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Eco dei Barnabiti 4/2015 32 cessivo sviluppo logico del sistema hegeliano. Comunque questi scritti costituirono il punto di partenza del- la cosiddetta Hegelrenaissance, i cui protagonisti furono – da punti di vi- sta filosofici differenti – Haering, Wahl, Koyré, Ritter, Lukács. L’assoluta rilevanza che questi scritti (e, alla loro luce, i successivi del sistema filosofico hegeliano) han- no o potrebbero avere per la teologia è stato ampiamente dimostrato già una quarantina d’anni fa dalla magi- strale opera di Hans Küng Incarna- zione di Dio – Introduzione al pen- siero teologico di Hegel, prolegomeni ad una futura cristologia (Queriania- na – Brescia, 1972, pp. 722). Ed è un vero peccato che Guanzini non ne faccia cenno (neppure nell’amplissi- ma bibliografia) nel suo peraltro splendido saggio. Lo stesso lamento debbo farlo per la presentazione densissima e stimolante di Pierangelo Sequeri che desidererebbe che il la- voro di Guanzini riaccendesse un motivato interesse da parte della comunità teologica, la quale, a dif- ferenza di quella filosofica, non ha dedicato nessuna speciale attenzio- ne al nucleo ispiratore dei mano- scritti hegeliani (XIII). Aldilà delle famose polemiche, mi sembra in- giusto passare sotto si- lenzio uno studio serio e documentato come quello di Küng. LA STRUTTURA DEL SAGGIO DI GUANZINI Ma veniamo al volume di Guanzini: Il giovane Hegel e Paolo. L’amore fra politica e messiani- smo (Vita e Pensiero – Milano, 2013). La strut- tura del libro è già di per sé significativa. Infatti, lo studio si articola in tre capitoli che sembrano ri- calcare l’andamento tria- dico della dialettica he- geliana di tesi, antitesi e sintesi. Il primo capitolo verte sulla cornice epo- cale degli scritti teologici giovanili di Hegel: Le Ju- gendschriften e lo spirito del tempo (pp. 3-82); il secondo, su Legge, colpa, riconcilia- zione (pp. 83-158); il terzo, su L’amo- re: storia e destino (pp. 159-232). Il tutto inquadrato in una sintetica In- troduzione (pag. XVII-XIX) e un con- clusivo Epilogo (pp. 233-239), cui se- gue una aggiornatissima Bibliografia (pp. 241-258). Tre parole programmatiche stanno a indicare il movimento dei tre ca- pitoli. Il primo capitolo, Le Jugen- dschriften e lo spirito del tempo è ca- ratterizzato dalla parola U bergan- gszeit (= tempo del trapasso), con cui Hegel indica la propria epoca. Il dato obbiettivo da cui parte la riflessione del giovane Hegel è la tesi: siamo in un’epoca di trapasso. Ormai l’Illumi- nismo con il suo impero della razio- nalità è al tramonto e sorge l’aurora di una nuova epoca, il Romantici- smo, con l’affermazione del senti- mento. Secondo le famose parole della Prefazione alla Fenomenologia dello Spirito (1807), il senso di inanità e la noia che pervadono ogni sussi- stenza, il vago presentimento di un ignoto, sono segni premonitori del- l’avvicinamento di qualcosa di diver- so (p. 27). Questo tempo del trapasso fu an- che vissuto da Paolo (… Sappiamo bene infatti che tutta la creazione ge- me e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto …, Rom 8, 22-23) e Guan- zini si chiede se anche noi non vi- viamo la stessa temperie del passag- gio, dall’epoca moderna alla post- modernità. Se il tempo del trapasso può costi- tuire la tesi dell’argomentazione di Guanzini, il secondo capitolo ne è l’antitesi. Con Legge, colpa e riconci- liazione si vuole infatti indicare il mondo kantiano dell’impossibilità del conoscere oltre i limiti delle no- stre capacità naturali, e del dovere morale a cui dobbiamo aderire (im- perativo categorico). Il giovane He- gel, che partiva da queste premesse razionalistiche kantiane, un po’ alla volta se ne distacca, le supera e le trasvalora. Il secondo capitolo avrà quindi per parola tematica la cono- sciutissima Aufhebung (= negazione, superamento). Questa parola risale a Paolo, quando egli nella Lettera agli Efesini (2, 15) parla dell’annullamen- to della Legge fatta di prescrizioni e di decreti, perché ormai il Cristo ci ha riconciliato con Dio per mezzo della sua carne. Il verbo paolino ka- Osservatorio paolino GLI SCRITTI TEOLOGICI GIOVANILI DI HEGEL Nel 1907 Herman Nohl pubblicò, sotto il titolo di Scritti teologici giova- nili di Hegel, abbozzi, carte private, appunti, testi più elaborati che Hegel aveva composto ma non pubblicato dall’epoca dei suoi studi nello Stift (seminario protestante) di Tubinga (1793), dove ebbe come condiscepo- li Schelling e Hölderlin, fino al suo trasferimento a Jena (1800). In realtà l’interesse per questi manoscritti era stato promosso dal filosofo W. Dil- they, che ne aveva sottolineato (già nel 1905) la dipendenza – nel loro primo momento – da Kant e, in se- guito, nel sopraggiunto clima roman- tico, il loro sfociare in un panteismo mistico, del tutto differente dal suc-

