062 071 2AB - Zanichelli online per la scuola | I libri...

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62 Sezione 8 Unità 33 Lezione 1 In Europa è nata l’industria moderna L’Europa è una delle aree più industrializzate del mondo. Qui ebbe origine l’indu- stria moderna, un nuovo sistema di fabbricazione delle merci basato sulla produzio- ne in serie di oggetti mediante l’uso di macchine. La rivoluzione industriale, infatti, prese avvio in Inghilterra e si diffuse poi gradualmente nel resto del mondo. Tra la fine del Settecento e la prima metà del Novecento l’Europa fu anche prota- gonista delle principali scoperte e innovazioni tecnologiche in campo industriale. La prima fase dello sviluppo industriale fu caratterizzata dall’invenzione – nel 1783 in Inghilterra – della macchina a vapore, che trasformava in energia meccanica, capace di muovere ingranaggi e meccanismi, l’energia termica generata dalla combustione del carbone. Ciò consentì, fra l’altro, l’uso del telaio meccanico nella produzione tes- sile, la costruzione della ferrovia e l’introduzione della navigazione a vapore al posto di quella a vela. La seconda fase dello sviluppo industriale, invece, si caratterizzò per l’uso dell’e- nergia elettrica. In Francia (1869) fu realizzato il primo impianto idroelettrico, che sfruttava la forza di caduta dell’acqua per produrre elettricità; in Germania vennero aperti i primi stabilimenti chimici, farmaceutici ed elettromeccanici; ancora in Fran- cia nacquero la fotografia e il cinema; in Italia avvenne la prima trasmissione radio. Il telefono e il telegrafo, invece, si diffusero prima in America. Poco dopo, e quasi con- temporaneamente in Europa e Stati Uniti, sorse l’industria automobilistica, grazie al- l’invenzione del motore a scoppio e allo sfruttamento dei primi pozzi petroliferi. Da allora l’Europa cominciò a perdere la sua supremazia in campo tecnologico e in mol- ti settori è stata superata da USA e Giappone. Circa trent’anni fa è iniziata la terza fase di sviluppo tecnologico dell’industria mondiale, basata su alcune innovazioni nell’elettronica (microchip) , nell’informatica (personal computer) e nelle biotecnologie . L’utilizzo dell’elettronica e dell’informati- ca nei processi produttivi dell’industria ha avuto come conseguenza l’automazione, la sostituzione del lavoro umano con macchinari e robot diretti da computer. In che cosa consiste l’industria moderna? Quali innovazioni si sono avute nella prima fase dello sviluppo industriale? E nelle fasi successive? Le attività industriali Unità 33 Copyright © 2010 Zanichelli editore S.p.A. – Francesco Iarrera, Giorgio Pilotti, Facciamo geografia essenziale, vol. Italia e Europa (per le unità tolte dal volume 1 e 2) Glossario • microchip Piccolissimo dispositivo elettroni- co capace di svolgere moltissime funzioni. I microchip, ad esempio, fanno funzionare computer, video- giochi, orologi digitali. • biotecnologia Impiego di organismi viventi (cel- lule animali e vegetali) nella pro- duzione di farmaci o prodotti chi- mici con tecniche di biologia e ge- netica. A Riconosci le immagini Dopo aver osservato le foto, rispondi alle domande. a b L’immagine a risale alla prima fase dell’industrializzazio- ne italiana o a quella attuale? Da che cosa lo capisci? L’immagine b si riferisce all’organizzazione produttiva at- tuale o a quella del passato? Per quale motivo?

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Sezione8 Unità33 Lezione 1

In Europa è nata l’industria moderna

� L’Europa è una delle aree più industrializzate del mondo. Qui ebbe origine l’indu-stria moderna, un nuovo sistema di fabbricazione delle merci basato sulla produzio-ne in serie di oggetti mediante l’uso di macchine. La rivoluzione industriale, infatti,prese avvio in Inghilterra e si diffuse poi gradualmente nel resto del mondo.� Tra la fine del Settecento e la prima metà del Novecento l’Europa fu anche prota-gonista delle principali scoperte e innovazioni tecnologiche in campo industriale. Laprima fase dello sviluppo industriale fu caratterizzata dall’invenzione – nel 1783 inInghilterra – dellamacchina a vapore, che trasformava in energia meccanica, capacedi muovere ingranaggi e meccanismi, l’energia termica generata dalla combustionedel carbone. Ciò consentì, fra l’altro, l’uso del telaio meccanico nella produzione tes-sile, la costruzione della ferrovia e l’introduzione della navigazione a vapore al postodi quella a vela.� La seconda fase dello sviluppo industriale, invece, si caratterizzò per l’uso dell’e-nergia elettrica. In Francia (1869) fu realizzato il primo impianto idroelettrico, chesfruttava la forza di caduta dell’acqua per produrre elettricità; in Germania venneroaperti i primi stabilimenti chimici, farmaceutici ed elettromeccanici; ancora in Fran-cia nacquero la fotografia e il cinema; in Italia avvenne la prima trasmissione radio.Il telefono e il telegrafo, invece, si diffusero prima in America. Poco dopo, e quasi con-temporaneamente in Europa e Stati Uniti, sorse l’industria automobilistica, grazie al-l’invenzione del motore a scoppio e allo sfruttamento dei primi pozzi petroliferi. Daallora l’Europa cominciò a perdere la sua supremazia in campo tecnologico e in mol-ti settori è stata superata da USA e Giappone.

