009
Il tasso di inattività femminile
Altro indicatore che consente di completare l’analisi del mercato del lavoro è il
tasso d’inattività, costruito rapportando il numero di persone inattive (ossia non forze
di lavoro) al totale della popolazione di riferimento. Le non forze di lavoro sono
costituite da persone che in sede d’indagine hanno dichiarato di essere in condizione
non professionale, di non aver svolto alcuna attività lavorativa, né di aver cercato
lavoro nel periodo di riferimento.
Nel 2009, l’inattività femminile si attesta al 61,7% contro il 40% maschile su
base nazionale, con le relative connotazioni territoriali: nel complesso si tratta di 9,8
milioni di donne che risulta inattiva (cfr tabelle nn. 8 e 9).
In Puglia il fenomeno dell’inattività femminile interessa il 73,1% (64% nel 2008)
contro il 43,8% della componente maschile. Colpisce poi che in Puglia più della metà
delle donne tra i 25 e i 44 anni risulti inattiva, contro circa un terzo del valore medio
nazionale.
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Tabella n.8 - Tasso di inattività maschile per classe di età e Regione Anno 2009 (valori %)
REGIONI 15 -24 anni
25 -34 anni
35 -44 anni
45 -54 anni
55 anni e oltre
Totale 15-64 anni
Totale
Piemonte 59,8 7,8 3,2 5,7 79,0 22,9 38,9 Valle d'Aosta 62,9 7,1 2,9 5,4 78,8 22,7 37,6 Lombardia 59,8 6,1 3,0 4,4 76,6 21,1 35,2 Trentino-Alto Adige 54,8 8,8 2,8 3,6 74,2 21,1 33,7 Bolzano/Bozen 50,0 7,2 3,0 3,1 70,8 19,2 31,1 Trento 60,0 10,3 2,6 4,1 77,1 22,9 36,2 Veneto 61,1 8,5 4,0 5,3 76,9 22,1 36,0 Friuli-V. Giulia 61,5 10,6 3,5 6,5 79,7 23,9 39,8 Liguria 70,8 9,5 4,9 7,9 77,4 24,2 42,5 Emilia-Romagna 61,0 8,2 3,7 5,0 76,2 21,1 37,0 Toscana 64,6 10,4 3,1 5,2 76,4 22,4 39,1 Umbria 59,2 9,2 3,3 7,9 79,9 23,7 40,5 Marche 60,0 10,5 4,6 6,0 77,9 23,1 39,2 Lazio 67,4 13,8 5,5 6,9 73,7 24,1 38,1 Abruzzo 69,9 15,5 5,1 9,6 77,7 26,9 41,8 Molise 70,6 22,6 9,7 11,8 78,3 30,6 45,1 Campania 74,1 32,1 18,1 17,2 75,5 37,1 47,0 Puglia 67,2 22,1 11,5 13,6 77,1 31,5 43,8 Basilicata 72,5 24,1 10,5 15,0 77,9 32,1 45,7 Calabria 75,7 31,3 19,8 17,9 76,2 37,5 49,0 Sicilia 70,8 24,1 14,1 15,3 76,1 33,1 45,5 Sardegna 68,6 18,9 10,2 15,3 77,3 30,5 42,5 Italia 66,0 15,0 7,1 8,8 76,6 26,3 40,1
Fonte: elaborazioni su dati Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro
Il tasso d’inattività femminile nella provincia di BAT veniva stimato nel 2008 al
68% a fronte di un 64% del tasso medio regionale. Considerato l’incremento
registratosi nell’ultimo anno in Puglia, è lecito supporre che il fenomeno dell’inattività
femminile abbia assunto dimensioni maggiori anche nel territorio di BAT. Alla base
dello stato d’inattività c’è, come si è avuto modo di vedere, sia lo scoraggiamento
derivato dalle difficoltà d’ingresso o di reinserimento nel mercato del lavoro,sia il peso
del ruolo che la donna svolge all’interno della famiglia.
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Tabella 10 - Tasso di inattività femminile per classe di età regione Anno 2009 (valori %)
REGIONI 15 -24 anni
25 -34 anni
35 -44 anni
45 -54 anni
55 anni e oltre
Totale 15-64 anni
Totale
Piemonte 72,0 20,7 19,5 26,9 90,3 39,5 56,3 Valle d'Aosta 69,9 25,9 16,3 26,5 87,4 37,3 53,5 Lombardia 69,8 21,1 21,8 31,1 89,4 40,0 55,2 Trentino-Alto Adige 69,3 22,4 21,1 21,9 87,4 37,5 52,0 Bolzano/Bozen 66,7 21,4 21,7 20,2 84,6 35,8 49,6 Trento 72,1 23,3 20,6 23,4 89,9 39,1 54,2 Veneto 68,6 22,5 24,5 35,6 91,0 42,4 56,8 Friuli Venezia Giulia 76,1 21,9 20,1 29,9 91,9 42,2 58,9 Liguria 73,0 22,3 22,2 29,1 89,9 40,9 60,0 Emilia-Romagna 70,5 20,8 15,0 21,8 87,9 34,9 52,9 Toscana 73,7 22,9 21,7 27,4 88,8 39,8 56,9 Umbria 75,4 25,0 21,1 29,7 89,0 41,0 57,6 Marche 72,2 26,3 21,5 28,8 88,1 40,2 56,7 Lazio 74,7 29,3 30,0 36,4 88,8 45,5 58,8 Abruzzo 82,0 35,1 38,0 39,5 91,2 51,7 64,4 Molise 81,2 45,2 36,6 44,6 90,9 54,3 66,8 Campania 84,3 61,4 60,6 64,0 91,0 68,7 75,2 Puglia 78,6 51,6 56,9 62,6 92,4 65,1 73,1 Basilicata 83,7 46,6 47,5 51,1 89,9 58,6 69,0 Calabria 85,2 55,4 55,3 57,7 90,8 64,9 73,0 Sicilia 83,4 56,4 53,6 58,0 91,8 65,1 73,1 Sardegna 75,5 35,4 37,0 48,5 89,8 52,1 63,2 Italia 76,1 34,3 32,7 39,7 90,0 48,9 61,7 Fonte: elaborazioni su dati Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro
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2. PARTE SECONDA: STRATEGIE OPERATIVE
Il P.O.R. PUGLIA ha già individuato le linee operative per promuovere l’occupazione
femminile e l’insieme dei dati e delle analisi del primo paragrafo ci offre indicazioni
importanti per contestualizzarle e dettagliarle.
PRIMA LINEA OPERATIVA
INTERVENTI DI SOSTEGNO AGLI ACCORDI FRA LE PARTI SOCIALI FINALIZZATI
ALL’INSERIMENTO LAVORATIVO PREVIO PERCORSO DI FORMAZIONE MIRATA,
INTERVENTI PER LA PROMOZIONE DELLA PARTECIPAZIONE FEMMINILE AL MERCATO
DEL LAVORO.
Le analisi realizzate con il ricorso a diversi indicatori mercatolavoristici, portano ad una
conclusione univoca: nella provincia di BAT il tasso di occupazione (27,5%) è inferiore alla
media regionale (30,2%), e nazionale (47,2%). Lo stesso per il tasso di inattività (68%)
rispetto ad un 64% regionale, nel 1968.
Di qui la necessità di specifiche azioni positive mirate alla loro entrata nel mondo del
lavoro, che agiscano sul versante dell’offerta mediante percorsi formativi e di
accompagnamento al lavoro.
1. Interventi di formazione e di accompagnamento al lavoro
Obiettivo
Acquisire competenze professionali mediante azioni formative spendibili in opportunità
occupazionali previste in accordi con le parti sociali.
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Struttura, numero di edizioni e parametro finanziario
L’azione prevede l’attivazione di 2 corsi, della durata massima di 600 ore, delle quali
almeno il 20% di stage, con 15 allieve per corso e con un finanziamento di 15 euro x
h/allievo. L’azione interesserà complessivamente 30 unità, successivamente da
assumere, secondo le intese prese in sede di presentazione del progetto, in accordo con
le parti sociali interessate.
L’intervento si articolerà nelle seguenti fasi sequenziali:
- la selezione delle partecipanti, mediante colloqui individuali, sulla base della
propensione personale del candidato e delle specifiche competenze d’ingresso, se
previste nel progetto;
- il percorso formativo frontale della durata di 480 ore, preceduto dalla analisi/bilancio
delle competenze;
- lo stage della durata di 120 ore, finalizzato alla realizzazione di una esperienza di
alternanza tra formazione e lavoro ed alla conoscenza diretta del mondo del lavoro
Potenziali beneficiari
Possono partecipare agli avvisi pubblici emanati dalla Amministrazione Provinciale di Bari
gli organismi di formazione accreditati, operanti nell’ambito provinciale, con la
collaborazione delle aziende che ospiteranno gli stages.
Potenziali destinatari
Donne disoccupate, iscritte nelle anagrafi dei Centri per l’Impiego della provincia di Bari.
Vincoli alla ammissibilità dei progetti
Gli accordi con le aziende che al termine dell’intervento assumeranno, secondo gli
accordi precedentemente assunti, le allieve qualificate è vincolante ai fini
dell’ammissibilità del progetto.
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SECONDA LINEA OPERATIVA
INTERVENTI PER LA PROMOZIONE DELLA PARTECIPAZIONE FEMMINILE AL MERCATO
DEL LAVORO
I tassi di occupazione per classi di età hanno rilevato criticità particolari nella fascia di
età sotto i 25 anni, in cui le province di Bari e di Foggia (in mancanza di dati diretti della
BAT abbiamo fatto riferimento a quelli delle due Province) fa registrare una netta
divaricazione con la media nazionale e anche con i valori delle stesse classi maschili.
A questo target va riservato una specifica opportunità.
L’imprenditorialità femminile, che vede la Puglia tra le Regioni con medio-alto tasso di
femminilizzazione, non è solo una opportunità per l’espressione del genio femminile, ma
è anche una necessità per entrare nella vita attiva, data la poca consistenza
dell’occupazione dipendente.
1. Interventi di orientamento formazione e accompagnamento alla imprenditorialità
Obiettivo
Acquisire conoscenze e competenze operative relative all’avvio di un’attività
imprenditoriale singola o associata
Struttura, numero di edizioni e parametro finanziario
L’azione prevede l’attivazione di 3 corsi, della durata di 400 ore (300 ore di formazione e
100 ore di counselling/accompagnamento/tutoraggio), con 15 allieve per corso e con un
finanziamento di 15 euro x h/allievo. L’azione interesserà complessivamente 45 unità.
L’intervento si articolerà nelle seguenti fasi sequenziali:
- selezione dei partecipanti, mediante colloqui individuali, sulla base della propensione
personale alla imprenditorialità e della valutazione dell’idea imprenditoriale proposta
all’atto della candidatura da ciascun candidato, il quale dovrà già essere in possesso delle
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 139
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competenze tecnico-professionali necessarie per attuarla (qualifica, specializzazione,
perfezionamento, diploma di scuola media superiore, laurea, esperienza lavorativa, ecc.);
- percorso formativo della durata di 300 ore sulla creazione d’impresa, preceduto dalla
analisi/bilancio delle competenze dei singoli partecipanti; la formazione in presenza
dovrà necessariamente prevedere, a pena di inammissibilità, un modulo formativo di
orientamento al mercato ed uno relativo alle misure, nazionali e regionali, che
favoriscono l’avvio di attività imprenditoriale, singola o associata;
- una azione di counselling/accompagnamento/tutoraggio, della durata di 100 ore, per la
redazione del business plan e per la creazione della impresa, da attuare con la
collaborazione di strutture che operano nel campo della job creation da almeno tre anni o
di strutture dell’associazionismo cooperativo.
Potenziali beneficiari
Possono partecipare agli avvisi pubblici emanati dalla Amministrazione Provinciale di BAT
gli organismi di formazione accreditati, operanti nell’ambito provinciale, con la
collaborazione di a) strutture che operano nel campo della job creation da almeno tre
anni (alla data dell’emanazione dell’avviso) o b) di strutture dell’associazionismo
cooperativo.
Potenziali destinatari
Donne disoccupate, iscritte nelle anagrafi dei Centri per l’Impiego della provincia di BAT.
Vincoli o premialità nella valutazione dei progetti
La collaborazione con strutture che operano nella job creation o dell’associazionismo
cooperativo è considerata vincolante ai fini dell’ammissibilità del progetto.
A parità di punteggio saranno considerati preferenziali i progetti finalizzati alla
imprenditorialità di tipo cooperativo.
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TERZA LINEA OPERATIVA
INTRODUZIONE E MESSA A REGIME DI POLITICHE DI CONCILIAZIONE PER PROMUOVERE
L’ ACCESSO DELLE DONNE AL MERCATO DEL LAVORO E ALLA FREQUENZA AI PERCORSI
FORMATIVI, ATTRAVERSO LO SVILUPPO DI SERVIZI INNOVATIVI COME IL TUTORAGGIO E
I VOUCHER DI CONCILIAZIONE
Abbiamo abbondantemente dimostrato che alla base dello stato d’inattività
femminile c’è, sia lo scoraggiamento derivato dalle difficoltà d’ingresso o di
reinserimento nel mercato del lavoro, sia il peso del ruolo che la donna svolge
all’interno della famiglia e abbiamo registrato che molte donne non rinuncerebbero a
mettersi alla ricerca di un posto di lavoro in presenza di aiuti e supporti alla loro
condizione di madri.