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OSSERVATORIO PAOLINO

cessivo sviluppo logico del sistemahegeliano. Comunque questi scritticostituirono il punto di partenza del-la cosiddetta Hegelrenaissance, i cuiprotagonisti furono – da punti di vi-sta filosofici differenti – Haering,Wahl, Koyré, Ritter, Lukács.

L’assoluta rilevanza che questiscritti (e, alla loro luce, i successividel sistema filosofico hegeliano) han-no o potrebbero avere per la teologiaè stato ampiamente dimostrato giàuna quarantina d’anni fa dalla magi-strale opera di Hans Küng Incarna-zione di Dio – Introduzione al pen-siero teologico di Hegel, prolegomeniad una futura cristologia (Queriania-na – Brescia, 1972, pp. 722). Ed è unvero peccato che Guanzini non nefaccia cenno (neppure nell’amplissi-ma bibliografia) nel suo peraltrosplendido saggio. Lo stesso lamentodebbo farlo per la presentazionedensissima e stimolante di PierangeloSequeri che desidererebbe che il la-voro di Guanzini riaccendesse unmotivato interesse da parte dellacomunità teologica, la quale, a dif-ferenza di quella filosofica, non hadedicato nessuna speciale attenzio-ne al nucleo ispiratore dei mano-scritti hegeliani (XIII). Aldilà dellefamose polemiche, mi sembra in-

giusto passare sotto si-lenzio uno studio serioe documentato comequello di Küng.

LA STRUTTURADEL SAGGIODI GUANZINI

Ma veniamo al volumedi Guanzini: Il giovaneHegel e Paolo. L’amorefra politica e messiani-smo (Vita e Pensiero –Milano, 2013). La strut-tura del libro è già di persé significativa. Infatti, lostudio si articola in trecapitoli che sembrano ri-calcare l’andamento tria-dico della dialettica he-geliana di tesi, antitesi esintesi. Il primo capitoloverte sulla cornice epo-cale degli scritti teologicigiovanili di Hegel: Le Ju-gendschriften e lo spiritodel tempo (pp. 3-82); il

secondo, su Legge, colpa, riconcilia-zione (pp. 83-158); il terzo, su L’amo-re: storia e destino (pp. 159-232). Iltutto inquadrato in una sintetica In-troduzione (pag. XVII-XIX) e un con-clusivo Epilogo (pp. 233-239), cui se-gue una aggiornatissima Bibliografia(pp. 241-258).