Circa trent’anni fa è iniziata la terza fase di sviluppo tecnologico dell’industriamondiale, basata su alcune innovazioni nell’elettronica (microchip), nell’informatica(personal computer) e nelle biotecnologie. L’utilizzo dell’elettronica e dell’informati-ca nei processi produttivi dell’industria ha avuto come conseguenza l’automazione,la sostituzione del lavoro umano con macchinari e robot diretti da computer.

� In che cosa consistel’industria moderna?� Quali innovazioni si sonoavute nella prima fase dellosviluppo industriale?� E nelle fasi successive?

Le attivitàindustriali

Unità

33

Copyright © 2010 Zanichelli editore S.p.A. – Francesco Iarrera, Giorgio Pilotti, Facciamo geografia essenziale, vol. Italia e Europa (per le unità tolte dal volume 1 e 2)

Glossario• microchipPiccolissimo dispositivo elettroni-co capace di svolgere moltissimefunzioni. I microchip, ad esempio,fanno funzionare computer, video-giochi, orologi digitali.• biotecnologiaImpiego di organismi viventi (cel-lule animali e vegetali) nella pro-duzione di farmaci o prodotti chi-mici con tecniche di biologia e ge-netica.

A

Riconosci le immaginiDopo aver osservato le foto, rispondi alle domande.

a

b

L’immagine a risale alla prima fase dell’industrializzazio-ne italiana o a quella attuale? Da che cosa lo capisci?L’immagine b si riferisce all’organizzazione produttiva at-tuale o a quella del passato? Per quale motivo?

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C

Osservai disegniQui accanto sonoraffigurati alcunioggetti di uso co-mune. Individuafra questi i quat-tro prodotti chesi potevano tro-vare anche primadella rivoluzioneindustriale.

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Copyright © 2010 Zanichelli editore S.p.A. – Francesco Iarrera, Giorgio Pilotti, Facciamo geografia essenziale, vol. Italia e Europa (per le unità tolte dal volume 1 e 2)

B

1897Telefonosenza fili(Marconi)1801Pila(Volta)

1897Motore diesel(Diesel)

1892Automobilea benzina(Daimler)

1887Effettofoto-elettrico(Hertz)

1885Raggi X(Rœntgen)

1876Macchina acorrente alternata(Otto)

1879Lampadinaa filamentoincandescente(Edison)

1870Celluloide(Hyatt)

1859Sfruttamentoindustrialedel petrolio(Drake)

1876Primo telefonocon microfonoa carbone(Bell)

1844Telegrafo(Morse)

1856Dinamite(Nobel)

1860Macchinaa correntealternata(Gramme)

1863Processoper la soda(Solvay)

1907Bachelite(Baekeland)

1896Radioattivitànaturalel(Becquerell)

1894Trasformatore(Gaulard)

1884Setaartificiale(Chardonnet)

1882Trasportodell’energiaelettrica adistanza(Deprez)

1867Frigorifero(Tellier)

1830Macchinaper cucire(Thimonnier)

1822-27Fotografia(Niepce)

1809Sterilizzazionedelle conserve(Appert)

1792Gas perl’illuminazione(Lebon)

1791Soda(Leblanc)

1777Candeggina(Berthollet)

1783Mongolfiera(Montgolfier)

1888Pneumatico acamera d’aria(Dunlop)

1876Generatoreelettrico(Thomson)

1856Convertitoreper l’acciaio(Bessemer)

1816Locomotiva(Stephenson)

1808Macchina perla stampatipografica(Stanhope)

1785Telaio(Cartwright)

1784Macchina avapore(Watt)

1784Macchina perfilare il cotone(Crompton)

REGNO UNITO

FRANCIA

BELGIO

ITALIA

SVEZIA

GERMANIA

1903Aeroplano(Wright)

Lavoracon la cartaOsserva la cartache mostra doveebbero luogo leprincipali inven-zioni nel periodo1780-1910 e ri-spondi: quali so-no i due paesi incui furono realiz-zate in maggiornumero? Qualialtri paesi si di-stinguono peraver prodotto in-novazioni tecno-logiche?