Viene cioè evocato un sistema di conciliazione tra l’impegno lavorativo e la cura della
famiglia.
1. Voucher di conciliazione
Obiettivo
Favorire la partecipazione delle donne a percorsi formativi e la possibilità di una ricerca
attiva del lavoro, erogando un bonus finanziario con il quale procurarsi servizi di
assistenza per bambini e familiari non autonomi a carico.
Struttura, numero edizioni e parametro finanziario
Il bonus finanziario del valore di 2.500 euro può essere utilizzato per spese di assistenza
all’infanzia, nidi, asili, servizi di cura a domicilio (nel caso di malattia di figli, di familiari
portatori di handicap, di anziani ammalati o parzialmente o totalmente non
autosufficienti) ed è finalizzato ad assicurare e favorire la partecipazione delle donne a
percorsi di formazione e/o alla ricerca attiva del lavoro.
Si prevede l’erogazione di n. 6 voucher.
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Potenziali beneficiari
Possono partecipare agli avvisi pubblici emanati dalla Amministrazione Provinciale di BAT
donne in formazione o alla ricerca attiva del lavoro,
QUARTA LINEA OPERATIVA
PERCORSI INTEGRATI E INDIVIDUALIZZATI PER IL RECUPERO E LA TRANSIZIONE AL
LAVORO DELLE DONNE, ANCHE IN CONDIZIONE DI DISAGIO SOCIALE
Le donne previste da questa linea di attività, in condizione di disagio sociale, sono
quelle afflitte da povertà, dipendenze, carcere, disagio minorile, prostituzione.
E’ questa una criticità nelle criticità, una priorità nelle priorità.
Data la situazione che racchiude una pluralità di problemi questo universo femminile
necessita di una strategia “multifattoriale”.
1. Interventi di orientamento, formazione e accompagnamento nella vita attiva
Obiettivo
- Prendere consapevolezza delle proprie potenzialità e criticità ed acquisire competenze
professionali certificabili.
- Usufruire di servizi di accompagnamento alla vita attiva.
Struttura, numero di edizioni e parametro finanziario
L’azione prevede l’attivazione di 2 corsi, della durata massima di 600 ore, delle quali
almeno il 20% di stage, con 15 allieve per corso e con un finanziamento di 15 euro x
h/allievo. L’azione interesserà complessivamente 30 unità.
L’intervento si articolerà pertanto nelle seguenti fasi sequenziali:
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 142
Provincia di Barletta-Andria-TraniServizio Formazione Professionale
- la selezione delle partecipanti, mediante colloqui individuali, sulla base della
propensione personale del candidato e delle specifiche competenze d’ingresso, se
previste nel progetto;
- il percorso formativo frontale della durata di 480 ore, preceduto dalla analisi/bilancio
delle competenze;
- lo stage della durata di 120 ore, finalizzato alla realizzazione di una esperienza di
alternanza tra formazione e lavoro ed alla conoscenza diretta del mondo del lavoro;
- una azione di accompagnamento al lavoro, alla conclusione del corso, che preveda la
promozione e l’attuazione, per almeno il 50% delle allieve che concludono il corso, di
tirocini lavorativi della durata minima di tre mesi, presso aziende operanti nel settore
professionale di riferimento del corso, o l’attuazione di una azione di
assistenza/tutoraggio alla creazione d’impresa, della durata di 200 ore, per l’avvio di
attività imprenditoriale, singola o associata.
Potenziali beneficiari
Possono partecipare agli avvisi pubblici emanati dalla Amministrazione Provinciale di BAT
gli organismi di formazione accreditati, operanti nell’ambito provinciale, con la
collaborazione di strutture che operano nel campo del disagio sociale (comunità
terapeutiche, enti di accoglienza e di attenzione al disagio giovanile..) con almeno tre anni
di attività a far data dal 1° gennaio 2005.
Potenziali destinatari
Donne in situazione di disagio
Vincoli o premialità nella valutazione dei progetti
La collaborazione con strutture che operano nel campo del disagio è considerata
vincolante ai fine dell’ammissibilità del progetto
Sarà assegnata una premialità ai progetti che prevedono l’attuazione di tirocini per più
del 50% delle allieve che concludono il corso.
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 143
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PARTE TERZA: INDICATORI DI REALIZZAZIONE E DI RISULTATO
3.1. INDICATORI PROVINCIALI
3.1.1.- Indicatori di realizzazione
AZIONI A FAVORE DEI DDESTINATARI INDICATORI
1Interventi di formazione e di accompagnamento al lavoro
N. di progetti, di tirocini, di voucher, di aiuti, (approvati, avviati, conclusi) per tipologia di interventoN. di destinatari (approvati, avviati, conclusi) per tipologia d’intervento e per caratteristiche principali
2Interventi di orientamento formazione e accompagnamento alla imprenditorialità
3Voucher di conciliazione
4 Interventi di orientamento, formazione e accompagnamento nella vita attiva
3.1.2. – Indicatori di risultato
AZIONI A FAVORE DEI DESTINATARI Dato di part. Dato atteso Fonte1 Interventi di formazione e di
accompagnamento al lavoroCertificazione conseguita dall’80% di allievi iscritti
Sistema di monitoraggioregionale
2 Interventi di orientamento formazione e accompagnamento alla imprenditorialità
90 % tirocini conclusi 30% tirocinanti assunti
Sistema di monitoraggioregionale
3Voucher di conciliazione 100% voucher
fruitiSistema di monitoraggioregionale
4Interventi di orientamento, formazione e accompagnamento nella vita attiva
Conclusionefrequenza80% iscritti, con costituzione di imprese
Sistema di monitoraggioregionale
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 144
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3.2.- INDICATORI REGIONALI (P.O.R.)
3.2.1.- Indicatori di realizzazione
Obiettivo specifico: f) INDICATORIMigliorare l’accesso delle donne all’occupazione e ridurre le disparità di genere
N. di progetti (approvati, avviati, conclusi) per tipologia di interventoN. di destinatari (approvati, avviati, conclusi) per tipologia d’intervento e per caratteristiche principali (avviati)
3.2.2. – Indicatori di risultato
Denominazione Dato di part. Target FonteObiettivo specifico f): Migliorare l’accesso delle donne all’occupazione e ridurre le disparità di genere
Tasso di copertura della popolazione femminile raggiunta dalle politiche attive e preventive sostenute dall’obiettivo (media annua)
0,7% 1,1%
Monitweb e ISTAT, rilevazione continua delle forze di lavoro
Tasso di inserimento occupazionale lordo della popolazione femminile raggiunta dall’obiettivo, per età, cittadinanza, titolo di studio, condizione, rispetto al mercato del lavoro, tipologia di rapporto di lavoro
21,7% 33,3%
Specifiche indagini campionarie sugli esiti occupazionali degli interventi(indagini di placement)
145
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ASSE IV – CAPITALE UMANO
146
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Attività1. PERCORSI FORMATIVI E SERVIZI SUCCESSIVI AL CONSEGUIMENTO
DELL’OBBLIGO SCOLASTICO FINO A 16 ANNI, RIVOLTI ALL’ACQUISIZIONE
DI UNA QUALIFICA
Attività
2. PERCORSI FORMATIVI ANCHE INTEGRATI CON IL SISTEMA
SCOLASTICO PER IL COMPLETAMENTO DELLA FORMAZIONE DI BASE E
L’ACQUISIZIONE DI UN LIVELLO MINIMO DI COMPETENZA DA PARTE
DELLE PERSONE SENZA QUALIFICA O DIPLOMA
Obiettivo
specifico: h)
ELABORAZIONE, INTRODUZIONE E ATTUAZIONE DELLE RIFORME DEI
SISTEMI DI ISTRUZIONE, FORMAZIONE E LAVORO PER MIGLIORARNE
L'INTEGRAZIONE E SVILUPPARE L'OCCUPABILITÀ, CON PARTICOLARE
ATTENZIONE ALL'ORIENTAMENTO
Obiettivo
operativo
AUMENTARE LA QUALIFICAZIONE DEL SISTEMA REGIONALE
DELL'ISTRUZIONE, DELLA FORMAZIONE E DEL LAVORO
Categoria di
spese
73
MISURE PER AUMENTARE LA PARTECIPAZIONE ALL'ISTRUZIONE E ALLA
FORMAZIONE PERMANENTE, ANCHE ATTRAVERSO PROVVEDIMENTI
INTESI A RIDURRE L'ABBANDONO SCOLASTICO, LA SEGREGAZIONE DI
GENERE RISPETTO ALLE MATERIE ED AUMENTARE L'ACCESSO
ALL'ISTRUZIONE E ALLA FORMAZIONE INIZIALE, PROFESSIONALE E
UNIVERSITARIA, MIGLIORANDONE LA QUALITÀ
147
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1. PARTE PRIMA: ANALISI DEI FENOMENI
Le declaratorie delle due attività fanno riferimento a due diverse istituzioni del
sistema d’istruzione italiano: la prima riguarda i giovani che hanno svolto l’obbligo
d’istruzione e che non intendono proseguire nel percorso scolastico; la seconda
attività fa riferimento a giovani senza qualifica e senza diploma che, attraverso
interventi professionalizzanti anche integrati con il sistema scolastico, possano
acquisire un bagaglio professionale in sintonia con le esigenze del mercato.
L’una e l’altra attività fanno riferimento a scenari istituzionali: la prima
declaratoria rinvia all’obbligo d’istruzione, la seconda ad una particolare tipologia di
offerta formativa destinata agli alunni degli Istituti Professionali.
1) Sul tema dell’obbligo di istruzione, in particolare, sono stati realizzati
numerosi passaggi: dal 1999 ad oggi, dall’obbligo scolastico (L.9/999) e formativo
(L.144/99) si è passati all’attuale diritto-dovere all’istruzione e formazione
professionale (L. n 53/2003) per almeno 12 anni o comunque fino al conseguimento
di una qualifica (da ottenersi nei percorsi triennali ex Accordo 19 giugno 2003 e
nell’apprendistato) entro il dodicesimo anno di età. La legislazione ha poi
ulteriormente modificato questo sistema con la legge finanziaria 2007 prevedendo, a
decorrenza dall’anno scolastico 2007/2008, l’innalzamento dell’obbligo di istruzione
per almeno 10 anni, assolto il quale, nel secondo ciclo, si prosegue nel diritto-dovere
all’istruzione e formazione. Sancito dall’art 13 della legge 40/2007 che chiarisce:”il
secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione è costituito dal sistema
dell’istruzione secondaria superiore e dal sistema dell’istruzione e formazione
professionale”.
Con un emendamento alla legge finanziaria 2007, contenuto nella Legge n.
133/2008, l’obbligo di istruzione viene assolto a scuola e nei percorsi integrati
sperimentali di istruzione e formazione professionale fino alla completa attuazione del
Capo III della legge n. 226/2005 sul secondo ciclo .
La legge 133/2008 ha dunque reso ordinamentali i percorsi triennali di
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istruzione e formazione (IEFP) che erano stati avviati come uno dei canali in cui
assolvere sperimentalmente l’obbligo d’istruzione.
L'innalzamento dell'obbligo scolastico fino al compimento del sedicesimo anno
di età (dieci anni in tutto) si pone due obiettivi: limitare la fuga degli studenti dalle
prime classi della scuola superiore, in Italia ancora colpite da un numero
impressionante di bocciati e di alunni che abbandonano a metà anno; e avviare un
processo virtuoso che possa incrementare in un futuro non troppo lontano il numero di
diplomati e laureati nel nostro Paese.
2) Il Decreto Ministeriale 24 aprile 1992 suddivide il percorso scolastico
degli istituti professionali di stato in tre aree:
area di insegnamento comuni a tutti i corsi
area di insegnamento di indirizzo
area professionalizzante
La prima area è quella degli insegnamenti comuni a tutti gli indirizzi scolastici
quali italiano, matematica ed informatica, lingua straniera, necessari a rendere
l’offerta didattica dell’istituto professionale omogenea con quella degli altri ordini di
scuole secondarie superiori.
La seconda area riguarda le competenze professionali di base che devono
essere acquisite dagli studenti che intendono lavorare in un determinato settore
produttivo
La terza area, costituita da un corso da realizzarsi extra orario scolastico, di 300
ore per anno, da effettuare in IV e in V classe, permette di conseguire un titolo di
specializzazione ed una preparazione professionale specifica, spendibile nel mondo
del lavoro.
Al termine del corso di studi gli alunni, accanto all'esame di Stato, conseguono
anche un ulteriore diploma di specializzazione (detta “maturità integrata”), per un
eventuale inserimento nel mondo del lavoro.
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La introduzione dell’area professionalizzante, nel biennio post-qualifica, ha
favorito una maggiore integrazione tra i percorsi di istruzione realizzati dalla scuola
con i percorsi realizzati dal sistema della formazione professionale.
Le lezioni sono svolte essenzialmente da esperti del mondo del lavoro ed
una quota dell'orario è destinata a stage presso aziende di settori produttivi
coerenti con il profilo professionale dell’indirizzo scolastico prescelto.