Tre parole programmatiche stannoa indicare il movimento dei tre ca-pitoli. Il primo capitolo, Le Jugen-dschriften e lo spirito del tempo è ca-ratterizzato dalla parola U”bergan-gszeit (= tempo del trapasso), con cuiHegel indica la propria epoca. Il datoobbiettivo da cui parte la riflessionedel giovane Hegel è la tesi: siamo inun’epoca di trapasso. Ormai l’Illumi-nismo con il suo impero della razio-nalità è al tramonto e sorge l’auroradi una nuova epoca, il Romantici-smo, con l’affermazione del senti-mento. Secondo le famose paroledella Prefazione alla Fenomenologiadello Spirito (1807), il senso di inanitàe la noia che pervadono ogni sussi-stenza, il vago presentimento di unignoto, sono segni premonitori del-l’avvicinamento di qualcosa di diver-so (p. 27).

Questo tempo del trapasso fu an-che vissuto da Paolo (… Sappiamobene infatti che tutta la creazione ge-me e soffre fino ad oggi nelle dogliedel parto …, Rom 8, 22-23) e Guan-zini si chiede se anche noi non vi-viamo la stessa temperie del passag-gio, dall’epoca moderna alla post-modernità.

Se il tempo del trapasso può costi-tuire la tesi dell’argomentazione diGuanzini, il secondo capitolo ne èl’antitesi. Con Legge, colpa e riconci-liazione si vuole infatti indicare ilmondo kantiano dell’impossibilitàdel conoscere oltre i limiti delle no-stre capacità naturali, e del doveremorale a cui dobbiamo aderire (im-perativo categorico). Il giovane He-gel, che partiva da queste premesserazionalistiche kantiane, un po’ allavolta se ne distacca, le supera e letrasvalora. Il secondo capitolo avràquindi per parola tematica la cono-sciutissima Aufhebung (= negazione,superamento). Questa parola risale aPaolo, quando egli nella Lettera agliEfesini (2, 15) parla dell’annullamen-to della Legge fatta di prescrizioni edi decreti, perché ormai il Cristo ciha riconciliato con Dio per mezzodella sua carne. Il verbo paolino ka-

Osservatorio paolino

GLI SCRITTI TEOLOGICI GIOVANILI DI HEGEL

Nel 1907 Herman Nohl pubblicò,sotto il titolo di Scritti teologici giova-nili di Hegel, abbozzi, carte private,appunti, testi più elaborati che Hegelaveva composto ma non pubblicatodall’epoca dei suoi studi nello Stift(seminario protestante) di Tubinga(1793), dove ebbe come condiscepo-li Schelling e Hölderlin, fino al suotrasferimento a Jena (1800). In realtàl’interesse per questi manoscritti erastato promosso dal filosofo W. Dil-they, che ne aveva sottolineato (giànel 1905) la dipendenza – nel loroprimo momento – da Kant e, in se-guito, nel sopraggiunto clima roman-tico, il loro sfociare in un panteismomistico, del tutto differente dal suc-

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thargein (= annullare) viene reso daLutero con il verbo Aufheben, da cuiil sostantivo Aufhebung, decisivo nel-la dialettica hegeliana.

Il terzo capitolo, L’amore: storia edestino ha come parola tematica Lie-be (= amore) come riconciliazionedell’uomo con se stesso, con gli altriuomini e con il cosmo intero. E ancheLiebe non è che un prestito del paoli-no agape (Cfr l’inno alla carità, agape,di 1 Cor 13). L’amore trascende lascissione e opera la riconciliazione; ècioè la sintesi di tesi e antitesi.