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Sezione8 Unità33Le attività industriali

Lezione 2

L’industria europea oggi

A

� L’Europa ricopre tuttora un ruolo di primo piano nella produzione industrialemon-diale: cinque paesi europei occidentali figurano ai primi posti tra le maggiori potenzeindustriali del pianeta.Tuttavia, per la prima volta nella storia, la crescita della produzione del settore secon-dario è stata accompagnata da un calo degli addetti: gran parte del lavoro degli uominiè stato sostituito da sistemi automatici (> lezione 1). Ormai in questo settore avvienequello che da tempo accade nell’agricoltura, cioè aumenta la produzione ma diminui-scono gli occupati: tale fenomeno viene definito deindustrializzazione. In Francia, peresempio, gli addetti all’industria sono passati dal 40% (1970) al 22% (attuale) della popo-lazione attiva, pur essendo aumentata la produzione grazie a macchinari più veloci esofisticati. In linea di massima, nei paesi europei occidentali gli addetti all’industriarappresentano circa il 25-30% della popolazione attiva, mentre in Europa orientale avolte raggiungono il 40%.� Nei paesi più progrediti dell’Europa occidentale il calo di addetti all’industria èinoltre accentuato dal fenomeno della delocalizzazione (> il caso, pag. 65), il trasferi-mento degli impianti industriali nell’Est europeo (e anche nei paesi in via di sviluppo)ad opera di aziende occidentali. Questo avviene perché quei paesi offrono condizionivantaggiose per gli imprenditori, come la disponibilità di forza-lavoro qualificata e abasso costo, la vicinanza con gli stessi paesi occidentali, tasse poco elevate e materieprime locali a buonmercato.� Un fenomeno diverso è invece quello della produzione industriale integrata, che siha quando le varie parti di un prodotto vengono fabbricate in paesi diversi da aziendediverse e in seguito montate in un impianto di assemblaggio. Ne è un esempio l’aereopasseggeri Airbus, costruito da un consorzio di più imprese europee (la britannica Bri-tish Aerospace, la francese Aerospatiale, la tedesca Daimler Benz Aerospace e la spa-gnola Construcciones Aeronauticas SA). L’aereo, prodotto in sedici stabilimenti sparsinei quattro paesi del consorzio, ha ottenuto un grande successo a livello mondiale, en-trando efficacemente in competizione con il colosso statunitense Boeing. In altri casi,una multinazionale può distribuire in alcuni stabilimenti localizzati in varie parti delmondo la realizzazione delle diverse componenti di un prodotto.

Lavora con le tabelleOsserva i dati della tabellache si riferiscono agli occu-pati nel settore secondarioe confrontali con quelli dipag. 55.

� Quali aspetticaratterizzano l’attuale fasedi sviluppo tecnologico?� In che cosa consiste ladelocalizzazione?� E la produzione industrialeintegrata?

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1. Quali sono i paesi che hanno un numerodi addetti all’industria inferiore a quellodegli addetti all’agricoltura?

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2. In quali aree dell’Europa sono localizzati?

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paese addetti al secondario

Albania 21%

Bulgaria 28%

Francia 22%

Germania 33%

Grecia 22%

Italia 32%

Lituania 27%

Moldavia 21%

Paesi Bassi 20%

Polonia 29%

Regno Unito 24%

Rep. Ceca 40%

Romania 30%

Russia 30%

Un esempio significativo di delocalizzazio-ne è rappresentato da una vasta area –

comprendente la Polonia meridionale, laSlovacchia, la Repubblica Ceca e l’Ungheriaoccidentale – dove quasi tutte le maggioriaziendemondiali del settore automobilisti-co hanno recentemente installato degli im-pianti che oggi producono circa 1,5 milioni diauto l’anno.

La loro capacità produttiva potrebbe sa-lire a 2,7 milioni già nei prossimi anni, inquanto è prevista la costruzione di nuovistabilimenti. Sono presenti in questa zonagrandi aziende automobilistiche come laFiat (Polonia), la Volkswagen-Skoda (Polo-nia, Repubblica Ceca, Slovacchia), la GM-Opel (Polonia, Ungheria), l’Audi (Ungheria),la Daewoo (Polonia), la Suzuki (Ungheria).Sono in procinto di aprire nuovi impianti an-che la Toyota, la Hyundai e la PSA-Citroen.