2. PARTE SECONDA: STRATEGIE E AZIONI OPERATIVE
1. Interventi di qualificazione per giovani che hanno assolto l’obbligoscolastico fino a sedici anni
Obiettivo
Fare perseguire il diritto-dovere all’istruzione e alla formazione, previsto dalla L.
296/06 a giovani che hanno assolto l’obbligo scolastico a sedici, mediante un
percorso attraverso il quale acquisire una qualifica spendibile nel mercato del
lavoro.
Struttura, numero di edizioni e parametro finanziario
L’azione prevede l’attivazione di 3 corsi, della durata massima di 1.200 ore, delle
quali almeno il 20% di stage, con 15 allievi per corso ed con un finanziamento di 15
euro x h/allievo. L’azione interesserà complessivamente 45 unità.
Il percorso formativo sarà completato con una obbligatoria azione di
accompagnamento al lavoro, sotto forma di tirocinio o di counselling alla creazione
d’impresa.
L’intervento si articolerà pertanto nelle seguenti fasi sequenziali:
- la selezione dei partecipanti, mediante colloqui individuali, sulla base della
propensione personale del candidato e delle specifiche competenze d’ingresso, se
previste nel progetto;
150
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- il percorso formativo frontale della durata di 960 ore, preceduto dalla
analisi/bilancio delle competenze;
- lo stage della durata di 240 ore, finalizzato alla realizzazione di una esperienza di
alternanza tra formazione e lavoro ed alla conoscenza diretta del mondo del lavoro;
- una azione di accompagnamento al lavoro, alla conclusione del corso, che
preveda la promozione e l’attuazione, per almeno il 50% degli allievi che
concludono il corso, di tirocini lavorativi della durata minima di tre mesi presso
aziende operanti nel settore professionale di riferimento del corso o l’attuazione di
una azione di assistenza/tutoraggio alla creazione d’impresa, della durata di 200
ore, per l’avvio di attività imprenditoriale, singola o associata.
Potenziali beneficiari
Possono partecipare agli avvisi pubblici emanati dalla Amministrazione Provinciale
di BAT organismi di formazione accreditati, operanti nell’ambito provinciale, con la
collaborazione, a seconda delle caratteristiche della fase di accompagnamento:
a) delle aziende che ospiteranno gli stages ed i tirocini,
b) di strutture operanti nel campo della job creation da almeno tre anni o di
strutture dell’associazionismo cooperativo per la fase di
counselling/accompagnamento/tutoraggio alla creazione d’impresa.
Potenziali destinatari
Giovani che hanno assolto l’obbligo scolastico fino a 16 anni, iscritti nelle anagrafi
dei Centri per l’Impiego della provincia di BAT.
Vincoli o premialità nella valutazione dei progetti
La collaborazione con strutture che operano nella job creation o
dell’associazionismo cooperativo è considerata vincolante ai fini dell’ammissibilità
del progetto.
Sarà assegnata una premialità ai progetti che prevedono l’attuazione di tirocini per
più del 50% degli allievi che concludono il corso.
151
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2. Interventi di integrazione tra i sistemi dell’istruzione e del lavoro, per una preparazione professionale specifica spendibile e per un eventuale rapido inserimento nel mondo: area professionalizzante
Obiettivo
Acquisire competenze professionali specifiche spendibili sul mercato del lavoro,
da parte di studenti degli Istituti Professionali di Stato, con un percorso formativo
che si conclude con una certificazione formale.
Struttura, numero di edizioni e parametro finanziario
Si prevede di attivare 96 percorsi per l’area professionalizzante, con un costo per
intervento di 18.850 euro.
L’attività si svolgerà secondo quanto previsto nell’accordo siglato dalla Regione
Puglia con l’Ufficio Scolastico Regionale in data 13 dicembre 2010.
Potenziali beneficiari
Possono partecipare agli avvisi pubblici emanati dalla Provincia di BAT istituti
scolastici accreditati, istituti scolastici accreditati congiuntamente ad istituti
scolastici non accreditati, organismi di formazione professionale accreditati
operanti nell’ambito provinciale congiuntamente ad istituti scolastici non
accreditati.
Potenziali destinatari
Studenti iscritti alle IV e V classi degli istituti professionali, in possesso del diploma
di qualifica.
PARTE TERZA: INDICATORI DI REALIZZAZIONE E DI RISULTATO
3.1 - INDICATORI PROVINCIALI
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3.1.1 - Indicatori di realizzazione
AZIONI A FAVORE DEI DESTINATARI INDICATORI1
2
Interventi di qualificazione per giovani che hanno assolto l’obbligo scolastico fino a sedici anni
Interventi di integrazione tra i sistemi dell’istruzione e del lavoro, per una preparazione professionale specifica spendibile e per un eventuale rapido inserimento nel mondo: area professionalizzante
N. di progetti (approvati, avviati, conclusi) N. di destinatari (approvati, avviati, qualificati)
3.1.2 – Indicatori di risultato
AZIONI A FAVORE DEI DESTINATARI INDICATORI Dato di part. Target Fonte
1 Interventi di qualificazione per giovani che hanno assolto l’obbligo scolastico fino a sedici anni
Certificazione conseguita dall’80% di allievi iscritti.30% tirocinanti assunti
Sistema di monitoraggio regionale
2Interventi di integrazione tra i sistemi dell’istruzione e del lavoro, per una preparazione professionale specifica spendibile e per un eventuale rapido inserimento nel mondo: area professionalizzante
90% degli interventi realizzati.Conseguimento “maturità integrata” per il 90% dei frequentanti
Sistema di monitoraggio regionale
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3.2 - INDICATORI REGIONALI (P.O.R.)
3.2.1 - Indicatori di realizzazione
Obiettivo specifico: i.1) INDICATORIAumentare l’accesso all’istruzione ed alla formazioni iniziale, professionale ed universitaria, migliorandone la qualità
N. di progetti (approvati, avviati, conclusi) per tipologia di intervento
3.2.2. – Indicatori di risultato
Denominazione Dato di part. Target Fontei.1): Aumentare l’accesso all’istruzione ed alla formazioni iniziale, professionale ed universitaria, migliorandone la qualità
Numero di azioni di sistema finalizzate all’orientamento sul totale degli interventi implementati dall’obiettivo
0 10%Sistemi di monitoraggio (da sviluppare)
Numero di azioni di sistema che prevedono la certificazione delle competenze sul totale degli interventi realizzati nell’obiettivo
0 20%
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AttivitàINTERVENTI DI FORMAZIONE DI BASE PER ADULTI (EDA)
Obiettivo
specifico: i.1
AUMENTARE LA PARTECIPAZIONE ALL’APPRENDIMENTO
PERMANENTEANCHE ATTRAVERSO PROVVEDIMENTI INTESI A
RIDURRE L’ABBANDONO SCOLASTICO E LA DISPARITA’ DI GENERE
RISPETTO ALLE MATERIE
Obiettivo
operativo
SOSTENERE L'INNALZAMENTO DELLA QUALIFICAZIONE E DELLE
PROFESSIONALITÀ AUMENTANDO LA FREQUENZA AI PERCORSI DI
FORMAZIONE PERMANENTE;
Categoria di
spesa: 73
MISURE PER AUMENTARE LA PARTECIPAZIONE ALL'ISTRUZIONE E
ALLA FORMAZIONE PERMANENTE, ANCHE ATTRAVERSO
PROVVEDIMENTI INTESI A RIDURRE L'ABBANDONO SCOLASTICO, LA
SEGREGAZIONE DI GENERE RISPETTO ALLE MATERIE ED AUMENTARE
L'ACCESSO ALL'ISTRUZIONE E ALLA FORMAZIONE INIZIALE,
PROFESSIONALE E UNIVERSITARIA, MIGLIORANDONE LA QUALITÀ
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1. PARTE PRIMA: ANALISI DEI FENOMENI
Il sistema dell’EDA
L’Ordinanza del Ministero della Pubblica Istruzione, n. 455 del 29 luglio 1997
segna l‘inizio di un nuova modalità di educazione degli adulti all’interno del sistema d’
istruzione.
Il provvedimento istituisce, infatti, i Centri Territoriali Permanenti (CTP)
all’interno dei quali vengono unificate e coordinate sotto un’unica gestione, le attività per
gli adulti precedentemente garantite dai due ordinamenti della scuola elementare e
secondaria di I grado, sopprimendo e raggruppando i precedenti corsi di alfabetizzazione
e i corsi per lavoratori17.
Nel contempo, accanto ai tradizionali corsi finalizzati al conseguimento di titolo di
studio, i CTP organizzano anche attività di alfabetizzazione funzionale strutturata per corsi
modulari, normalmente di breve durata.
A seguito di questa modifica di offerta formativa contrassegnata da una maggiore
varietà di tipologie di corsi, i CTP aprono i propri servizi ad una più ampia area di utenza
adulta, caratterizzata non tanto da bassi livelli di istruzione, quanto piuttosto dal mancato
o inadeguato possesso dei nuovi alfabeti della società della conoscenza e
dell’informazione.
In Italia, infatti, si parla di Educazione degli Adulti (EdA) per indicare le
opportunità di acquisizione di competenze utili, sia nella sfera professionale, sia privata e
necessarie al pieno esercizio del diritto di cittadinanza.
L’EdA , disciplinata nel sistema dell'istruzione pubblica ha ricevuto un decisivo
17 A partire dagli anni 50, l'Educazione degli Adulti ha avuto come obiettivo principale quello di combattere il fenomeno dell'analfabetismo, ampiamente diffuso nel Paese. Dalle scuole popolari, istituite nel 1947 (e soppresse nel 1982), si è passati ai corsi di alfabetizzazione, per il conseguimento del titolo di scuola primaria e ai corsi per lavoratori (c.d. 150 ore), per il conseguimento del titolo di scuola secondaria di primo grado. Negli anni Sessanta sono state istituite le sezioni serali per lavoratori-studenti negli istituti tecnici (Circolare Ministeriale 8 marzo 1968 n. 140) e, nel decennio successivo, il loro sviluppo allargato agli istituti professionali ha imposto alcune importanti modifiche, tra cui quelle relative all'adattamento dei corsi alle specifiche esigenze degli adulti.
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input dalla V Conferenza mondiale dell'UNESCO del 1997 (One hour a day for learning for
all) che ha spinto gli Stati membri a regolamentare la materia dell'educazione degli adulti.
L'allegato 3 del "Patto per il lavoro e l'occupazione" del '98 descrive l'impegno
governativo a "…predisporre un progetto specifico e risorse mirate per la sperimentazione
e la messa a regime di un sistema di educazione per gli adulti".
Con il Patto sociale l’educazione degli adulti diventa diritto all'apprendimento
permanente, strumento indispensabile per la crescita culturale e civile della persona e per
l'ingresso e la permanenza nel mercato del lavoro.
Dalla V Conferenza mondiale dell'UNESCO del 1997 hanno preso impulso anche
una serie di strutture preposte all'educazione non formale, inserite nel nuovo sistema
integrato: reti civiche delle iniziative di educazione degli adulti, infrastrutture culturali
pubbliche, associazioni, Università della terza età, in genere tutti gli agenti che offrono
attività di educazione non formale agli adulti al fine di sostenere il pieno sviluppo della
personalità dei cittadini, anche attraverso la più ampia diffusione della cultura.
I CTP sono presenti in tutte le province.
Il ruolo dei CTP come elemento di punta nell'educazione e nell'istruzione della
popolazione adulta è stato ribadito nella Conferenza Unificata Stato/Regioni del 2 marzo
2000, nella quale si specifica che occorre assicurare “un'offerta formativa integrata tra
Università, scuole e agenzie di formazione professionale” che trova “un punto di
riferimento nei Centri territoriali per l'educazione degli adulti”.
Ulteriore tappa è stata l’emanazione del decreto del Ministro della P.I. 25 ottobre
2007 riguardante l’istituzione, a partire dall’anno scolastico 2008/09, dei Centri provinciali
per l’istruzione degli adulti, C.P.I.A. sulla base della riorganizzazione degli attuali Centri
Territoriali Permanenti per l’educazione degli adulti e dei corsi serali funzionanti presso le
istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado.
I CTP e i corsi serali per il conseguimento di titoli di studio sono stati dunque
ricondotti ai Centri per l’istruzione degli adulti; una tipologia di istituzione scolastica
autonoma, articolata in reti territoriali. Le strutture realizzeranno a partire dall’a.s.
2010/2011 un’offerta formativa finalizzata al conseguimento del titolo di studio e di
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certificazioni riferite al I e II ciclo d’istruzione in relazione ai percorsi degli istituti tecnici,
professionali e dei licei artistici.
L’utenza dei Centri è costituita da adulti, anche extra comunitari ai quali viene
offerta la possibilità di conseguire un livello di istruzione corrispondente a quello previsto
a conclusione della scuola primaria; acquisire il titolo di studio conclusivo del primo ciclo
di istruzione; recuperare i saperi e le competenze necessarie per acquisire la certificazione
di assolvimento del nuovo obbligo di istruzione innalzato a 10 anni; conseguire un
diploma di istruzione secondaria superiore; apprendere, se stranieri, la lingua italiana per
l’integrazione linguistica e sociale.
La rete di educazione degli adulti nella regione Puglia è costituita da 115
istituzioni scolastiche: 40 Ctp e 75 istituti secondari superiori, nella maggior parte dei
quali è attuato il Progetto Sirio per il rientro in formazione degli adulti.