TEMI PAOLINI NEGLI SCRITTITEOLOGICI GIOVANILI DI HEGEL

L’obbiettivo di Guanzini, nell’ana-lisi dettagliata che fa degli scritti teo-logici giovanili di Hegel, è quello diuna ricostruzione ragionata dellosfondo biblico – paolino … I nodifilosofici fondamentali di questi abbozzi lasciano emergere l’influssofungente e per lo più implicito delleLettere di Paolo … Tale presenza inincognito di Paolo è giustificatasenz’altro dal contesto di formazioneessenzialmente luterano praticatonello Stift di Tubinga.

Dirà Guanzini più avanti: Si puòdunque affermare che la riflessionehegeliana si sia indirizzata, fin dal-l’inizio, verso una rielaborazione sto-rico – dinamica e speculativa dellecategorie teologiche fondamentalipresenti negli scritti paolini e giovan-nei (p. 30).

Se poi ci chiediamo quali sianoquesti punti nodali, di ascendenzaprettamente paolina, troviamo: ladialettica fra la legge e l’amore, ilcontrasto fra spirito e lettera, il con-cetto di destino e il significato del-l’esperienza religiosa in un tempo dipassaggio storico (XVII; p. 7). Tantopiù che oggi la lettura incrociata diquesti due autori così distanti crono-logicamente e così vicini teologica-mente (Paolo e, appunto, Hegel)sembra trovare un tempo favorevoleper una nuova appropriazione ecomprensione. Molti sono i filosofiche trovano in Paolo una via univer-salistica per il tempo presente, dal-l’italiano Giorgio Agamben al franceseAlain Badiou fino allo sloveno SlavojŽižek (p. 8 e note).

Qual è il tono fondamentale in cuiil giovane Hegel sembra riecheggiare

Paolo? Guanzini lo individua nellapresa di distanza del giovane Hegeldal processo di emancipazione e di secolarizzazione messo in attodal “freddo intelletto” (illuministico)contro la ricchezza dello “spirito delpopolo”. Per il giovane Hegel il prin-cipio autonomistico della ragionekantiana è strettamente correlato conil modello giuridico ed economico diun progresso della civiltà fondato suldominio illimitato della scienza esostenuto da un ideale proprietarioindividualistico, senza radicamentopopolare e passione civile. Alla scis-sione di ragione e cuore (logos e pa-thos) egli contrappone l’amore comepotenza conciliatrice, che unifica lefacoltà dell’uomo e li stimola per unagire ed essere in comune.La religione, dirà Guanzini, nel gio-

vane Hegel, svolge allora una funzio-

ne eminentemente politica, comerisposta al disagio dell’epoca, comericostituzione di una nuova Bildung(= Educazione) europea, lacerata dal-la scissione fra individuo e comunità,fra particolare e universale, fra fini-tezza e infinito (p. 45).

Sono gli stessi temi di Paolo: del-l’amore in contrapposizione alla du-ra Legge; della comunità contro lasfrenata prepotenza dell’individuo;della speranza escatologica contro illimite del presente e delle sue leggidi oppressione.

Osserva Guanzini: Tale situazioneè anche la nostra: sia Paolo che He-gel, figure decisive di un tempo di ge-stazione, fanno cenno di nuovo a ciòdi cui anche il presente ha esigenza,ossia di quel geistiger Blick (= sguar-do spirituale) che rende entrambi gliautori pensatori escatologici, portato-

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OSSERVATORIO PAOLINO

Federico Zuccari, San Paolo, 1607 ca. (Torino, Chiesa dei Santi Martiri)

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ri di una nuova visione della storia edel tempo (p. 10). E, subito dopo ag-giunge: Di uno sguardo, cioè, capacedi salvare i soggetti da un destino diinvoluzione individualistica e narcisi-stica del sé, che corrisponde ultima-mente al destino nichilistico dell’altroe del comune (pp. 10-11). Negliscritti teologici giovanili, Hegel si di-rige sempre più, entro il contesto piùampio del Romanticismo tedesco,verso l’intuizione di una unità pienae organica della vita, in polemicacon la visione intellettualistica del-l’Aufklärung (= Illuminismo) (p. 13).Come Guanzini spiegherà nel corsodel primo capitolo del libro, un ele-mento strutturalmente ‘paolino’ dellafilosofia hegeliana può essere coltonella sua visione del soggetto e dellastoria… che si fonda non tanto suldubbio teoretico riguardo alla cono-scibilità o alla realtà del mondo ester-no, quanto sulla convinzione praticadella potenza dello spirito sulla real-tà… l’idealismo della vita piena…che fa sentire i suoi effetti sulle vicende