Un altro caso è costituito dalle migliaia diaziende italiane che si sono trasferite inRomania, nel distretto industriale di Timi-soara. Qui operano soprattutto imprese ve-nete e friulane, ma numerose sono anchequelle provenienti dall’Emilia Romagna edalle Marche.

IL CASO

La delocalizzazionedelle industrienell’Est europeo

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I principali settori produttivi rappresen-tati sono il calzaturiero, il tessile, l’abbiglia-mento, il legno e l’industria meccanica.Il motivo fondamentale di questo trasferi-mento è il costo del lavoro enormementeinferiore a quello italiano: un operaio rume-no percepisce infatti un salario medio lordodi 120 euro al mese, cioè quindici volte me-no di un lavoratore italiano di pari livello.

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Praga

Dresda

Berlino

Breslavia

Vienna

Cracovia

Budapest

Varsavia

MladáBoleslav

Vrchlabi

Kolin

TychyGliwice

Esztergom

Bielsko-Biala

Gyor

GE

RM

AN

IA

A U S T R I AU N G H E R I A

SLOVACCHIA

REP. CECA

P O L O N I A

Plzen

Bratislava

Polo est-europeo dell’auto

Stabilimenti produttivi

Chi c’è già

PoloniaFiatGm-OpelDaewooVolkswagen-Skoda

Rep. CecaVolkswagen-Skoda

SlovacchiaVolkswagen-Skoda

UngheriaSuzukiAudiGm-Opel

Chi arriverà

PoloniaHyundai

Rep. CecaPsa-Toyota

SlovacchiaPsaHyundai

Catena dimontaggiodella BMWnell’Est europeo.

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Sezione8 Unità33Le attività industriali

Lezione 3

I settori della produzione industriale

A

� La produzione europea è piuttosto varia e ben distribuita nei diversi settori produtti-vi, ma, negli ultimi decenni, l’Europa ha perso il primato in alcuni settori industriali dipunta.

Nei settori tradizionali a tecnologiamedio-bassa essa continuaaprimeggiare solo inalcune produzioni: raffinazione del petrolio, tessile, abbigliamento, legno, cuoio e cal-zature. Un ruolo importante riveste anche la produzione alimentare e del tabacco. Intutti questi settori, purpuntando sullaqualitàdel prodotto (comeavviene, per esempio,nell’abbigliamento e nell’alimentare italiano e francese), l’Europa è penalizzata dallaconcorrenza dei paesi in via di sviluppo come Cina, Corea, India, Brasile e Messico, chehanno costi di lavorazionemolto bassi. È il caso della lavorazione dei metalli e della si-derurgia, un tempo punti di forza della produzione industriale europea e ora fortemen-te ridimensionati.� Migliore è la situazione dei settori tradizionali amedia tecnologia dove, in alcunicampi, l’Europa occidentale è leadermondiale: è il caso della chimica (specialmente te-desca), dellameccanica pesante (macchinari industriali), dellameccanica di precisione(orologi, cronometri), della produzione di elettrodomestici e di automobili (tedesche,francesi, spagnole e italiane).� Neinuovi settori industriali ad alta tecnologia – aerospaziale, informatico, dei treniad alta velocità, robot industriali, laser, fibre ottiche, satelliti, biotecnologie – l’Europa èin ritardo rispetto agli Stati Uniti e, in misura minore, al Giappone sia per quanto ri-guarda la quantità sia per la qualità tecnologica dei prodotti. Lemaggiori aziende euro-pee che operano in questi settori si trovano nei paesi che più investono nella ricercascientifica: è il caso della Germania, della Gran Bretagna e della Francia, seguite da Sve-zia, Svizzera e Paesi Bassi.

Osserva i disegniCollega i diversi prodotti industriali europeial settore corrispondente.

� Quali sono i problemidell’industria europea nellaproduzione di beni atecnologia medio-bassa?� Qual è la situazionedell’Europa nella produzionedei beni a media tecnologia?� Quali sono le principaliproduzioni europee ad altatecnologia? In quali paesisono realizzate?

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Glossario• siderurgiaSettore della lavorazione dei me-talli che produce ferro puro e lesue leghe, specialmente acciaio eghisa.• chimicaScienza che studia le proprietà, lacomposizione e il modo di reazio-ne di sostanze naturali e artificia-li. Dalla sua applicazione indu-striale si ricavano molti prodotti:farmaci, fertilizzanti, profumi,deodoranti, insetticidi, gommasintetica, materie plastiche, sapo-ni, detersivi, vernici, inchiostri,conservanti per alimenti.