La provincia con maggior concentrazione di punti di offerta Eda è quella di Bari.
Mentre gli istituti di istruzione secondaria dipendono dal Ministero dell’Istruzione, i CTP
dipendono dal C.S.A. (Centro Servizi Amministrativi – ex Provveditorato agli Studi) della
Provincia di riferimento.
Nella provincia di BAT, risultano 5 CTP come da tabella 1. :
Tabella n. 1 - C.T.P. in provincia di BAT
ISTITUTO CITTA’
SMS Manzoni Barletta
SMS Bovio Canosa
SMS Salvemini Andria
SMS Battisti Bisceglie
SMS Rocca Trani
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Dall’esame dei Pof (Piani dell’offerta formativa) delle singole strutture si ricava
che, in ambito regionale e provinciale, la formazione erogata sembra orientarsi
prevalentemente verso percorsi finalizzati al conseguimento della licenza media, corsi di
lingua italiana per stranieri e corsi di supporto agli studenti stranieri di Scuola Secondaria
di Secondo grado.
a. Corsi per il conseguimento della licenza media o del diploma di scuola
secondaria
Sono corsi di recupero per il conseguimento di un titolo di studio del primo ciclo
di istruzione, suddivisi in corsi di alfabetizzazione culturale di scuola primaria (ex licenza
elementare), e corsi di scuola secondaria di I grado (ex licenza media); percorsi di studio
finalizzati al conseguimento di un diploma di istruzione secondaria superiore (progetto
Sirio), o di una qualifica professionale. Questi corsi hanno la vocazione istituzionale di
operare nel settore del recupero della dispersione scolastica, dato che permettono ai
soggetti interessati di riprendere e completare percorsi formativi interrotti in età
giovanile. Oltre a questa fascia di utenza, in progressiva diminuzione, vi è però una
crescente richiesta di questa tipologia di offerta formativa da parte di cittadini stranieri,
per i quali il conseguimento di un titolo di studio riconosciuto dalle istituzioni italiane è
un’interessante opportunità per migliorare le condizioni lavorative e sociali.
b. Corsi di alfabetizzazione di lingua italiana
Corsi di lingua italiana per stranieri e per l’integrazione sociale. L’organizzazione
dei corsi è articolata in diversi livelli di competenza. .
c. Corsi di lingue straniere
La conoscenza di una lingua straniera è una delle esigenze più avvertite dalla
popolazione adulta che talvolta desidera semplicemente riprendere lo studio di una
lingua straniera ma spesso affronta ex novo lo studio di una lingua che ritiene utile per il
suo lavoro
159
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d. Attività laboratoriali e corsi brevi modulari per l’alfabetizzazione funzionale
(informatica e multimedialità, lingua straniera, educazione artistica e manuale,
educazione sanitaria, alimentare, alla persona, ambientale, ecc).
L’utenza dei Centri si concentra prevalentemente nella fascia d’età tra i 15 e i 34
anni, fascia che in ambito provinciale riguarda più di 100.000 persone, di cui circa un terzo
è rappresentato da cittadini stranieri.
2. PARTE SECONDA: STRATEGIE E AZIONI OPERATIVE
Rispetto al panel delle opportunità offerte dall’Eda concentriamo le risorse su
due versanti disciplinari: quello linguistico e quello informatico.
Essi costituiscono, infatti, delle competenze trasversali utilizzabili in una pluralità
di contesti e situazioni lavorative.
1. Corsi brevi modulari di alfabetizzazione funzionale (informatica,multimedialità e lingue straniere)
Obiettivo
Acquisire conoscenze e abilità (alfabetizzazione funzionale) nell’uso della
informatica, multimedialità e lingue straniere, mediante percorsi formativi
modulari.
Struttura, numero di edizioni e parametro finanziario
L’azione prevede l’attivazione di 3 corsi, della durata massima di 150 ore, con 15
allievi per corso ed con un finanziamento di 15 euro x h/allievo. L’azione
interesserà complessivamente 45 unità.
Potenziali beneficiari
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Possono partecipare agli avvisi pubblici emanati dalla provincia di BAT organismi di
formazione accreditati operanti nell’ambito provinciale, in collaborazione con un
CTP.
Potenziali destinatari
Adulti.
3. PARTE TERZA: INDICATORI DI REALIZZAZIONE E DI RISULTATO
3.1.- INDICATORI PROVINCIALI
3.1.1.- Indicatori di realizzazione
AZIONI A FAVORE DEI DESTINATARI INDICATORI Corsi brevi modulari di 1 alfabetizzazione funzionale (informatica, multimedialità e lingue straniere)
N. di progetti (approvati, avviati, conclusi) per tipologia di intervento N. di destinatari (approvati, avviati, conclusi) per tipologia d’intervento e per caratteristiche principali (degli avviati)
3.1.2. – Indicatori di risultato
AZIONI A FAVORE DEI DESTINATARI Dato di partenza
Dato atteso Fonte
1 Corsi brevi modulari di alfabetizzazione funzionale (informatica, multimedialità e lingue straniere)
Certificazione
conseguita
dall’80% di
allievi iscritti
Sistema regionale di monitoraggio
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3.2.- INDICATORI REGIONALI (P.O.R.)
3.2.1.- Indicatori di realizzazione
Obiettivo specifico: i.1) INDICATORIAumentare la partecipazione all’apprendimento permanente anche attraverso provvedimenti intesi a ridurre l’abbandono scolastico e le disparita’ di genere rispetto alle materie
N. di progetti (approvati, avviati, conclusi) per tipologia di intervento
3.2.2. – Indicatori di risultato
Denominazione Dato di part. Target Fontei.1) Aumentare la partecipazione all’apprendimento permanente anche attraverso provvedimenti intesi a ridurre l’abbandono scolastico e le disparita’ di genere rispetto alle materie
Tasso di copertura dei destinatari di intervento contro l’abbandono scolastico e formativo rispetto al totale della popolazione potenzialmente interessata
3,6% 7%Sistemi di monitoraggio (da sviluppare)
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Attività INTERVENTI DI ISTRUZIONE E FORMAZIONE TECNICA SUPERIORE
Obiettivo
specifico:
i.2)
AUMENTARE L'ACCESSO ALL'ISTRUZIONE E ALLA FORMAZIONE
INIZIALE, PROFESSIONALE ED UNIVERSITARIA, MIGLIORANDONE LA
QUALITÀ
Obiettivo
operativo
AUMENTARE LA QUALIFICAZIONE DEL SISTEMA REGIONALE
DELL'ISTRUZIONE, DELLA FORMAZIONE E DEL LAVORO
Categoria di
spesa:
73
MISURE NE PERMANENTE, ANCHE ATTRAVERSO PROVVEDIMENTI
INTESI A RIDURRE PER AUMENTARE LA PARTECIPAZIONE
ALL'ISTRUZIONE E ALLA FORMAZIOL'ABBANDONO SCOLASTICO, LA
SEGREGAZIONE DI GENERE RISPETTO ALLE MATERIE ED AUMENTARE
L'ACCESSO ALL'ISTRUZIONE E ALLA FORMAZIONE INIZIALE,
PROFESSIONALE E UNIVERSITARIA, MIGLIORANDONE
LA QUALITÀ
163
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1. PARTE PRIMA: ANALISI DEI FENOMENI
L’istruzione tecnica superiore
I percorsi di istruzione e formazione tecnica e superiore (IFTS) si configurano
come un’alternativa agli studi universitari per tutti quei giovani che intendono
conseguire una specializzazione tecnica superiore.
Questa particolare tipologia di offerta formativa, infatti, introdotta nel nostro
ordinamento formativo con l’art, 69 della L. 17 maggio 1999 n. 144, è un percorso
formativo di livello post-secondario che si caratterizza per lo stretto collegamento tra
formazione professionale e mondo del lavoro.
A tale scopo la programmazione delle attività è di competenza regionale, sulla
base di figure definite dalla Conferenza Stato-Regioni e ricavate da indagini sui
fabbisogni professionali.
Nel 2004 poi, con l’Accordo Stato Regioni sancito in sede di Conferenza
Unificata, al sistema degli IFTS viene affiancato quello dei Poli formativi allo scopo di
programmare un’offerta formativa più rispondente alle priorità di particolari aree e
d’intervento.
Grazie alla collaborazione con Università, Imprese, Istituti superiori organismi di
formazione e centri di ricerca, gli interventi di formazione vengono a connettersi in
modo sistematico allo sviluppo economico di un determinato territorio, attraverso
forme consolidate di partenariato pubblico-privato che operano mediante piani di
intervento pluriennali.
Ulteriori innovazioni del sistema di Istruzione e formazione tecnica superiore
sono stati introdotti dalla Legge finanziaria 2007 (commi 631 e 875) e dell’art. 13 della
L. 40/2007 e dal DPCM 25/2008. La principale novità riguarda l’inclusione all’interno
dell’ordinamento Nazionale dell’istruzione, dei percorsi per la formazione tecnica
superiore che si realizzeranno mediante la costituzione degli Istituti tecnici superiori
(ITS), una rete di scuole post diploma altamente specializzate per formare tecnici nelle
figure professionali più richieste dalle imprese. La normativa nazionale prevede
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dunque che le Regioni possano costituire gli Istituti Tecnici Superiori (ITS), purché li
programmino nei piani di intervento territoriali di durata triennale, da predisporre
“con priorità per aree e settori del proprio territorio nelle quali siano individuate
particolari esigenze connesse all’innovazione tecnologica e alla ricerca” e “con
riferimento agli indirizzi della programmazione nazionale in materia di sviluppo
economico e rilancio della competitività in linea con i parametri europei”.
A partire dalla istituzione della filiera sono stati programmati in Italia
complessivamente 3500 percorsi con un’offerta formativa fortemente differenziata a
livello territoriale. In Puglia, dove non risultano attivati Poli formativi, sono stati
realizzati, nel corso della programmazione 1998/2009, 251 percorsi di istruzione e
formazione tecnica che rappresentano circa il 7% del totale nazionale.
2. PARTE SECONDA: STRATEGIE E AZIONI OPERATIVE
1. Interventi formativi dell’Istruzione Formazione Tecnica Superiore (IFTS)
Obiettivo
Acquisire competenze professionali certificate, mediante un percorso modulare
formativo post-secondario non universitario, relative a figure professionali di
settori strategici e/o significativi per l’economia provinciale.
Struttura, numero di edizioni e parametro finanziario
L’azione prevede l’attivazione di 2 corsi, della durata di 1.200 ore, con 15 allievi per
corso e con un finanziamento di 15 euro x h/allievo. L’azione interesserà
complessivamente 30 unità.
Potenziali beneficiari
Possono partecipare agli avvisi pubblici emanati dalla provincia di BAT istituti
scolastici, organismi di formazione accreditati operanti nell’ambito provinciale,
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università, imprese o associazioni di categoria o altro soggetto pubblico o privato,
tra loro associati con atto formale, anche in forma consortile.
Potenziali destinatari
Giovani di età superiore ai 18 anni, in possesso di diploma di scuola media
superiore.
Priorità nella valutazione dei progetti
Sono ritenuti prioritari i progetti che riguardano i settori turismo, agroalimentare,
beni culturali, informatica, servizi alla persona, ambiente, servizi alla produzione.
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3. PARTE TERZA: INDICATORI DI REALIZZAZIONE E DI RISULTATO
3.1 - INDICATORI PROVINCIALI
3.1.1.- Indicatori di realizzazione
AZIONI A FAVORE DEI DESTINATARI INDICATORI Interventi formativi dell’Istruzione 1 Formazione Tecnica Superiore (IFTS)
N. di progetti (approvati, avviati, conclusi) per tipologia di intervento N. di destinatari (approvati, avviati, conclusi) per tipologia d’intervento e per caratteristiche principali (degli avviati)
3.1.2. – Indicatori di risultato
AZIONI A FAVORE DEI DESTINATARI Dato di partenza
Dato atteso
Fonte
1Interventi formativi dell’Istruzione Formazione Tecnica Superiore (IFTS)
Certificazione conseguita dal 90% di allievi frequentanti
Sistema regionale di monitoraggio
3.2 - INDICATORI REGIONALI (P.O.R.)