reali degli esseri (p. 75). Così come lapredicazione di Paolo non si fondasu convincenti discorsi della sapien-za umana, ma sullo spirito vivificato-re del Cristo crocifisso e risorto.

La rivolta del giovane Hegel controlo spirito illuministico sfociato in unarido individualismo non è poi cosìdistante dal gesto dell’Apostolo Pao-lo, che inaugura una lotta apocalitticanel cuore del politeismo e nel con-tempo dissemina la verità etnica delmonoteismo ebraico lungo gli infinititragitti delle culture pagane (p. 26).E, con parole estremamente signifi-cative, Guanzini osserva: Forse è perquesto che i due autori trovano oggi– Paolo in particolare – una specialeleggibilità: avanza globalmente la per-cezione del fatto che la civiltà dell’Oc-cidente stia già effettivamente viven-do un’epoca di passaggio, di tramon-to, di trapasso verso una condizionenuova, sebbene non si possiedanocategorie e immagini adeguate perimmaginarne i contorni, i rischi e lepossibilità. Si tratta della coscienza

sia paolina che hegeliana di vivereuna U” bergangszeit (= un tempo ditrapasso), anzi, di essere essa stessaun U” bergang (= un trapasso)… SiaPaolo sia Hegel divengono alloraGestalten (= Figure) escatologiche,figure emergenti entro uno spaziocontratto, dal quale si genera unanuova coscienza del tempo e dellastoria (p. 28).

LESSICO DI PAOLONELLA TERMINOLOGIA FILOSOFICA

DI HEGEL

A p. 142 ai legge questa importanteaffermazione di Guanzini: La tesi quiproposta è che il nucleo dialettico cheaffiora nelle Jugendschriften – che tro-va appunto nel rapporto legge-amoreuna delle sue espressioni più significa-tive – possa essere ricondotto alle ra-dici paoline del pensiero hegeliano,risalenti soprattutto alla formazionetubinghese degli anni dello Stift.La traccia della nostra scoperta è

dettata da un dato lessi-cale di sicuro interesse,che riguarda il verbokathargeo. Abbiamo giàdetto che questo verbo,attraverso la traduzione diLutero perviene alla dot-trina specificamente he-geliana dell’Aufhebung esta ad indicare una conti-nuità di ispirazione fra lasemantica paolina del-l’accadere escatologico diDio in Gesù e la dialetticadella riconciliazione frastoria e spirito nella spe-culazione di Hegel (ib.).

Le pagine in cui Guan-zini discute di questo ver-bo (pp. 140-158) e dellasua resa in tedesco con iltermine Aufhebung sono,a mio parere, di grandeinteresse. Perché il dialo-go viene intrecciato conle tesi di Paolo, che iltempo è ormai arrivatoalla sua contrazione fina-le, ho nyn kairos, ‘il tem-po di ora’, con le tradu-zioni tedesche di Lutero,riprese dagli scritti teolo-gici giovanili di Hegel, erimeditate dalle stimolan-ti osservazioni di Giorgio

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OSSERVATORIO PAOLINO

Basilica Vaticana, portico, bassorilievo in stucco della volta con l’apparizione in sognoa Costantino dei Santi Apostoli Pietro e Paolo (maestranze del Canton Ticino su cartonidi Giovan Battista Ricci da Novara, 1540 ca.-1627)

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Agamben nel suo volume Il tempoche resta (Bollati Boringhieri, 2000).Guanzini ha ragione quando osservache Paolo ed Hegel convergonoquando – Paolo col suo vivere ‘comenon…’ 1 Cor 7, 29-32, e Hegel conla sua Aufhebung, negazione e supe-ramento – si ritrovano nel comune su-peramento del ‘cosa’ e del ‘quando’per concentrarsi entrambi nell’’ora’,nella sospensione delle determinazio-ni, nell’apertura messianica del tem-po che resta (p. 156).