1. settore aerospaziale

2. settore alimentare

3. settore automobilistico

4. settore chimico/farmaceutico

5. settore cosmetico

6. settore dell’abbigliamento

7. settore della meccanica di precisione

8. settore elettronico

9. settore ferroviario

a b c

d e f

g h i

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Sezione8 Unità33Le attività industriali

Lezione 4

Le regioni industriali europee

A

Lavora con la cartae l’atlanteCon l’aiuto dell’atlante allafine del libro, individua sullacarta, che rappresenta leprincipali regioni industrialieuropee, quelle elencatesotto e scrivi la lettera nelquadrato corrispondente.

1. Catalogna

2. Donbass

3. Inghilterra

4. Lorena

5. Paesi Baschi

6. Ruhr

7.Scoziameridionale

8. Slesia

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� La principale area industriale del continente è l’Europa occidentale. La Germaniaè la più grande potenza industriale europea per la quantità e il livello tecnologico deisuoi prodotti. Qui si trovano grandi gruppi multinazionali della chimica, della far-maceutica (Bayer), dell’elettromeccanica, dell’elettronica (Siemens) e del settore auto-mobilistico (Bmw, Volkswagen). Subito dopo la Germania vengono la Francia, il RegnoUnito e l’Italia. Si tratta di paesi dotati di un sistema industriale piuttosto solido, ben-ché negli ultimi decenni abbiano conosciuto serie difficoltà.� La Spagna è invece caratterizzata da un’industrializzazione più recente e da unamedia produzione industriale in fase di crescita. In ascesa, poi, sono altri due piccolistati: l’Irlanda, grazie anche agli aiuti dell’UE, e la Finlandia, protagonista di un fortesviluppo nei settori tecnologicamente avanzati (Nokia).� Sempre in Europa occidentale vi sono alcuni paesi di dimensioni demografiche me-dio-piccole ma con un apparato industriale solido e specializzato in settori redditizi:si tratta di Svezia (industria cartaria, acciaio, automobili), Svizzera (industria farma-ceutica, alimentare, orologi), Austria (acciaio), Paesi Bassi (industria elettronica, pe-trolchimica), Belgio (industria mineraria). Ancora in una posizione arretrata risulta-no Portogallo e Grecia, entrambi basati su un’economia agricola e commerciale.� I paesi dell’Est europeo e della regione balcanica presentano invece un livello diproduzione industriale nettamente più modesto. L’area più dinamica è la regione cen-tro-orientale, compresa tra Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia e Polonia, in cui so-no state delocalizzatemolte aziende occidentali dei settori tessile, automobilistico, elet-tronico e dell’abbigliamento. In Russia e Ucraina prevalgono ancora le industrie di ba-se (siderurgia). L’intera Europa orientale sta attraversando una fase di trasformazioneindustriale per migliorare i sistemi di produzione.

� Qual è la principale areaindustriale d’Europa? E i piùgrandi paesi industrialieuropei?� Quali aree o paesi sono increscita?� Quali sono caratterizzatida una forte specializzazioneindustriale?� In quale situazione si troval’Est europeo?

regioni industrialiPrincipali centri industriali

Siviglia

Lisbona

Porto

Madrid

Lilla

Limoges

Bruxelles Lipsia

Barcellona

Bordeaux

Stoccolma

Oslo

Danzica

Riga

Rotterdam

Amburgo

ColoniaFrancoforte

Londra

Vienna

Cracovia

Roma

Lione

Milano Venezia

GenovaMarsiglia

Kiev

Anversa

Firenze

Parigi

Zurigo

Bilbao

Valencia

Monaco

Zagabria

Stoccarda

Berlino

DusseldorfDortmund

Stettino

NorimbergaPraga

Breslavia

LódzVarsavia

BirminghamLiverpool

Manchester

Glasgow

DublinoMosca

Tula

Nizni Novgorod Togliatti

Ufa

Celjabinsk

Perm

Ekaterinburg

Kirov

Kazan

Saratov

Voronez

Volgograd

Rostov

Kerc

Juzovka

Kursk

Smolensk

MinskVilnius

Odessa

Jekaterinoslav

Krivoj Rog

Bucarest

Cluj Napoca

BurgasPlovdiv

Sofia

Atene

Bari

Napoli

Pescara

Perugia

Budapest

Belgrado

Salonicco

Copenaghen

Göteborg

Falun

Norrköping

Pori

HelsinkiSan Pietroburgo

Jaroslavl

Serov

Magnitogorsk

Samara

Malmö

Newcastle

Tolosa

Taranto

Tirana

Sarajevo

Catania

Palermo

Amsterdam

Nantes

Bratislava

Istanbul

g

c

a

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ed

h

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Sezione8 Unità33Le attività industriali