3.2.1 - Indicatori di realizzazione
Obiettivo specifico: i.2) INDICATORICreazione di reti tra università, centri tecnologici di ricerca ed il mondo produttivo ed istituzionale con particolare attenzione alla promozione della ricerca e dell’innovazione
N. di progetti (approvati, avviati, conclusi) per tipologia di intervento
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3.2.2. – Indicatori di risultato
Denominazione Dato di part. Target Fonte
i.2) Creazione di reti tra università, centri tecnologici di ricerca ed il mondo produttivo ed istituzionale con particolare attenzione alla promozione della ricerca e dell’innovazione Tasso di copertura dei giovani raggiunti dagli interventi realizzati dall’obiettivo rispetto al totale della popolazione potenzialmente interessata (media annua)
0 0,54%
Monitweb e statistiche ufficiali ISTAT-MPI
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AttivitàINTERVENTI PER IL POTENZIAMENTO DELLE FIGURE DIRETTIVE,
MANAGERIALI E ORGANIZZATIVE NEL SETTORE TURISTICO
Obiettivo specifico
i.1
AUMENTARE LA PARTECIPAZIONE ALL’APPRENDIMENTO PERMANENTEANCHE
ATTRAVERSO PROVVEDIMENTI INTESI A RIDURRE L’ABBANDONO SCOLASTICO
E LA DISPARITA’ DI GENERE RISPETTO ALLE MATERIE
Obiettivo operativo SOSTENERE L'INNALZAMENTO DELLA QUALIFICAZIONE E DELLE
PROFESSIONALITÀ AUMENTANDO LA FREQUENZA AI PERCORSI DI
FORMAZIONE PERMANENTE;
Categoria di
spesa: 73
MISURE PER AUMENTARE LA PARTECIPAZIONE ALL'ISTRUZIONE E ALLA
FORMAZIONE PERMANENTE, ANCHE ATTRAVERSO PROVVEDIMENTI INTESI A
RIDURRE L'ABBANDONO SCOLASTICO, LA SEGREGAZIONE DI GENERE RISPETTO
ALLE MATERIE ED AUMENTARE L'ACCESSO ALL'ISTRUZIONE E ALLA
FORMAZIONE INIZIALE, PROFESSIONALE E UNIVERSITARIA, MIGLIORANDONE LA
QUALITÀ
169
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1. PARTE PRIMA: ANALISI DEI FENOMENI
La formazione nel settore turistico
Come si è avuto modo di rilevare nelle analisi contenute nell’Asse adattabilità, il
territorio della nuova provincia presenta molte potenzialità in termini di capacità
ricettiva e di varietà di offerta turistica: dal turismo balneare della costa adriatica, a
quello culturale e museale degli itinerari della Puglia Imperiale, al turismo d’affari,
servito dagli alberghi commerciali di città, tanto che nel 2008 si contano circa 250.000
presenze.
Grafico n.1
Fonte:Istat
Per poter sfruttare appieno le proprie potenzialità, il sistema ricettivo del
territorio deve poter contare su un management con un adeguato livello di conoscenze
e competenze nel settore.
Tale formazione, di norma, quando si tratta di grandi catene alberghiere viene
realizzata dall’azienda stessa e spesso costituisce una specifica politica aziendale. Il
territorio della provincia, tuttavia, se si fa eccezione per una sola grande catena
alberghiera internazionale, si caratterizza per la presenza di 106 esercizi, in prevalenza
bed&breakfast, oltre la presenza di circa 40 alberghi che si inseriscono in una fascia
media di mercato, spesso a conduzione familiare, che assorbono circa 3800 unità di
170
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personale (cfr. tabella 1).
Tabella n.1 - Addetti in alberghi e ristoranti per comune nella Provincia BAT. Anno 2005 (Valori assoluti)
COMUNI Alberghi e ristoranti
Margherita di Savoia 123San Ferdinando di Puglia 64Trinitapoli 66Andria 989Barletta 695Canosa di Puglia 276Minervino Murge 61Spinazzola 48Trani 663Bisceglie 827Totale 3.812
Fonte: Archivio statistico delle imprese attive, Istat
Le piccole e medie dimensioni del sistema ricettivo del territorio, dove il
management spesso coincide col proprietario della struttura, potrebbe, dunque,
esprimere un fabbisogno di aggiornamento e riqualificazione finalizzate ad introdurre
anche nel settore turistico modalità più innovative di gestione.
Tabella n. 2 - Numero esercizi ricettivi e servizi per comune. Anno 2007
Comuni Totale Alberghi esercizi complementari
Esercizi Letti Camere Bagni Numero Letti Canosa 5 165 85 85 2 33 Minervino - - - - 1 10 Trani 7 315 181 181 45 323 Bisceglie 6 392 217 217 15 255 Barletta 5 337 181 175 6 53 Andria 6 308 151 142 18 157 Margherita di S. 5 362 183 183 16 558 San Ferdinando 2 38 21 19 - - Trinitapoli 1 48 24 8 3 64
Totale BAT 37
1.965
1.043
1.010 106
1.453
171
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Fonte: Capacità degli esercizi ricettivi, Istat. Anno 2007
Non va trascurato ad esempio il ruolo sempre crescente delle tecnologie ICT in
tutti i settori produttivi e anche nel settore turistico (in crescita ad esempio la modalità
di prenotazioni via web) e quanto ormai sia necessario per le aziende che vogliono
rimanere competitive, adeguarsi al processo di innovazione in atto.
2. PARTE SECONDA: STRATEGIE E AZIONI OPERATIVE
Data la grande diversità di fabbisogni formativi espressi da un platea di potenziali
destinatari si ritiene opportuno di prevedere la realizzazione di moduli formativi che
consentano, data la loro brevità, di rispondere ad un universo parcellizzato di
fabbisogni e di consentire la partecipazione a più percorsi nello stesso anno.
1. Moduli formativi per le figure direttive o di management del sistematuristico
Obiettivo
Aggiornare, specializzare, perfezionare mediante moduli formativi su tematiche
specifiche, relative alle funzioni di programmazione, pianificazione e accoglienza, il
now-how professionale delle figure direttive o di management del sistema turistico.
Struttura, numero di edizioni e parametro finanziario
L’azione prevede l’attivazione di 2 corsi, della durata massima di 80 ore, con 15
allievi per corso e con un finanziamento di 15 euro x h/allievo. L’azione interesserà
complessivamente 30 unità.
I moduli riguarderanno tematiche del tipo: marketing operativo e strategico, web
marketing, strategie e advertising, gestire il web, nuove tecnologie per il turismo,
comunicazione commerciale e tecniche di vendita, fidelizzazione della clientela e
172
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post vendita, revenue management, gds & distribution, internet pricing, special
guests, turismo e cultura, turismo e beni culturali (l’elenco è solo esemplificativo e
quindi non è da ritenersi esaustivo).
Potenziali beneficiari
Possono partecipare agli avvisi pubblici emanati dalla provincia di Bari organismi di
formazione accreditati operanti nell’ambito provinciale.
Potenziali destinatari
Possono partecipare ai moduli formativi lavoratori occupati come figure direttive e
manageriali del settore turistico, in aziende del settore aventi sede di lavoro o unità
produttive nell’ambito provinciale.
Vincoli e premialità nella valutazione dei progetti
Non sono ritenuti ammissibili progetti che prevedono frequenza programmata
di più di due moduli da parte della stessa utenza.
Sono ritenuti prioritari i progetti che riguardano i temi seguenti: pianificazione
territoriale del turismo e degli eventi culturali, turismo e beni culturali, turismo
e nuove tecnologie, il turismo congressuale, la commercializzazione e gestione
di prodotti turistici anche con l'ausilio delle nuove tecnologie multimediali, il
turismo agricolo.
173
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3. PARTE TERZA: INDICATORI DI REALIZZAZIONE E DI RISULTATO
3.1.- INDICATORI PROVINCIALI
3.1.1.- Indicatori di realizzazione
AZIONI A FAVORE DEI DESTINATARI INDICATORI Moduli formativi per le figure 1 direttive o di management del sistema turistico
N. di progetti (approvati, avviati, conclusi) per tipologia di intervento N. di destinatari (approvati, avviati, conclusi) per tipologia d’intervento e per caratteristiche principali (degli avviati)
3.1.2. – Indicatori di risultato
AZIONI A FAVORE DEI DESTINATARI Dato di partenza
Dato atteso Fonte
Moduli formativi per le figure 1 direttive o di management del sistema turistico
Attestazione di frequenzaconseguita dall’80% di allievi iscritti
Sistema regionale di monitoraggio
3.2.- INDICATORI REGIONALI (P.O.R.)
3.2.1.- Indicatori di realizzazione
Obiettivo specifico: i.2) INDICATORIAumentare la partecipazione all’apprendimento permanente anche attraverso provvedimenti intesi a ridurre l’abbandono scolastico e le disparità di genere rispetto alle materie
N. di progetti (approvati, avviati, conclusi) per tipologia di intervento
3.2.2. – Indicatori di risultato
Denominazione Dato di
part.
Target Fonte
i.2) Aumentare la partecipazione all’apprendimento permanente anche attraverso provvedimenti intesi a ridurre l’abbandono scolastico e le disparità di genere rispetto alle materie
174
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Tasso di copertura dei giovani raggiunti dagli interventi realizzati dall’obiettivo rispetto al totale della popolazione potenzialmente interessata (media annua)
3,6%
7,0% Monitweb e statistiche ufficiali ISTAT-MPI
175
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Atttività
AZIONI DI INFORMAZIONE, SENSIBILIZZAZIONE, EDUCAZIONE,
COMUNICAZIONE, PROMOZIONE DELLA PARTECIPAZIONE, FINALIZZATE
ALL’INCREMENTO DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA, A FAVORE DELLE
SCUOLE, DELLE IMPRESE, DEI CITTADINI E DELLE CITTADINE, IN
FUNZIONE DEL RUOLO SVOLTO NELL’AMBITO DELL’ORGANIZZAZIONE
DEL LAVORO DOMESTICO
Obiettivo specifico:
h)
ELABORAZIONE, INTRODUZIONE E ATTUAZIONE DELLE RIFORME DEI
SISTEMI DI ISTRUZIONE, FORMAZIONE E LAVORO PER MIGLIORARNE
L'INTEGRAZIONE E SVILUPPARE L'OCCUPABILITÀ, CON PARTICOLARE
ATTENZIONE ALL'ORIENTAMENTO
Obiettivo operativo AUMENTARE LA QUALIFICAZIONE DEL SISTEMA REGIONALE
DELL'ISTRUZIONE, DELLA FORMAZIONE E DEL LAVORO
Categoria di spesa:
73
MISURE PER AUMENTARE LA PARTECIPAZIONE ALL'ISTRUZIONE E ALLA
FORMAZIONE PERMANENTE, ANCHE ATTRAVERSO PROVVEDIMENTI
INTESI A RIDURRE L'ABBANDONO SCOLASTICO, LA SEGREGAZIONE DI
GENERE RISPETTO ALLE MATERIE ED AUMENTARE L'ACCESSO
ALL'ISTRUZIONE E ALLA FORMAZIONE INIZIALE, PROFESSIONALE E
UNIVERSITARIA, MIGLIORANDONE LA QUALITÀ
176
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1. PARTE PRIMA: ANALISI DEL FENOMENO
Da molti anni, la raccolta differenziata è divenuto un obiettivo prioritario delle
strategie comunitarie: la Comunità Europea ha incominciato a legiferare in materia a
partire dal 1975 ed a partire dal 1989, l’UE si è dotata di una strategia per la gestione
dei rifiuti. In Italia, dove la raccolta differenziata è stata introdotta solo recentemente,
la nuova normativa europea impone a tutti i Comuni di raccogliere, entro il 2012, in
maniera differenziata almeno il 65% dei rifiuti
Dal “Rapporto 2010 sui rifiuti” di Legambiente si ricava che in Italia continuano
ad esistere ancora profonde differenze territoriali: il è Nord tradizionalmente più
ecofriendly, mentre al Sud, la raccolta differenziata fatica a decollare, nonostante
alcune eccezioni.
A livello di singole ripartizioni geografiche è il Nord-Est e, soprattutto, il Veneto
a raggiungere le migliori performance: 67,1% di differenziata, con un incremento del
3,1% rispetto al 2009, cui segue il Friuli Venezia Giulia ha il 34,2% di raccolta, ben 12,3%
rispetto a l’anno precedente. Secondo il rapporto inoltre migliorano le performance
delle regioni meridionali: in testa la Sardegna, con il 35% del 2009.
Al Centro nessun capoluogo ha raggiunto il 50% di raccolta differenziata.
In Puglia la percentuale di raccolta differenziata è ancora molto lontana dagli
obiettivi europei: nel 2010 infatti la quota si attesta appena attorno al 15,%, contro il
12% dello scorso anno (cfr. grafico 1).
Grafico n. 1 - Andamento della raccolta dei rifiuti in Puglia. Anno 2010
Fonte: ATO Puglia
177
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Anche nella nostra Regione il problema della gestione dei rifiuti e delle
bonifiche rappresenta ormai da qualche anno una della priorità delle politiche
ambientali regionali, soprattutto in termini di contenimento sia della quantità sia della
pericolosità dei rifiuti, l’incremento della raccolta differenziata e la promozione
dell’economia del riuso e del riciclo.
Nel 2009 è stato varato un aggiornamento al Programma regionale per la tutela
dell’Ambiente che prevede una pluralità di linee d’intervento, finalizzate in particolare
alla tutela aree naturali protette, alla pulizia delle aree costiere, alla tutela della qualità
dei suoli, alla bonifica dei siti inquinati, allo sviluppo dell’attività di monitoraggio e
controllo ambientale, allo sviluppo delle politiche energetiche ambientali finalizzate
alla riduzione delle emissioni nocive.
La pianificazione regionale in materia di gestione dei rifiuti solidi urbani
suddivide il territorio regionale in 15 bacini di utenza, che corrispondono agli ATO
(Ambiti territoriali ottimali), definiti sulla base di parametri fisici, demografici e tecnici.