Il passo successivo negli scritti teo-logici giovanili Hegel lo farà a Franco-forte quando a poco a poco acquiste-rà la consapevolezza che non sia pos-sibile trovare nella ragione e nella sualegge … il fondamento dell’unità. Talefondamento deve essere ora cercatosoltanto nell’amore (p. 160). E qui ab-biamo la traccia nel vocabolario filo-sofico di Hegel di un altro termine ca-ro a Paolo: l’agape, che il filosofo ren-de col termine tedesco Liebe. E amorevuol dire, per Hegel, la ripresa dei le-gami con la comunità vivente, con lospirito del popolo, per un progetto diuna reviviscenza politica della società(tedesca). Se per la modernità illumi-nistica e kantiana il soggetto viene ri-conosciuto in quanto tale in nome delrispetto della sua autonomia, per Pao-lo – ma anche per il giovane Hegel –la persona è tale nel momento in cuisi riconosce la sua prossimità come unbene. Essere persona significa allora– prima di ogni altra cosa – riconosceree coltivare il rapporto fraterno come‘la via migliore di tutte’ (1 Cor 12, 31)(p. 167). Non i carismi individuali so-no il costitutivo della persona, mal’amore: ‘Perseguite l’amore’ (1 Cor14, 1), esorta Paolo i suoi credenti.

Ancora pagine bellissime scriveGuanzini sulla dialettica degli amanti,ricordando che chi ama non solo siespropria di sé, ma neppure si appro-pria dell’altro. L’amore cerca infinitedifferenze e ritrova infinite unificazio-ni. È un perdersi per ritrovarsi. Unacontinua Aufhebung, negazione di sé,che non annulla semplicemente il sé,ma lo ritrova sublimato nell’altro dasé. Parimenti belle sono le pagine incui Guanzini mostra che l’amore simostra ostile a ogni divisione, e con-trasta ogni spirito di proprietà. Il giova-ne Hegel nega il cammino che il pen-siero europeo ha compiuto passandodall’Io penso cartesiano all’Io possie-do dell’epoca borghese. Qui Hegel

abbraccia le tesi di Rousseau che è ilpossesso, la proprietà individualistica,a spezzare l’armonia del tutto e agenerare una solitudine alienante. Laproprietà usata privatisticamente co-stituisce l’ostacolo fondamentale alcompimento della legge dell’amore.

Possiamo quindi fare nostra la con-clusione dialettica che Guanzini traealla fine del suo lavoro: Amore e fedesono di conseguenza indisgiungibili:la fede deve tradursi nell’amore, mal’amore ha per Hegel la necessità difarsi religione, nella misura in cuideve trovare uno spazio proprio dioggettivazione ‘non oggettiva’, di

presenza ‘non positivistica’, in vistadella produzione del comune (p. 210).

L’avvertimento che mi sembra op-portuno suggerire è che il volume diGuanzini è estremamente pensato,mirabilmente argomentato, di sapidae godibile lettura, ma richiede cono-scenze filosofiche specialistiche.

Giuseppe Cagnetta

Abbiamo parlato di:

Isabella Guanzini. Il giovane Hegele Paolo. L’amore fra politica e messia-nismo (Vita & Pensiero, 2013, pp. 258€ 26,00).

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Musei Vaticani, Pinacoteca, particolare del “Trittico Stefaneschi” con laraffigurazione del martirio di San Paolo (Giotto di Bondone, 1267 ca.-1337)

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