Lezione 5

La carenza di materie prime minerarie ed energetiche

A

aree di grandeproduzione idroelettricapetroliogas naturalecarbonelignite

ferrouranioramebauxitenichel

Fe FeU

Bx

Cu

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Fe

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Fe

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FeFe

Fe Fe FeFe

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Bx

Cu

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Cu

U

Fe

U

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Bx

Ni

Ni Ni

Ni

Fe

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Francia

Spagna

Portogallo

Grecia

Albania

Bulgaria

Romania

Ungheria

Rep.Ceca

Polonia

Danimarca

PaesiBassi

Belgio

RegnoUnitoIrlanda

Svizzera Austria

Macedonia

Italia

Svezia

Norvegia

Finlandia

Islanda

Lussemburgo

SlovacchiaMoldavia

Ucraina

Russia

Germania

RussiaLituania

Lettonia

Estonia

Bielorussia

CroaziaSlovenia

SerbiaBosnia Erz.

Mare Mediterraneo

Oceano

Atlant ico

Mare

del

Nord Mar

Ba

lti c

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Ma

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asp io

Mar NeroGeorgia

ArmeniaAzerbaigian

Montenegro

� L’Europa è povera dimaterie primeminerarie ed energetiche e lamaggior parte deglistati deve ricorrere alle importazioni, cioè all’acquisto di tali materiali all’estero. Fa ec-cezione la Russia, che possiede abbondantissimi depositi minerari ed energetici. Ric-chi giacimenti di ferro, scarsamente presenti altrove, si trovano in Ucraina, negli Uralirussi e in Svezia. Il rame e il nichel si trovano in Russia e nell’area baltica e polacca.� Per quanto riguarda le risorse energetiche, la presenza di carbone è ormaimolto ri-dotta in seguito all’intenso sfruttamento dei giacimenti (quelli tedeschi della Ruhr e del-la Saar, quelli scozzesi o delleMidlands inglesi) effettuato in passato. Ilpetrolio è presen-te in quantità nei giacimenti russi e in quelli del Mar Caspio (Azerbaigian), ma anche in-glesi e norvegesi ne estraggonomolto nelMare del Nord. Il gas naturale (ometano) è piùdiffuso: oltre che negli stati già citati (spesso si trova associato al petrolio), esso vieneestratto in abbondanzanei Paesi Bassi, in Romania e inUcraina.� Ildeficitdel settoreenergeticoeuropeo, tuttavia, rimanegrave.Ciò sideveal fatto che iconsumi – determinati dall’industria, daimezzi di trasporto e dagli usi domestici – sonoelevatissimi. Il petrolio, la fonte energetica più utilizzata, deve essere quindi importatodallamaggioranza degli stati europei. I paesi dell’Europameridionale, grazie all’abbon-danza delle acque alpine, fanno ricorso all’energia idroelettrica. Altre fonti energetichesfruttate, anche se inmisura assai ridotta, sono l’energia geotermica, quella eolica (delvento) e quella solare. Alcuni paesi poi, primo fra tutti la Francia, hanno installato centra-li nucleari che, impiegando l’uranio come combustibile, producono elettricità. L’uso ditale fonte energetica, però, èmolto discusso a causa del rischio di incidenti e della produ-zionedi scorie radioattivemolto inquinanti chepoi devonoessere smaltite.

Lavoracon la cartaOsserva la cartache rappresentale fonti energeti-cheeminerarieeuropee e ri-spondi alle do-mande.

1. In quali paesisi ha una mas-siccia produzio-ne idroelettrica?2. Dove si trova-no i maggiorigiacimenti dibauxite, minera-le utilizzato perla produzionedell’alluminio?3. E quelli di ra-me? E di nichel?

� L’Europa è un continentericco o povero di materieprime? Dove sono le risorseminerarie?� Dove si trovano le principalirisorse energetiche?� Quali sono i motivi deldeficit energetico europeo?Quali le conseguenze?

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Un cittadino europeo consumauna quota di energia dieci voltesuperiore a quella di un indiano.

Lo sapevi che...

Glossario• energia geotermicaChe deriva dal calore interno del-la Terra. Le centrali geotermichelo sfruttano nelle sue manifesta-zioni superficiali, come i getti divapore e di acqua calda prove-nienti dal sottosuolo.• scoria radioattivaMateriale di scarto di un impiantonucleare.

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Sezione8 Unità33Le attività industriali

Lezione 6

L’industria italiana oggi: una situazione difficile

A

Lavora con la cartaOsserva la carta che rappresenta le areeindustriali e i centri industriali italianisoggetti a crisi e rispondi alle domande.