La suddivisione in ATO è principalmente finalizzata a conseguire adeguate dimensioni
gestionali, definite sulla base di parametri fisici, demografici e tecnici, per il
superamento della frammentazione delle gestioni del servizio di gestione integrata dei
rifiuti
Figura n. 1: Distribuzione delle ATO regionali
Fonte: Ato Puglia
I dati disponibili sono trasmessi telematicamente dai singoli comuni pugliesi con
178
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cadenza mensile e si riferiscono alla quantità di rifiuti raccolti in modo differenziato e a
quella residuale. I rifiuti raccolti in modo differenziato sono avviati a recupero di
materia, mentre i rifiuti indifferenziati residuali dalle operazioni di raccolta differenziata
sono avviati a smaltimento negli impianti di bacino.
I dieci Comuni della provincia di Barletta-Andria-Trani sono distribuiti nei
territori di competenza di tre diverse ATO: in particolare nel territorio delle ATO B1
(Andria, Barletta, Bisceglie Canosa di Puglia, Trani) - B5 (relativamente ai comuni di
Spinazzola e Minervino Murge) e FG4 (relativamente ai comuni di Margherita di Savoia,
San Ferdinando di Puglia Trinitapoli) come evidenziato nelle figure che seguono.
Figura n. 2: ATO di competenze per i comuni della BAT
Fonte: Ato Puglia
La banca dati predisposta dalle Ato per la raccolta delle informazioni consente
179
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non soltanto di trarre indicazioni puntuali in merito ai volumi di RD realizzati da
ciascuno dei comuni che compongono la Provincia di BAT.
Grafico n. 2
Andamento della differenz iata nel c ors o del 2010 nelle AT O B ari 1, B ari 4 e F og g ia 4
0
5
10
15
20
25
G en F eb Mar A pr Mag G iu L ug A go S et Ott Nov Dic
B A 1 B A 4 F G 4
Fonte: Ato Puglia
Nel 2010, la provincia di BAT ha realizzato in media il 15,8% di raccolta
differenziata, valore di poco superiore alla media regionale (15,2%), ma di gran lunga
inferiore dall’obiettivo europeo per il 2012.
In particolare il comune della provincia con la percentuale più alta di raccolta
differenziata è Bisceglie con il 21%, segue Trinitanapoli, Barletta e Trani con il 20,1%, il
18,7%, 15,3%. I dati relativi alla città di Andria testimoniano un calo rispetto ai
precedenti mesi dell’anno e si fermano al 14%. Minervino, nell’ATO B4 è il comune della
provincia di BAT, ad aver riportato il valore più basso, circa il 2,3. Situazione un po’
meno critica per i comuni ex territorio foggiano, come Margherita di Savoia con il 5,3%,
a seguire San Ferdinando di Puglia con il 11% (cfr. grafico n. 3).
180
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Grafico n. 3
P erc entuale rac c olta differenz iata per i c omuni in provinc ia di B AT . Anno 2010
14,718,7
21,0
12,815,3
2,3
20,1
4,2 5,3
11,1
Fonte: Ato Puglia
Tabella 1 - Raccolta differenziata, indifferenziata, tasso di differenziata (Kg) tasso di differenziata e produzione di rifiuti procapite nei Comuni della BAT
(Anno 2010)Comuni della BAT Indifferenziata Differenziata Tot. RSU Rif.Diff. Prod. Procapite
Kg. Kg. Kg. % Kg al Mese
Andria 43.019.170 7.390.576 50.409.746 14,7 43,1
Barletta 39.909.090 9.154.373 49.063.463 18,7 43,9
Bisceglie 23.642.240 6.291.010 29.933.250 21,0 46,7
Canosa 12.442.277 1.824.755 14.267.032 12,8 37,8
Trani 26.893.360 4.862.778 31.756.138 15,3 49,4
Minervino 3.207.845 76.670 3.284.515 2,3 36,7
Trinitanapoli 5.943.560 1.497.024 7.440.584 20,1 43,0
Spinazzola 2.869.735 125.017 2.994.752 4,2 34,5
Margherita di Savoia 8.229.130 464.560 8.693.690 5,3 56,8
San Ferdinando 6.150.320 765.850 6.916.170 11,1 39,9
Fonte: Ato Puglia
Nel corso degli ultimi anni, i comuni della provincia di BAT hanno realizzato varie
campagne di sensibilizzazione sul tema, indirizzate soprattutto alle scuole: è infatti
attivo già da tempo il progetto “La compagnia dei ricicloni”, campagna di
sensibilizzazione all’educazione ambientale per tutte le scuole del territorio. Il progetto
che prevede un coinvolgimento di 202 classi (per un totale di circa 4.000) si basa sui
181
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seguenti presupposti:
1. conoscenza approfondita del contesto di riferimento;
2. coinvolgimento attivo della scuola nella fase di progettazione
esecutiva delle azioni programmate;
3. innovatività della proposta;
4. positività del messaggio della campagna
L’iniziativa che si propone importanti obiettivi come promuovere una campagna
capace di sensibilizzare/informare sul tema della raccolta differenziata, favorire lo
scambio diretto di informazioni tra i cittadini ed i soggetti che a vario titolo si occupano
della gestione del ciclo integrato dei rifiuti, incentivare e migliorare la raccolta
differenziata dei rifiuti, indirizzando a comportamenti corretti, coerenti e conformi al
senso di responsabilità prevede nell’arco della sua realizzazione una serie di iniziative:
Incontri di programmazione del progetto
Laboratori per docenti
Attività di animazione territoriale
La compagnia dei ricicloni
Mostra itinerante a teatro
Produzione di un audiovisivo
In ambito regionale è inoltre attivo il progetto “Mi rifiuto di fare il rifiuto” la nuova
campagna di comunicazione per incentivare la raccolta differenziata dei rifiuti in tutti i
comuni.
E’ importante ricordare anche la campagna “Indifferentemente” promossa dalla
Regione Puglia che si propone di coinvolgere capillarmente le scuole, gli attori sociali e
le popolazioni degli ambiti territoriali e delle province pugliesi in una serie di azioni
finalizzate ad accrescere il grado di sensibilità e consapevolezza delle popolazioni
finalizzate alla riduzione dei rifiuti e alla promozione raccolta differenziata. Il progetto
prevede lezioni frontali e laboratori didattici per gli allievi effettuate da esperti e
soprattutto momenti di discussione e confronto, visite guidate presso imprese
182
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impegnate nella gestione della raccolta differenziata, concorsi a premi, attività ludico -
didattiche e artistiche ed attività di informazione e sensibilizzazione.
2 - PARTE SECONDA: STRATEGIE E AZIONI OPERATIVE
Il problema dello smaltimento, prima di essere un problema tecnico è un
problema culturale. In altri termini se chi produce rifiuti non li differenzia si possono
costruire i più aggiornati impianti di smaltimento e riciclaggio ma si rischia di creare
cattedrali nel deserto. E’ questa la strada intrapresa dalle diverse campagne di cui
abbiamo precedentemente fatto menzione. Ed è questa la strada che intendiamo
continuare con gli interventi a carico del 2011.
1. Informazione/formazione/sensibilizzazione sui temi della limitazione e raccolta differenziata dei residui
Obiettivo
Informare e sensibilizzare, in particolare le donne impegnate nei lavori
domestici, i residenti della Provincia sui temi della limitazione dei residui, sulla
raccolta differenziata e sulle iniziative assunte in materia.
Struttura, numero di edizioni e parametro finanziario
Sono previsti 9 incontri della durata di 3 ore (€ 9,90 x h/all.), presso centri di
formazione, scuole, associazioni, amministrazioni comunali della provincia di
BAT, con la presenza di 25 cittadini per incontro, realizzati con la collaborazione
di esperti o di istituti pubblici e privati specializzati in materia di educazione
ambientale. L’azione coinvolgerà complessivamente 225 unità.
Potenziali beneficiari
Possono partecipare agli avvisi pubblici emanati dalla Provincia di BAT organismi
di formazione accreditati operanti nell’ambito provinciale, in partenariato con
soggetti pubblici e privati specializzati in materia di educazione ambientale.
183
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Potenziali destinatari
Cittadini del territorio provinciale
Vincoli e premialità nella valutazione dei progetti
Non sono ritenuti ammissibili i progetti che non prevedano il partenariato con
soggetti pubblici e privati specializzati in materia di educazione ambientale.
Priorità nell’intervento per i cittadini dei Comuni di Spinazzola, Margherita di
Savoia, Minervino, Canosa, San Ferdinando.
3. PARTE TERZA: INDICATORI DI REALIZZAZIONE E DI RISULTATO
3.1 - INDICATORI PROVINCIALI
3.1.1 - Indicatori di realizzazione
AZIONI A FAVORE DEI DESTINATARI INDICATORIInformazione/formazione/sensibilizzazione sui temi della limitazione e raccolta differenziata dei residui
N. di progetti (approvati, avviati, conclusi) per tipologia di intervento N. di destinatari (approvati, avviati, conclusi) per tipologia d’intervento e per caratteristiche principali (degli avviati)
3.1.2. – Indicatori di risultato
AZIONI A FAVORE DEI DESTINATARI Dato di part. Dato atteso
Fonte
1Informazione/formazione/sensibilizzazione sui temi della limitazione e raccolta differenziata dei residui
100% di realizzazione dei progetti
Sistema regionale di monitoraggio
184
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3.2.- INDICATORI REGIONALI (P.O.R.)
3.2.1.- Indicatori di realizzazione
Obiettivo specifico: i.1) INDICATORIAumentare la partecipazione all’apprendimento permanente anche attraverso provvedimenti intesi a ridurre l’abbandono scolastico e le disparità di genere rispetto alle materie materie
N. di progetti (approvati, avviati, conclusi) per tipologia di intervento
3.2.2. – Indicatori di risultato
Denominazione Dato di part. Target Fontei.1) Aumentare la partecipazione all’apprendimento permanente anche attraverso provvedimenti intesi a ridurre l’abbandono scolastico e le disparità di genere rispetto alle
Tasso di copertura dei giovani raggiunti dagli interventi realizzati dall’obiettivo rispetto al totale della popolazione potenzialmente interessata (media annua)
3,6%
7,0%
Monitweb e statistiche
ufficiali ISTAT-MPI
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Attività
INTERVENTI FORMATIVI PER L’EDUCAZIONE, L’INFORMAZIONE E LA
FORMAZIONE PERMANENTE SULLE STRATEGIE DI DIFESA DEL SUOLO E
DELLA MOBILITA’ SOSTENIBILE
Obiettivo specifico:
i.1)
ELABORAZIONE, INTRODUZIONE E ATTUAZIONE DELLE RIFORME DEI
SISTEMI DI ISTRUZIONE, FORMAZIONE E LAVORO PER MIGLIORARNE
L'INTEGRAZIONE E SVILUPPARE L'OCCUPABILITÀ, CON PARTICOLARE
ATTENZIONE ALL'ORIENTAMENTO
Obiettivo operativo
AUMENTARE LA QUALIFICAZIONE DEL SISTEMA REGIONALE
DELL'ISTRUZIONE, DELLA FORMAZIONE E DEL LAVORO
Categoria di spesa: 73
MISURE PER AUMENTARE LA PARTECIPAZIONE ALL'ISTRUZIONE E
ALLA FORMAZIONE PERMANENTE, ANCHE ATTRAVERSO
PROVVEDIMENTI INTESI A RIDURRE L'ABBANDONO SCOLASTICO, LA
SEGREGAZIONE DI GENERE RISPETTO ALLE MATERIE ED AUMENTARE
L'ACCESSO ALL'ISTRUZIONE E ALLA FORMAZIONE INIZIALE,
PROFESSIONALE E UNIVERSITARIA, MIGLIORANDONE LA QUALITÀ
186
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1. PARTE PRIMA: ANALISI DEL FENOMENO
La declaratoria fa riferimento a due fenomeni che si iscrivono nel capitolo della
salvaguardi dell’ambiente: la difesa del suolo e la mobilità sostenibile
Per il 2001 concentriamo le risorse solo per interventi relativi alla difesa del
suolo.
Vengono riportati di seguito alcuni indicatori ambientali (cfr. tabella 1) per
capoluogo di provincia della Regione Puglia di Legambiente Istituto di Ricerche
Ambiente Italia. La indisponibilità per la provincia di BAT di alcuni dati, ci induce a
prendere come riferimento gli indici relativi alle province di Bari e Foggia, al cui
territorio facevano capo i dieci comuni della nuova provincia.
Tabella 1 - Alcuni indicatori ambientali per capoluogo di provincia. Anno 2009
Indicatore Capoluoghi provinciali Media
ItaliaFoggia Bari Taranto Brindisi Lecce
Qualità dell’aria: concentrazione di biossido di azoto (media annuale dei valori medi registrati da tutte le stazioni di monitoraggio comunale)
n.d 22,0 20,0 19,0 36,0 37,00
Qualità dell’aria: polveri sottili (media annuale dei valori medi registrati da tutte le stazioni di monitoraggio comunale)
n.d 30,0 30,0 24.0 34.0 32.0
Qualità dell’aria: Ozono (media annuale di tutte stazioni di monitoraggio comunale)
n.d 17.0 2.0 35.0 7.0 31.0
Dispersione della rete idrica: Differenza percentuale tra l’acqua immessa e quella consumata per usi civili, industriali ed agricoli
35 54 35 36 44 19.0
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 187
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Tasso di motorizzazione: auto circolanti ogni 100 abitanti
55 56 59 58 68 63.0
Qualità ambientale de parco auto Percentuale di auto Euro 3 e Euro 4 circolanti sul totale auto
39 49 48 41 43 51.00
verde urbano:mq di verde urbano fruibile (verde attrezzato, parchi urbani, vede storico ) per abitante
2.00 2.00 5.00 3.00 4.00 11.80
Piste ciclabili: indice di ciclabilità costruito in funzione della lunghezza della tipologia delle piste ciclabili e zone con moderazione di velocità a 30 km/h
3.77 0.58 0.68 2.08 13.14 8.00
Politiche energetiche ( introduzione incentivi economici e disposizioni sul risparmio energetico, semplificazione procedure installazione impianti solare termico/fotovoltaico.
7.0014.0
07.00 00.0 36.00 31.00
Energie rinnovabili: Metri quadrati di pannelli di solare termico installati su edifici comunali ogni mille abitanti
0.00 0.02 0.06 n.d. 3.64 -
Fonte: IPRES, Puglia in cifre 2009
Rispetto alla qualità dell’aria, ovvero, la concentrazioni di biossido di azoto NO2
nell’aria, è la città di Brindisi quella più virtuosa con (in media) 19 microgranmmi per
metro cubo (mc) a fronte di un dato medio italiano pari a 37. Per il territorio della
provincia di nostro interesse, si dispone soltanto del valore relativo alla provincia di
Bari che si presenta prossimo a quello della provincia di Brindisi e comunque molto al
di sotto della media nazionale.
Per le polveri sottili, invece, (PM10 in microgranmmi per mc) è la città di Lecce
quella che presenta i valori più rischiosi (34) a fronte ancora di Brindisi che garantisce le
quote più basse (24) ed in relazione alla media nazionale uguale a 32. Per il territorio di
nostro riferimento, anche in questo caso si dispone del solo indice relativo alla
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 188
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provincia di Bari che si presenta prossimo a quello della media nazionale.
Rispetto al tasso di motorizzazione pari alle auto circolanti per 100 abitanti, è la
città di Lecce a presentare la quota più elevata con valore pari a 68; positivo invece, per
il territorio di nostro interesse, l’indicatore della città di Foggia: segna il valore più
basso (55) e prossimo è quello della città di Bari (56), a fronte di un dato medio
nazionale è pari a 63.
Un importante indice di riferimento per quanto concerne la materia ambientale
(e di conseguenza quella legata all’inquinamento) è il dato relativo alle piste ciclabili
costruito in funzione della lunghezza e della tipologia delle piste ciclabili e zone con
moderazione di velocità a 30 km/h. Fa riflettere il dato di Lecce pari a 13,14 (metri
equivalenti ogni 100 ab) allorquando lo si confronta con l’omologo valore della città di
Bari (0,58) e con la media italiana uguale ad 8,00. La città di Lecce mantiene un altro
primato per la disponibilità di aree verdi comunali (ovvero, metri quadri di aree verdi
complessivamente presenti nel territorio comunale); il valore salentino, infatti, pari a
1.007, si contrappone nettamente all’indice di Taranto uguale a 126; la media nazionale
è, invece, pari a 1.315.
Preoccupante anche il dato sulla dispersione di acqua dalla rete con il 54% di
perdite nel territorio di Bari.
Critica, anche la situazione relativa alla qualità ambientale del parco auto e
mobilità provinciale. I dati relativi al parco veicolare18 fanno emergere che in termini
relativi è la provincia di Bari a detenere il maggior numero di autovetture e di motocicli
proporzionato al proprio totale di autoveicoli. Per altro verso, è la provincia della BAT a
far registrare – relativamente – il maggior numero di autobus; infatti, quasi un mezzo su
tre è presente in tale area.
Sul versante dei rischi geologici l’indagine “Ecosistema Rischio 2009”, di
Legambiente e del Dipartimento della Protezione Civile, da una parte ci dà notizie
rassicuranti e altre preoccupanti.
Nel rapporto, infatti, si legge che la Puglia presenta la percentuale più bassa di
comuni a rischio, anche se risulta la terza regione per presenza di strutture in aree a 18 Fonte: ACI 2009
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rischio idrogeologico.
Per la provincia di BAT è possibile fare riferimento alle province di Bari e Foggia,
città che presentano in ambito regionale il più alto rischio idro-geologico (cfr. grafico 1).
Grafico 1 - Ripartizione per provincia dei comuni a rischio geologico.Anno 2009
Fonte: Legambiente e Dipartimento della Protezione Civile
Le amministrazioni comunali possono intervenire per contrastare il rischio
idrogeologico attraverso le attività ordinarie legate alle gestione del territorio, quali la
pianificazione urbanistica, gli interventi di delocalizzazione di abitazioni e di altri
fabbricati dalle aree a rischio, la manutenzione delle sponde dei corsi d’acqua e delle
opere idrauliche, ma anche attraverso la redazione dei piani di emergenza, che devono
essere aggiornati e conosciuti dalla popolazione, nonché attraverso l’organizzazione
locale di protezione civile, al fine di garantire soccorsi tempestivi ed efficaci in caso di
alluvione o frana. I Comuni di Canosa di Puglia, Sant’Agata di Puglia e Casalnuovo
Monterotaro ad esempio sono gli unici tre comuni ad aver intrapreso azioni di
delocalizzazione, sia delle abitazioni che dei fabbricati industriali dalle aree a rischio. Il
65% dei comuni ha previsto nei propri piani urbanistici vincoli all’edificazione nelle zone
esposte a maggior pericolo mentre il 100% dei comuni ha realizzato opere di messa in
sicurezza del territorio.
Migliore è la situazione per quanto riguarda l’organizzazione del sistema locale
di protezione civile, fondamentale per salvare la popolazione ad evento già in corso. Il
76% dei comuni si è dotato di un piano d’emergenza e il 65% lo ha aggiornato negli
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 190
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ultimi due anni. Solo nel 12% dei casi sono state organizzate attività di informazione
rivolte alla popolazione e il 59% dei comuni dispone di una struttura di protezione civile
operativa h24 .
Rispetto al livello di sismicità della Regione, i dieci comuni della BAT si
distribuiscono per il 70% un rischio sismico ‘medio’ e per il restante 30% un rischio
‘basso’ (cfr tabella 2).
Tabella 2 - Distribuzione per provincia dei comuni per livello di sismicità. Anno 2009
PROVINCE Numero dei comuni per livello di sismicità
Alta Media Bassa MinimaFOGGIA 10 51BAT 7 3BARI 34 7TARANTO 10 19BRINDISI 20
Fonte: IPRES, Puglia in cifre 2009
Altro aspetto critico del rischio ambientale è la prevenzione degli incendi,
problema che in Puglia assume proporzioni rilevanti. L’indagine “Ecosistema Incendi
2009” di Legambiente e Protezione Civile che ha effettuato un monitoraggio delle
azioni dei Comuni italiani nell’applicazione della legge quadro in materia di incendi
boschivi ha censito in Puglia, nel 2008, 485 gli incendi boschivi e 8.489 gli ettari di
territorio andati in fumo. Tra la provincia di Bari e Foggia , gli incendi sono stati circa
217 circa per un totale di 1457 ettari andati in fumo. I dati non mostrano comunque
una situazione più confortevole neppure nel 2009: la Puglia infatti, occupa la 4
posizione per numerosità di incendi (302) rispetto alla altra Regioni Italiane.
Nell’ambito della provincia di BAT sono stati avviati alcuni progetti sulla
sostenibilità ambientale da destinare alle aziende della provincia: tra questi il progetto
"Tri-ciclo” nell’ambito del quale cento imprenditori, manager e dipendenti delle
aziende delle province Bari e B.A.T. hanno partecipato ai corsi di formazione sulla
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 191
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sostenibilità ambientale. Il progetto prevede un approccio sistemico alle buone prassi
ecosostenibili, con la possibilità di visitare aziende specializzate nel riciclo dei rifiuti. Il
progetto, promosso dalle associazioni CnosFap Regione Puglia, Costellazione Apulia,
Anprori e finanziato da Unione Europea, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali,
Regione Puglia e Provincia di Bari con la collaborazione di Comune di Bari,
Confindustria Bari e B.A.T., Comieco, Ecopolis, WWF, Ruotalibera Bari, The Natural Step
nasce dall'idea di diffondere le buone prassi nella gestione dei rifiuti e la cultura della
sostenibilità ambientale in azienda. Sempre neell’ambito della provincia di BAT, tra gli
esempi di sostenibilità ambientale delle aziende volte a promuovere lo sviluppo
dell'efficienza energetica e delle fonti di energia pulita e rinnovabile, si menziona tra i
tanti il caso dell’azienda Ermetika. Questa realtà imprenditoriale, inserita nel polo
produttivo di Barletta, è un esempio tra le piccole e medie imprese del Sud che attua
concreti e validi programmi per la riduzione dell'inquinamento. Per riuscire in tale
impegno é stato mantenuto attivo il “Sistema di Gestione Ambientale Ermetika” con il
fine di promuovere, sviluppare e supportare i seguenti principi: riduzioni degli impatti
ambientali, ottimizzazione delle risorse naturali e riduzione degli sprechi, formazione
dei collaboratori aziendali, impostazione di un dialogo aperto con le Pubbliche autorità,
con la comunità esterna, con i clienti e con i fornitori. Oltre a selezionare
accuratamente solo fornitori certificati che utilizzano materiali a basso impatto
ambientale, gli imballaggi sono eco-compatibili e realizzati con pellicole alternative
studiate per occupare volumi ridotti. Un codice etico interno, inoltre, regola la gestione
dei rifiuti per limitare al massimo l’impatto sull’ambiente e gli sprechi di prodotto attraverso una politica volta al recupero di materiali riutilizzabili in differenti processi produttivi.
2 - PARTE SECONDA: STRATEGIE E AZIONI OPERATIVE
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1. Moduli formativi per la difesa del suolo a rischio idrogeologico e perla prevenzione degli incendi
Obiettivi
Aggiornare il personale tecnico dei comuni e il personale della protezione civile sul
rischi idrogeologici e gli interventi preventivi e difensivi nella salvaguardia del suolo e
sulla prevenzione degli incendi.
Struttura, numero di edizioni e parametro finanziario
L’azione prevede l’attivazione di 5 corsi di aggiornamento, della durata di 30 ore, con
15 allievi per corso ed con un finanziamento di 15 euro x h/allievo. L’azione interesserà
complessivamente 75 unità.
Potenziali beneficiari
Possono partecipare agli avvisi pubblici emanati dalla Provincia di BAT organismi di
formazione accreditati operanti nell’ambito provinciale, con la collaborazione
dell’Università o di un istituto scientifico, tecnico o di ricerca con competenza nel
settore.
Potenziali destinatari
Possono partecipare ai moduli personale tecnico dei Comuni della provincia di BAT e
personale della protezione civile.
Vincoli e premialità nella valutazione dei progetti
Non sono ritenuti ammissibili progetti che non prevedano la collaborazione
(desumibile da atti formali) con Università o istituto scientifico, tecnico o di ricerca
specializzato.
3. PARTE TERZA: INDICATORI DI REALIZZAZIONE E DI RISULTATO
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 193
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3.1 - INDICATORI PROVINCIALI
3.1.1 - Indicatori di realizzazione
AZIONI A FAVORE DEI DESTINATARI INDICATORI Moduli formativi per la difesa del 1 suolo a rischio idrogeologico e per la prevenzione degli incendi
N. di progetti (approvati, avviati, conclusi) per tipologia di intervento N. di destinatari (approvati, avviati, conclusi) per tipologia d’intervento e per caratteristiche principali (degli avviati)
3.1.2. – Indicatori di risultato
AZIONI A FAVORE DEI DESTINATARI Dato di partenza
Dato atteso Fonte
1Moduli formativi per la difesa del suolo a rischio idrogeologico e per la prevenzione degli incendi
Attestazione di frequenzaconseguita dall’80% di allievi iscritti
Sistema regionale di monitoraggio
3.2.- INDICATORI REGIONALI (P.O.R.)
3.2.1.- Indicatori di realizzazione
Obiettivo specifico: i.2) INDICATORIAumentare la partecipazione all’apprendimento permanente anche attraverso provvedimenti intesi a ridurre l’abbandono scolastico e le disparità di genere rispetto alle materie
N. di progetti (approvati, avviati, conclusi) per tipologia di intervento
3.2.2.- Indicatori di risultato
Denominazione Dato di part. Target Fontei.1) Aumentare la partecipazione all’apprendimento permanente anche attraverso provvedimenti intesi a ridurre l’abbandono scolastico e le disparità di genere rispetto alle
Tasso di copertura dei giovani raggiunti dagli interventi realizzati dall’obiettivo Monitweb e
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 194
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rispetto al totale della popolazione potenzialmente interessata (media annua)
3,6%
7,0%
statistiche ufficiali
ISTAT-MPI
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ASSE VI – ASSISTENZA TECNICA
Obiettivo
specifico
n)
MIGLIORARE L’EFFICACIA E L’EFFICIENZA DEI PROGRAMMI OPERATIVI
ATTRAVERSO AZIONI E STRUMENTI DI SUPPORTO
Categoria di
spesa:
81
MECCANISMI PER AUMENTARE LE BUONE PRATICHE POLITICHE E
L’ELABORAZIONE, IL MONITORAGGIO E LA VALUTAZIONE DEL
PROGRAMMA, A LIVELLO NAZIONALE, REGIONALE E LOCALE, LA
CAPACITY BUILDING NELL’ATTUAZIONE DELLE POLITICHE E DEI
PROGRAMMI
La realizzazione delle azioni previste nel presente piano implica competenze professionali
specifiche, sia relative ai processi di pianificazione, monitoraggio e valutazione, sia per ambiti
disciplinari particolari.