1. Qual è la regione del Nord che ha ilmaggior numero di città industriali in crisi?

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2. E le due regioni del Centro?

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3. E quella del Sud continentale?

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4. E nelle isole?

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Copyright © 2010 Zanichelli editore S.p.A. – Francesco Iarrera, Giorgio Pilotti, Facciamo geografia essenziale, vol. Italia e Europa (per le unità tolte dal volume 1 e 2)

� L’Italia è uno deimaggiori paesi industrializzati. A partire dagli anni Novanta del se-colo scorso, però, le imprese italiane sono diventatemeno competitive in confronto alpassato, registrando così un calo delle esportazioni. Questa crisi dell’industria italia-na ha interessato l’intero paese, coinvolgendo sia le grandi sia le piccole aziende intutti i settori industriali.� In quelli tradizionali a tecnologiamedio-bassa, come l’abbigliamento, il tessile ele calzature, l’Italia è oggi meno competitiva rispetto ai paesi in via di sviluppo, cheproducono a costi più bassi. In passato, questi settori hanno fatto conoscere in tutto ilmondo il cosiddettomade in Italy. Lo stesso vale per il settore alimentare.� Nei settori a tecnologiamedia, ilmeccanico e il chimico, l’industria italiana è sce-sa molto al di sotto rispetto alla media di altri paesi europei, come Francia, Germa-nia, Gran Bretagna e Spagna. A differenza dell’Italia, infatti, negli ultimi anni questihanno investito di più nella ricerca e innovato produzioni e tecnologie. Le principaliproduzioni italiane sono – nellameccanica – quelle dei mezzi di trasporto, dei macchi-nari per l’industria e per l’agricoltura, degli elettrodomestici. Nella chimica un ruoloimportante è svolto dalle attività legate alla lavorazione del petrolio (produzione di ben-zine,materie plastiche, gomma e fibre tessili sintetiche).� In Italia sono inoltre poco rappresentati i settori ad alta tecnologiaquali l’elettroni-ca, l’informatica, l’aeronautica e le biotecnologie. Negli ultimi decenni, infine,molteaziende italianehannochiuso,mentre altre sono state vendute a gruppi stranieri.

� Quali sono i problemidell’industria italiana?� Quali sono le maggioriproduzioni dei settori atecnologia medio-bassa?� Quali quelle dei settori atecnologia media?� Qual è la situazione dellanostra industria nei settoriad alta tecnologia?

Glossario• esportazioneVendita di merci all’estero.• made in ItalyEspressione inglese che significa«fabbricato in Italia» e nel lin-guaggio comune indica l’insiemedei prodotti dell’industria naziona-le per lo più destinati all’esporta-zione.

M a r L i g u r e

Ma

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M a r

T i r r e n o

Ma

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on

io

Roma

MilanoVenezia

Genova

Firenze

Modena

Torino

Napoli

Bari

Palermo

Cagliari

Macerata

MagentaBergamo

BresciaNovara

BiellaIvrea

Aosta Rovereto

Bolzano

Trieste

UdineComoVarese

SavonaLa Spezia

Vicenza

Belluno

Reggio EmiliaParma

Piacenza

Pisa

Livorno

Perugia

Terni

Ascoli Piceno

Pesaro

Frosinone

Pescara

L’Aquila

Isernia

Venafro

Caserta

Foggia

Brindisi

Lecce

Matera

Potenza

Castrovillari

ReggioCalabria

Praia a Mare

Catania

Siracusa

Caltanissetta

Oristano

PortoTorres

Sulcis

Ottana

Portovesme

aree industriali

centri industrialiin crisi

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Sezione8 Unità33Le attività industriali

Lezione 7

Le regioni industriali italiane

A

M a r L i g u r e

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io

� Dal puntodi vista industriale, il territorio italiano si divide in tre vaste regioni, ognu-na dotata di proprie caratteristiche per quanto riguarda le produzioni e le imprese chevi operano: l’Italia del Nord-Ovest, l’Italia del Centro e del Nord-Est, l’Italiameridionale.