Il ricorso esclusivo alla dotazione organica dell’Assessorato provinciale non è praticabile sia
per il volume lavorativo da realizzare sia per la specificità di alcune competenze e
professionalità implicate.
Si rende necessaria pertanto, a supporto degli Uffici dell’Assessorato, una azione di
consulenza ed assistenza tecnica, prestata da esperti esterni, da reclutare mediante apposito
avviso pubblico.
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 196
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TAVOLA SINOTTICAASSI, CATEGORIE DI SPESA, ATTIVITA’,
AZIONI PROGRAMMATE, TARGET DI UTENZA E RELATIVI COSTI
ASSE I - ADATTABILITÀ
Target Previsione di
spesa
Previsione di spesa
Attività delegate alla Provincia Azioni programmate (numero e tipologia)
delle azioni
dell’attività
Categoria di spesa 62): sviluppo di sistemi e strategie di apprendimento permanente nelle imprese; formazione e servizi per i lavoratori per migliorare la loro adattabilità ai cambiamenti; promozione dell’imprenditorialità e dell’innovazioneInterventi di formazione, di qualificazione e di specializzazione delle competenze professionali degli operatori privati presenti nei settori dei beni e delle attività culturali ed ambientali, dell’industria e dei servizi, della tutela delle acque e di risparmio idrico, della gestione dei rifiuti e delle bonifiche
Moduli formativi su tematiche specifiche. 45 lavoratori 101.250,00
101.250,00
Interventi di riqualificazione delle competenze nel settore turistico, in particolare al fine di migliorare il posizionamento strategico della offerta pugliese sui mercati nazionali e
Moduli formativi di aggiornamento, specializzazione, perfezionamento nelle attività di promozione, ricettività e pianificazione nel settore turistico
45 lavoratori del settore turismo
101.250,00
202.500,00
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 197
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internazionali, attraverso il miglioramento delle funzioni di promozione, di accoglienza, ospitalità, ecc..
Moduli formativi per l’acquisizione, l’aggiornamento, il perfezionamento nelle abilità linguistiche
45 lavoratori del settore turismo
101.250,00
Totale categoria di spesa 62
303.750,00
Categoria di spesa 64: sviluppo di servizi specifici per l’occupazione, la formazione e il sostegno in connessione con la ristrutturazione dei settori e delle imprese, e sviluppo di sistemi di anticipazione dei cambiamenti economici e dei fabbisogni futuri in termini di occupazione e qualifiche.Formazione e servizi alle imprese (check up aziendali, diagnosi organizzative e analisi di mercato) finalizzate in particolare a migliorare il loro posizionamento strategico ed i fenomeni di internazionalizzazione, al ricambio generazionale e allo sviluppo di settori innovativi
Temporary management per accompagnare i processi di internazionalizzazione aziendale
1 aziende 24.000,00
116.000,00
Interventi di formazione/accompagnamento nei processi di diagnosi aziendale, di posizionamento strategico, di internazionalizzazione, di miglioramento continuo, nonché ricambio generazionale
4 aziende 92.000,00
Totale categoria di spesa 64
116.000,00
To
tale Asse I419.750,00
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ASSE III - OCCUPABILITÀ
Target Previsione di spesa
Previsione di spesa
Attività delegate alla Provincia Azioni programmate (numero e tipologia)
delle azioni dell’attività
Categoria di spesa 66: attuazione di misure attive e preventive sul mercato del lavoro
Azioni di qualificazione e sostegno ai disoccupati di lunga durata, ai lavoratori in cigs e mobilità, per l’inserimento e il reinserimento lavorativo
Interventi di formazione e di accompagnamento al lavoro
15 adulti 270.000,00
324.000,00
Tirocini formativi professionalizzanti 12 adulti 54.000,00
Interventi di sostegno agli accordi fra le parti sociali finalizzati all’inserimento lavorativo previo percorso di formazione mirata, interventi per la promozione della partecipazione femminile al mercato del lavoro (intervento in raccordo con cat. 69)
Interventi di formazione e di accompagnamento al lavoro
30 donne disoccupat
e
270.000,00 270.000,00
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Servizi integrati (accompagnamento formazione, incentivi) per lo sviluppo ed il supporto ad interventi di riequilibrio delle opportunità di ingresso nella vita attiva (inclusione sociale giovanile e lavoro giovanile), anche mediante azioni di sostegno alla cooperazione giovanile, specie nelle periferie urbane .
Interventi di orientamento, formazione e accompagnamento alla imprenditorialità
30 giovani 180.000,00
234.000,00Tirocini formativi professionalizzanti 12
giovani 54.000,00
Azioni di sostegno alla riqualificazione professionale delle persone con basso titolo di studio, finalizzata all’acquisizione di un livello minimo di competenze per agevolare l’ingresso nel mercato del lavoro
Interventi di formazione e di accompagnamento al lavoro
15 inoccupati
e disoccupati
270.000,00
319.500,00Tirocini formativi professionalizzanti 11
inoccupati e
disoccupati
49.500,00
Totale categoria di
spesa 66 1.147.500,00
Categoria di spesa 67: misure che incoraggino l’invecchiamento attivo e prolunghino la vita lavorativa
Azioni integrate per l’adattamento delle competenze delle persone con più di 45 anni alle esigenze del sistema produttivo e per consentire la loro permanenza attiva sul mercato del lavoro
Percorsi formativi di riqualificazione per acquisizione competenze certificate
15 disoccupati
over 45
225.000,00 225.000,00
Totale categoria di 225.000,00
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 200
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spesa 67
Categoria di spesa 68: sostegno al lavoro autonomo e all’avvio di imprese
Azioni per promuovere la crescita di nuova imprenditorialità basata su un uso estensivo dell tecnologie ICT
Interventi di formazione e di accompagnamento al lavoro per la creazione o il rafforzamento di micro e piccole imprese basate sull’uso estensive delle ICT
15 disoccupati, diplomati o laureati
225.000,00 225.000,00
Totale categoria
di spesa 68225.000,00
Categoria di spesa 69: misure per migliorare l’accesso all’occupazione ed aumentare la partecipazione sostenibile delle donne all’occupazione per ridurre la segregazione di genere sul mercato del lavoro e per riconciliare la vita lavorativa e privata, ad esempio facilitando l’accesso ai servizi di custodia dei bambini e all’assistenza delle persone non autosufficienti
Interventi per la promozione della partecipazione femminile al mercato del lavoro
Interventi di orientamento formazione e accompagnamento alla imprenditorialità
45 donne disoccupat
e
270.000,00 270.000,00
Introduzione e messa a regime di politiche di conciliazione per promuovere l’ accesso delle donne al mercato del lavoro e alla frequenza ai percorsi formativi, attraverso lo sviluppo di servizi innovativi come il tutoraggio e i voucher di conciliazione
Voucher di conciliazione per donne, in formazione o alla ricerca attiva del lavoro
6 donne 15.000,00 15.000,00
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Percorsi integrati e individualizzati per il recupero e la transizione al lavoro delle donne, anche in condizione di disagio sociale
Interventi di orientamento, formazione e accompagnamento nella vita attiva
30 donne in
situazione di disagio
270.000,00 270.000,00
Totale
categoria di spesa 69 555.000,00
Totale Asse II 2.152.500,00
ASSE IV - CAPITALE UMANO
Target Previsione di spesa
Previsione di spesa
Attività delegate alla Provincia Azioni programmate (numero e tipologia)
delle azioni dell’attività
Categoria di spesa 73: misure per aumentare la partecipazione all’istruzione e alla formazione permanente, anche attraverso provvedimenti intesi a ridurre l’abbandono scolastico, la segregazione di genere rispetto alle materie ed aumentare l’accesso all’istruzione e alla formazione iniziale, professionale e universitaria, migliorandone la qualità
Percorsi formativi e servizi successivi al conseguimento dell'obbligo scolastico fino a 16 anni, rivolti all’ acquisizione di una qualifica
Interventi di qualificazione per giovani che hanno assolto l’obbligo scolastico fino a sedici anni
45 giovani 810.000,00 810.000,00
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 202
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Percorsi formativi, anche integrati con il sistema scolastico, per il completamento della formazione di base e l'acquisizione di un livello minimo di competenze da parte delle persone senza qualifica o diploma
Interventi di integrazione tra i sistemi dell'istruzione e del lavoro, per una preparazione professionale specifica spendibile e per un eventuale rapido inserimento nel mondo: area professionalizzante
96 classi di 4° e 5° anno degli
istituti professionali
1.809.600,00 1.809.600,00
Interventi di formazione di base per gli adulti (EDA)
Corsi brevi modulari di alfabetizzazione funzionale (informatica, multimedialità e lingue straniere)
45 adulti 101.250,00 101.250,00
Interventi di istruzione e formazione tecnica superiore I.F.T.S.
Corsi IFTS 30 allievi 540.000,00 540.000,00
Interventi per il potenziamento delle figure direttive, manageriali e organizzative nel settore turistico
Moduli formativi per le figure direttive o di management del sistema turistico
30 figure direttive o di
management del settore turismo
36.000,00 36.000,00
Interventi formativi per l'educazione, l'informazione e la formazione permanente sulle strategie di difesa del suolo e della mobilità sostenibile
Moduli formativi per la difesa del suolo a rischio ideologico e per la prevenzione degli incendi
75 dipendenti dei comuni a
rischio idrologico e personale della protezione civile
33.750,00
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Azioni di informazione, sensibilizzazione, educazione, comunicazione, promozione della partecipazione, finalizzate all’incre- mento della raccolta differenziata, a favore delle scuole, delle imprese, dei cittadini, in funzione del ruolo svolto nell’ ambito della organizzazione del lavoro domestico
Informazione/formazione/sensibilizzazione sui temi della limitazione e raccolta differenziata dei residui
225 cittadini 6.682,50 6.682,50
Totale categoria
di spesa 733.337.350,00
Totale Asse IV 3.337.350,00
ASSE VI – ASSISTENZA TECNICA
Target Previsione di spesa
Previsione di spesa
Attività delegate alla Provincia Azioni programmate (numero e tipologia)
delle azioni dell’attività
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Categoria di spesa 81: meccanismi per aumentare le buone pratiche politiche e l’elaborazione, il monitoraggio e la valutazione del programma, a livello nazionale, regionale e locale, la capacity building nell’attuazione delle politiche e dei programmiMigliorare l’efficacia e l’efficienza dei programmi operativi attraverso azioni e strumenti di supporto
Assistenza tecnica === === 95.900,00
Totale categoria
di spesa 8195.900,00
Totale Asse VI 95.900,00
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NOTA CONCLUSIVA
Il programma operativo Puglia FSE 2007-2013 colloca le attività relative ai diversi obiettivi specifici, nei quali si articolano gli assi, all’interno di una specifica categoria di spesa. Le attività delegate dalla Regione Puglia alla Provincia di Bari sono relative alle categorie di spesa 62, 64, 66, 68, 69, 70, 73. Il programma stabilisce per ciascuna categoria di spesa un valore percentuale in base al quale vanno utilizzate le risorse finanziarie.Sintesi della spesa prevista nel piano:
Asse Adattabilità : € 419.750,00 (finanziamento assegnato: € 419.786,00) Asse Occupabilità : € 2.152.500,00 (finanziamento assegnato: € 2.152.747,00) Asse Capitale Umano : € 3.337.282,50 (finanziamento assegnato: € 3.337.320,00)
N.B. : - per la categoria di spesa 62 è previsto un impegno di € 303.750,00 (€ 7.423,06 in più rispetto allo stimato per il 2011) -per la categoria di spesa 64 è previsto un impegno di € 116.000,00 (€ 7.459,06 in meno rispetto allo stimato per il 2011) -per la categoria di spesa 66 è previsto un impegno di € 1.147.500,00 (€ 25.531,84 in meno rispetto allo stimato per il 2011) - per la categoria di spesa 67 è previsto un impegno di € 225.000,00 (€ 31.468,04 in più rispetto allo stimato per il 2011) - per la categoria di spesa 68 è previsto un impegno di € 225.000,00 (€ 32.037,99 in meno rispetto allo stimato per il 2011). - per la categoria di spesa 69 è previsto un impegno di € 555.000,00 (€40.924,02 in più rispetto allo stimato per il 2011)
POR FSE 2007/2013 – Piano di Attuazione, Annualità 2011 206
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- per la categoria di spesa 70 è previsto un impegno di € 0,00 (€ 15.069,23 in meno rispetto allo stimato per il 2011).
- per la categoria di spesa 73 è previsto un impegno di € 3.337.282,50 (€ 37,50 in meno rispetto allo stimato per il 2011). La quadratura di asse è comunque garantita. Nel prossimo anno, con il piano 2012, saranno effettuate le dovute compensazioni tra le categorie interessate.
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