La regione del Nord-Ovest, con in testa la Lombardia, è l’area più vitale; vi hanno se-de leproduzioni piùmoderne e dinamiche, con una specializzazione nellameccanica,nell’elettronica e nella chimica. In questa zona, che ha guidato lo sviluppo industrialenegli anni Sessanta del secolo scorso, sono quasi scomparse le grandi imprese del passa-to (come Falck, Breda, Pirelli, Alfa Romeo, Montedison). L’unica grande azienda rimastaè la FIAT a Torino, che ha ridotto la propria presenza: ad esempio ha recentemente chiu-so lo stabilimento di Arese, vicino aMilano. Oggi il Nord-Ovest ha una fitta tramadime-die imprese, con unnumero di dipendenti compreso tra 50 e 500.� La regionedelCentro e delNord-Estospitapiccole emedie imprese, che si occupanoin prevalenza di attività più tradizionali: tessile, alimentare, calzaturiera, del mobile,ceramica e abbigliamento. Le aziende sono concentrate in distretti industriali, piccolearee dove sorgono stabilimenti specializzati nella stessa produzione. Fino a qualchetempo famolto dinamiche, esse hannomostrato negli ultimi anni una certa difficoltà eperso gran parte della loro capacità di innovazione e di esportazione. Molte sono statedelocalizzate inpaesi in via di sviluppoonell’Europadell’Est, dove i costi di produzionesono inferiori (> il caso, pag. 65). Distretti industriali sono comunque presenti anche inaltre zone del paese.� Nell’Italia del Sud ci sonopochi impianti produttivi. Le aree industriali sono concen-trate di norma lungo le coste. I grandi impianti costieri, in alcuni casi di proprietà sta-tale, sono quelli siderurgici o di raffinazione del petrolio. Ad essi si affiancanopiccole epiccolissime imprese, di livello tecnologico piuttosto basso, che operano nei settori tra-dizionali (alimentare, delmobile, abbigliamento, pelletteria e gioielleria).

Lavora con la cartaOsserva la carta che rappresenta le tre aree industrialiitaliane e inserisci al posto giusto il loro nome. Riconosciquindi le regioni che ne fanno parte ed elencale qui sotto.

1. Italia del Nord-Ovest

a . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ; b . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ; c . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ;

d . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

2. Italia del Centro e del Nord-Est

a . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ; b . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ; c . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ;

d . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ; e . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ; f . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ;

g . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ; h . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

3. Italia del Sud

a . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ; b . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ; c . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ;

d . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ; e . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ; f . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ;

g . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ; h . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

� Quali sono lecaratteristiche dell’Italia delNord-Ovest?� Quali quelle dell’Italia delCentro e del Nord-Est?� E dell’Italia del Sud?

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Verifiche

Sezione8 Unità33Le attività industriali

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Indica l’affermazionecorrettaL’industria europea:

�a primeggia nei settori adalta tecnologia, nei qualisupera gli USA

�b è leadermondiale per leproduzioni chimiche, del-l’auto e degli elettrodo-mestici

�c dispone di ottime risorseminerarie ed energetiche

�d è distribuita inmodo uni-forme nei paesi dell’Oveste in quelli dell’Est

Indica l’affermazioneerrataNella terza fase dello svi-luppo industriale:

�a aumenta l’uso di robot�b diminuisce l’impiego del

lavoro umano�c la produzione si velocizza�d si richiedonominori ca-

pacità professionali

2

1

A fianco di ogni terminescrivi la lettera corri-spondente alla suadescrizione

3

a. acquisto di prodotti dal-l’esterob. area caratterizzata daun’unica produzione indu-striale prevalentec. energia che sfrutta lafissione dell’uraniod. trasferimento di impiantiproduttivi all’estero

1. delocalizzazione

2. distretto industriale

3. energia nucleare

4. importazione

Lavora con la carta mutaRileggi la lezione 4, Le regioni industriali europee, e indica sulla carta dell’Europai diversi tipi di paesi indicati nella legenda, usando i colori suggeriti.

5

Indica se queste frasi sono vere o false

1. Gli addetti all’industria, a differenza di quanto avviene nel settoreagricolo, continuano ad aumentare.

2. Molte invenzioni sono state realizzate in Europa perché qui nacquel’industria moderna.

3. Le tre regioni industriali italiane sono costituite dall’Italia del Nord,del Centro e del Sud.

4. I consumi energetici degli europei sono molto elevati.

5. La Russia deve importare notevoli quantità di petrolio e materie prime.

6. Nei settori a tecnologia medio-bassa l’Europa deve fronteggiare laconcorrenza dei paesi in via di sviluppo.

7. L’industria italiana ha visto calare le proprie esportazioni negli ultimianni.

8. Il made in Italy riguarda settori come abbigliamento, tessile e calzature.

4

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maggiore potenzaindustriale industrialealtre tre grandi potenzeindustrialipaesi in fasedi crescita industrialepaesi a fortespecializzazione industrialepaesi occidentali arretratipaesi dell’Europacentro-orientalein fase di crescitapaesi dell’Europa orientalebalcanica a industrializzazionearretrata

Ripassa i concetti6

Puoi ripassare i concetti principali dell’unità rispondendo alle domande in azzurro chetrovi all’inizio di ogni lezione.